L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:04 pm

L'invasione clandestina è un crimine gravissimo contro la nostra umanità
viewtopic.php?f=205&t=2971
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8323895559

È come lo stupro di un intera comunità, come la violazione del sacro domicilio di ogni cittadino di quel paese, una violazione della proprietà di tutti gli abitanti di quel paese, la violazione della loro sacra propietà pubblica e civile.
Ed è altrettanto criminale il favoreggiamento dell'invasione clandestina specialmente il favoreggiamento che si avvale dell'abuso e della manipolazione/falsificazione delle convenzioni e dei trattati internazionali sul soccorso in mare, sull'asilo politico e sull'aiuto umanitario a danno dei cittadini di quel paese, in questo caso del nostro paese l'Italia.
Ed è particolarmente odioso che questo crimine del favoreggiamento sia compiuto da cittadini italiani a danno dei loro concittadini, a danno nostro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:06 pm

L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità, la nostra umanità!
Migrare e invadere la casa e il paese altrui non è un diritto ma un crimine, ed è un dovere impedirlo

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2813
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674
La clandestinità o emigrazione/immigrazione clandestina, con l'inganno, la frode (anche abusando delle norme sul soccorso in mare), con la violenza, senza autorizzazione, violando le leggi a tutela dei territori, dei paesi degli stati, il promuoverla, il favorirla e il giustificarla è un grave delitto contro la convivenza civile tra stati, popoli e persone e un crimine contro l'umanità, che viola i diritti umani e civili degli abitanti e dei cittadini di un paese o di uno stato.



Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2754
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8012724411
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:07 pm

Il caso di Mimmo Lucano il calabrese comunista di Riace.


L’ex sindaco di Riace Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi, quasi il doppio della richiesta dei pm
Lucio Musolino
30 settembre 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/0 ... i/6338084/

L’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano è stato condannato in primo grado a 13 anni e 2 mesi, quasi il doppio della pena richiesta dell’accusa. Nel 2018 Lucano era stato al centro di un’inchiesta della procura di Locri che ha ipotizzato l’esistenza di un sistema criminale dentro quello che era stato ribattezzato il “paese dell’accoglienza” dei migranti. L’ex sindaco era accusato di essere il promotore di un’associazione a delinquere che aveva lo scopo di commettere “un numero indeterminato di delitti (contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio), così orientando l’esercizio della funzione pubblica del ministero dell’Interno e della prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei servizi da espletare nell’ambito del Comune di Riace”.

Lucano era sotto processo anche per abuso d’ufficio, truffa, falsità ideologica, turbativa d’asta, peculato e malversazione a danno dello Stato. Il pm Michele Permunian aveva chiesto 7 anni e 11 mesi di pena. Nel corso della requisitoria l’accusa aveva affermato che “numerose conversazioni dimostrano in modo netto che l’agire, anche illecito, di Lucano è determinato da interessi di natura politica”. In altri termini, aveva proseguito il pubblico ministero, “non era importante la qualità dell’accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale”.

Nel chiedere la condanna, il pm Permunian aveva aggiunto “A Riace comandava Lucano. Era lui il dominus assoluto, la vera finalità dei progetti di accoglienza a Riace era creare determinati sistemi clientelari. Lucano ha fatto tutto questo per un tornaconto politico-elettorale e lo si evince da diverse intercettazioni. Contava voti e persone. E chi non garantiva sostegno veniva allontanato”. Tesi sempre contestata dall’ex sindaco di Riace, oggi candidato a consigliere regionale a sostegno di Luigi de Magistris. Gran parte dei reati addebitati a Lucano erano stati cassati dal gip Domenico Di Croce che, nell’ottobre 2018, ha rigettato la richiesta di arresto formulata dalla Procura sottolineando “la vaghezza e la genericità del capo d’imputazione”.

Solo per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per alcune irregolarità nell’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti (che nel piccolo Comune della Locride veniva effettuato con gli asinelli), nell’ottobre 2018 il gip aveva disposto i domiciliari per Lucano, poi trasformati in divieto di dimora dal Tribunale del Riesame e ancora dopo annullati dalla Cassazione. Secondo la Suprema Corte, che aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare, non c’erano indizi di “comportamenti” fraudolenti commessi dall’ex sindaco. Eppure, al termine del dibattimento, il Tribunale di Locri presieduto dal giudice Fulvio Accurso ha ritenuto che Lucano sia responsabile di quasi di tutti i reati per i quali è stato indagato e lo ha condannato a risarcire diverse centinaia di migliaia di euro. L’accusa che ha più scosso Lucano è stata quella della concussione ai danni di Francesco Ruga, un negoziante di Riace che prima lo ha denunciato e poi in aula si è rimangiato tutto.

“Prima dell’arresto io non sapevo nemmeno cos’era la concussione”, si era sempre difeso l’ex sindaco di Riace che, prima di finire ai domiciliari, aveva pure denunciato Ruga perché gli mandava messaggi minatori. Il commerciante era il teste chiave dell’accusa ma per il Tribunale del Riesame “avrebbe dovuto essere sentito con le garanzie previste dal codice di rito”. In altre parole, oltre a essere “inattendibile” in quanto “pare evidente l’atteggiamento di astio” nei confronti dell’ex sindaco, l’accusatore di Lucano doveva essere iscritto nel registro degli indagati. Evidentemente anche per il Tribunale la testimonianza di Ruga è stata definita “genuina”, come dalla Procura che all’improvviso, prima di interrogarlo, ha archiviato le quattro denunce sporte da Lucano e dagli altri imputati nei suoi confronti perché “è trascorso troppo tempo dalla proposizione della querela ad oggi per cui è impossibile acquisire dati”.

Mimmo Lucano era in aula oggi per la lettura del dispositivo. “Sono amareggiato. Non me l’aspettavo. – ha commentato a caldo – Non ho proprietà e non ho nulla. Non capisco questa cosa. Ho speso la mia vita per rincorrere i miei ideali, contro le mafie. Mi sono immaginato di contribuire al riscatto della mia terra. Oggi finisce tutto. È una cosa pesantissima. Non so se per i delitti di mafia ci sono sentenze così. Io mi aspettavo una formula ampia di assoluzione. Voglio ringraziare l’avvocato Mazzone che non c’è più e gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia che mi hanno difeso gratis. Io non avevo i soldi per pagare gli avvocati. A me mancano i soldi per vivere, come farò a estinguere questa condanna?”.


Lucano condannato, Letta: "Esterrefatto, sentenza incredibile"
"Messaggio terribile, rischia di aumentare sfiducia in magistratura"
30 settembre 2021

https://www.adnkronos.com/migranti-lett ... cWOh6ULVcj

"Solidarietà e vicinanza a Mimmo Lucano. Quello che è successo è incredibile: il raddoppio di quanto chiesto dal pm, non so quante volte capita... Io sono esterrefatto per quanto accaduto". Così Enrico Letta a Porta a Porta in onda questa sera commenta la sentenza di condanna per Mimmo Lucano. L'ex sindaco di Riace è stato condannato a 13 anni e 2 mesi. Lucano era accusato, fra l’altro, di associazione a delinquere, truffa, concussione, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

"Le sentenze si rispettano sempre, ma ho come l'impressione che in questo caso ci sia magari il gioco della prima sentenza che deve essere sproporzionata, perchè poi si pensa che tanto quella successiva ridimensionerà. Io credo che si dia un messaggio terribile, pesantissimo. Un messaggio che credo farò anche crescere la sfiducia nella magistratura. Leggeremo" le carte "però in questo momento chiunque non che può restare esterrefatto".



MIMMO LUCANO
Giovanni Bernardini
2 ottobre 2021

https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 5039876034

Le forze politiche di sinistra protestano per la condanna di Lucano. Hanno tutto il diritto di farlo. Le sentenze si possono commentare, criticare e condannare, tutte. Si possono criticare le condanne come le assoluzioni, si può definire ingiusta una sentenza come la si può definire giusta. Sono quelli che oggi strillano contro la condanna di Lucano ad aver sostenuto per anni che “le sentenze non si commentano”. Sembra che oggi abbiano cambiato idea, Meglio tardi che mai.
C’è anche chi cerca di tenere il piede in due scarpe. Enrico Letta, ad esempio. Lui esprime solidarietà e vicinanza a Lucano ma rispetta il lavoro dei giudici. Che possente ingegno! Gli sfugge un minuscolo particolare: la logica. O Lucano è innocente, ed allora condannandolo ad oltre 13 anni di carcere i giudici hanno, come minimo, commesso un enorme errore ed una clamorosa ingiustizia, oppure merita la condanna perché si è macchiato di reati gravissimi, ed allora è impossibile esser solidali con lui. È pura logica, ma… chiedere coerenza logica ad un personaggio come Letta è come pretendere la castità da un divo del porno.
Vediamo di parlare di cose serie. Nei processi, specie in quelli che hanno forti legami con la politica, un imputato può difendersi in due modi.
Può dichiararsi innocente, negare di aver commesso i reati che gli vengono contestati. Non ho organizzato un attentato, non ho aggredito un poliziotto, non ho scippato una vecchia pensionata. Sono innocente.
Oppure può ammettere di aver commesso certi reati, violato certe leggi, ma sostenere che è giusto commettere quei reati, violare quelle leggi perché si tratta di leggi ingiuste. In questo casi l’imputato contrappone la giustizia alla legalità, difende le sue azioni in nome di un ideale di giustizia che è doveroso anteporre alla legge. Chi agisce in questo modo spesso mira a sollecitare un movimento di opinione che spinga i politici a modificare una legge ritenuta ingiusta. Si dichiara formalmente colpevole, ma sostanzialmente innocente.
Tornando a Lucano, l’ex sindaco di Riace ha ammesso di aver commesso alcune delle cose che gli sono state contestate. Ha fornito a migranti irregolari documenti senza aver appurato la loro reale identità, ha organizzato matrimoni di comodo fra vecchi pensionati e giovani donne nigeriane, alcune, pare, dedite alla professione più antica del mondo. Pare che molti pensionati abbiano preteso di consumare i matrimoni di comodo, altri avrebbero acconsentito “gratuitamente”.
In ogni caso, in seguito alle azioni di Lucano sono diventate regolari persone di cui non si sa assolutamente nulla, sono arrivate clandestinamente in Italia, potrebbe trattarsi di malviventi ricercati dalle polizie dei loro paesi che oggi, grazie a lui, circolano regolarmente in Italia. Di certo Lucano ha fatto cose simili che la nostra legislazione considera reati. Ebbene, è possibile ritenere che regalare documenti senza fare i doverosi accertamenti, organizzare matrimoni di comodo sia qualcosa di giusto da contrapporre al formale rispetto della legge? Chi lo sostiene sia serio: proponga che una legge stabilisca che si possono rilasciare documenti a chiunque li richieda, senza verifica alcuna, o che sia legale “convincere” un novantenne a sposare una ventenne al solo fine di regolarizzare la posizione di quest’ultima, il tutto naturalmente senza alcuna delle trafile legali che chi fra noi è sposato ha dovuto seguire.
Se le azioni di Lucano rappresentano la giustizia da contrapporre alla legalità non si deve dire: “Lucano è innocente”, si deve dire “Lucano è colpevole ma la sua colpevolezza è un esempio di superiore giustizia” e si deve chiedere che le sue azioni divengano il paradigma di una nuova legislazione.
Ovviamente i suoi sostenitori e lui stesso si guardano bene dall’assumere un simile atteggiamento. Lucano non è una sorta di nuovo Ganhdi, un martire della disubbidienza civile. In base alla sentenza che lo condanna è solo uno dei tanti che ha fatto fortuna con l’immigrazione clandestina. Davvero un bel compagno di viaggio per Enrico Letta.


