Coronavirus

Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:06 pm

"NonSoloAnimali"
28 gennaio 2020

Dopo i sospetti è arrivata la prova: il nuovo coronavirus (2019-nCoV), isolato dagli esperti del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie della Cina (Center for Disease Control and Prevention o CDC) è di origine animale. Come riporta l’agenzia cinese Xinhua tradotta da Ansa infatti il virus è stato trovato nei campioni ambientali prelevati nel mercato del pesce di Huanan, a Wuhan: una chiara indicazione – sostengono gli esperti – della sua origine dagli animali selvatici venduti al mercato. In precedenza diversi studiosi avevano indicato un nesso geografico tra l’epidemia e quel mercato di Wuhan.

Secondo l’Istituto Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie Virali del CDC cinese, l’acido nucleico del nuovo coronavirus è stato rilevato all’interno di 33 dei 585 campioni ambientali raccolti al Mercato all’Ingrosso del pesce Huanan. Gli esperti dell’istituto – prosegue Xinhua – hanno prelevato i campioni il 1 e il 12 gennaio su ordine del CDC cinese. Sui 33 campioni positivi, 31 sono stati raccolti nella parte occidentale del mercato, dove si concentravano i banchi per la vendita di animali selvatici. Secondo gli esperti, il nuovo coronavirus è collegato al commercio di animali selvatici ed è presente in grandi quantità nel mercato di Huanan.



Coronavirus e animali: è possibile il contagio degli animali e da questi il contagio degli umani?
I nostri cani, gatti e uccelli di casa possono essere contagiati dall'uomo?
I cani e i gatti randagi possono essere contagiati dall'uomo?




Blog | Spallanzani: animali da compagnia non diffondono il coronavirus - 24zampe
AGGIORNAMENTO DEL 25 FEBBRAIO 2020 – CINA, BANDITI CONSUMO E COMMERCIO DI ANIMALI SELVATICI
POST DEL 21 FEBBRAIO 2020

https://guidominciotti.blog.ilsole24ore ... domestici/

Il nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) è arrivato anche in Italia e le autorità sanitarie – Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, ministero della Salute e Istituto superiore sanità – diramano un vademecum per fronteggiare l’emergenza. Tra i punti indicati c’è anche che “gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”. Una indicazione che può semprare superflua ma che è meglio ribadire. La questione si è già posta in Cina, e qualche settimana fa è stata l’Organizzazione mondiale per la sanità a pronunciarsi: “Non ci sono prove della possibilità che il nuovo coronavirus possa diffondersi contagiando animali domestici come cani e gatti, ma comunque è buona norma lavarsi sempre le mani dopo averli accuditi, per evitare una serie di germi che si trasmettono con molta più facilità”, ricordava l’Oms in uno dei suoi “mythbusters” (“miti da sfatare”), informazioni diffuse per evitare fake news sull’epidemia.
E non era nemmeno la prima volta che l’Oms lo spiegava: l’ha fatto nei primi giorni e ancora successivamente quando in Cina è scoppiata una psicosi-contagio con rischio di abbandoni e violenze nei confronti soprattutto dei cani, a torto indicati come una specie di “untori”. “Lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali – ricorda comunque l’Oms – protegge da vari batteri comuni come l’Escherichia Coli e la Salmonella, che possono trasmettersi tra animali e uomini”. (nella foto in alto Thor, simpatico amico di 24zampe con indosso una – per fortuna inutile – mascherina. Thor a marzo 2018 è stato perso e ritrovato dal suo umano Alberto)



L’Oms conferma: gli animali da compagnia non trasmettono il Coronavirus
Roberta Damiata - Dom, 23/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/spettaco ... 31038.html

Gli animali da compagnia non trasmettono il Coronavirus, a chiarirlo per evitare abbandoni e violenze è l’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, il Ministero della Salute e l’Istituto superiore della sanità oltre all'OMS il massimo organo mondiale della sanità

In questo momento in cui il Coronavirus sta creando grande incertezza, dubbi e una paura diffusa che nel nostro paese sta dilagando più del virus stesso, è bene mettere un po’ di chiarezza anche per quanto riguarda gli animali da compagnia, quindi cani, gatti uccellini, piccoli roditori e pesci.

Tutti questi animali non trasmettono in nessun modo il virus, né tantomeno sono dei portatori sani. Lo scrive molto chiaramente l’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzi, il ministero della Salute e l’Istituto superiore della Sanità, Nel vademecum per fronteggiare l’emergenza tra i punti indicati ci sono proprio 'istruzioni' su di loro dove viene specificato: “Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”.

È bene chiarire il punto soprattutto per chi, senza informazioni, potrebbe pensare che essendo stata la prima trasmissione del virus, partita dal mercato di Whuan, passata da pipistrello a essere umano, gli animali possano essere un mezzo di contagio. Ma non è così. Anche in Cina dove si è posto il problema già da tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è pronunciata dicendo che non esistono prove della possibilità che il nuovo coronavirus possa diffondersi contagiando animali domestici come cani e gatti, o essere loro strumento di contagio”.

In questo momento dove internet diventa una fucina anche di fake news, è importante sottolineare questo, per evitare di tacciare i nostri animali come untori ed evitare quindi abbandoni o violenze per disinformazione. Anche perché In italia ci sono in tutto 32 milioni di animali di cui quasi 13 milioni di uccelli 7,5 milioni di gatti, 7 di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi (criceti e conigli), 1,6 milioni di pesci e 1,3 milioni di rettili, una quantità enorme che spesso non ha voce o vittima di randagismo, abbandono o violenze.


L’associazione mondiale dei veterinari: ecco che cosa sapere sul coronavirus e gli animali domestici
26 febbraio 2020

https://www.lastampa.it/la-zampa/altri- ... 1.38520022

Prima regola: gli animali da compagnia non diffondono il nuovo Coronavirus. Lo dicono tutte le autorità sanitarie mondiali, ricordando una misura di ordinaria igiene: lavarsi le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con il proprio animale domestico. Detto questo, la World Small Animal Veterinary Association (Wsava), associazione mondiale dei veterinari dei piccoli animali, ha predisposto un documento per aiutare i medici veterinari a rispondere alle domande frequenti sul nuovo coronavirus (Covid-19) e rassicurarli circa il rischio di infezione.

"Sollecitate i proprietari a non lasciarsi prendere dal panico", raccomanda a tutti la Wsava, perché cani e gatti non trasmettono il virus. Il presidente della Wsava, Shane Ryan, si è detto preoccupato per il rischio che, a livello globale, Covid-19 "possa determinare un aumento di cani e gatti abbandonati o in condizioni di sotto-accudimento".

Michael Lappin, presidente del Comitato One Health della Wsava, raccomanda poi ai veterinari di dare ai proprietari i seguenti consigli, qualora fossero in quarantena, anche volontaria: tenere con sé i loro animali da compagnia; tenere i gatti all'interno; provvedere alle cure di eventuali pets che rimangono in casa, nel caso in cui i loro proprietari abbiano familiari o amici ospedalizzati da accudire; contattare il proprio veterinario in caso di domande o dubbi.

Alla domanda "Devo evitare il contatto con animali domestici o altri animali se sono malato?", occorre rispondere che non bisogna mai maneggiare animali domestici o altri animali quando si è malati. Non fa eccezione il Covid-19. Accorgimento supplementare: indossare una mascherina se il contatto con gli animali è necessario, ad esempio se si è gli unici a prendersene cura. Le persone con diagnosi di Covid-19 dovrebbero stare lontano dagli animali domestici per proteggerli.

Cosa fare, invece, se l'animale ha bisogno di cure ed è stato in contatto con una persona contagiata dal nuovo coronavirus? La raccomandazione è di avvisare il medico veterinario, prima di portarlo direttamente in ambulatorio, di informarlo del contatto del'animale con persona contagiata e di attenersi alle indicazioni della struttura veterinaria.

E sulle preoccupazioni relative agli animali domestici che sono stati in contatto con persone infette da questo virus, il veterinario deve dire che il virus si sta diffondendo da persona a persona. Ad oggi non ci sono prove chi i cani e i gatti possano essere infettati dal Covid-19.

Cosa si dovrebbe fare con gli animali nelle aree in cui il virus è attivo? Poiché diversi tipi di coronavirus possono causare malattie negli animali, fino a quando non ne sapremo di più sul nuovo Covid-19, nelle aree dove il virus è attivo, bisognerebbe evitare il contatto con gli animali e indossare una mascherina se si interagisce con gli animali o se ne prende cura.

Notazione finale per i medici veterinari: il Comitato della Wsava ha analizzato il possibile ruolo protettivo di vaccini contro il coronavirus enterico canino, nella speranza che possano offrire una protezione incrociata contro Covid-19, concludendo però che "non ci sono prove per affermarlo, poiché il nuovo virus è una variante di coronavirus nettamente diversa".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:14 pm

Il Coronavirus comunista
Giulio Meotti
31 gennaio 2020

https://www.facebook.com/iki.ro/posts/10219866862854334

“Il Coronavirus comunista”. È il titolo del Wall Street Journal. Se il coronavirus si trasformerà in una epidemia ancora più grande la repressione delle prime notizie da parte del regime comunista cinese meriterà gran parte della colpa. Non c’è trasparenza sull’origine, l’entità e lo sviluppo di questo virus. Non sappiamo molto. Sappiamo però che i russi hanno chiuso un confine, che i cinesi costruiscono ospedali in tre giorni, che i voli da Pechino al resto del mondo si stanno fermando, che l’Oms l’ha dichiarata una emergenza mondiale. Il fatto che a Wuhan ci sia l’Istituto di virologia, che svolge lavori riservati per le forze armate, ha prevedibilmente generato speculazioni sul fatto che il virus potrebbe essere trapelato da quell'istituto. Se così fosse, ricorderebbe l'esplosione di antrace del 1979 a Sverdlovsk, in Unione Sovietica, quando spore di antrace uscirono da una struttura di armi biologiche, uccidendo decine di persone. Le autorità sovietiche coprirono l'incidente fino al 1992. Chiunque abbia visto la recente serie “Chernobyl” troverà similitudini. Il divieto di viaggiare da Wuhan è entrato in vigore solo dopo che cinque milioni di persone avevano già lasciato la città (come i due infettati di Roma). Da allora le autorità cinesi hanno esteso il divieto di viaggiare in un'area che comprende 56 milioni di persone, come l’Italia. I primi giorni il regime cinese li ha passati ad arrestare chi diffondeva notizie sul virus. Il sistema comunista cinese richiede sicofanti, servi, censori, opacità, controllo e assenza di informazioni. La lotta contro il coronavirus richiede il contrario. Io non mi fido di un paese che ha abortito 30 milioni di bambine soltanto perchè femmine, che ha il culto della personalità di Xi, che vuole sfondare i mercati economici di tutto il mondo ma ha abitudini alimentari e igieniche da era del bronzo, che ha i campi di concentramento (i laogai). La dittatura cinese è essa stessa un virus. E ci sta mettendo in pericolo.



IL CORONAVIRUS DELLA PROPAGANDA CINESE A CUI ABBOCCHIAMO.
Davide Riccardo Romano
31 gennaio 2020

Ma che bravo il governo cinese, costruirà un ospedale in 10 giorni!!! Chi di noi non si è stupito o ha provato invidia di fronte alle parole e alle immagini mandate su tutti i telegiornali nazionali e internazionali?

La verità è che i regimi non democratici rispondono con messaggi spettacolari alle loro mancanze, per coprirle. E allora mettiamo il dito nella piaga: come racconta Filippo Santelli su La Repubblica di oggi ci sono 10 giorni di vuoto nella storia del Coronavirus. Dal 10 gennaio al 20 le autorità cinesi hanno nascosto la polvere sotto il tappeto. Non potevano disdire i banchetti degli alti papaveri del Partito Comunista che tenevano la sessione annuale a Wuhan (da dove arriva il virus) dal 12 al 17 gennaio. Prima la politica, poi la salute, insomma. I giornali del regime ovviamente si accodano. Nell'illusione che anche il virus si inchini alla politica. E così il sindaco Xianwang tiene un banchetto da 40mila persone, ma è il virus a fare festa.....del resto, la versione ufficiale del Partito dice che "il virus non si trasmette da uomo a uomo". Bisogna evitare il caos, dunque il popolo non deve sapere. Chi prova a dire qualcosa, viene arrestato. Addirittura i medici visitano senza protezione e i pazienti in osservazione scendono da 739 a 82. È il momento chiave: in quei giorni 5 milioni di persone lasciano Wuhan per festeggiare il Capodanno nei villaggi d'origine. Il virus viaggia con loro,e domenica 19 il dato dei contagi balza da 62 a 198. Si arriva così al 20 gennaio, quando il segretario del Partito Xi Jinping cita l'epidemia. A quel punto è il segnale che se ne può parlare, e i medici cinesi possono finalmente fare il loro lavoro di denuncia, seppure troppo tardi.
Ma al di là dell'ennesimo deficit di comunicazione, tipico di tutti i regimi (pensiamo a quello sovietico con Chernobyl), non facciamoci distrarre dalle gru. Guardiamo invece ai medici di Wuhan che supplicano per forniture mediche. Domandiamoci come mai si parla sempre delle mega-costruzioni cinesi senza citare mai le sofferenze delle popolazioni e dell'ambiente di cui il regime non si cura.

La stampa fa mille errori, è vero. Ma solo quando è libera può assoldare al suo dovere di stimolo alla politica di fare meglio. A noi italiani resta l'amaro in bocca. Abbiamo inventato il fascismo, ci abbiamo convissuto per 20 anni, ma restiamo pronti ad abboccare a queste sceneggiate dei regimi. Non impareremo mai. Ma forse il mondo del business inizia a capire. Dopo la Sars e il Coronavirus, la Cina inizia a essere considerata inaffidabile. Non solo per i virus, ma per la produzione che ogni volta viene bloccata a causa di queste pandemie. Forse, iniziano a pensare diversi businessman, è il caso di spostarsi dove i virus vengono bloccati subito. Chissà se queste preoccupazioni di tipo economico smuoveranno il regime di Pechino a una maggiore trasparenza. Per il bene dei cinesi, mi auguro di sì.



Il coronavirus è un'epidemia grazie al Partito Comunista Cinese
Steven W. Mosher
1 febbraio 2020

https://www.lanuovabq.it/it/il-coronavi ... qRQSE4FJU0


Xi Jinping e tutti i funzionari di Partito in Cina hanno tenuto nascosto il coronavirus fino all'ultimo. Quando hanno diffuso l'allarme era già un'epidemia in tutto il Paese. Su quante altre cose ci stanno mentendo i funzionari comunisti cinesi? Un'analisi di Steven Mosher su Life Site News

Viaggiatori cinesi in arrivo da Wuhan

Incontrando il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, martedì, il presidente Xi Jinping ha dato il meglio di sé pretendendo che l’epidemia mortale di coronavirus, attualmente in corso in Cina, sia sotto controllo. “Sto dominando” la situazione dall’inizio, ha detto. Il suo governo “rilascerà informazioni sul virus il prima possibile”, perché “l’epidemia è un diavolo e non possiamo permettere che questo demone si nasconda”. Ascoltando Xi, non si sa se ridere o piangere.

La verità è che il Partito Comunista sta giocando a “nascondere il diavolo” da due mesi a questa parte. Per settimane, dopo che i primi casi di coronavirus erano stati segnalati, hanno preteso che non esistesse. Poi hanno detto che il coronavirus si fosse originato in un mercato all’aperto, dove gli animali erano macellati per essere venduti ai clienti che vogliono la carne fresca della selvaggina. E’ probabile. Ma ci sono anche altre fonti che ipotizzano che il virus possa essere fuggito dal laboratorio di armi batteriologiche dell’Esercito di Liberazione Popolare, situato a pochi chilometri dall’epicentro dell’epidemia. In ogni caso, la prima ondata di casi, in dicembre, non è stata riportata. Anche quando il numero di persone che si sono ammalate a causa del coronavirus è diventato troppo grande per essere nascosto, all’inizio di gennaio, i funzionari hanno continuato a minimizzare la serietà della malattia, sia al loro popolo che al mondo.

Nel frattempo, visto che non avevano ricevuto informazioni tempestivamente sulla gravità del problema, la gente di Wuhan ha continuato a contrarre e spargere il virus per settimane. Poi, proprio quando ha raggiunto le dimensioni di un’epidemia a Wuhan, è iniziato il Capodanno cinese. Ogni anno, inizia in Cina la più grande migrazione del pianeta. Secondo antiche tradizioni, centinaia di milioni di persone tornano a casa per le celebrazioni del nuovo anno lunare. Nei giorni precedenti le feste , non meno di cinque milioni di residenti di Wuhan hanno preso auto, bus, treni e aerei per andare a casa a celebrare in famiglia. L’effetto di questa diaspora è stato quello di spargere il coronavirus in ogni angolo della Cina e in diversi Paesi vicini. Un incubo epidemiologico.

Solo dopo che i primi casi di coronavirus sono stati segnalati in una decina di città cinesi, i funzionari comunisti dissimulatori hanno finalmente imposto la quarantena agli 11 milioni di abitanti di Wuhan. Poi l’hanno imposta ad altre 17 città della provincia dello Hubei, con una popolazione complessiva di oltre 40 milioni di abitanti. E’ la più grande quarantena della storia umana, ma comunque era ormai una soluzione troppo limitata e troppo tardiva. Questo è il vero scandalo.

Tuttora, con l’epidemia diffusa in tutta la Cina, le autorità di Pechino continuano a mentire, sul numero degli infetti, dei morti e probabilmente anche sull’origine del virus. Dicono che i morti siano solo 170 (al 30 gennaio 2020, ndr) e 7.700 infetti, ma sono cifre ridicole rispetto a quelle date da altre notizie che stanno trapelando. Ad esempio, le direttive emesse dal Ministero della Sicurezza Pubblica, il 28 gennaio, ordinano a tutti i dipartimenti di polizia del Paese di prepararsi a uno “scenario di guerra”. La polizia deve aiutare a “mantenere sotto controllo l’epidemia”, imponendo la quarantena e aiutando a distribuire le forniture mediche, al tempo stesso “mantenere l’ordine sociale” punendo “duramente” chiunque diffonda notizie dal vivo o online sulla diffusione dell’epidemia. Sembra che la Cina sia sul punto di dichiarare un’emergenza nazionale? A me pare proprio di sì. Nonostante la censura poliziesca sui social network, alcune brutte notizie stanno iniziando a trapelare attraverso il Great Firewall. Per esempio questa direttiva, agghiacciante, delle autorità di Wuhan. “L’amministrazione cittadina di Wuhan e il Ministero provinciale per gli Affari civili dello Hubei, hanno inviato veicoli, personale e mute protettive ad ogni casa funeraria (a Wuhan)”. La nota andava oltre, offrendo “cremazioni gratuite per i corpi delle vittime del coronavirus” morti il 26 gennaio o successivamente. Il motivo dato dalle autorità cittadine per l’invio di questi rinforzi, era “Rafforzare la capacità di trasporto e di trattamento dei cadaveri” (sic!). Non so voi, ma non mi sembrano misure da 170 morti o poco più, se quella stima fosse anche solo vagamente autentica. Il messaggio non è piaciuto ai censori, ovviamente, visto che un’ora dopo è sparito dal testo integrale.

Quanto allo stesso Xi, finora ha mantenuto un silenzio da sfinge sull’epidemia che ha attanagliato la provincia dello Hubei, anche quando funzionari di livello inferiore, come Zhou Xianwang, hanno dovuto immolarsi. Due giorni fa, il premier cinese Li Keqiang ha finalmente visitato la città, ma Xi non è ancora andato di persona. Qualsiasi altro leader nel mondo che non si rechi personalmente a visitare il teatro di un simile disastro in corso, verrebbe crocefisso dai media del suo Paese. Tuttavia Xi ha ben poco da temere su questo fronte, visto che i media di Stato esistono, non per dare le notizie, ma per fare l’agiografia sua e del Partito. Naturalmente, con le code di ammalati che si allungano fuori dagli ospedali, è sempre più difficile nascondere il tutto. Il segretario generale Xi Jinping può parlare di “diavoli”, ma, secondo molti in Cina, il “diavolo” è in bella mostra. Ed è lo stesso Partito Comunista Cinese, con la sua cultura della corruzione e della dissimulazione.

Infine: il Partito-Stato cinese probabilmente spende mille miliardi di dollari all’anno per sorvegliare e seguire, reprimere e rieducare la sua gente. Il costo per internare più di un milione di uiguri nei campi di concentramento, da solo, può essere nell’ordine delle decine di miliardi. Il costo della persecuzione di decine di milioni di cattolici e fedeli di altre confessioni cristiane, probabilmente ammonta ad ancora più miliardi. Se avessero destinato una frazione di questi soldi, spesi per il loro Stato di polizia, nella sanità pubblica, se avessero veramente “dato informazioni il prima possibile”, come ha promesso Xi, sarebbero stati capaci di fermare questa epidemia sin dalla sua origine. Ma non è questo il modo di comportarsi dei comunisti, no?

Per fortuna, quelli che fra di noi abitano in Occidente, vivono in Paesi democratici, con una stampa libera e aperta e funzionari della sanità pubblica che mettono al primo posto le persone e non la politica. I pochi casi di malattia che abbiamo, saranno efficacemente contenuti e il “diavolo” di Xi se ne andrà. Ma pietà per i poveri cinesi.

Steven Mosher è antropologo statunitense, presidente del Population Research Institute, il primo che poté condurre ricerche sul campo in Cina dal 1979. L'articolo originale è stato pubblicato su Life Site News, il 30 gennaio 2020 con il titolo You can thank the Chinese Communist Party for the coronavirus epidemic




Coronavirus, riabilitato il medico che aveva avvertito la Cina e non era stato creduto
Li Wenliang è stato arrestato, insieme a sette colleghi, all’inizio del contagio per aver diffuso “voci false”, quando le autorità locali sminuivano il virus. Poi riabilitato dalla Corte suprema. A Pechino è già un eroe nazionale, simbolo della lotta contro i silenzi del governo
FILIPPO SANTELLI
01 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 247324656/

PECHINO - Non aveva del tutto ragione Li Wenliang. La misteriosa malattia che si stava diffondendo a Wuhan all'inizio di gennaio non era Sars. Ma il dottore non aveva neppure del tutto torto. Perché da quel nuovo virus era comunque il caso di proteggersi, molto più di quanto le autorità locali avessero detto ai cittadini. Ora Li Wenliang, insieme ai sette colleghi che avevano messo in guardia amici e conoscenti, "proteggete le vostre famiglie", è diventato un simbolo. L'emblema di come all'inizio dell'epidemia, per diversi giorni, la priorità dei funzionari di Wuhan fosse evitare che la città cedesse al panico, piuttosto che informarla a dovere.

Dopo aver postato in chat i loro messaggi d'allarme infatti, Li e i suoi sette colleghi sono stati convocati dalla polizia locale a "bere un tè"; come si dice da queste parti, e severamente rimproverati per le "bufale" che stavano mettendo in giro. La chat di gruppo cancellata. Oggi, un mese dopo, quelle bufale assomigliano a mezze verità, forse tre quarti. Le autorità di Wuhan hanno ammesso che la pubblicazione delle informazioni sull'epidemia non è stata perfetta. E la Corte suprema ha ufficialmente scagionato Li e colleghi: non era Sars come sostenevano, ma "sarebbe stata una fortuna se la gente li avesse ascoltati".

Coronavirus, in Cina mancano le mascherine: i dottori se le fabbricano da soli

Non è stato solo riabilitato l'oftalmologo Li, qualcosa di più. Agli occhi di tanti cittadini cinesi, che in questi giorni riversano in Rete la loro rabbia, è diventato una specie di tragico eroe. L'uomo che prova a dire a tutti la verità, la verità che il regime, a seconda dei punti di vista, non vede, ignora o nasconde. Anche l'epidemia di Sars del 2003 aveva avuto una Cassandra simile, il suo nome è Jiang Yanyong. Medico, membro del Partito comunista, denunciò in una lettera come il governo cinese stesse intenzionalmente sminuendo la portata del contagio. Quando la sua lettera finì nelle mani dei media stranieri la storia venne diffusa, provocando le dimissioni del sindaco di Pechino e soprattutto i primi annunci veritieri della Cina sulla gravità dell'emergenza. Se non è stata una pandemia, lo dobbiamo anche a lui.

Le differenze in questo caso non mancano, né vanno sottovalutate. Come detto, Li non ci aveva preso del tutto. Il 30 dicembre ha scritto in un gruppo di ex allievi della scuola di medicina che il suo ospedale aveva ricoverando sette pazienti provenienti da un mercato locale per una forma di Sars. Non era Sars, bensì un altro coronavirus, si sarebbe scoperto. Un virus di cui in quel momento non si sapeva ancora molto, per esempio che fosse in grado di trasmettersi da uomo a uomo. Eppure la prudenza raccomandata da Li e colleghi avrebbe dovuto essere suggerita anche dalle autorità, a giudicare da come l'epidemia è evoluta. Invece in quei giorni il mandato dei funzionari di Wuhan era azzerare ogni discussione sulla misteriosa malattia al di fuori di quelle ufficiali, molto striminzite e assai rassicuranti.

Solo diversi giorni dopo, ben 20, la trasmissione da uomo a uomo sarebbe stata ufficializzata. Tempo preziosissimo in cui il contagio poteva essere contenuto. Quando l'avvertimento di lì è stato fotografato invece, il medico è stato prima contattato dai dirigenti dell'ospedale e poi dalla polizia. Aveva turbato l'ordine sociale. Tornato al lavoro, ha visitato un paziente colpito dal virus, sviluppando i sintomi del contagio e finendo in quarantena.

