Coronavirus

Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 10:10 pm

Il corona virus non è un'influenza normale ma anormale e straordinaria con una mortalità più di minimo 15 a 100 cento volte quella dell'influenza stagionale (a seconda delle statitische considerate che divergono moltissimo e sono molto incerte per il modo di raccolta dei dati).
Quindi chi dice che l'epidemia non è pericolosa mente a discapito della nostra salute.


Il coronavirus pare avere una mortalità del 2,3%, è una mortalità elevatissima, la peste del medioevo era del 5% circa (in generale e arrivava anche al 50% in particolare in certi luoghi di maggior diffusione e in assenza di qualsiasi cura) e la normale influenza è dello 0,02% a 0,2% a seconda delle statistiche considerate che divergono moltissimo.


Influenza: epidemie di equivoci (o peggio)
Fabio Franchi, Livio Giuliani
15/05/2017

http://www.informasalus.it/it/articoli/ ... jVMfoDlni4




Coronavirus, il tasso di mortalità in base a età, sesso e a malattie preesistenti
24 febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 72142.html

Che grado di mortalità ha il Coronavirus? La risposta è "dipende". Perché se in linea generale il tasso dei decessi è calcolato intorno al 2-3%, scendendo nei dettagli vediamo come tra gli under 9 sia nullo. Più si sale con l'età, più aumenta il rischio, esattamente come avviene con la normale influenza. La differenza, spiegano gli esperti, sta nel fatto che mentre per l'influenza stagionale siamo tutti più attrezzati in termini di anticorpi e disponiamo di vaccini in grado di proteggere i soggetti più deboli, il Coronavirus può contagiare un numero molto più alto di persone poiché ci trova del tutto indifesi.

Coronavirus in Italia: la mappa del contagio regione per regione

Il maggiore studio epidemiologico sul Coronavirus è stato realizzato in Cina su oltre 70mila casi e pubblicato dal Chinese Journal of Epidemiology. L'analisi del Chinese Centre for Disease Control and Prevention ha riscontrato che il tasso di mortalità cresce dallo 0,2% tra 10 e 39 anni al 14,8% sopra gli 80. Un altro fattore di rischio è la presenza di malattie preesistenti, specie quelle cardiovascolari, diabete, insufficienza respiratoria cronica e ipertensione.

L'analisi del Chinese Centre for Disease Control and Prevention ha riscontrato una mortalità per il virus del 2,9% nella provincia di Hubei, 'epicentro' dell'epidemia, nel resto della Cina è dello 0,4%. L'80,9% delle infezioni è lieve, il 13,8% grave nel 4,7% si tratta di casi critici, con sintomi come insufficienza respiratoria, shock settico o insufficienza multiorgano. L'86% dei casi si è verificato nei pazienti tra 30 e 79 anni. Il rischio di morte è maggiore tra gli uomini (2,8%) che tra le donne (1,7%).

Per quanto riguarda il contagio di persone con malattie preesistenti si riscontra un tasso di mortalità piuttosto alto, pari al 10,5%, in chi soffre di patologie cardiovascolari. Il tasso scende al 7,3 per i malati di diabete, al 6,3% per chi soffre di disturbi cronici dell'apparato respiratorio, al 6% per i malati di cancro. Tra chi invece al momento del contagio è in perfette condizioni di salute il tasso è dello 0,9%.



Coronavirus, chi rischia di più: lo studio sul tasso di mortalità per fasce d’età

https://scienze.fanpage.it/coronavirus- ... asce-deta/

Il più ampio studio epidemiologico sul nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) fornisce un quadro più esaustivo sul tasso di mortalità della COVID-19, l'infezione respiratoria scaturita dal patogeno. Grazie all'indagine, messa a punto dal “The Novel Coronavirus Pneumonia Emergency Response Epidemiology Team” del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC), è possibile evidenziarlo per fasce di età, genere e condizioni mediche preesistenti nei pazienti, la cosiddetta comorbidità. In tutto lo studio ha visto il coinvolgimento di oltre 72mila persone, delle quali 44.672 (61,8 percento) come casi confermati; 16.186 (22,4 percento) come casi sospetti; 10.567 (14,6 percento) come casi diagnosticati clinicamente (ascrivibili alla sola provincia di Hubei, dove si trova la città-epicentro dell'epidemia); e 889 (1.2 percento) come casi asintomatici. Tra i casi confermati, l'86,6 percento dei pazienti aveva un'età compresa tra i 30 e i 79 anno, inoltre l'80,9 percento ha manifestato la COVID-19 in forma lieve. Ricordiamo che le percentuali sotto indicate si riferiscono a casi registrati in Cina, e nello specifico nella provincia di Hubei, dove il tasso di mortalità del coronavirus risulta più alto rispetto alle altre parti del mondo.
Coronavirus: il tasso di mortalità per età

Tra gli oltre 44mila casi confermati si sono verificati 1.023 decessi, con un tasso di mortalità complessivo del 2,3 percento. Il cosiddetto “Death Rat”, ovvero il numero di decessi in base al numero di casi, indica la probabilità di morire quando si viene infettati dal SARS-CoV-2, che è differente in base alle varie fasce d'età prese in esame. È importante sottolineare che non rappresenta la percentuale dei decessi per una determinata fascia di età, ma il rischio di morire di una persona in una specifica fascia di età a causa dell'infezione.

In base ai dati dello studio “Vital Surveillances: The Epidemiological Characteristics of an Outbreak of 2019 Novel Coronavirus Diseases (COVID-19)” pubblicato sulla rivista scientifica Chinese Journal of Epidemiology

è emerso che il tasso di mortalità presenta i seguenti valori:

per chi ha 80 anni o più è del 14,8 percento
8 percento tra i 70 e i 79 anni
3,6 percento nella fascia 60-69 anni
1,3 percento per chi ha tra i 50 e i 59 anni
0,4 percento per chi ha tra i 40 e i 49 anni
0,2 percento per le fasce di età 30-39 anni, 20-29 anni e 10-19 anni
Nella fascia di età 0-9 anni non sono stati riscontrati decessi


Allo stato attuale dei contagi accertati (400) e delle morti avvenute (12), il tasso di mortalità è intorno al 3,3% quindi molto di più del 2%, quasi il doppio:


Coronavirus: 12 vittime in Italia, 6 bambini contagiati. Il Nas negli ospedali lodigiani. Da oggi tamponi solo ai sintomatici
Redazione ANSA
25 febbraio 2020

http://www.ansa.it/canale_saluteebeness ... ecfff.html

Sono 12 i morti per il coronavirus in Italia: l'ultima vittima è un uomo di 70 anni in Emilia-Romagna, cittadino lombardo, paziente con "importanti patologie pregresse". Sei i minori sono risultati positivi al Coronavirus in Lombardia. La maggior parte legati alla cosiddetta zona rossa dove ora vige il divieto di ingresso e di uscita. Si tratta di una bambina di 4 anni di Castiglione d'Adda ricoverata al San Matteo, di un 15 enne ricoverato a Seriate (Bergamo) e due ragazzini di 10 anni di Soresina (Cremona) e di San Rocco al porto (Lodi) già tornati a casa. Positivo nei giorni scorsi anche un 17enne della Valtellina che frequenta un istituto di Codogno e successivamente anche un suo compagno di scuola della provincia di Sondrio. (IL PUNTO della Protezione civile)

Il dato dei contagiati accertati in Italia è di quasi 400 persone. Sono 23 le province italiane in cui si sono registrati casi di coronavirus. Le regioni interessate sono dieci: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Liguria, Sicilia, Marche, Lazio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 10:15 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 10:15 pm

Mai mentire, mai sminuire, mai illudere, mai ingannare, mai fare del male agli altri, a chi ti vuol bene, a chi dipende da te, a chiunque sia, nascondendo o sminuendo il pericolo che considero un crimine contro l'umanità.
Non sono d'accordo minimamente con chi invita all'imprudenza impudente.
La fiducia degli altri si ottiene e si mantiene solo con il rispetto e la verità, con la menzogna e l'inganno si hanno soltanto la sfiducia, l'avversione, ...
Raccontare la verità non è diffondere il panico, caso mai è la menzogna che lo diffonde perché ingenera sfiducia, aumenta l'insicurezza, l'incertezza, la paura, il terrore complottista.



Che personaggio insulso
Coronavirus, Ricciardi (Oms): «Ridimensionare l'allarme, il 95% delle persone guarisce»
https://www.facebook.com/Messaggero.it/ ... 077608082/





Il “nuovo Coronavirus” è una epidemia circoscritta, curabile e in fase calante, ma non una è una pandemia incontrollabile. Le sette morti in Italia non sono causate direttamente dal nuovo Coronavirus. La reazione del Governo è sproporzionata, il suo comportamento è irresponsabile e criminale
Magdi Cristiano Allam
25 febbraio 2020

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... __tn__=K-R

Buongiorno amici. Come tutti voi mi pongo degli interrogativi sulla realtà del “nuovo Coronavirus”: la nostra vita è seriamente in pericolo o stiamo subendo una reazione sproporzionata da parte del Governo?

Chiariamo che i Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS). Un nuovo Coronavirus (nCoV) è un nuovo ceppo che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo. In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019.

Chiariamo che il nuovo Coronavirus ha provocato una “epidemia”, cioè una patologia che si diffonde in un territorio più o meno vasto ma circoscritto, colpisce un numero di persone contenuto, si estingue dopo una durata variabile. Ma è chiaro che il nuovo Coronavirus non ha causato una “pandemia”, che è un’epidemia che si diffonde in una zona molto più vasta in diverse aree del mondo, ha un’elevata trasmissibilità nella specie umana, viene a contatto con popolazioni che precedentemente non avevano contratto quell’infezione, provocando un numero di vittime più elevato per la mancanza di difese immunitarie adeguate negli individui.
L’ha confermato ieri il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreysesus, precisando che “non possiamo parlare ancora di pandemia ma solo di epidemia", perché “anche se l'allerta è alta, non c'è ancora una diffusione del Coronavirus su larga scala a livello mondiale”.

Al momento questa è la realtà del “nuovo Coronavirus” a livello mondiale: i contagiati sono 79.553, di cui 77.150 in Cina; i morti sono 2.628 di cui 2.495 in Cina; i guariti sono 25.160.
I ricercatori dell'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno detto che "in Cina la diffusione del Coronavirus ha raggiunto il suo picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio. E da allora ha cominciato a diminuire in maniera consistente". Significa che questa epidemia tende a scomparire.

Ad ora in Italia i morti risultati positivi al nuovo Coronavirus sono 7, il più giovane aveva 62 anni e il più anziano 88, con un’età media di 76 anni, tutti affetti da gravi patologie. Nessuna di queste morti può essere imputata direttamente al nuovo Coronavirus.

Ha oggettivamente ragione Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, nel precisare che “Il nuovo Coronavirus non è una malattia mortale”. E ha ragione Maria Rita Gismondi, Direttore responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze, il laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano, quando dice “a me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così», indicando dati incontrovertibili: “Durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno! Per Coronavirus 1”.

I dati attestano che dei circa 650 mila italiani che muoiono ogni anno, mediamente ogni giorno 638 muoiono per malattie del sistema cardiocircolatorio, 483 per i tumori, 2 per l’influenza.

Le pandemie sono ben altro. La peste nera, diffusasi nel 1300, causò la morte di 20 milioni di europei, un terzo dell’intera popolazione dell’epoca. Nel Novecento, in concomitanza con la Prima Guerra Mondiale, il virus della “Spagnola” provocò almeno 25 milioni di morti, forse 50 o addirittura 100 milioni, pari al 3 o al 6 per cento della popolazione mondiale dell’epoca. Nel 1957 l’influenza Asiatica causò circa 2 milioni di morti. Nel 1968 l’influenza di Hong Kong, un tipo di influenza aviaria simile all’Asiatica, in due anni uccise circa 2 milioni di persone.

Cari amici, ricapitolando: il nuovo Coronavirus è un ceppo di una famiglia di virus noti, ciò che agevola sia la cura sia l’individuazione di un vaccino; ha finora provocato 2.628 morti ed è in fase calante. La realtà che stiamo subendo è pertanto definibile “epidemia” ma non “pandemia”. Ecco perché considero sproporzionata la reazione del Governo italiano, che per certi versi ha alimentato un terrorismo psicologico che si manifesta, ad esempio, nel fare incetta di amuchina e mascherine, nell’assalto ai negozi alimentari per fare scorte di cibo immaginando che siamo prossimi alla reclusione coatta in casa.
È da irresponsabili diffondere la paura tra gli italiani. Ed è un atto criminale segregare decine di migliaia di cittadini in aree circoscritte, danneggiare pesantemente diversi settori produttivi costringendo imprenditori, liberi professionisti e lavoratori a sospendere la loro attività. Chiediamo che questo comportamento cessi immediatamente. Il sospetto è che con il pretesto di una prevenzione comunque gestita malamente, il Governo stia perseguendo finalità politiche sulla nostra pelle, per recuperare credibilità in un contesto di conflittualità intestina e di paralisi operativa in cui si dimostra incapace di assumere decisioni che si traducano nel bene degli italiani.

Alberto Pento
Questa volta non sono d'accordo con te Magdi Allam.
La prudenza è necessaria, e un eccesso di prudenza è preferibile all'imprudenza impudente. E la paura è un sentimento naturale molto utile che spesso salva la vita.
Si tratta di una epidemia circoscritta solo se si circoscrive altrimenti si tratterebbe di una pandemia incontrollata che potrebbe infettare quasi tutti causando in Italia centinaia di migliaia di morti: mortalità media del 2/3% su 50milioni di abitanti in Italia = 1/1,5 milioni di morti.
Isolare è la cosa più sensata da fare per circoscrivere e limitare la diffusione del virus.
Isolare significa mettere in quarantena persone e paesi interi, limitare la circolazione delle persone provenienti dalle zone rosse per circoscrivere la diffusione del virus.



ANTIDOTO ALLA PSICOSI
Niram Ferretti
25 febbraio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

«Per il vaccino serviranno due anni», dice Walter Ricciardi, membro esecutivo del comitato esecutivo dell'OMS.
«La proporzione è questa: l’ 80 per cento dei contagiati guarisce, il 15 per cento ha delle problematiche più o meno gravi, il 5 gravissime. Il 2-3 per cento purtroppo morirà. In terapia intensiva arriverà una parte di quel 15 per cento, in rianimazione una parte del 5. Dobbiamo ridimensionare questo grande allarme, la malattia va posta nei giusti termini».
Dunque le notizie positive sono che la criticità si è già abbassata al 15%, la maggioranza di coloro i quali contraggono il virus guarisce e che esso è mortale solo per il 2-3 % dei malati.
Per il vaccino non è detto che serviranno due anni, dipende dai test sperimentali, le tempistiche sono attualmente dai 12 ai 18 mesi secondo l'azienda di biotech americana Moderna.




Alberto Pento
Scusa Niram, ma questa volta non sono d'accordo con te.

La prudenza è necessaria, e un eccesso di prudenza è preferibile all'imprudenza impudente o stolida o demenzialmente politicamente corretta. E la paura è un sentimento naturale molto utile che spesso salva la vita.

Si tratterebbe di una epidemia circoscritta solo se si circoscrive altrimenti si tratterebbe di una pandemia incontrollata che potrebbe infettare quasi tutti causando in Italia centinaia di migliaia di morti: mortalità media del 2/3% su 50milioni di abitanti in Italia = 1/1,5 milioni di morti (ho sottostimato 50milioni di abitanti anziché i 60milioni reali).
Isolare è la cosa più sensata da fare per circoscrivere e limitare la diffusione del virus.
Isolare significa mettere in quarantena persone e paesi interi, limitare la circolazione delle persone provenienti dalle zone rosse e all'interno della zone rosse per circoscrivere la diffusione del virus, anche in attesa dell'arrivo del vaccino oggi ricercato dalla comunità scintifica.

Il corona virus non è un'influenza normale ma anormale e straordinaria con una mortalità più di cento volte quella dell'influenza stagionale.
Quindi chi dice che l'epidemia del coronavirus non è pericolosa dice una sciocchezza a discapito della nostra salute.
Il coronavirus è mediamente cento volte (2/3%) più letale della normale influenza (0,002%), però la sua letalità o mortalità si concentra sulle persone anziane e debilitate per cui per loro la mortalità è 1000 volte superiore a quella dell'influenza stagionale.

Ricordo che anche le persone di 70/80/90/100 anni detti anziani o vecchi sono esseri umani che hanno lo stesso diritto alla vita e alla salute di tutti gli altri e la loro vita vale altrettanto.
Io ho 69 anni e ancora lavoro per guadagnarmi il pane quotidiano, vado su e giù per le scale esterne e per i tetti delle case e dei palazzi e lo dovrò fare sino a che ne avrò la forza, spero di non ammalarmi e di morire di coronavirus e di campare altri 20anni, mia madre ne ha 95 e non mi dispiacerebbe se stesse qua ancora 10 anni.


