Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » sab lug 11, 2020 7:12 am

Coronavirus, positivo e sofferente si muove per 5 giorni in treno: la follia dell'ultimo untore
Luciano Moggi
09 luglio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... k.facebook

L'ultimo idiota del coronavirus, l'ultimo untore. Il caso, pazzesco, arriva da Roma. Un uomo era in isolamento fiduciario perché positivo al Covid-19, ma ha ugualmente deciso di salire su un treno per viaggiare per l'Emilia Romagna. E dopo aver passato qualche giorno a Rimini, al rientro a Roma alla Stazione Termini gli agenti della Polfer lo hanno notato: tossiva, stava male. E nel corso degli aggiornamenti si è scoperto che l'uomo era arrivato in Italia lo scorso 23 giugno con un volo da Dacca, Bangladesh. Era già stato sottoposto al tampone e, appunto, era positivo.

Ma c'è di più. Si scoperto che l'uomo negli ultimi cinque giorni ha viaggiato in treno tra Centro e Nord Italia, fregandosene della positività ed esponendo al contagio chissà quante persone. "Abbiamo attivato tutte le procedure previste dal protocollo sanitario - hanno spiegato i poliziotti che hanno avuto in carico la questione -, dopo aver soccorso il passeggero abbiamo allertato le autorità competenti. Ora stiamo ricostruendo gli spostamenti per il tracciamento. Un'operazione complessa perché l'uomo si è spostato più volte di regione in regione prima di rientrare a Roma".


In Bangladesh è boom di certificati falsi per imbarcarsi verso l'Europa
Alessandra Benignetti - Gio, 09/07/2020 - 11:24
4-5 minuti

Migliaia di certificati falsi che attestano la negatività al Covid-19 venduti per poche decine di euro: così i bengalesi riescono ad eludere i controlli per partire alla volta dell'Europa

Sono negativi i primi 270 tamponi effettuati sulla comunità bengalese della Capitale. Dopo l’appello delle autorità islamiche centinaia di persone si sono recate ai drive in per sottoporsi allo screening lanciato dalla Asl Roma 2.

"Non ci saranno problemi: stiamo lavorando con le autorità italiane per rintracciare i bengalesi sbarcati in Italia da inizio giugno", ha detto l’ambasciatore del Bangladesh in Italia, Abdus Sohban Sikder al Messaggero.

Ma è lo stesso quotidiano a lanciare l’allarme sulla situazione nel Paese del sud-est asiatico in cui decine di pazienti infetti riescono a lasciare le loro case grazie a falsi certificati che attestano la negatività al Covid-19. Un giro di corruzione che comprende ospedali, sindacati e imprenditori, denunciato da Mohammed Taifur Rahman Shah, presidente dell'associazione ItalBangla. Sempre al Messaggero il rappresentante della comunità bengalese ha spiegato come da quando l’epidemia ha iniziato a diffondersi nel Paese sia diventato estremamente semplice procurarsi un documento falso che certifichi il proprio stato di salute.

Il prezzo dell’attestato andrebbe dai 30 ai 50 euro e permette ai cittadini bengalesi di imbarcarsi sui voli diretti verso l’Europa. Per partire, infatti, è necessario sottoporsi ai test e dimostrare di non essere positivi al Covid. È per questo che l’affare viene proposto all’esterno degli ospedali, dove decine di persone si mettono in fila per fare i tamponi. Gli interessati, secondo la ricostruzione del quotidiano di via del Tritone, venivano condotti in una copisteria interna al General Hospital di Mugda, dove venivano sottratti i codici dei documenti originali grazie alla complicità di alcuni dipendenti e stampati i certificati falsi.

Non tutti, poi, sanno che si tratta di una truffa. C’è anche chi lo acquista in buona fede non solo per poter partire, ma anche per dimostrare di non essere positivo al virus. Alcune organizzazioni, infatti, avrebbero iniziato a guadagnare facendo test a domicilio a pagamento con la promessa di rilasciare un certificato di buona salute. Il caso sarebbe arrivato fino in Parlamento, con le forze speciali della polizia bengalese che hanno già effettuato arresti e sequestri. Secondo quanto si apprende dai media locali lunedì scorso in un blitz della polizia è stato scoperto un istituto sanitario che aveva consegnato migliaia di certificati senza fare i tamponi ai pazienti.

Persone che potrebbero essersi imbarcate anche sui voli diretti verso il nostro Paese. Per questo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha chiesto all’Europa nuove "rigorose misure cautelative"per contrastare "l'insorgenza di focolai di contagio da Covid-19, innescati da persone provenienti da paesi terzi". "Oggi più che mai serve una politica comune nella gestione dell'emergenza", ha scritto Speranza in una lettera indirizzata al commissario Ue alla Salute e alla Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, e a Jens Spahn, ministro della Salute della Germania, Paese che detiene la presidenza di turno dell’Ue.

Dopo lo stop ai voli dal Bangladesh deciso dal governo italiano, infatti, ieri sono stati costretti a tornare nel proprio Paese 125 passeggeri bengalesi che si trovavano a bordo di un velivolo proveniente dal Qatar. Gli altri 97 viaggiatori sono stati sottoposti ai test e sottoposti ad un periodo di isolamento domiciliare.



È inferno Covid in Bangladesh: "In 10mila pronti a fuggire in Italia"
Elena Barlozzari Alessandra Benignetti
Ven, 10/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/roma/inf ... 1594388090

In Bangladesh il contagio corre velocissimo. L'emergenza è alle stelle. E in 10mila sono pronti a imbarcarsi su un aereo per fuggire. Le polemiche per lo stop dei voli

C’è la fila nonostante il caldo asfissiante davanti all’ospedale Vannini, a Tor Pignattara. I cittadini bengalesi avanzano ordinati con naso e bocca coperti dalla mascherina. Il drive in allestito dalla Asl Roma 2 per effettuare i tamponi per il Covid-19 ha appena chiuso i battenti.

