Coronavirus

Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:38 pm

Corona virus dalla Cina e la nostra paura dei cinesi, però non chiamiamolo razzismo e non demonizziamo chi ha paura.
La paura aiuta me non deve far sragionare, anzi deve stimolare sol ad essere prudenti e attenti.




Jie Yang, da 27 anni in Trentino «Ma ora la gente mi respinge»
1 febbraio 2020

https://www.ladige.it/territori/roveret ... eslmn1ICtA

Occhiatacce. Gente che cambia lato della strada quando la vede. Qualcuno addirittura si copre la bocca, con le mani o la manica del giubbotto. Effetto psicosi da Coronavirus. Succede a Rovereto, in Trentino.

Nella città che Jie Yang, cittadina cinese di 47 anni, nata a Lan Zhou (provincia nordoccidentale del Gansu) ha scelto 27 fa anni come sua nuova casa. Prima un viaggio da Pechino organizzato dall’università, dove studiava la lingua italiana. Poi l’arrivo nella città della Quercia, dove trova l’amore di un italiano, si sposa e decide di rimanere e costruirsi una nuova vita. Oggi è traduttrice e mediatrice interculturale e linguistica. Insomma, è il punto di contatto tra la comunità cinese lagarina (in tutto il Trentino sono circa duemila i cinesi stabilmente residenti) e le istituzioni pubbliche, giuridiche e del mondo dell’economia locali. Per questo le sue parole, nei giorni dell’esplodere dell’allarme per il possibile contagio del “virus cinese”, sono tanto più significative: perché rappresentano idealmente la voce dell’intera comunità cinese. «Non mi sono mai sentita così, emarginata e rifiutata» esclama Yang, nel consegnare alla redazione dell’Adige una lettera aperta indirizzata ai trentini tutti, a quelle persone che fino ad oggi l’hanno fatta sentire benvoluta e a casa.

«Mio amato Trentino, mi chiamo Jie, ho gli occhi a mandorla ed i capelli neri. Ventisette anni fa mi hai accolto fra le tue braccia. Per tutti questi anni, mi hai abbracciato, coccolato ed amato. Mi sento tua figlia come tutte le altre persone che sono nate e cresciute in questa terra meravigliosa. Ma in questi giorni qualcosa è cambiato. In questi giorni, la mia patria natale sta affrontando un periodo di dura prova. Io, assieme ai miei connazionali che si trovano a circa 10mila chilometri di distanza dai propri cari, ci siamo attivati in svariati modi per sostenere il passaggio di tale crisi che ormai non riguarda più solo la Cina, ma il mondo intero. Siamo pronti a sacrificare la nostra vita quotidiana per evitare di danneggiare la terra che ci ospita. Ma non è questo che voglio gridare».

Perché non è tanto l’angoscia, enorme, per i familiari lasciati in Cina a rendere avvilente e triste la situazione di Jie Yang, quanto il repentino cambio di atteggiamento di parte dei trentini nei suoi confronti. «Spero, nel rendere pubbliche queste mie considerazioni, di cambiare qualcosa, di far vedere il mondo dal nostro punto di vista - ci spiega -. Per esempio l’altro giorno sono andata a Trento, in uno degli uffici della Provincia. Dovevo fare il corso di formazione, perché sarò una delle addette del nuovo numero verde istituito dall’Apss per dare informazioni ai cittadini cinesi sul virus. Mentre salivo le scale, ho incontrato quattro uomini. Erano operai, lì per dei lavori, e stavano scendendo. I primi tre si sono fatti da parte, spostandosi per non toccarmi, e il quarto si è messo le mani sulla bocca».

«Ma sono sempre io - continua la lettera - la ragazza con gli occhi a mandorla ed i capelli neri, amo la vita come te e come te voglio proteggere i miei cari ma soffro quando cambi strada o per quegli sguardi che mi lanci. Trovo sgradevole anche che tu ti copri la bocca quando mi vedi. Come ti sentiresti se fossi tu nei miei panni?»
E a rendere tutto particolarmente insopportabile è l’assurdità di questi comportamenti. Come se l’essere di origine cinese esponesse maggiormente Jie Yang al virus. «Sono a rischio esattamente come tutti - esclama -. L’unica differenza è che io ho delle persone care che vivono proprio al centro dell’epidemia ed io non ho nessun modo per stargli vicino!».

Infine, l’ultima dichiarazione di amore per il Trentino: «Prima o poi, in un modo o nell’altro, tutto questo passerà. Quanto arriverà il momento, vorrei tanto poter guardarti negli occhi e amarti come sempre, se non di più. Provami che sei amorevole e compassionevole. Per favore, non aggiungermi altra sofferenza».


Lettera dei cinesi agli amici italiani: il Coronavirus non ci divida
Lettera dei cinesi agli amici italiani. A scriverla è la presidente dell’Associazione Silk Council, Lifang Dong, imprenditrice e avvocato di 41 anni conosciuta come Anna a Roma, la città dove vive e lavora.
“L’amicizia tra Italia e Cina messa a repentaglio dal nuovo Coronavirus. Non etichettiamolo come cinese, i virus non hanno nazionalità, né fede religiosa o colore politico, e restiamo uniti”.
31 Gennaio 2020
...

“Care amiche, cari amici italiani, questo è un momento delicato che va affrontato insieme con umanità, solidarietà e buon senso” si rivolge così ai nostri connazionali l’imprenditrice della seta, che dopo aver espresso “solidarietà e vicinanza a tutte le persone colpite dal coronavirus 2019-ncov e ai loro familiari” entra nel merito, offrendo spunti di riflessione per evitare il rischio di fratture tra gli italiani e i 300mila cinesi che vivono nel nostro Paese, di cui 20mila nella sola Capitale.

“Tutta la comunità internazionale si è attivata tempestivamente e con spirito di leale collaborazione per far fronte a questa crisi sanitaria – sottolinea -. Lo stesso Governo Cinese sta mettendo in campo le sue migliori risorse per risolvere tale difficile momento. La situazione è sotto controllo e siamo fiduciosi”.

Nonostante ciò, continua, “ho appreso con rammarico degli episodi di razzismo e discriminazione che si sono verificati verso membri della comunità cinese residente in Italia ed in particolar modo di quelli avvenuti nelle scuole. Sono inoltre molto dispiaciuta per il modo in cui una parte dei mezzi di comunicazione sta influenzando l'opinione pubblica, diffondendo notizie inesatte ed etichettando il Coronavirus come “virus cinese”. Questi appellativi feriscono i sentimenti di tanti cittadini cinesi residenti in Italia, così come di altrettanti cittadini italiani, come me, di origine cinese, che contribuiscono da sempre al ruolo di “ponte” tra l'Italia e la Cina. Purtroppo questi episodi non si sono verificati solo in Italia, ma anche in altri paesi europei. I virus non hanno nazionalità, né colore della pelle, né fede religiosa o credo politico. Tali atteggiamenti discriminatori andrebbero evitati, poiché producono il solo risultato di creare barriere alla lunga amicizia tra l'Italia e la Cina, nonché causare gravi ripercussioni socio-economiche a danno di tutti”.

“In Italia vivono oltre 300.000 cinesi, che studiano e lavorano nel nostro Paese. Anche in Cina si sono stabiliti migliaia di italiani per motivi di studio, lavoro e incluso familiari. I “nuovi italiani” di origine cinese di seconda, terza e quarta generazione sono nati qui e sono ben integrati nel nuovo tessuto multietnico italiano. Il 2020 è l'anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche e il decimo anniversario degli scambi culturali tra i nostri due Paesi. L'amicizia tra Italia e Cina oggi è messa a repentaglio da questa terribile emergenza del Coronavirus, ma proprio nei momenti di difficoltà bisogna restare uniti ed affrontare insieme tale situazione con costruttività e propositività, senza diffondere allarmismi o alimentare la paura di ciò che non si conosce”.

In questo momento difficile, anche Silk Council desidera dare il proprio contributo, così come sta facendo tutta la comunità cinese nel mondo. Visitando il sito ... è possibile fare una donazione, un Vostro piccolo gesto di amore verso chi soffre in Cina. Il ricavato sarà devoluto per l'acquisto di mascherine ed altri materiali sanitari da inviare in Cina a sostegno delle città colpite da questa emergenza, tra cui il mio paese natale, Wenzhou da cui provengono la maggior parte dei cinesi che vivono in Europa.

La lettera termina con un ringraziamento. “Vi ringrazio di cuore per il prezioso sostegno. Con l’augurio di superare presto questo momento difficile”. Firmato: Avv. Lifang Dong, presidente dell'Associazione Silk Council


Compaiono i cartelli che vietano l 'ingresso ai CINESI.
NON RIPETIAMO GLI ERRORI
DI 80 ANNI FA.
VERGOGNA!

https://www.facebook.com/elena.orlandi. ... 9007893076


Un'infermiera cinese colpita da coronavirus nella provincia di Henan, regala alla figlia in ospedale "un abbraccio d'aria"
https://www.facebook.com/10001055722437 ... 164805281/




Milano, costretto a chiudere il ristorante per psicosi da coronavirus: «La vostra cucina è con o senza virus
Fabio Giuffrida
13 febbraio 2020

https://www.open.online/2020/02/13/mila ... WhafNcPG30

«Due ragazzi ci hanno chiesto se la nostra cucina fosse con o senza virus. Che amarezza, la mia colpa è essere nato in Cina e avere gli occhi a mandorla?», a parlare è Simon Hu, 27 anni, gestore di un ristorante nel cuore di Milano chiuso a partire dagli inizi di febbraio. Il motivo? «Un drastico calo di clienti, siamo passati da 120 coperti il sabato sera a 18. Come facevamo ad andare avanti e a pagare i nostri dipendenti?», si chiede.

«Calo del 70-80%»

Da qui la chiusura temporanea nell’attesa che svanisca la psicosi da coronavirus, la stessa che ha svuotato la Chinatown milanese facendo registrare un importante calo del fatturato per tutte le attività commerciali. «Da noi un -70/80%, nonostante i prodotti usati siano tutti di provenienza italiana».

«Situazione invivibile»

Un clima pesante che si respira in tutta la città, secondo Simon Hu: «Pensate che mi trattengo dal tossire in pubblico perché ho paura di scatenare il panico. Credetemi, una situazione invivibile, sembra quasi che si voglia isolare il cinese e non il virus».


Il cartello
Open | Il cartello fuori dal ristorante

«Siamo rammaricati di quello che sta succedendo nel mondo e sulla triste diffusione di questi falsi miti sui ristoranti cinesi. Nonostante le nostre materie prime siano fresche e acquistate nel Mediterraneo, ci dispiace comunicarvi che purtroppo la situazione generale ci ha fatto risentire molto. Pertanto, dopo un periodo di riflessione, ci addolora annunciare che chiuderemo per un periodo non identificato. Vi assicuriamo che torneremo più ambiziosi che mai a catturare il vostro palato!», si legge sul cartello affisso fuori dal Wheat Restaurant a Milano.





L'Italia e la dipendenza cinese
Settore Medio Oriente
14 Febbraio 2020

http://www.geopoliticalcenter.com/attua ... B0lr2vpeQ8

Dipendenza cinese, una dipendenza quasi assoluta che riguarda non solo i settori produttivi ma anche il commercio ed in parte anche la politica. Una dipendenza che da queste pagine abbiamo più volte sottolineato e più volte stigmatizzato, non tanto per la natura tirannica del regime instaurato dal partito comunista cinese a Pechino, ma per evidenziare quanto sia importante per una nazione mantenere capacità produttiva in campi strategici dell’industria. Ricordate quando parlavamo dell’importanza di mantenere in Italia la filiera dell’industria pensante (acciaio, alluminio, automobili, aerei) e la criticità di avere il controllo assoluto sulle reti di comunicazione (5G), nonché la necessità di garantire alla nazione la più alta possibilità di approvvigionamento di materie prime energetiche (Libia, Mediterraneo, Russia), oppure la componentistica di base per l’industria, oppure l’industria farmaceutica.
Ecco, noi oggi abbiamo oggettivamente rinunciato alla capacità produttiva strategica in molti di questi settori e se la Cina, per propria decisione, oppure costretta da un evento non dipendente dalla sua stessa volontà (così come l’attuale epidemia), decidesse di interrompere le forniture all’Occidente, e di conseguenza all’Italia, ci troveremmo in seria difficoltà su più fronti. La gran parte della produzione farmaceutica di tipo “generico” arriva dall’Oriente e la nostra industria farmaceutica, anche se riuscisse a sopperire alla domanda nazionale, lo farebbe con costi molto più alti di quelli messi a budget dai sistemi sanitari regionali italiani.
Stesso ragionamento vale per i semilavorati cinesi funzionali alla produzione italiana in svariati campo della manifattura, un blocco o un forte rallentamento della produzione cinese determinerà una crisi profonda del sistema produttivo italiano, incapace di gestire intere filiere produttive senza aiuti “globali”.
Un discorso diverso va invece fatto per gli Stati Uniti, che per filosofia industriale e grazie ai dazi imposti dal presidente Trump sulle merci fabbricate in Cina, hanno dimostrato di essere tutto sommato indipendenti dalla Cina per la produzione dei beni di consumo, di telecomunicazioni, farmaceutici ed industriali che determinano la prosperità della società americana.
Ed ecco che alla luce di questa nostra dipendenza dalla Cina ci troviamo costretti a giustificarci con Pechino riguardo alla decisione di bloccare i voli diretti tra Italia e Cina, mentre la Cina stessa ha messo in quarantena 60 milioni di persone e prolungato le “vacanze” per il capodanno lunare di giorni e giorni, cancellata la vendita di pacchetti turistici, annullato il Gran Premio di Formula 1 di Shanghai previsto per aprile, chiuso cinema, teatri, scuole, università.
Questa emergenza sanitaria ci faccia prendere coscienza di quanto sia importante per noi ricercare nuovamente autonomia produttiva e autonomia energetica, in un mondo che è sì globale ma che non può essere diretto unicamente dai voleri e dalle necessità di quella enorme fabbrica globale che è, o forse è meglio dire era, la Cina dei nostri giorni.





Pechino nei giorni del coronavirus
Il Post
sabato 15 febbraio 2020

https://www.ilpost.it/2020/02/15/pechin ... ronavirus/

Le autorità cittadine della capitale cinese hanno ordinato a chiunque torni in città di passare 14 giorni in quarantena e le strade sono molto più tranquille del normale

A Pechino, la capitale della Cina, sono state imposte severe regole per cercare di limitare la diffusione del nuovo coronavirus (SARS-CoV-2). Venerdì, le autorità cittadine hanno comunicato che chiunque rientrerà in città dopo un periodo in altre parti della Cina dovrà passare 14 giorni in quarantena, annunciando punizioni per chi si rifiuterà di farlo. Misure simili erano state introdotte informalmente già a inizio febbraio, quando – aveva raccontato il New York Times – diverse organizzazioni di quartiere avevano imposto a chi tornava dopo le vacanze di rimanere due settimane in albergo: ora la regola è stata ufficializzata ed estesa a tutta la città, che in questi giorni sta facendo i conti con il ritorno di milioni di persone dopo la fine delle vacanze per il Capodanno cinese.

Pechino, dove vivono più di venti milioni di persone, è normalmente una città caotica e trafficatissima: da circa un mese, tuttavia, l’atmosfera è molto cambiata. Nonostante la città si trovi a più di 1000 chilometri da Wuhan – dove è avvenuta la maggior parte dei contagi – e nonostante in città siano stati confermati poco più di 200 casi di nuovo coronavirus, per quasi due settimane la maggior parte dei negozi è rimasta chiusa e tantissimi lavoratori hanno preferito lavorare da casa. Il New York Times aveva raccontato che le strade del centro erano semi deserte, così come le principali zone commerciali della città.

Anche i servizi di consegna di cibo a domicilio hanno sofferto della situazione, per via del timore che i fattorini potessero essere portatori del virus. In qualche caso documentato, i ristoranti controllavano la temperatura dei fattorini prima della consegna e allegavano ai pasti una sorta di certificato di buona salute.

Le grosse limitazione agli spostamenti per tutti i cinesi, oltre che la quarantena per decine di città nella regione di Hubei, hanno cominciato ad avere effetti negativi sull’economia, spingendo le autorità ad allentare i controlli. A Pechino, dove si trovano tutte le istituzioni governative più importanti, le regole sono tuttavia rimaste severe.

Insieme all’obbligo di quarantena per chi arriverà in città è stato imposto anche l’obbligo di annunciare il proprio ritorno alle autorità con un certo anticipo. Ai residenti è stato inoltre consigliato di non uscire di casa, di indossare protezioni e di non partecipare ad eventi pubblici affollati (anche se la maggior parte di questi, specialmente durante le feste, erano stati cancellati per precauzione).

In tutto, ad oggi, ci sono stati più di 66.000 casi confermati di nuovo coronavirus e più di 1.500 morti. Tutte le morti sono avvenute in Cina, per lo più nella zona di Wuhan, salvo tre: una persona è morta nelle Filippine, una in Giappone e una in Francia.




Coronavirus, la Cina ha mentito al mondo: Xi Jinping sapeva del contagio almeno dal 7 gennaio
16 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... vjKZKwU0L4

Ora non è più soltanto un sospetto. La Cina sapeva del coronavirus ben prima di dare l'allarme e avvertire il mondo del rischio-contagio. Emergono ora infatti le parole del presidente Xi Jinping dello scorso 3 febbraio in un discorso ai dirigenti del partito comunista, a cui - come riporta Corriere.it - aveva detto: "Il 7 gennaio, ho dato ordini verbali e istruzioni sulla prevenzione e il contenimento del coronavirus". Le parole sono state pubblicate sulla rivista del partito, Qiushi, che curiosamente significa "cercare la verità". Un clamoroso autogol del regime, che conferma il sospetto che covava tutto il mondo: la Cina ha taciuto perdendo tempo prezioso agli inizi dell'emergenza. Per inciso, il primo caso sospetto di "polmonite misteriosa" era stato registrato a Wuhan all'inizio di dicembre. Un silenzio, dunque, che potrebbe essere ancor più lungo rispetto al 7 gennaio di cui parla Xi Jinping.

La Cina, fino al 20 gennaio, riferiva di 45 casi accertati e di "infezione misteriosa". Il 18 gennaio gli epidemiologi dell’Imperial College di Londra spiegarono che i conti non tornavano: i contagi non potevano essere meno di 1.700, cifra ottenuta da semplici calcoli statistici. Soltanto il 20 gennaio la Cina ammise che la situazione era grave: il coronavirus era già una epidemia, il conteggio ufficiale dava conto di 4 morti e oltre 200 contagiati (cifre da sempre messe in discussione). Eppure, ancora il 20 gennaio la Commissione sanitaria nazionale sosteneva che il coronavirus fosse "prevenibile e contenibile". Per certo, ora, sappiamo che già il 7 gennaio Xi Jinping diede le prime istruzioni per gestire l'emergenza, ben 13 giorni prima dell'allarme generale






ASIA Pechino ed Asean annunciano il primo vertice sul coronaviru
s
AsiaNews.it
17/02/2020

http://www.asianews.it/notizie-it/Pechi ... 9Gue8-6L-8

Le parti si incontreranno fra tre giorni in Laos. In Thailandia si registrano 35 casi d’infezione, in Giappone 518 e a Singapore 75. L’epidemia di Covid-19 imporrà una contrazione al Pil della città-Stato. La Chiesa singaporiana annuncia la sospensione di tutte le funzioni pubbliche a tempo indefinito. Analisti attendono di capire se le relazioni della Cina con i suoi vicini saranno influenzate dalle limitazioni a collegamenti e scambi.

Singapore (AsiaNews/Agenzie) – Al di fuori della Cina, il bilancio aggiornato dell’epidemia del nuovo coronavirus Covid-19 è 694 casi di contagio confermati e tre morti in 25 Paesi. Il ministero cinese degli Esteri e le controparti dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (Asean) hanno annunciato stamane che s’incontreranno fra tre giorni in Laos, dove discuteranno le misure adottate da Pechino per contenere l’emergenza: sarà il primo grande vertice multilaterale dall’inizio della crisi.

