Curare il coronavirusIn Thailandia ha avuto successo una cura per il coronavirusAGI - Agenzia Giornalistica Italia
2 febbraio 2020
https://www.agi.it/estero/coronavirus_c ... AoSVFK1sp0Una donna cinese infetta dal nuovo coronavirus ha mostrato un notevole miglioramento dopo aver ricevuto un trattamento a base di un cocktail di antivirali usati per curare l'influenza e l'Hiv. Lo ha reso noto il ministero della Salute thailandese.
La paziente di 71 anni è risultata negativa al virus 48 ore dopo che i medici tailandesi le avevano somministrato la combinazione, ha affermato il dottor Kriengsak Attipornwanich durante il briefing quotidiano del ministero. "Il risultato di laboratorio del positivo sul coronavirus è diventato negativo in 48 ore", ha confermato Kriengsak. "Il miglioramento è stato evidente già 12 ore dopo il trattamento", ha aggiunto.
I medici hanno combinato il farmaco antinfluenzale oseltamivir con lopinavir e ritonavir, gli antivirali usati per curare l'Hiv, ha dichiarato Kriengsak. Il ministero - ha aggiunto - è in attesa di risultati di ricerca per dimostrare gli esiti.
La Thailandia ha finora rilevato 19 casi confermati e si ritiene e si tratta del secondo numero più alto di casi al di fuori della Cina, con il Giappone che registra 20. Finora, otto pazienti in Thailandia si sono ripresi e sono tornati a casa, mentre 11 rimangono in ospedale.
Roberto Burioni lo dice chiaramente:
"Abbiamo di fronte un virus pericoloso, non sappiamo esattamente quanto ma certamente è un virus pericoloso". Quindi, continua il virologo in una intervista a Il Tempo, "non facciamo i cinesi, non sottovalutiamo quello che è un problema che bisogna affrontare con fermezza, con decisione e con la guida dei dati scientifici". Il problema è che il coronavirus è "molto contagioso, qualcuno dice che non lo è ma dice una bugia perché è contagioso. E questo virus ha una caratteristica che lo rende particolarmente difficile da controllare: purtroppo può essere trasmesso anche dalle persone che non hanno sintomi".
Questo virus infatti, sottolinea Burioni, "ha una incubazione che può arrivare fino a dieci, undici giorni e i pazienti quando non hanno i sintomi possono trasmetterlo. E successo in Germania. Una signora è arrivata dalla Cina in buona salute, è rimasta in Germania in buona salute, è andata all' aeroporto in buona salute. Mentre era in viaggio si è ammalata ma in Germania ha lasciato il contagio".
Abbiamo quindi solo "due strumenti per combattere questo virus e non farlo diffondere: il primo è il diagnosticare i casi. Siamo in grado a tempo di record di diagnosticare le persone che sono ammalate di coronavirus", conclude il virologo. "Ma c'è un'altra cosa: l'isolamento. Noi dobbiamo isolare le persone che sono infette o che possono essere infette. Non c'è altra strada".
Isolare per evitare il contagio, contenere e ridurre la diffusione pandemica, la quarantena imposta o volontaria.
Il rispetto, la necessità, il diritto dovere alla quarantena.
Chi è potenzialmente e oggettivamente un rischio e non vuole isolarsi o andare in quarantena per gli opportuni accertamenti, va arrestato e costretto con la forza.
Chi si scandalizza per la paura del coronavirus e lancia strali di razzismo a destra e a manca contro chiunque prenda le distanze, discrimini e chieda isolamento e quarantena è semplicemente un irresponsabile e un pericolo per la comunità.
I cinesi stessi che vivono in Italia si sono fatti promotori di una iniziativa presso i loro connazionali di ritorno dalla Cina affinché si mettano spontaneamente in quarantena.CRONACA SARDEGNA - CAGLIARI Ieri alle 11:26, aggiornato ieri alle 19:47
l'appello
La comunità cinese in Sardegna: "Non abbiate paura di noi"
Sarti cinesi si mettono in quarantena volontaria: "Ma niente allarmismi". Chiara Sini, mediatrice culturale: "La situazione in Sardegna è tranquilla"
Luigi Almiento
https://www.unionesarda.it/articolo/new ... 82251.htmlLa quarantena volontaria di una famiglia di sarti cinesi che, appena rientrata dal proprio Paese, si è rinchiusa nel negozio-laboratorio in via XX Settembre a Cagliari, è forse eccessiva, ma almeno testimonia che gli stessi cinesi non sottovalutano il pericolo di contagio.
Così, mentre il coronavirus continua lentamente a espandersi oltre i confini della Repubblica Popolare, conforta il fatto che gli stessi cinesi collaborano per evitare la propagazione del virus dentro e fuori i confini nazionali.
Resta però la verità più amara: gli sguardi di diffidenza dei cagliaritani quando incrociano non solo un cinese, ma qualsiasi orientale. Una paura, e spesso le paure lo sono, dettata da un'emotività priva di senso perché il coronavirus non è un organismo, per così dire, "etnico": è un virus, quindi potenzialmente contagia chi ne entra a contatto nel luogo in cui c'è, non in base alla nazionalità di chi si incontra.
Anche il rappresentante della Comunità cinese in Sardegna, Zheng-Ming XI, lancia un videoappello per evitare che si diffondano allarmismi che a torto danneggerebbero i cinesi che vivono nell’Isola.
Che un cagliaritano di ritorno dalla Cina possa essere pericoloso, mentre un cinese che da tempo non torna nel proprio Paese non lo è affatto, è una verità semplice e intuitiva. Però la paura spesso non pensa, così si arriva agli eccessi della quarantena volontaria (ma, almeno in questo caso, sono persone che sono state in Cina di recente) e ai molti cartelli "chiuso per ferie" appesi sulle serrande di alcuni negozi di proprietà di cinesi. Peraltro, l'epidemia è al momento circoscritta alla provincia dello Hubei, non a tutta la Repubblica Popolare.
Fortunatamente, in città la psicosi del cinese "untore" ha contagiato (quello sì, è un contagio) poche persone. Lo conferma Chiara Sini, mediatrice culturale della comunità cinese in Sardegna: "La situazione in Sardegna è tranquilla", ne consegue che i sardi debbano stare tranquilli. Vorrebbero esserlo anche i cinesi: "Sono preoccupati per possibili allarmismi ingiustificati, com'è avvenuto nel Nord Italia", ma almeno per il momento è tutto nella norma.
Coronavirus, 4 regioni del Nord: «Isolamento per alunni che tornano da Cina».https://www.ilmessaggero.it/mondo/coron ... 25804.html L'aereo con i 56 italiani tra cui sei bambini provenitenti da Wuhan è atterrato stamani a Pratica di Mare, alle porte di Roma. Si tratta del Boing KC767A del 14esimo stormo dell'Aeronautica Militare. La febbre ha impedito l'imbarco a un ragazzo di 17 anni che è quindi rimasto in Cina. Altri 23 sono rimasti a Wuhan volontariamente. Gli italiani, una volta sottoposti a un primo screening medico anti-Coronavirus, sono stati trasferiti alla città militare della Cecchignola dove trascorreranno quattordici giorni in quarantena. Intanto il premier Giuseppe Conte è staato all'ospedale Spallanzani di Roma per incontrare il direttore sanitario e i ricercatori che hanno isolato il coronavirus, secondo quanto si apprende.