Mappa I contagi nel mondo giorno per giorno

"Credo che in una società sana ci dovrebbe essere più di una voce", si è limitato a dire Li al sito cinese Caixin dopo essere stato "scagionato". Parole che puntano dritte al cuore del problema, più ampio del semplice binomio tra libertà di espressione e censura, o tra verità e falsità. Quella di Li tecnicamente era una notizia parzialmente falsa, o solo in parte vera. Ma quella delle autorità, nei primi giorni del contagio, è stata una comunicazione tardiva e incompleta, perché il suo obiettivo non era informare ma evitare il panico, grande spauracchio del Partito comunista. Sarà forse li modello migliore per arginare false notizie, chi le pubblica viene ancora arrestato, me non è certo il migliore per dare le notizie vere.


Da Chernobyl al coronavirus, non possiamo fidarci dei regimi autoritari
Atlantico Quotidiano
Dorian Gray
1 febbraio 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... KEZFTkjRQc

In Italia è panico da coronavirus, il nuovo virus influenzale originato in Cina. Dopo qualche giorno di sospetti, sono confermati due casi positivi a Roma, due turisti cinesi in visita nel nostro Paese, e altri sono in osservazioni. Nonostante i tentativi di rassicurazione sia da parte del governo che da parte dell’OMS, come suddetto, si sta diffondendo un certo allarmismo, sfociato in alcuni inaccettabili episodi di razzismo nei confronti di turisti asiatici.

Ma al di là dell’allarmismo, della psicosi e degli episodi di intolleranza, c’è qualcosa che questo coronavirus può insegnarci nel campo delle relazioni internazionali e che, purtroppo, molti dei nostri governanti sembrano ancora ignorare.

Mancanza di trasparenza, ritardi nel dare l’allarme e fornire informazioni, numeri poco credibili di vittime e contagiati: da Chernobyl al coronavirus la storia insegna che non possiamo fidarci dei regimi autoritari, che non rispettano i valori democratici e i parametri basilari dello stato di diritto, e che occorre quindi diffidare di alleanze strategiche con Paesi governati da tali regimi. Nonostante i ripetuti fallimenti, molto politici occidentali faticano ancora ad accettare questa realtà, talvolta per un malinteso senso di realpolitik, talvolta perché catturati da fascinazioni orientaliste, spesso arricchite da offerte di cattedre in questa o quella università cinese.

Esite, infatti, in Occidente una classe intellettuale e politica da anni preda di questa fascinazione, spinta spesso fino alle estreme conseguenze di mettere a repentaglio rapporti decennali con gli Stati Uniti per abbracciare questo o quel sistema autoritario, provando a spiegare che non si tratta di vero autoritarsimo ma di culture politiche diverse e che l’apertura democratica arriverà con il tempo.

È accaduta la stessa cosa con l’Iran degli ayatollah: quando Obama ha aperto le porte a Teheran, il mondo occidentale ha iniziato a creare una narrazione ad hoc, volta a rappresentare quel regime come “moderato”, “un El Dorado economico”, “volenteroso di vivere in pace” e “stabilizzatore della regione”. Wishful thinking che uno ad uno si sono rivelati delle illusioni. Un politically correct in ossequio a Teheran che giunse ad un livello tale da portare un ex presidente del Consiglio italiano a far coprire le statue romane del Campidoglio per non mancare di rispetto ad un clerico khomeinista che, a casa sua, impone il velo alle bambine dai 7 anni e permette legalmente che siano concesse in sposa le ragazzine dagli 11 anni… In un Occidente appena normale, quel regime verrebbe condannato per “legalizzazione della pedofilia”…

Oggi è Trump l’alibi per dimenticare tutte le malefatte di quel regime: per la crisi economica della Repubblica Islamica e per le repressioni che avvengono in quel Paese, basta ora accusare il presidente Usa di essere la causa di tutti i mali. Ma chi da anni segue le vicende iraniane, conosce come stanno realmente le cose: decine di delegazioni di politici e imprenditori occidentali, giunte in quel Paese per siglare accordi economici fantasmagorici, sono rimaste a bocca asciutta, perché l’economia iraniana è controllata dai Pasdaran, orientata al riciclaggio di denaro per finalità di finanziamento del terrorismo internazionale, priva di trasparenza e drammaticamente corrotta. Senza contare gli abusi dei diritti umani che hanno portato, dal 1999 ad oggi, a reprimere nel sangue almeno cinque proteste di massa della popolazione civile e il vergognoso recente caso dell’aereo civile ucraino abbattuto dai Pasdaran, con Teheran che si rifiuta di consegnare le scatole nere.

Con la Cina il problema è sempre lo stesso: la mancanza di trasparenza è la principale fonte dei problemi. Abbiamo permesso che ci venisse raccontata una narrazione su Pechino totalmente distorta, in cui i numerosi lati oscuri dei quel regime restano nascosti per legittimare un abbraccio politico che, in Italia, alcuni pretendono sia anche strategico e culturale.

Ma dai tempi di Marco Polo le cose sono notevolmente cambiante: viviamo in un mondo globalizzato dove, proprio perché tutto è interconnesso e interdipendente, tutto dovrebbe essere trasparente e limpido. Certamente è necessario avere relazioni diplomatiche ed economiche con la maggior parte degli attori internazionali, soprattutto di massimo livello quali la Cina. Ma queste relazioni dovrebbero essere orientate non solo al business costi quel che costi, l’Occidente non dovrebbe mettere da parte la propria identità, i propri principi, e dovrebbe esigere reciprocità e garanzie, sia in termini politici che economici.

Per queste ragioni, quando si tratta di alleanze strategiche, dovremmo restare nel campo degli attori internazionali che condividono i nostri stessi valori e il nostro stesso sistema di diritti. Si tratta di una questione dirimente, sulla quale l’Occidente dovrebbe riflettere attentamente. Fughe in avanti come quelle con la Cina o con l’Iran sono destinate al fallimento, perché prima o poi arriva quel giorno in cui il lato oscuro di quei regimi finisce per spegnere il lumicino che vedevamo o che, molto spesso, ci illudevamo di vedere…



Crolla il mito dell'efficienza di Pechino: la natura del regime rende la Cina inaffidabile e vulnerabile
Atlantico Quotidiano
3 gebbraio 2020
Federico Punzi

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... QOMqqU5n6I

La natura totalitaria del regime di Pechino, il suo rifiuto di informare i suoi stessi cittadini nelle prime cruciali settimane, hanno impedito di contenere il contagio del coronavirus

Il solo fatto che un regime totalitario come quello cinese avesse adottato misure estreme, come l’isolamento di decine di milioni di persone e il blocco dei viaggi interni, dal sicuro impatto devastante in termini economici e di immagine, avrebbe dovuto destare il sospetto che la situazione fosse molto più seria di quanto non dicessero i numeri ufficiali. Già il 24 gennaio erano dieci le città isolate per un totale di circa 41 milioni di persone, a fronte di “solo” 26 vittime e 897 casi confermati.

I numeri ufficiali – presi naturalmente per oro colato dai nostri “competenti” e media mainstream, subito pronti a spiegarci che “per fortuna il tasso di mortalità è basso, più basso della Sars” – erano assolutamente poco credibili rispetto alle misure, drastiche e imponenti, che Pechino stava adottando, anche se i buoi, come vedremo, erano già scappati dalla stalla.

Solo sei giorni dopo, il 30 gennaio, l’Oms decide di dichiarare l’emergenza sanitaria globale, pur senza raccomandare restrizioni nei viaggi e nel commercio e lodando in modo imbarazzante, perché compiacente, “gli standard di risposta” della Cina. Che invece, come leggerete tra breve, ha mostrato la stessa identica criticità emersa con la Sars: la natura stessa del regime.

L’atteggiamento sia delle autorità che dei media italiani vira improvvisamente dalla sottovalutazione all’allarmismo non appena due turisti cinesi a Roma vengono ricoverati all’ospedale Spallanzani: chiusura dei voli da e per la Cina, emergenza nazionale, decine di pagine dei giornali per spiegare che non bisogna allarmarsi, quando, di fatto, è l’esatto contrario il messaggio che esce.

Ebbene, in queste ore abbiamo da fonti autorevoli la certezza che i numeri di Pechino, su cui l’Oms, l’Ecdc e tutte le autorità sanitarie hanno basato per settimane le loro valutazioni, sono del tutto inaffidabili. Che ciò sia dovuto a una deliberata mancanza di trasparenza da parte delle autorità o alle carenze delle strutture sanitarie cinesi – probabilmente una combinazione di entrambi i fattori – poco cambia.

Oggi sappiamo, grazie a uno studio del New England Journal of Medicine pubblicato il 29 gennaio, che i primi casi di trasmissione da uomo a uomo del coronavirus risalgono a metà dicembre dello scorso anno, mentre le autorità di Pechino non hanno confermato la trasmissione da uomo a uomo fino al 20 gennaio.

Sono trascorse numerose settimane dalla prima infezione, risalente ai primi giorni di dicembre, all’annuncio di una “polmonite misteriosa”, il 31 dicembre. Il 10 gennaio, quindi circa un mese dopo il primo caso, secondo la ricostruzione del corrispondente di Repubblica in Cina, a Pechino avevano già isolato il coronavirus, condiviso il profilo genetico con l’Oms e distribuito i test. Applausi. Purtroppo, però, le autorità decidono di minimizzare, nascondere e censurare, arrivando ad arrestare persino alcuni medici colpevoli di aver divulgato “false voci” sull’epidemia via chat. Per dieci giorni, fino al 20 gennaio appunto, viene negato il contagio da uomo a uomo e non scatta alcuna misura di prevenzione straordinaria, i medici visitano ancora senza protezione, i casi dichiarati sono fermi ad alcune decine, i cittadini di Wuhan e del resto della Cina vengono tenuti per lo più all’oscuro. Ma proprio in quei dieci fatidici giorni, per le festività del capodanno cinese, si muovono da Wuhan oltre 5 milioni di persone.

Durante quei primi 20 giorni di gennaio la censura opera a pieno regime: non compare una sola parola sull’epidemia in corso a Wuhan sugli organi di stampa ufficiali del Partito comunista. Come riportato da Startmag, sul Japan Times Minxin Pei, docente universitario del Claremont McKenna College e non resident senior fellow del German Marshall Fund, ha citato i risultati di uno studio secondo cui in WeChat (la WhatsApp cinese) le menzioni dell’emergenza a Wuhan hanno registrato un’impennata tra il 30 dicembre e il 4 gennaio, salvo crollare immediatamente per un primo intervento della censura. Un secondo intervento esattamente una settimana dopo, per soffocare le accese discussioni suscitate dalle notizie che nel frattempo avevano preso a circolare in tutto il mondo.

La svolta arriva, appunto, solo il 20 gennaio. Parla Xi Jinping, viene decretata l’emergenza sanitaria e ammesso il contagio da uomo a uomo, ma inizia anche, inevitabile, lo scaricabarile sulle autorità locali di Wuhan. Ma per legge solo il governo centrale può dichiarare l’emergenza sanitaria e Pechino ci ha messo almeno dieci giorni di troppo, durante i quali si sono mosse decine di milioni di persone, all’interno del Paese e verso l’esterno. E sempre dal 20 gennaio guarda caso vira decisamente anche la narrazione del regime. Dalla negazione e la censura alla propaganda, l’epica lotta contro il virus: una mobilitazione straordinaria, milioni di persone di fatto in quarantena, nuovi ospedali in dieci giorni (una distesa di container di plastica, qui sono i nostri media che hanno lavorato di immaginazione…).

Ma è tardi, le prime cruciali settimane sono trascorse e il rifiuto delle autorità di informare tempestivamente e in modo trasparente i cittadini di Wuhan ha già alimentato la diffusione del contagio, che ha raggiunto numeri a quel punto difficilmente gestibili per chiunque.

Resta un buco temporale negli aggiornamenti sul contagio, dal momento che ogni singolo test dev’essere confermato a Pechino e ci vogliono cinque giorni. Questo il motivo “tecnico”, a cui bisogna aggiungere il fattore politico, difficile da quantificare. In ogni caso, è ragionevole presumere che i dati ufficiali in nostro possesso oggi siano già vecchi almeno di una settimana, se non di due o più.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, a fronte dei 14.500 casi ufficializzati dalle autorità cinesi fino a ieri, il numero realistico dei contagiati a Wuhan sarebbe di quasi 76 mila al 25 gennaio, sulla base della stima prudenziale di un coefficiente di trasmissione di 2,68 per ogni persona infetta e della capacità dell’epidemia di raddoppiare ogni 6,4 giorni. Secondo un altro studio pubblicato sempre su The Lancet circa una settimana fa, basato su un coefficiente di trasmissione 3, il numero reale dei contagiati potrebbe arrivare intorno ai 190 mila il 4 febbraio.

Il problema è che dalle notizie che abbiamo da fonti credibili una gran parte degli infettati non ha ricevuto assistenza e non è nemmeno stata sottoposta ai test, risultando quindi esclusa dalla contabilità ufficiale vittime-contagiati. Non è chiaro se al preciso scopo di limitare il più possibile il numero dei casi positivi, o perché i kit non bastano per tutti, le autorità cinesi hanno fortemente limitato i test per il coronavirus, effettuati solo sui pazienti più gravi, quelli con i sintomi della polmonite in atto. Molti decessi sono stati registrati come polmoniti generiche, senza effettuare il test, e per mancanza di posti letto molte persone probabilmente infette sono state rispedite a casa.

Il calcolo di questi studi pubblicati su The Lancet si basa su modelli matematici elaborati prendendo in considerazione tutti questi fattori, la velocità di propagazione del virus e quante persone sono uscite da Wuhan prima che fosse imposto il cordone sanitario.

Insomma, non serve ricorrere a teorie cospirazioniste per concludere che la situazione reale dell’epidemia e dei pazienti in Cina è drammaticamente più grave di quanto non emerga dai numeri e dai bollettini ufficiali. Non è da escludere che ulteriori elementi emergano nei prossimi giorni, settimane e mesi.

E che, ancora una volta, il fattore decisivo che ha impedito di contenere il contagio è il regime stesso, la mentalità interna tipica di ogni dittatura ma in particolare di quella cinese, perché niente e nessuno osi disturbare la pretesa “armonia” e la decantata stabilità del sistema, né mettere in dubbio l’infallibilità del Partito-Stato.

Come ha già spiegato Michele Marsonet qui su Atlantico, non mancheranno contraccolpi alla reputazione – interna e internazionale – del Partito comunista e anche di Xi Jinping, che al di là delle apparenze e della narrazione che riesce a imporre sui media esteri, ha a che fare con una sfiducia crescente nelle capacità del partito di guidare il Paese. Uno dei principali punti forza della propaganda di Pechino è la rivendicazione che il sistema di governo della Repubblica Popolare Cinese è più efficiente dei sistemi liberaldemocratici. Qui in Occidente fanno presa soprattutto la rapidità di realizzazione delle infrastrutture e l’innovazione tecnologica. Ma il fallimento nel contenere il coronavirus, l’ennesima dimostrazione di mancanza di trasparenza da parte delle autorità, sembrano per lo meno incrinare questa certezza. Soprattutto agli occhi del popolo cinese.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:15 pm

Coronavirus, Facebook elimina le notizie false (ed è la prima volta)
Martina Pennisi
31 gennaio 2020

https://www.corriere.it/tecnologia/20_g ... 9qC8GbYsr0

Il coronavirus (2019-nCoV) è un’emergenza sanitaria internazionale, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (213 i morti e poco meno di 10 mila i casi confermati, due dei quali in Italia. Qui tutto quello che c’è da sapere). E Facebook reagisce in modo inedito, a dimostrazione del fatto che le regole interne sulla gestione dei contenuti sono in una fase di continuo rinnovamento a cui è necessario prestare attenzione (perché, nonostante abbia più volte chiarito di non voler agire come un editore che decide in cosa possiamo o non possiamo imbatterci, il colosso di Mark Zuckerberg di fatto si sta comportando così).

Pochi giorni fa ci siamo occupati della rimozione del video della citofonata di Matteo Salvini, che in seguito alle segnalazioni degli utenti e su indicazione della legale del minorenne coinvolto è stato ritenuto lesivo della norma sulla privacy. Adesso Menlo Park ha deciso di eliminare da Facebook e da Instagram le notizie false o fuorvianti sul virus arrivato dalla Cina e sui modi per prevenirlo e curarlo. Di solito non funziona così: le fake news, segnalate dagli utenti e bollate come tali dai fact checker esterni (in Italia il partner è Pagella Politica, che mercoledì 29 ha verificato il video — falso —della ragazza che mangia il pipistrello) vengono depotenziate, ma non eliminate. «Quella tra notizie false e satira o opinioni è una linea sottile. Per questi motivi, non rimuoviamo le notizie false da Facebook, ma ne riduciamo la diffusione in modo significativo mostrandole più in basso nella sezione notizie» recita infatti la regola sulla disinformazione. I gruppi e le pagine no vax sono vengono trattati in questo modo, mentre le pubblicità false sui vaccini vengono respinte.

Nel caso del coronavirus e nel precedente citato dal Wall Street Journal, in cui sono stati cancellati contenuti sul vaccino antipolio in Pakistan su richiesta del governo, è stata invece applicata la norma sulle minacce «reali alla sicurezza pubblica o personale». Verranno quindi rimossi inviti «a bere la candeggina per curare il coronavirus» o altre teorie strampalate sulle cure o sulla prevenzione e i contenuti segnalati come falsi dalle organizzazioni sanitarie globali e locali. Su Instagram verranno bloccati o limitati gli hashtag pericolosi, e in cima al Newsfeed di Facebook potrebbero comparire notizie verificate per aiutare le persone a informarsi correttamente. Campo libero su Whatsapp, dove i messaggi sono criptati e Zuckerberg non può intervenire, se non bloccando a monte gli account che si comportano in modo sospetto e illecito.

Tornando alle minacce «reali alla sicurezza pubblica o personale», è interessante sottolineare come si tratti dello stesso filtro applicato alle dichiarazioni dei politici. Come più volte sottolineato dal vice presidente degli affari globali Nick Clegg, Facebook vuole che gli elettori valutino da soli quello che viene detto dai loro rappresentanti o aspiranti rappresentanti, sia nei post organici sia negli spot (che gli utenti potranno escludere a priori), a meno che non incitino alla violenza. Per il coronavirus, invece, è stata esplicitata la volontà di eliminare le falsità. E su scala globale è la prima volta.



Ma questa non è una notizia falsa!
Coronavirus, ieri in Cina record contagi
(ANSA) - PECHINO, 1 FEB 2020

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... dadcb.html

Con i suoi 46 nuovi decessi e i suoi 2.102 nuovi casi confermati, venerdì è stata la giornata con il bollettino più grave dell'epidemia di coronavirus di Wuhan.
I dati forniti dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese portano il conteggio totale delle morti a 259 e quello dei contagiati accertati a quota 11.791.

Questa forse potrebbe essere una notizia falsa, ma non ne siamo certi.


#ATTENZIONE, 31.01.2020
Sono a centinaia attualmente i casi di morte nella città di WUHAN in Cina, per il Virus letale nCoV-2019_
Vi sono decine di persone decedute per strada, nei tram e nei locali pubblici, la città è stata isolata dal resto della Cina,
e vi sono avamposti armati militari,
che sparano a vista a chi tenta di uscire dalla città .

MichaEl a.




Coronavirus: tutte le bufale diffuse su Internet
Carlos Arija Garcia
31 gennaio 2020

https://www.laleggepertutti.it/363055_c ... p1tqGCW658

Si moltiplicano le fake news su ricoveri in Italia, rischi ai negozi cinesi, cure, vaccini, complotti: cosa c’è di falso sull’epidemia che ha gettato il panico.

Nonostante la gravità della situazione, nonostante ci siano centinaia di morti, nonostante lo stato di emergenza in Italia proclamato dal Consiglio dei ministri e l’allarme planetario decretato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, a qualcuno viene voglia di scherzare e di diffondere delle fake news sul coronavirus. Le bufale diffuse su Internet si moltiplicano di giorno in giorno, come se si trattasse di un trascurabile ed inoffensivo argomento di gossip.

Naturalmente, le bufale sul coronavirus viaggiano in Rete e sulle app di messaggistica, WhatsApp in testa. Audio e messaggi di testo devianti che alimentano l’allarmismo (e razzismo) in un momento particolarmente delicato che vede i primi casi accertati di contagio anche in Italia.


Bufale sul coronavirus: il caso di Lecce

Una di queste fake riguarda l’audio diffuso proprio su WhatsApp in cui si parla di un caso di coronavirus riscontrato a Lecce. «Un cinese è stato ricoverato, state alla larga», si ascolta nel file inviato da qualche sprovveduto. Secondo questo falso allarme diffuso sulla famosa app di messaggistica, al pronto soccorso dell’ospedale Vito Fazzi della città pugliese sarebbe stato ricoverato un cinese appena arrivato da Wuhan (il luogo del Paese asiatico da cui è partita l’emergenza) in condizioni disperate.
La smentita è arrivata dal primario del reparto, il dottor Silvano Fracella, che ha spiegato l’episodio in termini decisamente diversi. La persona che si è presentata al pronto soccorso era sì un cinese, professore di musica, tornato in Italia dalla Cina. Ma non era né malato né tantomeno in condizioni disperate: ha voluto sottoporsi spontaneamente ad un controllo ed è stato subito rimandato a casa in quanto perfettamente sano.



Bufale sul coronavirus: la diffidenza sui negozi cinesi

Falsi allarmismi sul coronavirus, dunque, che a volte nascondono (ed è inevitabile pensarlo) uno sfondo razzista. Come il messaggio di testo diffuso sempre su WhatsApp in cui «si sconsiglia di andare nei negozi cinesi per un breve-medio periodo, finché il virus non sarà sconfitto». E perché mai? «Molti commercianti cinesi che lavorano in Italia – si legge ancora – hanno contatti continui con la catena di distribuzione nei loro ingrossi, dove tanti imprenditori vengono o sono passati da Wuhan per motivi di business nell’ultimo periodo».

Altra bufala sul coronavirus: l’Italia ha rafforzato il sistema di controllo, di sicurezza e di prevenzione negli aeroporti. È vero che i primi due casi accertati dei due cittadini cinesi arrivati a Milano e ora ricoverati a Roma può far pensare che qualcuno possa entrare con il virus nel corpo. Ma ciò non vuol dire che in tutti i negozi ed in qualsiasi ristorante cinese ci debba per forza essere una persona infetta. Come non è vero che l’indicazione riportata in questo messaggio abbia un’ufficialità: chi l’ha diffuso ed a quale titolo?

Messaggi come questo – lamentano gli esercenti cinesi – stanno mandando all’aria alcuni locali senza motivo. Il giro d’affari dei ristoratori asiatici sta subendo un colpo micidiale per un pregiudizio che non trova – almeno per ora – un solido fondamento.

Ci sono altre bufale che vanno in questa direzione. Vengono diffusi dei messaggi in cui, approfittando dell’emergenza sanitaria per tornare sul solito argomento, si critica l’atteggiamento del Governo italiano di mantenere porti ed aeroporti aperti agli immigrati. Messaggi, peraltro, nemmeno tanto anonimi: a parlarne apertamente in un video diffuso in Rete è stato un politico, leader di un partito ed ex ministro dell’Interno.



Bufale sul coronavirus: la teoria del complotto

Potrebbero mancare i complottisti tra gli artefici delle bufale sul coronavirus? Certo che no. Secondo loro, il virus che ha gettato il mondo nel panico sarebbe stato creato in laboratorio per dare il via ad una sorta di guerra batteriologica. C’è, infatti, chi nei primi giorni di allarme suggeriva su Facebook la coincidenza tra l’epidemia mondiale partita dalla Cina e la questione dei dazi con gli Stati Uniti. Se si fosse spiegato meglio, ci avrebbe aiutati a capire.

È vero che a Wuhan esiste un laboratorio specializzato, ma è una bufala che si occupi di guerre batteriologiche: il suo lavoro consiste, guarda caso, nella prevenzione e nel controllo delle malattie infettive emergenti. Alla peggio si può pensare che non siano molto competenti, ma da lì a ritenerli dei terroristi senza scrupoli ce ne passa.


Bufale sul coronavirus: la minaccia dell’esercito cinese

La fake sul complotto era stata alimentata da un presunto audio di un cittadino italiano che, da Wuhan, spiegava cosa si nasconde dietro il coronavirus. Messaggio – e mittente – senza alcun riscontro. Bufala, dunque? Pare proprio di sì.

In quell’audio, l’uomo misterioso affermava che l’esercito cinese avrebbe schierato attorno a Wuhan dei militari con l’ordine di sparare a vista a chiunque si azzardasse ad entrare o ad uscire dalla città. Forse ha fatto un po’ di confusione: ci sono dei militari, è vero, ma a presidiare dei posti di blocco nelle stazioni e nelle vie più frequentate della città. Tra l’altro, l’autore della bufala ha presente che cos’è circondare una metropoli in cui vivono 11 milioni di persone, cioè circa 9 volte Milano?


Bufale sul coronavirus: l’ospedale fatto a tempo di record

Nessuno discute la capacità che hanno i cinesi di chinare giù la testa quando c’è da lavorare sodo. Ma costruire un ospedale a Wuhan in 16 ore è una delle bufale sul coronavirus più clamorose.

Le immagini che hanno fatto il giro del mondo e che abbiamo potuto vedere anche in Italia e che mostrerebbero la realizzazione a tempo di record di un nuovo ospedale sono, in realtà, delle immagini di un prefabbricato tratte da un sito cinese che girano su Internet da diversi mesi. Dapprima, cioè, che scattasse l’emergenza.

Volendo fare una battuta innocua, nemmeno Nostro Signore riuscì a ricostruire il Tempio di Gerusalemme in 16 ore: chiese tre giorni di tempo.


