Cina e virus

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » mer set 23, 2020 6:35 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » mer set 23, 2020 6:35 am

15

Coronavirus, peste nera e influenza suina: le tre piaghe sanitarie che minacciano la Cina
Federico Giuliani
7 luglio 2020

https://it.insideover.com/societa/le-tr ... -cina.html


Il Covid, l’influenza suina e la peste nera. Sono tre i fronti sanitari aperti che la Cina deve non solo controllare con estrema attenzione, ma anche chiudere al più presto per evitare nuovi disastri su larga scala. Per quanto riguarda il coronavirus, l’ultimo bollettino diramato dalle autorità parla di un solo nuovo caso di trasmissione locale a Pechino e tre casi importati nel resto del Paese. La Commissione sanitaria della capitale ha inoltre segnalato anche un caso relativo a un soggetto asintomatico.

La situazione sembrerebbe quindi sotto controllo ma il Dragone deve fare i conti con almeno tre pericoli. Il primo: il rientro dall’estero del virus tramite i cosiddetti casi importati. Ora che le misure di sicurezza sono state progressivamente allentate, e che alcuni voli hanno ripreso a operare, un enorme pericolo proviene proprio dai contagi di ritorno. Il secondo: gli asintomatici. Proprio come in ogni altro Stato, accanto a pazienti infetti rintracciati, esistono malati asintomatici, cioè che non presentano sintomi e che per questo non sono stati segnalati dalle autorità.

Il terzo e ultimo pericolo è invece inerente ad alcuni focolai localizzati. Anche se Xi Jinping è riuscito a mettere una museruola al demone, di tanto in tanto, in Cina, spuntano cluster potenzialmente pericolosi ai fini di una seconda ondata. È il caso, ad esempio, del focolaio scoppiato all’interno del mercato Xinfadi.


L’influenza suina

Oltre al Sars-CoV-2, cresce la preoccupazione per il nuovo ceppo di influenza suina H1N1 scoperto nel Paese poche settimane fa. Anche se la Cina ritiene “improbabile” che il virus possa trasformarsi in un’epidemia e contagiare gli esseri umani, ci sono già dei segnali inquietanti.

Lunedì scorso un gruppo di ricercatori cinesi ha pubblicato sulla rivista scientifica statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences la notizia della scoperta di un nuovo ceppo del virus H1N1 che provocò un’influenza suina nel 2009. Il nuovo ceppo è stato chiamato G4. Nel pezzo si sottolinea il rischio di una nuova epidemia tra gli esseri umani. Tuttavia, spiega oggi il ministero dell’Agricoltura, “la probabilità che il virus dell’influenza suina G4 si diffonda tra gli umani è piuttosto bassa”.

Tale convinzione si basa su “consultazioni speciali effettuate negli ultimi giorni tra rinomati specialisti per determinare i rischi associati al virus”. “I partecipanti hanno concluso all’unanimità che il ceppo G4 dell’influenza suina è un sottotipo del virus H1N1 che è considerato un virus influenzale stagionale piuttosto comune e non un nuovo virus”, si legge nel comunicato. Sarà anche vero, ma alcuni scienziati hanno spiegato che “i virus G4 hanno tutti i tratti distintivi essenziali di un candidato virus pandemico” e che quindi servirebbero subito delle precauzioni. Anche perché alcuni lavoratori impiegati in alcuni allevamenti di maiali sono risultati positivi al nuovo patogeno.


La peste nera

L’ultima delle tre piaghe sanitarie risponde al nome della peste nera, provocata dallo stesso batterio autore della terribile pandemia che nel XIV secolo uccise, in tutto il mondo, circa 50 milioni di persone. La zona rossa, a dire il vero, è in Mongolia, Stato confinante con la regione autonoma cinese della Mongolia Interna.

A Khovd, regione mongola occidentale vicina al confine russo, sono stati riscontrati due casi di peste della marmotta, così chiamata perché legata al consumo di carne della marmotta, un animale infestato da una pulce che a sua volta ospita lo Yersinia pestis, batterio responsabile della peste.

Un caso di peste bubbonica è stato riscontrato anche in Mongolia Interna. A essere colpito un pastore locale, subito ricoverato e messo in quarantena. Adesso le autorità hanno alzato il livello di attenzione. L’imperativo è stroncare sul nascere ogni possibile epidemia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » mer set 23, 2020 6:37 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » mer set 23, 2020 6:38 am

16 varie

La propaganda del PCC de-sinizza il virus e riscrive la storia
Documenti segreti istruiscono i diplomatici e gli agenti a chiamare il COVID-19 “virus italiano”, affermano che non ha avuto origine a Wuhan e promuovono Xi Jinping come l’eroico leader che lo ha sconfitto
di Massimo Introvigne
Gio, Agosto 20, 2020
Pubblicità del libro propagandistico che dimostra come il PCC «ha vinto la guerra» contro il virus e che presto sarà tradotto in diverse lingue (tratta da Twitter)

https://it.bitterwinter.org/la-propagan ... ?source=zy

Alcuni giorni fa ho aperto la mia e-mail e ho trovato il messaggio di un collega cinese che mi domandava se fossi al sicuro dal «virus italiano». Non avevo mai sentito usare l’espressione «virus italiano» a proposito del COVID-19, ma poi ho appreso che altri avevano ricevuto messaggi simili e che gli amici cinesi domandavano ai giapponesi se fossero stati colpiti dal «virus giapponese».

Il PCC si propone di «sinizzare» tutto, comprese le religioni. L’unica cosa ad essere «de-sinizzata» è il virus. Esistevano solo prove aneddotiche di ciò fino a quando, il 9 marzo, il quotidiano cattolico di sinistra La Croix International (testata normalmente tutt’altro che ostile nei confronti della Cina) ha pubblicato un rapporto investigativo citando istruzioni riservate inviate una settimana fa alle ambasciate cinesi e ai compagni di viaggio in tutto il mondo. È stato chiesto loro di persuadere coloro che erano favorevoli alla Cina a non menzionare mai l’origine cinese del virus e di insistere sul fatto che «sebbene il virus abbia colpito gravemente Wuhan la sua origine è sconosciuta. Stiamo conducendo nuovi studi per individuare la vera origine del virus».

Secondo il rapporto, le ambasciate dovranno «sollevare dubbi» nell’opinione pubblica, suggerendo che forse il virus è arrivato in Cina dall’estero. Lo stesso articolo riferisce che l’ambasciata cinese a Tokyo ha iniziato a promuovere l’uso dell’espressione «virus giapponese» per designare COVID-19 (anche se ciò è stato negato dai media giapponesi) e che altre fonti cinesi menzionano un «virus italiano» o un «virus iraniano».

Personalmente, accolgo con favore tutte le misure adottate in occidente per proteggere i cinesi dal razzismo e dall’opinione infondata secondo cui la maggior parte dei cinesi che vivono all’estero sarebbero infettati da COVID-19. In realtà, la maggior parte non lo è e conosco cinesi nati in Italia, che non si recano in Cina da molti anni, e che sono stati comunque molestati e discriminati nei ristoranti e in altri luoghi pubblici.

Tuttavia, ciò che sta accadendo ora è diverso. La propaganda del PCC sta insinuando che il virus è arrivato in Cina dall’estero per nascondere il fatto che il Partito ha mentito per settimane sull’entità della crisi, rendendola di fatto molto peggiore di quanto avrebbe potuto essere se denunciata tempestivamente.

Il PCC va ancora oltre. Chiede al mondo di «ringraziare la Cina» per la sua presunta perfetta reazione al virus. I media controllati dal PCC continuano a spiegare che i Paesi democratici non avrebbero potuto adottare misure così decisive come quelle adottate dalla Cina, perché la democrazia di tipo occidentale limita i poteri dei governi. Ciò dovrebbe dimostrare, ancora una volta, la superiorità del sistema non democratico cinese.

L’agenzia di stampa statale Xinhua ha annunciato la pubblicazione di un libro che sarà tradotto in sei lingue e spiegherà come la «straordinaria leadership del presidente Xi Jinping, un leader di grande forza» abbia sconfitto il virus. Il libro, ha commentato Xinhua, dimostrerà al mondo i «vantaggi significativi del sistema di potere cinese e del socialismo con caratteristiche cinesi» e illustrerà come «la leadership centralizzata e unificata del Comitato Centrale del PCC e del compagno Xi Jinping» abbia vinto la «grande guerra» contro il virus. Tutto questo, per gentile concessione del Dipartimento centrale per la propaganda del PCC.

Questo è un esempio da manuale delle fake news confezionate dal PCC. Di fatto, le menzogne del PCC e i ritardi nel riconoscere la crisi hanno aggravato l’epidemia. Commentando l’articolo di La Croix International, il sinologo londinese Steve Tsang ha affermato che «il PCC ha sempre avuto il monopolio della verità e della storia e che ora cerca di negare di aver da principio nascosto la verità sul virus. I funzionari del PCC affermano di avere ragione mentre è ovvio che hanno torto. In Cina hanno la loro “verità”, ma essa in occidente dovrebbe essere messa in discussione. Noi che viviamo nei Paesi democratici abbiamo il compito si smascherare la propaganda del PCC».


Gli Usa sanzionano il colosso cinese delle costruzioni attivo in Italia
Andrea Muratore
31 agosto 2020

https://it.insideover.com/economia/le-s ... talia.html

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da una crescente animosità tra Stati Uniti e Cina; dalle accuse sui presunti favoreggiamenti delle autorità cinesi al contagio legato alla pandemia di coronavirus, che gli Usa ritengono esser stato favorito dal lassismo di Pechino, alle questioni più meramente strategiche gli ultimi mesi hanno segnato una vera e propria escalation. La rivalità tecnologica tra i due giganti prosegue più calda che mai; tra azioni muscolari nel Mar Cinese Meridionale, enigmatici aerei spia e il braccio di ferro su Hong Kong il clima è quello di una nuova Guerra Fredda. E su questo tema l‘amministrazione Trump sta battendo fortemente, soprattutto per convincere i Paesi storicamente alleati di Washington a seguire la logica della scelta di campo nei confronti della Cina.

Tra questi c’è sicuramente l’Italia, paese che, come abbiamo avuto modo di analizzare recentemente, è stato una destinazione privilegiata per i capitali e gli interessi politici cinesi. E di conseguenza va visto anche come un ammonimento al nostro Paese affinchè non travalichi le linee rosse di una decisa sinergia con Pechino il rafforzamento del processo sanzionatorio statunitense contro alcune aziende-chiave dell’economia cinese. Ventiquattro società hanno ricevuto una serie di limitazioni sulle esportazioni negli Usa e sulla concessione dei visti su iniziativa assunta congiuntamente dai Dipartimenti di Stato e del Commercio dell’amministrazione Trump per il loro presunto coinvolgimento nelle manovre di rafforzamento militare e di espansione geopolitica di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.

Certo, la ratio è sicuramente strumentale (è come se Pechino sanzionasse aziende Usa attive nel Mar dei Caraibi) e le accuse generiche (“corruzione, predazione finanziaria, distruzione ambientale”), ma conta il dato politico: Washington accelera sulla guerra economica. E molte aziende colpite dalle sanzioni sono legate a China Communications Constructions Co. (Cccc), esplicitamente citata dal Segretario di Stato Mike Pompeo come azienda problematica. Colpire Cccc è un avvertimento anche per l’Italia: la società infrastrutturale con partecipazione pubblica è infatti estremamente attiva nella ricerca di una base italiana in un porto strategico, da cui sviluppare la partnership sino-italiana sulle rotte della “Nuova via della seta“.

