Coronavirus

Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:31 pm

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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:33 pm

Il coronavirus mette in crisi l'economia mondiale

Il coronavirus fa male (anche) all’economia mondiale
Pietro Mecarozzi Collaboratore interno
1 febbraio 2020

https://www.linkiesta.it/it/article/202 ... mia/45276/

Gli aspetti del coronavirus che sfuggono alla comunità scientifica, al momento, sono ancora molti. Una cosa certa, però, c’è: l’epidemia rischia di mettere in ginocchio l’economia mondiale. L’impatto economico dell’infezione, infatti, secondo gli analisti di Nomura sarà superiore a quello della Sars. Per intenderci: la sindrome scoppiata 17 anni fa sempre in Cina, si mangiò 25,3 miliardi di dollari di Pil cinese, oggi si parla di 40 miliardi. In aggiunta, il governo di Pechino ha chiuso un’intera provincia, mentre durante lo scoppio della Sars nemmeno una grande città restò isolata.

I dati finora disponibili parlano, appunto, di un calo molto più marcato di quello causato dalla Sars, dovuto principalmente alla posizione in cui si è diffuso il virus. La singola provincia dello Hubei, nella quale si trova la città di Wuhan, è una delle dieci province più importanti di tutta la Cina in termini di industria, finanza, affari, tecnologia e istruzione. Nonché, aggravante che ne ha velocizzato la diffusione, uno dei principali snodi dei trasporti verso le più grandi metropoli cinesi come Pechino, Shanghai e Guangzhou.

Solo dal peso di questi fattori, sulla base dei calcoli degli analisti di Nomura, è possibile stabilire che nel primo trimestre del 2020 la crescita del Pil cinese precipiterà rispetto al quarto trimestre del 2019, portando con sé filiere e Borse internazionali (solo il movimento turistico cinese muove nel mondo 130 miliardi di dollari all’anno). «Ci sono diverse questioni da valutare, fra tutte quella dei consumi. Il blocco della produzione dovuto alle misure di prevenzione, inevitabilmente, manifesterà delle ripercussioni anche nel nostro Paese», spiega a Linkiesta Filippo Fasulo, coordinatore scientifico del Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia Cina. «In particolare su due voci: quella del turismo e quella del lusso. Entrambe sono fondamentali, in quanto il consumo dei cittadini cinesi equivale a un terzo del mercato globale del lusso, come del resto potrebbe subire un impatto importante a livello internazionale anche il settore dell’intrattenimento, per esempio il cinema che vede il popolo cinese come secondo consumatore dopo gli Stati Uniti».

In altre parole: l’interdipendenza creatasi negli anni tra i vari mercati mondiali con quello cinese, ha amplificato le debolezze di molte economie, tra cui quella italiana, che adesso dovranno fare i conti anche con l’instabilità delle Borse e lo stop della produzione. I crolli dei listini asiatici - che arrivano al termine dell’annus horribilis per la crescita dell’economia cinese -, che finora hanno bruciato quasi 300 miliardi, e la sospensione delle attività di alcune grandi imprese, come Toyota, Mc Donald’s, Starbucks e Ikea, mostrano una Cina ferma e chiusa che, a differenza del momento storico in cui è scoppiata la Sars, è all’interno di un sistema di economie molto più esposto alle conseguenze di un cigno nero come può essere il coronavirus. «Di per sé questo periodo per la Cina è generalmente di rallentamento, in forza delle chiusura di molte aziende e per le lunghe festività che il capodanno cinese comporta», continua Fasulo. «I prolungamenti delle ferie che le aziende coinvolte hanno già fatto sapere di voler adottare, sarà un indicatore fondamentale per capire l’entità del virus sull’economia: ovvero, in quel periodo di tempo potrà essere misurato il grado di dipendenza mondiale dal sistema produttivo cinese».

Una prova empirica, quindi, per capire quanto realmente dipendiamo dalla Cina. Per assurdo, almeno per l’Italia, un bilancio parziale è già possibile farlo: gli acquisti di lusso esentasse nel 2019 hanno come primi attori proprio i cinesi (28 per cento del totale), per un totale di spesa di 462 milioni di euro, oltre 300 euro al giorno, circa 1.500 euro a viaggio.

Il gigante asiatico vivrà un periodo di recessione anche di carattere agricolo, poiché il ministero dell’Agricoltura cinese ha vietato allevamento, trasporto e commercio di tutti gli animali. Difficile sarà poi assorbire lo stop e far ripartire il settore trasporti, in particolare quello aereo. Le previsioni per il 2020, che sarebbe dovuto essere «l’anno del turismo e della cultura Italia-Cina», notificavano l’aumento dei collegamenti aerei diretti (sino a 126 voli la settimana) per un totale di 4 milioni di turisti cinese in arrivo nel nostro Paese.

Allo stato attuale, British Airways, Iberia e Lufthansa hanno sospeso i voli dal Paese asiatico, per un tempo e con ripercussione del tutto incalcolabili. «Speriamo in pochi mesi di riuscire a estrapolare un bilancio almeno parziale sul colpo inferto dal coronavirus. Sicuramente, solo in questo frangente iniziale si sono innescate una serie di dinamiche che minano alla fiducia nei confronti della Cina e dei suoi prodotti, i quali potrebbero essere soggetti in futuro a una revisione dei criteri di consumo e di qualità. Potrebbe quindi esserci una trasformazione delle sensibilità, con maggior attenzione verso prodotti di alta qualità anche per il consumatore cinese, il che tutto sommato potrebbe anche essere un punto a favore per il mercato italiano», commenta Fasulo. Economia e geopolitica sono sicuramente secondarie di fronte alle necessità di un’emergenza sanitaria simile, come del resto è difficile non pensare che, in tutte le sue diramazioni, il lato peggiore del coronavirus deve ancora mostrarsi.


Coronavirus: direttore Fmi paventa rallentamento economia globale
Ginevra, 03 feb 2020
(Agenzia Nova)

https://www.agenzianova.com/a/5e37ac19c ... ale/linked

Il progressivo allargamento dell’epidemia da coronavirus cinese causerà un rallentamento almeno temporaneo dell’economia globale. Lo ha dichiarato il direttore del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva: l’epidemia “causerà probabilmente un certo rallentamento nel breve termine. Nel lungo termine, è ancora presto per formulare ipotesi. Dobbiamo verificare quanto rapide ed efficaci siano le misure adottate per contenere la diffusione del virus”, ha affermato Georgieva durante una conferenza stampa. Il direttore dell’Fmi ha sottolineato che i primi effetti della crisi sanitaria sono giù visibili: “Vediamo accumularsi effetti indiretti attorno al manifatturiero, le catene di fornitura subiscono l’impatto della distruzione causata dal virus. Assistiamo ad un impatto anche sui viaggi e il turismo”, ha spiegato il direttore dell’Fmi. Georgieva ha ricordato che ai tempi della Sars l’economia cinese ammontava al 4 per cento del totale globale, mentre oggi tale percentuale è aumentata al 18 per cento.

La Cina e la comunità internazionale osservano con crescente preoccupazione le ricadute economiche causate dalla propagazione del nuovo ceppo di coronavirus in quel paese asiatico. La sindrome respiratoria acuta grave (Sars) che ha colpito la Cina a partire dal 2002 fornisce una indicazione di massima circa i possibili effetti economici dell’attuale emergenza sanitaria: il nuovo virus, però, pare propagarsi assai più rapidamente della Sars, che ha giù superato in Cina per numero di contagi complessivo. Rispetto ai primi anni Duemila, inoltre, l’economia cinese è assai più integrata ai mercati globali, che dunque scontano a loro volta una maggiore esposizione alla crisi. Per arginare l’avanzata del virus, le autorità cinesi hanno decretato la quarantena di Wuhan – città della Cina centrale epicentro dell’infezione – e di 11 altri centri urbani del paese. Pechino, che solo questo mese aveva firmato un accordo provvisorio per attenuare le ostilità commerciali con gli Stati Uniti, si trova a fronteggiare l’emergenza in una situazione di vulnerabilità pregressa. La preoccupazione è però avvertita anche nei paesi asiatici vicini, integrati alle catene di fornitura dell’economia cinese e già colpiti dal crollo dei flussi di turisti cinesi.

I principali media asiatici diffondono già le prime proiezioni relative ai danni potenziali dell’epidemia per l’economia cinese. Secondo un rapporto di Plenum Group citato dal quotidiano “South China Morning Post”, gli effetti delle misure di contenimento dell’infezione potrebbero far rallentare la crescita cinese di quattro punti percentuali nel primo trimestre di quest’anno; la sola quarantena imposta alla provincia di Hubei, focolaio del virus, potrebbe costare alla Cina un altro punto e mezzo di pil. Secondo Shao Yu, capo economista di Orient Securities Shanghai, la diffusione del virus, che interessa ormai almeno 20 grandi città cinesi, comporterà un “impatto negativo” difficilmente quantificabile nel lungo periodo. Lo scorso anno la Cina è riuscita a conseguire una crescita del 6,1 per cento, a dispetto della guerra dei dazi con gli Stati Uniti. Dietro il dato complessivo si cela però un progressivo peggioramento dei fondamentali macroeconomici: diversi economisti temono che il coronavirus possa trasformarsi nel “cigno nero” in grado di esporre nei prossimi mesi le debolezze strutturali dell’economia cinese.

Era stato proprio il presidente cinese, Xi Jinping, a mettere in guardia lo scorso anno dal rischio di “cigni neri”, vale a dire eventi avversi inattesi; nel 2019, Pechino ha già dovuto scontare due crisi ancora irrisolte: da una parte il succitato scontro con gli Usa; dall’altra, le violente proteste antigovernative di Hong Kong, che hanno destabilizzato una tra le principali piazze finanziarie mondiali. Diversi esperti temono già che il coronavirus possa rivelarsi un evento più distruttivo per la Cina e per l’intera Asia-Pacifico della guerra dei dazi tra le due maggiori potenze mondiali.

A livello locale, il danno economico è ascrivibile anzitutto all’isolamento Wuhan, uno tra i centri economici più dinamici della Cina. La città, che conta circa 11 milioni di abitanti, è un importantissimo hub dei trasporti e della logistica al centro del paese, tanto da essere stata soprannominata “via di transito della Cina”. Secondo i dati forniti dall’amministrazione cittadina, nel 2018 l’economia di Wuhan è cresciuta sino ad un volume di 224 miliardi di dollari, pari a ben l’1,6 per cento del prodotto interno lordo cinese complessivo. Oltre 300 aziende del listino Fortune 500 operavano nella città lo scorso anno: tra queste Microsoft, Sap e il Gruppo automobilistico francese Psa; e ancora PepsiCo, Siemens e il costruttore di automobili Peugeot Citroen, tutte costrette ad arrestare le operazioni a causa della quarantena imposta dalle autorità cinesi su Wuhan, così come su altri 11 centri urbani cinesi.

L’automotive è uno dei settori più rappresentativi dell’industria di Wuhan, ma negli ultimi anni la città ha effettuato anche poderosi investimenti tesi a conseguire lo status di hub tecnologico internazionale. Un significativo contributo all’economia di Wuhan giunge anche dal turismo: lo scorso anno la città della Cina centrale ha accolto ben 319 milioni di turisti, che hanno generato entrate per 357 miliardi di yuan. Il governo di Wuhan si era dato come obiettivo per quest’anno la creazione di 220mila nuovi posti di lavoro, forte di quella che il Milken Institute classifica come la nona maggiore economia urbana della Cina: nel 2019 Wuhan ha conseguito una crescita economica del 7,8 per cento, 1,7 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Il blocco di Wuhan esercita un impatto immediato sull’economia nazionale cinese soprattutto per l’interruzione dei trasporti e della logistica: oltre alla sua importanza economica, infatti, Wuhan è il principale centro amministrativo e commerciale della Cina Centrale.

A livello nazionale, la diffusione del coronavirus ha spinto le autorità cinesi a prorogare di tre giorni le festività del Capodanno lunare. Grandi nomi internazionali dell’automotive, della grande distribuzione, del settore alberghiero e della ristorazione, hanno già annunciato la sospensione o il ridimensionamento delle operazioni a Wuhan e in altre grandi città del paese: tra questi il costruttore di automobili giapponese Toyota, le catene di fast food McDonalds, Kfc e Pizza Hut, le catene alberghiere The Peninsula, Shangri-La, Hilton e Marriott, i colossi dell’abbigliamento Uniqlo e H&M, la multinazionale svedese dei mobili Ikea. Numerose compagnie aeree internazionali – da ultima British Airways – hanno già ridotto i voli settimanali verso la Cina, in risposta al crollo della domanda. In Cina sono state cancellate sette prime cinematografiche, chiusi i due parchi a tema Disneyland e sono a rischio numerosi eventi sportivi.

Sul piano internazionale, l’emergenza sanitaria ha causato un crollo immediato del traffico di passeggeri e dei flussi turistici nella regione asiatica, già avvertito acutamente da paesi quali Giappone, Thailandia e Singapore. Casi di infezione sono stati già confermati in Sri Lanka, Germania, Thailandia, Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Stati Uniti, Francia, Taiwan, Hong Kong, Macao, Singapore, Nepal, Malesia, Australia, Canada e Cambogia. Per scongiurare il rischio di una pandemia, i governi stanno imponendo limiti sempre più stringenti ai voli da e verso la Cina, spingendosi oltre i controlli sanitari ai passeggeri in arrivo da Wuhan, istituiti nelle ultime settimane. Paesi come Filippine e Kazakhstan hanno già annunciato il blocco totale degli ingressi di turisti cinesi, o addirittura la sospensione di tutti i servizi di collegamento con la Cina.

Tra il 2002 e il 2003, l’epidemia di Sars ha causato all’economia cinese danni stimati in 25 miliardi di dollari, e un totale di 40 miliardi di dollari a livello globale. Il mercato azionario cinese impiegò 5 mesi per riprendersi dagli effetti della crisi, e i viaggi internazionali da e verso le aree colpite dalla Sars crollarono del 70 per cento. La nuova emergenza sanitaria colpisce però una Cina economicamente meno dinamica, che però è ancor più integrata all’economia globale e ne costituisce ancora un fondamentale motore di crescita. Uno studio del 2018 sponsorizzato dall’Organizzazione mondiale delal sanità (Oms) stima che una pandemia globale di influenza virale potrebbe causare la morte di 720mila persone, e costare 500 miliardi di dollari all’anno, pari allo 0,6 per cento del prodotto interno lordo mondiale. Come sottolinea il quotidiano “Nikkei”, il “contagio” del nuovo coronavirus sta già dilagando nella regione asiatica, quantomeno sul piano economico.

Nel 2003 la Cina doveva ancora affermarsi del tutto come traino della crescita e dell’integrazione economica asiatiche. La Sars colpì la regione prima del lancio della Belt and Road Initiative (Bri, la Nuova via della seta), che ha fatto da apripista alla massiccia penetrazione diplomatica ed economica cinese nel Su-est asiatico, accompagnata da flussi turistici senza precedenti. Nel 2003 i turisti in uscita dalla Cina ammontavano a circa 20 milioni; il dato relativo al 2018 è di circa 150 milioni, e ciò moltiplica i rischi di contagio sia sul piano virale, sua su quello economico. Con casi di infezione già confermati in oltre 14 paesi oltre la Cina, i governi si trovano impegnati in una delicatissima operazione di bilanciamento tra le necessità di contenimento del rischio virale, e quella di limitazione del danno economico. (Res)



Sindrome cinese: tre conseguenze del coronavirus sull’economia globale e italiana
Servizio l’impatto dell’epidemia
In un mondo globalizzato, la paralisi del Dragone avrà ricadute pesanti per tutti. Soprattutto per i Paesi esportatori, in particolare se a crescita zero. Come l’Italia
di Enrico Marro
5 febbraio 2020

https://www.ilsole24ore.com/art/sindrom ... a-AClDg2GB


1.L’economia del Dragone colpita al cuore
Nessuno ha dubbi sul fatto che la Cina, già indebolita dalla guerra commerciale con Trump, sia la vittima numero uno dell’epidemia. Fare stime sull’impatto del coronavirus sul Dragone non è facile, ma con oltre 50 milioni di persone in quarantena e migliaia di fabbriche chiuse le previsioni dei think thank diventano sempre più cupe.

Secondo Oxford Economics, nel primo trimestre dell’anno il virus costerà alla seconda economia mondiale due punti percentuali di Pil, facendo deragliare la crescita complessiva 2020 al 5,4% (anziché il 6% previsto prima dell'epidemia). Ma il vero problema è che il coronavirus, costringendo alla chiusura di migliaia di fabbriche cinesi, sta distruggendo intere catene del valore ormai ampiamente globalizzate: e non parliamo solo di chimica o automotive, con le forniture di componentistica per esempio a Toyota e General Motors che iniziano a scarseggiare, ma anche di elettronica e tessile.

2. Sindrome cinese sull’economia globale
Visto che la Cina non produce solo magliette e giocattoli di plastica come ai tempi della Sars, il micidiale virus polmonare del 2002-2003, l’impatto del coronavirus sarà duro anche per il resto del mondo.

«Il Dragone rappresenta circa un terzo della crescita globale, con una quota percentuale superiore a quelle di Stati Uniti, Giappone ed Europa messe assieme» ha sottolineato Andy Rothman, economista di Matthews Asia. E le dimensioni dell'economia cinese sono quadruplicate rispetto a 18 anni fa. Come calcolare l’impatto dell'epidemia sul Pil mondiale? Pantheon Macroeconomics è partita proprio dalla Sars: allora quella forma di coronavirus aveva buttato giù la crescita trimestrale cinese di un punto percentuale (all’1,8% nel periodo aprile-giugno, contro il 2,8% stimato). A livello globale, secondo le stime di Cebr, il virus del 2003 bruciò da 30 a 100 miliardi di dollari, pari a un range compreso tra lo 0,08% e lo 0,25% del Pil mondiale.

Oggi, con l'economia cinese quadruplicata, il coronavirus potrebbe avere un impatto negativo sul Pil mondiale anche superiore all’1,8%, tarpando le ali a una crescita globale stimata per il 2020 al 2,9%. Sempre che non si riesca a trovare una cura in fretta.



Quanto ci costa il coronavirus?
5 febbraio 2020

https://www.ispionline.it/it/pubblicazi ... irus-25011

Le vittime del Coronavirus 2019-nCoV raggiungono quota 427. E mentre Macao chiude i suoi casinò per due settimane e il Giappone blocca 3500 persone a bordo di una nave da crociera, Pechino e il mondo fanno i conti col costo economico della pandemia.

Mentre il mondo, Pechino in primis, cerca di contenere l’epidemia di coronavirus, a suscitare preoccupazione è anche la tenuta dell’economia cinese, e le possibili ricadute a livello mondiale. Secondo la banca mondiale il Pil cinese oggi è otto volte più grande del 2003, quando il continente fu investito dalla Sars, e da allora la quota della Cina sul Pil mondiale è quadruplicata, passando dal 4 al 16% . Pechino rappresenta la seconda economia più grande del mondo e un motore chiave della crescita economica globale. Perciò qualsiasi fattore negativo la coinvolga si rifletterà anche ad altre latitudini. Su questo, la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, è chiara: “L’epidemia probabilmente rallenterà la crescita economica mondiale nel breve periodo – ha detto – Quanto al lungo periodo, è ancora troppo presto per dirlo”.


Peggio della Sars?

L’economia cinese sta rallentando. E non è colpa del coronavirus. Già prima dell’epidemia, nel 2019, il Pil cinese si era assestato al 6,1%, ben al di sotto del 6,5% indicato dal partito comunista cinese come il cosiddetto ‘New Normal’. E nel primo trimestre del 2020 potrebbe scendere molto di più di quanto non abbia già fatto nel quarto trimestre del 2019. È per questo che il contesto in cui si sviluppa il coronavirus è profondamente diverso da quello del 2003 con la Sars: allora l’economia cinese veniva da anni di crescita tumultuosa, apparentemente inarrestabile. Oggi, la debolezza pregressa e le sfide interne e internazionali – basti pensare alla guerra dei dazi con Donald Trump e alle proteste a Hong Kong – potrebbero complicare notevolmente la ripresa di Pechino, una volta che l’epidemia sarà fermata.


Virus vs dragone?

Nel primo giorno dalla riapertura delle borse dopo il Capodanno lunare, Shanghai ha perso il 7,72% e Shenzhen l’8,41%. I tassi peggiori dal 2015. Intanto la Banca centrale ha iniziato a dispiegare una maxi-iniezione di liquidità per far fronte alle ricadute dell’epidemia sui mercati. Ancora difficile invece, provare a quantificare l'impatto economico complessivo. Standard&Poor's stima fino a meno 1,5% di Prodotto interno lordo rispetto alle previsioni di fine 2019. I rallentamenti sono previsti soprattutto nel primo e nel secondo trimestre di quest’anno, ma per la stabilizzazione bisognerà aspettare la fine del 2020, mentre la ripresa - nell'intera area pacifico-asiatica ci sarà solo a inizio 2021. Ieri, nel primo giorno di ripresa dopo il prolungamento delle ferie, sono state almeno 24 le province e municipalità cinesi, come Shanghai, Chongqing e il Guangdong, che hanno rinviato la ripresa delle attività economiche e produttive. Si tratta di aree che nel 2019 hanno pesato per oltre l’80% in termini di contributo al Pil della Cina e per il 90% all’export. Di conseguenza, la domanda di petrolio da parte del gigante asiatico è crollata di 3 milioni di barili al giorno, pari al 20% del fabbisogno totale. Si tratta del più severo choc subito dalla domanda di petrolio dalla crisi finanziaria del 2008-09 e del più repentino attacco alle Torri Gemelle. La preoccupazione è che se la Cina rallenta non solo comprerà molto meno petrolio, ma comprerà molto meno di tutto.


Effetto a catena?