Bufale sul coronavirus: il vaccino

I falsi allarmismi sono pericolosi quanto i falsi ottimismi. E chi sostiene – come si legge in qualche messaggio lanciato su Internet – che è già pronto un vaccino contro il coronavirus cinese sta, in realtà, diffondendo una bufala. Insomma, mente sapendo di mentire. Purtroppo, perché sarebbe un’ottima notizia. Si sta studiando, i ricercatori ci stanno lavorando, ma ancora non c’è nulla di concreto. E nemmeno di ufficiale.
Bufale sul coronavirus: le fantomatiche cure

In mancanza del vaccino, che cosa c’è di meglio del fai-da-te? Sembrano essersi ispirati a questa domanda gli autori delle bufale sul coronavirus che propongono le più disparate cure (false) per scampare all’epidemia.

Due esempi: c’è chi propone la Tachipirina. Fosse così semplici, di che cosa dovremmo preoccuparci? Il suggerimento aveva preso così tanto piede che è dovuto intervenire di persona il ministro della Salute Roberto Speranza. Ovviamente per smentire che il paracetamolo sia il toccasana.

L’altra bufala è ancora più pericolosa, anzi: letale. È mai possibile che a qualcuno passi per la testa di suggerire un sorso di candeggina per allontanare lo spettro del virus cinese? È possibile, sì. Il consiglio arriva dall’America sotto forma di «soluzione miracolosa». Ma solo per finire al cimitero per avvelenamento da candeggina anziché per il coronavirus. Non provateci mai.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:16 pm

Lettera dei cinesi agli amici italiani: il Coronavirus non ci divida
Lettera dei cinesi agli amici italiani. A scriverla è la presidente dell’Associazione Silk Council, Lifang Dong, imprenditrice e avvocato di 41 anni conosciuta come Anna a Roma, la città dove vive e lavora.
“L’amicizia tra Italia e Cina messa a repentaglio dal nuovo Coronavirus. Non etichettiamolo come cinese, i virus non hanno nazionalità, né fede religiosa o colore politico, e restiamo uniti”.
31 Gennaio 2020

https://www.iltempo.it/roma-capitale/20 ... 4.facebook

“Care amiche, cari amici italiani, questo è un momento delicato che va affrontato insieme con umanità, solidarietà e buon senso” si rivolge così ai nostri connazionali l’imprenditrice della seta, che dopo aver espresso “solidarietà e vicinanza a tutte le persone colpite dal coronavirus 2019-ncov e ai loro familiari” entra nel merito, offrendo spunti di riflessione per evitare il rischio di fratture tra gli italiani e i 300mila cinesi che vivono nel nostro Paese, di cui 20mila nella sola Capitale.

“Tutta la comunità internazionale si è attivata tempestivamente e con spirito di leale collaborazione per far fronte a questa crisi sanitaria – sottolinea -. Lo stesso Governo Cinese sta mettendo in campo le sue migliori risorse per risolvere tale difficile momento. La situazione è sotto controllo e siamo fiduciosi”.

Nonostante ciò, continua, “ho appreso con rammarico degli episodi di razzismo e discriminazione che si sono verificati verso membri della comunità cinese residente in Italia ed in particolar modo di quelli avvenuti nelle scuole. Sono inoltre molto dispiaciuta per il modo in cui una parte dei mezzi di comunicazione sta influenzando l'opinione pubblica, diffondendo notizie inesatte ed etichettando il Coronavirus come “virus cinese”. Questi appellativi feriscono i sentimenti di tanti cittadini cinesi residenti in Italia, così come di altrettanti cittadini italiani, come me, di origine cinese, che contribuiscono da sempre al ruolo di “ponte” tra l'Italia e la Cina. Purtroppo questi episodi non si sono verificati solo in Italia, ma anche in altri paesi europei. I virus non hanno nazionalità, né colore della pelle, né fede religiosa o credo politico. Tali atteggiamenti discriminatori andrebbero evitati, poiché producono il solo risultato di creare barriere alla lunga amicizia tra l'Italia e la Cina, nonché causare gravi ripercussioni socio-economiche a danno di tutti”.

“In Italia vivono oltre 300.000 cinesi, che studiano e lavorano nel nostro Paese. Anche in Cina si sono stabiliti migliaia di italiani per motivi di studio, lavoro e incluso familiari. I “nuovi italiani” di origine cinese di seconda, terza e quarta generazione sono nati qui e sono ben integrati nel nuovo tessuto multietnico italiano. Il 2020 è l'anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche e il decimo anniversario degli scambi culturali tra i nostri due Paesi. L'amicizia tra Italia e Cina oggi è messa a repentaglio da questa terribile emergenza del Coronavirus, ma proprio nei momenti di difficoltà bisogna restare uniti ed affrontare insieme tale situazione con costruttività e propositività, senza diffondere allarmismi o alimentare la paura di ciò che non si conosce”.

In questo momento difficile, anche Silk Council desidera dare il proprio contributo, così come sta facendo tutta la comunità cinese nel mondo. Visitando il sito https://www.silkcouncil.org/love-china è possibile fare una donazione, un Vostro piccolo gesto di amore verso chi soffre in Cina. Il ricavato sarà devoluto per l'acquisto di mascherine ed altri materiali sanitari da inviare in Cina a sostegno delle città colpite da questa emergenza, tra cui il mio paese natale, Wenzhou da cui provengono la maggior parte dei cinesi che vivono in Europa.

La lettera termina con un ringraziamento. “Vi ringrazio di cuore per il prezioso sostegno. Con l’augurio di superare presto questo momento difficile”. Firmato: Avv. Lifang Dong, presidente dell'Associazione Silk Council





Compaiono i cartelli che vietano l 'ingresso ai CINESI.
NON RIPETIAMO GLI ERRORI
DI 80 ANNI FA.
VERGOGNA!

https://www.facebook.com/elena.orlandi. ... 9007893076


Nicoletta Levis
Non scambiamo però una comprensibile paura con il razzismo. Il governo cinese ha detto in ritardo quale era la situazione, le tratte da e per la Cina con gli scali sono poco controllati e in Africa, comunità di 6,5 milioni di cinesi, tutti tacciono. Sappiamo che moltissimi cinesi in Italia lavorano in nero e clandestinamente,mi pare giustificato che le persone abbiano delle paure perché tutti hanno figli o nipoti. Oggi la parola slogan : razzismo è abusata a sproposito e in ogni occasione. Non esageriamo


Gino Quarelo
Hai ragione Nicoletta con questo governo Italiano siamo messi peggio che i cinesi con il loro governo.

Eugenin Frangiolin
Ma possibile mai vedere il razzismo dappertutto ma siete malati??? Che c'entra col cercare di limitare la pandemia??? Ma piantatela


Gino Quarelo
Ma dove sono comparsi questi cartelli e quanti? Forse nelle città turistiche dove il rischio è più alto. La paura è comprensibile.
Questo fenomeno epidemico nuoce a tutto il mondo, all'economia mondiale e agli equilibri dello sviluppo industriale, alle città turistiche, ai consumatori che acquistano on line su Amazon, alle compagnie aree e agli areoporti, tutto il mondo ne risente se la Cina entra in crisi.
Evitare il panico e inutili discriminazioni con misure appropriate di prevenzione generale da parte degli stati che però se vengono a mancare o ritardano costringono il cittadino ad arrangiarsi come può e quindi a discriminare con i cartelli.



Elena Orlandi
Eugenin Frangiolin Scusa.Mi sono spiegata male.Io ho un esempio nelle scuole dove i bambini stanno allontanando i Cinesi.Dalla giusta paura,stanno passando all,antipatia per tutto un popolo.Come una volta anche i bambini allontanavano i bambini ebrei perché gli adulti li avevano spaventati.
Così i bambini cinesi vengono allontanati per paura.
Un tempo gli Ebrei facevano paura,per ignoranza,così adesso per ignoranza fanno paura i bambini cinesi.
Non intendevo offendere e la mia parte di sangue ebraico si scusa.



Ornella Ascoli
Elena Orlandi... i bambini ebrei non furono durante il fascismo allontanati dai loro compagni perché considerati antipatici... semplicemente sparirono da un giorno all'altro... perché gli fu interdetta prima la scuola... e poi furono deportati!


Eugenin Frangiolin
Ornella Ascoli.. Ma lì è stata purtroppo una follia di un uomo che si credeva Dio... Qui no è paura.. Guardate che le ultime notizie sono brutte ma brutte... E nn è che si deve colpevolizzare la gente.. Però molti di loro pur sapendo provenivano propio da quella città... Tu fuggi e porti la morte in casa di un'altro... Questa è come e più della nefasta spagnola che fece milioni di morti in tutto il mondo...


Gino Quarelo
Elena Orlandi La questione degli ebrei, della loro discriminazione e persecuzione non ha analogie con il caso cinese.
Gli ebrei erano discriminati e perseguitati per una vergognosa calunnia religiosa e i cinesi non vengono perseguitati ma caso mai qualcuno per paura li discrimina momentaneamente.
Non facciamo confusione grazie!


Roberto Razzi
L'accostamento (certamente fatto in buona fede) è però fuori luogo: e sopratutto non realista!
Ormai gli ebrei (in qualsiasi occasione e in qualsiasi argomento) sono il metro di paragone: niente di più sbagliato!
Il coronavirus (che proviene dalla Cina) è trattato -nè più nè meno...a livello di allarmismo mondiale- come furono trattati altre epidemie (come la sars, il colera, il tifo, la peste ecc ecc) cioè con la precauzione di "tenere a distanza" i cittadini dei luoghi di provenienza dei vari virus.
Che c'entra e sopratutto qual'è "la similitudine" degli ebrei con queste situazioni?
Comunque questa "psicosi del cinese" è frutto -come sempre- di una grassa ignoranza a livello sociale e sopratutto famigliare: il Talmud dice che "un bambino ciò che impara per strada non lo porta a casa, ma ciò che impara a casa lo porta per strada".

Ornella Ascoli
Roberto Razzi Giusto Roberto... c'è un tale bisogno di scagliarsi contro qualcuno che ci si scaglia pure contro chi cerca... magari in maniera esagerata... di prevenire la diffusione del virus!



Se si considera razzista chi tiene lontane persone che potrebbero avere avuto rapporti con persone infette... allora i primi razzisti sono i CINESI... che hanno isolato intere città!
Virus Cina: isolate dieci città, Pechino chiude un tratto della Grande Muraglia. Gli scienziati: “Il virus in tre mesi”
Ornella Ascoli
24 gennaio 2020
https://www.lastampa.it/esteri/2020/01/ ... Hz4B8ivuAQ

Sale a 26 morti, 830 contagi certi e 1.072 in osservazione il numero delle persone in osservazione per il misterioso virus che fa paura al mondo. Il bilancio è confermato dalla Commissione sanitaria nazionale cinese e le autorità sanitarie locali hanno innalzato il livello al grado massimo. Mentre la National Health Commission cinese, fa sapere che il periodo di incubazione del nuovo coronavirus 2019-nCoV sarebbe di 14 giorni. Mentre per avere il vaccino, dicono gli scienziati, servirà almeno un mese.

Virus Cina, a Wuhan verrà costruito un ospedale da mille posti letto: "Pronto in 6 giorni"

Il virus è passato dai pipistrelli ai serpenti, quindi all'uomo. I risultati della mappa genetica, diffusi sul Journal of Medical Virology dagli esperti delle Università di Pechino e Guangxi, ricostruiscono la trasmissione del coronavirus individuato per la prima volta a Wuhan, nel sud-est della Cina, a dicembre.

Pechino chiude un tratto della Grande Muraglia. 41 milioni in isolamento in Cina
A Pechino intanto da domani saranno chiusi il Museo nazionale, la Biblioteca nazionale e un tratto della Grande Muraglia. E aumenta anche il numero delle città che hanno adottato misure restrittive al movimento degli abitanti, sono almeno una decina in Cina, per un totale di 41 milioni di abitanti. Assieme a Wuhan, il capoluogo provinciale dello Hubei, dove ha avuto origine l'epidemia, ci sono altre tre città vicine - Huanggang, Ezhou e Chibi- a subire restrizioni. E poi ancora Huangshi, sempre nella provincia di Hubei, dove da oggi sono sospesi tutti i collegamenti pubblici per impedire lo spostamento di persone. Infine, secondo il Quotidiano del Popolo, anche a Xiantao, Enshi, Qianjiang e Xianning sono state adottate restrizione di movimento. La provincia del Guangdong ha invece ordinato la chiusura di tutti i cinema. E sul web circolano le immagini di diversi ospedali cinesi superaffollati, con i sanitari coperti interamente dalle tute bianche protettive.

Allarme coronavirus, paralizzata la città di Wuhan e nei negozi è ressa per il cibo: "Sembra un'apocalisse"

Chiude Shanghai Disneyland
Le autorità sanitarie di Shanghai hanno innalzato il livello di risposta alle emergenze sanitarie al grado massimo, il livello 1. Lo riferisce in un tweet lo Shanghai Daily. Nella metropoli presso il delta del Fiume Azzurro, “Shanghai Disneyland” ha annunciato la chiusura della struttura a partire da domani.

Oms: “Non è emergenza globale”

Intanto l'Oms non ha dichiarato una emergenza internazionale ma l'attenzione resta alta. Oggi all'ospedale Spallanzani di Roma si terrà una riunione sul da farsi. 85 casi accertati in 29 province della Cina il bilancio dell'epidemia del nuovo coronavirus simile alla Sars. Lo riferisce la Commissione sanitaria nazionale cinese, spiegando che in venti province si registrano 1.072 casi sospetti.

Il virus cinese che tiene in allerta il mondo è passato dai pipistrelli ai serpenti, quindi all'uomo. I risultati della mappa genetica, diffusi sul Journal of Medical Virology dagli esperti delle università di Pechino e Guangxi, ricostruiscono la trasmissione del coronavirus individuato per la prima volta a Wuhan, nel sud-est della Cina, a dicembre.

Coronavirus, dove è nato e come si è diffuso nel mondo il virus cinese

Casi sospetti in Texas, Giappone e Europa. Secondo caso in Corea del Sud
Le autorità sanitarie americane stanno monitorando altri casi sospetti in Texas e il ministero della Sanità giapponese ha confermato nel Paese un secondo caso. Si tratta di un uomo che ha viaggato a Wuhan, la città focolaio dell'epidemia. Aumentano anche i casi segnalati in Europa, 4 in Scozia, due in Francia nelle ultime ore che si sono però rivelati falsi allarmi. E la Corea del Sud conferma il secondo caso di paziente affetto dal polmonite da coronavirus. A risultare positivo ai primi test è stato un cittadino sud-coreano di 55 anni rientrato nel Paese nella serata di mercoledì dall'aeroporto Gimpo, a ovest di Seul. L'uomo, spiega il Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc),lavorava a Wuhan ed era stato in una clinica locale lamentando mal di gola e altri sintomi.

Rientra l’allerta a Bari
Rientr l’allarme per il caso sospetto a Bari. Una donna proveniente dalla Cina aveva una patologia simile, ma non era il virus di Wuhan. La signora sarebbe una cantante di ritorno da un tour in Oriente che ha toccato anche la zona di Wuhan.

Che cos'è il misterioso virus polmonare che sta spaventando il mondo

La ricerca sui serpenti
La ricerca he ha permesso di individuare la trasmissione del virus dai rettili all'uomo è stata realizzata dagli studiosi Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li. È stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti. Come è accaduto in passato con i virus dell'influenza aviaria e con la Sars, anche questa volta l'indice è puntato sui mercati di animali vivi molto comuni in Cina, dove accanto agli animali allevati nelle fattorie e ai pesci si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli.

«I risultati della nostra analisi evoluzionistica suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV», scrivono i ricercatori. Le analisi genetiche rappresentano un importante passo avanti nella ricerca genetica del virus, nel quale finora era chiaramente riconoscibile solo la sequenza della parte di virus ereditata dai pipistrelli e identificata fin dall'inizio come appartenente alla famiglia dei coronavirus, la stessa che comprende il virus della Sars, comparso nel 2002, e della Mers, del 2015.


Gino Quarelo
Hai ragione. Fanno più danni quelli che voglio fare i buoni ad ogni costo e dare lezioni di vita agli altri e confondono il razzismo suprematista che demonizza gli altri con una naturale paura motivata che discrimina secondo le leggi naturali che possono essere corrette con la comprensione, il rispetto e la ragionevolezza senza demonizzare demenzialmente chi ha giustamente paura.



Coronavirus, parla Vittorio Feltri: il giornalista esalta l’operosità dei cinesi e spera che si superi l’emergenza
Maria Mento
31 gennaio 2020

https://www.newnotizie.it/2020/01/31/co ... io-feltri/

Vittorio Feltri ha scritto un editoriale per esaminare il tema dell’accoglienza dei cinesi in Italia e il panico da coronavirus che si sta diffondendo anche nel Bel Paese: ecco il suo pensiero

C’è un motivo se le persone di nazionalità cinese vengono bene accolte in Italia, a differenza di quanto accade ai migranti che arrivano dal Nord Africa. Qual è questa ragione? Beh, il fatto che i cinesi sono persone produttive, capaci di pensare ai propri affari, di non disturbare e di non chiedere l’elemosina per strada.

Di questo è convinto Vittorio Feltri che, oggi, ha voluto parlare su Libero Quotidiano di cinesi e di coronavirus. Da ieri il virus è ufficialmente sbarcato anche in Italia con i due primi casi accertati a Roma: si tratta di due turisti cinesi che sono stati ricoverati allo Spallanzani.
Vittorio Feltri parla del coronavirus: ecco perché i cinesi vengono accolti bene in Italia

“(…) Dalle mie parti, nei dintorni di Bergamo, fino a qualche anno fa c’era un bar, sembrava un cimitero che, a un certo punto, fu ceduto a una famiglia di pechinesi. All’improvviso, quel locale in procinto di fallire si rianimò. Oggi non chiude mai nemmeno durante le feste raccomandate. È più frequentato del caffè della stazione. Vende tabacchi, giornali, pasticcini, bottiglie di vino pregiato. Insomma smercia di tutto con una gentilezza orientale, non con le maniere brusche tipicamente orobiche. È un esercizio modello, che immagino vada a gonfie vele. Sempre pieno di gente soddisfatta. La sua operosità fa riflettere sul contributo che i cinesi danno alla economia italiana a volte asfittica”.

Con queste parole, Vittorio Feltri ha voluto sottolineare- oltre al garbo e al riserbo che li contraddistingue- l’importanza che per il nostro Paese ha l’imprenditoria della popolazione cinese si stabilisce sul nostro territorio nazionale.

È un racconto pro-Cina, e che forse vuole anche mettere in atto il tentativo di scacciare il fantasma dell’odio verso i cinesi che si sta impossessando degli italiani da quando si sa del coronavirus, quello che il giornalista filtra attraverso la sua personale esperienza di vita.


Vittorio Feltri parla del coronavirus: il giornalista ricorda una sua valida collaboratrice cinese

“(…) Mentre l’assunsi pensai: hanno vinto loro, i cinesi, sono più intelligenti di noi. Non sbagliavo. Rimase con me un biennio, svolgendo la professione in maniera impeccabile”.

Queste frasi sono quelle che Vittorio Feltri ha dedicato a I, una studentessa cinese di stanza a Bologna che il giornalista prese a lavorare con lui per due anni dopo aver ricevuto una segnalazione da Giorgio Forattini. Feltri non nasconde il suo iniziale scetticismo, scomparso in un battibaleno quando mise alla prova la giovane chiedendole di scrivere un pezzo sulla scuola primaria in Cina: ne uscirono “parole vergate da Dio” che lo convinsero ad assumerla.

I ha fatto molta strada da allora e, tornata a Hong Kong, è stata poi assunta come caporedattore della maggiore televisione locale. Oggi non sappiamo cosa ne sia stato di lei perché Feltri ammette anche di aver perso i contatti, ma questa rimane una testimonianza valida sull’operosità che anima i cinesi e che li porta a raggiungere vette di successo. Fatto di cui il giornalista, proprio avendo avuto questa esperienza, non si dice stupito.

Infine, Vittorio Feltri chiude con una speranza sul Coronavirus e con un “invito” a non compatire i cinesi:

“(…) Immagino che la piaga del virus Corona sarà presto sanata, sebbene certe notizie che giungono dal Sol Levante siano inquietanti: si afferma che la popolazione si nutra di insetti e animali vivi, ingurgitati senza precauzioni. Tale pratica mi fa orrore, ma non dimentico che nelle valli bergamasche fino al 1970 i miei conterranei si nutrivano di rane e di piccoli volatili, nonché di anguille. Ignoro le cause del diffondersi del morbo che sta terrorizzando milioni di uomini e donne, ma quand’ anche esistesse l’ abitudine di divorare povere bestie, non avremmo diritto di deplorare i cinesi. Cinesi siamo stati pure noi, nel nostro piccolo”.



Scandalo in Israele. Coronavirus è atterrato all'aeroporto di Tel Aviv con dei diplomatici cinesi?
https://www.facebook.com/iki.ro/posts/10219888973287081
Panico nel quartiere Bavli a Tel Aviv. I residenti del quartiere Bavli di Tel Aviv, che vivono vicino alla residenza dei lavoratori dell'ambasciata cinese, sono furiosi: "Due aerei degli impiegati dell'ambasciata cinese sono stati autorizzati ad entrare nel paese. Vivono nella porta accanto, temiamo per la nostra salute".
In seguito allo scoppio del virus Corona in Cina, ai passeggeri delle compagnie aeree in arrivo con voli diretti dalla Cina è stato vietato l'ingresso in Israele lo scorso fine settimana. Ce da precisare, che sono entrati in Israele senza alcun controllo, coloro che sono arrivati dalla Cina con voli non diretti! Tuttavia, ieri, eccezionalmente, i due aerei sbarcati dalla Cina sono stati autorizzati ad entrare. Il motivo: si tratta di due velivoli su cui si trovavano impiegati dell'ambasciata cinese in Israele.
I residenti del quartiere osservano che la residenza dei lavoratori dell'ambasciata cinese si trova vicino a una fermata dell'autobus in Namir Road, che viene utilizzata da molti studenti delle scuole superiori. "L'epidemia può diffondersi in pochi secondi. Temiamo e sentiamo incertezza. Negli ultimi giorni c'è stato silenzio nell'edificio, perché probabilmente i lavoratori erano in congedo per il capodanno cinese, ma ora i media ci hanno detto che i lavoratori dell'ambasciata devono essere in isolamento per 14 giorni e temiamo. Qual è l'isolamento? Sono controllati dopo che sono scesi dal volo? "
Nir Chen, padre di 3 figli, che abita nel quartiere ha dichiarato "abbiamo avuto la sensazione che nessuno controlla l'isolamento di questo palazzo ".
L'ambasciata cinese ha risposto: "Manteniamo contatti continui con il governo e le autorità di Israele e Cina e lavoriamo insieme per impedire la diffusione dell'epidemia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:18 pm

No frontiere e porti aperti ai clandestini, controlli sanitari capillari e assoluti di chi entra, con obbligo di quarantena nei casi a rischio e nei momenti storici epidemici;
no all'Italia come centro sanitario, di accoglienza e di benessere del mondo intero a spese degli italiani che non hanno risorse da regalare e sperperare.
La prima prevenzione si impedendo l'ingresso ai non aventi diritto e poi controllando accuratamente chi chiede di entrare avendone diritto perciò blocco navale e respingimenti assoluti dei clandestini dall'Asia e dall'Africa;
la seconda prevenzione si fa con i vaccini quando ci sono; per cui sì ai vaccini utili e obbligo ove e quando necessario e no ai vaccini inutili e libertà di vaccinazione per le malattie epidemiche debellate con controllo di compatibilità allergica per i bambini laddove è possibile.



I test prima dei vaccini: servono davvero?
a cura di: Alberto Eugenio Tozzi
Unità di Funzione di Innovazione e Percorsi Clinici

http://www.ospedalebambinogesu.it/vacci ... jVDzCN7mhM

CHE COSA SONO E QUALI SONO
Nonostante gli effetti collaterali dopo le vaccinazioni siano molto rari, è indispensabile ricorrere a tutte le precauzioni efficaci a ridurne al minimo la frequenza. Per questo motivo, prima della vaccinazione vengono poste una serie di domande per escludere gli individui che potrebbero avere maggiore rischio di reazioni avverse. Questa pratica è utile ed efficace. Al contrario, l'esecuzione di esami di laboratorio per individuare le persone a rischio di sviluppare effetti collaterali è inutile, salvo casi del tutto particolari. Al momento, infatti, non esistono test predittivi e non è necessario effettuare alcun esame diagnostico prima di effettuare le vaccinazioni di routine. In altre parole, nessun test di laboratorio è in grado di identificare i bambini che sono a maggior rischio di andare incontro alle rarissime reazioni avverse. Tra i numerosi test proposti vi sono i seguenti:

- Test genetici. È stato suggerito che la tipizzazione HLA e l'esame di un gene che codifica per l'enzima MTHFR possano predire l'insorgenza di malattie autoimmuni. Come è noto, non c'è studio o osservazione scientifica che colleghi le vaccinazioni con la comparsa di queste malattie. Eseguire qualunque esame, compresi i test genetici, è quindi assolutamente inutile.
- Test allergologici. Le reazioni allergiche gravi, rarissime, sono uno dei possibili effetti collaterali dopo la vaccinazione. I test allergologici prima della vaccinazione, tuttavia, sono utili solo in casi molto particolari che vengono gestiti in ospedale. Nel bambino allergico all'uovo spesso sorgono dubbi riguardo la possibilità di vaccinare senza rischi contro morbillo parotite e rosolia e contro l'influenza. Sebbene questi vaccini contengano minime quantità di proteine dell'uovo, tale quantità non è sufficiente a scatenare una reazione allergica neanche nel bambino con allergia grave. Ne è prova l'osservazione che nessun bambino con grave allergia all'uovo, vaccinato contro morbillo, parotite e rosolia o contro l'influenza è mai andato incontro a reazioni allergiche. Di conseguenza questi vaccini possono essere somministrati tranquillamente senza effettuare alcun test.
- Test per le immunodeficienze. Anche i test per individuare eventuali immunodeficienze non trovano indicazione prima delle vaccinazioni. Solo nel caso in cui esista una malattia immunitaria grave, infatti, sono controindicati alcuni vaccini vivi attenuati, come quelli contro morbillo, parotite, rosolia, varicella e rotavirus. Queste gravi condizioni si presentano con sintomi clinici molto gravi fin dai primi mesi di vita e sono diagnosticate prima dell'epoca in cui queste vaccinazioni vengono eseguite.
- Test per verificare una già esistente immunità alla malattia prevenuta dalla vaccinazione. Eseguire una vaccinazione quando si è già immuni per una malattia prevenibile non comporta rischi apprezzabili: per lo più la vaccinazione agisce semplicemente come "richiamo", facendo aumentare la quantità di anticorpi diretti contro il battere o il virus contro cui è diretto il vaccinoe migliorando quindi le difese immunitarie. In casi particolari, come la preparazione a un trapianto d'organo, può essere utile eseguire un test per individuare le malattie alle quali il paziente è suscettibile per eseguire le relative vaccinazioni prima dell'intervento.
- Test di gravidanza. Alcune vaccinazioni come morbillo, parotite, rosolia, varicella, sono controindicate in gravidanza. Tuttavia, di routine, non è necessario effettuare un test di laboratorio per escludere una gravidanza prima di una di queste vaccinazioni. La domanda che viene posta prima della vaccinazione su una possibile gravidanza è sufficiente e serve a rimandarla eventualmente in caso di dubbio.



