Ira Zaia: «Tornati a rischio elevato Lunedì ordinanza»3 luglio 2020
https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8150106 Torna l'incubo coronavirus in Veneto dopo il focolaio scoppiato nel Vicentino che ha portato a 5 nuovi casi di positività e a quasi un centinaio di persone in isolamento. Il governatore Luca Zaia è apparso molto preoccupato, ma anche molto arrabbiato quando ha letto il report che ha ricostruito la genesi del focolaio vicentino. E ha annunciato una nuova ordinanza per lunedì.
COME TEMEVO TORNATI A RISCHIO ELEVATO
«Siamo passati dal rischio basso al rischio elevato. Abbiamo un Rt dell’1,63%, prima era 0.43%. Non so a chi fare i complimenti. Avrei scritto elevatissimo perché, se continuiamo ad andare in giro senza l’uso della mascherina negli assembramenti e continuiamo a pensare che i complottisti abbiano ragione e il virus sia un’invenzione, è inevitabile. Prendiamo atto che abbiamo una categoria di irresponsabili che stanno infarcendo i social media di informazioni che faranno morire delle persone.Io non voglio terrorizzare nessuno, ma oggi dico che se continuiamo di questo passo non fatemi più la domanda se il virus torna ad ottobre, perché lo abbiamo già qui».
IL FOCOLAIO VICENTINO
«Abbiamo cinque positivi: 3 a Vicenza, 1 a Padova, 1 a Verona. Questi casi hanno dato vita a 52 isolamenti fiduciari a Vicenza e a 37 isolamenti a Verona».
Zaia ha quindi ricostruito la storia del focolaio vicentino sottolineando i comportamenti dei vari soggetti positivi (QUI LA RELAZIONE COMPLETA).
Il "paziente zero" rientrato da una trasferta di lavoro in Serbia il 25 giugno, ha iniziato ad avere sintomi lo stesso giorno, avendo «diversi contatti lavorativi ed extralavorativi, tra cui una festa privata e un funerale» il 26 e il 27. «Il 28 giugno - spiega Zaia - è andato al pronto soccorso, effettuando il tampone e risultando positivo, ma rifiutando il ricovero. Se uno è padrone della sua vita, non deve però poter mettere a repentaglio quella degli altri. Il ricovero, se metti a repentaglio la vita degli altri deve essere coatto, ma il Parlamento ci deve dare gli strumenti adeguati». Ricoverato, dopo molta insistenza, anche del sindaco, il 1° luglio, attualmente è in rianimazione ed è pure emerso che il 30 giugno pur sapendo di essere ammalato ha visto altre persone.
Il secondo caso di positività è emerso il 30 giugno, «dopo almeno 6 giorni asintomatici», per uno degli altri occupanti dell’auto andata in Serbia, e terzo e quarto il 1° luglio, nel secondo caso per un occupante dell’auto non dichiarato. L’ultimo caso, presso l’Ulss 6 Euganea, riguarda una paziente che si è presentata al Pronto soccorso di Schiavonia il 29 giugno, dichiarando di aver avuto contatti con il "paziente zero". «In questo caso - ha rilevato Zaia - l’indagine è risultata difficoltosa per la negazione di alcuni dati, come lavoro e contatti».
«Evito di continuare - ha concluso Zaia - perché altrimenti mi incazzo del tutto. Sapevano che una persona incontrata in Serbia era poi risultata positiva, un sintomatico ha rifiutato il ricovero e poi ha partecipato a feste, la signora non ha detto le cose: così non ne veniamo fuori. E mi chiedo se abbia senso aver buttato via quattro mesi della nostra vita per ritrovare complottisti e liberisti». «Per colpa di pochi irresponsabili ora pagheranno tutti», ha concluso.