Se Pechino comincia a fare i conti con gli effetti economici dell’epidemia, nel resto del mondo i contraccolpi commerciali seguono principalmente due direttrici: la riduzione di esportazioni verso la Cina e il venir meno della spesa turistica dei cinesi all’estero. Finora 46 compagnie aeree hanno sospeso i collegamenti, causando un calo dei turisti cinesi e, di conseguenza, nelle vendite di prodotti di lusso. Per la prima volta, anche il sistema moda italiano ha previsto un primo trimestre negativo al -1,5 per cento. Inoltre la chiusura prolungata in molte regioni cinesi, crocevia dell’industria manifatturiera e siderurgica colpirà ulteriormente l'economia mondiale. Basti pensare che per far fronte alle chiusure prolungate delle ditte produttrici cinesi, aziende come Hyundai sono state costrette a chiudere i loro stabilimenti per carenza di componenti, mentre Apple ha deciso di chiudere i suoi punti vendita in Cina come misura precauzionale fino al 9 febbraio.


Cina meno vicina?

Cosa accadrà da qui in avanti dipenderà da quanto rapidamente l'epidemia sarà debellata. Se il tasso di infezione rallentasse e le misure di quarantena fossero revocate, la crescita cinese potrebbe rapidamente rimbalzare, forte delle misure previste dal governo. Se al contrario il tasso di infezione dovesse continuare a crescere le misure di quarantena sarebbero quasi certamente estese, con ricadute economiche più significative per tutti. Ma se fare previsioni risulta difficile, qualche conseguenza della crisi nell’immediato c’è già. Ieri la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha attaccato in modo insolito gli Stati Uniti, accusandoli di “aver diffuso il panico” e di “non aver dato seguito alla proposta di aiuti” per fronteggiare l’emergenza. Quanto all’Italia, che ha sospeso i collegamenti aerei da e per la Cina Hua ha detto di "sperare che la parte italiana faccia una valutazione obiettiva dell'epidemia” sottolineando che “le misure da adottare dovrebbero essere in linea con le raccomandazioni dell'Oms, non superare livelli ragionevoli, evitando di incidere sui normali scambi di personale".



“Il tempismo dell'epidemia di coronavirus ha particolarmente segnato la filiera del turismo in Italia. Solo la settimana seguente il lancio dell'anno del turismo e della cultura Cina-Italia lo scorso 21 gennaio, le misure straordinarie del governo italiano hanno bloccato i voli diretti da/per la Cina per circa tre mesi, infrangendo così le aspettative di molti. Il 2020 avrebbe, infatti, dovuto incrementare il turismo cinese nel nostro paese grazie a questa ricorrenza e agli accordi presi nella cornice del MoU di Marzo 2019 tra Ctrip, maggiore provider turistico in Cina, e diversi enti italiani. Queste settimane di Capodanno lunare avrebbero infatti dovuto essere particolarmente fruttuose per l'Italia: quella cinese è infatti la quarta nazionalità di turisti in Italia all'anno e quella che spende di più, circa 300 euro al giorno a persona. Le misure attuate per evitare la deriva sanitaria del coronavirus lasciano di fatto un retrogusto amaro”.


Coronavirus, Cathay chiede ai dipendenti di stare a casa 3 settimane senza paga
La compagnia aerea di Hong Kong ha sollecitato un concedo non retribuito dei suoi 27mila dipendenti in seguito alle difficoltà create dall coronavirus
5 febbraio 2020

https://www.ilsole24ore.com/art/coronav ... e-ACdvsCHB

Il coronavirus continua a penalizzare settori chiave dell’economia come quello dei trasporti e del turismo. La compagnia aerea di hong Kong Cathay Pacific ha infatti chiesto ai suoi 27mila dipendenti di prendere fino a tre settimane di congedo nel mezzo delle difficoltà e delle turbolenze sulle attività legate all’epidemia del coronavirus di Wuhan.

«Spero che tutti voi possiate partecipare, dal personale di prima linea ai nostri leader senior, in modo da condividere gli oneri delle attuali sfide». Lo ha affermato il numero uno della compagnia di Hong Kong, Augustus Tang, in un messaggio video postato online.

La decisione di lasciare a casa per tre settimane i dipendenti arriva dopo che la compagnia ha pianificato un taglio del 30% della sua capacità nei prossimi due mesi e del 90% dei suoi voli verso la Cina continentale.




Donald Trump spinge verso la "deglobalizzazione": ecco cosa cambia
Roberto Vivaldelli
15 febbraio 2020

https://it.insideover.com/politica/trum ... bEnLdDon1U


Con il crollo dell’Unione sovietica e la fine della Guerra fredda, a partire dal novembre 1989, le istituzioni economiche, le regole e i principi dell’ordine liberale occidentale vennero di fatto estesi all’interno sistema internazionale, costituendo quel mercato globale che prese il nome di globalizzazione. Dal punto di vista politico, in quel periodo gli Stati Uniti si affacciarono sul mondo con la possibilità di esercitare un potere e un’influenza senza precedenti. Con la sconfitta dell’Unione sovietica e la fine dell’era bipolare, infatti, i politici americani hanno cominciato a sognare di modellare il globo a immagine e somiglianza dell’unica superpotenza rimasta: si trattava della globalizzazione, espressione dell’ordine liberale internazionale. Una visione ottimista del futuro ben espressa da Francis Fukuyama nella riflessione formulata nel saggio The End of History?, pubblicato su The National Interest nell’estate 1989, nel quale il liberalismo, agli occhi dell’illustre politologo, appariva come l’unico possibile vincitore e meta finale dell’evoluzione storica dell’uomo e della società.

L’opinione diffusa era che gli Stati nazionali, a causa di questa interdipendenza economica e del nuovo mercato globale, erano “superati”. Dopotutto, la presenza di un’unica grande superpotenza (gli Stati Uniti) faceva pensare che l’epoca del realismo politico e dei conflitti era destinata al dimenticatoio. Tuttavia, questa concezione del mondo ben presto entrò in crisi. Prima con gli attentati alle Torri gemelle del 2001; poi con la grande crisi economica del 2007-2008. La vittoria di Donald Trump e il referendum sulla Brexit del 2016, fecero crescere la convinzione che si stava delineando una nuova era di “deglobalizzazione”.


Verso la deglobalizzazione

Come riporta Il Foglio, secondo un rapporto della Bank of America, che contiene anche un sondaggio che ha rilevato le decisioni di investimento di 3mila aziende nel mondo, per la prima volta viene ipotizzata la nuova traiettoria della “supply chain” che si sta gradualmente spostando dalla Cina verso il sud est asiatico e l’India e talvolta prende la via del “ritorno” verso il nord America. L’attuale assetto geografico delle catene produttive, che si è formato negli ultimi trent’anni con lo spostamento di impianti e posti di lavoro dai paesi occidentali ai paesi emergenti, si sta, dunque, modificando e questo è anche un effetto della politica estera del presidente americano Donald Trump.

Sarebbe in atto, una netta inversione di rotta, dopo oltre trent’anni. Tant’è che gli economisti americani prevedono “una lunga pausa nella globalizzazione” e, in rottura con il passato, sostengono che il mondo “è entrato in una fase senza precedenti durante la quale le catene di approvvigionamento vengono portate a casa, avvicinate ai consumatori o reindirizzate ad alleati strategici”. Questo potrebbe creare “una miriade di opportunità per le aree geografiche verso le quali viene reindirizzata la produzione”. Secondo il rapporto, “Gli Stati Uniti potrebbero essere un beneficiario significativo di questo processo, mentre le imprese cinesi sono forse maggiormente a rischio”.


Il coronavirus e la deglobalizzazione

Come ha spiegato l’ex ministro delle finanze Giulio Tremonti, il nuovo coronavirus, più che un impatto economico, che sarà più o meno intenso e lungo, avrà un forte “impatto psicologico”. “Per un glorioso trentennio – spiega in un’intervista rilasciata a Italia Oggi – con la globalizzazione, un mondo artificiale, fantasmagorico e felice si è sovrapposto a quello reale. Si è pensato che fosse la fine della storia, il principio di una nuova geografia”. E ora, il nuovo virus, che si sta diffondendo in tutto il mondo, ma che ha il suo epicentro in Cina “segna il ritorno della natura, il passaggio dall’artificiale al reale, come reale è appunto un virus”. Così, la globalizzazione è messa in crisi.

Secondo il Financial Times, la diffusione dell’epidemia equivale a un esperimento di deglobalizzazione. “Si stanno ponendo barriere non per arrestare i flussi commerciali e migratori ma per ostacolare la diffusione dell’infezione” scrive il Ft. Gli effetti economici, tuttavia, sono simili: catene di approvvigionamento in difficoltà, minore fiducia delle imprese e meno commercio internazionale”.


Coronavirus, l’allarme di Nomura sull’Italia: i tre scenari di crisi possibili
17 febbraio 2020

https://quifinanza.it/soldi/coronavirus ... ne/353070/


Il Coronavirus fa sempre più paura. I cinesi evitano luoghi affollati come centri commerciali e ristoranti, riducendo i consumi, che hanno contribuito a quasi tre quinti della crescita del Pil cinese lo scorso anno.

Già oggi le aziende cinesi non riescono ad onorare i loro impegni e hanno già debiti per 109,9 miliardi di yuan, pari a circa 15,7 miliardi di dollari. Il Coronavirus ha ritardato o fermato la produzione poiché le misure di quarantena hanno impedito a molti lavoratori di tornare ai loro posti di lavoro.

Ma i problemi non si fermano qui. Perché i suoi effetti negativi si fanno sentire pesantemente anche nel Vecchio Continente. La crisi innescata dal Coronavirus rischia, concretamente, di piegare l’economia italiana. Benché il ministro dell’Economia Gualtieri paventi aiuti a singoli settori e anche Confindustria faccia appello alle aziende per agire uniti, questo non basta a fermare la crisi.
L’allarme di Nomura

L’allarme arriva dalla celebre banca d’affari giapponese Nomura in un rapporto appena pubblicato. Secondo le previsioni dell’istituto bancario giapponese, l’Italia ha un’alta probabilità di cadere nuovamente in recessione nel 2020 a causa della diffusione del virus.

Per il nostro Paese Nomura stima un calo del Pil dello 0,1%, che potrebbe addirittura diventare dello 0,2% in caso di scenario negativo e dello 0,9% se proprio si verificasse lo scenario peggiore in assoluto.

Lo scenario di base

Lo scenario di base relativo alla zona euro presuppone che le misure di blocco della Cina durino solo fino alla fine mese e che le infezioni da Covid-19 siano principalmente confinate in Cina. In questo caso Nomura prevede solo un “modesto” impatto sull’economia dell’area euro, che vede la Germania tra i Paesi più colpiti nelle esportazioni e nella catena di approvvigionamento.

Il calo della spesa turistica dovrebbe invece avere un impatto negativo sulla crescita soprattutto nel Belpaese. L’Italia è, infatti, “vulnerabile a un improvviso stop dei flussi turistici dalla Cina”.

“Prove aneddotiche sull’Italia suggeriscono che il Paese ha già sperimentato migliaia di cancellazioni negli ultimi giorni. Prenotazioni sono in calo in destinazioni turistiche come la Toscana e Venezia, mentre Milano, secondo il sindaco, sta perdendo 4 milioni di euro al giorno in vendite mancate e prenotazioni cancellate”.

“Considerato il basso tasso di crescita da cui l’Italia parte quest’anno – si legge nello studio – ci aspettiamo che il Paese entri in recessione nel 2020, con un Pil in calo dello 0,1% nell’anno (molto al di sotto dello 0,6% previsto dal governo)”.

Lo scenario negativo

Nello scenario negativo, in cui le misure di blocco in Cina proseguirebbero fino alla fine di aprile, Nomura ha rivisto al ribasso dello 0,3% il Pil per il primo trimestre di Germania e Francia, dello 0,2% dell’Italia e dello 0,1% della Spagna.

L’economia dell’area euro soffrirebbe del rallentamento più prolungato e più acuto dell’economia cinese con un ulteriore indebolimento del commercio e ulteriori interruzioni delle catene di approvvigionamento. “In questo scenario vediamo Germania e Italia come i Paesi più esposti, con Francia e Spagna che soffrono di meno” scrive Nomura.

Lo scenario peggiore

Nello scenario più grave, le misure di blocco della Cina proseguirebbero invece per l’intero semestre 2020. Se l’infezione dovesse diventare pandemia, la paura probabilmente aumenterebbe drammaticamente in Europa e l’attività in tutti i settori della vita economica ne risentirebbe in modo significativo.

Sia la Germania che l’Italia cadrebbero in questo caso in recessione nel 2020 e non sarebbe escluso un ulteriore allentamento della politica monetaria, compresi tassi di interesse più bassi e, probabilmente, passi avanti nel programma di acquisto da parte della Bce. In questo caso il Pil del nostro Paese precipiterebbe al -0,9%.


Perché il Pil mondiale ha paura del coronavirus
Matteo Gianola
MARTEDÌ 18 FEBBRAIO 2020

https://www.interris.it/intervento/perc ... 3mhSLa0fNk

Quando si parla di epidemie è difficile fare una proiezione preventiva sugli effetti sull’economia, soprattutto quando l’allarme, al momento, risulti ancora circoscritto a una precisa area geografica e sia scattato solo da poche settimane.

Ciononostante, partendo dalle notizie che, giorno per giorno, si stanno diffondendo, c’è già chi sta stimando cosa possa succedere nei prossimi mesi; i precedenti ci sono e possono essere una buona base su cui ragionare. Nel 2009, ad esempio, con l’influenza suina causata dal virus H1N1 la Cina subì perdite per 55 miliardi di dollari senza avere alcun decesso e con “soli” 2.500 contagiati circa, mentre la questione relativa all’attuale infezione da coronavirus i numeri ufficiali sono ben più corposi; la Banca Mondiale, nel 2013, redasse un report in cui calcolava che gli effetti di una pandemia avrebbero potuto portare perdite pari al 5% del PIL mondiale (circa 4.8 trilioni di dollari americani) e, quindi, a fronte di quello che sta avvenendo in Cina in questi giorni vale la pena fare uno sforzo intellettuale per capire quale sia la possibile portata di questa infezione.

Oggi gli effetti più evidenti, ovviamente, si riscontrano in Cina che, credibilmente, per lo stop forzato dato dagli interventi in queste tre settimane potrebbe pagare uno scotto a fine anno pari a quasi 6% del PIL, che vuol dire oltre 730 miliardi di dollari, con la chiusura di interi settori produttivi e la fuga di diverse aziende estere che hanno preferito chiudere filiali e stabilimenti rimpatriando tutti i lavoratori lì distaccati. Tre settimane, sole, possono avere un effetto simile? Sì, perché anche in caso di fine allarme il processo di riavvio di tutta la “macchina” produttiva è lento, non avviene semplicemente girando un interruttore, e i tempi per tornare a regime non sono certo immediati. Anche qualora l’infezione restasse confinata nello Stato del dragone, poi, i riflessi si avrebbero in tutto il resto del mondo sia a livello di export verso la Cina sia a livello di approvvigionamento di prodotti finiti.

Si pensi solo ad Apple con iPhone, questo è prodotto negli stabilimenti della Foxconn a Shenzhen, come anche le linee premium di Samsung e di altri marchi, e i telefoni potrebbero arrivare a scarseggiare sul mercato in caso di blocco prolungato dovuto al “cordone sanitario”, questo così come per tanti prodotti che troviamo quotidianamente sugli scaffali di supermercati o centri commerciali. Vanno contati, poi, anche i riflessi sui conti delle grandi aziende occidentali che avevano trovato in Cina un mercato proficuo e in cui avevano fortemente investito fino ad oggi. Se non si trovasse a stretto giro una cura, calcolando che il tasso di crescita cinese rappresenta circa un terzo del tasso di crescita globale, l’impatto dell’epidemia potrebbe essere pesantissimo anche in questa ipotesi di contagio limitato poiché tra effetto diretto e indotto il danno potrebbe essere pari all’1,8% sul PIL mondiale, cosa che andrebbe ad annullare alla crescita stimata per il 2020 di tutto il globo che era pari al 2.9%.

Qualcuno potrebbe anche brindare pensando che questa possa essere un’opportunità per rilocalizzare molte produzioni che, nel tempo, erano state dirottate verso la Cina per la convenienza data dal costo del lavoro, dalla fiscalità e dai costi gestionali nettamente minori rispetto a qualsiasi stato europeo, una volta erano i noglobal e, oggi, sono i cosiddetti sovranisti, ma non si pensa che da Oriente non giungono solo prodotti finiti ma anche componentistica e diversi semilavorati che occorrono per la realizzazione del “made in…” che rischiano di diminuire se non addirittura di essere bloccati per via della malattia. A rischio, quindi, non ci sono solo i prodotti a basso costo provenienti dalla Cina ma anche alta gamma e lusso che da là si approvvigionano, cosa che potrebbe portare anche al fermo o, addirittura alla chiusura di diversi stabilimenti in occidente se non, nel caso peggiore, al fallimento dei produttori con conseguente impatto su occupazione e reddito nazionale. Il turismo stesso è a rischio, non solo per il minor apporto dei viaggiatori cinesi ma anche per la paura che l’allarme sanitario, razionalmente, genera nelle persone che si muoverebbero con più timore e più difficoltà.

Le misure monetarie intraprese dalla Banca Centrale cinese a sostegno dell’economia, poi, hanno fatto scattare verso l’alto l’inflazione che, nell’ultima rilevazione, è risultata pari al 5.4% rendendo così meno conveniente sia l’acquisto di prodotti esteri sia eventuali viaggi. Nel resto del mondo, oggi, già cominciano a vedersi le conseguenze dell’allarme sanitario, non solo rispetto alla paura nei viaggi che già sta facendo cancellare le prenotazioni di spostamenti di lavoro e vacanze, ma anche dal lato della ristorazione e degli acquisti di tutti i giorni, con i locali e i negozi gestiti da persone di origine cinese deserti o semivuoti, l’esaurimento delle mascherine a protezione di naso e bocca sui principali mercati che hanno visto rincari incredibili nei rivenditori online soprattutto per quelle prodotte in Europa (la maggioranza di esse, ironia della sorte, provengono da stabilimenti a Wuhan) e la pianificazione, da parte dei governi, di misure eccezionali di contenimento dei possibili contagi anche esortando, dove possibile, i datori di lavoro nel concedere il telelavoro da casa per limitare gli spostamenti.

Parlando specificatamente dell’Italia, poi, questa situazione di allarme potrebbe avere delle conseguenze significative poiché come nel caso della Germania l’economia del Bel Paese è orientata soprattutto all’export e la Cina, oggi, è il principale partner commerciale. Come evidenzia Il Sole 24 Ore “Il turismo vale il 10% del Pil italiano, il lusso oltre il 50% della nostra bilancia commerciale. E poi c’è la catena internazionale del valore: per esempio l’impatto sui produttori italiani di freni montati sulle supercar tedesche che fino a ieri venivano vendute in Cina.”, la quarantena imposta, quindi, potrebbe avere delle ripercussioni assai vistose sulla fragile crescita italiana.

Tutto questo, ovviamente, potrebbe succedere se l’epidemia cinese non si espandesse nel mondo per diventare pandemia, come fu l’influenza Spagnola fra il 1918 e il 1920 che contagiò un terzo della popolazione mondiale e causò più di 50 milioni di vittime, in caso contrario lo scenario sarebbe ben differente e molto più grave, come già descritto prima citando lo studio della Banca Mondiale.

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Il coronavirus è il "cigno nero" atteso dalla finanza globale?

Andrea Muratore
22 febbraio 2020

https://it.insideover.com/economia/il-c ... 8rKWPPgOu0

L’esasperata dilatazione dei listini finanziari globali nell’ultimo biennio, che ha portato al decollo di Wall Street e delle altre grandi piazze fino a livelli mai raggiunti in precedenza in termini di capitalizzazione e dividendi, si è radicata sul contesto favorevole creato dalle banche centrali che, volenti o nolenti, hanno dovuto continuare ad assecondare il trend di basso costo del denaro e finanziamenti facili inaugurato nella risposta alla grande crisi.

Il new normal dell’era del “quantitative easing globale“, dunque, disegna un’architettura precaria: una risposta emergenziale divenuta ordinaria e regolare situazione di fatto ha portato a un nuovo, e difficilmente invertibile, distacco tra tassi di dilatazione borsistica ed economia reale. Da tempo l’analisi finanziaria si chiede se a porre fine alla fase di vacche grasse possa intervenire uno choc esogeno capace di colpire l’economia globalizzata nella precaria camera di compensazione tra sistema reale, architettura commerciale e sistema finanziario. Ovvero un “cigno nero”, espressione che dà il nome all’omonimo saggio di Nassim Nicholas Taleb e che in Italia è stata resa popolare dall’attuale presidente della Consob Paolo Savona.

Il coronavirus può essere il cigno nero dell’economia mondiale? Certamente la gravità della patologia non è da sottovalutare, ma al cospetto dei dati effettivi su contagi e decessi al di fuori della Cina, epicentro dell’epidemia, sorprende l’ampiezza delle manovre di isolamento poste in essere dai vari decisori politici ed economici. Un “cordone sanitario” che sembra aver sospeso, per alcune settimane, il sistema della globalizzazione. E che potrebbe, secondo alcuni esperti, creare un effetto-valanga di portata globale.

L’economista Piergiorgio Gawronski ha sottolineato su Il Fatto Quotidiano che il Covid-19 potrebbe assumere l’identikit del temuto cigno nero. Gawronski sottolinea che “il governo cinese prevede quest’anno un rallentamento della crescita dal 6,6% al 2,5%”. Un fattore di primaria importanza per il sistema mondiale: “i grandi modelli econometrici dell’economia globale segnalano che per ogni 1% di crescita cinese che se ne va, la frenata nel resto del mondo è pari a 0,3-0,4%. Ciò implicherebbe una frenata dell’economia globale dal 3,3% all’1,8%” di crescita nel 2020.

Di opinione diversa un altro esperto analista finanziario, Mauro Bottarelli, che non nega tuttavia l’incidenza economica del virus, ma sottolinea piuttosto come al posto del reale “effetto cigno-nero” si stia sviluppando una narrazione strumentale per permettere al sistema bancario e borsistico per rimandare ogni riflessione sulla governance e sui rischi sistemici a un futuro indefinito. Lo testimoniano le reazioni delle banche centrali di Cina, Usa e Giappone: “La Pboc cinese è tornata in modalità espansiva, la Federal Reserve ha ottenuto l’alibi che le serviva per rimandare a dopo l’estate ogni decisione sul ritiro delle misure monetarie in atto, la Bank of Japan probabilmente starà studiando un piano di acquisti ancora più ampio, abbandonando gli Etf e acquistando direttamente singoli titoli in difficoltà”, scrive Bottarelli su Il Sussidiario, sottolineando inoltre come Wall Street non abbia sussultato con forza di fronte alle notizie pubblicate da uno dei suoi campioni, Apple, che ha tagliato da 67 a 63 miliardi di dollari gli utili attesi.

