Assolutamente da evitare la demenzialità criminale della demonizzazione altrui, ieri degli ebrei e oggi della Germania, usandoli come capro espiatorio con la falsa e strumentale accusa di ogni sorta di nefandezze e di malvagità, per scaricare tensioni socio-poitiche inteerne, e magari depredarli con i pogrom o con guerre di aggressione e ricatti vari.Le demenziali accuse degli italiani alla Germania di aver provocato le due guerre mondiali, quando la stessa Italia era alleata della Germania in ambo le guerre.
Poi sulla responsabilità della Prima guerra mondiale queste non sono certo solo della Germania:Le cause della prima guerra mondiale voluta anche dall'Italia prima come alleata poi neutrale e poi nemica dell'Austria e della Germania
https://www.youtube.com/watch?v=cxEpwH1iFD4 Anche nella seconda guerra mondiale l'Italia fu alleata della Germania.
L'Europa, la Germania e i paesi nordici non hanno alcuna colpa della crisi economica italiana da coronavirus che amplifica solo la storica crisi propria dell'Italia, ed è del tutto demenziale e criminale alimentare sia il complottismo bancario, sia ipotetiche e assurde responsabilità tedesche sia usare il nazionalismo italiano che copre le profonde magagne italiane, demonizzando la Germania e usandola come capro espiatorio.
L'unica possibilità in Italia per superare la crisi sono la messa in comune e il razionamento delle risorse e i sacrifici da parte di tutti, ovviamente in misura proporzionale alle possibilità di ognuno, e solo dopo caso mai si potrebbe chiedere l'intervento solidale europeo.
Una persona seria e responsabile dovrebbe ricordare che il debito pubblico che grava sulle spalle degli italiani e che li soffoca non l'hanno fatto gli europei o i tedeschi ma gli italiani stessi e quindi non è colpa della UE o della BCE se l'Italia non può ottenere più di tanti soldi in prestito dalla BCE che deve rispondere a tutti i cittadini dell'Europa di quello che fa e dei soldi che presta.
Prima gli italiani debbono aiutarsi da soli, razionando le risorse, eliminando gli sprechi, i privili, la corruzione, il parassitismo, il mafiosismo, e poi attingendo al patrimonio pubblico e infine ai risparmi e ai patrimoni dei citadini specialmente di quelli che se li sono fatti grazie al debito pubblico.
Razionare le risorse, ridurre le spese, i privilegi, i compensi e le pensioni d'oro e d'argento, gli spechi e attingere ai risparmi e ai patrimoni personali di chi ha di più, poi l'aiuto europeo.
Controlettera sui "coronabond" | ImmoderatiDario Bortoluzzi
1 aprile 2020
https://www.immoderati.it/controlettera-sui-coronabond/A Carlo Calenda, Stefano Bonaccini, Giovanni Toti, Luigi Brugnaro, Marco Bucci, Beppe Sala, Giorgio Gori, Virginio Merola, Emilio del Bono, Sergio Giordani e Francesco Italia
Nonostante mi ripugni profondamente occuparmi di nuovo delle assurdità politiche italiane, non posso non rispondere alle calunnie con cui voi, Figli della Menzonga, avete dileggiato la Germania e l’Olanda; Paesi, a vostro dire, privi di etica e solidarietà, dove tra l’altro vivono e prosperano decine di migliaia di giovani tra i migliori della vostra nazione, al cui talento avete deciso di rinunciare in nome del capitalismo di relazione e della gerontocrazia.
Per cominciare, l’Olanda non sottrae niente a nessuno. Voi che succhiate il sangue del vostro stesso popolo, con le vostre tasse esorbitanti, voi che ingabbiate le menti più brillanti coi vostri cavilli giuridici, e studiate ogni giorno un nuovo modo di opprimere la creatività e l’imprenditorialità con la vostra insulsa burocrazia, voi dall’Olanda dovreste prendere lezioni di etica pubblica. Imparate da una nazione in cui la libertà individuale è tanto sacra quanto per voi lo sono i vitalizi ed i sussidi, come si allevano imprese di successo, in luogo delle vostre Alitalia ed Ilva. Imparate da un Paese che promuove l’inziativa e il merito nei fatti, non negli editoriali, come si forma una gioventù florida, realizzata ed assertiva, invece di mortificare quotidianamente l’ingegno e l’ambizione. Imparate da un popolo così piccolo quanto grandi, quanto più grandi di voi si può essere, se solo si punta sulla responsabilità del cittadino anzichè su divieti e balzelli. Allora forse capirete che l’Olanda non ha colpa alcuna se voi avete reso l’Italia, per chi lavora e fa impresa, un inferno da cui fuggire il prima possible.