Qualcuno protesta. Poi si avvia verso casa, con la promessa di tornare domattina. Nella "Banglatown" romana si respirano ansia e preoccupazione.

Dopo l’arrivo da Dacca di decine di passeggeri positivi al virus, i riflettori sono puntati sulla comunità bengalese, che conta circa 175mila appartenenti in Italia. Ieri su 28 casi registrati nella regione Lazio almeno 22 risultano "importati", e 18 di questi sono connessi ai voli di rientro proprio dal Paese del Sud-Est asiatico, dove l’epidemia avanza a ritmo sostenuto. Numeri preoccupanti, che nei giorni scorsi hanno spinto il governo italiano a bloccare i collegamenti con Dacca.

"Siamo stati costretti a sospendere per una settimana i voli dal Bangladesh", ha detto il premier Giuseppe Conte in un’intervista al canale spagnolo La Sexta. "L'altro giorno abbiamo scoperto che al di là della quarantena un buon 20 per cento erano soggetti positivi al Covid, questo significa che in partenza non c'erano controlli", ha sottolineato il presidente chiamando i Paesi più colpiti dalla pandemia a "responsabilità e attenzione". Quella di chiudere le porte ai cittadini bengalesi, insomma, è stata una scelta obbligata.

Impossibile verificare il rispetto dell’isolamento da parte di chi arriva. Lo dimostra il caso del 53enne atterrato in Italia lo scorso 23 giugno e risultato positivo al virus. Nonostante la Asl gli avesse raccomandato la quarantena, ha viaggiato per mezza Italia prima di essere bloccato alla Stazione Termini e ricoverato al Policlinico Umberto I. "Si tratta di uno sprovveduto, ma il governo avrebbe dovuto vigilare", commenta Mohammed Taifur Rahman Shah, presidente dell’associazione Italbangla.

Ci accoglie nel suo quartier generale, in via Visconte Maggiolo, dove ha indetto una conferenza stampa per chiedere all’esecutivo di tornare sui propri passi. "Non si possono chiudere le porte a chi scappa dall'inferno", esclama. Le autorità bengalesi, secondo l’attivista, non avrebbero più il controllo dell’epidemia: "Finora sono stati fatti soltanto 900mila tamponi su 160milioni di persone e il 20 per cento dei testati è risultato positivo al virus, questo – ragiona – significa che gli infetti potrebbero essere tantissimi". E così, ci assicura Shah, in molti preferiscono comprare un biglietto di sola andata per il Vecchio Continente.

Secondo le notizie riportate dai media locali, qualcuno è disposto persiono a fare carte false, acquistando per poche decine di euro certificati contraffatti che attestino la negatività al tampone e assicurino il via libera in aeroporto. "Secondo le nostre stime, oggi in Bangladesh ci sarebbero almeno 10mila persone bloccate e pronte a partire per l’Italia", riferisce il portavoce della comunità bengalese romana. "La maggior parte – ci spiega – è gente che viveva qui prima che scoppiasse la pandemia e che lo scorso marzo ha fatto ritorno in Bangladesh proprio per sfuggire al lockdown".

Ora vogliono percorrere il tragitto inverso e rifugiarsi nel Bel Paese. "La situazione in Bangladesh è tragica, gli ospedali sono sovraffollati e la sanità è al collasso, il governo italiano - incalza - non può abbandonare queste persone, bisogna ripristinare subito i collegamenti". La soluzione secondo l’attivista è quella di obbligare chi arriva a Roma o Milano a prenotare un albergo dove trascorrere due settimane in quarantena. "I biglietti aerei ora costano tantissimo, chi può spendere certe cifre per un volo di sicuro può permettersi anche un hotel", ragiona Shah. "Oppure – continua – potrebbe pensarci direttamente lo Stato italiano, nel decreto Rilancio ci sono abbastanza fondi anche per aiutare i nostri concittadini in difficoltà".

"Del resto – osserva il portavoce dei bengalesi romani – è quello che già sta facendo la Regione Lazio con i positivi in quarantena all’hotel Hilton". Intanto decine di cittadini bengalesi arrivati mercoledì da Doha a bordo di due aeromobili della Qatar Arways sono stati rimpatriati. "È inammissibile - denuncia Shah – l'Italia avrebbe dovuto garantirgli l’assistenza sanitaria che non possono avere nel loro Paese d’origine".


Alberto Pento
Questi se ne sono tornati al loro paese per paura di infettarsi in Italia e adesso che si sono infettati a casa loro vorrebbero tornare in Italia a curarsi e a infettarci, no grazie, arrangiatevi e curatevi a casa vostra e non a casa nostra con le nostre risorse.
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » sab lug 11, 2020 7:23 am

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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » sab lug 11, 2020 7:11 pm

Immigrazione, il sondaggio: il 58% degli italiani teme che gli sbarchi ci portino il coronavirus
Andrea Cionci
10 luglio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... g.facebook

Brutte notizie per il governo a favore dei porti aperti e che mira a smantellare i decreti sicurezza di salviniana memoria: gli italiani temono il peggio. Secondo un sondaggio di Termometro Politico il 58,4 per cento degli italiani teme che tra i migranti che sbarcano quasi ogni giorno in Sicilia ci siano anche dei portatori di coronavirus. Più della maggioranza, esattamente il 50,1 per cento, ritiene che questo sia un ulteriore motivo per bloccare gli sbarchi mentre l'8,3, nonostante sia a favore dell'accoglienza, pensa che sia meglio per qualche tempo interrompere gli arrivi. Che siano questi gli elettori del Pd? Può darsi. A non essere preoccupato per quanto sta succedendo il 40,6 per cento degli italiani. La soluzione per questa fetta di popolazione è testare tutti i migranti, mettendoli in caso di positività in isolamento.
Ridate all'Italia il "cattivo" Salvini. Immigrazione, scenario agghiacciante: l'affondo di Pietro Senaldi
Proprio nella giornata di oggi, venerdì 10 luglio, Lampedusa è stata presa di mira da una raffica di sbarchi. In poco più di 24 ore sono infatti approdati 618 migranti, tra cui donne e minori, soccorsi dagli uomini della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto.
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Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 8:43 am