Dunque in questo contesto, secondo l’analista, le borse non subirebbero un danno di lungo periodo dal coronavirus ma, al contrario, ne riceverebbero un inatteso volano. La Cina, del resto, ha scelto proprio lo stimolo monetario come risposta all’affanno economico causato dal blocco della regione di Wuhan e dal rischio di un incancrenimento sistemico. Resta da valutare se tale stimolo avrà ricadute produttive o servirà a tenere a galla banche e istituti di credito, che di fronte al blocco delle attività rischiano il default.

La verità, molto probabilmente, sta nel mezzo: e a far pendere l’ago della bilancia sarà l’umoralità dei mercati. Per ora rinfrancati dalla prontezza di risposta dei decisori pubblici che, tuttavia, rischiano di comportarsi come struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia di fronte alla prospettiva di un distacco ulteriore tra un’economia reale e commerciale potenzialmente toccata dal coronavirus e una borsa sdoganata nella sua crescita. Il cigno nero reale potrebbe, in fondo, essere questa ammissione: l’economia globale avvertirebbe, dunque, che il re è nudo e sentirebbe la necessità di una maggiore compensazione. Anche a costo di interrompere la corsa della finanza e di richiamare a un’azione più energica su tassi e espansione monetaria gli istituti centrali.



La Milano internazionale cancellata dal virus Un crollo del 50% in alberghi e ristoranti
Chiara Campo - Mer, 26/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... SGFqja2SYk

Il settore dei pubblici esercizi sta già perdendo 3 milioni di euro al giorno

Milano Il rito dell'happy hour sospeso dal «coprifuoco» che scatta dalle 18 (almeno fino a domenica, ma potrebbe proseguire) e ristoranti che in pausa pranzo e a cena non se la passano meglio, perchè Milano si è svuotata a prescindere dall'ordinanza regionale che ha messo in stand by le forme di «aggregazione collettiva».

Sono saltate fiere, eventi, migliaia di pendolari lavorano in modalità smart working (da casa). Non c'è neanche l'umore giusto per fare movida. Epam-Confcommercio che è in contatto costante con gli associati stima già un crollo del 45-50% di fatturato per il settore dei pubblici esercizi, intorno ai 3 milioni di euro al giorno. Una perdita media che bar e ristoranti prevedono in aumento andando verso il weekend. Duomo, Teatro alla Scala, musei, cinema sono stati costretti a chiudere, rimangono semideserti anche i tavolini dei ristoranti della Galleria Vittorio Emanuele, dove qualche locale storico ha contato il 50% in meno di incassi e ammette che se l'emergenza Coronavirus e le cancellazioni dovessero proseguire abbasserà la serranda («sembra un incubo»). In corso Buenos Aires, la via dello shopping più lunga d'Italia, i negozi stanno registrando «un 30% di scontrini in meno» riferisce il presidente di Ascobaires-Confcommercio, Gabriel Meghnagi. Il mondo produttivo si adegua ma è infuriato: «O non ci stanno dicendo tutto o si sono misure precauzionali eccessive, che rischiano di mettere in ginocchio la nostra economia».

Settimana della moda sottotono e chiusa con sfilate a porte chiuse. Rinviate a data da destinarsi la fiera dell'occhialeria Mido e il salone del verde «My Plant & Garden» in programma a Rho-Pero, stop all'edizione 2020 di Connext Confindustria, annullate gare sportive (compreso il trofeo di nuoto Città di Milano), l'elenco degli eventi saltati è lungo e in continuo aggiornamento, ieri rinviato di due mesi, a giugno invece che ad aprile, il salone del Mobile. Il settore alberghiero che sta pagando carissimo l'effetto virus. Maurizio Naro, presidente Apam (Associazione albergatori Milano) non usa mezzi termini: «La situazione è drammatica, si sta uccidendo la capitale economica italiana, considerata come se fosse l'epicentro della zona rossa». La settimana è iniziata con «una media del 40/50% delle prenotazioni cancellate, e la restante metà è costituita per il 30/40% da convenzioni aziendali, se non hanno ancora annullato le camere temiamo lo faranno a breve perchè stanno saltando fiere ed eventi e le imprese promuovono lo smart working». E ancora emerge la sensazione che si siano prese contromisure eccessive o che il governo abbia gestito male la comunicazione. «É strano che altri Paesi con aeroporti molto più grandi e trafficati dei nostri non abbiano situazioni simili - afferma Naro -, dovremmo domandarci se anche gli altri Stati stiano eseguendo tanti controlli con i tamponi, se le notizie non siano date in modo fin troppo sensazionalistico». Per reggere il colpo i grandi e medi hotel stanno chiudendo alcuni piani e anticipando le ferie ai dipendenti, le strutture più piccole valutano anche a chiusura.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:34 pm

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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:35 pm

Ristoranti cinesi


Blitz in dieci ristoranti cinesi: uno su due è fuorilegge
4 febbraio 2020

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... AH9g46c0G0


PADOVA - In alcuni ristoranti cinesi si consumano abitualmente prodotti privi di etichettatura e di cui non si conoscono origine e provenienza. È la scoperta effettuata dagli uomini della Guardia di finanza a dieci giorni dalla clamorosa distruzione di un carico di nove tonnellate e mezzo di carne contagiata dalla peste suina africana. Proprio lo scampato pericolo, potenzialmente devastante per maiali e cinghiali allevati nella nostra regione, ha spinto la Procura ad ordinare una serie di controlli nei locali a cucina cinese di città e provincia. Con l’evidente obiettivo di tutelare il consumatore che degusta e apprezza i cibi di tradizione asiatica. Il sostituto procuratore Sergio Dini, che aveva coordinato il blitz delle Fiamme gialle del 9 gennaio, ha sollecitato uno screening a campione per verificare le qualità e le proprietà delle pietanze proposte. Il risultato della mini indagine sul ristretto gruppo di ristoranti non è per nulla rassicurante.

I CONTROLLI
É infatti emerso che metà dei locali ispezionati dai militari del colonnello Fabio Dametto (nella foto a destra) non rispettano le normative igienico sanitarie nella conservazione e somministrazione di prodotti alimentari. Dieci le attività passate sotto la lente d’ingrandimento dei baschi verdi: in cinque casi tutto è risultato perfettamente in regola, con ovvia soddisfazione di gestori e clienti. Nei restanti cinque locali c’è invece di che mettersi le mani nei capelli. In magazzini e dispense tenuti in condizioni igienico sanitarie a dir poco precarie sono state trovate decine e decine di prodotti “fantasma”. Tagli di carne ma soprattutto confezioni di pesce di cui è impossibile ricostruire la filiera produttiva e distributiva. Scatoloni anonimi, senza uno straccio di etichetta e su cui i titolari dei ristoranti non hanno saputo o voluto fornire indicazioni precise. In pratica la carne e il pesce proposti ai clienti di questi cinque locali non sono in alcun modo tracciabili. Non si capisce da dove provengano e soprattutto quale sia la loro composizione organolettica. Non esattamente un dettaglio nei giorni in cui il mondo intero è tenuto sotto scacco dall’epidemia del Coronavirus.

I finanzieri hanno proceduto al sequestro di interi magazzini di merce che dovrà ora essere analizzata nel dettaglio dagli ispettori del servizio Veterinario e del Servizio Igiene-Alimenti dell’Ulss 6. L’inchiesta è soltanto agli inizi e promette ulteriori colpi di scena. Troppi quantitativi di prodotti totalmente sconosciuti continuano ad arrivare nel nostro Paese per poi finire sulle tavole di ignari consumatori.

LE SANZIONI
Per i cinque ristoratori pizzicati a commercializzare carne e pesce sprovvisti di tracciabilità scatteranno pesanti sanzioni di natura amministrativa. Ma la Procura, sulla scorta del rapporto della Guardia di finanza, potrebbe adottare misure più drastiche, come la temporanea chiusura dei ristoranti, anche per consentire una radicale attività di pulizia e di risanamento.


Blitz in un ristorante cinese: igiene e sicurezza disastrose, multa e chiusura immediata. Sequestrati 130 chili di prodotti
30 novembre 2019

http://www.torinoggi.it/2019/11/30/legg ... strat.html

Ancora un giro di vite per i locali pubblici, soprattutto nelle zone più frequentate dalla cosiddetta "movida". A finire sotto la lente d'ingrandimento di Polizia, vigili urbani e tecnici di Asl e Spresal - questa volta - cinque esercizi di San Salvario e le vicine vie del centro, dove sono state riscontrate irregolarità e sono state fatte multe per 34mila euro e sono stati sequestrati prodotti per 130 chilogrammi. A farne le spese, soprattutto un ristorante cinese.

Un circolo privato di Via Belfiore è stato sanzionato per oltre 4000 euro per diverse violazioni amministrative. Lo stesso è avvenuto per un mini market di Via Nizza a causa di diversi illeciti amministrativi che hanno portato ad una sanzione superiore ai 5200 euro. Nel corso dell’attività, è stato controllato anche un ristorante di Corso Vittorio Emanuele II gestito da un cittadino cinese. Nel locale cucina, è stata riscontrata sporcizia accumulata nel tempo, nonché alimenti surgelati in cattivo stato di conservazione. Alcuni prodotti erano privi di copertura ed etichettatura, a volte ricoperti di ghiaccio, riposti in congelatori sporchi. Complessivamente, sono stati sequestrati quasi 130 chilogrammi di alimenti. In alcuni casi le cattive condizioni di conservazione hanno impedito di individuare l’origine della specie animale. Alla luce di ciò, il titolare è stato denunciato per la cattiva conservazione del cibo. Inoltre, per le diverse violazioni amministrative riscontrate, l’esercizio è stato sanzionato per quasi 20.000 euro. Altri 5000 euro di sanzione sono state elevate per le irregolarità igienico-sanitarie e per la diffusa sporcizia del locale cucina, tanto da portare alla chiusura immediata dell’attività fino al completo riprestino degli ambienti. Due dipendenti non sono risultati in regola con l'assunzione e problemi sulle misure di sicurezza sono stati riscontrati durante i controlli. Verifiche che hanno riguardato anche il piano interrato, adibito a deposito, dove si avvertiva un forte odore di gas. Per motivi di sicurezza, oltre ad i Vigili del Fuoco, è intervenuto personale tecnico dell’azienda energetica che, alla luce delle verifiche, ha interrotto la fornitura del gas all’esercizio.

Al Parco del Valentino, infine, lungo Viale Medaglie d’Oro gli agenti, grazie alle Unità Cinofile, hanno ritrovato 25 grammi tra marijuana e hashish sequestrati a carico di ignoti. Accanto allo stupefacente è stato anche ritrovato denaro contante per oltre 200 euro.



Padova, sequestrate 10 tonnellate di carne cinese per peste suina. Coldiretti: la frontiera Ue è un colabrodo
22 gennaio 2020

https://www.lastampa.it/cronaca/2020/01 ... PbAHjseMa8


PADOVA. Maxi sequestro della guardia di Finanza di Padova di 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina, introdotte nell'Unione europea in violazione delle norme e potenzialmente contaminate dalla peste suina. I sanitari dell'Ulss 6 Euganea hanno ritenuto il prodotto potenzialmente molto pericoloso, tanto da non voler procedere a un'analisi della carne decidendo il suo immediato incenerimento.

Maxi sequestro a Padova di 10 tonnellate di carni suine provenienti dalla Cina

Il blitz della Compagnia della Guardia di Finanza di Padova è scattato nella notte in un magazzino all'ingrosso di generi alimentari dove si stavano scaricando da un camion proveniente dall'Olanda (la derrata era sbarcata a Rotterdam) 9.420 kg di carne suina di origine cinese importati nell'Unione Europea in violazione delle norme doganali e sanitarie. Posta sotto sequestro anche l'attività commerciale per gravi e reiterate irregolarità. I dettagli dell'operazione, fatta in in collaborazione con il Servizio Veterinario e del Sian dell'Ulss 6 Euganea, saranno resi noti alle 11 al Comando della guardia di Finanza di Padova in una conferenza stampa, presieduta dal procuratore euganeo Antonino Cappelleri.

Coldiretti: sulla peste suina le frontiere Ue sono un colabrodo
«Serve dare immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi». Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente il maxi sequestro di carni suine provenienti dalla Cina.

«Sotto accusa c’è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale pericoloso ai confini olandesi ma anche i ritardi a livello nazionale causati da una burocrazia che non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori in una situazione in cui l’Italia importa ogni anno dall’estero circa 1 miliardo di chili di carni suine fresche e congelate» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sollecitare l’entrata in vigore del decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate dopo l’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni.

Il provvedimento prevede – spiega l'associazione – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo quando ricorrano le condizioni del presente comma e la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

Il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine su tutti i salumi tutela un settore nazionale che vale secondo la Coldiretti 20 miliardi di euro ed è atteso dal 93% degli italiani che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti e dire finalmente basta all’inganno di prosciutti e salami fatti con carne straniera ma spacciati per Made in Italy, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole.

L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”. Un impegno portato avanti dalla Coldiretti che è stata capofila nella raccolta di 1,1 milioni di firme di cittadini europei per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti con la petizione europea “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) promossa assieme ad altre organizzazioni europee.

La peste suina africana – ricorda la Coldiretti – è una malattia virale contagiosa che colpisce suini e cinghiali. Questo virus può essere trasmesso facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra individui, o con attrezzature contaminate (camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali, ecc.) o attraverso resti di cibo che trasportano il virus e abbandonati dall’uomo. Considerata dunque la facilità di trasmissione – conclude Coldiretti – il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:35 pm

Notizie a partire dal 7 febbraio 2020


Coronavirus, Cina: "Italia pronta a riaprire i voli". Nave giapponese, 60 infetti, Tokyo: "Misure straordinarie"
"Forte insoddisfazione" di Pechino per il blocco dei voli deciso dal governo italiano. Ieri 73 vittime ma rallentano i contagi
FILIPPO SANTELLI
07 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 247879790/

PECHINO - L'Italia sarebbe pronta a riattivare alcuni voli con la Cina. A riferirlo è il governo cinese, dopo un incontro tra il vice ministro degli Esteri e il nostro ambasciatore a Pechino, Luca Ferrari. Dopo il blocco dunque, che siamo stati l'unico Paese Ue a introdurre, il nostro esecutivo sarebbe dunque disposto a una parziale marcia indietro di fronte alla "grande irritazione" espressa dalla Cina.

Al momento però sull'incontro manca ancora la versione italiana, la Farnesina si limita a confermare che è avvenuto, ma senza entrare nel dettaglio. Intanto si aggrava la situazione sulla Diamond Princess, la nave da crociera in quarantena nel porto di Yokohama. Altri 41 dei 3700 passeggeri, provenienti da sei Paesi diversi, sono risultati positivi ai nuovi test fatti dalle autorità giapponesi, portando il totale dei contagiati a 60.

Tra di loro, al momento, non risulta nessuno degli italiani presenti sulla nave, 25 membri dell'equipaggio, compreso il comandante della nave Gennaro Arma, e dieci turisti. Ieri in Cina sono stati registrati 73 nuovi decessi legati al coronavirus, tra cui quello di Li Wenliang, il dottore che tra i primi aveva avvertito sulla pericolosità del contagio ed era stato messo a tacere dalla polizia.


Pechino: "Italia disposta a riaprire i voli"
L'Italia sarebbe disposta a riaprire alcuni collegamenti aerei con la Cina, chiusi dal governo una settimana fa. A dirlo è il ministero degli Esteri di Pechino, dopo un incontro avvenuto ieri tra il vice ministro Qin Gang e il nostro ambasciatore Luca Ferrari. Repubblica aveva scritto dell'irritazione cinese per la decisione italiana, unico Paese in Europa e primo al mondo a introdurre un blocco completo degli aeroporti, andando oltre le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità.

La "grande insoddisfazione per la reazione eccessiva", messa in atto senza contattare la Cina e con "grossi inconvenienti" per i cittadini del Dragone è stata esplicitata durante l'incontro di ieri dal vice ministro Qin. Secondo quanto riporta la parte cinese l'ambasciatore Luca Ferrari avrebbe espresso la disponibilità dell'Italia a approvare alcune delle applicazioni presentate dalle compagnie cinesi per riattivare i voli.

L'Italia conferma l'incontro, ma non ne dà al momento una sua versione. Quella di riattivare parte dei collegamenti si presenta come una marcia indietro politicamente difficile da motivare, se è vero che l'obiettivo del blocco era soprattutto tranquillizzare l'opinione pubblica. La decisione era stata presa direttamente da Palazzo Chigi, cogliendo di sorpresa, oltre alla Cina, anche la Farnesina.

Erano stati fermati anche i voli cargo, un potenziale danno per le nostre imprese, poi riattivati. Nei giorni successivi è scattata un'operazione di ricucitura, con la vicinanza dimostrata da Sergio Mattarella e l'incontro di Luigi Di Maio con l'ambasciatore cinese a Roma. Al momento però la matassa pare ancora difficile da sbrogliare.


In mezzo al mare
Intanto la situazione sulla Dimond Princess appare particolarmente grave: il continuo contatto tra le persone durante la crociera sembra aver favorito la trasmissione del virus. Per il momento le autorità giapponesi hanno sottoposto a test solo 273 passeggeri su 3700, quelli che presentavano sintomi come tosse o febbre, oppure che erano entrati a stretto contatto con loro, e ben 60 sono risultati infetti, uno è in condizioni critiche.

Tutti gli altri, compresi gli italiani, restano in quarantena a bordo, in attesa di capire se svilupperanno sintomi. L'isolamento è stato deciso lunedì, quindi per esaurire le due settimane di incubazione mancano ancora dieci giorni, da passare chiusi dentro le cabine, alcune senza balcone, con un'ora d'aria a rotazione sul ponte. Le testimonianze che arrivano dalla nave sono le più diverse, tra noia e apprensione. "Siamo tutti un po' in ansia, ma sereni. Mi sento con mio marito", ha detto la moglie del comandante Marianna Arma. Il governo giapponese ha spiegato di essere pronto ad adottare nuove misure per prevenire la diffusione del coronavirus, attingendo anche ai fondi di emergenza.


Rallentano i nuovi contagi
Ancora una volta, la giornata di ieri è stata la più pesante per quanto riguarda il numero delle vittime: sono state 73, di cui 69 nella provincia dello Hubei, per un totale di 636. Tra di loro c'è anche Li Wenliang, l'oftalmologo di Wuhan che tra i primi aveva messo in guardia amici e colleghi sulla pericolosità nella nuova epidemia, salvo essere punito con l'accusa di diffondere il panico e silenziato dalla polizia.

La sua scomparsa, ieri notte, ha provocato una ondata di rabbia senza precedenti sui social network cinesi, con critiche molto esplicite verso le autorità che la censura non è riuscita a tenere a bada. La notizia incoraggiante invece è il leggero calo, per il secondo giorno consecutivo, del numero dei nuovi contagi rilevati: sono stati 3.143, per un totale di 31.161. È possibile sia l'indizio di un rallentamento dell'epidemia, ma solo i dati dei prossimi giorni lo potranno confermare. In una telefonata con Donald Trump, Xi Jinping ha ribadito "la piena fiducia e la capacità della Cina di superare l'epidemia".


Coronavirus: confermato il primo italiano contagiato
L'Unione Sarda.it
7 febbraio 2020

https://www.unionesarda.it/articolo/new ... 84220.html

638 morti, oltre 31.400 i contagiati, 1.500 le persone dimesse dagli ospedali in Cina. Questi i numeri più aggiornati sulla diffusione del coronavirus.

Per quanto riguarda in particolare il nostro Paese: il primo caso italiano è stato verificato. Si tratta di uno dei nostri 56 connazionali che sono stati rimpatriati da Wuhan e che sono in quarantena alla cittadella militare della Cecchignola. Il giovane, un ricercatore emiliano di 29 anni, è stato messo in isolamento allo Spallanzani.

I primi dubbi sono arrivati dopo l'esito positivo a un tampone. Poi gli altri test hanno dato la certezza.

Invece fra i 35 italiani che si trovano sulla Diamond Princess (QUI IL VIDEO), la nave da crociera ora in Giappone, nessuno è stato contagiato. Anche il comandante del gigante dei mari è italiano, si tratta di un sorrentino.

Mentre sono sempre critiche le condizioni della donna cinese che col marito è ricoverata da otto giorni sempre allo Spallanzani. Sintomi simili a quelli presentati dal 29enne: febbre e un problema agli occhi. Per lei la prognosi resta riservata.

E da Wuhan è arrivata la notizia della morte di Li Wenliang, il medico cinese che per primo ha lanciato l'allarme sulla diffusione del virus.

Già a dicembre aveva esaminato casi di contagi con sintomi simili alla Sars. Spiegati i timori ai colleghi, era stato zittito dalle autorità.



Coronavirus, italiano contagiato. Fatale quell'unico giorno a Wuhan: «Era andato a trovare la fidanzata»
Venerdì 7 Febbraio 2020
Alessia Marani

https://www.ilmessaggero.it/italia/coro ... 34364.html

Aveva fatto colazione con tutti gli altri cinquantacinque, poi una passeggiata nel cortile del centro olimpico della Cecchignola, ma a pranzo nessuno lo aveva più visto. Sparito. A dire al resto degli italiani rimpatriati lunedì dalla Cina epicentro del coronavirus e ora in isolamento nella città militare, che uno di loro, un ricercatore emiliano di 29 anni, era stato portato allo Spallanzani perché forse contagiato dal virus, sono stati i parenti che, dopo avere visto i tg, hanno cominciato a bombardarli di telefonate: «Ma tu come stai, dove sei?». Una doccia gelata per tutti. Eppure quel giovane che viaggiava da solo, piuttosto timido e taciturno, non aveva mostrato alcun sintomo che facesse presagire il trasferimento all'istituto di Malattie Infettive. Ma in serata è arrivata la conferma: positivo al coronavirus. E sulla Cecchignola è piombato lo sconforto. «E ora ricomincia la quarantena? Fuori da qui ci tratteranno come appestati?».

