Solidarietà economica al tempo della crisi da coronavirus

Solidarietà economica al tempo della crisi da coronavirus

Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 1:38 pm

Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 1:52 pm

Il Italia la prima solidarietà deve venire tra gli italiani e solo dopo si può chiedere e pretendere quella tra europei, cittadini della UE.

Gli italiani debbono dimostrare all'Europa di aver fatto tutto il possibile di loro spettanza, competenza e responsabilità per attenuare o risolvere la crisi economica; sicuramente se non facessero ciò non avrebbero alcun diritto di chiedere solidarietà all'Europa e sacrifici agli altri europei; per pretendere dagli altri bisogna sempre dare il buon esempio.
Chi non è capace di assumersi le proprie responsabilità non ha alcun diritto di chiedere agli altri di fare dei sacrifici per lui.


L''Italia prima di chiedere aiuto agli altri, all'Europa e agli altri stati europei più ricchi,

deve ridurre tutte le criminali alte paghe dei dirigenti pubblici e del para stato,
deve ridurre le immonde pensioni d'oro e d'argento,
deve ridurre gli scandalosi compensi dei politici e dei magistrati a cominciare dalla Corte Costituzionale,
deve eliminare le immonde spese per i parassiti cronici delinquenziali,
deve eliminare gli sprechi e il sottobosco della corruzione,
...
poi deve attingere ai risparmi e ai patrimoni dei cittadini a partire da una certa soglia specialmente in quelli che sono stati realizzati alimentando il debito pubblico,
poi deve vendere il vendibile dei suoi patrimoni pubblici e/o darli in garanzia per ulteriori debiti, come se occorre deve dare in garanzia anche i patrimoni dei cittadini italiani.
Solo dopo aver fatto tutto ciò può avere i diritto di chiedere la solidarietà a fondo perduto di chi in Europa ha di più.
I debiti si pagano anche con i sacrifici, con forti sacrifici che debbono essere fatti innanzitutto da chi ha beneficiato dei debiti stessi e non certo da chi ha concesso i prestiti specialmente se prestatori non italiani.
No a chi vuole far saltare il banco per non pagare i debiti e no a chi vuole vivere a spese degli altri!


L'Italia può salvarsi razionando le risorse attingendo ai risparmi e ai patrimoni dei suoi cittadini, sia per sostenersi durante la crisi sia per riprenderi dopo la crisi sia per ridurre il debito pubblico e portarlo a livelli sostenibili. Non occorre l'aiuto USA o di altri. Molti beni pubblici e privati, mobili e immobili debbono necessariamente e giustamente essere dati in garanzia per eventuali prestiti internazionali sia UE che USA. Poi tutti i cittadini italiani debbono tirare la cinghia e fare con meno di quello con cui erano abituati, specialmente i parassiti e i privilegiati senza merito.


E come si dovrebbe manifestare questa solidarietà tra i italiani? 1 provvedimenti sanitari

Beh innanzi tutto con comportamenti politici e civili adeguati alle necessità contingenti, cosa che mi pare il governo italiano non abbia doverosamente e puntualmente fatto e che una buona parte del paese ha stentato a fare e a condividere in campo sanitario e civile per arginare e ridurre il contagio.
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Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 1:52 pm

COVID-19, NESSUNA EMERGENZA SI SUPERA GRATUITAMENTE
di MATTEO CORSINI
29 marzo 2020

https://www.miglioverde.eu/covid-19-nes ... uitamente/

In questi giorni di emergenza da Covid-19, non è raro sentire appelli alle forze politiche per mettere da parte le divisioni e collaborare “per il bene del Paese”. Non mi ha stupito che l’argomento su cui tradizionalmente c’è stata meno discordia sia quello dei soldi da spendere in deficit da parte del governo. Uno potrebbe dire: ma come, anche di fronte alla situazione attuale sei contrario all’aumento del deficit?
Purtroppo ci si trova in braghe di tela ad affrontare questa situazione perché, anche quando l’emergenza Covid-19 non c’era, l’unica ricetta che chiunque chiede il voto agli italiani sa proporre consiste nel deficit spending.
Ora, non voglio sembrare cinico o insensibile, ma credo che dovrebbero essere lette con preoccupazione le dichiarazioni (a ruota libera) di maggioranza e opposizione (oltre ai già commentati interventi restrittivi della libertà individuale adottati a getto continuo dal governo). Per esempio, ecco Vito Crimi del M5S, in merito al limite del rapporto tra deficit e Pil:
“Non ci dovrebbe essere più il concetto di tetto, la situazione è talmente straordinaria che non è più possibile parlare di numeretti, bisogna stanziare quello che serve. Noi usciremo presto da questa situazione e daremo agli altri Paese d’Europa la linea da seguire.”
A seguire, Matteo Salvini, alla domanda se ci siano i 50 miliardi che dice sia necessario spendere:
“Hai voglia. Noi non chiediamo i 300 miliardi che usò la Germania per salvare le sue banche, ma gli italiani devono essere garantiti.”
Purtroppo la realtà non cambia: le spese che uno Stato si può permettere non sono niente altro che tasse. I sognatori della via alla prosperità a mezzo deficit pare considerino il fatto di non tassare subito come se non si dovesse tassare mai. Ma ogni euro di deficit in più oggi corrisponderà a un euro di tasse (più interessi) in un futuro che, per quanto si cerchi di calciarlo in avanti, prima o poi arriverà.
Non nego l’emergenza, tanto sanitaria quanto economica. Credo però che si debba essere consapevoli e non si debba illudere nessuno che quello che si spende oggi sia un pasto gratis.
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Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 1:54 pm

Ora Harvard boccia l'Italia: "Così i politici hanno sottovalutato il virus"
Alessandra Benignetti - Lun, 30/03/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/or ... 47881.html

L'Harvard Business Review, la rivista scientifica del celebre ateneo americano, boccia il "modello Italia". Dalla sottovalutazione del rischio, alle misure graduali e frammentate: ecco tutti gli errori del governo Conte

Altro che “modello Italia”. Ora la Harvard Business Review, la rivista scientifica dell’omonimo ateneo statunitense, mette in guardia i politici europei ed americani e gli chiede di guardare al nostro Paese per capire quali sono gli errori da non commettere nell’affrontare l’emergenza coronavirus.

Ed eccole le pecche del sistema italiano: sottovalutazione del rischio, frammentazione delle misure e delle risposte alla crisi. "Sfortuna" a parte, gli analisti di Harvard rimproverano al governo italiano di aver preso inizialmente sottogamba l’epidemia che sarebbe esplosa di lì a poco investendo il Paese come uno tsunami. Nonostante ci fosse l’esperienza cinese ad indicare la strada da percorrere, sottolineano gli esperti, c’è stato un "fallimento sistematico di assorbire ed agire sulla base delle informazioni esistenti in modo rapido ed efficace".

I rischi sottovalutati

Il meccanismo psicologico che è scattato lo scorso febbraio, secondo gli analisti, è stato quello di cogliere soltanto le informazioni "che confermano il nostro modo di vedere le cose o le nostre ipotesi iniziali". Insomma, le campagne pubbliche per dire no al razzismo, gli aperitivi, "Milano non si ferma", per Harvard sono state iniziative inopportune e non hanno fatto altro che spianare la strada al virus. Gli studiosi denunciano "lo scetticismo" sia da parte delle persone, sia da parte dei politici, "nonostante diversi scienziati continuavano a mettere in guardia sulla potenziale catastrofe".

"A fine febbraio I politici italiani si stringevano le mani a Milano per sottolineare che non c’erano rischi e che l’economia non doveva fermarsi per via del virus, una settimana dopo uno di loro era positivo al Covid-19", si legge nell’articolo. Nel caso di una minaccia di questo tipo, al contrario, il tempismo "nell’interpretare rapidamente cosa sta accadendo" è fondamentale.

Le misure graduali

La seconda lezione che insegna la reazione italiana alla pandemia è "l’importanza di avere un approccio sistematico ed evitare soluzioni parziali". Secondo gli esperti i decreti del premier Giuseppe Conte, che hanno imposto una serie di progressive restrizioni, settimana per settimana, sono arrivati in ritardo rispetto alla crescita esponenziale del virus. Per dirla con le parole dei professori del celebre ateneo americano: "L’Italia ha seguito la diffusione del virus, piuttosto che prevenirla".

Inoltre, l’approccio graduale di Palazzo Chigi, notano ad Harvard, avrebbe"inavvertitamente facilitato la diffusione". L’iniziale chiusura delle province del Nord, infatti, ha provocato la fuga di massa nel resto d’Italia, dicono gli esperti. Al contrario, scrivono, "una risposta efficace ha bisogno di essere sviluppata con un sistema di azioni coerenti adottate simultaneamente", come è successo in Cina ed in Corea del Sud.

La frammentazione delle risposte

Non solo, ad Harvard sottolineano come il governo abbia ignorato anche gli esempi virtuosi che aveva in casa. Il caso di studio è quello dell’approccio differente in Lombardia e Veneto. Nella regione del Nord Est è stato adottato "un approccio molto più proattivo al contenimento del virus", con una strategia più ampia che ha portato ad una riduzione del numero dei contagi. È il caso, ad esempio dell’estensione dei test anche agli asintomatici.

Per gli analisti di Harvard il governo avrebbe dovuto tenere conto di queste intuizioni per aggiornare la strategia nelle altre regioni e a livello centrale. Ma questo, sottolineano, è stato fatto soltanto pochi giorni fa. E infine il problema della raccolta dei dati, altro punto debole della strategia italiana. All’inizio ci sono state poche informazioni, e ora sono poco precise.

Insomma la lezione che secondo Harvard bisogna imparare dall’Italia è che "non c’è tempo da perdere, dato l’avanzamento esponenziale del virus". E la seconda è che per vincere la battaglia contro il Covid-19 serve "una mobilitazione da guerra sia in termini di risorse umane che di risorse economiche".
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Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 1:56 pm

E come si dovrebbe manifestare questa solidarietà tra i italiani?



1 provvedimenti sanitari

Beh innanzi tutto con comportamenti politici e civili adeguati alle necessità contingenti, cosa che mi pare il governo italiano non abbia doverosamente e puntualmente fatto e che una buona parte del paese ha stentato a fare e a condividere in campo sanitario e civile per arginare e ridurre il contagio.


2 provvedimenti economici e finanziari con razionalizzazione delle risorse pubbliche e private.