La Thailandia, dove si registrano 35 casi d’infezione, ha deciso di aumentare i controlli sui visitatori provenienti da Giappone e Singapore. D’ora in poi, Tokyo limiterà i raduni pubblici per impedire un'ulteriore diffusione del virus, cancellando le celebrazioni per il compleanno dell'imperatore e riservando la maratona del mese prossimo nella capitale ai soli corridori professionisti. Nel Paese del Sol levante le persone infette sono 518, 454 solo sulla nave da crociera Diamond Princess. Ieri, le autorità di Singapore hanno annunciato tre nuovi casi di contagio, che portano a 75 il numero totale.

L’epidemia di Covid-19 avrà un forte impatto sull’economia della città-Stato: il ministero del Commercio e dell’Industria rivede al ribasso le previsioni sul Pil per il 2020. Secondo le stime, la crescita si attesterà intorno allo 0,5% – punto mediano di un intervallo tra -0,5% e +1,5%. Lo scorso novembre, il governo singaporiano prevedeva una crescita tra lo 0,5% ed il 2,5%.

Nel frattempo, le comunità religiose di Singapore adottano misure per contrastare i contagi. Alcuni templi e chiese stanno riducendo, o sospendendo del tutto, i servizi ed invitano i fedeli a seguire quest’ultimi su internet. Organizzazioni religiose buddiste e sikh scelgono invece di attuare misure precauzionali più rigorose nei luoghi di culto, esortando quanti non si sentono bene a rimanere a casa e invocando una maggiore pulizia nelle aree comuni.

Lo scorso 14 febbraio, la Chiesa cattolica ha annunciato la sospensione di tutte le funzioni pubbliche a tempo indefinito. Uno degli ultimi casi di contagio individuati dal ministero della Salute riguarda un cattolico che aveva partecipato ad una messa nella parrocchia di Cristo Re a Ang Mo Kio. Nella sua ultima lettera pastorale mons. William Goh, arcivescovo di Singapore, sottolinea che la misurazione della temperatura corporea “non è uno strumento di controllo infallibile”: anche le persone asintomatiche possono essere portatrici dell'infezione.

Membro del blocco Asean, il prossimo 20 febbraio a Vientiane una delegazione del governo di Singapore prenderà parte al vertice che vedrà protagonista anche Wang Yi, ministro cinese degli Esteri. La riunione segue lo sforzo concertato dei diplomatici cinesi per respingere critiche secondo cui Pechino ha nascosto informazioni al mondo ed ha reagito in modo lento all'emergenza sanitaria. Nei giorni scorsi, il governo cinese ha biasimato alcune nazioni per “aver esagerato in reazioni” che hanno innescato “panico non necessario”.

Analisti attendono di capire se le relazioni della Cina con i suoi vicini saranno influenzate dalle limitazioni a collegamenti e scambi, che alcuni Paesi hanno imposto per impedire che il virus si diffonda nei propri confini. Giappone, Singapore, Filippine, Indonesia e Australia sono tra quelli che hanno disposto misure più stringenti, di fatto impedendo l’ingresso di cittadini cinesi. Nazioni come Pakistan e Cambogia, che hanno stretti legami con Pechino, si sono astenute da applicare limitazioni dure ai visitatori provenienti dalla Cina. La Malaysia si è guadagnata i ringraziamenti cinese per essersi limitata ad imporre un divieto di viaggio solo sui residenti in territori cinesi sottoposti a quarantena.

Singapore ha più volte professato solidarietà nei confronti di Pechino, sebbene il Paese abbia imposto restrizioni severe come quelle decise dagli Stati Uniti. La città-Stato non ha ricevuto critiche pubbliche da funzionari cinesi, ma la scorsa settimana media statunitensi hanno riferito che il ministero cinese degli Esteri ha convocato l'ambasciatore di Singapore a Pechino per spiegare le nuove misure. Il Wall Street Journal sostiene che il governo cinese abbia interpellato i diplomatici di “un certo numero di ambasciate asiatiche e occidentali” per ragioni simili.



Coronavirus, la Russia di Vladimir Putin vieta l'ingresso ai cittadini cinesi: una scelta drastica
18 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... Q_VG4IiJQc

La Russia di Vladimir Putin non si perde in chiacchiere e vara una soluzione estrema per difendersi dal coronavirus. A partire da giovedì 20 febbraio sarà vietato l'ingresso di cittadini cinesi nel territorio russo per fermare la diffusione dell'epidemia di Covid-19. A renderlo noto è stata Tatiana Golikova, vice primo ministro responsabile della Salute: il timore del coronavirus è tale da vietare viaggi privati, nonché per lavoro, studio e turismo, nell'intero territorio. Lo stop all'ingresso in Russia di tutti i cittadini di nazionalità cinese sarà valido a tempo indeterminato, ovvero fino a quando non sarà del tutto chiara la situazione del coronavirus a livello globale. Nel dubbio di una pandemia, la Russia ha quindi deciso di chiudersi a riccio.





Coronavirus, morto il regista Chang Kai e tutta la sua famiglia: erano in quarantena, in casa
FILIPPO SANTELLI
19 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 5qujHsxVIU

Il primo ad ammalarsi è stato il padre del regista ma negli ospedali non c'erano letti disponibili. Sono deceduti in 4 e ora anche la moglie è grave. La decisione iniziale delle autorità di isolare i malati nelle proprie abitazioni ha moltiplicato il contagio causando più di un decesso nello stesso nucleo
PECHINO - "Addio a quelli che amo e a quelli che mi hanno amato". Poco prima di morire, il regista Chang Kai ha lasciato questo messaggio. Agli amici, ma soprattutto al figlio che vive a Londra, tutto quello che resta della sua famiglia. Si sono trasmessi il coronavirus tra loro, mentre stavano chiusi in casa in isolamento, e la polmonite li ha portati via uno dopo l'altro. Prima l'anziano padre di Chang Kai, poi la madre. Poi lo stesso regista, noto in città per il suo lavoro agli Hubei Film Studios, poi la sorella. Ora anche la moglie è malata, in condizioni critiche.

Una vicenda drammatica che racconta di come gli ospedali di Wuhan, presi d'assalto da migliaia di persone con sintomi più o meno gravi, fossero impreparati ad affrontare l'epidemia, e di come la scelta delle autorità di dirottare i malati verso la quarantena domestica possa aver favorito la trasmissione, anziché contrastarla.

Quando suo padre ha mostrato i primi sintomi, a metà gennaio, il 55enne Chang Kai ha disperatamente cercato di farlo ricoverare in uno degli ospedali della città, senza successo. Non c'erano più letti disponibili. Ha dovuto riportarlo a casa, secondo quanto previsto dalle norme in vigore, prendendosi cura di lui in prima persona, ma esponendo tutta la famiglia al contagio. Il giorno della morte del padre, il 28 gennaio, la madre era già malata. Il giorno della morte della madre, il 2 febbraio, erano già malati lui e la sorella.

Quel giorno le autorità di Wuhan hanno finalmente deciso di cambiare la strategia di contrasto al virus, dividendo le persone in casi confermati, sospetti e sotto osservazione, e isolando ogni categoria di conseguenza. I cittadini sono stati indirizzati verso i nuovi centri di quarantena allestiti in tutta fretta dal governo, costruendo nuove strutture o requisendo alberghi e edifici pubblici. Non proprio in condizioni ideali, ma almeno non a stretto contatto con i parenti, in spazi ristretti.

La politica introdotta dai nuovi leader, mandati dal gran capo Xi Jinping a risolvere la questione, prevede che tutti i sospetti siano testati e messi in quarantena, e che tutti i malati abbiano un letto d'ospedale.

Solo che per Chang Kai il cambio di rotta è arrivato troppo tardi. Venerdì scorso il regista è deceduto, lasciando agli affetti quell'ultimo messaggio scritto nello stile dei poemi classici cinesi. Qualche ora dopo è morta sua sorella maggiore, ora è la moglie a lottare per la vita. Una tragedia familiare che non sembra isolata. Molte storie raccolte in questi giorni dai media presenti a Wuhan suggeriscono che la decisione iniziale di isolare i malati in casa abbia moltiplicato il contagio all'interno delle famiglie, causando spesso più di un decesso nello stesso nucleo. Molte di quelle persone potrebbero non essere neppure mai arrivate in ospedale, neppure testate e registrate come contagiate. La loro morte, non compare nelle statistiche ufficiali delle prime settimane di coronavirus.



Coronavirus: in Iran 5 morti e 28 casi
Agenzia ANSA
22 febbraio 2020

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/m ... tGRujKb-14

(ANSA) - TEHERAN, 22 FEB - Sale a cinque il bilancio delle vittime in Iran provocate dal coronavirus: una persona che aveva contratto il virus tra 10 nuovi casi di contagio non ce l'ha fatta, ha annunciato oggi il ministero della Sanità del Paese.
E' salito così a 28 il numero dei contagiati.
"Abbiamo dieci nuovi casi confermati di COVID-19", ha detto il portavoce del ministero, Kianoush Jahanpour: "Uno dei nuovi casi sfortunatamente è deceduto".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:41 pm

Contagio in Africa, il corona virus è sbarcato in Africa
Gli scafisti nazi maomettani e gli aiuto scafisti cristiani, atei e nazi comunisti delle ONG stiano attenti, potrebbero essere loro i primi. Gli aiuto scafisti sono avvertiti.


Primo caso di contagio in Africa, un ricoverato per coronavirus in Egitto. I timori di estensione nel continente 14 febbraio 2020

https://www.open.online/2020/02/14/prim ... 3FKIVwNaSY


Il ministero della Sanità egiziano ha annunciato che è stato rilevato il primo caso di coronavirus in Africa. L’Egitto ha confermato il suo primo contagio e ha affermato che la persona colpita è uno straniero che era stato messo in isolamento in ospedale.

Il ministero della Salute ha chiarito in una dichiarazione di aver immediatamente informato l’Organizzazione mondiale della sanità e di aver adottato tutte le misure preventive necessarie. Non ha fornito la nazionalità della persona interessata o altri dettagli.

Tutte le persone entrate in contatto con lo straniero infetto sono state sottoposte ad analisi e isolate nelle loro abitazioni come misura precauzionale per un periodo di 14 giorni.

John Gabor, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità in Egitto, ha elogiato la velocità e la trasparenza del governo egiziano nell’affrontare la situazione e la sua disponibilità a informare l’Oms appena scoperto il contagio.


Gino Quarelo
Gli scafisti nazi maomettani e gli aiuto scafisti cristiani, atei e nazi comunisti delle ONG stiano attenti, potrebbero essere loro i primi. Gli aiuto scafisti sono avvertiti.



Coronavirus arriva in Africa, primo caso in Egitto
14/02/2020

https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... cB0DplJ7Rg

Il nuovo coronavirus è arrivato in Africa, dove è stato riportato un caso confermato in Egitto. Lo ha annunciato il ministro della Salute egiziano - come riporta Arab News - specificando che si tratta di un paziente straniero - di cui non sono stati forniti altri dettagli - ricoverato in isolamento in ospedale. Il ministro, in una nota, ha spiegato di aver immediatamente informato l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di aver preso tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus.
Nell'ultimo bollettino dell'Oms, con i dati sull'epidemia aggiornati alla serata di ieri 13 febbraio, non risultavano casi confermati di Covid-19 nel Continente africano.



L'Africa disarmata di fronte all'epidemia
AGI - Agenzia Giornalistica Italia
13 febbraio 2020

https://www.agi.it/estero/news/2020-02- ... a-7073961/

Massima allerta dei servizi sanitari africani di fronte al rischio concreto di importazione del coronavirus sul continente, stretto partner commerciale della Cina. Finora non c'è stato alcun Paese africano tra i 24 paesi che a livello mondiale hanno notificato casi di contagi da nuovo coronavirus Covid-19 all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Ma l'organizzazione Onu è preoccupata. Se l'Africa è per ora immune da coronavirus, "casi di contagi potrebbero verificarsi in qualunque momento, e la maggior parte degli ospedali non sarebbe in grado di far fronte a un numero elevato di pazienti bisognosi di cure intensive" ha sottolineato Michel Yao, responsabile Oms delle operazioni di emergenza in Africa.

"Nei centri sanitari è alto il livello di allerta" ha detto al quotidiano britannico Guardian la direzione del Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC), a maggior ragione dopo che l'Oms ha definito l'epidemia "una minaccia molto grave per il resto del mondo". Nel giro di una settimana è però triplicato - da 5 a 15 - il numero di Paesi africani che hanno fatto eseguire test di laboratorio a soggetti in quarantena e a quanti presentano sintomi sospetti.

Finora su 45 casi sospetti segnalati all'Oms da Etiopia, Costa d'Avorio, Ghana, Botswana e Burkina Faso, 35 sono risultati negativi e una decina di persone sono tutt'ora in quarantena, in attesa dell'esito dei test.
Dall'inizio della crisi sanitaria cinque Paesi africani, tra cui il Marocco, hanno rimpatriato concittadini che si trovavano a Wuhan per motivi di studio o di lavoro. Ma secondo Yao "è la mancanza di reagenti per testare il virus che sta ritardando la capacità dei Paesi africani a confermare casi, per questo stiamo lavorando tutto il giorno per assicurarci che li ricevano e per dispensare corsi di formazione".

Quali sono i Paesi più a rischio

Ad oggi solo 7 laboratori, per un intero continente, sono in grado di eseguire i test: tra questi l'Istituto Pasteur in Senegal e il National Institute for Communicable Diseases in Sudafrica, che hanno ricevuto campioni da esaminare da Paesi sprovvisti da centri clinici competenti mentre in alcuni casi sono stati spediti direttamente a Parigi. E per l'Oms - che nei giorni scorsi ha inviato altri kit a 29 laboratori africani - i paesi maggiormente a rischio contagio, per i stretti rapporti con Pechino, sono Algeria, Angola, Etiopia, Ghana, Nigeria, Tanzania e Zambia.

Sull'importanza della capacità ad eseguire test, il responsabile di Africa CDC, John Nkengasong valuta che "il potenziamento delle nostre capacità ad eseguire diagnosi in loco incoraggerà le persone con sintomi sospetti a presentarsi ai centri" per sottoporsi ad esami. La prossima settimana in Sudafrica altri 25 paesi riceveranno formazioni sui test del Covid-19.

"Se fai aspettare la gente per giorni, l'esperienza dimostra che non si sposta per i test. Ora che un numero maggiore di paesi è in grado di eseguirli, la possibilità di vedere emergere casi aumenterà nelle prossime settimane. Il tempo ci farà sapere quanti saranno" ha concluso Nkengasong. Guardando oltre la necessaria fase diagnostica ancora da potenziare, rimane l'allerta sulle insufficienti capacità medico-sanitarie della maggior parte dei paesi africani a far fronte a un numero elevato di casi da coronavirus.

La sentenza di Oms e Ue sul blocco dei collegamenti diretti deciso da alcuni Paesi, tra cui l'Italia. Intanto nella provincia dello Hubei si contano 254 nuovi decessi dopo che i parametri diagnostici per confermare i casi di contagio sono stati modificati per garantire maggiore discrezionalità ai medici

Pochissimi posti per la terapia intensiva

"È una grande sfida: la capacità di trattare un alto numero di pazienti contagiati è assente nella maggior parte delle nazioni del continente. Siamo preoccupati ed è per questo che ci accertiamo che i sistemi sanitari nazionali si trovino già al massimo livello di allerta" ha precisato Yao, in prima linea nella micidiale epidemia di Ebola nel 2014-16 e in quella attualmente in corso in Repubblica democratica del Congo, per la quale l'Oms ha confermato il livello di "allerta rossa".

Ad eccezione del Kenya e del Sudafrica, la maggior parte degli ospedali africani ha servizi di terapia intensiva dalle capacità molto limitate, con spesso solo 10 letti disponibili. Se l'Africa dovesse far fronte ad un'epidemia di coronavirus, sarebbe cruciale il coinvolgimento diretto di Ong internazionali, come Medici senza frontiere (Msf), che con i loro centri di cure potrebbero dare un contributo vitale in termini di equipaggiamenti sanitari - ossigeno, apparecchi respiratori - e di personale competente per compensare sistemi locali carenti.

Mercoledì a Ginevra l'Oms ha ricordato che oltre al pericolo coronavirus, in questo momento la Repubblica democratica del Congo non è ancora uscita dall'emergenza Ebola - che ha già causato 2250 morti - e da quello del morbillo, con un bilancio di 6.300 vittime negli stessi mesi.




Coronavirus, primo contagio in Africa: il caso in Egitto. L'Oms: "Non possono gestire l'emergenza"
14 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... Ss1MMnTi-k

Alla fine il coronavirus è sbarcato in Africa. Il primo caso di contagio è stato registrato in Egitto, come annunciato dal ministero della Salute del Cairo. Le autorità egiziane hanno specificato che si tratta di un paziente straniero - di cui non sono stati forniti altri dettagli - ricoverato in isolamento in ospedale. Il ministro, in una nota, ha spiegato di aver immediatamente informato l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di aver preso tutte le misure necessarie per prevenire la diffusione del virus.

Da giorni c'era la massima allerta dei servizi sanitari africani di fronte al rischio concreto di importazione del coronavirus sul continente, stretto partner commerciale della Cina. Finora non c'era stato alcun Paese africano tra i 24 paesi che a livello mondiale hanno notificato casi di contagi da nuovo coronavirus Covid-19 all'Oms. Che è molto preoccupata: "Casi di contagi potrebbero verificarsi in qualunque momento, e la maggior parte degli ospedali non sarebbe in grado di far fronte a un numero elevato di pazienti bisognosi di cure intensive", ha sottolineato Michel Yao, responsabile Oms delle operazioni di emergenza in Africa.

Finora su 45 casi sospetti segnalati all'Oms da Etiopia, Costa d'Avorio, Ghana, Botswana e Burkina Faso, 35 sono risultati negativi e una decina di persone sono tutt'ora in quarantena, in attesa dell'esito dei test. Dall'inizio della crisi sanitaria cinque Paesi africani, tra cui il Marocco, hanno rimpatriato concittadini che si trovavano a Wuhan per motivi di studio o di lavoro. Ma secondo Yao "è la mancanza di reagenti per testare il virus che sta ritardando la capacità dei Paesi africani a confermare casi, per questo stiamo lavorando tutto il giorno per assicurarci che li ricevano e per dispensare corsi di formazione". Ad oggi solo 7 laboratori, per un intero continente, sono in grado di eseguire i test: tra questi l'Istituto Pasteur in Senegal e il National Institute for Communicable Diseases in Sudafrica, che hanno ricevuto campioni da esaminare da Paesi sprovvisti da centri clinici competenti mentre in alcuni casi sono stati spediti direttamente a Parigi.



Coronavirus, i giudici di pace: «Nelle udienze per le espulsioni dei migranti rischiamo il contagio»
Mercoledì 5 Febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/italia/coro ... 30884.html

Coronavirus, allarme dei giudici di pace, che denunciano che durante le udienze per le espulsioni dei migranti rischiano il contagio. «La pericolosità di un contagio» da coronavirus è «tangibile durante le udienze celebrate dai giudici di pace» per la «convalida delle espulsioni di migranti clandestini, che si tengono nei Centri di permanenza e rimpatrio» e cioè di chi ha «violato l'ordine di allontanamento dal territorio dello Stato od anche per i reati di clandestinità». Perciò l'Associazione nazionale giudici di pace chiede con urgenza al «governo e alle autorità competenti», con una nota, misure idonee per la loro tutela.




L'avvertimento della virologa Ilaria Capua: "Il coronavirus arriverà in Italia"
Francesca Bernasconi - Ven, 14/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... VcsCBwnpyw

La virologa lancia un appello: "Le aziende che hanno la possibilità di far lavorare con il telelavoro, per piacere comincino a pensarci. Dobbiamo organizzarci"

L'emergenza coronavirus non è ancora finita. E il Covid-19 arriverà anche da noi.