Ancora più squallide sono le turpitudini da voi indirizzate alla Germania. Con quale sfrontatezza voi, ignari nipoti di una nazione che, pur avendo condiviso fino all’ultimo giorno gli orrori del nazismo, si compiace di alibi ed autogiustificazioni, con quale sfrontatezza richiamate alla memoria storica un popolo che invece dal 1945 ha fatto dell’espiazione dei crimini delle camicie brune la propria primaria ragione di vita? Un popolo che ha accolto e nutrito milioni di stranieri; un popolo che anche durante la grande pandemia si è ricordato di farsi carico degli ultimi; un popolo che in termini economico-finanziari ha contribuito e contribuisce quanto nessun altro all’esistenza stessa dell’Unione Europea. Da anni la Germania sopporta in doloroso silenzio i danni indottile dalle scriteriate politiche economiche italiane in termini di svalutazione della moneta, di inflazione immobiliare e decurtazione dei rendimenti. Come osate voi ora mettere a paragone i debiti reali da voi contratti per foraggiare le vostre clientele elettorali con arbitrarie riparazioni di guerra accollate settant’anni fa alla Repubblica di Bonn? – riparazioni, che peraltro la Corte di Cassazione italiana ha ignominiosamente continuato a rivendicare fino al 2004, in barba al condono di cui straparlate? Eppure dovreste ricordare che proprio su debiti di guerra italiani veri la comunità internazionale chiuse un occhio nel 1925-26 e nel 1933. Ma no. Voi non sapete nulla di tutto ciò, perché per voi la storia è uno slogan che si esaurisce in sei lettere, esattamente come il vostro europeismo fasullo è una farsa che inscenate ogniqualvolta intravedete fondi da mungere, ma di cui vi dimenticate appena ci sono doveri da ottemperare.
E così voi tacete vergognosamente di quello che l’Europa, di quello che in verità proprio Germania e Olanda hanno fatto e continuano a fare per voi mediante la BCE. EUR 100 Md. di programma SMP nel 2011 per i vostri titoli di stato; EUR 110 Md. più 90 Md. di programma LTRO nel 2012 per le banche italiane devastate dall’incapacità dei vostri compari di partito; Scudo Antispread OMT; e ora EUR 100 Md. di “Allentamento Montario Pandemico”, PEPP, ampliabili a piacere, per permettervi di far fronte agli esborsi dovuti per l’epidemia del coronavirus. Tutta liquidità iniettata gratuitamente nelle vene della moribonda economia italiana da Francoforte. Tutta moneta che vale perché a garantirla di fronte al mondo ci sono la Bundesbank e la Nederlandsche Bank; giacché varrebbe zero se a garantirla ci fossero la vostra credibilità e le vostre facce.
Cosa diavolo volete di più? Vi è già stato detto che l’Eurotower potrà incrementare senza limiti il suo interventismo sui mercati a sostegno del debito italiano. Davvero, cosa diavolo volete di più? Perché richiedete obbligazioni comunitarie, quando non c’è un bilancio comunitario per finanziarle, in quanto voi stessi non lo avete voluto? Perché pretendete un prestito dal MES senza condizioni, quando sapete che il MES è ontologicamente basato sulla condizionalità? Cosa si cela di tanto losco e sinistro nelle vostre menti da indurvi ad occultare così scelleratamente con la nostra amata bandiera blu-stellata i vostri traffici di bottega? State cercando di sviare l’attenzione dallo sfacelo sanitario della Lombardia? State cercando di canalizzare la rabbia popolare verso un bersaglio diverso da voi stessi?
Allora, ho una notizia per voi. L’Europa vera, disegnata da Adenauer, Schuman e De Gasperi, fu fondata sulla libera impresa e sul libero commercio, sul lavoro e sì anche sulla solidarietà, intesa però come valore serio, da praticare con grande rigore morale, ovvero nel rispetto dei reciproci diritti e doveri; non intesa come spoliazione opportunistica e incondizionata dei produttori di reddito. Quella nobile Europa oggi vive a Berlino, a Stoccarda e ad Amsterdam. Se voi vagheggiate un’altra Europa, basata sull’assistenzialismo e sul parassitismo, siete liberi di crearvela a vostra immagine e somiglianza. Non sentiremo la vostra mancanza come non si sente la mancanza di padri che si sono disonorati e infamati al punto da farsi rinnegare dai propri figli.
