Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 2:59 pm

Il virus ritorna, nuovi contagi, in Israele, in Europa e nel Mondo


Oltre mille contagi in un'industria di carne della Germania
20 giugno 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8131982

Sono 1.029 i dipendenti dell'industria della carne tedesca Toennies risultati positivi finora al test del coronavirus. Lo ha reso noto il Consiglio della circoscrizione di Guterloh, nel Land del Nordreno-Vestfalia. L'esplosione dell'infezione aveva già portato alla chiusura delle scuole e degli asili infantili nei giorni scorsi.

Di fronte alla gravità della situazione, il ministro presidente del Land, Armin Laschet, (Cdu), non ha escluso un ritorno del lockdown a livello regionale. «Al momento l'infezione è localizzata, ma se questo dovesse cambiare - ha affermato ieri sera parlando a Duesseldorf - potrà diventare necessario anche un lockdown a tappeto nella regione».

Laschet si è detto particolarmente preoccupato dal momento che molti dipendenti dell'impresa vengono da diverse città della Vestfalia.




Coronavirus, l'Africa è una bomba a orologeria: i veri dati del contagio, ospedali travolti
Maurizio Stefanini
25 giugno 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... M.facebook

Migranti con il Covid, rischia di essere il prossimo caso del Commissario Montalbano. È Porto Empedocle infatti la vera città celata sotto la fittizia Vigàta delle storie di Andrea Camilleri. Ed è a Porto Empedocle che è sbarcata la Sea Watch con a bordo 209 migranti tra i quali 28 casi positivi. Sembra che l'origine del contagio possa essere il Camerun, dove in effetti gli ultimi dati davano 12.270 contagi e 313 vittime. Intendiamoci, è poca roba. Il tasso di malati sulla popolazione è di 463 per ogni milione di persone, contro i 7330 degli Stati Uniti e i 3950 dell'Italia. L'Africa sub-sahariana è tuttora l'area del mondo meno colpita dalla pandemia, ed è stata l'ultima a venire raggiunta. Però è stata ormai raggiunta, proprio mentre si sta arrestando in Asia Orientale, prima area di diffusione, e in Europa, che è stata la seconda area di diffusione, a partire dall'Italia.
Faccio saltare in aria la caserma dei carabinieri. Tunisino e scafista, voleva ammazzare i nostri agenti
"Faccio saltare in aria la caserma dei carabinieri". Tunisino e scafista, voleva ammazzare i nostri agenti

Secondo i dati, il Sudafrica ha ormai superato quota 100.000 contagi: ne ha 106.108, con 2102 morti. L'Egitto, che sta nell'Africa a nord del Sahara e che era stato il primo Paese a registrare un caso di Covid nell'intero Continente, ha superato quota 50.000: 58.141, con 2365 morti che sono più del Sudafrica. Vengono poi il Ghana con 14.568 casi e 95 vittime; il già citato Camerun, appunto; l'Algeria, con 12.076 casi e 861 vittime; il Marocco, con 10.693 casi e 214 vittime; il Sudan, con 8889 casi e 548 vittime; la Costa d'Avorio, con 7904 casi e 58 vittime; il Senegal, con 6129 casi e 93 vittime; il Kenya, con 5206 casi e 254 vittime; la Guinea con 5040 casi e 28 vittime; l'Etiopia con 5034 casi e 78 vittime; il Gabon con 4849 casi e 39 vittime; Gibuti con 4630 casi e 52 vittime; la Mauritania con 3902 casi e 114 vittime; la Repubblica Centrafricana con 3051 casi e 37 vittime; la Somalia, con 2835 casi e 90 vittime.

IL CASO MAYOTTE
Va citato a parte il caso di Mayotte: due isole che sono un dipartimento d'oltremare della Repubblica francese, ma che comunque sono Africa. Con 2434 casi e 31 vittime hanno 8928 casi per ogni milione di abitanti, il che ne fa in proporzione l'ottavo territorio più infettato al mondo: dopo Qatar, San Marino, Città del Vaticano, Bahrein, Cile, Andorra e Kuwait. Vengono poi il Mali con 2001 casi e 122 vittime; il Sud Sudan con 1930 casi e 36 vittime; la Guinea Equatoriale con 1664 casi e 32 vittime; lo Zambia con 1477 casi e 18 vittime; la Sierra Leone con 1347 casi e 55 vittime; la Tunisia con 1159 casi e 50 vittime; la Repubblica Democratica del Congo con 1087 casi e 37 morti; il Niger con 1051 casi e 67 vittime. Ci sono anche altri Paesi sotto quota 1000, ma probabilmente la lista già data basta. Ripetiamolo: secondo la Oms in questo momento il grande allarme è per l'America Latina, definito il nuovo grande focolaio della pandemia. Sono ormai oltre 100.000 i morti per Covid in America Latina: 100.176 per la precisione, di cui 52.788 in Brasile, 23.377 in Messico, 8404 in Perù. E i contagiati sono arrivati a 2.153.562: non solo il Brasile con 1.152.066, ma anche il Perù con 260.810 e il Cile con 250.767 hanno superato i 238.833 dell'Italia. Allarmante anche la scalata della Russia con 608.881 contagi e una crescita di 7176 in 24 ore, anche se 8153 vittime indicano un tasso di letalità ancora basso. Preoccupa la scalata dell'India, pure se il peso specifico si riduce molto quando rapportato a oltre un miliardo di abitanti: 461.828 casi e 14.577 morti. Ovviamente l'effetto maggiore lo fanno gli Usa, con 2.425.826 casi e 123.520 decessi. Nell'intera Africa sub-sahariana i 232 215 casi e 5117 morti complessivi contati dalla Oms sarebbero ancora meno rispetto ai 238.833 casi e 34.675 vittime della sola Italia. Però, va ripetuto, in Italia i dati delle ultime 24 ore erano stati di 122 casi e 18 decessi. Nell'Africa sub-sahariana parliamo invece di 7542 casi e 121 contagi. L'Unione Africana, che a differenza della Oms non separa la regione tra il nord e il sud del Sahara ma la considera assieme, sosteneva tre giorni fa che si erano già superati i 300.000 contagi: per la precisione, 306.567 (+9.215 rispetto alle 24 ore prima) con 8.115 decessi (+190 rispetto alle 24 ore prima) in 54 Paesi del continente.

RISCHIO DI RITORNO
Comunque il rischio grave è che il Covid torni indietro in Paesi dove si stava esaurendo, riportando il contagio. Per questo l'allarme cinese, per via del focolaio di Pechino. Per questo l'allarme in Nuova Zelanda, dove un contagio è riapparso dopo che l'emergenza era stata dichiarata ufficialmente concusa dal governo. Per questo l'allarme in Germania, con il focolaio del mattatoio. È quasi sicuro che l'Ue potrebbe impedire ai cittadini statunitensi l'ingresso anche dopo il primo luglio, giorno della riapertura delle frontiere esterne. «Troppi contagi». A sua volta Trump ferma gli ingressi dei lavoratori (anche italiani): stop anche a stage, scambi di studenti e ragazzi alla pari. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente avvertito che Covid-19 è una bomba a orologeria per l'Africa: quando scatterà l'innesco, il Continente non sarà in grado di far fronte al virus, soprattutto a causa della mancanza di infrastrutture sanitarie. Aveva dunque detto che l'Africa avrebbe dovuto «prepararsi al peggio». Il drammatico peggioramento della situazione in Paesi che come il Cile o il Perù all'inizio erano sembrati affrontare l'emergenza bene dimostra cosa può succedere quando un sistema sanitario va all'improvviso oltre i limiti delle sue capacità e collassa. Anche l'India è un Paese che sta ormai molto vicino ad un collasso del genere, se già non ha passato il punto critico.


Sbarcano 28 clandestini infetti: altri 46 a Lampedusa
Giugno 24, 2020

https://voxnews.info/2020/06/24/sbarcan ... lampedusa/





Un focolaio sulla Moby Zaza Da Sea Watch 28 contagiati
Maurizio Zoppi - Mer, 24/06/2020

https://www.ilgiornale.it/news/28-migra ... 72667.html

I tamponi sui migranti dopo il trasbordo. Salvini: "E volevano farli sbarcare". Musumeci: "Ci davano dei razzisti"

Sulla Moby Zazà c'è un vero e proprio focolaio. Sono in tutto 28 i migranti positivi al Covid-19 tra i 209 che la Sea Watch ha portato a Porto Empedocle e che le autorità italiane hanno deciso di far salire sulla nave disposta per la quarantena dei clandestini che arrivano sulle coste siciliane.

Tra i primi a dar conto dell'emergenza sanitaria siamo stati noi stessi del Giornale.it che, questa mattina, già segnalavano la presenza di un infetto a bordo. Qualche ora dopo, però, il governatore Nello Musumeci ha fatto sapere su Facebook che il numero dei malati è di gran lunga più alto. "Sono sulla nave in rada a Porto Empedocle – ha spiegato il governatore siciliano - soluzione che con caparbietà abbiamo preteso il 12 aprile scorso dal governo centrale per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’Isola, senza poterli circoscrivere e controllare. Oggi si capisce meglio quella nostra richiesta".

I contagiati sulla Moby Zaza

Gli esiti dei tamponi effettuati dalla Croce Rossa sui 209 migranti, che nei giorni scorsi sono stati salvati in acque internazionali dalla Sea Watch e trasferiti domenica scorsa sulla Moby Zazà, sono arrivati questa mattina. Ben 28 migranti sono risultati positivi al coronavirus. Uno di loro, originario del Camerun, aveva iniziato a stare male nella notte tra domenica e lunedì. Inizialmente i medici avevano pensato a un caso di tubercolosi, ma il risultato del test al Covid-19, effettuato dal laboratorio IZS di Palermo, ha fugato ogni dubbio. Tanto che già questa notte, come scritto da Sofia Dinolfo sul Giornale.it, è stata dichiarata la sua positività al nuovo coronavirus. L'immigrato è stato, quindi, evacuato e trasferito al reparto di malattie infettive dell'ospedale "Sant'Elia" di Caltanissetta dove, ormai da diverse settimane, sono ormai stati dimessi tutti i pazienti Covid.

Al momento i contagiati restano "confinati" sulla nave in rada a Porto Empedocle che è stata destinata alla quarantena dei clandestini che sbarcano in Italia. E, tornando sulle polemiche mosse dai soliti talebani dell'immigrazione contro la gestione degli sbarchi e il confinamento sulla Moby Zazà, Musumeci ha voluto far notare l'utilità di certe misure di contenimento. "Chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si renderà conto che avevamo ragione", ha commentato il governatore annunciando l'attivazione di provvedimenti straordinari per affrontare l’emergenza. "Nelle prossime ore - ha spiegato - andranno adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della precauzione. Voglio sperare che a nessuno venga in mente di non coinvolgere la Regione nelle scelte che dovranno essere assunte".

La Lega all'attacco

Il caso dei contagi tra i migranti recuperati dalla Sea Watch e portati in Italia ha fatto esplodere una accesissima polemica politicas che ha scatenato l'ira di Matteo Salvini. "Sicilia campo profughi d’Europa, complimenti Conte", ha scritto il capo del Carroccio su Facebook rinfacciando ai giallorossi di essere troppo impegnati a far campagna contro i decreti Sicurezza anziché fermare la nuova ondata di sbarchi. "Mentre il governo pensa di smontare i decreti Sicurezza e spalanca i porti - ha accusato - le ong portano in Italia immigrati positivi al Covid-19, come quello sbarcato dalla Sea Watch e ora ricoverato in Malattie infettive, e ci altri casi...".