LUNEDÌ ORDINANZA PER INASPRIRE LE REGOLE
«Lunedì presentiamo un’ordinanza per inasprire le regole. Abbiamo le armi spuntate, fosse per me prevederei la carcerazione. Non esiste che un positivo vada in giro. Penso che sia fondamentale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier. Qui siamo davanti a persone che sapevano che qualcuno era positivo, di un altro che rifiuta di farsi ricoverare finché non vanno a prenderlo a casa e nel frattempo vanno a feste e funerali. Poi c’è una signora che dice di avere avuto il Covid dal caso zero ma non dice quali sono i contatti. Ripeto, per me casi così meriterebbero la carcerazione. Come non può essere che sia il paziente a decidere, se rifiuta il ricovero deve esserci la possibilità di sottoporlo a trattamento sanitario obbligatorio. E poi bisogna essere severissimi anche sugli isolamenti fiduciari. Ho detto ai direttori sanitari, se ci sono gli elementi, di presentare denuncia».
SPOT COMUNI CALABRESI, UN BOOMERANG PER LORO
«So che hanno ripulito lo spot dicendo solo che le spiagge sono belle, non sono frequentatissime e quindi sono abbastanza libere». Lo ha detto Zaia in merito allo spot di promozione della Riviera dei Gelsomini, nella Locride, in provincia di Reggio Calabria, che ha sollevato polemiche. «Non ho sentito nessuno», ha aggiunto rispondendo a chi chiedeva se avesse sentito il presidente della Regione. «Mi hanno invitato in Calabria, se avrò tempo ci andrò prima o poi. Non è stata una bella storia e, secondo me, il danno più grosso lo hanno fatto alla Calabria. Ho visto i commenti e i calabresi sono arrabbiati, quindi è stato un boomerang».
Vicenza, torna dall’estero e scoppia un nuovo focolaio: 4 positivi e 30 in isolamento2 luglio 2020
https://corrieredelveneto.corriere.it/v ... 94d3.shtmlPOJANA MAGGIORE (VICENZA) Quattro positivi legati a una singola azienda, trenta persone in quarantena a casa. È una situazione rischiosa, una conferma che il Coronavirus non è scomparso, quella che si è creata a Pojana Maggiore, nel Vicentino, relativamente all’industria Laserjet Srl, carpenteria meccanica da alcuni giorni oggetto di stretta attenzione da parte degli specialisti della Usl 8 Berica. Il contagio che ha portato al piccolo focolaio sembra partito da una figura con un ruolo dirigenziale all’interno della società, e che pur non in gravi condizioni è attualmente ricoverata all’ospedale San Bortolo di Vicenza per problemi respiratori. «L’amministrazione si muove in collaborazione e secondo le indicazioni dell’azienda sanitaria, lo stato di attenzione in materia di Coronavirus è sempre presente» avverte il sindaco di Pojana Paola Fortuna. «Al momento non abbiamo segnalazioni circa persone residenti nel nostro Comune colpite dal virus: i contagiati evidentemente risiedono altrove».
Usl in campo
Dall’Usl 8 Berica confermano che nei giorni scorsi il servizio Igiene e Sanità pubblica si è interessato del caso, e che si attende l’esito dei tamponi su tutti i contatti stretti di chi è già stato trovato positivo. La Laserjet è un’importante realtà industriale della zona, diretta dagli imprenditori Ivo e Lino Fraron: nel paese del Basso Vicentino copre un’area di circa 42mila metri quadri e offre lavoro a 170 dipendenti. Nei giorni scorsi il dirigente è rientrato da un viaggio all’estero durato alcuni giorni. La persona, secondo quanto hanno ricostruito gli uffici sanitari, non era a conoscenza di aver contratto il virus ed è entrata in contatto non solo con colleghi e collaboratori della ditta ma anche con amici e conoscenti in eventi semi-pubblici. All’improvviso sono subentrati alcuni sintomi respiratori tipici del Covid-19: gli esami e il tampone hanno rapidamente confermato le preoccupazioni ed è partita, da parte dell’Usl 8, la ricerca di tutte le persone che avevano avuto contatti più o meno stretti con il paziente. Fino a questo momento sono stati verificati altri tre casi di positività, di cui almeno uno relativo a un altro dipendente dell’azienda. I contagiati stanno tutti bene, senza sintomi. In parallelo circa trenta persone (di cui una parte importante è composta da personale della Laserjet) sono state mandate a casa, in osservanza del periodo di isolamento previsto. L’azienda sanitaria fa sapere che effettuerà il tampone su tutti i contatti stretti dei quattro positivi.