Innanzi tutto per far fronte alla crisi economica da paralisi dell'economia per ridurre la diffusione del corona virus e la relativa alta mortalità,
bisognerebbe ricorrere sia al risparmio pubblico sia a quello privato, lasciando per ultimo il ricorso all'indebitamento o prestito presso gli italiani, gli europei e il Mondo e prima di chiedere un eventuale aiuto alle tasche degli altri cittadini europei e la strada del prestito della solidarietà UE (anch'essa in crisi per la crisi degli stati europei).
Il risparmio pubblico si dovrebbe realizzare attraverso prima la riduzione dei compensi di tutti i dipendenti pubblici e para pubblici (tra cui anche i politici) in misura proporzionale a quanto ricevono, riduzione da farsi oltre la soglia minima del compenso ritenuta indispensabile per vivere;
poi attraverso l'eliminazione di tutti gli sprechi e di tutti i parassitismi legati alla spesa pubblica.


Poi bisognerebbe attingere ai risparmi e ai patrimoni privati nella misura necessaria e in modo proporzionale e sempre al di sopra di una soglia minima uguale per tutti:

Il risparmio degli italiani (parte di questo è stato realizzato attraverso il debito pubblico)
Nei momenti di crisi si deve attingere alle proprie risorse e non a quelle degli altri:
https://www.panorama.it/news/economia/r ... stat-soldi




Razionalizzazione e compensazione tra privati cittadini e tra questi e lo stato.




Caro Zaia se vuoi far bella e buona figura e acquisire credibilità tagliati il compenso del 50% e proponi che tutti i consiglieri regionali e i parlamentari della Lega facciano altrettanto.

Poi caro Zaia evita di fare la brutta figura che fa Salvini, evita di dare la colpa alla Germania, usandola come capro espiatorio; i problemi dell'Italia sono stati causati dagli italiani e non dai tedeschi. Il debito pubblico italiano lo hanno fatto gli italiani irresponsabili e non i tedeschi.

Zaia: Europa assente Germania competitiva

https://m.tgpadova.it/pages/880352//att ... itiva.html

"L'Europa è scandalosamente e maledettamente assente": l'accusa viene dal presidente del Veneto Luca Zaia. "Sono europeista - aggiunge - ma trovo ancora di più vergognoso che si diffondano quei video di leader europei che dicono 'Forza Italia. Avanti così. Vi vogliamo come prima'". Zaia aggiunge: "dovete darci soldi, i video motivazionali non ci servono più. L'Europa non può accettare che ci sia un Paese che stanzia 550 miliardi - ripete alludendo alla Germania - e un Paese che ne stanzia 25". "Non sto facendo critiche, dico che è una sperequazione europea che non può esistere - conclude -. Vuol dire che ci sarà un nuovo mercato europeo finita questa crisi".

E ha aggiunto: "La mia preoccupazione oltre ad essere sanitaria è anche economica: la Germania stanzia 550 miliardi, gli Stati Uniti 1.000 miliardi". Lo ricorda il governatore del Veneto Luca Zaia sottolineando che oggi "quindi siamo davanti ad un partner europeo che il giorno che apriamo i blocchi di partenza non trova macerie nella sua economia, trova aziende super performanti mantenute in vita". "C'è il pericolo di avere un Paese con più competitività su tutti gli altri finita l'emergenza - osserva -. Se è stato deciso che dobbiamo fare i coloni o i mezzadri di qualcun altro si sbagliano".
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Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 7:54 pm

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Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 7:55 pm

???
Prestiti a famiglie e a imprese garantiti dallo Sato, a tasso zero restituibili in 30 anni.
Danilo Toninelli
31 marzo 2020

https://www.facebook.com/danilotoninell ... 757039583/

Serve immediata liquidità per chi oggi è in difficoltà, per questo il Movimento 5 Stelle sta lavorando ad un sistema di prestiti garantiti al 100% dallo Stato, fino a 10.000 € per le famiglie e fino a 250.000 € per le partite iva e le imprese. Vi spiego tutto in questo video!

Alberto Pento
Il taglio drastico obbligatorio e non volontario degli alti compensi degli statali e dei para statali, compresi magistrati, militari e politici di ogni ordine e grado mi pare sensato e doveroso.
Quella del prestito è una opzione che potrebbe andare bene ma che dovrebbe coesistere con un prelievo di solidarietà generale nei risparmi e nei patrimoni di tutti gli italiani sopra una certa soglia.
Inoltre vi dovrebbe essere un abbassamento di tutti prezzi dei beni di prima necessità compresi gli affitti e di quelli fondamentali come la casa, nonché una sospensione e una riduzione delle imposte per chi ha perso il lavoro o che gli si è ridotto, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi e gli imprenditori.




Casini, sono favorevole ad una patrimoniale per far fronte all'emergenza

Agenzia ANSA
2 aprile 2020

https://www.ansa.it/sito/notizie/politi ... de682.html

"Sono d'accordo sul fatto che chi più ha, più deve dare ….. Se a me chiedono di pagare una patrimoniale io lo faccio, credo sia giusto. Chi più ha, più deve dare. Si tratta di un criterio di giusta proporzionalità". Ad affermarlo, durante la trasmissione 'Agorà', è il senatore Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, eletto con il Pd e ora iscritto al Gruppo Misto al Senato, parlando su come far fronte all'emergenza coronavirus.


Il veneto Leonardo Del Vecchio

Dopo aver donato 10 milioni di euro per l’emergenza coronavirus, questo eccezionale italiano qual è Leonardo Del Vecchio oggi fa qualcosa di davvero straordinario: annuncia oggi un “pacchetto” di iniziative che rende La Luxottica un unicum nel panorama italiano.

https://www.facebook.com/IsraelAkshav/p ... 2824988822

Come prima cosa, la sua azienda integrerà infatti al 100% lo stipendio dei dipendenti in cassa integrazione. E parliamo di 10mila persone. Perché nessuno tra i dipendenti dovrà rimanere indietro. Poi, riconoscerà un bonus di 500 euro a chi sta invece ancora lavorando, come premio e incentivo.

Ma c'è anche di più. Sapete infatti in che modo integrerà cassa integrazione e darà bonus ai lavoratori? Con un gesto di straordinaria solidarietà: tutto il gruppo dirigente dell’azienda si ridurrà lo stipendio del 50%. A partire dall’amministratore delegato del gruppo Francesco Milieri. Così si integreranno i fondi necessari.

Un qualcosa di davvero unico, eccezionale.
Di un’azienda eccezionale fondata da un uomo grande uomo.

Questa è l’Italia di cui essere orgogliosi.
Davvero tanto, tanto orgogliosi.
Perché è quell'Italia che non lascia indietro nessuno.
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Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 8:04 pm

Assolutamente da evitare la demenzialità criminale della demonizzazione altrui, ieri degli ebrei e oggi della Germania, usandoli come capro espiatorio con la falsa e strumentale accusa di ogni sorta di nefandezze e di malvagità, per scaricare tensioni socio-poitiche inteerne, e magari depredarli con i pogrom o con guerre di aggressione e ricatti vari.

Le demenziali accuse degli italiani alla Germania di aver provocato le due guerre mondiali, quando la stessa Italia era alleata della Germania in ambo le guerre.

Poi sulla responsabilità della Prima guerra mondiale queste non sono certo solo della Germania:
Le cause della prima guerra mondiale voluta anche dall'Italia prima come alleata poi neutrale e poi nemica dell'Austria e della Germania
https://www.youtube.com/watch?v=cxEpwH1iFD4
Anche nella seconda guerra mondiale l'Italia fu alleata della Germania.


L'Europa, la Germania e i paesi nordici non hanno alcuna colpa della crisi economica italiana da coronavirus che amplifica solo la storica crisi propria dell'Italia, ed è del tutto demenziale e criminale alimentare sia il complottismo bancario, sia ipotetiche e assurde responsabilità tedesche sia usare il nazionalismo italiano che copre le profonde magagne italiane, demonizzando la Germania e usandola come capro espiatorio.
L'unica possibilità in Italia per superare la crisi sono la messa in comune e il razionamento delle risorse e i sacrifici da parte di tutti, ovviamente in misura proporzionale alle possibilità di ognuno, e solo dopo caso mai si potrebbe chiedere l'intervento solidale europeo.

Una persona seria e responsabile dovrebbe ricordare che il debito pubblico che grava sulle spalle degli italiani e che li soffoca non l'hanno fatto gli europei o i tedeschi ma gli italiani stessi e quindi non è colpa della UE o della BCE se l'Italia non può ottenere più di tanti soldi in prestito dalla BCE che deve rispondere a tutti i cittadini dell'Europa di quello che fa e dei soldi che presta.
Prima gli italiani debbono aiutarsi da soli, razionando le risorse, eliminando gli sprechi, i privili, la corruzione, il parassitismo, il mafiosismo, e poi attingendo al patrimonio pubblico e infine ai risparmi e ai patrimoni dei citadini specialmente di quelli che se li sono fatti grazie al debito pubblico.
Razionare le risorse, ridurre le spese, i privilegi, i compensi e le pensioni d'oro e d'argento, gli spechi e attingere ai risparmi e ai patrimoni personali di chi ha di più, poi l'aiuto europeo.



Controlettera sui "coronabond" | Immoderati
Dario Bortoluzzi
1 aprile 2020

https://www.immoderati.it/controlettera-sui-coronabond/


A Carlo Calenda, Stefano Bonaccini, Giovanni Toti, Luigi Brugnaro, Marco Bucci, Beppe Sala, Giorgio Gori, Virginio Merola, Emilio del Bono, Sergio Giordani e Francesco Italia

Nonostante mi ripugni profondamente occuparmi di nuovo delle assurdità politiche italiane, non posso non rispondere alle calunnie con cui voi, Figli della Menzonga, avete dileggiato la Germania e l’Olanda; Paesi, a vostro dire, privi di etica e solidarietà, dove tra l’altro vivono e prosperano decine di migliaia di giovani tra i migliori della vostra nazione, al cui talento avete deciso di rinunciare in nome del capitalismo di relazione e della gerontocrazia.

Per cominciare, l’Olanda non sottrae niente a nessuno. Voi che succhiate il sangue del vostro stesso popolo, con le vostre tasse esorbitanti, voi che ingabbiate le menti più brillanti coi vostri cavilli giuridici, e studiate ogni giorno un nuovo modo di opprimere la creatività e l’imprenditorialità con la vostra insulsa burocrazia, voi dall’Olanda dovreste prendere lezioni di etica pubblica. Imparate da una nazione in cui la libertà individuale è tanto sacra quanto per voi lo sono i vitalizi ed i sussidi, come si allevano imprese di successo, in luogo delle vostre Alitalia ed Ilva. Imparate da un Paese che promuove l’inziativa e il merito nei fatti, non negli editoriali, come si forma una gioventù florida, realizzata ed assertiva, invece di mortificare quotidianamente l’ingegno e l’ambizione. Imparate da un popolo così piccolo quanto grandi, quanto più grandi di voi si può essere, se solo si punta sulla responsabilità del cittadino anzichè su divieti e balzelli. Allora forse capirete che l’Olanda non ha colpa alcuna se voi avete reso l’Italia, per chi lavora e fa impresa, un inferno da cui fuggire il prima possible.