Non ha alcun dubbio la virologa Ilaria Capua che, ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira, il programma che va in onda su La7, ha fatto chiarezza sul virus e sui suoi sviluppi futuri.

Come prima cosa, la virologa fa chiarezza sull'allarme legato al contagio senza sintomi, notizia che aveva gettato nel panico migliaia di persone. "I sintomi si mostrano dopo che il virus ha fatto il primo ciclo di replicazione, colonizzando gli organi", chiarisce la Capua, parlando del periodo di incubazione che hanno tutte le malattie, "durante il quale il soggetto infetto non mostra sintomi". E aggiune: "Tutte le malattie si sviluppano in fase presintomatica". Per questo, appare del tutto normale che anche una persona malata, ma che ancora non manifesta i sintomi da nuovo coronavirus, possa contagiare qualcun'altro. Quindi, "se si ha un contatto ravvicinato con quella persona" è possibile contrarre il virus.

Poi, la virologa lancia un appello: "Le aziende che hanno la possibilità di far lavorare con il telelavoro, per piacere comincino a pensarci". Il motivo? "Questa infezione arriverà in Italia", afferma convinta Ilaria Capua, che aggiunge: "Farà il giro del mondo, combinerà dei guai nei Paesi più poveri e quindi organizziamoci". Laciando le persone a casa, si evita la diffusione del contagio, per questo sarebbe bene che le aziende iniziassero a pensare a questa possibilità. E avverte: "Questa non è una cosa che fra una settimana andrà via".

Intanto, in Italia proseguono i controlli sui voli in arrivo dall'estero, mentre continua lo stop degli aerei con la Cina, scelta rivendicata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, anche all'interno del Consiglio straordinario di Bruxelles. "Vengono riconosciute le misure adottate come misure giuste", ha detto al termine della riunione.

Fino ad oggi, si contano tre casi da nuovo coronavirus in Italia, tutti ricoverati all'ospedale Spallanzani di Roma: si tratta di due turisti cinesi, ancora in terapie intensiva, e del 29enne in buone condizioni. Invece, i 20 cinesi del gruppo di cui facevano parte anche i due ricoverati sono stati tutti dimessi, dopo le due settimane di quarantena.



Augura il coronavirus ai migranti, bufera sulla consigliera leghista per le pari opportunità

Domenica 16 Febbraio 2020

https://www.ilmattino.it/primopiano/cro ... n84DIcisuw

«Magari che ci metta lo zampino il coronavirus…». Il tema è quello dei migranti, il sito riporta una fake news: tanti casi di coronavirus in Africa, quando in realtà ne esiste uno solo, in Egitto. Un commento sotto all'articolo condiviso scatena la bufera. L’autrice è Sabina Venturi, già candidata con la Lega alle comunali, insegnante della scuola di infanzia e che attualmente è componente della commissione Pari Opportunità di Gubbio.

Il caso sta rapidamente montando sul web, come riporta "La notizia quotidiana". C’è chi chiede che l’insegnante venga al più presto rimossa dal proprio incarico, in quanto «del tutto incompatibile con l’insegnamento e l’educazione dei bambini». Altri l’espulsione immediata dalla commissione.

«In merito ai fatti che hanno visto protagonista una componente della Commissione Pari Opportunità di Gubbio – scrive la presidente di Commissione Giorgia Gaggiotti – riteniamo doveroso prendere le distanze dai contenuti espressi, contenuti che sono in totale discordanza coi principi che ispirano la nostra attività. Pur trattatandosi, forse, di una leggerezza, il ruolo che ricopriamo ci impone di avere lo stesso atteggiamento di apertura e ascolto verso tutti coloro che faticano a vedere riconosciuti i propri diritti, anche qualora non si tratti di donne – sottolinea – poiché il rispetto mancato a uno è rispetto mancato a tutti, il diritto negato ad un solo essere umano è il diritto negato per tutti. La Commissione Pari Opportunità di Gubbio si riunirà in via straordinaria – conclude – nei prossimi giorni per effettuare una accurata verifica interna prima di esprimere ufficialmente posizioni che, per regolamento, possono essere assunte soltanto in maniera collegiale. Nel frattempo invitiamo tutti a non scendere a livelli dialettici poco edificante».

Coronavirus, primo caso in Africa e nuove speranze per la terapia

Si dissocia anche il Comune: «Siamo venuti a conoscenza di una dichiarazione inqualificabile da parte di un’insegnante, nonché consigliera di parità, intervenuta sul social Facebook che, se confermata, rappresenterebbe un fatto gravissimo, un pensiero generale non conciliabile con il ruolo di docente ne’ con quello di rappresentante di un’istituzione. – scrivono il sindaco Stirati e la Giunta – Come amministrazione non possiamo e non vogliamo esimerci dal prendere nettamente le distanze, in maniera inequivocabile dal contenuto del commento».

Arrivano anche le scuse della consigliera: «Ho scritto pubblicamente le mie scuse. Odio la violenza e mi sono fatta prendere dai post, che pubblicano di violenze e furti di queste persone. Ho reagito con rabbia».


“I presidi medici dei Cara non possono trattenere e sottoporre agli appositi trattamenti sanitari chi ha patologie come la tubercolosi perché si ledono i diritti..”. E i diritti degli italiani a non farsi infettare?

https://vod08.msf.cdn.mediaset.net/farm ... _0.mp4?_=1



Coronavirus, fino a 24 giorni di incubazione: la nuova ipotesi
10 febbraio 2020

https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/ ... zione.html

Il periodo di incubazione del nuovo coronavirus, che ha fatto la propria comparsa nella città cinese di Wuhan, nell’Hubei, lo scorso 24 dicembre, potrebbe essere più lungo di quanto previsto. “Potrebbe estendersi fino a 24 giorni“: 10 giorni in più rispetto a quanto ipotizzato in precedenza.
A darne notizia è il noto quotidiano britannico online Independent, che cita uno studio condotto da un team di ricercatori cinesi e co-firmato dal dottor Zhong Nanshan, l’esperto che nel 2003 scoprì il coronavirus Sars, attualmente tra i consiglieri nominati per affrontare l’epidemia del nuovo coronavirus 2019-nCoV.
Lo studio nel dettaglio

Lo studio a cui fa rivestimento la fonte, con titolo “Clinical characteristics of 2019 novel coronavirus infection in China”, è stato pubblicato domenica scorsa ed è attualmente in attesa di essere sottoposto alla revisione di altri ricercatori (“peer review”).
I risultati, come scritto dagli autori della ricerca, indicano che “il periodo medio di incubazione è di 3,0 giorni, con un intervallo da 0 a 24,0 giorni”.
Se quanto emerso dal nuovo studio condotto da Zhong Nanshan verrà confermato da ulteriori analisi e ricerche, andranno probabilmente riviste le misure di quarantena applicate fino ad ora.
Il protocollo internazionale, infatti, prevede 14 giorni di isolamento per tutti i soggetti che sono stati nelle zone a rischio, per i pazienti positivi al coronavirus o per coloro che sono venuti a contatto con le persone contagiate.
Coronavirus: su vetro, metallo o plastica può sopravvivere 9 giorni

Da un’ulteriore analisi pubblicata sulla rivista specializzata Journal of Hospital Infection e condotta dai ricercatori della University Medicine Greifswald, in Germania, è emerso che il nuovo coronavirus potrebbe sopravvivere sulle superfici inanimate a temperatura ambiente fino ad un tempo massimo di 9 giorni. Per sterminarlo, tuttavia, basterebbe l’azione di detergenti a base di candeggina, disinfettanti a base di alcol o acqua ossigenata.



Coronavirus in Africa, la Lega all'attacco: "Se rischio è reale chiudere i porti"
Alessandra Benignetti - Lun, 17/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... a_d0zfLXbo

Dopo l'appello di Fratelli d'Italia per il blocco navale, anche il deputato leghista Eugenio Zoffili chiede al governo di "chiudere i porti ai migranti nel caso in cui il rischio di diffusione del virus dall’Africa fosse reale"

Dopo la proposta del blocco navale arrivata dai banchi di Fratelli d’Italia al Senato, ora a chiedere al governo di chiudere i porti ai migranti e sospendere i voli dal continente africano in seguito al primo caso di coronavirus accertato in Egitto, è anche il leghista Eugenio Zoffili.

Per il deputato del partito di Matteo Salvini, presidente del Comitato Bicamerale Schengen, Europol e Immigrazione, il governo italiano dovrebbe rafforzare le misure di prevenzione contro la diffusione del Sars Cov-2. "In questi giorni di grave emergenza sanitaria occorre seguire lo sviluppo degli eventi con meticolosa attenzione, preparando di volta in volta contromisure adeguate ai nuovi rischi di contagio", ha scritto il parlamentare in una nota, soffermandosi sulla necessità di adottare particolari provvedimenti "nei confronti del continente africano, da dove provengono sempre più imbarcazioni cariche di immigrati verso le nostre coste".

L’appello al governo è quello di "alzare la guardia nei controlli sanitari sugli immigrati sia al momento dello sbarco, sia durante i periodi di permanenza nei centri d’accoglienza e CPR fermo restando che la soluzione, anche in questo caso, è la chiusura dei porti agli immigrati clandestini e la valutazione di una sospensione temporanea dei voli provenienti dal continente africano nel caso in cui il rischio di diffusione del virus dall’Africa fosse reale". "Nel frattempo – annuncia - sarà cura del nostro Comitato chiedere ai Ministeri competenti di monitorare la gestione delle misure sanitarie nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, al fine di ottenere in breve tempo una valutazione realistica dei rischi per l'Italia e per i suoi cittadini".

Non parla di immigrazione, almeno non in maniera esplicita, il ministro della Salute, Roberto Speranza, che oggi ha fatto il punto in un’intervista a La Repubblica assicura che per ora non servono misure di sicurezza ulteriori. L’Africa, per ora, non fa paura. "C’è solo un caso in un continente enorme, a noi molto vicino", ha detto il ministro. "La situazione, ha aggiunto, va valutata giorno per giorno con la massima serietà". Al momento, secondo il capo del dicastero, è sufficiente continuare con lo screening sui passeggeri, finora oltre 1,2 milioni, che sono transitati finora nei porti e aeroporti italiani.

"Per quanto riguarda voli e imbarcazioni che provengono dall'Africa, i controlli sono rigorosi come per chi proviene da altre parti del mondo", rende noto il ministro. Che chiarisce: "Al momento non ha fondamento scientifico prevedere altro". Sul lungo termine, rilancia, la strategia è piuttosto quella di "sostenere" a livello sovranazionale "i Paesi africani per mettere in atto misure di prevenzione e contenimento".

L’eventualità di una diffusione del coronavirus nel Continente Nero, intanto, preoccupa gli esperti. Per l’Oms sarebbe proprio l’Africa "l’anello debole della catena di sorveglianza". E se il virus si propagasse a sud del Sahara "la situazione sarebbe più drammatica che in Cina", ha avvertito nei giorni scorsi anche il fondatore di Microsoft, Bill Gates. Gli esperti italiani, però, rassicurano. Il paziente egiziano "è stato immediatamente identificato e isolato", ha spiegato a SkyTg24 il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, Giovanni Rezza. "Se arrivasse in un Paese con una struttura meno forte, magari dell'Africa centrale – ha poi aggiunto - allora il rischio di diffusione potrebbe esserci".



Coronavirus: 2 giapponesi positivi

Agenzia ANSA
19 febbraio 2020

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... fa772.html

(ANSA) - ROMA, 18 FEB - Una coppia di giapponesi è stata trovata positiva al test del coronavirus dopo una vacanza alle Hawaii dal 28 gennaio al 6 febbraio. Lo riporta la Cnn. La compagnia aerea americana con la quale hanno viaggiato, la Delta Airlines, ha già allertato i passeggeri che hanno volato con la coppia, mentre le autorità hawaiane stanno cercando di rintracciare tutte le persone che possono essere entrate in contatto con loro. Secondo il ministro della Salute locale, l'uomo sarebbe stato contagiato in Giappone.


Iran: 2 persone sono morte a Qom, risultando positive al Coronavirus. Sommando tempo di incubazione e tempo tra i sintomi e la morte (medi) possiamo pensare che il virus sia in Iran da almeno 10/15 giorni. Il virus va cercato più spesso, forse anche in Occidente
19 febbraio 2020

Coronavirus, morti due infetti in Iran: è il 28esimo paese al mondo in cui è arrivato il contagio

https://www.fanpage.it/esteri/coronavir ... -contagio/

Aumenta il numero delle vittime del Coronavirus Covid-19 fuori dalla Cina. Due pazienti sono morti in Iran, precisamente in un ospedale di Qom, a circa 140 chilometri da Teheran, dove si trovavano già in isolamento dopo essere risultati positivi all'infezione. Lo ha reso noto il viceministro della Sanità Qasim Jan Babaei, citato dall'agenzia Mehr, il quale ha anche sottolineato che i due erano in età avanzata e con "deficienze immunitarie". "Ci aspettavamo – ha aggiunto – che il virus entrasse nel paese ed è arrivato, fortunatamente in ritardo rispetto ad altri Paesi coinvolti. Abbiamo preso tutte le misure per tenere la malattia sotto controllo e non bisogna preoccuparsi".

I numeri aggiornati dell'emergenza Coronavirus

L'Iran diventa così il 28esimo paese al mondo a segnalare il contagio da Coronavirus, secondo i dati del Center for Disease Control raccolti dalla Johns Hopkins University. Fuori dalla provincia cinese dell'Hubei, la cui capitale è Wuhan, epicentro dell'emergenza, il numero più alto di casi è stato segnalato da Singapore, a quota 81, e dal Giappone, con 74 infetti. Tuttavia, proprio nelle ultime ore il numero dei guariti dal nuovo virus ha superato per la prima volta quello dei contagiati. Ciò significa che l'epidemia potrebbe cominciare a stabilizzarsi. In Cina, tuttavia, la situazione resta difficile, con 50mila casi confermati e oltre duemila decessi.

L'Oms: "Fatti progressi ma è troppo presto"

Intanto, l'Organizzazione mondiale della Sanità cerca di smorzare la preoccupazione per la diffusione del Covid-19. Uno dei responsabili dell'Oms ha fatto sapere che sono stati fatti "enormi progressi" nel contrasto al Coronavirus dalla sua comparsa in Cina a dicembre ma ha avvertito che è "ancora troppo presto" per abbassare la guardia. "Abbiamo fatto enormi progressi in poco tempo", ha detto Richard Brennan, Direttore per le misure d'urgenza nel Mediterraneo orientale in un conferenza stampa al Cairo. "Ora si arriva a diagnosticare il virus dappertutto e sono stati attivati sistemi sanitari efficaci", ha aggiunto Ahmed al-Mandhari, direttore regionale per il mediterraneo orientale dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Brennan ha anche messo in guardia contro le false informazioni su Covid-19 che circolano sui social network: "Non ci sono prove che il virus sia stato prodotto in laboratorio o come arma biologica", ha detto, riferendosi alle voci che il virus sia stato creato dall'uomo.


Coronavirus, i veri pericoli adesso potrebbero arrivare dall'Africa
Mauro Indelicato - Ven, 21/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... NHSRCFgmnM

Preoccupazione nella comunità scientifica circa la possibile incidenza del virus nel continente africano. Secondo alcuni esperti, occorrerebbe già oggi bloccare i voli dai paesi africani alla Cina

Le notizie delle ultime ore sul fronte del Coronavirus non sono certo positive ed hanno indotto molto più di una preoccupazione nel nostro paese, visto che per la prima volta un contagio è avvenuto in Italia in un soggetto che di recente non è stato in Cina.

Ma se per il momento, nel complesso, la situazione nella nostra penisola appare sotto controllo, i pericoli in previsione futura non sono certamente da considerarsi ridimensionati. Anche perché se nella provincia cinese di Hubei, epicentro dell’epidemia, i contagi sono iniziati a diminuire e l’emergenza forse ha iniziato ad attenuarsi, dalla Corea al Giappone, passando per Singapore ed Hong Kong, adesso è fuori dalla Cina che i numeri potrebbero farsi più preoccupanti.

La vera sorvegliata speciale però è l’Africa. Nei giorni scorsi si è verificato un primo caso nel continente nero, con il virus scoperto in un paziente ricoverato in Egitto. E gran parte degli specialisti sono stati concordi nel ritenere positiva la circostanza che ha visto il primo caso africano di coronavirus palesarsi proprio nel paese delle piramidi. Questo perché il sistema sanitario egiziano è considerato molto affidabile, i suoi standard sono tra i più elevati nel continente ed in tutta la regione mediorientale. Ed infatti le autorità sanitarie de Il Cairo sono riuscitie ad isolare il paziente e ad evitare altri contagi.

Il problema non può dirsi però superato. A spiegare il motivo è stata nelle scorse ore, con un’intervista su La Stampa, la ricercatrice italiana Vittoria Colizza. Assieme ad un team composto in gran parte da italiani ma operante a Parigi, all’interno dell’istituto francese di sanità e ricerca medica, l’esperta specializzata in epidemiologia da settimane sta studiando modelli matematici sulla diffusione del coronavirus.

Nelle ricerche condotte fino ad adesso, è emerso in primo luogo che l’Africa è effettivamente esposta alla possibile diffusione del nuovo virus. L’unica buona notizia è che, secondo modelli matematici elaborati, i paesi più vulnerabili in tal senso sono anche quelli più affidabili del continente a livello sanitario: l’Egitto per l’appunto, così come Algeria e Sudafrica.

“Va detto che, fortunatamente, proprio i tre Stati sono, nel contesto del continente, tra quelli che meglio possono arginare il contagio”, ha dichiarato infatti Vittoria Colizza.

E questo lo si è potuto appurare tramite alcuni parametri: “Consideriamo due indicatori: la capacità funzionale a livello sanitario, che valutiamo in particolare con i dati forniti dall' Oms – ha spiegato ancora Vittoria Colizza – E poi una vulnerabilità, che non è collegata direttamente alla sanità, ma a fattori più generali, come la stabilità economica e politica o la demografia”.

Dunque, analizzando i vari rapporti commerciali e quelli relativi agli spostamenti aerei, le nazioni più esposte al contagio del virus emerso in Cina sono quelle che più possono fornire garanzie. Tuttavia, questo non vuol dire che occorre abbassare la guardia: Egitto ed Algeria del resto, sono paesi che potrebbero pure offrire migliori condizioni sanitarie, ma sono anche molto vicini all’Europa. Ed in particolar modo all’Italia, circostanza questa da sottolineare. Se qualcosa dovesse andar storto in caso di contagio, il nostro paese sarebbe senza dubbio quello più esposto.

Inoltre, i modelli matematici hanno messi in evidenza il fatto che i maggiori pericoli sono per i tre paesi prima citati, ma non hanno escluso la possibilità di contagio anche per altre nazioni africane. E tra queste, come ha ancora sottolineato Vittoria Colizza, ce ne sono alcune che, per via di fattori sia politici che sociali e sanitari, non potrebbero offrire molte garanzie: “Si tratta – ha specificato la ricercatrice – di Nigeria, Etiopia, Sudan, Angola, Tanzania, Ghana e Kenya”.

In questi paesi sono presenti molte aziende cinesi, impegnate soprattutto nella costruzione di nuove infrastrutture o nelle attività commerciali che il “dragone” asiatico ha implementato negli ultimi anni. Considerando che i governi interessati non hanno interrotto i voli da e per la Cina, l’allerta potrebbe diventare sempre più concreta in futuro.

Secondo la studiosa italiana, occorrerebbe pensare da subito per l’Africa le stesse misure già varate in altre nazioni, a partire proprio dallo stop temporaneo dei voli verso il paese asiatico: “La relazione tra i voli aerei con la Cina e la possibilità di contagio in Africa è molto forte – ha spiegato Vittoria Colizza – La metà è assicurata da Ethiopian Airlines, che non ha cessato i voli. Però va detto che se si fermano al 100% si blocca davvero la possibilità d'importare il virus. Se, invece, si riducono, anche del 90%, la possibilità di un contagio è solo ritardata”.