Quattro regioni scrivono al ministro. I governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. «Non c'è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, nè tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso», dice il Presidente del Veneto, Luca Zaia.
Iss: nessun rischio. Le misure adottate rispetto al rischio legato al coronavirus «tutelano la salute dei bambini e della popolazione». Lo afferma l'Istituto superiore di sanità (Iss). Oggi i governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che hanno chiesto al ministro della Salute che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. Al momento, rileva l'Iss, «l'Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate».
Si sta inoltre procedendo al rafforzamento degli organici del personale medico nei porti e negli aeroporti italiani e sono allo studio misure finalizzate al controllo anche sui voli di transito indiretti dalla Cina. Sono alcune delle azioni, secondo quanto si apprende, sulle quali sta lavorando il ministero della Salute, la cui task-force per l'emergenza coronavirus si è riunita anche questa mattina.
Grazie alle donne e agli uomini delle #ForzeArmate che come sempre si fanno trovare pronti. Atterrato a Pratica di Mare l'aereo militare che ha riportato a casa i nostri connazionali da #Wuhan. Ora riceveranno ogni assistenza nelle strutture allestite dalla Difesa per l'emergenza pic.twitter.com/RZ9akMAhJJ
Spallanzani, test megativo sull'irlandese. Un nuovo paziente è arrivato nella tarda serata di ieri all'ospedale Spallanzani di Roma «in condizioni compromesse e attualmente si trova in rianimazione». I test effettuati hanno escluso il coronavirus. Al paziente è stato somministrato il test del Coronavirus in via del tutto precauzionale. Si tratta di un cittadino irlandese, anziano, che si trovava in crociera nel Mediterraneo.
In tutto sono ora 39 i pazienti sotto osservazione nell'ospedale romano, compresi i due cinesi che hanno contratto il virus. Venti fanno parte della comitiva della coppia. Le loro condizioni di salute sono buone e resteranno in quarantena fino al termine del periodo previsto dalle procedure. Sono invece già stati dimessi 20 pazienti dopo il risultato negativo dei test. Tra questi ci sono l'uomo di nazionalità rumena e la donna di nazionalità cinese residente a Frosinone.
Salgono ancora i contagi, cresce il numero dei morti ma, a un ritmo superiore, aumenta anche il numero di chi è guarito dall'infezione da coronavirus. Il totale delle persone ricoverate e dimesse in tutto il mondo dopo essere state colpite dal virus nato in Cina è salito a 530, più di cento in più nel giro di 24 ore, mentre i morti nello stesso arco di tempo sono aumentati di poco più di cinquanta unità. Un ritmo di crescita più che doppio che offre un segnale di ottimismo rispetto alla possibile evoluzione della malattia. È quanto si rileva dai dati della mappa online sviluppata dal Center for Systems Science and Engineering della statunitense Johns Hopkins University. Allo stesso tempo, tuttavia, la curva di crescita dei contagi tracciata dal sito si presenta leggermente più ripida negli ultimi giorni, sintomo di un'ulteriore accelerazione del contagio. La mappa della diffusione della malattia, che segna in rosso le zone colpite, disegna un enorme cerchio scarlatto sulla Cina, dove naturalmente si registra il maggior numero di malati: 17.306 su un totale globale arrivato a quota 17.489. Nel resto del mondo, una serie di pallini di dimensioni diverse, ma tutti molto più piccoli, marchiano un totale di 27 Paesi coinvolti (il conteggio di Hong Kong è considerato a parte rispetto alla terraferma cinese). Fuori dalla Cina, il più colpito resta il Giappone, con 20 casi confermati e nessun nuovo contagio nell'ultima giornata. Seguono la Thailandia, Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti. Il primo Paese europeo nella classifica è la Germania, con 10 casi, seguita dalla Francia (6) e dall'Italia, con i suoi due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani. Come fonti per l'elaborazione, il sito cita i dati dell'Oms, dell'americano Centers for Disease Control and Prevention, dello European Centre for Disease Prevention and Control, e delle cinesi Nhc e Dhc.
GLI ITALIANI
Dopo gli screening medici gli italiani arrivati a Pratica di Mare hanno lasciato l'aeroporto a bordo di due pullman militari in direzione della città militare della Cecchignola per i 14 giorni di quarantena. Sia il personale sanitario, sia i soldati a bordo, sia i passeggeri indossavano mascherine e occhiali protettivi (video).
«Stiamo bene, il volo è durato 13 ore. Abbiamo viaggiato meglio che in qualsiasi altra economi di linea. Non possiamo dire di essere al settimo cielo, perché hai sempre il timore di poter aver contratto il virus. Ma siamo felici». Queste le prime parole di uno dei passeggeri atterrati stamattina, il modenese Michel Talignani. «Ieri mattina dall'hotel di Wuahn sono venuti a prenderci con il pulmino. L'autista aveva i permessi per superare i blocchi della polizia cinese e entrare nella zona protetta. L'autista ci ha portato all'aeroporto, lì abbiamo trovato altri tre pullman di italiani. Un operatore ci ha radunato e ci ha dato le direttive per il check in, l'imbarco dei bagagli e il controllo passaporti. A quel punto hanno misurato a tutti la temperatura per tre volte. Allo studente di 17 anni hanno rilevato al primo controllo. Aveva 37.7».
La febbre ha impedito l'imbarco a uno dei 57 italiani. Si tratta di un ragazzo di 17 anni. Era pronto a salire sul Boeing ma si è fermato prima di arrivare alla scaletta dell'aereo. I medici militari hanno verificato solo lo stato influenzale, perciò ancora non si sa se il giovane sia affetto da coronavirus. Il ragazzo è uno studente, ha la febbre a 37.7 e il limite è a 37.3. Lo hanno ricoverato all'ospedale di Wuahn.
Le poche linee di febbre sono state comunque sufficienti per farlo rimanere a terra. I protocolli di sicurezza, al fine di tutelare gli altri connazionali, parlano chiaro. Il Boeing perciò ha lasciato la città, capoluogo della provincia cinese dell'Hubei, epicentro della malattia con 56 italiani a bordo. Il volo avrebbe dovuto comprendere un numero maggiore di passeggeri, ma in 10 hanno deciso di non partire.
Intanto la Cina ha fatto sapere che gli stranieri contagiati in Cina dal nuovo coronavirus di Wuhan sono 16 finora, di cui 2 già dimessi dall'ospedale. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying che, senza precisare la loro nazionalità. I 14 sono tutti in quarantena in condizioni stabili.