Che personaggio insulso
Coronavirus, Ricciardi (Oms): «Ridimensionare l'allarme, il 95% delle persone guarisce»
https://www.facebook.com/Messaggero.it/ ... 077608082/



https://www.facebook.com/permalink.php? ... 1271611780




"Sono un medico rianimatore ed è per questo che mi permetto di spiegarvi come mai lo Stato stia prendendo delle decisioni così drastiche.
Il problema del Coronavirus non è la sua gravità, dal momento che è solo 10, o forse 20, volte più serio dell’influenza. Per quali motivi è più serio dell’influenza?
È diverso, quindi non siamo abituati;
Gli anziani non sono vaccinati.
Quindi chi è più a rischio? Gli anziani. Come sempre. I bambini molto meno, non sono segnalati casi gravi pediatrici per il momento.
Allora, come mai ci preoccupa così tanto? Perché è MOLTO PIÙ INFETTIVO dell’influenza, ciò vuol dire che si trasmette con enorme facilità.
A questo punto facciamo qualche calcolo così da capire meglio qual è il problema.
L’Influenza
Di norma l’influenza colpisce nell’arco di una stagione, supponiamo in 5 mesi, circa il 10% della popolazione. Quindi colpisce circa 5 milioni di italiani nell’arco di 30*5 = 150 giorni. La mortalità è dello 0,1%, quindi abbiamo circa 5000 morti (quasi tutti anziani) ogni anno in 150 giorni. Per ogni morto supponiamo di avere circa 4-5 pazienti in rianimazione, per tenerci larghi, e che tutti vadano messi in terapia intensiva. Mettiamo quindi 25.000 persone in terapia intensiva in 150 giorni, con degenza media di 7 giorni, ciò significa 1000-2000 pazienti al giorno in terapia intensiva in Italia durante l’inverno.
Riassumiamo:
Infettività: 10% potenziale (dati reali) = 50 milioni * 10% = 5 milioni di infetti, molti dei quali inconsapevoli.
Mortalità: 0,1% stimata = 5000 persone in 150 giorni.
Critici: 5*0,1% = 25.000 persone in 150 giorni. quindi circa 1000-2000 persone in terapia intensiva al giorno per influenza.
I posti letto in terapia intensiva sono per la provincia di Venezia, dove io abito, circa 60 su 1 milione di abitanti, quindi potrebbero essere circa 4000 in tutta Italia. Questo significa che nella peggiore delle ipotesi i pazienti con influenza e le sue complicazioni, ovvero la polmonite, occupano tra il 25 e il 50% al massimo delle terapie intensive d’Italia nel massimo del picco.
Il Coronavirus
Vediamo ora cosa può accadere con il Coronavirus. Ricordiamoci che la grande differenza è che il Coronavirus è estremamente più infettivo e potrebbe infettarci, anziché in 150 giorni, in 30-60 giorni. Supponiamo 60 giorni. Ricordiamo che può colpire fino al 60% della popolazione, dati stimati, quindi facciamo qualche calcolo:
Infettività: 60% potenziale (dati stimati) = 50 milioni * 60% = 30 milioni di infetti, di cui la stragrande maggioranza inconsapevoli.
mortalità: 1-2% stimata = tra 500.000 e 1.000.000 milione di persone.
Critici: 5% = 1.500.000 persone in 60 giorni. quindi circa 300.000 persone in terapia intensiva.
Ma abbiamo solo 4000 posti letto! Come possiamo mettere 300.000 persone in terapia intensiva quando abbiamo solo 4000 letti?
ADESSO LO AVETE CAPITO COME MAI DOVETE STARE A CASA?
Se state a casa, la gente si infetta poco alla volta. Molti non se ne accorgono. Gli altri, specialmente gli anziani, ma anche qualche giovane, noi medici e infermieri li prendiamo, li mettiamo in terapia intensiva, li curiamo e ve li restituiamo. Un poco alla volta.
Se invece tutti escono di casa il rischio è che si infettino tutti insieme e che quindi non riusciamo a gestirli, con un aumento importante della mortalità.
NON DOVETE ANDARE IN PANICO, MA PRENDETE LA COSA SERIAMENTE. STATE A CASA.


PSICOSI parte due
Niram Ferretti
26 febbraio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Il clima psicopatico da peste manzoniana creato dai media sul Cornavirus rischia di mettere in ginocchio il paese, sopratutto la sua parte produttiva principale. Dopo i saccheggi ai supermercati, la frenesia di acquisto di mascherine e amuchina, la chiusura di chiese e locali pubblici, il rinvio del Salone del Mobile a giugno, le scomuniche dell'autoproclamato papa della virologia Burioni nei confronti di colleghi dissenzienti, iniziano a sentirsi voci sensate, come quelle di Vincenzo D'Anna presidente dell'ordine nazionale dei biologi (preceduto da Ilaria di Capua e Walter Ricciardi).

"Bisognerebbe parlare alla gente in maniera meno catastrofica e più pacatamente. Il panico è peggiore della malattia. La borsa ieri ha bruciato circa quaranta miliardi di euro. È tutto fermo, tutto paralizzato, per un virus che è poco più di un virus influenzale. Cominciamo a chiamare le cose col proprio nome. Lasciamo stare la Cina. Lasciamo stare le smanie di mettere in quarantena migliaia e migliaia di persone, bisogna mettere in quarantena solo coloro per i quali esista un fondato sospetto di contagio. Ma si tratta sempre del contagio di un virus influenzale. Un virus che ha una mortalità che è ancora più bassa di un virus influenzale. Il Coronavirus non è più grave o più mortale di una influenza. I nostri stessi morti, e dispiace sempre quando una persona decede, erano ottuagenari, o persone già malate, di cancro o con malattie croniche di tipo cardio-respiratorio. Avrebbe potuto ucciderle anche un virus influenzale. Questa è la verità. Mi aspetto che gli scienziati comincino a parlare. Molti hanno paura di essere aggrediti, di essere tacciati come superficiali, perché le brutte notizie sono sempre più gradite delle buone notizie. Mi auguro e spero che questa frenesia finisca, che la gente cominci a rendersi conto che contrarre il Coronavirus è come contrarre un virus influenzale. In Europa non ci sono molti contagiati perché molte nazioni il virus non lo cercano".




Coronavirus, Conte e l'incubo recessione: "Dobbiamo fermare il panico". E chiede alla Rai toni più bassi
Di Maio prepara una campagna internazionale contro le fake news sull'Italia. Ricciardi: "Allarme da ridimensionare, il 95% guarisce". E il governo frena sull'ipotesi di un rinvio del referendum
di ANNALISA CUZZOCREA e GIOVANNA VITALE
26 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... kV3P7QmqZk

"È il momento di abbassare i toni, dobbiamo fermare il panico". Giuseppe Conte è nella sede della Protezione civile di Roma con a fianco il commissario per il coronavirus Angelo Borrelli e tutti i ministri. Collegati in teleconferenza ci sono i governatori, invitati a coordinarsi con il governo, ma senza i toni perentori del giorno prima. Perché a spaventare adesso, insieme al rischio di un'emergenza sanitaria, sono le conseguenze della paura incontrollata sul sistema Paese. Tanto che da Chigi è partita una telefonata alla Rai: "Basta allarmismi". E che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha preparato un piano "contro le fake news su di noi nel resto del mondo".

Il danno economico delle chiusure imposte nell'area colpita e le cautele estese a tutt'Italia (l'annullamento di convegni, fiere, eventi pubblici, gite scolastiche) è già difficile da calcolare. Ma unito a quello delle misure ingiustificate stabilite da altri Stati, e al serpeggiare della paura nella vita quotidiana di milioni di cittadini, potrebbe mettere in ginocchio il Paese rendendo ancora più complicata la gestione della crisi. I report economici arrivati sul tavolo del governo sono impietosi. Prevedono una nuova recessione e ricordano che le province colpite (Pavia, Lodi, Cremona e Milano) valgono il 12% del pil italiano e il 2% di quello dell'eurozona. "Solo nella zona rossa - spiega un ministro - ci sono 63 aziende medio grandi, senza contare negozi ed esercizi commerciali, con oltre 4000 occupati e 1,7 miliardi di fatturato nel 2019. Intervenire in modo drastico è stato fondamentale, ma dobbiamo fare attenzione affinché tutte le misure siano proporzionate e non controproducenti".

Per questo, un governatore come il lombardo Attilio Fontana ha definito ieri il coronavirus " poco più di una normale influenza". E Walter Ricciardi, componente italiano del Comitato esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità, e ora consigliere del ministero della Salute sul virus, ha invitato a valutare correttamente i numeri: "Su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, il 5% è gravissimo e di questi il 3% muore". Aggiungendo che "tutte le persone decedute avevano già gravi condizioni di salute". Non è la stessa incidenza delle influenze stagionali, ma i toni sono di chi vuole rassicurare. Così, da Palazzo Chigi ieri è partita una telefonata verso l'ad della Rai Fabrizio Salini con l'invito a "raffreddare" l'informazione sul coronavirus. E alle 12, a viale Mazzini, sono stati convocati i direttori di rete e di testata con indicazioni precise: la prima preoccupazione resta la salute dei cittadini, ma proprio per questo le informazioni vanno date in modo corretto. Senza allarmismi e toni alti non solo nei tg, ma anche nei talk e nei programmi contenitore della mattina e del pomeriggio. La conseguenza sarà una drastica riduzione dei minuti, e degli ospiti in studio, dedicati alla diffusione del virus e dei contagi. "Ci sono in giro troppe fake news", ha detto ieri in Consiglio dei ministri Di Maio. Il ministro degli Esteri è preoccupato per le ricadute delle strette annunciate dagli altri Paesi. E ha preparato un piano per contrastare le informazioni errate diffuse in queste ore: "C'è un focolaio ristretto in un'area di 40mila persone su 60milioni di italiani - ha spiegato - non possiamo accettare che si blocchino i viaggi nel Lazio o in Friuli. Prepareremo una mappa dettagliata dell'area a rischio e chiederemo a tutti i Paesi di non attuare misure sproporzionate". Sarebbe tale, secondo il governo, anche il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari. Che alcuni vorrebbero fosse spostato all'ultima data utile, il 5 aprile, o ancora oltre con un nuovo decreto cui servirebbe il consenso di tutti i gruppi parlamentari e dei comitati promotori. Non sarebbe il segnale che serve in queste ore, dicono nel governo. Anzi, il Movimento 5 stelle si prepara a una campagna a tappeto e il gruppo della Camera ha stanziato, tra le polemiche, 100mila euro per la mobilitazione.






La pandemia
26 febbraio 2020
Mattia Feltri

https://www.lastampa.it/topnews/firme/b ... 1.38516742

Sì, è pandemia. Ne ho avuto conferma quando ho visto un titolo - «Torna Mani pulite» - ma parlava dell’Amuchina. Il sospetto covava in me da giorni, mentre amici mi scrivevano su WhatsApp: novità vere sul coronavirus? Come se custodissi i segreti più indicibili. E poi le pagine a dozzine, le dirette infinite e febbrili, i siti, gli inviati con la mascherina e i copriscarpe monouso, le foto del ratto dei supermercati, i social implacabili da mattina a sera, l’autista del bus ...



La vergogna grande di Fontana , Presidente leghista della Lombardia, che racconta la balla che l'epidemia da coronavirus è poco più di un'influenza stagionale, che idiota e che irresponsabile, che fanfarone, Salvini ... !


Coronavirus, Fontana: "Poco più di una normale influenza"
25/02/2020

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca ... lts4O.html

''Situazione difficile, ma non così tanto pericolosa. Il virus è molto aggressivo nella diffusione, ma poi nelle conseguenze molto meno. Fortunatamente è poco più, non sono parole mie, di una normale influenza". Lo ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, riferendo al Consiglio regionale sulla diffusione del coronavirus.

''È un virus particolarmente rapido, particolarmente capace di infettare. Il numero è alto anche perché la nostra Regione ha deciso di iniziare un'attenta valutazione delle persone che hanno le condizioni per essere ritenute affette da questo virus a allora abbiamo fatto tanti tamponi e tanti esami. Chiaro che facendo tanti esami abbiamo trovato tanti che erano stati colpiti da questa infezione'', ha aggiunto.


Alberto Pento
Spero che Zaia abbia la dignità e il rispetto per i veneti di non imitare Fontana e che Salvini intervenga a dare dignità ai cittadini e alla Lega.



Anche Burioni si è accodato:
nche Burioni come Fontana (Presidente della Lombardia) si sono uniformati alla vulgata governativa concordata con l'opposizione: raccontarla al popolo, ai cittadini.


Coronavirus, Burioni: "Chiedo scusa alla collega Gismondo"
26/02/2020

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca ... JAynIio0Vs


"Mi dispiace per la mia frase in cui ho definito la collega Gismondo del Sacco 'signora', è stata una frase sfortunata". Lo ha affermato il virologo Roberto Burioni, ospite della trasmissione radiofonica 'Circo Massimo'. Maria Rita Gismondo è la responsabile del laboratorio dell'ospedale Sacco di Milano. Alcuni giorni fa Burioni, nel corso di una discussione poi rimossa, aveva definita la collega "la signora del Sacco".

Parlando poi dell'emergenza, ha aggiunto: "La mortalità di questa malattia è l'1%. Quello che la rende pericolosa per la nostra sanità è il numero di persone che vanno in terapia intensiva. Questo potrebbe aumentare la mortalità per altri casi, come gli infarti".

"Il fatto che non ci siano altri focolai diffusi è un dato molto positivo" ha detto il virologo, sottolineando: "Credo che sia stata una buona idea chiudere le scuole. I bambini non sono particolarmente in pericolo, però allo stesso tempo se i bambini si ammalano in maniera lieve vanno a scuola e il contagio si diffonde".

"Questo virus non è come un'influenza: è un virus contagioso, che può essere pericoloso. Non è la peste nera, ma non è un'influenza. Va arrestato il contagio. E non è il momento delle polemiche: bisogna essere tutti uniti".



Prima Burioni la raccontava così:
Comunicate al medico che dice “la mortalità è bassa, il 2-3%” che questa è stata la mortalità dell’influenza spagnola che ha fatto molte decine di milioni di morti. Fonte:CDC
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... ExKXnTLtTE


Burioni ribatte alla dottoressa del Sacco con le cifre dell'emergenza: «Coronavirus come l'influenza? Scemenza gigantesca» - Open
24 febbraio 2020

https://www.open.online/2020/02/24/buri ... igantesca/

«Attenzione a chi, superficialmente, dà informazioni completamente sbagliate. Leggete i numeri. Mai allarmismi, ma neanche si possono trattare i cittadini come bambini di 5 anni. Qualcuno, da tempo, ripete una scemenza di dimensioni gigantesche: la malattia causata dal coronavirus sarebbe poco più di un’influenza. Ebbene, questo purtroppo non è vero», a scriverlo è il medico Roberto Burioni sul suo sito Medical Facts in risposta alle dichiarazioni della direttrice del laboratorio del Sacco di Milano, luogo in cui vengono analizzati i campioni di possibili casi di Covid-19, secondo cui il coronavirus non è altro che «un’infezione appena più seria di un’influenza».

«In questo momento in Italia sono segnalati 132 casi confermati – scriveva Burioni ieri, mentre i contagi sono saliti a 152 – e 26 di questi sono in rianimazione (circa il 20%). Sono numeri che non hanno niente a che vedere con l’influenza (i casi gravi finora registrati sono circa lo 0,003% del totale)».


«Niente panico ma niente bugie»

«In questo momento in Italia sono segnalati 132 casi confermati e 26 di questi sono in rianimazione (circa il 20%). Sono numeri che non hanno niente a che vedere con l’influenza (i casi gravi finora registrati sono circa lo 0,003% del totale). Questo ci impone di non omettere nessuno sforzo per tentare di contenere il contagio. Niente panico ma niente bugie» ha aggiunto Burioni.


Cosa aveva scritto la dottoressa

«A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così», aveva scritto su Facebook Maria Rita Gismondo, direttore responsabile di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze. E ancora: «Leggete! Non è pandemia! Durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno! Per coronavirus 1».


Il post incriminato

Ma a ribattere è ancora una volta Roberto Burioni: «Ecco i 217 morti al giorno per influenza. Ecco da dove se li è inventati. Non sono quelli per influenza, sono quelli totali in 19 città che vengono paragonati con quelli dell’anno precedente. Lei era stanca e ha sbagliato (capita, siamo tutti sotto pressione immane) ma i giornali hanno riportato senza controllare. Ci vuole maggiore attenzione».




Che poi sono più o meno gli stessi dati forniti dai medici cinesi
24 febbraio 2020

https://scienze.fanpage.it/coronavirus- ... asce-deta/

Coronavirus, chi rischia di più: lo studio sul tasso di mortalità per fasce d’età

Il più ampio studio epidemiologico sul nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) fornisce un quadro più esaustivo sul tasso di mortalità della COVID-19, l'infezione respiratoria scaturita dal patogeno. Grazie all'indagine, messa a punto dal “The Novel Coronavirus Pneumonia Emergency Response Epidemiology Team” del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC), è possibile evidenziarlo per fasce di età, genere e condizioni mediche preesistenti nei pazienti, la cosiddetta comorbidità. In tutto lo studio ha visto il coinvolgimento di oltre 72mila persone, delle quali 44.672 (61,8 percento) come casi confermati; 16.186 (22,4 percento) come casi sospetti; 10.567 (14,6 percento) come casi diagnosticati clinicamente (ascrivibili alla sola provincia di Hubei, dove si trova la città-epicentro dell'epidemia); e 889 (1.2 percento) come casi asintomatici. Tra i casi confermati, l'86,6 percento dei pazienti aveva un'età compresa tra i 30 e i 79 anno, inoltre l'80,9 percento ha manifestato la COVID-19 in forma lieve. Ricordiamo che le percentuali sotto indicate si riferiscono a casi registrati in Cina, e nello specifico nella provincia di Hubei, dove il tasso di mortalità del coronavirus risulta più alto rispetto alle altre parti del mondo.
Coronavirus: il tasso di mortalità per età

Tra gli oltre 44mila casi confermati si sono verificati 1.023 decessi, con un tasso di mortalità complessivo del 2,3 percento. Il cosiddetto “Death Rat”, ovvero il numero di decessi in base al numero di casi, indica la probabilità di morire quando si viene infettati dal SARS-CoV-2, che è differente in base alle varie fasce d'età prese in esame. È importante sottolineare che non rappresenta la percentuale dei decessi per una determinata fascia di età, ma il rischio di morire di una persona in una specifica fascia di età a causa dell'infezione. In base ai dati dello studio “Vital Surveillances: The Epidemiological Characteristics of an Outbreak of 2019 Novel Coronavirus Diseases (COVID-19)” pubblicato sulla rivista scientifica Chinese Journal of Epidemiology è emerso che il tasso di mortalità presenta i seguenti valori:

per chi ha 80 anni o più è del 14,8 percento
8 percento tra i 70 e i 79 anni
3,6 percento nella fascia 60-69 anni
1,3 percento per chi ha tra i 50 e i 59 anni
0,4 percento per chi ha tra i 40 e i 49 anni
0,2 percento per le fasce di età 30-39 anni, 20-29 anni e 10-19 anni
Nella fascia di età 0-9 anni non sono stati riscontrati decessi


Allo stato attuale dei contagi accertati (400) e delle morti avvenute (12), il tasso di mortalità è intorno al 3,3% quindi molto di più del 2%, quasi il doppio:


Coronavirus: 12 vittime in Italia, 6 bambini contagiati. Il Nas negli ospedali lodigiani. Da oggi tamponi solo ai sintomatici
Redazione ANSA
25 febbraio 2020

http://www.ansa.it/canale_saluteebeness ... ecfff.html

Sono 12 i morti per il coronavirus in Italia: l'ultima vittima è un uomo di 70 anni in Emilia-Romagna, cittadino lombardo, paziente con "importanti patologie pregresse". Sei i minori sono risultati positivi al Coronavirus in Lombardia. La maggior parte legati alla cosiddetta zona rossa dove ora vige il divieto di ingresso e di uscita. Si tratta di una bambina di 4 anni di Castiglione d'Adda ricoverata al San Matteo, di un 15 enne ricoverato a Seriate (Bergamo) e due ragazzini di 10 anni di Soresina (Cremona) e di San Rocco al porto (Lodi) già tornati a casa. Positivo nei giorni scorsi anche un 17enne della Valtellina che frequenta un istituto di Codogno e successivamente anche un suo compagno di scuola della provincia di Sondrio. (IL PUNTO della Protezione civile)

Il dato dei contagiati accertati in Italia è di quasi 400 persone. Sono 23 le province italiane in cui si sono registrati casi di coronavirus. Le regioni interessate sono dieci: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Liguria, Sicilia, Marche, Lazio.