In poche parole, occorrerebbe occuparsi già da adesso della possibile diffusione del virus in Africa e far pressione affinché i governi del continente nero valutino ogni misura per arginare il fenomeno. Diversamente, la situazione potrebbe diventare molto caotica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:41 pm

Coronavirus, Matteo Salvini: "Se arriva sul barcone un contagiato denuncio il ministro Lamorgese"
17 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... 3GmLHRtVeE

Pronta una denuncia contro Luciana Lamorgese. Firmato: Matteo Salvini. Il motivo? Il coronavirus e i migranti: "Se Conte e i suoi sciagurati ministri proveranno a riaprire porti avrà in me e nella Lega avversari che non si arrenderanno mai. Dice 'se scende da un barcone uno con il coronavirus denuncio il ministro'. È certo che il contagio è arrivato anche in Africa a maggior ragione controllare chi entra e esce non è un diritto, è un dovere", tuona l'ex ministro degli Interni in diretta su Facebook.

"Se qualcuno vuole cancellare i decreti sicurezza sappia che fa un favore ai mafiosi e ai trafficanti - prosegue sul tema immigrazione -. Siamo pronti raccogliere milioni di firme in tutta Italia per fermare questo ritorno al passato. In Italia c'è bisogno di più sicurezza e non di meno. Che poi Conte dia retta più alle sardine che non al popolo è certamente surreale. Viviamo un periodo molto, molto, particolare ma prima o poi si tornerà a votare".


"Coronavirus? In Toscana si rischia delitto contro salute pubblica”
Federico Garau - Mar, 18/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... IxqP1bzlow

I politici di centrodestra si sono attivati per ricevere maggiori chiarimenti dal ministero della Salute, ed un Question Time è stato richiesto in Parlamento: il timore è che la situazione in Toscana non venga gestita con le doverose precauzioni. Burioni: “È necessario che i 2.500 cinesi che rientreranno dalla Cina in Toscana rimangano per 14 giorni in quarantena”

Sale la preoccupazione in Toscana per l'arrivo di oltre 2.000 cittadini cinesi di ritorno nella Regione dopo essere stati in patria per festeggiare il Capodanno.

A dare la comunicazione è stato il governatore Enrico Rossi che ha presentato l'apertura di un ambulatorio dedicato proprio alle persone rientrate dalla Cina.“Al momento non c'è nessun allarme, nessun caso di nuovo Coronavirus tra persone di ritorno dalla Cina. Quindi, certo, dobbiamo alzare il livello di attenzione e di prevenzione, ma prima di tutto combattere la paura, l'ignoranza, il pregiudizio, i fenomeni di razzismo. Qui da noi allo stato attuale il vero problema è la normale influenza, non il Coronavirus”, ha dichiarato il presidente della Regione Toscana, come riportato da “La Nazione”. Proprio per gestire la situazione, in località Osmannoro (Firenze) è stato aperto un ambulatorio dove sarà possibile effettuare il tampone faringeo necessario per individuare le persone positive al virus.

Le misure prese dalla Regione, tuttavia, non hanno pienamente tranquillizzato i politici di centrodestra, che hanno deciso di rivolgersi direttamente al ministero della Salute per ricevere dei chiarimenti. Richiesto anche un dibattimento sul tema in Parlamento.

“Abbiamo presentato un Question Time alla Camera dei Deputati per chiedere subito notizie in merito al ritorno a Prato di circa 2000 cinesi. Vogliamo capire come il ministero della Salute pensa di muoversi e quali precauzioni ha intenzione di prendere a tutela della salute di tutta la città di Prato e non solo”, hanno comunicato in queste ore i deputati di Forza Italia Stefano Mugnai ed Erica Mazzetti, come riferito da “La Nazione”.

“Preferiamo prevenire ogni rischio e conoscere le intenzioni del Governo. La stampa locale ha annunciato che sono in corso i rientri dei cinesi andati a festeggiare il Capodanno in Cina, alcuni dei quali sono rimasti bloccati a seguito delle misure cautelative adottate dalle autorità cinesi. Il console cinese ha parlato di 2.500 persone: 2.000 su Prato, 500 su Firenze. Queste notizie hanno creato preoccupazione che non deve divenire panico, ma neanche portare alla disattenzione”, hanno concluso nella nota da loro rilasciata.

Alle parole dei due deputati di Forza Italia fanno eco quelle di Giorgio Silli, residente a Prato e deputato di Cambiamo: “Sono molto preoccupato per la mia Prato. C’è il rischio che qualcuno debba rispondere del reato di ‘delitto colposo contro la salute pubblica’ per la mala gestione dell’emergenza sul Coronavirus. Purtroppo la confusione regna sovrana. Gli unici da cui i cittadini e i sanitari pretenderebbero chiarezza, gli esponenti delle istituzioni regionali, provinciali e comunali, navigano a vista anteponendo la colpevolizzazione del centro destra. Stanno dimostrando di essere incapaci di gestire quello che sta accadendo”.

Lo stesso virologo Roberto Burioni, intervenendo sul caso, ha parlato di doverose misure di prevenzione da adottare. “È assolutamente necessario che i 2.500 cinesi che rientreranno dalla Cina in Toscana rimangano per 14 giorni in quarantena”, ha dichiarato all'Agi. “La quarantena è l'unica arma di difesa che abbiamo per proteggerci dalla diffusione del Coronavirus e non possiamo non usarla. Da medico posso dire che se anche una persona di queste 2.500 uscisse di casa e risultasse poi infetta si metterebbe a rischio tutto il lavoro di contenimento fatto finora. In questo casi credo sia mille volte più importante eccedere in prudenza che lasciare tutto alla faciloneria”, ha aggiunto.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:42 pm

Io non faccio più ordini su Amazon di prodotti che possono arrivare dalla Cina


Reggio Emilia, merci bloccate per il Coronavirus: l’infezione diventa industriale
Enrico Lorenzo Tidona
17 febbraio 2020

https://gazzettadireggio.gelocal.it/reg ... 1.38481199

Unindustria apre un info point che riceve dieci chiamate al giorno dalle aziende Le merci dalla Cina arrivano a singhiozzo e gli operai chiedono di sanificare i pallet

REGGIO EMILIA. La fabbrica del mondo si è fermata e l’infezione del Coronavirus sta diventando anche economica. Lo stop imposto alle aziende cinesi dal governo locale per evitare l’esplosione dei contagi nel Paese più popoloso al mondo, sta avendo effetti diretti sulle imprese reggiane, che in Estremo Oriente si approvvigionano dei semilavorati necessari per i prodotti della meccanica e della moda (senza scordare le merci da scaffale) assemblati a Reggio e rivenduti nel mondo.

Sono due le emergenze ora in atto: una sanitaria e l’altra, non meno pericolosa, di tipo industriale, per gestire le quali la stessa Unindustria di Reggio Emilia ha dovuto istituire un info point per offrire consigli e risposte agli associati, viste le difficoltà logistiche, di gestione delle risorse e di approvvigionamenti della merce. Un punto di contatto che gestisce una media di dieci richieste di aiuto al giorno, primo termometro di una situazione economica che comincia a fibrillare anche lungo la dorsale industriale della via Emilia, che per sopperire ai cali potrebbe a breve ricorrere anche agli ammortizzatori sociali.

DIPENDENTI PREOCCUPATI

Non mancano in alcune imprese reggiane le implementazioni di operazioni di sanificazione delle merci in arrivo dalla Cina. Ci sono infatti operai che non vogliono maneggiare le merci senza prima un trattamento, potendo il virus rimanere sulle superfici (anche se per un tempo limitato). Ecco allora che le aziende stanno ricorrendo alla cosiddetta fumigazione, che permette di bonificare tramite un trattamento specifico i pallet arrivati dall’Oriente. Passaggio che rallenta l’efficienza delle fabbriche e ne aumenta in maniera relativa i costi. Restano poi molti i punti di domanda sui dipendenti in Cina e che devono rientrare in Italia e a Reggio. Vige infatti un blocco sui voli diretti dalla Cina all’Italia che però sono facilmente aggirabili sfruttando gli scali. Il punto centrale è capire quali sono le precauzioni sanitarie da osservare per il rientro in azienda dei dipendenti, oltre a capire come aiutare i colleghi all’estero a tornare a casa evitando i blocchi.

Cancellati invece in un colpo solo l’arrivo di clienti dalla Cina. Ne sa qualcosa il sistema della moda, che celebra oggi l’avvio della settimana della moda a Milano senza un migliaio di buyer cinesi, vale a dire i grandi acquirenti che fanno poi gli ordini per uno dei mercati ormai più importanti per il settore. Stanno saltando anche le partecipazioni a diverse fiere e meeting internazionali, che sono a forte carattere commerciale e verranno rimpiazzati dalle meno efficaci videochiamate a distanza.

INFEZIONE INDUSTRIALE

Il problema di questo Coronavirus è che il rapporto con la Cina è cambiato. Nel 2003, quando ci fu l’epidemia della Sars, era un Paese più isolato mentre oggi è interconnesso e protagonista delle filiere industriali ed economiche su scala mondiale. Un’opportunità diventata anche un’incognita nel caso del virus, visto che i cali di approvvigionamento si faranno via via più intensi. L’impasse potrebbe essere evitata con il ricorso ad altri canali e altri Paesi per evitare cali produttivi e ritardi nella consegna dei prodotti finiti. Tutte incognite che stanno portando via tempo e risorse alle aziende reggiane, a loro volta interconnesse col mondo ed esposte quindi sia ai benefici dell’export sia ai venti di crisi.

HELP DESK

Unindustria Reggio Emilia tramite l’Area Internazionalizzazione (estero@unindustriareggioemilia.it, telefono 0522409775) ha istituito un Info Help Desk Infezione Coronavirus per garantire supporto alle imprese coinvolte, attivando le aree competenti. L’associazione è a disposizione per segnalazioni di fermo merci o di produzione, supporto per problematiche riguardanti il personale residente o rimpatriato dalla Cina tramite l’area sindacale (sindacale@unindustriareggioemilia.it, numero di telefono 0522409721) e qualsiasi altra necessità legata a questo evento di natura straordinaria. Strumenti in via di attivazione in diverse associazioni, visti i risvolti dell’infezione su scala mondiale.




CORONAVIRUS/ “In Cina è fuori controllo, ma Xi si rafforza: l’incognita è il dopo”
16 febbraio 2020

https://www.ilsussidiario.net/news/coro ... hl7mtU1yCU

1.527 vittime provocate dal coronavirus, 67.097 contagi, 8.571 ricoveri. è la situazione aggiornata della diffusione del virus Covid–19 secondo la Johns Hopkins University, che monitora in tempo reale l’evolversi della situazione. “Il tasso di mortalità del coronavirus è del 2,29% in Cina e dello 0,55% fuori. Questo dimostra che la malattia è curabile” ha detto ieri a Monaco il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, le cui dichiarazioni politico–patriottiche (“le accuse alla Cina sono bugie”, “Negli Usa non si accetta il successo di un paese socialista”) non hanno sorpreso nessuno, dopo le epurazioni politiche scattate in Cina per volontà del presidente Xi Jinping. Tre giorni fa sono saltati i vertici del partito della provincia dell’Hubei e della città di Wuhan, focolaio del coronavirus.

La priorità di Pechino è certamente quella di arginare gli effetti politici del fenomeno, che dal punto di vista sanitario appare fuori controllo. Ne approfitta l’America per mettere in difficoltà l’unico “impero” che sta rivaleggiando con la potenza statunitense. “Noi non vogliamo conflitti con la Cina. Vorremmo collaborare, ma la Cina deve essere più trasparente”, “deve rispettare le regole come gli altri” ha detto il ministro della Difesa americano Mark Esper a Monaco, davanti al ministro cinese Wang Yi.

“Il problema della Cina è camminare sul sottile filo di lana della lotta al contagio del virus e quello di evitare il crollo della produzione industriale lo sviluppo economico. C’è una evidente contraddizione tra i due elementi” spiega al Sussidiario Francesco Sisci, giornalista e sinologo, a lungo corrispondente dalla Cina ed editorialista di Asia Times.

Com’è attualmente la situazione?

In effetti, per ammissione delle autorità cinesi, il virus è fuori controllo. Quando il governo ammette che 5 milioni di persone hanno lasciato Wuhan nel pieno della crescita del numero dei contagiati, quando si rivede il numero dei contagiati perché il contagio non si manifesta immediatamente, quando infine si trovano persone infette in tutte le province del paese, si ammette che la diffusione del virus non è chiara. Quindi, giustamente, il governo sta cercando di mettere in quarantena grandi numeri di persone e sconsiglia di uscire. Ma questo, se eseguito alla lettera, comporta un crollo economico.

C’è modo di attutirne gli effetti?

Solo in parte, compensando con il lavoro a distanza, quello degli uffici o delle scuole. Ma nelle fabbriche qualcuno deve andare a produrre. Qualcuno deve seminare e raccogliere nei campi. Qui bastano le mascherine come misure di prevenzione? Non è chiaro, perché tante cose non sono chiare di questa malattia.

Qual è la risposta di Pechino?

Al di là dei numeri ufficiali, è chiaro che Pechino sta agendo con grande decisione, mettendo praticamente un miliardo di persone in stato di allerta. la gente segue e ha fiducia. Non ci sono proteste, negozi assaltati. In questo il governo dimostra di essere capace di prendere in mano la situazione e ha sostegno popolare. Ma ci saranno i conti economici, e i conti da fare sulle pecche produttive e politiche che hanno portato a questa condizione.

E sotto il profilo politico? Forse è questo il fronte più preoccupante. Si sa che il Partito ha sostituito i vertici locali a Wuhan e nell’Hubei.

La catena di comando a Wuhan ha ignorato più o meno scientemente il pericolo per alcune settimane o forse anche per un mese. Pechino ha punito i responsabili, ma è chiaro che c’è un problema di struttura politica che non funziona, non di responsabilità individuale.

Qual è il problema in termini di politiche e strutture economiche?

O lo Stato riprende tutta la terra, e si torna alla pianificazione sovietica, oppure deve davvero liberalizzare, ma questo vuol dire che si cambia il sistema politico. In ogni caso sta finendo l’ambiguità di “socialismo di mercato” che ha retto la Cina negli ultimi 40 anni.

Verrà il momento di tirare le somme.

Sull’economia i conti da pagare saranno enormi, ma ancora non sappiamo quanto grandi perché non si sa quando la malattia comincerà a declinare. Pechino ha comunque un fondo gigantesco per sostenere il mercato e finora sta funzionando, anche con l’aiuto americano, poiché Trump non vuole una crisi economica che gli rovini le chance di rielezione.

Il presidente Xi non appare indebolito?

In realtà il governo di Xi potrebbe uscire da questa crisi anche più forte. Ha vinto il virus e tenuto il paese insieme. Il problema è il dopo.

Sta dicendo che il governo centrale si rafforza, ma la Cina potrebbe risultare complessivamente più debole?

I problemi strutturali economici e politici saranno affrontati? Come si farà a convincere i mercati mondiali che non succederà più e che quindi Pechino è un partner affidabile? O Pechino cambia decisamente registro, o questa crisi del virus potrebbe essere l’inizio di qualcosa di ancora più grave. Del resto una peste diede inizio al Rinascimento, ma un’altra peste fermò per secoli il potere dell’impero bizantino e aprì le porte al rivoluzionario islam.

(Marco Tedesco)





Coronavirus, "in Cina chi non conosce a memoria le norme per contenere l'epidemia finisce in un centro di rieducazione"
19 febbraio 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... e/5710994/

“Ho riconosciuto che il mio comportamento viola gli ordini del governo. Il mio comportamento ha aperto la possibilità di un mio contagio o di miei familiari”. A parlare è un cittadino cinese che le autorità hanno confinato in una palestra adibita a centro di rieducazione. Il motivo? Non ha osservato le regole che sono scattate per i residenti della provincia cinese dell’Hubei: per loro è infatti obbligatorio conoscere a memoria i regolamenti emanati dal governo per contenere l’epidemia di coronavirus. Chi si avventura per strada, anche a Wuhan è concesso laddove si dimostri di avere una ragione importante per farlo, deve però saper recitare le norme, se fermato da un agente. I trasgressori, scrive il Global Times, saranno inviati in centri speciali per imparare a memoria i documenti ufficiali.

Intanto è stata inserita nelle nuove linee guida cinesi sull’infezione Covid-19 la modalità di contagio “via aerosol”, cioè attraverso le ‘goccioline’ che si emettono respirando. L’ultima versione del Piano per la diagnosi e il trattamento del nuovo coronavirus – giunto alla sesta edizione e diffuso dalla National Health Commission con la National Administration of Traditional Chinese Medicine – indica che “il virus può essere trasmesso quando una persona è stata esposta ad alte concentrazioni di aerosol in un ambiente relativamente chiuso per un periodo lungo”. “Le goccioline respiratorie e la trasmissione per contatto stretto sono le principali vie” attraverso cui ‘viaggia’ la malattia, spiegano le autorità sanitarie di Pechino. L’accento è posto dunque sulla presenza del virus nell’aria, che forma un aerosol con le minuscole gocce disperse nei gas atmosferici, capaci di percorrere, fluttuando, lunghe distanze e in grado di trasmettere l’infezione a seguito dell’inalazione.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:44 pm

Il morbo è già arrivato in Lombardia e in Veneto a due passi da casa: grazie Conte, grazie Di Maio, grazie Zingaretti, grazie Mattarella!

Coronavirus: primi due casi di contagio in Veneto. Pazienti positivi al test a Padova. Chi sono e dove vivono
21 febbraio 2020

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... 66320.html

Coronavirus in Veneto, ultime notizie sul Gazzettino.it. Primi due casi accertati di contagio da Coronavirus a Padova: si tratta di due pazienti, entrambi anziani, risultati positivi al test effettuato nella città del Santo. I pazienti hanno rispettivamente 78 e 67 anni, il loro sesso non è stato ancora fatto sapere con certezza, sono di Vo' euganeo, vengono dall'ospedale di Schiavonia. Sono ricoverati nel reparto Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliera della città, sono isolati. Uno dei due è in terapia intensiva in condizioni critiche.
I tamponi, già risultati positivi, sono stati inviati per riscontri all'Istituto Spallanzani di Roma: si attendono quindi gli esiti dei secondi test, ma l'allerta è alta. E' in corso la mappatura di tutti gli spostamenti e i contatti avuti dai due contagiati.

Schiavonia, l'ospedale sarà svuotato. Tamponi a tutti i dipendenti
Sono stati disposti tamponi su tutti i dipendenti del primo ospedale. «A Schiavonia «andiamo gradualmente a svuotare l'ospedale, in maniera tale da sanificare il tutto». Lo ha annunciato il presidente del Veneto.

Vo' euganeo: chiuse scuole e negozi.
«Siamo preoccupati, ho parlato col sindaco di Vò Euganeo per adottare tutte le misure: chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto - ha detto a Padova il governatore Luca Zaia - Non bisogna diffondere il panico, ma prima regola è l'isolamento».
Per quanto riguarda Vò Euganeo, dove i due risiedono «anche lì i luoghi frequentati dai due signori verranno chiusi e stiamo ricostruendo tutte le relazioni sociali e i contatti che questi signori hanno avuto, per fare i tamponi e verificare se ci sono soggetti positivi».