In mattinata i nostri connazionali varcheranno la soglia del centro sportivo dell'esercito della Cecchignola, a sud di Roma. Seconda fase e meta finale per i 56 che qui trascorreranno i 14 giorni della quarantena. Una scorta di carabinieri e polizia li accompagnerà, in un quarto d'ora, dall'aeroporto militare di Pratica di Mare. L'atterraggio del 767 kc dell'aeronautica sancirà la conclusione della prima fase. Quando il bestione da 160 mila libbre, in forza al 14° Stormo, poserà le ruote a terra, verrà effettuato l'ennesimo screening sui 56. Il terzo controllo nell'arco di una giornata. Il primo è già stato effettuato dai cinesi in aeroporto, il secondo dai medici militari del Boeing prima del decollo e l'ultimo è previsto a Pratica di Mare. Nessuno, degli italiani di Wuhan, arriverà alla Cecchignola con una sola linea di febbre. I casi sospetti verranno isolati, momentaneamente alloggiati in una sorta di incubatrice a pressione negativa nell'aeroporto militare: una stanza in pvc, alimentata con aria continuamente filtrata. E in caso di anomalie saranno immediatamente accompagnati all'ospedale Spallanzani, centro specializzato per le malattie infettive.
IL DISPOSITIVO
Tutto questo per ridurre al minimo la possibilità di ospitare, alla Cecchignola, possibili casi di italiani positivi al virus. Nonostante queste misure, nel centro sportivo dell'esercito, si è scelto di elevare gli standard di sicurezza al massimo. È un dispositivo studiato nei minimi dettagli, quello coordinato dal ministero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini. Già sul Boeing i 56 compileranno un modulo dove indicheranno eventuali allergie alimentari. Solo il primo giorno il menù sarà vincolato. Poi verrà calibrato a seconda delle richieste.
Ecco cosa mangeranno oggi: a pranzo un risotto speck e scamorza, una frittata con spinaci e un contorno di finocchi gratinati. A cena il riso in bianco, un piatto di salumi e formaggi accompagnati da dei cavolfiori spadellati. I cibi saranno serviti in vaschette monoporzione, sigillati, con forchetta, cucchiaio e coltello. Dovranno essere consumati rigorosamente all'interno della stanza in cui gli ospiti vivono. Al termine del pasto, gli avanzi, i contenitori e le posate dovranno essere buttate in una busta che loro stessi dovranno chiudere. Il sacchetto, infine, verrà trattato come un rifiuto speciale. I 56 trascorreranno i 14 giorni suddivisi in due palazzine colore ocra, da tre piani.
LE PRECAUZIONI
Le diverse stanze verranno assegnate a seconda del numero dei componenti della famiglia. Tutte hanno il bagno in camera, il televisore e il wi-fi. Dovunque, poi, campeggia la scritta in italiano e cinese: Lavarsi spesso le mani. Una doppia indicazione perché alcuni bambini, infatti, hanno maggiore dimestichezza con la lingua del Paese in cui vivono da anni. Inoltre non potranno esserci contatti con i familiari. «Non potrò subito riabbracciare i miei cari, ma va bene, sarò comunque più tranquillo», ha detto ieri Michael Talignani, uno dei 56 italiani, prima di imbarcarsi sul Boeing da Wuhan.
Anche per questo, nel team che si prenderà cura di loro, è presente uno psicologo, gli altri sono medici e infermieri. Personale sanitario che, per relazionarsi con loro, dovrà comunque indossare mascherine, guanti e tuta. La prudenza è ovviamente la regola. Anche per questo nel centro esiste una camera, sulla cui porta è affissa la scritta: Stanza di isolamento. Si spera che non debba essere mai impiegata. Ma nel caso in cui, a qualcuno dei 56 italiani di Wuhan dovesse salire la febbre, verrebbe immediatamente utilizzata. Una collocazione momentanea, per poi essere trasferito allo Spallanzani
IL VIRUS
Intanto i 361 morti in Cina legati al nuovo coronavirus di Wuhan, annunciati oggi dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc), superano i decessi causati dalla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che nel 2002-03 furono 349, secondo i numeri ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato, i contagi totali del coronavirus sono 17.205, più del triplo dei 5.327 della Sars. La Cina ha registrato ieri 57 nuovi decessi. Si attestano a 21.558 i casi sospetti, mentre le guarigioni accelerano a quota 475.
Coronavirus, comincia l'isolamento degli italiani da Wuhan: «Stanno tutti bene». In Cina rimasto un 17enne con febbre 3 febbraio 2020
https://www.open.online/2020/02/03/coro ... evenzione/ I due pullman dell’esercito con a bordo gli italiani rientrati dalla Cina sono entrati all’interno della città Militare della Cecchignola a Roma. Il gruppo sarà tenuto in isolamento nella struttura per almeno 15 giorni, assistito e monitorato dall’equipe medica dello Spallanzani.
Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia, ha inoltre assicurato che gli italiani atterrati dalla Cina «per il momento stanno tutti bene».
«Devono ancora terminare i controlli sanitari e avranno tutta l’assistenza necessaria ma per il momento non ci sono problemi», ha detto Verrecchia , facendo il punto con i cronisti all’aeroporto di Pratica di mare dopo l’arrivo dei 56 italiani da Wuhan.
In queste settimane in Cina, gli italiani «hanno avuto molta pressione- ha aggiunto- ma mi pare che non siano provati. C’è solo la stanchezza del viaggio».
«A bordo dell’aereo c’erano anche sei bambini, mentre il 17enne rimasto in Cina perchè ha accusato febbre si trova in ospedale – ha detto Verrecchia- con l’assistenza del personale dell’ambasciata italiana».
«Il ragazzo ha fatto il test e domani dovremmo avere il risultato. La sua situazione è abbastanza calma, è curato da due signore italiane in un appartamento dell’ambasciata che è costantemente in contatto con lui», ha aggiunto Verrecchia.
Il capo dell’Unità di crisi della Farnesina ha poi ribadito che tra gli italiani che erano a Wuhan una ventina hanno scelto di rimanere in città. «Organizzare il rientro è stato un lavoro molto complesso – ha concluso Verrecchia- ma tutto è andato come da programma».
I controlli, da Wuhan a Roma
Sono dieci gli italiani che hanno deciso di rimanere a Wuhan, oltre alla persona rimasta in Cina per qualche linea di febbre. Prima della partenza, infatti, sono stati sottoposti tutti a un controllo sanitario – è stata loro misurata la temperatura, la frequenza cardiaca e la pressione dei passeggeri.
Questo è stato solo il primo anello di una lunga catena di controlli. Durante il viaggio in aereo i passeggeri avevano l’obbligo di indossare mascherine, guanti e calze. La “zona rossa”, dove viaggiano i passeggeri, è separata dalla cabina di pilotaggio da una zona “gialla” di decontaminazione. Una volta atterrati in Italia invece, i passeggeri che non manifestano sintomi dovranno passare due settimane in quarantena alla Cecchignola.
Nel caso in cui ci fossero stati malori durante il viaggio, i passeggeri infetti sarebbero stati ricoverati invece al reparto di Malattie infettive dell’ospedale Spallanzani. Il team medico e l’equipaggio, invece, saranno sottoposti a controlli nelle sei tende montate a Pratica di Mare dall’Unità per la difesa chimica, biologica, radioattiva e nucleare dell’Aeronautica, dove dovranno aspettare una delle ambulanze in caso di contagio.
Il volo da Wuhan non è l’unico che sta riportando i cittadini italiani a casa dalla Cina. Nonostante il blocco aereo attualmente imposto dall’Italia – che ha fermato appunto i voli sia in uscita che in entrata dalla Cina – la Protezione civile sta lavorando a un piano per riportare in Italia i cittadini in Cina che lo desiderano, su base volontaria. Sono già cominciati i primi arrivi.