Anche il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, ha puntato il dito contro il governo accusandolo di mettere a rischio la salute dei cittadini italiani "con il suo assurdo" motto "porti sempre aperti a tutti". Duro anche l'intervento del deputato della Lega, Paolo Grimoldi, componente componente della commissione Esteri della Camera e presidente della delegazione italiana all'Osce. "Il nostro è davvero un governo si scienziati, di geni - ha tuonato - abbiamo tenuto i cittadini italiani in lockdown per due mesi per arginare il virus, devastando la nostra economia, perdendo il 17% di pil e un'infinità di posti di lavoro, abbiamo messo l’Italia in ginocchio per spegnere i focolai e adesso questo Governo di improvvisati cosa fa? Apre i porti alle navi straniere che trasportano clandestini che ci portano il virus che sta esplodendo in Africa. Roba che nemmeno il più incallito Tafazzi avrebbe fatto...".

Lo sfogo del sindaco di Porto Empedocle

E anche il primo cittadino di Porto Empedocle, Ida Carmina, dopo la notizia di un focolaio a bordo della Moby Zaza, si è lasciato andare ad un duro sfogo all'Adnkronos. Il sindaco ha parlato di una costante esposizione all'epidemia da parte dei sui concittadini: "Il clima nel mio paese è abbastanza surriscaldato. Siamo costantemente esposti a un pericolo". Poi arriva l'affondo: "Voglio andare fino in fondo, capire cosa è avvenuto. Perché a una nave Ong è stato concesso di sbarcare a Porto Empedocle, che fino a poco tempo fa era considerato un porto non sicuro. Perché i migranti non sono stati trasbordati sulla nave-quarantena a largo, invece di arrivare sulla banchina. La mia comunità è stata esposta al pericolo di un'epidemia. Quello che accaduto è un evento che temevo".

Sea Watch, chiesto tampone per equipaggio

"L'allerta è partita dopo che un caso asintomatico è stato segnalato dal personale medico di bordo alle autorità prima dello sbarco. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalle autorità sanitarie, oggi abbiamo richiesto un secondo tampone per il nostro equipaggio, che già si era sottoposto al test prima della partenza, con esito negativo". Affermano dalla Sea Watch. "Il nostro personale medico ha messo in atto il protocollo di monitoraggio dell'insorgere di potenziale sintomatologia nelle persone presenti a bordo, con relativa trasmissione dei dati alle autorità competenti - spiegano dalla ong tedesca - . Il provvedimento di quarantena ci è stato notificato ieri. Inizialmente ci siamo chiesti il motivo dell'imposizione della misura di quarantena, e non di isolamento precauzionale, in attesa di avere ulteriori informazioni sullo stato di salute dei naufraghi, dal momento che il nostro equipaggio, come previsto dal protocollo di sicurezza interno sul contenimento del rischio contagio, non sarebbe comunque sceso dalla nave. Sea-Watch ha osservato con rigore un protocollo medico di prevenzione Covid19 a bordo, prima, durante e dopo i soccorsi".

Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch inoltre tiene a precisare che: "Le persone soccorse hanno trascorso ore, talvolta giorni, ammassate in imbarcazioni fatiscenti. Quasi tutte provengono da periodi di confinamento o detenzione in massa in condizioni disumane in Libia, dove, secondo un comunicato diffuso da International Rescue Committee, i contagi di Covid19 sono raddoppiati nelle ultime due settimane".

Parole in difesa del proprio lavoro con i migranti ma che evidenziano preoccupazioni anche da parte dell'equipaggio. "Siamo coscienti di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per mesi per sviluppare e adattare le relative procedure sanitarie, non possiamo però sottrarci al dovere, che dovrebbe essere dei governi europei e non della società civile, di soccorrere queste persone e portarle in salvo", ha aggiunto Linardi. "Il soccorso attraverso navi organizzate con personale medico e procedure idonee al passaggio di consegne alle autorità costituisce una garanzia di sicurezza rispetto agli arrivi incontrollati. Questa situazione - ha concluso - è stata finora gestita con la massima cautela e collaborazione da parte dell'equipaggio e delle autorità".

La Ong ha informato le autorità dello stato di bandiera rispetto alla situazione. L'organizzazione inoltre ha chiesto il supporto del governo tedesco in solidarietà con l'Italia.

Le parole dal Viminale

Non poteva mancare la nota del Viminale a seguito del tam tam mediatico che ha susciato la notizia e dalle critiche ricevute da numerosi politici in merito a ciò che sta avvenendo in queste ore sulle coste siciliane. Dagli uffici del ministero dell'Interno fanno sapere che: "Le procedure adottate per i migranti sbarcati dalla nave Sea Watch e accolti per la quarantena obbligatoria a bordo del traghetto Moby Zaza, ancorato nella rada di Porto Empedocle, garantiscono la piena tutela della sicurezza sanitaria del Paese». Così fonti del Viminale, precisando che «tutti i migranti sono stati sottoposti fin dal loro arrivo alle procedure previste dalle linee guida sul sistema di isolamento protetto elaborate dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute".

Altri 47 migranti in sorveglianza sanitaria

Nel frattempo sulla nave-quarantena sono già in sorveglianza sanitaria altri 47 migranti di precedenti sbarchi a Lampedusa. Il gruppo di 47 si trova in un'area diversa rispetto a quella dove erano stati collocati i 210 dei 211 salvati dalla Sea Watch. Uno dei 211 - colui che è ricoverato a Malattie infettive dell'ospedale 'Sant'Elia' di Caltanissetta - non è mai salito sulla 'Moby Zazà' perché ritenendolo un sospetto caso di tubercolosi, già nella notte fra domenica e lunedì, era stato trasferito al nosocomio Nisseno.


Matteo Salvini attacca il Viminale: "Sbarchi e clandestini infetti. Il governo mette in pericolo l'Italia"
25 giugno 2020

https://corrieredellumbria.corr.it/news ... covid.html

Il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca nuovamente in maniera frontale il Viminale. Sbarchi ed emergenza sanitaria sono ancora una volta i temi per criticare le scelte del governo. “Prima ha negato il problema-sbarchi, poi ha smentito il rischio di malattie tra gli immigrati, ora che spuntano decine di positivi al Covid afferma che è tutto sotto controllo”.
Secondo il capo della Lega "il Viminale è allo sbando: l’ultima volta che aveva mostrato tanta sicurezza era per sostenere “pochissimi contagi tra chi è arrivato in Italia”, una settimana fa. Abbiamo visto come è finita. Questo governo - conclude - mette in pericolo l’Italia”.



L’intreccio perverso di immigrazione e pandemia
Arturo Diaconale
25 giugno 2020

http://www.opinione.it/editoriali/2020/ ... al-sarraj/

La nave Ong ferma sulla banchina del porto di Porto Empedocle con 28 migranti raccolti nel Canale di Sicilia e risultati positivi al Covid-19 intreccia le due grandi emergenze degli ultimi anni. Quella della pandemia che ha messo in crisi l’economia del Paese e quella dell’immigrazione che ha azzoppato la sinistra e messo le ali alla Lega di Matteo Salvini. Il problema che la nave oggettivamente pone è come affrontare una nuova ondata di flussi migratori provenienti dalle coste del Nord Africa portatori di nuove ondate di coronavirus?

L’interrogativo non ha fatto neppure capolino nel corso degli Stati generali dove si è discusso di tutto e non è stato deciso nulla. In compenso, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dato notizia di aver avviato la realizzazione di un nuovo accordo con il governo libico di Fayez al-Sarraj contenente più tutele per i diritti umani dei migranti ed il rinnovato impegno dell’Italia nel sostegno ad una Libia non divisa tra Tripolitania e Cirenaica ma unita e sovrana.

Ma la risposta alla doppia emergenza, posta dalla nave ferma di fronte alla costa siciliana, può essere un nuovo accordo con il governo di Tripoli che sopravvive solo grazie al sostegno del nuovo sultano turco Recep Tayyip Erdoğan e che da sempre apre e chiude il rubinetto dei flussi migratori a seconda degli obiettivi che intende raggiungere nei negoziati con l’Italia e gli altri Paesi dell’Europa?

Sull’argomento ci sono alcune illusioni che vanno smontate preventivamente. La prima è quella, avallata dal ministero dell’Interno, è che basti mettere in quarantena i migranti caricati sulle navi Ong per bloccare il contagio in mare ed evitare che torni a diffondersi nelle regioni dove i natanti sbarcano. Le quarantene, naturalmente servono. Ed una intesa precisa con le Ong per definirle ed organizzarle sarebbe indispensabile. Ma immaginare di tenere sotto controllo la pandemia riportata dall’immigrazione con qualche nave trasformata in ospedale è come immaginare di svuotare il mare con un secchiello bucato. Perché sarebbe impossibile bloccare per sempre i migranti nei porti evitando contatti tra loro e la popolazione locale. A meno di immaginare la creazione di centri d’accoglienza trasformati in giganteschi lazzaretti dove isolare e cercare di curare i malati che inevitabilmente diventerebbero fonti di gravi tensioni sociali e politiche nei territori e nell’intero Paese.

L’altra illusione da smontare è immaginare che l’accordo con Di Maio e al-Sarraj possa prevedere la costruzione non in Italia ma in Libia di tali lazzaretti con il concorso dell’Unione europea e la benedizione delle Nazioni Unite, ma sempre e soltanto sotto il controllo esclusivo delle autorità del governo di Tripoli. Quest’ultima, infatti, oltre a non dare alcuna garanzia sul rispetto dei diritti umani, non ha la forza e l’autorità necessarie per realizzare una impresa del genere. Ed a ben guardare, neppure la convenienza visto che caricarsi di un peso del genere gli toglierebbe dalle mani la possibilità di poter aprire e chiudere a secondo delle proprie necessità il rubinetto dei flussi migratori verso l’Italia e l’Europa.

E allora? Le alternative sono solo due. O l’Europa e l’Italia prendono atto che in Libia non si risolve nulla senza esibire forza e determinazione. Oppure non rimane loro che trattare con il sultano Erdoğan accettando il ritorno dell’Impero ottomano nel bacino del Mediterraneo!



Nella ditta di trasporti Brt a Bologna 64 positivi: 2 ricoverati. «Casi anche in Tnt e Dhl»
Paolo Virtuani
20 giugno 2020

https://www.corriere.it/cronache/20_giu ... 8db9.shtml

Un nuovo focolaio di coronavirus si è sviluppato a Bologna, presso l’azienda Brt (ex Bartolini). I dipendenti e i collaboratori risultati positivi sono 54; ci sono un’altra decina di positivi in altri magazzini della logistica tra l’Interporto e Calderara di Reno di cui, secondo il sindacalista Simone Carpeggiani di SiCobas, «2 in Dhl, 2 in Tnt, 2 in Pelletways». I sintomatici sono 9; due i ricoverati. Lo screening per cercare di confinare il focolaio è ora esteso a 370 persone. «È una cosa grossa, la situazione sta peggiorando. Parliamo di almeno mille persone, siamo preoccupati: anche perché nessuna di queste aziende ha chiuso», ha detto Carpeggiani a Fanpage.

I primi due casi di positività sono stati registrati qualche giorno fa. Secondo quanto dichiarato da Brt, a originare il cluster di contagi sarebbero stati «lavoratori di servizi logistici di magazzino» di una «società esterna».