Unità di crisi in via degli Scrovegni a Padova - Luca Zaia
Avuta conferma del contagio il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, è andato a Padova, qui è prevista a breve una teleconferenza, da via degli Scrovegni, con il capo nazionale della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Entrando negli uffici dell'Uls a Padova, Zaia ha precisato: «Non sono il classico caso sospetto, non erano persone che erano andate in Cina, probabilmente hanno avuto contatti in loco». Zaia ha anche fatto sapere che «si sta valutando l'eventualità di creare una struttura dedicata ai contagiati perchè non sappiamo qual è l'entità del contagio».
Covid19. Pazienti contagiati in Veneto: dove vivono

I due anziani contagiati dal virus e ricoverati a Padova abitano entrambi a Vo' Euganeo, paese nella zona dei Colli. La notizia non è ancora confermata, ma sembra che le due persone rimaste contagiate frequentassero lo stesso bar.

Numero verde da chiamare per informazioni e primo triage telefonico
Il numero verde da chiamare per informazioniCoronavirus, domande e risposte, è il 1500 ed è stato attivato dal Ministro Roberto Speranza il 27 gennaio. Il numero utile anche per effettuare un triage telefonico prima di presentarsi in ospedale.

Coronavirus, cosa sta succedendo in Veneto

Il 21 febbraio 2020 è stato accertato il primo caso di contagio in Veneto, seguito immediatamente da un secondo. Si tratta di due persone, anziani, residenti nell'area dei Colli Euganei. Fino a questo momento in Veneto erano stati ricoverati nei reparti ospedalieri di malattie infettive nove casi sospetti di Coronavirus, riferiti a soggetti che presentavano lieve sintomatologia respiratoria e che rientravano da aree a rischio della Cina. Tutti erano risultati negativi ai test di laboratorio. Finora i bambini e adulti in isolamento fiduciario sono stati 77. I due casi di contagio a Padova aprono nuovi scenari e hanno subito fatto attivare l'unità di crisi del Veneto.

IL CONTAGIO. La parola all'esperto: Giorgio Palù, professore dell' Università di Padova
«E' possibile essere negativi al test dopo avere avuto un'infezione da coronavirus SarsCoV2». Lo rileva Giorgio Palù, ordinario di Microbiologia e Virologia dell' Università di Padova... (LEGGI L'ARTICOLO)

Coronavirus, Ippolito (direttore Spallanzani): «Siamo entrati in una nuova fase: da importazione a circolazione»


Covid19 cosa sta facendo la sanità del Veneto
Più in generale, le misure adottate dalla Regione hanno previsto l'immediato aggiornamento dei Comitati di Emergenza di Sanità Pubblica (Cesp) e Gruppi operativi a Risposta Rapida (Gorr) delle Aziende Ulss, e l'istituzione di una Task Force regionale composta da rappresentanti delle U.O. Malattie infettive, da Direttori dei Dipartimenti di Prevenzione, Direttori Servizi Igiene Sanità Pubblica, referenti delle professioni sanitarie, per adottare le misure di prevenzione e controllo dell'epidemia in modo organizzato e uniforme sul territorio regionale. Sono state trasmesse alle Aziende Ulss e ospedaliere, e alle Associazioni delle strutture private accreditate, tutte le circolari ministeriali pervenute con le indicazioni regionali per la loro attuazione, con la richiesta di diffonderle anche ai Medici di medicina Generale e ai Pediatri di libera scelta. E' stata inoltre predisposta un'apposita sezione del sito web regionale dedicata all'epidemia di Nuovo Coronavirus (2019-nCoV) con lo scopo di informare la popolazione sulla situazione internazionale e le precauzioni da adottare.

La Regione pronta a gestire anche gli scenari peggiori
Coronavirus, cosa dice il presidente del Veneto Luca Zaia. «Seguiamo ora dopo ora l’evolversi della situazione, in contatto con il Commissario Borrelli e il Ministro Speranza. Per noi l’allerta è massima e ci stiamo preparando a un’eventuale emergenza più importante. Combattiamo un virus, per cui l’attenzione è totale». Lo ha dichiarato Zaia, in relazione all’evolversi della situazione legata al coronavirus e ai casi palesatisi in Lombardia. «In caso di necessità – aggiunge il Governatore – siamo pronti a intervenire su più piani e a tutti i livelli, anche in modo drastico se ve ne fosse bisogno».

«Il presidente Zaia ha fatto bene a rassicurare i cittadini spiegando che la Regione è già mobilitata e pronta anche a gestire gli scenari peggiori». Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti. «La rete sanitaria veneta - prosegue Ciambetti - ha già attivato tempo i protocolli previsti dal ministero della Salute e richiesti dalle autorità internazionali per contrastare la diffusione del contagio e garantire la salute dei cittadini. Dai medici di base sino al 118 e alla rete ospedaliera che fa perno sull'azienda ospedaliera di Padova, è già da tempo attivo il protocollo per l'individuazione e gestione dei casi sospetti. Non potevamo fare altrimenti: il virus non conosce frontiere e siamo tutti chiamati a mettere in pratica le norme elementari di prevenzione dalle più banali e semplici, come il lavarsi spesso le mani. Nessun allarmismo, ma prudenza ed estrema attenzione da parte di tutti. Il primo vaccino da fare - conclude - è contro la disinformazione e le fake news».



Coronavirus, l'Italia stabilisce il nuovo record di contagi in Europa: "Non è finita, altri casi arriveranno"
21 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... a3-oddEMzM

In un solo giorno l'Italia ha fatto registrare un record molto poco invidiabile, quello dei contagi per il coronavirus. I 14 casi confermati in Lombardia ed i 2 in Veneto si aggiungono ai 3 riscontrati precedentemente nel Lazio. In totale gli infetti scoperti sul suolo italiano sono 19: stando ai dati della Johns Hopkins University, siamo la nazione con più casi registrati in Europa. Superata la Germania, che si era fermata a 16 contagiati: a seguire ci sono la Francia con 12, la Gran Bretagna con 9, la Spagna con 2 e il Belgio con 1. Fuori dall'Europa sono 16 i casi registrati negli Stati Uniti, 9 negli Emirati Arabi e 5 in Iran, dove tra l'altro l'emergenza da coronavirus è scattata proprio nel giorno del voto.

Quella italiana è "una situazione che si temeva e che merita la massima attenzione": a dirlo è Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano. "Altri casi ci saranno - aggiunge - e la presenza dell'influenza complicherà molto lo sforzo di contenimento". Intanto da Bruxelles il premier Giuseppe Conte continua a dimostrare una calma olimpica dinanzi all'emergenza: "Eravamo preparati a questa evenienza, avevamo predisposto un piano e lo stiamo attuando, la popolazione non deve essere preoccupata". Stando a quanto riportato dall'Adnkronos, la Difesa ha reso disponibili per la quarantena 60 posti presso il Comando Esercito di Milano e 130 presso l'ex base del 50esimo Stormo in San Polo di Podenzano (Piacenza).


Coronavirus, Matteo Salvini denuncia il governatore Enrico Rossi: "Mette a rischio la salute dei toscani"
21 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/po ... PZjTZlDEoc

Matteo Salvini va all'attacco del governatore piddino della Toscana, Enrico Rossi sul coronavirus: "Presentiamo un esposto denuncia contro il presidente Rossi, che non facendo tutti i controlli necessari su chi rientra dalla Cina, mette a rischio la salute dei cittadini toscani, e accusa chi lo critica, scienziati e medici compresi, di essere un 'fascioleghista'". +

"È inquietante quanto sta accadendo in questi giorni tra Roma, Firenze e Prato. Il ministro Speranza e il presidente Rossi, accomunati dalla stessa ideologia culturale e politica, fanno a gara a chi minimizza di più su questo drammatico tema", deputati di Forza Italia Erica Mazzetti e Stefano Mugnai, firmatari di una interrogazione urgente al ministero della Salute. "È sotto gli occhi di tutti la pessima gestione dell'emergenza da parte della Regione che immagina di risolvere tutto con un ambulatorio, senza però divulgarne adeguatamente la notizia alla comunità cinese che sempre più spesso opta per una auto quarantena. Inoltre, non si ha notizia di come viene gestito il trasporto dei cinesi sbarcati in Italia. Se dovessero in autonomia prendere dei mezzi pubblici il pericolo di contagio sarebbe elevatissimo". A Prato poi è "inspiegabile" la decisione del sindaco di "non ottemperare alla richiesta della vastissima comunità cinese di uno spazio ah hoc per la quarantena, così come è inutile il protocollo d'intesa stilato dalla Regione Toscana con il Consolato cinese, che prevede la quarantena volontaria nell'abitazione di chi è a rischio infezione, in quanto molti dei cinesi non hanno una vera e propria abitazione perché ’vivonò nei capannoni dove lavorano. Insomma, Ministero, Regione e Comune di Prato stanno prendendo troppo sottogamba il rischio epidemia, esponendo la popolazione a pericoli di non poco conto".


https://www.facebook.com/zaiaufficiale/ ... 531684499/



Coronavirus, l'annuncio di Conte: scatta la quarantena obbligatoria
22 febbraio 2020

https://www.sostenitori.info/coronaviru ... LZ_q_fq75A

Dopo i primi tre casi accertati di coronavirus nel lodigiano, il presidente del Consiglio Conte è intervenuto da Bruxelles, spiegando che “È stato predisposto un trattamento di isolamento per tutti coloro che sono venuti a contatto con le tre persone risultate positive al test del Covid-19 in Lombardia. Si tratta dei primi tre casi di persone che hanno contratto il virus pur non essendo mai stati in Cina. La questione ci occupa i pensieri”, ha sottolineato Conte.

“Si è appena riunito il comitato tecnico-scientifico istituito dal ministro Speranza. Abbiamo certificato questi tre nuovi casi di coronavirus del lodigiano. È stata appena adottata una nuova ordinanza che dispone il trattamento di isolamento obbligatorio con chi è entrato con questi pazienti, certificati positivi. Inoltre è stata predisposto la sorveglianza attiva, un trattamento di contatto costante con i medici, con possibilità di una domiciliazione fiduciaria, per coloro che negli ultimi 14 giorni sono stati in aree a rischio. Continuiamo a seguire questi casi, anche per poter ricostruire con attenzione tutti gli spostamenti di questi pazienti per poter intervenire tempestivamente”, ha aggiunto il premier, interpellato all’ingresso del Consiglio europeo

LE AREE A RISCHIO

“Le aree a rischio le definisce l’Oms, non sono tutte le aree della Cina”, ha poi precisato. È stato poi domandato al premier perché è stato chiesto alla popolazione locale di rimanere in casa: “Abbiamo adottato la linea di massima prudenza anche ci consente di scacciare via qualsiasi allarmismo sociale”, ha assicurato il premier. “Dovete fidarvi delle indicazioni ufficiali del ministero della Salute, perché abbiamo un comitato tecnico scientifico che ci offre la base tecnica e scientifica di valutazione. Ovviamente un attimo dopo, conseguentemente adottiamo tutte le iniziative e le indicazioni anche sul piano politico che sono necessarie per la popolazione. Siamo gia’ al livello massimo di precauzione”.


Coronavirus, a Vo' otto cinesi in ospedale, dilaga il contagio: indagini su un loro laboratorio
23 febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/italia/coro ... L85_BBAq7c

Come un coprifuoco, in pieno giorno, al riparo da un nemico che non si vede: il virus. Vo' Euganeo, Comune di 3.500 anime ai piedi dei Colli Euganei, in provincia di Padova, è entrato ieri sera nel frullatore del Covid-19. E non sa quando ne uscirà. Venerdì notte lo choc per la morte a Schiavonia di Adriano Trevisan, ex imprenditore edile 78enne, prima vittima italiana. Ora i casi di infezione dilagano. A Vo' Euganeo ne sono stati censiti 10: 11, considerando Trevisan. L'altro caso in Veneto, che porta il conteggio a 12, è di un paziente di Mira (Venezia), portato in rianimazione a Padova.

Adesso Vo' è blindato, anche se non vi sono transenne o posti di blocco a impedire l'accesso. Chiusi i negozi, tranne alimentari e farmacie, chiuse le scuole, interrotte le fermate dei mezzi pubblici. Il paese resta aperto al traffico, ma la Prefettura ha chiesto al Comune di predisporre un piano nel caso si fosse costretti a dire stop alla circolazione. L'ordinanza del Comune sul cordone sanitario - che ha replicato quella emessa dalla Regione, e le linee guida del Ministero della Salute - lascerà Vo' isolata dal resto per i prossimi 14 giorni. La gente ha l'ordine di uscire il meno possibile.

I due bar del paese, il Sole e il Mio, frequentati dai primi due contagiati sono stati chiusi già ieri sera. Il sindaco Giuliano Martini, farmacista, ha dormito due ore la scorsa notte. Il resto le ha passate a sentire tecnici, presiedere riunioni in municipio, confrontarsi con gli esperti. «Non avrei mai pensato di affrontare una situazione del genere», dice. Il tranquillo tran tran di un'amministrazione di provincia si è trasformato in due giorni in una bolgia di misure di sicurezza e prevenzione. «Cerchiamo di stare il più tranquilli possibile, altrimenti il panico prende il sopravvento» dice una residente, mentre fa una rapida uscita in piazza per comperare qualcosa. La paura però c'è: «ieri sera in automatico ci siamo già isolati tutti, prima ancora che venisse fatta l'ordinanza. È giusto così, bisogna essere responsabili» spiega un'altra abitante di Vo'.

«Troppo allarmismo non giova alla comunità - dice invece una terza donna - Se non ci sono sintomi o altri fattori di rischio non mi sento in pericolo andando a fare a spesa». Intanto si comincia a ipotizzare una pista per individuare il luogo del 'punto zerò del contagio nel paesino sui Colli. La lente, per ora, è puntata su un'attività imprenditoriale gestita da cittadini cinesi che potrebbero aver avuto contatti recenti con il paese d'origine. Alcuni di loro, spiega Martini, frequentavano occasionalmente due bar del paese, punto di ritrovo dei primi contagiati. Otto cittadini cinesi che gestiscono il laboratorio sono adesso in ospedale, per essere sottoposti ai test. Si tratta di sette uomini e una donna. Una ricerca non facile quella del focolaio iniziale a Vo' Euganeo. E anche dovesse essere trovato, sarà comunque troppo tardi.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:45 pm

Costruiamo ponti e apriamo le porte!
Chissà cosa avrà da dire il fanatico, demenziale e irresponsabile Bergoglio sulle frontiere, i confini, i porti, gli aereoporti e le porte aperte sempre e comunque, a chiunque e anche ai virus?
Chissà se questo prete, vicario del Dio incarnato in terra, ha la fede sufficiente e riesce a fare il miracolo di fermare la pandemia mondiale?


Coronavirus in Lombardia, Salvini chiede di blindare le frontiere: "Controllare chiunque entri in Italia"
21 febbraio 2020

https://www.huffingtonpost.it/entry/sal ... c5RogJmjzE

“Non do colpe, ma è fondamentale che chiunque entri in Italia, con qualunque mezzo di trasporto, venga controllato”. Dall’Emilia Romagna, Matteo Salvini ha commentato i tre casi di contagio da coronavirus in Lombardia. “Se qualcuno viene da certe zone, che venga isolato per 15 giorni, come fanno negli altri paesi”, ha dichiarato.

Il problema principale sarebbe “che erano in giro da giorni, giorni e giorni, in Lombardia e non solo”. “La situazione è preoccupante”, perciò il leader della Lega ha detto che rientrerà in Lombardia “appunto per questo, farò un salto in Regione a ora di pranzo”. La stessa Regione, intanto, ha chiesto ai cittadini di Codogno e Castiglione d’Adda di rimanere in casa, per precauzione.

Il leader del Carroccio ha ribadito il concetto con una diretta su Facebook serale, incentrata sull’aumento dei casi di Covid-19, passati a 16: “I contagi aumentano, pare che i soggetti abbiano girato 15 giorni. Pretendo dal governo il controllo di chi è entrato e uscito. Ora bisogna blindare i confini”, ha dichiarato. In questo momento “tutto passa in seconda fila, i litigi perenni tra Conte, Renzi e M5S. Ora basta, è un momento di emergenza nazionale, basta politica”.



Coronavirus: Zaia, sono preoccupato. Lavatevi le mani ed evitate luoghi affollati
https://video.nuovavenezia.gelocal.it/l ... vVk3yKeAJs

L'incubazione del coronavirus dura 24 giorni e sopravvive sulle superfici? Ce lo spiega Walter Ricciardi (OMS) 14/02/2020
https://www.la7.it/piazzapulita/video/l ... YdLWDQoo_4
L'incubazione del coronavirus dura 24 giorni e sopravvive sulle superfici fino a 9 giorni?

https://www.facebook.com/zaiaufficiale/ ... 484189988/



Il silenzio sulla salute dei cinesi e su quella degli italiani
Arturo Diaconale
21 febbraio 2020

http://www.opinione.it/editoriali/2020/ ... -razzismo/

Non c’è stata alcun tipo di risposta alla domanda su quale tipo di prevenzione sarebbe stata prevista dalle nostre autorità nei confronti dei duemilacinquecento cinesi della Toscana recatisi in Cina per il Capodanno del loro Paese e rientrati in Italia al termine delle feste. Tanto silenzio non stupisce. La preoccupazione prioritaria del nostro Governo è di non creare problemi con quello cinese e di evitare comportamenti che potrebbero essere considerati discriminatori per motivi razziali nei confronti della comunità immigrata in Italia.

Ma può il timore di suscitare l’irritazione di Pechino o di subire dalla cultura politicamente corretta della sinistra l’accusa di neo-razzismo, evitare di affrontare apertamente un problema che non solo è particolarmente grande ma suscita la legittima preoccupazione della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica nazionale?

La dimensione della questione è data dall’ampiezza della comunità cinese in Italia. Che è formata da più di trecentomila persone, residenti in gran parte a Prato e nelle grandi città, Roma e Milano in primo luogo. Si tratta di una comunità ben integrata, particolarmente attiva e molto apprezzata dagli italiani per la sua capacità di adattamento e per la totale assenza di motivi di scontro o di contrasto con il resto della popolazione.

Quanti di questi oltre trecentomila si sono recati in Cina per il Capodanno? Quanti di loro sono tornati e dove? E perché mai se un italiano che torna dalla Cina deve passare un periodo di quarantena in un ospedale specializzato, un cinese che torna sempre dalla Cina deve adattarsi ad una prevenzione “fai-da-te” ponendosi autonomamente in auto-quarantena all’interno della propria casa ed a stretto contatto con la propria famiglia e con la propria comunità?

Si comprende facilmente come un problema così grande sia di difficile soluzione. Non esistono ospedali specializzati così capienti da poter ospitare migliaia e migliaia di cinesi italiani per la quarantena a cui sono sottoposti gli italiani non cinesi. Ma ignorare ostentatamente il problema non significa risolverlo. Significa aggravarlo per paura di una accusa di discriminazione razzista che, però, produce una discriminazione sanitaria.

Perché censire e monitorare i cinesi di ritorno in Italia dalle feste non li discriminerebbe ma consentirebbe di tutelare la loro salute. Una salute indispensabile per l’intera comunità italiana. A quando qualche segnale in proposito?


PURTROPPO È COSÌ PREPARIAMOCI AL PEGGIO!
Giovanni Dalla-Valle La risposta (scrivo da medico) è che questo virus ha lunghi periodi d'incubazione (fino a 4 settimane), molte persone contagiate non sviluppano sintomi (i cosiddetti vettori sani o tradizionalmente chiamati "untori") oppure sviluppano solo sintomi molto lievi e confondibili con una banale influenza ma poi guariscono e, non meno importante, il virus può resistere anche una decina di giorni su superfici (quindi sì, circola anche con le merci, al contrario di quel che si pensava prima).
Questo significa che se non isoli subito qualsiasi cittadino in arrivo dalle zone contagiate (al momento dall Cina, ma presto toccherà anche agli italiani) e lo lasci circolare libero per settimane in una comunità, alla fine il virus se lo beccano anche quelli che non hanno mai avuto rapporti di alcun tipo con il primo contagiato. Questo èciò che è accaduto in Italia dove un manipolo di politici cialtroni (con nome e cognome noti a tutti) ha avuto la geniale idea di non chiudere subito le frontiere per i cittadini di provenienza dalle zone contagiate (Cina fino ad oggi ) e di metterli in quarantena per almeno 4 settimane per motivi di politically correct, cioè per non sembrare razzisti (sic!). Questo è valso anche per aeroporti come quello di Bologna, Milano, Verona e Venezia dove fino a poche settimane fà c'erano parecchi voli al giorno di collegamento con Wuhan.
Risultato: si sono lasciati circolare liberamente migliaia di cittadini cinesi (e non) provenienti dall'epicentro dell'epidemia e questi pian piano (ma neanche tanto) hanno contagiato fino a 3-4 persone ciascuno. Risultato: dopo poche settimane è esploso il bubbone (non a caso) nell'area circoscritta dal perimetro che passa per quegli aeroporti (più o meno la zona padana da Milano fino a Venezia) e siamo appena all'inizio. Pregate e preghiamo perché questa è una cosa davvero seria. Prevedo in settimana molti paesi europei chiuderanno le frontiere con l'Italia e bloccheranno i cittadini che sbarcano da voli diretti dagli aeroporti vicini al nuovo focolaio epidemico (per il momento). Sarebbe una cosa normalissima. Ringraziate il Circo Togni che vi governa.