Il focolaio di Feltre
Il caso vicentino segue a una vicenda simile che nei giorni scorsi si è verificata in un market Eurobrico di Feltre, in provincia di Belluno. Qui il contagio sarebbe partito da due colleghi di lavoro operativi nell’emporio del bricolage. Anche a Feltre, come a Pojana Maggiore, è scattato il «contact tracing», la ricostruzione a ritroso di tutte le persone entrate in contatto negli ultimi giorni con i contagiati. È stato eseguito il tampone faringeo a venticinque persone, colleghi o comunque individui legati all’attività del negozio, e nel complesso sono stati trovati altri tre casi positivi. Nel Vicentino l’epidemia ha visto, dall’inizio dell’epidemia ad oggi, 2.867 persone contagiate, con 352 decessi, 2461 negativizzati e 54 pazienti ancora positivi. In fatto di Covid, tuttavia, dalle aziende sanitarie della provincia arrivano anche notizie positive. All’ospedale San Bortolo di Vicenza proprio ieri il reparto di Geriatria è stato dichiarato «Covid free», con le dimissioni dell’ultimo paziente e un momento di gioia condivisa da parte dello staff sanitario.
Zaia: «Interventi immediati»
«Sono stato informato immediatamente dal Dipartimento Prevenzione del focolaio di Covid di Vicenza e sto seguendo nei minimi dettagli la questione». Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a proposito del focolaio di Coronavirus scoperto ieri nella città. Nel mentre, spiega il governatore, «si sta provvedendo a fare la contabilità dei positivi, per fortuna pochi, e ad un massiccio piano di isolamento fiduciario di tutte le persone venute a contatto con i positivi». Zaia aggiunge che domani, nel corso della conferenza stampa già prevista alle 12.30 nella sede della Protezione Civile a Marghera, renderà noti «tutti gli sviluppi della situazione e l’esatta contabilità degli isolamenti».
Ira Zaia: «Tornati a rischio elevato Lunedì ordinanza»3 luglio 2020
https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8150106 Torna l'incubo coronavirus in Veneto dopo il focolaio scoppiato nel Vicentino che ha portato a 5 nuovi casi di positività e a quasi un centinaio di persone in isolamento. Il governatore Luca Zaia è apparso molto preoccupato, ma anche molto arrabbiato quando ha letto il report che ha ricostruito la genesi del focolaio vicentino. E ha annunciato una nuova ordinanza per lunedì.
COME TEMEVO TORNATI A RISCHIO ELEVATO
«Siamo passati dal rischio basso al rischio elevato. Abbiamo un Rt dell’1,63%, prima era 0.43%. Non so a chi fare i complimenti. Avrei scritto elevatissimo perché, se continuiamo ad andare in giro senza l’uso della mascherina negli assembramenti e continuiamo a pensare che i complottisti abbiano ragione e il virus sia un’invenzione, è inevitabile. Prendiamo atto che abbiamo una categoria di irresponsabili che stanno infarcendo i social media di informazioni che faranno morire delle persone.Io non voglio terrorizzare nessuno, ma oggi dico che se continuiamo di questo passo non fatemi più la domanda se il virus torna ad ottobre, perché lo abbiamo già qui».
IL FOCOLAIO VICENTINO
«Abbiamo cinque positivi: 3 a Vicenza, 1 a Padova, 1 a Verona. Questi casi hanno dato vita a 52 isolamenti fiduciari a Vicenza e a 37 isolamenti a Verona».
Zaia ha quindi ricostruito la storia del focolaio vicentino sottolineando i comportamenti dei vari soggetti positivi (QUI LA RELAZIONE COMPLETA).