Il caso viene tenuto sotto controllo dalla Ausl, dal Comune di Bologna e dall’assessorato alla Sanità. «Il focolaio è sotto controllo e sappiamo dove fare le indagini— assicura Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Bologna— è probabile che ci sia un’evoluzione in crescita nei prossimi giorni. Anzi, più troviamo nuovi casi e meglio è, perché vuol dire che la nostra attività sta funzionando». I controlli sono stati estesi a tutti i dipendenti e alle loro famiglie: in tutto, 370 persone.

«Non tutti portavano la mascherina»

Le prime informazioni sul cluster di nuovi casi sono stati diffusi dal sindacato SI Cobas, che lunedì aveva pubblicato un comunicato sulla situazione nella sede di Bartolini in via Cerodolo, a Bologna: nel testo si parlava di «quattro operai colpiti dal Coronavirus», poi «saliti a 12». Come si è diffuso il contagio? «Il problema», spiega il responsabile dell’Ausl, «è che le regole vanno rispettate. Nella notte di giovedì scorso, il 18 giugno, l’Ausl ha fatto un sopralluogo a sorpresa nel magazzino di Bartolini alle Roveri, riscontrando mancanze e facendo alcune prescrizioni all’azienda. Non tutti portavano la mascherina, non era sempre garantito il rispetto delle distanze e c’erano alcune mancanza anche sulla gestione dei locali in termini di pulizia».

Sindacati preoccupati

Il sindacato Uil Trasporti sottolinea come «sia stata intanto sostituita la cooperativa operante» nel settore degli autisti. Il sindacato SI Cobas afferma che «quando allo scoppio della pandemia chiamammo i lavoratori all’astensione, firmammo dei protocolli di sicurezza con diverse aziende, Bartolini arrivò per ultimo. Siamo molto preoccupati. Quando si lavora ammassati, i bagni a disposizione sono pochi e la gente è costretta a convivere in poco spazio, la situazione è quella. Ci aspettiamo il peggio».

La reazione dell’azienda

«Per tutti i lavoratori coinvolti è stato disposto l’isolamento domiciliare, come previsto dai protocolli sanitari nell’ambito della emergenza Covid», ha specificato l’azienda. Che avvisa anche i suoi utenti: «Stiamo registrando un rallentamento sulle consegne gestite dall’Hub di Bologna Roveri»
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 3:00 pm

Coronavirus, nuovi focolai nelle aziende del trasporto di pacchi: «Chi li apre si lavi le mani»
11 luglio 2020

https://www.ilmessaggero.it/italia/coro ... 39471.html

Prima la Bartolini, ora la Tnt. Preoccupa il nuovo focolaio di Covid-19 nel settore della logistica, divampato sempre a Bologna, tanto che la Regione Emilia-Romagna sta pensando di rendere obbligatori i test sierologici per i lavoratori di un segmento evidentemente particolarmente esposto. Nello stabilimento bolognese sono per ora 29 i positivi, ha spiegato l'Ausl, di cui tre sintomatici. Sono tutti in isolamento ed è in corso un ampio screening, anche tra i familiari.

Focolai, a Bologna nuovo caso: dopo la Bartolini, 29 positivi anche alla Tnt

Covid, Brusaferro (Iss): «Nelle mascherine il virus rimane per 7 giorni: le chirurgiche non vanno riusate»

TRACCIAMENTO
Il contact tracing attivato tra l'8 e il 9 luglio nella sede, ha registrato complessivamente 214 tamponi, molti dei quali di ancora si aspetta l'esito. Sono migliaia e migliaia gli operatori, spesso molto giovani e stranieri, che ogni giorno consegnano i pacchi nelle nostre case e in ogni destinazione immaginabile. Perché quello delle spedizioni è il settore che probabilmente è cresciuto di più insieme all'e-commerce dall'inizio della pandemia, con un incremento stimato dell'86%. I ragazzi con le magliette colorate in giro per le città sono la punta dell'iceberg, l'ultimo miglio di una filiera che conta 2mila aziende, con almeno un milione di lavoratori con contratto nazionale della logistica, a cui vanno aggiunte le migliaia di new entry degli ultimi mesi. «C'è stato un abbassamento dell'attenzione generale alla prevenzione, la percezione che il pericolo sia passato, ma il virus circola ancora - è il commento di Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit-Cisl - Il 20 marzo abbiamo firmato un protocollo di sicurezza al ministero dei Trasporti, per tutto il settore che ha dimostrato la sua efficacia anche in piena crisi. Ora bisogna continuare ad applicare le regole, perché è bene fare i test, ma è meglio prevenire i contagi. Serve responsabilità da parte di tutti, i lavoratori vanno formati, anche quelli contrattualizzati all'ultimo momento. Chiederemo alle parti datoriali un incontro per fare il punto a livello nazionale sulla sicurezza».
«Alla Tnt-Fedex di Bologna i casi aumenteranno perché sono presenti, in tutto, circa 200 lavoratori - riferisce Tiziano Loreti, coordinatore di Si Cobas Bologna - i lavoratori hanno fatto sciopero perché non volevano lavorare con il rischio di contrarre il virus. C'è un grosso rischio, dovuto all'esternalizzazione esasperata del lavoro da parte delle aziende per rincorrere il massimo ribasso». A fare il bilancio per la parte datoriale Nereo Marcucci, past president Confetra e consigliere Cnel: «La logistica è un settore enorme e complesso, non è solo trasporto. Le regole di sicurezza sono rispettate e i servizi assicurati oggi come lo sono stati nei mesi peggiori della pandemia, il nostro non è un settore più a rischio di altri. Se i sindacati hanno notizie di violazioni facciano i nomi e si procederà nelle sedi opportune».
«L'attività contact tracing funziona - spiega il sottosegretario ai Trasporti, Salvatore Margiotta - Le indagini sono ancora in corso tutte orientate a confinare completamente il focolaio e a garantire il corretto isolamento dei casi e dei contatti stretti. È questa è la strada che in generale si deve proseguire anche a livello nazionale». C'è un rischio di blocco o rallentamento delle consegne? «Non è mai successo finora. La sede Tnt era stata chiusa due sere fa, ma ieri l'attività è ripartita. È iniziata una campagna di screening tra i dipendenti dell'Interporto di Bologna, per verificare quanto il virus abbia circolato. Il tema è che questi poli nel lockdown non si sono mai fermati, ma hanno lavorato ancora di più». Va detto poi che l'Istituto superiore di sanità alla domanda se i pacchi possano essere contagiosi ha risposto che al momento non sono noti casi di infezione da pacchi e che sul cartone il virus vive un tempo brevissimo, ma è importante non collocarlo sul letto o in cucina e lavarsi le mani dopo averlo maneggiato, buttando via la scatola.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 3:00 pm

Cluster in una chiesa frequentata da migranti. L'Austria richiude tutte le scuole e gli asili
Redazione - Ven, 03/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 74667.html

Il ministro della Salute: «Preoccupante». Il governatore: «Eventi annullati»

Anche i paesi oltre confine si ritrovano ad affrontare una ripresa dei contagi di coronavirus, proprio ora che l'epidemia sembrava in ritirata.

Adesso è l'Austria ad essere in allarme per un'escalation di infezioni che preoccupa le autorità.

Negli ultimi giorni il paese ha registrato un imprevisto aumento di casi con un totale di 677 persone attualmente positive su un totale di 17.860 individuate mediante tampone. In un solo giorno il numero dei nuovi positivi ha superato le 129 unità, come non accadeva dall'inizio di aprile, quando l'infezione era ancora in fase acuta. Anche se nelle ultime 24 ore il dato è nuovamente calato a 42, il governo è corso ai ripari.

L'impennata dei contagi sarebbe dovuta principalmente ad un focolaio scoppiato in una chiesa pentecostale di Linz, nell'alta Austria, frequentata da migranti. Ma l'allarme tocca anche la città di Wels e la sua periferia, nonché l'area circostante di Urfahr.

Per impedire un'ulteriore diffusione dei contagi sono state prese subito severe misure di contenimento. Cinque distretti, da oggi per una settimana, chiuderanno nuovamente scuole, asili e strutture di assistenza. Poi si farà una nuova valutazione osservando la curva epidemiologica. Il ministro della Salute, Rudolf Anschober (Verdi), nel disporre la chiusura degli edifici scolastici, ha definito il recente aumento di nuove infezioni «preoccupante». Mentre il governatore dell'Austria superiore, Thomas Stelzer, ha espresso «l'urgente raccomandazione» di annullare gli eventi in ciascuno dei cinque distretti.

«Il nuovo cluster è un avvertimento per tutti coloro che credevano che la crisi fosse finita», si legge sul Die Presse. Il governatore Stelzer ha quindi fatto appello alle persone affinché continuino ad indossare le mascherine quando sono al chiuso. «Gli eventi saranno sospesi nei cinque distretti fino a nuovo avviso», ha detto. Il ministro si è detto invece molto preoccupato «soprattutto in vista dell'autunno», quando potrebbe esserci una seconda ondata.

«L'aumento al momento è contenuto, ma la cosa non ci rende comunque felici», ha aggiunto invitando i suoi cittadini a prestare attenzione e a rispettare le regole per garantire la propria sicurezza e quella degli altri.

Proprio ieri Vienna aveva diramato un cosiddetto «sconsiglio» per Bosnia Erzegovina, Serbia, Albania, Kosovo, Macedonia del Nord e Montenegro a causa dell'andamento del Covid, invitando gli austriaci in vacanza in quei paesi a rientrare. Prevista la quarantena per chi proviene da quelle zone o la presentazione di un recente tampone negativo.



Coronavirus: nuovo picco in Israele, 1.000 casi in 24 ore
Oltre 26mila infezioni. Nei Territori da venerdì lockdown totale
02 luglio 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... c5adb.html

Continuano a salire i casi di coronavirus in Israele. Nelle ultime 24 ore, secondo il ministero della sanità, sono stati circa 1000, uno dei dati più alti, portando il numero totale delle infezioni a 26.257.
Crescono anche le vittime passate da 320 a 322. I pazienti in serie condizioni sono 57 con 24 di loro in terapia intensiva. A fronte della situazione il governo ha esteso i lockdown parziali ad altre città: tra queste anche zone della cittadina di Ashdod.
Crescono anche i casi ne Territori Palestinesi dove il governo è stato costretto a dichiarare il lockdown totale da venerdì prossimo per 5 giorni. (ANSA).


Maxi focolaio dopo matrimonio in India: lo sposo muore dopo le nozze, 111 invitati positivi al Covid
2 luglio 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8149033

Lo sposo è morto il giorno dopo le nozze e almeno 111 degli invitati al suo matrimonio sono risultate positive al Covid-19: è successo nello Stato indiano del Bihar, secondo quanto riporta l’emittente televisiva NDTV.

Le nozze erano state celebrate a metà giugno, con oltre 350 partecipanti, a dispetto delle norme che, in tutto il Paese, vietano per qualsiasi motivo le riunioni di più di 50 persone. Lo sposo, su cui non è stato eseguito il tampone dopo il decesso, avrebbe mostrato sintomi prima della cerimonia e sarebbe stato ricoverato nell'ospedale di Patna. L'uomo, curato per in particolare per dissenteria, sarebbe stato spinto dalla famiglia a non rinviare il matrimonio.