Coronavirus, i cinesi continuano ad arrivare a Fiumicino senza controlli medici: "Situazione fuori controllo"
2 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... -Nnzjynaog

A Roma la situazione Coronavirus è tutt'altro che sotto controllo. A Fiumicino sono stati bloccati i voli diretti dalla Cina, ma i cinesi continuano a sbarcare in Italia senza problemi: basta, sottolinea il Tempo, aver viaggiato con un volo con scalo intermedio "e il gioco è fatto".

Il guaio è che l'aeroporto romano, come quello milanese di Malpensa, rischia di trasformarsi in un accampamento senza le necessarie misure di sicurezza igienico-sanitaria. Non il massimo, in un momento come questo. Al Terminal 5, ricorda il quotidiano diretto da Franco Bechis, è stato allestito un "dormitorio con 400 brandine per i cinesi rimasti bloccati", ma nel frattempo "continuano a sbarcare centinaia di cinesi ogni giorno". Il problema, prosegue il Tempo, "nasce nelle aerostazioni di sosta, dove nella maggior parte dei casi, i passeggeri provenienti dalla Cina vengono lasciati vagare per ore senza essere nemmeno sottoposti a controlli sanitari al momento dello sbarco. Qualche giorno fa è accaduto a due ragazzi italiani che, partiti dalla Cina, hanno transitato indisturbati a Bankgok. Anche una donna partita da Pechino e passata per Mosca ha dichiarato che né durante le ore trascorse nell'aeroporto della capitale russa né al "da Vinci" ha visto l'ombra di un medico o di un operatore sanitario".

Il blocco aereo, dunque, si riduce a quello che è: una misura di facciata, per placare le ansie dei cittadini-elettori. Perché i cinesi, anche dall'area di Wuhan, in realtà continuano ad arrivare senza controlli medici in Italia passando "da Doha, Abu Dhabi e Dubai, grazie a Qatar Airways, Etihad Airways e Emirates Airways".



Scandalo in Israele. Coronavirus è atterrato all'aeroporto di Tel Aviv con dei diplomatici cinesi?
https://www.facebook.com/iki.ro/posts/10219888973287081
Panico nel quartiere Bavli a Tel Aviv. I residenti del quartiere Bavli di Tel Aviv, che vivono vicino alla residenza dei lavoratori dell'ambasciata cinese, sono furiosi: "Due aerei degli impiegati dell'ambasciata cinese sono stati autorizzati ad entrare nel paese. Vivono nella porta accanto, temiamo per la nostra salute".
In seguito allo scoppio del virus Corona in Cina, ai passeggeri delle compagnie aeree in arrivo con voli diretti dalla Cina è stato vietato l'ingresso in Israele lo scorso fine settimana. Ce da precisare, che sono entrati in Israele senza alcun controllo, coloro che sono arrivati dalla Cina con voli non diretti! Tuttavia, ieri, eccezionalmente, i due aerei sbarcati dalla Cina sono stati autorizzati ad entrare. Il motivo: si tratta di due velivoli su cui si trovavano impiegati dell'ambasciata cinese in Israele.
I residenti del quartiere osservano che la residenza dei lavoratori dell'ambasciata cinese si trova vicino a una fermata dell'autobus in Namir Road, che viene utilizzata da molti studenti delle scuole superiori. "L'epidemia può diffondersi in pochi secondi. Temiamo e sentiamo incertezza. Negli ultimi giorni c'è stato silenzio nell'edificio, perché probabilmente i lavoratori erano in congedo per il capodanno cinese, ma ora i media ci hanno detto che i lavoratori dell'ambasciata devono essere in isolamento per 14 giorni e temiamo. Qual è l'isolamento? Sono controllati dopo che sono scesi dal volo? "
Nir Chen, padre di 3 figli, che abita nel quartiere ha dichiarato "abbiamo avuto la sensazione che nessuno controlla l'isolamento di questo palazzo ".
L'ambasciata cinese ha risposto: "Manteniamo contatti continui con il governo e le autorità di Israele e Cina e lavoriamo insieme per impedire la diffusione dell'epidemia.


Hanno fatto entrare la coppia di cinesi ( e non solo loro) provenienti dalle zone infette, hanno girato mezza Italia...quanti ne avranno contagiati??

https://www.facebook.com/12298253577226 ... =3&theater

Governicchio di incapaci stanno mettendo a rischio tutti!!

Ricoverata in isolamento al policlinico di Verona una addetta alle pulizie dell'hotel della città scaligera dove, lo scorso 23 gennaio, avevano soggiornato i due coniugi di Wuhan affetti da coronavirus e attualmente in prognosi riservata all'Istituto Spallanzani di Roma. Si tratterebbe però di una semplice influenza, come hanno evidenziato i primi esami di laboratorio eseguiti a Padova e ora in via di conferma da parte dello Spallanzani di Roma. La donna, con la febbre, si è sentita male ieri e ha chiamato il 118, dopo di che sono scattate le misure di sicurezza.

I cinesi ricoverati
Sono invariate le condizioni della coppia cinese ricoverata da una settimana allo Spallanzani. I due turisti, marito e moglie di 66 e 65 anni, erano arrivati allo Spallanzani, già in condizioni serie. Hanno superato la notte e sono ancora in terapia intensiva dopo che ieri le loro condizioni si erano aggravate. Secondo quanto si apprende l'aggravamento potrebbe rientrare nel decorso del virus che prevede anche momento di "crisi" in questo caso dovuti a difficoltà respiratorie.

Restano tuttavia ore decisive per la coppia. Dopo il cauto ottimismo dei primi giorni, ieri il bollettino medico è diventato drammatico: "I due cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan, positivi al test del coronavirus, nelle ultime ore hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria. È stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva. I pazienti sono sottoposti a tutte le cure del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali. Le condizioni cliniche sono quindi compromesse ma stazionarie ".

I pazienti allo Spallanzani
Sono stati dimessi 26 pazienti dallo Spallanzani di Roma dopo il risultato negativo del test per la ricerca del nuovo coronavirus. Sono invece ricoverati 11 pazienti sintomatici provenienti da zone della Cina interessate dall'epidemia. Tutti sono stati sottoposti al test, tutt'ora in corso. Per quanto riguarda le 20 persone, che non presentano alcun sintomo e che hanno avuto contatto con la coppia cinese positiva all'infezione, continuano ad essere osservate presso lo Spallanzani. Sono tutte in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazioni.

I casi sospetti
C'è un sospetto caso di coronavirus a Castelsardo, nel nord Sardegna. Un bambino di 2 anni, figlio di una coppia di sardi rientrata nei giorni scorsi da Pechino, ha mostrato sintomi influenzali, con febbre e tosse e il medico di famiglia ha allertato l'unità di crisi. La famiglia è isolata in casa da ieri e oggi i medici eseguiranno i test specifici a domicilio. I risultati delle analisi si conosceranno già a fine mattinata e se saranno positivi la famiglia sarà ricoverata nel reparto Malattie infettive dell'Aou di Sassari.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:22 pm

Ecco come verranno accolti in Italia gli italiani recuperati dalla Cina, tutte le misure preventive di sicurezza e la quarantena necessaria.
Certo che queste misure come minimo dovrebbero essere adottate anche per i criminali clandestini che ci invadono attraverso il Mediterraneo sfruttando l'abuso della legge sul soccorso in mare dei naufraghi.
Ma per fare ciò, dato l'alto numero dei clandestini non esistono i mezzi tecnici e finanziari, le strutture e il personale adeguati.


Coronavirus, gli italiani rientrano da Wuhan il 3 febbraio con un aereo militare: ecco i dettagli
1 gennaio 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... i/5692190/

Mentre l’Italia monitora la situazione dei primi casi di coronavirus accertati, si definiscono gli ultimi dettagli del rientro delle decine di italiani rimasti a Wuhan, la città dove ha avuto origine l’epidemia. Il ministero della Difesa ha confermato che l’arrivo è previsto per lunedì 3 febbraio, a bordo di un aereo del 14° Stormo dell’Aeronautica Militare, un ‘tanker’ progettato per le lunghissime distanze. A Wuhan sono presenti circa 70 italiani, ma non tutti saliranno a bordo: alcuni, si parla di 4 o 5 persone, preferiscono restare per non separarsi dal coniuge di nazionalità cinese o dai figli. Appena sbarcati, i passeggeri saranno trasferiti in una “idonea struttura per la sorveglianza sanitaria di soli 15 giorni”, il tempo di incubazione del virus.

La Farnesina sta organizzando il volo insieme al ministero della Salute e all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani, sotto il coordinamento del Comando Operativo di Vertice Interforze. Il ministro Guerini, da Washington, è “costantemente in contatto con l’Italia” per seguire le operazioni di rimpatrio. Nella notte tra sabato e domenica partirà l’aereo KC-767A con a bordo personale medico e infermieri specializzati delle Forze armate, adeguatamente equipaggiati, coordinati da un team dello Spallanzani che, fa sapere, “garantirà un trasporto sanitario sicuro”. Una volta acquisite le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità cinesi, raggiungerà direttamente l’aeroporto di Wuhan. Il volo atterrerà all’aeroporto militare di Pratica di mare, in provincia di Roma, dove gli italiani seguiranno un protocollo definito dal ministero della Salute.

Il personale del 3° Stormo di Villafranca, a Verona, sta preparando “idonee strutture logistiche” per le operazioni di sbarco e per effettuare i controlli sanitari dei passeggeri “in totale sicurezza”. A quel punto i passeggeri saranno trasferiti con mezzi della Difesa verso un’altra struttura, dove passeranno i successivi 15 giorni “sotto la sorveglianza sanitaria, a cura del Ministero della Salute”. Al momento il ministero non ha specificato di quale struttura si tratti, né la località, però ha specificato che non è prevista la presenza della stampa all’atterraggio dell’aereo.

La notizia è stata accolta con entusiasmo dagli italiani, che la preferiscono alla prima soluzione ipotizzata, quella del trasporto in autobus fino a Changsha per poi essere isolati in un ospedale locale. “Vogliamo solo tornare a casa” dicono molti connazionali alle agenzie: chi è rimasto racconta di una città spettrale, con le strade deserte e le saracinesche abbassate, dove è difficile immaginare che vivano 11 milioni di persone.

Ci sono altri italiani, fuori da Wuhan, che hanno fatto richiesta di rientrare: almeno 500 persone, da ogni parte del Paese. Per loro, e per tutti i cinesi che al contrario si trovano in Italia e vogliono tornare a casa, verrà istituita una Unità operativa speciale sotto il coordinamento della Farnesina, che lavorerà insieme ai ministeri della Salute, delle Infrastrutture e con l’Enac per trovare una soluzione sicura.

Questi dementi irresponsabili e criminale dei porti aperti e dell'accoglienza scriteriata e indiscriminata se la prendolo con Salvini



Otto e mezzo, Massimo Giannini: "Coronavirus? L’untore è Matteo Salvini"
Michele Di Lollo - Sab, 01/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... kie1-uX6fw

L’editorialista di Repubblica e direttore di Radio Capital, su un tema così spinoso, attacca a muso duro la Lega e il popolo leghista

Non scomodiamo i monatti del grande Alessandro Manzoni. La paura non ha colore. E se si pensa che nel mondo l’epidemia di Coronavirus si diffonde a macchia d’olio, un po’ di fifa viene.

Siamo nel salotto di “Otto e Mezzo” e ospite di Lilli Gruber c’è, tra gli altri, Massimo Giannini. Editorialista del quotidiano La Repubblica e direttore di Radio Capital. Si parla di paura legata al virus cinese e l’ospite immediatamente perde le staffe, attaccando il leader della Lega, Matteo Salvini.

Dura la sua offensiva: “La paura è l’unica arma che il leghista sa usare. Esprimo anche qualche perplessità sui suoi elettori, ho il timore che da lui si aspettano esattamente questo. E sono preoccupato, da cittadino più che da giornalista”. In un colpo solo Giannini "maltratta" gratuitamente circa il 30 per cento di cittadini italiani che votano il Carroccio. E la metà del popolo italiano se questa cifra si allarga a tutto il centrodestra, che dagli scranni dell’opposizione, si azzardano a criticare il governo giallorosso.

L’editorialista di Repubblica si vanta testimone di un’Italia impavida che non teme nulla: tanto meno i poveri cinesi. Sono gli stessi che sui social e al bar si battono il petto contro la qualunque, basta che la vittima di turno venga da destra. Insomma, per non dilungarci, in un minuto e mezzo di video, la sinistra salottiere sbeffeggia Salvini e salviniani in un colpo solo. “Non strumentalizzare politicamente il Coronavirus”. A sinistra lo ripetono spesso per colpire il leader legista che ha messo in dubbio la preparazione dell'esecutivo a gestire l’emergenza. Ma Giannini proprio non ci sta.

“Il vero untore è Salvini”, assicura di fronte a Matteo Renzi e Beppe Severgnini, che lo ascoltano attenti. Salvini, secondo questo ritratto, sarebbe quella cattiva persona che diffonde il morbo della paura. Non contento, il giornalista pensa bene anche di insultare gli elettori leghisti.

Si parla, come detto, del tema che sta popolando le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Tuttavia, tra le sfumature della discussione c’è quella relativa al dibattito politico che si è innescato in Italia. In particolare, si è posto l’accento sulla possibilità che il governo potesse muoversi con una maggiore tempestività. E sulla presunta speculazione sulla vicenda adottata da Salvini. Particolarmente duro è stato il commento del giornalista che non risparmia colpi quando al centro del mirino trova un uomo di destra. Lo hanno fatto per anni con Silvio Berlusconi. Lo fanno ora e continueranno a farlo in futuro. Un morbo, questo sì, pericoloso per la democrazia italiana.





Qua i demosinistri proimmigrazione se la prendono con Salvini

Coronavirus: tutte le bufale diffuse su Internet
Carlos Arija Garcia
31 gennaio 2020

https://www.laleggepertutti.it/363055_c ... p1tqGCW658

Si moltiplicano le fake news su ricoveri in Italia, rischi ai negozi cinesi, cure, vaccini, complotti: cosa c’è di falso sull’epidemia che ha gettato il panico.

Nonostante la gravità della situazione, nonostante ci siano centinaia di morti, nonostante lo stato di emergenza in Italia proclamato dal Consiglio dei ministri e l’allarme planetario decretato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, a qualcuno viene voglia di scherzare e di diffondere delle fake news sul coronavirus. Le bufale diffuse su Internet si moltiplicano di giorno in giorno, come se si trattasse di un trascurabile ed inoffensivo argomento di gossip.

Naturalmente, le bufale sul coronavirus viaggiano in Rete e sulle app di messaggistica, WhatsApp in testa. Audio e messaggi di testo devianti che alimentano l’allarmismo (e razzismo) in un momento particolarmente delicato che vede i primi casi accertati di contagio anche in Italia.


Bufale sul coronavirus: il caso di Lecce
Bufale sul coronavirus: la minaccia dell’esercito cinese
Bufale sul coronavirus: l’ospedale fatto a tempo di record
Bufale sul coronavirus: la diffidenza sui negozi cinesi
Bufale sul coronavirus: la teoria del complotto
Bufale sul coronavirus: il vaccino
Bufale sul coronavirus: le fantomatiche cure



Ci sono altre bufale che vanno in questa direzione.
Vengono diffusi dei messaggi in cui, approfittando dell’emergenza sanitaria per tornare sul solito argomento, si critica l’atteggiamento del Governo italiano di mantenere porti ed aeroporti aperti agli immigrati. Messaggi, peraltro, nemmeno tanto anonimi: a parlarne apertamente in un video diffuso in Rete è stato un politico, leader di un partito ed ex ministro dell’Interno.



"Sono cinese, ma non sono un virus".
La campagna social #JeNeSuisPasUnVirus
30 gennaio 2020

https://www.huffingtonpost.it/entry/la- ... RJzzVBHmZk

“Sono cinese, ma non sono un virus. Capisco che tutti abbiano paura, ma non abbiate pregiudizi, per favore”. È cominciata così. Con una foto su Twitter e un foglio di carta in mano. “Je ne suis pas un virus”, recita la scritta sul foglio, diventata poi un hashtag: io non sono un virus. L’appello pubblicato da Lou Chengwang è diventata una campagna social, per lottare contro la psicosi generata dal coronavirus, ai danni degli asiatici.

Lo slogan è un richiamo al “Je suis Charlie”, lanciato nel 2015 dopo l’attentato terroristico di Parigi. Dalla Francia si leva un nuovo coro, per mettere fine agli episodi di razzismo e intolleranza di cui sono vittime i cinesi in questi giorni.

L’Associazione dei giovani cinesi di Francia (Ajcf) ha denunciato una serie di episodi iniziati da quando i media hanno cominciato a parlare del fenomeno. Offese, battute, insulti, pregiudizi, alimentati anche dai media: il quotidiano regionale “Le Courrier Picard”, alcuni giorni fa titolava in prima pagine “Allarme giallo”.


CINA-VATICANO Sacerdote cinese: Da cristiani nel dramma del virus di Wuhan
AsiaNews.it
Shan Ren Shen Fu (山人神父)
01/02/2020

http://www.asianews.it/notizie-it/Sacer ... PsWn33PJBQ


Preghiera, compassione, solidarietà, mentre gli abitanti di Wuhan giunti nelle altre città sono trattai “come ratti”. Il racconto della prima settimana di emergenza. La preghiera del papa. Intanto, il numero dei morti a causa dell’infezione è salito a 259; gli infetti sono 11.823 in Cina e 129 all’estero.

Pechino (AsiaNews) – “I cristiani devono pregare sinceramente, e il nostro Paese ha bisogno davvero dell’aiuto del Signore”. È l’invito di p. Shanren (il “prete della montagna”), un famoso blogger, a tutti i suoi fedeli e amici, nel suo racconto sulla prima settimana di emergenza virus. Il blocco delle città, la difesa anche armata contro gli infetti, la disperazione dei malati, ma anche i molti gesti di solidarietà verso le persone di Wuhan, ora trattate “come un ratto”. C’è il rischio di forti tensioni sociali, che solo la preghiera e l’amore possono vincere.

Intanto, il numero dei morti a causa dell’infezione è salito a 259; gli infetti sono 11.823 in Cina e 129 all’estero. I casi sospetti in Cina sono saliti a 18mila; almeno 243 pazienti sono guariti dal virus.

Nel pomeriggio della vigilia di Capodanno [il 24 gennaio] ho ricevuto la comunicazione sull’annullamento della messa. Solo due giorni prima avevo inviato una comunicazione scritti ai fedeli circa gli orari delle messe che si sarebbero svolte per la Festa del Capodanno il 24 gennaio, il 25 e la domenica. Avevo programmato di rientrare nel mio paese d’origine dopo la messa domenicale. “Ritornare a casa dopo il Capodanno” è divenuta ormai una consuetudine. Ed ora che persino la messa è stata annullata, ho deciso di ritornare a casa il 25 gennaio, dopo aver finito di cenare con i fedeli la sera del capodanno.

Quest’anno il “ritornare a casa” è divenuto una decisione difficile da prendere. Prima del capodanno avevo più volte parlato coi miei genitori al telefono e mi chiedevano sempre quando sarei rientrato. Ma non eravamo ancora a conoscenza del coronavirus di Wuhan. Quando l’ho saputo, l’epidemia si era ormai diffusa in tutta la Cina. Avevo assicurato ai miei che sarei tornato il 26 gennaio e non avevo mai pensato che avrei anticipato il rientro di un giorno. I miei genitori erano del tutto all’oscuro del mio rientro anticipato. La maggior parte dei fratelli sacerdoti non possono passare il Capodanno nel proprio paese natale; anche loro vi ritornano dopo il giorno della festa. Ci siamo spesso sentiti per consultarci se fosse ancora opportuno rientrare. Tutti pensavano fosse un atto irresponsabile. Ma ho deciso di tornare un po’ prima, e che Dio mi benedica e benedica anche il viaggio. Sono giunto a casa la sera stessa della partenza.

Siamo arrivati al villaggio sotto la pioggia. Erano stati già installati i blocchi stradali, ma per fortuna il nostro villaggio non ha utilizzato la ruspa per scavare trincee, né montagne di terriccio per bloccare le strade. La civiltà non è cosa che si costruisce da un giorno all’altro, ma grazie alla fede le persone hanno fatto qualche progresso, non hanno adottato le “semplici ma violente” maniere che circolano su internet. I festeggiamenti che il villaggio aveva organizzato sono stati annullati. Non ci sono persone che visitano i parenti, né i bambini che giocano di nascosto coi fuochi d’artificio: l’intero villaggio è miracolosamente avvolto nel silenzio. Ognuno a casa sua mangia, guarda la TV, gioca col cellulare, dorme. Ci sono indubbiamente tanti anziani che pregano e recitano silenziosamente il rosario.

La situazione epidemica è sempre più critica e stringe il cuore di tutti. Su internet non solo guardo gli ultimi aggiornamenti circa l’epidemia e le nuove aree epidemiche, ma scopro un po’ di affetto umano che emerge nella società. Il sindaco di Wuhan ha affermato che 5 milioni di persone hanno lasciato la città di Wuhan, ci sono alcuni che rientrano nella propria città d’origine, altri che hanno già da tempo programmato il viaggio e alloggiano negli hotel. Come è ovvio, per il terrore verso la trasmissibilità del virus, le persone hanno espresso paura verso i cittadini provenienti da Wuhan. Questa povera gente è ormai inseguita da tutti come un ratto che corre attraversando la strada! Eppure proprio in questo momento ci sono tante persone che, mediante internet, hanno invitato tutti gli amici provenienti da Wuhan, esclusi e rimasti intrappolati nelle altre città, affermando che i cittadini di Wuhan possono mettersi in contatto con loro e che essi sono disposti ad accoglierli, offrendo loro un alloggio e affrontando insieme questo momento difficile.

Nella vita ci sono sempre due differenti tipi di persone e cosicché emergono spesso due opinioni divergenti: coloro che appartengono all’amore, che abbracciano la vita con cuore aperto e affetto; coloro che appartengono all’odio, che rifiutano il mondo circostante con un cuore freddo. L’auto-protezione e l’auto-isolamento sono indubbiamente un nostro dovere, ma se tutti ignoriamo l’umanità, la morale e persino la legge per prevenire il “virus”, anche le persone sane che vivono in sicurezza diventano pari alle bestie.

L’amore e l’odio verso gli infetti

Attualmente, gli infetti devono auto-isolarsi senza contagiare gli altri. Purtroppo su internet vediamo tante azioni aggressive: vi sono pazienti terrorizzati che strappano le tute protettive e le mascherine degli infermieri, spuntando in faccia ai medici e infermieri dicendo: Perché soltanto voi avete la protezione? Se ci tocca morire, moriamo insieme… Poi, vediamo anche i blocchi stradali: c’è chi che mette le spille rosse; altri che vanno in giro con le spade in mano; c’è chi mette gli striscioni davanti alla casa degli altri; quello che usa addirittura pezzi di legno per bloccare l’ingresso dei vicini. Per tante persone, i pazienti di Wuhan non sono più persone, ma sinonimo di virus. Questa è veramente una notizia sconsolante, perché anche il Signore dice che odia il peccato, ama le persone. Mi piacerebbe sempre abbracciare il peccatore con tanta misericordia, aspettando che egli chieda perdono.

Ma la situazione di oggi è: tutti coloro che sono fuori della città di Wuhan gridano: Forza Wuhan! Ma se hanno qualche amico ritornato da Wuhan, gli dicono: Non solo contagiate gli altri, ma fate male anche a voi stessi! Se a causa dell’epidemia, le relazioni fra persone continuano in questo modo, ci saranno inevitabilmente divergenze sociali sempre maggiori.

Per fortuna dopo la chiusura del villaggio, nessuno può muoversi dalla propria casa, e con le mascherine non si può più cantare né parlare. Nel silenzio, le persone possono almeno meditare. I credenti cominciano a pregare per l’epidemia, i fedeli del villaggio si organizzano per digiunare. Anche mia cognata si è unita a loro, e non fa più la colazione!