Diciotto carabinieri della Compagnia di Codogno, secondo quanto si è appreso, sono in isolamento domiciliare, in via precauzionale, dopo aver partecipato a una riunione conviviale con un loro collega in congedo, risultato positivo al virus. L'incontro tra colleghi era avvenuto lo scorso 17 febbraio e si era svolto in caserma. Non appena venuti a conoscenza della positività del carabiniere pensionato, i colleghi hanno segnalato il caso alle autorità competenti che ne hanno disposto l'isolamento.

In Liguria "i casi positivi sono cresciuti di 4 unità", "provengono tutti dall'albergo di Alassio" in isolamento. Lo ha annunciato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in conferenza stampa. "Sono ricoverati all'ospedale San Martino, alcuni dei quali hanno sintomi molto lievi, nelle prossime ore i sanitari decideranno le terapie", ha anche spiegato Toti.

E' guarita anche la cittadina cinese ricoverata allo Spallanzani di Roma da fine gennaio. Anche il marito è in buone condizioni.

Il coronavirus spiegato ai bambini

TAMPONI SOLO AI SINTOMATICI - Da oggi verranno eseguiti i tamponi per il coronavirus "solo sui soggetti sintomatici". Lo ha detto il direttore del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli alla protezione civile. I tamponi effettuati finora hanno dato nel 95% dei casi esito negativo, ha spiegato, confermando che il rischio contagio "è elevato nei soggetti sintomatici mentre è marcatamente più basso nei soggetti asintomatici". Da qui la "scelta di eseguire i tamponi solo sui soggetti sintomatici, visto che siamo in un periodo di pandemia".

LA PROCURA DI LODI APRE INCHIESTA, I NAS NEGLI OSPEDALI - La Procura di Lodi, a quanto apprende l'ANSA, ha aperto un'inchiesta conoscitiva sulle dinamiche di diffusione del Coronavirus e sulle procedure adottate negli ospedali di Codogno, Casalpusterlengo e Lodi, dove questa notte i Nas di Cremona hanno fatto un'ispezione.

VENDITE A PREZZI FOLLI DELLE MASCHERINE, GDF IN SEDE AMOZON E EBAY - Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano ha effettuato acquisizioni di documenti e dati nelle sedi di Amazon e eBay nell'ambito dell'inchiesta dei procuratori aggiunti Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco sulle "manovre speculative" nelle vendite a prezzi folli di mascherine, gel disinfettanti e altri prodotti sanitari in questi giorni di emergenza Coronavirus. Il fascicolo, che ipotizza speculazioni sui prezzi di "generi di prima necessità", è a carico di ignoti.

AUDIO ISTIGA AD ASSALTO SUPERMARKET, INDAGINE - I procuratori aggiunti di Milano Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco hanno aperto un'inchiesta per diffusione di notizie false atte a turbare l'ordine pubblico in relazione ad un audio che sta circolando via WhatsApp almeno da sabato e nel quale la voce di una donna incita a "fare la scorta" perché Milano finirà "in quarantena come mi ha detto la moglie di uno della Regione". L'ipotesi è che quell'audio, ascoltato da numerose persone, abbia spinto molti sabato a dare l'assalto ai supermarket.

I numeri utili

AGENZIA DELLE ENTRATE CONFERMA SOSPENSIONE CARTELLE NELLE ZONE ROSSE - Ag.Entrate,cartelle sospese in zone rosse Nelle zone rosse colpite dall'emergenza coronavirus sono stati sospesi gli invii di comunicazioni di irregolarità, le richieste di documenti per il controllo formale, le cartelle di pagamento e gli atti di recupero di debiti tributari affidati all'Agente della riscossione. Lo comunicano l'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia delle Entrate Riscossione spiegando di aver dato immediata attuazione al decreto del Mef sulla sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari.

SCUOLE CHIUSE A NAPOLI, LA REGIONE MARCHE: NESSUN DIETROFRONT Scuole chiuse a Napoli fino alla giornata di sabato per effettuare azioni straordinarie di pulizia. "Non faccio alcun passo indietro anzi l'impugnazione sarà utile per tutti, per la salute dei marchigiani e aiuterà il governo a tenere comportamenti più coerenti". Lo ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli riguardo la chiusura delle scuole nella regione. Gite sospese e certificati medici: LE MISURE.

CHIUSE LE CATACOMBE IN TUTTA ITALIA -La Pontificia Commissione di Archeologia Sacra ha disposto la chiusura provvisoria di tutte le catacombe aperte al pubblico a partire da oggi. Una decisione arrivata a causa della "particolare conformazione e natura delle catacombe, con concentrazione elevata di umidità, limitata aerazione e spazi ristretti". La catacombe aperte al pubblico si trovano a Roma, nel Lazio, in Campania, Sicilia, Toscana e Sardegna.

Il premier italiano Giuseppe Conte invita all'unità, mettendo da parte le polemiche. La ministra Dadone ha sottolineato di favorire il telelavoro anche nella Pubblica amministrazione.

PRIMI CASI IN GRECIA, ALGERIA, BRASILE (LA MAPPA ALL'ESTERO) - La Grecia ha riferito del suo primo caso di coronavirus: una donna che ha viaggiato di recente nel Nord Italia. Il primo italiano positivo in Algeria è un dipendente di Eni, di ritorno dalla zona di Lodi. Primo caso anche in Brasile, è risultato positivo un uomo rientrato da un viaggio di lavoro in Italia. La donna italiana morta a Bad Kleinkirchheim, in Austria, non sarebbe invece risultata positiva al coronavirus..

LA SITUAZIONE IN CINA - La Cina ha riportato 52 nuovi decessi per coronavirus, la cifra più bassa in oltre tre settimane, portando il bilancio delle vittime a 2.715.

La ricetta Oms per il disinfettante fai da te

RISCHIO RECESSIONE GLOBALE - Il coronavirus è stato un duro colpo per l'economia cinese, che ora minaccia di mettere fuori gioco l'economia globale. Una recessione globale è probabile se COVID-19 dovesse trasformarsi una pandemia, e le probabilità che ciò accada sono verosimilmente alte e aumentano con il crescere dei contagi in Italia e in Corea del Sud . L'economia statunitense è più isolata dall'impatto del virus, ma non è immune, e anche in questo scenario subirebbe probabilmente una flessione. A scriverlo è Moody's in un report.

IL MESSAGGIO DEL PAPA - "Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza ai malati del Coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio". Lo ha detto papa Francesco in un appello al termine dell'udienza generale in Piazza San Pietro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 10:16 pm

Raccontare la verità non è diffondere il panico, caso mai è la menzogna che lo diffonde perché ingenera sfiducia, aumenta l'insicurezza, l'incertezza, la paura, il terrore complottista.

Ricapitolando sul coronavirus:
Giulio Meotti
25 febbraio 2020

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 4807889959

- È una epidemia grave. Avremmo dovuto capirlo subito dalle tante immagini di "guerra biologica" arrivate dalla Cina
- Non sappiamo come sia nato il virus, non sappiamo i reali numeri dei malati e dei morti in Cina, perché la Cina è una dittatura orrenda che mente, che non ha alcun rispetto della vita umana e che già in passato ha dimostrato di mettere in pericolo la salute mondiale
- Non sappiamo come si svilupperà, quanti lo contrarranno, se si fermerà, in cosa muterà, perché gli esperti sono nel caos e litigano fra di se: “rischio zero per l'Italia”, “è una guerra”, “normale influenza”, “non si sa”, “pandemia”, “raffreddore”...E' la fine degli esperti cosiddetti come li abbiamo trattati finora, sacerdoti e oracoli
- Ogni forma di esibizionismo politico e antirazzista a favore delle telecamere è masochistico e suicida, come si è dimostrato in Italia
- La popolazione ha tutto il diritto di avere paura e di non essere rabbonita da giornalisti e politicanti che la considerano "irrazionale"
- Dobbiamo far nostro il principio socratico “io so di non sapere” e, poiché il compito di uno stato è di difendere la popolazione (anche vecchi e ammalati, sì), dobbiamo usare ogni misura per difenderci da questa “cosa”. “Est regis tueri cives”. Ovvero è dovere del re proteggere i cittadini



Due settimane fa quando i governatori del Nord, con buonsenso, hanno chiesto di mettere in quarantena i bambini di ritorno dalla Cina, si sono ritrovati in una gogna mediatica
Massimo Donelli
22 febbraio 202

https://www.quotidiano.net/commento/cor ... pZGq9Z1hiA

Due settimane fa quando i governatori del Nord, con buonsenso, hanno chiesto di mettere in quarantena i bambini di ritorno dalla Cina, si sono ritrovati in una gogna mediatica. Tra accuse di razzismo e lazzi sull’incompetenza scientifica, sono stati sbeffeggiati perfino dal presidente del Consiglio, il callido Giuseppe Conte: "Chi ha ruoli politici ha anche il dovere, la responsabilità di dare messaggi di tranquillità e serenità.
La situazione è sotto controllo".
Ieri mattina, leggendo le notizie da Codogno, mi sono ricordato di due cose.
La prima. Nelle stesse ore in cui in il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si faceva fotografare nella Chinatown meneghina per solidarietà con i suoi elettori cinesi, ho ricevuto un’email da Erez Boas, rettore dell’USI, l’Università della Svizzera italiana di Lugano, dove insegno: "L’USI richiede a tutti i membri della comunità accademica, compresi gli studenti, di ritorno dalla Cina di studiare/lavorare da casa per un periodo di 14 giorni. Il conteggio inizia dal giorno in cui si arriva in Svizzera. Se si sviluppano i sintomi di un’infezione respiratoria (febbre, tosse, fiato corto), restare a casa e contattare immediatamente, prima per telefono, un medico o un istituto sanitario".
La seconda. Ho una figlia medico, che, dal momento in cui si è saputo del Coronavirus, mi ha detto: "Bisogna isolare tutti coloro che tornano dalla Cina. Subito! Non basta misurare la febbre all’arrivo in aeroporto: uno in quel momento potrebbe non averla. Ma poi…".
Aveva ragione lei. Avevano ragione i governatori. Ma in Italia, dove i cinesi sono perfettamente integrati da decenni, siamo stati capaci di trasformare una questione virale in una questione razziale. E, ora, paghiamo il conto (salato) del politicamente corretto.


Questo mi pare un buon articolo ricco di informazioni

La COVID-19 è davvero «poco più di una normale influenza»?
26 febbraio 2020

https://pagellapolitica.it/dichiarazion ... -influenza

«Stiamo cercando di far capire che questa è una situazione sicuramente difficile, ma non così tanto pericolosa. Il virus è molto aggressivo nella diffusione, ma poi nelle conseguenze molto meno. Fortunatamente è poco più, e non sono parole mie, ma dei tecnici con cui parliamo, di una normale influenza»

Il 25 febbraio, in un intervento al Consiglio regionale della Lombardia, il presidente della regione Attilio Fontana (Lega) ha commentato la ultime notizie sui casi di contagio da nuovo coronavirus, cercando – a detta sua – di «sdrammatizzare».

«Stiamo cercando di far capire che questa è una situazione sicuramente difficile, ma non così tanto pericolosa», ha detto Fontana. «Il virus è molto aggressivo nella diffusione, ma poi nelle conseguenze molto meno. Fortunatamente è poco più, e non sono parole mie, ma dei tecnici con cui parliamo, di una normale influenza».

Ma le cose stanno davvero così? Quali sono le differenze tra la COVID-19 (malattia causata dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2) e l’influenza stagionale?

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, analizzando prima le differenze tra le due malattie, per poi vedere che cosa hanno in comune.

Le differenze tra influenza stagionale e COVID-19

Letalità

Partiamo dalla questione che in questi giorni sta generando più confusione all’interno del dibattito pubblico e politico: la malattia causata dal nuovo coronavirus è davvero più letale di una normale influenza stagionale?

Come ha spiegato il 25 febbraio su Scienza in rete Fabrizio Bianchi, responsabile dell’unità di epidemiologia ambientale dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), quando si parla di malattie bisogna maneggiare con attenzione le parole “letalità” e “mortalità”.

In breve: la prima indica quante persone muoiono per una malattia sul totale dei contagiati; la seconda indica il numero dei morti in rapporto al totale della popolazione, compresi quindi anche i non contagiati [1]. Noi ci occuperemo qui della letalità.

Guardiamo ora ai numeri più aggiornati relativi all’Italia per confrontare nuovo coronavirus e influenza stagionale.

Secondo il Ministero della Salute, alle ore 12 del 26 febbraio 2020 nel nostro Paese c’erano 374 persone colpite dal nuovo coronavirus (la stragrande maggioranza in Lombardia e Veneto), con 12 decessi. Facciamo attenzione: si parla di morti avvenuti con il coronavirus (ossia di persone decedute e risultate essere positive al Sars-CoV-2), e non necessariamente a causa del coronavirus, dal momento che – come per l’influenza, come vedremo meglio più avanti – spesso i decessi, che hanno coinvolto nella maggior parte dei casi persone anziane, sono legati anche a patologie pregresse.

I virus influenzali invece, come ha spiegato a Pagella Politica Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore all’Università degli Studi di Milano, «causano direttamente all’incirca 300-400 morti ogni anno» in Italia, a cui vanno poi aggiunti «tra le 4 mila e le 10 mila morti “indirette”, dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all’influenza». I decessi in tutto il mondo per la sola influenza, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, arrivano secondo alcune stime fino a 500 mila l’anno.

Visti i numeri assoluti, torniamo alla nostra domanda originaria.

L’Istituto superiore di sanità stima che il tasso di letalità dell’influenza stagionale sia inferiore all’uno per mille, ossia lo 0,1 per cento scarso. L’ebola, per esempio, ha un tasso di letalità che si aggira intorno al 50 per cento e la Sars intorno al 10 per cento.

Per la COVID-19 non abbiamo ancora numeri certi. Secondo i dati più aggiornati dell’Oms, dall’inizio della diffusione del nuovo coronavirus al 25 febbraio, su 80.239 casi confermati di contagio i morti sono stati 2.700, circa il 3,4 per cento.

«Si parla di numeri altamente provvisori», ha sottolineato a Pagella Politica Pregliasco. «Per esempio, in Cina non abbiamo l’esatto valore del denominatore, ossia dei contagiati, che potrebbero essere molti di più. Quella che si ha adesso sulla letalità è quasi sicuramente una sovrastima».

Ad oggi dunque, come hanno sottolineato le riviste scientifiche Swiss medical weekly il 7 febbraio e The Lancet il 14 febbraio, è ancora impossibile avere una stima precisa del tasso di letalità del nuovo coronavirus.

I numeri cambiano molto poi a seconda delle aree analizzate (e dei periodi di tempo: settimanali e mensili, per esempio). Nella regione di Hubei, in Cina, su 64.768 contagiati ci sono stati 2.563 morti, con un tasso di letalità cumulativo (ossia dall’inizio del contagio) intorno al 3,9 per cento (comunque più basso della Sars).

Fuori dalla Cina, su 2.459 casi confermati i morti sono stati 34: circa l’1,4 per cento (l’Oms il 24 febbraio ha parlato di un tasso di letalità dello 0,7 per cento fuori dalla città di Wuhan).

Come ha spiegato l’Organizzazione mondiale della sanità il 19 febbraio, è ancora presto per trarre conclusioni da queste discrepanze (per esempio dovute alle differenze dei sistemi sanitari).

Qualche giorno fa il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie della Cina (Ccdc) ha pubblicato uno dei rapporti fino ad oggi più completi sulla COVID-19. Qui si legge (Tabella 1 del rapporto) che su circa 45 mila casi confermati di contagio registrati in Cina, il tasso di letalità si è aggirato intorno al 2,5 per cento, con grandi differenze però all’interno delle fasce di età. Tra i 10 e i 39 anni, la letalità è dello 0,2 per cento, mentre via via cresce con l’aumentare degli anni: 0,4 per cento tra i 40-49 anni; 1,3 per cento tra i 50 e i 59; 3,6 per cento tra i 60 e i 69; 8 per cento tra i 70 e i 79; e 14,8 per cento per gli over 80.

È necessario inoltre sottolineare che dalla COVID-19 si può guarire. Alle 10:30 del 26 febbraio, in base alle elaborazioni della Johns Hopkins University di Baltimora, su oltre 81 mila casi di COVID-19, i guariti sono oltre 30.100 (quasi il 38 per cento).

Ricapitolando: al momento possiamo dire che l’influenza stagionale, in Italia e nel mondo, sta uccidendo un numero complessivo maggiore di persone rispetto al nuovo coronavirus (attenzione però: non oltre 200 alla settimana o al giorno, come si legge in giro nelle ultime ore). Ma la COVID-19 sembra però avere un tasso di letalità più elevato.

Contagiosità

Un altro concetto molto importante in epidemiologia è il cosiddetto “numero di riproduzione di base” (“tasso netto di riproduzione”), che in sostanza misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva.

Come spiega l’Iss, infatti, questo indicatore «rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile, cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente».

Il numero di riproduzione si esprime generalmente con l’indicatore R0(da leggersi “erre con zero”), che stima dunque quante persone vengono in media contagiate da un soggetto infetto.

Anche qui, quando si parla di nuovo coronavirus, nessun numero è definitivo.

Il 23 gennaio 2020, l’Oms ha pubblicato una stima preliminare sul tasso di riproduzione del nuovo coronavirus, con un R0>1,4-2,5: ossia un infetto può arrivare a contagiare fino a un massimo di 2,5 persone.