Lo sposo è deceduto poche ore dopo la cerimonia. Come riferisce Ndtv, la famiglia ha celebrato immediatamente il rito funebre, impedendo di fatto l'esecuzione di qualsiasi test. Contemporaneamente, alcuni parenti hanno manifestato sintomi associabili al coronavirus. Gli esami hanno evidenziato la positività di una quindicina di persone: le autorità, quindi, tra il 24 e il 26 giugno hanno avviato un protocollo per identificare e isolare eventuali casi legati al matrimonio. Altri 86 invitati sono risultati positivi.



Coronavirus, in Toscana registrati 3 clusterfamiliari
4 luglio 2020

https://notizie.tiscali.it/feeds/corona ... ria-00001/

In Toscana nelle ultime due settimane sono stati registrati 3 cluster familiari a Cortona (Ar), Pian di Scò (Ar) e Impruneta (Fi): sono 18 persone straniere, provenienti da Paesi extra Schengen per cui vige l'obbligo della quarantena, che rappresentano più del 40% dei nuovi casi registrati. Nella maggior parte dei casi si tratta di casi prodotti dal sovraffollamento familiare. Per scongiurare il moltiplicarsi di questo tipo di focolai domestici e gestire al meglio i casi di contagio intrafamiliare, considerato che in questi casi l'isolamento dei positivi è determinante, il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha firmato oggi una nuova ordinanza intitolata "Ulteriori misure di contenimento del contagio in ambito familiare e abitativo".

Nel testo si dà ai sindaci il mandato di adottare provvedimenti per trasferire le persone che risultino positive negli alberghi sanitari, fino ad oggi era possibile solo su base volontaria, eliminando così una delle principali cause di trasmissione del virus.

I sindaci possono procedere grazie all'adozione delle ordinanze contingibili e urgenti a tutela della salute pubblica in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica, a carattere esclusivamente locale, previste dall'articolo 50 del Testo unico degli enti locali (D.lgs. 18 agosto 2000, n.267). In caso di inosservanza le sanzioni vanno da 500 a 5000 euro.

Per tutti i contatti stretti delle persone colpite, familiari e non, saranno attivati controlli a tappeto, isolando e allontanando da casa via via tutti coloro che risulteranno positivi. Aumenteranno anche i test molecolari e sierologici per le persone di queste comunità, caratterizzate anche da alta mobilità all'interno del territorio regionale e ricche di momenti di incontro collettivi. Si tratta di persone per cui, anche a causa delle difficoltà linguistiche, è difficile essere informate sull’andamento epidemiologico generale.

La Regione invita, quindi, i Comuni ad attivare iniziative di comunicazione, nelle lingue parlate dalle principali comunità presenti in Toscana, con le principali precauzioni da prendere per evitare il contagio.



Turista austriaca positiva al Covid dopo vacanza a Jesolo
4 luglio 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8151616

Una turista austriaca è rientrata in patria dopo una vacanza a Jesolo (Venezia) risultando positiva al Covid-19. La donna, in vacanza per soli cinque giorni con marito e figlio di 12 anni, è stata in Italia dal 26 al 30 giugno, ma al rientro a casa è risultata positiva al tampone. La sanità austriaca e quella italiana sono in contatto perché non è escluso che la donna sia giunta nel veneziano già ammalata ma senza sintomi. Controlli sono già stati fatti nell’albergo dove erano ospiti e non sarebbero state riscontrate anomalie.

«Gli imprenditori sono ligi a seguire tutti i protocolli - afferma il presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Alberto Maschio -; una vicenda per la quale non deve essere fatto alcun allarmismo. Da una parte, perché non è escluso che la donna avesse già contratto il virus prima del suo arrivo. Dall’altra perchè i nostri albergatori sono molto professionali e rispettano, fin quasi all’ossessione, i protocolli di prevenzione. Tanto è vero che non risulta alcun dipendente o altra persona in quarantena».



Coronavirus mondo, diretta. Spagna, quarantena per 200 mila in Catalogna. Usa, nuovo record: 57 mila contagi
4 luglio 2020

https://www.ilmessaggero.it/mondo/coron ... 26586.html

Superano gli undici milioni i casi di coronavirus nel mondo e 523.777 morti. È il bilancio della pandemia della John Hopkins University, secondo la quale i contagi sono, per l'esattezza, 11,03 milioni. Intanto la Catalogna, in Spagna, ha messo in quarantena 200 mila persone.

Isolamento a Melbourne. Migliaia di residenti in alcuni edifici popolari di Melbourne, la seconda città dell'Australia, sono stati messi in isolamento, da oggi e per almeno cinque giorni, dopo lo scoppio di un nuovo focolaio di coronavirus che le autorità stentano a mettere sotto controllo. Centinaia di poliziotti sono stati dispiegati per imporre il lockdown a nove torri di edilizia popolare. Il Paese ha registrato il più grande aumento giornaliero di casi di coronavirus negli ultimi mesi, con 108 nuovi casi concentrati nello Stato sud-orientale di Victoria.

Nuovo record negli Stati Uniti. Nelle ultime 24 ore sono stati 57.562. È quanto emerge dai dati del Covid Tracking Project. Si tratta del terzo giorno consecutivo con oltre 50.000 nuovi contagi. I casi di coronavirus negli Stati Uniti sono in totale 2,79 milioni e i decessi 129.405.

Spagna, quarantena di massa in Catalogna. La Generalitat catalana ha deciso di mettere in quarantena nelle loro case gli abitanti di 38 piccoli comuni della provincia di Segrià, che contano circa 209.000 persone, a partire da mezzogiorno, a fronte dell'aumento dei casi di coronavirus registrati nelle ultime ore. Sono nove i focolai attivi. Lo rende noto La Vanguardia. Fino alle 16 ai residenti sarà permesso di entrare , ma da quel momento in poi sarà vietata la circolazione, ad eccezione dei lavoratori che devono spostarsi.

In Brasile nelle ultime 24 ore sono state registrati altri 1.290 morti e 42.223 nuovi casi di coronavirus, portando il totale rispettivamente e 63.174 vittime e a 1.539.081 contagi. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Brasilia, secondo cui lo stato più colpito resta quello di San Paolo, con 310.702 casi e 15.694 decessi, seguito da quello di Rio de Janeiro, con 118.956 contagi e 10.500 morti.

La Libia registra nelle ultime 24 ore altri 11 nuovi contagi da coronavirus, che portano a 902 il totale dei casi confermati nel Paese. Lo ha reso noto il Centro nazionale libico per il controllo delle malattie sulla propria pagina ufficiale Facebook, precisando che i morti salgono da 26 a 27, i guariti da 224 a 230, e le persone attualmente positive da 641 a 661. Restano chiusi i confini.


Focolai tra alcuni macelli e salumifici I positivi sono 68
5 luglio 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8152342

Alcuni focolai di Covid si sono manifestati negli ultimi giorni in un'area del Mantovano. L'ultimo ha riguardato un salumificio di Viadana e così al momento sono cinque le attività produttive in cui si è sviluppato il contagio (considerando anche una nella vicina Dosolo), tra macelli e salumifici, che contano un totale di 68 dipendenti positivi.

L'ultima segnalazione dell'Ats Valpadana arriva dal salumificio Fratelli Montagnini di Viadana, dove ieri le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) sono intervenute per sottoporre a tampone 26 dipendenti, dopo che uno di loro era stato ricoverato in ospedale con febbre alta. L'esito dello screening ha consentito di scoprire 5 positivi, tra cui 3 dipendenti di una cooperativa che lavorano nel salumificio.L'Ats ha predisposto ieri la chiusura del macello e oggi è attesa la sanificazione.

Salgono a 68 i lavoratori (non tutti residenti nel Mantovano) contagiati nei 5 macelli, di cui due ricoverati in ospedale, in condizioni che non sarebbero gravi.



In Israele torna il lockdown ma è incubo disoccupazione
7 luglio 2020

https://www.lastampa.it/esteri/2020/07/ ... 1.39054217

Israele torna passo dopo passo al coprifuoco che aveva paralizzato il Paese per oltre due mesi, da metà marzo a fine aprile. Il governo di Benjamin Netanyahu è stato costretto a varare nuove misure ancora più restrittive, dopo aver proibito gli assembramenti di più di cinquanta persone già domenica. Ma i nuovi contagi continuano a viaggiare al ritmo di quasi mille al giorno, esattamente come durante il picco di marzo, quando avevano toccato quota 1100. Il tasso di contagio è risalito da meno dell’un per cento al 5 per cento, più che durante il primo picco. Medici ed epidemiologi hanno avvertito del rischio di saturazione degli ospedali, nel giro di qualche settimana.

Governo e Knesset hanno approvato in tutta fretta nuove restrizioni. Gli autobus che avevano ripreso a circolare non possono portare più di 20 passeggeri. Cinema, teatri, palestre, bar, piscine sono di nuovo chiusi. I ristoranti possono accogliere 20 persone all’interno e 30 all’esterno. Il 30 per cento dei dipendenti pubblici deve tornare al telelavoro obbligatorio. Sono previste multe pari a 130 euro per chi non porta la maschera in pubblico, anche all’aperto. Le nuove misure rischiano però di aggravare la crisi e Netanyahu le ha prese obtorto collo di fronte alle pressioni degli scienziati. “Siamo in emergenza”, ha ammesso e alluso a un possibile lock down totale se le misure non saranno rispettate con disciplina. Cosa che gli israeliani avevano fatto, a parte alcune eccezioni particolari, durante la prima ondata.

A preoccupare sono di nuovo alcuni quartieri di ebrei ortodossi, gli “haredin”, e anche alcuni musulmani a Gerusalemme. Sull’altro piatto della bilancia pesa però la crisi economica indotta dalla chiusure. Israele veniva da un lungo boom, che aveva visto il reddito medio pro capite salire al livello della Germania, con la disoccupazione al 4 per cento. Oggi i disoccupati sono il 21 per cento della popolazione, un milione di senza lavoro su una popolazione di 9 milioni. Una parte rischia di ripiombare sotto il livello di povertà e hanno fatto scalpore le parole del ministro Tzahi Hanegbi, che ha definito “idioti quelli che dicono che in Israele c’è la fame”. L’opinione pubblica si è rivoltata e il ministro, e lo stesso Netanyahu, si sono dovuti scusare.


Coronavirus, l'India supera la Russia e apre il più grande ospedale da Covid
Monica Ricci Sargentini
6 luglio 2020

https://www.corriere.it/esteri/20_lugli ... resh_ce-cp

Il fragile sistema sanitario indiano è sotto pressione. Sono tantissimi i pazienti che vengono respinti dagli ospedali a Nuova Delhi, Mumbai, a Bangalore. Mentre l’epidemia viaggia ad una velocità impressionante tanto che il Paese ha superato la Russia ed è al terzo posto nella triste classifica dei contagi da Covid-19 con 697.413 contagi: soltanto ieri sono stati registrati 24mila casi e domenica 25mila. Per far fronte alla domanda crescente, nella capitale è stato allestito un gigantesco ospedale temporaneo, è il più grande al mondo. Diecimila letti di cartone con sopra un sottile materasso verde e un cuscino sono stati posizionati, uno accanto all’altro, in un’enorme hall che di solito era usata per i raduni religiosi. Accanto ad ogni giaciglio una sedia e un mobiletto per gli effetti personali. La struttura è stata preparata a tempo di record, grazie al lavoro di 15mila persone, tra cui molti volontari. Il pavimento è stato ricoperto di plastica per evitare il passaggio della polvere, sono stati montati 4mila condizionatori d’aria e allestiti 1800 bagni. L’ospedale ha aperto il 5 luglio ed è destinato a ricevere i pazienti asintomatici o che presentano sintomi leggeri. Il governo ha anche requisito sale ricevimenti in diversi hotel e convertito 500 vecchi vagoni di treni in unità di isolamento.