Fondi sottratti, viaggi all'estero, concerti fantasma: ecco tutti i reati di Lucano che la sinistra "nasconde"
Secolo d'Italia
Lucio Meo
venerdì 1 Ottobre 2021

https://www.secoloditalia.it/2021/10/fo ... -nasconde/

La condanna inflitta all’ex sindaco di Riace (Rc) Mimmo Lucano a 13 anni e 2 mesi, a fronte dei 7 anni e 11 mesi chiesti dalla procura di Locri, deriva dal riconoscimento della sua colpevolezza per 10 capi d’accusa (per 5 il Tribunale lo ha assolto e per uno è scattata la prescrizione). Tanti i reati. Nell’ambito del processo “Xenia”, innanzitutto, Lucano non è stato condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (i pm avevano ritirato l’accusa relativa ai matrimoni di comodo per favorire la permanenza illecita di donne straniere in Italia), e soprattutto l’ex sindaco è stato assolto dall’accusa più grave, concussione, per non aver commesso il fatto.


Tutti i reati di Mimmo Lucano

Mimmo Lucano è stato invece condannato per associazione a delinquere, truffa aggravata allo Stato, falso ideologico in atto pubblico e soprattutto peculato. Per quanto attiene all’associazione a delinquere, Lucano, secondo quanto si evince dal dispositivo della sentenza del Tribunale di Locri, ha commesso una serie di delitti contro la Pubblica amministrazione, il patrimonio e la fede pubblica al fine di soddisfare illeciti interessi patrimoniali delle cooperative e delle varie associazioni che lo stesso Lucano o persone a lui vicino controllavano e che svolgevano la funzione di gestori dei vari progetti per immigrati.

Numeri falsi sugli immigrati

Nello specifico, la colpevolezza di Lucano per quanto riguarda questo capo d’accusa lascia emergere rendicontazioni indebite sul numero degli immigrati presenti nelle strutture, sugli alimenti che sulla carta erano destinati ai migranti ma in realtà venivano utilizzati per fini privati, fatture false, prelievo di denaro dai conti correnti senza pezze giustificative e anche destinazione indebita dei fondi ottenuti per scopi diversi rispetto all’accoglienza.

L’altro capo d’accusa che pesa sulla condanna è la truffa aggravata allo Stato allo scopo di ottenere il versamento indebito di 2,3 milioni di euro nelle case delle medesime associazioni (originariamente, in questo caso, si contestava a Lucano l’abuso d’ufficio, ma i giudici hanno riqualificato il reato aggravando la posizione dell’ex sindaco). Sempre in tema di truffa allo Stato, c’è poi il riconoscimento della colpevolezza per quanto riguarda 281mila euro per fatture false, costi non verificati, acquisti vari in realtà mai avvenuti (materiale di cancelleria, mobili, ecc).


Fondi sottratti allo Stato sull’accoglienza

Lucano, quindi, è accusato anche di falso ideologico in atto pubblico. In questo caso si tratta di 56 determine redatte per ottenere il rimborso per la gestione del Cas e dello Sprar. A contribuire, poi, alla condanna a 13 anni e 2 mesi c’è anche l’accusa, riconosciuta dai giudici, di peculato per 16 fatti contestati. Secondo quanto stabilito dal Tribunale, dunque, Lucano si sarebbe appropriato sistematicamente di fondi ottenuti dallo Stato, 2,4 milioni di euro, che sono stati distratti rispetto alla finalità reale, quella dell’accoglienza dei rifugiati, e indirizzati alla ristrutturazione e l’arredo di alcune case e un frantoio senza che ci fosse una rendicontazione.


Il viaggio in Argentina e i concerti “fantasma”

A ciò va aggiunto il prelievo di circa 500mila euro utilizzati da Lucano sia per un viaggio in Argentina che per alcuni concerti a Riace che poi avrebbe dichiarato non essersi svolti per non pagare la Siae. Lucano, inoltre, oltre ad essere stato condannato per aver rilasciato alla compagna un falso certificato che attestava il suo stato civile nubile e non di coniugata, ha incassato la condanna anche per aver affidato il servizio di raccolta e trasporto rifiuti a due cooperative che mancavano dei requisiti di legge.

Ma i 13 anni e 2 mesi di reclusione sono stati inflitti anche perché, mentre i pm ritenevano che i reati contestati a Lucano fossero esecutivi di un medesimo disegno criminoso, il Tribunale di Locri ha stabilito che i disegni criminosi fossero in realtà due.


Nessuna attenuante generica

Nel primo caso, il codice prevede che si aumenti del triplo la pena base, vale a dire quella infitta per il reato più grave, in questo caso il peculato (che prevede una pena dai 4 ai 10 anni); ma la scelta dei giudici di “separare” i disegni criminosi ha comportato il raddoppio delle pene base, giungendo a una condanna di 10 anni e 4 mesi, a cui si aggiungono 2 anni e 10 mesi per alcuni abusi d’ufficio e un falso per aver rilasciato un certificato a una straniera che non aveva diritto in quanto non residente a Riace.

Va infine evidenziato che a Lucano e ai coimputati non sono state riconosciute le attenuanti generiche nei reati commessi.




Il procuratore di Locri Luigi D’Alessio, un passato in Magistratura Democratica, è nel mirino della sinistra per la sentenza contro l'ex sindaco di Riace
La toga rossa smonta Lucano: "È un bandito idealista da western"
Ignazio Riccio
2 Ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1633192021

Tra cinque mesi andrà in pensione per godersi il meritato riposo dopo una lunga carriera in magistratura. Ma Luigi D’Alessio, procuratore di Locri, è finito nell’occhio del ciclone per aver giudicato l'ex primo cittadino Mimmo Lucano; una tempesta mediatica che non lo ha travolto, ma che sicuramente l’ha turbato. Probabilmente immaginava di lasciare in suo lavoro in maniera più serena, ma è ovvio che conosceva i rischi di un processo come quello a carico del tre volte sindaco di Riace. “Sono amareggiato – ha dichiarato al quotidiano La Stampa – ma sereno con la coscienza". La toga rossa, un passato in Magistratura Democratica, è attaccato dal fuoco amico per una sentenza che ha diviso gli italiani, ma non se ne preoccupa. Eppure, D’Alessio si meraviglia del tanto clamore per un processo “basato su carte e fatture false difficilmente controvertibili, non su testimoni più o meno credibili”. Per il giudice valgono i fatti e questi sembrano parlare chiaro.

Per il procuratore è assolutamente falso affermare che a Locri sia stata processata l’accoglienza. Sono stati valutati atti illegali, compiuti in dispregio della legge. Per D’Alessio, l'ex sindaco Lucano avrebbe favorito clientele, accumulato ricchezze e, soprattutto, organizzato una macchina elettorale a suo vantaggio perfetta. Per il magistrato sono questi i fatti, confermati da prove concrete che inchioderebbero il primo cittadino. La politica c’entra poco, si tratta di comportamenti delinquenziali. Lucano per D’Alessio “è un bandito idealista da western”. Dietro la facciata dei nobili ideali si sarebbero nascoste, secondo il pm, le truffe e le illegalità.

Nonostante l'ex sindaco di Riace fosse incensurato non gli sono state riconosciute le attenuanti. La sua riluttanza a farsi interrogare dalla procura ha giocato un ruolo importante nella sentenza. Tredici anni di reclusione sono tanti e hanno fatto storcere il naso a molti. Per i sostenitori di Lucano neppure per i reati più efferati si subiscono condanne così pesanti. Su questo punto D’Alessio si è esposto: “Mi auguro che in appello la pena sia ridotta”, ha detto. La procura aveva chiesto otto anni, mentre il tribunale è stato più severo sommando i reati associativi a quelli commessi per creare vantaggi a se stesso e alla sua compagna, che è stata anche lei condannata.



E ora la condanna di Lucano scatena la rissa tra le toghe
Stefano Zurlo
3 ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1633236814

L iti fra le toghe. Di più, incomprensioni e frecciate fra magistrati che stanno dalla stessa parte e militano nella sinistra giudiziaria. Il caso Lucano - la condanna pesantissima dell'ex sindaco di Riace - scompone il partito dei giudici e mette in crisi antiche appartenenze.

Luigi D'Alessio, il procuratore di Locri, messo in croce da molte prime fila della politica italiana, si difende sulla Stampa: Mimmo Lucano gli ricorda «il bandito di Giù la testa proclamato capo dei rivoluzionari suo malgrado, idealista, ubriacato da un ruolo più grande di lui, inconsapevole della gravità dei suoi comportamenti».

Non proprio il ritratto di un gentiluomo. Il punto è che dopo il verdetto si è scatenato il lato sinistro del Palazzo, accusando i magistrati di Locri di aver deragliato, trasformando Lucano in un malvivente dal profilo quasi mafioso.

E che il verdetto divida come mai in precedenza lo si capisce anche da altri interventi, a dir poco inusuali. Ecco che il segretario di Magistratura democratica Stefano Musolino contesta la richiesta di intervento dell'Anm a tutela dei magistrati di Locri. Una prassi collaudata, quasi automatica quando ci sono attacchi e critiche scomposte. Ma questa volta Musolino se la prende con i colleghi, schierandosi sia pure indirettamente con chi punta il dito contro il tribunale di Locri: «La richiesta di interventi dell'Anm a tutela della sentenza accresce la percezione pubblica di una magistratura chiusa, autopercepita come casta sacerdotale che tutela i suoi riti e le sue pronunce, non si interroga sugli effetti sociali dei suoi provvedimenti e, perciò, non ne tollera le critiche sollevando l'alibi del tecnicismo».

Riflessioni che non si sentono quasi mai: di solito, e pure di più, la corporazione si tutela su tutta la linea quando il potere politico e l'opinione pubblica contestano un provvedimento e alzano la voce. Ma Lucano, un'icona dei progressisti e non solo, rompe gli schemi e D'Alessio non si sottrae, confessando «il personale tormento oltreché l'imbarazzo, di essermi trovato odiato dai miei storici referenti culturali e blandito da quelli che non lo sono mai stati. Ma questa - aggiunge - è la solitudine del magistrato». D'Alessio nel colloquio con la Stampa aggiunge un paio di domande scomode: «Lucano è al di sopra della legge? O chiunque può commettere qualsiasi reato purché a fin di bene?».

Può essere che in appello, e non sarebbe la prima volta, la condanna salti o venga ridimensionata, ma è la seconda volta in pochi giorni che un verdetto fa saltare le liturgie del Palazzo e addirittura quelle di una magistratura sempre più spaccata. Era successo a Palermo, dopo l'assoluzione dei generali imputati per la trattativa, si ripete a parti inverse, a Locri, con la pena a 13 anni che si abbatte su Lucano.

Md fiuta l'aria nel Paese e si adegua. Magistratura indipendente e Articolo 101 invece sono vicini a D'Alessio. E quindi contro Md che a sua volta «scarica» il Procuratore, nella bufera a un passo dalla pensione. «Rifiutiamo di prestare il fianco a qualunque critica preconcetta - affermano i giudici di Mi - che non sia basata sull'esame dei motivi delle decisioni, che ancora non sono stati resi noti e rifiutiamo ancora di più gli attacchi mirati alla persona dei singoli magistrati, invece che alle ragioni dei loro verdetti. Sono metodi di un certo modo di fare politica che non ci appartengono e dai quali prendiamo con forza le distanze». Infine, Articolo 101: «Esprimiamo piena solidarietà ai colleghi del tribunale di Locri, fatti oggetto di inusitati e ingiustificati attacchi soltanto per aver esercitato le loro funzioni: la semplice lettura del dispositivo della sentenza, da cui risulta che Lucano è stato ritenuto responsabile di oltre 20 gravi reati, dimostra facilmente che nel provvedimento non c'è nulla di abnorme». Di più: «Non ci possono essere santuari inattingibili dal controllo di legalità penale». E le toghe strattonano di qua e di là sentenza.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:08 pm

Non si può fare del bene facendo del male; compiere reati che sono deliti maligni gravissimi, veri e propri crimini e non certo nobili violazioni di leggi ingiuste e disumane è un fare del male e non certo un fare del bene


E ora la condanna di Lucano scatena la rissa tra le toghe
Stefano Zurlo
3 ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1633236814

L iti fra le toghe. Di più, incomprensioni e frecciate fra magistrati che stanno dalla stessa parte e militano nella sinistra giudiziaria. Il caso Lucano - la condanna pesantissima dell'ex sindaco di Riace - scompone il partito dei giudici e mette in crisi antiche appartenenze.