Ancora più squallide sono le turpitudini da voi indirizzate alla Germania. Con quale sfrontatezza voi, ignari nipoti di una nazione che, pur avendo condiviso fino all’ultimo giorno gli orrori del nazismo, si compiace di alibi ed autogiustificazioni, con quale sfrontatezza richiamate alla memoria storica un popolo che invece dal 1945 ha fatto dell’espiazione dei crimini delle camicie brune la propria primaria ragione di vita? Un popolo che ha accolto e nutrito milioni di stranieri; un popolo che anche durante la grande pandemia si è ricordato di farsi carico degli ultimi; un popolo che in termini economico-finanziari ha contribuito e contribuisce quanto nessun altro all’esistenza stessa dell’Unione Europea. Da anni la Germania sopporta in doloroso silenzio i danni indottile dalle scriteriate politiche economiche italiane in termini di svalutazione della moneta, di inflazione immobiliare e decurtazione dei rendimenti. Come osate voi ora mettere a paragone i debiti reali da voi contratti per foraggiare le vostre clientele elettorali con arbitrarie riparazioni di guerra accollate settant’anni fa alla Repubblica di Bonn? – riparazioni, che peraltro la Corte di Cassazione italiana ha ignominiosamente continuato a rivendicare fino al 2004, in barba al condono di cui straparlate? Eppure dovreste ricordare che proprio su debiti di guerra italiani veri la comunità internazionale chiuse un occhio nel 1925-26 e nel 1933. Ma no. Voi non sapete nulla di tutto ciò, perché per voi la storia è uno slogan che si esaurisce in sei lettere, esattamente come il vostro europeismo fasullo è una farsa che inscenate ogniqualvolta intravedete fondi da mungere, ma di cui vi dimenticate appena ci sono doveri da ottemperare.

E così voi tacete vergognosamente di quello che l’Europa, di quello che in verità proprio Germania e Olanda hanno fatto e continuano a fare per voi mediante la BCE. EUR 100 Md. di programma SMP nel 2011 per i vostri titoli di stato; EUR 110 Md. più 90 Md. di programma LTRO nel 2012 per le banche italiane devastate dall’incapacità dei vostri compari di partito; Scudo Antispread OMT; e ora EUR 100 Md. di “Allentamento Montario Pandemico”, PEPP, ampliabili a piacere, per permettervi di far fronte agli esborsi dovuti per l’epidemia del coronavirus. Tutta liquidità iniettata gratuitamente nelle vene della moribonda economia italiana da Francoforte. Tutta moneta che vale perché a garantirla di fronte al mondo ci sono la Bundesbank e la Nederlandsche Bank; giacché varrebbe zero se a garantirla ci fossero la vostra credibilità e le vostre facce.

Cosa diavolo volete di più? Vi è già stato detto che l’Eurotower potrà incrementare senza limiti il suo interventismo sui mercati a sostegno del debito italiano. Davvero, cosa diavolo volete di più? Perché richiedete obbligazioni comunitarie, quando non c’è un bilancio comunitario per finanziarle, in quanto voi stessi non lo avete voluto? Perché pretendete un prestito dal MES senza condizioni, quando sapete che il MES è ontologicamente basato sulla condizionalità? Cosa si cela di tanto losco e sinistro nelle vostre menti da indurvi ad occultare così scelleratamente con la nostra amata bandiera blu-stellata i vostri traffici di bottega? State cercando di sviare l’attenzione dallo sfacelo sanitario della Lombardia? State cercando di canalizzare la rabbia popolare verso un bersaglio diverso da voi stessi?

Allora, ho una notizia per voi. L’Europa vera, disegnata da Adenauer, Schuman e De Gasperi, fu fondata sulla libera impresa e sul libero commercio, sul lavoro e sì anche sulla solidarietà, intesa però come valore serio, da praticare con grande rigore morale, ovvero nel rispetto dei reciproci diritti e doveri; non intesa come spoliazione opportunistica e incondizionata dei produttori di reddito. Quella nobile Europa oggi vive a Berlino, a Stoccarda e ad Amsterdam. Se voi vagheggiate un’altra Europa, basata sull’assistenzialismo e sul parassitismo, siete liberi di crearvela a vostra immagine e somiglianza. Non sentiremo la vostra mancanza come non si sente la mancanza di padri che si sono disonorati e infamati al punto da farsi rinnegare dai propri figli.


"Vendete i btp italiani, probabilmente diventeranno spazzatura". La nota della seconda banca tedesca agli investitori
1 aprile 2020

https://www.huffingtonpost.it/entry/ven ... t-homepage

La perdita dell’ ‘investment grade’ da parte dell’Italia è “quasi inevitabile” in quanto le misure per contrastare gli effetti del coronavirus “peggioreranno” i conti pubblici. Lo scrivono gli analisti di Commerzbank, secondo quanto riporta Bloomberg, suggerendo ai clienti di chiudere le posizioni lunghe, cioè vendere, i Btp. Per Commerzbank il rapporto debito-pil sfiorerà il 150% nel 2020 per scendere al 145% nel 2022 grazie al rimbalzo del Pil “ma questo potrebbe non bastare a prevenire un downgrade a junk”, si legge nella nota di Michael Leister, responsabile Strategia tassi della seconda banca tedesca.

“In piena emergenza coronavirus, in piena pandemia mondiale, mentre l’Italia piange oltre 10.000 morti, la Germania non solo fa muro da settimane sugli aiuti all’Italia, ma ora secondo l’autorevole agenzia internazionale Bloomberg ci attacca anche direttamente invitando a vendere i Titoli di Stato italiani tramite la seconda banca di Germania, la Commerzbank, posseduta al 15% proprio dallo Stato tedesco... Questa notizia può provocare danni economici giganteschi, il governo tedesco intervenga subito per bloccare questa follia”. Così su Facebook il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, che aggiunge: “L’Europa e gli stati europei devono essere solidali. Tutti e con tutti. Nessuno si salva da solo. Non è questa l’Europa che ci meritiamo!”.
Commerzbank ha una esposizione per circa 9,5 miliardi di euro sui titoli sovrani italiani.



Governo vittima delle proprie menzogne
Alessandro Cicero
1 aprile 2020

http://www.opinione.it/politica/2020/04 ... oronabond/

Il Governo è ormai prigioniero delle stesse menzogne che va raccontando agli italiani, di una propaganda a senso unico, tesa a fare quadrato attorno al suo eroico presidente del Consiglio.

Quando eravamo ragazzini e giocavamo a pallone in oratorio, nel nostro ventaglio delle competenze ne avevamo una quasi infallibile da adottare quando l’avversario era troppo forte, tecnicamente più bravo, più prestante fisicamente, più veloce, con più fiato, si chiamava “viva il parroco” che era l’esclamazione che alcuni di noi urlavano a squarciagola nel momento in cui si applicava. Consisteva nel tirare la palla in alto al campanile o fuori dal campo, in modo rude e deciso, quando si era in difficoltà, e l’esclamazione serviva a far imbestialire l’avversario, capiva che la partita si era incanalata nel sentiero della rissa e non della tecnica e della bravura. Raramente si vinceva, tuttavia, ma talvolta si limitavano i danni.

Ma anche quando le cose andavano casualmente bene o meno peggio, c’era una regola tacita e non scritta alla quale tutti si attenevano, la consapevolezza di essere collettivamente scarsi, anche se qualche bravino c’era. Non crediamo quindi di essere stati educati alla stessa parrocchia di chi attualmente ci governa, a meno che non abbiano cambiato non solo il parroco, ma anche i principi etici su cui si regge. L’approccio, poco dibattuto e molto subito da tutti noi, sul ruolo dell’Italia verso l’Europa e viceversa, avviato dal nostro governo con la formula urlata “facciamo da soli” ci riporta alla memoria la vecchia esclamazione succitata “viva il parroco”.
E se la palla ritorna in campo, bisogna far finta di subire fallo, buttarsi a terra e dimenarsi con espressioni, anche facciali, di grande sofferenza. Che stiamo facendo con l’Europa? Battiamo i pugni sul tavolo, in modo maschio e marziale?

Alziamo la voce e ci facciamo valere? E come mai ci mandano a quel paese? Non credono al fallo in area di rigore che abbiamo invocato? Come mai? Non avranno mica imparato anche i nostri detti regionali, fra i quali spicca il napoletanissimo “chiagne e fotte”? Ma come, ci diciamo in casa, questa è un’emergenza che riguarda tutti, in modo simmetrico, ci devono ascoltare, devono fare qualcosa per noi, non fanno mai abbastanza, non esprimono solidarietà, sono egoisti, se non la smettono facciamo da soli! E ancora: servono gli Eurobond, ci devono garantire loro, in maniera incondizionata e per un tempo illimitato. Questo è l’approccio, questa è l’impostazione. Eppure il patto di stabilità è stato sospeso, l’Italia può indebitarsi per gli affari propri, sia in Italia che all’estero.

La Bce ha lanciato, dopo la marcia indietro di Christine Lagarde, un intervento di Quantitative easing diverso sia quantitativamente che qualitativamente, visto che la rigidità del vincolo di acquisto di titoli in base alla popolazione dei vari Paesi è stato superato. Ma a noi non basta, noi abbiamo i morti, in Europa devono fare di più. Sicuramente l’Europa avrebbe potuto fare di più, ma prima bisogna creare un sistema sanitario che, almeno per quanto riguarda rischi come quelli di pandemia, si muova all’unisono. Ma bisogna anche ricordarsi che questi sistemi, esattamente come i tanto invocati Eurobond, vanno finanziati e si potrebbe farlo solo attraverso una fiscalità di tipo europeo o strumenti simili, quindi attraverso una diretta o indiretta ulteriore cessione di sovranità, quantomeno di tipo economico, una contraddizione, un serpente che si morde la coda, di cui la nostra classe politica non sembra voler prendere atto.

Perché tutti dovrebbero essere così compiacenti con noi? Anche gli altri stanno male e siamo i primi a dichiararlo, la crisi è simmetrica. Però gli altri dovrebbero esprimere solidarietà nei nostri confronti, altrimenti sbattiamo i pugni e viva il parroco! E l’opinione pubblica interna è contenta stringiamoci a corte e bastardi i tedeschi, ma quella volta, li abbiamo battuti 4 a 3! Perché è stato dato così poco risalto all’aiuto concreto che ci ha dato il Governo tedesco e alla lettera di solidarietà e amicizia inviata al presidente Mattarella e agli italiani da parte del loro presidente Frank-Walter Steinmeier del 20 marzo scorso? Gli ospedali tedeschi, ben più attrezzati dei nostri quanto a numero di posti letto in terapia intensiva e con ventilatori polmonari (circa 25mila, in fase di raddoppio), hanno ricevuto circa 50 pazienti italiani, nel momento in cui la crescita dei contagi da loro era ancora in fase esponenziale.