Coronavirus, primo caso italiano: positivo uno dei 56 da Wuhan. Gli altri in quarantena: «Siamo sereni»


IN STANZA DA SOLO
Il ventinovenne era stato in Cina per andare a trovare la fidanzata. Alla Cecchignola era in una stanza singola. Neanche un raffreddore o un colpo di tosse, e al controllo della febbre del mattino che si fa - come gli altri due nel corso della giornata - praticamente davanti a tutti, ciascuno schierato dinnanzi alla porta della propria stanza, non era scattato alcun allarme. Solo un fastidio agli occhi che, però, non tutti avevano captato. Ma qualcosa era andato storto con i tamponi effettuati dall'equipe militare il giorno prima: uno dei test ha dato esito positivo e ha innescato il protocollo sanitario di grado superiore. Il ragazzo, di un paesino emiliano, è stato fatto salire su un pulmino della Croce Rossa convenzionata 118, di quelli a prova di biocontaminazione, e portato via. Non in un'ambulanza, il che vuole dire che non era sulla barella, era seduto e le sue condizioni, nel complesso, apparivano discrete. Gli altri non lo hanno visto andare via. E fino all'ultimo erano fiduciosi, perché lui stesso parlando con alcuni di loro aveva confidato di essere stato a Wuhan, la città focolaio del nuovo virus, solo per poco tempo, una giornata o poco più. «Ero andato a trovare la mia ragazza, approfittando del loro periodo di Capodanno - ha raccontato agli altri - la mia vacanza era all'inizio, ero arrivato da un giorno e poi dalla Farnesina mi hanno chiamato per rimpatriare».

«DATECI UN CERTIFICATO»
Già dal pomeriggio la tensione era salita dentro la Cecchignola. Nel primo briefing avuto dopo pranzo con le autorità sanitarie militari, agli ospiti è stato assicurato «al 100%» di essere al riparo da un eventuale contagio, visto che il virus non si trasmette per via aerea ma tramite la saliva. Alle domande sul perdurare della quarantena sarebbe stato risposto che «valgono i tamponi effettuati». Dunque, se tutti rispettano l'obbligo di indossare la maschera con filtro e i guanti quando escono dalla propria camera, senza avvicinarsi agli altri a meno di un metro, non c'è pericolo. In un secondo incontro, alla presenza del generale Antonio Battistini, massima carica sanitaria, gli ospiti hanno chiesto due cose: di essere avvisati di qualsiasi novità per non fare impaurire i propri familiari, quindi una certificazione finale del proprio stato di buona salute una volta usciti dalla Cecchignola, perché hanno paura di essere discriminati. Un papà ha già detto di avere ricevuto una richiesta in questo senso dal provveditorato scolastico per il suo bambino, anche lui «in osservazione» nella città militare. Sono diverse famiglie in isolamento, almeno una quindicina i romani. Ci sono anche emiliani, veneti, friulani, napoletani e siciliani, alcuni nuclei sono composti anche da cinesi con doppio passaporto.






Aggiornamento del 7/2 su 2019-nCov

1) 31.472 casi, 638 decessi, 1.553 guarigioni, 186mila persone sotto osservazione.

2) si registra un calo nei nuovi casi per il secondo giorno di fila. Ieri circa 200 casi in meno, oggi circa 500.

3) siamo di fronte al giro di boa? Abbiamo superato il picco di nuovi casi? Molto difficile da dire. Possiamo solo aspettare e provare ad escludere col tempo eventuali carenze di reagenti per i test o di forza lavoro per registrare i nuovi casi. Anche L'OMS adesso consiglia cautela nel saltare a conclusioni che ipotizzino la fine dell'epidemia.

4) siamo a 14gg dalla quarantena di numerose città, il periodo massimo di incubazione previsto. Potremmo essere veramente di fronte ai primi benefici effetti delle limitazioni di circolazione imposte alla popolazione cinese

5) Stati con almeno 30 casi, esclusa la Cina : Singapore

6) Stati con almeno 20 casi, esclusa la Cina : Thailandia, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud

7) Stati con almeno 10 casi, esclusa la Cina : Taiwan, Australia, Germania, USA, Malesia, Vietnam, Macao

8) sulla nave da crociera giapponese i casi sono raddoppiati e ora siamo a 61 contagiati. Abbiamo preferito non sommare questi casi a quelli del Giappone in quanto hanno una origine troppo diversa e rischiano di inquinare la statistica.


Neil Ferguson, epidemiologo di fama internazionale, sottolinea che probabilmente in Cina stiamo rilevando solo il 10% dei casi reali.
https://twitter.com/DrEricDing/status/1 ... gngYNnYpz8



Riepilogo del 8/2 su 2019-nCov

https://www.facebook.com/GeoPoliticalCe ... 2882549415

1) 34.917 casi confermati, 724 decessi, 2.149 guarigioni
2) Paesi con più di 30 casi, esclusa la Cina : Singapore
3) Paesi con più di 20 casi, esclusa la Cina : Hong Kong, Thailandia, Giappone, Corea del Sud
4) Paesi con più di 10 casi, esclusa la Cina : Taiwan, Australia, Malesia, Germania, Vietnam, USA, Macao
5) 61 casi complessivi sulla nave da crociera giapponese
7) in Italia abbiamo 3 casi al momento
8) si è verificato il primo decesso di un cittadino americano a Wuhan


Lion Udler
La situazione della nave è preoccupante anche perché i passeggeri sono chiusi in cabina ma l'aria che respirano è circolare su tutta la nave non penso che è stata una buona idea lasciarli lì


Leopoldo Della Ciana
Lion Udler faranno un film horror, “La nave degli appestati”


Elisa Pizzoli
Concordo, ed aggiungo che queste navi siu stanno dimostrando, in caso di epidemia, delle vere e proprie trappole ad orologeria...



Coronavirus, l'Africa lancia l'allarme, non ci sono i test gli strumenti per verificare l'esistenza del virus.
3 febbraio 2020

http://www.ansa.it/canale_scienza_tecni ... d7358.html

Nessun caso di infezione da coronavirus 2019-nCoV è stato finora confermato in Africa, ma l'intero continente è ad "alto rischio": sta aumentando l'esigenza dei controlli dai numerosi voli in arrivo dalla Cina, conseguenza della fittissima rete di relazioni commerciali, e contemporaneamente c'è una grande necessità dei kit per la diagnosi. E' quanto emerge dalle dichiarazioni dei Centri africani per il controllo delle malattie (Africa Cdc) e dalle notizie riportate dalla rete della Società internazionale per le malattie infettive.

"L'Africa è ad alto rischio per la diffusione del coronavirus", ha detto il direttore dei Cdc africani, John Nkengasong, rilevando che i contatti con la Cina sono aumentati del 600% negli ultimi dieci anni. Il continente è ormai la seconda casa per i milioni di uomini d'affari e lavoratori cinesi, così come per studenti e turisti in arrivo dalla Cina. "Non ho mai visto un'epidemia dall'evoluzione così rapida", ha detto ancora Nkengasong.

I Cdc africani hanno attivato il loro Centro per le emergenze il 27 gennaio e da allora si stanno organizzando per mettere a disposizione degli Stati membri il test per la diagnosi del coronavirus 2019-nCoV. Al momento l'unico Paese ad essere organizzato per i test sembrerebbe essere il Sudafrica, ma è possibile che i laboratori dell'Istituto Pasteur o i laboratori nazionali di Uganda, Kenya e Repubblica democratica del Congo si stanno organizzando per analizzare i campioni con i test.

Nel frattempo, però, bisogna comunque affrontare i continui arrivi di passeggeri dalla Cina e tutti i principali aeroporti africani stanno organizzando misure per la quarantena. Sta accadendo in Kenya e in Etiopia, e casi sospetti si registrano in Costa d'Avorio e nel Sudan, che ha inviato i campioni da analizzare in Germania e in India, come previsto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

La mancanza dei kit per la diagnosi è un problema comune a molti altri Paesi africani. Si trovano ad affrontarlo, per esempio, la Guinea Equatoriale, dove quattro viaggiatori in arrivo dalla Cina sono stati messi in quarantena, le Mauritius e l'Angola. La guardia è alta, infine, anche da parte delle autorità sanitarie di Sudafrica, Nigeria, Ghana, Rwanda, Uganda e Zambia.


I cinque nuovi casi di coronavirus in Francia sono stati contagiati al confine con l'Italia
8 febbraio 2020

https://www.agi.it/estero/coronavirus_c ... 020-02-08/

I cinque nuovi casi di contagio da coronavirus in Francia sono stati diagnosticati sulle Alpi francesi, nell'Alta Savoia, al confine con l'Italia e la Svizzera. Si tratta di cinque cittadini britannici, quattro adulti e un bambino, che alloggiavano nello stesso chalet, nella località di Contamines-Montjoie.

Costoro sono stati contagiati da un altro cittadino britannico, che era stato a Singapore tra il 20 e il 23 gennaio e che, dopo il suo rientro, aveva trascorso quattro giorni in montagna, alloggiando nello stesso chalet degli altri cinque. I contagiati sono stati ricoverati all'ospedale di Lione e, ha spiegato la ministra della Salute, Agne's Buzyn, le loro condizioni non destano preoccupazione.

La ministra Buzyn ha annunciato che è "ora importante identificare i casi di contatto, un'operazione che sta cominciando". I casi di contatto - ha spiegato - si riferiscono a persone che hanno avuto contatti stretti e prolungati con una persona la cui contagiosità è confermata. Saranno informati in giornata e riceveranno le istruzioni necessarie. L'operazione "sarà effettuata in collaborazione con le autorità internazionali e ovviamente britanniche", ha affermato la ministra della Salute.


Il sacrificio della Cina: la mossa finale contro il coronavirus
Federico Giuliani
8 febbraio 2020

https://it.insideover.com/societa/il-sa ... MU8owkGvCI

La battaglia della Cina contro il nuovo coronavirus prosegue senza interruzione alcuna. Pechino, in risposta a un contagio sempre più massiccio – gli ultimi bollettini parlano di oltre 31mila contagiati, di cui 4.800 in gravi condizioni, e 636 morti – ha stretto le maglie della quarantena nella “zona rossa”, l’area da cui è partita la diffusione del 2019-n-Cov.

Wuhan, epicentro del disastro sanitario nazionale (anzi: quasi globale), prima dell’apocalisse era una megalopoli attiva, contava 11 milioni di abitanti ed era un hub logistico chiave nella mappatura dei trasporti cinesi. Già, perché il capoluogo della provincia dello Hubei era situato proprio in mezzo all’incrocio di due importantissime direttrici autostradali: sulla nord-sud, la “città infetta” è a metà strada della tratta che collega la capitale Pechino a Hong Kong, mentre sulla tratta est-ovest è in mezzo alla Shanghai-Chengdu.

Il centro della città è poi attraversato dal Fiume Azzurro, il più grande fiume dell’Asia che – nei disegni del Partito Comunista cinese – aveva il compito di collegare l’entroterra cinese alla ricca fascia costiera del Paese. Ma adesso che Wuhan è diventata un buco nero, ogni direttrice, ogni collegamento e ogni via di transito è sbarrata. E lo resterà per chissà quanto tempo.

Hubei “sacrificato” per il bene del Paese

È il sacrificio che la Cina ha scelto di pagare per contenere il coronavirus. Bloomberg ha usato un titolo forte ma chiaro per sottolineare cosa sta accadendo nell’ex Impero di Mezzo: “La Cina sacrifica una provincia per salvare il mondo dal coronavirus”.

Il pezzo in questione si riferisce ovviamente alla provincia dello Hubei, dove si è fin qui registrato circa il 97% dei decessi in seguito al contagio del 2019-n-Cov. Il blocco totale di una zona enorme, comprendente quasi 60 milioni di persone, è stata una misura drastica ma probabilmente necessaria. Possiamo discutere giorni se il governo cinese si sia mosso in tempo o meno, ma è indubbio che la scelta di Pechino – mettere in quarantena una provincia che si estende per 185.900 chilometri quadrati, più della metà dell’Italia – risulti radicale quanto emblematica della gravità della situazione.

Dall’inferno dello Hubei arrivano testimonianze scioccanti, scene di caos e disperazione. Ci sono ragazzi, febbricitanti, che cercano aiuto negli affollatissimi ospedali per i loro cari, ma che non sono abbastanza forti per restare in fila ore e ore. Ci sono persone anziane più volte respinte dai medici e poi morte da sole, in casa, senza l’aiuto di nessuno. E ci sono medici che, a causa dell’incessante lavoro, riescono a dormire poche ore a settimana.

È questo il costo umano della scelta cinese. L’instaurazione della quarantena più grande del mondo è stato l’ultimo tentativo per cercare di contenere la diffusione del virus nel resto del Paese e nel mondo. Missione quasi riuscita, ma a un prezzo enorme.

Il male minore

Lo Hubei, rinomato per le sue fabbriche automobilistiche e per vivacità del suo capoluogo, Wuhan, è letteralmente “fuori servizio” dallo scorso 23 gennaio. Mentre questa zona rossa affonda sempre di più negli inferi, il resto della Cina respira. I numeri parlano chiaro: il tasso di mortalità per pazienti infetti da coronavirus, qui, ammonta al 3,1%. Una cifra enorme se paragonata allo 0,16% misurato nel resto della nazione.

Yang Gonghuan, ex vicedirettore del China’s Center for Disease Control and Prevention, ha così spiegato quanto accaduto, riferendosi allo Hubei: “Se la provincia non fosse stata sigillata, alcune persone sarebbero andate in tutto il Paese per cercare assistenza medica e avrebbero trasformato l’intera nazione in un’area colpita dall’epidemia. La quarantena ha causato molte difficoltà a Hubei e Wuhan, ma è stata la cosa giusta da fare”.

Wuhan è una città di secondo livello, una dicitura, questa, utilizzata in Cina per indicare quei centri urbani relativamente sviluppati ma ancora al di sotto delle principali metropoli del Paese, come Shanghai, Pechino e Guangzhou (soprattutto per quanto concerne le risorse economiche). “È come combattere una guerra – ha aggiunto il signor Yang – Alcune cose sono difficili ma devono essere fatte”. Resta da capire se l’enorme sacrificio cinese basterà per frenare il contagio del virus 2019-n-Cov.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:36 pm

Coronavirus, ministero della Salute: "Ok a permanenza a casa per studenti da Cina"
Giorgia Baroncini - Sab, 08/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... S1lwmM1jiE

Il ministero ha aggiornato la circolare: "Il Dipartimento favorisce una 'permanenza volontaria fiduciaria' a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina". Miur: "Assenze giustificate"

Gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado che sono tornati dalla Cina e che scelgono di restare a casa per un periodo di 14 giorni saranno considerati dalle scuole assenti giustificati.

Lo ha comunicato il ministero della Salute che ha provveduto ad aggiornare la circolare del 01/02/2020 che conteneva "Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina".

"Di fronte alla crescita del livello di diffusione del coronavirus 2019-nCoV in Cina - ha spiegato il ministero della Salute - l'aggiornamento della circolare è ispirato, coerentemente con tutti i precedenti provvedimenti del ministero, al principio di massima precauzione". Nelle prossime settimane, numerosi studenti che si trovano ora in Cina, anche nelle aree interessate dall'epidemia, faranno rientro in Italia. "Fermo restando il diritto inalienabile di bambini e ragazzi, di qualsiasi nazionalità, di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario, in uno spirito di massima precauzione, il Dipartimento favorisce una 'permanenza volontaria fiduciaria' a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina", si legge nella nota.

Il ministero della Salute ha poi ricordato di monitorare in modo costante la propria salute e quella dei più piccoli. "La misura di precauzione prevista in questi casi - hanno spiegato dal ministero guidato da Roberto Speranza - è quella di una sorveglianza attiva, quotidiana, del 'Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento' attivato dal dirigente scolastico su segnalazione della famiglia. Tale monitoraggio consiste nella puntuale verifica della febbre e dei sintomi tipici del nuovo coronavirus 2019-nCoV".

L'aggiornamento della circolare è stato concordato con il ministero dell'Istruzione che, si legge ancora nella nota, "con un suo autonomo provvedimento darà indicazione ai dirigenti scolastici affinché tali assenze siano considerate giustificate".

Pochi giorni fa aveva fatto discutere la lettera inviata dai governatori di quattro Regioni del Nord con la quale veniva chiesto di valutare l'iportesi di mettere in quarantena i bambini rientrati dalla Cina da meno di 14 giorni e non mandarli quindi a scuola. Una richiesta che aveva scatenato molte polemiche. Il premier Giuseppe Conte aveva subito bocciato l'idea di Zaia, Fedriga, Fontana e Kompatscher: "Ci dobbiamo fidare delle autorità scolastiche e sanitarie, se ci dicono che non ci sono le condizioni per il provvedimento in discussione invito i governatori del Nord a fidarsi di chi ha specifica competenza", aveva dichiarato Conte. "A scuola si va", aveva a sua volta affermato il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina rimandando al mittente la richiesta.

Ora l'aggiornamento della circolare che contiene le "Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina": nessunon obbligo specifico, ma il ministero della Salute "favorisce" la "permanenza volontaria fiduciaria" a casa per 14 giorni. "Con questo provvedimento il ministro Speranza dimostra onestà intellettuale e correttezza, scegliendo la via della tutela della salute e del bene dei cittadini", ha commentato il governatore del Veneto, Luca Zaia.

Sulla decisione del ministero è intervenuto anche il leader della Lega. "Anche il Ministero alla fine ha deciso: niente scuola per gli studenti di ritorno dalla Cina, che possono stare a casa giustificati - ha dichiarato Matteo Salvini -. I governatori della Lega, insultati da qualche fesso di sinistra per giorni, allora avevano ragione e aspettano le scuse di chi li ha accusati di allarmismo e razzismo: prevenire è meglio che curare".



Riepilogo del 9/2 su 2019-nCov

1) 37.539 casi confermati, 813 decessi, 2.701 guarigioni, 188mila sotto osservazione
2) Paesi con più di 40 casi, esclusa la Cina : Singapore
2 Bis) i contagiati sulla nave da crociera sono 64
3) Paesi con più 30 casi, esclusa la Cina : Thailandia
4) Paesi con più di 20 casi, esclusa la Cina : Hong Kong, Corea del Sud, Giappone
5) Paesi con più di 10 casi, esclusa la Cina : Taiwan, Malesia, Australia, Germania, Vietnam, USA, Francia, Macao
6) i nuovi casi fanno registrare un brusco rallentamento e questo è un segnale che va avanti da un paio di giorni. Gli esperti non si sbilanciano sul reale significato di questo rallentamento. Le misure di contenimento potrebbero aver dato però i loro effetti positivi.
7) domani la Cina dovrebbe tornare a lavoro
8) Singapore ha ormai un suo focolaio di infezione del tutto indipendente da quello cinese
9) questa notte ha segnato il sorpasso della SARS da parte di 2019-nCov, in termini di decessi. Il nuovo coronavirus in 6 settimane ha ucciso 813 persone, la SARS in 8 MESI ne ha uccisi 774.
10) va ricordato però che in 8 mesi la SARS ha, contagiato 8mila persone, 2019-nCov in 6 settimane ne ha contagiate 37mila
11) siamo al termine del primo ciclo di 2 settimane di trattamento, dall'entrata in vigore della quarantena. È possibile che a partire da domani assisteremo ad una impennata delle guarigioni (i dati clinici mostrano un decorso della malattia di 3 settimane circa).


Riepilogo del 10/2 su 2019-nCov

1) 40.536 casi confermati, 910 decessi, 3.312 guarigioni, 187k sotto osservazione.
2) I nuovi casi si sono stabilizzati da 4 giorni, il che porta a pensare alla saturazione della capacità diagnostica cinese. Rimane valida anche l'ipotesi del successo del contenimento, anche se alla luce di quanto detto prima, perde terreno.
3) ogni 3 giorni i casi crescono di 10k unità
4) Paesi con più di 40 casi, esclusa la Cina : Singapore
5) Paesi con più di 30 casi, esclusa la Cina : Hong Kong, Thailandia
6) Paesi con più di 20 casi, esclusa la Cina : Corea del Sud, Giappone
7) continuano ad aumentare i casi sulla nave da crociera, 64 in tutto.




Coronavirus, media: 60 nuovi casi sulla nave da crociera in Giappone
Le vittime nel mondo salgono a 910
10 febbraio 2020

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/c ... 002a.shtml

I contagi aumentano sullʼimbarcazione ferma nella baia di Yokohama. Oms: "Potremmo soltanto aver visto la punta dellʼiceberg"

La nave è stata messa in quarantena, a sud-vest di Tokyo, dopo che un passeggero, sbarcato a Hong Kong, è stato trovato infetto dal virus che causa la polmonite. Il ministero della Sanità, del lavoro e del welfare ha anche riferito che sta valutando di testare tutte le persone a bordo dell'imbarcazione al termine della quarantena di due settimane.

I numeri in Cina Solo nella giornata di domenica il coronavirus ha fatto 97 vittime in Cina. Così, proprio in Cina, il bilancio dei morti dall'inizio dell'epidemia è arrivato a 908 (910 a livello mondiale). Il numero giornaliero di nuovi contagi si è stabilizzato anche se in tutta la Cina gli ammalati sono 40.171, le persone sotto osservazione 187.518, in 3.281 sono stati curati e dimessi. I casi gravi risultano essere 296, di cui 258 nella provincia di Hubei, dove è partita l'epidemia.

Fuori dalla Cina 2 morti e oltre 350 contagi In Cina dunque, le vittime sono 908 con oltre 40mila contagi. Al di fuori dei confini cinesi, invece, le vittime sono due, una a Hong Kong e una nelle Filippine, mentre i casi di infezione sono stati diù di 350 suddivisi in quasi 30 Paesi e regioni.

Il coronavirus ha fatto più vittime della Sars Nel weekend il numero di vittime del coronavirus ha superato quello dei morti per Sars, altra epidemia originata in Cina che nel 2003 uccise 774 persone. Sabato l'Oms ha detto che il numero di nuovi contagi si sta "stabilizzando" ma è comunque troppo presto per dire se il picco dell'epidemia sia effettivamente stato raggiunto.