Luigi D'Alessio, il procuratore di Locri, messo in croce da molte prime fila della politica italiana, si difende sulla Stampa: Mimmo Lucano gli ricorda «il bandito di Giù la testa proclamato capo dei rivoluzionari suo malgrado, idealista, ubriacato da un ruolo più grande di lui, inconsapevole della gravità dei suoi comportamenti».

Non proprio il ritratto di un gentiluomo. Il punto è che dopo il verdetto si è scatenato il lato sinistro del Palazzo, accusando i magistrati di Locri di aver deragliato, trasformando Lucano in un malvivente dal profilo quasi mafioso.

E che il verdetto divida come mai in precedenza lo si capisce anche da altri interventi, a dir poco inusuali. Ecco che il segretario di Magistratura democratica Stefano Musolino contesta la richiesta di intervento dell'Anm a tutela dei magistrati di Locri. Una prassi collaudata, quasi automatica quando ci sono attacchi e critiche scomposte. Ma questa volta Musolino se la prende con i colleghi, schierandosi sia pure indirettamente con chi punta il dito contro il tribunale di Locri: «La richiesta di interventi dell'Anm a tutela della sentenza accresce la percezione pubblica di una magistratura chiusa, autopercepita come casta sacerdotale che tutela i suoi riti e le sue pronunce, non si interroga sugli effetti sociali dei suoi provvedimenti e, perciò, non ne tollera le critiche sollevando l'alibi del tecnicismo».

Riflessioni che non si sentono quasi mai: di solito, e pure di più, la corporazione si tutela su tutta la linea quando il potere politico e l'opinione pubblica contestano un provvedimento e alzano la voce. Ma Lucano, un'icona dei progressisti e non solo, rompe gli schemi e D'Alessio non si sottrae, confessando «il personale tormento oltreché l'imbarazzo, di essermi trovato odiato dai miei storici referenti culturali e blandito da quelli che non lo sono mai stati. Ma questa - aggiunge - è la solitudine del magistrato». D'Alessio nel colloquio con la Stampa aggiunge un paio di domande scomode: «Lucano è al di sopra della legge? O chiunque può commettere qualsiasi reato purché a fin di bene?».

Può essere che in appello, e non sarebbe la prima volta, la condanna salti o venga ridimensionata, ma è la seconda volta in pochi giorni che un verdetto fa saltare le liturgie del Palazzo e addirittura quelle di una magistratura sempre più spaccata. Era successo a Palermo, dopo l'assoluzione dei generali imputati per la trattativa, si ripete a parti inverse, a Locri, con la pena a 13 anni che si abbatte su Lucano.

Md fiuta l'aria nel Paese e si adegua. Magistratura indipendente e Articolo 101 invece sono vicini a D'Alessio. E quindi contro Md che a sua volta «scarica» il Procuratore, nella bufera a un passo dalla pensione. «Rifiutiamo di prestare il fianco a qualunque critica preconcetta - affermano i giudici di Mi - che non sia basata sull'esame dei motivi delle decisioni, che ancora non sono stati resi noti e rifiutiamo ancora di più gli attacchi mirati alla persona dei singoli magistrati, invece che alle ragioni dei loro verdetti. Sono metodi di un certo modo di fare politica che non ci appartengono e dai quali prendiamo con forza le distanze». Infine, Articolo 101: «Esprimiamo piena solidarietà ai colleghi del tribunale di Locri, fatti oggetto di inusitati e ingiustificati attacchi soltanto per aver esercitato le loro funzioni: la semplice lettura del dispositivo della sentenza, da cui risulta che Lucano è stato ritenuto responsabile di oltre 20 gravi reati, dimostra facilmente che nel provvedimento non c'è nulla di abnorme». Di più: «Non ci possono essere santuari inattingibili dal controllo di legalità penale». E le toghe strattonano di qua e di là sentenza.




Mimmo Lucano non ha cacciato i calabresi, ma più semplicemente i calabresi se ne sono andati per mancanza di prospettive di lavoro e di vita.
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts ... 4001707:82
Questo demenziale personaggio voleva ripopolare parassitariamente il paese con i criminali clandestini mantenuti dalle nostre tasse e dal debito pubblico con inutili e demenziali programmi di aiuto e assistenza che producono esclusivamente parassiti di stato, razzisti e senza alcun rispetto per noi.
Gli italiani se ne vanno per mancanza di risorse e questo demente voleva ripopolare con stranieri mantenuti a vita con le risorse che lo stato ci avrebbe estorto e ci estorce per loro conto.


https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... iace-1.jpg
https://www.filarveneto.eu/wp-content/u ... 00x132.jpg



Calabria, nuove emigrazioni al tempo del Covid
Corriere della Calabria
07/11/2020

https://www.corrieredellacalabria.it/20 ... del-covid/

di Roberto De Santo
COSENZA Non sappiamo ancora quanto inciderà l’emergenza Coronavirus sull’esodo di calabresi verso altre mete. Ma i primi segnali parlano di un rallentamento avvenuto nei mesi del primo lockdown che ha portato molti giovani fuori sede a rientrare sul territorio calabrese. Inoltre ci sono i dati sulle immatricolazioni nelle università calabresi che indicano un incremento del numero di matricole. Così come di lavoratori che potevano lavorare in smart working che hanno scelto di riprendere l’attività stando nella regione. Segnali, timidi e decisamente provvisori, che però non tengono conto di questa nuova ondata di contagi che ha travolto anche la Calabria e soprattutto dell’istituzione della zona rossa in regione. Certo a guardare i dati riferiti allo scorso anno, comunque, il fenomeno dell’emigrazione di calabresi non si è mai arrestato. Anzi. Il flusso di quanti hanno lasciato la regione negli ultimi tre anni per espatrio segna una percentuale a doppia cifra: + 22,3%. Tanto da porre la Calabria al terzo posto nella classifica nazionale di italiani che hanno abbandonato il Paese per andare a vivere all’estero. Prendendo in considerazione solo il 2019 oltre seimila calabresi – per l’esattezza 6.383 – hanno scelto di emigrare verso altri Paesi. Per lo più del Vecchio Continente. Anche se sono stati tanti quelli che hanno varcato l’oceano per raggiungere Stati Uniti, Argentina, Brasile o Canada. Ma anche l’Australia. A fotografare la situazione pre-covid sono stati gli analisti della Fondazione Migrantes che, nella XV edizione del “Rapporto italiani nel mondo 2020”, hanno riportato numeri da brividi per quanto attiene l’esodo di calabresi dall’Italia: se nel 2018 erano 5.621 i cittadini che erano andati oltre i confini nazionali a cercare “fortuna” nell’anno successivo sono saliti a 6.383. Un dato che porta a far registrare un incremento di oltre 13 punti percentuali (13,6% per l’esattezza) in un anno. Con un risultato che pone la Calabria al terzo posto in classifica per crescita del numero di persone che sono andate via varcando anche i confini nazionali.



Ad abbandonare la Calabria per emigrare all’estero tra il primo gennaio del 2019 e dicembre dello scorso anno sono stati maggiormente giovani di sesso maschile: ben 3.606 uomini contro le 2.777 donne. Secondo i dati elaborati dalla Fondazione Migrantes, che ha preso a campione il numero degli iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) il 40,9% degli espatriati nell’ultimo anno aveva una fascia di età compresa tra i 18 e il 34 anni mentre il 23,9% tra i 35 e i 49 anni. Dunque tutte persone in piena età lavorativa o di formazione e con le migliori energie psico-mentali. In altre parole la Calabria perde – come anche altre regioni per la verità – le sue forze «più giovani e vitali – per utilizzare le parole degli analisti della Fondazione – capacità e competenze che vengono messe a disposizione di paesi altri che non solo li valorizzano appena li intercettano, ma ne usufruiscono negli anni migliori, quando cioè creatività e voglia di emergere sono ai livelli più alti per freschezza, genuinità e spirito di competizione».
E se ai dati sugli espatri si sommano quanti lasciano la Calabria per andare in altre regioni – sempre per lo più giovanissimi – il quadro della desertificazione demografica a cui vanno incontro i nostri territori non lascia ben sperare neanche per il futuro. Dal 2009 al 2018, secondo i dati Istat, hanno lasciato il Sud per trasferirsi al Nord 283mila giovani di cui 107mila in possesso di almeno la laurea. Al contrario le regioni del Centro-nord hanno guadagnato migliaia di nuovi cittadini con profili professionali alti provenienti appunto dal Mezzogiorno. In testa Lombardia ed Emilia-Romagna che hanno attratto nel decennio preso in considerazione 92mila giovani con in tasca un titolo di studio alto.
Scendendo nel dettaglio regionale emerge che la Calabria detiene il record nazionale in termini percentuali per cancellazioni rispetto ai nuovi residenti: un numero pari al triplo. Con il Crotonese in fondo alla classifica nazionale per attrattività: il numero di cittadini che si sono cancellati dalla residenza in questa provincia è oltre quattro volte superiore a quella dei nuovi iscritti. Un’escalation che sembra dunque inarrestabile e che spinge i calabresi – come altri cittadini del Sud Italia – a subire una doppia pressione verso l’esterno: una in direzione estero l’altra rivolta alle regioni più ricche. Senza contare il tasso di denatalità che si sta registrando tra le famiglie che risiedono in Calabria e che la condanna ad un perenne «inverno demografico» come l’ha definito Manuela Stranges, ricercatrice di Demografia all’Università della Calabria. La docente si occupa anche di migrazioni, rifugiati, benessere soggettivo e trasmissione intergenerazionale per conto del dipartimento di Economia Statistica e Finanza “Giovanni Anania” dell’Unical.
Professoressa a guardare i dati prosegue l’emorragia demografica: la Calabria resta dunque terra di emigrazione?
«Sì, la Calabria non ha mai smesso di essere terra di emigrazione. Negli ultimi anni, in realtà, questi flussi in uscita si sono intensificati, facendo registrare un aumento del +13,6% nel corso dell’ultimo anno. Questo dato preoccupa molto se letto anche in combinazione con la dinamica naturale (nascite meno decessi) negativa della nostra regione. Ecco perché più volte ho parlato di “inverno demografico” per la nostra regione: perché l’azione congiunta di denatalità, flussi migratori in uscita e scarsa attrattività per i flussi in entrata sta determinando un progressivo spopolamento della nostra regione. Al dato sulla diminuzione quantitativa della popolazione, si aggiunge anche quello del progressivo invecchiamento demografico della Calabria, dovuto alla già citata denatalità e all’allungamento dell’aspettativa di vita, ma anche al fatto che la struttura demografica è “erosa” nelle età centrali dai flussi migratori».