Come ha spiegato il capo della Protezione civile Angelo Borelli a il Corriere, gli italiani viaggeranno sugli aerei delle compagnie cinesi che verranno a riprendere i cittadini della Repubblica popolare attualmente in Italia che, per volontà dello Stato italiano, saranno rimpatriati in Cina. A pagare non sarà né l’Italia, né la Cina, ma i cittadini, gli italiani per tornare in Italia e i cinesi per tornare in Cina.
A differenza dal volo diretto in Italia da Wuhan, soltanto i passeggeri che manifestano sintomi del coronavirus saranno messi in quarantena, mentre chi non ha sintomi potrà proseguire il viaggio verso casa, dopo aver superato un controllo con lo scanner termico.
Cagliari, rientra dalla Cina e si mette in quarantena da sola
https://it.notizie.yahoo.com/cagliari-r ... 38331.htmlNel giorno del rimpatrio degli italiani da Wuhan, focolaio del coronavirus, da Cagliari arriva la storia di una donna che ha deciso di mettersi in quarantena da sola.
Mentre si vendono “pacchi” di mascherine a un euro al mercatino dell’usato di Cagliari, in Gallura - come riporta Ansa - c’è una donna che ha deciso di "isolarsi" in quarantena per sopire alcuni "sospetti" su un possibile contagio.
La necessaria quarantena e l'isolamento in CinaLa Cina prova a contenere il contagio: isolate 13 città, 41 milioni di persone
venerdì 24 gennaio 2020
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ci ... -e-contagi È salito a 26 il numero delle persone morte in Cina a causa del nuovo coronavirus, mentre i contagi sono saliti a 616. Deceduto anche un 36enne senza precedenti malattie. La città di Wuhan, 11 milioni di abitanti, origine ed epicentro dell'epidemia di polmonite anomala, è in isolamento. E da ieri sono in isolamento Huanggang, non lontano da Wuhan, e anche Ezhou, Chibi e altre 9 città dello Hubei, per un totale di 41 milioni di abitanti: sospesi i trasporti pubblici, chiusi i locali pubblici di ritrovo. Questo alla vigilia del Capodanno cinese, per il quale milioni di persone si mettono in viaggio. La capitale Pechino ha annunciato la cancellazione dei festeggiamenti. Stessa decisione per Macao, dove si registrano 2 casi di coronavirus. Un caso anche a Singapore. Un caso sospetto anche a Bari, dove una donna di ritorno dalla Cina è ricoverata in isolamento al Policinico, è poi rientrato: le prime analisi hanno dato esito negativo.
«Le persone sotto osservazione» per un sospetto di contagio con il coronavirus «sono salite di 260 unità», portando il totale dei casi esaminati «a 1.441», ha reso noto la commissione sanitaria di Wuhan nell'ultimo aggiornamento sull'emergenza virus sottolineando che restano sotto osservazione 662 persone mentre 779 sono risultate negative.
L'Organizzazione mondiale della sanità non dichiara per il momento l'emergenza internazionale sulla diffusione del virus 2019-nCoV. Il comitato dell'Oms ha detto ieri sera che "è troppo presto" per dichiarare un'emergenza di salute pubblica di livello internazionale. Sono inoltre ancora pochi i casi del virus confermati al di fuori della Cina.
«Mancano ancora elementi sufficienti per decidere, le evidenze al momento non paiono giustificare pienamente questa misura» commenta Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia. «Il virus si trasmette da uomo a uomo, ma con moderata efficienza - spiega -. Può causare sintomi gravi, ma per ora sembra con bassa frequenza». Inoltre «sembra che la maggior parte delle persone guarisca. Però la situazione evolve rapidamente (e potrebbe farlo anche il virus), per cui aspettare un altro giorno potrebbe dare indicazioni più precise, se non altro la crescita del numero di casi cinesi ed eventuali altrove potrebbe farci capire cosa abbiamo davanti».
Gino quarelo
Considerato il momento particolarmente difficile e delicato, la paura e la preoccupazione di tanti per il diffondersi del coronavirus a livello globale, non sarebbe per niente male se tutti coloro che rientrano in Italia dalla Cina e non solo dalle zone di maggior diffusione del virus, oggi parzialmente isolate, siano essi italiani o cinesi facessero un paio di settimane di quarantena, sarebbe un bene per loro stessi, per le loro famiglie, per le aziende per cui lavorano, per tutti noi e per i cinesi presenti in Italia come residenti o con la doppia cittadinanza, fugherebbero ogni dubbio, contribuirebbero a rassicurare e a ridurre la tensione, dimostrerebbero grande rispetto e se fossero cinesi ne guadagnerebbero in considerazione, stima e simpatia.
Provate ad immaginarvi quali reazioni vi sarebbero se capitasse invece la diffusione del virus da parte di qualche cinese che rientrando dalla Cina da aree apparentemente non contaminate e quindi libero di circolare senza un preventivo periodo di quarantena perché ritenuto sano e non infettato?
Io veneto italiano se rientrassi dalla Cina, sia pure da zone apparentemente non contaminate, nel dubbio mi metterei in quarantena per rispetto mio e degli altri, per elementare sicurezza a prescindere da quello che dicono il governo e i suoi specialisti. In questi casi un po' di prudenza in più non farebbe certo male; due settimane passano in fretta.
Burioni dà ragione ai governatori della Lega: "L'isolamento serve a bloccare l'epidemia"Riccardo De Luca
4 febbraio 2020
https://www.agi.it/cronaca/coronavirus_ ... baByNCWJC0 Mentre continuano le polemiche per la richiesta dei governatori del Nord di non fare rientrare a scuola i bambini di ritorno dalla Cina, a sostegno della loro proposta arriva il virologo Roberto Burioni: "Giusta la richiesta di alcuni Presidenti di Regione della Lega di avere maggiore attenzione prima di riammettere bambini provenienti dalla Cina nelle nostre scuole", ha scritto il medico sul suo sito Medical Facts.
"Il coronavirus cinese è molto contagioso - argomenta Burioni - causa una malattia che sembra essere grave e contro di essa non abbiamo né farmaci né vaccini. L'unica arma che possiamo utilizzare per tentare di bloccare questa epidemia è, insieme alla diagnosi precoce, l'isolamento".
Ieri i governatori leghisti di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige avevano scritto una lettera comune al ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. "Non c'è alcuna volontà di contrapposizioni politiche, né tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso", aveva detto il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Cone: "Dobbiamo fidarci delle autorità"
Intanto il giorno dopo la richiesta dei quattro governatori arriva netta la risposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Alcuni dossier non possono avere colore politico. Dobbiamo fidarci delle autorità scolastiche e sanitarie. Invito i governatori del Nord a fidarsi di chi ha specifiche competenze". "In Italia abbiamo portato avanti la linea più prudente", ricorda il premier sottolineando le misure prese dall'Italia per fronteggiare il coronavirus, "ora però le esagerazioni ci fanno male. C'è un criterio di adeguatezza delle misure, se si va oltre si fa un danno agli italiani. Ieri mi è stato richiesta anche la sospensione del Trattato di Schengen, non ci sono le condizioni".