???
Lo stato d'emergenza ennesimo espediente per tirare a campare ed evitare il giudizio degli elettori
Pubblichiamo un intervento di Giulio Centemero, deputato, capogruppo in Commissione Finanze e tesoriere della Lega
11 luglio 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... -elettori/

Il potere altrui è sempre proporzionale alla debolezza dei competitors e se si usano i mezzi che si hanno istituzionalmente a disposizione – e acquisiti non per particolari meriti ma per un caso fortuito – per arginare quelli che vengono individuati come “nemici”, c’è qualcosa che non va sia nella “strategia” politica che, ancor peggio, nel concetto di democrazia. Proprio quest’ultima, che dovrebbe avere un significato etimologicamente universale, deve aver subito in questi ultimi mesi una qualche mutazione che sfugge ai costituzionalisti o ancora peggio all’attuale classe dirigente della maggioranza di governo.

La nostra Costituzione ci offre infatti un grande opportunità: il confronto elettorale, o meglio le tanto temute elezioni. Vorrei ricordare a qualcuno che la genesi di questo processo non è stata ex nihilo ma ha avuto un suo percorso. Lo Stato non è un patrimonio familiare e dinastico che si può trasmettere ereditariamente come un bene qualsiasi, ma è invece una res publica, appunto una cosa di tutti. I rappresentanti delle istituzioni sono chiamati a svolgervi un importante ruolo di direzione politica e non ne sono i proprietari ma i servitori, e i cittadini devono essere messi in condizione di esercitare la loro sovranità.

Pertanto ritengo pericolose e dannose le esternazioni di taluni rappresentanti del Governo Conte, che evidentemente preoccupati dallo spauracchio di possibili elezioni e dal conseguente processo di sublimazione che li aspetta, vogliono prorogare lo stato di emergenza legato al coronavirus fino a 31 dicembre. Tale decisione consegnerebbe così all’avvocato del popolo altri 4-5 mesi per recuperare appeal nei sondaggi commissionati dallo spin doctor dei 5 Stelle, e riuscire nella sua impresa più difficile di riportare la pace tra Pd e il Movimento. Questi ultimi, evidentemente furiosi, potrebbero trovare convergenza nell’ultima possibilità che consentirebbe loro la sopravvivenza: destituire Conte. La politica insegna che a volte gli alleati diventano più pericolosi dei presunti nemici.

Ma se questo non bastasse comunque c’è l’asso nella manica, quello che potrebbe consegnare al premier la popolarità assoluta e incontrastata e che gli consentirebbe di liberare il campo, una volta per tutte, dall’acerrimo nemico: Matteo Salvini. Il coup de théâtre prevede infatti la revisione della legge elettorale che relegherebbe la tanto temuta Lega a semplice comparsa. Non credo abbiano fatto i conti con l’Italia però.

Secondo loro, che vivono nell’autoreferenzialità e impunità, in amore e in guerra è tutto concesso come recita il famoso proverbio. Peccato che le battaglie siano altre e siamo oramai stanchi di dire che chi prova ad avvelenare i pozzi della convivenza civile in un gioco di sponda che comprende programmi televisivi compiacenti e testate che a vario titolo campano su menzogne e ipocrisie, non è degno di governare questo Paese.

Conte e il suo Esecutivo mi ricordano sempre più Mac Ronay e le sue mirabolanti peripezie, con un’unica differenza: il secondo recitava coscienziosamente una parte ed è stato un grande artista, il primo non ha una minima idea di quello che sta facendo. Ma il risultato non cambia: entrambi ci fanno e hanno fatto ridere. Questa maggioranza si goda, finché può, il palcoscenico perché a breve calerà il sipario
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 8:43 am

Fazio fa il maestrino. Ma l'hostess lo mette a tacere
Francesca Galici - Dom, 12/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/spettaco ... 1594556611

Botta e risposta tra Fabio Fazio e un'assistente di volo, contrariata da un tweet generalizzante del conduttore di Rai3 sul mancato distanziamento a bordo degli aerei con conseguente scarso rispetto dell'obbligo di mascherina

Nonostante il clima catastrofistico e la volontà di prorogare l'emergenza, l'Italia sta lentamente provando a rimettersi in piedi dopo l'emergenza sanitaria del Covid-19.

La moria diffusa di imprese commerciali è stata la diretta conseguenza del lockdown e dell'assenza di un adeguato progetto di sostegno ma ora l'Italia deve ripartire e lo può fare dal turismo. Il patrimonio paesaggistico e infrastrutturale del nostro Paese è unico al mondo e l'Italia deve tornare a essere una meta ambita per il turismo nazionale ma, soprattutto, internazionale. Per farlo ha bisogno del supporto del comparto aereo, che sta cercando le migliori soluzioni per garantire i collegamenti a prezzi ragionevoli. Fabio Fazio ha scoperto solo in queste ore che da qualche settimana è stato eliminato il distanziamento a bordo e ha voluto dare la notizia ai suoi follower, tra i quali c'è però un'assistente di volo che l'ha contestato.

Negli allegati del Dpcm dell'11 giugno 2020 è stato abolito l'obbligo di mantenere il distanziamento fisico all'interno degli aerei, dove dev'essere preservato l'utilizzo della mascherina. Il dispositivo di protezione individuale a bordo degli aerei è obbligatorio e sui voli di lunga percorrenza dev'essere cambiato ogni 4 ore. Questa deroga è valida su tutti gli aeromobili che garantiscono il flussi verticali e il ricambio dell'aria all'interno dell'abitacolo ogni 3 minuti, adottando i filtri Hepa. In questo modo viene garantito un elevatissimo grado di purificazione dell'aria. Tutti i modelli Embrarer, Airbus e Boeing, che sono i velivoli maggiormente impiegati dalle principali compagnie aeree che volano in Italia, rispettano questo requisito. Inoltre, non è attualmente consentito portare a bordo il bagaglio a mano da riporre nelle cappelliere, solo piccole borse che possono essere adagiate sotto il sedile e tutti i pasti, nei voli dove è previsto il servizio ristorante, devono essere sigillati.