Il "paziente zero" rientrato da una trasferta di lavoro in Serbia il 25 giugno, ha iniziato ad avere sintomi lo stesso giorno, avendo «diversi contatti lavorativi ed extralavorativi, tra cui una festa privata e un funerale» il 26 e il 27. «Il 28 giugno - spiega Zaia - è andato al pronto soccorso, effettuando il tampone e risultando positivo, ma rifiutando il ricovero. Se uno è padrone della sua vita, non deve però poter mettere a repentaglio quella degli altri. Il ricovero, se metti a repentaglio la vita degli altri deve essere coatto, ma il Parlamento ci deve dare gli strumenti adeguati». Ricoverato, dopo molta insistenza, anche del sindaco, il 1° luglio, attualmente è in rianimazione ed è pure emerso che il 30 giugno pur sapendo di essere ammalato ha visto altre persone.
Il secondo caso di positività è emerso il 30 giugno, «dopo almeno 6 giorni asintomatici», per uno degli altri occupanti dell’auto andata in Serbia, e terzo e quarto il 1° luglio, nel secondo caso per un occupante dell’auto non dichiarato. L’ultimo caso, presso l’Ulss 6 Euganea, riguarda una paziente che si è presentata al Pronto soccorso di Schiavonia il 29 giugno, dichiarando di aver avuto contatti con il "paziente zero". «In questo caso - ha rilevato Zaia - l’indagine è risultata difficoltosa per la negazione di alcuni dati, come lavoro e contatti».
«Evito di continuare - ha concluso Zaia - perché altrimenti mi incazzo del tutto. Sapevano che una persona incontrata in Serbia era poi risultata positiva, un sintomatico ha rifiutato il ricovero e poi ha partecipato a feste, la signora non ha detto le cose: così non ne veniamo fuori. E mi chiedo se abbia senso aver buttato via quattro mesi della nostra vita per ritrovare complottisti e liberisti». «Per colpa di pochi irresponsabili ora pagheranno tutti», ha concluso.
LUNEDÌ ORDINANZA PER INASPRIRE LE REGOLE
«Lunedì presentiamo un’ordinanza per inasprire le regole. Abbiamo le armi spuntate, fosse per me prevederei la carcerazione. Non esiste che un positivo vada in giro. Penso che sia fondamentale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier. Qui siamo davanti a persone che sapevano che qualcuno era positivo, di un altro che rifiuta di farsi ricoverare finché non vanno a prenderlo a casa e nel frattempo vanno a feste e funerali. Poi c’è una signora che dice di avere avuto il Covid dal caso zero ma non dice quali sono i contatti. Ripeto, per me casi così meriterebbero la carcerazione. Come non può essere che sia il paziente a decidere, se rifiuta il ricovero deve esserci la possibilità di sottoporlo a trattamento sanitario obbligatorio. E poi bisogna essere severissimi anche sugli isolamenti fiduciari. Ho detto ai direttori sanitari, se ci sono gli elementi, di presentare denuncia».
SPOT COMUNI CALABRESI, UN BOOMERANG PER LORO
«So che hanno ripulito lo spot dicendo solo che le spiagge sono belle, non sono frequentatissime e quindi sono abbastanza libere». Lo ha detto Zaia in merito allo spot di promozione della Riviera dei Gelsomini, nella Locride, in provincia di Reggio Calabria, che ha sollevato polemiche. «Non ho sentito nessuno», ha aggiunto rispondendo a chi chiedeva se avesse sentito il presidente della Regione. «Mi hanno invitato in Calabria, se avrò tempo ci andrò prima o poi. Non è stata una bella storia e, secondo me, il danno più grosso lo hanno fatto alla Calabria. Ho visto i commenti e i calabresi sono arrabbiati, quindi è stato un boomerang».
«Il paziente 0 è stato segnalato alla Procura»4 luglio 2020
https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8151425 La diretta di Luca Zaia. Con il governatore anche il direttore generale dell'Ulss 8 Giovanni Pavesi.