Massimo Mauro Catellani

Caro ultrasettantenne con evidenti problemi che ieri alla Coop del Baragalla tossivi e dicevi tronfiamente che saresti comunque andato in giro perchè tu del virus te ne fregavi, lascia che ti illustri un possibile scenario.
Magari la sera stessa sei uscito accendendo la luce della scala del condominio come fai sempre, poi sei andato al ristorante ed hai appoggiato la giacca sull'attaccapanni, o hai spostato la sedia, o semplicemente hai preso il resto dalla cassiera. Magari sei una persona pia e ieri sera sei andato a messa ed hai preso in mano il foglietto dei canti o semplicemente parlato con un credente del fatto che Dio vi protegge da questa malattia, beh, ho brutte notizie per te.
Potresti esserti infettato.
E sai cosa succederà ora?
Passerà qualche giorno nel quale tu starai bene, guarderai le notizie, scherzerai sulle misure draconiane prese, ti bullerai ancora di quanto tu te ne freghi del virus, ed in questo modo infetterai tua moglie, tua figlia, tuo nipote, i tuoi vicini. Poi tra 3-4 giorni inizierai con qualche colpo di tosse, la gola secca (eh, non dovevi farti la doccia e poi restare in mutande...), poi una piccola febricciattola che aumenterà pian piano. Ancora qualche giorno e la febbre si alzerà, la tosse si farà più forte, faticherai a respirare ed allora andrai al Pronto Soccorso (perchè tu sei TROPPO sicuro che non è il virus). Là se avrai la fortuma di trovare un infiermiere scrupoloso ti isolerà subito e ti metterà una mascherina, in caso contrario infetterai altra gente, ti porterà in una stanza, ti metterà sul letto e da li' inizierà il tuo calvario.
Comincerai a tossire, ad espellere muco, ti faranno flebo per idratarti, ti intuberanno mentre tu ti rotolerai nel letto cercando una posizione per riuscire a respirare.
Ma sarà tutto inutile, perchè non c'e' una cura ed il tuo organismo vecchio e debilitato non riuscirà a combattere un virus così aggressivo..
Annasperai con le mani cercando aria mentre i tuoi polmoni si riempiranno di muco, proverai una sensazione terribile ed alla fine, dopo una agonia atroce, affogherai nelle tue stesse secrezioni.
Nel frattempo tua moglie, tua figlia, tua nipote e tutti gli altri che hanno avuto la sfortuna di entrare in contatto con te inizieranno con un po' di tosse, una lieve febricciattola.... Devo continuare?
Ti ho spaventato, amico mio? Beh, se lo ho fatto ti ho fatto un gran regalo, ti ho salvato la vita.
Buona giornata.


Coronavirus in Veneto. Il contagio si allarga: sono 16 le persone infette Le notizie in diretta
23 febbraio 2020

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... CTKiby-Zgs

Coronavirus in Veneto, i casi di contagio in diretta. L'aggiornamento della serata di sabato 22 febbraio, vede aumentare il numero dei contagiati. Sono attualmente 16 le persone risultate positive al Coronavirus in Veneto: di questi 12 a Vo' Euganeo nel Padovano, dei quali uno deceduto, e 4 a Mirano nel Veneziano, dei quali tre operatori sanitari. Nel Veneziano il primo contagiato è un paziente di Mira (LEGGI), ma ora sono risultati positivi al Cornavirus anche tre tra medici e infermieri che lo hanno seguito. Il contagio quindi si allarga a Nordest, test immediati su tutte le persone che sono venute in contatto con gli ammalati, ora isolati nel reparto Malattie Infettive di Padova. Intanto la Regione Veneto ha diffuso un VIDEO con le linee guida da seguire: casi di contagio sospetti, incubazione, i sintomi, cosa fare e chi chiamare.

Il numero da chiamare se si pensa di essere stati contagiati è il 1500.

IL BILANCIO
Sono 16 i casi di Coronavirus registrati finora in Veneto; uno di essi era il 78enne deceduto ieri a Schiavonia. Lo si apprende dalla Regione. Degli altri 16 contagiati, quattro sono fuori dal di fuori del comune di Vo' Euganeo. Il focolaio veneziano parte dall 67enne di Mira (Venezia) portato la notte venerdì e sabato dall'ospedale di Dolo a Padova, in rianimazione. I restanti 14 fanno riferimento tutti a residenti del comune di Vo' e di Mirano. Sono quindi due i principali centri dell'emergenza Coronavirus che, con due morti e finora 59 contagiati, tiene il Nord Italia in apprensione. La maggior parte dei casi di contagio sono in Lombardia, tutti concentrati nel basso lodigiano, dove è morta anche una donna, a Casalpusterlengo. In Veneto, invece, 12 casi sono concentrati nel comune di Vo' Euganeo (Padova), piccolo Comune sul versante ovest dei Colli Euganei, e un caso, a Mira (Venezia) e 3 a Mirano (Venezia). Una mappa per ora circoscritta che presenta anche un caso in Piemonte, a Torino, ma anch'esso proveniente dal focolaio lombardo.


Ecco il demenziale fanatico e irresponsabile Bergoglio


Papa Francesco invoca porti aperti: "Quando sento i populisti mi ricordano Hitler e Mussolini"
23 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... NBQ3wTamnE

I leader populisti di oggi come Hitler e Mussolini negli anni 30. Papa Francesco non lo cita mai, ma nella sua omelia sembra evidente il riferimento anche a Matteo Salvini. Da Bari, per chiudere il vertice sulla pace promosso dalla Cei, il Pontefice ricorda che "accogliere innalzando muri è impensabile". Messaggio chiaro a chi, come Lega e Fratelli d'Italia, si oppone strenuamente in Italia alle politiche dei "porti aperti" senza se e senza ma. E paragona i discorsi dei nuovi leader populisti a quelli dei totalitarismi degli anni Trenta.

"Non accettiamo mai che chi cerca speranza per mare muoia senza ricevere soccorso o che chi giunge da lontano diventi vittima di sfruttamento sessuale, sia sottopagato o assoldato dalle mafie". Chi arriva, quindi, non può ricevere un’accoglienza "superficiale", ma "sincera e benevola", praticata a ogni livello, sul piano delle relazioni interpersonali come su quello politico e istituzionale. "L'accoglienza e una dignitosa integrazione sono tappe di un processo non facile; tuttavia, è impensabile poterlo affrontare innalzando muri". "A me fa paura - ecco il passaggio più significativo di Bergoglio - quando ascolto qualche discorso di alcuni leader delle nuove forme di populismo, mi fa paura sentire discorsi che seminavano paura e odio" che "mi ricorda i discorsi che si sentivano negli anni '30 del secolo scorso".


Coronavirus: 276 migranti della Ocean Viking arrivata a Pozzallo. Subito in quarantena
Le misure precauzionali - decise dal Viminale - riguardano anche il personale della nave. A bordo della nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere, ci sono 208 adulti e 64 minori. La nave è stata sottoposta a bonifica
23 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... IPGIxDXb_8

ROMA - Subito in quarantena, appena sbarcati. La Ocean Viking, nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere con 276 migranti soccorsi a bordo, è arrivata a Pozzallo, porto indicato dal Viminale. La prefettura di Ragusa si sta organizzando per disporre l'accoglienza secondo quanto disposto dal ministero. I migranti saranno trattenuti in quarantena nell'hotspot, mentre l'equipaggio resterà isolato a bordo "per tutto il periodo necessario". Spiega il ministero dell'Interno che "le autorità competenti provvederanno agli accertamenti e alla sorveglianza sanitaria ritenuti indispensabili". Al momento, non risulta comunque nessun caso sospetto di coronavirus.

A bordo della nave delle Ong Sos Mediterranee e Medici senza frontiere, ci sono 276 migranti, di cui 195 uomini, 14 donne e 65 minori. Sono stati messi in salvo in tre distinti interventi tra il 18 e il 19 febbraio. L'hot spot di Pozzallo è attualmente vuoto e sono stati completati alcuni piccoli interventi di manutenzione sotto il coordinamento della Prefettura di Ragusa. E' il secondo sbarco che avviene a Pozzallo dopo l'emergenza del Coronavirus, il primo era stato il 2 febbraio scorso e dall'Open Arms erano sbarcati 363 migranti recuperati in mare in cinque operazioni di soccorso.

Cinque migranti sono stati ricoverati in ospedale. Per tre uomini con problemi respiratori (uno con una sospetta tubercolosi) ricovero direttamente nella divisione 'Malattie infettive' dell'Ospedale Maggiore di Modica senza transitare dal pronto soccorso, mentre, per una donna con problemi ginecologici e un uomo con una frattura pregressa sempre in ospedale ma le loro condizioni di salute non destano particolari preoccupazioni. Gli altri 271 migranti sono stati trasferiti nell'hot spot di Pozzallo dove resteranno in quarantena per due settimane. Lo sbarco si è svolto con un rigido cordone sanitario e tutti gli operatori sanitari venuti in contatto con i migranti hanno operato in totale sicurezza perchè provvisti di tuta e mascherina. La nave verrà sottoposta a bonifica.

"Non c'è alcuna preoccupazione di fondo per questo sbarco perché la situazione sanitaria è sotto controllo e rispetto a prima non è cambiato nulla. Lo dico innanzitutto da medico dell'emergenza e poi da sindaco di Pozzallo". così parla Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo, non vuole accrescere la psicosi dal virus. Lo fa con cognizione di causa perché sino a qualche mese fa era il primario del pronto soccorso dell'Ospedale 'Maggiore' di Modica. "E' uno sbarco come gli altri - aggiunge Ammatuna - a cui siamo abituati da tempo. Questa volta c'è una misura in più decisa dal ministero dell'Interno ovvero di tenere in quarantena per due settimane secondo i protocolli stabiliti dall'unità di crisi sul Coronavirus i migranti che verranno trasferiti nell'hot spot di Pozzallo. Normale precauzione, ma per favore non creiamo inutili allarmismi perché sappiamo tutti che il virus non arriva dall'Africa".




Coronavirus Covid-19: annuncio ministro salute della Repubblica Democratica del Congo, “il Coronavirus è arrivato ed ha già fatto 4 morti
Si tratta di quattro cittadini cinesi

24/02/2020

https://www.corrierecesenate.it/Dal-Mon ... d596dOoZEM

Il ministro della salute della Repubblica Democratica del Congo, Eteni Longondo, ha annunciato con una dichiarazione pubblica che il Coronavirus Covid-19 è arrivato nel Paese ed ha già ucciso 4 cittadini cinesi presenti sul territorio nazionale. “Voglio informare tutti i congolesi che il Coronavirus è già nella Repubblica Democratica del Congo e precisamente a Lubumbashi. Questa malattia è molto pericolosa ed ha già ucciso 4 cinesi nella clinica universitaria di Lubumbashi”, si legge nella dichiarazione.

Il ministro aggiunge: “Questo è il motivo per cui voglio che questo messaggio sia diffuso in modo che i congolesi possano prendere precauzioni, soprattutto coloro che vivono nell’entroterra del paese”. Il ministro invita la popolazione ad “evitare di avvicinarsi agli animali vivi perché questa malattia è di origine animale. La cosa migliore da fare è essere prudenti e fare attenzione alla pulizia”. Il ministro avverte che “il governo non ha soldi sufficienti per mettere fine a questa pericolosa epidemia”.



L’epidemia di coronavirus ci fa toccare con mano che i ponti che non abbiano alle spalle delle solide mura si traducono nel suicidio. Solo se siamo forti dentro casa nostra potremo rapportarci in modo costruttivo con il resto del mondo
Magdi Cristiano Allam
26 febbraio 2020

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 4142986488

Buongiorno amici. L’epidemia di coronavirus ha fatto riscoprire il valore dei muri. Per non aver subito eretto dei muri alle nostre frontiere per mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina, ora mezzo mondo ha eretto dei muri per vietare l’ingresso a chi arriva dall’Italia. E all’interno stesso dell’Italia abbiamo eretto dei muri per isolare intere aree dove si registra il maggior numero di contagiati. Così come i reparti di isolamento negli ospedali e le stesse abitazioni private dove s’impone la quarantena per i contagiati sono anch’essi dei muri. E non sono forse dei muri le mascherine, andate a ruba, per isolarci dalla contaminazione del mondo esterno?
L’epidemia di coronavirus ci fa toccare con mano che i ponti che non abbiano alle spalle delle solide mura si traducono nel suicidio. Il massimo apologeta dei ponti, Papa Francesco, dovrebbe sapere che lui oggi può ripetere tutti i giorni fino all’ossessione “No ai Muri, Sì ai Ponti”, solo perché è solidamente asserragliato all’interno delle Mura Leonine che delimitano il confine dello Stato del Vaticano, edificate nell’848 da Papa Leone IV dopo due invasioni islamiche e due saccheggi della Basilica di San Pietro nell’830 e nell’846. Senza quel Muro non ci sarebbe lo Stato del Vaticano, solo grazie a quel Muro Papa Francesco può concedersi la libertà di inveire contro tutti i Muri.
Ugualmente dobbiamo prendere atto che solo quando l’Italia eresse un Muro per bloccare l’esodo dei clandestini in partenza dalle coste del Mediterraneo non ci sono stati più morti in mare; mentre più si eliminano i confini e più si consentono ponti di accoglienza, più aumenta l’esodo dei clandestini e più ci sono morti in mare.
Cari amici, l’epidemia di coronavirus ci obbliga a riflettere sulla prospettiva di un Mondo globalizzato senza confini, identità, valori e regole, così come ci invita a riscoprire la realtà della propria casa e della propria civiltà. La lezione da trarre è che così come i ponti senza alle spalle i muri sono un suicidio, solo se saremo forti dentro casa nostra grazie alla nostra civiltà, noi potremo rapportarci in modo costruttivo e amorevole con il resto del mondo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:45 pm

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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:46 pm

Demenziali venetisti accusano Zaia di essere responsabile della diffusione del coronavirus



In Veneto i ricercatori avevano messo a punto un tampone con screening che dava risultati entro le 3 ore,da fare a tutti i cinesi in rientro dalla Cina,anche se asintomatici.
La sanità italiana lo ha fermato perché non rimborsabile dal sistema sanitario nazionale.
IL VENETO HA 20 MILIARDI DI RESIDUO FISCALE E QUESTI DAVANTI AD UNA EMERGENZA SI INCHINANO COMUNQUE A ROMA PER L'ELEMOSINA METTENDO A RISCHIO LA SALUTE DEI VENETI!!!!???

Michele Favero
23 febbraio 2020

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 079735033/


Alberto Pento

L'articolo di Repubblica riportato da Favero è del tutto demenziale, una manipolazione tipica di questo giornalaccio che usa ogni pretesto vero o falso per dare contro alla Lega, a Salvini e a Zaia, come a suo tempo a fatto con Trump; anche i poveri venetisti sostenitori del PdV e altri, incapaci di leggere e di usare il buon senso si sono demenzialmente accodati a Repubblica contro Zaia.
Questo articolo usa pretestuosamente una polemica di giorni fa (di molti giorni prima che si manifestasse il primo caso di contagio in Veneto) sulla questione di un nuovo tampone per testare il virus, per far sembrare Zaia e la Lega responsabili della diffusione del virus in Veneto, i venetisti poveri di mente ci cascano come peri marci, cervello già ne hanno poco per cui anche le falsità e le demenzialità pretestuose vanno bene pur di dar contro al buon veneto Zaia che ha fatto soltanto il suo dovere; a far da apri pista nelle demenziali accuse all'amministrazione Zaia si è prodigato l'inaffidabile antiveneto Jacopo Berti dei 5stelle che invece avrebbe dovuto prendersela con i suoi capi a Roma che stanno al governo e che hanno ritardato di molti giorni la decisione di mettere in quarantena quelli che arrivavano in Veneto dalla Cina.

Innanzi tutto se si è diffuso il virus è perché non sono state messe subito in quarantena le persone di ritorno dalla Cina, cinesi e non cinesi, ma sono state irresponsabilmente lasciate libere di girovagare per il Veneto e questa è una responsabilità del governo e non di Zaia e della Lega che avevano chiesto per tempo di adottare la nesessaria quarantena ma che sono stati inascoltati, derisi e demenzialmente accusati di razzismo.

La questione del tampone non c'entra nulla e solo un pretesto per dare contro a Zaia e alla Lega e gabbare i veneti poveri di mente, incapaci di leggere e di capire il testo che hanno davanti.
Infatti per le persone ricoverate per sintomi e malessere e quelle in quarantena che sono state testate con i tamponi di prelievo sarebbe cambiato poco o nulla nulla se il personale medico avesse usato i nuovi tamponi veloci anziché quelli tradizionali e più lenti poiché in ogni caso i giorni di quarantena li avrebbero dovuti fare e li debbono fare lo stesso e e alla fine del periodo di quarantena debbono rifare il test per la verifica finale che il virus sia scomparso.

Le cose potrebbero cambiare solo con le quarantene dei grandi numeri, delle popolazioni di paesi interi per cui prima si hanno i dati meglio è per contenere la diffusione e anche in questo caso la decisione è sempre del governo, Zaia potrebbe assumersi l'onere politico e il rischio penale di adoperare, a spese delle risorse regionali, i tamponi veloci qualora il governo non volesse usarli per risparmiare, sempre che siano già disponibili e non si debba aspettare che vengano prodotti, e comunque Zaia potrebbe sempre essere citato in giudizio per danno economico allo stato avendo usato impropriamente le risorse dei cittadini.





Ecco il demenziale articolo di Repubblica:

Coronavirus, pronto il test rapido. Cinesi in fila. Ma la Regione lo blocca
Polemica sullo stop all’iniziativa dell’università di Padova
di ANDREA TORNAGO
22 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... UTdKv6blXI


L'università di Padova è stata la prima nel nord Italia a elaborare un test in grado di individuare in meno di tre ore il coronavirus nei tamponi di saliva. Ma uno scontro interno alla sanità regionale potrebbe aver ritardato l'efficacia del dispositivo di contenimento del contagio che in queste ore ha colpito anche il Veneto, focolaio considerato "autonomo" rispetto a quello della Lombardia.

L'intenzione dei ricercatori padovani, all'inizio di febbraio, era di estendere i controlli alle persone tornate dalla Cina anche se non presentavano alcun sintomo, ipotizzando che vi potessero essere dei "portatori sani" del virus da individuare e isolare rapidamente per scongiurarne la diffusione. E l'idea avanzata dal dipartimento di medicina molecolare diretto dal professor Andrea Crisanti, un centro di eccellenza europeo, era condivisa dalla direzione dell'azienda ospedaliera. Ma il 12 febbraio scorso, come una doccia fredda, al direttore Luciano Flor e al virologo Crisanti è arrivata una lettera al vetriolo del direttore generale della sanità del Veneto, Domenico Mantoan (dal novembre scorso è anche presidente dell'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco) che chiedeva di conoscere "sulla base di quali indicazioni ministeriali, o internazionali, si sia ipotizzata tale scelta di sanità pubblica". Il supermanager della sanità, contrariato per l'iniziativa, ordinava quindi di condividere ogni scelta "con la direzione prevenzione, sicurezza alimentare e veterinaria" della regione, ricordando che ogni analisi effettuata su "soggetti asintomatici non rientra tra le prestazioni coperte dal fondo del Ssn", il sistema sanitario nazionale. Una bocciatura totale anche solo dell'ipotesi di estendere i controlli.