Conte si augura che le condizioni dei due cinesi ricoverati in terapia intensiva all'ospedale Spallanzani migliorino presto ("Hanno le cure migliori") ma ribadisce che la situazione è sotto controllo, che "non ci sono i presupposti per allarme o panico". E dunque "chi ha ruoli politici ha anche il dovere, la responsabilità di dare messaggi di tranquillità e serenità. Ogni forza politica - la premessa di Conte - è libera di fare valutazioni, ma poi dobbiamo ritrovarci su obiettivi comuni e un approccio condiviso".
Il messaggio dunque è chiaro: nessuno strumentalizzi. "Stiamo attenti - osserva il premier oggi a Londra per lanciare Cop26 e incontrare il primo ministro britannico Boris Johnson - perché ci sono degli elementi di discriminazione che potrebbero sfociare anche in atti violenti, questo non possiamo permetterlo. Nessuno pensi di potersi approfittare di questa situazione". 'Invito ai governatori a fidarsi delle autorità scolastiche e sanitarie - continua il presidente del Consiglio -. In Italia - sottolinea ancora - abbiamo adottato da subito la linea piu' prudente e protettiva. Ora pero' le esagerazioni ci fanno male. Sarà costituita una task force con i ministri competenti per valutare l'impatto economico di eventuali misure di protezione. Non vogliamo che le nostre imprese soffrano e i nostri imprenditori che lavorano con la Cina possano avere un danno".
Virus Cina, farmaco sperimentale anti-Ebola a primo paziente Usa1 febbraio 2020
https://it.notizie.yahoo.com/virus-cina ... soc_trk=fbÈ stato usato un farmaco sperimentale, un antivirale sviluppato contro Ebola, per il primo paziente americano con infezione da nuovo coronavirus. Sul caso i medici hanno pubblicato ieri un dettagliato articolo sul 'New England Journal of Medicine', specificando che all'aggravarsi delle condizioni polmonari dell'uomo, ricoverato in isolamento al Providence Regional Medical Center di Everett, hanno deciso di somministrargli il farmaco in uso compassionevole.
Si tratta di un antivirale (remdesivir) messo a punto dall'azienda farmaceutica Gilead per combattere Ebola, che però non si è rivelato efficace come i trattamenti basati su anticorpi monoclonali. Non ha ancora ottenuto l'autorizzazione alla commercializzazione da parte della Fda o altre agenzie del farmaco in altri Paesi. "Per quanto mi risulta è il primo caso in cui questo farmaco viene utilizzato" contro il nuovo coronavirus, ha spiegato Jay Cook, direttore scientifico del Providence Regional Medical Center, secondo quanto riportano i media locali.
L'antivirale è stato somministrato al paziente, che ha espresso il consenso, solo una volta, al settimo giorno di ricovero, senza effetti collaterali. Le sue condizioni sono migliorate, i polmoni risultavano 'puliti' e il giorno dopo i medici hanno smesso la somministrazione dell'ossigeno. Il paziente resta ancora ricoverato, anche se è senza febbre e senza sintomi a parte la tosse.
Coronavirus: media cinesi: "Trovati farmaci efficaci contro il virus". Ma l'Oms frena: "Niente di concreto"Due istituti cinesi hanno fatto sapere di avere due diverse combinazioni che fermano il patogeno. Galli: "Cure ancora lontane". Garattini: "Servono altri test". Individuati "i super diffusori" della patologia
di VALERIA PINI
05 febbraio 2020
https://www.repubblica.it/salute/2020/0 ... 247663575/UN DOPPIO annuncio dalla Cina ha dato la notizia di due diverse combinazioni di farmaci che sarebbero efficaci contro il nuovo coronavirus. Parole sulle quali è intervenuta quasi subito dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ricordando che non esiste ancora una cura contro il virus. I medicinali testati non possono essere definiti efficaci e non ci sarebbe nulla di concreto per combattere il virus, fanno sapere gli esperti dell'Oms.
Oms: "Non ci sono terapie note"
"Non esistono ancora terapie efficaci contro il 2019-nCoV e l'Oms ricord che solo studi su larga scala possono essere efficaci e sicuri. E sviluppare terapie o vaccini contro patogeni come questo di solito prende anni. Prima bisogna affrontare lunghe sperimentazioni e passare attraverso anche qualche sconfitta", spiega il portavoce dell'Oms Tarik Jasarevic. A confermare che una terapia è ancora lontana anche Massimo Galli, docente dell' Università di Milano e primario dell'ospedale Sacco. "Si sta lavorando con farmaci già noti, ma i test in vitro non sono sufficienti per trarre alcuna conclusione. In una situazione così critica - ha detto Galli - si lavora con quello che si ha".
I media cinesi
Questa mattina i media cinesi avevano annunciato con entusiasmo le due scoperte. La prima notizia è arrivata dalla tv cinese Cgtn: un team di ricercatori, guidati dalla scienziata Li Lanjuan della Zhejiang University, ha spiegato di aver due farmaci efficaci contro il virus, specificando però che si tratta solo dei primi risultati di una ricerca. I test preliminari avrebbero dimostrato che Abidol e Darunavir possono effettivamente inibire il virus negli esperimenti con cellule in vitro.
Un'altra combinazione di farmaci è stata annunciata sempre oggi come una possibile terapia vincente per combattere il virus 2019-n-CoV. Sul suo sito il Wuhan Institute of Virology, che fa capo all'Accademia Cinese delle Scienze, i ricercatori hanno fatto sapere di aver individuato due medicinali, il Remdesivir e la clorochina, con effetti inibitori sul nuovo coronavirus. "I i risultati sono stati consegnati alle autorità pertinenti a livello nazionale e richiedono verifiche cliniche", si legge nel comunicato citato dal tabloid Global Times.
La clorochina è utilizzata contro la malaria, già disponibile sul mercato interno cinese, mentre il Remdesivir GS-5734, prodotto dall'azienda Usa Gilead è in fase avanzata di ricerca clinica per la cura dell'Ebola in Congo. L'azienda farmaceutica ha già firmato un accordo con il China-Japan Friendship Hospital di Pechino per testare il farmaco. L'istituto di Wuhan ha fatto domanda per brevettare la scoperta anche in altri Paesi o regioni in base al trattato di cooperazione in materia di brevetti, e nella nota chiede alle industrie straniere di non mettere in atto i diritti legittimi sui brevetti per aiutare la Cina.
Farmaci ancora da testare
Per cercare certezze bisogna rifarsi a quanto detto dall'Oms. A oggi non ci sono soluzioni contro il virus dalla Cina, come confermano anche gli esperti in Italia. "Lo studio sull'anti-malarico clorochina è molto interessante. Il problema è che occorrono degli studi sull'animale prima di passare dalle sperimentazioni in vitro alla pratica clinica", spiega il farmacologo, fondatore e presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, Silvio Garattini. "I ricercatori cinesi stanno esaminando una serie di molecole esistenti, dagli antiretrovirali all'anti-malari, e questa è la via logica da seguire per avere delle terapie in tempi brevi. Il fatto è che la sperimentazione sull'uomo non è proprio semplice, a meno di non farla su grandi numeri: per la maggior parte, infatti, i pazienti affetti dal nuovo coronavirus guarirebbero comunque. Dunque è complesso valutare la reale efficacia di potenziali terapie i studi su piccoli numeri di pazienti. E' molto importante, invece, la base di conoscenze che arrivano dalla sperimentazione animale, e certo in alcuni Paesi questo tipo di sperimentazione è più snella e permette di mettere in piedi ricerche in tempo brevi".