L'IMPRENDITORE VICENTINO SEGNALATO ALLA PROCURA
Il dg Pavesi ha annunciato che oggi sarà presentata una segnalazione alla Procura di Vicenza per valutare eventuali profili di colpevolezza da parte del "paziente 0", l'imprenditore vicentino di 65 anni che pur sapendo di essere positivo ha diffuso il contagio tra le province di Vicenza, Padova e Verona. «Spetterà poi alla Procura verificare se ci siano elementi di indagine e colpevolezza».
«Il paziente 0 ha avuto anche un atteggiamento molto supponente nei riguardi del personale sanitario, e questo noi non lo accettiamo - ha aggiunto Pavesi -: i nostri medici e infermieri sono esposti al pericolo, lavorano senza sosta».
I NUMERI DEL FOCOLAIO VICENTINO
Il dg Pavesi ha fatto il punto sul focolaio sviluppatosi nel Basso vicentino. L'imprenditore vicentino si trova attualmente ricoverato in terapia intensiva. In totale i casi di positività riscontrata sono 5. «Abbiamo preso l'elenco dei contatti stretti, anche se c'è stata reticenza nel fornirli. Li abbiamo tamponati tutti: 37 Verona, 28 Padova e 52 a Vicenza. I casi sono stati importati dall'estero».
IL VIAGGIO: IL RIENTRO DALLA SERBIA, POI A MEDJUGORJE GIÀ INFETTI
I quattro veneti che hanno viaggiato nella stessa auto al rientro dalla Serbia «non avevano
addosso la mascherina» hanno precisato Zaia e Pavesi. «Oggi la Serbia, Belgrado, - ha aggiunto Zaia - è entrata in lockdown». Poi Pavesi ha ricostruito le tappe del viaggio, spiegando che dopo essere tornati dalla Serbia, dove si erano recati per lavoro, hanno preso la macchina e sono andati in Bosnia, a Medjugorje, poi sono rientrati. «Uno di questi aveva sicuramente i sintomi del Covid», ha concluso Pavesi.
L'APPELLO PER CHI ERA ALLA CENA
Pavesi ha rivolto un nuovo appello a tutti coloro che erano alla festa di compleanno nel Vicentino alla quale ha partecipato il "paziente 0". Alla cena erano presenti più di 100 persone, ma «alle autorità sanitarie sono arrivati solo 20 nomi anche a causa della scarsa collaborazione del paziente». L'appello a tutti i partecipanti alla festa è quello di contattare l'Ulss per fare il tampone.
Il numero da contattare è il 3398742091: risponde il call center del Nucleo Operativo Covid-Sisp dell’Ulss 8 Berica, attivo tutti i giorni (anche sabato e domenica) dalle 9 alle 12.
MORTO IL SERBO "PAZIENTE 0"
«Il paziente serbo 0 che ha contagiato l’imprenditore vicentino sembra sia deceduto mercoledì». Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia sui nuovi casi in Veneto, generati da un imprenditore vicentino che si era recato in Serbia.
NUOVA ORDINANZA, NO RESTRIZIONI
«Vorrei fare alcune precisazioni sulle notizie di ieri che è stata un po' strumentalizzata. Si tratta di cinque nuovi casi si contagio, contagio avvenuto in Serbia. La situazione per noi non è cambiata, non è una ecatombe, siamo in una situazione di Covid-free per il Veneto. Lo capite anche voi che non è una questione di mancanza di tamponi, ma di un'auto arrivata dall'estero. Avendo dati bassissimi è normale che 5 casi facciano schizzare l'R/t. L'ordinanza di lunedì non prevede restrizioni o chiusure per i cittadini, ma degli aggiustamenti che ci permettano di essere più efficaci nel controllo di chi è positivo e non può andarsene in giro a piacimento».