La mortalità, comunque, si mantiene bassa. Finora ci sono stati 19.693 decessi che significa una percentuale di 0.15 per ogni 10mila persone contro il 3,97 degli Stati Uniti e il 6,65 del Regno Unito. Anche il tasso di guarigione è molto alto e arriva al 60%.

Ad essere colpiti in modo più duro in questa seconda ondata sono proprio gli Stati del sud che erano stati i più abili a tenere a bada il virus. Tanti i focolai a Telangana (23.902 casi), Tamil Nadu (111.151) e Karnataka (23.474).

Secondo gli esperti l’India non ha ancora raggiunto il picco dell’epidemia e ci si aspetta di arrivare a un milione di casi a fine luglio. Le città più colpite sono Mumbai, Nuova Delhi e Chennai. «Questa sembra essere una sfida sanitaria urbana» ha commentato il dottor Rajib Dasgupta, che insegna alla Jawaharlal Nehru University.

L’aumento dei contagi, però, potrebbe essere in parte dovuto al numero di tamponi giornalieri effettuati che, secondo i media indiani, è salito a 250mila. Ma è chiaro a tutti che la responsabilità di questo risultato è dovuta soprattutto alla riapertura delle attività non essenziali, avvenuta un mese fa, per sostenere l’economia. Il premier Narendra Modi aveva decretato un rigido lockdown il 25 marzo cui ha iniziato a porre fine il 31 maggio. Dall’8 giugno è iniziata una graduale ripresa delle attività: hanno potuto riaprire i luoghi di culto, gli alberghi, i ristoranti e i centri commerciali. Dal primo luglio è iniziato un progressivo ampliamento dei voli interni e dei collegamenti ferroviari per passeggeri, mentre resteranno sospesi fino al 15 luglio i voli internazionali.

Il lockdown resta confermato solo nelle zone di contenimento, di competenza dei singoli Stati e Territori e in accordo con le direttive nazionali. Il Bengala Occidentale e il Maharashtra lo hanno prorogato fino al 31 luglio mentre l’Assam ha chiuso per 14 giorni a partire dal 28 giugno il distretto di Kamrup e il Tamil Nadu ha imposto fino al 12 luglio la chiusura del distretto di Madurai.

Ieri è stato deciso, a sorpresa, di lasciare chiuso il Taj Mahal, la più famosa attrazione turistica dell’India situata a Agra nell’Uttar Padresh, dopo un aumento dei focolai nell’area. A Nuova Delhi, invece, molti monumenti hanno riaperto ieri.

Le speranze, come nel resto del mondo, sono tutte riposte nel vaccino che però, secondo il ministero della Scienza e della tecnologia, non sarà pronto per la somministrazione di massa prima del 2021.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 3:01 pm

Covid, guerriglia tra rom e italiani a Mondragone: lanci di sassi e sedie
Claudio Cartaldo - Gio, 25/06/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 72987.html

A Mondragone positive 46 persone. Lancio di sassi, i bulgari tentano di forzare il blocco: "Atto di insubordinazione"

Che la tensione fosse nell'aria si era capito già nei giorni scorsi, quando Mondragone ha dovuto iniziare a fare i conti con il focolaio di coronavirus nelle palazzine dell'ex Cirio. Da lunedì scorso l'area è stata dichiarata dalla Regione Campania una mini zona rossa, che coinvolge circa 700 persone di diversa nazionalità e in maggioranza bulgari di etnia rom.

Ma mentre i tamponi a poco a poco rivelavano l'entità del focolaio (per ora i positivi sono 49), nel quartiere montava la polemica. Da una parte i cittadini di modragone, che protestano contro il degrado. Dall'altra i bulgari coinvolti dal lockdown. Le tensioni sono esplose stamattina. Con proteste su entrambi i fronti.

Intorno alle 11 un gruppo di bulgari residenti in uno dei cinque palazzi del complesso scende in strada tentando di forzare il blocco. Dopo alcuni momenti di tensione, polizia e carabinieri riescono a riportare gli stranieri all'interno dei confini dell'area off limits. Ma la "rivolta" dei bulgari (guarda qui il video) diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso. I cittadini di Mondragone si ritrovano infatti ad uno dei varchi di accesso degli ex palazzi Cirio per un presidio di protesta. "Sono dieci anni che abbiamo questa situazione e nessuno ha mai preso provvedimenti", dice un residente. "Abbiamo paura di loro, i bambini hanno paura", replica un altro. E ancora: "Se ne devono andare, sono una mina vagante".

Il timore dei residenti è che le persone infette possano spezzare il cordone sanitario e diffondere il contagio nel resto della città. Già ieri, infatti, erano trapelate sui giornali alcune notizie sulle fughe di persone dai check point. "Tre braccianti e altri 5 residenti sono stati intercettati dalle forze dell’ordine", scriveva il Mattino. Sui social sono circolati molti video realizzati dagli stessi cittadini. Oggi, invece, quattro persone sono mancate all'appello: qualcuno tra i positivi, che questa mattina dovevano essere trasferiti al Covid Hospital di Maddaloni, è infatti sparito.

La tensione monta nel corso delle ore ed esplode in tutta la sua virulenza a metà pomeriggio, quando le due fazioni rischiano di arrivare a contatto. Un gruppo di cittadini italiani, che sta presidiando l'ingresso della zona rossa ha strappato targhe di auto bulgare e le ha mostrate come fossero trofei. Immediata è arrivata la risposta degli stranieri: uno dei residenti in quarantena ha preso una sedia e l'ha lanciata contro i manifestanti. Che a quel punto hanno risposto lanciando sassi contro le auto parcheggiate e distrutto vetri. Alcuni hanno anche provato a sfondare il cordone di forze dell'ordine per entrare in contatto con una persona che inveiva contro di loro.

Il racconto della rivolta dei bulgari l'ha fatto anche il sindaco di Mondragone, Virgilio Pacifico. "Questa mattina ho assistito personalmente a un inaccettabile atto di insubordinazione di oltre cinquanta cittadini, stranieri e non, i quali uscendo dalle rispettive abitazioni e violando di fatto il cordone sanitario, concretizzavano un gravissimo atto di insubordinazione rispetto ai precetti dell'ordinanza regionale, creando panico e paura nella cittadinanza", ha detto. "La cittadinanza ha dovuto assistere all'impotenza delle poche forze dell'ordine presenti". Il sindaco ha chiesto l'intervento urgente del prefetto affinché possa essere adottata ogni misura e azione al fine di ripristinare la legalità e l'ordine pubblico clamorosamente violato questa mattina". Stando a quanto dichiarato dal governatore Vincenzo De Luca, dopo una telefonata con Luciana Lamorgese, il ministero dell'Interno ha "annunciato l'arrivo di un contingente dell'Esercito".

Le polemiche politiche

Sul caso è subito divampata la polemica politica. Matteo Salvini è andato all'attacco di De Luca ("tante parole ma zero fatti"), mentre il governatore rivendica di aver "agito in tempi immediati". Il capo dell'opposizione di centrodestra in Consiglio regionale e candidato presidente, Stefano Caldoro, è stato chiaro: "La Regione Campania fa propaganda e non tutela la salute dei cittadini - ha detto - Ariano Irpino ieri e Mondragone oggi, due zone rosse abbandonate a loro stesse per gli errori della Regione e dell'unità di crisi. Così si mettono a rischio i cittadini e aumentano i contagi". Contro De Luca si è scagliato anche il presidente della Provincia di Caserta, secondo cui "a Mondragone c'è una bomba di carattere sociale, lo avevamo detto nei comitati provinciali. Non c'è coordinamento dalla Regione e dal Comune. E' una cosa gravissima". "De Luca si commenta da solo - ha detto Giorgio Magliocca - Come presidente della provincia ho partecipato al comitato per l'ordine la sicurezza e avevamo già segnalato la necessità di dare assistenza è una cosa vergognosa, lo avevamo detto giorni fa ma con la solita arroganza istituzionale ci è stato detto che non capivamo nulla. Invece è successo quello che avevamo detto. L'unica preoccupazione di De Luca è quella di rinchiudere le persone in casa, e non si preoccupa di garantire assistenza. Certi provvedimenti restrittivi devono prevedere poi altri provvedimenti per far sì che quelle persone non creino altri problemi".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 3:01 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 3:02 pm

Le demenzialità contro il Brasile di Bolsonaro


Brasile, il presidente Bolsonaro è positivo al coronavirus
Sono arrivati i risultati per il leader brasiliano che, annuncia lui stesso, "sono positivi al Covid-19"
di DANIELE MASTROGIACOMO
07 luglio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 261232273/

Jair Messias Bolsonaro si è preso il Covid 19. Lo ha confermato lo stesso presidente brasiliano nel corso di un incontro con i giornalisti nel Palazzo dell'Alvorada. "Sì, sono risultato positivo al test", ha aggiunto con aria mesta e un po' preoccupata. I risultati del tampone sono stati realizzati nell'ospedale militare di Brasilia dove il presidente era stato ricoverato dopo essersi sentito male domenica pomeriggio. Aveva febbre alta, oltre 38, e si sentiva a pezzi, con dolori alle ossa e ai muscoli. Classici sintomi del Covid 19. I suoi medici gli hanno consigliato il ricovero e la prova del tampone.

Tutti gli appuntamenti in agenda sono stati sospesi e rinviati. Altri due ministri si sono fatti il test, così come l'ambasciatore Usa in Brasile Todd Chapman. Il 4 luglio scorso, in occasione della festa dell'Indipendenza, Chapman aveva invitato Bolsonaro e altri tre ministri a una grigliata nella residenza. Una foto li aveva immortalati sereni e sorridenti, senza mascherina, che posano per l'obiettivo. Non si sa se in quella occasione il presidente abbia contratto il Covid 19. Nei giorni precedenti e in quelli successivi ha incontrato un sacco di gente. Per impegni istituzionali, di governo, amici e parenti o semplici fan. Il problema adesso è risalire indietro nel tempo, di almeno due settimane, il periodo di incubazione del virus, e contattare tutte le persone che sono state in contatto con lui.

Bolsonaro è apparso all'uscita dell'ospedale militare, le mani in tasca, la mascherina finalmente a coprirgli naso e bocca e ha confermato la notizia ai giornalisti che lo attendevano all'esterno. L'esponente della destra estrema prende già da due giorni dosi di idrossiclorochina e di azitromicina, due farmaci antivirali che l'Oms considera inefficaci contro il Covid 19; anzi, con forti controndicazioni. Ma Bolsonaro è ostinato e così come ha sempre negato la presenza del Covid 19, ha sostenuto che per affrontare la pandemia bastava prendere appunto qualche pasticca di farmaci usati di solito per la malaria. Non è bastato. Sebbene le lastre al polmone che aveva effettuato lunedì sera non hanno rilevato particolari infezioni, così come lui stesso afferma, il coronavirus lo ha contagiato e si è infilato nel suo fisico. Adesso dovrà sottoporsi a un secondo tampone di conferma. Ma l'intero Brasile è scioccato.