Queste misure di contenimento e prevenzione secondo gli esperti sono adeguate per evitare la diffusione del virus ma evidentemente Fabio Fazio non ne era a conoscenza, nonostante il Dpcm sia stato firmato e comunicato esattamente un mese fa. "Stamattina ho scoperto che il distanziamento sociale non vale sugli aerei. Tutte le distanze sono rispettate sino all’imbarco ma una volta a bordo tutti i posti possono essere occupati. Purché con la mascherina. Che naturalmente viene tolta per fare conversazione con i vicini...", scrive Fazio sull'onda populista. Una generalizzazione, quella del conduttore di Rai3, che mette in discussione il lavoro del personale di bordo che con le nuove regole è tenuto a un lavoro supplementare per chiedere ai passeggeri il rispetto delle nuove indicazioni. Proprio questo fare di tutta l'erba un fascio ha indispettito un'assistente di volo, che ha risposto al conduttore: "Sono una assistente di volo, ho ripreso a lavorare da poco e non ho mai visto un passeggero togliersi la mascherina, per favore non generalizzi".

sono una assistente di volo, ho ripreso a lavorare da poco e non ho mai visto un passeggero togliersi la mascherina, per favore non generalizzi
— chica76 (@Chica76Priore) July 12, 2020
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 8:44 am

Criminali in piazza
Jonathan Pacifici
12 luglio 2020

https://www.corriereisraelitico.it/criminali-in-piazza/

Grande manifestazione ieri sera a Tel Avvi. Secondo il Jerusalem Post circa 80.000 manifestanti si sono radunati sabato sera nella piazza Rabin di Tel Aviv per esprimere la loro rabbia per le politiche economiche del primo ministro Benjamin Netanyahu e del ministro delle finanze Israel Katz varate negli scorsi giorni in risposta alla crisi Covid.

Durante la manifestazione i soliti mantra della sinistra. Netanyahu corrotto, assistenzialismo per tutti, l’aereo di stato, aprite tutto, chiudete tutto, “rak lo Bibi”, “basta che non sia Bibi”.

Questo è quello che si legge stamattina sui giornali. Non una parola dalla stampa di regime – il regime giornali, avvocatura, giudici – sull’irresponsabilità criminale dei manifestanti. In un momento in cui il paese fronteggia la seconda ondata e migliaia di persone sono in isolamento, matrimoni annullati palestre chiuse e sinagoghe fino a 19 persone, tutto è consentito ai “rak lo Bibi”.

Decine di migliaia di persone assembrate sono una vera bomba sporca in giornate come queste e l’unica cosa che va veramente imputata al governo è di non aver avuto il coraggio di sgomberarli per non intaccare il sacro diritto a manifestare.

E cosí anche in Israele arriva il fascismo di sinistra con banche devastate, macchine distrutte e tutto il peggio degli hooligan europei. Come ci siamo indignati per gli assembramenti dei charedim dobbiamo indignarci per quello che è successo ieri sera a Tel Aviv. Criminali irresponsabili.






Simona Piazza
O Sed Non è uguale, verso gli haredim c'è pregiudizio

Nicoletta Levis
Le sinistre sono criminali ovunque

הדר ישראל
Ma non lo sapevate che dove manifestano i SINISTRI il coronavirus non c’è?
C’è solo nelle sinagoghe!!!

Marco Antonio Baldassari
In italia sono vietate le manifestazioni, quei commercianti che hanno manifestato a Milano contro la chiusura e la tassazione sono stati multati di 400 euro ciascuno (marito e moglie 800) nonostante avessero mascherine e distanza di sicurezza.
Ma ovviamente Israele è dittatura.

Emanuel Segre Amar Marco
Antonio Baldassari attenzione: ci si può sempre riunire in massa, senza rispettare le distanze, se si vuole applaudire il presidente della repubblica o del consiglio
Il virus è fan di entrambi i presidenti, credo

Ferruccio Bovio
innanzitutto, nessuna fonte di informazione parla di danneggiamenti a cose pubbliche o edifici...poi, non sono certo criminali, ma persone che stanno vedendo azzerarsi il loro reddito. Non dimentichiamoci che il tasso di disoccupazione in Israele ( che normalmente è al 5% ) è salito, a causa della pandemia, al 20%...E' però chiaro che, ammassando migliaia di persone in una piazza, non si contribuisce certo alla sconfitta del virus...

Emanuel Segre Amar
Ferruccio Bovio il tasso di disoccupazione era ben inferiore al 5%
Serve molto manifestare contro una situazione dovuta alla pandemia?

Ferruccio Bovio
Emanuel Segre Amar , no non serve a niente...però, la cosa deve valere anche per chi, da noi, non fa altro che incolpare il governo di tutte le difficoltà che stiamo attraversando. La pandemia ha colpito più o meno le stesse categorie commerciali in tutto il mondo ed anche in Israele, così come in Italia, i governi non hanno potuto fare altro che adottare misure restrittive : forse - almeno a giudicare dai video di vie affollate che si vedevano già da maggio - Gerusalemme ha allentato i freni un po' troppo in fretta e adesso qualche passo indietro probabilmente lo dovrà fare...Il fatto è che, tra i cittadini che protestano ed i politici che cavalcano allegramente l'onda di un'opposizione preconcetta ed irresponsabile, sembrano essere in minoranza quelli che si rendono conto del fatto che un riacutizzarsi del virus segnerebbe la fine di noi tutti : sinistri, destri, ebrei, musulmani, atei, bigotti, interisti, juventini...
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 8:44 am

Francia, conducente di un bus ucciso a calci e pugni da quattro arabi: voleva che indossassero la mascherina
Mauro Zanon
12 luglio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... erina.html