In realtà, nelle ultime settimane sono usciti diversi studi (alcuni ancora in attesa di peer review, ossia di controllo della comunità scientifica) con numeri diversi tra loro. Secondo una pubblicazione del 13 febbraio, la media del tasso di riproduzione calcolata su 12 studi si aggirerebbe intorno al R0>3,3.

C’è dunque ancora ampia variabilità di cifre (come d’altronde è prevedibile, per un’epidemia che si muove più velocemente o lentamente in aree del mondo diverse), ma possiamo dire con una certa affidabilità che il nuovo coronavirus ha un numero di riproduzione di base maggiore della classica influenza stagionale, che ha un tasso di riproduzione pari a R0>1,3.

Questi numeri però possono cambiare nel tempo: le politiche di controllo e prevenzione possono infatti aiutare a ridurre la diffusione del virus, come avvenuto in passato per la Sars.

Periodo di incubazione

Una delle questioni più rilevanti quando si parla di COVID-19 riguarda poi il cosiddetto “periodo di incubazione”, ossia il lasso temporale che intercorre tra il contagio da parte del nuovo coronavirus e la comparsa dei primi sintomi della malattia (che, ricordiamo, vanno da naso che cola, gola secca, tosse e febbre, a sintomi più gravi per alcune persone, come polmoniti o altre serie difficoltà respiratorie).

Conoscere con precisione quale sia il periodo di incubazione del nuovo coronavirus – ma in generale di tutte le malattie infettive – è fondamentale per una efficace gestione del contagio, per esempio per decidere quanto debba essere lungo il periodo di quarantena per le persone potenzialmente venute a contatto con il virus.

«Le stime sul periodo di incubazione della COVID-19 vanno da uno a 14 giorni, molto più comunemente intorno ai cinque giorni», scrive sul suo sito ufficiale l’Oms. «Queste stime saranno aggiornate quando ci saranno più dati a disposizione».

L’influenza stagionale ha invece un periodo di incubazione più breve, dal momento che i sintomi si manifestano da poche ore fino a massimo due-tre giorni dopo il contagio. Come vedremo meglio più avanti, uno dei problemi è che i sintomi iniziali dell’influenza e della COVID-19 sono simili.

Casi gravi

Un’altra differenza tra COVID-19 e influenza stagionale riguarda la quantità di casi che manifestano sintomi gravi, ma che non necessariamente si concludono con la morte del contagiato [2].

Come spiega il Ministero della Salute, i sintomi più comuni da contagio del Sars-CoV-2 includono febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Ma nei casi più gravi, l'infezione può causare «polmonite, sindrome respiratoria acuta grave e insufficienza renale». Gli stessi sintomi che danno i casi più gravi di influenza.

Rispetto all’influenza stagionale, la COVID-19 sembra però causare un numero maggiore di casi con sintomi gravi (oltre ad avere, come abbiamo visto, una letalità stimata maggiore).

Secondo lo studio del Cdc cinese già citato in precedenza, infatti, sul campione di circa 45 mila contagi confermati, i ricercatori ne hanno classificato l’80,9 per cento con sintomi poco significativi, il 13,8 per cento con sintomi gravi e il 4,7 per cento con sintomi critici.

Questa non è una cosa da poco (ma neanche su cui fare allarmismo): può significare, se da ricerche ulteriori i numeri dovessero rimanere più o meno su questi livelli, che su 100 contagiati, per almeno 20 potrebbe essere necessario un ricovero ospedaliero. Ricordiamo però che si tratta di una stima che parte dai casi confermati di contagio, che come abbiamo detto all’inizio sono sicuramente sottostimati. Aumentando il denominatore, la percentuale di casi per cui serve il ricovero è quindi probabilmente più bassa del 20 per cento.

In ogni caso, i numeri sui casi riguardanti l’influenza stagionale sono diversi. Da ottobre 2019 al 16 febbraio 2020, secondo InfluNet (il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza, coordinato dal Ministero della Salute con la collaborazione dell’Iss) il numero di casi simil-influenzali è stato di 5.632.000 (il rapporto completo è consultabile nel link in fondo alla pagina).

Ma i casi gravi legati al contagio da virus influenzale tra quelli confermati in laboratorio nei pazienti ricoverati in terapia intensiva sono stati da ottobre scorso ad oggi meno di 200. Si tratta comunque di un dato parziale, proveniente dal Rapporto della sorveglianza integrata dell’influenza dell’Iss, molto probabilmente destinato a crescere.

Secondo il Cdc statunitense, ad esempio, negli Stati Uniti ogni anno è circa l’1,3 per cento dei contagiati da influenza stagionale richiedere la necessità di un ricovero in ospedale. Numeri comunque lontani da quelli, pur provvisori, del nuovo coronavirus.

Vaccini e virus

Un’altra differenza sostanziale tra la COVID-19 e l’influenza stagionale è che per la seconda ci si può vaccinare, per la prima no. Questo fatto è dovuto anche ai diversi tipi di virus che causano queste malattie.

Riassumendo: il Sars-CoV-2 (che causa la COVID-19) fa parte della famiglia dei coronavirus (Coronaviridae), che sono soprattutto comuni negli animali, e che per sette tipi (tra cui quello nuovo) possono colpire gli esseri umani. Generalmente portano a sintomi lievi (come i raffreddori) nelle persone, ma nel caso della COVID-19, della Sars e della Mers possono portare, come abbiamo visto, a gravi problemi respiratori.

I virus che causano l’influenza stagionale fanno invece parte di una famiglia diversa (Orthomyxoviridae). Tra i cosiddetti “virus influenzali”, quelli di tipo A e B sono ritenuti i responsabili dei sintomi – come febbre, mal di testa, mal di gola e tosse – della classica influenza, mentre i virus di tipo C generano al più un raffreddore.

Tutti i virus influenzali hanno una «marcata tendenza» a variare, spiega l’Iss, «cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione influenzale». In parole povere: questi virus mutano in modo da evitare che gli anticorpi creati dalle precedenti versioni del virus siano ancora efficaci.

Questa problematica che pongono i virus influenzali viene contrastata con aggiornamenti annuali della composizione dei relativi vaccini. Questo ci permette di arrivare preparati all’arrivo della stagione influenzale, soprattutto per proteggere le fasce della popolazione più deboli (come gli anziani).

Il principale problema con il nuovo coronavirus non è la sua capacità di mutare o meno, ma che è qualcosa di relativamente “nuovo” per l’uomo. È vero, abbiamo avuto a che fare con la Sars e la Mers, due malattie che gli scienziati hanno studiato (e stanno ancora studiando), ma sono comunque virus recenti e in questo scenario di novità il Sars-CoV-2 trova un terreno più fertile in cui diffondersi.

«Con lo pneumococco e con i virus influenzali conviviamo da millenni e la maggior parte dei pazienti anziani aveva già incontrato nel corso della vita uno o più virus simili all’H1N1 [la cosiddetta “influenza suina”, diffusasi nel 2009]», ha spiegato a Wired il 7 febbraio 2020 Luigi Lopalco, epidemiologo e docente di Igiene all’Università di Pisa. «Mentre l’2019-nCoV [ora chiamato “Sars-CoV-2” n.d.r.] è un virus completamente nuovo per il sistema immunitario. Per questa ragione non abbiamo ancora strumenti preventivi e terapie come per la polmonite pneumococcica».

Ad oggi (nonostante le bufale che si leggono in giro) non esiste un vaccino per proteggersi dal nuovo coronavirus e ci vorranno diversi mesi per averne una prima versione. È notizia del 24 febbraio che un’azienda farmaceutica statunitense ha sviluppato un primo vaccino sperimentale, ma da un lato ci vorrà ancora tempo prima che inizi la fase di sperimentazione sugli esseri umani, dall’altro lato ci sono dubbi sulla sua efficacia.

Le somiglianze tra le due malattie

Nonostante queste differenze, è comunque vero che la COVID-19 e l’influenza stagionale abbiano alcune cose in comune. Partiamo dall’aspetto principale.

«I sintomi dell’influenza, almeno in una fase iniziale, sono molto simili a quelli di altre infezioni respiratorie, compreso il nuovo coronavirus SARS-CoV-2: febbre, tosse, raffreddore, mal di gola», scrive l’Iss. «Proprio a causa di queste similarità potrebbe essere difficile identificare la malattia basandosi solo sui sintomi».

Per chi viene contagiato dal nuovo coronavirus e non sviluppa i sintomi più gravi come i problemi respiratori acuti (e abbiamo visto che ad oggi i contagiati con i sintomi lievi sono la grande maggioranza), è dunque vero che la COVID-19 è uguale o poco più di una normale influenza stagionale.

Anche i casi gravi di influenza e della COVID-19 si somigliano in parte per quanto riguarda i sintomi ma, come abbiamo visto, il nuovo coronavirus sembra in grado di assumere una forma più pericolosa in una percentuale molto più elevata di casi.

Ricordiamo inoltre, come fa anche il Ministero della Salute, che le due malattie sono causate «da virus differenti, pertanto, in caso di sospetto di coronavirus, è necessario effettuare esami di laboratorio per confermare la diagnosi».

Per quanto riguarda i trattamenti per lenire gli effetti della malattia possiamo segnalare una differenza e una somiglianza. La differenza è che per il nuovo coronavirus, come spiega l’Iss, «non esistono al momento terapie specifiche». Per l’influenza sì: nei casi gravi in cui si verificano complicanze, come polmoniti o problemi cardiocircolatori, vengono messe in campo le terapie specifiche per queste patologie.

La somiglianza è che, invece, nei casi più lievi sia il coronavirus sia l’influenza vengono trattate con “terapie di supporto”, che intervengono sui sintomi e non sulle cause della malattia, e aiutano a guarire più rapidamente. Purtroppo nei casi gravi di COVID-19 vengono comunque date solo le terapie di supporto perché, come abbiamo detto, terapie specifiche al momento non ce ne sono.

Per quanto riguarda la trasmissione, i virus influenzali si trasmettono soprattutto per via aerea, attraverso le goccioline di saliva che si producono con la tosse e gli starnuti, o semplicemente parlando. Il passaggio del virus può avvenire anche per contatto diretto con persone o superfici infette (toccandosi naso, occhi e bocca con le mani contaminate).

Un discorso analogo, anche se abbiamo meno dettagli da un punto di vista scientifico, sembra valere anche per il nuovo coronavirus: la trasmissione avviene anche in questo caso per via aerea, con le goccioline di saliva. Non è invece al momento noto, sottolinea il Ministero della Salute, «se la trasmissione diminuirà durante l'estate, come osservato per l'influenza stagionale».

C’è dibattito, poi, sulla possibilità di trasmissione asintomatica, ossia da pazienti contagiati ma che non mostrano sintomi. Questa eventualità è assodata per l’influenza stagionale, e non è esclusa dall’Oms anche per la COVID-19, anche se in casi rari. Per avere certezze bisognerà però attendere che vengano conclusi gli studi scientifici in proposito.

Infine, un ultimo punto in comune riguarda la prevenzione. Sia per evitare il contagio da virus influenzali che da COVID-19, le raccomandazioni sono di fatto le stesse: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base di alcol; mantenere una distanza di almeno un metro dalle persone che tossiscono o starnutiscono, o se hanno la febbre; evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani non lavate.

Il verdetto

Secondo il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, volendo «sdrammatizzare», si può dire che la COVID-19 (la malattia causata dal nuovo coronavirus Sars-CoV-2) «è poco più di un’influenza». Abbiamo verificato e le cose non stanno proprio così.

È vero: ci sono elementi in comune tra le due malattie, come i sintomi lievi per la maggior parte dei contagiati, le modalità di trasmissione e di prevenzione, ma ci sono anche differenze significative (sulla base dei dati provvisori attualmente disponibili) che dovrebbero suggerire cautela.

Il nuovo coronavirus sembra infatti avere una letalità maggiore dell’influenza stagionale (che in numeri totali continua a fare comunque molti più morti), una velocità di contagio più alta e una maggiore capacità di creare sintomi gravi tra gli infetti. Il periodo di incubazione della COVID-19 sembra essere poi più lungo dell’influenza stagionale, mentre l’assenza dei vaccini non ne consente ad oggi una prevenzione efficace così come avviene per l’influenza stagionale.

In conclusione, Fontana si merita un “Nì”.

[1] Per chi vuole approfondire il tema, qui c’è un approfondimento introduttivo (in inglese) dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie degli Stati Uniti (Cdc) che spiega meglio che cosa sono il tasso di letalità e quello di mortalità, due tra i più usati in epidemiologia.

[2] Un lungo e dettagliato articolo divulgativo, pubblicato il 18 febbraio 2020 da National Geographic, spiega che cosa succede agli organi di un corpo umano (dai polmoni al fegato) quando viene infettato dal nuovo coronavirus.




L'Iss: influenza stagionale e complicanze causano ogni anno 8 mila decessi in Italia. L'esperto: "Sbagliati paragoni col coronavirus"
I dati dell'Istituto superiore di sanità: l'82% dei casi gravi e il 97% dei decessi presentano almeno una patologia cronica preesistente
di MICHELE BOCCI
25 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/salute/medici ... 249546412/

Quanti sono ogni anno in Italia i morti per influenza? Il calcolo lo fa l'Istituto superiore di sanità che ha pubblicato un report sul proprio portale Epicentro. In tempo di coronavirus, e di polemiche sulla sua presunta affinità con la malattia stagionale, diventa importante rispondere a questa domanda.

I ricercatori dell’Istituto hanno calcolato circa 8 mila decessi all’anno collegati alla malattia stagionale o alle sue complicanze, con punte anche di 12 mila a seconda delle stagioni. I numeri sono frutto di una stima che parte dai dati Istat. "Il dato di mortalità in tempo reale non esiste – spiega Antonino Bella, del dipartimento malattie infettive dell’Istituto – Si utilizza così quello dell’Istat che arriva dopo due anni. Nei loro numeri troviamo poche centinaia di morti per influenza all’anno. Ma sappiamo che per avere la certezza di quella causa va fatto un tampone, cosa che ovviamente non avviene in tutti i casi di decesso". Così in tutti i Paesi i sistemi più evoluti di statistica considerano i dati di mortalità anche di altre cause legate a complicanze dell’influenza. "Ad 8 mila siamo arrivati valutando anche, ad esempio, le polmoniti e certi arresti cardiaci", dice sempre Bella.

L’Istituto fa anche un approfondimento sulla stagione 2019-2020. "Dai dati finora disponibili emerge che è stata caratterizzata da un periodo iniziale di bassa incidenza, che si è protratto fino alla fine di dicembre 2019, e da un intensificarsi dell’attività virale con l’inizio del nuovo anno". Il picco epidemico è arrivato nella quinta settimana del 2020 (dal 27 gennaio al 2 febbraio 2020), "con un livello pari a circa 13 casi per mille assistiti, valore che colloca la stagione in corso a un livello di media intensità". Nella stagione precedente il picco era stato raggiunto nella stessa settimana ma l’incidenza era stata un po' più alta (14 per mille).

"Dall’inizio della sorveglianza (fissata al 14 ottobre 2019), fino alla settima settimana del 2020, sono stati stimati circa 5.632.000 casi di sindrome simil-influenzale in tutto il Paese". Sono state particolarmente colpite le Regioni del centro Italia. La fascia di età con maggiore incidenza è stata quella pediatrica, in particolare i bambini sotto i 5 anni.

"I dati della sorveglianza delle forme gravi e complicate di influenza confermata in laboratorio in pazienti ricoverati in terapia intensiva mostrano che dall’inizio della sorveglianza sono stati confermati 157 casi gravi di influenza (tra cui 30 decessi)". L'82% dei casi gravi e il 97% dei decessi da influenza confermata segnalati al sistema presentano almeno una patologia cronica preesistente. Bella ricorda i casi gravi e i decessi a questi legati alla fine si rivelano solo una piccola parte del numero totale dei morti: "Nei casi gravi che analizziamo, ad esempio, non rientrano le polmoniti di pazienti che non vanno in terapia intensiva, che sono molti di più di quelli che ci finiscono. E poi ci sono tutti quelli che anche altre patologie, di cui l’influenza può essere una complicanza. Così abbiamo bisogno di prendere dall’Istat i dati dell’influenza ma anche delle sue complicanze".


Chi ha ragione tra Roberto Burioni e Maria Rita Gismondo su coronavirus e influenza stagionale?
Giovanni Drogo
24 febbraio 2020

https://www.nextquotidiano.it/chi-ha-ra ... tagionale/

La dottoressa Maria Rita Gismondo è la Dirigente del reparto di Microbiologia, virologia e diagnostica bioemergenze del Sacco di Milano, l’ospedale dove sono stati ricoverati i pazienti affetti da COVID-19 in Lombardia. Ieri la dottoressa Gismondo è finita al centro di polemiche non scientifiche per un post – poi cancellato – pubblicato su Facebook in cui affermava che «durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno» e che quindi in rapporto a quei dati preoccuparsi in maniera eccessiva per il coronavirus era sbagliato.

La “signora” del Sacco e il “signore” del San Raffaele

In un altro post la dottoressa ribadiva «A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così». Per queste affermazione è stata duramente criticata via Twitter dal dottor Roberto Burioni, virologo del San Raffaele, che ha definito la collega “la signora del Sacco” dando il via ad una lunga scia di polemiche sul sessismo e bullismo dovuto al fatto che invece che trattare la dottoressa del Sacco alla pari o limitarsi a commentare i dati abbia preferito ricorrere ad uno dei suoi classici blast.


Ma chi ha ragione? Davvero il nuovo coronavirus è meno grave di una banale influenza e davvero l’influenza stagionale fa così tante vittime ogni giorno, in Italia? Innanzitutto bisogna precisare una cosa: la “banale” influenza stagionale (per la quale a differenza di COVID-19 c’è un vaccino) non è poi così banale: dipende sempre dalle condizioni dei pazienti. Ad esempio negli anziani, nelle persone sopra i 65 anni e in generale per coloro che presentano un quadro clinico “complicato” (ad esempio soffrono di cardiopatie o insufficienze polmonari) l’influenza può essere letale. Ed infatti di influenza si può morire.