Italiani iscritti all’Aire (Fonte: Rapporto Migrantes”)
C’è un luogo comune: ad andare via dalla Calabria sono per lo più giovani con profili alti di formazione. I dati indicano che è in atto anche una migrazione di persone con in tasca solo un diploma che sono in cerca di occupazione. Cosa ne pensa?
«La quota più consistente di emigranti si ha nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni. Va da sé che si tratta in parte di giovani che decidono di emigrare prima di conseguire un titolo di studio terziario, e in parte da giovani che si spostano dopo il conseguimento della laurea. Questo si spiega anche in riferimento ai diversi canali occupazionali: le persone senza laurea trovano tipicamente occupazioni meno qualificate, mentre quelle con titolo di studio più elevati trovano impieghi più qualificati. In ogni caso, perdiamo la parte migliore del nostro capitale umano. Soprattutto perché quasi sempre questi giovani decidono di mettere su famiglia e radicarsi nelle aree di destinazione».
Si sta assistendo ad uno spostamento di calabresi non più e non tanto solo verso le regioni del Nord del Paese, ma in direzione dei Paesi europei?
«La dinamica interregionale della Calabria è negativa da diversi anni. Gli ultimi dati disponibili segnalano circa 12 iscrizioni e 18 cancellazioni per 1.000 residenti. Sono stati oltre 2.000 i calabresi che hanno lasciato la nostra regione verso altre regioni italiane nell’ultimo anno. A questa dinamica interregionale sfavorevole, si unisce il dato dei flussi verso l’estero che hanno da sempre costituito una quota rilevante dei flussi emigratori complessivi, riprendendo vigore negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2020, complessivamente i calabresi iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) per espatrio sono risultati quasi 6.400, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente».
E inoltre c’è in atto da anni un fenomeno migratorio accentuato delle aree interne. Il vero divario non è dunque tra Nord e sud, ma tra aree interne e città?
«In realtà sono presenti entrambi i divari. A livello complessivo abbiamo un’Italia a due velocità dal punto di vista demografico, con un Nord che cresce (non solo per i flussi migratori in ingresso ma anche per una dinamica naturale più positiva) e un Mezzogiorno in recessione per via dell’azione congiunta di una dinamica naturale e migratoria entrambe negative. Nello specifico, i flussi emigratori in uscita non sono compensati da flussi migratori in entrata, neanche di stranieri (la nostra regione è spesso terra di transito ma non di residenza definitiva). Dall’altra abbiamo le dinamiche specifiche dei territori che vedono le aree più interne e marginali (le aree montane, ad esempio) perdere popolazione a favore delle aree urbane e dei comuni della cintura urbana. Questo fenomeno è legato prevalentemente al fatto che le aree interne, montane e periferiche sono spesso caratterizzate da una scarsità di servizi che spinge le persone a spostarsi verso aree con maggiore dotazione».

Come sta incidendo l’emergenza sanitaria sui flussi migratori dei calabresi? Il timore dell’elevata contagiosità di alcune aree del Paese e del mondo potrà spingere alcuni calabresi a rientrare?
«Al momento non abbiamo dati a sufficienza per comprendere come sta evolvendo la situazione delle migrazioni interne a causa del Covid. Credo che difficilmente chi ha un progetto di vita stabile e radicato in un’altra regione (e quindi un lavoro, una famiglia propria) prenda in considerazione l’idea di rientrare. Abbiamo assistito a dei rientri nei mesi scorsi, ma si trattava per lo più di giovani che non avevano ancora un progetto di vita stabile nel luogo in cui si trovavano e per i quali, dunque, il rientro non implicava l’abbandono di qualcosa. Inoltre, sono rientrati quelli che svolgevano un lavoro che poteva essere svolto anche a distanza, con il cosiddetto smart working. Queste condizioni, però, non si applicano a tutti i lavori. Inoltre, bisogna anche considerare che negli ultimi mesi la situazione dell’emergenza covid nella nostra regione è radicalmente cambiata. Siamo passati da una situazione di quasi assenza di contagi ad un deciso aumento che, pur essendo al di sotto dei valori per abitante e per tampone registrati in altre regioni, ha comunque fatto finire la Calabria in zona rossa, principalmente a causa delle note carenze della nostra sanità che non consentono la gestione di grossi numeri. Quindi molto verosimilmente, non assisteremo alle “fughe” dal Nord che abbiamo registrato nel corso della prima ondata».
Si parla di South working crede che sia un fenomeno che prenderà piede anche in Calabria? Come favorirlo?
«È sicuramente un fenomeno che abbiamo registrato con la prima fase del covid ma, per tutte le ragioni elencate in precedenza, non sono certa che possa diventare un “modello” applicabile in maniera estensiva anche una volta finita l’emergenza. Oltre al fatto che non tutti i lavori possono essere svolti a distanza, c’è un ulteriore elemento che bisogna tener presente. Spesso chi lascia la propria regione non lo fa solo ed esclusivamente per mancanza di lavoro e ragioni economiche. Ad esempio, ci sono settori che hanno possibilità occupazionali anche qui nella nostra regione (uno fra tutti quello dell’Information Technology) ma spesso i nostri laureati scelgono volontariamente di andare a lavorare fuori regione. Questo perché le regioni del nord offrono più servizi e maggiori opportunità in tanti ambiti (pensiamo all’offerta culturale). Ci sono studi sulle ragioni dell’emigrazione nei quali si mostra come spesso pesi anche il fatto di poter vivere in un contesto socio-culturale molto diverso da quello calabrese, sganciati dalle ben note logiche che caratterizzano il nostro tessuto sociale. Di contro, occorre considerare che il costo della vita più basso e la possibilità di avere vicino la famiglia di origine potrebbero essere elementi a favore di questa scelta. Ma credo che, per favorire lo smart working, sarebbe comunque necessario un miglioramento delle condizioni socio-economiche complessive della nostra regione. Il lavoro in sé e per sé e i costi ridotti potrebbero, dunque, non essere un incentivo sufficiente a rimanere in Calabria».

Il fenomeno dell’emigrazione dalla Calabria è ineluttabile o diversamente potrebbe essere invertito il trend o quantomeno rallentato? E quali politiche utili per contrastare l’esodo?
«Purtroppo l’emigrazione è il risultato dello scarso sviluppo socio-economico che caratterizza la Calabria, al pari di altre regioni meridionali. La crisi ingeneratasi dal 2008 non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Prima del Covid le aree meridionali, compresa la Calabria, non avevano manifestato grossi segni di ripresa. Credo, addirittura, che questa condizione della pandemia peggiorerà la situazione in futuro. Al momento gli spostamenti sono molto difficoltosi ma è probabile che molti calabresi che oggi stanno sperimentando le ristrettezze dovute a questa situazione decideranno di lasciare la nostra terra non appena possibile. Per rallentare l’emigrazione (invertire la tendenza mi sembra irrealistico allo stato) sarebbe necessario lavorare per risollevare la nostra regione dal punto di vista socio-economico, creando posti di lavoro per i giovani, magari puntando sui settori strategici che purtroppo ancora sono sottoutilizzati rispetto al potenziale (penso, ad esempio, al turismo) o su quelli in via di espansione (come, appunto, l’IT). Considerando il basso tasso di occupazione femminile nella nostra regione, sarebbe utile anche avere una maggiore attenzione verso i servizi e gli strumenti di conciliazione, che potrebbero avere il duplice vantaggio di aumentare la partecipazione al lavoro delle donne e aumentare la natalità». (r.desanto@corrierecal.it)




Calabria con la valigia in mano: prima al Sud per tasso di emigrazione
Luana Costa
4 novembre 2019

https://www.lacnews24.it/economia-e-lav ... ne_102675/

Continua ad essere la Calabria a guidare la classifica delle migrazioni interne, dalle regioni meridionali verso quelle settentrionali. A certificarlo è il rapporto Svimez 2019, presentato questa mattina a Roma, e che scatta una fotografia dell'economia con particolare attenzione alla realtà del Mezzogiorno. Nel 2018 la Calabria, oltre a tagliare il record della peggiore performance economica che gli vale una flessione del Pil (-0,3%), sale anche sul podio della regione che conta la maggiore percentuale di giovani che attraversano i confini. «Le partenze più consistenti - si legge nella relazione -avvengono dalle regioni più grandi come la Campania con 31,4 mila unità, la Sicilia con 26,4 mila e la Puglia con 19,6 mila unità; a esse si unisce la Calabria (13,9 mila) che presenta il più elevato tasso migratorio, 4,0 per mille, seguita dalla Basilicata (3,8 per mille) e dal Molise (3,0 per mille). La Lombardia è la meta preferita da coloro che lasciano una regione del Mezzogiorno, quasi un terzo del totale; meno attraenti risultano, invece, le regioni del Nord-Est, a vantaggio di quelle del Centro, tra le quali, il Lazio si conferma stabilmente, con quasi un quinto del totale, la seconda regione di destinazione degli emigrati dalle regioni del Mezzogiorno».

Il Mezzogiorno che invecchia

Dall’inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno due milioni e 15 mila residenti: la metà sono giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati. Il 16% circa si sono trasferiti all’estero e oltre 850 mila di loro non tornano più nel Mezzogiorno. Nel 2017, in presenza di un tendenziale rallentamento della ripresa economica, si sono cancellati dal Mezzogiorno oltre 132 mila residenti, un quarto dei quali ha scelto un Paese estero come residenza, una quota decisamente più elevata che in passato, come più elevata risulta la quota dei laureati, un terzo del totale. La Svimez ha rilevato come la «nuova migrazione» sia figlia dei profondi cambiamenti intervenuti nella società meridionale, un’area che sta invecchiando e che non si dimostra in grado di trattenere la sua componente più giovane – appartenente alle fasce di età 25-29 anni e 30-34 anni – sia quella con un elevato grado di istruzione e formazione, sia coloro che hanno orientato la formazione verso le arti e i mestieri. Nel 2017 gli appartenenti a queste due classi di età che lasciano definitivamente una regione del Sud ammontano rispettivamente, a 16 mila e a 12 mila unità. Oltre il 68% dei cittadini italiani che nel 2017 ha lasciato il Mezzogiorno per una regione del Centro-Nord, aveva almeno un titolo di studio di secondo livello: diploma superiore il 37,1% e laurea il 30,1% (nel 2010 le quote risultavano rispettivamente pari al 38,7 e a 25,1%).




Ritengo questo articolo il piu' importante resoconto attendibile su quello che è successo a Riace.
Dispiace solo che ci vogliano i tedeschi, per chiarire le cose.
Silvio Puzzolu