TSO, HO PARLATO CON IL MINISTRO SPERANZA
«Ho parlato sia ieri che oggi con il ministro Speranza e anche lui riconosce che il tema del
trattamento sanitario va chiarito perché davanti a casi estremi occorre poter attuare il piano di sanità pubblica». Sulla questione del Tso, ha detto Zaia, «siamo davanti a un vulnus legislativo. Quando abbiamo un paziente sintomatico che non vuole andare in ospedale, in teoria bisognerebbe chiedere al sindaco del luogo di emettere il provvedimento per il Tso, una procedura che non finisce più. Questo è quello che ho detto».
SBAGLIATO TOGLIERE PENALE SU ISOLAMENTO FIDUCIARIO
«È stato sbagliato togliere la sanzione penale per chi viola l’isolamento fiduciario. Ricordo che le Regioni non hanno la facoltà di inventarsi sanzioni penali, ma mutuano quanto previsto dalle leggi nazionali, dai Dpcm».
Focolaio Vicenza, il figlio del manager della Laserjet: “Papà ha sbagliato”5 luglio 2020
https://www.fanpage.it/live/coronavirus ... -5-luglio/ "Ha ragione Zaia, non si può rischiare di contagiare altre persone", ha commentato al Corriere della Sera il figlio 40enne del manager della Laserjet di Pojana Maggiore, considerato il paziente zero del nuovo focolaio di Coronavirus scoppiato in Veneto. "Al suo comportamento non trovo alcuna giustificazione logica", ha aggiunto, ipotizzando "una leggerezza o una sottovalutazione del pericolo al quale stava andando incontro. E pensare che papà all’inizio era molto attento a ogni forma di prevenzione. Ad ogni modo ha sbagliato, e questo non si discute". L'imprenditore, infatti, dopo essere tornato dalla Serbia lo scorso 25 giugno con febbre alta e tosse, avrebbe partecipato ad un funerale e ad una festa di compleanno, stabilendo contatti con decine di amici e collaboratori. Avrebbe anche rifiutato il ricovero, prima di finire in terapia intensiva. Risultato: 5 persone positive e 89 in quarantena.
La ditta di Pojana «Nessun contatto con il contagiato»5 luglio 2020
https://www.ilgiornaledivicenza.it/terr ... -1.8152223 Molte le precauzioni per rispettare la privacy di un malato. Ma nello stesso tempo c'è la necessità di avvisare chi può aver incontrato Lino Fraron, contitolare col fratello Ivo dell'azienda Laserjet di Pojana, 170 dipendenti, che insieme ad altre quattro persone che hanno generato un nuovo focolaio in Veneto. L’imprenditore è attualmente ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Vicenza.
Così è la stessa ditta a fare chiarezza sulla home page del sito aziendale. «Le nostre aziende hanno sempre rispettato tutte le precauzioni e attuato i protocolli anti-Covid, in maniera attenta e dettagliata. Non esiste alcun pericolo a riguardo di ciò. Ci stiamo attivando per dare un ulteriore messaggio di sicurezza e di certezza che non esiste alcun pericolo ulteriore di contagio, in quanto le persone potenzialmente coinvolte sono tutte in isolamento».
La Laserjet, l’azienda vicentina di lavorazione dei metalli il cui titolare è risultato positivo al Covid, insieme ad altre quattro persone che hanno generato un nuovo focolaio in Veneto, affida ad una nota siglata dalla famiglia Fraron e dalla direzione aziendale e pubblicata nel sito dell’impresa di Pojana Maggiore, la propria posizione.
«Su quanto successo prima del giorno 28 giugno 2020, non abbiamo informazioni certe e per tale motivo preferiamo non dire niente. Possiamo invece confermare che è stata attestata la positività al Covid-19 di Lino nella giornata di domenica 28. Lino ha rifiutato il ricovero e seguendo le procedure sanitarie previste dal protocollo, è stato accompagnato in autoambulanza nella sua abitazione con tutte le attenzioni del caso per lui e per il personale sanitario coinvolto. Possiamo garantire che da domenica 28 a mercoledì 1 luglio (giorno del suo ricovero) Lino è rimasto in isolamento presso la sua abitazione. Confermiamo inoltre che durante quei giorni Lino ha avuto contatti con altre 3 persone, attualmente in isolamento; 2 delle quali hanno già il risultato del tampone fatto, che è negativo. Aspettiamo entro la giornata di lunedì l’ultimo esito del tampone dell’ultima persona che comunque resta in isolamento a domicilio».