217 morti al giorno per l’influenza stagionale? No

Il punto è: si muore davvero così tanto? La risposta e il dato citato dalla dottoressa Gismondo, sembra trovarsi nell’ultimo rapporto sull’influenza stagionale a cura di FluNews pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità dove si legge – testualmente – che «durante la 6a settimana del 2020 la mortalità (totale) è stata lievemente inferiore al dato atteso, con una media giornaliera di 217 decessi rispetto ai 238 attesi». Ecco quindi da dove salta fuori il 217. Ma poco sopra lo stesso report dice: «Casi gravi: alla 7a settimana della sorveglianza sono stati segnalati 157 casi gravi di cui 30 deceduti».

Fonte

Quindi sono 217 morti o 30 morti? Il report in effetti non è molto chiaro. Ma a qualche click di distanza si trovano tutte le spiegazioni del caso. Ad esempio quelle metodologiche dove viene spiegato che il Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera è la fonte di quel 217 e che si tratta di un sistema che «è attivo tutto l’anno in 34 città italiane e permette di identificare in maniera tempestiva eventuali variazioni della mortalità attribuibili a diversi fattori (epidemie, esposizioni ambientali, socio-demografici) che modificano i valori giornalieri o il trend stagionale» e che «vengono riportati i dati di mortalità, aggregati per settimana, per i soggetti di età maggiore o uguale ai 65 anni di età residenti e deceduti in 19 città». Quindi: se la media attesa era 238 morti giornalieri (totali) e il dato reale è 217 non significa che sono morte 217 persone di influenza ma 217 persone in totale in relazione alla modalità di raccolta dei dati e all’età presa in considerazione.


Per quanto riguarda l’influenza stagionale l’ISS spiega qui che «dall’inizio della sorveglianza (ottobre 2019) sono stati segnalati 157 casi gravi di influenza confermata in soggetti con diagnosi di Sari (Severe Acute Respiratory Infection-gravi infezioni respiratorie acute) e/o Ards (Acute respiratory distress syndrome-sindromi da stress respiratorio acuto) ricoverati in terapia intensiva, 30 dei quali sono deceduti. I casi sono stati segnalati, da 16 Regioni e Province autonome». La risposta alla domanda “quante persone sono morte per influenza quest’anno?” è quindi trenta (per il momento). Ma bisogna fare attenzione perché in 128 casi (81%) di quei 157 gravi era presente almeno una condizione di rischio preesistente (diabete, tumori, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, obesità, ecc.). Insomma l’influenza stagionale nella grande percentuale dei casi grave ha colpito pazienti già a rischio (ragione per cui è importante fare il vaccino anti-influenzale).

Ma è più pericoloso il coronavirus o l’influenza?

«In Italia i virus influenzali causano direttamente all’incirca 300-400 morti ogni anno, con circa 200 morti per polmonite virale primaria», ha spiegato a Pagella Politica Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore all’Università degli Studi di Milano. Ma al momento non sappiamo quante persone moriranno per l’influenza stagionale 2019-2020 e non sappiamo nemmeno quanti saranno i contagiati e i morti in Italia a causa di COVID-19. Non è possibile quindi dire, limitatamente ai dati che sono oggi a disposizione, che in Italia l’influenza è più pericolosa del coronavirus o viceversa. Se si guarda i dati cinesi invece – ma non è detto che la situazione sia identica – la mortalità del nuovo coronavirus è per ora del 2,5% (nella provincia di Hubei addirittura del 3,8%), 25 volte più alta di quella dell’influenza (in Italia). L’unica cosa che si può dire è al massimo che l’influenza è pericolosa ma per fortuna esiste il vaccino quindi si tratta di un’infezione prevenibile. Non è così per COVID-19. Ma non bisogna dimenticare che degli oltre 70mila contagiati già 25mila risultano essere guariti.

Ma non è così semplice. Perché come ricordava ieri Matteo Bassetti, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università di Genova e Direttore del San Martino «un soggetto può morire per coronavirus ( ovvero il virus ha contribuito direttamente alla sua morte) o con il coronavirus (il virus è presente ma il suo ruolo non primario nella morte). Degli attuali tre decessi italiani, 2 sembrano morti più con il virus, che per il virus». C’è stata, è vero, un’impennata di casi diagnosticati ma sembra essere dovuta ai criteri di rilevamento e di definizione. In buona sostanza più si effettueranno test più se ne scopriranno. Negli altri paesi europei di test, per ora, ne sono stati fatti meno: 400 al giorno in Francia (in teoria) contro i 4.000 solo a Vò Euganeo.

Continua Bassetti: «resta il fatto che nell’85-90% dei casi l’infezione decorre in maniera blanda. Nel 10-15% dei casi in maniera più grave e solamente nel 5% in maniera critica ( articolo appena pubblicato dalla John Hopkins University). Il tasso di letalità ( numero di morti su numero di infetti) rimane al momento (al di fuori della Provincia di Hubei in Cina) inferiore all’1%». Della stessa opinione anche la virologa Ilaria Capua che su FanPage scrive: «questa infezione provoca nella stragrande maggioranza dei casi sintomi molto lievi e solo in pochi casi – con patologie intercorrenti e con situazioni particolari – provoca effetti gravi. Esattamente come ogni normale influenza». E se ricordate quanto detto poc’anzi sulla percentuale di casi gravi di influenza che presentavano altre patologie concomitanti il discorso ha senso. Un concetto ribadito anche a La Stampa dove la dottoressa Capua spiega che «troviamo tutti questi malati in questo momento, perché, semplicemente, abbiamo cominciato a cercarli. Cioè abbiamo iniziato a porci il problema se certe gravi forme respiratorie simil-influenzali fossero o meno provocate dal coronavirus». Tanto più che, come fa notare Michele Boldrin, i dati sono ancora parziali.

Smettila di offendere a vuoto. I dati parziali di inizio epidemia non hanno alcun valore. Sono campioni biased e la virologia c’entra nulla. C’entra la statistica ed i metodi di campionamento nella stima di un processo stocastico. C

— Michele Boldrin (@micheleboldrin) February 23, 2020

Cosa dobbiamo fare quindi? Mettere tutti in quarantena? Appare altamente improbabile che a questo punto la quarantena totale di ampie zone del Paese sia la soluzione realmente percorribile (non che non sia una soluzione, ma il punto è quanto è applicabile). Secondo la dottoressa Capua «la regola deve essere la seguente: proteggere gli altri per proteggere se stessi e lavorare con intelligenza (tutti insieme) per arginare il contagio» il che non significa necessariamente isolarsi ma essere prudenti, rispettare le basilari norme igieniche ed evitare i luoghi affollati. E per favore: niente panico.




Il corona virus non è un'influenza normale ma anormale e straordinaria con una mortalità più di minimo 15 a 100 cento volte quella dell'influenza stagionale (a seconda delle statitische considerate che divergono moltissimo e sono molto incerte per il modo di raccolta dei dati).
Quindi chi dice che l'epidemia non è pericolosa mente a discapito della nostra salute.
Il coronavirus pare avere una mortalità del 2,3%, è una mortalità elevatissima, la peste del medioevo era del 5% circa (in generale e arrivava anche al 50% in particolare in certi luoghi di maggior diffusione e in assenza di qualsiasi cura) e la normale influenza è dello 0,02% a 0,2% a seconda delle statistiche considerate che divergono moltissimo.



Influenza: epidemie di equivoci (o peggio)
Fabio Franchi, Livio Giuliani
15/05/2017

http://www.informasalus.it/it/articoli/ ... jVMfoDlni4



Coronavirus, il tasso di mortalità in base a età, sesso e a malattie preesistenti
24 febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/salute/focu ... 72142.html

Che grado di mortalità ha il Coronavirus? La risposta è "dipende". Perché se in linea generale il tasso dei decessi è calcolato intorno al 2-3%, scendendo nei dettagli vediamo come tra gli under 9 sia nullo. Più si sale con l'età, più aumenta il rischio, esattamente come avviene con la normale influenza. La differenza, spiegano gli esperti, sta nel fatto che mentre per l'influenza stagionale siamo tutti più attrezzati in termini di anticorpi e disponiamo di vaccini in grado di proteggere i soggetti più deboli, il Coronavirus può contagiare un numero molto più alto di persone poiché ci trova del tutto indifesi.

Coronavirus in Italia: la mappa del contagio regione per regione

Il maggiore studio epidemiologico sul Coronavirus è stato realizzato in Cina su oltre 70mila casi e pubblicato dal Chinese Journal of Epidemiology. L'analisi del Chinese Centre for Disease Control and Prevention ha riscontrato che il tasso di mortalità cresce dallo 0,2% tra 10 e 39 anni al 14,8% sopra gli 80. Un altro fattore di rischio è la presenza di malattie preesistenti, specie quelle cardiovascolari, diabete, insufficienza respiratoria cronica e ipertensione.

L'analisi del Chinese Centre for Disease Control and Prevention ha riscontrato una mortalità per il virus del 2,9% nella provincia di Hubei, 'epicentro' dell'epidemia, nel resto della Cina è dello 0,4%. L'80,9% delle infezioni è lieve, il 13,8% grave nel 4,7% si tratta di casi critici, con sintomi come insufficienza respiratoria, shock settico o insufficienza multiorgano. L'86% dei casi si è verificato nei pazienti tra 30 e 79 anni. Il rischio di morte è maggiore tra gli uomini (2,8%) che tra le donne (1,7%).

Per quanto riguarda il contagio di persone con malattie preesistenti si riscontra un tasso di mortalità piuttosto alto, pari al 10,5%, in chi soffre di patologie cardiovascolari. Il tasso scende al 7,3 per i malati di diabete, al 6,3% per chi soffre di disturbi cronici dell'apparato respiratorio, al 6% per i malati di cancro. Tra chi invece al momento del contagio è in perfette condizioni di salute il tasso è dello 0,9%.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 10:16 pm

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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » mer feb 26, 2020 10:17 pm

Coronavirus e animali: è possibile il contagio degli animali e da questi il contagio degli umani?
I nostri cani, gatti e uccelli di casa possono essere contagiati dall'uomo?
I cani e i gatti randagi possono essere contagiati dall'uomo?




Blog | Spallanzani: animali da compagnia non diffondono il coronavirus - 24zampe
AGGIORNAMENTO DEL 25 FEBBRAIO 2020 – CINA, BANDITI CONSUMO E COMMERCIO DI ANIMALI SELVATICI
POST DEL 21 FEBBRAIO 2020

https://guidominciotti.blog.ilsole24ore ... domestici/

Il nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) è arrivato anche in Italia e le autorità sanitarie – Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, ministero della Salute e Istituto superiore sanità – diramano un vademecum per fronteggiare l’emergenza. Tra i punti indicati c’è anche che “gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”. Una indicazione che può semprare superflua ma che è meglio ribadire. La questione si è già posta in Cina, e qualche settimana fa è stata l’Organizzazione mondiale per la sanità a pronunciarsi: “Non ci sono prove della possibilità che il nuovo coronavirus possa diffondersi contagiando animali domestici come cani e gatti, ma comunque è buona norma lavarsi sempre le mani dopo averli accuditi, per evitare una serie di germi che si trasmettono con molta più facilità”, ricordava l’Oms in uno dei suoi “mythbusters” (“miti da sfatare”), informazioni diffuse per evitare fake news sull’epidemia.
E non era nemmeno la prima volta che l’Oms lo spiegava: l’ha fatto nei primi giorni e ancora successivamente quando in Cina è scoppiata una psicosi-contagio con rischio di abbandoni e violenze nei confronti soprattutto dei cani, a torto indicati come una specie di “untori”. “Lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali – ricorda comunque l’Oms – protegge da vari batteri comuni come l’Escherichia Coli e la Salmonella, che possono trasmettersi tra animali e uomini”. (nella foto in alto Thor, simpatico amico di 24zampe con indosso una – per fortuna inutile – mascherina. Thor a marzo 2018 è stato perso e ritrovato dal suo umano Alberto)


L’Oms conferma: gli animali da compagnia non trasmettono il Coronavirus
Roberta Damiata - Dom, 23/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/spettaco ... 31038.html

Gli animali da compagnia non trasmettono il Coronavirus, a chiarirlo per evitare abbandoni e violenze è l’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, il Ministero della Salute e l’Istituto superiore della sanità oltre all'OMS il massimo organo mondiale della sanità

In questo momento in cui il Coronavirus sta creando grande incertezza, dubbi e una paura diffusa che nel nostro paese sta dilagando più del virus stesso, è bene mettere un po’ di chiarezza anche per quanto riguarda gli animali da compagnia, quindi cani, gatti uccellini, piccoli roditori e pesci.

Tutti questi animali non trasmettono in nessun modo il virus, né tantomeno sono dei portatori sani. Lo scrive molto chiaramente l’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzi, il ministero della Salute e l’Istituto superiore della Sanità, Nel vademecum per fronteggiare l’emergenza tra i punti indicati ci sono proprio 'istruzioni' su di loro dove viene specificato: “Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”.

È bene chiarire il punto soprattutto per chi, senza informazioni, potrebbe pensare che essendo stata la prima trasmissione del virus, partita dal mercato di Whuan, passata da pipistrello a essere umano, gli animali possano essere un mezzo di contagio. Ma non è così. Anche in Cina dove si è posto il problema già da tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è pronunciata dicendo che non esistono prove della possibilità che il nuovo coronavirus possa diffondersi contagiando animali domestici come cani e gatti, o essere loro strumento di contagio”.

In questo momento dove internet diventa una fucina anche di fake news, è importante sottolineare questo, per evitare di tacciare i nostri animali come untori ed evitare quindi abbandoni o violenze per disinformazione. Anche perché In italia ci sono in tutto 32 milioni di animali di cui quasi 13 milioni di uccelli 7,5 milioni di gatti, 7 di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi (criceti e conigli), 1,6 milioni di pesci e 1,3 milioni di rettili, una quantità enorme che spesso non ha voce o vittima di randagismo, abbandono o violenze.



L’associazione mondiale dei veterinari: ecco che cosa sapere sul coronavirus e gli animali domestici
26 febbraio 2020

https://www.lastampa.it/la-zampa/altri- ... 1.38520022

Prima regola: gli animali da compagnia non diffondono il nuovo Coronavirus. Lo dicono tutte le autorità sanitarie mondiali, ricordando una misura di ordinaria igiene: lavarsi le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con il proprio animale domestico. Detto questo, la World Small Animal Veterinary Association (Wsava), associazione mondiale dei veterinari dei piccoli animali, ha predisposto un documento per aiutare i medici veterinari a rispondere alle domande frequenti sul nuovo coronavirus (Covid-19) e rassicurarli circa il rischio di infezione.

"Sollecitate i proprietari a non lasciarsi prendere dal panico", raccomanda a tutti la Wsava, perché cani e gatti non trasmettono il virus. Il presidente della Wsava, Shane Ryan, si è detto preoccupato per il rischio che, a livello globale, Covid-19 "possa determinare un aumento di cani e gatti abbandonati o in condizioni di sotto-accudimento".

Michael Lappin, presidente del Comitato One Health della Wsava, raccomanda poi ai veterinari di dare ai proprietari i seguenti consigli, qualora fossero in quarantena, anche volontaria: tenere con sé i loro animali da compagnia; tenere i gatti all'interno; provvedere alle cure di eventuali pets che rimangono in casa, nel caso in cui i loro proprietari abbiano familiari o amici ospedalizzati da accudire; contattare il proprio veterinario in caso di domande o dubbi.

Alla domanda "Devo evitare il contatto con animali domestici o altri animali se sono malato?", occorre rispondere che non bisogna mai maneggiare animali domestici o altri animali quando si è malati. Non fa eccezione il Covid-19. Accorgimento supplementare: indossare una mascherina se il contatto con gli animali è necessario, ad esempio se si è gli unici a prendersene cura. Le persone con diagnosi di Covid-19 dovrebbero stare lontano dagli animali domestici per proteggerli.

Cosa fare, invece, se l'animale ha bisogno di cure ed è stato in contatto con una persona contagiata dal nuovo coronavirus? La raccomandazione è di avvisare il medico veterinario, prima di portarlo direttamente in ambulatorio, di informarlo del contatto del'animale con persona contagiata e di attenersi alle indicazioni della struttura veterinaria.

E sulle preoccupazioni relative agli animali domestici che sono stati in contatto con persone infette da questo virus, il veterinario deve dire che il virus si sta diffondendo da persona a persona. Ad oggi non ci sono prove chi i cani e i gatti possano essere infettati dal Covid-19.

Cosa si dovrebbe fare con gli animali nelle aree in cui il virus è attivo? Poiché diversi tipi di coronavirus possono causare malattie negli animali, fino a quando non ne sapremo di più sul nuovo Covid-19, nelle aree dove il virus è attivo, bisognerebbe evitare il contatto con gli animali e indossare una mascherina se si interagisce con gli animali o se ne prende cura.

Notazione finale per i medici veterinari: il Comitato della Wsava ha analizzato il possibile ruolo protettivo di vaccini contro il coronavirus enterico canino, nella speranza che possano offrire una protezione incrociata contro Covid-19, concludendo però che "non ci sono prove per affermarlo, poiché il nuovo virus è una variante di coronavirus nettamente diversa".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » gio feb 27, 2020 5:14 am

Tutti i paesi del Mondo quando necessario usano sensatamente e responsabilmente la collaudata quarantena, solo l'Italia o meglio il suo demenziale, irresponsabile e criminale governo demosinistro ha tralasciato di adottare questa modalità fin dalle prime avvisaglie dell'epidemia in Cina con tutte le conseguenze che oggi stiamo sperimentando amaramente sulla nostra pelle.



Coronavirus, 60 milioni di cinesi in quarantena: «Xi Jinping sapeva tutto dal 7 gennaio»
17 febbraio 2020

https://www.ilmattino.it/primopiano/est ... 55957.html

Già il 7 gennaio scorso Xi Jinping aveva dato ordine alle autorità della provincia dello Hubei (dove è concentrata la maggior parte dei casi di coronavirus) di fare il massimo sforzo per contenere l'epidemia. La leadership cinese era dunque al corrente della diffusione del morbo almeno due settimane prima dell'annuncio ufficiale della sua trasmissione tra esseri umani. È stato Qiushi (giornale ufficiale del Partito comunista) a rivelarlo, pubblicando un discorso pronunciato negli ultimi giorni da Xi durante una riunione del Comitato permanente dell'Ufficio politico, l'organismo di sette membri che, di fatto, governa la Cina.