"Vendete i btp italiani, probabilmente diventeranno spazzatura". La nota della seconda banca tedesca agli investitori1 aprile 2020
https://www.huffingtonpost.it/entry/ven ... t-homepage La perdita dell’ ‘investment grade’ da parte dell’Italia è “quasi inevitabile” in quanto le misure per contrastare gli effetti del coronavirus “peggioreranno” i conti pubblici. Lo scrivono gli analisti di Commerzbank, secondo quanto riporta Bloomberg, suggerendo ai clienti di chiudere le posizioni lunghe, cioè vendere, i Btp. Per Commerzbank il rapporto debito-pil sfiorerà il 150% nel 2020 per scendere al 145% nel 2022 grazie al rimbalzo del Pil “ma questo potrebbe non bastare a prevenire un downgrade a junk”, si legge nella nota di Michael Leister, responsabile Strategia tassi della seconda banca tedesca.
“In piena emergenza coronavirus, in piena pandemia mondiale, mentre l’Italia piange oltre 10.000 morti, la Germania non solo fa muro da settimane sugli aiuti all’Italia, ma ora secondo l’autorevole agenzia internazionale Bloomberg ci attacca anche direttamente invitando a vendere i Titoli di Stato italiani tramite la seconda banca di Germania, la Commerzbank, posseduta al 15% proprio dallo Stato tedesco... Questa notizia può provocare danni economici giganteschi, il governo tedesco intervenga subito per bloccare questa follia”. Così su Facebook il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, che aggiunge: “L’Europa e gli stati europei devono essere solidali. Tutti e con tutti. Nessuno si salva da solo. Non è questa l’Europa che ci meritiamo!”.
Commerzbank ha una esposizione per circa 9,5 miliardi di euro sui titoli sovrani italiani.
Governo vittima delle proprie menzogneAlessandro Cicero
1 aprile 2020
http://www.opinione.it/politica/2020/04 ... oronabond/ Il Governo è ormai prigioniero delle stesse menzogne che va raccontando agli italiani, di una propaganda a senso unico, tesa a fare quadrato attorno al suo eroico presidente del Consiglio.
Quando eravamo ragazzini e giocavamo a pallone in oratorio, nel nostro ventaglio delle competenze ne avevamo una quasi infallibile da adottare quando l’avversario era troppo forte, tecnicamente più bravo, più prestante fisicamente, più veloce, con più fiato, si chiamava “viva il parroco” che era l’esclamazione che alcuni di noi urlavano a squarciagola nel momento in cui si applicava. Consisteva nel tirare la palla in alto al campanile o fuori dal campo, in modo rude e deciso, quando si era in difficoltà, e l’esclamazione serviva a far imbestialire l’avversario, capiva che la partita si era incanalata nel sentiero della rissa e non della tecnica e della bravura. Raramente si vinceva, tuttavia, ma talvolta si limitavano i danni.
Ma anche quando le cose andavano casualmente bene o meno peggio, c’era una regola tacita e non scritta alla quale tutti si attenevano, la consapevolezza di essere collettivamente scarsi, anche se qualche bravino c’era. Non crediamo quindi di essere stati educati alla stessa parrocchia di chi attualmente ci governa, a meno che non abbiano cambiato non solo il parroco, ma anche i principi etici su cui si regge. L’approccio, poco dibattuto e molto subito da tutti noi, sul ruolo dell’Italia verso l’Europa e viceversa, avviato dal nostro governo con la formula urlata “facciamo da soli” ci riporta alla memoria la vecchia esclamazione succitata “viva il parroco”.
E se la palla ritorna in campo, bisogna far finta di subire fallo, buttarsi a terra e dimenarsi con espressioni, anche facciali, di grande sofferenza. Che stiamo facendo con l’Europa? Battiamo i pugni sul tavolo, in modo maschio e marziale?