Diffusione da persone che non hanno fatto viaggi in Cina Mentre una "missione di esperti internazionali" è partita per la Cina per aiutare il coordinamento della risposta all'epidemia, il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha avvertito, tramite Twitter, che "ci sono stati alcuni casi preoccupanti sulla diffusione del 2019nCoV da persone che non hanno fatto viaggi in Cina".

La punta dell'iceberg Il numero uno dell'Oms poi osserva che "la rilevazione di un piccolo numero di casi potrebbe indicare una più estesa trasmissione in altri Paesi": questo significa che "potremmo soltanto aver visto la punta dell'iceberg",

Ogni Paese deve prepararsi al possibile arrivo del virus Se all'estero il contagio sembra aver viaggiato a un passo più lento della Cina, Ghebreyesus non ha tuttavia escluso la possibilità che ci possa essere un'accelerazione dell'epidemia che ha infettato oltre 40mila persone e causato 908 morti in Cina. "Il contenimento resta il nostro obiettivo, ma tutti i Paesi devono usare la finestra dell'opportunità creata dalla strategia di contenimento per prepararsi al possibile arrivo del virus", ha aggiunto.



Coronavirus, Edward Luttwak a Quarta Repubblica: "Mezzo milione di persone in fuga, quanti sono i contagi?"
11 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... Q.facebook

C'è chi chiede di tenere il livello di allarmismo ai minimi livelli, per esempio la Cina rivolgendosi all'Italia. Poi c'è chi, come Edward Luttwak, pensa sia giusto suonare l'allarme, forte e chiaro. Il tema è quello del coronavirus, il palcoscenico da cui il politologo dice la sua quello di Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro il lunedì sera su Rete 4. Luttwak, infatti, sostiene che l'emergenza e le cifre del contagio potrebbero essere ben peggiori rispetto a quello a nostra disposizione. Un dettaglio, in particolare, lo dimostrerebbe: "Quando hanno annunciato la chiusura di Wuhan, hanno causato la fuga di mezzo milione di persone da Wuhan e questi si sono dispersi in circa 32 province cinesi", ha ricordato. Circostanza che mette in luce in modo lampante come, in verità, i focolai potrebbero essere assai più diffusi di quanto si pensi. Dunque il grave allarme anche per le possibili ripercussioni del contagio sull'economia: "Il peso sull'economia è come un virus - rimarca -, se sei forte in salute non ti fa molti danni, ma in Italia, la perdita del turismo e degli acquisti cinesi avrà un grande impatto", conclude Luttwak.



La Cina mente: i contagi sono 80.000
Alberto Forchielli
10 febbraio 2020

http://www.albertoforchielli.com/la-cin ... XNmfnDfUHY

L’imprenditore: «L’epidemia è un disastro annunciato (e si ripeterà). Adesso gli investitori perderanno fiducia e il Pil del Dragone calerà di 10 punti: perciò sul lungo termine scommetto ancora sull’America»

“Qua è tutto fermo: è la paralisi”. Alberto Forchielli, imprenditore e fondatore di Mandarin Capital Partners, risponde al telefono dalla Thailandia. In Cina ha lasciato dipendenti e uffici, al momento irraggiungibili. “Nessuno parte per la Cina, adesso: hanno tutti paura di rimanere bloccati là”.

Si gira con le mascherine anche lì in Thailandia?

Sì, ma per il resto qui sono incoscientemente tranquilli. Tra l’altro non hanno ancora bloccato i voli. Del resto i thailandesi non se lo possono permettere: qui arrivano tantissimi turisti dalla Cina. E se chiudono gli aeroporti, i cinesi si incazzano e gliela fanno pagare.

E lei non è preoccupato?

Sarei dovuto rientrare in Italia a giugno, ma probabilmente anticiperò ai tempi. Del resto qui la situazione è paralizzata: i due centri nevralgici asiatici, Hong Kong e Singapore, sono ancora in lock down.

Parigi, Londra e Berlino lanciano un appello ai connazionali in Cina: “Tornate, perché sarà sempre peggio”.

Magari sono toni un po’ esagerati, però in effetti in Cina abbiamo superato i 31.000 contagiati. Se ti parte il contagio, poi contenerlo è una fatica boia.

Ma i cinesi come l’hanno presa? Panico per le strade?

Sono sicuramente preoccupati, ma restano composti. Quella non è gente che si fa prendere dal panico.

Il governo di Pechino ha nascosto il virus per settimane?

Si è mosso tremendamente in ritardo. I primi casi si sono registrati ai primi di dicembre, ma fino al capodanno cinese non hanno detto nulla a nessuno. Hanno spostato milioni di persone. Cose mai viste. La situazione è sfuggita di mano, alimentando anche la sinofobia, la psicosi del cinese.

E oggi Pechino accusa gli americani di aver “diffuso il panico”.

Gli americani hanno semplicemente chiuso i voli, come abbiamo fatto noi. Poi è vero che intorno al virus circolano molte fake news, ma che le abbiano diffuse da Washington è tutto da dimostrare.

La cattiva gestione del contagio ha incrinato la stabilità del regime cinese?

No, perché i governanti sono stati bravi a dirottare la rabbia della gente nei confronti degli amministratori locali. Lo stesso presidente Xi Jinping si è opportunamente eclissato, fuggendo lontano dalle prime pagine dai giornali.

La quarantena funziona?

Per ora sì. Il 97% dei contagiati resta nella provincia di Wuhan. Anche se il numero reale è molto più grande di quello che ci viene comunicato.

Grande quanto?

La verità è che siamo intorno agli 80 mila contagiati. Ci sono anche delle difficoltà tecniche che impediscono di fare il conto correttamente.

E quanto durerà l’emergenza sanitaria? Alcuni virologi sostengono che si assisterà al picco verso la fine di marzo.

Io invece dico che andremo avanti almeno fino all’estate. Sempre se non sopravvengono brutte notizie.

In Italia i governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga chiedono di ritardare l’ingresso scolastico ai bambini che rientrano dalla Cina.

Le precauzioni nei confronti dei cinesi le stanno prendendo tutti: non è sbagliato. La quarantena è in vigore in tutti i paesi del mondo. Meglio non fare i buonisti, che poi facciamo la figura dei coglioni.

Parliamo delle ripercussioni economiche. Stiamo assistendo a un disastro?

Un disastro annunciato.

Perché “annunciato”?

Perché i mercati degli animali vivi, da dove è partito tutto, sono l’essenza della struttura agricola cinese. Un po’ come quando, 70 anni fa, i contadini italiani che avevano 4 polli, ne portavano 2 al mercato. E lì che la campagna arretrata incontra la città moderna. Ed è lì che nascono le infezioni.

E non si può rimediare?

Mica puoi impedire agli agricoltori di andare al mercato. Cosa fai, seghi le gambe a 500 milioni di contadini, che vivono su 100 milioni di ettari? Dove li metti? Si prospetterebbe anche un enorme problema sociale.

Quindi quello del virus è un problema che in Cina è destinato a ripetersi?

Certo che si ripeterà. Del resto questa è la terza epidemia, dopo l’aviaria e la Sars.

Quanto è pesante la botta per l’economia cinese?

Enorme, perlomeno nel breve periodo. Aspettiamoci un calo anche di 10 punti di pil. E’ uno scenario plausibile, quando il consumo di petrolio crolla del 25%.

E poi cosa succede?

Poi, se l’emergenza durerà, come credo, circa sei mesi, ci sarà una ripartenza. Dopo le grandi tragedie, siano esse terremoti, tsunami o epidemie, arriva sempre il rimbalzo. Però il coronavirus lascerà comunque un segno indelebile.

Quale?

Il colpo mortale all’immagine dell’efficienza cinese. Pechino si sta presentando al mondo come esportatore di malattie, con gravissimi problemi ambientali e agricoli. Questa sì che è una ferita permanente.

Un colpo all’immagine che allontanerà gli investitori?

Diciamo che già in partenza i cinesi non godevano di buona fama: sono quelli che cercano di fregarti in tutti modi, ti copiano la tecnologia, impongono dazi, scappano con la cassa, ostracizzano le imprese straniere.

E dopo il virus?

Dopo il virus, in aggiunta, la Cina si presenta come un paese poco affidabile verso cui rifornirsi. Insomma, un produttore che vuole usare la Cina come mercato di export, ora si fa una domanda: posso andare a lavorare in un Paese dove ogni 5 anni scoppia una pandemia?

Il segretario al commercio estero Usa, Wilbur Ross, dice che il coronavirus creerà posti di lavoro in America.

E’ quello a cui mi riferivo. Sarà la Cina a soffrire. Se sei un fornitore inaffidabile, la gente andrà a produrre, e a creare lavoro, altrove.

Quindi, se la Cina affonda, non dobbiamo temere una reazione a catena anche sull’Italia? Federalberghi sostiene che in un solo mese abbiamo perso mezzo milione di turisti dall’oriente.

Certo, per noi sarà sicuramente un bruttissimo anno per il turismo e per il lusso. Ma poi ci riprenderemo: sono 160 milioni i cinesi con il passaporto, rappresentano il 20% del turismo mondiale. Immaginatevi quando saranno mezzo miliardo e domineranno il settore turistico. Pandemie permettendo.

Come sta procedendo la via della Seta, cioè l’accordo quadro firmato dal governo italiano per potenziare gli scambi commerciali con la Cina?

Procede malamente. Un sacco di progetti in ritardo. Progetti arenati perché i cinesi non hanno più soldi. Tantissimi piani che sforano il budget creando enormi problemi di indebitamento. Insomma, un mezzo brodo.

Il Commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, ha riconosciuto che il patto di stabilità e crescita non porta né stabilità né tantomeno crescita.

Il patto di stabilità? Non va bene a nessuno. I paesi del nord lo vogliono a maglie più strette, quelli del sud a maglie più larghe. Alla fine della fiera, non succederà niente.

Nemmeno per la famosa apertura europea sugli investimenti ambientali, il famigerato “green new deal”?

Quella è una roba fumosa che non ho ancora afferrato. Si parla di 1000 miliardi, quasi tutti a debito, per progetti di sostenibilità ambientale. Quali progetti? In che direzione vanno? Nessuno che me lo spieghi.

Teme che si danneggi la produttività?

Se per proteggere l’ambiente fai chiudere le aziende, come accade con la plastic tax, fai prima a spararti sui piedi.

Intanto il Governo Conte taglio il cuneo fiscale. Soddisfatto?

Quattro lire che non hanno nessun impatto pratico. Sarebbe molto meglio risparmiarle e usarle per dare un messaggio di riduzione del debito. Ma noi siamo fatti così: se ci sono due spicci sul tavolo, li buttiamo via.

Pensa che il governo Conte bis abbia la strada spianata fino alla fine della legislatura?

Si reggono sulla paura di Matteo Salvini. E la paura è più forte della speranza.

Negli Stati Uniti, Donald Trump schiva l’impeachment. Pensa che verrà rieletto?

Sì. I sondaggi vanno in quella direzione. D’altra parte, ha alle spalle un’economia straordinaria. E degli avversari inconsistenti.

Avversari che pasticciano con le primarie, restano profondamente divisi e non dispongono di figure forti. Il partito democratico americano inizia a somigliare pericolosamente a quello italiano?

Generano delle mezze seghe: nessuno di loro può insidiare il consenso di Trump negli stati chiave. E poi, mettetevi nei panni di un americano: se era disoccupato adesso ha un lavoro. Se guadagnava qualcosa adesso guadagna di più. Se ha messo dei soldi in borsa ha guadagnato come un pazzo. Insomma, con Trump non ci ha perso nessuno.

Un sovranismo vincente?

Diciamo che non ha fatto tutti i danni che si pensava avrebbe fatto.

Dunque il futuro è più americano che cinese?

Se consideriamo i problemi demografici e ambientali cinesi, e le risorse infinite di Usa e Canada, direi di sì: sul lungo periodo, scommetto ancora sull’America.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:36 pm

L’intervista di Federico Novella pubblicata su La Verità, 10.02.2020 (Versione PDF)


Virus, "a rischio due terzi popolazione mondiale"
11/02/2020

https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... refresh_ce

L'epidemia di coronavirus potrebbe diffondersi a circa i due terzi della popolazione mondiale, se non viene controllata. È l'allarme lanciato dall'epidemiologo Gabriel Leung, a capo del Dipartimento di medicina all'università di Hong Kong. Il suo avvertimento arriva dopo l'allerta di ieri del direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui i casi di coronavirus negli altri Paesi potrebbero essere la 'punta dell'iceberg'.
La questione cruciale, secondo Leung intervistato dal 'Guardian', è comprendere le dimensioni e la forma di questo iceberg. La maggior parte degli esperti ritiene che ogni persona infetta possa trasmettere il virus a circa 2,5 persone. Ciò ha dato un tasso del 60-80%.




Anche di fronte all'emergenza coronavirus la sinistra preferisce buttarla sul razzismo
Atlantico Quotidiano
Federico Punzi
10 Feb 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... XsUP8pO1ns

Mentre aumentano i dubbi sull’attendibilità dei numeri ufficiali del contagio diffusi da Pechino, la domanda ora diventa: ci possiamo fidare dell’Oms?

Ridotta all’osso, la questione si può riassumere così: siccome la richiesta di isolare studenti di ritorno dalla Cina era arrivata dai governatori leghisti delle regioni del nord, governo e stampa allineata l’hanno buttata sul razzismo, salvo poi dover correre (parzialmente e tardivamente, come vedremo) ai ripari.

Mentre qui ci stiamo ancora chiedendo se sia discriminatorio o se viola il diritto allo studio lasciare a casa per 14 giorni bambini e ragazzi di ritorno dalle zone a rischio, nei giorni scorsi una ottantina di studenti italiani sono rientrati da diverse località della Cina facendo due scali (Hong Kong e Londra) per aggirare il blocco dei voli. E dopo diversi giorni, solo ieri i giornali si sono accorti del caso di una famiglia taiwanese (padre, madre e i due figli) risultata positiva al coronavirus una volta rientrata a Taiwan, dopo aver girato per una decina di giorni in Italia, in Toscana e a Roma…

Prima la sottovalutazione, poi l’allarmismo, con il blocco dei voli Italia-Cina e l’emergenza nazionale. Questo l’atteggiamento schizofrenico del governo italiano, ma anche dei media mainstream, alle prese con l’emergenza globale coronavirus. Poi, ancora, giorni e giorni in cui tutti – politici, giornali e talk show – sembravano preoccuparsi più di insignificanti (e a volte fake) episodi di discriminazione nei confronti della comunità cinese che della pericolosità del virus e della inaffidabilità dei numeri ufficiali provenienti da Pechino e dall’Oms – di cui si parla ormai apertamente anche sui più autorevoli organi di stampa internazionali sulla base di reportage e testimonianze dirette. Giorni culminati addirittura con una visita del presidente della Repubblica Mattarella in una scuola di Roma frequentata da molti bambini cinesi. Per dimostrare cosa? Quanto fosse ingiustificata e discriminatoria la richiesta dei governatori di alcune regioni (guarda caso della Lega) di tenere a casa per 14 giorni bambini e ragazzi di “qualsiasi nazionalità” di ritorno dalle zone della Cina colpite dall’epidemia.

Fino a sabato, quando il Ministero della salute dirama una circolare che pur ribadendo il “diritto inalienabile di bambini e ragazzi, di qualsiasi nazionalità, di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario”, dispone tuttavia che, “in uno spirito di massima precauzione, il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento favorisce una permanenza volontaria fiduciaria a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina”. Insomma, bambini e ragazzi di ritorno dalla Cina assenti giustificati (e monitorati) fino a 14 giorni.

I governatori cantano vittoria – comprensibilmente, perché la circolare dimostra che la loro richiesta era più che fondata – ma a ben vedere la disposizione è tardiva (di almeno una decina di giorni), ipocrita (perché scarica su famiglie e scuole la decisione di “attivare” l’Asl di riferimento) e insufficiente (perché rischia di determinare comportamenti non omogenei a livello nazionale, diversi addirittura da scuola a scuola).

Si tratta comunque di un’implicita ammissione che la misura, tacciata di discriminazione quando a proporla erano stati i governatori di alcune regioni, è invece opportuna e, quindi, tardiva.

E arriva, guarda caso, poche ore dopo un contagio molto preoccupante. In Alta Savoia sono risultati positivi al coronavirus 5 cittadini britannici, tra cui un bambino di 9 anni, che per quattro giorni hanno condiviso con un altro britannico di ritorno da Singapore uno chalet nella località sciistica di Contamines-Montjoie. Le autorità francesi hanno subito disposto la chiusura per accertamenti delle due scuole frequentate dal bambino.

Allarmante la tempistica. L’uomo è tornato nel Regno Unito il 28 gennaio e il virus gli è stato diagnosticato giovedì 30. A Contamines-Montjoie era arrivato il 24 gennaio, dopo essere rimasto a Singapore per soli tre giorni, dal 20 al 23, quando i casi confermati di coronavirus nella ex colonia britannica erano appena 3! Dunque, o è stato incredibilmente sfortunato, oppure il numero dei contagiati era già allora enormemente superiore. E i casi come questo, che autorizzano a dubitare fortemente dell’attendibilità dei numeri ufficiali, sono all’ordine del giorno. Basti pensare che su 56 italiani evacuati da Wuhan la scorsa settimana uno era positivo, così come uno dei 9 cittadini belgi rientrati. Anche qui: coincidenza terribilmente sfortunata, o forse a Wuhan il rapporto un contagiato ogni 60 abitanti è più realistico? Coinciderebbe, infatti, con le stime degli studi pubblicati nei giorni scorsi su The Lancet di cui abbiamo parlato la scorsa settimana su Atlantico.

Sorprende, ma non più di tanto, che molti di coloro che si battevano per escludere dalle scuole i bambini non vaccinati, per giorni si siano opposti, sulla base di una inesistente discriminazione, a tenere per 14 giorni a casa bambini e ragazzi di ritorno dalla Cina. È rimasto invece coerente con se stesso, gli va dato atto, l’idolo dei “competenti” e icona della battaglia pro-vax, il virologo Roberto Burioni, che ritiene che al momento l’unico modo efficace per difenderci dal coronavirus sia l’isolamento per 14 giorni di chiunque arrivi dalla Cina – adulti e bambini, italiani, europei o cinesi. Come spiega su Medical Facts, controllare i passeggeri negli aeroporti è importantissimo, ma non sufficiente. Come dimostrano molti casi, come quelli del britannico in Alta Savoia o della famiglia taiwanese, il periodo d’incubazione è tale da permettere a un viaggiatore di partire e arrivare sano e di ammalarsi a destinazione, diffondendo il contagio nei suoi spostamenti.

Ma Burioni è anche l’unico scienziato in Italia a mettere esplicitamente in dubbio l’attendibilità dei numeri ufficiali sul contagio diffusi da Pechino. Il professor Neil Ferguson, direttore del Jameel Institute for Disease and Emergency Analytics dell’Imperial College di Londra ha avvertito in una recente intervista che i casi di infezione riportati in Cina potrebbero essere solo il 10 per cento del totale, che ogni giorno potrebbero essere contagiate 50 mila nuove persone e che l’epidemia potrebbe raddoppiare ogni 5 giorni. Insomma, la situazione in alcune province cinesi potrebbe essere decisamente fuori controllo.

Emblematica del grave ritardo del governo di Pechino nel dare l’allarme ai suoi cittadini è la storia di un architetto cinese contagiato, e guarito, riportata ieri sul Wall Street Journal. Solo poche ore di permanenza a Wuhan sono bastate al trentenne Shen Wufu per contrarre il coronavirus il 18 gennaio, due giorni prima che fosse confermata dalle autorità la possibilità di contagio da uomo a uomo e decretata l’emergenza nazionale con le conseguenti misure di precauzione. Nei giorni successivi ha viaggiato in altre città causando la quarantena di 40 persone con le quali era stato in contatto. Come lui, nelle settimane e nei giorni precedenti il 20 gennaio, è ragionevole supporre che abbiano viaggiato in lungo e largo per tutto il Paese e senza precauzioni milioni di persone.

Se come abbiamo già osservato nell’articolo di lunedì scorso possono essere molteplici i fattori che rendono non credibili i numeri del contagio diffusi dalle autorità cinesi, dovrebbe essere responsabilità dell’Oms fare piena luce su quanto sta realmente accadendo in Cina, fornire stime realistiche alle autorità sanitarie degli stati membri, anche impiegando propri uomini sul campo. Al contrario la sensazione, a partire dagli encomi ingiustificati rivolti a Pechino, è che almeno nei suoi vertici l’Oms sia collusa, che stia gestendo “politicamente” l’emergenza per non irritare l’influente Cina, a danno della propria credibilità e indipendenza. Ora ha addirittura avviato una campagna contro le immancabili fake news e teorie cospirazioniste, ma se ad essere fake fossero i numeri ufficiali del contagio? Possiamo ancora fidarci dell’Oms?


L'Oms lancia l'allarme: "Coronavirus più pericoloso del terrorismo"
Federico Giuliani - Mar, 11/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/lo ... UAy5l4KpB4

Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è tornato a parlare del coronavirus: "Può avere conseguenze più devastanti di qualsiasi attacco terroristico"

Il nuovo coronavirus deve essere sconfitto al più presto perché la sua diffusione e i danni conseguenti rappresentano una minaccia più grande del terrorismo.

Sono queste le parole uscite dalla bocca di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che dal Forum globale di ricerca e innovazione di Ginevra è tornato a parlare del 2019-n-Cov. Anzi: del Covid19, come è stato soprannominata ufficialmente la malattia.

“Un virus può avere conseguenze più devastanti di qualsiasi attacco terroristico – ha spiegato Ghebreyesus - Questo virus è da considerare il nemico pubblico numero uno di tutto il mondo e di tutta l'umanità. È il peggior nemico che si possa immaginare. Le epidemie possono portare conseguenze molto serie nel mondo, non si tratta solo di problemi sanitari ma anche politici ed economici, in tutte le aree della società”.