«Durante una riunione del Comitato permanente dell'Ufficio politico del 7 gennaio - scrive Xi - ho ordinato di lavorare per contenere il contagio. E il 20 gennaio ho dato istruzioni speciali sul lavoro da svolgere per prevenire e controllare la diffusione, e ho chiarito che avremmo dovuto prestare grande attenzione». Nel suo intervento il segretario generale accusa le autorità locali di non aver attuato le direttive di Pechino (e, infatti, negli ultimi giorni sono stati rimossi il segretario del Partito di Wuhan e dello Hubei).

Il discorso di Xi nell'ambito di una riunione riservata, della quale solitamente non vengono pubblicati che brevi riassunti ufficiali ha ricevuto grande pubblicità sui media di stato. La leadership cinese deve - in patria e nei confronti del mondo - mostrarsi all'altezza della sfida posta dal «Covid-19». Per questo nelle ultime ore anche gli ambasciatori cinesi negli Usa all'Onu e presso l'Organizzazione mondiale della sanità sono intervenuti per difendere l'operato della leadership di Pechino.

Xi ha assicurato che l'obiettivo di creare una «società moderatamente prospera» entro il 2021 resta alla portata del Paese. Ma per il Partito comunista cinese la dimensione assunta dall'epidemia ha trasformato il coronavirus da «semplice» emergenza sanitaria in un vero e proprio stress test per la sua capacità di «mantenimento della stabilità sociale» (wéiwn) e, in ultima analisi, di controllo del potere nella Nuova era proclamata da Xi Jinping al XIX Congresso.

Xi ha aggiunto che «dobbiamo assicurare il controllo della società e della sicurezza assicurando il rispetto della legge, mobilitando le forze dell'ordine. Dobbiamo informare il popolo di ciò che il Partito e il governo stanno facendo e quali saranno i nostri prossimi passi per tranquillizzare l'opinione pubblica».

La situazione a Wuhan e nello Hubei la metropoli di 11 milioni di abitanti capoluogo della provincia del centro del Paese dove è concentrata la stragrande maggioranza dei morti e dei contagiati resta difficilissima. Da ieri giorno in cui il numero dei morti complessivamente ha raggiunto quota 1.700 - a tutti i residenti della provincia (58 milioni di abitanti, incluse 200 mila comunità rurali nelle quali vivono 24 milioni di persone) è stato imposto l'obbligo di non uscire di casa fino a nuovo ordine.

L'incremento del numero di contagiati ha rallentato per il terzo giorno consecutivo, ma un segnale incoraggiante non ferma le misure draconiane: lo Hubei è interamente sigillato. Nella provincia sono concentrati l'80% dei contagiati e il 96% dei decessi. Tutte le comunità rurali sono state isolate, lasciando per l'accesso soltanto un'entrata presidiata da guardiani. Simili restrizioni sono state applicate nelle città ai compound residenziali. Chi vorrà uscire dovrà indossare la mascherina (che continuano a scarseggiare) mostrare un apposito permesso, e mantenersi sempre almeno a 1,5 metri di distanza da altre persone. Sono state sospese tutte le attività di intrattenimento e di gruppo. Potranno circolare solo veicoli della polizia, ambulanze e mezzi autorizzati.

Il Partito combatte la sua battaglia contro il virus non solo all'interno, ma anche nei confronti della comunità internazionale. Nel resoconto di Qiushi Xi afferma la necessità di «coordinarsi e comunicare con altri paesi e regioni, condividere informazioni sulla diffusione del virus e le strategie di contenimento per guadagnarci la comprensione e il sostegno internazionale». La Cina, finora, non ne ha ottenuto tanto. La prima reazione di molti governi è stata quella di chiudersi, per tutelare la salute dei cittadini. Ma per la Cina, che negli ultimi 15 anni è diventata sempre più un attore globale, queste chiusure rischiano di rivelarsi disastrose.



La necessaria quarantena e l'isolamento in Cina
La Cina prova a contenere il contagio: isolate 13 città, 41 milioni di persone
venerdì 24 gennaio 2020

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ci ... -e-contagi

È salito a 26 il numero delle persone morte in Cina a causa del nuovo coronavirus, mentre i contagi sono saliti a 616. Deceduto anche un 36enne senza precedenti malattie. La città di Wuhan, 11 milioni di abitanti, origine ed epicentro dell'epidemia di polmonite anomala, è in isolamento. E da ieri sono in isolamento Huanggang, non lontano da Wuhan, e anche Ezhou, Chibi e altre 9 città dello Hubei, per un totale di 41 milioni di abitanti: sospesi i trasporti pubblici, chiusi i locali pubblici di ritrovo. Questo alla vigilia del Capodanno cinese, per il quale milioni di persone si mettono in viaggio. La capitale Pechino ha annunciato la cancellazione dei festeggiamenti. Stessa decisione per Macao, dove si registrano 2 casi di coronavirus. Un caso anche a Singapore. Un caso sospetto anche a Bari, dove una donna di ritorno dalla Cina è ricoverata in isolamento al Policinico, è poi rientrato: le prime analisi hanno dato esito negativo.

«Le persone sotto osservazione» per un sospetto di contagio con il coronavirus «sono salite di 260 unità», portando il totale dei casi esaminati «a 1.441», ha reso noto la commissione sanitaria di Wuhan nell'ultimo aggiornamento sull'emergenza virus sottolineando che restano sotto osservazione 662 persone mentre 779 sono risultate negative.

L'Organizzazione mondiale della sanità non dichiara per il momento l'emergenza internazionale sulla diffusione del virus 2019-nCoV. Il comitato dell'Oms ha detto ieri sera che "è troppo presto" per dichiarare un'emergenza di salute pubblica di livello internazionale. Sono inoltre ancora pochi i casi del virus confermati al di fuori della Cina.

«Mancano ancora elementi sufficienti per decidere, le evidenze al momento non paiono giustificare pienamente questa misura» commenta Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia. «Il virus si trasmette da uomo a uomo, ma con moderata efficienza - spiega -. Può causare sintomi gravi, ma per ora sembra con bassa frequenza». Inoltre «sembra che la maggior parte delle persone guarisca. Però la situazione evolve rapidamente (e potrebbe farlo anche il virus), per cui aspettare un altro giorno potrebbe dare indicazioni più precise, se non altro la crescita del numero di casi cinesi ed eventuali altrove potrebbe farci capire cosa abbiamo davanti».





Coronavirus, perché in Italia ci sono più contagi rispetto agli altri Paesi europei?
24 febbraio 2020

https://www.open.online/2020/02/24/coro ... i-europei/


Sono state davvero adottate misure più blande nel nostro Paese e ciò ha contribuito all’esplosione improvvisa dell’emergenza da coronavirus? Cosa è stato fatto nel resto del continente e quali sono state, invece, le omissioni dell’Italia? Chi ha sottovalutato i rischi e chi non ha voluto l’obbligo di quarantena per tutte le persone provenienti dalla Cina? «Ah, se fossimo un Paese serio come la Germania», «Ah, poi dicono che la Brexit non è una cosa giusta», sono alcune delle considerazioni che circolano.

Una serie di domande senza nessun fondamento logico. Eppure il web è pieno di commenti di questo genere: nelle situazioni complicate diventa più facile puntare il dito contro qualcuno o contro un sistema piuttosto che studiare e analizzare le questioni in maniera razionale. Occorre subito dire che nella diffusione di un virus c’è un margine di casualità che non può essere controllato.

L’Italia, al momento, è il Paese che in Europa ha adottato le misure più stringenti per tentare di contenere il virus: dal 30 gennaio è stato deciso il blocco dei voli da e per la Cina. Solo Repubblica Ceca e Grecia hanno adottato la stessa misure. Ma questo non è stato sufficiente a placare le critiche. Come quelle arrivate da Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo dell’Oms, che ha puntato il dito contro la scelta dell’Italia di non mettere in quarantena tutte le persone provenienti dalla Cina.

Una misura che sarebbe stata invece applicata negli altri Paesi europei: «Francia, Germania e Regno Unito seguendo l’Oms non hanno bloccato i voli diretti e hanno messo in quarantena i soggetti a rischio, inoltre hanno una catena di comando diretta, mentre da noi le realtà locali vanno in ordine sparso», ha detto Ricciardi a La Stampa.

Ma non è esattamente così. Gli altri Paesi europei applicano l’isolamento per tutte le persone provenienti dalla Cina solo per i casi sospetti. Ai singoli viene lasciata la responsabilità dell’autodichiarazione e della prevenzione.

A rassicurare circa l’aumento dei contagi è il noto virologo Roberto Burioni che ha chiarito come questa improvvisa crescita dei casi positivi al test del coronavirus sia da attribuire alle misure messe in atto dal governo per evitare un’espandersi ulteriore dell’epidemia: «Se qualcosa non si cerca, non si trova. Se qualcosa si cerca, si trova. Tracciare i contatti di chi è già positivo, infatti, avrà come inevitabile conseguenza il fatto di trovarne degli altri ma, allo stesso tempo, permetterà di proteggere un numero esponenzialmente più altro di nostri concittadini (di noi stessi!) dal rischio del contagio», ha spiegato Burioni sul suo blog Medical Facts.

«Sappiamo quanto SARS-CoV-2 sia infettivo – ha scritto -. Sappiamo inoltre anche quanto sia subdola ed efficiente la modalità di contagio, che avviene quando chi ha già l’infezione non manifesta sintomi evidenti».


Italia

L’arrivo del virus in Italia era una notizia annunciata. I tempi e le modalità con cui la Cina ha gestito l’emergenza hanno dato al virus qualche settimana di vantaggio prima che il governo di Pechino decidesse di mettere la città di Wuhan, epicentro dell’epidemia, in quarantena. Negli altri Paesi europei si è infatti preferito evitare i controlli della temperatura agli aeroporti, ma di concentrarsi su quelle persone con sintomi chiari ed evidenti. A non aiutare nella gestione dei contagi è il periodo di incubazione della malattia che può arrivare fino a 14 giorni con la possibilità di contagio anche per quelle persone asintomatiche o con sintomi molto lievi.

Secondo molti esperti, la diffusione non si poteva fermare perché la Cina ha dichiarato in ritardo l’emergenza e quindi il coronavirus aveva un vantaggio temporale. Il presunto paziente zero, poi rivelatosi non tale, era arrivato in Italia il 21 gennaio, molto prima che la stessa Organizzazione mondiale della sanità dichiarasse l’emergenza globale.

«L’aumento progressivo dei casi del nuovo coronavirus rilevati in Italia non indica che l’epidemia si sta espandendo, ma che casi già presenti da almeno una decina di giorni ora vengono scoperti», ha spiegato all’Ansa il fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del network Science Institute della Northeastern University di Boston. «I casi adesso vengono scoperti, ma erano già quasi tutti lì» e «i numeri – ha aggiunto – saliranno ancora per un po’, ma l’epidemia non si sta espandendo».

I primi due casi in Italia di coronavirus sono quelli registrati lo scorso 30 gennaio, quando una coppia di turisti cinesi è risultata positiva al test sul Covid19. Lo stesso giorno è stato stabilito lo stop dei voli da e per la Cina. Il 31 gennaio sono atterrati a Fiumicino e a Malpensa gli ultimi voli provenienti da Hangzhou, Chongqing, Guanzhou, Pechino e Shanghai. I passeggeri a bordo sono stati tutti controllati, e dal 3 febbraio è iniziato un controllo capillare su tutti i voli internazionali con scanner termici e termometri a pistola.

Un’ulteriore misura è stata adottata il 10 febbraio estendendo i controlli a tutti i voli provenienti da Roma. La misura era stata adottata per colmare una falla nel sistema: quella relativa agli scali.

Ma cosa succede negli altri Paesi europei?
Francia

Dal 18 gennaio la Francia, che non ha adottato una misura di chiusura dei voli diretti con la Cina, ha distribuito in tutti gli aeroporti parigini manifesti informativi per fornire consulenza medica specifica a tutti i passeggeri in arrivo. È stato inoltre istituito a partire dal 26 gennaio un servizio di assistenza medica per i voli provenienti dalla Cina, Hong Kong, Singapore e Corea del Sud con personale medico mobilitato ogni giorno per fornire consulenza adeguata e distribuire mascherine.

Negli aeroporti francesi non ci sono scanner termici. Come riportato da France24, i passeggeri arrivati dalla Cina si dicevano sorpresi dalle misure “leggere” adottate nel maggior aeroporto delle capitale francese. «Non siamo stati controllati, potrei perfino avere il virus», ha detto uno dei rimpatriati all’agenzia AFP dopo essere rientrato in Francia con un volo proveniente da Shanghai lo scorso 26 gennaio.


Germania

Anche in Germania sembra essere il senso di responsabilità a prevalere. Il ministro della Salute Jens Spahn ha evidenziato, rispetto al blocco dei voli, come i piloti sui voli diretti dalla Cina alla Germania siano tenuti a segnalare i passeggerei con sintomi sospetti prima dell’atterraggio. Non ci sono controlli della temperatura agli aeroporti tedeschi perché «sarebbe inutile» visto che molti pazienti sono asintomatici, ha detto Spahn.


Regno Unito

Il governo inglese invita invece chiunque sia stato di recente in Cina, Thailandia, Giappone, Corea, Hong Kong, Taiwan, Sinagapore, Malesia e Macaus negli ultimi 14 giorni e abbia avuto tosse o febbre di stare in casa e chiamare il numero di emergenza, anche se i sintomi sono tenui. Ai passeggeri provenienti con voli diretti da una delle aree interessate dall’epidemia è stato comunicato come segnalare eventuali sintomi che si sviluppano durante il volo, al momento dell’arrivo o dopo aver lasciato l’aeroporto. Insomma, anche nel Regno Unito a prevalere è la fiducia nella responsabilità individuale. Come specificato dal governo inglese: «La maggior parte delle persone che sviluppano sintomi li avranno dopo aver lasciato l’aeroporto e quindi la priorità è fornire ai residenti e ai viaggiatori del Regno Unito le informazioni più aggiornate per assicurarsi che sappiano cosa fare in caso di sintomi».


Stati Uniti

Dopo l’annuncio di screening sui passeggeri di voli provenienti dalla Cina, il primo febbraio il presidente americano Donald Trump ha firmato l’ordine esecutivo che vieta di entrare negli Stati Uniti ai cittadini stranieri che nelle due settimane precedenti siano stati in Cina. A tutti i cittadini passati da Wuhan è stata imposta una quarantena di 14 giorni a partire dal loro rientro.


Coronavirus, nell'Ue niente quarantena. In Spagna zero controlli
Lunedì 24 Febbraio 2020 di Maria Rita Montebelli

https://www.ilmessaggero.it/mondo/coron ... 70872.html

In Europa, dove i maggiori Paesi al momento non prevedono l'isolamento per chi torna dalla Cina né hanno bloccato i collegamenti aerei, l'attenzione si sta spostando tutta verso l'Italia. Mentre fino a qualche giorno fa si lavorava per la prevenzione seguendo linee guida simili alle nostre ora si comincia a pensare ad un orientamento diverso. Gran Bretagna, Germania e Francia, a differenza dell'Italia, non hanno deciso per la quarantena.
Vengono tenuti sotto controllo medico solo coloro che dichiarano volontariamente di essere stati in Paesi a rischio.





Ingressi vietati, quarantena e invito all’isolamento: le restrizioni imposte agli italiani all’estero
Claudio Del Frate
25 febbraio 2020

https://www.corriere.it/esteri/20_febbr ... 2bd3.shtml

Il mondo«mette in quarantena> l’Italia. Con il perdurare della crisi sanitaria dovuta al coronavirus, cresce il numero dei paesi che da un lato introducono restrizioni per chi arriva dall’Italia e dall’altro sconsigliano di recarsi in una paese con focolai di infezione. Tutto questo mentre dal punto di vista politico l’Italia resta un osservato speciale e i vicini d’Europa oscillano tra offerte di aiuto e tentazione di limitare la circolazione con l’Italia. Ecco comunque un elenco dei provvedimenti adottati sino a oggi nei confronti dell’Italia (che si trova molto spesso accomunata ad altri Stati dove il contagio è in espansione come Cina, Corea del Sud, Iran).

*Giordania, El Salvador, Mauritius, Turkmenistan, Vietnam, Capo Verde, Kuwait e Seychelles hanno vietato l’ingresso nel loro paese agli italiani o a chi è stato in Italia nelle ultime due settimane (la Giordania esclude solo i suoi cittadini). Alle compagnie aeree che volano in questi paesi è stato vietato di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia nelle ultime due settimane. La compagnia Royal Jordan Airlines ha sospeso tutti i collegamenti con Roma.

* Cina, Kazakhistan e Kirghizistan pongono in quarantena precauzionale di 14 giorni i viaggiatori provenienti dall’Italia. Quelli che sbarcano nella capitale kirghiza vengono collocati in una caserma poco fuori dalla città. Il governo di Pechino ha comunicato il provvedimento senza citare l’Italia ma parlando di «paesi colpiti dal coronavirus».

* La Romania ha disposto la quarantena per chi arriva dalle «zone rosse» di Lombardia e Veneto. Gli altri residenti nelle due regioni devono sottostare a una quarantena domiciliare volontaria.

*Malta e Islanda chiedono a chi proviene dalle 4 regioni d’Italia ritenute a rischio (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna) di osservare una quarantena volontaria.

* Brasile, Colombia, Cuba, Grecia, Cipro, Libano, Croazia e Lituania effettuano controlli sanitari a bordo degli aerei nei confronti di cittadini italiani. La Lituania limita la misura a chi proviene dalle quattro regioni ritenute a rischio (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia). In Croazia, Cuba e in Libano gli italiani che presentano febbre al loro ingresso nel paese vengono isolati per 14 giorni in ospedale. A tutti gli altri viene chiesto di sottoporsi a controlli sanitari quotidiani , sempre per due settimane.

* Bulgaria, Montenegro, Lettonia e Argentina fanno compilare un questionario a chi arriva dall’Italia . I primi due Stati sottopongono i viaggiatori anche a un controllo medico.

* La Germania invita chi provenga dalle «zone rosse» del Lodigiano e di Vo’ Euganeo a prendere contatto con le autorità sanitarie locali.

* Egitto, Algeria, Ucraina, Moldavia e Sudafrica si limitano a controllare la temperatura agli italiani in arrivo.

* Israele sottopone a controlli medico sanitari costanti gli italiani (o chi è stato in Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo nel paese) che presentino sintomi compatibili con il Covid-19.