Alziamo la voce e ci facciamo valere? E come mai ci mandano a quel paese? Non credono al fallo in area di rigore che abbiamo invocato? Come mai? Non avranno mica imparato anche i nostri detti regionali, fra i quali spicca il napoletanissimo “chiagne e fotte”? Ma come, ci diciamo in casa, questa è un’emergenza che riguarda tutti, in modo simmetrico, ci devono ascoltare, devono fare qualcosa per noi, non fanno mai abbastanza, non esprimono solidarietà, sono egoisti, se non la smettono facciamo da soli! E ancora: servono gli Eurobond, ci devono garantire loro, in maniera incondizionata e per un tempo illimitato. Questo è l’approccio, questa è l’impostazione. Eppure il patto di stabilità è stato sospeso, l’Italia può indebitarsi per gli affari propri, sia in Italia che all’estero.
La Bce ha lanciato, dopo la marcia indietro di Christine Lagarde, un intervento di Quantitative easing diverso sia quantitativamente che qualitativamente, visto che la rigidità del vincolo di acquisto di titoli in base alla popolazione dei vari Paesi è stato superato. Ma a noi non basta, noi abbiamo i morti, in Europa devono fare di più. Sicuramente l’Europa avrebbe potuto fare di più, ma prima bisogna creare un sistema sanitario che, almeno per quanto riguarda rischi come quelli di pandemia, si muova all’unisono. Ma bisogna anche ricordarsi che questi sistemi, esattamente come i tanto invocati Eurobond, vanno finanziati e si potrebbe farlo solo attraverso una fiscalità di tipo europeo o strumenti simili, quindi attraverso una diretta o indiretta ulteriore cessione di sovranità, quantomeno di tipo economico, una contraddizione, un serpente che si morde la coda, di cui la nostra classe politica non sembra voler prendere atto.
Perché tutti dovrebbero essere così compiacenti con noi? Anche gli altri stanno male e siamo i primi a dichiararlo, la crisi è simmetrica. Però gli altri dovrebbero esprimere solidarietà nei nostri confronti, altrimenti sbattiamo i pugni e viva il parroco! E l’opinione pubblica interna è contenta stringiamoci a corte e bastardi i tedeschi, ma quella volta, li abbiamo battuti 4 a 3! Perché è stato dato così poco risalto all’aiuto concreto che ci ha dato il Governo tedesco e alla lettera di solidarietà e amicizia inviata al presidente Mattarella e agli italiani da parte del loro presidente Frank-Walter Steinmeier del 20 marzo scorso? Gli ospedali tedeschi, ben più attrezzati dei nostri quanto a numero di posti letto in terapia intensiva e con ventilatori polmonari (circa 25mila, in fase di raddoppio), hanno ricevuto circa 50 pazienti italiani, nel momento in cui la crescita dei contagi da loro era ancora in fase esponenziale.
Perché non si dice praticamente niente di tutto questo e si dà anche poco risalto agli aiuti americani, se non dopo che il loro presidente comunicatore lo scrive su Twitter, mentre si dà risalto (e non si sta dicendo che non vada bene, gli aiuti sono sempre ben accetti) solo alle attività dei cinesi, dei russi e dei cubani? Si è aggiunta l’Albania, ma è un capitolo a parte, da ascrivere ad un sentimento di amicizia erede delle politiche dei primi anni Novanta scorsi, non a tattiche di geopolitica, e merita ben altro rispetto. Casi che ci ritorneranno indietro, nostro malgrado e senza alcun dibattito parlamentare (ma forse nemmeno in Consiglio dei ministri, non è dato sapere), come una risacca di spazzatura, quando l’emergenza sarà terminata. Cerchiamo di essere pratici, servono strumenti pronti nel breve periodo e questi strumenti sono due: il Mes (Meccanismo europeo di stabilità) e il Pepp, (Pandemic Emergency Purchase Programme) della Bce. In entrambi i casi, la storia pregressa, in termini di garanzie, conta, ma viene mitigata da un insieme di meccanismi.
Conta, perché la storia economica di ciascun paese, checché ne pensino i nostri governanti pro tempore, non può essere spazzata in nome del fatto che adesso noi, poverini, abbiamo bisogno di aiuti perché siamo in difficoltà. Lo sono anche gli altri e non siamo dentro il libro cuore (che non a caso è stato scritto in Italia, in altre culture ci sono terribili orchi e dispettosi folletti), e abbiamo dimostrato, negli anni, di saper manipolare più o meno a nostro piacimento le norme economiche contenute in trattati internazionali, tanto da diventare fra i peggiori nell’utilizzo dell’azzardo morale in termini di finanza pubblica. Niente di strano che i governi stranieri, ovvero i contribuenti stranieri, chiedano garanzie. Chiunque sano di mente le chiederebbe in situazioni poco chiare. Vorremmo quindi vedere i nostri governanti cercare di far funzionare l’esistente, gli strumenti effettivi, anziché inseguirne altri che stanno nella loro testa, come gli Eurobond o i Coronabond, per definire i quali ci vuole tempo e capacità diplomatica e contrattuale internazionale.