Perché non si dice praticamente niente di tutto questo e si dà anche poco risalto agli aiuti americani, se non dopo che il loro presidente comunicatore lo scrive su Twitter, mentre si dà risalto (e non si sta dicendo che non vada bene, gli aiuti sono sempre ben accetti) solo alle attività dei cinesi, dei russi e dei cubani? Si è aggiunta l’Albania, ma è un capitolo a parte, da ascrivere ad un sentimento di amicizia erede delle politiche dei primi anni Novanta scorsi, non a tattiche di geopolitica, e merita ben altro rispetto. Casi che ci ritorneranno indietro, nostro malgrado e senza alcun dibattito parlamentare (ma forse nemmeno in Consiglio dei ministri, non è dato sapere), come una risacca di spazzatura, quando l’emergenza sarà terminata. Cerchiamo di essere pratici, servono strumenti pronti nel breve periodo e questi strumenti sono due: il Mes (Meccanismo europeo di stabilità) e il Pepp, (Pandemic Emergency Purchase Programme) della Bce. In entrambi i casi, la storia pregressa, in termini di garanzie, conta, ma viene mitigata da un insieme di meccanismi.

Conta, perché la storia economica di ciascun paese, checché ne pensino i nostri governanti pro tempore, non può essere spazzata in nome del fatto che adesso noi, poverini, abbiamo bisogno di aiuti perché siamo in difficoltà. Lo sono anche gli altri e non siamo dentro il libro cuore (che non a caso è stato scritto in Italia, in altre culture ci sono terribili orchi e dispettosi folletti), e abbiamo dimostrato, negli anni, di saper manipolare più o meno a nostro piacimento le norme economiche contenute in trattati internazionali, tanto da diventare fra i peggiori nell’utilizzo dell’azzardo morale in termini di finanza pubblica. Niente di strano che i governi stranieri, ovvero i contribuenti stranieri, chiedano garanzie. Chiunque sano di mente le chiederebbe in situazioni poco chiare. Vorremmo quindi vedere i nostri governanti cercare di far funzionare l’esistente, gli strumenti effettivi, anziché inseguirne altri che stanno nella loro testa, come gli Eurobond o i Coronabond, per definire i quali ci vuole tempo e capacità diplomatica e contrattuale internazionale.

Stendiamo un velo pietoso sull’ultima, ma ci vuole tempo, ed è maledettamente scarso per potersi riprendere, per far ripartire l’economia. Ma anche solo prendere in considerazione gli strumenti esistenti, sembra uno sforzo insormontabile, sembra più conveniente dire che “è meglio fare da soli”. E su questo concetto nascono delle epiche di rara idiozia abilmente veicolati sui social (e sarebbe interessante conoscere come nascano e come vengano propagate), le abbiamo ricevute tutti, racconti di un nonno che nel 2050 racconta al nipote come le altre nazioni cattive ci abbiano costretto a “fare da soli”, come abbiamo sottoscritto da soli un prestito da 500 miliardi e altre amenità del genere e alla fine eravamo la nazione che stava meglio. Un ennesimo capitolo del libro cuore al quale moltissimi vogliono credere, parte della classe politica compresa.

Una certa parte della classe politica, dando segno di profondo analfabetismo finanziario, sostiene che l’Italia non solo non debba utilizzare il Mes, meccanismo che, occorre precisarlo, consente di minimizzare gli interessi sul debito a fronte di garanzie, ma dovrebbe ritirare i soldi già versati. Attualmente l’Italia ha versato fra i 13 e i 14 miliardi. A fronte di un contenimento degli interessi sul debito, un aumento dello spread, su debito emesso in modo diretto fino ai 200-250 miliardi che attualmente si dichiara essere fabbisogno necessario per questa crisi, equivarrebbero ad uno o due mesi di maggiori interessi che andremo a pagare su un mercato libero dei capitali, senza contare eventuali downgrading delle agenzie di rating che ci metterebbero definitivamente nelle condizioni di Argentina o Venezuela. Ma il Governo è ormai prigioniero. Prigioniero delle stesse menzogne che va raccontando agli italiani, di una propaganda a senso unico, tesa a fare quadrato attorno al suo eroico presidente del Consiglio, contro tutti i nemici del Nord Europa. E noi, popolo, imprenditori, aziende, lavoratori, sembriamo destinati a morire in nome del nostro avvocato presidente. Presidente, visto che ci sta condannando a soccombere per Lei, ci faccia la cortesia: risponda almeno a queste semplici domandine:

1) Avendo emanato la “Delibera del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020”, con la quale ha dichiarato, “per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”, ritiene che le azioni da Lei messe in campo nelle settimane successive siano state sufficienti, o almeno funzionali al contenimento di questa emergenza internazionale o non ha per caso deliberato come atto dovuto, sottovalutando il fenomeno stesso?

2) Perché, data l’emergenza, il fatto che i primi focolai di contagio fossero estremamente localizzati e che da più parti (nel settore medico) si stesse avvisando il Governo sulla crisi cui sarebbero inevitabilmente andate incontro le strutture sanitarie in assenza di un intervento immediato, non ha predisposto risorse e mezzi, concentrandoli sui focolai, consentendo di effettuare il massimo sforzo per cercare di circoscrivere il fenomeno in modo da renderlo gestibile e, al contempo tenere aperte la attività produttive nelle altre regioni italiane?

3) Perché, relativamente al tema ella disponibilità di mascherine, altri dispositivi di protezione individuale, ventilatori per gli ospedali, non ha proceduto all’utilizzo di strumenti persuasivi o coercitivi nei confronti di aziende produttrici, in modo che questi dispositivi e strumenti fossero messi a disposizione in tempi brevi e utili alla gestione della crisi e ha invece usato lo strumento delle gare Consip, generando ulteriori ritardi di tipo burocratico?

4) Perché non ha chiesto immediatamente alle Forze Armate di allestire in tempi brevissimi e con criteri di potenziale mobilità delle strutture, ospedali da campo per questa necessità, quando ogni italiano sa che il nostro Esercito è perfettamente in grado di operare in tal senso, visto che lo fa ordinariamente in veste di forza di pace in zone di guerra?

5) Perché non ha reso immediatamente disponibili in conto corrente risorse monetarie ai cittadini e alle imprese, sulla base di criteri semplici e facilmente verificabili posteriormente in caso di abusi, ma ha scelto procedure burocratiche tortuose, inevitabilmente destinate a generare ulteriori ritardi, sofferenze e rinunce a riaprire attività produttive alla fine di questo percorso?

6) Perché, dato l’impegno da parte della Bce, di acquistare titoli del debito italiano fino ad un importo di 220 miliardi, non ha intanto iniziato ad attingere da questa fonte, peraltro calmierata quanto ad interessi, voce enorme del nostro debito pubblico, per alleviare la situazione economica italiana, ingaggiando un duello polemico tanto sterile, quanto burocraticamente complesso e certamente lungo nei tempi, con altre istituzioni europee su fantomatici Coronabond?

7) È vero che superando la Sua vera, o presunta, iniziale ritrosia, sta fondando un proprio partito o movimento politico con cui candidarsi direttamente o sta mettendo a capo di uno già esistente?



Da Lucio Chiavegato :

Ogni giorno che passa vedo gente sclerare sempre di più.
Prima c'erano i nemici francesi e allora non compriamo francese, poi i nemici tedeschi e giù di embargo ai loro prodotti. Oggi tutti a bruciare la bandiera europea. Fate ridere, soprattutto i Veneti che corrono dietro a queste iniziative che.poi durano forse tre giorni.
Se non vi mettete in testa e soprattutto non studiate un po' di storia Veneta, continuerete a fare queste tristi figure.
Passiamo ai tanti odiati tedeschi.
Volete fare l'embargo ai loro prodotti?
Fatelo pure ma ricordate che i loro e nostri prodotti viaggiano al 80% su camion tedeschi Mercedes, Man, o commerciale Volkswagen, Ford, Opel o olandesi DAF, o svedesi SCANIA VOLVO.
E poi voi con che auto comprate i vostri prodotti itaGliani? Audi, Volkswagen, Mercedes, Opel, Ford, Skoda, Seat la proprietà è tedesca.
I cattivi tedeschi poi, ogni anno riempiono il Lago di Garda, le città Venete, la costa adriatica, le montagne. Lo avevate scordato?
Cioè non comprate i loro marchi ma volete che loro spendano da noi?
Io credo dobbiate individuare meglio il vostro nemico che è molto più vicino a SUD del Veneto.
Si chiama itaGlia e la sua capitale è romaladrona.
Dal 1866 ci spenna e si fa vivo solo nelle disgrazie.
Guerre, terremoti, sciagure, ed oggi epidemia.
Le uniche gioie sono state le finali di calcio mondiale.
E poi dove sta il vostro orgoglio itaGliano?
Ma se ogni giorno inveite contro il vostro aguzzino che ci tassa al 70%, che ci indica come evasori, ubriaconi, ignoranti che ci fa comandare da parassiti itaGliani, sarà colpa dei tedeschi?
Ah si i tedeschi, olandesi e c. ci devono aiutare.
Scusate ma voi, al posto loro, aiutereste un paese, ora passo dal Veneto alla itaGlia, che per 20 anni ha mandato a Bruxelles le Ive Zanicche, vallette, incapaci senza lavoro ed assenteisti che mai hanno prodotto progetti e non sono stati capaci nemmeno di portare a casa gli stanziamenti loro assegnati perché non hanno presentato i progetti? Oppure hanno portato a casa i soldi e se li sono fregati per i cazzi loro?
Sono decenni che paghiamo multe solo perché la classe politica itaGliana se ne è fregata come voi.
Le sovvenzioni europee sono state distribuite dai politici, TUTTI, ai loro amici.
I politici itaGliani Europarlamentari hanno gli stipendi più alti, non partecipano e fanno pure gli sboroni.
Politici che voi avete votato magari perché vi permettevano di cacciare un uccello!
Ma state zitti, branco di caproni.
Ve ne siete fregati per 40 anni della politica, avete votato per slogan, non sapete nulla del minimo funzionamento della macchina burocratica, avete messo la testa nella sabbia o vi siete interessati ai cazzacci vostri perché a protestare contro Monti, Prodi, la burocrazia , le banche, le ispezioni fiscali, sanitarie ecc. erano i soliti matti.
Ma fatevi il piacere, state a casa, non rompete il cazxo.
Godetevi la quarantena da itaGliani esponendo la bandiera del vostro aguzzino e cantate il più brutto inno nazionale che esista che vi dice pure che siete schiavi e pronti alla morte.
E volete che l'Europa del nord non si sia rotta i coglioni di noi?
Non preoccupatevi, ce li daranno i soldi non perché ce li meritiamo, ma per compassione.