Ecco perché il Brasile è il nuovo epicentro mondiale del coronavirus
22 maggio 2020

https://formiche.net/2020/05/brasile-ep ... ronavirus/

Gli occhi del mondo sono sul Brasile. Nelle ultime 24 ore, il Paese sudamericano ha battuto il record di decessi per coronavirus: 1188 morti, per un totale di 20.000 decessi. I contagiati sono 310.087, per cui in questo momento il Brasile è il terzo Paese al mondo con più casi, dopo gli Stati Uniti (1,5 milioni circa) e Russia (317.000 circa).

Il primo caso di Covid-19 si è registrato a febbraio. In 53 giorni c’erano 10.000 morti, ma la cifra si è duplicata nei 12 giorni successivi. Secondo il quotidiano brasiliano Folha, gli esperti prevedono un bilancio finale di 100.000 morti in Brasile per il coronavirus. Ma la cifra potrebbe essere ancora più alta, secondo i certificati di morte del Fiocruz, un istituto che analizza lo stato del sistema sanitario. Tuttavia, la crisi sanitaria non preoccupa al presidente Jair Bolsonaro. Ieri ha criticato il progetto di legge approvato dalla Camera dei deputati in cui si autorizzano le multe a chi non indossa la mascherina, mettendo a rischio contagio la comunità. “Piangiamo i morti – ha dichiarato Bolsonaro -, ma dobbiamo avere il coraggio di affrontare la situazione. Nessuno discute che circa il 70% della popolazione avrà il virus”.

La pandemia sarebbe un duro colpo per il Brasile perché la povertà e la disuguaglianza sociale aumentano i fattori di rischio. Alexandre Kalache, ex membro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha spiegato al Financial Times che non ci sono dubbi sullo spostamento dell’epicentro della pandemia in Brasile: “Ma qui il virus troverà una popolazione che è in condizioni molto ma molto precarie”. Il generale Eduardo Pazuello, ministro ad interim per la Sanità – dopo le dimissioni e il licenziamento dei due ministri precedenti – ha ammesso che è inevitabile l’aumento di casi all’interno del Brasile. La zona più colpita è la città di San Paulo. Il sindaco Bruno Covas ha dichiarato che, se non si rallenterà l’andamento del contagio, il sistema sanitario collasserà in meno di due settimane. Ed è per questo che Covas vuole aumentare le misure preventive, ma si scontra con la linea del presidente Bolsonaro, che vuole evitare un rallentamento economico. Il New York Times ha ricordato come il Brasile è riuscito a gestire altre crisi sanitarie, provocate per esempio dall’aids e il zika, ma “la caotica risposta del governo al Covid-19 ha colpito la capacità di risposta del Paese. […] La confusione nazionale ha aiutato a spingere la diffusione della malattia e ha contribuito a trasformare il Brasile in un epicentro emergente della pandemia, con un indice di mortalità quotidiana superata solo dagli Stati Uniti”.

Marcia Castro, professoressa dell’Università di Harvard, specializzata in sanità globale, ha dichiarato al Nyt che “il Brasile avrebbe potuto dare una delle migliori risposte a questa pandemia. […] Nonostante questo, è completamente disorganizzato e nessuno sta lavorando per raggiungere soluzioni congiunte. Questo ha un prezzo e sono le vite umane”.



Bolsonaro sotto assedio: ma i dati smentiscono le accuse
Giuseppe De Lorenzo
10 giugno 2020

https://it.insideover.com/politica/bols ... ccuse.html

Metti insieme le pere con le mele, usa il tasso di letalità la cui attendibilità è prossima allo zero, lascia da parte il fatto che ogni Paese conta i morti in modo diverso ed avrai un bellissimo grafico con cui titolare sul Brasile brutto e cattivo nella gestione della pandemia. Abbiamo semplificato (nemmeno troppo), ma l’articolo pubblicato ieri dal Corriere era più o meno questa macedonia impazzita. Uno “studio” sul presunto rapporto tra autoritarismo e bugie sul Covid-19 dalla dubbia credibilità, schiaffato in prima pagina per attaccare maldestramente Jair Bolsonaro.

Prima di tutto i fatti. Sul quotidiano di via Solferino è apparso un pezzo a firma di Federico Fubini sulle differenze tra le democrazie e i Paesi autoritari nella comunicazione dei decessi provocati da Sars-Cov-2. Titolo: “I trucchi dei regimi che nascondono i veri dati sul Covid”. Nel mirino ci sono la Turchia, la Russia, l’Iran e – chissà perché – il Brasile di Bolsonaro. Tutti colpevoli di sotterrare defunti senza comunicarlo al mondo così da preservare il potere assoluto. Il giornalista ha preso il tasso di letalità in alcuni Stati nel mondo e l’ha messo in relazione con il “Punteggio globale di libertà politica e civile” realizzato da Freedom House, un think tank basato a Washington. Ciò che emerge è che i Paesi “poco democratici” sarebbero pure quelli che comunicano una letalità causa virus inferiore alla media mondiale (5,7%). Hanno una sanità migliore? Hanno subito un contagio inferiore? No. Tesi conclusiva: dicono bugie e “tendono a presentare un quadro sostanzialmente falso degli effetti dell’epidemia”. Viceversa, “tutti i Paesi nei quali la letalità ufficiale è più alta (Belgio, Gran Bretagna, Svezia, oltre all’Italia) hanno punteggi elevati anche per il grado di libertà”.

Il fatto è che, stando ai numeri, la demarcazione dipinta dal Corriere non è così netta. Anzi. E la lettura dei dati appare più che discutibile. Per carità: ubi maior minor cessat. Ma Fubini ci permetta alcune brevi considerazioni. Stando al grafico, infatti, ci sono decine di Paesi con un tasso di letalità pari o inferiore alla media mondiale anche se sono democrazie sviluppate: Germania (4,7%), Usa (5,8%), Israele (1,7%), Giappone (5,3%), Australia (1,4%), Lussemburgo (2,7%) e Austria (4%), solo per fare qualche esempio. La domanda sorge spontanea: se sono democrazie e non nascondono la verità, allora perché il dato è così basso? “È presto per capire perché i morti in Italia, Francia o Belgio siano il triplo di quelli stimati in Germania, a parità di contagi – scrive il Corsera – Possibile però che i primi tre Paesi uniscano due fattori determinanti: sono democrazie, dove si è permesso al virus di entrare nelle case di riposo per anziani”. In sostanza, se sei un “Paese autoritario” e hai pochi morti, allora dici bugie sulla letalità. Se invece brilli per libertà civili ma hai comunque pochi decessi, allora sei stato bravo perché non hai aperto le porte delle Rsa al virus. La logica è quantomeno claudicante.

Il più marchiano degli “errori” riguarda però il Brasile. Il Paese di Neymar ha una letalità più alta di quella della Germania e un punteggio sulla libertà politica e civile tutto sommato elevato (75, poco sotto Israele). La sua posizione nel grafico è in alto a sinistra, ben lontano da Arabia Saudita, Venezuela, Emirati Arabi Uniti e Turchia. Eppure, non si sa per quale motivo, il Corriere in prima pagina scrive: “I casi sono due: o durante una pandemia la libertà fa male alla salute; oppure il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, nel cercare di nascondere la realtà dei morti da Covid, non fa che accodarsi a un trend diffuso fra decine di governi autoritari, dittatoriali, populisti e illiberali nel mondo”. Perché infilarlo nel calderone dei bugiardi, se i dati non supportano affatto questa tesi?

Il vero problema è che mescolare libertà e letalità ha poco senso statistico. Il tasso di decessi rispetto ai contagi, infatti, è influenzato da troppi fattori che lo rendono un dato instabile: ogni Paese calcola i morti in modo differente (“con” o “per” coronavirus), dunque compararli è impossibile. Oppure volutamente strumentale. Ne è la prova il fatto che l’Ungheria di quel buzzurro di Orban, quello dei “pieni poteri” che – Corriere dixit – “mette in quarantena la democrazia”, ha un tasso di letalità del 13,6%. Quasi lo stesso dell’Italia (14,4%). Stando al ragionamento di Fubini, entrerebbe di diritto nel club delle “democrazie liberali del pianeta” che comunicano i dati correttamente. Ma ovviamente non è stato citato.



La realtà dei fatti e dei numeri della pandemia del coronavirus:

Mondo
Confermati 11,6 Mln., guarigioni 6,27 Mln., decessi 537.000, mortalità il 4,6% circa sul numero dei contagiati accertati

USA
Confermati 2,99 Mln., guarigioni 901.000, decessi 132.000, mortalità il 4,41% circa

Italia
Confermati 242.000, guarigioni 192.000, decessi 34.869, mortalità il 14,4% circa

Brasile
Confermati 1,63 Mln., guarigioni 979.000, decessi 65.556, mortalità il 4,0% circa

Gran Bretagna
Confermati 286.000, guarigioni ?, decessi 44.236, mortalità il 15,46% circa

India (non sappiamo se i dati siano corretti/veritieri)
Confermati 720.000, guarigioni 440.000, decessi 20.160, mortalità il 2,8% circa




Quello che gli USA hanno di più alto è il numero dei contagiati accertati, dovuto al fatto che negli USA non sono state intraprese tutte le misure di restrizione delle persone per il contenimento della diffusione del contagio rispetto all'Italia, all'Europa e a taluni paesi dell'Asia come il Giappone e la Corea del Sud.

Anche il Brasile ha un alto numero di contagiati ed è una democrazia federale con un alto numero di abitanti, un basso PIL e molte aree di miseria economica, dove è difficile imporre restrizioni per il contenimento dei contagi, però in compenso ha una bassa mortalità.

Potremmo chiederci se in Italia non fossero state prese tutte queste misure restrittive per il contenimento dei contagi, quanti sarebbero gli infetti e i morti?



Brasile 210 milioni di abitanti, PIL 1.868 miliardi, superficie kmq 8,5 milioni.
Ha gli stessi abitanti del Pakistan, ma un PIL quasi doppio e un territorio che è 10 volte il Pakistan.
Non è una realtà facile da gestire e nessuno ha la bacchetta magica tanto meno Bolsonaro.
Certo che se Bolsonaro da veneto brasiliano la gestisce come ha fatto Zaia in Veneto non sarebbe poi male.


???

Bolsonaro, Putin e Trump: il coronavirus e il fallimento della retorica machista
Dalla «gripezinha» del presidente del Brasile al «col caldo se ne andrà» del capo della Casa Bianca, così l’atteggiamento spavaldo dei 3 presidenti è stato messo in ginocchio dal contagio
Emanuele Capone
10 Maggio 2020

https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2020/0 ... 1.38827721

Genova - Hanno incominciato più o meno tutti e tre allo stesso modo: pollice su, atteggiamento baldanzoso perché «è soltanto un’influenzetta» (una «gripezinha», in portoghese), promesse sul fatto che «in due settimane ce ne liberiamo e riapriamo» e le immancabili accuse ai «giornalisti che remano contro». Purtroppo per i loro cittadini, allo stesso modo stanno anche finendo più o meno tutti e tre: centinaia di migliaia di casi di coronavirus e la curva dei contagi che cresce anche al ritmo di 2-3mila nuovi malati al giorno. Se non di 5-10mila.

Jair Bolsonaro, Vladimir Putin e Donald Trump, presidenti di Brasile, Russia e Stati Uniti, hanno affrontato la pandemia con il piglio macho, grintoso, anche un po’ spocchioso e da “uomo del fare” che li contraddistingue da sempre. L’appartenenza politica c’entra sino a un certo punto: se il primo è decisamente di destra, Putin è un ex ufficiale del vecchio Kgb sovietico (e in Russia è onestamente difficile parlare di destra al governo) e Trump... è americano, che è uno dei pochi Paesi al mondo dove la distinzione destra/sinistra davvero ha poco significato. Insomma, è probabilmente una questione del loro carattere. È il loro “personaggio”.