Per il capogruppo dei 5 Stelle in Regione Veneto, Jacopo Berti, sarebbero stati così "impediti screening probabilmente fondamentali", al punto da chiedere al governatore Zaia di "rimuovere Mantoan e l'assessore alla sanità Manuela Lanzarin". Dopo l'elaborazione del test microbiologico ad opera del team di Crisanti era stata registrata la collaborazione della comunità cinese, tanto che al laboratorio di Padova si sarebbero presentati spontaneamente centinaia di cittadini cinesi e di persone che avevano avuto contatti con loro, invano.

Ora, in piena emergenza, Zaia ha annunciato che la Regione Veneto si appresta a effettuare controlli a tappeto sui cittadini dell'epicentro, Vo' Euganeo, più di 3300 persone.



Ecco il documento sulla polemica del tampone veloce che è del 11 di febbraio, mentre il primo contagio si è manifestato mi pare il giorno 21 di febbraio, quindi 10 gg dopo. Anche in Lombardia hanno usato solo i tamponi normali per testare la presenza del virus.

...


Ecco quando Zaia e Fontana governatori del Veneto e della Lombardia, della Lega hanno chiesto al governo di mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina:

Coronavirus, 4 regioni del Nord: «Isolamento per alunni che tornano da Cina».
Lunedì 3 febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/mondo/coron ... 9VkjaAJ2e8

L'aereo con i 56 italiani tra cui sei bambini provenitenti da Wuhan è atterrato stamani a Pratica di Mare, alle porte di Roma. Si tratta del Boing KC767A del 14esimo stormo dell'Aeronautica Militare. La febbre ha impedito l'imbarco a un ragazzo di 17 anni che è quindi rimasto in Cina. Altri 23 sono rimasti a Wuhan volontariamente. Gli italiani, una volta sottoposti a un primo screening medico anti-Coronavirus, sono stati trasferiti alla città militare della Cecchignola dove trascorreranno quattordici giorni in quarantena. Intanto il premier Giuseppe Conte è staato all'ospedale Spallanzani di Roma per incontrare il direttore sanitario e i ricercatori che hanno isolato il coronavirus, secondo quanto si apprende.

Quattro regioni scrivono al ministro. I governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. «Non c'è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, nè tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso», dice il Presidente del Veneto, Luca Zaia.

Iss: nessun rischio. Le misure adottate rispetto al rischio legato al coronavirus «tutelano la salute dei bambini e della popolazione». Lo afferma l'Istituto superiore di sanità (Iss). Oggi i governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che hanno chiesto al ministro della Salute che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. Al momento, rileva l'Iss, «l'Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate».




Coronavirus: primi 3 casi in Trentino, terza vittima italiana a Crema. 155 contagi, la diretta
23 febbraio 2020

1 ora fa 19:15
Coronavirus, Salvini: “Se qualcuno si fosse mosso prima non saremmo arrivati a questa situazione”

https://www.fanpage.it/live/coronavirus ... iretta/56/


"Non è il momento della polemica, è il momento in cui stare vicino a medici, ricercatori, infermieri, volontari, sindaci e governatori, a chi è in prima linea per limitare i danni. Sicuramente se qualcuno si fosse mosso prima, non saremmo arrivati a essere i terzi al mondo per numero di contagi". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini domenica sera a Genova, commentando le notizie riguardanti il numero di casi positivi da Coronavirus che sta aumentando in Italia, con 152 casi accertati e tre decessi.



Coronavirus, i tre infetti del Piemonte sono cinesi: il dettaglio che preoccupa Giuseppe Conte
23 Febbraio, 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... GEZvlnmtlM

Forse in Italia serviva qualche controllo in più. A farci credere che sul coronavirus il governo non ha fatto abbastanza è la scoperta che i tre casi risultati positivi in provincia di Cuneo "sono tre cittadini cinesi provenienti da una zona non infetta della Cina con un volo internazionale che ha fatto scalo a Mosca e poi è arrivato in Italia, a Caselle". Qui - secondo quanto riferisce l'assessore alla Sanità, Luigi Icardi - "gli hanno misurato la temperatura attraverso un controllo termografico e non sono emerse anomalie. Sono stati in isolamento volontario per alcuni giorni. Poi nei giorni successivi sono comparsi i primi sintomi febbrili". Per poi aggiungere che non "è ancora accertato ma i tre casi torinesi potrebbero appartenere al cluster lombardo". "Chi più chi meno - tiene a precisare Icardi - stanno tutti complessivamente bene, nessuno è in rianimazione".



Alberto Pento
La cronologia dei fatti è chiara.
La responsabilità è di questo demenziale governo di farabutti e fanfaroni irresponsabili tra cui i grillini o pentastellati o 5stelle. Questi ti portano la morte in casa e ti fanno morire senza pensarci due volte, sono dei veri criminali.

Salvini è stato indagato per sequestro di persona per aver bloccato la nave scafista delle ONG con i clandestini a bordo il tempo necessario a fare delle verifiche e concordare l'accoglienza e la distribuzione di questi clandestini in Europa, che a rigor di buon senso dovrebbero essere respinti;
questi invece dovrebbero essere rimossi dal governo e arrestati per gravi omissioni di atti necessari e doverosi a tutelare la salute pubblica che hanno causato la diffusione del virus letale e la morte di più persone.

Ogni giorno che passa mi convinco sempre più di aver fatto la scelta giusta nell'essermi allontanato da questo demenziale mondo venetista (di cui ho fatto parte in buona fede per molti anni e che oggi, per amore del Veneto, devo criticare alla radice e nelle sue manifestazioni più aberranti) appoggiando e difendendo il realismo e il buon senso della Lega, di Salvini e del veneto Zaia, pur con tutti i loro difetti che sono sicuramente di gran lunga inferiori a quelli della maggioranza dei venetisti con le loro demenzialità che non fanno certo del bene ai veneti e al Veneto.






La Regione di Zaia ha bloccato i test sui cinesi al rientro
Il Fatto Quotidiano
Giuseppe Pietrobelli
23 febbraio 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edi ... JWyEq5okts

Dal capo della Sanità del Veneto l’alt all’Asl di Padova ai controlli su persone “asintomatiche”. Lì il primo morto

Una lettera del direttore generale dell’Area sanità e sociale della Regione Veneto mette in imbarazzo la giunta di Luca Zaia. Mentre il governatore leghista invocava la quarantena per i bambini cinesi nelle scuole del Veneto e Matteo Salvini chiedeva di chiudere i porti, accusando il governo di non tutelare a sufficienza la salute pubblica, il […]




Per settimane ad accusare di razzismo mentre il coronavirus entrava nel nostro Paese
Martino Loiacono
24 febbraio 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... TJzWWt5SnE


Premessa: non sono un virologo. Non sono esperto di malattie infettive e non intendo dare consigli su come affrontare a livello sanitario l’emergenza del coronavirus.

Vorrei solo provare a riflettere sulle modalità con cui la politica italiana si è spaccata di fronte alla minaccia del Covid-19, mettendo in luce come le precauzioni per affrontarlo siano state demonizzate tramite varie accuse, tra cui spicca quella del razzismo.

Sì, perché anche di fronte ad un fenomeno preoccupante, il governo italiano e alcuni esponenti di centrosinistra hanno finito per denunciare le misure precauzionali proposte dai governatori di Veneto e Piemonte, accusati addirittura di fascio-leghismo. La partigianeria ha insomma prevalso sul buon senso e sulla scienza, visto che anche lo stimato virologo Roberto Burioni (non certo un sovranista) aveva consigliato la quarantena per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina. Un accorgimento semplice, che nulla ha a che vedere con il razzismo e le discriminazioni. Invece, il solito approccio ideologico di una certa sinistra è riuscito a cogliere una discriminazione anche nella quarantena, accostandola pericolosamente al razzismo. Il ragionamento, che come spesso accade distorce i fatti per farli rientrare negli schemi dell’ideologia che vede in tutto ciò che non è progressismo istanze potenzialmente discriminatorie, ha trasformato le precauzioni attuate in tanti Paesi del mondo in un attacco verso coloro che sarebbero dovuti restare in quarantena. E attenzione: perché questo accorgimento non era rivolto solo ai cinesi, ma a tutti coloro che rientravano dalla Cina. Una distinzione cruciale che fa cadere automaticamente tutte le accuse di razzismo o discriminazioni varie.

A questo approccio miope e tristemente ideologico si è poi sommata la faciloneria con cui il governo guidato da Giuseppe Conte ha affrontato il coronavirus. Ancora una volta l’esecutivo giallorosso ha brillato per incapacità e ha dimostrato di non saper gestire minimamente una situazione complessa. A fronte di tanta retorica su potenziali svolte, sull’agenda 2023 e sul nuovo umanesimo, l’avvocato del popolo e i suoi ministri si sono mostrati totalmente inadeguati ad affrontare un’emergenza. Uno dei compiti che spetterebbe alla Politica, quella con la P maiuscola. Prendere il Paese per mano, tranquillizzarlo agendo con rigore e fermezza per evitare panico e psicosi. Che invece si stanno scatenando e saranno sempre più difficili da contenere.




Coronavirus, Conte attacca: "Focolai? Ospedale non ha seguito protocolli"
Angelo Scarano - Lun, 24/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... V-DGYnPzP0

Conte prova a spiegare l'esplosione dei contagi: "Non sono state rispettate le procedure in qualche ospedale..."

Il premier Conte prova a fare il quadro della situazione. Il presidente del Consiglio ha cercato di spiegare quali possano essere le cause di una raffica di contagi da Coronavirus così rapida come quella che ha colpito il nostro Paese.

Il presidente del Consiglio ha puntato il dito contro le procedure attuate in un ospedale che a suo dire sarebbero state "improprie": "Una gestione non del tutto propria in ospedale ha contribuito alla diffusione del virus".

Parole pesanti che in un certo senso provano a far luce su quanto sta accadendo ormai in tutto il Nord Italia, paralizzato dal "nemico" Covid-19. Insomma, secondo il presidente del Consiglio, l'esplosione del virus e dei contagi sarebbe dovuta a qualche errore partito da un ospedale che avrebbe gestito in modo non corretto l'emergenza e il paziente contagiato. Conte non ha voluto fornire ulteriori particolari, ma è facile pensare che si possa riferire a procedure di controllo e di isolamento che sarebbero saltate all'interno di un nosocomio o che sarebbero state adottate con poca tempestività. Di fatto le sue parole faranno discutere. Il premier è sotto il fuoco delle opposizione da giorni per avre messo sul campo risposte inefficaci all'emergenza Coronavirus e di aver scoperto (troppo tardi) la diffusione dei contagi.

Sul piano messo sul campo dal governo, ovvero sulle misure restrittive e l'isolamento di più di 10 Comuni, il premier spiega quali possano essere le conseguenze: "E' difficile prevedere in modo certo l'evoluzione di questo contagio, certo è che stiamo seguendo le raccomandazioni" degli scienziati, "loro ci dicono che un impatto positivo le misure dovrebbero averle. Ragionevolmente siamo nella condizione di poter prevedere un impatto positivo". Intanto i casi di contagio salgono a 230 con il primo caso anche in Trentino Alto Adige. Le vittime nel pomeriggio sono salite a sette. L'ultima è un 62enne in dialisi di Castione d'Adda, sempre nel Lodigiano.

Il premier poi ha annunciato un piano che coinvolgerà tutti i governatori: "Il sistema sanitario nazionale è costruito su base regionale e non è predisposto per affrontare una emergenza come questa. Se non ci muoviamo all’unisono non riusciremo a fronteggiare la diffusione del virus", ha aggiunto. "Dobbiamo essere pronti anche ad adottare misure che contengano le prerogative dei presidenti di regione". Infine sul Coronavirus va in scena l'ennesimo scontro con il leader della Lega, Matteo Salvini che avrebbe accusato il premier di averlo escluso dal tavolo dell'emergenza: "Qualcuno dovrebbe pagare per le sciocchezze e gli attacchi strumentali. Non ci si può sottrarre al confronto quando si è leader dell'opposizione, e dire il falso. Io ho una sola parola... Ci sono delle ragioni di privacy, ma non vorrei essere costretto a rivelare il messaggio che gli ho mandato e tutte le telefonate senza risposta ricevute. Chi è leader dell'opposizione ha l'obbligo e la responsabilità di non dire sciocchezze e soprattutto di non speculare su un fatto così importante per la nazione". Lo stesso Conte ha aggiunto: "Salvini sarà invitato al tavolo con le opposizioni" e potrà "avere contezza delle misure adottate e delle loro ragioni".



Conte: un ospedale non ha seguito il protocollo, ha favorito il contagio
Virginia Piccolillo
24 febbraio 2020

https://www.corriere.it/politica/20_feb ... b_BxCSLt7I

ROMA - «Pronti a contenere le deleghe delle Regioni in assenza di coordinamento», la botta. E la risposta: «Avocare le competenze in materia di Sanità? Quella del premier Conte è un’idea irricevibile e per certi versi offensiva». È durata pochissimo la pax governo-regioni sull’emergenza coronavirus. E ieri si è registrato uno scontro durissimo tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Conte, a Frontiere su Raiuno, spiega che all’origine di uno dei focolai c’è stata la gestione «di un ospedale» non in linea con i protocolli. E ovviamente si tratta di un ospedale di una regione del Nord. Probabilmente si riferisce a Codogno, Lombardia. «Non possiamo prevedere l’andamento del virus — ha poi ribadito fuori dalla sede della protezione civile —. È chiaro che c’è stato un focolaio e che da lì si è diffuso. Ormai è noto, c’è stata una gestione a livello di una struttura ospedaliera non del tutto propria, secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi, e questo sicuramente ha contribuito alla diffusione. Ma al di là di questo continuiamo con la massima cautela e massimo rigore».

Ma Conte va oltre. E chiede anche ai presidenti delle Regioni fuori dall’area del contagio di non agire da soli, senza indicazioni da Roma. Le sue parole scatenano un putiferio e rompono il fair play registrato finora anche con i governatori leghisti, riportando in primo piano lo scontro con Matteo Salvini. «Conte usa parole quasi fasciste, evoca i pieni poteri, si dimetta», dice Riccardo Molinari a nome della Lega. Anche Fontana non ci sta. «Sono state proprio le Regioni a indirizzare verso certe decisioni, a essere state proattive e ad adeguarsi alle difficoltà del momento dando una risposta di efficienza superiore», rimarca. E rinfaccia al premier: «Bisognerebbe dire anche che non sono state tanto ascoltate quando abbiamo detto qualche tempo fa, circa un mese fa, che forse bisognava assumere un po’ più di attenzione al fatto che il virus potesse arrivare anche nel nostro Paese».

Rincara la dose il governatore della Liguria, Giovanni Toti: «Se qualcuno in questi giorni è mancato, non sono certo le Regioni e non è certo la Liguria che, pur non avendo al momento alcun caso di coronavirus, ha agito e reagito alla situazione, spronando il Governo. Non il contrario. Qualche risposta e qualche iniziativa è semmai mancata proprio da parte del governo». In serata, da Palazzo Chigi, la nota che attenua i toni: «Il presidente Conte è pienamente soddisfatto del livello di collaborazione sin qui attuato con i presidenti delle Regioni interessate nella gestione della emergenza sanitaria. Il coordinamento tra i vari livelli istituzionali funziona molto bene ed è fondamentale per riuscire a contenere nel migliore dei modi questa emergenza».


Alberto Pento
Questo individuo (l'irresponsabile Conte Presisdente del Consiglio) cerca di scaricare le sue colpe e le sue responsabilità sugli altri quando in verità la responsabilità è solo sua e del suo governo per non aver disposto fin da subito la quarantena per tutti coloro che arrivavano dalla Cina.



Coronavirus, Fontana: "Conte attacca per sviare attenzione"
25 febbraio 2020

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca ... 2znKbynfBw

Se il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, "si mette ad accusare le Regioni, significa che sta seguendo un'altra strategia. È la strategia della disperazione. Probabilmente sta cercando di attaccare altri per cercare di sviare l'attenzione". Lo afferma il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo alla trasmissione 'Radio Anch'io', su Radio 1, rispondendo alle accuse del premier sulle responsabilità di un ospedale di non aver rispettato i protocolli contribuendo a dar vita al focolaio di coronavirus.

Nella gestione del contrasto alla diffusione del virus, spiega, "noi abbiamo seguito, purtroppo, i protocolli che ci venivano dati dal governo. Se avessimo fatto quello che noi come governatori proponevamo, le cose non sarebbero andate così". "Io - aggiunge il Governatore - sono stato zitto finora, ho accettato che si tacesse, però se accusano il sistema sanitario lombardo, allora non posso più tacere". Continua Fontana: "Noi avevamo proposto un mese prima che scoppiasse l'epidemia di essere messi nelle condizioni di aumentare i controlli, di mettere in quarantena tutti gli studenti che rientravano dalla Cina. Siamo stati accusati di essere razzisti, di voler diffondere il panico. Il presidente del Consiglio disse in quell'occasione 'fidatevi di me, ci penso io'. Allora ora non può dire che siamo noi i responsabili", conclude Fontana.



Coronavirus, irritazione Oms con l'Italia: «Non avete capito dov’è il focolaio»
23 febbraio 2020

https://www.ilmattino.it/primopiano/san ... 69303.html

Non sappiamo come si sia sviluppato il focolaio del contagio del coronavirus nel Lodigiano, non sappiamo come si sia originato quello della provincia di Padova. L'Italia è il paese europeo con più infetti (59), ma ancora non ha completato le schede informative che definiscano la rete della diffusione del virus in due regioni così importanti come Lombardia e Veneto. Per i sistemi sanitari regionali si tratta di una situazione molto delicata, perché senza conoscere il paziente zero ogni forma di prevenzione e limitazione della diffusione del contagio rischia di essere inefficace. Per questo, anche all'Organizzazione mondiale della Sanità sta crescendo l'irritazione: la carenza di certezze su quanto è successo in Lombardia e Veneto rischia di rappresentare il punto debole della battaglia contro la diffusione del contagio in Europa. Anche altre nazioni si sono trovate a dovere affrontare l'arrivo di un super diffusore, come il cittadino inglese tornato da Singapore che ha contagiato undici connazionali in Francia e nel Regno Unito. Ma in quel caso, il paziente zero è stato individuato subito e non è stato necessario isolare intere aree, senza neppure avere la certezza che comunque la rete di protezione non sia ormai bucata. Si tratta di un paradosso, visto che l'Italia è stato il Paese che da subito aveva deciso le contromisure più severe, bloccando dall'oggi al domani tutti i voli diretti con la Cina. E proprio nelle due regioni che vantano sistemi sanitari considerati (a ragione) un esempio positivo - Lombardia e Veneto - ora si fatica semplicemente a ricostruire la geografia del contagio, senza la quale ogni risposta rischia di essere insufficiente. Va detto che invece che, secondo la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, le autorità italiane hanno agito «rapidamente» per contenere la diffusione della Covid 19, comunicando in modo «trasparente», la Commissione Europea è «pronta» a fornire «ogni supporto possibile».