Quello che davvero manca a noi cinesi è l’autocritica: tutti piangono e si disperano quando si verifica un disastro, ma appena la catastrofe finisce tutto torna come prima. Nel 2002-2003, 17 anni fa, c’era la Sars, oggi il coronavirus. Tutti e due gli eventi sono in relazione con gli animali selvatici. Il pipistrello fa parte degli animali selvatici, il suo aspetto assomiglia a quello del cavaliere della notte (qualche fedele dice che il pipistrello ha l’aspetto di Satana). Ora, è impensabile che si possa mangiare una cosa del genere! Un mio amico ha visto un video in cui si consuma un pipistrello durante il pasto, e ha subito gettato via la sua ciotola dicendo: che schifo!

Prima dell’epidemia il mio maestro mi ha mandato una sua riflessione. Francamente non voglio pensare che la malattia di oggi sia in relazione con la persecuzione della fede, però pensandoci bene, le parole del mio maestro non sono così fuori posto.

“Pensa soltanto al giorno 24 dicembre, ovvero un mese fa: noi cinesi affermavamo con fermezza che dovevamo boicottare le feste straniere, bisognava vietare il Natale, amare il Paese e sostenere le feste nazionali. Abbiamo dato uno schiaffo pesante sui nostri stessi volti, perché solo un mese dopo, il giorno 24 gennaio è successo un disastro. Vedendo la difficile situazione di oggi, ho veramente mille pensieri: abbiamo rifiutato la pace che Dio ci ha donato gratuitamente, ed ora tutti vogliamo la pace, ma il costo è veramente caro. Dobbiamo avere timore in Dio, preghiamo per i cinesi! Chiediamo l’immensa misericordia di Dio che tutto si risolva presto!”.

All’Angelus del 26 gennaio, papa Francesco ha menzionato l’epidemia cinese, invitando i fedeli di tutto il mondo a pregare per i pazienti della Cina. Gli uomini possono sbagliare e commettere qualche errore, ma il Signore è grande ed è misericordioso. Dio non ignora mai il pentimento e un cuore umile. Oggi, i cristiani devono pregare sinceramente, e il nostro Paese ha bisogno davvero dell’aiuto del Signore.



La follia prende piede in Cina. Cani e gatti lanciati dai palazzi per paura del coronavirus
31 gennaio 2020

https://va.news-republic.com/a/67881057 ... 1198739466

Sta accadendo anche questo in Cina, dopo che in giro era cominciata a circolare una voce che voleva cuccioli e mici come portatori del virus che sta preoccupando il mondo intero.

Un cane è stato trovato morto dopo essere stato gettato da un palazzone nell’area del giardino Heyuan Guohe della città di Tianjin, nella provincia cinese di Hebei.

I media locali riferiscono che il cane è stato lanciato dai piani superiori di un palazzone alle 4 del mattino. Il povero animale è precipitato sul tettuccio di un’auto, prima di finire sul marciapiede.

Stando agli articoli pubblicati dai media cinesi, il rumore dello schianto è stato talmente forte da svegliare i vicini: “Sembrava un’esplosione di pneumatici”, hanno poi raccontato alla stampa.

Come riportato dal Daily Star Online, il proprietario del cane non è stato identificato.
Una “psicosi” nata da un’intervista travisata

Ma non è tutto, perchè sempre i media cinesi fanno sapere che cinque gatti sono stati assassinati nella città di Shanghai. Anche in questo caso si sta cercando di risalire all’identità del proprietario.

Questa “psicosi” è sorta in seguito ad un’intervista rilasciata da un esperto alla China Central Television: “Se gli animali domestici entrano in contatto con pazienti sospetti, devono essere messi in quarantena”. Tuttavia, secondo quanto riferito da un media locale, il messaggio è stato travisato in “cani e gatti possono diffondere il coronavirus“.

La voce si è diffusa rapidamente sulla piattaforma di social media Weibo, tanto da costringere l’account ufficiale Weibo della China Global Television Network a smentire tutto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:25 pm

La Cina umanamente e umilmente chiede aiuto all'Europa, diamoglielo!


Coronavirus, "condizioni discrete" per la coppia contagiata. Sos Cina: "Aiutateci"
SOS CINA – L’ambasciatore cinese a Bruxelles stamani ha incontrato rappresentanti della Commissione europea per chiedere, in modo formale, sostegno di fronte all’emergenza del coronavirus. Si apprende da fonti Ue all’ANSA. Mercoledì in una telefonata col premier cinese Li Keqiang, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva offerto il supporto dell’Unione a Pechino.
1 febbraio 2020

https://www.ilriformista.it/coronavirus ... refresh_ce

Le condizioni dei coniugi cinesi risultati positivi al coronavirus “sono in continuo monitoraggio”. Lo fa sapere in una nota l’istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani di Roma dove sono ricoverati marito e moglie provenienti dalla città di Wuhan, zona dove si è originato il virus.

IL BOLLETTINO – “La donna di 65 anni, pur mantenendo condizioni cliniche discrete – si legge nel bollettino del 1 febbraio – ha presentato nella giornata odierna un episodio di nausea e vomito. L’uomo di 66 anni attualmente è in condizioni cliniche stazionarie, con un quadro di polmonite interstizio alveolare bilaterale. Presenta febbre associata a tosse e astenia. La coppia è sottoposta a continui controlli e monitoraggio da parte dei sanitari”, ribadisce l’Istituto.

TEST NEGATIVO – “È in buone condizioni di salute ed è risultato negativo al test per il nuovo coronavirus” il paziente di nazionalità romena, un operaio di 42 anni, che una volta essere arrivato all’ospedale di Tivoli aveva riferito ai medici di essere stato a contatto con la coppia che alloggiava in un hotel di Roma. Il direttore dell’albergo ha tuttavia smentito categoricamente sia un dipendente della struttura o di un’azienda collegata.

13 PAZIENTI IN OSSERVAZIONE – Intanto le 20 persone che hanno avuto contatto con la coppia cinese continuano a essere sotto osservazione all’Istituto Spallanzani. “Sono tutte in buone condizioni generali e la loro salute non desta preoccupazioni”, si legge sul bollettino diffuso dall’ospedale.

“Presso l’Istituto sono ricoverati in questo momento 13 pazienti provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia e tutti loro sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus, tutt’ora in corso”. “Altri 13 pazienti – prosegue la nota – sono stati isolati nel nostro Istituto e dimessi dopo il risultato negativo dei test per la ricerca del nuovo coronavirus”.

Anche “la donna di nazionalità cinese residente a Frosinone che è stata portata il 31 gennaio presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani è negativa al test per il nuovo coronavirus. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare lo stato complessivo della salute”. Lo dichiara in una nota l’assessorato alla Sanità e l’Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio dopo la comunicazione della Direzione sanitaria dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

SCUOLA OK PER CHI E’ STATO IN CINA – Gli studenti che hanno soggiornato in Cina nelle ultime due settimane possono comunque frequentare normalmente le scuole, chiamate però a monitorare l’insorgenza di eventuali sintomi. È quanto stabilisce la circolare predisposta dal Ministero della Salute con le “Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina”, diramata dal ministero dell’Istruzione agli Uffici Scolastici Regionali e alle scuole.

SOS CINA – L’ambasciatore cinese a Bruxelles stamani ha incontrato rappresentanti della Commissione europea per chiedere, in modo formale, sostegno di fronte all’emergenza del coronavirus. Si apprende da fonti Ue all’ANSA. Mercoledì in una telefonata col premier cinese Li Keqiang, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva offerto il supporto dell’Unione a Pechino.



Coronavirus, Oms: possibile ma rara trasmissione senza sintomi, 2mila contagi in 24 ore
Un uomo di 44 anni è deceduto nelle Filippine. Pechino chiede aiuto all'Ue: 12 tonnelate di materiale protettivo (mascherine, tute, guanti) già spedito. Tolti i dazi dai prodotti Usa utili a combatte la diffusione. In 'condizioni discrete' la coppia di cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma. Primo caso a New York
di GAIA SCORZA BARCELLONA e ALESSANDRA ZINITI
01 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... 247315157/

Non si ferma l'epidemia causata dal coronavirus arrivato dalla Cina. Sono 46 i decessi avvenuti sabato, 2mila i contagi in 24 ore. Altre 45 morti si sono registrate domenica solo nella provincia di Hubei. Oltre trecento i morti. Un uomo di 44 anni è morto ieri nelle Filippine a causa del nuovo coronavirus: lo riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui si tratta del primo decesso fuori dalla Cina.

I nuovi casi di contagio, sempre nello Hubei, sono stati 1.921, per un totale di 9.704 nell'area. Nel Paese il numero delle persone contagiate si avvicina a 14mila: risultano 18mila casi sospetti e 118mila persone sotto osservazione.

Il contagio
Sono i numeri confermati anche dal bollettino dell'Organizzazione mondiale della sanità, che fa chiarezza anche sulle modalità di trasmissione del virus. La trasmissione del coronavirus da parte di pazienti asintomatici è possibile - è l'avvertimento - ma non è uno dei metodi di trasmissione principali. "Il mezzo principale di trasmissione, in base ai dati disponibili, sono i casi sintomatici - si legge nel bollettino quotidiano - l'Oms è a conoscenza della possibilità di trasmissione del virus da persone infette prima che sviluppino i sintomi, e si stanno raccogliendo le storie dettagliate delle esposizioni per capire meglio come la trasmissione sia potuta avvenire in questo lasso di tempo così breve. Le infezioni asintomatiche possono essere rare, e la trasmissione da una persona asintomatica è molto rara per gli altri coronavirus, come abbiamo visto per il Mers. Pertanto la trasmissione da casi asintomatici probabilmente non è uno dei mezzi principali di trasmissione". Più in generale la situazione dei casi confermati fuori dalla Cina, afferma il documento, sono 132 in 23 paesi. La Thailandia è il secondo paese più colpito con 19 casi, mentre nella regione europea dell'Oms sono 24, compresi i due importati in Italia. In Germania i contagi sono otto.

La situazione in Cina
Da Pechino, che ha ammesso ritardi nel contenimento dell'epidemia, arrivano segnali rassicuranti. La stampa locale pubblica ogni giorno immagini di pazienti alle porte degli ospedali che vengono dimessi e salutano festanti infermieri e medici, dopo aver superato la malattia che ha un alto tasso di contagio ma una bassa mortalità (2,2-2,3%). La Commissione nazionale della Sanità spiega la dimissione avviene quando i sintomi spariscono, la temperatura rientra in un range normale per almeno tre giorni e il test sull'acido nucleico mostra un risultato negativo per due volte in due test eseguiti a 24 ore l'uno dall'altro.

Sempre più isolata Wuhan, la cittadina dove si sono registrati i primi casi di polmonite legata al coronavirus che finora ha ucciso 192 persone. La provincia resta in quarantena con strade deserte, scuole chiuse e trasporti pubblici bloccati fino a nuovo ordine, anche se alcuni cittadini - pochi rispetto agli 11 milioni abitanti che la popolano - hanno scelto di condurre una vita normale.
Mancano mascherine e materiale sanitario
Ma i blocchi nei trasporti, come effetto collaterale, rischiano di creare ostacoli anche all'azione cinese per contenere la diffusione del virus. Mancano attrezzature e materiale sanitario, in particolare mascherine, tute e guanti. Un'emergenza che ha spinto il premier di Pechino Li Keqiang a telefonare alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per chiederle di aiutare e favorire gli approvvigionamenti di forniture mediche più urgenti dai Paesi dell'Unione. Come prima risposta, gli Stati europei hanno mobilitato dodici tonnellate di equipaggiamento, già in viaggio verso il Paese asiatico. Diversi produttori di maschere per uso medico hanno anche ripreso la produzione in Cina, nonostante numerose province abbiano ritardato il ritorno alle attività per limitare i rischi di contagio.

Primo caso a New York
Un caso di coronavirus è stato registrato al Bellevue Health Center di New York. Lo hanno confermato fonti del dipartimento sanitario del municipio attraverso un post su Twitter. E' il primo caso accertato a New York. La persona, meno di 40 anni, reduce da un recente viaggio in Cina, ha presentato sintomi di febbre, tosse e difficoltà respiratorie senza avere il virus dell'influenza. Le condizioni, al momento, sono stabili. Salgono a otto i casi accertati negli Stati Uniti.

In Europa l'attenzione resta alta
In Italia il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi per il coronavirus cinese, stanziando 5 milioni di euro. A gestire la calamità sarà un commissario straordinario, come avvenne per la Sars. È il capo della Protezione civile Borrelli: in caso di necessità, potrà requisire hotel e strutture abitative, ma intanto rassicura: la prevenzione funziona e ogni allarmismo è ingiustificato.
"Non bisogna avere paura", ha ribadito anche il ministro della Salute Roberto Speranza spiegando il piano per contenere l'epidemia. Intanto, i due pazienti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma, risultati positivi al coronavirus, restano in 'condizioni discrete' e altri 12 sono in attesa dei test per verificare il contagio.

Ora l’ipotesi per i circa 500 turisti cinesi rimasti bloccati nella capitale è quella di un volo in deroga che li riporti a casa. I loro sono stati annullati dopo l’ordinanza del ministro Speranza e attendono di sapere come potere rientrare in Cina. La protezione civile in queste ore sta valutando il modo più concreto per risolvere la situazione visto che naturalmente non c’è alcun motivo per trattenere in Italia questi turisti che, per altro, sono tutti dotati di regolari biglietti di ritorno. Più che un volo charter o soluzioni straordinarie l’ipotesi più percorribile sembra quella, fermo restando l’interruzione dei voli da e per la Cina per i prossimi 90 giorni, di autorizzare a scaglioni la partenza dei voli delle compagnie cinesi che hanno già biglietti di rientro staccati.
Anche perché diversamente bisognerebbe farsi carico della permanenza forzata in Italia di centinaia di cinesi. Circa 500 quelli che avrebbero dovuto ripartire tra ieri e oggi e che ieri hanno avuto non poche difficoltà a trovare una sistemazione alberghiera perché molti hotel della Capitale si sono rifiutati di accoglierli. Aeroporti di Roma, per venire incontro ai passeggeri bloccati, già ieri sera aveva allestito una sala con alcune decine di brandine ma vi hanno dormito solo in nove e questa mattina con una navetta sono andati via, In attesa di notizie sul loro rientro in patria.
Spagna, primo caso di contagio
Il ministero della Sanità di Madrid ha confermato il primo caso di coronavirus in Spagna, a La Gomera, nelle isole Canarie. E' quanto emerge dalle analisi condotte dal Centro nazionale di microbiologia dell'Istituto di Sanità Carlo III di Madrid. Il paziente, un turista di nazionalità tedesca, - fa sapere il ministero della Sanità - si trova attualmente in isolamento in un ospedale dell'isola.
E aumentano le misure di emergenza prese dalle aziende in Cina. Apple ha annunciato la chiusura di tutti i punti vendita cinesi e avvisa online: "a causa dei recenti problemi di salute pubblica e per prevenzione. Siamo vicini alle persone al momento più colpite dal coronavirus e siamo con le persone che lavorano 24 ore su 24 per studiare il virus e i modi per contenerlo. Per un eccesso di cautela e sulla base degli ultimi consigli dei principali esperti della sanità, stiamo chiudendo tutti i nostri uffici, negozi e centri di contatto con il pubblico nella Cina continentale fino al 9 febbraio".
Londra richiama i suoi diplomatici. La Gran Bretagna ha deciso di far rientrare parte del personale in forza alla sua ambasciata e ai suoi consolati in Cina. Lunedì, in una riunione informale tra i Paesi Ue presso la rappresentanza dell'Unione europea di Pechino, era stato confermata la linea della libera scelta sulle linee da adottare in capo ai singoli Stati, a cominciare dalla partenza dei familiari del personale delle ambasciate.
L'Australia chiude alla Cina
Sydney sospende i collegamenti con la Cina e saranno rimpatriati lunedì, con un volo speciale della Qantas, gli australiani bloccati a Wuhan. La compagnia di bandiera ha cancellato i voli su Pechino e Shanghai dal 9 febbraio al 29 marzo, mentre resteranno invariati quelli da e per Hong Kong. Come ha spiegato la compagnia in una nota ripresa dalla Cnn, la decisione segue le restrizioni imposte da Singapore e Usa che hanno un "impatto sui movimenti degli equipaggi" e "pongono significative sfide logistiche". Ieri sia Singapore che Washington hanno annunciato che non permetteranno l'ingresso nei loro Paesi a persone che hanno viaggiato in Cina negli ultimi 14 giorni, il tempo di incubazione del virus.
La Cina toglie i dazi sui prodotti americani utili contro l'infezione
La Cina ha annunciato che esenterà dai dazi - imposti nell'ambito della guerra commerciale con gli Stati Uniti - quei prodotti di importazione americana, disinfettanti e altre forniture mediche, che possono essere usati nella battaglia contro il nuovo coronavirus. Il ministero dell'Economia di Pechino ha reso noto che "attuerà ulteriori misure tariffarie preferenziali dal primo gennaio al 31 marzo 2020 per rafforzare la prevenzione e il controllo dell'epidemia". Saranno invece rimborsati i dazi doganali già versati.


Cina, completato in tempi record il primo dei due nuovi ospedali di Wuhan Nell'ospedale Huoshenshan lavoreranno 1.400 medici militari, e la struttura inizierà a ricevere i pazienti a partire da domani. La struttura occupa una superficie di circa 25mila metri quadrati. Un altro nuovo ospedale per la cura degli infettati da Coronavirus, il Leishenshan, si prevede pronto entro il 6 febbraio prossimo Tweet 02 febbraio 2020 È' stato completato e consegnato ai medici militari cinesi il primo dei due nuovi ospedali di Wuhan specializzati nel trattamento dei pazienti affetti da coronavirus, i cui lavori di costruzione erano cominciati settimana scorsa. Lo riferiscono i media cinesi, che hanno diffuso le prime immagini della struttura completata. Nell'ospedale Huoshenshan lavoreranno 1.400 medici militari, e la struttura iniziera' a ricevere i pazienti a partire da domani. I lavori di costruzione, a ritmi serratissimi, con l'obiettivo di potere ultimare l'ospedale in tempi record, sono stati giornalmente seguiti dai media e dalle tv cinesi: un altro nuovo ospedale per la cura degli infettati da coronavirus, il Leishenshan, si prevede pronto già entro il 6 febbraio prossimo. La struttura è stata costruita in tempi record per curare le persone affette dal coronavirus.
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... a0330.html

http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... AFQ#foto-1



VIRUS CINESE, INFORMAZIONE E PILOTAGGIO DI PSICOSI COLLETTIVE
Coordinamento Regionale Professionisti della Sanità del Trentino Alto Adige
30 gennaio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 9121048556


Apprendiamo dalla Agenzia di informazione ANSA, in poche righe, che l'influenza ha toccato il suo picco di epidemia annuale, con 638000 italiani ammalati.
Come sappiamo, l' influenza comporta delle complicanze anche fatali per gli anziani e gli immunodepressi, cioè l'influenza comporta ogni anno in Italia molti decessi, ma ciò non fa notizia. Il virus nostrano non buca lo schermo, non fa vendere copie.. come neppure temibili malattie batteriche che sono tra noi quali la tubercolosi o la meningite. Non interessano molto.
La attenzione dei Media è ora tutta sull'informare e "spaventare" sulle vicende di una città cinese sperduta e sconosciuta fino ad ora a quasi tutti, con l'ossessivo aggiornamento di ammalati e di decessi, con lo stato dei voli e del ponte aereo per "salvare" gli occidentali. Le polmoniti virali sono sempre esistite, eppure pare si voglia proprio creare uno stato di psicosi crescente negli Italiani.
La riflessione è sul comportamento scriteriato dei Media, che danno l'impressione di occuparsi di aree tematiche a blocchi per 15-30 giorni, aree tematiche che poi vengono abbandonate. Fino a poco fa esistevano solo i roghi in Australia, ora stop. Durante il governo gialloverde informavano ogni ora perfino delle coordinate GPS di ogni barcone di scafisti e di Ong, ora stop. Lo stesso dicasi dei profughi sulla rotta balcanica, o di Greta, e prima ancora la cronaca della guerra in Siria. Ora stop. Silenzio anche se tutto continua ed esistere come prima. Ma ora tocca al virus cinese a riempire le cronache.
Tutto ciò appare rispondere ad una sola logica: oltre che a vendere copie con temi di facile presa sui cittadini, si vuole creare vera psicosi su una area tematica. Così di volta in volta si porta a sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dalla realtà politica, ambientale e della sicurezza italiana. Con un partitino che governa col PD pur avendo oggi solo il 5% nel paese reale, con un debito pubblico che galoppa verso i 2400 miliardi, risulta quanto mai opportuno che i media distraggano le menti degli italiani e li tengano tutti.. a Wuhan.


Gino Quarelo
Se si trattasse di una influenza normale la Cina non starebbe costruendo due ospedali da campo in 10 gg (a tempo di record) per migliaia di persone.
E non avrebbe isolato una provincia intera con decine di milioni di abitanti.
Il Mondo intero e un paese continente come la Cina non si fermano per una semplice, ordinaria e annuale influenza anche se produce qualche morto tra gli immuno depressi e gli anziani.
Piuttosto mi pare che siate anche voi parte di quella larga schiera di media e di categorie varie che manipolano l'informazione per dei loro fini diversi dalla corretta informazione che per essere tale deve essere finalizzata all'esclusivo beneficio di tutti.



Se si trattasse di una influenza normale la Cina non starebbe costruendo due ospedali da campo in 10 gg (a tempo di record) per migliaia di persone.
E non avrebbe isolato una provincia intera con decine di milioni di abitanti.
Il Mondo intero e un paese continente come la Cina non si fermano per una semplice, ordinaria e annuale influenza anche se produce qualche morto tra gli immuno depressi e gli anziani.
La lebbra si può curare e tutti gli altri virus citati dal post non sono in attività pandemiche e gran parte di loro si possono tranquillamente curare anche se non vi sono vaccini.
https://video.corriere.it/esteri/virus- ... 6iVHk-K7Yw


???
Questa la testimonianza di un nostro concittadino in Cina, ci parla di Wuhan.
https://www.facebook.com/12298253577226 ... 173389034/



La Cina ci sta mentendo sul coronavirus?
Michael Sfaradi
3 febbraio 2020

https://www.nicolaporro.it/la-cina-ci-s ... kjedDwKBPg

Se da una parte, come spesso ripete Nicola Porro durante le sue ‘Zuppe’, farsi prendere dalla fobia del Coronavirus è, almeno allo stato attuale, inutile, dannoso e per certi versi ridicolo, dall’altra, avere la massima attenzione sugli eventuali sviluppi è più che giustificato.

È vero che, considerando i numeri ufficiali dei decessi in Cina, miete più vittime il morbillo che il nuovo virus, e questo è tranquillizzante, ma è anche vero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è mossa in maniera dislessica e ha inizialmente considerato il Coronavirus come problema locale per poi cambiare repentinamente idea e trasformarlo da locale a mondiale. E questo, anche se non siamo catastrofisti per partito preso, fa salire l’asticella dell’attenzione.

Il governo cinese ha messo milioni di persone in quarantena, ed è prevedibile che altri milioni ci finiranno nei prossimi giorni, con la metropoli di Wuhan che somiglia sempre più a uno di quei set di film catastrofici hollywoodiani. Con la differenza che questa volta le immagini ci fanno vedere una terribile realtà. Stanno reagendo in maniera isterica o c’è dell’altro? Sempre stando alle cifre ufficiali degli infettati e dei decessi, non sono da meno gli altri governi che, dopo aver rimpatriato o dopo che avranno rimpatriato, i loro cittadini da zone considerate infette, li hanno sistemati o li sistemeranno, in quarantena in zone isolate e sotto stretto controllo medico.

L’esempio più eclatante è quello australiano, il Premier Scott Morrison, beccandosi un’ondata di critiche, ha proposto di sistemare i 600 australiani di ritorno da Wuhan, epicentro del coronavirus cinese, sull’isola di Natale. Isola che in passato fu trasformata in un centro di detenzione per migranti a 2.000 km dal continente. Anche se attualmente sull’isola abita soltanto una famiglia cingalese di 4 anime, le strutture presenti possono accogliere fino a 1.000 persone.

In Italia è girata voce che gli italiani rimpatriati dalla Cina dovranno passare un periodo all’interno di una delle strutture militari del compound della Cecchignola, sempre meglio di un’isola sperduta nell’Oceano Indiano. A questo va aggiunto che diverse linee aeree hanno bloccato i loro voli da e per la Cina.

Il 25 gennaio scorso in un articolo apparso sul giornale Il Mattino, quotidiano di Napoli, che riprendeva un’intervista rilasciata al Washington Times di Dany Shoham, biologo ed ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, esperto di armi batteriologiche in Medio Oriente e Asia, metteva in luce un’ipotesi molto azzardata e senza prove tangibili che immaginava possibile che la creazione del Coronavirus fosse stata realizzata in un laboratorio militare cinese.

Shoham, nell’intervista, ha parlato anche dell’esistenza, proprio a Wuhan dove oggi la quarantena è impermeabile, di un laboratorio dove il governo cinese starebbe portando avanti un programma segreto di sviluppo di armi chimiche. Nonostante il personaggio che ha rilasciato l’intervista sia un esperto della materia e anche se non è stato dato molto credito alle sue dichiarazioni, non ci sono state smentite. Solo silenzio mediatico.

Quando il 26 aprile 1986 saltò il reattore nucleare di Chernobyl, le autorità sovietiche ci misero diversi giorni ad ammettere quello che era successo, e quando nel 1979 a Sverdlovsk, sempre in Unione Sovietica, spore di antrace uscirono da una struttura di armi biologiche uccidendo decine di persone, le autorità coprirono l’incidente fino al 1992.