Il dramma del Brasile: 150mila casi o 2 milioni di casi?
Il Brasile di Bolsonaro è quello che ha meno contagi di tutti e tre, ma in realtà è quello che sta peggio di tutti e tre: è quello economicamente più debole, sta andando verso l’inverno (una stagione che renderebbe il virus più aggressivo e pure meno identificabile) e soprattutto i casi censiti e dichiarati dal governo sono meno di quelli reali. Dieci o dodici volte meno.

Fra metà aprile e inizio maggio ne hanno scritto in tantissimi, da un lato e dall’altro dell’Atlantico: secondo l’agenzia di stampa Reuters, quelli veri sarebbero circa 12 volte quelli dichiarati; secondo la Folha de Sao Paulo, in alcune zone del Paese la stima sarebbe addirittura di 1 caso identificato ogni 30. Facendo un calcolo conservativo, i contagiati da coronavirus in Brasile non sarebbero dunque circa 150mila, ma circa 2 milioni.

No, non sono voci messe in giro dai «soliti giornalisti che remano contro» o «attaccano il presidente»: che queste cifre siano realistiche lo si capisce anche dal fatto che la stessa Organizzazione mondiale della Sanità ha ribadito più volte che il Brasile, come alcuni Stati dell’Africa, ha una cronica mancanza di strutture e materiali per effettuare i test. E pure da altre cifre, come quelle sulla mortalità da “grave sindrome respiratoria” (in inglese si dice Sars, che poi è quello che è la Covid-19): nei primi 4 mesi del 2020, per questa patologia sono state ricoverate 72mila persone, contro le 13.500 dello stesso periodo del 2019. È un incremento del 430%: «Se riuscissimo a testarle tutte, è probabile che troveremmo che la maggior parte di loro ha il coronavirus», ha detto la pneumologa Patricia Canto alla Folha.

Un esempio concreto: nella zona di Manaus, nel cuore dell’Amazzonia, una delle regioni più colpite, nell’ultima settimana di aprile oltre 260 persone sono morte “per cause indeterminate”, poco meno di 80 per Covid-19 (7 per “sospetta Covid”) e quasi 400 per la già citata “grave sindrome respiratoria”; l’anno scorso, nella stessa regione, i morti per questa patologia erano stati 89. In tutto l’anno scorso.

E Bolsonaro? Oltre alla storia della «gripezinha», si è detto pronto a invitare a casa sua 1300 persone per una gigantesca grigliata, non indossa la mascherina, stringe mani, bacia e abbraccia i bambini, litiga con i suoi consulenti in materia sanitaria e con i governatori locali (esattamente come Trump negli Stati Uniti), risponde in modo sprezzante ai giornalisti che gli chiedono conto della situazione («che cosa volete che faccia?», ha domandato provocatoriamente ai cronisti il 20 aprile scorso), raccomanda di «affrontare il virus come veri uomini, non come mocciosi». E si rifiuta di rivelare l’esito del tampone cui un tribunale gli ha imposto di sottoporsi. Tiene fede al suo personaggio, insomma.


La Russia, Putin e la strategia dell’assenza
Dall’altra parte del mondo, in Russia, le cose non vanno molto meglio: ufficialmente, i casi di contagio da coronavirus sono poco più di 200mila e le vittime poco meno di 2mila, però i malati crescono vertiginosamente, anche di 10-12mila ogni giorno. Di nuovo: le cifre ufficiali nasconderebbero la verità. Di nuovo: non sono solo i giornalisti “rompiscatole” a raccontarlo, ma pure Sergei Sobyanin, sindaco di Mosca (dove si trova più della metà dei contagiati), secondo cui i casi in tutto il Paese sarebbero «più del triplo».

Nella prima settimana di maggio, insomma, la Russia è diventata il nuovo, enorme focolaio della malattia nel Vecchio Continente e anche se il governo (come altri governi in altre parti del mondo) si è difeso dicendo che «abbiamo tanti casi perché facciamo tanti tamponi», la situazione pare tutt’altro che rosea.

In tutto questo, il presidente Putin, che come i colleghi Bolsonaro e Trump era apparso inizialmente spavaldo, ha alla fine scelto di sparire, di non parlare o parlare pochissimo, di delegare il più possibile ai suoi sottoposti. Una decisione curiosa, per un politico che ha fatto del culto della personalità uno dei suoi tratti distintivi, per uno cui piace farsi fotografare a torso nudo e con i muscoli in mostra o mentre va a caccia di tigri. Ma una decisione presa non a caso: Putin sa che affrontare l’emergenza coronavirus, e farlo per bene, è probabilmente al di là delle sue forze. Al di là delle forze di chiunque, in un Paese come la Russia, che è il più vasto al mondo e si estende per oltre 17 milioni di chilometri quadrati e dove l’accesso alle cure, già difficile nelle zone più densamente popolate, è pressoché un miraggio in quelle rurali e più lontane dalle grandi città.

Putin ha anche un altro problema: prima che la pandemia colpisse, era pronto a chiamare i russi al voto per un’ampia riforma costituzionale che gli permettesse di restare al potere per altri 10-15 anni, più o meno sino al 2036 (è presidente dal 2012, dopo essere stato due volte primo ministro); con la sua popolarità che sta comprensibilmente andando a picco, vuole evitare il più possibile che il suo nome venga associato al coronavirus, alla Covid-19, ai morti, ai contagi. Che siano 200mila o 600mila.

L’America, il primo Paese con 1 milione di casi
Stando ai dati ufficiali, gli Stati Uniti sono di gran lunga il Paese più colpito dal coronavirus: oltre 1,3 milioni di casi (su 4 milioni nel mondo) e quasi 80mila vittime (su un totale di 280mila) alla fine della prima settimana di maggio, circa 2 mesi dopo la scoperta dei primi focolai nella zona di Seattle.

Non era difficile immaginare che sarebbe successo: sul sito del Secolo XIX lo scrivemmo il 29 febbraio, ricordando che negli Usa ci sono oltre 27 milioni di persone praticamente senza accesso (se non pagando) alle cure mediche, immaginando che molta parte di loro, se colpiti dalla Covid-19, non si sarebbe fatta visitare e non avrebbe dato l’allarme, facendo crescere esponenzialmente il contagio. Cosa che alla fine è effettivamente accaduta.

A questa situazione già di per sé esplosiva si è aggiunto l’atteggiamento del presidente Trump, con dichiarazioni rassicuranti e baldanzose come «è tutto sotto controllo, andrà benissimo» (era il 22 gennaio), o anche «vedremo come andrà ad aprile, con l’arrivo del caldo» (19 febbraio), «stiamo facendo un gran bel lavoro, i casi scenderanno a zero» (26 febbraio) e «stiamo tutti calmi, questa cosa se ne andrà» (10 marzo), sino alle più recenti sull’uso dei disinfettanti e sui benefici della luce solare (video) e sul fatto che «il virus andrà via anche senza vaccino».

In mezzo a tutto questo, le accuse alla Cina (quasi sempre con successiva marcia indietro, video), le uscite senza mascherina, lo scontro con i governatori Democratici e il sostegno a quelli Repubblicani sulla fine di quarantena e lockdown, le liti continue con gli esperti da lui stesso nominati nella taskforce anti-coronavirus della Casa Bianca, a incominciare dal virologo Anthony Fauci. E ovviamente con i giornali che lo accusano.

Il problema è che Trump ha un problema simile a quello di Putin: fra poco lo aspettano le urne, perché a novembre gli americani andranno a votare per le elezioni presidenziali, ed è ovviamente preoccupato che fra qualche mese la gestione dell’emergenza posso essere usata contro di lui. A meno che quella che prima era «solo un’influenza» non lo convinca a rimandare questo appuntamento a momenti migliori. Per l’America, ma soprattutto per lui…



Jair Messias Bolsonaro sta bene : Ho preso l'idrossiclorochina e mi sento benissimo
Buon pomeriggio a tutti
7 luglio 2020
https://www.facebook.com/jairmessias.bo ... 191608243/

Jair Messias Bolsonaro

- Tutte le misure di isolamento adottate da governatori e sindaci sono sempre state volte a rallentare il contagio mentre gli ospedali si preparavano a ricevere respiratori e letti UTIS.

- Il nostro governo ha risposto a tutti con risorse e mezzi necessari. Inoltre creiamo i mezzi per preservare posti di lavoro e aiutiamo con 5 rate di 600,00 R$ un universo di 60 milioni di informali /" invisibili."

Nessun paese al mondo ha fatto come il Brasile. Conserviamo vite e posti di lavoro senza diffondere il panico, che porta anche depressione e morti. Ho sempre detto che la lotta contro il virus non può avere effetti collaterali peggio del virus stesso.

- A coloro che tifano contro l'idrossiclorochina, ma non presentano alternative, mi dispiace informarvi che sto bene con il suo uso e, con la grazia di Dio, vivrò ancora a lungo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 3:03 pm

Bolsonaro, il Brasile e il coronavirus
viewtopic.php?f=208&t=2908
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 7:14 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » gio lug 09, 2020 7:14 pm

Le demenzialità contro gli USA e contro Trump


Trump dice bene:

Coronavirus, Trump: nostro tasso di mortalità il più basso al mondo
06 luglio 2020

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 471f3.html

Il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha difeso oggi la sua gestione del contrasto alla pandemia Covid-19, sostenendo in una raffica di tweet che "il Tasso di Mortalità per il Virus cinese negli Usa è all'incirca IL PIU' BASSO AL MONDO!"

Proprio oggi i decessi con Covid-19 hanno superato quota 130 mila: gli Stati uniti sono il paese con più morti al mondo collegati alla pandemia.

Trump ha anche affermato che "le morti negli Usa sono in discesa, un calo di dieci volte dal picco pandemico (e, la nostra economia sta tornando in forza!)" Il merito di questo calo - secondo Trump - è della controversa cura con l'idrossiclorochina, il farmaco da tempo utilizzato nelle malattie reumatiche, sulla cui efficacia il mondo scientifico è diviso.

"Il trattamento con l'idrossiclorochina taglia il tasso di mortalità significativamente nei pazienti ricoverati con Covid-19 e senza effetti collaterali cardiaci, in base a uno studio dell'Henry Ford Health System", ha twittato Trump, citando questo studio. "In un'analisi su ampia scala retrospettiva...di 2.541 pazienti ricoverati tra il 10 marzo e il 2 maggio 2002 in un sistema di sei ospedali. Lo studio ha scoperto che solo il 13% di quelli curati con idrossiclorochina è morto, comparato al 26,4% di quelli non trattati con idrossiclorochina", ha scritto il presidente americano.

Trump, inoltre, ha scritto che "le morti per il virus cinese sono calati del 39%, mentre il nostro grande programma di test continua, ed è alla guida in tutto il mondo DI GRAN LUNGA!" Ha inoltre attaccato l'informazione.