PS: foto del 2014 Monti a Verona e in 50 a protestare contro la sua politica fiscale. Voi dov'eravate?



TUTTO QUELLO CHE HA FATTO L’EUROPA NELL’EMERGENZA, SENZA CHE CE NE ACCORGESSIMO
Andrea FioraCanti – L’Inkiesta
2 aprile 2020

https://www.facebook.com/groups/2521384 ... 970174494/

Politici, giornalisti e pensatori nostrani attaccano i Paesi Bassi e la Germania perché non accettano di finanziare i coronabond, ma chiamano questi due Paesi “Europa” e gli italiani si confondono. L’Unione europea “sporca brutta e cattiva” è il capro espiatorio perfetto in questa emergenza del coronavirus dove i bollettini giornalieri, l’inflazione di notizie e l’incerto rapporto tra causa ed effetto fanno dimenticare in fretta i provvedimenti presi. Eppure a guardar bene i due aiuti più concreti per l’Italia sono arrivati dalle istituzioni europee. Prima la
Commissione Ue ha sospeso il Patto di Stabilità, poi la Banca centrale europea ha approvato il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp), un piano di acquisto di titoli di Stato da 750 miliardi di euro.
A ben guardare il vero stallo è dovuto alle scelte dei partiti di governo di alcuni stati nazionali e non dall’istituzione europea in sé. A ricordarlo è un documento prodotto dall’eurocommissione che si fa i complimenti da sola, visto che nell’agone vengono rinfacciate le mancanze, che ci sono, senza però ricordare i meriti. Lo stesso ha fatto il portavoce del Parlamento europeo, lo spagnolo Jaume Duch con un video in italiano.

Dall’inizio dell’epidemia, il meccanismo di protezione civile dell’Ue ha cofinanziato per il 75% i 25 voli di rimpatrio che hanno portato 4.020 cittadini dell’Unione europea a casa. Il 30% dei passeggeri rimpatriati erano dei cittadini che avevano una nazionalità diversa dal Paese che ha organizzato il ritorno a casa. Tradotto: la solidarietà tra Paesi c’è stata grazie al coordinamento europeo. Non hanno fatto tanto notizia i 47,5 milioni di euro che la Commissione europea ha aiutato a raccogliere tra finanziamenti pubblici e privati per sostenere 17 progetti di ricerca sui vaccini anti coronavirus, svolti da 136 gruppi di ricerca in tutta Europa. A cui si aggiungono i 90 milioni di euro per l’iniziativa di innovazione medica (Imi) con l’industria farmaceutica. Non solo, l’Unione europea ha messo a disposizione 164 milioni di euro per Start-Up e imprese tecnologiche per realizzare progetti innovativi in risposta alla pandemia.

La Commissione ha offerto anche un prestito di 80 milioni di euro a CureVac, la società biofarmaceutica tedesca con sede a Tubinga che sviluppa terapie basate sull’RNA messaggero. Un’azione rilevante visto che l’amministrazione Trump aveva offerto all’azienda di trasferire la ricerca del vaccino anti coronavirus negli Stati Uniti per far avere agli americani l’accesso esclusivo agli eventuali risultati. Un atto di sovranismo europeo.

Non tutti sanno che gli Stati decidono in autonomia sulla sanità perché in questi decenni hanno scelto di non cedere sovranità all’Unione su questo fronte. I trattati europei permettono poco a Bruxelles, al massimo di sostenere, coordinare o completare l’azione dei Paesi membri. Ed è quello che sta facendo la commissaria Ue per la Salute Stella Kyriakides che ogni giorno in videoconferenza, fa il punto della situazione coi 27 ministri nazionali della Salute e degli Interni. Non sono banali chiacchierate, ma importanti incontri per decidere gli appalti congiunti per le forniture urgenti, per esempio. Come ha ricordato la commissaria in un’intervista a Repubblica le «decisioni di un governo impattano sui partner».

I limiti del coordinamento non hanno impedito all’agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) con sede a Stoccolma, di fornire alle autorità nazionali linee guida, dati, analisi del rischio e raccomandazioni riguardo all’emergenza coronavirus. Fin da gennaio i dipendenti dell’agenzia hanno collaborato con le autorità italiane elaborando delle linee guida essenziali per gli ospedali italiani. La Commissione Ue ha formato una task force di esperti composto da epidemiologi e virologi provenienti da diversi Stati membri, tra cui anche l’Italia per tracciare linee guida per tutti i 27 Paesi dell’Ue e delineare misure di gestione del rischio basate su dati scientifici. Di questa squadra fa parte Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di Virologia dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

Un lavoro decisivo è stato quello del team del commissario europeo al mercato unico Thierry Breton che fin dal primo giorno ha lavorato per individuare le capacità di produzione in relazione ai bisogni di ciascuno dei 27 Paesi. Facile a dirsi, Faticosissimo a farsi. Una volta compreso che la produzione interna di materiale non sarebbe bastata, la Commissione ha preso contatti con la Cina per l’invio di materiale in Europa e creato una rete di contatti con industrie tessili e imprese del settore del Continente per creare una filiera europea per la produzione di mascherine e ventilatori. Non un’impresa semplice visto che i macchinari, le materie prime e il personale con il know how per creare il materiale sanitario non si trovano nello stesso Paese.

Non prenderà le prime pagine dei giornali ma si è rivelato prezioso il lavoro del commissario Breton per far circolare i prodotti sanitari che non seguono gli standard europei ma che proteggono in modo equivalente il personale sanitario e i comuni cittadini dall’infezione senza metterne a rischio la salute. Superando la burocrazia, la Commissione non ne ha impedito l’acquisto e da due settimane ha adottato delle linee guida per i 27 Stati su come mettere in pratica questo principio base.

Poi c’è stato il lavoro più pesante: togliere i divieti di esportazione del materiale sanitario imposti dai vari Stati nazionali. Se Francia e Germania a metà marzo hanno sbloccato le esportazioni di mascherine verso l’Italia, nel momento più critico, è stato grazie alla pressione continua del commissario Breton che ha lavorato di concerto con il ministero dello Sviluppo economico italiano. La Francia voleva combattere la speculazione e riservare le mascherine al suo personale medico, ai ricercatori nei laboratori e ai malati. La Germania, invece, pur non vietando l’esportazione non aveva impedito ai propri cittadini di comprarle per costituire delle riserve. Grazie all’intervento della Commissione i due Paesi non hanno impedito l’export. A ruota, grazie a Bruxelles, anche Repubblica ceca, Slovacchia e Bulgaria hanno eliminato i divieti verso l’Italia. L’unica rimane la Polonia che forse insiste per ragioni elettorali.

Non saranno i duemila miliardi approvati dal Congresso Usa, ma il Parlamento europeo ha approvato un piano da oltre 37 miliardi di euro per finanziare i sistemi sanitari, le piccole e medie imprese e le parti più vulnerabili delle economie europee colpite dal coronavirus. A questi si aggiungono i 40 miliardi di euro che la Banca europea degli investimenti mobiliterà per le piccole e medie imprese tra prestiti ponte e sospensione di rimborsi di credito.

Si è parlato poco di “rescEu”, una piattaforma creata dalla Commissione Ue nel 2019 che da inizio aprile si occuperà di creare la prima riserva comune europea di attrezzature mediche di emergenza destinate alla terapia intensiva. Bruxelles ha stanziato 50 milioni per l’acquisto di ventilatori, dispositivi di protezione individuale come le mascherine riutilizzabili, eventuali vaccini e sostanze terapeutiche. Ma c’è un problema. La Commissione finanzierà il 100% della scorta, che sarà immagazzinata in uno o più Stati membri. Ma saranno gli Stati ospitanti gli unici responsabili dell’acquisto delle attrezzature e il rischio è che le tensioni nazionali e le rivalità su chi debba occuparsene portino a uno stallo e una mancanza di solidarietà.

Sarà facile a quel punto incolpare la Commissione che ci metterà solo, si fa per dire, i finanziamenti e con il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze gestirà la distribuzione delle attrezzature per garantire che siano inviate rapidamente dove sono più necessarie. Il 27 marzo la Commissione ha proposto di destinare altri 30 milioni di euro alla prima scorta rescEU. Il bilancio totale salirebbe a 80 milioni di euro, ma bisognerà velocizzare le operazioni perché neanche i primi 40 milioni sono stati ancora mobilitati. Lì sì che bisognerà criticare Bruxelles se la risposta non sarà veloce. In attesa di sapere cosa faranno gli Stati nazionali con i coronabond.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Solidarietà economica al tempo della crisi da coronavirus

Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 8:07 pm

L’appello dell’Italia scuote i cittadini tedeschi: «Salvare l’Europa insieme» si può e si deve. Ma senza rinfacciare il nazismo
Isabella Bufacchi
02 Aprile 2020

http://amp.ilsole24ore.com/pagina/ADQZSfH

Quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è apparso in televisione, in un’intervista sulla tv ammiraglia tedesca Ard, il suo volto era già molto noto ai cittadini in Germania. Da quando il coronavirus ha iniziato il suo sterminio in Nord Italia, mietendo prima decine poi centinaia di vittime nel Paese che molti tedeschi amano profondamente, la tragedia italiana della pandemia è entrata nelle case di tutti i tedeschi, ogni ora di ogni giorno: con i reportage televisivi e radiofonici, direttamente dagli ospedali o alle città deserte, con la drammaticità delle conferenze stampa e delle dichiarazioni del premier Conte e del presidente della Repubblica Mattarella, con incessanti articoli e foto dei giornali, con il passaparola dei social networks.

I tedeschi convivono, con sofferenza, da settimane con la tragedia del coronavirus in Italia. E la prima pagina di Bild che si rivolge agli italiani per dire “Siamo con voi” è rappresentativa del sentimento diffuso nel popolo tedesco.

Anche in Germania la percezione della crisi sanitaria e umanitaria si è aggravata con l’emergenza della crisi economica e ora il rischio di una crisi dell’Europa. L’evoluzione della tragedia, dal coronavirus agli eurobond per salvare l’euro, è diventato argomento di dibattito pressante in Germania con il primo allarme lanciato da alcuni economisti di spicco tedeschi e poi anche attraverso l’intervento di Conte in televisione e sul settimanale Die Zeit, la pagina di FAZ firmata da un gruppo di politici italiani di ogni partito, le iniziative di molti economisti italiani in via congiunta con economisti di spicco tedeschi.

Il dibattito anche in Germania va ora oltre la ricerca del vaccino, perché è necessario trovare gli strumenti nazionali ed europei per salvare l’economia nazionale ed europea.