Oltre un anno fa, ai tempi della firma del memorandum italo-cinese ad opera del primo governo Conte, il portavoce del National Security Council Garrett Marquis ammonì l’Italia sulle Tlc e sui porti: “L’Italia è un pilastro della Nato. Se il vostro Paese firma il memorandum, non ci saranno conseguenze sull’alleanza atlantica. Tuttavia siamo seriamente preoccupati per le conseguenze dell’operatività dell’alleanza, specialmente con riguardo alle comunicazioni e alle infrastrutture fondamentali per sostenere le nostre iniziative miliari comuni”. Marquis pensava a Genova e Trieste, i porti che l’azienda, attiva in Italia nei due grandi scali con diversi importanti investimenti, mira a rafforzare e valorizzare in maniera simile a quanto fatto da Cosco nel più piccolo terminal di Vado Ligure.

A marzo e a novembre 2019, rispettivamente, i porti di Genova e Trieste hanno siglato dei memorandum con Cccc per progetti di crescita infrastrutturale e potenziamento logistico. In particolare, scrive l’Ispi, Cccc è “interessata alla nuova piattaforma logistica dello scalo della regione Friuli Venezia Giulia. L’opera riguarderà investimenti per attrezzare banchine e piazzali oltre alla realizzazione di una grande piastra ferroviaria dove sarà possibile formare treni merci lunghi 750 metri. L’idea è quella di sviluppare piattaforme logistico-industriali per facilitare i rapporti tra le piccole e medie imprese (Pmi) italiane e la Cina”.

Le sanzioni Usa contro date compagnie cinesi sono da intendere come “linee rosse”: proseguire nel fare affari con esse nei rami più strategici, come insegna il caso Huawei, può creare forti incomprensioni. Può piacere o no, ma è la logica del confronto di potenza, in cui l’Italia deve andare a ruota. Come valorizzare la nostra posizione in un confronto tanto muscolare? Innanzitutto capendo come gestire la relazione con le grandi potenze senza oscillare tra lassismo verso la Cina e un atteggiamento fatto da insubordinazioni e bruschi richiami all’ordine nei confronti di Washington. Serve maggiore organicità e progettualità politica, serve capire l’importanza di strumenti come il golden power per scrutinare ogni investimento straniero. Infine, serve ricordare di essere strategici: la Cina, ad esempio, ha capito meglio dei governanti italiani stessi la necessità di valorizzare il sistema dei porti attorno a un numero ridotto di hub d’eccellenza; la proiezione mediterranea e il ruolo nelle rotte commerciali resteranno tali indipendentemente dalla provenienza dei fondi investiti nel Paese. Un elemento che Roma deve spendere per alzare il proprio potere contrattuale con Washington, evitando di subire in futuro moniti ben precisi come le sanzoni a Cccc-



Trump: la Cina ha infettato il mondo, bisogna renderla responsabile per il virus
75ma Assemblea (virtuale) delle Nazioni Unite
22 settembre 2020

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 6a77b.html

"Distribuiremo un vaccino, sconfiggeremo il virus, metteremo fine alla pandemia ed entreremo in un'era di prosperità, pace e cooperazione senza precedenti", ha assicurato il presidente Usa

"Dobbiamo rendere responsabile la Cina "che ha diffuso questa piaga nel mondo": lo ha detto Donald Trump nel suo intervento in teleconferenza all'Assemblea generale dell'Onu, dove ha parlato di "virus cinese" e di "nemico invisibile" riferendosi al Covid.

Sconfiggeremo il virus con il vaccino, ci sarà prosperità senza precedenti
Il presidente ha poi detto che gli Stati Uniti distribuiranno un vaccino, sconfiggeranno il virus, metteranno fine alla pandemia ed entreranno "in una nuova era di prosperità, cooperazione e pace senza precedenti".

Combattiamo una battaglia globale
"Settantacinque anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la fondazione dell'Onu, ci troviamo ancora una volta impegnati in una battaglia globale", ha detto Donald Trump riferendosi alla "fiera battaglia contro il nemico invisibile, il virus della Cina, che ha provocato un numero enorme di vittime in 188 Paesi". "Negli Stati Uniti abbiamo lanciato la mobilitazione più aggressiva dalla Seconda Guerra Mondiale", ha proseguito rivendicando i progressi fatti sul fronte della costruzione dei ventilatori polmonari, delle cure, e dei vaccini, tre dei quali "arrivati alle fasi finali della sperimentazione", mentre già se ne stanno producendo milioni di dosi.

Orgoglioso per America First
"Sto orgogliosamente mettendo l'America al primo posto", dice Trump all'Assemblea Generale, quest'anno in versione Zoom per il coronavirus. Ai leader sono consentiti 15 minuti di intervento ciascuno ma il presidente americano ha tagliato corto, parlando solo per 7 minuti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » mer dic 30, 2020 8:16 am

Lockdown in Cina: porte bloccate, persone ammanettate; 14 famiglie travolte nel sonno
settembre 2020
https://www.youtube.com/watch?v=iZBpmjc ... ture=share
La capitale dello Xinjiang, Urumqi, è stata bloccata per 40 giorni, con misure ancora più severe di Wuhan. Porte bloccate con chiodi di ferro o nastro adesivo. Persone ammanettate. Si sono uditi gli abitanti gridare nella notte.
Alluvione in Sichuan: 14 famiglie, in un solo villaggio, sono state travolte nel sonno; i media locali non hanno parlato del numero dei morti o di persone scomparse.
In Cina, l'asilo è stato trasformato in una lezione di propaganda. Ai bambini piccoli viene chiesto di guardare i discorsi politici di Xi Jinping.
E gli Stati Uniti cercano di superare la Cina con la tecnologia 6G. E circolano notizie secondo cui il divieto dell'amministrazione Trump su WeChat non sia così ampio come si pensava in precedenza.

https://www.youtube.com/watch?v=1WKQtCTkRA4
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » mer dic 30, 2020 8:16 am

Aumentano i contagi in tutta la Cina. Zoom: dati utenti americani a Pechino
29 dic 2020
https://www.youtube.com/watch?v=1OQbPsn ... ture=share
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » mer dic 30, 2020 8:16 am

La condanna di Zhang Zhan ci ricorda le menzogne e la censura di Pechino sulle origini del virus
Atlantico Quotidiano
Michele Marsonet
30 Dic 2020

https://www.atlanticoquotidiano.it/rubr ... del-virus/

Mentre tutti ancora s’interrogano sulla miracolosa sparizione del Covid-19 in Cina dovuta – a detta della propaganda del regime – all’efficace lotta di contrasto e prevenzione condotta dal Partito Comunista, giunge notizia della condanna di Zhang Zhan, avvocatessa, blogger e attivista democratica che aveva subito cercato di informare la comunità internazionale circa quanto stava avvenendo a Wuhan lo scorso inverno, agli inizi dell’epidemia.

Si rammenteranno le immagini relative alla primissima fase della pandemia, con le corsie degli ospedali invase di malati moribondi, le persone che crollavano in strada colpite dalla febbre alta e l’intervento dei militari che sigillarono immediatamente la città. Pechino non ha mai fornito notizie precise circa le origini del virus. Si diffuse realmente partendo dal wet market di Wuhan? Oppure si trattò del tragico esito di un esperimento scientifico finito male?

Nessuno ne sa ancora niente e in pochi osano parlarne. La Repubblica Popolare ha invece cercato di bloccare i tentativi d’inchiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, organismo nel quale ha una grande influenza. E poi ha pure fatto circolare notizie volte a diffondere la tesi che il virus non abbia affatto origini cinesi, ma sia in realtà nato in altri Paesi tra i quali – come sappiamo – è stata indicata persino l’Italia.

Nel frattempo, Zhang Zhan è apparsa su una sedia a rotelle davanti al tribunale che l’ha condannata. E, anche in questo caso, è impossibile capire se ciò sia dovuto a uno sciopero della fame che l’ha gravemente indebolita, oppure ad eventuali torture subite nei mesi di detenzione. I quesiti posti da alcuni diplomatici occidentali per accertare la verità non hanno ottenuto – come sempre, del resto – risposta.

Il canale YouTube e l’account Twitter della coraggiosa attivista, che erano divenuti un punto di riferimento per tutti coloro che volevano avere notizie di prima mano da Wuhan, sono stati puntualmente oscurati. E non hanno avuto sorte migliore altri blogger meno famosi che avevano cercato di diffondere informazioni su un’epidemia che, in quei giorni, sembrava circoscritta al contesto cinese. Non era insomma ancora percepita come pandemia a livello globale.

Zhang Zhan è stata condannata a quattro anni di carcere dal tribunale di Shanghai, in base a una legge quanto mai vaga sulle “offese contro la quiete pubblica”. Tale legge è in realtà uno strumento utilizzato molto spesso dalle autorità contro i dissidenti di ogni tipo, e in particolare i difensori dei diritti umani (che nella Repubblica Popolare non hanno il benché minimo spazio di manovra).

È la stessa strategia utilizzata contro i leader democratici di Hong Kong, ma adottata anche in altre parti del Paese ogni volta che qualcuno mette in dubbio l’autorità dello Stato e del Partito Comunista, che in Cina sono la stessa cosa.

La grande colpa di Zhang Zhan e di altri attivisti è aver revocato in dubbio la narrazione governativa delle origini e degli sviluppi della pandemia, fornendo notizie alternative. E si tratta ovviamente di un peccato mortale agli occhi delle autorità.

Queste ultime sono infatti impegnate in una massiccia operazione propagandistica volta a convincere l’opinione pubblica mondiale che in Cina il virus è stato definitivamente sconfitto. Di qui le immagini di enormi folle di persone, in genere senza mascherine protettive, che si accalcano sulla Grande Muraglia e in altri luoghi simbolici della storia cinese, come per esempio Piazza Tienanmen.

E, ancor più importante, la diffusione di notizie estremamente positive circa la ripresa economica del Paese, con un Pil di nuovo in grande crescita e l’obiettivo sempre più ravvicinato di rimpiazzare gli Stati Uniti come prima potenza mondiale. Approfittando anche del fatto che, dopo le ultime elezioni, gli Usa stanno attraversando una fase di debolezza.

Può anche essere vero, come molti sostengono, che la Cina non è più un Paese comunista, nel senso in cui lo erano nel secolo scorso l’Unione Sovietica e i suoi satelliti e, ai nostri tempi, Cuba e la Corea del Nord dominate dalle dinastie Castro e Kim.

Eppure, l’abilità propagandistica è esattamente la stessa a Pechino, a l’Avana e a Pyongyang. Funziona sia all’interno per convincere i cittadini di vivere nel migliore dei mondi possibili, sia all’esterno, dove la crisi americana e, in senso più lato, la crisi del liberalismo procurano ai regimi dittatoriali attenzioni prima insperate.

In Italia è facile constatare come la propaganda cinese, nonostante tutto, funzioni alla grande attirando ammiratori anche nelle forze governative. Ma lo stesso si può dire a proposito dell’intera Unione europea. È un fatto grave e pericoloso poiché la Cina, a differenza della ex Urss, è davvero una grande potenza economica e commerciale, che può permettersi di propagandare all’estero il suo modello con aiuti economici e investimenti mirati. È auspicabile, prima che sia troppo tardi, una riflessione occidentale complessiva su questo problema.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » sab giu 12, 2021 5:55 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » sab giu 12, 2021 5:58 am

"Pompeo pronto a svelare le prove dell'origine del Covid nel laboratorio di Wuhan"
Gerry Freda
15 gennaio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/us ... 1610612973

Le imminenti prove dell’amministrazione Usa sulle origini del Covid farebbero riferimento agli studi segreti dell’Istituto di virologia di Wuhan

L’amministrazione Trump sarebbe pronta a pubblicare rivelazioni “esplosive” riguardo alle origini del Covid, con le prove del fatto che il coronavirus sarebbe stato realizzato artificialmente.

Tale dossier incendiario sarebbe l’ultimo dirompente atto dell’esecutivo federale uscente, diretto a inasprire ancora di più i rapporti con Pechino. A esporre le presunte evidenze raccolte finora da Washington riguardo alla creazione del morbo in un laboratorio di Wuhan sarà a breve, a detta di fonti citate dalla stampa britannica, il segretario di Stato Mike Pompeo.

Nei mesi precedenti, l’amministrazione Usa aveva più volte puntato il dito contro un determinato laboratorio ubicato a Wuhan e specializzato proprio in studi di virologia, accusando tale ente di ricerca di essere implicato nello sviluppo artificiale del Covid. Adesso, negli ultimi giorni di governo Trump, sembra stia per arrivare il momento in cui gli Stati Uniti esibiranno al mondo le prove di tale ipotesi ventilata in precedenza.

Le fonti citate sono state contattate dal giornale londinese Daily Mail e sono state presentate dallo stesso come “funzionari di lungo corso” dell’esecutivo federale. Secondo questi funzionari di spicco, Pompeo sarebbe pronto a fare un “intervento esplosivo”, a presentare appunto le prove documentali del fatto che il coronavirus sarebbe uscito da un laboratorio di Wuhan. Il segretario di Stato, nel dettaglio, starebbe per svelare documenti attestanti che il SARS-CoV-2 non sarebbe stato trasmesso all’uomo per vie naturali, ossia da pipistrelli, pangolini o altre specie di animali, ma sarebbe stato progettato in laboratorio, da scienziati dell’Istituto di virologia di Wuhan, un ente di ricerca molto chiacchierato. Per la precisione, l’istituto citato era finito in passato nel mirino sia di scienziati occidentali sia cinesi, secondo cui il personale della struttura non rispettava alla lettera le precauzioni in materia di bio-sicurezza. Relativamente alle accuse su quest’ultimo punto, funzionari statunitensi, ricorda il giornale, avevano visitato il laboratorio di Wuhan incriminato nel 2018 e denunciato lì “una grave carenza di tecnici e ricercatori formati in modo adeguato”, mentre, nel 2019, leader comunisti cinesi avevano segnalato una gestione lassista del medesimo istituto riguardo alla bio-sicurezza. Lo stesso Pompeo dovrebbe anche evidenziare gli stretti legami tra l’Istituto locale di virologia e l’esercito nazionale del Dragone, addestrato anche alla guerra chimica e batteriologica contro i nemici della Cina.

Sempre secondo i funzionari americani interpellati dalla testata britannica, il capo uscente della diplomazia Usa, nel suo imminente intervento pubblico, accuserà una specifica unità di ricerca del laboratorio di Wuhan quale principale artefice del morbo pandemico, l’unità “P4”. Quest’ultima dovrebbe venire accusata dal Segretario di Stato di avere sempre svolto una duplice funzione, “civile e militare”, coperta costantemente dalla massima segretezza. Dopo avere esposto le prove alla base della tesi dell’origine artificiale del Covid, Pompeo sarebbe ponto a indirizzare verso l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) le proprie accuse. Il membro dell’amministrazione Trump, affermano le fonti del Daily Mail, biasimerebbe l’organizzazione internazionale di avere contribuito a un vero e proprio insabbiamento delle indagini sulle reali origini del coronavirus, rifiutandosi reiteratamente di prendere in considerazione il possibile ruolo del laboratorio cinese nell’avvio della pandemia.

Il fatto che un giornale britannico abbia pubblicato le indiscrezioni citate in merito alle responsabilità degli scienziati del Dragone nello sviluppo del Covid ha subito indotto l’esecutivo di Londra a prendere ufficialmente posizione nel dibattito relativo alle origini del morbo pandemico. Il Ministero degli Esteri britannico e le fonti della sicurezza di Sua Maestà hanno infatti confermato che si aspettavano le nuove accuse di Washington alla Cina relativamente alle attività segrete dell’Istituto di Wuhan. Tuttavia, le medesime autorità di Londra hanno contestualmente fatto sapere di non condividere affatto le evidenze che Pompeo starebbe per svelare, ribadendo che “tutte le prove scientifiche credibili non indicano che il virus sia uscito da un laboratorio”.



Disinformazione da parte dei media per attaccare Trump. Un altro esempio, dopo la riabilitazione della teoria della fuga dal laboratorio del virus, è l'uso della idrossiclorochina nelle fasi iniziali della malattia per contrastarla.
L'Osservatore Repubblicano
3 giugno 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 3098522026

Donald Trump l'aveva promossa e i media, solo perchè l'aveva fatto lui ed eravamo in campagna elettorale hanno stroncato l'uso di questo medicinale.
Sindrome di squilibrio di Trump: L'idrossiclorochina è stata ingiustamente screditata?
Poiché Trump ha parlato della promessa del farmaco l'anno scorso, è stato trasformato in un piranha politico
I media mainstream hanno appena iniziato ad ammettere che il COVID-19 potrebbe essere trapelato dall'Istituto di virologia di Wuhan. I giornalisti hanno confessato di aver scartato la teoria all'inizio perché l'ex presidente Donald J. Trump la sosteneva.
Lo stesso si può dire per l'idrossiclorochina (HCQ), dopo che il signor Trump ha espresso la sua raccomandazione l'anno scorso, è stata trasformata in un piranha politico che è stato rapidamente respinta e screditata - tutto senza un'adeguata indagine scientifica sulla sua efficacia.
Nell'aprile 2020, un piccolo studio francese ha mostrato che l'HCQ combinato con l'azitromicina, un antibiotico, era sicuro ed efficace nell'abbassare il tasso virale del COVID-19 nei pazienti che avevano contratto la malattia per la prima volta. Il signor Trump ha immediatamente citato lo studio - come se fosse una buona notizia - il mondo era all'apice della pandemia e l'HCQ era stato approvato e usato dai medici da 85 anni per trattare sia la malaria che alcune malattie autoimmuni.
Il farmaco era generico, economico e ampiamente disponibile. Offriva speranza mentre la nazione aspettava che Big Pharma sviluppasse un vaccino universale.
Nel frattempo, i medici in prima linea in tutto il mondo hanno iniziato a utilizzare l'HCQ. I dottori Jeff Colyer e Daniel Hinthorn hanno scritto sul Wall Street Journal nel marzo del 2020: "Siamo medici che trattano i pazienti con il Covid-19, e la terapia sembra fare la differenza. Non è un proiettile d'argento, ma se distribuito rapidamente e strategicamente il farmaco potrebbe potenzialmente aiutare a piegare la curva a 'bastone da hockey' della pandemia".
Eppure, poiché il signor Trump stava pubblicamente facendo il tifo per il farmaco, i membri della stampa - e alcuni all'interno della comunità scientifica - hanno istintivamente iniziato a fare il tifo contro di esso. Molteplici media hanno portato "esperti" che sostenevano che l'HCQ non dovrebbe essere prescritto al di fuori delle sue indicazioni approvate e/o che era dannoso a causa dei suoi ben noti effetti collaterali. L'HCQ fu diffamato perché non c'erano studi di controllo randomizzati (RCT) che lo sostenevano - studi che avrebbero richiesto mesi per essere completati mentre milioni di persone venivano infettate dal COVID-19.
Il Dr. Harvey Risch, professore di epidemiologia alla Yale School of Public health ha scritto su Newsweek lo scorso luglio che l'HCQ è diventato "come un marcatore di identità politica, su entrambi i lati dello spettro politico".
Nel frattempo, studi scientifici che sminuivano l'HCQ hanno iniziato ad emergere, il che ha contribuito ad alimentare la narrazione pessimistica dei media. In aprile, la Veteran's Administration ha pubblicato uno studio che mostra che i pazienti che hanno ricevuto l'HCQ e l'HCQ e l'azitromicina sono morti ad un tasso più alto di quelli che hanno ricevuto le cure standard. Ciò che la stampa ha omesso da questi risultati è stato il fatto che coloro che hanno ricevuto l'HCQ erano molto più malati, e quindi non i migliori destinatari in cui giudicare il tasso di successo dei farmaci (HCQ funziona meglio in coloro che sono nelle prime fasi della malattia).
A maggio, due riviste scientifiche rispettate, il Lancet e il New England Journal of Medicine, hanno riportato studi che mostrano che l'HCQ ha aumentato il tasso di mortalità dei pazienti COVID-19 e ha causato problemi cardiaci. Era la panacea di cui i media e i democratici avevano bisogno per chiudere finalmente la porta all'HCQ - tranne che entrambi gli studi furono ritrattati nei due mesi successivi per un lavoro scadente.
Tuttavia, il danno era fatto. I titoli negativi erano stati scritti. La disinformazione assorbita.
Più tardi, a luglio, l'Henry Ford Health Center di Detroit pubblicò uno studio che trovava che l'HCQ abbassava il tasso di mortalità nei pazienti ricoverati con COVID-19 di oltre il 50%. Tuttavia, il Dr. Anthony Fauci si è affrettato a cestinare i suoi meriti perché non era un RCT, e i media lo hanno felicemente assecondato, facendolo a pezzi.
L'Henry Ford Health Center rimase fedele al suo studio, tuttavia, e cercò di espanderlo a un gruppo più ampio di pazienti, per migliorarne il valore scientifico. Tuttavia, ha tranquillamente abbandonato la ricerca lo scorso dicembre - semplicemente non poteva reclutare i pazienti necessari a causa del ruolo politico dell'HCQ.
Alla fine sono emersi degli RCT che hanno minimizzato l'efficacia dell'HCQ, ma non hanno esaminato i benefici dell'associazione dell'HCQ con l'azitromicina nelle prime fasi della malattia. Eppure, il dibattito era finito, il consenso si era formato, e l'America doveva smettere di parlare dell'HCQ - non c'era bisogno di ulteriori RCT.
Eppure, proprio questo gennaio, uno studio dell'Hackensack Meridian Health del New Jersey, ha mostrato che le persone con sintomi lievi di COVID-19, che hanno preso l'HCQ avevano una probabilità significativamente minore di finire in ospedale con la malattia. I medici che hanno condotto lo studio dicono che i loro risultati suggeriscono che l'HCQ dovrebbe essere testato ulteriormente nel contesto di un più ampio studio clinico.
Buona fortuna.
Un medico del North Jersey, Stephen Smith, capo di un centro di malattie infettive a East Orange, ha dichiarato che ha avuto buoni risultati trattando pazienti ospedalizzati COVID-19 con HCQ e azitromicina, ma "ha avuto difficoltà a trovare qualcuno per analizzare le informazioni a causa di ciò che crede è uno stigma contro il farmaco derivante dal dibattito politico sul suo uso".




La disinformazione dei media sulla Teoria della fuga dal laboratorio di Wuhan del COVID-19
3 giugno 2021

https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -covid-19/

Sulla Teoria della fuga dal laboratorio di Wuhan i media mainstream al posto di contrastare la disinformazione l’hanno diffusa.

Nell’ultimo anno i media mainstream e i social network ci hanno fatto credere, oltre a censurare, che il solo ipotizzare che il virus del Covid-19 fosse fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan in Cina e che quindi fosse il risultato di una manipolazione da laboratorio, fosse solamente “disinformazione” e che la verità assoluta, tra l’altro senza prove, fosse che il Coronavirus avesse una origine naturale.

Ma non si sono fermati qui, anzi, la narrativa portata avanti era quella che chi esternava l’origine artificiale del Covid-19 fosse un “cospirazionista“, “ignorante“, “di estrema Destra“. Il motivo è facilmente intuibile: eravamo in campagna elettorale per le presidenziali americane e la teoria della fuga dal laboratorio era stata ipotizzata da politici Repubblicani e dallo stesso Presidente Donald Trump. I media e i social network avevano dunque un unico obiettivo: colpire l’Amministrazione Trump ed infangarla… e alla fine, quelli che si erano elevati a “guardiani contro la disinformazione” – per meri opportunismi politici – hanno diffuso essi stessi disinformazione.

Per saperne di più su questa vicenda, non perdere questi due articoli!

Leggi anche: “Le informazioni sul personale malato al laboratorio di Wuhan alimentano il dibattito sull’origine del Covid-19”

Leggi anche: “I Fact Checker indipendenti o arbitri della Verità dei Social Network sono fuori controllo. È tempo che cambi qualcosa”

Di seguito la tradizione di un articolo scritto da Bret Stephens, opinionista del New York Times, pubblicato il 31 maggio in cui analizza la triste vicenda dei media che non hanno fatto il loro dovere.

Premettendo che si tratta di un opinionista che scrive per un giornale di Sinistra e che quindi non ha particolare stima di Donald Trump, del senatore Tom Cotton, dei “bigotti” conservatori – cose che ovviamente non sono dell’opinione di questo Blog – invitiamo il lettore a prestare molta attenzione ai passaggi logici e al corredo delle fonti sulla teoria della fuga dal laboratorio del virus e alla generale riflessione sul comportamento dei mass media, della comunità scientifica e dei social network.

Il pensiero unico dei media e la teoria della fuga dal laboratorio

Se si scoprisse che la pandemia di Covid è stata causata da una fuoriuscita del virus da un laboratorio di Wuhan, in Cina, ciò si classificherebbe tra i più grandi scandali scientifici della Storia: una ricerca pericolosa, forse con tecniche eticamente dubbie che rendono i virus più pericolosi, condotta in una struttura scarsamente protetta, insabbiata da un regime più interessato alla propaganda che alla vita umana, catastrofica per il mondo intero.

Ma questo possibile scandalo, non ancora provato, oscura uno scandalo reale, che resta ancora da digerire.

Mi riferisco al lungo rifiuto da parte di troppi “guardiani” dei media (sia social che mainstream) di prendere sul serio la teoria della fuga dal laboratorio. Le ragioni di questo – la faziosità estrema e la l’affidarsi ingenuamente solo ai rapporti ufficiali – e i metodi con cui è stata imposta – censura e vilipendio – ricordano che a volte i nemici più pericolosi e distruttivi della scienza possono essere coloro che pretendono di parlare a suo nome.

Riavvolgiamo il nastro al febbraio dell’anno scorso, quando persone come il senatore Tom Cotton hanno iniziato a sottolineare un insieme di fatti inquietanti: la strana coincidenza di una pandemia originata nella stessa città in cui un laboratorio cinese stava conducendo esperimenti di alto livello di biocontenimento sui virus di pipistrello; il rapporto preoccupante che alcuni dei primissimi pazienti con il Covid non avevano avuto contatti con i mercati alimentari da cui si supponeva che la pandemia avesse avuto origine; il fatto che il governo cinese avesse mentito e fatto ostruzionismo durante la crisi. Pensate quello che volete del repubblicano dell’Arkansas, ma queste erano osservazioni ragionevoli che giustificavano un’indagine indipendente.

La reazione comune nei circoli liberal delle élite? Un giornalista del Washington Post l’ha definita una “teoria alternativa” che “è stata ripetutamente contestata dagli esperti“. L’Atlantic Council ha accusato Cotton di aver favorito una “infodemia” “spingendo l’affermazione, ormai smentita, che il nuovo Coronavirus potrebbe essere stato creato in un laboratorio di Wuhan”. Uno scrittore di Vox ha detto che si trattava di una “pericolosa teoria del complotto” avanzata da conservatori “noti per sputare regolarmente sciocchezze (e colpire la Cina)”.

Ci sono molti altri esempi del genere. Ma la struttura generale della narrazione dei media era chiara. Da una parte c’erano gli esperti in posti come l’Organizzazione Mondiale della Sanità: competenti, incorruttibili, autorevoli, nobili. Dall’altra c’era un gruppo di zoticoni di Destra che spingevano una risibile fantasia con sfumature xenofobe per distogliere l’attenzione dalla cattiva gestione della crisi da parte dell’amministrazione Trump.

Eppure, era una narrazione con dei buchi più grandi della bocca di Donald Trump.

Era oltraggioso pensare che il virus potesse essere sfuggito all’Istituto di virologia di Wuhan? Non se avete ascoltato la paziente, lucida e scientificamente ricca spiegazione del biologo evoluzionista Bret Weinstein sull’ipotesi della fuga dal laboratorio – che ha consegnato quasi un anno fa al podcast di Joe Rogan, decisamente non mainstream.

È stato saggio da parte dei giornalisti scientifici accettare la validità di una lettera del febbraio 2020, firmata da 27 scienziati e pubblicata su The Lancet, che insisteva freneticamente sulla “origine naturale” del Covid? Non se quei giornalisti avessero indagato sui legami tra l’autore principale della lettera ed il laboratorio di Wuhan (un fatto, come sottolinea lo scrittore scientifico Nicholas Wade in un saggio pubblicato su The Bulletin of the Atomic Scientists, che è stato di dominio pubblico per mesi).

Era saggio supporre che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che è servita come portavoce della propaganda del regime cinese, dovesse essere presa come un’autorità in materia per stabilire cosa fosse “disinformazione” sul Covid da parte di Facebook, che a febbraio ha bandito la teoria della fuga di laboratorio dalla sua piattaforma? Non se l’obiettivo di aziende come Facebook è quello di avvicinare il mondo, al posto di riciclare la disinformazione del governo cinese mentre copia i suoi metodi illiberali.

A suo discapito, Facebook ha fatto marcia indietro la scorsa settimana. Le organizzazioni mediatiche stanno tranquillamente correggendo (o modificando furtivamente) gli articoli sprezzanti dell’anno scorso, a volte usando la foglia di fico di “nuove informazioni” sui lavoratori del laboratorio di Wuhan che sono stati infettati già nell’autunno del 2019 con una malattia simile al Covid. E la comunità sanitaria pubblica sta dando un nuovo sguardo alla sua versione sulla origine del Covid.

Ma anche in questo momento si ha un senso chiaro di questo gregge di menti indipendenti che si stano mettendo duramente al lavoro. Se la teoria della fuga dal laboratorio sta finalmente ottenendo l’attenzione che ha sempre meritato, è soprattutto perché Joe Biden ha autorizzato un’inchiesta e Anthony Fauci ha ammesso di avere dubbi sulla origine naturale del virus. In altre parole, il probo presidente e il probo esperto della salute pubblica hanno benedetto una certa linea di indagine.

Eppure la teoria della fuga dal laboratorio, che si riveli giusta o meno, è sempre stata credibile. Anche se era Tom Cotton a crederci. Anche se il “consenso” unanime della comunità scientifica la contestava. Anche se i bigotti – che raramente hanno bisogno di un pretesto – ne hanno tratto conclusioni bigotte.

Il buon giornalismo, come la buona scienza, dovrebbe seguire le prove, non le narrazioni. Dovrebbe prestare attenzione tanto ai fanatici intelligenti quanto alle autorità eminenti. E non dovrebbe mai trattare un onesto disaccordo come un’eresia morale.

Chiunque si chieda perché così tante persone sono diventate così ostili alle dichiarazioni dei funzionari della sanità pubblica e dei giornalisti scientifici dovrebbe trarre la conclusione appropriata da questa storia. Quando si vuole dare una lezione al pubblico sui pericoli della disinformazione, è meglio non spacciarla.



I Fauci Files: ecco perché la tesi dell'origine artificiale del virus doveva essere screditata
Atlantico Quotidiano
4 giugno 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/rubr ... creditata/

L’avvertimento ai vertici del Dipartimento di Stato: non continuate con l’indagine sull’origine del virus, perché aprirebbe un “vaso di Pandora”.

La possibilità che il virus fosse il risultato di esperimenti di “gain-of-function” nei laboratori di Wuhan finanziati anche con fondi governativi Usa mise in allarme Fauci e il suo staff, come si evince dalle email pubblicate nelle scorse ore. I vertici del Dipartimento di Stato furono “avvertiti di non perseguire un’indagine sulle origini del Covid-19”, perché avrebbe portato un’attenzione “indesiderata” sui finanziamenti Usa alla ricerca del Wuhan Institute of Virology, rischiando di aprire un “vaso di Pandora”…

Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di malattie infettive Usa (NIAID) e consigliere della Casa Bianca sul Covid, fu avvertito già nel febbraio 2020 della possibilità che il coronavirus responsabile della pandemia fosse stato creato in laboratorio, che si trattasse di un virus “ingegnerizzato”. Un’ipotesi che, nonostante fosse presa seriamente in considerazione nei messaggi via email con i suoi autorevoli interlocutori, Fauci ha pubblicamente scartato e ridicolizzato per mesi, tranne poi ammettere pochi giorni fa di ritenerla plausibile.

È quanto emerge – oltre alla sua sottovalutazione del virus e alle contrastanti versioni sull’utilità delle mascherine – dalle email scambiate da Fauci tra il gennaio e il giugno 2020 e ottenute legalmente, tramite Foia (Freedom of Information Act), dal sito Buzzfeed e dal Washington Post (che nel frattempo è corso a ritoccare i suoi titoli fino a 15 mesi fa, in una doppia operazione di insabbiamento).

Nelle email Fauci sembra prendere abbastanza seriamente l’ipotesi, avanzata da alcuni suoi colleghi, della creazione del virus in laboratorio e di una sua accidentale uscita, ma allo stesso tempo, in pubblico, la escludeva categoricamente, e ripetutamente, ridicolizzandola (“circular argument”), anche dopo che il presidente Trump e il segretario di Stato Pompeo avevano cominciato ad esercitare pressioni sul regime di Pechino sull’origine del virus e la sua mancanza di trasparenza.

Lo stesso Fauci oggi, con nonchalance, si dice “non convinto” dell’origine naturale del virus e, riguardo l’incidente di laboratorio, ammette che “that possibility certainly exists”. Ma in quelle settimane iniziali, quando almeno nei suoi messaggi privati prendeva in seria considerazione l’origine artificiale del virus, Fauci ha aggiornato la Casa Bianca su queste ipotesi?

Dalle email emerge, o meglio trova conferme, anche una possibile spiegazione della condotta di Fauci: sapeva che il principale sospettato per il presunto leak del virus era il Wuhan Institute of Virology, al quale erano arrivati nei 5 anni precedenti circa 600 mila dollari dal NIAID, da lui diretto, tramite la ong EcoHealth Alliance. Fondi che in audizione al Senato lo scienziato ha ammesso di non poter garantire che non siano stati usati dall’istituto cinese per esperimenti di “gain-of-functions”.

Ma procediamo con ordine.

Il 31 gennaio 2020, Fauci manda una email ai ricercatori Kristian Andersen, immunologo che dirige un laboratorio in genomica virale presso lo Scripps Research Institute, con sede a La Jolla, California, e Jeremy Farrar, direttore della fondazione di ricerca in campo sanitario Wellcome Trust. In questa email segnala loro un articolo uscito su Science intitolato “Mining coronavirus genomes for clues to the outbreak’s origins”, accompagnandolo con poche parole: “Questo è uscito oggi. Potreste averlo visto. Se no, è interessante per la discussione in corso”.

Ancora più eloquente è la risposta che Fauci riceve un paio d’ore dopo da Andersen: “Il problema è che le nostre analisi filogenetiche non sono in grado di valutare se le sequenze siano insolite rispetto alle singole sostanze, a meno che non siano completamente sballate”. Ma osserva: “Le caratteristiche insolite del virus costituiscono una parte davvero piccola del genoma (<0,1%), quindi bisogna guardare molto da vicino tutte le sequenze per vedere che alcune delle caratteristiche (potenzialmente) sembrano ingegnerizzate“. “Abbiamo una buona squadra dedicata a valutare molto seriamente” questa ipotesi, aggiunge Andersen, e “dopo le discussioni di oggi, Eddie, Bob, Mike, ed io tutti troviamo il genoma in contrasto con le aspettative della teoria evoluzionistica”, anche se “ulteriori analisi devono essere fatte”.

Due giorni dopo, l’altro scienziato incluso nello scambio precedente, Farrar, segnala a Fauci un articolo di ZeroHedge intitolato “Coronavirus Contains ‘HIV Insertions’, Stoking Fears Over Artificially Created Bioweapon” (per il quale ZeroHedge si vide sospeso l’account Twitter). Si tratta dello studio indiano, poi frettolosamente ritirato, in cui si sosteneva la presenza nel coronavirus di “innesti di HIV”, per renderlo più infettivo – conclusione a cui sarebbe giunto anche il biologo Premio Nobel Luc Montagnier. Nelle settimane successive sarebbe divenuta l’ipotesi bollata come la più strampalata. Fauci che fa, ignora l’email? La cestina? No, inoltra tutto lo scambio a Francis Collins, direttore del National Institutes of Health (NIH), chiedendogli: “Do you have a minute for a quick call?”

Il 16 aprile 2020 Collins manda a Fauci una email (oggetto: “conspiracy gains momentum”), con il link ad un servizio di Fox News sull’ipotesi della fuga da laboratorio: secondo diverse fonti “c’è una crescente fiducia che il virus – Covid-19 – sia uscito da un laboratorio di Wuhan”. Ma il testo sia dell’email di Collins sia della risposta di Fauci è oscurato.

Erik A. Nilsen, dottorato in fisica applicata, in una email di marzo avverte Fauci che “i dati pubblicati dalla Cina non sono solo spazzatura, hanno ingannato il mondo inducendo un falso senso di sicurezza”, e che il Covid-19 potrebbe diventare uno “tsunami negli Stati Uniti”. E aggiunge: “Credo che abbiamo perso il controllo molto tempo fa”, spiegando di aver appreso che 5 milioni di persone hanno lasciato Wuhan il 22 gennaio, prima che la Cina chiudesse la città, e si sono “disperse” in oltre 13 mila luoghi diversi. Cosa fa Fauci? Inoltra l’email ad un suo collaboratore: “Too long for me to read”.

Ma l’email forse più imbarazzante per Fauci è quella in cui riceve il messaggio di “ringraziamento personale”, per aver sostenuto l’origine naturale del virus e smentito l’ipotesi della fuga da laboratorio, da Peter Daszak, presidente di EcoHealth Alliance, ente nonprofit che ha usato 3,4 milioni di dollari di fondi governativi Usa per finanziare diversi enti di ricerca cinesi, tra cui l’istituto di Wuhan da cui si sospetta che possa essere fuoriuscito il virus.

“Volevo solo ringraziarti personalmente a nome del nostro staff e dei nostri collaboratori, per esserti pubblicamente opposto e aver affermato che le prove scientifiche supportano un’origine naturale del Covid-19 da uno spillover tra pipistrelli e umani, non una fuga da laboratorio dall’Istituto di Virologia di Wuhan”.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, con i fondi del NIH la EcoHealth Alliance ha finanziato la ricerca sui coronavirus dei pipistrelli cinesi, e in particolare il Wuhan Institute of Virology per un totale di 598 mila dollari (133 mila l’anno dal 2014 al 2018 e 66 mila nel 2019). Un finanziamento di 3,7 milioni di dollari era stato rinnovato nel 2019, ma cancellato nell’aprile 2020 dall’amministrazione Trump.

Fauci (NIAID) e Collins (NIH) hanno più volte negato che i fondi siano stati utilizzati per la ricerca denominata “gain-of-function”, ma entrambi hanno ammesso che non c’è modo di sapere se l’istituto cinese non li abbia effettivamente utilizzati almeno in parte a quello scopo. Anche perché, osserviamo, i fondi sono arrivati per via indiretta al WIV.

Come ha ricordato ieri Enzo Reale su Atlantico Quotidiano – nella ricostruzione più completa ad oggi disponibile sull’ipotesi dell’origine artificiale del virus – nel dicembre 2019, poco prima dello scoppio dell’epidemia a Wuhan, lo stesso Daszak spiegava con un certo compiacimento nel corso di un’intervista come i ricercatori del WIV avevano riprogrammato la proteina spike e generato coronavirus chimerici in grado di infettare topi “umanizzati”. Lo stesso Fauci, in un articolo del 2012 per l’American Society for Microbiology, spiegava che i rischi connessi ai procedimenti di gain-of-function erano “ampiamente compensati dai benefici della manipolazione dei virus”.

Si capisce quindi perché Fauci potesse essere preoccupato che prendesse piedi la tesi di una origine del virus dal Wuhan Institute of Virology e perché, come vedremo, temeva potesse emergere un collegamento tra il suo istituto e gli esperimenti di “gain-of-function” condotti nei laboratori cinesi da cui si sospetta sia uscito il virus.

A far scattare l’allarme è l’email in cui Andersen parla di caratteristiche del virus che “sembrano ingegnerizzate“. La mattina del giorno dopo, l’1 febbraio, Fauci scrive una email (oggetto: IMPORTANT, in capital letters) al suo vice, l’immunologo Hugh Auchincloss, preallertandolo: “È essenziale che parliamo questa mattina, tieni il telefono acceso… Leggiti il paper e l’email che ti inoltrerò. Hai compiti oggi che devono essere svolti”.

Il paper accademico allegato, intitolato “A Sars-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence”, è co-firmato da Shi Zhengli, ormai nota alle cronache come bat-woman, la principale responsabile della ricerca sui coronavirus al Wuhan Institute of Virology, e da Ralph Baric della North Carolina University. Ed è del 2015 – lo stesso periodo dei finanziamenti del NIAID, via EcoHealth Alliance, ma anche della moratoria Usa sugli esperimenti di gain-of-function, in attesa di elaborare linee guida. Nel paper si presentavano i risultati dei ricercatori cinesi e americani nella manipolazione dei coronavirus per comprendere meglio come possono infettare gli essere umani attraverso l’enzima ACE2, proprio la peculiare capacità del coronavirus che provoca il Covid-19.

Nel pomeriggio arriva la risposta di Auchincloss:

“Il paper che mi hai inviato dice che gli esperimenti sono stati eseguiti prima della sospensione del gain-of-function [2014-2017, ndr], ma da allora sono stati rivisti e approvati dal NIH. Non sono sicuro di cosa significhi, perché Emily è sicura che nessun coronavirus sia passato attraverso un framework P3 [partnership pubblico-privato, ndr]. Cercherà di determinare se abbiamo dei legami lontani con questo lavoro all’estero“.

Non sorprende quindi la preoccupazione di Fauci e del suo staff che gli esperimenti di gain-of-function sui coronavirus condotti al Wuhan Institute of Virology fossero all’origine del Covid-19 e in qualche modo riconducibili ai fondi arrivati dal NIAID all’istituto cinese via EcoHealth Alliance.

Una lettura avvalorata da una notizia di ieri. I vertici del Dipartimento di Stato sono stati avvertiti di non perseguire un’indagine sulle origini del Covid-19, hanno confermato a Fox News ex funzionari del Dipartimento, nel timore che avrebbe attirato l’attenzione sui finanziamenti governativi Usa arrivati al Wuhan Institute of Virology, dal quale il virus potrebbe essere sfuggito. Secondo un’inchiesta di Vanity Fair, ai funzionari che chiedevano trasparenza al governo cinese fu detto di non indagare sulla ricerca denominata “gain-of-function” condotta nell’istituto cinese, perché avrebbe portato un’attenzione “indesiderata” sui finanziamenti del governo Usa in quella ricerca. Indagare sulle origini del virus rischiava di aprire un “vaso di Pandora”.

“La storia del perché parti del governo degli Stati Uniti non erano così curiose come molti di noi pensano che avrebbero dovuto essere è estremamente importante”, ha spiegato a Vanity Fair David Feith, ex vice assistente del segretario di Stato. Thomas DiNanno, ex funzionario nominato da Trump, racconta come la sua indagine sull’ipotesi della fuga da laboratorio sia stata ostacolata ad ogni passaggio, con personale tecnico ostile e antagonistico che lo avvertiva di non aprire il “vaso di Pandora”.

Uno degli aspetti più grotteschi, ma anche più indicativi della inaffidabilità di certi organismi internazionali, è che Daszak ha fatto parte del team di “investigatori” dell’OMS mandato a Wuhan nel febbraio 2021 per indagare sulle origini della pandemia. Lo stesso Daszak, la cui organizzazione ha finanziato con almeno 600 mila dollari la ricerca del Wuhan Institute of Virology basata sulla modifica dei coronavirus (non decine di anni fa ma fino al 2019), avrebbe dovuto trovare le prove che in pratica avrebbero incolpato non solo l’istituto ma anche se stesso. Non sorprende quindi che in tre ore di visita ai laboratori abbia concluso che “non c’è nulla da vedere qui”: come ha ammesso alla Cbs, gli esperti dell’Oms hanno creduto agli scienziati cinesi sulla parola (“cos’altro potevamo fare?”) e, comunque, “non era nostro compito scoprire se la Cina ha insabbiato” [sic].

Breve storia triste nella storia: Facebook – che ha da pochi giorni rimosso il ban verso chiunque osasse postare riferimenti all’origine artificiale del virus – si è avvalso di Daszak come fact-checker, proprio lui che ha finanziato il laboratorio di Wuhan da cui il virus sarebbe uscito secondo le teorie sottoposte a fact-checking. Science Feedback, infatti, una delle principali piattaforme di fact-checking utilizzate da Facebook, nel febbraio 2020 ha citato Daszak come fonte esperta per bollare come “debunked” la teoria della fuga da laboratorio, presupposto della censura scattata da lì in avanti nei confronti degli utenti che continuavano a sostenerla. Eccolo, il fact-checking che i social media spacciano per “indipendente”…

Va ricordato che poco dopo l’email spedita a Fauci il 31 gennaio 2020, in cui parlava di caratteristiche del virus che “sembrano ingegnerizzate“, Kristian Andersen avrebbe cambiato avviso, sposando la tesi dell’origine naturale. Una conversione assai repentina, se già quattro giorni dopo, il 4 febbraio, definiva “crackpot”, folli, squinternate, le teorie secondo cui il virus fosse “in qualche modo ingegnerizzato”, in una email indirizzata tra gli altri (indovinate un po’?) al solito Daszak di EcoHealth Alliance, e nella quale si discuteva di una bozza di lettera per “contrastare quelle teorie estremiste”. Il 17 marzo 2020 Andersen avrebbe pubblicato un suo articolo su Nature Medicine, sostenendo l’origine naturale ed escludendo interventi di laboratorio – articolo poi citato da Fauci per fugare ogni dubbio. Anche se, come ha riconosciuto lo stesso Andersen su Twitter, “non dimostra definitivamente che non si è verificata una fuga da laboratorio” e “non significa che non dovremmo considerarla come possibilità”, ma solo che è “estremamente improbabile”.

Ma il punto è proprio questo: per oltre un anno, a partire dalla dichiarazione apparsa su The Lancet il 19 febbraio 2020 (in cui compare il solito Daszak), è stata etichettata da scienziati e media, tradizionali e social, come “conspiracy theory” e già “debunked” l’ipotesi dell’origine del virus dai laboratori di Wuhan, mentre le email di Fauci suggeriscono che non è mai stata una teoria complottista, ma al contrario una ipotesi presa seriamente in considerazione. E la giravolta dello stesso Fauci pochi giorni fa, gli elementi emersi in questi mesi, la decisione dell’amministrazione Biden di aprire un’indagine dopo averne appena chiusa una, mostrano che è ancora oggi fondata e meritevole di approfondimento.

La fretta della scienza “ufficiale” e “governativa”, dei Fauci e dei Daszak, con i loro conflitti di interesse, e ovviamente della Cina, di declassarla a teoria complottista e chiudere il discorso, assecondata da certi media e politici mossi da pregiudizio anti-Trump, solleva l’inquietante sospetto di un cover-up globale senza precedenti, determinato da una manifesta coincidenza di riflessi e interessi.

D’altra parte, al momento, nonostante gli sforzi dei ricercatori cinesi, il Sars-CoV-2 non è stato isolato in nessuna specie animale, né è emersa prova che sia transitato in una specie intermedia, né si sono registrati casi di Covid-19 antecedenti i primi di Wuhan nelle zone – a 1.500 chilometri di distanza – dove i pipistrelli vivono. Insomma, non è dimostrato che esista in natura. Se non abbiamo certezze sull’origine, non abbiamo nemmeno elementi definitivi a supporto di una origine naturale. E Pechino ancora si rifiuta di collaborare.



Dichiarazione di Donald J. Trump , 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
4 giugno 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 4281792241

Dopo aver visto le e-mail, il nostro Paese è fortunato che non ho fatto quello che il dottor Fauci voleva che facessi. Per esempio, ho chiuso le nostre frontiere con la Cina molto presto, nonostante lui non volesse che fossero chiuse. I Democratici e i Fake News Media mi hanno persino chiamato "xenofobo". Alla fine, abbiamo visto che questa è stata una decisione salvavita, e lo stesso vale per la chiusura delle nostre frontiere verso l'Europa, in particolare verso alcuni paesi fortemente infettati. In seguito mi fu dato il merito, anche da "Tony", di aver salvato centinaia di migliaia di vite. Il Dr. Fauci non ha insistito sulla velocità di produzione del vaccino perché pensava che ci sarebbero voluti 3, 4, o forse anche 5 anni per crearlo. Io l'ho fatto in meno di 9 mesi con l'operazione Warp Speed. A posteriori, il vaccino sta salvando il mondo. Poi, ho fatto la più grande scommessa della storia. Abbiamo ordinato vaccini per miliardi di dollari prima ancora di sapere che funzionassero. Se non fosse stato fatto, i nostri meravigliosi vaccini non sarebbero stati somministrati fino a ottobre di quest'anno. Nessuno avrebbe avuto l'iniezione che ora ha salvato il mondo e milioni di vite!
Inoltre, il Dr. Fauci era totalmente contrario alle mascherine quando persino io pensavo che sarebbero state almeno utili. Poi ha cambiato completamente idea ed è diventato un "mascheratore" radicale!
Ci sono molte domande a cui il Dr. Fauci deve rispondere. Il finanziamento di Wuhan da parte degli Stati Uniti è stato scioccamente iniziato dall'amministrazione Obama nel 2014, ma è terminato sotto l'amministrazione Trump. Quando ne ho sentito parlare, ho detto "assolutamente no". Cosa sapeva il dottor Fauci della ricerca sul "guadagno di funzione", e quando l'ha saputo?



Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'America
L'Osservatore Repubblicano
4 giugno 2021

https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 9648455371

Ora tutti, anche il cosiddetto "nemico", stanno cominciando a dire che il presidente Trump aveva ragione sul virus cinese proveniente dal laboratorio di Wuhan. La corrispondenza tra il dottor Fauci e la Cina è troppo eloquente perché chiunque possa ignorarla. La Cina dovrebbe pagare dieci trilioni di dollari all'America, e al mondo, per la morte e la distruzione che ha causato!



Covid, Trump all'attacco: "Cina deve pagare per quello che è successo"
L'ex presidente Usa: "L'America e il mondo chiedano conto per il ruolo avuto nella pandemia"
7 giugno 2021

https://www.adnkronos.com/covid-trump-a ... AN6ZAOTnoD

"È arrivato il momento in cui l'America e il mondo chiedano conto alla Cina per il ruolo avuto nella pandemia". A dichiararlo è stato l'ex Presidente Usa, Donald Trump, parlando alla convention repubblicana in North Carolina. "La Cina deve pagare, loro devono pagare", ha scandito tra gli applausi.
Trump, tornando sul palco, ha attaccato anche a tutto campo l'amministrazione Biden, definita "l'amministrazione di sinistra più radicale della storia". Ha parlato per circa un'ora e mezza alla convention repubblicana in North Carolina, rivendicando i risultati ottenuti durante la sua presidenza e di aver consegnato a Biden “ la più grande economia nella storia mondiale" che ora "sta andando in disgrazia con l'inflazione porterà a una catastrofe nel prossimo futuro".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Cina e virus

Messaggioda Berto » sab giu 12, 2021 5:59 am

Origine COVID: dove sta il marcio?
parte 1 - MN #115 - Mazzoni News
Roberto Mazzoni
6 giugno 2021

https://mazzoninews.com/2021/06/06/orig ... -1-mn-115/

Anthony Fauci è l’uomo di punta a livello globale nella definizione delle contro-misure mediche e politiche per contenere la diffusione della pandemia COVID-19. Il burocrate più pagato in tutti gli Stati Uniti, Fauci ha ricoperto il ruolo di responsabile del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) – l’istituto nazionale per le malattie infettive e le allergie – dal 1984, servendo sotto sei diversi presidenti degli Stati Uniti.

Dalla sua nomina in questa posizione strategica, Anthony Fauci ha avuto un ruolo determinante nel finanziare ricerche di tipo “gain of function” sia negli Stati Uniti sia in Cina.

Gli esperimenti “gain of function” (guadagno funzionale) consistono nel prendere un virus dal mondo animale e modificarlo in modo che possa contagiare anche l’uomo, spesso rendendolo più contagioso e più pericoloso. Gli esperimenti vengono eseguiti su topi umanizzati e altre cavie e sono estremamente pericolosi.

Per tale motivo devono essere eseguiti in laboratori con un elevato livello di sicurezza e sottostare a controlli molto rigorosi. E’ facile per chi lavora in questi laboratori essere contagiato, soprattutto da virus che si trasmettono per via aerea come i coronavirus. I contagiati portano quindi il virus all’esterno contagiando altri e provocando potenzialmente un’epidemia.

Questo tipo di esperimenti hanno lo scopo dichiarato di sviluppare nuovi virus prima che si sviluppino in modo naturale in natura. Tuttavia non hanno mai prodotto nessun risultato concreto, mentre presentano enormi rischi. Numerosi scienziati li ritengono moralmente ingiustificabili e un rischio per l’intera umanità.

Negli Stati Uniti esistono 11 laboratori che ancora oggi eseguono ricerche di questo tipo finanziate o comunque tollerate da Anthony Fauci e dall’organizzazione di cui è capo che avrebbe esattamente lo scopo opposto: prevenire il diffondersi di virus pericolosi nella società.

In realtà, secondo alcuni ricercatori medici, “gain of function” è un nome astuto per mascherare lo sviluppo di armi batteriologiche. E’ stato proprio il sospetto che l’Iraq stesse lavorando alla produzione di antrace, una malattia infettiva provocata da un batterio che si trasmette al contatto, per l’impiego in armi di distruzione di massa ad aver fornito la scusa per l’invasione da parte degli Stati Uniti nel 2003.

Secondo documenti che sono emersi dall’inizio della pandemia, appare molto probabile che il Wuhan Institute of Virology, considerato potenzialmente l’origine della pandemia COVID-19, fosse impegnato in esperimenti di tipo “gain of function” in parte finanziati indirettamente dagli Stati Uniti e possibilmente dall’agenzia gestita da Anthony Fauci.

Lo stesso Fauci ne parla nelle sue email scritte subito dopo l’esplosione della pandemia che sono state pubblicate di recente come parte di un pacchetto di 3.200 email desecretate.

In questo caso Fauci, che ha di fatto preso il controllo della gestione della pandemia negli USA e, indirettamente, anche all’estero, potrebbe anche essere la persona che l’ha causata in primo luogo.

Del resto è stato proprio l’intervento di Fauci con disposizioni spesso contraddittorie sulle mascherine, sui lockdown, sulla gestione della risposta medica, che ha determinato lo stravolgimento del sistema elettorale americano nel 2020 e la mancata rielezione di Donald Trump.

Sempre Fauci, insieme a un gruppo di altri “scienziati” consenzienti è stato il principale responsabile per il sabotaggio dell’economia americana e mondiale, e la riduzione di libertà per miliardi di persone.

I politici hanno usato le sue previsioni apocalittiche, regolarmente smentite dai fatti, per assumere il controllo dittatoriale delle rispettive aree e privare i propri cittadini dei più elementari diritti costituzionali, fino al tentativo d’imporre la vaccinazione obbligatoria.
Fauci aveva previsto la pandemia nel gennaio 2017

Ma lo stesso Fauci aveva già predetto l’avvento di una pandemia mondiale durante un discorso tenuto l’11 gennaio del 2017, pochi giorni prima dell’inaugurazione di Donald Trump come presidente.

Fauci aveva anche precisato che una pandemia inaspettata avrebbe sicuramente colpito durante la presidenza di Donald Trump.

Viene da chiedersi come mai, avendo previsto l’evento con quattro anni di anticipo, l’infrastruttura governativa statunitense non fosse pronta ad affrontare l’evento quando si è manifestato.

E ci chiediamo anche per quale motivo nell’agosto del 2019 diverse agenzie del governo statunitense abbiano condotto un’esercitazione, denominata Crimson Contagion, in cui hanno simulato la risposta congiunta di diversi ministeri al contagio di un’ipotetica malattia respiratoria proveniente dalla Cina. L’ipotesi era di 110 milioni di contagiati, 7,7 milioni di ricoveri e 586.000 morti.

La simulazione si concluse determinando che il governo non disponeva di risorse sufficienti per far fronte a un contagio di questa portata, non disponeva delle capacità produttive per fabbricare in maniera indipendente mascherine e altri dispositivi medici, inoltre il coordinamento tra le varie agenzie lasciava a desiderare.

Infine, il 15 ottobre 2019 a New York, il Word Economic Forum insieme alla Bill & Melinda Gates Foundation organizzò l’Evento 201 che simulava il diffondersi di una pandemia mondiale e anticipa conseguenze catastrofiche.

La simulazione del WEF poco prima dell’inizio della pandemia

Notate come si sottolinea l’unione tra grandi aziende e governi secondo lo schema del corporativismo (governo da parte delle corporazioni) che abbiamo visto nel parlare del Grande Reset. Notate anche il continuo riferimento al concetto di stakeholder (parte interessata) che costituisce l’elemento chiave del Grande Reset proposto dal World Economic Forum.

Parallelamente Donald Trump e gran parte del suo staff alla Casa Bianca era impegnato a difendersi dall’interminabile primo impeachment che gravitava intorno all’Ucraina e che ha visto passare in rassegna una serie di testimoni improbabili e di racconti per sentito dire che si sarebbero chiaramente risolti in una bolla di sapone.

Eppure l’intero parlamento statunitense è stato completamente assorbito in questa attività dall’aprile del 2019 fino al febbraio del 2020, quando ormai la pandemia era già cominciata.

Tanto che Trump ha dovuto delegare inizialmente la gestione della risposta al COVID al segretario della sanità, Alex Azar, lo stesso che aveva organizzato e condotto la simulazione Crimson Contagion. Azar andò in rotta di collisione con Anthony Fauci e altri cosiddetti esperti che fecero pressione su Trump affinché affidasse l’incarico al vicepresidente Mike Pence, minacciando conseguenze apocalittiche se non lo avesse fatto.

Mike Pence subentrò a febbraio e di fatto passò la palla ad Anthony Fauci che da quel momento in poi ha dettato le regole del gioco, anche in aperta sfida nei confronti delle posizioni dello stesso Trump che disse fin da principio che il virus proveniva dal laboratorio di Wuhan.

Per smentire Trump e per dare spazio agli attacchi della stampa contro di lui, la rivista Lancet, una delle più autorevoli del settore medico, pubblicò un articolo in cui escludeva categoricamente l’ipotesi del laboratorio. Da quel momento in poi chiunque proponesse tale versione, compreso il vincitore del premio nobel Luc Montagnier, veniva attaccato e dichiarato complottista.

Facebook e gli altri social media hanno bloccato sistematicamente qualsiasi articolo o commento che andasse in tale direzione.

Troppe coincidenze per una pandemia che, stando a quanto dichiarato per oltre un anno e mezzo dalla stampa di regime, da Anthony Fauci, dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e dal governo cinese, è dovuta al passaggio accidentale di un virus animale all’uomo all’interno del mercato del pesce della cittadina di Wuhan.

A sedici mesi dall’inizio del contagio nella città di Wuhan, l’animale che avrebbe dovuto trasmettere il contagio non è ancora stato trovato e le probabilità che venga identificato in futuro sono bassissime. Nelle due epidemie precedenti è stato trovato rispettivamente dopo 3 e 10 mesi.

L’articolo fasullo su The Lancet

Abbiamo scoperto che il famoso articolo pubblicato sul Lancet era in realtà un falso, commissionato da Peter Daszak, presidente di lungo corso della non-profit EcoHealth Alliance che ha l’obiettivo dichiarato di prevenire pandemie, ma che abbiamo scoperto aver versato in passato oltre mezzo milione di dollari proprio al Wuhan Institute of Virology per condurre ricerche potenzialmente collegate al “gain of function”. Questi soldi provengono in origine dall’agenzia gestita da Fauci.

Nelle email di Anthony Fauci rivelate di recente ne troviamo proprio una di Daszak in cui ringrazia Fauci di aver escluso pubblicamente fin da subito la possibilità che il virus fosse sfuggito dal laboratorio.

Peter Daszak è stato anche il referente americano per l’ispezione condotta a Wuhan da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità all’inizio del 2021, composta da ispettori selezionati personalmente dal governo di Pechino.

L’ispezione è stata in realtà una farsa visto che gli ispettori non hanno potuto ispezionare nulla, ma si sono dovuti basare unicamente sulle dichiarazioni e i documenti forniti dal partito comunista cinese.

Nella relazione finale, naturalmente, Daszak e compagni hanno escluso categoricamente la possibilità che il virus avesse avuto origine nel laboratorio, ma sono stati subito smentiti da centinaia di altri scienziati che hanno sollevato un tale clamore che lo stesso Tedros, Segretario dell’OMS, ha disconosciuto il risultato dell’indagine e ha dichiarato che non si può escludere che il virus sia uscito dal laboratorio.


Il rapporto dell’indagine di Mike Pompeo

Ma il colpo finale alla teoria del pangolino, l’animale che avrebbe dovuto trasferire il virus dal pipistrello che lo ha generato fino all’uomo, è venuto dal un articolo pubblicato recentemente sul New York Times.

Si riferisce a un resoconto parziale di un’indagine condotta con gran fatica da un gruppo di investigatori specializzati del Dipartimento di Stato sotto la protezione di Mike Pompeo e desecretata dallo stesso Pompeo prima di lasciare il proprio incarico.

Il rapporto dichiara che già nel mese di novembre 2019, molto prima che il virus emergesse nel cosiddetto mercato del pesce, tre ricercatori del Wuhan Institute of Virology erano stati ricoverati in ospedale con sintomi molto simili al COVID-19 e che la moglie di uno di questi fosse poi morta.

A questo punto l’intero castello di carte della tesi sulla diffusione naturale crolla come crolla la premessa fondamentale su cui si basa il Grande Reset del WEF.

Scopriamo inoltre che, appena arrivato alla Casa Bianca, Job Biden ha bloccato l’indagine avviata da Mike Pompeo posizionandosi come possibile complice in questo complicato scenario di dissimulazione.

Questo ha costretto Joe Biden a riavviare un’indagine in cui ha chiesto alla comunità dell’intelligence americana, che non esclude la fuga dal laboratorio, di fornire una relazione entro 90 giorni.

L’intelligence britannica ha pure fatto sapere che l’ipotesi della fuga dal laboratorio è credibile. Persino il Washington Post ha dato come credibile l’ipotesi del laboratorio.

Josh Rogin, commentatotre del Washington Post, ha chiamato Anthony Fauci “il padrino della cupola del gain of function” e ha spiegato che Fauci ha riattivato le ricerche sul gain of function negli USA nel 2018, all’insaputa della Casa Bianca, dopo che Obama le aveva già vietate nel 2014. Inoltre, sempre nel 2014, ha continuato a finanziare il laboratorio di Wuhan che potrebbe averle usate per ricerche di tipo gain of function.

Per di più alcuni rapporti del Dipartimento di Stato pubblicati proprio nel 2018 avevano sollevato serie perplessità circa la sicurezza del Wuhan Institute of Virology che all’epoca stava conducendo ricerche di tipo gain of function.

Anthony Fauci quindi potrebbe aver riattivato attività di Gain of Function, a dispetto dell’esplicito divieto dalla Casa Bianca, che potrebbero anche aver prodotto il risultato finale del COVID-19.


Il senatore repubblicano mette Fauci sotto pressione

Per questo motivo diversi senatori repubblicani si sono scatenati alla ricerca della verità. E qui vediamo un interrogatorio tenuto dal senatore e medico Rand Paul nei confronti di Anthony Fauci.

Dr. Fauci, non sappiamo se la pandemia è iniziata in un laboratorio di Wuhan o si è evoluta naturalmente, ma dovremmo volerlo sapere: 3 milioni di persone sono morte per questa pandemia e questo dovrebbe indurci ad esplorare tutte le possibilità. Invece, le autorità governative, interessate a continuare la ricerca sul gain of function, dicono che non c’è niente da vedere qui. La ricerca “gain of function”, come sapete, consiste nell’aumentare la potenza di virus animali esistenti in natura per infettare gli esseri umani.

Per arrivare alla verità, il governo degli Stati Uniti dovrebbe ammettere che il Wuhan Institute of Virology stava facendo esperimenti per aumentare la capacità dei coronavirus di infettare gli esseri umani.

Potenziare i super virus non è una novità. Gli scienziati negli Stati Uniti sanno da tempo come mutare i virus animali per infettare l’Uomo. Per anni, il dottor Ralph Baric, un virologo negli Stati Uniti, ha collaborato con il dottor Shi Zhengli del Wuhan Virology Institute, condividendo le sue scoperte su come creare super virus. Questa ricerca sul gain of function è stata finanziata dal NIH (National Institutes of Health). La collaborazione tra gli Stati Uniti e l’Istituto di virologia di Wuhan continua.

I dottori Baric e Shi hanno lavorato insieme per inserire la proteina spike (punta di lancia) del virus del pipistrello nella base strutturale del virus mortale della SARS e poi usare questo super virus artificiale per infettare le cellule delle vie respiratorie umane.

Pensateci per un momento. Il virus della SARS aveva una mortalità del 15%. Stiamo combattendo una pandemia che ha circa l’uno per cento di mortalità. Riuscite a immaginare se un virus della SARS che è stato potenziato e a cui sono stati aggiunti proteine virali del tipo proteina spike, se venisse rilasciato accidentalmente? Dr. Fauci, sostiene ancora il finanziamento del NIH al laboratorio di Wuhan?

Senatore Paul, con tutto il rispetto, lei è del tutto, interamente e completamente errato sul fatto che il NIH non ha mai finanziato e non finanzia ora ricerca gain of function nell’Istituto Wuhan of Virology.

Finanziano il dr. Baric?

Non finanziamo il guadagno

Finanziate la ricerca sul gain of function del dottor Baric?

Il dottor Baric non fa ricerche sul gain of function. E se lo fa, è secondo le linee guida e viene condotta in North Carolina, non in Cina.