https://www.facebook.com/paolo.verni/po ... 0202828541

Per la gestione dei migranti, per questo suo famoso sistema di accoglienza diffusa, un sistema ammirato in tutto il mondo, e su cui è venuto a girare un cortometraggio persino Wim Wenders, qui sono arrivati fino a 3 milioni di euro l'anno. E però, colpisce. Provi a capire come era Riace, ora che è tutto finito, cosa era, cosa non ha funzionato: e non trovi un numero. Quanti abitanti effettivi ha, per esempio, a prescindere dal dato formale dei residenti? Cioè, quale era realmente la proporzione tra italiani e stranieri? E gli italiani, che età hanno, in media? E che reddito? Quanti migranti sono stati qui? Più di 6mila, dicono. Ma che significa? Per quanto tempo? E ora, dove sono? Riace gli è stata utile? Hanno imparato, tipo, un po' di italiano? E queste associazioni a cui era affidato tutto, che bilancio avevano? E quanti dipendenti? Selezionati come? Quante spese organizzative rispetto alle spese sostanziali?
In tutti questi anni, è stato rendicontato poco o niente.
E spesso, in modo solo generico.
L'unico numero certo qui è quello che il 26 maggio, quando è stato eletto il nuovo sindaco, è stato battuto dalle agenzie di stampa di mezzo mondo. 24. I voti per Mimmo Lucano.
Ed è un numero sbagliato.
24 sono i voti che ha avuto la lista di Fratoianni alle Europee.
Eppure, Riace non ha che 2.313 abitanti. La stazione è un binario e basta, senza biglietteria né niente. Poi c'è una farmacia, e di fronte, un bar e un tabaccaio. Fine di Riace Marina. Che è una delle due parti di cui si compone Riace, ed è sostanzialmente una fila di villette strette tra il mare e la statale. 300 metri più su, a sette chilometri, c'è Riace Superiore. Con la piazza del municipio, la chiesa, un bar, una salumeria e un piccolo alimentari, altri due bar e il tabaccaio. Sono collegate da due corriere al giorno.
E cioè, dall'autostop.
Il primo che si ferma ha un fuoristrada da oltre 40mila euro. E quando gli dico che sono una giornalista, mi dice subito: L'ho comprato a rate. Fa il muratore.
Sono quasi tutti operai, qui. E, curioso: molti hanno un SUV. Moltissimi.
E hanno tutti lavorato nell'accoglienza.
Tra progetti ordinari e progetti di emergenza, tra SPRAR e CAS, Riace aveva circa 300 posti. Ma a tratti, in base agli sbarchi, in base a guerre e carestie, i migranti erano più del doppio. Gestiti da Città Futura, l'associazione fondata nel 1999 da Mimmo Lucano, e altre sei associazioni minori. Ma capire come, è complicato. Google non ha molte informazioni. E quindi, l'unica è telefonare alle associazioni. Una a una. Inizio dal Girasole. Da Maria Taverniti, la sua presidente. Mi hanno detto che è a casa, vorrei chiederle se posso passare un momento. Ma mi dice: Non sono a Riace. Dico che sto qui tutta la settimana, mi dice: Non so quando torno. Chiedo allora se posso passare in sede. Mi dice che è chiusa. Se posso parlare con uno degli operatori. Mi dice che non c'è più nessuno. Chiedo se c'è un sito web da cui avere un'idea delle attività. Non c'è.
Un documento, un volantino, un vecchio articolo di cronaca locale: niente.
Non trovi un pezzo di carta, qui.
In compenso, trovi le intercettazioni della Guardia di Finanza. Che ha indagato su Riace per 18 mesi. Il 2 settembre 2017 Mimmo Lucano è con Cosimina Ierinò, la sua segretaria.
Ed è inferocito. Sono arrivati i fondi da Roma, e ha girato al Girasole 95mila euro: ma i fornitori continuano a chiamarlo, perché non sono stati pagati. E anche gli operatori. 95mila euro. E non bastano? "Sono dei ladri matricolati!", dice.
Dal Girasole si difendono, dicono che hanno pagato quello che hanno potuto. Che quella è solo parte dei fondi. Che quando da Roma arriverà il resto, pagheranno il resto.
Ma Cosimina Ierinò è lapidaria. "Si sono fregati tutto", dice.
E la Guardia di Finanza ha decine di intercettazioni così.
Secondo la Procura di Locri, guidata tra l'altro da una toga rossa, Luigi D'Alessio, che ha ripetuto più volte alla stampa che su Riace spera davvero di essersi sbagliato, nei tre anni esaminati quasi il 30 percento dei fondi è stato usato per tutto tranne che per i migranti. Per intestarsi case. Per ristrutturare e arredare immobili estranei ai progetti di accoglienza, per concerti e festival vari. E dai conti correnti delle sette associazioni mancano all'appello 2 milioni di euro: prelevati senza giustificazione contabile. Di certo, parte sarà stata spesa per i migranti. E sarà dimostrato in aula. Ma altrettanto di certo, molte delle fatture in archivio sono, diciamo, discutibili. Per una delle case risultano comprati 87 materassi e 131 cuscini, un cartolaio ha venduto mobili. E una Fiat Doblò ha avuto rimborsi benzina per 695 km al giorno.
Il 30 agosto 2016 una 32enne del Ghana ha incassato un assegno di 10.591 euro per due mesi di lavoro. Fa treccine ai capelli.
Il 22 agosto 2017 Tonino Capone, presidente di Città Futura, parla con un amico, e spiega che preferisce spendere i fondi che avanzano, piuttosto che restituirli a Roma a fine anno. "Se si deve trovare qualcosa andiamo, e troviamo un po' di fatture [...] Che so, ci sono 3mila euro, ci sono 10mila euro che devono ritornare indietro. Andate, e vi scegliete una camera per i ragazzi [...] Ma mica gli torno i soldi indietro".
Si sente Mimmo Lucano dire: "Quello che ho scoperto è devastante".
Con altri 26 imputati, è accusato ora di associazione a delinquere per reati contro la pubblica amministrazione. Il processo è iniziato l'11 giugno.
Bahram Acar aveva 32 anni, quando è sbarcato sulla spiaggia di Riace. E ricorda ancora quella notte. In cui al buio, cercava la strada per Roma. Era il 1998. All'epoca, non esistevano SPRAR e CAS, CIE e CARA, e quindi, semplicemente, si è trovato un lavoro. "Negli ultimi tempi", ammette, "Riace non era che un parcheggio. I migranti avevano tutto pagato. Anche le sigarette. E quindi, ciondolavano tutto il giorno", dice. "Ma anche le associazioni. Assumevano amici e parenti, invece di operatori qualificati. Erano in 10 per 10 migranti. Non aveva più senso", dice. Dicendo quello che ti dicono tutti, qui.
Ma proprio tutti. Delineando una parabola che inizia nel 1998. Inizia con quel primo peschereccio alla deriva. E per dieci anni, tutto viene gestito in modo artigianale.
Ma inappuntabile. Di quei 2.313 residenti, 470 sono stranieri che si sono fermati qui.
Di 38 diverse nazionalità. "Poi, però, i numeri sono cambiati", dice Adelina Raschellà, l'edicolante. "Ed è saltato tutto", dice. E per numeri, non intende i numeri dei migranti: intende i fondi. I fondi pubblici. Perché sono aumentati i migranti, sì. Ma il denaro: è quello che ha sfasciato tutto. Qui che così tanto denaro non si era mai visto. Era il 2011. Era la Primavera Araba. "Si era sparsa la voce che a Riace aprivano la porta a tutti, e telefonavano da tutta Italia, magari alle due di notte, chiedendo: possiamo inviarvene altri duecento, domani?", dice. E qui nessuno si tirava indietro. "Perché qui siamo tutti migranti noi per primi", dice.
"Ma è stato un disastro".
Anche perché i fondi, qui come altrove, arrivavano con mesi di ritardo. E quindi Mimmo Lucano ha rimediato con i cosiddetti bonus: i migranti ricevevano delle banconote con Marx e Mandela che i commercianti poi convertivano in euro quando Roma, infine, pagava. "Ma era insostenibile", dice Maria Chillino, della macelleria. "Un conto è se sei la Conad, coperto da una sede centrale. Ma noi intanto dovevamo saldare la merce.
Le bollette". Tira fuori scatole e scatole di banconote colorate. Ha ancora 16mila euro di crediti. "E mentre, sostanzialmente, era tutto a nostro carico, per il resto era come non avere un sindaco. I migranti assorbivano ogni energia. Spesso, per esempio, qui manca l'acqua: ma nessuno veniva neppure a domandarci se avevamo bisogno di aiuto.
Si limitavano ad affittare case, e stiparci dentro magari dieci ventenni che non avevano mai vissuto prima da soli. E lì, o sei africano, o sei italiano, è uguale: è ovvio che avrai problemi", dice. "Chiamavamo le associazioni, e non rispondevano mai". Giuro, dice. Domanda ai carabinieri. Domanda agli avvocati. Qui protestavano tutti.
I carabinieri, in effetti, hanno ricevuto decine di segnalazioni.
E il Comune, decine di richieste di risarcimento. Entra un cliente. Si chiama Cosimo Romano. Gli pagavano 300 euro al mese per un appartamento di 140 metri quadri.
La ristrutturazione gli è costata 15mila euro. I danni superano i 10mila.
"Non abbiamo votato contro i migranti", dice Maria Chillino. "Ma contro chi gestiva i migranti". "Contro chi fingeva di gestirli".
E colpisce. Perché quello che racconta, e che racconta come fosse normale, è drammatico. Tre, quattro volte al giorno entravano in macelleria. E chiedevano un po' di carne, o degli spiccioli per un biglietto di treno. Il significato di un certo documento.
Di tutto. "E tu aiutavi il primo, aiutavi il secondo, il terzo. Il quarto. Ma poi, eri costretto a dire no", dice. "E magari era poco più di un bambino. E ti restava lì, fuori dalla porta. Senza sapere dove andare e... e..." - le si spezza la voce. "Giuro. Giuro", dice.
"Abbiamo dato più del possibile".
La sconfitta della sinistra è stata tutto, qui, tranne che una vittoria della destra. E non solo perché Claudio Falchi, il segretario della Lega eletto in consiglio comunale, migrante anche lui per 24 anni in Venezuela, è stato eletto con 25 voti: i numeri sono questi, a Riace - più che il partito con cui ti candidi, conta quanti amici hai. Ma soprattutto, perché tutti vogliono indietro i migranti. Ed è anche per questo che hanno scelto la Lega.
Perché è al governo: è dalla Lega che ora dipendono i fondi da Roma. Perché per il resto, nessuno ha dubbi, qui: i migranti sono una ricchezza. E l'unica di Riace. Persino il nuovo sindaco, Antonio Trifoli, 49 anni, vigile urbano, uno che tra l'altro, è stato tra i fondatori di Città Futura, non ha che parole belle per Mimmo Lucano. Nessuno, qui, contesta il suo valore. Ha rianimato Riace. Solo che oltre alle parole belle, nel suo nuovo ufficio Antonio Trifoli ha anche faldoni e faldoni di debiti. 3 milioni di euro. "Per anni, il Comune non ha pagato l'acqua, la luce. Ma anche cose minime. Tipo l'impianto di aria condizionata. Nessuno si occupava più dei cittadini", dice. E per cittadini, intende tutti: italiani e stranieri. "Perché alla fine, eravamo tutti senz'acqua", dice.
Riace è stata capofila della battaglia per l'acqua bene pubblico. E gratuito. Per questo l'acquedotto, alla fine, ha ridotto la pressione. Perché il Comune ha 850mila euro di arretrati.
Qui anche la sinistra, dice, ha le sue responsabilità. E lo dice dopo una vita a sinistra. "Non avendo più leader, ha trasformato Mimmo Lucano in un simbolo. E ha finito per chiedere a Riace troppo rispetto a quello che Riace, realisticamente, era".
Perché in questi anni sono venuti tutti, qui. Registi, musicisti, scrittori. Artisti.
Ma anche semplici attivisti: che ora, nelle intercettazioni, compaiono qui e lì, mentre chiedono se per caso una delle case per i migranti è libera per un weekend. Erano tutti incantati dai laboratori di artigianato. Dal vetro, le ceramiche. Le stoffe. Senza pensare, come hanno contestato più volte gli ispettori, che se sei un ingegnere iracheno, imparare a usare un telaio ti è completamente inutile. Non ha senso definirla, e soprattutto, finanziarla, come attività di "formazione professionale". Mimmo Lucano ha sempre ribattuto che la Calabria è questa. Che non c'è lavoro, qui. Non c'è niente.
Ma allora, evidentemente, bisognava ricalibrare il sistema, gli hanno risposto.
E per esempio, inviare qui i migranti appena sbarcati, per poi smistarli altrove.
Il dibattito, è ovvio, è aperto. Anche perché in Italia, l'alternativa a Riace sono spesso i campi di pomodori in cui si è pagati 3 euro l'ora per 12 ore al giorno. "Ma alla sinistra non è mai interessato niente di tutto questo", dice Antonio Trifoli. "Ancora oggi, è vietato criticare. Anche se nessuno neppure sa dove siano ora i migranti che sono stati qui. Nessuno gli ha mai chiesto se Riace gli sia stata utile o meno".
E ora, dopo averci usato, ci hanno dimenticato, dice.
Ora stanno tutti sulla Sea Watch. Ora si sono trovati un'altra icona.
Nel momento difficile, sono spariti tutti.
Perché poi, per dieci anni qui ha funzionato tutto. Fino a quando prima lo stato, e poi la destra e la sinistra, non hanno deciso che i migranti erano un problema.
Il problema.
E hanno sfasciato tutto.
E se Riace parla, ora, se racconta infine quello che tutti sapevano, ma tutti, per interesse, tacevano, incluso, appunto, lo stato, che poteva inviare qui tutti i migranti che non aveva idea di dove altro inviare, è proprio per difendere Mimmo Lucano. Che non si è intascato un euro, giurano. Mai. Di altri, noti un tenore di vita incompatibile con il reddito. Fuoristrada. Viaggi. Case nuove. Ma Mimmo Lucano no, giurano. Quello che aveva, ha. E cioè, niente. Quando il tribunale, a ottobre, gli ha vietato di stare a Riace, i primi giorni ha dormito in auto. Profugo tra i profughi. Sotto una pioggia a dirotto. Solo.
E non è giusto, dicono. Non è giusto che paghi per tutti. E quando spiego che sì, mi ripetono tutti le stesse cose, la stessa storia, e però poi vogliono restare anonimi, e così sono non sono che voci di paese, dico, quando dico che ho bisogno di nomi e cognomi, si avvicina un uomo. "Scrivi", dice. "Mi chiamo Cosimo Nisticò. Lavoravo per la cooperativa L'Aquilone. Busta paga di 1200 euro, effettivi 300". Ora basta, dice.
"Non è giusto". "Non è giusto che paghi per tutti".
Perché la tesi di Mimmo Lucano, è nota. Con il costo della vita di Riace, i famosi 35 euro al giorno a migrante ricevuti dallo stato erano più che sufficienti: e quindi, era possibile investire anche in altro. Senza togliere niente a nessuno. Anzi. Perché aprire, per esempio, botteghe di artigianato, significava rilanciare l'economia. Per tutti. Anche per gli italiani. Il problema è che il laboratorio del cioccolato alla fine non solo non è stato aperto che per l'arrivo di una delegazione dell'ONU: la cui grigliata di carne, in più, è stata pagata con i fondi per i minori non accompagnati - per anni, il sistema ha funzionato, sì: ma poi, complice uno stato che fino a poco tempo fa non imponeva molti obblighi di rendicontazione, né molti vincoli di spesa, questo "altro" coperto dai 35 euro, questo extra, è diventato anche, per dire, tre appartamenti e un frantoio che ora risultano intestati a Città Futura. Comprati con scritture private non registrate.
E 360mila euro di fondi pubblici. Come anche Palazzo Pinnarò. La sede di Città Futura. Il 10 luglio 2017, Mimmo Lucano parla con il suo presidente. Ha mezza Riace che gli domanda in che senso un frantoio benefici i migranti, a cosa serva, e ammette: "Non serve a niente".
Ma è tardi, ormai. Il sistema è fuori di ogni controllo.
Perché poi, anche se i presidenti delle associazioni non parlano, è sufficiente parlare con i pochi migranti che sono ancora qui. O meglio: provare a parlarci. Tento prima con un'eritrea, poi con tre nigeriane, altri due nigeriani. Due siriani. E sono qui da mesi, a volte da anni: ma non parlano una parola di italiano.
Che poi è la vera ragione per cui alla fine è saltato tutto. Quando a Riace si è capito che i primi a essere danneggiati, erano i migranti stessi. Perché qui, in realtà, a nessuno importa quello di cui discute la stampa. Le carte di identità rilasciate anche ai clandestini. I profughi ospitati anche a termini scaduti. Sono illeciti che avrebbero compiuto tutti.
E per cui sono orgogliosi di Mimmo Lucano. Non sono visti come illeciti: ma come forme di disobbedienza civile. Se gli hanno votato contro, è per tutto il resto. O più esattamente: per tutti gli altri. Domenico Arcadi, il ragioniere del Comune, mi riporta giù a Riace Marina con la sua auto da 540mila chilometri. Sa meglio di chiunque altro come è andata, ma a inchiesta in corso, non può dirmi niente. Mi dice solo, amaro: Però intanto altri, altrove, trattavano con la Libia. "Qui risponderanno di abuso d'ufficio, magari. Di truffa. Ma altrove, di crimini contro l'umanità".
"Che follia", dice. "Sprecare tutto per un SUV. E ora che le indennità di disoccupazione finiranno, come camperanno? I migranti erano il solo modo per non diventare anche noi migranti".
© All Rights Reserved Tageszeitung
[Foto di Pierluigi Giorgi per Tageszeitung]
[Riace, Italia, 21 giugno 2019]
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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:08 pm