Che a Wuhan ci sia un istituto di virologia che svolge lavori riservati nel settore della difesa è un dato confermato da varie fonti, questo non significa che il virus sia nato in qualcuno di quei laboratori e che sia da lì che uscito, ma, visti i precedenti, è possibile che anche in questo caso non ci abbiano detto tutto? Considerando chi c’è al potere in Cina il dubbio che una parte della verità sia, almeno per il momento, tenuta nascosta è giustificato. Secondo i media ci sono stati in Cina circa 200 casi di decesso per Coronavirus, mentre i contagiati ammontano ad alcune migliaia. Considerando che la Cina ha una popolazione di circa un miliardo e mezzo di persone, le probabilità di contrarre l’infezione è vicina allo zero.

Stando a questi dati hanno ragione tutti coloro che credono che l’isteria che si sta creando intorno a questo caso sia davvero eccessiva, ma la domanda è: i dati sono veri? Non ci è dato saperlo. Quello che sappiamo però e che nei primi giorni il regime cinese ha arrestato chi diffondeva notizie sul virus, Perché? Si nasconde qualcosa?



Coronavirus: carcere per chi rifiuta la quarantena e per chi diffonde bufale allarmistiche, pena di morte per gli ...
Martedì 4 Febbraio 2020

https://www.leggo.it/esteri/news/corona ... hlK4Q57PZY

In piena emergenza per la diffusione del Coronavirus, la Cina sceglie la linea dura. L'Alta Corte di Heilongjiang ha infatti stabilito pene severissime nell'ambito del contrasto alla diffusione del virus che ha già colpito diverse migliaia di persone.

Chi diffonderà notizie false sull'epidemia, in grado di turbare l'ordine pubblico, rischia fino a 15 anni di carcere, mentre chi rifiuta di essere messo in quarantena rischia fino a sette anni. Per gli untori, ovvero coloro che diffondono intenzionalmente il Coronavirus, è prevista invece la pena di morte.

Nelle misure scelte dalla Cina è presente anche il contrasto al traffico di farmaci contraffatti. Intanto, il governo di Pechino ha chiesto alle compagnie aeree di non sospendere i voli da e per i paesi stranieri che non abbiano espressamente vietato i viaggi ai cittadini cinesi. «Per rispondere alle necessità dei passeggeri, dentro e fuori il paese, chiediamo di garantire la continuità dei trasporti verso le nazioni che non hanno imposto restrizioni di viaggio», si legge in una nota.

Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri, ha anche parlato degli aiuti degli Stati Uniti e del rapporto con l'Italia. «Gli Stati Uniti hanno ripetutamente espresso disponibilità a fornirci assistenza, ci auguriamo che possa concretizzarsi al più presto» - ha spiegato la portavoce - «L'Italia ha risposto duramente a questo focolaio, speriamo che faccia una valutazione obiettiva, calma e razionale dell'epidemia, oltre a comprendere e sostenere gli sforzi del nostro governo per fermarla. La misure da adottare dovrebbero essere in linea con le raccomandazioni dell'Oms e dovrebbero essere ragionevoli, senza incidere sulla normale circolazione delle persone».



Coronavirus, la situazione in Cina (e nel mondo): 492 morti, 200mila sotto osservazione
L'Odissea della nave giapponese: 10 contagiati a bordo. Aumentano i contagi registrati. Emergenza grave nella provincia dell'Hubei, focolaio del virus. Quasi 900 le persone guarite. Si allargano le limitazioni ai viaggi da e per il Dragone. La Cina vieta le cene di gruppo
FILIPPO SANTELLI
05 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 247627550/

PECHINO - Continua ad aggravarsi il bilancio dell'epidemia di coronavirus. Che però, almeno per il momento, continua ad essere un'emergenza circoscritta soprattutto alla provincia dell'Hubei, il primo focolaio del contagio. Gli ultimi dati diffusi dalla Commissione sanitaria cinese, relativi alla giornata di ieri, parlano di 65 morti, tutti nello Hubei: è il conto più pesante dall'inizio della crisi e porta il totale a 492. Aumentano anche i nuovi contagi registrati, 3.887, di cui 3.156 nella provincia di cui Wuhan è capoluogo.

Nella città più colpita, dove gli ospedali e il personale sanitario continuano a essere sotto enorme pressione, le autorità stanno riconvertendo a centri medici undici edifici tra palestre, palazzetti dello sport e centri congressi, aggiungendo in tutta fretta 10 mila posti letto per trattare i malati. Intanto sulla nave da crociera giapponese tenuta in quarantena da un giorno al largo del porto di Yohohama dieci persone sono risultate positive ai test per il virus.
Coronavirus, la situazione: In 200mila sotto osservazione
Sia quello dei morti che quello dei contagi confermati è l'aumento più grande dall'inizio dell'epidemia. È una tendenza attesa, ma che conferma come almeno per ora il picco del contagio non sia stato raggiunto. Il bilancio globale dei morti è arrivato a 492, di cui due fuori dalla Cina continentale, e quello dei contagiati a 24.536, di cui poco più di 200 fuori dalla Cina. Le persone sotto osservazione sono 185 mila.
I pazienti affetti da coronavirus che sono guariti e sono stati dimessi con successo dagli ospedali in Cina si sono portati a 898 (+268), secondo gli ultimi dati aggiornati della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese. La provincia dell'Hubei resta il primo e principale focolaio dell'epidemia e ha registrato finora 479 morti e 520 guarigioni, nonché 16.678 contagi sui 24.367 contati a livello nazionale.

La nave giapponese con 10 contagiati a bordo
Sono chiusi nelle loro cabine da un giorno i passeggeri della nave da crociera Carnival ormeggiata davanti al porto di Yokohama, che la scorsa settimana ha trasportato un 80enne poi sbarcato a Hong Kong e risultato contagiato dal coronavirus. Le autorità giapponesi stanno effettuando test su gran parte dei 3.700 passeggeri, tra turisti e membri dell'equipaggio, e finora sono stati trovate dieci persone positive. Le procedure di screening però procedono a rilento e finché non saranno ultimate il governo giapponese non farà scendere nessuno.

Trasporti: aerei a terra, roulette ferme
Dopo l'appello di Francia, Germanie e Regno Unito ai loro cittadini a lasciare, se possibile, la Cina, si allargano le limitazioni ai viaggi da e per il Dragone. Due compagnie americane, United e American Airlines, hanno bloccato anche i voli anche per Hong Kong. Nell'ex colonia inglese continua lo sciopero dei medici, che chiedono alla Chief executive Carrie Lam di chiudere del tutto il confine con la Cina. Dall'altra parte del delta del Fiume delle perle le autorità di Macao hanno deciso di chiudere i casinò, principale fonte di introiti della città.

L'impatto economico del coronavirus
Il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow ha ammesso che la crisi sanitaria ritarderà il boom delle esportazioni americane verso la Cina, parte dall'accordo "Fase uno" sui dazi siglato a gennaio dai due Paesi. Per il secondo giorno consecutivo le Borse cinesi (spesso condizionate da acquisti "pilotati" dal governo) e quelle asiatiche sono in territorio positivo. Dopo quella di domenica, ieri la Banca centrale della Repubblica popolare ha varato una nuova mega iniezione di liquidità da 57 miliardi di dollari per puntellare il sistema finanziario.

I 400 funzionari cacciati
La scure del Partito comunista cinese si è abbattuta sui funzionari locali colpevoli "di gravi lacune" e "di gestione insoddisfacente" di fronte alla crisi del coronavirus: secondo i media locali, sono oltre 400 i funzionari di diverso livello a essere stati sanzionati a vario titolo. Le misure sono state adottate a seguito delle indicazioni emerse dalla riunione del 25 gennaio del Comitato permanente del Politburo, con a capo il presidente Xi Jinping.

Al bando le cene di gruppo
Pechino ha messo al bando le cene e gli eventi di gruppo. Oggi, Chen Yankai, vicedirettore del'Ufficio di vigilanza sui mercati municipali, ha illustrato l'ordinanza "tassativa" che vieta "agli operatori di catering - ristoranti inclusi - di organizzare cene di gruppo durante la fase di prevenzione e di controllo dell'epidemia". Pechino è l'ultima città a prendere una misura del genere dopo il contagio che ha colpito su vasta scala due quartieri di Wuhan per la partecipazione di migliaia di persone a un grande banchetto.


Da Lorenzo Tosa

È morto un medico.
È morto un eroe.
È morto l’uomo che, per primo, aveva lanciato l’allarme Coronavirus, e per questo era stato minacciato, delegittimato, isolato dalla comunità scientifica, infine arrestato, prima di essere completamente riabilitato dalla magistratura e diventare un eroe nazionale e simbolo dei diritti per la libertà nel regime cinese.

Quando è tornato in corsia a Wuhan a curare i malati, è stato contagiato dal virus che lui stesso aveva scoperto.

E oggi, poco fa, è morto.
Il mondo dovrebbe ringraziare, celebrare, premiare questo giovane medico cinese.

Si chiamava Li Wenliang, era un dottore, è stato un eroe. Aveva 34 anni.
Riposa in pace.


l’ospedale pare abbia negato la morte del medico, rilanciata invece dai media cinesi e di tutto il mondo e dall’Oms. Difficile capire quale sia la realtà. Speriamo davvero di aver buone notizie.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:26 pm

L'uso dei cinesi di sputare per terra



Perché in Cina sputano tutti per terra e non solo: ecco l'abitudini disgustose
Lorenzo Ceccarelli
30 marzo 2017

https://www.viagginews.com/2017/03/30/p ... tti-terra/

Perché in Cina sputano tutti per terra? Di preciso non si sa: si tratta di una tradizione talmente antica che è difficile capire esattamente quando abbia avuto origine. Addirittura, durante i Giochi Olimpici del 2008, il governo provò a sradicarla con l’introduzione di multe, ma senza esito. I Cinesi continuano a sputare ovunque: si sputacchia al supermercato, in taxi o in macchina fuori dal finestrino, in motorino mentre si cammina e pure in ascensore.

Se state pensando ad una vacanza in Cina ma temete di rimanere colpiti dal ‘fuoco’ degli sputacchi sappiate che…sono anche molto rumorosi! Insomma, ci si impegnano e quindi la platealità con cui si preparano ad espellere muco e catarro vi avviserà e vi permetterà di mettervi al riparo.

Non è tutto: i cinesi non sono propriamente dei campioni di Bon Ton, almeno non secondo i nostri parametri. Oltre infatti allo “sputazzo-free” c’è anche il rutto selvaggio: non solo al ristorante, ma anche in ufficio o in ambienti di lavoro ‘eleganti’ dove l’etichetta (quale?) ha la sua importanza.

Dulcis in fundo: i peti. Non solo non sono un tabù come in Occidente ma vengono emessi con una naturalezza un po’ disarmante. Qualche anno fa al riguardo era stato messo sul mercato cinese il Fart Silencer, un’invenzione che mirava a silenziare i mefitici gas corporali. L’invenzione è di un signore cinese che è convinto di fare una fortuna con questo colpo…di genio!

Rimane comunque una domanda:“Ok per il rumore…ma per la puzza?” Il detto “meglio fuori che dentro” con ogni probabilità è nato in Cina.


Abitudini Cinesi: Sputare - ABCina
Se c’è un’abitudine cinese che colpisce (a volte negli occhi) è quella di sputare e scaracchiare ad ogni più sospinto.

https://www.abcina.it/2017/06/26/abitud ... jaRziN7mhM

Ogni tanto mi rendo conto che questo blog prende delle pieghe troppo serie e necessità delle iniezioni di ilarità. Così che oggi voglio portarti nel meraviglioso (???) mondo della saliva cinese. Sputare, è un’abitudine incredibilmente radicata e, per molti occidentali, fastidiosa e difficile da accettare. Mio padre, ha superato questo trauma alla sua quarta venuta in Cina. Se ce l’ha fatta lui, c’è speranza per tutti.

Perché proprio oggi ti parlo di sputi?

Perché stamattina ero in sella al Merendero, il mio bellissimo scooter elettrico, e mentre stavo superando una macchina parcheggiata a lato strada, esce dal finestrino un litro e mezzo di saliva che mi passa davanti agli occhi. Inchiodo. Controllo di essere veramente illeso come mi era parso in un primo momento. Guardo in cagnesco il guidatore che ha deciso di sputare una cosa da guinnes dei primati, sia per quantità che per lunghezza della gittata, e procedo per la mia strada.

Sputare è preparazione

Il processo dello sputo cinese è composto da tre fasi distinte: nasale, laringo-faringea e labbiale. Dette anche “caricare, puntare, fuoco”.

1. Caricare

la parte del caricamento è ciò in cui i cinesi si ditinguono dal resto della popolazione mondiale. Gliene sbatte sega di essere in un bus affollato o per strada: il suono nasale può arrivare a livelli di decibell di un concerto dei Catharral Noise (hard rock band Veneta di chiara ispirazione cinese).

È forse la parte più importante, atta a raccogliere litri di catarro accumulati da secoli e secoli nelle cavità nasali. Senza contare che l’inquinamento aumenta la viscosità della sostanza, facendo sì che la popolazione locale non possa far altro che dedicarsi con foga a questa fase di preparazione, che può durare anche diversi secondi.

Per te, passante ignaro che passeggi per le strade pechinesi, è fondamentale fare attenzione a riconoscere questa fase, perché la sua durata e l’intensità del suono ti permettono agilmente di prepararti a girare alla larga dallo sputatore (o dalla sputatrice, qui non ci sono distinzioni: viva la parità dei sessi).

2. Puntare

La fase di puntamento ha durata breve e si concentra nell’apparato laringo-faringeo. Se eri troppo distratto per sentire la fase di caricamento, è probabile che anche questa ti passi inosservata, contando che ha vibrazioni molto più basse, udibili solo dagli elefanti e da orecchi ben allenati.

In generale, se riesci a sentire il suono emesso da questa fase, sei troppo vicino a chi si prepara a sputare. Getti secondari potrebbero colpirti: mettiti subito al riparo!!

3. Fuoco

Spesso proceduto da un forte sospiro, un centinaio di migliaia di Newton di potenza vengono accumulati e quindi espulsi con forza. Per questo motivo, l’asfalto dei marciapiedi necessità di essere rinnovato molto più spesso di quello in carreggiata.

Si dice che la potenza collettiva degli scaracchi cinesi stia modificando l’inclinazione dell’asse terreste.

Peculiarità:

Alle volte, per risultare educati, qualcuno decide di non sputare davanti ad altri. Questo crea la spiacevole sensazione in cui il catarro va smosso ma non può essere espulso. Così avviene la face di caricamento, di puntamento, ma non si dà fuoco alle polveri ed il malcapitato resta per minuti con il proiettile in bocca, cercando il momento giusto in cui rilasciare questo peso.

Ottima idea!


I fazzoletti

I fazzoletti stanno prendendo sempre più piede, ma se pensi che questo sia un bene, ti libero subito dalle tue illusioni. Molto spesso non vengono usati per soffiarsi il naso (che orrore!!), ma per essere i recipienti finali del prodotto finito che, al posto che essere spiaccicato a terra, viene riposto con cura in un fazzoletto di carta.

Ben fatto!
La pratica rende perfetti

E chi può praticare più dei tasssiti, chiusi in macchina per ore al giorno? Nessuno.

Ho visto scene di tutti i tipi, da quelli che aprono la portiera fermi al semaforo e lasciando andare il loro amico Gaspare per terra. A quelli che, come il tizio di oggi, non si cura di nulla e sputa dal finestrino con gettatate degne del lancio del giavellotto.

Il migliore in assoluto: un tassista raffreddato che, nell’ora di punta, riusciva a sputare con precisione chirurgica nel piccolo spazio lasciato fra i paraurti di due macchine in fila. Come se non bastasse, riusciva a farlo anche quando taxi e altre auto erano in movimento con velocità differenti. Penso che Einstein stesso avrebbe faticato a calcolare con tale precisione momento, velocità e traiettoria per ottenere un tiro così preciso.

Chapeau!
La prima volta, non si scorda mai

Aaaaaah, ricorso ancora con (dis)piacere la prima volta che ho assistito al processo completo.

Bank of China, filiale di Milano, nel lontano gennaio 2009. Dopo qualche giorno sarei partito per la Cina e volevo arrivare preparato cambiando degli Euro in Renminbi in anticipo. Io e mia mamma siamo in fila per lo sportello. Prima di noi solo un signore cinese. Ad un certo punto si alza di scatto, caricamento, puntamento e fuoco direttamente nel cestino di fianco mia madre. Penso ci sia mancato poco che mamma mi prendesse per un braccio e mi dicesse: “torniamo a casa, tu in Cina non ci vai”.

E invece.. eccomi qui!
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:27 pm

Se il coronavirus si confonde con il CORANOVIRUS


Coronavirus, gli islamici in festa: "Una punizione contro la Cina"
Roberto Vivaldelli - Dom, 02/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... mRfMPj9JzY


Secondo i follower della pagina Facebook "Siamo fieri di essere musulmani" i morti in Cina per via del coronavirus sono "una punizione divina"

Mentre salgono a 304 morti e a 14.380 i casi di infezione da coronavirus in Cina - secondo quanto riferito dai dati della Commissione sanitaria nazionale cinese, a cui si aggiunge anche la morte di un paziente cinese nelle Filippine, il primo al di fuori dei confini, che porta il totale dei decessi per coronavirus a quota 305 - c'è chi esulta sul web .

Sulla pagina Facebook Siamo fieri di essere musulmani, infatti, che conta più di 94 mila follower, la pandemia del coronavirus è stata salutata come la punizione di Allah per gli infedeli. Secondo uno dei moderatori della pagina, infatti, in Cina ci sono "1 milione di musulmani Uighuri detenuti in campi di concentramento. La Cina ha trasformato la regione autonoma Uighura dello Xinjiang in qualcosa che assomiglia a un enorme campo di internamento avvolto nella segretezza - una sorta di zona senza diritti". In allegato, una foto di Xi Jinping con il volto insanguinato.

I cinesi sono accusati dai follower della pagina di "bruciare il Corano" e "demolire le moschee". Inoltre, "nei campi di detenzione i musulmani vengono torturati e costretti al lavoro forzato". Il coronavirus, dunque, è una punizione divina contro la Repubblica popolare cinese. I commenti al post sono tutto un programma: "In effetti è vero, è una punizione di Allà (sic): il virus è originario del serpente, animale associato al demonio. Perciò è collegato anche ad Allà". Un altro ancora scrive: "Ciò che si semina si raccoglie e ora e il momento che devono raccogliere dopo tutto il male che hanno fatto verso i nostri fratelli e sorelle e verso le creature di Allah". "La Cina - osserva un altro utente della pagina -sta raccogliendo ciò che ha seminato e questo è solo l'inizio". "Allah gli ha mandato un virus che sta uccidendo un sacco di persone, allahu akbar" commenta M.Y. R.S, uno dei fan più attivi della pagina, ne è sicuro: "Questi miscredenti non sanno che devono fare i conti con Dio, eccoli adesso sono loro che vivono nell'angoscia e nella paura, eccoli adesso prigionieri dentro le loro citta. Allah akbar".

I commenti si riferiscono a ciò che accade nella regione autonoma dello Xinjiang – nella Cina occidentale – dove vivono 24 milioni di persone, la maggior parte delle quali appartenente alla minoranza etnica cinese degli uiguri. Questa popolazione ha una propria cultura, è turcofona e musulmana. Proprio qui nasce la tensione con il governo centrale. Alcune stime parlano di 1,5 milioni tra uiguri, kazaki, kirghizi e Hui internati in quelli che la comunità internazionale ha definito campi di concentramento ma che la Cina definisce semplici edifici in cui viene offerta agli ospiti "una trasformazione attraverso l’educazione”. Da qui a gioire per la morte di persone innocenti, però, ce ne passa. Ma a Facebook, sempre attentissimo quando si tratta di censurare i sovranisti o i conservatori in tutto il mondo, sembra non interessare.


https://www.memri.org/jttm/jihadi-cleri ... cuse-china





Iran, il viceministro che negava i 50 morti è in quarantena con il coronavirus
Viviana Mazza
25 febbraio 2020

https://www.corriere.it/esteri/20_febbr ... QfmusveUtc

Il viceministro della Sanità Iraj Harirchi aveva negato lunedì la denuncia fatta da un parlamentare a Qom che i morti (soltanto nella città santa) siano almeno 50, molti di più dunque dei 16 in totale dichiarati ad oggi dalle autorità (i contagi annunciati sono solo 95). «Se fosse vero, mi dimetterei subito», aveva detto Harirchi.

Adesso Harirchi ha rivelato di avere il coronavirus. Il viceministro, che già sudava visibilmente ieri in conferenza stampa accanto al portavoce del governo Ali Rabiei, ha pubblicato un video che sembra abbia girato da solo: «Ve lo dico dal profondo del cuore, prendetevi cura di voi stessi. Sconfiggeremo il coronavirus».

Anche un parlamentare riformista di Teheran, Mahmoud Sadeghi, ha scritto in un tweet di essere stato contagiato. Ha aggiunto di non sperare di vivere a lungo e ha lanciato un appello alla magistratura: liberate i prigionieri politici. Poco dopo, anche lui ha pubblicato un video in cui dichiara: «Sono in buone condizioni, non voglio farvi preoccupare. Supereremo il problema del virus grazie all’unità nazionale e osservando regole sanitarie».
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:27 pm

Curare il coronavirus


In Thailandia ha avuto successo una cura per il coronavirus
AGI - Agenzia Giornalistica Italia
2 febbraio 2020

https://www.agi.it/estero/coronavirus_c ... AoSVFK1sp0

Una donna cinese infetta dal nuovo coronavirus ha mostrato un notevole miglioramento dopo aver ricevuto un trattamento a base di un cocktail di antivirali usati per curare l'influenza e l'Hiv. Lo ha reso noto il ministero della Salute thailandese.

La paziente di 71 anni è risultata negativa al virus 48 ore dopo che i medici tailandesi le avevano somministrato la combinazione, ha affermato il dottor Kriengsak Attipornwanich durante il briefing quotidiano del ministero. "Il risultato di laboratorio del positivo sul coronavirus è diventato negativo in 48 ore", ha confermato Kriengsak. "Il miglioramento è stato evidente già 12 ore dopo il trattamento", ha aggiunto.

I medici hanno combinato il farmaco antinfluenzale oseltamivir con lopinavir e ritonavir, gli antivirali usati per curare l'Hiv, ha dichiarato Kriengsak. Il ministero - ha aggiunto - è in attesa di risultati di ricerca per dimostrare gli esiti.

La Thailandia ha finora rilevato 19 casi confermati e si ritiene e si tratta del secondo numero più alto di casi al di fuori della Cina, con il Giappone che registra 20. Finora, otto pazienti in Thailandia si sono ripresi e sono tornati a casa, mentre 11 rimangono in ospedale.



Roberto Burioni lo dice chiaramente:
"Abbiamo di fronte un virus pericoloso, non sappiamo esattamente quanto ma certamente è un virus pericoloso". Quindi, continua il virologo in una intervista a Il Tempo, "non facciamo i cinesi, non sottovalutiamo quello che è un problema che bisogna affrontare con fermezza, con decisione e con la guida dei dati scientifici". Il problema è che il coronavirus è "molto contagioso, qualcuno dice che non lo è ma dice una bugia perché è contagioso. E questo virus ha una caratteristica che lo rende particolarmente difficile da controllare: purtroppo può essere trasmesso anche dalle persone che non hanno sintomi".

Questo virus infatti, sottolinea Burioni, "ha una incubazione che può arrivare fino a dieci, undici giorni e i pazienti quando non hanno i sintomi possono trasmetterlo. E successo in Germania. Una signora è arrivata dalla Cina in buona salute, è rimasta in Germania in buona salute, è andata all' aeroporto in buona salute. Mentre era in viaggio si è ammalata ma in Germania ha lasciato il contagio".

Abbiamo quindi solo "due strumenti per combattere questo virus e non farlo diffondere: il primo è il diagnosticare i casi. Siamo in grado a tempo di record di diagnosticare le persone che sono ammalate di coronavirus", conclude il virologo. "Ma c'è un'altra cosa: l'isolamento. Noi dobbiamo isolare le persone che sono infette o che possono essere infette. Non c'è altra strada".



Isolare per evitare il contagio, contenere e ridurre la diffusione pandemica, la quarantena imposta o volontaria.
Il rispetto, la necessità, il diritto dovere alla quarantena.
Chi è potenzialmente e oggettivamente un rischio e non vuole isolarsi o andare in quarantena per gli opportuni accertamenti, va arrestato e costretto con la forza.
Chi si scandalizza per la paura del coronavirus e lancia strali di razzismo a destra e a manca contro chiunque prenda le distanze, discrimini e chieda isolamento e quarantena è semplicemente un irresponsabile e un pericolo per la comunità.


I cinesi stessi che vivono in Italia si sono fatti promotori di una iniziativa presso i loro connazionali di ritorno dalla Cina affinché si mettano spontaneamente in quarantena.

CRONACA SARDEGNA - CAGLIARI Ieri alle 11:26, aggiornato ieri alle 19:47
l'appello
La comunità cinese in Sardegna: "Non abbiate paura di noi"
Sarti cinesi si mettono in quarantena volontaria: "Ma niente allarmismi". Chiara Sini, mediatrice culturale: "La situazione in Sardegna è tranquilla"
Luigi Almiento

https://www.unionesarda.it/articolo/new ... 82251.html

La quarantena volontaria di una famiglia di sarti cinesi che, appena rientrata dal proprio Paese, si è rinchiusa nel negozio-laboratorio in via XX Settembre a Cagliari, è forse eccessiva, ma almeno testimonia che gli stessi cinesi non sottovalutano il pericolo di contagio.

