Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

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Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:11 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:12 pm

Le immigrazioni clandestine e non non sono fenomeni e processi che si debbono subire senza opporsi



Walter Luvisotto
Ci siamo rassegnati al disumano? L' obiettivo generale della politica del Governo è chiaro. Per ridurre gli arrivi dalla Libia, è necessario rafforzare le capacità operative della polizia e della guardia costiera libica, in modo che siano in grado in primis di impedire le partenze, e comunque di intercettare le imbarcazioni dirette verso l’Italia, operando in nostra vece quei respingimenti in alto mare che dopo la notissima sentenza Hirsi della Corte Edu (2012) non possiamo più realizzare direttamente. Ovvio che in questo quadro, le imbarcazioni delle Ong rappresentano un un fattore di intralcio. Il Governo non può impedire d’imperio le condotte di soccorso, tanto più che esse vengono compiute in acque internazionali e da imbarcazioni che non battono la nostra bandiera. Il segnale che si vuole trasmettere, però, è molto chiaro: la finalità di salvare vite in mare deve essere ricondotta all’interno dell' esigenza di ridurre il numero degli sbarchi dalla Libia. Dunque le attivita' delle Ong vanno ricondotte all'interno di un limite che la stessa autorita' italiane intendono riconoscerle.
Il respingimento riduce in modo drastico gli arrivi e soprattutto non fa porre alcun interrogativo che obietti alla condizione dei migranti nei gironi danteschi ove questi soggetti vengono respinti. Ogni discorso che intenda affermare l’insostenibilità etica per una democrazia di collaborare con chi ha responsabilità dirette in violenze e torture terribili, è destinato ad essere travolto come ipocrita da considerazioni facilmente condensabili nello slogan per cui “non possiamo accoglierli tutti». Una brutta pagina della storia dell' Europa e dell' Italia. Il cinismo con cui viene gestito il fenomeno delle morti in mare e delle torture nei campi libici sarà una macchia indelebile per il continente che rappresenta la patria dei diritti fondamentali.
https://www.facebook.com/groups/1913650 ... &ref=notif

Alberto Pento
Il disumano è chi sostiene queste demenzialità criminali politicamente corrette come l'invasione clandestina e altri crimini fatti passare per diritti:
L'invasione clandestina è un crimine grave contro l'umanità, la nostra umanità e i nostri diritti umani, universali, naturali, civili e politici
Non esiste il diritto
- a mentire, diffamare e calunniare
- a minacciare, intimidire e demonizzare per sopraffare e depredare
- a depredare, derubare, rapinare, truffare, ricattare, estorcere il prossimo
- a ridurre gli altri in schiavitù con qualsiasi mezzo: minaccia, violenza, ricatto, obblighi falsamente legali
- a stuprare
- al matrimonio forzato dalla minaccia e dalla violenza fisica e sessuale
- a violare il domicilio e la proprietà altrui
- a violare la sovranità territoriale dei paesi altrui
- ad aggredire militarmente i paesi altrui
- a violare i diritti umani, universali, naturali, civili e politici del prossimo e dei cittadini degli altri paesi o nazioni o stati
- ad essere soccorsi, accolti, ospitati e mantenuti dagli altri a prescindere dalla loro volontà sovrana e dalla loro libera scelta e dalle loro possibilità e dalle compatibilità culturali, ideologiche, religiose, politiche
- ad abusare delle convenzioni e dei trattati internazionali sul succorso in mare e sull'asilo politico e la protezione umanitaria
- a costringere chichessia, qualcuno o un paese qualsiasi ad accogliere chichessia, in maniera forzata, scriteriata e indiscriminata, specialmente se sconosciuto, non gradito, civilmente incompatibile e potenzialmente pericoloso, nella sua casa o nel suo paese contro la sua volontà e la sua libertà in nome di queste convenzioni e di questi trattati internazionali
- a impedire la legittima difesa all'aggressione personale, alla violazione della proprietà e del domicilio e all'invasione del territorio nazionale; legittima difesa che si esplica attraverso la naturale e saggia diffidenza, il respingimento, l'internamento di sicurezza, il controllo preventivo, la verifica delle cose tra cui la natura, i documenti, le intenzioni, la pericolosità e le compatibilità, l'espulsione


Alberto Pento
Se i criminali clandestini continuano ad andare volontariamente il Libia per poi farsi trasferire illegalmente in Europa significa che i disagi a cui possono essere sottoposti in Libia sono per loro sopportabili ed in ogni caso sono affari esclusivamente loro e le pene-i malanni-i disagi-le eventuali violenze che subiscono (tutte da dimostrare) sono conseguenze dei loro comportamenti delittuosi nei nostri confronti.
Noi non abbiamo assolutamente alcun dovere e alcuna responsabilità su come vengono trattati e accettano di farsi trattare e sulle morti in mare dei clandestini che ci lasciano le penne nel compimento della loro criminale invasione clandestina.
Chi si fa complice a "fin di bene" dell'invasione clandestina è un criminale e come tale andrebbe trattato.

Walter LuvisottoAutore
Alberto Pento La demenzialità sta nel non creare canali legali di immigrazione, sottraendoli alle logiche dei mercanti. Si preferisce colpire ipocritamente le ONG ( che sostituiscono Frontex) per affidare ai Paesi del Nord Africa ( dove non esistono diritti umani e civili) il compito di effettuare i respingimenti e creare i lager dove ospitarli. Naturalmente occhio che non vede, cuore che non duole.


Alberto Pento
Walter Luvisotto Lei scrive demenzialità.
L'immigrazione legale (con i documenti in regola, i permessi, i visti, i contratti di lavoro e le visite mediche o per turismo con i soldi) esiste da sempre, è quella illegale, clandestina, parassitaria e criminale che attraversa il mare sui barconi a nostre spese e danno che va fermata assolutamente e non certo legalizzata, la legalizzazione sarebbe un aggravante altrettanto criminale. A me personalmente di come vengono trattati in Libia i criminali clandestini, non mi importa nulla (ma proprio nulla), non rientra in alcun modo nelle mie responsabilità civili e nei miei doveri umani, le vicende dei criminali clandestini non toccano alcuna corda della mia umanità e non smuovo di un palpito il mio cuore.
Legalizzare la clandestinità o la immigrazione parassitaria (delinquenziale e terroristica nazi maomettana) è un doppio crimine contro l'umanità nei nostri confronti, la nostra umanità.