Intanto in Cina sono stati identificati i primi 'super diffusori' dell'infezione da nuovo coronavirus, persone che possono trasmetterlo più velocemente e a più soggetti rispetto ad altri. Una notizia "per nulla confortante", afferma Nicasio Mancini, microbiologo medico all'ospedale San Raffaele di Milano, sul sito Medical Facts del virologo Roberto Burioni. "Sappiamo che il cosiddetto R0 di questa epidemia, ossia il numero di persone che un singolo paziente ammalato può infettare - spiega l'esperto - sembra essere compreso fra 2 e 3. In pratica, un paziente con il coronavirus può trasmettere l'infezione a 2 o 3 altri soggetti. In una città della provincia di Jiangsu della Cina orientale, Xuzhou, si è visto però che dieci pazienti infetti sono stati a stretto contatto con solo una persona infetta. Cioè, un singolo individuo ne ha infettati dieci". Inoltre, "nella città di Xinyu della provincia di Jiangxi, sembra che un solo operatore sanitario di 43 anni, ricoverato in condizioni critiche in ospedale, abbia da solo infettato 15 dei 17 nuovi casi verificatisi in città", prosegue spiegando che si tratta di un fenomeno già emerso ai tempi della Sars.
E per affrontare l'emergenza l'Oms sta inviando nei Paesi colpiti dall'epidemia di coronavirus "mezzo milione di mascherine; 350 mila paia di guanti; 40 mila respiratori; e quasi 18 mila tute di isolamento".
Il disinfettante che abbatte il coronavirus? Lo ha inventato un'azienda trevigiana.La Biodisin ha inventato un prodotto chimico che abbatte il virus, oltre ad un 'robottino' per sanificare spazi prima e durante l'uso
7 febbraio 2020
https://www.oggitreviso.it/disinfettant ... 1dB4nQnmiYTREVISO - Oggi sono le aree sterilizzate per difendersi dal Coronavirus, domani potrebbe esserci il rischio di bloccare possibili attacchi batteriologici; intanto sta per essere ultimata la cittadella anti guerra biochimica allo Spallanzani di Roma. E tutto parla italiano.
È, infatti, un' impresa di Treviso, la Biodisin che ha portato avanti tutto questo e ha anche inventato un prodotto chimico che abbatte il virus, oltre ad un 'robottino' per sanificare spazi prima e durante l'uso. L'azienda sta concludendo, per conto di Palazzo Chigi, la cittadella anti guerra biochimica allo Spallanzani di Roma.
Un edificio con laboratori e posti letto dove isolare e curare persone colpite da virus o batteri di cui non si conosce la natura e quindi la cura. Una struttura militare - nome in codice Bls4 - che è tra le tre in realizzazione in Europa e tra le otto di tutto il mondo.
"L'efficacia del nostro lavoro - dice l'amministratore unico dell'azienda, Roberto Franzoi - è che il prodotto disinfettante contro il Coronavirus (ma anche di contrasto ad altri elementi patogeni come Sars, Aviaria, Peste Suina, Ebola per i quali è già stato usato) una volta espanso nell'aria si attiva all'istante e moltiplica i propri effetti perché anziché appoggiarsi al suolo galleggia nell'aria rimbalzando e facendo si che le 'micele', le gocce che lo compongono, si frantumino moltiplicando nel tempo l'effetto distruttivo degli agenti nocivi".
La Biodisin è stata con il suo prodotto la prima a sanare aree colpite dall'Ebola per poi sviluppare la propria ricerca e potenziare prodotti e strumenti che in Italia sono utilizzati in 140 ospedali. In pratica, per contrastare il contagio da virus e batteri con il Polidisin e il 'robottino' - un gioiellino da 35mila euro - che evita all'uomo di esporsi, si possono bonificare e rendere praticabili aeroporti, stazioni ferroviarie, metropolitane o palestre, luoghi ad alta presenza di persone e ad alto rischio di trasmissione infettiva oltre che, come fatto per il Bls4, i luoghi deputati allo studio di virus e batteri rendendoli sicuri per gli operatori. Tra le curiosità - come ha spiegato Franzoi - il fatto che ricercatori e tecnici siano tutti italiani, dagli ingegneri ai biochimici, e che le componenti siano tutte Made in Italy, per avere la certezza della qualità del risultato che al momento "è indiscusso", conclude.
Coronavirus: alla ricerca di una cura Focus.it
7 febbraio 2020
https://www.focus.it/scienza/salute/cor ... cerca-curaOltre 31.500 casi e 638 vittime è il bilancio ufficiale, al 7 febbraio 2020 (qui l'aggiornamento in tempo reale), dell'epidemia da coronavirus (a proposito: che differenza c'è tra epidemia e pandemia?). In Italia, restano gravi le condizioni della coppia cinese ricoverata allo Spallanzani di Roma, mentre si registra il primo caso fra i nostri connazionali. Un giovane che faceva parte del gruppo rientrato da Wuhan è risultato positivo ai test ed è ora ricoverato nell'ospedale romano. Quali sono le opzioni terapeutiche disponibili per questi pazienti?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) precisa che attualmente non esistono né medicine né vaccini specifici per il coronavirus. Tuttavia in condizioni di emergenza è possibile somministrare ai malati molecole sperimentali, non ancora in commercio, oppure farmaci normalmente usati per altre malattie, che potrebbero rivelarsi efficaci. Era accaduto durante l'epidemia di Ebola del 2014-2016, e viene fatto anche ora.
Combinazione di antivirali. Allo Spallanzani si sta utilizzando una combinazione di tre antivirali: il lopinavir, il ritonavir e il remdesivir. L'associazione lopinavir/ritonavir, formulata originariamente per l'HIV (il virus dell'Aids), ha già dato risultati incoraggianti su alcuni pazienti all'estero; il remdesivir, invece, è un farmaco sperimentale sviluppato contro Ebola, che ha mostrato una certa attività anche su altri virus, fra cui quello della Mers (sindrome respiratoria mediorientale), che ha caratteristiche simili al nuovo coronavirus. Un articolo pubblicato su New England Journal of Medicine riporta il caso di un paziente, trattato nelle scorse settimane con questo farmaco negli Stati Uniti, che è guarito.
Ma si tentano anche altre strade. Il Wuhan Institute of Virology ha annunciato di aver ottenuto un buon risultato con una combinazione di remdesivir e clorochina (un farmaco antimalarico), ma per ora soltanto su cellule coltivate in coltura. Nei giorni scorsi, sempre in Cina, si è avanzata l'ipotesi di utilizzate un antivirale usato contro l'influenza e il darunavir, messo a punto per l'Hiv.
