Crimini contro l'umanità

Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:32 am

4) la sottomissione forzata e la schiavizzazione della donna

Si tratta di una violenza disumana, incivile e intollerabile al pari dello stupro, del matrimonio forzato, dell'infibulazione, da condannare in maniera assoluta.



Submission
https://it.wikipedia.org/wiki/Submission_(film_2004)

Je suis Theo van Gogh - Je suis Charlie Hebdo - Je suis Magdi Allam - Je suis Asia Bibi - Je suis Mila - Je suis Samuel Paty
viewtopic.php?f=205&t=2920
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


"Ti sgozzo e poi ti stupro". Le minacce choc per il video contro l'Islam
Alessandra Benignetti
16 giugno 2021

https://it.insideover.com/terrorismo/ti ... islam.html

Si è aperto all’inizio di giugno nelle aule del tribunale penale di Parigi il processo per il linciaggio di Mila, la ragazza che un anno fa è finita nel mirino degli estremisti per aver offeso la religione islamica sulla sua pagina Instagram.

Tutto è iniziato da un tentativo di approccio via social da parte di un ragazzo musulmano. Lei non ci sta e così partono gli insulti. “Lesbica”, “francese di m…”, scrivono il giovane e i suoi amici. Mila, che è gay, per tutta risposta pubblica un video sul social network in cui si sfoga, denunciando l’affronto e affermando di detestare la religione musulmana. Dice che l’Islam e il Corano propagandano l’odio. Usa termini forti e offensivi.

Da quel momento inizia una vera e propria guerra. Non è più un gruppetto di ragazzi a mobilitarsi contro di lei, ma migliaia di fedeli che via internet la minacciano, anche di morte. Sono oltre 100mila i messaggi di odio ricevuti dalla ragazza dall’inizio del 2020, dice il suo avvocato, Richard Malka, in un’intervista a Franceinfo.

Messaggi dal contenuto agghiacciante. “Qualcuno la troverà e la ucciderà, ed è tutto ciò che merita”, “meriti di essere sgozzata, grassa putt…”, “qualcuno dovrebbe spaccarle il cranio”, “dimmi dove vivi e ti faccio fare la fine di Samuel Paty”. E ancora c’è chi le augura di “mangiare” le sue stesse “viscere”, di “strillare come una scrofa”, chi vorrebbe stuprarla dopo averle “tagliato la gola” o seppellirla viva.

Spesso le minacce, spiega ancora il suo avvocato, sono condite da immagini di teste decapitate, o da fotomontaggi, con la testa della ragazza al posto di quella del professore sgozzato da un islamista. Per questo Mila da oltre un anno non frequenta più la scuola e vive sotto scorta h24. È la prima volta nella storia francese che una ragazza così giovane viene messa in isolamento e sotto protezione. Eppure, nella Francia in guerra con il “separatismo islamico” può succedere anche questo.

Mila, che oggi ha 17 anni, ha deciso di raccontare il suo calvario in un libro dal titolo eloquente: “Sono il prezzo della vostra libertà”. Il volume, edito da Grasset, sarà disponibile da mercoledì in tutte le librerie francesi e si apre proprio con la trascrizione di alcuni dei messaggi di odio ricevuti in questi mesi.

“Forse sarò morta tra cinque anni”, ha detto lunedì in un’intervista ai microfoni di Sept à Huit, trasmissione di TF1. “Ha ragione chi ha scritto che mi ha fatto prigioniera nel mio Paese”, dice ancora alla giornalista. Racconta di sentirsi “in prigione” anche nei rari momenti in cui esce di casa, affiancata dagli uomini della scorta, con i capelli coperti dal cappello o da una parrucca per non essere riconoscibile.

“Sono stata abbandonata da una nazione fragile e codarda”, denuncia ancora nel libro. “La maggioranza silenziosa – commenta nell’intervista – mi sostiene, ma ha paura e non farà mai niente”. Lei, invece, assicura che non smetterà mai di “parlare” e di difendere la libertà di espressione, neppure “con il coltello puntato alla gola”. Anche se confessa di “piangere” quando pensa al suo futuro, e a come si vede da qui a cinque o dieci anni. “Probabilmente sarò morta”, ripete.

È consapevole che quelle fatwa lanciate sul web possono diventare realtà da un momento all’altro, proprio come è successo con Samuel Paty. Alla sbarra sono finite 13 persone, accusate di aver minacciato e molestato in rete la giovane, sedicenne all’epoca dei fatti. Ad esprimere solidarietà alla ragazza di Villefontaine, a margine della prima udienza del processo era stato il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, che aveva detto di essere al fianco di Mila e della “libertà di espressione”.

Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, nel giorno dell’apertura del processo aveva affrontato il tema della violenza online chiedendo di essere “vigili” sulla diffusione del fenomeno soprattutto tra i giovani.




La donna nel mondo arabo e non arabo, islamico o mussulmano
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =24&t=1333

Velo e Islam
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2008

Donne cristiane e mussulmane maltrattate dall'Islam
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2040



La minaccia: «Farai la fine di Pamela». Ghanese di 30 anni rinviato a giudizio
Benedetta Lombo
17 giugno 2021

https://www.corriereadriatico.it/macera ... 26596.html

«Ti faccio fare la fine di Pamela». Poi pugni e schiaffi sia quando erano in casa sia quando erano in strada. Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi ha rinviato a giudizio un ghanese di 30 anni per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.
Le violenze sarebbero avvenute nel periodo compreso tra il 2017 circa fino a giugno del 2019, la vittima è la compagna dell’extracomunitario, una maceratese di qualche anno più giovane con cui il trentenne aveva avuto una relazione e con cui aveva convissuto. In base a quanto denunciato all’epoca dalla giovane, il ghanese in più occasioni, quando era sotto effetto di alcol o di sostanze stupefacenti, l’avrebbe aggredita sia verbalmente sia fisicamente. E un giorno quella frase, «Ti faccio fare la fine di Pamela», l’aveva gelata.
Il compagno gliel’aveva detto qualche tempo dopo l’uccisione (avvenuta il 30 gennaio del 2018) di Pamela Mastropietro, la 18enne romana scappata dalla Pars di Corridonia e arrivata a Macerata dove nell’abitazione del nigeriano Innocent Oseghale era stata violentata, uccisa e poi fatta a pezzi dall’extracomunitario (condannato all’ergastolo con sentenza confermata in Appello).
L’uomo aveva poi messo i resti della ragazza in due trolley che aveva abbandonato sul ciglio della strada a Casette Verdini di Pollenza. A giugno del 2019 la compagna del ghanese aveva raccontato di essere stata picchiata con pugni e schiaffi più volte anche mentre erano in strada, una volta lui le aveva stretto la testa tra le ginocchia e l’aveva colpita al volto con pugni e testate. Per due volte la giovane era finita al pronto soccorso. Le sue accuse avevano portato all’apertura di un procedimento a carico del compagno e ieri per l’uomo si è celebrata l’udienza preliminare dinanzi al gup Claudio Bonifazi e al pubblico ministero Enrico Riccioni. Difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli, il ghanese non ha richiesto di accedere a riti alternativi ed è stato rinviato a giudizio. Il processo a suo carico si aprirà il prossimo 17 marzo. La giovane nel frattempo ha rimesso la querela, i due infatti si sarebbero rappacificati, ma il procedimento va avanti perché i reati sono procedibili d’ufficio.
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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:32 am

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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:33 am

5) Maltrattamento e uccisione degli omosessuali
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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:33 am

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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:33 am

6)L'invasione clandestina, l'accoglienza obbligatoria e il meticciato forzato


L'invasione clandestina è un crimine contro l'umanità, la nostra umanità!
Migrare e invadere la casa e il paese altrui non è un diritto ma un crimine, ed è un dovere impedirlo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2813
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

La clandestinità o emigrazione/immigrazione clandestina, con l'inganno, la frode (anche abusando delle norme sul soccorso in mare), con la violenza, senza autorizzazione, violando le leggi a tutela dei territori, dei paesi degli stati, il promuoverla, il favorirla e il giustificarla è un grave delitto contro la convivenza civile tra stati, popoli e persone e un crimine contro l'umanità, che viola i diritti umani e civili degli abitanti e dei cittadini di un paese o di uno stato.

Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2754
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Accoglienza e ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2420

Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine e tortura
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=1911

Tutte le demenzialità e le incoerenze di un uomo che non merita il mio rispetto e che ci fa tanto del male
viewtopic.php?f=199&t=2933
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6636654604

Il meticciato per forza di Bergoglio
viewtopic.php?f=196&t=2959
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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:33 am

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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:33 am

7) la propaganda omosessuale ai bambini, la teoria del gender, i trattamenti ormonali dei piccoli e le operazioni chirurgiche che mutilano irrimediabilmente i corpi per favorire un impossibile e innaturale cambio di genere


Gender una schifosa violazione dei diritti umani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=1634



Interessante ed esplicativo parallello tra il Ddl Zan In Italia e il caso dell'Ungheria di Orban in Europa


Orban, il mascalzone ideale
Giulio Meotti
25 giugno 2021

https://meotti.substack.com/p/orban-il- ... one-ideale

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dice che “nell’Unione europea sei libero di essere chi vuoi essere e di amare chi vuoi”. Come se la legge ungherese, dove ci sono le unioni civili per gli omosessuali, vietasse omosessualità o transgender. Quello che fa è vietare l’educazione Lgbt nelle scuole e nei cartoni animati per bambini. Legittimo criticarla, non sostenere che criminalizza una categoria di persone.