I falsi buoni che fanno del male - I falsi salvatori del mondo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2574
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 0904548886

Non si fa del bene facendo del male.
Fare del bene a qualcuno facendo del male a qualcun'altro non è un fare del bene ma un far del male, un'ingiustizia, un crimine.
Dobbiamo avere il coraggio di trattare questa gente per quello che veramente è, malvagia, irresponsabile e sconsiderata. Dobbiamo dirglielo in faccia e farlo sentire pubblicamente ad alta voce.
Costoro, credono di fare del bene e invece fanno del male e lo fanno a tutti, anche a quelli a cui credono di fare del bene, poiché facendo del male alla loro stessa gente, ai loro concittadini, a noi, derubandoci delle nostre risorse pubbliche, opprimendoci con la loro presunzione e arroganza altruista, disprezzandoci come egoisti anche se naturalmente e giustamente egoisti, tradendoci con la negazione dei nostri diritti e della solidarietà fraterna di cittadinanza che è dovuta a tutti i membri delle nostre comunità, ci rendono estremamente odiosi e insopportabili come causa e loro complici anche coloro che stanno aiutando con le nostre risorse e a nostro danno.


Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2876
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727
Ecco un caso esemplare di cattiveria, disumanità, irresponsabilità, criminalità e inciviltà travestito da bontà, umanità, responsabilità, buon senso, giustizia e civiltà.
Carola Rackete
Soccorrere e salvare "vite umane" dei clandestini invasori traghettandoli in Italia e in Europa, a spese e a danno dei cittadini italiani ed europei è un crimine contro di loro e contro l'umanità.


Non portarti e non portarci la morte in casa, grazie, non farti e non farci del male!
Non abbiamo nessuna colpa, nessuna responsabilità, nessun obbligo, nessun dovere di farlo e per farlo.
Non aiutare chi può farti del male!
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2624

Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2542
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7401811401
Amare e aiutare chi non ti ama e ti odia, chi ti avversa e disprezza, chi ti fa del male e ti uccide, chi ti opprime e ti depreda, chi viola i tuoi diritti umani, la tua libertà, la tua dignità, la tua proprietà, la tua sovranità ... non è un bene ma un male,
ed è disumano e immorale, è incivile e demenziale, è ingiusto, ... ed è anche criminale poiché è un farsi complici del male e di chi fa del male, specialmente quando questo male è rivolto a degli innocenti, a dei deboli, alla tua famiglia, ai tuoi figli, alla tua gente, alla tua comunità, ai tuoi vecchi, ai tuoi ammalati, ai tuoi bisognosi, ... .
Amare chi ti fa del male è contro natura, contro le leggi universale della vita e di D-o.
Buone regole di vita
Non soccorerre, salvare e accogliere chi non conosci e potrebbe farti del male; tanto meno chi conoscendolo sai che te lo farà di sicuro.
Soccorrere, salvare e accogliere solo chi ti ama, ti rispetta, ti è riconoscente e che non ti impone, obbliga di soccorrelo, di salvarlo, di accoglielo ad ogni costo riducendoti in schiavitù;
e che riconosce il tuo diritto e la tua libertà a non soccorrere, salvare, accogliere, ospitare e mantenere.
Non soccorerre, salvare e accogliere chi abusa delle convenzioni sul soccorso in mare e ricatta gli altri con finti o veri naufragi ... per invadere l'Italia e l'Europa.


Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2605
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1364760216


Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2681
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3718848248
Non vi è nulla di più umano e onorevole, ideale e spirituale nel pensare prima a costoro che alla tua gente.
Pensa prima ai tuoi concittadini, alla tua gente e al tuo paese, invece di pensare agli africani e all'Africa; anche se nel corso della tua vita te li hanno fatti disprezzare e odiare in qualche modo o per qualche ragione.
Quando si arriva a disprezzare e a odiare la propria gente e il proprio paese, anteponendovi gli altri è i brutto segno di una tragica malattia della propria umanità, della propria gente e del proprio paese.
Non vi è nulla di cristiano nel disprezzare e nell'odiare la propria gente e il proprio paese e nel preferirvi altri a loro che sono il tuo vero e primo prossimo.
Poi pensa a quanti ultimi vi sono tra la tua gente: quanti poveri e bisognosi, ammalati e oppressi, disoccupati e senza casa, soli senza affetto e senza cure, sofferenti e senza speranza.
Non vi può essere fraternità universale se prima non si ama e non si consolida la propria famiglia, la propia gente, la propria comunità e paese.

Accoglienza e ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2420

Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine e tortura
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=1911


La mia terra non è la tua terra. Chiudere i porti e presidiare ogni metro di costa.
La terra è di tutti ma ognuno ha la sua terra e la deve difendere. Chiudere i porti e presidiare ogni metro di costa e di confine.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2784
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I paesi civili e di buona umanità difendono i loro confini, come ogni buon uomo fa con la propria casa e la sua proprietà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2800
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3458729814

Non far del male ai tuoi concittadini, non tradirli, non lasciar che sia invaso il loro paese, non depredarli, non derubarli, non sottrarre e malversare le loro scarse risorse pubbliche, non calpestare il loro diritti umani e civili, non aumentare il loro enorme debito pubblico, non favorire l'immigrazione clandestina di chichessia specialmente dei nazisti maomettani e dei criminali africani che possono far loro un gran male. Non odiare la tua gente che è il tuo bene più grande, il tuo prossimo più vicino, l'altro più simile a te stesso.


Io sono bianco come tutta la mia gente e gran parte della mia comunità, nativo o indigeno, veneto, italiano, europeo e vivo nella mia terra veneta e godo degli stessi diritti umani naturali universali di tutti gli uomini della terra e di quelli civili propri del mio paese e del suo stato, per cui:

decido e scelgo io per me e non tu per me!

decido io chi può entrare in casa mia e nel mio paese, non tu;
decido io se accogliere e ospitare o no e non tu;
decido io chi amare e per chi sacrificarmi, non tu;
decido io se e con chi essere solidale, non tu;
decido io chi sposare, con cui accoppiarmi e far figli, non tu;
decido io cosa pensare e cosa è bene e male per me, non tu;
decido io se da ammalato o da vecchio devo morire o no e non tu;
decido io per la mia vita e non tu!
Gli uomini liberi e i cittadini sovrani decidono loro per se stessi e la loro gente, mentre per gli schiavi decidono e scelgono sempre i loro padroni anche se debbono vivere o morire.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:08 pm

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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:08 pm

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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:09 pm

I demenziali e irresponsabili sostenitori e difensori di Mimmo Lucano, sostenitori, promotori e complici della demenziale politica che favorisce l'invasione clandestina che ci fa tanto del male:
La solidarietà forzata propria del favoreggaimento dell'invasione clandestina non è un fare del bene ma un crimine che fa del male che ci fa del male.



Lucano condannato, Letta: "Esterrefatto, sentenza incredibile"
"Messaggio terribile, rischia di aumentare sfiducia in magistratura"
30 settembre 2021

https://www.adnkronos.com/migranti-lett ... cWOh6ULVcj

"Solidarietà e vicinanza a Mimmo Lucano. Quello che è successo è incredibile: il raddoppio di quanto chiesto dal pm, non so quante volte capita... Io sono esterrefatto per quanto accaduto". Così Enrico Letta a Porta a Porta in onda questa sera commenta la sentenza di condanna per Mimmo Lucano. L'ex sindaco di Riace è stato condannato a 13 anni e 2 mesi. Lucano era accusato, fra l’altro, di associazione a delinquere, truffa, concussione, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

"Le sentenze si rispettano sempre, ma ho come l'impressione che in questo caso ci sia magari il gioco della prima sentenza che deve essere sproporzionata, perchè poi si pensa che tanto quella successiva ridimensionerà. Io credo che si dia un messaggio terribile, pesantissimo. Un messaggio che credo farò anche crescere la sfiducia nella magistratura. Leggeremo" le carte "però in questo momento chiunque non che può restare esterrefatto".



Il solito Zanotelli: ora digiuna pure contro la condanna di Lucano
Federico Garau
4-5 minuti

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1633273031


Padre Alex Zanotelli prepara ancora una volta uno sciopero della fame, prassi oramai consolidata da tempo nelle abitudini del religioso. In questa occasione, nello specifico, il digiuno diviene"un urlo per la condanna a 13 anni di carcere a Domenico Lucano", definito un "uomo onesto, che ha fatto rinascere Riace, un paese semiabbandonato, accogliendo profughi".

Il missionario dedicherà quindi lo sciopero della fame mensile, finalizzato a contrastare le "politiche razziste" nei confronti dei migranti, all'ex primo cittadino di Riace, condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione per favoreggiamento di immigrazione clandestina, truffa e abuso di ufficio. Il giorno della sentenza, vale a dire lo scorso 28 settembre, Zanotelli si trovava nell'aula del tribunale di Locri, come da lui stesso rivelato all'AdnKronos.

"Ho pianto ascoltando la oscena sentenza, che di solito è riservata ad assassini, a mafiosi, a trafficanti di droga. Questo è un processo politico", accusa senza giri di parole il missionario. "Lucano è condannato perché ha creato a Riace un modello di accoglienza. Come dice l'amico, Tonino Perna, Lucano è colpevole di 'reato di umanità'". Per protestare anche contro quella che ritiene essere un'iniqua sentenza, quindi, il religioso annuncia il 'Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti', con un sit-in a Montecitorio, davanti al Parlamento italiano."Il digiuno che Dio gradisce è quello di 'sciogliere le catene inique e di introdurre in casa i senza tetto', come afferma il profeta Isaia", aggiunge ancora Zanotelli. "Il nostro digiuno è una protesta contro le politiche razziste, della Ue e dell'Italia che esternalizzano le frontiere per non accogliere i profughi che bussano alla nostra porta. È quanto toccherà in sorte anche al mezzo milione di profughi afghani in fuga dal governo dei Talebani".

Il missionario si dice certo che l'Ue tenterà in ogni modo di persuadere Pakistan ed Iran ad accogliere gli afghani, una scelta perfettamente in linea con l'attuale politica comunitaria, "sempre più allineata alla dottrina razzista di Salvini, Meloni, Orban. I politici europei esigono che i diritti umani vengano rispettati in Afghanistan, ma sono i primi a negarli quando gli afghani bussano alla nostra porta". Zanotelli accusa di razzismo anche il nostro Paese, dato che "a Trieste, in barba a tutte le leggi internazionali, la polizia italiana respinge i profughi in arrivo e li consegna alla polizia slovena, questa alla slovacca e quest'ultima alla Bosnia , nel campo di concentramento di Lipa". Stesso destino, sostiene Zanotelli, toccherà agli afghani che seguono la 'rotta balcanica' o la 'rotta salentina'.

Nel minestrone di accuse finiscono anche coloro che osano rallentare l'operato delle navi delle Ong, che scaricano quotidianamente centinaia di clandestini sulle coste italiane:"Troviamo incredibile che le misure anti-Covid diminuiscano sempre più, tranne che per le navi delle ONG, costrette a fare quarantene piu lunghe. Non solo", puntualizza il religioso, "le navi salva-vite sono costrette ad aspettare un settimana per far sbarcare i migranti salvati in mare".

Oltre che respingere gli stranieri alle frontiere, inoltre, l'Ue osa procedere coi rimpatri di quanti sono sprovvisti di permesso di soggiorno: "L'Italia in sei mesi ha speso in quest' anno 52.000 euro nel noleggio di nove aerei per deportare un numero imprecisato di cittadini egiziani, impiegando per l'operazione fra i 650 e mille agenti di polizia", conclude Zanotelli.


Riace:manifestazione solidarietà e Lucano scoppia a piangere
(ANSA) - RIACE, 01 OTT 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... 907b7.html

La tensione accumulata da ieri e l'emozione per la solidarietà ricevuta fanno sciogliere Domenico Lucano in un pianto dirotto. Nel corso dell'iniziativa che si è svolta nel pomeriggio a Riace per testimoniare all'ex sindaco la solidarietà di tante persone, "Mimmo" - come tutti lo chiamano - è scoppiato a piangere al termine del suo intervento.

Un intervento pacato nel tono della voce ma nel quale ha lasciato trasparire l'amarezza, ma anche la rabbia per la condanna a 13 anni e 2 mesi inflittagli ieri dal Tribunale di Locri.
In tanti hanno raccolto l'invito degli organizzatori e si sono presentati a Riace per "stringere" Lucano in un abbraccio dopo le solidarietà ricevute via social e le dichiarazioni di tanti politici. Gente proveniente da ogni parte della Calabria ha voluto essere a Riace per dire "Siamo tutti Mimmo Lucano", come era scritto su uno striscione. "L'umanità non si arresta" e "Orgogliosamente complici di Mimmo", è scritto su altri due.
Almeno 5-600 persone hanno partecipato all'iniziativa, iniziata e conclusa con lo spettacolo "Riace Social Blues", realizzato dal giornalista Enrico Fierro e da Cosimo Damiano Damato con incursioni musicali afro-blues di Baba e Djana Sissoko, nel quale lo stesso Lucano è protagonista.
Nel mezzo l'intervento dell'ex sindaco di Riace che ha ribadito la sorpresa per la condanna riaffermando di avere portato avanti, con il "modello Riace" nient'altro che i suoi ideali di solidarietà verso tutti coloro che negli anni sono arrivati a Riace in fuga dalle guerre e dalla povertà.
Parole spesso interrotte dagli applausi scrocianti dei partecipanti. Ed alla fine la commozione. Concluso l'intervento, Lucano si è portato una mano sugli occhi, scoppiando a piangere, consolato dalle persone a lui vicine che lo hanno abbracciato.


“Io sto con Mimmo Lucano”: a Cuneo il presidio di solidarietà per l’ex sindaco di Riace
2 ottobre 2021

https://www.lastampa.it/cuneo/2021/10/0 ... 1.40766086

«Io sto con Mimmo Lucano. La solidarietà non è un reato». E’ lo slogan della manifestazione che si è svolta questa mattina (sabato 2 ottobre), davanti al Duomo in via Roma a Cuneo, per dimostrare vicinanza all’ex sindaco di Riace, condannato a 13 anni e due mesi per illeciti nella gestione dei migranti quando era primo cittadino del paese in provincia di Reggio Calabria.
Il presidio si è svolto in molte città italiane per protestare contro la pena inflitta a Lucano dal giudice, quasi il doppio di quella chiesta a 7 anni e 11 mesi chiesta dall’accusa.
La manifestazione cuneese è stata coordinata da Minerali Clandestini e Tavolo delle associazioni del Cuneese.



Lettere di solidarietà a Mimmo Lucano
30.9.2021

https://ilmanifesto.it/lettere/lettere- ... mo-lucano/

La solidarietà non può essere criminalizzata

La condanna ad oltre tredici anni di carcere inflitta dal Tribunale di Locri all’ex sindaco di Riace Domenico Lucano rappresenta una pagina nera nella storia della Repubblica. Con questa condanna, che inasprisce persino le richieste del Pubblico Ministero, viene criminalizzata un’esperienza di solidarietà umana, di accoglienza, di integrazione culturale che ha costituito un esempio ed un modello apprezzato in tutto il mondo. Il Tribunale ha obiettivamente trasformato eventuali irregolarità amministrative e contabili in una condotta criminale e lucrativa, quando è a tutti evidente la finalizzazione a favore degli ultimi di ogni attività del sindaco Lucano e la finalità altruistica del suo agire.
In questo modo, attraverso un percorso tortuoso è stato introdotto nell’ordinamento un inconcepibile reato di solidarietà. La solidarietà è uno dei fondamenti della Repubblica e non può essere criminalizzata, tantomeno dai giudici che sono i guardiani della Costituzione.
Esprimiamo la nostra più sincera solidarietà umana e politica a Domenico Lucano, confidando che la macchina giudiziaria saprà correggere i suoi errori.
Massimo Villone, a nome della presidenza del Comitato per la democrazia costituzionale

Emergency: siamo vicini a Mimmo Lucano

“In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a Mimmo Lucano per il verdetto – condanna a tredici anni e due mesi di carcere decisa dal tribunale di Locri – che lo colpisce così duramente. Abbiamo conosciuto l’esperimento di Riace e facciamo fatica a pensare che potesse essere altro che un modello di accoglienza che ha parlato al mondo di un’integrazione possibile e concreta. Aspettiamo che si concludano i tre gradi di giudizio e siamo fiduciosi che possano fare chiarezza sulla buona fede del suo operato e della sua persona”.
Emergency

Sconvolti dalla notizia

Siamo sconvolti per la notizia della condanna a Mimmo Lucano cui inviamo solidarietà e vicinanza. Un Sindaco che per sensibilità personale e dovere costituzionale ha fatto dell’accoglienza e dell’integrazione la marca del suo impegno. Attendiamo com’è doveroso di leggere la sentenza. È però evidente che la condanna abnorme contraddice radicalmente la vicenda di un uomo che ha sempre aiutato gli ultimi e non si è mai arricchito. Ribadendo la fiducia nella magistratura e sottolineando la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, l’Anpi tutta confida nei successivi gradi di giudizio, in una positiva risoluzione di questa dolorosissima vicenda giudiziaria.
Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale Anpi

Mimmo onesto e povero. Una vendetta di sistema

Mimmo Lucano è una persona onesta e povera. La vergognosa sentenza che lo condanna a più di 13 anni è una vendetta di sistema che si fonda su un teorema assurdo. Accogliendo i migranti Mimmo avrebbe creato opportunità di lavoro per i suoi concittadini in una regione dove la disoccupazione è altissima e i centri storici in abbandono. Lo accusano di averlo fatto per prendere voti dopo che si è dimostrato che non ha mai rubato un centesimo. Questo processo nasce dalla persecuzione del ministro Minniti e poi di Salvini e dalla volontà di ambienti potenti in Calabria di cancellare l’esperienza anomala e onesta di Riace. C’è chi ha scientificamente deciso e programmato che Mimmo Lucano debba sparire dalla scena pubblica e debba pagare lo scotto di voler vivere in un mondo più giusto. La condanna a 13 anni pronunciata dalla procura di Locri, quasi doppia rispetto a quanto richiesto dal Pm è una vergogna per la magistratura e per chi crede ancora ad una giustizia uguale per tutti. Se Mimmo Lucano ha accolto, ha realizzato un sistema di accoglienza che non prevedeva l’arricchimento delle mafie, se ha proposto un’idea di paese sgradita a ministri dell’interno come Minniti e Salvini, questo è un merito che gli dovrebbe essere riconosciuto, se vivessimo in un paese le cui istituzioni fossero davvero ispirate dai principi della Costituzione. La sentenza di primo grado, di cui attendiamo di leggere le motivazioni, non cancella la limpidezza della dirittura morale dell’ex sindaco di Riace. Se Mimmo era un tangentista non avrebbe preso una condanna così abnorme. Ma in Italia ci sono leggi e giudici che trasformano la solidarietà in reato. Mimmo Lucano meriterebbe una medaglia e invece viene crocifisso. Siamo solidali con Mimmo e rimarremo al suo fianco.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale – Stefano Galieni, Responsabile immigrazione, Rifondazione Comunista Sinistra Europea