Un'altra possibilità è quella di somministrare ai malati il plasma di chi è guarito. Questo dovrebbe infatti contenere anticorpi contro l'agente infettivo, che potrebbero aiutare chi sta ancora combattendo contro la malattia.
A scanso di equivoci, va ribadito che lo sviluppo di farmaci e terapie è un processo che dura molti anni e non può essere compresso in poche settimane. Nelle emergenze la medicina fa del suo meglio con le armi che possiede, ma i risultati positivi ottenuti su pochi pazienti (o su casi singoli) non sono certo sufficienti a dire che una cura è quella giusta. Peraltro, nelle scorse settimane, diverse organizzazioni hanno stanziato finanziamenti ingenti per la ricerca di preparati che potrebbero tornare utili fra qualche mese, se il coronavirus sarà ancora in circolazione, o in futuro, se dovesse ripresentarsi.
Finanziamenti. La Fondazione Bill & Melinda Gates, per esempio ha messo sul tavolo 100 milioni di dollari per fronteggiare la nuova emergenza. Di questi, 20 milioni saranno destinati alla ricerca di terapie, altri 20 serviranno a rafforzare i sistemi sanitari nell'Africa sub Sahariana e nel sudest asiatico (così da migliorare le loro possibilità di rispondere al coronavirus), e ben 60 milioni saranno destinati a progetti di ricerca per un vaccino.
Parallelamente, Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), nata nel 2016 proprio per accelerare lo sviluppo dei vaccini, ha aperto un bando per ricercatori e aziende e ha già destinato 12,5 milioni di dollari a tre progetti. Uno di questi, portato avanti dai National Institutes of Health statunitensi, assieme all'azienda Moderna, si propone di arrivare a sperimentare un vaccino sull'uomo già fra tre mesi.
Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia: «Non solo la Cina, tutti applaudono i coraggiosi medici di Wuhan»Silenzi e Falsità
5 Febbraio, 2020
https://www.silenziefalsita.it/2020/02/ ... wDc4XJkg5g«Non solo la Cina, tutti applaudono i coraggiosi medici di Wuhan».
Lo si legge in una nota diffusa sui social dall’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia.
«Turni dalle 8 alle 10 ore, a volte senza neanche dormire o mangiare e con il volto segnato dalle mascherine indossate senza mai fermarsi. E’ con questo eroico spirito di sacrificio che la popolazione cinese applaude i medici di Wuhan, molti dei quali partiti volontari da tutta la Cina per aiutare il personale sanitario locale. “Sono qui per salvare vite umane, non per riposarmi!” dice senza giri di parole Huang Xia, giovane dottoressa di Chongqing accorsa ad Wuhan volontariamente. Uno sforzo, quello dei volontari e dell’intero personale sanitario, riconosciuto anche dalla comunità internazionale,» spiegano dall’ambasciata.
«Sono intanto arrivati al nuovo ospedale costruito in 10 giorni i 1500 medici militari scelti dell’APL. Questi andranno ad affiancare il lavoro dei colleghi già arrivati nei giorni scorsi. Tutti hanno avuto esperienza decennale sul campo sia nel 2003 durante la Sars che in prima linea in Africa per combattere il virus dell’Ebola. Questi medici, esperti anche nel contenimento della guerra batteriologica, coordineranno le cure per i pazienti più bisognosi e forniranno del training ai colleghi civili nel campo delle malattie infettive,» conclude la nota.
Coronavirus, analisi genetica accusa i pipistrelliVenerdì 7 Febbraio 2020
https://www.ilgazzettino.it/esteri/coro ... 38023.html Erano sospettati fin dal 23 gennaio, quando l'Istituto di Virologia di Wuhan aveva diffuso il primo identikit genetico del coronavirus 2019-nCoV, e adesso i pipistrelli della specie Rhinolophus affinis, molto diffusi in Cina e nel Sud-est asiatico, diventano i principali indiziati nella ricostruzione delle origini del virus. A metterli alle strette è la più grande analisi comparativa del genoma del virus, fatta in Italia e pubblicata Journal of Medical Virology.
«Domenica scorsa abbiamo scaricato i 6 genomi del coronavirus contenuti nelle banche dati Gisaid e Genbank e abbiamo cercato sequenze simili su banche dati pubblici», ha detto all'Ansa il coordinatore della ricerca, l'esperto di bioinformatica Federico Giorgi, del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell' Università di Bologna.
L'analisi, alla quale ha collaborato lo studente Carmine Ceraolo, indica inoltre che il virus muta molto lentamente perché tutti i coronavirus umani sequenziati finora «sono molto simili fra di loro, anche se provenienti da regioni diverse della Cina e del mondo», al punto da essere sovrapponibili per oltre il 99%. Questo significa, ha rilevato Giorgi, che «il virus è poco eterogeneo e mutabile» e che «un'eventuale terapia farmacologica dovrebbe funzionare su tutti». Solo punto del materiale genetico del coronavirus mostra «un'elevata variabilità»: saperne di più è il prossimo obiettivo.
Il gruppo di Bologna ha inoltre scoperto che il genoma del coronavirus umano condivide ben il 96,2% del suo patrimonio genetico con quello del pipistrello Rhinolophus affinis, la cui sequenza era stata ottenuta nel 2013 nella provincia cinese dello Yunnan. Decisamente inferiore e pari all'80,3% la somiglianza con il virus della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome), la malattia da coronavirus comparsa nel 2002-2003. È la seconda grande analisi genetica finora pubblicata, dopo il primo albero genealogico del coronavirus che sulla rivista The Lancet confrontava 10 genomi.
Oggi sono già aumentati a 56 e dal domenica 2 febbraio ad oggi le sequenze pubblicate sono diventate 74. Ci sono anche quelle del coronavirus isolato dai due turisti cinesi ricoverati a Roma, nell'Istituto Spallanzani, e presto potrebbe essere online la sequenza isolata nel primo italiano contagiato dal virus 2019-nCoV. Nessuna sequenza è invece finora arrivata da Africa e Sudamerica. Nessun indizio, infine, su quale possa essere l'animale nel quale il coronavirus dei pipistrelli Rhinolophus affinis possa avere imparato ad aggredire l'uomo: al momento, ha detto Giorgi, «non c'è nessuna sequenza di un eventuale ospite».
Il coronavirus sopravvive fino a 9 giorni sulle superfici 10 febbraio 2020
https://www.ansa.it/canale_saluteebenes ... t4olSVSsJg Il coronavirus può rimanere infettivo sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni. In compenso non è molto resistente e bastano detergenti a base di candeggina o disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata per ucciderlo. A far luce è una revisione di studi, pubblicata sul Journal of Hospital Infection.
I ricercatori della University Medicine Greifswald, in Germania, hanno rivisto la letteratura su tutte le informazioni disponibili sulla persistenza dei coronavirus umani e animali su superfici inanimate e sulle strategie di inattivazione con agenti biocidi utilizzati normalmente per la disinfezione chimica nelle strutture sanitarie. L'analisi di 22 studi rivela che i coronavirus umani come quello della sindrome respiratoria acuta grave (Sars), della sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers) o i coronavirus umani endemici (HCoV) possono persistere su superfici inanimate come metallo, vetro o plastica fino a 9 giorni, ma possono essere inattivati in modo efficiente nel giro di un minuto attraverso procedure di disinfezione delle superfici con alcol etilico (etanolo al 62-71%), acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%). "Poiché non sono disponibili terapie specifiche per 2019-nCoV - concludono i ricercatori, guidati da Günter Kampf - il contenimento precoce e la prevenzione di un'ulteriore diffusione saranno cruciali per fermare l'epidemia in corso".