Nicoletti Valerio
Alberto Pento bravissimo

PRINCIPI
Giovanni Bernardini
14 novembre 2022

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 3441282848

Val la pena di ribadirlo: il problema della immigrazione clandestina si risolve, o si rende meno grave, intervenendo sulle partenze, per bloccarle o ridurle sensibilmente in accordo con gli stati nord africani. Il contrasto alle ONG da questo punto di vista NON è il fattore decisivo e neppure il più importante. Però…
Però esistono quelle cosette un po’ strane che si chiamano principi.
Ridurre la politica ad una serie di questioni di principio è un pericoloso estremismo. Prescindere dai principi però corrompe in profondità uno stato.
Interrompere un rave party illegale non trasforma l’Italia nel paradiso della legalità, ma lasciarlo proseguire facendo finta di nulla significa farsi gioco della legalità.
Liberare rapidamente abitazioni illegalmente occupate non risolve i problemi della casa, ma è un atto dovuto nei confronti dei legittimi proprietari.
Contrastare le ONG nella loro pretesa di determinare la politica migratoria del nostro paese non risolve il problema della immigrazione clandestina, ma non farlo vuol dire trasformare l'Italia in una repubblica delle banane.
È pensabile che uno stato degno di questo nome permetta violazioni continue, palesi, effettuate alla luce del sole delle proprie leggi?
È accettabile che navi straniere non obbediscano alle intimazioni della guardia costiera e delle autorità portuali di uno stato sovrano? Si arroghino il diritto di entrare quando piace a loro nelle sue acque territoriali?
È tollerabile che chiunque possa occupare una altrui abitazione e tenersela per anni?
È accettabile che centinaia o migliaia di giovanotti organizzino concerti pubblici in violazione di ogni norma?
Ancora più in generale, è ammissibile che il governo di un paese straniero si arroghi il diritto di “vigilare” sul comportamento di chi gli italiani hanno liberamente scelto di votare?
La risposta a tutte queste domande è NO. Cose simili NON sono ammissibili, accettabili, tollerabili. Uno stato che le accetti rinuncia ad essere stato, si trasforma in una barzelletta. Le sue stesse istituzioni perdono valore e credibilità, diventano un orpello inutile e ridicolo.
È questo che vogliamo diventare? Uno stato che non si prende sul serio, che si fa gioco della sua stessa sovranità? L'Italia deve diventare una sorvegliata speciale, una colonia della Francia?
Voglio sperare di NO.
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Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:12 pm

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Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:13 pm

13)
Il demenziale sinistrato Paolo Mieli si scaglia contro l'alleanza anticlandestini tra Italia, Malta, Grecia e Cipro che sono i paesi europei più esposti nel mediterraneo. Paolo Mieli un giornalista sinistrato e politicamente corretto come il Sole24Ore che su molte questioni è assai ignorante, quando non bugiardo e manipolatore/ingannatore per ideologia politica e senza rispetto per noi e gli altri paesi europei che si difendono dall'invasione.
Secondo questo demenziale e scriteriato giornalista le popolazioni europee di queste terre non avrebbero alcun diritto-dovere a difendere i loro confini, il loro territorio dall'invasione dei clandestini proveniente dal mare e dall'Africa.


Ve la immaginate voi Malta senza più difese, invasa e occupata da centinaia di migliaia di clandestini afroasiatici e prevalentemente nazi maomettani?
Diventerebbe peggio del Libano e i maltesi europei e cristiani verrebbero depredati, cacciati o uccisi.
Così accadrebbe a Cipro che già ha grossi problemi con i turchi nazi maomettani.
Come la Grecia che confina con la Turchia da cui riuscì a liberarsi perdendo parte del suo territorio tra cui Cotantinopoli-Bisanzio divenuta Instanbul.
https://it.wikipedia.org/wiki/Grecia_ottomana

Perché Malta non soccorre e non accoglie?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2656
Perché Malta non soccorre e non accoglie profughi veri o finti, clandestini e mussulmani?
Perché a Malta, paese civile e umano, innanzi tutto valgono i diritti dei maltesi e perciò si difende la loro vita e la loro terra da qualsivoglia pericolo, danno o male.
Tale dovere umano, civile, morale, giuridico e politico è il primo dei doveri-diritti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: difendere e salvaguardare la propria gente e la propria terra.
Salvare e accogliere gli altri per mettere in pericolo e danneggiare la propria gente è demenziale e criminale e contrario ai Valori ai Doveri e ai Diritti Umani Universali, Naturali e Civili.
Malta è un'isoletta con poco più di 400 mila abitanti, se accogliesse irresponsabilmente e demenzialmente come l'Italia dopo un mese sarebbe distrutta e i maltesi ridotti in schiavitù o costretti ad andarsene dalla loro terra.
Se poi accogliesse anche mussulmani o nazisti maomettani i maltesi rischierebbero anche la guerra civile e lo sterminio. Basta usare il cervello per capire come stanno le cose.
Le leggi internazionali del mare non hanno alcun valore rispetto alla propria difesa e alla propria vita: si soccorre e si accoglie solo se si può e se ciò non comporta alcun male per chi soccorre e accoglie; soccorre e accogliere per farsi del male è demenziale e criminale e contro ogni diritto umano e internazionale.

Osservate il caso del Libano
e cosa è capiato al Libano cristiano quando sono arrivati i profughi nazi maomettani detti impropriamente palestinesi

Libano, l'invasione nazi-maomettana e Israele
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2769

Pensate al caso della Giordania
quando sono arrivati i profughi nazi maomettani detti impropriamente palestinesi

Settembre nero in Giordania
https://it.wikipedia.org/wiki/Settembre ... _Giordania
Il settembre del 1970 è noto nella storia araba come Settembre nero e viene talvolta indicato come l'"epoca degli eventi spiacevoli". Fu un mese in cui il Re hashemita Husayn di Giordania si mosse per reprimere un tentativo delle organizzazioni palestinesi di rovesciare la sua monarchia. L'attacco provocò pesanti perdite fra i civili palestinesi. Il conflitto armato durò fino al luglio del 1971.



Lo stesso accadrebbe in Israele se gli ebrei non la dìfendessero ogni giorno con il loro sangue come Stato nazionale ebraico e lasciassero che il loro paese venisse invaso e occupato dai nazi maomettani palestinesi e da tutti i nazi maomettani dei dintorni;
in tal caso Israele verrebbe distrutta e gli ebrei di nuovo cacciati dalla loro terra, sterminati e ridotti di nuovo alla dhimmitudine.
Vi sono molti ebrei e non ebrei sinistrati filo nazimaomettani che come Paolo Mieli per Malta, Cipro la Gercia e l'italia ne sarebbero felici.

Democrazia etnica, apartheid e dhimmitudine
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2558



Bene fanno anche i paesi di Visegrad:
Polonia, Ungheria, Cechia e Slovacchia a difendere i loro confini
https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_di_Visegr%C3%A1d

Invasione criminale della Polonia
viewtopic.php?f=194&t=2979


Ecco cosa scrivono questi demenziali cristiani filo bergogliani:

Fronte disumanitario. Italia, Grecia, Malta e Cipro contro le navi delle Ong
Vincenzo R. Spagnolo
12 novembre 2022

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... in-mare-ue

Intanto la Francia riattizza le tensioni e attacca Meloni: metodi inaccettabili. E attraversare il confine con la Francia è sempre più pericoloso per i profughi per la linea dura dell'Eliseo

Avrà il suo bel daffare la Commissione Europea, nel cercare di ricostruire un’intesa nel vertice straordinario, previsto per fine novembre e chiesto dal vicepresidente Margaritis Schinas per disegnare un «piano di emergenza» sulla questione dell’accoglienza ai migranti. Da ieri si è infatti allargato ad altri Stati il braccio di ferro inizialmente scoppiato solo tra Francia e Italia sulla questione dello sbarco dei naufraghi salvati dalle navi delle Ong. La linea rossa marca ancora una volta la distanza sull’annoso nodo dei mancati ricollocamenti fra i Paesi affacciati sul Mediterraneo, che ieri (con l’esclusione di Francia e Spagna) hanno sottoscritto una lettera congiunta di doglianze, e quelli dell’Est e del Nord Europa.