Conte si è rivolto all’opinione pubblica in Germania facendo in televisione un gesto con l’indice per far capire ai tedeschi che non avrebbero pagato “un euro” di debito pubblico italiano qualora fossero emessi gli eurobond: una vecchia ossessione dei tedeschi, quella del debito non solo italiano ma anche tedesco, che si intreccia ora con l’angoscia del coronavirus.

Ma internet diffonde, velocizza e a volte anche distorce qualsiasi messaggio. La televisione e la radio amplificano. E così l’opinione pubblica in Germania, che ha visto i suoi ospedali accogliere una cinquantina di pazienti italiani in terapia intensiva e il suo governo inviare attrezzature sanitarie in Italia, si sta pian piano accorgendo di altro, che tra gli italiani sta salendo anche il risentimento contro i tedeschi: la Germania inizia a sapere che in Italia non si risparmiano riferimenti al nazismo per rinfacciare il passato (recente) della seconda guerra mondiale. E molti tedeschi di questo sono profondamente colpiti e a loro volta risentiti.

Aiutare l’Italia si deve: la Germania su questo è unita. E salvare l’Europa da una crisi economica, e l’euro, si può e si deve fare tutti insieme: di questo l’opinione pubblica tedesca è ampiamente d’accordo perché i tedeschi per la maggior parte sono pro-euro ed europeisti. E se, per rispondere al coronavirus, tutto questo porterà a un debito europeo comune, i tedeschi lo faranno: ma solo nel momento in cui saranno convinti che saranno solo formiche, senza cicale, ad aprire il borsellino della spesa.


Alberto Pento
I tedeschi hanno più che ragione.
All'Italia si può rinfacciare il fascismo e i tradimenti della prima e della seconda guerra mondiale; l'immondo debito pubblico, la sua irresponsabilità politica e amministrativa, l'inciviltà civile, la corruzione, la mafiosità, la ladreria, il parassitismo e mille altri difetti vergognosi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Solidarietà economica al tempo della crisi da coronavirus

Messaggioda Berto » mer apr 29, 2020 8:08 pm

La solidarietà UE tramite aiuti a fondo perduto attinti al patrimonio comune e tramite prestiti garantiti da tutti gli europei in misura proporzionale.

La Germania e i paesi nordici hanno più che ragione.




Coronavirus, niente aiuti Ue senza sacrifici: Germania e Olanda dicono no a Italia e Spagna
Redazione Bruxelles 23 marzo 2020
Il premier olandese Mark Rutte a sinistra, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e la cancelliera tedesca Angela Merkel

http://europa.today.it/lavoro/coronavir ... andum.html


Attivare gli eurobond nell'ambito del controverso Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, ma senza i paletti dell'austerity, ossia senza un memorandum che obblighi i Paesi che richiedono il suo aiuto a misure lacrime e sangue. Evitando, in altre parole, scenari simili a quelli visti in Grecia con la Troika. E' quanto chiedono Italia e Spagna per fronteggiare la nuova crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19. Ma alla prima teleconferenza tra i ministri delle Finanze Ue, Germania e Olanda si sono opposti a questa idea: che siano 'coronabond' con o senza Mes, per Berlino e L'Aja non è possibile concedere aiuti senza condizioni.

E' quanto emerso al termine della riunione 'virtuale' dell'Ecofin del 23 marzo. Secondo quanto avrebbe riferito il ministro Roberto Gualtieri dopo l'incontro con i colleghi europei, l'Italia, come la maggior parte dei Paesi e istituzioni Ue, avrebbe chiesto l'uso di tutte le risorse disponibili a livello europeo, comprese (ma non solo) quelle del Mes attraverso l'emissione di eurobond, senza alcuna condizionalità se non il loro uso per contrastare il coronavirus. Ma il fronte degli Stati più favorevoli all'austerity, che ha già dovuto cedere su Patto di stabilità e nuovo bazooka della Bce, non è intenzionato a cedere sull'ultimo baluardo di rigore rimasto. "L'Olanda è impegnata ad assicurare che una forma appropriata di condizionalità sia rispettata per ogni strumento utilizzato, come richiesto dall'attuale Trattato del Mes", ha fatto sapere il ministro olandese, riassumendo la posizione di questo fronte.

"Non siamo intenzionati a utilizzare il Mes sulla base dell'attuale quadro regolatorio, le condizioni attuali non sono accettabili", avrebbe detto invece il premier Giuseppe Conte, che deve fare i conti anche con le resistenza interne alla sua maggioranza, per la precisione il M5s, che non vuole sentire proprio parlare di Mes. Per i 5 stelle, come per il centrodestra, bisogna puntare al massimo sugli eurobond, ribattezzati per l'occasione 'coronabond', ma senza che si passi dal Mes. Una prospettiva che non sembra essere stata neppure presa in considerazione al tavolo delle trattative tra gli Stati membri, se non nel lungo periodo. In ogni caso, una misura del genere, richiederebbe l'emissione di un debito comune, ossia che ogni Paese metta il suo contributo finanziario a garanzia dei bond (anche perché, se l'Italia lo facesse da sola, non avrebbe spazi di bilancio sufficienti a indebitarsi ulteriormente). Anche in questo caso, pero', Germania e Olanda non intendono aprire i portafogli senza imporre delle condizionalità.

Per Italia e Spagna, le posizioni di austerity non terrebbero conto della situazione di emergenza in cui si trova l'intera Unione europea, e non solo i Paesi attualmente più colpiti dall'epidemia. A differenza di quanto avvenne con la Grecia (e in seguito con la stessa Spagna), il Mes non sarebbe attivato per un solo Stato (o per un gruppo di Stati), ma per tutta l'Unione. E questo perché non siamo di fronte a una crisi dettata da errori interni alla governace economica di un Paese, ma da un fattore esterno, la pandemia di Covid-19, che riguarda tutti. Ecco perché qualsiasi aiuto in tal senso dovrebbe limitarsi a una sola condizione: che le risorse attivate siano usate per fronteggiare le conseguenze ecnomiche del coronavirus. Anche la Francia sarebbe d'accordo con questa visione e starebbe cercando di mediare.



Ma con leader così perché gli europei dovrebbero firmarci cambiali in bianco? - Linkiesta.it
Flavia Perina
30 marzo 2020

https://www.linkiesta.it/2020/03/corona ... opa-aiuti/


La fine del lockdown per la vita associata, per il lavoro, per l’economia è ancora lontana – metà aprile, forse anche più tardi – ma il reopen della politica è già cominciato. A un mese dall’avvio dell’emergenza i nostri leader si sono stufati di lasciare i riflettori ai virologi e agli statistici, le decisioni ai comitati scientifici, la gestione delle emozioni nazionali a papa Bergoglio e al Presidente della Repubblica.

Sono stanchi anche di ostentare sentimenti di solidarietà bipartisan che non provano, sobrietà verbali che non appartengono al loro lessico quotidiano: solo così si spiega la solitaria accelerazione di Giuseppe Conte sul “decreto poveri” con conseguente rivolta dei sindaci del centrodestra contro il medesimo, l’improvviso impennarsi della vis polemica nelle dichiarazioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma anche i battibecchi istituzionali tra Francesco Boccia e Attilio Fontana a proposito dell’efficienza delle Regioni e il ritorno del tam-tam sull’uscita dall’Europa.

L’epicentro di questo sbracamento improvviso e collettivo sono i quattrocento milioni di euro destinati ai Comuni per sostenere chi non ha soldi per fare la spesa, usato ieri dal Centrodestra come miccia della riapertura delle ostilità. È senz’altro un provvedimento ad alto tasso di furbizia, col quale Palazzo Chigi si è assicurato di spostare sui sindaci la responsabilità di salvare il disperato esercito dei lavoratori in nero, dei pensionati poveri, delle colf o degli stagionali senza più reddito.

Poteva essere concordato, non lo è stato. Ma da qui ad additarlo come una provocazione, mobilitando i municipi per gridare alla truffa, ce ne corre. Tuttavia è successo, e forse è persino un bene: la zuffa sul provvedimento offre agli italiani un’anticipazione di quel che accadrà quando sul tavolo ci saranno i soldi veri, le scelte autentiche di politica economica, i provvedimenti di serie A per far ripartire la macchina del Paese ed evitare che l’epidemia lo condanni a un decennio di recessione. Se tanto ci dà tanto, altro che ricostruzione: qui rischiamo di veder demolito pure il poco sopravvissuto al disastro.

Il combinato disposto tra i sondaggi, che danno tutti i grandi partiti e leader in ascesa, e l’enorme disponibilità di spesa in deficit che si è aperta, è un fattore potenzialmente dirompente. Generali e colonnelli si sentono al riparo dal giudizio dell’opinione pubblica. La tentazione di una gestione arrogante e vanitosa della partita è irresistibile. Sul piatto ci sono non solo molti soldi ma anche i rapporti di forza del dopo-crisi, che saranno consolidati dall’enorme tornata elettorale d’autunno – frutto dei rinvio di tutte le regionali e amministrative di primavera – e costruiranno il tesoretto con cui gestire il resto della legislatura.

È questa la disordinata gara che si è aperta nel week-end, in vista della fine del blocco e del riavvio della politica nel prossimo mese. Non è un bello spettacolo, e non lo vediamo solo noi. Lo vede pure l’Europa, alla quale stiamo chiedendo di rivoluzionare ogni preesistente abitudine, regola, equilibrio, per socializzare le conseguenze dell’emergenza in nome della assoluta eccezionalità della situazione, adirandoci per le sue resistenze e obiezioni, senza considerare che una parte di quella diffidenza è legata allo spettacolo di inaffidabilità e divisione che riusciamo a dare pure adesso, con i morti che si contano a centinaia ogni giorno.

Firmereste una cambiale in bianco per miliardi a un Paese che non riesce a gestire senza scontri neanche su un sussidio da 400 milioni ai poveri? Questa è la domanda da rivolgere alla nostra politica. Tramontata la speranza di una gestione unitaria e responsabile della crisi, ci risparmino almeno lo spettacolo di una caotica lock-exit usata come trampolino delle loro ambizioni.


Gli scrocconi di Roma, i tedeschi hanno più che ragione!