Così, mentre il coronavirus continua lentamente a espandersi oltre i confini della Repubblica Popolare, conforta il fatto che gli stessi cinesi collaborano per evitare la propagazione del virus dentro e fuori i confini nazionali.

Resta però la verità più amara: gli sguardi di diffidenza dei cagliaritani quando incrociano non solo un cinese, ma qualsiasi orientale. Una paura, e spesso le paure lo sono, dettata da un'emotività priva di senso perché il coronavirus non è un organismo, per così dire, "etnico": è un virus, quindi potenzialmente contagia chi ne entra a contatto nel luogo in cui c'è, non in base alla nazionalità di chi si incontra.

Anche il rappresentante della Comunità cinese in Sardegna, Zheng-Ming XI, lancia un videoappello per evitare che si diffondano allarmismi che a torto danneggerebbero i cinesi che vivono nell’Isola.

Che un cagliaritano di ritorno dalla Cina possa essere pericoloso, mentre un cinese che da tempo non torna nel proprio Paese non lo è affatto, è una verità semplice e intuitiva. Però la paura spesso non pensa, così si arriva agli eccessi della quarantena volontaria (ma, almeno in questo caso, sono persone che sono state in Cina di recente) e ai molti cartelli "chiuso per ferie" appesi sulle serrande di alcuni negozi di proprietà di cinesi. Peraltro, l'epidemia è al momento circoscritta alla provincia dello Hubei, non a tutta la Repubblica Popolare.

Fortunatamente, in città la psicosi del cinese "untore" ha contagiato (quello sì, è un contagio) poche persone. Lo conferma Chiara Sini, mediatrice culturale della comunità cinese in Sardegna: "La situazione in Sardegna è tranquilla", ne consegue che i sardi debbano stare tranquilli. Vorrebbero esserlo anche i cinesi: "Sono preoccupati per possibili allarmismi ingiustificati, com'è avvenuto nel Nord Italia", ma almeno per il momento è tutto nella norma.





Coronavirus, 4 regioni del Nord: «Isolamento per alunni che tornano da Cina».

https://www.ilmessaggero.it/mondo/coron ... 25804.html

L'aereo con i 56 italiani tra cui sei bambini provenitenti da Wuhan è atterrato stamani a Pratica di Mare, alle porte di Roma. Si tratta del Boing KC767A del 14esimo stormo dell'Aeronautica Militare. La febbre ha impedito l'imbarco a un ragazzo di 17 anni che è quindi rimasto in Cina. Altri 23 sono rimasti a Wuhan volontariamente. Gli italiani, una volta sottoposti a un primo screening medico anti-Coronavirus, sono stati trasferiti alla città militare della Cecchignola dove trascorreranno quattordici giorni in quarantena. Intanto il premier Giuseppe Conte è staato all'ospedale Spallanzani di Roma per incontrare il direttore sanitario e i ricercatori che hanno isolato il coronavirus, secondo quanto si apprende.

Quattro regioni scrivono al ministro. I governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. «Non c'è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, nè tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso», dice il Presidente del Veneto, Luca Zaia.

Iss: nessun rischio. Le misure adottate rispetto al rischio legato al coronavirus «tutelano la salute dei bambini e della popolazione». Lo afferma l'Istituto superiore di sanità (Iss). Oggi i governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che hanno chiesto al ministro della Salute che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. Al momento, rileva l'Iss, «l'Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate».

Si sta inoltre procedendo al rafforzamento degli organici del personale medico nei porti e negli aeroporti italiani e sono allo studio misure finalizzate al controllo anche sui voli di transito indiretti dalla Cina. Sono alcune delle azioni, secondo quanto si apprende, sulle quali sta lavorando il ministero della Salute, la cui task-force per l'emergenza coronavirus si è riunita anche questa mattina.

Grazie alle donne e agli uomini delle #ForzeArmate che come sempre si fanno trovare pronti. Atterrato a Pratica di Mare l'aereo militare che ha riportato a casa i nostri connazionali da #Wuhan. Ora riceveranno ogni assistenza nelle strutture allestite dalla Difesa per l'emergenza pic.twitter.com/RZ9akMAhJJ

Spallanzani, test megativo sull'irlandese. Un nuovo paziente è arrivato nella tarda serata di ieri all'ospedale Spallanzani di Roma «in condizioni compromesse e attualmente si trova in rianimazione». I test effettuati hanno escluso il coronavirus. Al paziente è stato somministrato il test del Coronavirus in via del tutto precauzionale. Si tratta di un cittadino irlandese, anziano, che si trovava in crociera nel Mediterraneo.

In tutto sono ora 39 i pazienti sotto osservazione nell'ospedale romano, compresi i due cinesi che hanno contratto il virus. Venti fanno parte della comitiva della coppia. Le loro condizioni di salute sono buone e resteranno in quarantena fino al termine del periodo previsto dalle procedure. Sono invece già stati dimessi 20 pazienti dopo il risultato negativo dei test. Tra questi ci sono l'uomo di nazionalità rumena e la donna di nazionalità cinese residente a Frosinone.

Salgono ancora i contagi, cresce il numero dei morti ma, a un ritmo superiore, aumenta anche il numero di chi è guarito dall'infezione da coronavirus. Il totale delle persone ricoverate e dimesse in tutto il mondo dopo essere state colpite dal virus nato in Cina è salito a 530, più di cento in più nel giro di 24 ore, mentre i morti nello stesso arco di tempo sono aumentati di poco più di cinquanta unità. Un ritmo di crescita più che doppio che offre un segnale di ottimismo rispetto alla possibile evoluzione della malattia. È quanto si rileva dai dati della mappa online sviluppata dal Center for Systems Science and Engineering della statunitense Johns Hopkins University. Allo stesso tempo, tuttavia, la curva di crescita dei contagi tracciata dal sito si presenta leggermente più ripida negli ultimi giorni, sintomo di un'ulteriore accelerazione del contagio. La mappa della diffusione della malattia, che segna in rosso le zone colpite, disegna un enorme cerchio scarlatto sulla Cina, dove naturalmente si registra il maggior numero di malati: 17.306 su un totale globale arrivato a quota 17.489. Nel resto del mondo, una serie di pallini di dimensioni diverse, ma tutti molto più piccoli, marchiano un totale di 27 Paesi coinvolti (il conteggio di Hong Kong è considerato a parte rispetto alla terraferma cinese). Fuori dalla Cina, il più colpito resta il Giappone, con 20 casi confermati e nessun nuovo contagio nell'ultima giornata. Seguono la Thailandia, Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti. Il primo Paese europeo nella classifica è la Germania, con 10 casi, seguita dalla Francia (6) e dall'Italia, con i suoi due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani. Come fonti per l'elaborazione, il sito cita i dati dell'Oms, dell'americano Centers for Disease Control and Prevention, dello European Centre for Disease Prevention and Control, e delle cinesi Nhc e Dhc.

GLI ITALIANI
Dopo gli screening medici gli italiani arrivati a Pratica di Mare hanno lasciato l'aeroporto a bordo di due pullman militari in direzione della città militare della Cecchignola per i 14 giorni di quarantena. Sia il personale sanitario, sia i soldati a bordo, sia i passeggeri indossavano mascherine e occhiali protettivi (video).

«Stiamo bene, il volo è durato 13 ore. Abbiamo viaggiato meglio che in qualsiasi altra economi di linea. Non possiamo dire di essere al settimo cielo, perché hai sempre il timore di poter aver contratto il virus. Ma siamo felici». Queste le prime parole di uno dei passeggeri atterrati stamattina, il modenese Michel Talignani. «Ieri mattina dall'hotel di Wuahn sono venuti a prenderci con il pulmino. L'autista aveva i permessi per superare i blocchi della polizia cinese e entrare nella zona protetta. L'autista ci ha portato all'aeroporto, lì abbiamo trovato altri tre pullman di italiani. Un operatore ci ha radunato e ci ha dato le direttive per il check in, l'imbarco dei bagagli e il controllo passaporti. A quel punto hanno misurato a tutti la temperatura per tre volte. Allo studente di 17 anni hanno rilevato al primo controllo. Aveva 37.7».

La febbre ha impedito l'imbarco a uno dei 57 italiani. Si tratta di un ragazzo di 17 anni. Era pronto a salire sul Boeing ma si è fermato prima di arrivare alla scaletta dell'aereo. I medici militari hanno verificato solo lo stato influenzale, perciò ancora non si sa se il giovane sia affetto da coronavirus. Il ragazzo è uno studente, ha la febbre a 37.7 e il limite è a 37.3. Lo hanno ricoverato all'ospedale di Wuahn.

Le poche linee di febbre sono state comunque sufficienti per farlo rimanere a terra. I protocolli di sicurezza, al fine di tutelare gli altri connazionali, parlano chiaro. Il Boeing perciò ha lasciato la città, capoluogo della provincia cinese dell'Hubei, epicentro della malattia con 56 italiani a bordo. Il volo avrebbe dovuto comprendere un numero maggiore di passeggeri, ma in 10 hanno deciso di non partire.

Intanto la Cina ha fatto sapere che gli stranieri contagiati in Cina dal nuovo coronavirus di Wuhan sono 16 finora, di cui 2 già dimessi dall'ospedale. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying che, senza precisare la loro nazionalità. I 14 sono tutti in quarantena in condizioni stabili.

In mattinata i nostri connazionali varcheranno la soglia del centro sportivo dell'esercito della Cecchignola, a sud di Roma. Seconda fase e meta finale per i 56 che qui trascorreranno i 14 giorni della quarantena. Una scorta di carabinieri e polizia li accompagnerà, in un quarto d'ora, dall'aeroporto militare di Pratica di Mare. L'atterraggio del 767 kc dell'aeronautica sancirà la conclusione della prima fase. Quando il bestione da 160 mila libbre, in forza al 14° Stormo, poserà le ruote a terra, verrà effettuato l'ennesimo screening sui 56. Il terzo controllo nell'arco di una giornata. Il primo è già stato effettuato dai cinesi in aeroporto, il secondo dai medici militari del Boeing prima del decollo e l'ultimo è previsto a Pratica di Mare. Nessuno, degli italiani di Wuhan, arriverà alla Cecchignola con una sola linea di febbre. I casi sospetti verranno isolati, momentaneamente alloggiati in una sorta di incubatrice a pressione negativa nell'aeroporto militare: una stanza in pvc, alimentata con aria continuamente filtrata. E in caso di anomalie saranno immediatamente accompagnati all'ospedale Spallanzani, centro specializzato per le malattie infettive.

IL DISPOSITIVO
Tutto questo per ridurre al minimo la possibilità di ospitare, alla Cecchignola, possibili casi di italiani positivi al virus. Nonostante queste misure, nel centro sportivo dell'esercito, si è scelto di elevare gli standard di sicurezza al massimo. È un dispositivo studiato nei minimi dettagli, quello coordinato dal ministero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini. Già sul Boeing i 56 compileranno un modulo dove indicheranno eventuali allergie alimentari. Solo il primo giorno il menù sarà vincolato. Poi verrà calibrato a seconda delle richieste.

Ecco cosa mangeranno oggi: a pranzo un risotto speck e scamorza, una frittata con spinaci e un contorno di finocchi gratinati. A cena il riso in bianco, un piatto di salumi e formaggi accompagnati da dei cavolfiori spadellati. I cibi saranno serviti in vaschette monoporzione, sigillati, con forchetta, cucchiaio e coltello. Dovranno essere consumati rigorosamente all'interno della stanza in cui gli ospiti vivono. Al termine del pasto, gli avanzi, i contenitori e le posate dovranno essere buttate in una busta che loro stessi dovranno chiudere. Il sacchetto, infine, verrà trattato come un rifiuto speciale. I 56 trascorreranno i 14 giorni suddivisi in due palazzine colore ocra, da tre piani.

LE PRECAUZIONI
Le diverse stanze verranno assegnate a seconda del numero dei componenti della famiglia. Tutte hanno il bagno in camera, il televisore e il wi-fi. Dovunque, poi, campeggia la scritta in italiano e cinese: Lavarsi spesso le mani. Una doppia indicazione perché alcuni bambini, infatti, hanno maggiore dimestichezza con la lingua del Paese in cui vivono da anni. Inoltre non potranno esserci contatti con i familiari. «Non potrò subito riabbracciare i miei cari, ma va bene, sarò comunque più tranquillo», ha detto ieri Michael Talignani, uno dei 56 italiani, prima di imbarcarsi sul Boeing da Wuhan.

Anche per questo, nel team che si prenderà cura di loro, è presente uno psicologo, gli altri sono medici e infermieri. Personale sanitario che, per relazionarsi con loro, dovrà comunque indossare mascherine, guanti e tuta. La prudenza è ovviamente la regola. Anche per questo nel centro esiste una camera, sulla cui porta è affissa la scritta: Stanza di isolamento. Si spera che non debba essere mai impiegata. Ma nel caso in cui, a qualcuno dei 56 italiani di Wuhan dovesse salire la febbre, verrebbe immediatamente utilizzata. Una collocazione momentanea, per poi essere trasferito allo Spallanzani

IL VIRUS
Intanto i 361 morti in Cina legati al nuovo coronavirus di Wuhan, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), superano i decessi causati dalla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 furono 349, secondo i numeri ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars. La Cina ha registrato ieri 57 nuovi decessi. Si attestano a 21.558 i casi sospetti, mentre le guarigioni accelerano a quota 475.



Coronavirus, comincia l'isolamento degli italiani da Wuhan: «Stanno tutti bene». In Cina rimasto un 17enne con febbre
3 febbraio 2020

https://www.open.online/2020/02/03/coro ... evenzione/

I due pullman dell’esercito con a bordo gli italiani rientrati dalla Cina sono entrati all’interno della città Militare della Cecchignola a Roma. Il gruppo sarà tenuto in isolamento nella struttura per almeno 15 giorni, assistito e monitorato dall’equipe medica dello Spallanzani.

Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia, ha inoltre assicurato che gli italiani atterrati dalla Cina «per il momento stanno tutti bene».

«Devono ancora terminare i controlli sanitari e avranno tutta l’assistenza necessaria ma per il momento non ci sono problemi», ha detto Verrecchia , facendo il punto con i cronisti all’aeroporto di Pratica di mare dopo l’arrivo dei 56 italiani da Wuhan.

In queste settimane in Cina, gli italiani «hanno avuto molta pressione- ha aggiunto- ma mi pare che non siano provati. C’è solo la stanchezza del viaggio».

«A bordo dell’aereo c’erano anche sei bambini, mentre il 17enne rimasto in Cina perchè ha accusato febbre si trova in ospedale – ha detto Verrecchia- con l’assistenza del personale dell’ambasciata italiana».

«Il ragazzo ha fatto il test e domani dovremmo avere il risultato. La sua situazione è abbastanza calma, è curato da due signore italiane in un appartamento dell’ambasciata che è costantemente in contatto con lui», ha aggiunto Verrecchia.

Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina ha poi ribadito che tra gli italiani che erano a Wuhan una ventina hanno scelto di rimanere in città. «Organizzare il rientro è stato un lavoro molto complesso – ha concluso Verrecchia- ma tutto è andato come da programma».


I controlli, da Wuhan a Roma

Sono dieci gli italiani che hanno deciso di rimanere a Wuhan, oltre alla persona rimasta in Cina per qualche linea di febbre. Prima della partenza, infatti, sono stati sottoposti tutti a un controllo sanitario – è stata loro misurata la temperatura, la frequenza cardiaca e la pressione dei passeggeri.

Questo è stato solo il primo anello di una lunga catena di controlli. Durante il viaggio in aereo i passeggeri avevano l’obbligo di indossare mascherine, guanti e calze. La “zona rossa”, dove viaggiano i passeggeri, è separata dalla cabina di pilotaggio da una zona “gialla” di decontaminazione. Una volta atterrati in Italia invece, i passeggeri che non manifestano sintomi dovranno passare due settimane in quarantena alla Cecchignola.

Nel caso in cui ci fossero stati malori durante il viaggio, i passeggeri infetti sarebbero stati ricoverati invece al reparto di Malattie infettive dell’ospedale Spallanzani. Il team medico e l’equipaggio, invece, saranno sottoposti a controlli nelle sei tende montate a Pratica di Mare dall’Unità per la difesa chimica, biologica, radioattiva e nucleare dell’Aeronautica, dove dovranno aspettare una delle ambulanze in caso di contagio.

Il volo da Wuhan non è l’unico che sta riportando i cittadini italiani a casa dalla Cina. Nonostante il blocco aereo attualmente imposto dall’Italia – che ha fermato appunto i voli sia in uscita che in entrata dalla Cina – la Protezione civile sta lavorando a un piano per riportare in Italia i cittadini in Cina che lo desiderano, su base volontaria. Sono già cominciati i primi arrivi.

Come ha spiegato il capo della Protezione civile Angelo Borelli a il Corriere, gli italiani viaggeranno sugli aerei delle compagnie cinesi che verranno a riprendere i cittadini della Repubblica popolare attualmente in Italia che, per volontà dello Stato italiano, saranno rimpatriati in Cina. A pagare non sarà né l’Italia, né la Cina, ma i cittadini, gli italiani per tornare in Italia e i cinesi per tornare in Cina.

A differenza dal volo diretto in Italia da Wuhan, soltanto i passeggeri che manifestano sintomi del coronavirus saranno messi in quarantena, mentre chi non ha sintomi potrà proseguire il viaggio verso casa, dopo aver superato un controllo con lo scanner termico.




Cagliari, rientra dalla Cina e si mette in quarantena da sola

https://it.notizie.yahoo.com/cagliari-r ... 38331.html

Nel giorno del rimpatrio degli italiani da Wuhan, focolaio del coronavirus, da Cagliari arriva la storia di una donna che ha deciso di mettersi in quarantena da sola.

Mentre si vendono “pacchi” di mascherine a un euro al mercatino dell’usato di Cagliari, in Gallura - come riporta Ansa - c’è una donna che ha deciso di "isolarsi" in quarantena per sopire alcuni "sospetti" su un possibile contagio.



La necessaria quarantena e l'isolamento in Cina
La Cina prova a contenere il contagio: isolate 13 città, 41 milioni di persone
venerdì 24 gennaio 2020

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ci ... -e-contagi

È salito a 26 il numero delle persone morte in Cina a causa del nuovo coronavirus, mentre i contagi sono saliti a 616. Deceduto anche un 36enne senza precedenti malattie. La città di Wuhan, 11 milioni di abitanti, origine ed epicentro dell'epidemia di polmonite anomala, è in isolamento. E da ieri sono in isolamento Huanggang, non lontano da Wuhan, e anche Ezhou, Chibi e altre 9 città dello Hubei, per un totale di 41 milioni di abitanti: sospesi i trasporti pubblici, chiusi i locali pubblici di ritrovo. Questo alla vigilia del Capodanno cinese, per il quale milioni di persone si mettono in viaggio. La capitale Pechino ha annunciato la cancellazione dei festeggiamenti. Stessa decisione per Macao, dove si registrano 2 casi di coronavirus. Un caso anche a Singapore. Un caso sospetto anche a Bari, dove una donna di ritorno dalla Cina è ricoverata in isolamento al Policinico, è poi rientrato: le prime analisi hanno dato esito negativo.

«Le persone sotto osservazione» per un sospetto di contagio con il coronavirus «sono salite di 260 unità», portando il totale dei casi esaminati «a 1.441», ha reso noto la commissione sanitaria di Wuhan nell'ultimo aggiornamento sull'emergenza virus sottolineando che restano sotto osservazione 662 persone mentre 779 sono risultate negative.

L'Organizzazione mondiale della sanità non dichiara per il momento l'emergenza internazionale sulla diffusione del virus 2019-nCoV. Il comitato dell'Oms ha detto ieri sera che "è troppo presto" per dichiarare un'emergenza di salute pubblica di livello internazionale. Sono inoltre ancora pochi i casi del virus confermati al di fuori della Cina.

«Mancano ancora elementi sufficienti per decidere, le evidenze al momento non paiono giustificare pienamente questa misura» commenta Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia. «Il virus si trasmette da uomo a uomo, ma con moderata efficienza - spiega -. Può causare sintomi gravi, ma per ora sembra con bassa frequenza». Inoltre «sembra che la maggior parte delle persone guarisca. Però la situazione evolve rapidamente (e potrebbe farlo anche il virus), per cui aspettare un altro giorno potrebbe dare indicazioni più precise, se non altro la crescita del numero di casi cinesi ed eventuali altrove potrebbe farci capire cosa abbiamo davanti».


Gino quarelo
Considerato il momento particolarmente difficile e delicato, la paura e la preoccupazione di tanti per il diffondersi del coronavirus a livello globale, non sarebbe per niente male se tutti coloro che rientrano in Italia dalla Cina e non solo dalle zone di maggior diffusione del virus, oggi parzialmente isolate, siano essi italiani o cinesi facessero un paio di settimane di quarantena, sarebbe un bene per loro stessi, per le loro famiglie, per le aziende per cui lavorano, per tutti noi e per i cinesi presenti in Italia come residenti o con la doppia cittadinanza, fugherebbero ogni dubbio, contribuirebbero a rassicurare e a ridurre la tensione, dimostrerebbero grande rispetto e se fossero cinesi ne guadagnerebbero in considerazione, stima e simpatia.

Provate ad immaginarvi quali reazioni vi sarebbero se capitasse invece la diffusione del virus da parte di qualche cinese che rientrando dalla Cina da aree apparentemente non contaminate e quindi libero di circolare senza un preventivo periodo di quarantena perché ritenuto sano e non infettato?

Io veneto italiano se rientrassi dalla Cina, sia pure da zone apparentemente non contaminate, nel dubbio mi metterei in quarantena per rispetto mio e degli altri, per elementare sicurezza a prescindere da quello che dicono il governo e i suoi specialisti. In questi casi un po' di prudenza in più non farebbe certo male; due settimane passano in fretta.




Burioni dà ragione ai governatori della Lega: "L'isolamento serve a bloccare l'epidemia"
Riccardo De Luca
4 febbraio 2020

https://www.agi.it/cronaca/coronavirus_ ... baByNCWJC0

Mentre continuano le polemiche per la richiesta dei governatori del Nord di non fare rientrare a scuola i bambini di ritorno dalla Cina, a sostegno della loro proposta arriva il virologo Roberto Burioni: "Giusta la richiesta di alcuni Presidenti di Regione della Lega di avere maggiore attenzione prima di riammettere bambini provenienti dalla Cina nelle nostre scuole", ha scritto il medico sul suo sito Medical Facts.

"Il coronavirus cinese è molto contagioso - argomenta Burioni - causa una malattia che sembra essere grave e contro di essa non abbiamo né farmaci né vaccini. L'unica arma che possiamo utilizzare per tentare di bloccare questa epidemia è, insieme alla diagnosi precoce, l'isolamento".

Ieri i governatori leghisti di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige avevano scritto una lettera comune al ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. "Non c'è alcuna volontà di contrapposizioni politiche, né tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso", aveva detto il presidente del Veneto, Luca Zaia.


Cone: "Dobbiamo fidarci delle autorità"

Intanto il giorno dopo la richiesta dei quattro governatori arriva netta la risposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Alcuni dossier non possono avere colore politico. Dobbiamo fidarci delle autorità scolastiche e sanitarie. Invito i governatori del Nord a fidarsi di chi ha specifiche competenze". "In Italia abbiamo portato avanti la linea più prudente", ricorda il premier sottolineando le misure prese dall'Italia per fronteggiare il coronavirus, "ora però le esagerazioni ci fanno male. C'è un criterio di adeguatezza delle misure, se si va oltre si fa un danno agli italiani. Ieri mi è stato richiesta anche la sospensione del Trattato di Schengen, non ci sono le condizioni".

Conte si augura che le condizioni dei due cinesi ricoverati in terapia intensiva all'ospedale Spallanzani migliorino presto ("Hanno le cure migliori") ma ribadisce che la situazione è sotto controllo, che "non ci sono i presupposti per allarme o panico". E dunque "chi ha ruoli politici ha anche il dovere, la responsabilità di dare messaggi di tranquillità e serenità. Ogni forza politica - la premessa di Conte - è libera di fare valutazioni, ma poi dobbiamo ritrovarci su obiettivi comuni e un approccio condiviso".

Il messaggio dunque è chiaro: nessuno strumentalizzi. "Stiamo attenti - osserva il premier oggi a Londra per lanciare Cop26 e incontrare il primo ministro britannico Boris Johnson - perché ci sono degli elementi di discriminazione che potrebbero sfociare anche in atti violenti, questo non possiamo permetterlo. Nessuno pensi di potersi approfittare di questa situazione". 'Invito ai governatori a fidarsi delle autorità scolastiche e sanitarie - continua il presidente del Consiglio -. In Italia - sottolinea ancora - abbiamo adottato da subito la linea piu' prudente e protettiva. Ora pero' le esagerazioni ci fanno male. Sarà costituita una task force con i ministri competenti per valutare l'impatto economico di eventuali misure di protezione. Non vogliamo che le nostre imprese soffrano e i nostri imprenditori che lavorano con la Cina possano avere un danno".



Virus Cina, farmaco sperimentale anti-Ebola a primo paziente Usa
1 febbraio 2020

https://it.notizie.yahoo.com/virus-cina ... soc_trk=fb

È stato usato un farmaco sperimentale, un antivirale sviluppato contro Ebola, per il primo paziente americano con infezione da nuovo coronavirus. Sul caso i medici hanno pubblicato ieri un dettagliato articolo sul 'New England Journal of Medicine', specificando che all'aggravarsi delle condizioni polmonari dell'uomo, ricoverato in isolamento al Providence Regional Medical Center di Everett, hanno deciso di somministrargli il farmaco in uso compassionevole.