Per tutta risposta, da Parigi, è arrivata in serata la presa di posizione (in un’intervista a Le Parisien) della ministra degli Esteri Catherine Colonna: la crisi sui migranti , ha detto, «è una fortissima delusione, l'Italia non rispetta né il diritto internazionale, né il diritto marittimo». Inoltre, «il comunicato in cui Giorgia Meloni afferma, parlando a nome nostro, che spetta alla Francia accogliere i migranti», attacca Colonna, «è in totale contraddizione con quello che ci eravamo detti. Questi metodi sono inaccettabili».

La regola, argomenta la ministra francese, «è quella del porto più vicino e l'Ocean Vinking era vicina alla coste italiane. Tenuto conto dell'ostinato rifiuto, definito «scioccante» e «della mancanza di umanità dell'Italia, abbiamo accolto noi eccezionalmente la nave» . A suo parere, «i meccanismi europei di aiuto e di ripartizione dello sforzo di solidarietà funzionano». E «se l’Italia insiste con questo atteggiamento ci saranno conseguenze. Da parte nostra, abbiamo sospeso il dispositivo di ricollocamento dei migranti provenienti dall'Italia e rafforzato i controlli alle frontiere franco-italiane. Bisogna richiamare Roma al suo dovere di umanità. Sperando che comprenda il messaggio».

Dura nota dell’asse del Sud. A battere il primo colpo, nel pomeriggio, sono state Italia, Malta, Cipro e Grecia con una lunga nota, sottoscritta da tre ministri dell’Interno, fra cui l’italiano Matteo Piantedosi, e dal ministro greco per la Migrazione e l’Asilo. Nel documento, i quattro bollano come «increscioso e deludente» il numero di impegni di relocation assunti, una frazione «molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari». Il meccanismo è «lento» e incapace di alleggerire la pressione sugli Stati «di prima linea» sul Mediterraneo, che sostengono «l’onere più gravoso della gestione dei flussi» (nella sola Italia sono 90mila gli arrivi nel 2022) , con una pressione che mette «a dura prova il sistema di asilo e accoglienza».

L’affondo sulle Ong. In sintonia con la rigida posizione assunta dal governo italiano - che a breve potrebbe emanare misure restrittive, come sanzioni e sequestri degli scafi -, la nota auspica una stretta europea sull’operato delle navi umanitarie. In attesa di un meccanismo di condivisione degli oneri «efficace, equo e permanente», si legge, «non possiamo sottoscrivere l’idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti», con un modus operandi di «non in linea» con lo «spirito della cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue».

Italia, Grecia, Malta e Cipro ritengono «urgente e necessaria una discussione seria su come coordinare meglio queste operazioni nel Mediterraneo», garantendo che «tutte queste navi private rispettino le convenzioni internazionali e che tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità». E chiedono «alla Commissione Europea e alla Presidenza di adottare le misure necessarie per avviare tale discussione».

L’ago di Berlino. C’è chi valuta la nota dell’Asse del Sud come una prima mossa della premier Giorgia Meloni per far comprendere alle cancellerie europee che l’Italia non ha più intenzione di combattere da sola. Ma a far pendere la bilancia potrebbe essere una più decisa presa di posizione di Berlino, in un senso o nell’altro. Al momento, Germania, Olanda e Lussemburgo dicono di voler restare fedeli all’attuale meccanismo di ricollocamenti, che invece Parigi incita a disapplicare.
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Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:13 pm

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Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:14 pm

14)
Diritti (quelli dell'asilo, della protezione e del soccorso) che nella maggior parte dei casi non sono diritti ma abusi, frutto di dichiarazioni false, di mancanza di verifiche e appofondimenti e di manipolazioni interpretative estensive, scriteriate e demenziali delle leggi (della Costituzione italiana, dei trattati, delle convenzioni, dei regolamenti internazionali ed europei) da parte dei sostenitori sinistrati e politicamente corretti dell'invasione clandestina e della magistratura rossa a gravissimo danno dei diritti umani, naturali, universali, civili, politici ed economici degli italiani e dell'Italia come stato nazionale degli italiani.

Ci vogliono modifiche alle leggi esistenti e/o nuove disposizioni legislative che impediscano tutti questi criminali abusi a danno dell'Italia e dei cittadini italiani.


Ecco alcuni esempi di queste demenziali e criminali interpretazioni che violano i diritti umani, naturali, universali, civili, politicici ed economici degli italiani e dell'Italia come stato nazionale degli italiani.


«Giungendo ad ipotizzare che coloro i quali giungeranno ad avere un titolo di soggiorno per protezione e dintorni, saranno il 59% (ovvero 6 su 10) anche all’esito delle relative impugnazioni giurisdizionali». Qualunque punto di vista si adotti dunque, anche il più restrittivo possibile, e persino volendo fingere che i ricorsi non esistano, l’affermazione che solo l’otto per cento di coloro che chiedono asilo in Italia ne hanno diritto non è una svista né una lettura riduttiva ma è solo una grossolana e volgare falsità. Perché Meloni lo ha fatto? La motivazione mi appare chiara: cercare, come fece il suo predecessore Salvini, di fingere che i ricorsi non esistano o ignorare i dati della protezione speciale sostenendo che si tratta di un “regalo”, non sarebbe servito a nulla perché se si accettano i dati di realtà ovvero che uno su tre o persino uno su due dei richiedenti asilo che giungono in Italia hanno diritto alla protezione sulla base del diritto internazionale ed europeo al quale l’Italia è vincolata, non si può poi più sostenere pubblicamente che gli stessi possono essere respinti alle frontiere e affondati in mare.
https://www.facebook.com/groups/3938910 ... ently_seen

Fdi diffonde falsità sull'immigrazione
— 24 Agosto 2022
Tutte le balle di Meloni sui migranti: ecco i veri dati sui profughi che inchiodano la propaganda della destra - Il Riformista
Gianfranco Schiavone

https://www.ilriformista.it/tutte-le-ba ... ra-315617/


Con la consueta aggressività che la contraddistingue, il 19 agosto, la signora Meloni si lasciava andare, in una intervista rilasciata a Fanpage, alle seguenti affermazioni: «Anche con una interpretazione molto generosa delle norme sui rifugiati che è stata applicata dall’Italia in questi anni solamente l’8% di chi è sbarcato illegalmente ha ottenuto il diritto ad asilo o protezione», aggiungendo subito dopo che «Gli altri, per la quasi totalità uomini soli adulti in età da lavoro, sono semplicemente immigrati illegali. Una situazione insostenibile, anche in termini di sicurezza, per l’Italia e per l’intera Europa».

Le opinioni in democrazia sono libere e ogni tesi può essere presentata al pubblico dibattito, ma il primo criterio per valutarla è capire su quali assunti essa poggi. Non c’è nulla di male nel sostenere, ad esempio, che la terra sia piatta; altro è però dimostrarlo. Secondo i dati ufficiali forniti dalla Commissione nazionale per il diritto d’asilo nel 2021 la protezione internazionale è stata riconosciuta, già in sede amministrativa, al 28% dei richiedenti (14% status di rifugiato e 14% status di protezione sussidiaria) al quale va aggiunto un ulteriore 14% di riconoscimenti di status di protezione speciale, la forma di asilo basata sul nostro diritto interno in attuazione dell’art.10 della Costituzione. Complessivamente dunque si arriva al 42%. Si tratta altresì di dati incompleti in quanto non comprendono gli esiti dei ricorsi giudiziari avverso i dinieghi; dati che la Commissione nazionale non rende pubblici, anche se pur dovrebbe.

Dunque per capire quale sia l’esito dei ricorsi è necessario ricorrere a degli studi scientifici; uno dei più accurati e recenti è senza dubbio uno studio di Monia Giovannetti pubblicato sulla rivista Questione Giustizia il 3.05.2021 con il titolo “La protezione internazionale nei procedimenti amministrativi e giudiziari”. Nel prendere in esame il decennio 2010-2020 l’autrice acutamente evidenzia come «anche l’analisi sugli esiti amministrativi positivi, evidenzia un andamento assai irregolare e significativamente condizionato dagli interventi normativi intercorsi negli ultimi anni» per successivamente esaminare gli esiti dei procedimenti conclusi presso i Tribunali ordinari dal 2016 fino al primo semestre 2020; manca dunque a questo studio un’analisi dell’ultimo anno, il 2021; tuttavia esso abbraccia un arco temporale molto ampio e dai dati consolidati emerge che sui 138mila procedimenti definiti il tasso di accoglimento è risultato del 37,5%. L’analisi prosegue poi sui procedimenti in appello (non più possibili dall’agosto 2017) e sul contenzioso in Cassazione che non esamino in questa sede perché esorbita dalle ristrette finalità di questo articolo.

Cosa ci dicono dunque i dati sull’esito del contenzioso? Adottando un atteggiamento il più prudente possibile è difficile non convenire con le valutazioni dell’autrice del saggio laddove, nelle conclusioni, analizzando la traiettoria dei contenziosi ancora pendenti, evidenzia come si possa «giungere a ipotizzare che coloro i quali giungeranno ad avere un titolo di soggiorno per protezione e dintorni, saranno il 59% (ovvero 6 su 10) anche all’esito delle relative impugnazioni giurisdizionali». Qualunque punto di vista si adotti dunque, anche il più restrittivo possibile, e persino volendo fingere che i ricorsi non esistano, l’affermazione che solo l’otto per cento di coloro che chiedono asilo in Italia ne hanno diritto non è una svista né una lettura riduttiva ma è solo una grossolana e volgare falsità. Perché Meloni lo ha fatto? La motivazione mi appare chiara: cercare, come fece il suo predecessore Salvini, di fingere che i ricorsi non esistano o ignorare i dati della protezione speciale sostenendo che si tratta di un “regalo”, non sarebbe servito a nulla perché se si accettano i dati di realtà ovvero che uno su tre o persino uno su due dei richiedenti asilo che giungono in Italia hanno diritto alla protezione sulla base del diritto internazionale ed europeo al quale l’Italia è vincolata, non si può poi più sostenere pubblicamente che gli stessi possono essere respinti alle frontiere e affondati in mare.

Ne deriverebbe la fine della proposta del blocco navale e di tante altre sciocchezze ad essa in qualche modo collegate, compresa quella degli hotspot in Africa, o quella della legittimità dei respingimenti e delle riammissioni e così avanti. Se la realtà si scontra con il proprio percorso di conquista di potere, dunque semplicemente va negata. La terra è rotonda, anche la Meloni lo sa; ma che diventi piatta se serve!
Potremmo chiudere qui l’analisi su questa pagina di consueta volgarità politica ma chiedo invece al lettore un ulteriore sforzo per riflettere sulla questione di coloro, che sono comunque molti, che, pur chiedendolo, non ottengono alcun diritto alla protezione. Essi vengono inquadrati dalla Meloni – ma anche da una lunga fila di altri politici e di variegati opinionisti – solo come falsi avventurieri, invasori e nemici. Facciamoci però la semplice domanda: chi sono queste persone e perché esse arrivano affrontando ogni sorta di rischio, attraversando i deserti e morendo in mare e nelle rotte via terra in numero così elevato come se fossero in guerra? Perché non sono venuti in modo legale, nello stesso tempo rispettando le regole e mettendo al riparo le loro vite? Sono dunque orde di pazzi criminali?

Le risposte ci sono anche se non le vogliamo vedere perché ci pongono di fronte a una realtà sgradevole: sono persone che vengono per cambiare la loro vita (come hanno fatto milioni di emigranti italiani) e lo fanno ricorrendo a vie estreme e pericolose non per loro folle scelta ma perché quei canali di ingresso regolare che tutti invocano di volere, persino a destra, semplicemente non esistono; non è infatti quasi possibile entrare regolarmente in Italia inseguendo l’obiettivo di quasi tutti i progetti migratori: il lavoro. Non esiste nel nostro ordinamento la possibilità per un cittadino straniero di fare ingresso regolare in Italia per ricerca di lavoro in presenza di precisi requisiti verificabili riferiti alle sue risorse economiche o a sponsorizzazioni di terzi e al possesso di documenti validi. Eppure la migrazione per ricerca lavoro legata all’esistenza di una catena di contatti è il modo consueto in cui avvengono, ovunque, le migrazioni, e spetta al legislatore non certo ignorare od ostacolare questa realtà ma solo regolarla in modo rigoroso per evitare distorsioni e soprattutto per far sì che le migrazioni non siano più organizzate e guidate dalle organizzazioni criminali, oggi veri padroni incontrastati della scena, ma da meccanismi trasparenti e da procedure legali.

Ovviamente tale approccio ha un senso se politicamente si accetta che le migrazioni sono una dimensione ineludibile che caratterizza la fase storica che viviamo e non qualcosa che si può rimuovere, negare o da cui si può fuggire. Improntata da sempre su un approccio iniquo e irrazionale, la normativa italiana ha invece previsto che il (quasi) unico canale di ingresso regolare in Italia per lavoro sia quello costituito da un incontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro che dovrebbe avvenire prima dell’ingresso in Italia dello straniero nell’ambito di quote predeterminate attraverso i cosiddetti decreti flussi il cui numero è quasi sempre sottostimato e soggetto a procedure burocratiche estenuanti. Prevedere che il datore di lavoro assuma a distanza e con tempi indefiniti una persona che non ha mai incontrato rappresenta un approccio irrazionale che ha prodotto distorsioni profonde poiché la gran parte degli stranieri da più di vent’anni a questa parte sono stati e sono tuttora costretti a entrare in Italia in modo irregolare, o regolare per i fortunati che non hanno bisogno di visto, ma poi, entrambe le categorie, sono dovuti rimanere a soggiornare illegalmente e lavorare in nero quasi sempre in condizioni di grave sfruttamento.

Ciò perché, oltre a irrazionalmente non prevedere l’ingresso regolare per ricerca lavoro, la normativa vigente (mai modificata dalla sinistra quando pur avrebbe potuto) non prevede la possibilità di regolarizzare ex post la propria condizione di soggiorno in caso di una prospettiva concreta di inserimento sociale e lavorativo. Unica possibile finestra sono state le periodiche regolarizzazioni, o sanatorie che dir si voglia, attraverso le quali sono passate milioni di persone oggetto di altrui giochi: la sanatoria è infatti decisione arbitraria della congiuntura politica di un dato momento mentre la scelta se usarla o ignorarla non è dello straniero che vuole così emergere, bensì è appannaggio del datore di lavoro/padrone che tutto decide e dispone.

Emerge quindi una storia di lungo corso del sistema italiano di gestione delle migrazioni ben diversa e orrenda rispetto alla facile immagine dell’orda degli stranieri pazzi, avventurieri e criminali che invadono l’italico suolo e attentano alla nostra sicurezza, ovvero quella di milioni di persone costrette a scelte drammatiche per arrivare da noi salvo poi vivere qui con diritti dimezzati come lavoratori sfruttati stretti nella morsa della mancanza di permesso di soggiorno e del ricatto del lavoro nero. Dopo tanti anni dall’inizio della storia dell’Italia come paese non più solo di emigrazione ma anche di immigrazione, per gran parte della società italiana – non solo quella che vota a destra – lo straniero è purtroppo ancora una sorta di “non-persona”, utile per tutto, anche per la scalata al potere dei soggetti più spregiudicati, ma che non conta nulla, per riprendere una ancor valida nozione proposta più di vent’anni fa dal grande sociologo Alessandro Dal Lago recentemente scomparso.


Alberto Pento
Il primario dovere di ogni governo italiano e di ogni istituzione e organo dello stato come quello giudiziario è quello di fare i giusti interessi degli italiani e di tutelare i loro diritti umani, naturali, universali, civili, politici ed economici.
Depredare gli italiani delle loro scarse risorse vitali per darle a degli stranieri è un crimine contro l'umanità, la cittadinanza e la nazionalità degli italiani e un tradimento nei loro riguardi sia che ciò avvenga tramite provvedimenti governativi che parlamentari, sia tramite provvedimenti giudiziari come azioni delle procure o sentenze dei giudici.
È altrettanto un crimine obbligare gli italiani e lo stato italiano, con provvedimenti legislativi e sentenze giudiziarie, ad accogliere stranieri senza rispetto che possono far del male agli italiani, che depredano gli italiani, che minacciano gli italiani, che costituiscono un grave pericolo per loro, che abusano della protezione umanitaria e dell'asilo politico e del soccorso in mare;
e lo sarebbe anche quando questo obbligo di accoglienza riguardasse stranieri bisognosi e non pericolosi ma fatta in modo indiscriminato, scriteriato e smisurato senza tener conto delle possibilità economiche degli italiani e dell'Italia.



Cosa fare?
1) sospendere le fonti normative/legislative (convenzioni, trattati, regolamenti) europee e internazionali che causano danno agli italiani e all'Italia e che non si possono a breve modificare come la demenzialità che i porti africani non siano porti sicuri (se sono stati buoni porti per l'imrco clandestino lo possono essere anche per il loro ritorno) e molte altre
2) modificare tutto ciò che è modificabile nelle fonti legislative e normative italiane
3) introdurre nuove leggi e obblighi per impedire gli abusi criminali di queste leggi (trattati, convenzioni, regolamenti) a danno degli italiani e dell'Italia;
tra cui quella che considera i paesi da cui partono i clandestini come responsabili della loro partenza e la responsabilità del lasciarli partire come un atto ostile nei confronti dell'Italia e dell'Europa;
4) nuovi patti con i paesi africani che li costringano ad assumersi la piena responsabilità delle partenze dei clandestini e quindi il dovere e l'obbligo di ripenderseli indietro;
4) pattugliare intensamente il mare e tenerlo sotto controllo con i mezzi elettronici; soccorrere i clandestini finti naufraghi, con navi militari quando entrano nelle acque territoriali e riportarli nelle acque internazionali o nelle acque territoriali dei paesi da dove sono partiti imbarcandosi;
5) istituire campi di raccolta e di internamento che impediscano la libera circolazione dei clandestini, a tutela della sicurezza degli italiani e del loro diritto alla sovranità territoriale;
6) considerare come violazione delittuosa grave l'abuso del soccorso in mare, dell'asilo politico e della protezione umanitaria;
7) espulsione immediata a vita di tutti i migranti stranieri che abbiano compiuto delitti in Italia contro i cittadini italiani e lo stato italiano;
8) revoca della cittadinanza italiana agli stranieri che abbiano compiuto delitti in Italia contro i cittadini italiani e lo stato italiano;
9) confiscare le navi pirata complici dell'invasione dell'Italia da parte dei clandestini con il pretesto e l'abuso del soccorso in mare;
...


Migranti, vertice Piantedosi-capigruppo maggioranza: ipotesi confisca navi Ong
15 novembre 2022

https://www.ilmessaggero.it/politica/na ... 54099.html

Applicare alle ong una sanzione amministrativa, che consentirebbe anche la confisca delle navi, da preferirsi alle sanzioni penali che in passato non sembrano aver dato effetti. Questa, a quanto si apprende, la misura che sta valutando il Viminale in vista di nuovi provvedimenti, come emerso durante l'incontro sulla gestione dei migranti fra il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e i capigruppo di FdI, Lega, Forza Italia e Noi moderati. Una riunione, spiegano fonti di maggioranza, utile anche a «compattare» i quattro partiti alla vigilia della informativa del ministro al Parlamento.


Parigi: 44 dei 234 migranti Ocean Viking saranno espulsi

Quarantaquattro dei 234 migranti a bordo dell'Ocean Viking saranno espulsi dalla Francia. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Gerald Darmanin.


Migranti, 75 sbarcano a Lampedusa

Sono 75 i migranti giunti nelle ultime ore a Lampedusa. Il primo barchino con 45 persone a bordo è stato intercettato a circa 3,5 miglia dalle coste dai militari della Guardia di finanza. Tra loro anche 17 donne e 7 minori. Sempre il pattugliatore delle Fiamme gialle ha rintracciato a 4 miglia dall'isola un'imbarcazione con 30 tunisini, tra cui 13 donne e un minore. Anche per loro dopo i primi controlli sanitari sul molo Favaloro è stato disposto il trasferimento nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove si trovano al momento circa 600 ospiti. Stamani in 108 hanno lasciato la struttura per essere imbarcati sul traghetto "Paolo Veronese" che in serata giungerà a Porto Empedocle.


Tajani sente ministro Esteri tunisino: «Rafforzare cooperazione contro immigrazione irregolare»

«Questa mattina ho avuto una cordiale telefonata con il ministro degli Esteri tunisino Othman Jerandi». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, aggiungendo che «la Tunisia è un nostro partner strategico nel Mediterraneo» e sottolineando «l'impegno a rafforzare la cooperazione in ambito migratorio, sul tema dei rimpatri e a lottare contro immigrazione irregolare».


G20, Meloni vede Erdogan: insieme contro immigrazione irregolare

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un incontro bilaterale a margine dei lavori del G20 con il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Nel corso del colloquio, riferisce una nota di Palazzo Chigi, i due leader hanno posto l'accento sulla necessità di lavorare insieme per contrastare la migrazione irregolare e favorire la risoluzione della crisi libica. Meloni e Erdogan hanno anche concordato sull'opportunità di cogliere insieme le vaste potenzialità della regione Mediterranea.


Nuovi sbarchi a Lampedusa

Sono 61 i migranti approdati ieri sera a Lampedusa. I primi 27 sono stati bloccati a terra dai finanzieri a Cala Pisana. Non rintracciata, invece, l'imbarcazione utilizzata per la traversata. Sempre gli uomini delle Fiamme gialle hanno intercettato, in mare, un barchino con 34 migranti, tutti uomini. Dopo un primo triage sanitario sono stati condotti nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove, dopo i trasferimenti disposti ieri dalla Prefettura di Agrigento, ci sono circa 600 ospiti a fronte di una capienza di 400 posti.

Migranti. Vertice al Viminale con i capigruppo di maggioranza (FdI, Lega, Fi e Noi Moderati) di Camera e Senato e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi alla vigilia dell'informativa del governo prevista per domani in Parlamento sul tema dei migranti. Intanto si sono concluse a Pozzallo le operazioni di sbarco di 48 migranti, tra cui 8 minori, intercettati dalla Guardia di finanza a circa 50 miglia dalle coste. Ieri nella cittadina del Ragusano erano approdate altre 78 persone, rintracciate dalla Guardia costiera a circa 40 miglia da Portopalo di Capo Passero.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:14 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:14 pm

15)
La migrazione è sì un fenomeno universale/mondiale che però non implica/comporta alcun obbligo assoluto e tassativo per chichessia né di emigrare a proprio piacimento/volontà e libertà, né di accogliere e aiutare chi emigra a prescindere dalla propria volontà, dal proprio piacimento, dalla propria libertà di non accogliere e di non aiutare.
Non esiste alcun diritto umano civile e politico di chichessia, di poter entrare nei paesi altrui e nell'esservi accolto e ospitato a prescindere dalla volontà e dalla libertà di non accogliere e di non ospitare chichessia da parte di questi paesi.
Non vi è peggior disumanità e inciviltà di quella che impone con la violenza della legge la solidarietà, l'accoglienza e la convivenza verso chi non si vuole e non ci è gradito, tale violenza è analoga a quella dello stupro, dell'invasione militare, del matrimonio forzato, dell'estorsione e del ricatto tramite minaccia e violenza dei mafiosi e dei criminali.


Walter Luvisotto
Alberto Pento Rimane sempre e comunque, che l' immigrazione e' un fatto mondiale ( e
non certo solo Italiano). Ne cinsegue che va 1) sottratto ai contrabbandieri 2) regolamentato con la logica delle responsabilita'. Lasciarlo nella logica emergenziale agevola dolo la propaganda politica

Alberto Pento
Il primario dovere di ogni governo italiano e di ogni istituzione e organo dello stato come quello giudiziario è quello di fare i giusti interessi degli italiani e di tutelare i loro diritti umani, naturali, universali, civili, politici ed economici.
Depredare gli italiani delle loro scarse risorse vitali per darle a degli stranieri è un crimine contro l'umanità, la cittadinanza e la nazionalità degli italiani e un tradimento nei loro riguardi sia che ciò avvenga tramite provvedimenti governativi che parlamentari, sia tramite provvedimenti giudiziari come azioni delle procure o sentenze dei giudici.
È altrettanto un crimine obbligare gli italiani e lo stato italiano, con provvedimenti legislativi e sentenze giudiziarie, ad accogliere stranieri senza rispetto che possono far del male agli italiani, che depredano gli italiani, che minacciano gli italiani, che costituiscono un grave pericolo per loro, che abusano della protezione umanitaria e dell'asilo politico e del soccorso in mare;
e lo sarebbe anche quando questo obbligo di accoglienza riguardasse stranieri bisognosi e non pericolosi ma fatta in modo indiscriminato, scriteriato e smisurato senza tener conto delle possibilità economiche degli italiani e dell'Italia.

Alberto Pento
L'idea demagogica di certa sinistra irresponsabile e politicamente corretta, per la quale in Italia verrebbero prima gli interessi e i bisogni degli stranieri di tutto il mondo e solo dopo quelli degli italiani
che per evitare il traffico marittimo dall'Africa dei clandestini e le loro possibili morti per annegamento nel Mediterraneo,
si debbano istituire nei paesi africani dei centri di raccolta ove tutti gli africani che lo desiderassero possano presentare delle domande di asilo politico e di rifugio o protezione umanitaria ai paesi europei, per esservi accolti, ospitati, mantenuti, forniti di casa e reddito o rendita ed eventualmente di un lavoro se ci fosse e solo se fosse di gradimento per il richiedente asilo o rifugio e poi magari anche della sua famiglia primaria e allargata con fornitura di reddito di residenza a tutti e pensione di vecchiaia ai vecchi genitori e di invalidità ai parenti ammalati,
è demenziale, assolutamente malvagia e insensata al massimo grado, un crimine contro la nostra umanità e i nostri diritti umani, civili, politici ed economici.


Migranti. Centri profughi in Africa: infine se ne parla
Vincenzo R. Spagnolo
mercoledì 11 marzo 2015

https://www.avvenire.it/attualita/pagin ... a-africana

L’Italia spinge sull’Ue per aprire strutture nei Paesi di transito. Il Viminale studia un piano che coinvolga Niger, Tunisia e Sudan nell’accoglienza dei migranti. Domani a Bruxelles il Consiglio europeo.

Un vero e proprio piano ancora non c’è, né una proposta in senso formale, ma esiste una discussione, che vede coinvolti diversi Paesi europei, Italia in testa, sulla possibilità di finanziare progetti per l’apertura di centri di raccolta profughi in Paesi di transito dei flussi migratori come Niger, Tunisia e Sudan, d’intesa con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. E già domani a Bruxelles i ministri dei 28 Stati membri potrebbero avviare un primo confronto nel Consiglio europeo Giustizia e affari interni (Gai), che si occuperà di lotta ai trafficanti di esseri umani, della possibilità di destinare più risorse all’agenzia Frontex, della road map per il piano d’azione sull’asilo in Grecia e di misure per il contrasto al terrorismo.Se la Ue dovesse rompere gli indugi, superando le divergenze fra Paesi per passare ai fatti, l’opzione consentirebbe di ridurre all’origine il business dei trafficanti, il numero di barconi e il rischio di naufragi in mare: su 270mila migranti giunti illegalmente in Europa l’anno passato, 220mila sono arrivati attraverso la rotta Maghreb-Mediterraneo, lasciando in mare almeno 3.500 vittime. Fra i sostenitori c’è il governo italiano, che dal 2014 ha tratto in salvo quasi 180mila migranti, prima con l’operazione Mare nostrum e ora col più ridotto dispositivo europeo "Triton". Il ministro dell’Interno Angelino Alfano avrebbe un’intesa con l’omologo francese Bernard Cazeneuve: «L’Italia accoglie al momento 67mila stranieri – afferma Alfano –. Per risolvere a monte la questione, ci son due strade: stabilizzare la Libia e creare campi profughi in Africa in modo che si faccia lì lo screening e ci sia un’equa distribuzione di chi ha diritto all’asilo tra i Paesi europei». La Germania non ha espresso ancora una posizione, anche se il ministro dell’Interno Thomas de Maiziere sarebbe favorevole all’installazione di strutture Ue in Paesi come l’Egitto. Lo ha segnalato nei giorni scorsi il quotidiano The Guardian in un servizio che riferiva dell’intento della Commissione europea di pianificare l’istituzione di alcuni «uffici per le migrazioni» in Paesi terzi all’esterno del territorio Ue, come Egitto, Libano, Turchia e Niger. Il quotidiano britannico attribuiva al commissario Ue agli Affari interni e all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, l’intenzione di favorire la presentazione, in uffici e ambasciate dei Paesi Ue, di domande d’asilo da parte di profughi in fuga da conflitti o persecuzioni.Ieri la conferma dell’esistenza di una discussione è giunta dalla portavoce dell’esecutivo europeo, Natasha Bertaud: «La Commissione Ue è a conoscenza di discussioni tra alcuni Stati membri su piani per sviluppare centri in Nord Africa – fa sapere Bertaud – ed è in contatto con Oim e Unhcr sulla possibilità di sviluppare centri per migranti per facilitare lo screening e le operazioni di ritorno volontario dei migranti economici, così come l’identificazione di persone che hanno bisogno di aiuto». La portavoce ha aggiunto che «un progetto pilota in Niger è in fase di discussione» anche se non direttamente con la Commissione. Ancora, ci sarebbe un altro «progetto a lungo termine» per dispiegare ufficiali di collegamento europei nei Paesi terzi o, in alternativa, di avvalersi di quelli di Frontex (uno dei quali di recente impiegato in Turchia). Ma l’argomento, ha precisato Bertaud, «non è stato sollevato al dibattito del collegio dei commissari Ue. Per il momento siamo in una fase orientativa. La politica arriverà con la strategia».La portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa, Carlotta Sami, precisa: «Al momento non abbiamo ricevuto alcuna proposta specifica», ma se arrivasse «si potrebbe accogliere favorevolmente, qualora comporti una diminuzione del rischio viaggi». Favorevole è anche il presidente della commissione Diritti Umani del Senato, Luigi Manconi, secondo il quale i presidi Ue dovrebbero «evitare l’attraversamento illegale del Mediterraneo, con i rischi che comporta, e distribuire i richiedenti asilo in Europa secondo quote equilibrate di accoglienza».


Questi sono aberranti!

Asgi boccia i centri identificazione in Africa: “Un limbo da cui non si esce più”
Secondo Chiara Favilli, esperta di diritto europeo, sarà difficile garantire un reale accesso alla protezione internazionale in paesi che non rispettano i diritti. “Il rischio è che ci si riduca a un esame sommario delle domande ai fini dello smistamento”.
20 aprile 2015

https://www.redattoresociale.it/article ... _esce_piu_

ROMA - “Siamo molto scettici sulla possibilità concreta di realizzare centri che siano effettivamente dei luoghi di accoglienza e smistamento delle domande d’asilo. Il rischio è di limitare l’accesso alla protezione internazionale e di spostare il problema sulle vittime, limitando così la loro possibilità di partire”. A sottolinearlo è Chiara Favilli, docente di diritto dell’Unione europea all’università Lumsa di Roma e membro dell’Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione), che contesta così l’ipotesi in queste ore al vaglio del governo e sostenuta da varie ong, di creare punti di raccolta e smistamento dei richiedenti asilo nei paesi africani, come possibile risposta al naufragio di sabato notte costato la vita a 700 migranti che tentavano di raggiungere le coste della Sicilia.

Secondo l’esperta dell’Asgi il primo problema è quello del reale accesso al diritto d’asilo in paesi che non sempre rispettano i diritti umani. L’ipotesi del governo prevede infatti che ad essere coinvolti siano la Tunisia, il Niger e il Sudan. “Sono paesi diversissimi tra di loro, il Niger è un paese in grandissima difficoltà, mi sembra impossibile che si possa trovare lì un interlocutore attendibile su questo fronte – aggiunge Favilli -. In ogni caso sarebbe difficile controllare che nei centri di identificazione possa esserci un reale accesso al diritto d’asilo: garantire, cioè, che chiunque abbia la minima possibilità di richiedere protezione sia davvero accolto e messo nella condizione di fare la richiesta”. Le domande di asilo e di protezione internazionale hanno un iter lungo e complicato. “Il rischio è che venga fatto un esame sommario, che tenga conto solo dei paesi di provenienza anziché della situazione individuale del richiedente. Chi garantisce, poi, che queste persone siano messe in condizioni di spiegarsi in una lingua comprensibile? – aggiunge Favilli – E’ molto difficile che questo possa accadere in centri molto grandi”. A preoccupare è anche che venga limitata la possibilità di fare ricorso: “non vogliamo che questi centri diventino una sorta di limbo da cui non si esce più”.

Ma la possibilità di un’analisi delle richieste potrebbe naufragare sul nascere in assenza di un accordo tra i paesi europei. Nei 28 paesi dell’Unione europea – spiega l’esperta dell’Asgi – ci sono, infatti, moltissime differenze nelle modalità di accoglienza e di recepimento delle domande d’asilo, l’analisi si basa sulla legislazione internazionale ma anche sulle direttive comunitarie e in alcuni casi anche sulla legislazione nazionale. “Esiste un quadro comune di riferimento ma se si vanno a vedere i tassi di accoglimento delle domande sono molto diversi da nazione a nazione. In Italia, per esempio, abbiamo una protezione che va al di là del quadro europeo e che è garantita anche dalla Costituzione. In altri paesi non è così. Non capisco come si possa pensare di trovare improvvisamente un sistema ottimale che garantisca gli stessi criteri per tutti – aggiunge Favilli – L’esame di una richiesta d’asilo mal si presta a un trattamento sommario all’estero ai fini di uno smistamento . La pratica dell’esternalizzazione è stata ribadita a livello di unione europeo diverse volte, nel 2003 fu presentato un documento ufficiale in tal senso ma alla fine l’ipotesi è stata sempre respinta perché quasi impossibile”. L’altro problema che si pone è dove mandare le persone che hanno diritto all’asilo in assenza di un accordo tra i paesi “in questo momento non esiste nessuna disposizione europea in tal senso – continua Favilli – serve dunque prima che tutti gli Stati siano concordi”.

Chi potrebbe garantire? Secondo l’ipotesi annunciata dal ministero dell’Interno ad occuparsi dei centri dovrebbero essere l’Oim e l’Unhcr. “Il fatto che l’Unhcr sia coinvolto è già una garanzia ma non basta – spiega ancora Favilli – per un progetto del genere servono strutture dotate di molti mezzi umani ed economici , solo così i centri potrebbero essere davvero efficienti. Escludo anche che le nostre rappresentanze diplomatiche possano essere soggetti in grado di garantire l’accesso alla protezione perché a malapena riescono a svolgere i loro compiti. Si rischia, invece, che questi centri vengano presi d’assalto, come unica via all’accesso in Europa e che ci sia il caos”.

La vera emergenza è la lotta i trafficanti. “L’unico modo per evitare altre stragi è stroncare le reti dei trafficanti – conclude Favilli – la risposta non è limitare la possibilità delle persone di partire. Così si sposta solo il problema sulla vittima impedendole di accedere a un diritto. Mentre è sul contrasto ai trafficanti che vanno concentrati gli sforzi di cooperazione con i paesi africani”. (ec)


Migranti, Francia e Uk: nuovo accordo per contrastare l'attraversamento della Manica
Alessandro Luongo
14 novembre 2022

https://kmetro0.it/2022/11/14/migranti- ... la-manica/

K metro 0 – Londra – Il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin e il suo omologo britannico Suella Braverman hanno firmato oggi un nuovo accordo di collaborazione per fermare i migranti che attraversano la Manica verso l’Inghilterra su piccole imbarcazioni. Traversate che sono da tempo fonte di forti tensioni bilaterali.

La Gran Bretagna pagherà così alla Francia 72,2 milioni di euro (74,5 milioni di dollari) nel periodo 2022-2023 affinché Parigi possa aumentare del 40% il numero di forze di sicurezza che pattugliano le sue spiagge settentrionali, secondo quanto dichiarato dal ministero degli Interni francese a france24. Questo comporterà 350 gendarmi e poliziotti in più a guardia delle spiagge di Calais e Dunkerque, oltre a un maggiore uso di droni e apparecchiature per la visione notturna per aiutare gli agenti a individuare gli attraversamenti.

Per la prima volta, in particolare, squadre di osservatori saranno così dispiegate su entrambe le sponde della Manica per “rafforzare la comprensione comune”, migliorare i colloqui con i migranti e aumentare lo scambio di informazioni. Londra e Parigi si sono difatti impegnate a utilizzare risorse tecnologiche e umane sulla costa francese per individuare, monitorare e intercettare meglio le imbarcazioni. Vogliono raccogliere e utilizzare le informazioni, in particolare quelle provenienti dai migranti intercettati, per smantellare meglio le reti di contrabbando e scoraggiare le traversate.

L’accordo è arrivato dopo che il governo britannico ha dichiarato che quest’anno più di 40.000 migranti hanno attraversato la Manica per raggiungere la Gran Bretagna, un nuovo record. Il totale provvisorio per quest’anno è di 40.885 persone, per la maggior parte albanesi, iraniani e afghani, ben oltre i 28.561 dello scorso anno, secondo il ministero della Difesa.

Migliorano così i rapporti tra Francia e Regno Unito da quando il primo ministro britannico Rishi Sunak ha preso il timone, dopo anni di acrimonia sotto i suoi predecessori Boris Johnson e la guida lampo della Truss.

La migrazione è stata difatti un particolare pomo della discordia, con Londra che ha accusato Parigi di non fare abbastanza per fermare i migranti che attraversano la Manica, accuse respinte con forza dai funzionari francesi.

Le cifre sono in aumento da anni. Secondo il Regno Unito, nel 2018 sono state individuate circa 299 persone che stavano compiendo la traversata, nel 2019 1.843 e nel 2020 8.466. Il numero crescente ha causato un blocco delle richieste di asilo e un aumento dei costi di alloggio, stimati dal governo britannico in 6,8 milioni di sterline (7,8 milioni di dollari) al giorno, mettendo a dura prova i servizi locali e alimentando l’ira dell’opinione pubblica.

Ma le associazioni per i diritti dei rifugiati accusano il governo di un approccio insensibile e caotico, dopo che le condizioni igieniche si sono sviluppate in un centro per il trattamento dei richiedenti asilo sovraffollato a Manston, nel sud-est dell’Inghilterra. Il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna e l’omologo britannico James Cleverly, in una dichiarazione congiunta di venerdì, hanno “sottolineato l’urgenza di affrontare tutte le forme di migrazione illegale, compresi gli attraversamenti di piccole imbarcazioni, e di affrontarne le cause alla radice”.

Il Regno Unito riceve meno richiedenti asilo di molte nazioni europee, tra cui Italia, Francia e Germania, ma ogni anno migliaia di migranti provenienti da tutto il mondo si recano nel nord della Francia nella speranza di attraversare la Manica. Alcuni vogliono raggiungerlo perché vi hanno amici o parenti, altri perché parlano inglese o perché si ritiene che sia facile trovare lavoro. Nel tentativo di scoraggiare le traversate, il governo britannico ha in passato annunciato un piano controverso per inviare le persone che arrivano su piccole imbarcazioni in un viaggio di sola andata verso il Ruanda – un piano che, secondo il governo, scoraggerà le persone dall’attraversare la Manica e spezzerà il modello di business delle bande di trafficanti.



Walter Luvisotto
Alberto Pento Girala dove vuoi, ma l'intervento non ba effettuato sulle rotte ma suoi mercanti ed il loro mercato di esseri umani. Tutto il testo e' ipocrisia

Alberto Pento
L'intervento va effettuato laddove serve, laddove è necessario, nelle cause e negli effetti, all'inizio, durante e alla fine del processo con ogni mezzo adeguato. E gli africani coinvolti come clandestini non vanno considerati e trattati come povere vittime ma come attori responsabili delle loro azioni criminali.
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Le leggi internazionali che violano i nostri diritti umani

Messaggioda Berto » mer nov 16, 2022 8:15 pm

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