Stendiamo un velo pietoso sull’ultima, ma ci vuole tempo, ed è maledettamente scarso per potersi riprendere, per far ripartire l’economia. Ma anche solo prendere in considerazione gli strumenti esistenti, sembra uno sforzo insormontabile, sembra più conveniente dire che “è meglio fare da soli”. E su questo concetto nascono delle epiche di rara idiozia abilmente veicolati sui social (e sarebbe interessante conoscere come nascano e come vengano propagate), le abbiamo ricevute tutti, racconti di un nonno che nel 2050 racconta al nipote come le altre nazioni cattive ci abbiano costretto a “fare da soli”, come abbiamo sottoscritto da soli un prestito da 500 miliardi e altre amenità del genere e alla fine eravamo la nazione che stava meglio. Un ennesimo capitolo del libro cuore al quale moltissimi vogliono credere, parte della classe politica compresa.
Una certa parte della classe politica, dando segno di profondo analfabetismo finanziario, sostiene che l’Italia non solo non debba utilizzare il Mes, meccanismo che, occorre precisarlo, consente di minimizzare gli interessi sul debito a fronte di garanzie, ma dovrebbe ritirare i soldi già versati. Attualmente l’Italia ha versato fra i 13 e i 14 miliardi. A fronte di un contenimento degli interessi sul debito, un aumento dello spread, su debito emesso in modo diretto fino ai 200-250 miliardi che attualmente si dichiara essere fabbisogno necessario per questa crisi, equivarrebbero ad uno o due mesi di maggiori interessi che andremo a pagare su un mercato libero dei capitali, senza contare eventuali downgrading delle agenzie di rating che ci metterebbero definitivamente nelle condizioni di Argentina o Venezuela. Ma il Governo è ormai prigioniero. Prigioniero delle stesse menzogne che va raccontando agli italiani, di una propaganda a senso unico, tesa a fare quadrato attorno al suo eroico presidente del Consiglio, contro tutti i nemici del Nord Europa. E noi, popolo, imprenditori, aziende, lavoratori, sembriamo destinati a morire in nome del nostro avvocato presidente. Presidente, visto che ci sta condannando a soccombere per Lei, ci faccia la cortesia: risponda almeno a queste semplici domandine:
1) Avendo emanato la “Delibera del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020”, con la quale ha dichiarato, “per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”, ritiene che le azioni da Lei messe in campo nelle settimane successive siano state sufficienti, o almeno funzionali al contenimento di questa emergenza internazionale o non ha per caso deliberato come atto dovuto, sottovalutando il fenomeno stesso?
2) Perché, data l’emergenza, il fatto che i primi focolai di contagio fossero estremamente localizzati e che da più parti (nel settore medico) si stesse avvisando il Governo sulla crisi cui sarebbero inevitabilmente andate incontro le strutture sanitarie in assenza di un intervento immediato, non ha predisposto risorse e mezzi, concentrandoli sui focolai, consentendo di effettuare il massimo sforzo per cercare di circoscrivere il fenomeno in modo da renderlo gestibile e, al contempo tenere aperte la attività produttive nelle altre regioni italiane?
3) Perché, relativamente al tema ella disponibilità di mascherine, altri dispositivi di protezione individuale, ventilatori per gli ospedali, non ha proceduto all’utilizzo di strumenti persuasivi o coercitivi nei confronti di aziende produttrici, in modo che questi dispositivi e strumenti fossero messi a disposizione in tempi brevi e utili alla gestione della crisi e ha invece usato lo strumento delle gare Consip, generando ulteriori ritardi di tipo burocratico?
4) Perché non ha chiesto immediatamente alle Forze Armate di allestire in tempi brevissimi e con criteri di potenziale mobilità delle strutture, ospedali da campo per questa necessità, quando ogni italiano sa che il nostro Esercito è perfettamente in grado di operare in tal senso, visto che lo fa ordinariamente in veste di forza di pace in zone di guerra?