«Papà si è addormentato alle 17:30». Con queste parole Marie, 18 anni, la più giovane della famiglia Monguillot, ha annunciato venerdì la morte del padre, Philippe, conducente di autobus di Bayonne, nel sud-ovest della Francia, massacrato a colpi di pugni e calci da quattro racailles di origini arabe per aver controllato i biglietti e chiesto loro di mettersi la mascherina come tutti gli altri. «Io e le mie figlie siamo distrutte», ha detto in lacrime la moglie dell'autista, Véronique, 52 anni. Philippe si trovava in stato di morte celebrale da quando è stato aggredito, lo scorso 5 luglio, mentre era in servizio, e la sua famiglia ha deciso di lasciarlo «partire in pace». «I medici erano favorevoli, e anche noi. Non volevamo che si svegliasse in uno stato vegetativo», ha dichiarato la figlia Marie al quotidiano Sud Ouest. Mancavano pochi mesi alla pensione a quest' uomo di 59 anni appassionato di rugby e di calcio, che la mattina del dramma aveva postato su Facebook una foto del suo nuovo camping-car, pronto per essere utilizzato con Véronique e le sue adorate figlie, e che aveva aiutato la moglie a lavare i vetri della casa prima di andare al lavoro. Alla guida del trambus T1, tutto scorre liscio fino alle 19:15, quando alla fermata Balishon, quattro persone, Mohamed C., Mohammed A., Moussa B. e Sélim Z. non hanno alcuna intenzione di mettersi la mascherina per salire sull'autobus. Quando Philippe chiede il biglietto a uno di loro e invita gli altri tre a rispettare le regole, e dunque a indossare la mascherina come tutti gli altri passeggeri, si scatena una violenza fuori del comune. «È scoppiata una furiosa lite. L'autista è stato spinto fuori dall'autobus. Lì due persone gli hanno dato calci e pugni violenti nella parte superiore del corpo e in particolare alla testa», ha dichiarato durante una conferenza stampa il vice procuratore di Bayonne, Marc Mariée. I quattro uomini hanno lasciato l'autista «incosciente sul marciapiede» prima di fuggire per «rifugiarsi nell'appartamento di uno di loro», ha aggiunto il vice procuratore. Due di loro, di 22 e 23 anni, già noti alla polizia, erano stati accusati di tentato omicidio e subito incarcerati dopo i fatti. Ma ora, con la morte dell'uomo, la loro posizione si aggrava pesantemente. Oltre ai due arrestati, altri due individui tra i trenta e i quarant' anni sono accusati di favoreggiamento e omissione di soccorso. I nomi dei responsabili sono stati tenuti nascosti dalla stragrande maggioranza dei media francesi nei giorni successivi all'aggressione. E anche ieri, si faceva fatica a trovare l'identità degli aggressori che hanno distrutto per sempre una famiglia tranquilla e serena della provincia francese. È una pagina Facebook di poliziotti e gendarmi, "Page Officiel Des Instructeurs Police (APP) Formateur de la Gendarmerie:(MIP):(FO)", che per prima ha fatto uscire i nomi, pubblicando l'immagine di uno degli aggressori catturata da una telecamera di videosorveglianza. «Gli assassini dell'autista di bus di Bayonne sono quattro delinquenti dalla fedina penale lunga come il braccio: Mohamed C., Mohammed A., Moussa B. e Sélim Z. e non dei "francesi marginali" come certi giornalisti hanno provato a far credere in maniera vergognosa», si legge sul profilo degli agenti.
“A che titolo potrei?”. Brigitte si defila da Macron: altro che premiere dame, come vuole essere chiamata dopo essere sparita

Alcune testate avevano scritto, inizialmente, che gli autori erano quattro punkabbestia, bianchi, franco-francesi: ma non è così. Véronique stava aspettando suo marito a casa come ogni sera: gli aveva preparato una di quelle insalate che gli piacevano tanto, poi sarebbero andati sul lungomare a mangiarsi un gelato, mano nella mano. Ma Philippe non è mai più tornato. «È una persona che aveva dei valori, delle regole di vita, e teneva molto al rispetto dell'educazione», ha dichiarato a Sud-Ouest Denis Lambert, ex collega di Philippe Monguillot. Véronique, che ieri, assieme alla famiglia, ha ricevuto la visita e il sostegno del ministro dell'Interno Gérald Darmanin, chiede delle «pene esemplari» per gli assassini del marito: «Non può essere tolta la vita a una persona perché ha fatto il suo lavoro nel modo più corretto possibile. È inimmaginabile. Ha perso la vita per una mascherina e 1 euro e 20 centesimi, il prezzo di un biglietto». Le tre figlie, Marie, 18 anni, Manon, 21, Mélanie, 24, assieme alla madre, hanno organizzato mercoledì un corteo in onore del padre che ha riunito 6mila persone. Alcuni colleghi di Philippe hanno deciso di scioperare e tornare al lavoro soltanto «dopo il suo funerale». Per riprendere il titolo del libro visionario di Laurent Obertone, pubblicato nel 2013, è la "Francia Arancia Meccanica".
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 8:50 am

Coronavirus, positivi per l'effetto movida: under 18 quintuplicati
12 luglio 2020

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 41346.html

I dati parlano chiaro: l'età media dei positivi nell'ultimo mese è diminuita. E non di poco. Non solo: gli under 18 infettati, tra giugno e luglio, sono quintuplicati.
«Ai giovani bisognerebbe spiegare - racconta il professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo che ama i toni moderati - che serve prudenza nei comportamenti, perché magari per loro le conseguenze sono, per fortuna, meno gravi, ma se il virus resta in circolazione, prima o poi raggiunge anche le persone più fragili. Soprattutto nei mesi invernali, quando torneremo nei luoghi chiusi».