“Siamo pronti a discutere la legge con coloro che si sono espressi contro di essa”, ha detto alla BBC il governo ungherese. “La legge riguarda rigorosamente la protezione dei bambini. Dice che per i minori di 18 anni l'educazione sessuale deve essere appropriata e quello che non vogliamo è l'intrusione delle ONG di lobby LGBTQ+ e dei gruppi di pressione che entrano negli asili e nelle scuole per spiegare ai bambini perché è una grande idea avere trattamenti ormonali e operazioni per cambiare sesso prima dei 18 anni. Queste non sono pratiche accettabili”. Nelle settimane scorse, anche il più grande ospedale svedese, il Karolinska di Stoccolma, ha bandito i trattamenti ormonali per i minori.

Ma più precisamente, perché i legislatori ungheresi eletti democraticamente non possono decidere cosa è permesso insegnare ai bambini ungheresi? Il disprezzo è mozzafiato. Dovrei preoccuparmi e sentire come un attacco alla democrazia e alla libertà che i bambini magiari debbano andare online per guardare Kermit la rana che tiene un concerto assieme a una drag queen, invece di guardarlo sulla tv ungherese? O che ai bambini magiari di sette anni non venga detto a scuola che avere il pene non significa essere maschi?

E perché dovrebbe essere meno discriminatoria la legge di un altro paese membro dell’Unione Europea, la Finlandia, dove un vescovo e un ex ministro sono appena finiti sotto processo per “incitamento all’odio”, solo per aver sostenuto la visione cristiana del matrimonio? In Francia hanno appena approvato una legge che cancella la figura del padre come riferimento nella filiazione. In Ungheria pensano che un bambino abbia diritto a un padre e a una madre. Quale paese è più discriminante e oscurantista? La battaglia fra il progresso e la reazione è complicata…

Leggendo oggi il Corriere della Sera su Orban un lettore non informato arrivava a farsi l’idea di un leader che "alimenta l’antisemitismo ad arte”. Ora, questo è il sondaggio ufficiale dell’Unione Europea su dove gli ebrei si sono mentono meno al sicuro in Europa. In testa, la Francia. In fondo, l’Ungheria. Fine della discussione, a meno che non si agiti lo spettro di George Soros, la cui battaglia con Orban non c’entra niente con l’antisemitismo. Nei giorni scorsi Ronald Lauder, presidente del Congresso Ebraico Mondiale, era a Budapest a rendere omaggio a Orban.

È vero, l'Ungheria di Orban ha molti difetti e non è l’Olanda o il Massachusetts. Può piacere o meno. Diverso, da bugiardi in malafede, è dire come fa tutta la stampa mainstream che l‘Ungheria è come l’Uganda.

È la differenza fra l’Est e l’Ovest europeo spiegata su Le Figaro da una filosofa di fama mondiale come Chantal Delsol: “Ritengono ancora di avere un'identità, una caratteristica specifica, depositata dalla storia, che merita di essere difesa. Mentre l'Europa occidentale, e l'istituzione europea, considerano l'identità una cosa del passato: in una società materialista e libertaria, un'identità culturale non ha più senso. Molti pensano che se non insultiamo questi paesi, allora siamo i loro difensori. È il segno di questo mondo manicheo, tagliato col coltello, che io denuncio. Pensano che la libertà abbia dei limiti, che da tempo abbiamo dimenticato. In Europa occidentale, questo è il nostro slogan, crediamo che ‘la mia libertà finisce dove inizia la libertà degli altri’. Ma si può anche pensare, questo è il mio caso, che la mia libertà finisca dove inizia la mia responsabilità. Che è molto diverso. Se gli ungheresi votano per chiamare ‘matrimonio’ il contratto tra un uomo e una donna, proteggendo così il nome e il simbolo, è un limite che mettono e non dovrebbero essere insultati per questo”.

Se noi diamo di matto su un piccolo paese ricchissimo di storia e di pochi milioni di abitanti è perché non tolleriamo che qualcuno in Europa ci ricordi che c’era anche un’altra strada. Abbiamo la vocazione della terra bruciata. Non tolleriamo più alcun dissenso culturale?