5) Perché non ha reso immediatamente disponibili in conto corrente risorse monetarie ai cittadini e alle imprese, sulla base di criteri semplici e facilmente verificabili posteriormente in caso di abusi, ma ha scelto procedure burocratiche tortuose, inevitabilmente destinate a generare ulteriori ritardi, sofferenze e rinunce a riaprire attività produttive alla fine di questo percorso?
6) Perché, dato l’impegno da parte della Bce, di acquistare titoli del debito italiano fino ad un importo di 220 miliardi, non ha intanto iniziato ad attingere da questa fonte, peraltro calmierata quanto ad interessi, voce enorme del nostro debito pubblico, per alleviare la situazione economica italiana, ingaggiando un duello polemico tanto sterile, quanto burocraticamente complesso e certamente lungo nei tempi, con altre istituzioni europee su fantomatici Coronabond?
7) È vero che superando la Sua vera, o presunta, iniziale ritrosia, sta fondando un proprio partito o movimento politico con cui candidarsi direttamente o sta mettendo a capo di uno già esistente?
Da Lucio Chiavegato :Ogni giorno che passa vedo gente sclerare sempre di più.
Prima c'erano i nemici francesi e allora non compriamo francese, poi i nemici tedeschi e giù di embargo ai loro prodotti. Oggi tutti a bruciare la bandiera europea. Fate ridere, soprattutto i Veneti che corrono dietro a queste iniziative che.poi durano forse tre giorni.
Se non vi mettete in testa e soprattutto non studiate un po' di storia Veneta, continuerete a fare queste tristi figure.
Passiamo ai tanti odiati tedeschi.
Volete fare l'embargo ai loro prodotti?
Fatelo pure ma ricordate che i loro e nostri prodotti viaggiano al 80% su camion tedeschi Mercedes, Man, o commerciale Volkswagen, Ford, Opel o olandesi DAF, o svedesi SCANIA VOLVO.
E poi voi con che auto comprate i vostri prodotti itaGliani? Audi, Volkswagen, Mercedes, Opel, Ford, Skoda, Seat la proprietà è tedesca.
I cattivi tedeschi poi, ogni anno riempiono il Lago di Garda, le città Venete, la costa adriatica, le montagne. Lo avevate scordato?
Cioè non comprate i loro marchi ma volete che loro spendano da noi?
Io credo dobbiate individuare meglio il vostro nemico che è molto più vicino a SUD del Veneto.
Si chiama itaGlia e la sua capitale è romaladrona.
Dal 1866 ci spenna e si fa vivo solo nelle disgrazie.
Guerre, terremoti, sciagure, ed oggi epidemia.
Le uniche gioie sono state le finali di calcio mondiale.
E poi dove sta il vostro orgoglio itaGliano?
Ma se ogni giorno inveite contro il vostro aguzzino che ci tassa al 70%, che ci indica come evasori, ubriaconi, ignoranti che ci fa comandare da parassiti itaGliani, sarà colpa dei tedeschi?
Ah si i tedeschi, olandesi e c. ci devono aiutare.
Scusate ma voi, al posto loro, aiutereste un paese, ora passo dal Veneto alla itaGlia, che per 20 anni ha mandato a Bruxelles le Ive Zanicche, vallette, incapaci senza lavoro ed assenteisti che mai hanno prodotto progetti e non sono stati capaci nemmeno di portare a casa gli stanziamenti loro assegnati perché non hanno presentato i progetti? Oppure hanno portato a casa i soldi e se li sono fregati per i cazzi loro?
Sono decenni che paghiamo multe solo perché la classe politica itaGliana se ne è fregata come voi.
Le sovvenzioni europee sono state distribuite dai politici, TUTTI, ai loro amici.
I politici itaGliani Europarlamentari hanno gli stipendi più alti, non partecipano e fanno pure gli sboroni.
Politici che voi avete votato magari perché vi permettevano di cacciare un uccello!
Ma state zitti, branco di caproni.
Ve ne siete fregati per 40 anni della politica, avete votato per slogan, non sapete nulla del minimo funzionamento della macchina burocratica, avete messo la testa nella sabbia o vi siete interessati ai cazzacci vostri perché a protestare contro Monti, Prodi, la burocrazia , le banche, le ispezioni fiscali, sanitarie ecc. erano i soliti matti.
Ma fatevi il piacere, state a casa, non rompete il cazxo.
Godetevi la quarantena da itaGliani esponendo la bandiera del vostro aguzzino e cantate il più brutto inno nazionale che esista che vi dice pure che siete schiavi e pronti alla morte.