Movida, assembramenti, casi di importazione, più attenzione nel cercare i positivi che fa scovare anche i soggetti giovani benché asintomatici: una serie di fattori ha causato un sorprendente abbassamento dell'età media degli infetti, molto a simile a quello che si è registrato negli Stati Uniti. Ma è anche vero che tra i tavolini dei pub o nelle piazze vediamo sempre meno mascherine. Martedì nel nuovo Dpcm su indicazione del Ministero della Salute ci saranno una serie di limitazioni, con maggiori controlli agli assembramenti e il divieto per l'attività delle discoteche al chiuso, ma in realtà le varie Regioni hanno dato sì il via libera, ma a quelle all'aperto. Stop anche alle sagre. Movida, assembramenti, imprudenza. E il virus, in silenzio, sta continuando a rimbalzare, magari rientra in Italia tramite una famiglia tornata dal Brasile, incrocia un ragazzo che poi incontra gli amici, senza distanziamento, a Trastevere, sui Navigli o sulla costa Adriatica, e passa il testimone a un altro giovane; sono tutti asintomatici, ma alla fine del percorso, quando l'ultimo contagiato torna a casa e abbraccia la nonna, la infetta.

Covid, positiva da 4 mesi non ha potuto partecipare neanche alle nozze della figlia: «E ora rischio di perdere il lavoro»

Coronavirus, Crisanti: «Tamponi a tutti in aeroporto: è l’unica strada»

SCENARIO
Conferma il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia: «Sì, l'abbassamento dell'età media dei nuovi positivi è evidente. Questo da una parte ci preserva da un incremento dei casi gravi, dall'altra deve invitare tutti ad atteggiamenti prudenti». Movida, tavolini all'aperto, piazze, assembramenti: il liberi tutti ormai è rumoroso. Stride con quello che succede in luoghi dove la mascherina è obbligatoria - aeroporti, stazioni, centri commerciali - che continuano a essere molto frequentati. In sintesi: se è obbligatorio, usiamo la mascherina senza problemi, se siamo noi a dovere imporci regole di buon senso, non ci riusciamo. Vaia: «Vero è che, per fortuna, i più anziani continuano a essere prudenti».

ANDAMENTO
Ma cosa dicono i numeri? Prendiamo le schede dell'Istituto superiore di sanità, che analizzano le caratteristiche di chi in Italia è positivo. Dall'inizio della pandemia ad oggi l'età mediana di chi è stato infetto da Sars-CoV-2 è di 61 anni. Questo ci dice, visto che è un dato statistico medio, che ai tamponi sono risultati positivi soprattutto gli anziani. Bene, se si analizza quel dato limitandosi solo agli ultimi 30 giorni, si scopre che l'Iss determina in 47 anni l'età mediana. Per arrivare a uno scostamento così rilevante, è evidente che tra i positivi ci sono molti più 20-30enni che in precedenza. Lopalco: «In parte si spiega con il fatto che, eseguendo più tamponi, raggiungiamo anche chi non ha sintomi, solitamente i più giovani». Ma c'è un'altra percentuale perfino più sorprendente: nell'ultimo mese un positivo su 10 ha meno di 18 anni, più precisamente il 9,43 per cento; bene, nell'arco dell'intera epidemia gli under 18 erano poco più del 2 per cento, si è moltiplicato per cinque il loro numero. Ampliando il concetto di giovani, i positivi con meno di 50 anni, da quando è iniziata l'epidemia sono poco più del 30 per cento, nell'ultimo mese sono stati il 55,5 per cento. Sia chiaro: tra i più giovani la letalità resta bassa, fino al 30 giugno per Covid-19 sono ci sono stati in totale 20 decessi di pazienti con meno di 29 anni. Ma resta il dovere dei giovani di contribuire, con il rispetto delle regole di buon senso, a fermare la circolazione del virus. Se l'incendio non si spegne, prima o poi raggiunge la fascia di popolazione (chi ha tra gli 80 e gli 89 anni) in cui la letalità è oltre il 40 per cento.


Coronavirus, Los Angeles stacca luce e acqua a chi organizza feste in casa
6 agosto 2020

https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8196316

La città di Los Angeles per combattere chi non segue le restrizioni anticoronavirus è pronta a staccare le utenze della corrente elettrica e dell’acqua a tutte le case e ville in cui si svolgeranno grandi party durante la pandemia.

La minaccia per frenare le diffusissime feste senza il rispetto del distanziamento sociale. «Sono situazioni da incoscienti e possono costare anche la vita a molti cittadini di Los Angeles», ha affermato furioso il sindaco della città, Eric Garcetti.

Gli Stati Uniti hanno registrato 1.262 nuovi decessi collegati al coronavirus nelle ultime 24 ore, secondo il conteggio della Johns Hopkins University. Un dato simile a quello del giorno prima, che porta a oltre 158.000 il numero totale de morti registrati nel Paese dall'inizio della pandemia di Covid-19, comparsa a dicembre in Cina. Gli Usa hanno anche identificato 53.158 nuovi casi di infezione in un giorno, per un bilancio complessivo di oltre 4,82 milioni di contagi.

Nel mondo. I casi confermati di coronavirus nel mondo sono saliti a 18.810.392, con 707.666 decessi a livello globale. Sono questi gli ultimi dati raccolti dalla John Hopkins University che monitora costantemente l'andamento della pandemia.

Il Paese più colpito sono sempre gli Stati Uniti, con 4.823.890 casi confermati e 158.250 decessi. Un totale complessivo di 629.808 casi confermati di contagi (+6.300 rispetto al giorno precedente) sono stati registrati dall'inizio della pandemia nei Paesi dell'Europa centrale e orientale, in Germania, Austria e Grecia, secondo dati ufficiali raccolti dall'Oms, aggiornati al 5 agosto.
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 8:51 am

Contraddizioni possibili, vere o apparenti

Scoperta del microbiologo Rigoli di Treviso: il Covid-19 si è spento. Su 60mila tamponi recenti, solo 3 hanno carica virale significativa
Giorgio Malavasi
20 giugno 2020

https://www.genteveneta.it/attualita/sc ... ificativa/

Su 60mila tamponi fatti dal 1° giugno in Veneto, solo 3 hanno registrato una quantità di virus importante. Ma anche quelle 3 persone infettate dal Covid-19 hanno sviluppato solo sintomi leggeri e nessuno è finito in pneumologia o in rianimazione.