Per quanto riguarda il vaccino, una soluzione potrebbe essere pronta in 18 mesi. Intanto, ha aggiunto il direttore generale dell'Oms, è necessario “fare il massimo usando le armi disponibili”. Certo è che la comunità internazionale dovrebbe considerare il nuovo coronavirus "il nemico pubblico numero per il mondo" e che tutti i Paesi dovrebbero muoversi nella stessa direzione, con l'intenzione di vincere una battaglia comune.

Coronavirus-terrorismo: un paragone che fa riflettere

Tornando al paragone coronavirus-terrorismo, l'accostamento è per certi versi calzante. Anche perché il bilancio del Covid19 è sempre peggiore ogni giorni che passa. Oltre alle mille vittime nel mondo (quasi tutte in Cina) i contagi hanno superato la soglia dei 43mila. Questo virus è più letale della Sars (sindrome respiratoria acuta grave9 che a cavallo tra il 2002 e il 2003 aveva ucciso 776 persone), anche se il suo tasso di mortalità è del 2%.

Nel frattempo i contagi confermati dall'Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) all'11 febbraio sono 43.118, il 99,2% dei quali situati in Cina. Per la precisione, il 73% di questi ultimi è relegato nella provincia dello Hubei, l'area rossa da cui è partito il contagio.

A causa degli effetti provocati dal coronavirus, proprio nello Hubei sono volate le prime teste. Il Quotidiano del Popolo ha riferito del licenziamento di due alti funzionari della sanità: il segretario del partito per la Commissione salute della provincia e il capo della Commissione e vice direttore della Croce Rossa locale. La loro colpa? Non aver gestito a dovere l'emergenza.



Coronavirus, centinaia di salme cremate ogni giorno in Cina?
Michael Sfaradi
12 febbraio 2020

https://www.nicolaporro.it/coronavirus- ... yaPQhq1EF4

Anche se la stampa deve necessariamente prendere per buoni e nella massima considerazione, fino a prova contraria, i dati ufficiali sulla pandemia che si sta sviluppando nel cuore del gigante asiatico, noi giornalisti non possiamo ignorare le altre informazioni che girano, un po’ in tutto il mondo, sia in rete che sulla carta stampata, con particolare attenzione a ciò che viene pubblicato nelle nazioni che confinano o che sono nelle vicinanze della Cina.

Fra le tante cose, più o meno credibili, dette o pubblicate a mezzo stampa, che ci sono arrivate, quella che ha destato l’attenzione e tanti dubbi di chi vi scrive è una notizia pubblicata da un giornale di Taiwan, il Taiwannews di Taipei sul suo sito:

https://www.taiwannews.com.tw/en/news/3 ... 1Jfg7tq4PE

Che fra la piccola Repubblica di Cina (Taiwan), quella che per intenderci ha come capitale la città di Taipei, e la grande Repubblica Popolare Cinese non corra buon sangue, è una realtà che è sempre stata sotto gli occhi di tutti, in un momento di emergenza come quello attuale dovuto al coronavirus, però, è difficile credere che da Taiwan si pubblichino notizie false ed allarmanti soltanto per mettere in ulteriore difficoltà il nemico che è già in ginocchio.

Non potendola però controllare, la riportiamo per come è stata pubblicata e cioè che, contrariamente ai numeri ufficiali riportati dal governo di Pechino, secondo la testata taiwanese a Wuhan vengono cremate centinaia di salme ogni giorno.

Quest’ipotesi, sempre secondo il Taiwannews, sarebbe confermata dai dati di domenica (9 febbraio) messi online da Windy.com, un sito che monitorizza i venti e le temperature dell’aria, che hanno mostrato livelli elevati di anidride solforosa intorno a Wuhan, l’epicentro del nuovo coronavirus (2019-nCoV), inducendo alcuni a ipotizzare che sia un segno di cremazioni in massa dei corpi delle vittime. Quando domenica le immagini delle mappe di Windy.com riferite alla città di Wuhan hanno iniziato a comparire sui social media, immagini che secondo alcuni mostravano un livello allarmante di anidride solforosa rilasciato nell’aria, le ipotesi sul fenomeno si sono rincorse.

Diverse testate, sia in Europa che in Italia, hanno ripreso l’articolo pubblicato a Taiwan o ne sono state ispirate e, non credendo fino in fondo ai dati ufficiali sulla pandemia, anche se con qualche dubbio hanno riportato la notizia dandola per verosimile.

Intelewave, un sito che offre strumenti interattivi di analisi dei dati, ha elencato alcune possibili spiegazioni per questo aumento delle emissioni su Wuhan, di cui la prima è riferita a un ipotetico danno a qualche centrale elettrica, possibilità abbastanza remota. Per creare una presenza nell’aria di un quantitativo tale di anidride solforosa dovrebbe essere accaduto un vero finimondo, finimondo di cui al momento non si ha notizia.

La seconda possibilità, sempre secondo Intelewave, era la combustione di rifiuti e carcasse di animali, ci sarebbe da chiedersi perché poi si debbano bruciare rifiuti e carcasse andando in contrapposizione al protocollo standard di seppellire i rifiuti. Anche questo sarebbe comunque un mistero.

La terza possibilità, quella che è stata subito accreditata, era che i cadaveri venissero bruciati nella periferia della città. In questo caso il numero di morti sarebbe molto più alto di quello ammesso dal governo cinese. Sempre secondo l’articolo per arrivare a un livello tale di anidride solforosa sarebbe stata calcolata la combustione di 14.000 corpi. La seconda e la terza ipotesi potrebbero anche essere buone in contemporanea perché una non esclude l’altra.

Come già detto, diverse testate hanno ripreso quest’articolo o ne sono state ispirate, ma noi abbiamo provato a capire meglio cosa c’è dietro a questa notizia che sta prendendo sempre più piede, per cui abbiamo contattato Alberto Terracina, perito chimico con vasta esperienza di laboratorio che ci ha spiegato quanto segue: la fotografia che è stata pubblicata sembrerebbe indicare solamente la temperatura dell’area, per essere sicuri della presenza di un composto come l’anidride solforosa è necessaria l’analisi di un campione d’aria, analisi che dall’articolo non risulta essere stata eseguita o, nel caso, non risultano evidenze analitiche né la tipologia di strumento utilizzato per l’analisi stessa. Lo zolfo contenuto nel corpo umano non è tale, in caso di sua combustione, da scatenare una nuvola così massiva.




La civile e democratica Russia


Coronavirus, due donne scappano dalla quarantena in Russia
Andrea Pegoraro - Mer, 12/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/co ... 9sRwCbi_-o

Una è scappata dalla finestra, l’altra ha manomesso una serratura elettronica. Sono fuggite dall’ospedale, dove erano in isolamento per una possibile infezione del virus. Erano rientrate da un viaggio nella regione cinese di Hainan

Una è scappata dalla finestra, mentre l’altra ha manomesso una serratura elettronica. In questi modi due donne russe sono fuggite dall’ospedale, dove erano in isolamento per una possibile infezione da coronavirus.

Erano rientrate da un viaggio nella regione cinese di Hainan, che si trova all’estremità meridionale del paese asiatico. A darne la notizia sono state le stesse donne attraverso i social, le quali hanno detto di essere fuggite perché i medici erano poco collaborativi e perché i nosocomi versavano in cattive condizioni igieniche. Inoltre, avevano paura di essere contagiate.


Primo caso

La prima donna ha raccontato che suo figlio ha avuto febbre a 37,3 gradi e tosse ,che si sono manifestati quattro giorni dopo il rientro della famiglia a Samara. Quindi ha allertato i servizi di emergenza, i quali hanno accertato che il ragazzo aveva un’infezione respiratoria virale e hanno poi stabilito che madre e figlio dovevano essere trasportati in ospedale per fare i test sul coronavirus.

In un primo momento, il nosocomio ha promesso di dare i risultati dei test entro tre giorni ma poi sono stati estesi a cinque, come spiegato dalla donna. Intanto, suo figlio si è sottoposto al trattamento con farmaci e un inalatore. La madre ha chiesto ai medici di avere gli esiti ma il personale sanitario si sarebbe opposto a questa richiesta.

La donna era inoltre spaventata per le condizioni igieniche dell’ospedale in quanto i medici sarebbero andati nell’area di isolamento senza maschere e avrebbero buttato a terra gli indumenti protettivi. Il marito della donna ha chiesto al medico di dimettere la moglie e il figlio ma il medico ha risposto che i due dovevano rimanere in ospedale per 14 giorni nonostante il test del virus fosse negativo. E così madre e figlio sono scappati attraverso la finestra. Poi la polizia l’ha interrogata nella sua abitazione ma non ci sarebbero accuse a suo carico.


Secondo caso

L'altra donna ha detto di aver avuto mal di gola alcuni giorni dopo il rientro a San Pietroburgo. Anche lei ha chiamato il pronto soccorso e il personale sanitario l’ha portata in ospedale per i test del coronavirus. Secondo quanto riportato dalla donna, le avrebbero promesso che sarebbe stata dimessa dopo 24 ore. il giorno successivo le è stato detto che il test era negativo ma che comunque doveva restare in quarantena per due settimane. La donna è rimasta incredula e non capiva il motivo di tutto questo. Inoltre, ha raccontato che la sua stanza era in condizioni pessime ma è riuscita a fuggire, manomettendo la serratura elettronica. I media russi hanno riferito che l'ospedale ha reso noto la fuga della donna alla polizia e che potrebbe essere avviata un'indagine penale su quanto accaduto.





Coronavirus, altri 242 morti nella provincia di Hubei: adesso il totale sale a 1.350
Confermato un nuovo caso in California, più di quaranta nuovi contagi sulla Diamond Princess. Pechino rimuove i capi del Pcc di Wuhan e dell'Hubei
13 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... 248454009/

Il coronavirus cinese ha ucciso altre 242 persone in un solo giorno, ieri, nella provincia di Hubei, epicentro dell'epidemia. Lo hanno reso noto le autorità locali segnalando che il bilancio totale delle vittime nella provincia si è aggravato a 1.310. I contagi sono 48.206 contagi. Sempre nella sola provincia dello Hubei i casi di guarigione sono 3.441. Il nuovo dato è stato fornito dal governo cinese. È legato alla modifica dei parametri diagnostici l'inatteso balzo delle vittime del coronavirus in Cina. Le autorità sanitarie della provincia epicentro dell'epidemia hanno spiegato di aver modificato i criteri per confermare i casi di contagio, garantendo una maggiore discrezionalità ai medici nel decidere se un paziente è infetto. Si tratta di "casi diagnosticati clinicamente" anche per agevolare un più rapido accesso alle cure.

Nuovi contagi negli Usa
Intanto è stato confermato un nuovo caso di coronavirus cinese in California. Secondo quanto reso noto dalle autorità sanitarie Usa si tratta di uno dei cittadini americani evacuati da Wuhan, in Cina, che si trova ora nella base dei marine Miramar nella contea di San Diego. È il 14esimo caso di coronavirus negli Usa, l'ottavo in California.


Coronavirus Covid19: dimesso l'inglese che ha contagiato 11 persone
di ENRICO FRANCESCHINI

La nave accolta in Cambogia
La nave da crociera Mv Westerdam è approdata in Cambogia dopo due settimane in mare perchè respinta da Giappone, Taiwan, Guam, Filippine e Thailandia per paura del coronavirus cinese. La sua destinazione originaria era Shanghai che è stata chiusa. La nave è ora ormeggiata nel porto cambogiano di Sihanoukville. Plauso del capo dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, alla Cambogia che ha accolto in uno dei suoi porti la nave da crociera. "È un esempio di solidarietà internazionale che abbiamo chiesto con insistenza - ha detto - l'epidemia può far emergere il meglio o il peggio di noi". Per paura del coronavirus cinese, la nave, originariamene diretta a Shanghai, è stata respinta da Giappone, Taiwan, Guam, Filippine e Thailandia.

L'odissea della Diamond Princess
Altre 44 persone a bordo della nave da crociera Diamond Princess, in quarantena al largo di Yokohama, in Giappone, sono risultate positive ai test sul coronavirus. Il totale di persone che hanno contratto il virus a bordo della nave da crociera sale a 174. Ma intanto l'operatore della nave, a bordo della quale ci sono 35 italiani, ancora tutti immuni, ha assicurato che la quarantena si concluderà il 19 febbraio.

Cronaca
Coronavirus Covid-19, il picco sembra essere vicino. L'epidemiologo Nanshan: "Sarà tra la metà e la fine di febbraio"
dal nostro corrispondente FILIPPO SANTELLI

Al via i test su farmaco antivirale

L'Ospedale dell'Amicizia Sino-Giapponese ha annunciato di avere avviato i test clinici sul Remdesivir per verificarne l'efficacia contro il coronavirus. Ma intanto alcuni esperti hanno espresso il timore che l'entità dell'epidemia potrebbe essere molto più ampia di quanto suggeriscano i dati cinesi, in gran parte a causa delle preoccupazioni sui potenziali difetti nei test. Esperti indipendenti affermano che molte decine di migliaia di residenti di Wuhan sono probabilmente infettati dal coronavirus, mentre il governo della città ne mette in conto meno di 20.000. Secondo le stime dell'Imperial Collage di Londra solo una persona su 19 contagiata a Wuhan viene testata e confermata.

La possibilità di un gran numero di casi di coronavirus non diagnosticati e quindi non trattati, secondo quanto rivela il Wsj, ha spinto numerosi medici ed epidemiologi a chiamare gli ospedali cinesi invitandoli ad utilizzare le scansioni del torace nelle diagnosi del nuovo virus, invece di fare affidamento sui test col tampone, che i professionisti medici non ritengono riescano ad individuare le infezioni nella parte inferiore del polmone. Anche il principale funzionario del Partito Comunista di Wuhan, Ma Guoqiang, ha messo in dubbio il test col tampone e ha esortato i pazienti con risultati negativi a riprovare il test per essere più sicuri.

Rimossi i capi del Pcc
La Cina ha rimosso dalla sua carica Jiang Chaoliang, il segretario del Partito comunista cinese (Pcc) dell'Hebei, la provincia che è l'epicentro dell'epidemia del nuovo coronavirus causa nel Paese 1.355 morti e quasi 60.000 contagi. Jiang, ha riferito l'agenzia ufficiale Xinhua, sarà sostituito dal sindaco di Shanghai, Ying Yong. Nei giorni scorsi provvedimenti simili hanno colpito i membri del partito provinciali con incarichi nel settore sanitario. E Wang Zhonglin è il nuovo capo del Partito comunista cinese di Wuhan, la città focolaio del nuovo coronavirus. Wang, ha riferito l'agenzia Xinhua, sostituisce Ma Guoqiang che, a fine gennaio in un'intervista alla tv statale Cctv, aveva ammesso i ritardi nella scoperta del coronavirus. "In questo momento mi sento in colpa, con rimorso e rimprovero - aveva detto Ma - Se fossero state adottate prima le misure di controllo rigorose, il risultato sarebbe stato migliore di quello attuale". La Cina intanto chiede a vari Paesi di rimuovere le restrizioni sui voli da e per la Cina e sui passeggeri cinesi. L'ente nazionale per l'aviazione civile - la Civil Aviation Administration of China (Caac) - ha definito le misure "eccessive".

Altre rimozioni anche a Hong Kong e Macao. Zhang Xiaoming è stato rimosso da direttore dell'Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao presso il Consiglio di Stato, il governo cinese, e demansionato a semplice vice direttore nel dipartimento. Zhang è stato sostituito da Xia Baolong, vice presidente e segretario generale del Comitato nazionale della Chinese Peoplès Political Consultative Conference (CPPCC), uno degli organi consultivi di massimo livello, ed ex segretario del Pcc dello Zhejiang.

Cronaca
Coronavirus Covid-19, oggi dimissioni per 20 cinesi che viaggiavano con coppia contagiata

Borsa in calo
Infine, partenza in calo per la Borsa di Tokyo dopo il dato grave sul numero dei morti in Cina per il coronavirus. L'indice Nikkei perde lo 0,14% a 23.828,31. Ma l'impatto dell'epidemia del coronavirus sull'economia globale sarà lieve, anche se ancora è presto per quantificarlo: lo ha detto la direttrice generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva, secondo cui a una rapida contrazione della crescita seguirà una rapida ripresa.

Giù il petrolio, Paesi del Golfo a rischio
Se è vero che Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi gà lottano per uscire dalla loro dipendenza dall'oro nero, si ritrovano ora alle prese con il blocco (o quasi) dell'export verso la Cina, che da sola assorbe un quinto della loro produzione petrolifera. Lunedì le quotazioni del greggio hanno raggiunto il livello più basso in un anno, con Pechino che rappresenta oltre un terzo della crescita della domanda globale. E da inizio anno le quotazioni di Brent e Wti hanno perso circa il 20%.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:37 pm

Riepilogo del 13/2 su #COVID19

Partiamo da un presupposto : quanto accaduto stanotte è davvero assurdo e getta luci sinistre sulla generazione dei numeri in Cina.

1) 60.329 casi confermati, 1.369 decessi, 6.017 guarigioni.

2) Sì, avete letto bene, 15k casi in più in una notte. Tra l'altro i dati sono arrivati con enorme ritardo.

3) difficile dire da dove arrivino questi 15k casi in più. L'ultima ipotesi accreditata è che da ieri, la Cina sia in grado di svolgere 10k test al giorno, in pratica 5k nuovi casi (tenendo conto di una media approssimativa di 2 campioni per paziente). A questi andrebbero aggiunti 10k arretrati e non contabilizzati.

3 bis) vi è una seconda ipotesi, ovvero circa 13k dei 15k nuovi casi siano pazienti esclusi dalla contabilità ufficiale, perché casi sospetti per la Cina secondo le vecchie linee guida (ma sarebbero casi certi secondo le condizioni dell'OMS e le nuove linee guida cinesi )

4) l'idea di molti osservatori è che la Cina, con questo passo enorme in avanti nei casi, stia cercando di riallineare la propria contabilità con quanto ormai emerge da ogni parte del globo, ovvero una enorme sottostima dei casi

5) l'esistenza di una doppia contabilità è, a nostro avviso, confermata anche dall'aumento dei decessi: il rateo è raddoppiato in una notte. Se le nuove metodologie portano ad un aumento dei casi, come potrebbero questi stessi metodi agire sulla definizione di decesso? In alternativa vuol dire che stanotte abbiamo avuto veramente più di 200 morti.

6) I casi sulla Diamond Princess continuano a crescere, siamo a 220 persone infette

7) Paesi con più di 50 casi, esclusa la Cina : Hong Kong, Singapore

8) Paesi con più di 30 casi, esclusa la Cina : Thailandia

9) per gli osservatori internazionali, siamo comunque ancora lontani dai veri numeri.





Coronavirus, evacuata la più grande banca di Singapore
12/02/2020

https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... Nh14xF5_9U

La Dbs, la più grande banca di Singapore, ha fatto evacuare tutto lo staff dal grattacielo che ospita i suoi uffici, dopo la scoperta che un impiegato aveva contratto il coronavirus. Il paziente è stato confermato positivo al contagio stamani, dopo essersi sottoposto al test martedì. La banca ha riferito che all'impiegato e alla sua famiglia viene ora fornita tutta l'assistenza necessaria, mentre circa 300 dipendenti della banca che occupavano gli uffici al 43esimo piano del Marina Bay Financial Centre Tower stanno ora lavorando da casa.

Tutte le zone degli uffici interessate dal contagio verranno ora disinfettate, mentre i dipendenti della banca saranno sottoposti a ulteriori misure di prevenzione. I casi di coronavirus confermati a Singapore sono attualmente 50, compreso quello del dipendente della Dbs.



Riepilogo del 14/2 su #COVID19

Disclaimer : oggi, il sito ufficiale della JHU sembra avere un aggiornamento parziale dei dati, dunque per i decessi daremo il nuovo delta ufficiale ma NON pubblicheremo il numero assoluto, fino a che non verrà aggiornato anche dalla JHU

1) 64.436 casi confermati, circa 120 decessi in più, 6.886 guarigioni
2) la nave da crociera Princess Diamond attualmente conta 175 casi
3) le curve di contagio della Princess Diamond e di Wuhan in quarantena sono perfettamente sovrapponibili. Ciò significa che con questo virus, una quarantena di questo tipo è la risposta sbagliata. Significa condannare al contagio anche i sani.
4) Paesi con più di 50 casi, esclusa la Cina : Singapore, Hong Kong
5) l'OMS annuncia che i casi di contagio tramite viaggiatori cinesi nel mondo dovrebbero essersi conclusi
6) oltre la Cina, tuttavia, abbiamo almeno due focolai che si autoalimentano, parliamo di Hong Kong e Singapore
7) la temperatura non sembra così cruciale con il nuovo coronavirus, a differenza dei suoi predecessori. Dunque molte ombre vengono gettate sull'assenza di casi in Africa e Indonesia.
8) oggi sono stati aggiunti circa 5k casi, utilizzando la nuova metodologia. Ieri ne sono stati aggiunti 15k, di cui circa 13k nuovi. Ciò significa che, alla luce del nuovo rateo, ieri sono stati aggiunti l'equivalente di circa 3 giorni di casi non conteggiati.




Riepilogo del 15/2 su #COVID19

1) 67.088 casi confermati, 1.526 decessi, 8.279 guarigioni
2) 605 sono i casi fuori dalla Cina, di questi, 124 trasmessi localmente
3) ieri si è registrato il primo caso in Africa, precisamente in Egitto. Non è un caso, poiché l'Egitto ha un sistema sanitario sopra la media del continente africano
4) Singapore, con in suoi 67 casi, desta più di una preoccupazione
5) in Cina, nonostante le draconiane misure adottate, il contenimento sembra essere fallito



Coronavirus, in Francia il primo morto fuori dall'Asia. A breve atteso il picco dei contagi
15 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... ntagi.html

Il primo morto fuori dall'Asia per coronavirus: il decesso per Covid-19 è avvenuto in Francia, dove un paziente colpito dal virus è morto nella mattinata di sabato 15 febbraio. A renderlo noto, il ministero della Salute francese. Una notizia che arriva poco dopo il primo caso confermato di coronavirus in Africa e l'allarme dell'Oms sulle possibilità di gestione e contenimento dell'emergenza nel continente nero. Insomma, il contagio non sembra rallentare ma, anzi, pare fare un salto di qualità. Si ricorda che, secondo gli esperti, il picco dei contagi dovrebbe essere raggiunto in una decina di giorni, al termine del mese di febbraio. Nel frattempo, il conteggio ufficiale delle vittime è di 1.526. Attualmente ci sono 8.446 ricoverati mentre in totale i casi di coronavirus confermati nel mondo sono stati 67.091. Numeri che però si teme siano ancora sottostimati.