Si tratta di un antivirale (remdesivir) messo a punto dall'azienda farmaceutica Gilead per combattere Ebola, che però non si è rivelato efficace come i trattamenti basati su anticorpi monoclonali. Non ha ancora ottenuto l'autorizzazione alla commercializzazione da parte della Fda o altre agenzie del farmaco in altri Paesi. "Per quanto mi risulta è il primo caso in cui questo farmaco viene utilizzato" contro il nuovo coronavirus, ha spiegato Jay Cook, direttore scientifico del Providence Regional Medical Center, secondo quanto riportano i media locali.

L'antivirale è stato somministrato al paziente, che ha espresso il consenso, solo una volta, al settimo giorno di ricovero, senza effetti collaterali. Le sue condizioni sono migliorate, i polmoni risultavano 'puliti' e il giorno dopo i medici hanno smesso la somministrazione dell'ossigeno. Il paziente resta ancora ricoverato, anche se è senza febbre e senza sintomi a parte la tosse.



Coronavirus: media cinesi: "Trovati farmaci efficaci contro il virus". Ma l'Oms frena: "Niente di concreto"
Due istituti cinesi hanno fatto sapere di avere due diverse combinazioni che fermano il patogeno. Galli: "Cure ancora lontane". Garattini: "Servono altri test". Individuati "i super diffusori" della patologia
di VALERIA PINI
05 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/salute/2020/0 ... 247663575/

UN DOPPIO annuncio dalla Cina ha dato la notizia di due diverse combinazioni di farmaci che sarebbero efficaci contro il nuovo coronavirus. Parole sulle quali è intervenuta quasi subito dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ricordando che non esiste ancora una cura contro il virus. I medicinali testati non possono essere definiti efficaci e non ci sarebbe nulla di concreto per combattere il virus, fanno sapere gli esperti dell'Oms.

Oms: "Non ci sono terapie note"
"Non esistono ancora terapie efficaci contro il 2019-nCoV e l'Oms ricord che solo studi su larga scala possono essere efficaci e sicuri. E sviluppare terapie o vaccini contro patogeni come questo di solito prende anni. Prima bisogna affrontare lunghe sperimentazioni e passare attraverso anche qualche sconfitta", spiega il portavoce dell'Oms Tarik Jasarevic. A confermare che una terapia è ancora lontana anche Massimo Galli, docente dell' Università di Milano e primario dell'ospedale Sacco. "Si sta lavorando con farmaci già noti, ma i test in vitro non sono sufficienti per trarre alcuna conclusione. In una situazione così critica - ha detto Galli - si lavora con quello che si ha".

I media cinesi
Questa mattina i media cinesi avevano annunciato con entusiasmo le due scoperte. La prima notizia è arrivata dalla tv cinese Cgtn: un team di ricercatori, guidati dalla scienziata Li Lanjuan della Zhejiang University, ha spiegato di aver due farmaci efficaci contro il virus, specificando però che si tratta solo dei primi risultati di una ricerca. I test preliminari avrebbero dimostrato che Abidol e Darunavir possono effettivamente inibire il virus negli esperimenti con cellule in vitro.

Un'altra combinazione di farmaci è stata annunciata sempre oggi come una possibile terapia vincente per combattere il virus 2019-n-CoV. Sul suo sito il Wuhan Institute of Virology, che fa capo all'Accademia Cinese delle Scienze, i ricercatori hanno fatto sapere di aver individuato due medicinali, il Remdesivir e la clorochina, con effetti inibitori sul nuovo coronavirus. "I i risultati sono stati consegnati alle autorità pertinenti a livello nazionale e richiedono verifiche cliniche", si legge nel comunicato citato dal tabloid Global Times.

La clorochina è utilizzata contro la malaria, già disponibile sul mercato interno cinese, mentre il Remdesivir GS-5734, prodotto dall'azienda Usa Gilead è in fase avanzata di ricerca clinica per la cura dell'Ebola in Congo. L'azienda farmaceutica ha già firmato un accordo con il China-Japan Friendship Hospital di Pechino per testare il farmaco. L'istituto di Wuhan ha fatto domanda per brevettare la scoperta anche in altri Paesi o regioni in base al trattato di cooperazione in materia di brevetti, e nella nota chiede alle industrie straniere di non mettere in atto i diritti legittimi sui brevetti per aiutare la Cina.

Farmaci ancora da testare
Per cercare certezze bisogna rifarsi a quanto detto dall'Oms. A oggi non ci sono soluzioni contro il virus dalla Cina, come confermano anche gli esperti in Italia. "Lo studio sull'anti-malarico clorochina è molto interessante. Il problema è che occorrono degli studi sull'animale prima di passare dalle sperimentazioni in vitro alla pratica clinica", spiega il farmacologo, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, Silvio Garattini. "I ricercatori cinesi stanno esaminando una serie di molecole esistenti, dagli antiretrovirali all'anti-malari, e questa è la via logica da seguire per avere delle terapie in tempi brevi. Il fatto è che la sperimentazione sull'uomo non è proprio semplice, a meno di non farla su grandi numeri: per la maggior parte, infatti, i pazienti affetti dal nuovo coronavirus guarirebbero comunque. Dunque è complesso valutare la reale efficacia di potenziali terapie i studi su piccoli numeri di pazienti. E' molto importante, invece, la base di conoscenze che arrivano dalla sperimentazione animale, e certo in alcuni Paesi questo tipo di sperimentazione è più snella e permette di mettere in piedi ricerche in tempo brevi".

Intanto in Cina sono stati identificati i primi 'super diffusori' dell'infezione da nuovo coronavirus, persone che possono trasmetterlo più velocemente e a più soggetti rispetto ad altri. Una notizia "per nulla confortante", afferma Nicasio Mancini, microbiologo medico all'ospedale San Raffaele di Milano, sul sito Medical Facts del virologo Roberto Burioni. "Sappiamo che il cosiddetto R0 di questa epidemia, ossia il numero di persone che un singolo paziente ammalato può infettare - spiega l'esperto - sembra essere compreso fra 2 e 3. In pratica, un paziente con il coronavirus può trasmettere l'infezione a 2 o 3 altri soggetti. In una città della provincia di Jiangsu della Cina orientale, Xuzhou, si è visto però che dieci pazienti infetti sono stati a stretto contatto con solo una persona infetta. Cioè, un singolo individuo ne ha infettati dieci". Inoltre, "nella città di Xinyu della provincia di Jiangxi, sembra che un solo operatore sanitario di 43 anni, ricoverato in condizioni critiche in ospedale, abbia da solo infettato 15 dei 17 nuovi casi verificatisi in città", prosegue spiegando che si tratta di un fenomeno già emerso ai tempi della Sars.

E per affrontare l'emergenza l'Oms sta inviando nei Paesi colpiti dall'epidemia di coronavirus "mezzo milione di mascherine; 350 mila paia di guanti; 40 mila respiratori; e quasi 18 mila tute di isolamento".



Il disinfettante che abbatte il coronavirus? Lo ha inventato un'azienda trevigiana.
La Biodisin ha inventato un prodotto chimico che abbatte il virus, oltre ad un 'robottino' per sanificare spazi prima e durante l'uso
7 febbraio 2020

https://www.oggitreviso.it/disinfettant ... 1dB4nQnmiY

TREVISO - Oggi sono le aree sterilizzate per difendersi dal Coronavirus, domani potrebbe esserci il rischio di bloccare possibili attacchi batteriologici; intanto sta per essere ultimata la cittadella anti guerra biochimica allo Spallanzani di Roma. E tutto parla italiano.

È, infatti, un' impresa di Treviso, la Biodisin che ha portato avanti tutto questo e ha anche inventato un prodotto chimico che abbatte il virus, oltre ad un 'robottino' per sanificare spazi prima e durante l'uso. L'azienda sta concludendo, per conto di Palazzo Chigi, la cittadella anti guerra biochimica allo Spallanzani di Roma.

Un edificio con laboratori e posti letto dove isolare e curare persone colpite da virus o batteri di cui non si conosce la natura e quindi la cura. Una struttura militare - nome in codice Bls4 - che è tra le tre in realizzazione in Europa e tra le otto di tutto il mondo.

"L'efficacia del nostro lavoro - dice l'amministratore unico dell'azienda, Roberto Franzoi - è che il prodotto disinfettante contro il Coronavirus (ma anche di contrasto ad altri elementi patogeni come Sars, Aviaria, Peste Suina, Ebola per i quali è già stato usato) una volta espanso nell'aria si attiva all'istante e moltiplica i propri effetti perché anziché appoggiarsi al suolo galleggia nell'aria rimbalzando e facendo si che le 'micele', le gocce che lo compongono, si frantumino moltiplicando nel tempo l'effetto distruttivo degli agenti nocivi".

La Biodisin è stata con il suo prodotto la prima a sanare aree colpite dall'Ebola per poi sviluppare la propria ricerca e potenziare prodotti e strumenti che in Italia sono utilizzati in 140 ospedali. In pratica, per contrastare il contagio da virus e batteri con il Polidisin e il 'robottino' - un gioiellino da 35mila euro - che evita all'uomo di esporsi, si possono bonificare e rendere praticabili aeroporti, stazioni ferroviarie, metropolitane o palestre, luoghi ad alta presenza di persone e ad alto rischio di trasmissione infettiva oltre che, come fatto per il Bls4, i luoghi deputati allo studio di virus e batteri rendendoli sicuri per gli operatori. Tra le curiosità - come ha spiegato Franzoi - il fatto che ricercatori e tecnici siano tutti italiani, dagli ingegneri ai biochimici, e che le componenti siano tutte Made in Italy, per avere la certezza della qualità del risultato che al momento "è indiscusso", conclude.


Coronavirus: alla ricerca di una cura
Focus.it
7 febbraio 2020

https://www.focus.it/scienza/salute/cor ... cerca-cura

Oltre 31.500 casi e 638 vittime è il bilancio ufficiale, al 7 febbraio 2020 (qui l'aggiornamento in tempo reale), dell'epidemia da coronavirus (a proposito: che differenza c'è tra epidemia e pandemia?). In Italia, restano gravi le condizioni della coppia cinese ricoverata allo Spallanzani di Roma, mentre si registra il primo caso fra i nostri connazionali. Un giovane che faceva parte del gruppo rientrato da Wuhan è risultato positivo ai test ed è ora ricoverato nell'ospedale romano. Quali sono le opzioni terapeutiche disponibili per questi pazienti?

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) precisa che attualmente non esistono né medicine né vaccini specifici per il coronavirus. Tuttavia in condizioni di emergenza è possibile somministrare ai malati molecole sperimentali, non ancora in commercio, oppure farmaci normalmente usati per altre malattie, che potrebbero rivelarsi efficaci. Era accaduto durante l'epidemia di Ebola del 2014-2016, e viene fatto anche ora.

Combinazione di antivirali. Allo Spallanzani si sta utilizzando una combinazione di tre antivirali: il lopinavir, il ritonavir e il remdesivir. L'associazione lopinavir/ritonavir, formulata originariamente per l'HIV (il virus dell'Aids), ha già dato risultati incoraggianti su alcuni pazienti all'estero; il remdesivir, invece, è un farmaco sperimentale sviluppato contro Ebola, che ha mostrato una certa attività anche su altri virus, fra cui quello della Mers (sindrome respiratoria mediorientale), che ha caratteristiche simili al nuovo coronavirus. Un articolo pubblicato su New England Journal of Medicine riporta il caso di un paziente, trattato nelle scorse settimane con questo farmaco negli Stati Uniti, che è guarito.

Ma si tentano anche altre strade. Il Wuhan Institute of Virology ha annunciato di aver ottenuto un buon risultato con una combinazione di remdesivir e clorochina (un farmaco antimalarico), ma per ora soltanto su cellule coltivate in coltura. Nei giorni scorsi, sempre in Cina, si è avanzata l'ipotesi di utilizzate un antivirale usato contro l'influenza e il darunavir, messo a punto per l'Hiv.

Un'altra possibilità è quella di somministrare ai malati il plasma di chi è guarito. Questo dovrebbe infatti contenere anticorpi contro l'agente infettivo, che potrebbero aiutare chi sta ancora combattendo contro la malattia.

A scanso di equivoci, va ribadito che lo sviluppo di farmaci e terapie è un processo che dura molti anni e non può essere compresso in poche settimane. Nelle emergenze la medicina fa del suo meglio con le armi che possiede, ma i risultati positivi ottenuti su pochi pazienti (o su casi singoli) non sono certo sufficienti a dire che una cura è quella giusta. Peraltro, nelle scorse settimane, diverse organizzazioni hanno stanziato finanziamenti ingenti per la ricerca di preparati che potrebbero tornare utili fra qualche mese, se il coronavirus sarà ancora in circolazione, o in futuro, se dovesse ripresentarsi.

Finanziamenti. La Fondazione Bill & Melinda Gates, per esempio ha messo sul tavolo 100 milioni di dollari per fronteggiare la nuova emergenza. Di questi, 20 milioni saranno destinati alla ricerca di terapie, altri 20 serviranno a rafforzare i sistemi sanitari nell'Africa sub Sahariana e nel sudest asiatico (così da migliorare le loro possibilità di rispondere al coronavirus), e ben 60 milioni saranno destinati a progetti di ricerca per un vaccino.

Parallelamente, Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), nata nel 2016 proprio per accelerare lo sviluppo dei vaccini, ha aperto un bando per ricercatori e aziende e ha già destinato 12,5 milioni di dollari a tre progetti. Uno di questi, portato avanti dai National Institutes of Health statunitensi, assieme all'azienda Moderna, si propone di arrivare a sperimentare un vaccino sull'uomo già fra tre mesi.



Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia: «Non solo la Cina, tutti applaudono i coraggiosi medici di Wuhan»
Silenzi e Falsità
5 Febbraio, 2020

https://www.silenziefalsita.it/2020/02/ ... wDc4XJkg5g

«Non solo la Cina, tutti applaudono i coraggiosi medici di Wuhan».
Lo si legge in una nota diffusa sui social dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia.

«Turni dalle 8 alle 10 ore, a volte senza neanche dormire o mangiare e con il volto segnato dalle mascherine indossate senza mai fermarsi. E’ con questo eroico spirito di sacrificio che la popolazione cinese applaude i medici di Wuhan, molti dei quali partiti volontari da tutta la Cina per aiutare il personale sanitario locale. “Sono qui per salvare vite umane, non per riposarmi!” dice senza giri di parole Huang Xia, giovane dottoressa di Chongqing accorsa ad Wuhan volontariamente. Uno sforzo, quello dei volontari e dell’intero personale sanitario, riconosciuto anche dalla comunità internazionale,» spiegano dall’ambasciata.

«Sono intanto arrivati al nuovo ospedale costruito in 10 giorni i 1500 medici militari scelti dell’APL. Questi andranno ad affiancare il lavoro dei colleghi già arrivati nei giorni scorsi. Tutti hanno avuto esperienza decennale sul campo sia nel 2003 durante la Sars che in prima linea in Africa per combattere il virus dell’Ebola. Questi medici, esperti anche nel contenimento della guerra batteriologica, coordineranno le cure per i pazienti più bisognosi e forniranno del training ai colleghi civili nel campo delle malattie infettive,» conclude la nota.




Coronavirus, analisi genetica accusa i pipistrelli
Venerdì 7 Febbraio 2020

https://www.ilgazzettino.it/esteri/coro ... 38023.html

Erano sospettati fin dal 23 gennaio, quando l'Istituto di Virologia di Wuhan aveva diffuso il primo identikit genetico del coronavirus 2019-nCoV, e adesso i pipistrelli della specie Rhinolophus affinis, molto diffusi in Cina e nel Sud-est asiatico, diventano i principali indiziati nella ricostruzione delle origini del virus. A metterli alle strette è la più grande analisi comparativa del genoma del virus, fatta in Italia e pubblicata Journal of Medical Virology.

«Domenica scorsa abbiamo scaricato i 6 genomi del coronavirus contenuti nelle banche dati Gisaid e Genbank e abbiamo cercato sequenze simili su banche dati pubblici», ha detto all'Ansa il coordinatore della ricerca, l'esperto di bioinformatica Federico Giorgi, del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell' Università di Bologna.

L'analisi, alla quale ha collaborato lo studente Carmine Ceraolo, indica inoltre che il virus muta molto lentamente perché tutti i coronavirus umani sequenziati finora «sono molto simili fra di loro, anche se provenienti da regioni diverse della Cina e del mondo», al punto da essere sovrapponibili per oltre il 99%. Questo significa, ha rilevato Giorgi, che «il virus è poco eterogeneo e mutabile» e che «un'eventuale terapia farmacologica dovrebbe funzionare su tutti». Solo punto del materiale genetico del coronavirus mostra «un'elevata variabilità»: saperne di più è il prossimo obiettivo.

Il gruppo di Bologna ha inoltre scoperto che il genoma del coronavirus umano condivide ben il 96,2% del suo patrimonio genetico con quello del pipistrello Rhinolophus affinis, la cui sequenza era stata ottenuta nel 2013 nella provincia cinese dello Yunnan. Decisamente inferiore e pari all'80,3% la somiglianza con il virus della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome), la malattia da coronavirus comparsa nel 2002-2003. È la seconda grande analisi genetica finora pubblicata, dopo il primo albero genealogico del coronavirus che sulla rivista The Lancet confrontava 10 genomi.

Oggi sono già aumentati a 56 e dal domenica 2 febbraio ad oggi le sequenze pubblicate sono diventate 74. Ci sono anche quelle del coronavirus isolato dai due turisti cinesi ricoverati a Roma, nell'Istituto Spallanzani, e presto potrebbe essere online la sequenza isolata nel primo italiano contagiato dal virus 2019-nCoV. Nessuna sequenza è invece finora arrivata da Africa e Sudamerica. Nessun indizio, infine, su quale possa essere l'animale nel quale il coronavirus dei pipistrelli Rhinolophus affinis possa avere imparato ad aggredire l'uomo: al momento, ha detto Giorgi, «non c'è nessuna sequenza di un eventuale ospite».



Il coronavirus sopravvive fino a 9 giorni sulle superfici
10 febbraio 2020

https://www.ansa.it/canale_saluteebenes ... t4olSVSsJg

Il coronavirus può rimanere infettivo sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni. In compenso non è molto resistente e bastano detergenti a base di candeggina o disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata per ucciderlo. A far luce è una revisione di studi, pubblicata sul Journal of Hospital Infection.

I ricercatori della University Medicine Greifswald, in Germania, hanno rivisto la letteratura su tutte le informazioni disponibili sulla persistenza dei coronavirus umani e animali su superfici inanimate e sulle strategie di inattivazione con agenti biocidi utilizzati normalmente per la disinfezione chimica nelle strutture sanitarie. L'analisi di 22 studi rivela che i coronavirus umani come quello della sindrome respiratoria acuta grave (Sars), della sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers) o i coronavirus umani endemici (HCoV) possono persistere su superfici inanimate come metallo, vetro o plastica fino a 9 giorni, ma possono essere inattivati in modo efficiente nel giro di un minuto attraverso procedure di disinfezione delle superfici con alcol etilico (etanolo al 62-71%), acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%). "Poiché non sono disponibili terapie specifiche per 2019-nCoV - concludono i ricercatori, guidati da Günter Kampf - il contenimento precoce e la prevenzione di un'ulteriore diffusione saranno cruciali per fermare l'epidemia in corso".



Coronavirus, fino a 24 giorni di incubazione: la nuova ipotesi
10 febbraio 2020

https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/ ... zione.html

Il periodo di incubazione del nuovo coronavirus, che ha fatto la propria comparsa nella città cinese di Wuhan, nell’Hubei, lo scorso 24 dicembre, potrebbe essere più lungo di quanto previsto. “Potrebbe estendersi fino a 24 giorni“: 10 giorni in più rispetto a quanto ipotizzato in precedenza.
A darne notizia è il noto quotidiano britannico online Independent, che cita uno studio condotto da un team di ricercatori cinesi e co-firmato dal dottor Zhong Nanshan, l’esperto che nel 2003 scoprì il coronavirus Sars, attualmente tra i consiglieri nominati per affrontare l’epidemia del nuovo coronavirus 2019-nCoV.
Lo studio nel dettaglio

Lo studio a cui fa rivestimento la fonte, con titolo “Clinical characteristics of 2019 novel coronavirus infection in China”, è stato pubblicato domenica scorsa ed è attualmente in attesa di essere sottoposto alla revisione di altri ricercatori (“peer review”).
I risultati, come scritto dagli autori della ricerca, indicano che “il periodo medio di incubazione è di 3,0 giorni, con un intervallo da 0 a 24,0 giorni”.
Se quanto emerso dal nuovo studio condotto da Zhong Nanshan verrà confermato da ulteriori analisi e ricerche, andranno probabilmente riviste le misure di quarantena applicate fino ad ora.
Il protocollo internazionale, infatti, prevede 14 giorni di isolamento per tutti i soggetti che sono stati nelle zone a rischio, per i pazienti positivi al coronavirus o per coloro che sono venuti a contatto con le persone contagiate.
Coronavirus: su vetro, metallo o plastica può sopravvivere 9 giorni

Da un’ulteriore analisi pubblicata sulla rivista specializzata Journal of Hospital Infection e condotta dai ricercatori della University Medicine Greifswald, in Germania, è emerso che il nuovo coronavirus potrebbe sopravvivere sulle superfici inanimate a temperatura ambiente fino ad un tempo massimo di 9 giorni. Per sterminarlo, tuttavia, basterebbe l’azione di detergenti a base di candeggina, disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata.



Coronavirus: paziente curato con il plasma delle persone guarite
17 febbraio 2020

https://www.cdt.ch/mondo/coronavirus-pa ... -j7gC7UDx8

Uno dei pazienti affetti dalla sindrome Covid-19, curato con il plasma sanguigno raccolto da persone guarite, è stato dimesso dall’ospedale nella città-focolaio di Wuhan. Lo ha reso noto Sun Yanrong, funzionario del ministero cinese delle Scienze e della Tecnologia, durante una conferenza stampa oggi a Pechino.

Secondo il funzionario cinese, la prima dose di plasma sanguigno di un paziente ripresosi dalla sindrome Covid-19 è stata raccolta il primo febbraio, mentre questa terapia sperimentale è stata applicata per la prima volta il 9 febbraio a un contagiato in gravi condizioni ricoverato in un ospedale del distretto di Jiangxia a Wuhan.

Altri 10 pazienti, ha aggiunto Sun, saranno sottoposti a questa cura in settimana, mentre le autorità chiedono a un maggior numero di pazienti guariti dalla sindrome di donare il proprio plasma sanguigno.

Provata anche la clorochina fosfato

Alcuni esperti cinesi, sulla base dei risultati degli studi clinici, hanno confermato che la clorochina fosfato, un farmaco antimalarico, ha un determinato effetto curativo sulla nuova patologia del coronavirus (Covid-19). Lo ha comunicato oggi un funzionario cinese.

Sun Yanrong, viceresponsabile del China National Center for Biotechnology Development del ministero della Scienza e della Tecnologia, ha annunciato in conferenza stampa che gli esperti hanno «all’unanimità» consigliato di includere il farmaco nella prossima versione delle linee guida per la terapia e di valutarlo in studi clinici più ampi il più presto possibile.

Primo colombiano contagiato

Il ministero degli Esteri della Colombia ha confermato in una nota che un cittadino del Paese, tra i passeggeri della nave da crociera Diamond Princess in quarantena sulla costa del Giappone, è risultato positivo al test per il coronavirus. Secondo quanto riferito dai media colombiani, si tratta del primo caso confermato di cittadino colombiano ad aver contratto il virus.

«Oggi l’Ambasciata ha saputo che il colombiano è risultato positivo al test effettuato a bordo della nave e che sarà sbarcato come misura precauzionale seguendo i protocolli medici locali», si legge nella nota del ministero. L’identità del passeggero non è stata resa nota.

«Ad oggi, non vi è segnalazione di nessun altro cittadino colombiano in Giappone con il Coronavirus (Covid-19)», ha detto il ministero degli Esteri colombiano.

Secondo quanto riferito dal sito del quotidiano El Tiempo, ad oggi non è stato rilevato alcun caso confermato di coronavirus in Colombia. Tutte le segnalazioni di Covid-19 per cittadini colombiani o stranieri giunti in Colombia dalla Cina sono state analizzate ed escluse dal ministero della Salute.

Un caso negativo in Italia

È negativo al nuovo coronavirus il paziente trasferito dall’ospedale di Battipaglia, in provincia di Salerno, all’ospedale per le malattie infettive di Napoli Cotugno.

L’uomo, di circa 40 anni, era rientrato da poco dal suo Paese d’origine, la Cina, e aveva manifestato sintomi apparentemente riconducibili al coronavirus.



Azienda Usa produce il primo vaccino sperimentale contro il coronavirus
AGI - Agenzia Giornalistica Italia
25 febbraio 2020

https://www.agi.it/estero/news/2020-02- ... o2qpxMybAc

Si avvicina il vaccino contro il Covid-19, lo annuncia il Wall Street Journal. Il quotidiano economico scrive che la farmaceutica Moderna Inc. ha spedito il primo lotto del suo vaccino contro il coronavirus, sviluppato rapidamente, ai ricercatori del governo degli Stati Uniti, che lanceranno i primi test umani per verificare se il vaccino sperimentale possa aiutare a sopprimere l'epidemia originaria della Cina.

Moderna ha inviato ieri fiale di vaccino dal suo impianto di produzione di Norwood, Massachusetts, all'Istituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive di Bethesda. L'istituto entro la fine di aprile potrebbe iniziare un test clinico su circa 20-25 volontari sani, testando se due dosi del vaccino sono sicure e inducono una risposta immunitaria in grado di proteggere dall'infezione, ha detto il direttore del NIAID Anthony Fauci in un'intervista. I risultati iniziali potrebbero essere disponibili a luglio o agosto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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