In sostanza, la carica del virus e la sua pericolosità si sono ridotti in maniera molto rilevante: il Coronavirus si è spento. È la scoperta fatta da Roberto Rigoli, primario del reparto di Microbiologia a Treviso che, coordinando la ricerca con i colleghi di Mestre e Verona, ha verificato nei fatti il progressivo “addormentarsi” del virus.

La comunicazione del risultato dell’indagine condotta dal primario Rigoli è stata fatta oggi durante il consueto briefing del Governatore del Veneto Zaia, nella sede della Protezione civile regionale nel quartiere Cita di Marghera.

«Dei 60mila tamponi effettuati – spiega Rigoli – 210 sono risultati positivi; ma 199 di essi lo erano in maniera molto modesta, tanto che abbiamo dovuto amplificare molto il “segnale” per trovare i virus; e probabilmente non erano infettivi. Degli 11 positivi in maniera più cospicua, con segnale chiaro, 4 erano asintomatici e 7 sintomatici. Ma alla fine, appunto, sono in 3 casi si è trovata una carica virale paragonabile a quella che vedevamo normalmente nella fase acuta dell’epidemia». (G.M.)


In Veneto isolato ceppo serbo. Zaia: "È una mutazione più aggressiva''
Federico Giuliani - Lun, 13/07/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 77033.html

Zaia ha fatto sequenziare il virus serbo trovato sull'imprenditore vicentino rientrato in Veneto dai Balcani: "Ceppo diverso e più aggressivo rispetto a quello italiano''

Un nuovo ceppo di coronavirus, mutato e più aggressivo rispetto a quello rintracciato in Italia, potrebbe essere alla base del focolaio di Covid esploso in Veneto e collegato all'imprenditore vicentino rientrato dalla Serbia.

Il governatore veneto, Luca Zaia, ha spiegato nel corso di un punto stampa straordinario presso la sede della Protezione civile di Marghera, a Venezia, che sono state riscontrate sostanziali differenze tra il virus ''importato'' dai balcani e quello circolante in Italia.


Il ceppo serbo

Scendendo nel dettaglio, Zaia ha dichiarato di aver fatto sequenziare il virus serbo trovato sui soggetti entrati in contatto con il dirigente di una storica acciaieria con sede a Pojana Maggiore, partito alla volta della Serbia lo scorso 18 giugno e rientrato in Italia il 25 con quattro operai.

"Io, senza dire niente a nessuno, ho fatto sequenziare il virus serbo trovato sull'imprenditore vicentino che ha portato qui il virus dopo il viaggio di lavoro, sui suoi colleghi e sulla donna cinese di Padova'', ha riferito il governatore del Veneto.

Il risultato dell'indagine è che ''nei quattro tamponi la carica virale era molto elevata''. Ciò significa, ha ribadito Zaia, che il virus è appartenente al cluster serbo ed è ''ben diverso da quello isolato in Veneto e in Italia''. In altre parole, ''si tratta di una mutazione", visto che ''il virus non autoctono è diverso, ha la sua storia ed è più aggressivo" ha concluso il governatore.

Dal momento che il ceppo serbo sembrerebbe essere molto più contagioso del virus circolante in Italia, la situazione veneta deve essere monitorata con la massima attenzione. Anche perché l'imprenditore dal quale si è originato il focolaio, prima di essere ricoverato, ha agito con molta sufficienza.

Una vicenda assurda

Riavvolgiamo brevemente il nastro. L'uomo, non appena sono state riaperte le frontiere, è partito alla volta della Serbia per effettuare un viaggio di lavoro. Nei Balcani l'imprenditore sarebbe entrato in contatto con un 70enne del posto, positivo e, secondo quanto riferito dallo stesso Zaia, deceduto nei giorni scorsi.

Una volta terminata la sua missione, l'italiano sarebbe rientrato in Italia, dove avrebbe iniziato ad accusare i primi sintomi, tra cui febbre alta e malessere generale. L'uomo non si sarebbe fermato né avrebbe pensato di mettersi in isolamento.

Dalle prime ricostruzioni è emerso che avrebbe continuato a lavorare come se niente fosse, effettuato vari spostamenti, incontrato una massaggiatrice, partecipato a un funerale e preso parte perfino a una festa di compleanno. Adesso l'imprenditore, che aveva rifiutato l'isolamento, è ricoverato nel reparto di terapia intensiva.


La situazione in Veneto

Tornando al virus, Zaia ha comunque precisato che in Veneto la situazione è sotto controllo. "Siamo in una fase di stabilità – ha sottolineato ancora il governatore - Abbiamo dei focolai domestici che non ci preoccupano, ci preoccupano un pò di più ceppi di virus portati da fuori per i quali abbiamo intensificato i controlli. È un pò la storia da inizio luglio ad oggi, la storia delle badanti moldave, dei parenti dall'Australia, dei cittadini di Congo, Bangladesh...".