Coronavirus, i giudici di pace: «Nelle udienze per le espulsioni dei migranti rischiamo il contagio»
Mercoledì 5 Febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/italia/coro ... 30884.html

Coronavirus, allarme dei giudici di pace, che denunciano che durante le udienze per le espulsioni dei migranti rischiano il contagio. «La pericolosità di un contagio» da coronavirus è «tangibile durante le udienze celebrate dai giudici di pace» per la «convalida delle espulsioni di migranti clandestini, che si tengono nei Centri di permanenza e rimpatrio» e cioè di chi ha «violato l'ordine di allontanamento dal territorio dello Stato od anche per i reati di clandestinità». Perciò l'Associazione nazionale giudici di pace chiede con urgenza al «governo e alle autorità competenti», con una nota, misure idonee per la loro tutela.


Riepilogo del 16/2 su #COVID19

1) 69.256 casi confermati, 1.669 decessi, 9.645 guarigioni
2) la situazione sulla Princess Diamond si sta facendo molto grave. I casi adesso sono 355, quando sono state testate 1.219 passeggeri su 3.700.
3) il rapporto testati / contagiati è stabile al 30%, ciò significa che potenzialmente la nave potrebbe vedere complessivamente un migliaio di contagiati.
4) attualmente la forbice statistica per i malati che richiedono terapia intensiva è pari al 15% - 19%. Ciò significa che potremmo avere bisogno, per i passeggeri dell Princess Diamond, di 160 - 210 circa trattamenti in terapia intensiva.
5) tornando ai casi cinesi, il rateo di crescita sta nuovamente calando. Le ipotesi sono sempre le stesse, anche dopo l'aggiunta del mega scaglione da 15k casi. Il contenimento sta funzionando, oppure la capacità di test è satura e insufficiente, oppure si sta nuovamente creando un arretrato di casi che verranno poi immessi improvvisamente nel conteggio
6) Paesi con più di 70 casi, esclusa la Cina : Singapore
7) Paesi con più di 50 casi, esclusa la Cina : Hong Kong
8) Paesi con più di 40 casi, esclusa la Cina : Giappone
9) inserendo i decessi dentro e FUORI la Cina, la mortalità è del 2.2%.
10) con questo virus, la quarantena non funziona. Data la contagiosità, far convivere malati e sani in ambiente ristretti, significa condannarli alla malattia. La scelta è politica, ovvero è una strategia : aspettare che quel cluster si esaurisca da solo.


Riepilogo del 17/2 su #COVID19

1) 71.331 casi confermati, 1.775 decessi, 10.973 guarigioni, 150k sotto osservazione
2) Paesi con più di 70 casi, esclusa la Cina : Singapore
3) Paesi con più di 50 casi, esclusa la Cina : Giappone, Hong Kong
4) Paesi con più di 30 casi, esclusa la Cina : Thailandia, Corea del Sud
5) la Cina ha deciso di mettere in quarantena le banconote. Quattordici giorni per quelle provenienti dalle zone più infette, verranno inoltre sottoposte a raggi UV
6) dal momento che la provincia di Hubei è la maggior produttrice di componenti di base dei farmaci nel mondo, ci si aspetta a breve una carenza di forniture all'estero.


Aggiornamento del 19/2 su #COVID19

1) 75.199 casi confermati, 2.010 decessi, 14.532 guarigioni
2) il calo dei casi in Cina segue un andamento talmente prevedibile che, ormai, molti matematici ipotizzano essere più il frutto di una equazione, piuttosto che dell'osservazione della realtà.
3) 542 i casi sulla Diamond Princess
4) Paesi con più di 80 casi, esclusa la Cina : Singapore
5) Paesi con più di 70 casi, esclusa la Cina :Giappone
6) Paesi con più di 60 casi, esclusa la Cina : Hong Kong
7) ieri un primo studio peer review ha messo in luce, in modo scientifico, la possibilità di trasmissione durante la fase asintomatica
8) la propaganda del partito comunista cinese sta lavorando a pieno regime da ieri, per sottolineare come i casi nel mondo stiano crescendo, mentre in Cina stiano calando.


Riepilogo del 20/2 su #COVID19

Nota: la Cina ha nuovamente cambiato il metodo di calcolo dei casi di contagio.

1) 75.725 casi confermati, 2.128 decessi, 16.353 guarigioni
2) 621 casi sulla nave Diamond Princess. Primi 2 decessi tra i passeggeri.
3) poco più di 300 i nuovi casi in Cina. Cosa vogliamo ancora commentare?
4) situazione in evoluzione in Iran, dove l'epidemia di #COVID19 parte con due decessi.
5) la città iraniana di Qom è tecnicamente in quarantena
6) Paesi con più di 80 casi, esclusa la Cina : Singapore, Giappone, Corea del Sud
7) Paesi con più di 60 casi, esclusa la Cina : Hong Kong
8) la situazione sta ampiamente degenerando nei tre paesi asiatici, sebbene grazie agli elevati standard sanitari, dovremmo assistere a un contenimento più 'semplice'.
9) come avevamo anticipato, la fase dal 14 febbraio e le 4 settimane successive, sarebbe stata estremamente interessante.







Primo contagio di Coronavirus in Lombardia
di Daniela Larentis
20 febbraio 2020

https://www.ladigetto.it/interno/salute ... ardia.html

Si tratta di un 38enne che aveva frequentato alcuni colleghi tornati dalla Cina

Mentre è finita la quarantena per 19 italiani che hanno lasciato la Cecchignola dopo aver passato la quarantena senza presentare sintomi di sorta, a Milano è scoppiato il primo caso di Coronavirus.
Si tratta di un uomo di 38 anni che non è stato in Cina ma avrebbe avuto contatti ravvicinati con dei colleghi tornati dalla Cina. Ora è ricoverato in terapia intensiva a Codogno.
Il problema però è un altro. Se l’uomo ha contratto il virus è perché qualcuno infetto glielo ha passato.
E difatti le autorità stanno rintracciando tutti coloro che hanno avuto contatto con il 38enne.
Se tutti coloro che sono tornati di recente dalla Cina si fossero adattati a passare volontariamente il periodo di quarantena preventivo, tutto questo non sarebbe accaduto.

Intanto è partito l’aereo militare destinato a rimpatriare gli italiani che si trovano sulla Diamond Princess, la nave da crociera ancorata a Yokohama in Giappone.
A bordo sono ben 634 i contagiati. Una vera e propria nave-lazzaretto, tanto vero che non sarà facile trasbordare in nostri all’aereo per l’imbarco.
Giunti in Italia dovranno anche loro sottoporsi a una quarantena di due settimane alla Cecchignola.
Sono circa una trentina, per la maggior parte facenti parte dell’equipaggio della nave.
Il comandante della nave, italiano anche lui, ha deciso di non abbandonare la nave, come si addice a un comandante serio. Si chiama Gennaro Arma e certamente riscatta la figura che abbiamo fatto con Schettino.




GeopoliticalCenter
20 febbraio 2020

Certo il virus in Italia non sta circolando, ma cosa possiamo fare per essere pronti se un domani questa malattia mettesse a rischio il nostro tessuto sociale, come sta avvenendo in Cina da un mese a questa parte?
L’unica opzione a nostra disposizione è mettere in atto piani di azione non proporzionati ad un caso simile ma sovra-proporzionati e sovradimensionati. Già, l’unica cosa da fare in questo momento di incertezza e attesa non è discutere se è più mortale la SARS o il COVID-19, non è litigare sul rateo di polmoniti della MERS o di COVID-19, l’unico atto concreto utile è accumulare (da parte dello stato e non dei privati, s’intende) farmaci di moltissimi tipi, non solo quelli dedicati alla patologia in oggetto, fare scorta di dispositivi di protezione individuali (mascherine, tute), acquisire respiratori meccanici e dispositivi medici utili a sostenere una possibile crisi; pensare e valutare l’allestimento di reparti di terapia intensiva “ex-novo” al fine di non saturare quelli già presenti nel caso in cui l’epidemia colpisca anche l’Europa.
Il vero rischio che porta con sé COVID-19 non è tanto la mortalità (ancora discutibile) del 2%, ma il fatto che la sua altissima contagiosità tende a saturare rapidamente i reparti di terapia intensiva, rendendo molto difficili, se non a volte impossibili, le cure ai malati che non soffrono di COVID-19 ma che a causa di altre gravi problematiche mediche avrebbero necessità della terapia intensiva per avere salva la vita. Queste persone potrebbero non trovare posto per il gran numero di malati affetti dal nuovo virus respiratorio che ha paralizzato la Cina.
Serve quindi iperprepararsi, non a parole o con messaggi sui social, ma con atti concreti, ed a cura dello stato, e del Ministero della Sanità.
Come sempre vige la norma “spera per il meglio, preparati per il peggio”, troppe volte dimenticata in questo paese.
Vi ricordiamo che oggi abbiamo più di 100 casi confermati in Corea del Sud, 82 in Giappone, 5 in Iran con due morti, e che in Italia non è prassi ad oggi testare per il virus chi non ha una storia di viaggio nelle aree epidemiche o di contatto diretto con un caso confermato.
Prepararsi non significa spargere il panico, ma bensì equivale ad evitarlo nel caso in cui la malattia si manifesti a casa nostra.
(B. Netanyahu, Gerusalemme 19 Febbraio 2019)



Aggiornamento del 21/2 su #COVID19

Oggi è particolarmente più complesso del solito, sta diventando tutto piuttosto caotico e alla velocità della luce.

Ma andiamo con ordine.

1) 76.718 casi confermati, 2.247 decessi, 18.442 guarigioni
2) 634 casi sulla Diamond Princess
3) 156 casi in Corea del Sud
4) 94 in Giappone
5) in Corea abbiamo una contagiata cosiddetta superspreader. Al momento vengono ricondotti a lei non meno di 40 casi di contagio. Il fatto sarebbe avvenuto durante una messa, il problema è che altri 564 fedeli presenti, ora mostrano sintomi compatibili e sono sottoposti a analisi.
6) sono tornati a crescere i casi in USA, Canada, Italia (del nostro paese ne parliamo più avanti)
7) particolare attenzione va posta alla nuova contagiata canadese, infatti non tornava dalla Cina, bensì dall'Iran
8) a proposito dell'Iran e dei suoi ufficiali 2 morti e 5 contagiati, con queste statistiche non possono avere solo poche decine di contagiati, questo è chiaro.
9) primo italiano contagiato, 38enne residente in Lombardia e SENZA una storia di viaggi in Cina o altrove. Sembra che il contagio sia avvenuto durante una cena con amici di ritorno dalla Cina.
10) ormai i dati cinesi sono assolutamente inutilizzabili, dal discorso di Xi in avanti, infatti, sono stati registrati solo cali
11) era il momento tanto atteso dai media di stato cinesi, ovvero poter dire che la Cina ha risolto l'epidemia, ma che ora sono le altre nazioni a diffonderla. Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento, e la stampa cinese non se l'è fatto sfuggire. In uno degli ultimi articoli si ironizzava sulla possibile carenza di terapie intensive in Corea del Sud. Ognuno tragga le proprie conclusioni.
12) ormai sembra quasi definitivamente accertato, #COVID19 si trasmette per via aerea, fecale e per contatto. Aspettiamo i peer review definitivi, ma gli indizi ormai sono una marea che cresce sempre più.


Dal "paziente zero" al contagio: così il virus è arrivato in Lombardia
Luca Sablone - Ven, 21/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... aGSWam-dVg

Occhi puntati su un manager che lavora in una società di Fiorenzuola d’Arda. È lui che potrebbe aver contagiato il 38enne ricoverato a Codogno

Nelle scorse ore il contagio del Coronavirus è arrivato in Lombardia: un 38enne italiano è risultato positivo al test ed è stato dunque immediatamente ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Codogno, in provincia di Lodi.

Le sue condizioni sono gravi ed è in prognosi riservata. Ma ora è spuntata una novità: è stato rintracciato l'amico che potrebbe averlo contagiato. Al momento l'uomo si trova in isolamento all’ospedale Sacco di Milano, dove è stato sottoposto agli esami del caso.

Come riportato dal Corriere della Sera, il manager di una società di Fiorenzuola d'Adda potrebbe essere considerato il "paziente zero": è tornato dalla Cina (dove trascorre la maggior parte dell'anno) tra il 20 e il 21 gennaio. Pare sia stato sempre in buone condizioni di salute, ma il 10 febbraio ha avuto dei leggeri sintomi influenzali. Ma è passato troppo tempo e perciò non si ha ancora la certezza assoluta che sia stato lui il "paziente zero".

Controlli sulla moglie

Il 38enne originario di Castiglione d'Adda lavora all'Unilever di Casalpusterlengo e vive vicino Codogno: sarebbe stato contagiato alla fine di gennaio quando è stato a cena con alcuni colleghi che erano da poco rientrati dalla Cina. Giovedì scorso si è presentato all'ospedale di Codogno lamentando una "forte insufficienza respiratoria". Da qui la decisione dei medici di far scattare i controlli specifici per accertarsi se avesse contratto il virus Covid-19. Sottoposti ai controlli all'ospedale Sacco di Milano sua moglie e altre 70 persone tra cui alcuni colleghi, i medici e gli infermieri dell'ospedale di Codogno che l'hanno soccorso. Non è assolutamente da escludere che nelle prossime ore i numeri aumenteranno: sono stati già contattati tutti i pazienti che erano presenti nelle stesse ore del 38enne. Gli esperti dell'Ats di Milano e dell'assessorato alla Sanità hanno già provveduto ad avviare le procedure per ricostruire quanto accaduto, coinvolgendo tutti coloro che hanno avuto dei contatti con l'uomo nel recente periodo.

Giulio Gallera, l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, nella notte ha fatto sapere: "Gli accessi al pronto soccorso e le attività programmate, a livello cautelativo, sono attualmente interrotte. Le persone che sono state a contatto con il paziente sono in fase di individuazione e sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie". Poi in mattinata una équipe dell'ospedale Sacco di Milano è stata inviata nell'ospedale del Lodigiano per apportare un ulteriore supporto. Intanto sono in corso le controanalisi a cura dell'Istituto Superiore di Sanità.



Riepilogo del 23/2 su #COVID19

Nota bene: i dettagli e gli approfondimenti italiani seguono post specifici.

1) 78.767 casi confermati, 2.461 decessi, 23.196 guarigioni.
2) gli infetti sulla Diamond Princess sono fermi a 634, se tutto va bene il cluster è finalmente identificato
3) Paesi con più di 500 casi, esclusa la Cina : Corea del Sud
4) Paesi con più di 100 casi, esclusa la Cina : Giappone
5) Paesi con più di 80 casi, esclusa la Cina : Singapore
6) Paesi con più di 70 casi, esclusa la Cina : Italia (79), Hong Kong
7) la Corea del Sud martedì aveva 30 casi, oggi 556, con almeno un cluster dove abbondano casi con contagi avvenuti in circostanze non chiare
8) l'Iran in questo momento è lo stato con più decessi (6) al di fuori della Cina.





Coronavirus: 12 vittime in Italia, 6 bambini contagiati. Il Nas negli ospedali lodigiani. Da oggi tamponi solo ai sintomatici
Redazione ANSA
25 febbraio 2020

http://www.ansa.it/canale_saluteebeness ... ecfff.html

Sono 12 i morti per il coronavirus in Italia: l'ultima vittima è un uomo di 70 anni in Emilia-Romagna, cittadino lombardo, paziente con "importanti patologie pregresse". Sei i minori sono risultati positivi al Coronavirus in Lombardia. La maggior parte legati alla cosiddetta zona rossa dove ora vige il divieto di ingresso e di uscita. Si tratta di una bambina di 4 anni di Castiglione d'Adda ricoverata al San Matteo, di un 15 enne ricoverato a Seriate (Bergamo) e due ragazzini di 10 anni di Soresina (Cremona) e di San Rocco al porto (Lodi) già tornati a casa. Positivo nei giorni scorsi anche un 17enne della Valtellina che frequenta un istituto di Codogno e successivamente anche un suo compagno di scuola della provincia di Sondrio. (IL PUNTO della Protezione civile)

Il dato dei contagiati accertati in Italia è di quasi 400 persone. Sono 23 le province italiane in cui si sono registrati casi di coronavirus. Le regioni interessate sono dieci: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Liguria, Sicilia, Marche, Lazio.

Diciotto carabinieri della Compagnia di Codogno, secondo quanto si è appreso, sono in isolamento domiciliare, in via precauzionale, dopo aver partecipato a una riunione conviviale con un loro collega in congedo, risultato positivo al virus. L'incontro tra colleghi era avvenuto lo scorso 17 febbraio e si era svolto in caserma. Non appena venuti a conoscenza della positività del carabiniere pensionato, i colleghi hanno segnalato il caso alle autorità competenti che ne hanno disposto l'isolamento.

In Liguria "i casi positivi sono cresciuti di 4 unità", "provengono tutti dall'albergo di Alassio" in isolamento. Lo ha annunciato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in conferenza stampa. "Sono ricoverati all'ospedale San Martino, alcuni dei quali hanno sintomi molto lievi, nelle prossime ore i sanitari decideranno le terapie", ha anche spiegato Toti.

E' guarita anche la cittadina cinese ricoverata allo Spallanzani di Roma da fine gennaio. Anche il marito è in buone condizioni.

Il coronavirus spiegato ai bambini

TAMPONI SOLO AI SINTOMATICI - Da oggi verranno eseguiti i tamponi per il coronavirus "solo sui soggetti sintomatici". Lo ha detto il direttore del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli alla protezione civile. I tamponi effettuati finora hanno dato nel 95% dei casi esito negativo, ha spiegato, confermando che il rischio contagio "è elevato nei soggetti sintomatici mentre è marcatamente più basso nei soggetti asintomatici". Da qui la "scelta di eseguire i tamponi solo sui soggetti sintomatici, visto che siamo in un periodo di pandemia".

LA PROCURA DI LODI APRE INCHIESTA, I NAS NEGLI OSPEDALI - La Procura di Lodi, a quanto apprende l'ANSA, ha aperto un'inchiesta conoscitiva sulle dinamiche di diffusione del Coronavirus e sulle procedure adottate negli ospedali di Codogno, Casalpusterlengo e Lodi, dove questa notte i Nas di Cremona hanno fatto un'ispezione.

VENDITE A PREZZI FOLLI DELLE MASCHERINE, GDF IN SEDE AMOZON E EBAY - Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano ha effettuato acquisizioni di documenti e dati nelle sedi di Amazon e eBay nell'ambito dell'inchiesta dei procuratori aggiunti Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco sulle "manovre speculative" nelle vendite a prezzi folli di mascherine, gel disinfettanti e altri prodotti sanitari in questi giorni di emergenza Coronavirus. Il fascicolo, che ipotizza speculazioni sui prezzi di "generi di prima necessità", è a carico di ignoti.

AUDIO ISTIGA AD ASSALTO SUPERMARKET, INDAGINE - I procuratori aggiunti di Milano Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco hanno aperto un'inchiesta per diffusione di notizie false atte a turbare l'ordine pubblico in relazione ad un audio che sta circolando via WhatsApp almeno da sabato e nel quale la voce di una donna incita a "fare la scorta" perché Milano finirà "in quarantena come mi ha detto la moglie di uno della Regione". L'ipotesi è che quell'audio, ascoltato da numerose persone, abbia spinto molti sabato a dare l'assalto ai supermarket.

I numeri utili

AGENZIA DELLE ENTRATE CONFERMA SOSPENSIONE CARTELLE NELLE ZONE ROSSE - Ag.Entrate,cartelle sospese in zone rosse Nelle zone rosse colpite dall'emergenza coronavirus sono stati sospesi gli invii di comunicazioni di irregolarità, le richieste di documenti per il controllo formale, le cartelle di pagamento e gli atti di recupero di debiti tributari affidati all'Agente della riscossione. Lo comunicano l'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia delle Entrate Riscossione spiegando di aver dato immediata attuazione al decreto del Mef sulla sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari.

SCUOLE CHIUSE A NAPOLI, LA REGIONE MARCHE: NESSUN DIETROFRONT Scuole chiuse a Napoli fino alla giornata di sabato per effettuare azioni straordinarie di pulizia. "Non faccio alcun passo indietro anzi l'impugnazione sarà utile per tutti, per la salute dei marchigiani e aiuterà il governo a tenere comportamenti più coerenti". Lo ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli riguardo la chiusura delle scuole nella regione. Gite sospese e certificati medici: LE MISURE.

CHIUSE LE CATACOMBE IN TUTTA ITALIA -La Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha disposto la chiusura provvisoria di tutte le catacombe aperte al pubblico a partire da oggi. Una decisione arrivata a causa della "particolare conformazione e natura delle catacombe, con concentrazione elevata di umidità, limitata aerazione e spazi ristretti". La catacombe aperte al pubblico si trovano a Roma, nel Lazio, in Campania, Sicilia, Toscana e Sardegna.

Il premier italiano Giuseppe Conte invita all'unità, mettendo da parte le polemiche. La ministra Dadone ha sottolineato di favorire il telelavoro anche nella Pubblica amministrazione.

PRIMI CASI IN GRECIA, ALGERIA, BRASILE (LA MAPPA ALL'ESTERO) - La Grecia ha riferito del suo primo caso di coronavirus: una donna che ha viaggiato di recente nel Nord Italia. Il primo italiano positivo in Algeria è un dipendente di Eni, di ritorno dalla zona di Lodi. Primo caso anche in Brasile, è risultato positivo un uomo rientrato da un viaggio di lavoro in Italia. La donna italiana morta a Bad Kleinkirchheim, in Austria, non sarebbe invece risultata positiva al coronavirus..

LA SITUAZIONE IN CINA - La Cina ha riportato 52 nuovi decessi per coronavirus, la cifra più bassa in oltre tre settimane, portando il bilancio delle vittime a 2.715.