Coronavirus, fino a 24 giorni di incubazione: la nuova ipotesi
10 febbraio 2020
https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/ ... zione.html Il periodo di incubazione del nuovo coronavirus, che ha fatto la propria comparsa nella città cinese di Wuhan, nell’Hubei, lo scorso 24 dicembre, potrebbe essere più lungo di quanto previsto. “Potrebbe estendersi fino a 24 giorni“: 10 giorni in più rispetto a quanto ipotizzato in precedenza.
A darne notizia è il noto quotidiano britannico online Independent, che cita uno studio condotto da un team di ricercatori cinesi e co-firmato dal dottor Zhong Nanshan, l’esperto che nel 2003 scoprì il coronavirus Sars, attualmente tra i consiglieri nominati per affrontare l’epidemia del nuovo coronavirus 2019-nCoV.
Lo studio nel dettaglio
Lo studio a cui fa rivestimento la fonte, con titolo “Clinical characteristics of 2019 novel coronavirus infection in China”, è stato pubblicato domenica scorsa ed è attualmente in attesa di essere sottoposto alla revisione di altri ricercatori (“peer review”).
I risultati, come scritto dagli autori della ricerca, indicano che “il periodo medio di incubazione è di 3,0 giorni, con un intervallo da 0 a 24,0 giorni”.
Se quanto emerso dal nuovo studio condotto da Zhong Nanshan verrà confermato da ulteriori analisi e ricerche, andranno probabilmente riviste le misure di quarantena applicate fino ad ora.
Il protocollo internazionale, infatti, prevede 14 giorni di isolamento per tutti i soggetti che sono stati nelle zone a rischio, per i pazienti positivi al coronavirus o per coloro che sono venuti a contatto con le persone contagiate.
Coronavirus: su vetro, metallo o plastica può sopravvivere 9 giorni
Da un’ulteriore analisi pubblicata sulla rivista specializzata Journal of Hospital Infection e condotta dai ricercatori della University Medicine Greifswald, in Germania, è emerso che il nuovo coronavirus potrebbe sopravvivere sulle superfici inanimate a temperatura ambiente fino ad un tempo massimo di 9 giorni. Per sterminarlo, tuttavia, basterebbe l’azione di detergenti a base di candeggina, disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata.
Coronavirus: paziente curato con il plasma delle persone guarite17 febbraio 2020
https://www.cdt.ch/mondo/coronavirus-pa ... -j7gC7UDx8Uno dei pazienti affetti dalla sindrome Covid-19, curato con il plasma sanguigno raccolto da persone guarite, è stato dimesso dall’ospedale nella città-focolaio di Wuhan. Lo ha reso noto Sun Yanrong, funzionario del ministero cinese delle Scienze e della Tecnologia, durante una conferenza stampa oggi a Pechino.
Secondo il funzionario cinese, la prima dose di plasma sanguigno di un paziente ripresosi dalla sindrome Covid-19 è stata raccolta il primo febbraio, mentre questa terapia sperimentale è stata applicata per la prima volta il 9 febbraio a un contagiato in gravi condizioni ricoverato in un ospedale del distretto di Jiangxia a Wuhan.
Altri 10 pazienti, ha aggiunto Sun, saranno sottoposti a questa cura in settimana, mentre le autorità chiedono a un maggior numero di pazienti guariti dalla sindrome di donare il proprio plasma sanguigno.
Provata anche la clorochina fosfato
Alcuni esperti cinesi, sulla base dei risultati degli studi clinici, hanno confermato che la clorochina fosfato, un farmaco antimalarico, ha un determinato effetto curativo sulla nuova patologia del coronavirus (Covid-19). Lo ha comunicato oggi un funzionario cinese.
Sun Yanrong, viceresponsabile del China National Center for Biotechnology Development del ministero della Scienza e della Tecnologia, ha annunciato in conferenza stampa che gli esperti hanno «all’unanimità» consigliato di includere il farmaco nella prossima versione delle linee guida per la terapia e di valutarlo in studi clinici più ampi il più presto possibile.
Primo colombiano contagiato
Il ministero degli Esteri della Colombia ha confermato in una nota che un cittadino del Paese, tra i passeggeri della nave da crociera Diamond Princess in quarantena sulla costa del Giappone, è risultato positivo al test per il coronavirus. Secondo quanto riferito dai media colombiani, si tratta del primo caso confermato di cittadino colombiano ad aver contratto il virus.
«Oggi l’Ambasciata ha saputo che il colombiano è risultato positivo al test effettuato a bordo della nave e che sarà sbarcato come misura precauzionale seguendo i protocolli medici locali», si legge nella nota del ministero. L’identità del passeggero non è stata resa nota.
«Ad oggi, non vi è segnalazione di nessun altro cittadino colombiano in Giappone con il Coronavirus (Covid-19)», ha detto il ministero degli Esteri colombiano.
Secondo quanto riferito dal sito del quotidiano El Tiempo, ad oggi non è stato rilevato alcun caso confermato di coronavirus in Colombia. Tutte le segnalazioni di Covid-19 per cittadini colombiani o stranieri giunti in Colombia dalla Cina sono state analizzate ed escluse dal ministero della Salute.
Un caso negativo in Italia
È negativo al nuovo coronavirus il paziente trasferito dall’ospedale di Battipaglia, in provincia di Salerno, all’ospedale per le malattie infettive di Napoli Cotugno.
L’uomo, di circa 40 anni, era rientrato da poco dal suo Paese d’origine, la Cina, e aveva manifestato sintomi apparentemente riconducibili al coronavirus.
Azienda Usa produce il primo vaccino sperimentale contro il coronavirusAGI - Agenzia Giornalistica Italia
25 febbraio 2020
https://www.agi.it/estero/news/2020-02- ... o2qpxMybAcSi avvicina il vaccino contro il Covid-19, lo annuncia il Wall Street Journal. Il quotidiano economico scrive che la farmaceutica Moderna Inc. ha spedito il primo lotto del suo vaccino contro il coronavirus, sviluppato rapidamente, ai ricercatori del governo degli Stati Uniti, che lanceranno i primi test umani per verificare se il vaccino sperimentale possa aiutare a sopprimere l'epidemia originaria della Cina.
Moderna ha inviato ieri fiale di vaccino dal suo impianto di produzione di Norwood, Massachusetts, all'Istituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive di Bethesda. L'istituto entro la fine di aprile potrebbe iniziare un test clinico su circa 20-25 volontari sani, testando se due dosi del vaccino sono sicure e inducono una risposta immunitaria in grado di proteggere dall'infezione, ha detto il direttore del NIAID Anthony Fauci in un'intervista. I risultati iniziali potrebbero essere disponibili a luglio o agosto.