E volete che l'Europa del nord non si sia rotta i coglioni di noi?
Non preoccupatevi, ce li daranno i soldi non perché ce li meritiamo, ma per compassione.
PS: foto del 2014 Monti a Verona e in 50 a protestare contro la sua politica fiscale. Voi dov'eravate?
TUTTO QUELLO CHE HA FATTO L’EUROPA NELL’EMERGENZA, SENZA CHE CE NE ACCORGESSIMOAndrea FioraCanti – L’Inkiesta
2 aprile 2020
https://www.facebook.com/groups/2521384 ... 970174494/Politici, giornalisti e pensatori nostrani attaccano i Paesi Bassi e la Germania perché non accettano di finanziare i coronabond, ma chiamano questi due Paesi “Europa” e gli italiani si confondono. L’Unione europea “sporca brutta e cattiva” è il capro espiatorio perfetto in questa emergenza del coronavirus dove i bollettini giornalieri, l’inflazione di notizie e l’incerto rapporto tra causa ed effetto fanno dimenticare in fretta i provvedimenti presi. Eppure a guardar bene i due aiuti più concreti per l’Italia sono arrivati dalle istituzioni europee. Prima la
Commissione Ue ha sospeso il Patto di Stabilità, poi la Banca centrale europea ha approvato il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp), un piano di acquisto di titoli di Stato da 750 miliardi di euro.
A ben guardare il vero stallo è dovuto alle scelte dei partiti di governo di alcuni stati nazionali e non dall’istituzione europea in sé. A ricordarlo è un documento prodotto dall’eurocommissione che si fa i complimenti da sola, visto che nell’agone vengono rinfacciate le mancanze, che ci sono, senza però ricordare i meriti. Lo stesso ha fatto il portavoce del Parlamento europeo, lo spagnolo Jaume Duch con un video in italiano.
Dall’inizio dell’epidemia, il meccanismo di protezione civile dell’Ue ha cofinanziato per il 75% i 25 voli di rimpatrio che hanno portato 4.020 cittadini dell’Unione europea a casa. Il 30% dei passeggeri rimpatriati erano dei cittadini che avevano una nazionalità diversa dal Paese che ha organizzato il ritorno a casa. Tradotto: la solidarietà tra Paesi c’è stata grazie al coordinamento europeo. Non hanno fatto tanto notizia i 47,5 milioni di euro che la Commissione europea ha aiutato a raccogliere tra finanziamenti pubblici e privati per sostenere 17 progetti di ricerca sui vaccini anti coronavirus, svolti da 136 gruppi di ricerca in tutta Europa. A cui si aggiungono i 90 milioni di euro per l’iniziativa di innovazione medica (Imi) con l’industria farmaceutica. Non solo, l’Unione europea ha messo a disposizione 164 milioni di euro per Start-Up e imprese tecnologiche per realizzare progetti innovativi in risposta alla pandemia.
La Commissione ha offerto anche un prestito di 80 milioni di euro a CureVac, la società biofarmaceutica tedesca con sede a Tubinga che sviluppa terapie basate sull’RNA messaggero. Un’azione rilevante visto che l’amministrazione Trump aveva offerto all’azienda di trasferire la ricerca del vaccino anti coronavirus negli Stati Uniti per far avere agli americani l’accesso esclusivo agli eventuali risultati. Un atto di sovranismo europeo.
Non tutti sanno che gli Stati decidono in autonomia sulla sanità perché in questi decenni hanno scelto di non cedere sovranità all’Unione su questo fronte. I trattati europei permettono poco a Bruxelles, al massimo di sostenere, coordinare o completare l’azione dei Paesi membri. Ed è quello che sta facendo la commissaria Ue per la Salute Stella Kyriakides che ogni giorno in videoconferenza, fa il punto della situazione coi 27 ministri nazionali della Salute e degli Interni. Non sono banali chiacchierate, ma importanti incontri per decidere gli appalti congiunti per le forniture urgenti, per esempio. Come ha ricordato la commissaria in un’intervista a Repubblica le «decisioni di un governo impattano sui partner».