La realtà dei fatti e dei numeri della pandemia del coronavirus:

USA
Confermati 2,99 Mln., guarigioni 901.000, decessi 132.000, mortalità il 4,41% circa sul numero dei contagiati accertati
Mondo
Confermati 11,6 Mln., guarigioni 6,27 Mln., decessi 537.000, mortalità il 4,6% circa
Italia
Confermati 242.000, guarigioni 192.000, decessi 34.869, mortalità il 14,4% circa
Brasile
Confermati 1,63 Mln., guarigioni 979.000, decessi 65.556, mortalità il 4,0% circa
Gran Bretagna
Confermati 286.000, guarigioni ?, decessi 44.236, mortalità il 15,46% circa


Quello che gli USA hanno di più alto è il numero dei contagiati accertati, dovuto al fatto che negli USA non sono state intraprese tutte le misure di restrizione delle persone per il contenimento della diffusione del contagio rispetto all'Italia, all'Europa e a taluni paesi dell'Asia come il Giappone e la Corea del Sud.

Anche il Brasile ha un alto numero di contagiati ed è una democrazia federale con un alto numero di abitanti, un basso PIL e molte aree di miseria economica, dove è difficile imporre restrizioni per il contenimento dei contagi, però in compenso ha una bassa mortalità.

Potremmo chiederci se in Italia non fossero state prese tutte queste misure restrittive per il contenimento dei contagi, quanti sarebbero gli infetti e i morti?



Donald Trump ritira gli Usa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità
07.07.2020

https://it.sputniknews.com/politica/202 ... la-sanita/


https://it.sputniknews.com/politica/202 ... la-sanita/

A marzo Trump ha affermato che gli Stati Uniti avrebbero tagliato tutti i legami con l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per quello che secondo lui è stata una cattiva gestione della pandemia da coronavirus e per il presunto accordo con la Cina per fuorviare il mondo sulla diffusione del virus.

Il presidente degli Stati Uniti Trump ha ritirato ufficialmente il Paese dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo il senatore Bob Menendez.

Secondo una risoluzione del Congresso del 1948, gli Stati Uniti possono uscire dall'Oms con un preavviso di un anno, a condizione che i loro obblighi finanziari siano pienamente rispettati per l'anno fiscale corrente dell'organizzazione.

"Il Congresso ha ricevuto la notifica che il presidente ha ritirato ufficialmente gli Stati Uniti dall'Oms nel pieno della pandemia. Chiamare la risposta di Trump al COVID caotica e incoerente non gli rende giustizia. Ciò non proteggerà le vite o gli interessi americani: lascia gli americani malati e l'America da sola," il tweet polemico del senatore democratico.

Intanto si è saputo che gli Stati Uniti hanno notificato al segretario generale delle Nazioni Unite il ritiro dall'OMS e la decisione entrerà in vigore il 6 luglio 2021. Lo ha riferito l'ufficio del segretario generale ONU.

A marzo Trump ha affermato che gli Stati Uniti avrebbero tagliato tutti i legami con l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per quello che secondo lui è stata una cattiva gestione della pandemia da coronavirus e per il presunto accordo con la Cina per fuorviare il mondo sulla diffusione del virus.



Cina e virus. Le responsabilità della Cina e della sua dittatura capital-comunista
viewtopic.php?f=162&t=2905

Cina, le responsabilità della Cina e della sua dittatura capital-comunista in questa pandemia mondiale che sta facendo morti e danni come una guerra mondiale.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... e=3&theate



Virus, virologa di Hong Kong: «La Cina ha insabbiato le ricerche sul Covid. A Pechino mi avrebbero imprigionato»
11 luglio 2020

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 40934.html

La dottoressa Li-Meng Yan dalla Cina è stata costretta a fuggire negli Stati Uniti. E ora getta un'ombra sulla gestione dell'emergenza coronavirus in Cina. «Se ne avessi parlato in Cina, mi avrebbero imprigionato o forse peggio. Sono venuta qui per raccontare la verità su come il Covid-19 è riuscito a espandersi nel mondo. Il 31 dicembre, dopo aver identificato un virus simile alla Sars a Wuhan, mi è stato chiesto di effettuare delle ricerche in segreto. Un mio amico che lavora al Cdc mi disse di aver individuato sintomi simili in altre persone, anche se il governo cinese aveva escluso la trasmissione tra esseri umani», dice la dottoressa, intervistata Fox News.

E ancora. «Mio marito lavorava con me nel laboratorio. Quando gli ho chiesto di seguirmi, non ne ha voluto sapere. Era spaventato dalle ritorsioni del governo: diceva che ci avrebbero ucciso per colpa mia". All'arrivo a Los Angeles, la donna è stata interrogata e dopo aver spiegato i motivi del suo viaggio, ha chiesto protezione ai
servizi segreti americani».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » sab lug 11, 2020 7:12 am

La pandemia colpisce gli scettici e i sovranisti...
Marcello Veneziani
10 luglio 2020

http://www.marcelloveneziani.com/artico ... ovranisti/

Hanno trasformato la pandemia in pantomima. Una tragedia mutata in pagliacciata globale. Dunque, lo schema della fiaba con intenti moralistici e punitivi è il seguente. La pandemia nata in Cina, cresciuta in Asia, infuria nel mondo ma ci sono tre nazioni carogne guidate da tre canaglie che sono paladini, impresari e veicoli della pandemia. I tre porcellini in questione si chiamano Donald Trump, Boris Johnson e Jair Bolsonaro e guarda caso sono tutti “sovranisti”, conservatori o nazional-populisti. Una mezza scomunica arriva pure all’India dove c’è un mezzo nazionalista, Narendra Modi. E una velenosa maledizione scende sulla Russia del Maledetto Zarista-sovranista Vladmir Putin. Il Covid ha una sua morale progressista, secondo i media, punisce chi dubita della sua virulenza ed è sovranista. Fa eccezione la Svezia dove un governo socialdemocratico ha usato la linea aperta sul Covid ma per questi non vale la punizione divina né l’allarme sui dati.

Sugli altri paesi si dice poco e niente, le stragi del covid in Africa, in Asia o nei Caraibi vengono dimenticate, i contagi tra i migranti passano in sordina, e comunque mai col tono usato per i Tre Porcellini, che è riassunto nell’espressione “ben ti sta”, “te lo sei cercato”. Se Johnson o Bolsonaro risultano positivi al virus è un peana euforico degli umanitari, un inno progressista al Covid, un’ola di liberazione che fa il tifo per la Bestia, che in questo caso è il virus, anche se per loro la Vera bestia è la sua vittima sovranità È inutile dire che la traduzione dei Tre Porcellini in Italia è Prosciutto & Meloni, ove per Prosciutto s’intende Salvini-Suini e per Meloni s’intende Giorgia regina de’ Coatti. Avvertenza d’obbligo, anche se più volte espressa: nessuna simpatia per Trump e Bolsonaro (un po’ per Johnson), antipatia per i loro nemici e competitori.

Ogni giorno, a partire da quella cloaca grillo-contina che è il tg1 lo schema è sempre lo stesso: i Buoni sono la Cina e la Contea d’Italia da cui arrivano notizie radiose e profilassi efficaci mentre i cattivi sono gli Usa, il Brasile, la Russia, ecc. da cui arrivano sempre notizie sinistre condite da errori colossali dei leader. L’impressione che lasciano ai cittadini italiani è che quei paesi stiano toccando vertici pazzeschi di contagio e di vittime e siano esposti al male per una scelta ideologica folle prima che sanitaria: sono stati liberisti con il virus, hanno lasciato proseguire l’economia, hanno lasciato a piede libero le popolazioni, dunque vanno puniti e intubati.

Allora vorrei fare una piccola riflessione che non è un pensiero profondo ma un calcolo elementare e banale di quelli che si fanno sui libri delle scuole elementari. Dunque, prendiamo la tabella delle vittime e paragoniamo. Il Brasile che dai nostri media sembra il paese più devastato, ha attualmente 66mila morti. La popolazione brasiliana è composta di 209 milioni di persone, cioè tre volte e mezzo circa l’Italia. In Italia sono morte circa 36mila persone su 60 milioni: la percentuale di vittime da noi è decisamente più alta, almeno finora. Ma la nostra percentuale è più alta persino degli Stati Uniti, se si considera che gli Usa hanno una popolazione cinque volte superiore all’Italia e hanno 130mila morti. In percentuale, l’Italia ha lo 0,60, gli Usa lo 0,43, il Brasile lo 0,33 di deceduti rispetto alle popolazioni. Ancora: la malefica, devastata Russia ha “solo” 11 mila morti su una popolazione di 150milioni. Nell’India sotto Covid i morti sono 15mila su un miliardo e quattrocento milioni d’abitanti…

Facile e giusta l’obiezione: ci sono paesi in cui i morti non si contano, almeno non in relazione al Covid. Certo, vale per il Brasile come per la Russia e l’India, ma come per la Cina, che dichiara un numero di morti inattendibile rispetto alla realtà, e Cuba e tanti altri paesi del Terzo Mondo, per non dire dell’Africa. Dai dati ufficiali risulta che il nostro Paese è stato tra i più colpiti al mondo, nonostante il lockdown e le vanterie governative. E ha, non mi stancherò di ripeterlo, una percentuale altissima di deceduti nel rapporto tra contagiati e morti. Nel mondo, tuttora, siamo con gli inglesi ai vertici della classifica. Dipenderà dai tamponi praticati, o come dicono alcuni ridicoli fintopatrioti, dipende dal fatto che noi abbiamo dichiarato i dati veri, perché noi siamo notoriamente onesti, universalmente noti come i più onesti al mondo, mentre tutti gli altri no… A parte che non è vero, anche da noi sia i contagiati che le vittime in Lombardia erano in realtà molte di più; non c’è dunque una spiegazione razionale, o almeno ragionevole, alla tesi che nelle classifiche mondiali di contagiati e deceduti noi soli avremmo dato i numeri veri e perciò risultiamo quelli dove ci sono più morti in relazione al numero dei contagiati.

Tutto questo non ci porta a capovolgere la pantomima dei media ma a ripristinare perlomeno la verità: non possiamo reputarci meno colpiti dei brasiliani, degli statunitensi, dei russi, degli indiani e di chi volete voi. Siamo nelle stesse condizioni, anche se in tempi diversi e nonostante le profilassi diverse.

Sul piano delle responsabilità bisogna certo rimarcare i ritardi, le sottovalutazioni, gli errori, e poi i falsi ottimisti, perniciosi quanto i catastrofisti e i terroristi sanitari. Ma evitiamo per favore di dare una lettura politica, ideologica o addirittura elettorale (vedi Trump) alla pandemia. Altrimenti stabiliamo pure un nesso tra il Covid è le repressioni cinesi a Hong Kong (su cui tacciono tutti in Italia, e il ministro degli esteri Di Maio evidentemente crede che la Cina stia combattendo eroicamente contro King Kong).

Non dimentichiamo che i paesi in questione sono stati i destinatari incolpevoli del virus e il mittente colposo, almeno così possiamo chiamarlo, è la Repubblica Popolare Cinese; e se non vogliamo tirare ancora in ballo la questione dei laboratori e dei ritardi e omertà nel dare notizia del virus, dobbiamo almeno dire che le abitudini alimentari cinesi sono ancora pericolosamente incuranti dei rischi provenienti da alcune carni e alcuni animali. Perché se tutto si riduce alla fatua, manichea, puerile distinzione politica allora dite pure che i sovranisti sono stati attaccati dal morbo ma aggiungete che a veicolarlo nel mondo è stato la Cina comunista, che sta usando tutte le armi, dal virus al 5G, per conquistare l’egemonia planetaria. Agli idioti in malafede si parla nel loro lessico e si usano le loro stesse equazioni.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Covid-19

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron