Menzogne religiose
La peste in Andalusia fu fermata dall'intervento dell'arcangelo Raffaele
15 ottobre 2020
https://it.aleteia.org/2020/10/15/peste ... -raffaele/
L'angelo è apparso due volte a frate Simon De Sousa, che lo aveva invocato dopo aver contratto la malattia
L’arcangelo Raffaele ha compiuto un intervento prodigioso per fermare l’avanzata della peste in Andalusia alla fine del 1200. Lo attesta la testimonianza di un frate portoghese a cui l’arcangelo è apparso ben due volte. Nato in Portogallo nel XIII secolo Simon De Sousa si fece frate nell’Ordine dei Mercedari e fu ben presto trasferito nel Convento di Cordova in Spagna. Per le sue elette qualità morali ed intellettuali venne nominato superiore del convento e predicatore del Re Sancho IV e poi di Alfonso XI.
La peste in Spagna
Nel 1278 la peste infuriò in tutta l’Andalusia e colpì in modo particolare specialmente Cordoba. Molti religiosi dei vari conventi della città si prodigarono nella cura degli appestati, fra questi sacerdoti eroici c’era anche fra Simon de Sousa che venne anch’egli colpito dal male, rischiò di morire ma poi miracolosamente migliorò e guarì completamente. Durante la sua convalescenza pregava in continuazione per gli appestati, una sera mentre era in orazione profonda nel coro della chiesa, vide venirgli incontro l’arcangelo Raffaele circondato da una luce sfolgorante e sentì tali parole:
“Dirai al vescovo don Pasquale che Dio è contento per la sua sollecitudine e per le sue preghiere e per quelle di altre persone. Per l’intercessione della Vergine ha compassione di questo popolo. Dirai che metta la mia immagine sulla cima della torre della chiesa cattedrale e che raccomandi a tutti di invocarmi e di celebrare la mia festa tutti gli anni, e così cesserà il contagio”.
La seconda apparizione
Il sacerdote mercenario ovviamente restò assai perplesso di tale visione arcangelica e non aveva il coraggio di presentarsi al vescovo per dirgli una tale rivelazione, ma san Raffaele gli apparve ancora una seconda volta e lo rimproverò per la sua mancanza di fede; solo allora fra Simon prese coraggio e si recò dal vescovo compiendo fedelmente l’incarico ricevuto dall’Arcangelo.
Dai documenti storici risulta che in quello stesso anno 1278 l’immagine di san Raffaele fu collocata sulla torre campanaria a modo di banderuola e al soffio dei venti vigilava sulla città di Cordoba. Da quella data la devozione verso san Raffaele si diffuse sempre più nella città andalusa. Il Signore chiamò a sé il santo mercenario il 25 marzo 1329.
Per don Fanzaga di Radio Maria, iniziare a vaccinare a Natale è stata una dichiarazione di guerra contro Dio
di Deejay
17 marzo 2021
https://www.analfabetifunzionali.it/don ... ontro-dio/
“La pandemia a me appare come una permissione divina. L’origine della pandemia lo sa Dio qual è, potrebbe anche essere un’origine perversa, non si può escludere niente a riguardo. Ma Dio ha permesso la pandemia per far vedere all’umanità che senza Dio non ha futuro. Che senza Dio non riesce neanche a eliminare un virus. E soprattutto ha voluto dare un’umiliazione al nuovo idolo dell’umanità che è la scienza, come se fosse uno strumento salvifico. La scienza è utile, ma non è uno strumento salvifico, cari amici, e la medesima cosa possiamo dire del vaccino. Il vaccino può essere utile e certamente è stato utile nel passato, ma non è la salvezza. Non è la soluzione dei nostri problemi. Questo è sicuro.
Proprio nei mesi scorsi in vista del Natale, questo sfregio che ha fatto la propaganda anche dell’Unione Europea di presentare il Vax-Day, il giorno della vaccinazione proprio a Natale, come se il vaccino fosse il nuovo Gesù Bambino. Una chiara dichiarazione di guerra. Di guerra a Dio.”
Queste le parole di Don Livio Fanzaga, dalle frequenze di Radio Maria, l’emittente di cui è anche direttore e con la maggior copertura in assoluto, che si prende anche nei luoghi più sperduti. A riprendere le parole di Don Fanzaga è stato Giuseppe Cruciani (che ultimamente non disdegna di lisciare il pelo ai negazionisti) nella puntata del 16 marzo 2021 de “La Zanzara”, su Radio24. Qui il link al podcast, che parte proprio al minuto in cui Cruciani e Parenzo parlano di Don Livio Fanzaga e ne commentano le parole pronunciate la mattina dai microfoni di Radio Maria.
Edit: in seguito ad alcune obiezioni abbiamo modificato il titolo dell’articolo che a parere di qualcuno era fuorviante. Siccome la nostra missione è quella di combattere la disinformazione, non vogliamo dare adito a sospetti e a polemiche. Il titolo precedente era “compresso” per motivi di spazio e di leggibilità. Stiamo sempre attenti a scrivere titoli che non scadano nel clickbait, a costo di perdere view. Preferiamo sempre la massima chiarezza. Se qualcuno lo ha dunque ritenuto fuorviante o ambiguo, riteniamo giusto averlo cambiato senza esitazioni, a scanso di equivoci. L’obiezione di fondo era questa: “Don Fanzaga ce l’aveva con l’avvio delle vaccinazioni il giorno di Natale, non col vaccino in sé”. Qualcuno comunque riferisca a don Livio che il Santo Natale si festeggia il 25 dicembre, non il 27 dicembre, giornata del Vax-Day.
Il Papa: “Ho chiesto al Signore: ferma l’epidemia con la tua mano"
Intervista di Francesco con il quotidiano italiano Repubblica: “Chiedo che tutti siano vicini a coloro che hanno perso i propri cari”
marzo 2021
https://www.vaticannews.va/it/papa/news ... virus.html
«Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: Signore, fermala con la tua mano. Ho pregato per questo». Così Francesco, intervistato dal vaticanista di Repubblica Paolo Rodari, ha risposto alla domanda su quale sia stata la preghiera di domenica pomeriggio a Santa Maria Maggiore e a San Marcello al Corso.
Il Papa, proponendo come vivere questi giorni difficili, ha detto: «Dobbiamo ritrovare la concretezza delle piccole cose, delle piccole attenzioni da avere verso chi ci sta vicino, famigliari, amici. Capire che nelle piccole cose c’è il nostro tesoro. Ci sono gesti minimi, che a volte si perdono nell’anonimato della quotidianità, gesti di tenerezza, di affetto, di compassione, che tuttavia sono decisivi, importanti. Ad esempio, un piatto caldo, una carezza, un abbraccio, una telefonata... Sono gesti familiari di attenzione ai dettagli di ogni giorno che fanno sì che la vita abbia senso e che vi sia comunione e comunicazione fra noi».
«A volte - ha aggiunto Francesco - viviamo una comunicazione fra noi soltanto virtuale. Invece dovremmo scoprire una nuova vicinanza. Un rapporto concreto fatto di attenzioni e pazienza. Spesso le famiglie a casa mangiano insieme in un grande silenzio che però non è dato da un ascolto reciproco, bensì dal fatto che i genitori guardano la televisione mentre mangiano e figli stanno sul telefonino. Sembrano tanti monaci isolati l’uno dall’altro. Qui non c’è comunicazione; invece ascoltarsi è importante perché si comprendono i bisogni dell’altro, le sue necessità, fatiche, desideri. C’è un linguaggio fatto di gesti concreti che va salvaguardato. A mio avviso il dolore di questi giorni è a questa concretezza che deve aprire».
Il Papa ha avuto un pensiero particolare per il personale sanitario, per i volontari e per i familiari delle vittime: «Ringrazio chi si spende in questo modo per gli altri. Sono un esempio di questa concretezza. E chiedo che tutti siano vicini a coloro che hanno perso i propri cari, cercando di accompagnarli in tutti i modi possibili. La consolazione adesso deve essere impegno di tutti». Francesco ha detto di essere stato colpito, a questo proposito da un articolo recentemente pubblicato da Fabio Fazio, in particolare dal fatto che «i nostri comportamenti influiscono sempre sulla vita degli altri» citando a proposito l’esempio di chi, non pagando le tasse, fa sì che poi manchino servizi sanitari.
Infine, Francesco invita tutti alla speranza, anche chi non crede: «Tutti sono figli di Dio e sono guardati da Lui. Anche chi non ha ancora incontrato Dio, chi non ha il dono della fede, può trovare lì la strada, nelle cose buone in cui crede: può trovare la forza nell’amore per i propri figli, per la famiglia, per i fratelli. Uno può dire: “Non posso pregare perché non credo”. Ma nello stesso tempo, tuttavia, può credere nell’amore delle persone che ha intorno e lì trovare speranza».
Ecco un ragionamento idolatra che confone Dio con gli idoli religiosi e la fede naturale dell'uomo di buona volontà con quella artificiale dell'idolatra fideista.
Dal Covid ci ha protetti Dio, ecco come. Altro che vaccino
Rosalina Ravasio
30 marzo 2021
https://lanuovabq.it/it/dal-covid-ci-ha ... k.facebook
Quella del vaccino è ormai diventata una nuova religione, con i suoi sacramenti (igiene, distanza...), i suoi santi (i vaccinati), i suoi comandamenti (Ricordati di vaccinarti; non desiderare il vaccino d'altri). Ma è una falsa religione. E lo dice una persona che per un mese e mezzo è stata attaccata all'ossigeno con una polmonite gravissima causa Covid. Ma tutta la Comunità Shalom è stata preservata grazie alle preghiere e all'assistenza di un'infermiera volontaria. Ognuno scelga liberamente se vaccinarsi o meno, ma ci si lasci liberi di vivere la nostra fede e non aderire a una religione degenerata.
Il mio professore di filosofia era un grande personaggio: portava i baffetti all’insù - stile Ottocento - e una giacca a quadri verdi e rossi! Sì, era un tipo un po’ stravagante nella sua estetica ma il suo pensiero era certamente nitido, chiaro e tagliente. Era solito dire: “Cari i miei giovani, scrutate sempre bene la realtà e non fidatevi mai di come si presenta… andate oltre, molto oltre! Leggete ciò che gli altri non scorgono… e non dimenticate mai che il mondo è diviso a metà: c’è chi pensa senza fare e c’è chi fa senza pensare. Volete tenere i piedi per terra? Ebbene state rigorosamente sulla riga centrale delle due comuni opzioni: né di qua né di là!”. Un gran bel consiglio, soprattutto oggi quando si è così proni a seguire chi pensa senza fare e chi fa senza pensare.
Si direbbe che siamo tutti precipitati in un vero e proprio stato di trance-ipnotico: il Covid-19, gli immunologi, il comitato scientifico, i virologi, i giornalisti… tutti nel bacino pandemico avente un’unica e sola via di salvezza: il vaccino. Tutto questo è diventato una nuova vera religione, anzi l'unica vera religione, alla quale persino alcune gerarchie ecclesiastiche s’inchinano devote. «Dio, viene dopo… cioè no.. viene prima… anzi no… forse viene dopo... questo è un periodo difficile e confuso e, soprattutto, bisogna tutelare la salute degli altri… Allora in questo caso Dio… cioè la fede, le preghiere… allora vengono necessariamente dopo».
Insomma tutti sono diventati sacerdoti di questa nuova forma di religione degenerata dove Dio rischia di essere semplicemente un passato da ricordare e nulla di più. In fondo Lui non è come AstraZeneca o Moderna o Pfizer che loro, invece, sì, che sono in grado di donarci la vera difesa contro il male (il virus).
E questa religione degenerata ci indica anche i mezzi sacramentali da seguire: “Igienizzate molto bene le manine (mi raccomando solamente con un determinato tipo di prodotto…), tenete sempre almeno due metri di distanza anche all’interno della stessa famiglia, usate solo un tipo di mascherina e prendete solamente alcuni farmaci raccomandati dal protocollo ufficiale (tachipirina e vigile attesa)".
E ci indica anche i nuovi santi: i vaccinati. Assolutamente da prendere come modelli (naturalmente previa fotografia di rito del braccio esposto al vaccino)… tutti belli, felici, liberi, compiaciuti. Perché ora, loro, i nuovi santi, possono tornare a vivere senza più l’ossessione di prendersi quello stronzo di Covid-19. L’illusione che la vita, finalmente, puoi gestirla come vuoi tu. Fatto salvo l’imponderabile di rimanerci secco per un’embolia, un infarto, un tumore, un ictus... ma perlomeno muori vaccinato.
E c'è ovviamente anche la nuova Tavola della Legge. Ecco i comandamenti:
- Ricordati di vaccinarti (anche se ti mandano a 100 km di distanza)
- Non desiderare il vaccino degli altri (tipo Sputnik)
- Se non lo vuoi (il vaccino) per lo Stato potresti essere un soggetto da Tso (Trattamento sanitario obbligatorio). Però, se lo vuoi, sono talmente “poco sicuri” che ti obbligano ad apporre una firma al consenso informato per esonerare da qualsivoglia responsabilità – presente e futura – il medico e le cause farmaceutiche che l’hanno prodotto.
Basta così? No. Ci insegnano anche cos'è la vita: un tempo gentilmente concessoci dal vaccino.
Così, una volta vaccinati, possiamo riprenderci il tempo perduto per spenderlo di nuovo come vogliamo: comprarci la felicità che si nasconde nei vari supermarket, nelle varie offerte last minute per viaggi esotici ecc… naturalmente tutto "sottovuoto spinto" e con una magia straordinaria di parole così convincenti da creare dentro di noi nuovi bisogni e desideri.
Chi scrive è forse una temibile No-Vax o complottista? No, tranquilli. Chi scrive, giusto un anno fa, si è trovata attaccata al respiratore per l’ossigeno per un mese e mezzo con una grave polmonite interstiziale bilaterale da Covid-19. Andiamo a quei giorni, inizio febbraio 2020: nonostante non si sapesse ancora in modo chiaro e ufficiale della pandemia in corso, decisi di sospendere immediatamente gli incontri tra i ragazzi e le famiglie (che avvenivano regolarmente ogni mese in epoca pre-Covid) dopo che alcuni familiari degli ospiti erano stati ricoverati in ospedale. Erano le prime avvisaglie del virus. Per circa 10 giorni lavorai all’interno della comunità con la febbre (credendola una normale influenza) per crollare solamente quando il fiato mi venne improvvisamente a mancare e la febbre schizzò verso i 40 gradi. Dopo essere stata imbottita di tachipirina e antibiotico mi portarono a fare la lastra ai polmoni.
Il referto? Da morte certa e imminente a causa di polmonite interstiziale bilaterale avanzata. Parere di tutti gli esperti: all’ospedale intubata o morirà.
Come suora tentennai perché ho sempre ritenuto che la fine di una parabola esistenziale fosse nelle mani di Dio e non di un virus sfuggito a chissà chi: qualcuno diceva scienziati di un laboratorio, qualcun altro dai pipistrelli, e qualcun altro ancora da soldati che giocavano alla guerra biologica. Quindi dalla sottoscritta: parere negativo al ricovero in ospedale.
Nel frattempo, mia sorella residente in provincia di Bergamo con figlia, nuora e nipote infermiere professionali all’interno dello stesso ospedale, veniva ricoverata per qualche linea di febbre. Due o tre giorni più tardi, il presidente Conte emanava il DPCM con il quale disponeva la creazione di posti sanitari riservati ai malati Covid. Mia sorella, quindi, venne spostata secondo le procedure ufficiali del Ministero della Salute in un altro ospedale senza peraltro avere la certezza - avendo solo un po’ di febbre - che fosse realmente Covid-19. Trattenuta nel reparto specifico del nosocomio per un certo periodo morirà in brevissimo tempo pochi giorni dopo le dimissioni.
Rifiutai, quindi, di andare all’ospedale sebbene io, invece, avessi la certezza di aver contratto il Covid e di essere positiva. Mi prese il timore angosciante di aver potuto trasmettere il virus inconsapevolmente ai ragazzi della comunità (soprattutto ai più deboli come i sieropositivi, gli immunodepressi e altri con gravi patologie). E invece tutti - e ripeto: tutti - siamo stati protetti da Dio. Di questo sono certa.
La nostra comunità è stata sostenuta da un fiume di preghiere di amici, volontari e familiari (soprattutto, da un’infermiera volontaria alla quale va tutta la nostra gratitudine per il coraggio che ha avuto di piazzarsi con il suo camper all’interno della comunità per prestare assistenza H24 costantemente consigliata da altrettanti splendidi volontari medici).
Così, protetti da Dio (e assistiti da questa infermiera) abbiamo combattuto e vinto la nostra battaglia.
A questo punto lo dichiaro a lettere cubitali: NON VOGLIO PROPRIO SOSTITUIRE LA MIA FEDE CON NESSUNA NUOVA DEGENERATA RELIGIONE.
Non voglio, per carità, criticare l’efficacia o meno del vaccino: ognuno è libero di fare ciò che sente e vuole, ma lasciatemi invocare come protettrice e madre... Maria, che personalmente ritengo ancora fautrice di miracoli.
Una preghiera mariana risalente al IV secolo, a me tanto cara, recita:
“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio,
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova (comprensiva di COVID-19)
ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”
Vuoi vedere che con tutte le preghiere levatesi al cielo in quel periodo è stata proprio lei - Maria - il nostro antidoto (=vaccino)? Vuoi vedere che la Madonna è ancora capace di fare i miracoli? A voi pregare per provare.
A me… lasciate la mia religione!
* Suora, Comunità Shalom, Palazzolo sull'Oglio