Non pensi che inserire una proteina spike del virus del pipistrello che ha ottenuto dall’Istituto Wuhan nel virus della SARS sia un gain of function?

Questo non è

Sarebbe in minoranza perché almeno duecento scienziati hanno firmato una dichiarazione dal Cambridge Working Group che dice che è un gain of function.

Beh, non lo è. E se guardate la sovvenzione e guardate i rapporti di progresso, non è gain of function nonostante il fatto che la gente lo twitti.

Quindi, sostiene ancora l’invio di denaro all’Istituto di virologia di Wuhan?

Non inviamo denaro ora a Wuhan Virology Institute.

Sostenete l’invio di denaro. L’abbiamo fatto sotto la vostra tutela. Lo mandavamo attraverso Eco-Health. Era una sub-agenzia e una sub-sovvenzione. Appoggia il denaro del NIH che andava a quell’istituto di Wuhan?

Lasciate che vi spieghi perché è stato fatto. La SARS COVID-1 ha avuto origine nei pipistrelli in Cina. Sarebbe stato irresponsabile da parte nostra non indagare sui virus dei pipistrelli e sulla sierologia per vedere chi poteva essere stato infettato.

O forse sarebbe possibile inviarlo al governo cinese di cui forse non possiamo fidarci con questa conoscenza e con questi virus incredibilmente pericolosi. Gli scienziati del governo come lei che favoriscono la ricerca sul gain of function

Non sono a favore del ricerca sul gain of function in Cina. Lei dice cose che non sono corrette.

I difensori governativi del gain of function come lei, dicono che le mutazioni COVID-19 erano casuali e non progettate dall’Uomo. Ma è interessante notare che la tecnica che il Dr. Baric ha sviluppato forza le mutazioni attraverso il passaggio seriale attraverso la cultura cellulare che le mutazioni sembrano essere naturali. Infatti, il dottor Baric ha chiamato la propria tecnica, con nome di tecnica non-si-vede perché le mutazioni appaiono naturali. Nicholas Baker nella rivista New York ha detto che nessuno saprebbe se il virus è stato fabbricato in laboratorio o coltivato in natura.

Le autorità governative negli Stati Uniti, compreso lei, negano inequivocabilmente che il COVID-19 possa essere sfuggito al laboratorio. Ma anche il dottor Shi a Wuhan non era così sicura. Secondo Nicholas Baker, il dottor Shi si chiedeva: questo nuovo virus potrebbe provenire dal suo stesso laboratorio? Ha controllato freneticamente i suoi registri e non ha trovato alcun riscontro. Questo mi ha davvero tolto un peso dalla mente, ha detto. Non avevo dormito per giorni. La direttrice della ricerca su gain of function a Wuhan non riusciva a dormire perché era terrorizzata che potesse essere nel suo laboratorio.

Il dottor Baric, un sostenitore della ricerca sul gain of function, ammette che il problema principale dell’Istituto di virologia è che l’epidemia si è verificata in prossimità. Quali sono le probabilità? Ha risposto Baric. Si può escludere una fuga dal laboratorio? La risposta in questo caso è probabilmente no. Di fronte a questo gruppo, lei è disposto a dire categoricamente che il COVID-19 non potrebbe essersi verificato al passaggio seriale in un laboratorio?

Non ho alcun resoconto di ciò che i cinesi possono aver fatto, e sono pienamente a favore di qualsiasi ulteriore indagine su ciò che è accaduto in Cina. Tuttavia, ripeterò ancora una volta, NIH e NIAID categoricamente non hanno finanziato ricerca gain of function da condurre nel Wuhan Institute of Virology.

Ma voi avete sostenuto negli Stati Uniti. Abbiamo 11 laboratori che lo fanno e voi lo avete permesso qui. Abbiamo un comitato per farlo, ma il comitato ha concesso ogni esenzione.

State pasticciando con Madre Natura. State permettendo la creazione di super virus con una mortalità del 15%. È molto pericoloso. Penso che sia stato un enorme errore condividerlo con la Cina. Ed è un enorme errore permettere che questo continui negli Stati Uniti. Dovremmo essere molto attenti ad indagare sulla provenienza di questo virus.

Sono pienamente d’accordo che si dovrebbe indagare sulla provenienza del virus. Ma ancora una volta, non abbiamo finanziato la ricerca di funzioni su questo virus nel Wuhan Institute of Virology. Non importa quante volte lo dice.

Lei sta giocando con le parole. C’è stata una ricerca fatta con il dr Shi e il dr Beric. Hanno collaborato a una ricerca sul gain of function in cui hanno migliorato il virus della SARS per infettare le cellule delle vie respiratorie umane. E l’hanno fatto fondendo una nuova proteina spike su di esso. Questo è un gain of function.

Era una ricerca congiunta tra l’Istituto Wuhan e il dottor Beric. Non si può negare.

Senatore Paul, il suo tempo è scaduto. Dottor Fauci, la lascerò rispondere a questo. Dobbiamo andare avanti.

Mi scusi.

Vi permetterò di rispondere a questo e poi andremo avanti.

Sì, volevo solo dire che non so quante volte posso dirlo. Signora Presidente, non abbiamo finanziato la ricerca sul gain of function da condurre nell’Istituto di virologia di Wuhan.

Grazie, senatore Smith.

Rand Paul è un senatore repubblicano che è stato personalmente attaccato più volte per le sue vedute sul COVID-19 e per il suo sostegno a Donald Trump. La terza volta è stato attaccato da una folla di facinorosi di Black Lives Matter nell’agosto del 2020 mentre usciva con la moglie dalla Casa Bianca. Lo hanno colpito alla testa, lasciandolo stordito sul selciato.

In precedenza era stato attaccato da un vicino, di orientamento socialista e iscritto al partito Democratico mentre tagliava l’erba a casa propria. Il vicino, poi condannato a pagare mezzo milione di dollari, gli ha rotto sei costole e perforato un polmone che è stato in parte asportato, lasciando Rand Paul a sputare sangue per un anno.

E’ quindi una persona di grande integrità e dimostra come gli Stati Uniti attraverso Anthony Fauci e il Dr. Ralph Baric abbiano condotto per anni esperimenti di potenziamento dei virus (gain of functions) e che lo stesso Baric abbia personalmente collaborato con la dottoressa Shi Zhengli del Wuhan Virology Institute specializzata negli esperimenti sui virus estratti da pipistrelli.

Baric e Zhengli hanno trovato il modo di collegare nel virus originale della SARS-COVID 1, speciali proteine (spike) prese dai nuovi coronavirus estratti dai pipistrelli.

Questo rende estremamente più contagioso e potente un virus che quando si diffuse nel 2003, dimostrò una mortalità del 15% rispetto alla mortalità dell’1% del COVID-19.

Il SARS-COVID-1 era molto meno contagioso pur essendo molto più letale, quindi uccise solo 700 persone grazie anche a una gestione più trasparente dell’epidemia.

Rand Paul immagina quali sarebbero le conseguenze se un virus contagioso quanto COVID-19, ma 15 volte più letale potesse sfuggire accidentalmente da un laboratorio americano e condanna una ricerca estremamente pericolosa condotta a spese dei contribuenti.

Inoltre si chiede l’utilità di finanziare il Wuhan Institute of Virology che ha già dimostrato in passato di essere meno sicuro.

Anthony Fauci risponde in modo evasivo, misurando le parole, ma non ha mai negato che si conducano esperimenti gain of function negli USA e che la sua agenzia abbia finanziato il laboratorio di Wuhan, anche se ufficialmente tali finanziamenti non erano per una ricerca di tipo gain of function.

Di fronte al parere di 200 scienziati che dichiarano che il lavoro negli USA del Dr. Ralph Baric è gain of function, si limita a dichiarare che, se anche lo fosse, viene condotto entro i parametri previsti.

Ma questa è solo la punta dell’iceberg, nella prossima puntata andremo più a fondo mettendo a nudo fatti ancora più sorprendenti.




Trump: il mondo deve chiedere al Pcc di risarcire i danni causati dalla pandemia
Epoch Times Italia
Ivan Pentchoukov
6 giugno 2021

https://m.epochtimes.it/news/trump-pcc- ... -pandemia/

L'ex presidente Donald Trump si rivolge alla convention statale Ncgop a Greenville, nella Carolina del Nord, il 5 giugno 2021. (Melissa Sue Gerrits/Getty Images)

Il 5 giugno l’ex presidente americano Donald Trump ha invitato gli Stati Uniti e il resto del mondo a chiedere al Partito Comunista Cinese (Pcc) di risarcire i danni provocati dalla pandemia, e ha esortato l’amministrazione Biden ad aumentare i dazi sui beni cinesi fino al 100 per cento.

Durante la convention annuale del Partito Repubblicano della Carolina del Nord, nella città di Greenville, l’ex presidente ha dichiarato: «È giunto il momento per l’America e il mondo di chiedere al Partito Comunista Cinese di pagare per i danni provocati e per le sue responsabilità. Dovremmo tutti dichiarare all’unisono che la Cina deve pagare. Devono pagare. Gli Stati Uniti dovrebbero immediatamente adottare misure per introdurre gradualmente dei dazi fissi del 100 per cento su tutte le merci prodotte in Cina».

Di certo, il Pcc ha contribuito alla pandemia di Covid-19 non informando le autorità sanitarie globali dell’epidemia in corso a Wuhan, in Cina. Nel gennaio del 2020, il regime aveva bloccato ogni spostamento dalla megalopoli al resto della Cina, mentre consentiva invece ai voli internazionali di atterrare e decollare dagli aeroporti della città. Anche per questo il virus che causa il Covid-19 è noto come virus del Pcc.

Dal canto suo, Trump ha dichiarato: «L’anno scorso la Cina ha inflitto circa 16 mila miliardi di dollari di danni economici agli Stati Uniti con un virus che chiamo China Virus, perché voglio essere preciso, che ha causato la morte di centinaia di migliaia di nostri concittadini».

Trump ha anche sottolineato che lo scoppio della pandemia ha cambiato l’accordo commerciale che stava negoziando con la Cina. All’epoca, la sua amministrazione ha imposto nuovi dazi sui beni cinesi e il Pcc ha risposto con i propri. Il governo Biden ha mantenuto in vigore i dazi e Trump ha fatto notare che «miliardi e miliardi di dollari stanno entrando» nelle casse dello Stato come risultato. «Questa è la prima volta dopo tanto tempo che menziono l’accordo commerciale. È stato davvero molto vantaggioso. Ma è così piccolo rispetto alla devastazione che è stata causata. Dovremmo reinvestire il 100 per cento di tutto il denaro che raccogliamo dai dazi per aiutare a riportare posti di lavoro e fabbriche dalla Cina e altri luoghi in America e nel grande Stato della Carolina del Nord, a cui appartengono».

Pur annullando molte delle politiche di Trump, l’amministrazione Biden ha in buona parte mantenuto i dazi e le altre misure imposte dal suo predecessore.

Il discorso di Greenville ha segnato la seconda importante apparizione pubblica di Trump da quando ha lasciato la Casa Bianca a gennaio. L’ex presidente si è impegnato a rimanere attivo in politica, accennando alla possibilità di un’altra corsa presidenziale nel 2024.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Covid-19

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite