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Diritti (quelli dell'asilo, della protezione e del soccorso) che nella maggior parte dei casi non sono diritti ma abusi, frutto di dichiarazioni false, di mancanza di verifiche e appofondimenti e di manipolazioni interpretative estensive, scriteriate e demenziali delle leggi (della Costituzione italiana, dei trattati, delle convenzioni, dei regolamenti internazionali ed europei) da parte dei sostenitori sinistrati e politicamente corretti dell'invasione clandestina e della magistratura rossa a gravissimo danno dei diritti umani, naturali, universali, civili, politici ed economici degli italiani e dell'Italia come stato nazionale degli italiani.
Ci vogliono modifiche alle leggi esistenti e/o nuove disposizioni legislative che impediscano tutti questi criminali abusi a danno dell'Italia e dei cittadini italiani.
Ecco alcuni esempi di queste demenziali e criminali interpretazioni che violano i diritti umani, naturali, universali, civili, politicici ed economici degli italiani e dell'Italia come stato nazionale degli italiani.
«Giungendo ad ipotizzare che coloro i quali giungeranno ad avere un titolo di soggiorno per protezione e dintorni, saranno il 59% (ovvero 6 su 10) anche all’esito delle relative impugnazioni giurisdizionali». Qualunque punto di vista si adotti dunque, anche il più restrittivo possibile, e persino volendo fingere che i ricorsi non esistano, l’affermazione che solo l’otto per cento di coloro che chiedono asilo in Italia ne hanno diritto non è una svista né una lettura riduttiva ma è solo una grossolana e volgare falsità. Perché Meloni lo ha fatto? La motivazione mi appare chiara: cercare, come fece il suo predecessore Salvini, di fingere che i ricorsi non esistano o ignorare i dati della protezione speciale sostenendo che si tratta di un “regalo”, non sarebbe servito a nulla perché se si accettano i dati di realtà ovvero che uno su tre o persino uno su due dei richiedenti asilo che giungono in Italia hanno diritto alla protezione sulla base del diritto internazionale ed europeo al quale l’Italia è vincolata, non si può poi più sostenere pubblicamente che gli stessi possono essere respinti alle frontiere e affondati in mare.
https://www.facebook.com/groups/3938910 ... ently_seen Fdi diffonde falsità sull'immigrazione
— 24 Agosto 2022
Tutte le balle di Meloni sui migranti: ecco i veri dati sui profughi che inchiodano la propaganda della destra - Il Riformista
Gianfranco Schiavone
https://www.ilriformista.it/tutte-le-ba ... ra-315617/Con la consueta aggressività che la contraddistingue, il 19 agosto, la signora Meloni si lasciava andare, in una intervista rilasciata a Fanpage, alle seguenti affermazioni: «Anche con una interpretazione molto generosa delle norme sui rifugiati che è stata applicata dall’Italia in questi anni solamente l’8% di chi è sbarcato illegalmente ha ottenuto il diritto ad asilo o protezione», aggiungendo subito dopo che «Gli altri, per la quasi totalità uomini soli adulti in età da lavoro, sono semplicemente immigrati illegali. Una situazione insostenibile, anche in termini di sicurezza, per l’Italia e per l’intera Europa».
Le opinioni in democrazia sono libere e ogni tesi può essere presentata al pubblico dibattito, ma il primo criterio per valutarla è capire su quali assunti essa poggi. Non c’è nulla di male nel sostenere, ad esempio, che la terra sia piatta; altro è però dimostrarlo. Secondo i dati ufficiali forniti dalla Commissione nazionale per il diritto d’asilo nel 2021 la protezione internazionale è stata riconosciuta, già in sede amministrativa, al 28% dei richiedenti (14% status di rifugiato e 14% status di protezione sussidiaria) al quale va aggiunto un ulteriore 14% di riconoscimenti di status di protezione speciale, la forma di asilo basata sul nostro diritto interno in attuazione dell’art.10 della Costituzione. Complessivamente dunque si arriva al 42%. Si tratta altresì di dati incompleti in quanto non comprendono gli esiti dei ricorsi giudiziari avverso i dinieghi; dati che la Commissione nazionale non rende pubblici, anche se pur dovrebbe.
Dunque per capire quale sia l’esito dei ricorsi è necessario ricorrere a degli studi scientifici; uno dei più accurati e recenti è senza dubbio uno studio di Monia Giovannetti pubblicato sulla rivista Questione Giustizia il 3.05.2021 con il titolo “La protezione internazionale nei procedimenti amministrativi e giudiziari”. Nel prendere in esame il decennio 2010-2020 l’autrice acutamente evidenzia come «anche l’analisi sugli esiti amministrativi positivi, evidenzia un andamento assai irregolare e significativamente condizionato dagli interventi normativi intercorsi negli ultimi anni» per successivamente esaminare gli esiti dei procedimenti conclusi presso i Tribunali ordinari dal 2016 fino al primo semestre 2020; manca dunque a questo studio un’analisi dell’ultimo anno, il 2021; tuttavia esso abbraccia un arco temporale molto ampio e dai dati consolidati emerge che sui 138mila procedimenti definiti il tasso di accoglimento è risultato del 37,5%. L’analisi prosegue poi sui procedimenti in appello (non più possibili dall’agosto 2017) e sul contenzioso in Cassazione che non esamino in questa sede perché esorbita dalle ristrette finalità di questo articolo.
Cosa ci dicono dunque i dati sull’esito del contenzioso? Adottando un atteggiamento il più prudente possibile è difficile non convenire con le valutazioni dell’autrice del saggio laddove, nelle conclusioni, analizzando la traiettoria dei contenziosi ancora pendenti, evidenzia come si possa «giungere a ipotizzare che coloro i quali giungeranno ad avere un titolo di soggiorno per protezione e dintorni, saranno il 59% (ovvero 6 su 10) anche all’esito delle relative impugnazioni giurisdizionali». Qualunque punto di vista si adotti dunque, anche il più restrittivo possibile, e persino volendo fingere che i ricorsi non esistano, l’affermazione che solo l’otto per cento di coloro che chiedono asilo in Italia ne hanno diritto non è una svista né una lettura riduttiva ma è solo una grossolana e volgare falsità. Perché Meloni lo ha fatto? La motivazione mi appare chiara: cercare, come fece il suo predecessore Salvini, di fingere che i ricorsi non esistano o ignorare i dati della protezione speciale sostenendo che si tratta di un “regalo”, non sarebbe servito a nulla perché se si accettano i dati di realtà ovvero che uno su tre o persino uno su due dei richiedenti asilo che giungono in Italia hanno diritto alla protezione sulla base del diritto internazionale ed europeo al quale l’Italia è vincolata, non si può poi più sostenere pubblicamente che gli stessi possono essere respinti alle frontiere e affondati in mare.
Ne deriverebbe la fine della proposta del blocco navale e di tante altre sciocchezze ad essa in qualche modo collegate, compresa quella degli hotspot in Africa, o quella della legittimità dei respingimenti e delle riammissioni e così avanti. Se la realtà si scontra con il proprio percorso di conquista di potere, dunque semplicemente va negata. La terra è rotonda, anche la Meloni lo sa; ma che diventi piatta se serve!
Potremmo chiudere qui l’analisi su questa pagina di consueta volgarità politica ma chiedo invece al lettore un ulteriore sforzo per riflettere sulla questione di coloro, che sono comunque molti, che, pur chiedendolo, non ottengono alcun diritto alla protezione. Essi vengono inquadrati dalla Meloni – ma anche da una lunga fila di altri politici e di variegati opinionisti – solo come falsi avventurieri, invasori e nemici. Facciamoci però la semplice domanda: chi sono queste persone e perché esse arrivano affrontando ogni sorta di rischio, attraversando i deserti e morendo in mare e nelle rotte via terra in numero così elevato come se fossero in guerra? Perché non sono venuti in modo legale, nello stesso tempo rispettando le regole e mettendo al riparo le loro vite? Sono dunque orde di pazzi criminali?
Le risposte ci sono anche se non le vogliamo vedere perché ci pongono di fronte a una realtà sgradevole: sono persone che vengono per cambiare la loro vita (come hanno fatto milioni di emigranti italiani) e lo fanno ricorrendo a vie estreme e pericolose non per loro folle scelta ma perché quei canali di ingresso regolare che tutti invocano di volere, persino a destra, semplicemente non esistono; non è infatti quasi possibile entrare regolarmente in Italia inseguendo l’obiettivo di quasi tutti i progetti migratori: il lavoro. Non esiste nel nostro ordinamento la possibilità per un cittadino straniero di fare ingresso regolare in Italia per ricerca di lavoro in presenza di precisi requisiti verificabili riferiti alle sue risorse economiche o a sponsorizzazioni di terzi e al possesso di documenti validi. Eppure la migrazione per ricerca lavoro legata all’esistenza di una catena di contatti è il modo consueto in cui avvengono, ovunque, le migrazioni, e spetta al legislatore non certo ignorare od ostacolare questa realtà ma solo regolarla in modo rigoroso per evitare distorsioni e soprattutto per far sì che le migrazioni non siano più organizzate e guidate dalle organizzazioni criminali, oggi veri padroni incontrastati della scena, ma da meccanismi trasparenti e da procedure legali.
Ovviamente tale approccio ha un senso se politicamente si accetta che le migrazioni sono una dimensione ineludibile che caratterizza la fase storica che viviamo e non qualcosa che si può rimuovere, negare o da cui si può fuggire. Improntata da sempre su un approccio iniquo e irrazionale, la normativa italiana ha invece previsto che il (quasi) unico canale di ingresso regolare in Italia per lavoro sia quello costituito da un incontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro che dovrebbe avvenire prima dell’ingresso in Italia dello straniero nell’ambito di quote predeterminate attraverso i cosiddetti decreti flussi il cui numero è quasi sempre sottostimato e soggetto a procedure burocratiche estenuanti. Prevedere che il datore di lavoro assuma a distanza e con tempi indefiniti una persona che non ha mai incontrato rappresenta un approccio irrazionale che ha prodotto distorsioni profonde poiché la gran parte degli stranieri da più di vent’anni a questa parte sono stati e sono tuttora costretti a entrare in Italia in modo irregolare, o regolare per i fortunati che non hanno bisogno di visto, ma poi, entrambe le categorie, sono dovuti rimanere a soggiornare illegalmente e lavorare in nero quasi sempre in condizioni di grave sfruttamento.
Ciò perché, oltre a irrazionalmente non prevedere l’ingresso regolare per ricerca lavoro, la normativa vigente (mai modificata dalla sinistra quando pur avrebbe potuto) non prevede la possibilità di regolarizzare ex post la propria condizione di soggiorno in caso di una prospettiva concreta di inserimento sociale e lavorativo. Unica possibile finestra sono state le periodiche regolarizzazioni, o sanatorie che dir si voglia, attraverso le quali sono passate milioni di persone oggetto di altrui giochi: la sanatoria è infatti decisione arbitraria della congiuntura politica di un dato momento mentre la scelta se usarla o ignorarla non è dello straniero che vuole così emergere, bensì è appannaggio del datore di lavoro/padrone che tutto decide e dispone.
Emerge quindi una storia di lungo corso del sistema italiano di gestione delle migrazioni ben diversa e orrenda rispetto alla facile immagine dell’orda degli stranieri pazzi, avventurieri e criminali che invadono l’italico suolo e attentano alla nostra sicurezza, ovvero quella di milioni di persone costrette a scelte drammatiche per arrivare da noi salvo poi vivere qui con diritti dimezzati come lavoratori sfruttati stretti nella morsa della mancanza di permesso di soggiorno e del ricatto del lavoro nero. Dopo tanti anni dall’inizio della storia dell’Italia come paese non più solo di emigrazione ma anche di immigrazione, per gran parte della società italiana – non solo quella che vota a destra – lo straniero è purtroppo ancora una sorta di “non-persona”, utile per tutto, anche per la scalata al potere dei soggetti più spregiudicati, ma che non conta nulla, per riprendere una ancor valida nozione proposta più di vent’anni fa dal grande sociologo Alessandro Dal Lago recentemente scomparso.
Alberto Pento
Il primario dovere di ogni governo italiano e di ogni istituzione e organo dello stato come quello giudiziario è quello di fare i giusti interessi degli italiani e di tutelare i loro diritti umani, naturali, universali, civili, politici ed economici.
Depredare gli italiani delle loro scarse risorse vitali per darle a degli stranieri è un crimine contro l'umanità, la cittadinanza e la nazionalità degli italiani e un tradimento nei loro riguardi sia che ciò avvenga tramite provvedimenti governativi che parlamentari, sia tramite provvedimenti giudiziari come azioni delle procure o sentenze dei giudici.
È altrettanto un crimine obbligare gli italiani e lo stato italiano, con provvedimenti legislativi e sentenze giudiziarie, ad accogliere stranieri senza rispetto che possono far del male agli italiani, che depredano gli italiani, che minacciano gli italiani, che costituiscono un grave pericolo per loro, che abusano della protezione umanitaria e dell'asilo politico e del soccorso in mare;
e lo sarebbe anche quando questo obbligo di accoglienza riguardasse stranieri bisognosi e non pericolosi ma fatta in modo indiscriminato, scriteriato e smisurato senza tener conto delle possibilità economiche degli italiani e dell'Italia.
Cosa fare?
1) sospendere le fonti normative/legislative (convenzioni, trattati, regolamenti) europee e internazionali che causano danno agli italiani e all'Italia e che non si possono a breve modificare come la demenzialità che i porti africani non siano porti sicuri (se sono stati buoni porti per l'imrco clandestino lo possono essere anche per il loro ritorno) e molte altre
2) modificare tutto ciò che è modificabile nelle fonti legislative e normative italiane
3) introdurre nuove leggi e obblighi per impedire gli abusi criminali di queste leggi (trattati, convenzioni, regolamenti) a danno degli italiani e dell'Italia;
tra cui quella che considera i paesi da cui partono i clandestini come responsabili della loro partenza e la responsabilità del lasciarli partire come un atto ostile nei confronti dell'Italia e dell'Europa;
4) nuovi patti con i paesi africani che li costringano ad assumersi la piena responsabilità delle partenze dei clandestini e quindi il dovere e l'obbligo di ripenderseli indietro;
4) pattugliare intensamente il mare e tenerlo sotto controllo con i mezzi elettronici; soccorrere i clandestini finti naufraghi, con navi militari quando entrano nelle acque territoriali e riportarli nelle acque internazionali o nelle acque territoriali dei paesi da dove sono partiti imbarcandosi;
5) istituire campi di raccolta e di internamento che impediscano la libera circolazione dei clandestini, a tutela della sicurezza degli italiani e del loro diritto alla sovranità territoriale;
6) considerare come violazione delittuosa grave l'abuso del soccorso in mare, dell'asilo politico e della protezione umanitaria;
7) espulsione immediata a vita di tutti i migranti stranieri che abbiano compiuto delitti in Italia contro i cittadini italiani e lo stato italiano;
8) revoca della cittadinanza italiana agli stranieri che abbiano compiuto delitti in Italia contro i cittadini italiani e lo stato italiano;
9) confiscare le navi pirata complici dell'invasione dell'Italia da parte dei clandestini con il pretesto e l'abuso del soccorso in mare;
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Migranti, vertice Piantedosi-capigruppo maggioranza: ipotesi confisca navi Ong
15 novembre 2022
https://www.ilmessaggero.it/politica/na ... 54099.htmlApplicare alle ong una sanzione amministrativa, che consentirebbe anche la confisca delle navi, da preferirsi alle sanzioni penali che in passato non sembrano aver dato effetti. Questa, a quanto si apprende, la misura che sta valutando il Viminale in vista di nuovi provvedimenti, come emerso durante l'incontro sulla gestione dei migranti fra il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e i capigruppo di FdI, Lega, Forza Italia e Noi moderati. Una riunione, spiegano fonti di maggioranza, utile anche a «compattare» i quattro partiti alla vigilia della informativa del ministro al Parlamento.
Parigi: 44 dei 234 migranti Ocean Viking saranno espulsi
Quarantaquattro dei 234 migranti a bordo dell'Ocean Viking saranno espulsi dalla Francia. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno Gerald Darmanin.
Migranti, 75 sbarcano a Lampedusa
Sono 75 i migranti giunti nelle ultime ore a Lampedusa. Il primo barchino con 45 persone a bordo è stato intercettato a circa 3,5 miglia dalle coste dai militari della Guardia di finanza. Tra loro anche 17 donne e 7 minori. Sempre il pattugliatore delle Fiamme gialle ha rintracciato a 4 miglia dall'isola un'imbarcazione con 30 tunisini, tra cui 13 donne e un minore. Anche per loro dopo i primi controlli sanitari sul molo Favaloro è stato disposto il trasferimento nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove si trovano al momento circa 600 ospiti. Stamani in 108 hanno lasciato la struttura per essere imbarcati sul traghetto "Paolo Veronese" che in serata giungerà a Porto Empedocle.
Tajani sente ministro Esteri tunisino: «Rafforzare cooperazione contro immigrazione irregolare»
«Questa mattina ho avuto una cordiale telefonata con il ministro degli Esteri tunisino Othman Jerandi». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, aggiungendo che «la Tunisia è un nostro partner strategico nel Mediterraneo» e sottolineando «l'impegno a rafforzare la cooperazione in ambito migratorio, sul tema dei rimpatri e a lottare contro immigrazione irregolare».
G20, Meloni vede Erdogan: insieme contro immigrazione irregolare
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un incontro bilaterale a margine dei lavori del G20 con il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Nel corso del colloquio, riferisce una nota di Palazzo Chigi, i due leader hanno posto l'accento sulla necessità di lavorare insieme per contrastare la migrazione irregolare e favorire la risoluzione della crisi libica. Meloni e Erdogan hanno anche concordato sull'opportunità di cogliere insieme le vaste potenzialità della regione Mediterranea.
Nuovi sbarchi a Lampedusa
Sono 61 i migranti approdati ieri sera a Lampedusa. I primi 27 sono stati bloccati a terra dai finanzieri a Cala Pisana. Non rintracciata, invece, l'imbarcazione utilizzata per la traversata. Sempre gli uomini delle Fiamme gialle hanno intercettato, in mare, un barchino con 34 migranti, tutti uomini. Dopo un primo triage sanitario sono stati condotti nell'hotspot di contrada Imbriacola, dove, dopo i trasferimenti disposti ieri dalla Prefettura di Agrigento, ci sono circa 600 ospiti a fronte di una capienza di 400 posti.
Migranti. Vertice al Viminale con i capigruppo di maggioranza (FdI, Lega, Fi e Noi Moderati) di Camera e Senato e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi alla vigilia dell'informativa del governo prevista per domani in Parlamento sul tema dei migranti. Intanto si sono concluse a Pozzallo le operazioni di sbarco di 48 migranti, tra cui 8 minori, intercettati dalla Guardia di finanza a circa 50 miglia dalle coste. Ieri nella cittadina del Ragusano erano approdate altre 78 persone, rintracciate dalla Guardia costiera a circa 40 miglia da Portopalo di Capo Passero.