Der Spiegel attacca di nuovo l’Italia con una copertina provocatoria: “Ciao Amore!”
Il settimanale tedesco analizza il nuovo governo Lega-M5S. In prima pagina il disegno di una forchettata di spaghetti dalla quale ne pende uno a forma di cappio. Ma non è la prima volta che l’Italia riceve attacchi dalla stampa estera
02 giugno 2018

https://www.repubblica.it/esteri/2018/0 ... 197999558/

È POLEMICA per la nuova, ennesima bordata del tedesco Der Spiegel contro il nostro Paese. In coincidenza con la Festa della Repubblica italiana, sulla copertina del settimanale campeggia "Ciao amore", seguito da un'altra scritta in tedesco: "L'Italia si autodistrugge e trascina l'Europa con sé". A completare il quadro, il disegno di una forchetta dal quale pende uno spaghetto a forma di cappio.
Nel nuovo numero, Der Spiegel stila un ritratto del neo ministro dell'Interno Matteo Salvini e analizza la nuova alleanza di governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle, parlando di "populisti al potere", tra le espressioni più utilizzate al momento dalla stampa estera. Qualche giorno fa il settimanale aveva lodato Sergio Mattarella, definendolo "l'uomo che non si piega, silenzioso e sempre coerente", ma la formazione di un governo ritenuto populista ha riacceso gli animi.

Non è la prima volta che i giornali tedeschi criticano duramente l'Italia durante la crisi post-voto. Basti pensare a quando il Frankfurter Allgemeine apostrofò l'Italia come "principale fonte di preoccupazione dell'Europa" assieme a una vignetta che ritraeva un furgoncino cadere in un dirupo. O ancora, quando la Suddeutsche Zeitung raffigurò l'Italia come una persona agonizzante nelle mani dei dottori Colera (Salvini) e Peste (Di Maio).

Gli attacchi della stampa tedesca all'Italia però hanno radici più lontane. Nel 1977, ad esempio, Der Spiegel mise in copertina l'immagine di una P38 sopra un piatto di spaghetti e titolando "Vacanze italiane: sequestro di persona, estorsione, rapina a mano armata". Nel 2011, sulla copertina veniva ritratto Silvio Berlusconi vestito da gondoliere in compagnia di due escort, sotto alle parole "Ciao Bella, il declino del Paese più bello del mondo".
L'anno successivo, un editorialista dello Spiegel online commentò la tragedia della Costa Concordia con la seguente frase: "Ma vi sorprendete che il comandante fosse un italiano?". La settimana scorsa poi il settimanale tedesco ha anche puntato l'indice contro "gli scrocconi di Roma" ai danni dei partner dell'Unione europea. Un attacco che ha suscitato la reazione dell'ambasciatore italiano a Berlino.

Fuori dai confini tedesschi, di qualche giorno fa è invece la prima pagina della versione europea del settimanale inglese The Economist che ritrae una bomba-gelato tricolore con le micce accese e il titolo "Maneggiare con cura".


Marattin: "Non c'è alternativa al fondo salva Stati"
Intervista di Gianni Trovati, "il Sole 24 Ore", 31 marzo 2020.

https://www.italiaviva.it/marattin_non_ ... alva_stati

«Oggi non c'è un'alternativa al Mes. Certo, le condizionalità classiche non vanno bene, ma è accettabile l'idea di negoziare su un vincolo che leghi questi interventi alla spesa per l'emergenza». In queste settimane complicate le tre lettere dell'acronimo Mes rischiano di sollevare le incognite più serie sulla tenuta della maggioranza, e, in modo più o meno sotterraneo, aprono faglie tra Palazzo Chigi e ministero dell'Economia. Sulle oscillazioni del negoziato fra Roma e Bruxelles incide il «NO» maiuscolo pronunciato sul Mes dai Cinque Stelle, che fa breccia anche in settori ampi del Pd. Ma nella maggioranza c'è anche chi, come il responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin, non vede in concreto strade alternative al Fondo Salva-Stati. Con una trattativa chiara su modalità e condizioni.

Onorevole Marattin, ieri mattina il commissario Ue Gentiloni ha detto che forme di mutualizzazione generica del debito non hanno chance. È il tramonto dei Coronabond?
Nemmeno il più accanito europeista può pensare che emissioni di debito comune equivalgano a una fatina che ti regala dei soldi, poi tu li puoi spendere come vuoi, e qualcun altro - in tutto o in parte - paga. Perché non so lei, ma io in questo dibattito a volte ho avuto l'impressione che qualcuno avesse capito che gli Eurobond potessero funzionare così. Interpreto la dichiarazione di Gentiloni come un richiamo alla realtà di un processo di integrazione che rimane difficile (con o senza il virus), perché prova a fondere culture e abitudini ancora molto diverse.

Comunque i Coronabond, o strumenti simili, sarebbero nuovo indebitamento tanto quanto il Mes. O ci sono differenze?
Ad oggi non esiste nessuno strumento per l'emissione di titoli di debito comune (perlomeno nella quantità che serve) a parte il Mes. Gli Eurobond avrebbero bisogno di un ministero del Tesoro Ue, con una significativa capacità fiscale in grado di generare annualmente il reddito che serve a garantire la restituzione del prestito che i risparmiatori farebbero alla Ue comprando gli Eurobond. Io spero che un giorno si arrivi lì, ma ricordo che equivale ad una massiccia cessione di sovranità fiscale da Roma a Bruxelles. E che il nostro problema di liquidità ha tempi molto più stringenti. Ci sarebbe la Bei, che può emettere bond ma ha un capitale versato pari ad un quarto di quello del Mes, quindi è in grado di generare una "potenza di fuoco" molto inferiore. Così come il bilancio comunitario, che essendo pari a circa l'1% del Pil ha anch'esso una leva molto limitata. Io altri strumenti - che siano già operativi - per emettere passività comuni non ne vedo.

È possibile un «prestito Mes senza condizionalità», come da ipotesi circolata nel dibattito italiano? Che tipo di condizioni si potrebbero trattare?
È evidente che le condizionalità attualmente vigenti non vanno bene, perché non adatte alla natura e alla profondità della pesante recessione a cui tutti stiamo andando incontro. C'è chi dice che dovrebbero essere totalmente annullate. Io penso che se fossero specificate in termini di impegno a utilizzare le risorse solo per spese una tantum legate all'emergenza, sarebbero ugualmente accettabili. Del resto i soldi li dobbiamo spendere per quello, mica per altro.

Se nemmeno il Mes è una strada percorribile, quali strumenti restano in campo?
Nell'immediato credo proprio nessuno. Ma mentre ho capito qual è il motivo per cui alcuni stati Ue sono scettici sul Mes (non si fidano) confesso di non aver capito lo scetticismo italiano su un eventuale Mes con condizionalità nulle o molto blande, se si trovasse l'accordo su questo. Non vorrei fosse legato al fatto che alcuni in passato hanno scelto di investire capitale politico nella rappresentazione malefica del Mes perché lo slogan era accattivante e portava consenso, e ora non sanno come tornare indietro. Perché sul piatto qui c'è qualcosa di più che preservare l'immagine "rivoluzionaria" di questo o quel partito.



La Germania apre al Mes (ma respinge i coronabond)
Federico Giuliani
1 aprile 2020

https://it.insideover.com/economia/la-g ... abond.html

La Germania allenta la presa sull’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per far fronte all’emergenza economica provocata dal nuovo coronavirus. Le proposte che Berlino metterà sul tavolo nelle prossime riunioni si preannunciano interessantissime, soprattutto per il fronte guidato da Italia, Francia e Spagna.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Agi, i tedeschi sono pronti a concedere tanto la massima flessibilità sulla condizionalità per accedere a una linea di credito del Fondo salva-Stati quanto un meccanismo leggero di verifica di come gli Stati membri spendono i soldi.

Ci sarà tempo per discutere e affinare le idee, visto che all’orizzonte sono previsti diversi incontri tra gli sherpa dei ministri delle Finanze della zona euro in previsione del decisivo Eurogruppo in programma il prossimo 7 aprile. Ma intanto il cambio di passo tedesco non può che essere visto come un chiaro tentativo di gettare acqua sul fuoco dopo giorni infernali. Ma perché la Germania ha cambiato idea?

L’apertura della Germania

Il discorso è complesso. Se da una parte la Germania vuole essere “il più flessibile possibile con la condizionalità” – ha spiegato una fonte europea – dall’altra Berlino continua a essere “scettica” all’ipotesi di introdurre Eurobond e Coronabond. Secondo il governo tedesco, il tempo necessario a creare un nuovo strumento di debito Ue sarebbe molto lungo. Come se non bastasse, sostengono i falchi della cancelliera Merkel, esistono già altri strumenti di debito Ue che sono immediatamente attivabili come il Mes, i bond emessi dalla Commissione e la Banca europea per gli investimenti.

In estrema sintesi, la Germania non intende affatto cedere alle pressioni portate avanti da Conte, Sanchez e Macron. Berlino ha le idee chiare sui coronabond e non ha alcuna intenzione di sponsorizzare l’uso di strumenti di debito comune volti alla condivisione del rischio per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia di coronavirus. Lo scorso 26 marzo, al termine di un surreale Consiglio europeo tenuto in videoconferenza, Merkel ha spiegato la posizione tedesca: “Con il Meccanismo europeo di stabilità abbiamo già uno strumento per le crisi che ci offre molte opportunità”.


La strategia di Berlino

Germania e Paesi del Nord Europa continuano insomma a ritenere follia pura adottare i coronabond. Ecco perché il citato Consiglio europeo si è concluso con il mandato all’Eurogruppo di presentare proposte nelle prossime due settimane per rispondere alla “sfida eccezionale rappresentata dal coronavirus”, ha affermato Merkel. Berlino ha preso tempo ma gli altri leader non intendono tergiversare. Nel frattempo il clima si è fatto sempre più teso ed emblematica, a questo proposito, è stata l’invettiva del premier portoghese, Antonio Costa, all’indirizzo di Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze olandese.

Tornando al presente, la Germania sembrerebbe disposta a concedere al fronte anti rigorista il salvagente del Mes, con tanto di massima flessibilità sulla condizionalità, pur di non nominare i coronabond. In ogni caso, in un’intervista al Fatto Quotidiano, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva spiegato che “il Mes è stato concepito per affrontare choc asimmetrici mentre questa è una crisi simmetrica che riguarda tutti, quindi un suo uso sulla base dei meccanismi attuali, almeno da parte dell’Italia, è fuori discussione.” Vedremo, con questa parziale apertura della Germania, come (e se) cambierà la situazione.




Controlettera sui "coronabond" | Immoderati
Dario Bortoluzzi
1 aprile 2020

https://www.immoderati.it/controlettera-sui-coronabond/


A Carlo Calenda, Stefano Bonaccini, Giovanni Toti, Luigi Brugnaro, Marco Bucci, Beppe Sala, Giorgio Gori, Virginio Merola, Emilio del Bono, Sergio Giordani e Francesco Italia

Nonostante mi ripugni profondamente occuparmi di nuovo delle assurdità politiche italiane, non posso non rispondere alle calunnie con cui voi, Figli della Menzonga, avete dileggiato la Germania e l’Olanda; Paesi, a vostro dire, privi di etica e solidarietà, dove tra l’altro vivono e prosperano decine di migliaia di giovani tra i migliori della vostra nazione, al cui talento avete deciso di rinunciare in nome del capitalismo di relazione e della gerontocrazia.