* Gran Bretagna e Irlanda impongono l’autoisolamento di 14 giorni solo a coloro che arrivano dal Nord Italia e presentano sintomi anche leggeri della malattia. A chi arriva dalle due «zone rosse» (anche senza sintomi) viene imposto l’isolamento.

* Samoa richiede a chi arriva dall’Italia una certificazione medica non più vecchia di tre giorni.

* Gli Stati Uniti hanno inserito l’Italia nella cosiddetta «fascia due» (su quattro) della loro allerta sanitaria: si può viaggiare ma bisogna osservare precauzioni

* Francia, Spagna, Grecia, Turchia, Irlanda, Russia e Croazia hanno infine sconsigliato ai loro cittadini di compiere vacanze o viaggi in Italia o nel Nord Italia. «Coloro che hanno effettivamente programmato di recarsi nelle aree più colpite e che possono rimandare il viaggio sono ovviamente invitati a farlo» ha dichiarato il sottosegretario francese ai trasporti Jean Baptiste Djebbari.



In Italia la quarantena è stata ordinata solo da pochi giorni e con queste modalità.


MINISTERO DELLA SALUTE
ORDINANZA 21 febbraio 2020
Ulteriori misure profilattiche contro la diffusione della malattia infettiva COVID-19. (20A01220) (GU Serie Generale n.44 del 22-02-2020)
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id ... 0A01220/sg

Art. 1

1. È fatto obbligo alle Autorità sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19.
2. È fatto obbligo a tutti gli individui che, negli ultimi quattordici giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall'epidemia, come identificate dall'Organizzazione mondiale della sanità, di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria territorialmente competente.




Coronavirus, l'Oms dichiara l'emergenza sanitaria globale
Giovanna Pavesi - Gio, 30/01/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... SoAd4mc6uc

A qualche settimana dalla diffusione dei primi casi, ora l'agenzia speciale Onu mette in guardia (soprattutto) i Paesi con un sistema sanitario più debole: "Necessario agire ora"

Il coronavirus è "emergenza sanitaria internazionale" e a farlo sapere, nelle ultime ore, nel corso di una conferenza stampa è stato il direttore dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

La motivazione di questa denominazione sarebbe legata alle preoccupazioni correlate al continuo diffondersi della malattia che, finora, ha ucciso 171 persone e ne ha contagiate, soltanto in Cina, più di mille nella sola giornata di ieri.

I casi di contagio

In base alle ultime informazioni, l'infezione si sarebbe diffusa in 18 Paesi e, finora, i casi accertati sarebbero circa 8mila. Il ceppo è stato scoperto per la prima volta lo scorso dicembre nella città di Wuhan, isolata da diversi giorni per evitare che la malattia si diffonda. In Europa, al momento, i contagi si sarebbero registrati in Francia, Germania e in Finlandia. I casi di diffusione accertati sono 7.834, di cui 7.736 si trovano nel Paese asiatico da dove è partito il virus (e rappresentano circa il 99%). In questo momento, in Cina, 1.370 pazienti sarebbero ricoverati in gravi condizioni.

"Attenzione ai Paesi più deboli"

"Ora ci sono 98 casi di contagio da coronavirus in 18 Paesi fuori dalla Cina, tra cui otto casi di trasmissione da uomo a uomo in quattro stati: Germania, Giappone, Vietnam e Stati Uniti", ha spiegato il direttore dell'Oms, al termine della riunione del comitato di emergenza sull'epidemia partita dalla provincia cinese dell'Hubei. "Non sappiamo che tipo di danno questo virus potrebbe fare se si diffondesse in un Paese con un sistema sanitario più debole", ha chiarito Ghebreyesus. Che ha poi aggiunto: "Dobbiamo agire ora per aiutare i Paesi a prepararsi a questa possibilità". Intanto, l'Oms ha fatto sapere di aver riconosciuto gli sforzi che Pechino ha messo in atto per contrastare la malattia.

Perché alzare l'allerta

Le dichiarazioni dei veritici dell'agenzia speciale Onu arrivano dopo che il comitato di emergenza dell'organizzazione si è riunito nuovamente a Ginevra, nella giornata di oggi, per una nuova valutazione della situazione. La decisione di innalzare il livello di allarme è arrivata dopo la conferma dei primi casi di trasmissione di coronavirus tra persone all'esterno della Cina. Al momento, si tratterebbe di otto casi, tra Germania, Giappone, Vietname e Stati Uniti, anche se il numero di ammalati si alza, superando anche l'epidemia di Sars, che nel 2003 provocò la morte di decine di persone.
"Un evento straordinario"

L'Oms parla di "emergenza di salute pubblica di preoccupazione internazionale" quando ci si trova di fronte a un "evento straordinario" che costituisce "un rischio per la salute pubblica per altri stati attraverso la diffusione internazionale della malattia" e che "richieda potenzialmente una risposta internazionale coordinata". Percedenti emergenze di questo tipo sono state dichiarate per i virus Ebola, Zika e H1N1.



Coronavirus, i cinesi continuano ad arrivare a Fiumicino senza controlli medici: "Situazione fuori controllo"
2 Febbraio 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... -Nnzjynaog

A Roma la situazione Coronavirus è tutt'altro che sotto controllo. A Fiumicino sono stati bloccati i voli diretti dalla Cina, ma i cinesi continuano a sbarcare in Italia senza problemi: basta, sottolinea il Tempo, aver viaggiato con un volo con scalo intermedio "e il gioco è fatto".

Il guaio è che l'aeroporto romano, come quello milanese di Malpensa, rischia di trasformarsi in un accampamento senza le necessarie misure di sicurezza igienico-sanitaria. Non il massimo, in un momento come questo. Al Terminal 5, ricorda il quotidiano diretto da Franco Bechis, è stato allestito un "dormitorio con 400 brandine per i cinesi rimasti bloccati", ma nel frattempo "continuano a sbarcare centinaia di cinesi ogni giorno". Il problema, prosegue il Tempo, "nasce nelle aerostazioni di sosta, dove nella maggior parte dei casi, i passeggeri provenienti dalla Cina vengono lasciati vagare per ore senza essere nemmeno sottoposti a controlli sanitari al momento dello sbarco. Qualche giorno fa è accaduto a due ragazzi italiani che, partiti dalla Cina, hanno transitato indisturbati a Bankgok. Anche una donna partita da Pechino e passata per Mosca ha dichiarato che né durante le ore trascorse nell'aeroporto della capitale russa né al "da Vinci" ha visto l'ombra di un medico o di un operatore sanitario".

Il blocco aereo, dunque, si riduce a quello che è: una misura di facciata, per placare le ansie dei cittadini-elettori. Perché i cinesi, anche dall'area di Wuhan, in realtà continuano ad arrivare senza controlli medici in Italia passando "da Doha, Abu Dhabi e Dubai, grazie a Qatar Airways, Etihad Airways e Emirates Airways".



Coronavirus, 4 regioni del Nord: «Isolamento per alunni che tornano da Cina».
Lunedì 3 Febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/mondo/coron ... 25804.html

L'aereo con i 56 italiani tra cui sei bambini provenitenti da Wuhan è atterrato stamani a Pratica di Mare, alle porte di Roma. Si tratta del Boing KC767A del 14esimo stormo dell'Aeronautica Militare. La febbre ha impedito l'imbarco a un ragazzo di 17 anni che è quindi rimasto in Cina. Altri 23 sono rimasti a Wuhan volontariamente. Gli italiani, una volta sottoposti a un primo screening medico anti-Coronavirus, sono stati trasferiti alla città militare della Cecchignola dove trascorreranno quattordici giorni in quarantena. Intanto il premier Giuseppe Conte è staato all'ospedale Spallanzani di Roma per incontrare il direttore sanitario e i ricercatori che hanno isolato il coronavirus, secondo quanto si apprende.

Quattro regioni scrivono al ministro. I governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. «Non c'è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, nè tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso», dice il Presidente del Veneto, Luca Zaia.

Iss: nessun rischio. Le misure adottate rispetto al rischio legato al coronavirus «tutelano la salute dei bambini e della popolazione». Lo afferma l'Istituto superiore di sanità (Iss). Oggi i governatori di Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che hanno chiesto al ministro della Salute che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. Al momento, rileva l'Iss, «l'Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate».

Si sta inoltre procedendo al rafforzamento degli organici del personale medico nei porti e negli aeroporti italiani e sono allo studio misure finalizzate al controllo anche sui voli di transito indiretti dalla Cina. Sono alcune delle azioni, secondo quanto si apprende, sulle quali sta lavorando il ministero della Salute, la cui task-force per l'emergenza coronavirus si è riunita anche questa mattina.

Grazie alle donne e agli uomini delle #ForzeArmate che come sempre si fanno trovare pronti. Atterrato a Pratica di Mare l'aereo militare che ha riportato a casa i nostri connazionali da #Wuhan. Ora riceveranno ogni assistenza nelle strutture allestite dalla Difesa per l'emergenza pic.twitter.com/RZ9akMAhJJ

Spallanzani, test megativo sull'irlandese. Un nuovo paziente è arrivato nella tarda serata di ieri all'ospedale Spallanzani di Roma «in condizioni compromesse e attualmente si trova in rianimazione». I test effettuati hanno escluso il coronavirus. Al paziente è stato somministrato il test del Coronavirus in via del tutto precauzionale. Si tratta di un cittadino irlandese, anziano, che si trovava in crociera nel Mediterraneo.

In tutto sono ora 39 i pazienti sotto osservazione nell'ospedale romano, compresi i due cinesi che hanno contratto il virus. Venti fanno parte della comitiva della coppia. Le loro condizioni di salute sono buone e resteranno in quarantena fino al termine del periodo previsto dalle procedure. Sono invece già stati dimessi 20 pazienti dopo il risultato negativo dei test. Tra questi ci sono l'uomo di nazionalità rumena e la donna di nazionalità cinese residente a Frosinone.

Salgono ancora i contagi, cresce il numero dei morti ma, a un ritmo superiore, aumenta anche il numero di chi è guarito dall'infezione da coronavirus. Il totale delle persone ricoverate e dimesse in tutto il mondo dopo essere state colpite dal virus nato in Cina è salito a 530, più di cento in più nel giro di 24 ore, mentre i morti nello stesso arco di tempo sono aumentati di poco più di cinquanta unità. Un ritmo di crescita più che doppio che offre un segnale di ottimismo rispetto alla possibile evoluzione della malattia. È quanto si rileva dai dati della mappa online sviluppata dal Center for Systems Science and Engineering della statunitense Johns Hopkins University. Allo stesso tempo, tuttavia, la curva di crescita dei contagi tracciata dal sito si presenta leggermente più ripida negli ultimi giorni, sintomo di un'ulteriore accelerazione del contagio. La mappa della diffusione della malattia, che segna in rosso le zone colpite, disegna un enorme cerchio scarlatto sulla Cina, dove naturalmente si registra il maggior numero di malati: 17.306 su un totale globale arrivato a quota 17.489. Nel resto del mondo, una serie di pallini di dimensioni diverse, ma tutti molto più piccoli, marchiano un totale di 27 Paesi coinvolti (il conteggio di Hong Kong è considerato a parte rispetto alla terraferma cinese). Fuori dalla Cina, il più colpito resta il Giappone, con 20 casi confermati e nessun nuovo contagio nell'ultima giornata. Seguono la Thailandia, Singapore, Hong Kong, Corea del Sud, Australia e Stati Uniti. Il primo Paese europeo nella classifica è la Germania, con 10 casi, seguita dalla Francia (6) e dall'Italia, con i suoi due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani. Come fonti per l'elaborazione, il sito cita i dati dell'Oms, dell'americano Centers for Disease Control and Prevention, dello European Centre for Disease Prevention and Control, e delle cinesi Nhc e Dhc.



Anche di fronte all'emergenza coronavirus la sinistra preferisce buttarla sul razzismo
Atlantico Quotidiano
Federico Punzi
10 Feb 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... XsUP8pO1ns

Mentre aumentano i dubbi sull’attendibilità dei numeri ufficiali del contagio diffusi da Pechino, la domanda ora diventa: ci possiamo fidare dell’Oms?

Ridotta all’osso, la questione si può riassumere così: siccome la richiesta di isolare studenti di ritorno dalla Cina era arrivata dai governatori leghisti delle regioni del nord, governo e stampa allineata l’hanno buttata sul razzismo, salvo poi dover correre (parzialmente e tardivamente, come vedremo) ai ripari.

Mentre qui ci stiamo ancora chiedendo se sia discriminatorio o se viola il diritto allo studio lasciare a casa per 14 giorni bambini e ragazzi di ritorno dalle zone a rischio, nei giorni scorsi una ottantina di studenti italiani sono rientrati da diverse località della Cina facendo due scali (Hong Kong e Londra) per aggirare il blocco dei voli. E dopo diversi giorni, solo ieri i giornali si sono accorti del caso di una famiglia taiwanese (padre, madre e i due figli) risultata positiva al coronavirus una volta rientrata a Taiwan, dopo aver girato per una decina di giorni in Italia, in Toscana e a Roma…

Prima la sottovalutazione, poi l’allarmismo, con il blocco dei voli Italia-Cina e l’emergenza nazionale. Questo l’atteggiamento schizofrenico del governo italiano, ma anche dei media mainstream, alle prese con l’emergenza globale coronavirus. Poi, ancora, giorni e giorni in cui tutti – politici, giornali e talk show – sembravano preoccuparsi più di insignificanti (e a volte fake) episodi di discriminazione nei confronti della comunità cinese che della pericolosità del virus e della inaffidabilità dei numeri ufficiali provenienti da Pechino e dall’Oms – di cui si parla ormai apertamente anche sui più autorevoli organi di stampa internazionali sulla base di reportage e testimonianze dirette. Giorni culminati addirittura con una visita del presidente della Repubblica Mattarella in una scuola di Roma frequentata da molti bambini cinesi. Per dimostrare cosa? Quanto fosse ingiustificata e discriminatoria la richiesta dei governatori di alcune regioni (guarda caso della Lega) di tenere a casa per 14 giorni bambini e ragazzi di “qualsiasi nazionalità” di ritorno dalle zone della Cina colpite dall’epidemia.

Fino a sabato, quando il Ministero della salute dirama una circolare che pur ribadendo il “diritto inalienabile di bambini e ragazzi, di qualsiasi nazionalità, di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario”, dispone tuttavia che, “in uno spirito di massima precauzione, il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento favorisce una permanenza volontaria fiduciaria a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina”. Insomma, bambini e ragazzi di ritorno dalla Cina assenti giustificati (e monitorati) fino a 14 giorni.

I governatori cantano vittoria – comprensibilmente, perché la circolare dimostra che la loro richiesta era più che fondata – ma a ben vedere la disposizione è tardiva (di almeno una decina di giorni), ipocrita (perché scarica su famiglie e scuole la decisione di “attivare” l’Asl di riferimento) e insufficiente (perché rischia di determinare comportamenti non omogenei a livello nazionale, diversi addirittura da scuola a scuola).

Si tratta comunque di un’implicita ammissione che la misura, tacciata di discriminazione quando a proporla erano stati i governatori di alcune regioni, è invece opportuna e, quindi, tardiva.

E arriva, guarda caso, poche ore dopo un contagio molto preoccupante. In Alta Savoia sono risultati positivi al coronavirus 5 cittadini britannici, tra cui un bambino di 9 anni, che per quattro giorni hanno condiviso con un altro britannico di ritorno da Singapore uno chalet nella località sciistica di Contamines-Montjoie. Le autorità francesi hanno subito disposto la chiusura per accertamenti delle due scuole frequentate dal bambino.

Allarmante la tempistica. L’uomo è tornato nel Regno Unito il 28 gennaio e il virus gli è stato diagnosticato giovedì 30. A Contamines-Montjoie era arrivato il 24 gennaio, dopo essere rimasto a Singapore per soli tre giorni, dal 20 al 23, quando i casi confermati di coronavirus nella ex colonia britannica erano appena 3! Dunque, o è stato incredibilmente sfortunato, oppure il numero dei contagiati era già allora enormemente superiore. E i casi come questo, che autorizzano a dubitare fortemente dell’attendibilità dei numeri ufficiali, sono all’ordine del giorno. Basti pensare che su 56 italiani evacuati da Wuhan la scorsa settimana uno era positivo, così come uno dei 9 cittadini belgi rientrati. Anche qui: coincidenza terribilmente sfortunata, o forse a Wuhan il rapporto un contagiato ogni 60 abitanti è più realistico? Coinciderebbe, infatti, con le stime degli studi pubblicati nei giorni scorsi su The Lancet di cui abbiamo parlato la scorsa settimana su Atlantico.

Sorprende, ma non più di tanto, che molti di coloro che si battevano per escludere dalle scuole i bambini non vaccinati, per giorni si siano opposti, sulla base di una inesistente discriminazione, a tenere per 14 giorni a casa bambini e ragazzi di ritorno dalla Cina. È rimasto invece coerente con se stesso, gli va dato atto, l’idolo dei “competenti” e icona della battaglia pro-vax, il virologo Roberto Burioni, che ritiene che al momento l’unico modo efficace per difenderci dal coronavirus sia l’isolamento per 14 giorni di chiunque arrivi dalla Cina – adulti e bambini, italiani, europei o cinesi. Come spiega su Medical Facts, controllare i passeggeri negli aeroporti è importantissimo, ma non sufficiente. Come dimostrano molti casi, come quelli del britannico in Alta Savoia o della famiglia taiwanese, il periodo d’incubazione è tale da permettere a un viaggiatore di partire e arrivare sano e di ammalarsi a destinazione, diffondendo il contagio nei suoi spostamenti.

Ma Burioni è anche l’unico scienziato in Italia a mettere esplicitamente in dubbio l’attendibilità dei numeri ufficiali sul contagio diffusi da Pechino. Il professor Neil Ferguson, direttore del Jameel Institute for Disease and Emergency Analytics dell’Imperial College di Londra ha avvertito in una recente intervista che i casi di infezione riportati in Cina potrebbero essere solo il 10 per cento del totale, che ogni giorno potrebbero essere contagiate 50 mila nuove persone e che l’epidemia potrebbe raddoppiare ogni 5 giorni. Insomma, la situazione in alcune province cinesi potrebbe essere decisamente fuori controllo.

Emblematica del grave ritardo del governo di Pechino nel dare l’allarme ai suoi cittadini è la storia di un architetto cinese contagiato, e guarito, riportata ieri sul Wall Street Journal. Solo poche ore di permanenza a Wuhan sono bastate al trentenne Shen Wufu per contrarre il coronavirus il 18 gennaio, due giorni prima che fosse confermata dalle autorità la possibilità di contagio da uomo a uomo e decretata l’emergenza nazionale con le conseguenti misure di precauzione. Nei giorni successivi ha viaggiato in altre città causando la quarantena di 40 persone con le quali era stato in contatto. Come lui, nelle settimane e nei giorni precedenti il 20 gennaio, è ragionevole supporre che abbiano viaggiato in lungo e largo per tutto il Paese e senza precauzioni milioni di persone.

Se come abbiamo già osservato nell’articolo di lunedì scorso possono essere molteplici i fattori che rendono non credibili i numeri del contagio diffusi dalle autorità cinesi, dovrebbe essere responsabilità dell’Oms fare piena luce su quanto sta realmente accadendo in Cina, fornire stime realistiche alle autorità sanitarie degli stati membri, anche impiegando propri uomini sul campo. Al contrario la sensazione, a partire dagli encomi ingiustificati rivolti a Pechino, è che almeno nei suoi vertici l’Oms sia collusa, che stia gestendo “politicamente” l’emergenza per non irritare l’influente Cina, a danno della propria credibilità e indipendenza. Ora ha addirittura avviato una campagna contro le immancabili fake news e teorie cospirazioniste, ma se ad essere fake fossero i numeri ufficiali del contagio? Possiamo ancora fidarci dell’Oms?
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » gio feb 27, 2020 5:54 am

Coronavirus, nave da crociera italiana respinta da due porti ai Caraibi
26 febbraio 2020

https://gds.it/articoli/mondo/2020/02/2 ... 6XhgdD3JFI


Una nave da crociera italiana, la Msc Meraviglia, è stata respinta da due porti nei Caraibi, in Giamaica e alle Isole Cayman, per paura del coronavirus. Un membro dell’equipaggio non sarebbe in buone condizioni di salute. Lo riporta il New York Times.

Sulla nave oltre 4.500 passeggeri e 1.600 membri dell’equipaggio. Era arrivata martedì mattina al porto di Ocho Rios, in Giamaica, proveniente da Miami.

Il divieto di sbarco è scattato quanto il comandante ha comunicato lo stato influenzale di una delle persone a bordo. Stessa situazione al porto di Georgetown alle Cayman.

«Nessun caso di coronavirus è stato segnalato a bordo di MSC Meraviglia o di qualsiasi altra nave della flotta di MSC Crociere», annuncia in una nota la Msc dicendosi «rammaricata» che ieri le autorità giamaicane «abbiano ritardato di molte ore la decisione di dare alla nostra nave l'autorizzazione necessaria per lo sbarco dei passeggeri», come hanno fatto anche le autorità di Grand Cayman «senza nemmeno rivedere le cartelle cliniche fornite dalla nave».

La nave ora - si precisa - è in navigazione verso la prossima tappa prevista a Cozumel in Messico. «Il membro dell’equipaggio a cui è stata diagnosticata l’influenza stagionale comune è in condizioni stabili, riceve trattamenti e farmaci antivirali ed è ora privo di febbre ed è quasi guarito», prosegue la nota, sottolineando che «per precauzione è stato isolato dagli altri membri dell’equipaggio e dagli ospiti sin dal primo momento in cui si sono verificati i sintomi e rimmarrà in isolamento fino a quando non sarà completamente guarito. Nessun altro caso di influenza di tipo A è stato segnalato a bordo di Msc Meraviglia».

La compagnia precisa che «tutti gli ospiti e l’equipaggio di Msc Meraviglia sono stati sottoposti a screening individuale al momento dell’imbarco, approfondendo sia lo storico dei loro viaggi che le condizioni di salute. MSC Crociere infatti impedisce l’imbarco a chiunque - sia equipaggio sia ospiti - che abbia viaggiato da, verso o attraverso la Cina continentale, Hong Kong o Macao, nonché a persone che negli ultimi 14 giorni hanno viaggiato da, verso o attraverso uno dei comuni che sono soggetti a quarantena nell’Italia settentrionale. Inoltre, tutte le navi MSC Crociere effettuano anche screening pre-imbarco individuali con telecamere termiche per identificare ospiti o membri dell’equipaggio con sintomi come febbre, brividi, tosse o difficoltà respiratorie. Anche in questi casi l’imbarco viene negato».




Lombardia, presentato esposto contro Conte e Speranza
mercoledì, 26, febbraio, 2020

http://www.imolaoggi.it/2020/02/26/lomb ... BfCSH3Dcyw

Agenpress – L’Avvocato Giampaolo Berni Ferretti, consigliere del Municipio 1 di Milano eletto nelle liste di Forza Italia ha depositato stamattina un esposto contro il Ministro della Sanità Roberto Speranza e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte relativamente alle misure prese per prevenire la diffusione Corona Virus prima che arrivasse in Italia.

“Milano sta pagando e pagherà un prezzo salatissimo per i provvedimenti durissimi adottati per limitare il contagio di Corona virus.” dichiara “Stanno saltando pezzi dell’economia cittadina come il settore turistico e fieristico costruiti in anni di lavoro delle passate giunte e non sarà banale rimetterli in piedi. Ecco perché come amministratore di questa città ritengo giusto mettere al suo servizio le mie competenze giuridiche e ho informato con un esposto la Procura della Repubblica delle dichiarazioni rese alla stampa dal membro del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e Ordinario di Igiene alla Università Cattolica Walter Ricciardi.

Il docente secondo un importante testata web avrebbe dichiarato “Abbiamo chiuso i voli una decisione che non ha base scientifica, e questo non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto fare scalo e arrivare da altre località” e avrebbe inoltre dichiarato che l’Italia avrebbe dovuto quindi muoversi come hanno già fatto altri Paesi come Francia, Germania e Regno Unito che «seguendo l’Oms, non hanno bloccato i voli diretti e hanno messo in quarantena i soggetti a rischio».

La questione che si pone qui mi pare sia il fatto che con diverse misure che erano state richieste da organismi internazionali competenti il contagio poteva essere a livelli più sostenibili evitando il grosso del danno economico (e sanitario) che stiamo subendo.

Questa responsabilità non è a capo della sanità lombarda ma se ci fosse sarebbe a carico del Ministro della sanità e del Presidente del Consiglio”.

Il segretario della Associazione per l’Iniziativa Radicale “Myriam Cazzavillan” Gianni Rubagotti aggiunge “Milano ha circa 200 eletti fra Comune e Municipi e io ho chiesto ad alcuni di loro se le affermazioni di Ricciardi non meritassero di essere sottoposte non solo alla opinione pubblica ma anche alla Procura. Ringrazio Giampaolo Berni Ferrettu per essere stato l’unico ad essersi preso a cuore la questione.

Mi viene da chiedere dove sono i parlamentari che hanno coinvolto la magistratura contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, magari anche giustamente.

Credo che dobbiamo tutti cooperare con i provvedimenti presi e collaborare, ma questo non significa ignorare eventuali responsabilità politiche. E magari non solo politiche” AGENPRESS



Dopo che i mancati provvedimenti tempestivi di questo demenziale governo a tutela della salute pubblica hanno causata una rapida diffusione del virus in Italia, specialmente in Lombardia, provocando la messa in quarentena dell'Italia da parte del Mondo intero, causando il blocco parziale dell'economia milanese, lonbarda e italiana con un danno economico rilevantissimo,
abbiamo il caso del Presidente della Lombardia il leghista Fontana che dopo aver aspramente e giustamente criticato il governo per non aver preso per tempo i corretti provvedimenti per evitare e contenere il contagio, sperando infantilmente e stupidamente di attenuare la portata del danno si è accodato al governo nella disinformazione che il coronaviruis è poco più di una semplice e ordinaria influenza che non ha alcun senso temere, però oggi che una sua collaboratrice si è scoperta infettata dal virus si è messo in quarantena anche lui.



Coronavirus, Fontana in auto-isolamento: una collaboratrice positiva al virus
25 febbraio 2020

http://www.ansa.it/canale_saluteebeness ... ecfff.html

Una collaboratrice del governatore della Lombardia Attilio Fontana è risultata positiva al coronavirus e lui andrà in auto-isolamento. "Da oggi qualcosa cambierà - dice in un video su Facebook, rendendo noto il caso di positività della sua collaboratrice - perché anche io mi atterrò alle istruzioni date dall'Istituto Superiore della Sanità, per cui per due settimane cercherò di vivere in sorta di auto-isolamento che soprattutto preservi le persone che lavorano con me".

L'ANNUNCIO DI ATTILIO FONTANA SU FACEBOOK

"Oggi ho già passato tutta la giornata indossando per precauzione la mascherina e continuerò a farlo nei prossimi giorni per evitare che qualcuno, se mai dovessi positivizzarmi, possa essere da me a sua volta contagiato", spiega ancora Fontana. "Quindi quando mi vedrete nei prossimi giorni in questo modo non spaventatevi - aggiunge indossando in un video su Facebook la mascherina - Sono sempre io e sono pronto a difendere tutti gli altri lombardi che verranno in contatto con me da ogni possibile infezione". "Io mi auguro che ce ne sarà bisogno per poco tempo - conclude - perché sono convinto che con l'impegno che stiamo mettendo noi e stanno mettendo tutti i cittadini nello spazio di pochi giorni riusciremo a rallentare la diffusione del virus e poi a interromperla. Io comunque ce la metto tutta e sono fiducioso del lavoro che stiamo facendo".



Se non bastassero il demenziale governo demosinistro che con la sua irresponsabilità criminale e il povero leghista Fontana costretto alla quarentena e accodatosi al governo nel cercare di tranquilizzare la gente raccontando la storiella che si tratterebbe di una poco più che normale influenza, abbiamo anche il caso di un demenziale e irresponsabile, probabilmente anche lui demosinistro, medico di Genova che starnazza al vento come secondo lui, stando ai giornali, non sarebbe morto nessuno per il coronavirus e che non si trattarebbe di una epidemia pericolosa e mortale ma di una banale influenza sia pur con un nuovo virus e che i morti morti sarebbero morti lo stesso anche senza il corona virus, e che non bisogna preoccuparsi, che non serve mettersi in quarantena e di conseguenza è inutile fermare l'economia e il paese.
Proprio come se la realtà dei fatti e delle cose si potesse cambiare con le parole, cambiando le parole e mentendo alla gente.
Il Mondo intero è mobilitato e l'OMS ha dichiarato lo stato d'emergenza eppure questo individuo starnazza che non è morto nessuno per il coronavirus.
Questo medico andrebbe rimosso dal suo incarico.



L’infettivologo Bassetti: «In Italia non è morto nessuno di coronavirus, basta bollettini di guerra»
26 febbraio 2020

https://www.riviera24.it/2020/02/linfet ... mKKmbTgjQE

Il primario del San Martino insiste con la linea anti allarmismo: «Ci stiamo facendo del male da soli, non si può fermare un paese»
Genova. «Dobbiamo essere tranquillizzanti, come sono stato fin dall’inizio. Il coronavirus è più simile all’influenza che alla pesta bubbonica». Nervi saldi e mente lucida, Matteo Bassetti ripete la stessa cosa da giorni. E lo fa a costo di contraddire molti suoi colleghi che utilizzano ben altri toni. Dall’ospedale San Martino, dove dirige la clinica di malattie infettive (carica che affianca a quella di presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva), ha risposto in diretta alle domande dei lettori di Genova24.it.
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Re: Coronavirus

Messaggioda Berto » gio feb 27, 2020 9:59 am

Povera Italia, in che mani è finita : mentre il Governo bloccava i voli dalla Cina il Ministero degi Esteri dava istruzioni su come eludere il blocco. Capito ora perché ci siamo riempiti di contagiati ?


Coronavirus, Dalila: "Tornata dalla Cina senza alcun controllo"
25 febbraio 2020
https://www.iene.mediaset.it/video/coro ... ktTNCWRXio
Il governo italiano ha deciso il blocco dei voli da e per la Cina, ma Dalila è riuscita comunque a rientrare facendo scalo a Bangkok. "Me l'ha suggerito la Farnesina", dice. Ismaele La Vardera è andato a incontrarla per raccogliere la sua testimonianza e l'ha poi accompagnata in ospedale per farla sottoporre al tampone: per fortuna non ha il coronavirus!



Il governo del niente che viola i diritti umani, civili e politici dei cittadini italiani.



GIUSEPPE CONTE SECONDO MARCELLO VENEZIANI
26 febbraio 2020
Mari D'Elsa

https://www.facebook.com/mari.delsa.7/p ... 2945212143

Marcello Veneziani

"Giuseppe Conte non è. Non è un leader, non è un eletto, non è un politico, non è un tecnico, non è nulla. È il Nulla fatto premier. E lo conferma ogni giorno adattandosi come acqua corrente alle superfici che incontra. È la plastica rappresentazione che la Politica, dopo lo Scarso, lo Storto, il Pessimo, ha raggiunto lo Zero, la rappresentazione compiuta del Vuoto.

Luogotenente del Niente, Conte è oggi il fenomeno più avanzato della politica dopo i partiti, i movimenti, le ideologie, la politica e l’antipolitica, i tecnici e i populisti, le élite e le plebi. È la svolta avvocatizia della politica che pure è da sempre popolata di avvocati: ma Conte non scende in politica, assume solo da avvocato l’incarico di difendere una causa per ragioni professionali; ma i clienti cambiano e così le cause. Andrebbe studiato nelle università del mondo perché segna un nuovo stadio, anonimo e postumo della politica. Non si può esprimere consenso né dissenso nei suoi confronti perché non c’è un argomento su cui dividersi; lui segna la fine del discorso politico, la fine della decisione, la fine di ogni idea, di ogni fatto. È la somma di tante parole usate nel gergo istituzionale, captate e assemblate in un costrutto artificiale. È lo stadio frattale del moroteismo, il suo dissolversi. Ogni suo discorso è un preambolo a ciò che non accadrà, il suo eloquio è uno starnuto mancato, di cui si avverte lo sforzo fonico e il birignao istituzionale ma non il significato reale. Altri semmai decideranno, lui si limita al preannuncio.

Ogni volta che un tg apre su di lui, non c’è la notizia, è solo una presenza che denota un’assenza; si spalanca una finestra nel vuoto. I fatti separati dalle opinioni, si diceva; lui è nello spazio intermedio dove non ci sono i fatti e non ci sono le opinioni. Dopo che Conte avrà parlato lascerà solo una scia di silenzi e di buchi nell’acqua. Non darà risposte, sceneggerà un ruolo e dirà lo Zero virgola zero. Nelle sue citazioni saccenti vanifica l’autore citato, lo rende vuoto e banale come lui. Conte non rientra in nessuna categoria conosciuta, eppure abbiamo avuto una variegata fauna di politici al potere. Lui non è di parte, eccetto la sua, è piovuto dal cielo in una sera senza pioggia.

Conte è portatore sano di politica e di governo, perché lui ne è esente. È contenitore sterile di ogni contenuto. Non ha una sua idea; quel che dice è frutto del luogo, dell’ora e delle persone che ha di fronte. Parla la Circostanza al suo posto, la Circumstancia, per dirla con Ortega y Gasset; Conte è la somma dell’habitat in cui è immesso, traduce il fruscio ambientale in discorso.

Figurante ma senza neanche figurare in un ruolo, è l’ologramma di una figura inesistente, disegnato in piattaforma come un gagà meridionale degli anni 50. Un po’ come Mark Caltagirone, il fidanzato irreale di Pamela Prati; è solo una supposizione. Trasformista, a questo punto, sarebbe già un elogio, comunque un passo avanti, perché indicherebbe un passaggio da uno stadio a un altro. Conte, invece, è solo la membrana liquida che di volta in volta riveste la situazione, producendo un molesto acufene in forma di eloquio. Conte cambia voltura a ogni utente e rispetto a ogni gestore (non fu un caso nascere a Volturara).

Conte è fuoco fatuo, rappresentazione allegorica del niente assoluto in politica, ma a norma di legge. Quando apparve per la prima volta dissero che aveva alterato il curriculum e in alcune università da lui citate non era mai stato, non lo conoscevano; ma Conte è un personaggio virtuale, il curriculum può allungarsi, allargarsi, restringersi secondo i desiderata occasionali.

Conte non ha una storia, non ha eredità e provenienze, non ha fatto nessuna scalata. È stato direttamente chiamato al Massimo Grado col Minimo Sforzo, anzi senza aver fatto assolutamente nulla. Una specie di gratta e vinci senza comprare nemmeno il biglietto, anzi senza aver nemmeno grattato. Da zero a Palazzo Chigi. Come Gregor Samsa una mattina si svegliò scarafaggio, lui una mattina si svegliò premier. Un postkafkiano.

Conte è di momento in momento di centro di destra di sinistra cattolico laico progressista, medieval-reazionario con Padre Pio, democratico-global con Bergoglio, fido del sovranista Trump e al servizio degli antisovranisti eurolocali; è genere neutro, trasparente, assume i colori di chi sta dietro. Un passe-partout. Il Conte Zelig, come lo battezzammo agli esordi, ha assunto di volta in volta le fattezze gradite a tutti i suoi interlocutori: merkeliano con la Merkel, junckeriano con Juncker, trumpiano con Trump, macroniano con Macron, chiunque incontra lui diventa quello; è lo specchio di chi incontra. In questa sua capacità s’insinua e manovra.

Conte non dice niente ma con una faticosa tonalità che sembra nascere da uno sforzo titanico, la sua parlata cavernosa e adenoidea è una modalità atonica, priva di pensieri o emozioni, pura espressione vanesia di un dire senza dire, il gergo della premieralità. Il suo vaniloquio è simulazione di governo, promessa continua di intenti, rinvio sistematico di azioni; è un riporto asintomatico di pensieri, la somma di più uno e meno uno. Indica con fermezza che si adatta a tutto e non comunica niente.

Dopo Conte non c’è più la politica; c’è la segreteria telefonica, il navigatore di bordo, la cellula fotoelettrica. Il drone. Conte però ha una funzione, e non è solo quella di cerniera lampo tra sinistra e M5S, punto di sutura tra establishment e grillini. È la spia che la politica non c’è più, nemmeno nella versione degradata più recente. Lui è oltre, è senza, è il sordo rumore del nulla versato nel niente."
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