Il modello Riace non può morire. Sentenza shock

Siamo rimasti scioccati dalla condanna dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, ma siamo in uno stato di diritto, anche se è una sentenza che non condividiamo ci auguriamo che sia ribaltata drasticamente nelle fasi successive di giudizio. È sufficiente vedere come sia ridotta ora la città di Riace per fare un raffronto con quando, con Lucano Sindaco, era considerata da tutto il mondo come il paese simbolo delle politiche di integrazione, la cui massima espressione era rappresentata dalla scuola interetnica che è stata chiusa perché ha pagato lo scotto di uno spopolamento inarrestabile. Di certo questa sentenza non riuscirà a cancellare i segni positivi del ‘modello Riace’che ha coniugato la solidarietà con la corretta gestione della questione migranti, unite alla possibilità di far rinascere i nostri borghi ormai abbandonati.
Angelo Bonelli e Eleonora Evi, co-presidenti di Europa Verde

Condanne vergognose. Facciamo un raffronto delle sentenze

Non voglio esprimere un giudizio di merito sulla sentenza emessa dal tribunale di Locri a carico dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ma vorrei capire su quali principi viene calcolata la pena inflitta facendo un raffronto. Dunque: Lucano (sebbene solo in primo grado) è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione per il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” (e altri reati collaterali), Luca Traini, l’abitante di Macerata che nel 2018 sparò a 6 persone di colore incontrate per caso, solo perché erano neri di carnagione, ferendole, anche in maniera seria, è stato condannato (in via definitiva) a 12 anni di galera. Ora, può darsi che i successivi gradi di giudizio mitigheranno o addirittura annulleranno la condanna a Lucano, ma se ciò non avvenisse ed i 13 anni e 2 mesi venissero confermati, mi domando come sia possibile che venga reputato più grave, quindi degno di una pena più severa, aver aiutato, anche se contro la legge, delle persone a venire in Italia, senza cagionare danni fisici a nessuno, che provare a compiere una vera e propria strage contro esseri umani “colpevoli” solo di avere la pelle scura.
Mauro Chiostri



Dopo Lucano la sinistra rifletta sulla Legge Severino, un mostro giuridico
Andrea Cangini
03/10/2021

https://www.huffingtonpost.it/entry/dop ... e_facebook

D’accordo, 13 anni e due mesi di carcere sono una pena esorbitante. Ma resta il fatto che un sindaco non può e non deve violate le leggi dello Stato e il sindaco di Riace Mimmo Lucano l’ha fatto. L’ha fatto sistematicamente. Organizzava matrimoni di convenienza tra donne extracomunitarie e cittadini di Riace per aggirare la legge sui rimpatri, rilasciava documenti di identità a immigrati extracomunitari privi del permesso di soggiorno, firmava false attestazioni che dichiaravano agibili abitazioni inagibili, disponeva contratti pubblici per la raccolta e il trasporto dei rifiuti senza gara d’appalto a beneficio di cooperative prive dei requisiti previsti.

Nessun arricchimento personale, un evidente tornaconto politico elettorale. Mimmo Lucano agiva così perché questo gli suggeriva la propria coscienza. E ciò fa di lui un idealista. Ma questo non toglie che la sua sia stata una condotta illegale.

Mi chiedo se, da Enrico Letta in giù, i tanti esponenti della sinistra che oggi lo difendono farebbero altrettanto nei confronti di un sindaco di estrema destra che, nel rispetto dei principi in cui crede e in ossequio alla propria coscienza, violasse la legge commettendo reati legati all’immigrazione clandestina uguali e contrari a quelli commessi da Mimmo Lucano.

Mi chiedo anche se questa vicenda non dovrebbe indurre le sinistre a prendere atto che, violando la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio e imponendo la non eleggibilità sulla base di una condanna di primo grado, la legge Severino è una mostruosità giuridica in evidente conflitto con i principi dello Stato di diritto enunciati dalla Costituzione “più bella del mondo”. Domande retoriche, naturalmente.


Gino Quarelo
Idealismo demenzialmente irresponsabile e criminale a spese e a danno dei cittadini italiani, questo dovrebbe andare al 41 bis.



A suo tempo anche il demenziale Bergoglio sosteneva Mimmo Lucano

Papa Francesco scrive a Mimmo Lucano
Ciavula
15 Dicembre 2016

https://www.ciavula.it/2016/12/papa-fra ... mo-lucano/

Francesco Sorgiovanni Quotidiano del Sud RIACE – “Caro fratello Sindaco”. Comincia così la lettera a firma di Papa Francesco indirizzata al sindaco di Riace, Domenico Lucano. La missiva è giunta e protocollata al Comune dell’Alta Locride, a distanza di qualche giorno dall’iniziativa sull’accoglienza dei migranti, organizzata in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze presso la Casina Pio IV. Al summit europeo del 10 dicembre scorso, “su desiderio di Papa Francesco”, ha partecipato il sindaco di Riace e quello di Madrid, Manuela Carmena. Quello che si è svolto in Vaticano nei giorni scorsi è stato un confronto sulle buone pratiche messe in atto a favore degli immigrati. Un argomento che sta molto a cuore al Papa, il quale ha seguito con particolare interesse l’esperienza del piccolo comune calabrese, divenuto negli anni “modello” sperimentato in diverse parti del mondo. Papa Francesco, dopo il breve incontro avuto con Domenico Lucano, in occasione dello stesso summit, ha voluto approfondire il sistema di accoglienza dei rifugiati praticato da oltre un decennio nel borgo calabrese.

Con sua la spontaneità tipica il Sommo Pontefice ha voluto scrivere una breve lettera al sindaco. Dieci righe soltanto, nelle quali sembra condensato tutto ciò che regge la “vocazione” di accoglienza” di Riace e l’impegno di Lucano a favore degli stranieri. Intanto la missiva del Papa parte con i ringraziamenti personali “per la partecipazione al vertice organizzato nella mia casa – si legge testualmente – dalla Pontificia Accademia delle Scienze, in risposta alla mia iniziativa”. La due giorni (9 e 10 dicembre) è stata seguita “da vicino” dal Papa, “consapevole del suo notevole successo”. Poi lo scritto papale diventa più diretto, più personale, con riferimento a Lucano.

“Conosco le sue iniziative, lotte personali e sofferenze – scrive Papa Bergoglio. Le esprimo, perciò, la mia ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati. Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei e per questa nuova rete”. Il riferimento è sicuramente al suggerimento emerso durante i giorni del vertice in Vaticano di creare una rete di sindaci. Poi la lettera papale per Lucano chiude con le preghiere, com’è di tradizione nelle conclusioni di ogni discorso ufficiale del Papa. “Mentre chiedo al Signore di non abbandonarla mai – conclude la missiva – soprattutto in questo momento difficile, la accompagno con riconoscenza e affetto. Non si dimentichi di pregare per me o, se non prega, le chiedo che mi pensi e mi mandi “buona onda”.

Emozionato e sorpreso il sindaco di Riace non appena ha ricevuto la lettera e si è reso conto di chi era il mittente. Sorpreso soprattutto per le parole schiette e profetiche del Papa. “Le parole del Papa mi hanno colpito in maniera particolare. Naturalmente in senso assai positivo. E’ come se fosse al corrente delle sofferenze per quanto qualcuno, in maniera pretestuosa e del tutto irreale, sta tentando di sporcare il progetto di accoglienza di Riace. Tentativi che alla fine non potranno che rivelarsi inconcludenti perché l’unica motivazione che sta alla base del nostro impegno è l’amore per quanti scappano dai loro paesi alla ricerca di un mondo migliore. Dicerie, quelle messe in giro negli ultimi tempi, per denigrare un vero modello di accoglienza e integrazione, un progetto gestito in piena trasparenza e con grandi sacrifici, anche per i ritardi delle istituzioni preposte per i finanziamenti previsti”. Critiche alimentate in maniera impropria dopo l’ultima ispezione ministeriale di qualche mese fa, che avrebbe riscontrato qualche incongruenza tra le carte dei pro- getti. “Una visita viziata – ribatte il sindaco Lucano – fatta a campione e in modo molto approssimativo. Sono stato io a chiedere successivamente, al Prefetto di Reggio, una ispezione integrale, che andasse al di là delle sole carte, ma che fosse condotta sentendo i fruitori dei servizi”. È tranquillo Domenico Lucano e con coraggio va avanti. Quello stesso “coraggio” che ora gli ha riconosciuto nientemeno che il Papa, per il suo “operato intelligente”.




La disumanità o la falsa umanità di certi demenziali e criminali umanoidi sinistrati che ci fanno molto del male

LA NARRATIVA EGEMONE
Niram Ferretti
7 ottobre 2021

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Tutto il mondo di sinistra è schierato compatto a favore di Mimmo Lucano, eroe nazionale e umanista del Mediterraneo, il quale è stato condannato a 13 anni di reclusione in primo grado per i seguenti capi di imputazione: truffa aggravata, peculato, concussione, favoreggiamento personale, malversazione ai danni dello Stato, falsità ideologica, turbata libertà d’incanto e abuso d’ufficio.
È scattato pavoloviamamente un coro unanime di solidarietà ideologica, del tutto noncurante della gravità dei reati che gli sono stati attribuiti.
In realtà, Lucano è stato già assolto.
Oggi a Roma ha avuto luogo una manifestazione su impulso, tra gli altri, di Luigi Manconi e Sandro Veronesi, dal titolo emblematico, "Modello Mimmo. L'abuso di umanità non è un reato".
All'iniziativa hanno parteciapto Open Arms, Sea Watch, Mediterranea, Io Accolgo, Ero Straniero e bei nomi del del salotto progressista come Erri De Luca, Massimo Cacciari, Ascanio Celestini, Pierfrancesco Favino, Vinicio Capossela. Mancava all'adunata Roberto Saviano, capofila dell'immigrazione illimitata, probabilmente in altre faccende affaccendato. C'è anche l'adesione del progressismo cattolico che ha aderito all'iniziativa tramite "Avvenire".
Ma dobbiamo ascoltare Manconi. Sì, va ascoltato. Il garantista Manconi, per il quale, quella nei confronti di Lucano, è una sentenza politica. Manconi, che non ha letto, come nessun altro, il dispositivo della sentenza, ha già raggiunto la sua certezza:
"Si è voluto stabilire che la politica dell'accoglienza, perseguita dall'amministrazione di Riace, dovesse essere respinta e pesantemente sanzionata a vantaggio, di conseguenza, di una concezione opposta di tipo formalistico-istituzionale tendenzialmente autoritaria".
"Tenedenzialmente autoritaria", perchè non dire "fascista"? No, Manconi è troppo concettualmente raffinato, preferisce la perifrasi.
Non si attende il dispositivo della sentenza, non si aspetta di capire in quale modo si è giunti alle imputazioni, su quali fatti si basano. Tutto ciò non conta. "La politica dell'accoglienza" spazza via tutto, in nome dell'accoglienza, le leggi possono essere messe da parte. D'altronde, Carola Rackete non è stata trasformata dalla sinistra in una Antigone moderna, mentre Matteo Salvini era diventato l'orco del mare, colui il quale, secondo Saviano, godeva nel vedere morire affogati i bambini?
I mostri non accolgono. I mostri sono contro l'accoglienza e stanno tutti dalla parte sbagliata della storia, non come Abdulrazak Gurnah, scelto da Stoccolma come Nobel per la letteratura, con questa motivazione:
"Per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti".
Gurnah è stato professore di inglese al Postcolonial Literatures dell'Università del Kent a Caterburry.
"Letteratura postcoloniale" è una di quelle facoltà che sono sorte soprattutto in ambito anglo-americano come "risarcimento" per i crimini dell'uomo bianco, per espiare il senso di colpa occidentale, e a Stoccolma non potevano scegliere un autore più perfettamente in sintonia con lo Zeitgeist, e che non sarebbe apparso stonato a Roma, alla manifestazione a favore di Lucano.

Alberto Pento
Quì non c'è buona umanità ma disumanità e umanità irresponsabile e criminale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:09 pm

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Re: L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità

Messaggioda Berto » lun ott 04, 2021 8:09 pm

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