I limiti del coordinamento non hanno impedito all’agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) con sede a Stoccolma, di fornire alle autorità nazionali linee guida, dati, analisi del rischio e raccomandazioni riguardo all’emergenza coronavirus. Fin da gennaio i dipendenti dell’agenzia hanno collaborato con le autorità italiane elaborando delle linee guida essenziali per gli ospedali italiani. La Commissione Ue ha formato una task force di esperti composto da epidemiologi e virologi provenienti da diversi Stati membri, tra cui anche l’Italia per tracciare linee guida per tutti i 27 Paesi dell’Ue e delineare misure di gestione del rischio basate su dati scientifici. Di questa squadra fa parte Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
Un lavoro decisivo è stato quello del team del commissario europeo al mercato unico Thierry Breton che fin dal primo giorno ha lavorato per individuare le capacità di produzione in relazione ai bisogni di ciascuno dei 27 Paesi. Facile a dirsi, Faticosissimo a farsi. Una volta compreso che la produzione interna di materiale non sarebbe bastata, la Commissione ha preso contatti con la Cina per l’invio di materiale in Europa e creato una rete di contatti con industrie tessili e imprese del settore del Continente per creare una filiera europea per la produzione di mascherine e ventilatori. Non un’impresa semplice visto che i macchinari, le materie prime e il personale con il know how per creare il materiale sanitario non si trovano nello stesso Paese.
Non prenderà le prime pagine dei giornali ma si è rivelato prezioso il lavoro del commissario Breton per far circolare i prodotti sanitari che non seguono gli standard europei ma che proteggono in modo equivalente il personale sanitario e i comuni cittadini dall’infezione senza metterne a rischio la salute. Superando la burocrazia, la Commissione non ne ha impedito l’acquisto e da due settimane ha adottato delle linee guida per i 27 Stati su come mettere in pratica questo principio base.
Poi c’è stato il lavoro più pesante: togliere i divieti di esportazione del materiale sanitario imposti dai vari Stati nazionali. Se Francia e Germania a metà marzo hanno sbloccato le esportazioni di mascherine verso l’Italia, nel momento più critico, è stato grazie alla pressione continua del commissario Breton che ha lavorato di concerto con il ministero dello Sviluppo economico italiano. La Francia voleva combattere la speculazione e riservare le mascherine al suo personale medico, ai ricercatori nei laboratori e ai malati. La Germania, invece, pur non vietando l’esportazione non aveva impedito ai propri cittadini di comprarle per costituire delle riserve. Grazie all’intervento della Commissione i due Paesi non hanno impedito l’export. A ruota, grazie a Bruxelles, anche Repubblica ceca, Slovacchia e Bulgaria hanno eliminato i divieti verso l’Italia. L’unica rimane la Polonia che forse insiste per ragioni elettorali.
Non saranno i duemila miliardi approvati dal Congresso Usa, ma il Parlamento europeo ha approvato un piano da oltre 37 miliardi di euro per finanziare i sistemi sanitari, le piccole e medie imprese e le parti più vulnerabili delle economie europee colpite dal coronavirus. A questi si aggiungono i 40 miliardi di euro che la Banca europea degli investimenti mobiliterà per le piccole e medie imprese tra prestiti ponte e sospensione di rimborsi di credito.
Si è parlato poco di “rescEu”, una piattaforma creata dalla Commissione Ue nel 2019 che da inizio aprile si occuperà di creare la prima riserva comune europea di attrezzature mediche di emergenza destinate alla terapia intensiva. Bruxelles ha stanziato 50 milioni per l’acquisto di ventilatori, dispositivi di protezione individuale come le mascherine riutilizzabili, eventuali vaccini e sostanze terapeutiche. Ma c’è un problema. La Commissione finanzierà il 100% della scorta, che sarà immagazzinata in uno o più Stati membri. Ma saranno gli Stati ospitanti gli unici responsabili dell’acquisto delle attrezzature e il rischio è che le tensioni nazionali e le rivalità su chi debba occuparsene portino a uno stallo e una mancanza di solidarietà.
Sarà facile a quel punto incolpare la Commissione che ci metterà solo, si fa per dire, i finanziamenti e con il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze gestirà la distribuzione delle attrezzature per garantire che siano inviate rapidamente dove sono più necessarie. Il 27 marzo la Commissione ha proposto di destinare altri 30 milioni di euro alla prima scorta rescEU. Il bilancio totale salirebbe a 80 milioni di euro, ma bisognerà velocizzare le operazioni perché neanche i primi 40 milioni sono stati ancora mobilitati. Lì sì che bisognerà criticare Bruxelles se la risposta non sarà veloce. In attesa di sapere cosa faranno gli Stati nazionali con i coronabond.