Un altro tema è quello delle risorse. Economiche e umane. Se l'emergenza dovesse prolungarsi ancora a lungo, il sistema sanitario non regge, a partire dal personale - in prima linea - che stanno pagando anche un prezzo salato in questa battaglia, visto che in diversi casi tra i contagiati ci sono anche medici e infermieri. E poi c'è il nodo degli esami. Non è tanto il problema della carenza di kit per eseguire i test del tampone faringeo che rileva la presenza del coronavirus. Certo, c'è anche questo visto che ormai c'è una moltiplicazione della necessità di svolgere esami in quasi tutta Italia, tanto che la Regione Lazio, per evitare una carenza del materiale, ha fatto nuovi ordinativi. C'è anche un utilizzo massiccio di risorse umane, perché i tecnici dei laboratori analisi stanno lavorando senza sosta, non solo allo Spallanzani di Roma, ma anche nelle aree del Veneto e della Lombardia dove ci sono i primi due focolai italiani per il Sars-CoV-2. La moltiplicazione degli esami potrebbe far mancare i test. Per questo la proposta del governatore del Veneto, Luca Zaia, di sottoporre al test tutti i residenti di Vo' Euganei, il paese della provincia di Padova dove abitava Adriano Trevisan, la prima vittima italiana, ha provocato delle divisioni. All'Istituto superiore della Sanità c'è stato chi ha fatto notare che se si applicasse lo stesso principio in tutte le aree interessate dal contagio, il sistema andrebbe in tilt. Le procedure, che fino ad oggi avevano dato buoni risultati con la vicenda dei due turisti di Wuhan ma anche con la famiglia di Taiwan, ha puntato su una rapida indagine di tutti i contatti delle persone contagiate, non su una applicazione indiscriminata della politica dei test.

Per capire: una squadra speciale di medici-detective della Regione Lazio, quando c'erano stati i primi contagiati, aveva in modo certosino recuperato tutti i contatti, dall'aereo alle tappe in Italia, della coppia di turisti di Wuhan. In questo modo è stato circoscritta l'area di azione, sono stati sottoposti al test sul coronavirus coloro che avevano avuto contatti stretti con i due contagiati e decine di persone erano state messe in isolamento. Zaia invece ha deciso: tutta la popolazione di Vo', che ha circa 4000 abitanti, verrà offerta la possibilità di sottoporsi al test per il Covid-19. Ma in questa direzione, dunque verso un'applicazione più diffusa del ricorso ai test, si stanno muovendo anche altre regioni. Ieri Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia-Romagna, ha spiegato che tutti i pazienti affetti da polmonite ricoverati negli ospedali dell'Emilia-Romagna saranno sottoposti al test tampone per il coronavirus.


Media Cina, risposta 'lenta' dall'Italia
Agenzia ANSA
25 febbraio 2020

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... baebf.html

(ANSA) - PECHINO, 25 FEB - Da accusati ad accusatori: in Cina il Global Times critica in un editoriale la risposta "lenta" di Corea del Sud, Giappone, Iran e anche Italia all'emergenza coronavirus. "È preoccupante che le misure di prevenzione e controllo adottate dai suddetti Paesi possano essere insufficienti", scrive il tabloid del Quotidiano del Popolo, voce del Partito comunista cinese. "Fortunatamente - prosegue l'editoriale del Global Times - la Cina ha un enorme sistema medico e può mobilitare rapidamente oltre 40.000 unità del personale medico per supportare Wuhan e l'Hubei", epicentro dell'epidemia. "Se un secondo epicentro come Wuhan dovesse emergere in un altro Paese, è difficile immaginare che una massiccia assistenza possa essere mobilitata", ha aggiunto. Una critica, quella di Pechino, che intanto la Corea del Sud, per voce del Chosun Ilbo, ha rispedito al mittente: proviene, commenta il giornale, dalla Cina "diventata un paria globale per aver mentito e mal gestito la malattia che ha avuto origine".


Coronavirus, altro che ospedale focolaio: le circolari smentiscono Conte
Giuseppe De Lorenzo
25 febbraio 2020

https://www.msn.com/it-it/notizie/polit ... 9S?ocid=sf

Giuseppe Conte non l'ha mai nominato direttamente. Ma appare evidente che è all'ospedale di Codogno che si riferiva quando aveva denunciato la "gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi". Tradotto: i medici non hanno seguito le regole e così il contagio si è diffuso. Le accuse del premier hanno infastidito la Regione a guida leghista, com'era ovvio. L'assessore Giulio Gallera e il governatore Attilio Fontana hanno definito "ignobile" l'attacco di Conte e rivendicato di aver seguito alla lettera le indicazioni fornite dal governo nelle circolari ministeriali. Chi ha ragione? Carte alla mano, sembra proprio che stavolta il premier sia scivolato su una grossa buccia di banana.

Il fulcro della polemica, e anche dell'emergenza Coronavirus, ruota attorno alla storia clinica di M.Y.M., il "paziente uno" risultato positivo al test del Covid-19. Mattia, secondo quanto raccontato dai familiari, soffre i primi sintomi influenzali intorno al 14 febbraio. Il 18 si presenta in pronto soccorso, si fa visitare, non è grave e quindi viene rimandato a casa. Solo il giorno successivo, il 19, a causa del peggioramento delle condizioni scatta il ricovero. I test daranno esito positivo: Mattia è positivo al Coronavirus e Codogno si trasforma nel centro dell'epidemia italiana. L'inizio di tutto.

Il viavai dal nosocomio ha sicuramente favorito l'amplificazione dell'epidemia (come spiegato da Massimo Galli, primario del Sacco di Milano), ma non è l'ospedale di Codogno il "focolaio" contro cui accanirsi. In molti si sono chiesti: perché i medici hanno dimesso Mattia prima di fargli un tampone? Perché non appena si è presentato in ospedale con la febbre non è stato isolato? Semplice: perché le leggi (e le indicazioni del SSN) non lo prevedono. A dimostrare che i medici della struttura sanitaria lodigiana non sono da crocifiggere, ci sono le circolari e le ordinanze prodotte dal governo e dal ministero della Salute. Documenti che, in teoria, il premier Conte dovrebbe conoscere.

La prima circolare da tenere a mente è la numero 1997 emessa il 22 gennaio dal ministero. "I casi sospetti di nCoV - si legge - vanno visitati in un'area separata dagli altri pazienti e ospedalizzati in isolamento in un reparto di malattie infettive, possibilmente in una stanza singola, facendo loro indossare la mascherina chirurgica". Indicazioni logiche, ovviamente. Cui si aggiungono quelle per la protezione degli operatori sanitari. Il "problema" è che Mattia nei primi giorni non rientrava nella definizione di "paziente sospetto", almeno non secondo la definizione scritta dallo stesso ministero e aggiornata con la circolare del 27 gennaio. Le ipotesi previste dal documento sono due: 1) è da considerarsi un "caso sospetto" la persona evidenzi una "infezione respiratoria acuta grave" con "febbre e tosse che ha richiesto il ricovero in ospedale" e che abbia una "storia di viaggi o residenze in aree a rischio della Cina, nei 14 giorni precedenti l'insorgenza della sintomatologia", oppure sia "un operatore sanitario che ha lavorato in un ambiente dove si stanno curando pazienti con infezioni respiratorie acute gravi ad eziologia sconosciuta"; 2) è "sospetto" il caso di una persona "con malattia respiratoria acuta" che abbia avuto un "contatto stretto con un caso probabile o confermato da nCoV" o che abbia "visitato o lavorato in un mercato di animali vvi a Wuhan" oppure "lavorato o frequentato una struttura sanitaria" dove "sono stati ricoverati pazienti con infezioni da Covid-19".

Nessuno di questi era il caso di Mattia, che all'inizio sembrava avesse solo una normale influenza e non necessitava di ricovero. Alle prime domande dei medici, peraltro, il "paziente uno" aveva raccontato solo di "un viaggio a New York" e non ricordava contatti con qualcuno rientrato dalla Cina. Solo al momento del ricovero, dunque il 19 febbraio, la moglie - e non Mattia - ricorderà della cena tra il marito e un amico tornato dalla Paese del Dragone (peraltro risultato negativo al test). È a quel punto che è scattata la procedura: il paziente è stato sottoposto a test, il pronto soccorso chiuso e il personale ospedaliero coinvolto messo in quarantena. Prima non si poteva fare altrimenti. Paradossalmente, se la moglie di Mattia non avesse rivelato la pista del collega rivelatasi falsa, forse al 38enne nessuno avrebbe fatto il tampone. Nessuna "falla" nel sistema lombardo, dunque. Checché ne dica Conte.


Alberto Pento
Se le persone arrivate dalla Cina fossero state messe fin da subito in quarantena si sarebbe individuato subito il paziente zero e si sarebbe circoscritta e ridotta la diffusione del virus.


Vittorio Feltri contro il governo: "Abbiamo fatto entrare tutti, anche il coronavirus"
25 Febbraio 2020
di Vittorio Feltri

https://www.liberoquotidiano.it/news/op ... A.facebook

Continuano gli sbarchi al grido di accogliamo tutti. Peccato che abbiamo spalancato le porte anche al virus sottovalutandone per giorni e giorni la gravità. Coloro che avvertivano il pericolo di una epidemia e raccomandavano la chiusura delle scuole nonché severi controlli per evitare il dilagare dell' infezione sono stati a lungo sbeffeggiati quasi fossero degli uccelli del malaugurio, mentre avevano ragione da vendere. Milano e altre città del Nord ieri erano semideserte, la gente trema e si difende come può, ascolta i consigli dei cosiddetti esperti sperando di cavarsela. Il governo è intervenuto in ritardo e intanto il morbo ha colpito in breve ben oltre 150 persone e minaccia di colpirne molte altre.

I pessimisti affermano che gli infettati raggiungeranno presto quota 500. Gli ottimisti gettano acqua sul fuoco e sostengono che le vittime non sono poi in punto di morte. Sta di fatto però che il 20 per cento di esse si trova in terapia intensiva, ciò significa che tanto bene gli attaccati non stanno. In pratica l' Italia, dopo aver agito al rallentatore, ora è affetta da paralisi "progressista", ogni attività si è fermata ed è giusto, tuttavia non bisogna dimenticare che gli interventi restrittivi sono stati tardivi.

Non è un caso che il nostro Paese in Europa sia il più infestato.

Dopo di che rispettiamo le idee di tutti, pure quelle degli stolti (la maggioranza rumorosa), meno quella di Carlo Calenda, specialista in contraddizioni. Il quale accusa Libero di aver peccato in cialtronaggine (lui che è il re dei cialtroni, tanto che non ha mai combinato nulla di buono) avendo pubblicato questo titolo: "Prove tecniche di strage". Sormontato da un occhiello in cui si rimproverava al governo di aver nicchiato agevolando in tal modo il propagarsi del Corona. Parole che riflettono la realtà, purtroppo, e non possono essere censurate. Viceversa l' ex ministro, pur dicendo di essere liberale e di non aver mai querelato un giornalista, sprona l' esecutivo a tapparci la bocca secondo i costumi delle dittature sudamericane, caricature di quelle comuniste. Calenda non è il solo a pronunciare bestialità.
Romano (Pd), per esempio, ci taccia di alimentare l' industria della paura. Ridicolo. Il terrore semmai è fomentato dal virus inizialmente snobbato dal BisConte dormiente e incapace.
Si dà il caso che il popolo Lombardo e quello Veneto non escano più neanche di casa non certo suggestionati da Libero, bensì perché atterriti da una malattia inadeguatamente affrontata dalla politica cara ai Calenda e ai Romano. A costoro auguriamo di non essere contagiati, però li invitiamo a non declamare cazzate da lazzaroni professionali.



Ricapitolando sul coronavirus:
Giulio Meotti
25 febbraio 2020

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 4807889959

- È una epidemia grave. Avremmo dovuto capirlo subito dalle tante immagini di "guerra biologica" arrivate dalla Cina
- Non sappiamo come sia nato il virus, non sappiamo i reali numeri dei malati e dei morti in Cina, perché la Cina è una dittatura orrenda che mente, che non ha alcun rispetto della vita umana e che già in passato ha dimostrato di mettere in pericolo la salute mondiale
- Non sappiamo come si svilupperà, quanti lo contrarranno, se si fermerà, in cosa muterà, perché gli esperti sono nel caos e litigano fra di se: “rischio zero per l'Italia”, “è una guerra”, “normale influenza”, “non si sa”, “pandemia”, “raffreddore”...E' la fine degli esperti cosiddetti come li abbiamo trattati finora, sacerdoti e oracoli
- Ogni forma di esibizionismo politico e antirazzista a favore delle telecamere è masochistico e suicida, come si è dimostrato in Italia
- La popolazione ha tutto il diritto di avere paura e di non essere rabbonita da giornalisti e politicanti che la considerano "irrazionale"
- Dobbiamo far nostro il principio socratico “io so di non sapere” e, poiché il compito di uno stato è di difendere la popolazione (anche vecchi e ammalati, sì), dobbiamo usare ogni misura per difenderci da questa “cosa”. “Est regis tueri cives”. Ovvero è dovere del re proteggere i cittadini
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:47 pm

Il corona virus non è un'influenza normale ma anormale e straordinaria con una mortalità più di cento volte quella dell'influenza stagionale.
Quindi chi dice che m'epidemia non è pericolosa mente a discapito della nostra salute.


Il coronavirus pare avere una mortalità del 2,3%, è una mortalità elevatissima, la peste del medioevo era del 5% circa (in generale e arrivava anche al 50% in particolare in certi luoghi di maggior diffusione e in assenza di qualsiasi cura) e la normale influenza è dello 0,02% .


Influenza: epidemie di equivoci (o peggio)
Fabio Franchi, Livio Giuliani
15/05/2017

http://www.informasalus.it/it/articoli/ ... jVMfoDlni4




Coronavirus, il tasso di mortalità in base a età, sesso e a malattie preesistenti
24 febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 72142.html

Che grado di mortalità ha il Coronavirus? La risposta è "dipende". Perché se in linea generale il tasso dei decessi è calcolato intorno al 2-3%, scendendo nei dettagli vediamo come tra gli under 9 sia nullo. Più si sale con l'età, più aumenta il rischio, esattamente come avviene con la normale influenza. La differenza, spiegano gli esperti, sta nel fatto che mentre per l'influenza stagionale siamo tutti più attrezzati in termini di anticorpi e disponiamo di vaccini in grado di proteggere i soggetti più deboli, il Coronavirus può contagiare un numero molto più alto di persone poiché ci trova del tutto indifesi.

Coronavirus in Italia: la mappa del contagio regione per regione

Il maggiore studio epidemiologico sul Coronavirus è stato realizzato in Cina su oltre 70mila casi e pubblicato dal Chinese Journal of Epidemiology. L'analisi del Chinese Centre for Disease Control and Prevention ha riscontrato che il tasso di mortalità cresce dallo 0,2% tra 10 e 39 anni al 14,8% sopra gli 80. Un altro fattore di rischio è la presenza di malattie preesistenti, specie quelle cardiovascolari, diabete, insufficienza respiratoria cronica e ipertensione.

L'analisi del Chinese Centre for Disease Control and Prevention ha riscontrato una mortalità per il virus del 2,9% nella provincia di Hubei, 'epicentro' dell'epidemia, nel resto della Cina è dello 0,4%. L'80,9% delle infezioni è lieve, il 13,8% grave nel 4,7% si tratta di casi critici, con sintomi come insufficienza respiratoria, shock settico o insufficienza multiorgano. L'86% dei casi si è verificato nei pazienti tra 30 e 79 anni. Il rischio di morte è maggiore tra gli uomini (2,8%) che tra le donne (1,7%).

Per quanto riguarda il contagio di persone con malattie preesistenti si riscontra un tasso di mortalità piuttosto alto, pari al 10,5%, in chi soffre di patologie cardiovascolari. Il tasso scende al 7,3 per i malati di diabete, al 6,3% per chi soffre di disturbi cronici dell'apparato respiratorio, al 6% per i malati di cancro. Tra chi invece al momento del contagio è in perfette condizioni di salute il tasso è dello 0,9%.



Coronavirus, chi rischia di più: lo studio sul tasso di mortalità per fasce d’età

https://scienze.fanpage.it/coronavirus- ... asce-deta/

Il più ampio studio epidemiologico sul nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) fornisce un quadro più esaustivo sul tasso di mortalità della COVID-19, l'infezione respiratoria scaturita dal patogeno. Grazie all'indagine, messa a punto dal “The Novel Coronavirus Pneumonia Emergency Response Epidemiology Team” del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC), è possibile evidenziarlo per fasce di età, genere e condizioni mediche preesistenti nei pazienti, la cosiddetta comorbidità. In tutto lo studio ha visto il coinvolgimento di oltre 72mila persone, delle quali 44.672 (61,8 percento) come casi confermati; 16.186 (22,4 percento) come casi sospetti; 10.567 (14,6 percento) come casi diagnosticati clinicamente (ascrivibili alla sola provincia di Hubei, dove si trova la città-epicentro dell'epidemia); e 889 (1.2 percento) come casi asintomatici. Tra i casi confermati, l'86,6 percento dei pazienti aveva un'età compresa tra i 30 e i 79 anno, inoltre l'80,9 percento ha manifestato la COVID-19 in forma lieve. Ricordiamo che le percentuali sotto indicate si riferiscono a casi registrati in Cina, e nello specifico nella provincia di Hubei, dove il tasso di mortalità del coronavirus risulta più alto rispetto alle altre parti del mondo.
Coronavirus: il tasso di mortalità per età

Tra gli oltre 44mila casi confermati si sono verificati 1.023 decessi, con un tasso di mortalità complessivo del 2,3 percento. Il cosiddetto “Death Rat”, ovvero il numero di decessi in base al numero di casi, indica la probabilità di morire quando si viene infettati dal SARS-CoV-2, che è differente in base alle varie fasce d'età prese in esame. È importante sottolineare che non rappresenta la percentuale dei decessi per una determinata fascia di età, ma il rischio di morire di una persona in una specifica fascia di età a causa dell'infezione.

In base ai dati dello studio “Vital Surveillances: The Epidemiological Characteristics of an Outbreak of 2019 Novel Coronavirus Diseases (COVID-19)” pubblicato sulla rivista scientifica Chinese Journal of Epidemiology

è emerso che il tasso di mortalità presenta i seguenti valori:

per chi ha 80 anni o più è del 14,8 percento
8 percento tra i 70 e i 79 anni
3,6 percento nella fascia 60-69 anni
1,3 percento per chi ha tra i 50 e i 59 anni
0,4 percento per chi ha tra i 40 e i 49 anni
0,2 percento per le fasce di età 30-39 anni, 20-29 anni e 10-19 anni
Nella fascia di età 0-9 anni non sono stati riscontrati decessi


Allo stato attuale dei contagi accertati (400) e delle morti avvenute (12), il tasso di mortalità è intorno al 3,3% quindi molto di più del 2%, quasi il doppio:


Coronavirus: 12 vittime in Italia, 6 bambini contagiati. Il Nas negli ospedali lodigiani. Da oggi tamponi solo ai sintomatici
Redazione ANSA
25 febbraio 2020

http://www.ansa.it/canale_saluteebeness ... ecfff.html

Sono 12 i morti per il coronavirus in Italia: l'ultima vittima è un uomo di 70 anni in Emilia-Romagna, cittadino lombardo, paziente con "importanti patologie pregresse". Sei i minori sono risultati positivi al Coronavirus in Lombardia. La maggior parte legati alla cosiddetta zona rossa dove ora vige il divieto di ingresso e di uscita. Si tratta di una bambina di 4 anni di Castiglione d'Adda ricoverata al San Matteo, di un 15 enne ricoverato a Seriate (Bergamo) e due ragazzini di 10 anni di Soresina (Cremona) e di San Rocco al porto (Lodi) già tornati a casa. Positivo nei giorni scorsi anche un 17enne della Valtellina che frequenta un istituto di Codogno e successivamente anche un suo compagno di scuola della provincia di Sondrio. (IL PUNTO della Protezione civile)

Il dato dei contagiati accertati in Italia è di quasi 400 persone. Sono 23 le province italiane in cui si sono registrati casi di coronavirus. Le regioni interessate sono dieci: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Liguria, Sicilia, Marche, Lazio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 10:08 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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