Per cominciare, l’Olanda non sottrae niente a nessuno. Voi che succhiate il sangue del vostro stesso popolo, con le vostre tasse esorbitanti, voi che ingabbiate le menti più brillanti coi vostri cavilli giuridici, e studiate ogni giorno un nuovo modo di opprimere la creatività e l’imprenditorialità con la vostra insulsa burocrazia, voi dall’Olanda dovreste prendere lezioni di etica pubblica. Imparate da una nazione in cui la libertà individuale è tanto sacra quanto per voi lo sono i vitalizi ed i sussidi, come si allevano imprese di successo, in luogo delle vostre Alitalia ed Ilva. Imparate da un Paese che promuove l’inziativa e il merito nei fatti, non negli editoriali, come si forma una gioventù florida, realizzata ed assertiva, invece di mortificare quotidianamente l’ingegno e l’ambizione. Imparate da un popolo così piccolo quanto grandi, quanto più grandi di voi si può essere, se solo si punta sulla responsabilità del cittadino anzichè su divieti e balzelli. Allora forse capirete che l’Olanda non ha colpa alcuna se voi avete reso l’Italia, per chi lavora e fa impresa, un inferno da cui fuggire il prima possible.

Ancora più squallide sono le turpitudini da voi indirizzate alla Germania. Con quale sfrontatezza voi, ignari nipoti di una nazione che, pur avendo condiviso fino all’ultimo giorno gli orrori del nazismo, si compiace di alibi ed autogiustificazioni, con quale sfrontatezza richiamate alla memoria storica un popolo che invece dal 1945 ha fatto dell’espiazione dei crimini delle camicie brune la propria primaria ragione di vita? Un popolo che ha accolto e nutrito milioni di stranieri; un popolo che anche durante la grande pandemia si è ricordato di farsi carico degli ultimi; un popolo che in termini economico-finanziari ha contribuito e contribuisce quanto nessun altro all’esistenza stessa dell’Unione Europea. Da anni la Germania sopporta in doloroso silenzio i danni indottile dalle scriteriate politiche economiche italiane in termini di svalutazione della moneta, di inflazione immobiliare e decurtazione dei rendimenti. Come osate voi ora mettere a paragone i debiti reali da voi contratti per foraggiare le vostre clientele elettorali con arbitrarie riparazioni di guerra accollate settant’anni fa alla Repubblica di Bonn? – riparazioni, che peraltro la Corte di Cassazione italiana ha ignominiosamente continuato a rivendicare fino al 2004, in barba al condono di cui straparlate? Eppure dovreste ricordare che proprio su debiti di guerra italiani veri la comunità internazionale chiuse un occhio nel 1925-26 e nel 1933. Ma no. Voi non sapete nulla di tutto ciò, perché per voi la storia è uno slogan che si esaurisce in sei lettere, esattamente come il vostro europeismo fasullo è una farsa che inscenate ogniqualvolta intravedete fondi da mungere, ma di cui vi dimenticate appena ci sono doveri da ottemperare.

E così voi tacete vergognosamente di quello che l’Europa, di quello che in verità proprio Germania e Olanda hanno fatto e continuano a fare per voi mediante la BCE. EUR 100 Md. di programma SMP nel 2011 per i vostri titoli di stato; EUR 110 Md. più 90 Md. di programma LTRO nel 2012 per le banche italiane devastate dall’incapacità dei vostri compari di partito; Scudo Antispread OMT; e ora EUR 100 Md. di “Allentamento Montario Pandemico”, PEPP, ampliabili a piacere, per permettervi di far fronte agli esborsi dovuti per l’epidemia del coronavirus. Tutta liquidità iniettata gratuitamente nelle vene della moribonda economia italiana da Francoforte. Tutta moneta che vale perché a garantirla di fronte al mondo ci sono la Bundesbank e la Nederlandsche Bank; giacché varrebbe zero se a garantirla ci fossero la vostra credibilità e le vostre facce.

Cosa diavolo volete di più? Vi è già stato detto che l’Eurotower potrà incrementare senza limiti il suo interventismo sui mercati a sostegno del debito italiano. Davvero, cosa diavolo volete di più? Perché richiedete obbligazioni comunitarie, quando non c’è un bilancio comunitario per finanziarle, in quanto voi stessi non lo avete voluto? Perché pretendete un prestito dal MES senza condizioni, quando sapete che il MES è ontologicamente basato sulla condizionalità? Cosa si cela di tanto losco e sinistro nelle vostre menti da indurvi ad occultare così scelleratamente con la nostra amata bandiera blu-stellata i vostri traffici di bottega? State cercando di sviare l’attenzione dallo sfacelo sanitario della Lombardia? State cercando di canalizzare la rabbia popolare verso un bersaglio diverso da voi stessi?

Allora, ho una notizia per voi. L’Europa vera, disegnata da Adenauer, Schuman e De Gasperi, fu fondata sulla libera impresa e sul libero commercio, sul lavoro e sì anche sulla solidarietà, intesa però come valore serio, da praticare con grande rigore morale, ovvero nel rispetto dei reciproci diritti e doveri; non intesa come spoliazione opportunistica e incondizionata dei produttori di reddito. Quella nobile Europa oggi vive a Berlino, a Stoccarda e ad Amsterdam. Se voi vagheggiate un’altra Europa, basata sull’assistenzialismo e sul parassitismo, siete liberi di crearvela a vostra immagine e somiglianza. Non sentiremo la vostra mancanza come non si sente la mancanza di padri che si sono disonorati e infamati al punto da farsi rinnegare dai propri figli.



Coronavirus, la Francia apre al Mes "con condizioni light". Dall'Olanda sì a un fondo alimentato con donazioni. Varato schema Ue per i cassintegrati. Von der Leyen: "Bilancio sia il nostro piano Marshall" - Il Fatto Quotidiano
2 aprile 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... i/5757545/

Qualche cauta apertura, nuove proposte, un avvicinamento importante. Dopo la spaccatura al vertice dei leader del 27 marzo e a cinque giorni dalla riunione dell’Eurogruppo chiamata a presentare nuove proposte economiche per affrontare l’emergenza coronavirus, i Paesi europei cercano un allineamento. Mentre la Commissione vara l’annunciato schema di prestiti per sostenere i costi della cassa integrazione (Sure), ci sono decise schiarite per quanto riguarda l’uso dei fondi a disposizione del Mes: ieri il premier Giuseppe Conte ha riaperto uno spiraglio a patto che vengano del tutto eliminate le condizionalità, oggi anche il ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, si dice possibilista nel caso sia “senza stigma e con condizionalità light, cosa che dovremmo essere in grado di decidere all’Eurogruppo”. D’accordo il commissario Ue Paolo Gentiloni: “Oggi è completamente inadeguato, ma se le condizionalità che vennero adottare in precedenza fossero eliminate, sarebbe uno strumento che ha un patrimonio importante e che potrebbe essere considerato in una luce diversa”.

Ma le risorse del Mes sono solo una delle “gambe” della risposta comune. L’altro fronte è quello dei coronabond o strumenti analoghi che consentano di raccogliere risorse per finanziare la risposta alle conseguenze dell’epidemia.

Olanda: “Sì a donazioni per i Paesi più colpiti” – Dall’Olanda è arrivata un’apertura che sembra più che altro un tentativo di correre ai ripari dopo il mea culpa per le posizioni rigidissime dei giorni scorsi. Il governo di Mark Rutte, che al Consiglio Ue si era allineato alla Germania, ha infatti riconosciuto che per fronteggiare la crisi occorre pensare a un fondo d’emergenza europeo che “dovrebbe coprire l’assistenza medica per i Paesi che sono colpiti duramente e che ne hanno bisogno dal punto di vista finanziario”. Ma è disponibile a finanziario solo “nella forma di donazioni per i Paesi che sono più deboli economicamente, per aiutarli sui costi delle cure sanitarie”. Il Fondo potrebbe raccogliere tra i 10 e 20 miliardi di euro e l’Olanda è disposta a dare un “contributo sostanzioso”. Non prestiti dunque ma “doni per aiutare persone che hanno bisogno”.

Francia: “Fondo temporaneo che emetta bond garantiti” – La Francia, come l’Italia, continua invece a chiedere che i fondi siano raccolti con emissioni comuni. Per disinnescare i timori del Nord Europa, Parigi propone ora “un fondo temporaneo che emette bond garantiti dagli Stati“. I Paesi “ne beneficeranno in base alle necessità post crisi, e il focus sarà sulla ripresa economica”. Per evitare confusioni con il bilancio Ue, non sarà dentro il bilancio ma fuori. Infine, i Paesi potranno contribuire ad esempio attraverso una tassa di solidarietà. La Ue ha bisogno di solidarietà e questo significa mettere in comune le risorse e i mezzi finanziari“, ha ribadito Le Maire. “Dietro al dibattito sui Coronabond c’è una sola domanda politica: dobbiamo stare insieme come un unico Continente ad affrontare la crisi o dobbiamo dare al mondo la triste immagine di una Ue divisa?”.

Von der Leyen: “Il bilancio europeo sia il nostro piano Marshall” – Intanto la presidente della Commissione europea Ursula von de Leyen, da Bruxelles ha presentato il fondo europeo di riassicurazione contro la disoccupazione Sure, annunciato ieri: la Commissione “fornirà prestiti agli Stati che ne hanno bisogno, per rafforzare i loro schemi di lavoro a orario ridotto”, come la cassa integrazione in Italia. “Questi schemi esistono in tutta l’Ue, quindi Sure può aiutare tutti i Paesi che vorranno utilizzarlo. Possiamo mobilitare 100 miliardi di euro per questo. Questo sarà possibile grazie a garanzie degli Stati membri per 25 miliardi. Questa è la solidarietà europea in azione”. Inoltre “anche i fondi strutturali possono essere in aiuto per mantenere posti di lavoro. Abbiamo eliminato alcune condizioni per facilitare l’accesso ai fondi, con piena flessibilità per ogni Paese”. Nel lungo periodo però secondo la von der Leyen la chiave è ripensare il prossimo bilancio pluriennale dell’Unione – quello per il periodo 2021-2027, su cui in febbraio non si è trovato un accordo – in chiave di rilancio post crisi. “Molti chiedono una sorta di Piano Marshall: io credo che il bilancio europeo deve essere il Piano Marshall che tutti insieme prepariamo come Unione europea per i cittadini europei”.

Oggi von der Leyen, in una lettera pubblicata su Repubblica, scrive rivolgendosi all’Italia: “Scusateci, ora la Ue è con voi”. E riconosce che “nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria“. Un “comportamento dannoso e che poteva essere evitato”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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