La nota si chiude con la smentita «di ogni falsa notizia di coinvolgimento della famiglia al contagio del Covid-19 in quanto nessuno ha avuto contatti con Lino da svariate settimane, almeno».
Coronavirus, Luca Zaia sui focolai in Veneto: "Ecco le due colpe di Giuseppe Conte"Francesco Fredella
5 luglio 2020
https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... conte.html Un governatore "scomodo" per questo governo, poiché troppo popolare e forse troppo bravo. Si parla di Luca Zaia, finito nel mirino per i focolai in Veneto, in particolare quello nel vicentino originato dal viaggio di lavoro in Serbia del manager che ha poi rifiutato le cure. Insomma, qualcosa contro cui il Doge non poteva fare niente. Ma tant'è, le critiche sono piovute, eccome. E così, Zaia passa al contrattacco in un'intervista a La Stampa, in cui esordisce sottolineando come "oltre al virus c'è un vulnus legislativo. Chi scappa dalla quarantena o rifiuta il ricovero non paga più, o non abbastanza". Quindi, secondo Zaia, è anche colpa del governo per quel che è successo.
Dunque si passa a "galera o Tso", le richieste di Zaia contro chi sgarra. Non le sembra di esagerare? "No - risponde -. Dopo l'ultimo decreto chi scappa dalla quarantena non commette più un reato. Visto che non siamo tutti disciplinati come giapponesi e che aleggia sul Covid una certa aria complottista e negazionista, chiedo che il Governo si dia una mossa. Delle due, l'una: o l'isolamento fiduciario è una passeggiata o siamo seri e allora bisogna fare delle scelte forti". Giuseppe Conte ha sbagliato? "Sì. Ma è un errore facilmente rimediabile. E, già che c'è, il Governo dovrebbe risolvere pure un altro problema". Ossia? "L'imprenditore di Vicenza - rimarca Zaia - rientrava da un viaggio di lavoro in Serbia. Bisogna chiarire le regole per chi rientra dall'estero. Chi si sposta per lavoro non può restare nell'incertezza".
Insomma, l'attacco a Conte e al governo è a tutto tondo. Altro passaggio interessante, però, è quello relativo alla risposta data dal governatore quando gli dicono che con le sue dichiarazioni ha dato "l'impressione che il Veneto sia di nuovo in emergenza". Secca la replica di Zaia: "C'è chi ha gettato benzina sul fuoco. Lo scriva, per favore: in Veneto non è ripartita l'onda dei contagi e la situazione è sotto controllo. Attualmente ci sono 24 focoali: a inizio giugno erano 135. E gli ultimi casi, come quello nel Vicentino, sono di importazione", conclude il governatore.
Alfredo Totila, commento Il Giornale di VicenzaMi ricordo come in gennaio ad inizio pandemia, quando vi furono le prime avvisaglie in Cina, e la Lega con Zaia e Salvini chiedevano la quarantena e il tampone obbligatori per tutti coloro che arrivano dalla Cina, cinesi compresi, molti di coloro che oggi invocano l'arresto dell'imprenditore veneto tornato dalla Serbia e il TSO, allora gridavano allo scandalo razzista ed erano contrari alla quarentena coatta e al tampone obbligatorio.
E per questa mancata tempestiva quarantena e tamponatura obbligatoria, il virus fu lasciato demenzialmente libero di circolare nelle aree industriali del paese e libero di infettare con tutte le conseguenze mortali che vi sono state.
La stessa demenziale irrresponsabilità del regime criminale cinese che ha tenuto nascosto l'epidemia e ha lasciato che il virus si diffondesse nel Mondo facendo strage, demenziale e criminale irresponsabilità di cui dovrà rispondere e per cui dovrà pagare.