"In questo contesto - ha concluso - noi abbiamo ormai la certezza che il nostro ceppo di virus è meno virulento e c'è un nuovo fenomeno che magari qualcuno non aveva ben compreso e pensava che fosse solo un discorso da leghisti".
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Re: Non esiste il demenziale diritto a infettare il prossimo

Messaggioda Berto » dom gen 17, 2021 8:52 am

Non è certo colpa di Zaia se c'è il coronavius covid19, non è certo colpa e responsabilità di Zaia se questo virus mortale richiede misure di difesa che comportano restrizioni e limiti alle persone e alle attività e se ciò fa conseguire crisi economica, fermo delle atttività, chiusure fallimentari, licenziamenti, riduzione del reddito, difficoltà finanziarie per le imptrese, le persone e le famiglie.
Non è certo colpa di Zaia se il Mondo si è chiuso e ha bloccato gli spostamenti delle persone e delle merci e se il turismo e tutte le attività ludiche sono in crisi profonda.
Zaia deve fare il suo dovere, innanzi tutto quello di proteggere la salute e di salvare le vite dei suoi cittadini dalla diffusione del virus, riducendo il più possibile il danno economico e aiutando nei limiti del possibile di sua competenza, i cittadini veneti in difficoltà.
Certo Zaia non è un irresponsabile e non è un fanfarone che vende miracoli e non ha le responsabilità politiche del governo italiano in quanto appartiene alla maggioranza parlamentare che lo gestisce.
Che poi abbia ben amministrato e che sappia ben spendersi mediaticamente anche in vista delle prossime elezioni politiche non è certo un delitto ed è un suo diritto.
A me fa più pena e paura la miseria umana e politica di tanti venetisti che criticano pretestuosamente e demenzialmente Zaia e che irresponsabilmente e criminalmente minimizzano il virus e la pandemia in corso.

Non è colpa e responsabilità di Zaia se non esiste più la Serenessima da oltre duecento anni ma è colpa dei veneziani e della loro aristocrazia antidemocratica;
non è colpa di Zaia se il Veneto non è indipendente come la Svizzera ma è colpa dei veneti e in particolare dei veneziani e della loro aristocrazia che a suo tempo non hanno promosso uno stato repubblicano nazionale e democratico dei veneti;
non è colpa di Zaia se a suo tempo i veneti hanno aderito al progetto risorgimentale italiano non essendosi realizzato uno stato nazionale veneto e se i veneti hanno preferito far parte dello stato italiano più che di quello austriaco;
non è certo colpa di Zaia se i veneti che a maggioranza hanno votato per l'autonomia regionale, non hanno ancora l'autonomia amministrativa, poiché il referendo del 2017 era solo consultivo e a decidere in merito alla sua realizzazione sono solo le maggioranze parlamentari e i loro governi e non certo la minoranza leghista all'opposizione;
non è certo colpa di Zaia se i veneti non si sono mai espressi a stragrande maggioranza per l'idipendenza e contro lo Stato italiano e la nazione italiana e se la più parte di loro si sentono veneti italiani e non veneti venezianisti anti italiani;
non è certo colpa di Zaia se l'ordinamento e il sistema politico italiano sono una democrazia rappresentativa, indiretta, parlamentare e partitocratica e se ciò alimenta una casta di politicanti parassiti voraci e irresponsabili, tra i quali Zaia è il meno peggio, uno dei più onesti e affidabile;
non è certo colpa di Zaia se la realtà è quello che è, nel bene e nel male e se Zaia si ripropone alla presidenza del Veneto forte del suo passato amministrativo, della sua esperienza politica, del suo realismo e della sua capacità propagandistica che comunque non sconfina nel fanfaronismo, nel mitismo demagogico tipico di buona parte dei venetisti.
Esistono forse sensate alternative? A me non pare proprio!



Io non ci sarò, non perdo più tempo per queste inconcludenti sceneggiate!

VENEZIA, PER LA FESTA DEL REDENTORE IN PIAZZA PER L’AUTONOMIA
12 luglio 2020

https://www.miglioverde.eu/venezia-per- ... autonomia/

Il 18 luglio prossimo (giorno della festa del Redentore!) dalle 15 saremo per 30 minuti in fondamenta Salute e poi ci sposteremo senza corteo (causa normativa Covid) a campo san Vio dove dalle 16 alle 16 e 30 apriremo lo striscione davanti alla prefettura “imbarcandolo” sul canal Grande.
È molto importante che si riesca ad essere in molti, magari coinvolgendo anche chi non sia vicino alla nostra associazione indipendentista, ma sensibile ai temi della democrazia e della libertà. Sono infatti queste le vere vittime del centralismo del sistema Italia, incapace di rispettare la sua stessa Carta costituzionale: dell’autonomia “diversamente abile” non ci interessa molto, ma urleremo il nostro sdegno per l’inaccettabile sopruso alla volontà legalmente e democraticamente espressa dal popolo veneto il 22 ottobre 2017!
L’indipendentismo consapevole ha sostenuto quella battaglia sapendo che si sarebbe arrivati a questo triste epilogo: ora scendiamo in piazza con lo sguardo fiero di chi prima si è impegnato, ma ora chiede conto. Non staremo zitti di fronte al centralismo italiano, ma saremo sempre sul versante opposto!
WSM
Massimo Vidori per Anv
Nel mentre, il teatrino politico continua ed i protagonisti sono i soliti, come riportato dal Corriere: “Torna alla ribalta il tema delle autonomia regionali. «Confermo che il Veneto chiede 23 materie», afferma il presidente della Regione Luca Zaia, intervenendo i alla celebrazione dei 50 anni del Consiglio regionale al fianco, tra gli altri, del ministro agli Affari regionali Francesco Boccia. E proprio Boccia risponde a stretto giro al governatore, precisando che «sulle materie ci sara’ una inevitabile mediazione»”.


Un'altro venetista imbecille che chiama pazzo Zaia

PAROLA D'ORDINE: SECONDA ONDATA!
Davide Lovat
4 agosto 2020

https://www.facebook.com/davide.lovat/p ... 9506763999

È ufficiale: dal Belgio alla Germania, dalla Francia alla Spagna, citando Filippine, Brasile e Messico per farla sembrare vera, la parola d'ordine ufficiale della comunicazione mondialista a reti unificate è: SECONDA ONDATA DI COVID19!
Eppure basterebbe guardare i dati della mortalità, Paese per Paese, per capire la bufala assoluta, ma gli intelligentoni non ci arrivano!
Percui aspettiamoci un secondo lockdown anche nella Repubblica Italiana, con il pazzo a Venezia che si straccia le vesti (il sig. Zaia) propugnando vaccini obbligatori e carcerazioni in catene per le persone dotate di libero arbitrio.
La mia misantropia sta superando ogni limite precedente....
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