La ricetta Oms per il disinfettante fai da te

RISCHIO RECESSIONE GLOBALE - Il coronavirus è stato un duro colpo per l'economia cinese, che ora minaccia di mettere fuori gioco l'economia globale. Una recessione globale è probabile se COVID-19 dovesse trasformarsi una pandemia, e le probabilità che ciò accada sono verosimilmente alte e aumentano con il crescere dei contagi in Italia e in Corea del Sud . L'economia statunitense è più isolata dall'impatto del virus, ma non è immune, e anche in questo scenario subirebbe probabilmente una flessione. A scriverlo è Moody's in un report.

IL MESSAGGIO DEL PAPA - "Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza ai malati del Coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio". Lo ha detto papa Francesco in un appello al termine dell'udienza generale in Piazza San Pietro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:37 pm

Coronavirus, prima vittima francese: "Non era stata nelle aree del contagio". Connazionali positivi al test a Tenerife, Algeria, Grecia. Pechino: "Autoquarantena per chi arriva da zone di contagio"
Il Fatto Quotidiano
26 febbraio 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... o/5717590/

Nuovi casi nel Baden-Württemberg e nel NordReno Westfalia e in Spagna. Tre in Germania: chiuse le scuole nella zona del contagio. Primo paziente in Brasile: era stato in Italia. Non risulta essere stata infettata la 56enne italiana morta in Carinzia. Il direttore Ecdc, Andrea Ammon: "Le misure rigide hanno ridotto l’impatto della malattia. Tanti contagi in Italia: sarebbe potuto accadere ovunque" (???).

In Francia c’è la prima vittima non straniera da coronavirus: si tratta di un insegnante di 60 anni di una scuola di Crépy-en-Valois, una cittadina ad un’ottantina di chilometri da Parigi, nel dipartimento de l’Oise. L’uomo, ha fatto sapere il ministero della Salute, non aveva viaggiato nelle aree di contagio. negli altri paesi si registrano tre nuovi casi in Germania, uno in Algeria – è un dipendente Eni “in buona salute” arrivato il giorno 17 febbraio da Bertonico, comune di Lodi nella – e quattro in Spagna, che si aggiungono agli altri otto confermati nelle scorse ore. Gli ultimi sono due turisti italiani nell’hotel di Adeje a Tenerife isolato ieri sono risultati positivi. Fanno parte del gruppo in viaggio con il medico piacentino e la moglie a cui era stato diagnosticato ieri il Covid-2019. E c’è il primo contagiato in Brasile: è un uomo rientrato da un viaggio di lavoro il 21 febbraio scorso. Cresce il numero dei pazienti affetti da coronavirus in Europa e all’estero. Nel circondario tedesco di Heinsberg si è deciso di chiudere le scuole e gli uffici amministrativi della zona dopo che è stato rilevato il primo caso nel Nordreno-Vestfalia. Misura drastica di Pechino per frenare il “contagio di ritorno”: da oggi chi atterra nella capitale da Paesi colpiti dal coronavirus è tenuto a un periodo di 14 giorni di auto-quarantena. Con il contagio allargatosi anche in Europa, Medio Oriente e Asia, il portavoce della commissione sanitaria di Pechino, Gao Xiaojun, ha spiegato – senza citare i Paesi – che chi arriva “da aree con gravi situazioni epidemiche deve accettare di stare a casa o nei punti di osservazione medica per un periodo di 14 giorni”.

Ue: “Misure dell’Italia risolute e veloci” – Dopo le misure di controllo e divieti per i passeggeri italiani nel mondo, anche nei Paesi Ue si fa strada l’ipotesi di fare più test su cittadini e persone che si trovano sul territorio nazionale. Parte la Germania, col portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert secondo cui l’esplosione del virus in Italia ha prodotto “una nuova situazione in Europa. Il coronavirus si è avvicinato. E questo significa per tutti i Paesi e anche per la Germania una nuova sfida. Ci prepariamo alla possibilità di un aumento dei casi e rafforziamo i nostri sforzi”. Da Bruxelles la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, durante la conferenza stampa organizzata al termine dell’incontro di oggi a Roma con il ministro della Salute, Roberto Speranza, il direttore Europa Oms, Hans Kluge, e il direttore Ecdc, Andrea Ammon ha dichiarato di apprezzare “l’impegno a mantenere le frontiere aperte perché chiuderle sarebbe stata una misura sproporzionata e inefficace”, sottolineando che “se ci fossero approcci divergenti all’interno dell’Ue sarebbe un problema è questo va evitato”. E ha aggiunto: “Vorrei dire che fin da subito la Commissione Ue ha sentito l’esigenza di esprimere assoluta solidarietà all’Italia e al personale sul campo, che hanno messo subito in atto misure risolute e veloci per ridurre la minaccia di questo virus”. L’Oms insiste: “Non bisogna cedere al panico, bisogna fidarsi pienamente di quello che sta facendo il ministero della Salute in Italia, in collaborazione con la Protezione Civile” e il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, ha ringraziato il ministro della Salute italiano “per la grande trasparenza nel condividere le informazioni, che possono aiutare a capire il virus, di cui non conosciamo ancora tutto, e possono essere molto utili a tutti i Paesi per aggiornare le proprie politiche”. Anche Ammon precisa che “le misure rigide hanno ridotto l’impatto della malattia e l’ulteriore diffusione – afferma – Sebbene stiamo lavorando sul contenimento dobbiamo prepararci però ad altri scenari come cluster più estesi in Italia o in altri paesi europei. Per questo bisogna raccogliere informazioni in maniera standardizzata“. Rispetto al maggiore numero di casi di contagio in Italia, Ammon ha dichiarato: “Bisogna vedere quanti test vengono fatti per scoprire i casi di Covid-19, ma alla domanda sul perché sia accaduto in Italia non so rispondere. Sarebbe potuto accadere ovunque“.

Francia – Il direttore generale della Salute Jerome Salomon ha annunciato in mattinata tre nuovi casi. Tra questi c’è anche il primo deceduto francese: si tratta di un insegnante di 60 anni di una scuola di Crépy-en-Valois, una cittadina ad un’ottantina di chilometri da Parigi, nel dipartimento de l’Oise. Era stato ricoverato d’urgenza a Parigi all’ospedale della Pitié-Salpetrière. L’uomo, però, non sarebbe stato recentemente in Italia o in Cina. Lo ha confermato il ministero dell’Istruzione, aggiungendo che l’uomo potrebbe non aver viaggiato in zone toccate dal coronavirus. Gilles Petibon, sindaco della cittadina di Vaumoise dove risiedeva l’uomo, ha detto a Le Parisien che l’insegnante ha cominciato a sentirsi male all’inizio delle vacanze di Carnevale e “non era tornato dall’Italia o la Cina”. Secondo fonti mediche, l’uomo era stato contagiato dal Covid-19 ma è morto a causa di una embolia polmonare massiccia. Dei tre nuovi casi segnalati oggi in Francia, ve ne è un secondo nel dipartimento de l’Oise. Si tratta di un uomo di 55 anni che lavora nella base aerea di Creil. È stato inizialmente ricoverato a a Compiègne, ma ora è stato trasferito in “una situazione clinica grave” ad Amiens. Solo dopo alcuni giorni che era all’ospedale di Compiègne si è scoperto che era affetto da coronavirus. Un altro contagio riguarda un uomo di 36 anni, attualmente ricoverato a Strasburgo, che rientrava da un viaggio in Lombardia. Quest’ultimo, ha precisato Salomon, non presenta sintomi particolarmente gravi. La prima vittima in Francia è stata nei giorni scorsi un cittadino cinese. Il numero totale di casi passa dunque a 17.

Spagna – Secondo caso di coronavirus in Catalogna dopo la 36enne italiana trovata positiva ieri a Barcellona: in questo caso si tratta di un 22enne che, scrive El Pais citando il dipartimento della Salute catalano, è stato di recente in Italia. In Spagna sono 11 in totale i pazienti affetti dal virus, di cui 5 di nazionalità italiana, 4 a Tenerife e la donna a Barcellona. Primo caso anche in Andalusia: è un paziente dell’ospedale Virgen del Rocío a Siviglia. Il giornale Diario de Sevilla scrive inoltre che, stando a sue fonti, ad essere risultato positivo al Covid-19 è un uomo di 62 e che non aveva visitato l’Italia. Nella stessa comunità altre otto persone sottoposte a test sono invece risultate negative.

Germania – Nessun avviso per sconsigliare i viaggi nel Nord Italia, almeno per ora: “Avvisi del genere sono per noi il livello più alto di allarme, e si fa ricorso a questi quando sussiste un pericolo di vita”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri in conferenza stampa a Berlino. Una situazione del genere è “ancora lontana” da quello che sta accadendo in Italia, e potrebbe verificarsi in un “momento di gran lunga successivo”. “Quindi continueranno adesso come prima a non esserci avvisi per sconsigliare i viaggi”, ha concluso. Il portavoce ha comunque sottolineato che il ministero degli Esteri osserva con grande attenzione lo sviluppo della situazione italiana.

Intanto sono tre i nuovi casi di coronavirus registrati nel Baden-Württemberg e nel NordReno Westfalia: le condizioni del primo paziente rilevato nel NordReno Westfalia restano critiche, secondo le autorità sanitarie locali. Anche la moglie del paziente è positiva. Lunedì, l’uomo – che presentava sintomi di polmonite grave – è stato ricoverato in un ospedale di Erkelenz nel distretto di Heinsberg vicino ad Aquisgrana e isolato nell’unità di terapia intensiva. Per questo si è decisa la chiusura di scuole e degli uffici amministrativi nella zona. La notte scorsa è stato trasferito all’ospedale universitario di Duesseldorf. Secondo le informazioni raccolte dalla Dpa, il paziente ha circa 40 anni e ha una precedente condizione medica. L’uomo – riferiscono le autorità locali – sarebbe stato in contatto con un conoscente che era stato in Cina di recente per lavoro. L’altro nuovo caso segnalato in Germania riguarda un 25enne nel Baden-Wuerttemberg, distretto di Goeppingen che si sospetta possa essere stato contagiato durante un viaggio in Italia, a Milano. In Germania erano stati segnalati inizialmente diversi casi di contagio in Baviera, tra i dipendenti di una società che lavora con la Cina.

Regno Unito – Sono 7132 le persone testate nel Regno Unito in relazione all’emergenza coronavirus, con non più di 13 persone risultate finora contagiate, incluse 4 dei 32 rimpatriati dal Giappone fra i passeggeri della Diamond Princess. Lo ha detto il ministro della Sanità, Matt Hancock, aggiornando i dati a oggi ai Comuni. Hancock ha precisato che una persona è stata già dichiarata guarita, ma che si attendono ulteriori contagi nel Paese. Confermate poi le indicazioni precauzionali per chi arriva nel Regno dal nord Italia.

Parlamento Ue – Rispettare una quarantena di 14 giorni: questa la raccomandazione rivolta dal questore dell’Europarlamento agli eurodeputati che negli ultimi 14 giorni hanno visitato le quattro Regioni italiane considerate a rischio (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto). Tali misure preventive sono raccomandate anche allo staff degli eurodeputati interessati.

Grecia – Primo caso: si tratta di una donna che ha viaggiato di recente nel Nord Italia. Un portavoce del ministero della Salute ha riferito che la paziente di 38 anni è ricoverata in un ospedale di Salonicco ed è in buone condizioni.

Algeria – Il primo italiano positivo al coronavirus in Algeria è un dipendente di Eni “al momento dislocato nel campo di MLE, nel deserto algerino. Non ha febbre e gode di buone condizione di salute”. È arrivato il giorno 17 febbraio da Bertonico, comune in provincia di Lodi che dal 21 febbraio fa parte della zona rossa di diffusione della regione Lombardia. E’ quanto rende noto un portavoce della compagnia. “Dal 21 febbraio – fa ancora sapere un portavoce di Eni – in accordo anche alle disposizioni delle istituzioni italiane il dipendente è rimasto in isolamento all’interno del campo”. “In stretto contatto e coordinamento con le autorità algerine, e in accordo con i protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in tema di malattie infettive, Eni sta attivamente collaborando per la gestione operativa del caso”.

Brasile – C’è il primo caso confermato in Brasile, dove è risultato positivo al doppio test un uomo rientrato a San Paolo da un viaggio di lavoro in Italia il 21 febbraio scorso (era partito il 9 febbraio). A rivelarlo è stato il quotidiano brasiliano Folha de S. Paulo, anticipando che anche il secondo test fatto all’uomo è risultato positivo. Secondo il quotidiano, che cita fonti vicine al ministero della Salute, è stata chiesta alla compagnia con la quale l’uomo ha volato l’elenco dei passeggeri che si trovavano sullo stesso aereo.

Austria – Una turista italiana di 56 anni del Friuli-Venezia Giulia è morta la scorsa notte in un residence a Bad Kleinkirchheim, in Austria. La donna si trovava in villeggiatura in Carinzia. non è risultata positiva: tutti i test effettuati dalle autorità sanitarie austriache sono risultati negativi.

Corea del Sud – La Corea del Sud ha annunciato altri 115 nuovi casi accertati di infezione: in base agli aggiornamenti forniti dalle autorità sanitarie, il totale delle infezioni nel Paese è salito a quota 1.261.

Cina – Pechino, oltre all’auto-quarantena per gli stranieri in arrivo da Paesi colpiti dal coronavirus, ha approvato più misure per contenere il rischio del contagio nella città, tra cui la messa al bando della folla nei supermercati. Da oggi, infatti, c’è la regola sul rispetto dell’area di sicurezza nei supermercati tra un cliente e l’altro, pari al almeno due metri quadrati, ha reso noto il Beijing Municipal Commerce Bureau in una nota postata online. I negozi, in questo contesto, devono usare “strumenti intelligenti, rapidi e automatici per migliorare l’efficienza nella misurazione della temperatura corporea e per prevenire gli affollamenti”.

Iran – Il ministero della Salute di Teheran ha annunciato che altre quattro persone che avevano contratto il coronavirus sono morte. Il totale delle vittime confermate nel Paese sale così a 19. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi registrati sono 44, di cui 15 a Qom, che resta la provincia più colpita. I contagi complessivi salgono così a 139.

Cina – Il Global Times ha riferito che in Cina sono stati registrati 52 nuovi decessi e 406 nuovi casi. Il numero totale delle infezioni è quindi salito a 78.064 e i morti sono 2.715. Nessun decesso è stato registrato al di fuori della provincia dell’Hubei, stando ai dati di questa mattina. Si tratta della prima volta in 23 giorni.

Vietnam – Il premier vietnamita Nguyen Xuan Phuc ha chiesto al ministero degli Esteri di predisporre il divieto di ingresso nel Paese ai cittadini dei Paesi maggiormente colpiti dall’epidemia di coronavirus. Tra questi, Italia, Iran, Corea del Sud e Giappone. Attualmente, ci sono 83 persone in quarantena a Ho Chi Minh City e nella città costiera di Da Nang. Si tratta di viaggiatori recentemente arrivati in Vietnam con voli provenienti da Daegu, la città epicentro dell’epidemia in Corea del Sud. Altri 18 sudcoreani che al loro arrivo in Vietnam hanno rifiutato di sottoporsi alle misure di quarantena sono stati rimpatriati. Inoltre, le navi cargo provenienti dalla Corea del Sud saranno sottoposte a screening per verificare l’eventuale presenza del virus.
I 16 pazienti affetti da Covid-19 finora individuati in Vietnam sono tutti usciti dalla quarantena e sono ora in buone condizioni. L’ultimo paziente, un uomo di 50 anni, è stato dimesso ieri. Nelle ultime due settimane non è stato individuato nessun nuovo caso nel Paese.


Coronavirus, nel mondo 80.350 malati e 2705 vittime. Oms: il mondo non è pronto per fronteggiare l'epidemia
Sono 27.878 le persone guarite. Mille in quarantena per i turisti italiani delle Canarie. Isolato un hotel in Tirolo per la positività di un coppia proveniente da Bergamo. Positiva italiana che vive a Barcellona
25 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... 9ya1tpHfwE


Il mondo "semplicemente non è pronto" per fronteggiare la diffusione dell'epidemia di coronavirus. Sono parole del capo missione dell'Oms in Cina, Bruce Aylward, da Ginevra. Nel computo dei poco più di 30 tra Paesi e regioni direttamente colpiti, il contagio ha superato gli 80.000 casi accertati, di cui 77.658 concentrati solo nella Cina. I decessi, oltre quota 2.700, sono riconducibili soprattutto al paese del Dragone (2.663), in particolare all'Hubei (2.563), la provincia epicentro dell'epidemia. Con oltre 9.000 pazienti sempre in condizioni critiche, i dati di ieri hanno mostrato 71 decessi nell'Hubei, ai minimi da oltre due settimane. In tutto il mondo sono 27.878 le persone guarite.
Altri due casi in Germania, salgono a 18
Due nuovi contagi da Coronavirus sono stati certificati in Germania, nel Baden-Wuerttenberg e nel Nordreno-Vestfalia, facendo salire a 18 il numero dei casi nel Paese. Nel primo caso si tratta di un 25enne di Goepping, secondo quanto ha comunicato il ministero della Salute di Stoccarda. Nel secondo, una persona di Erkelenz, portata adesso nel policlinico universitario di Duesseldorf. Fino a qualche giorno fa il bilancio era fermo a 16 contagiati, quasi tutti in via di guarigione.
Salgono a quattro i morti della Diamond Princess
C'è una quarta vittima tra i passeggeri della nave da crociera Diamond Princess messa in quarantena in Giappone. Lo riportano i media locali. Si tratterebbe di un uomo di oltre 80 anni. Il governo giapponese, finito nel mirino delle critiche per come ha gestito la vicenda dell'imbarcazione, ha allo studio un piano per esortare i residenti di alcune aree dove si sono registrati i maggiori casi di coronavirus a rimanere nella propria abitazione, per evitare la diffusione dell'agente patogeno. Lo anticipano fonti dell'esecutivo ai media, spiegando che in base all'adozione delle nuove linee guida verrà chiesto alle persone di evitare grandi raduni nelle prossime due settimane, un periodo considerato critico per l'espansione del virus. Se le infezioni dovessero mostrare un particolare incremento in un'area specifica è probabile che le autorità solleciteranno i residenti a evitare di uscire dalle proprie case, rispetto alle attuali indicazioni di astenersi di frequentare persone che hanno avuto contatti con infetti. Il governo inoltre chiederà alle istituzioni ospedaliere di quelle zone di occuparsi dei pazienti infettati, anche se non sono centri specializzati per le malattie infettive. Il numero dei casi di contagi di coronavirus in Giappone si è assestato a 851, inclusi i 691 passeggeri che sono risultati positivi a bordo della nave Diamond Princess nella baia di Yokohama.
Iran, contagiato il medico che accusò il governo
Dopo il vice ministro della Salute iraniano, anche il deputato riformista Mahmoud Sadeghi ha annunciato su Twitter di essere risultato positivo al nuovo coronavirus. Nei giorni scorsi, Sadeghi aveva messo in dubbio la veridicità delle informazioni e dei numeri diffusi dal governo sull'estensione dell'epidemia in Iran e aveva chiesto trasparenza alle autorità. Mentre il numero delle vittime nel Paese sale di giorno in giorno, aumentano i timori che il coronavirus abbia colpito rappresentanti dei vertici della Repubblica islamica. Il vice ministro della Salute, solo ieri, aveva tenuto una conferenza stampa a fianco del portavoce del governo. In Iran si contano al momento 95 contagiati e 15 vittime.
Primo caso in Svizzera, infettato nella zona di Milano
Registrato nel Canton Ticino, riguarda un uomo di 70 anni domiciliato in Ticino che è stato infettato nella zona di Milano durante una manifestazione. Lo ha detto in conferenza stampa a Berna, Pascal Strupler, direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica. L'uomo, che si trova in isolamento in un ospedale del Ticino (non è stato reso noto quale), è attualmente "stabile". E' stato ribadito che il rischio coronavirus in Svizzera è "moderato". Per il momento non è prevista la chiusura delle scuole.
Usa, Trump chiede 2,5 miliardi al Congresso per contrastare il virus
L'amministrazione Trump sta inviando al Congresso una richiesta aggiuntiva di 2,5 miliardi di dollari al bilancio per combattere il coronavirus. Lo scrive Politico. Il pacchetto prevede anche di attingere a fondi non utilizzati, come quelli per l'Ebola. Oltre un miliardo sarà destinato allo sviluppo del vaccino mentre il resto del denaro darà al ministero della Salute la flessibilità di spendere il cash come meglio crede, dalle scorte di mascherine protettive al pagamento della diagnostica.
La Spagna
I casi confermati sono sei. Nella notte si è anche avuto al conferma di un caso a Tenerife, nelle isole Canarie: è un medico proveniente dalle zone di Italia colpite dal coronavirus. Il turista ha iniziato a sentirsi male mentre era in vacanza ed è andato alla clinica Quiron, nel sud di Tenerife, dove è stato ricoverato ed isolato dopo essere risultato positivo al test del coronavirus. Poi, nel pomeriggio, si è saputo che anche la moglie è stata contagiata. E ora sono in mille in quarantena. Intanto si registra il primo cittadino spagnolo positivo al test del coronavirus a Barcellona, in Spagna. Il Dipartimento di Salut della Generalitat ha confermato il primo caso in Catalogna. Si tratta del quarto caso di Covid-19 confermato in Spagna dopo i due segnalati alle Canarie e uno a Maiorca, tutti stranieri. Attivato il protocollo sanitario per l'uomo che, residente a Barcellona, aveva viaggiato negli ultimi giorni nel nord Italia. Il National Center for Microbiology eseguirà il secondo test di conferma nelle prossime ore.
Due turisti italiani contagiati in Tirolo, isolato l'hotel
Sono due italiani provenienti da Bergamo i contagiati registrati in Tirolo. Lo si apprende da fonti informate. Secondo diversi media, l'albergo di Innsbruck, dove lavora la donna, è stato messo in isolamento. La coppia, attualmente in quarantena in un ospedale di Innsbruck, era arrivata in Tirolo in auto la settimana scorsa.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 9:37 pm

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