PREFERIREI DI NO
Niram Ferretti
25 giugno 2021

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Il cattivo, naturalmente è Victor Orban, reo di avere approvato una legge a tutela dei bambini che vieta fermamente contenuti e rappresentazioni di sessualità non eterosessuale a loro rivolta. Insomma, Orban è cattivo, perchè sostiene una legge che indica ai bambini, si suppone nati in famiglie eterosessuali, dove sono presenti figure genitoriali tradizionali, dicasi, uomo e donna, papà e mamma, che questa è la norma e non una modalità tra le altre.
Ancora vent'anni fa, non nell'Inghilterra vittoriana, o nell'Italia bacchettona degli Anni 50, nessuno pensava fosse necessaria una legge simile, nè in Ungheria nè altrove. Ma in vent'anni il Progresso ha fatto larghi passi, e il Progresso ha stabilito che gli omosessuali possono sposarsi e ordinare o adottare figli, che si può essere esteriormente donne o uomini, ma dichiararsi a piacimento di sesso opposto a quello biologico, oppure declinarsi una identità neutra, che la differenza biologica tra i sessi non può più essere ritenuta normativa, perché normativo non è più nulla, tutto è soggettivo. E se qualcuno obbietta, che no, non è così, che ci sono differenze e gerarchie, che la natura presenta confini e paratie, immediatamente lo si accusa di discriminazione, di essere omofobo o fascista. Perché, le magnifiche sorti e progressive, incarnate dal movimento LGBT e dalla UE, che ne è oggi ormai una succursale, non ammettono dissensi, ma solo sudditi belanti. E Orban, che non bela, ed è premier di un paese all’avanguardia nella produzione e distribuzione della pornografia gay, che non proibisce, perché i maggiorenni possono fare del loro corpo ciò che credono e come credono, ma si limita a tentate di arginare il lavaggio del cervello dei minori, deve essere respinto nelle tenebre, le tenebre dove è collocato chiunque osi dissentire.
Eppure non si deve essere orbanisti per opporsi all’onda totalitaria arcobaleno, basta semplicemente dire quello che diceva il Bartleby del celebre racconto melvilliano: “Preferirei di no”.


VIKTOR ORBÁN: "L'EDUCAZIONE SESSUALE DEI BAMBINI APPARTIENE ESCLUSIVAMENTE AI GENITORI
Giuseppe Ingaglio
25 giugno 2021

https://www.facebook.com/adriano.mastro ... 2326342607

"La nostra legge non si applica alle persone con più di 18 anni. Questa legge è una legge per proteggere i nostri figli. Chiunque abbia più di 18 anni non è coperto da questa legge. Vivano come vogliono. Gli adulti quale orientamento, stile di vita e percezione abbiano dipende da loro. Ma quelli che non sono adulti, cioè bambini e adolescenti devono essere protetti. E questa legge riguarda il modo in cui li proteggiamo. E se i membri della comunità gay continuano a leggere questa legge, vedranno anche che il punto di partenza della nostra legge è che l'educazione sessuale dei bambini appartiene esclusivamente ai genitori. L'educazione sessuale dei bambini non può essere presa in carico da nessuna istituzione. I bambini appartengono ai genitori. Non alla scuola, non allo stato. Padre e madre decidono sulla loro educazione. I diritti dei genitori devono essere garantiti e i minori devono essere protetti dall'accesso a contenuti contrari all'idea educativa secondo cui i genitori li stanno crescendo. Una delle questioni importanti è chi decide in merito all'educazione dei bambini nell'Unione europea, e l'Ungheria insiste sulla posizione secondo cui l'educazione dei nostri figli dovrebbe essere decisa dai genitori" (Dichiarazione di Viktor Orbán su Kossuth Radio).
Nella foto Viktor Orbán con la moglie Anikó Lévai (si sono sposati nel settembre 1986) e i loro cinque figli: Rachel, Gaspar, Sarah, Rose e Flora, nati dal 1989 al 2004.




PM Orbán: la nuova legge ungherese protegge bambini e genitori
25 giugno 2021

https://www.islamnograzie.com/pm-orban- ... -genitori/

Lo Stato deve creare le condizioni per la protezione, in modo che i genitori possano fare il loro lavoro

Il nuovo regolamento ungherese riguarda il modo in cui il bambino conosce la questione altrimenti difficile e complicata della sessualità, e la legge aiuta il genitore a prendere tale decisione per la propria famiglia. Ecco perché si tratta di una legge sulla protezione dei minori e dei genitori, ha sottolineato giovedì a Bruxelles il primo ministro Viktor Orbán, in vista di una riunione di due giorni dei leader dell’UE.

Orbán al suo arrivo al vertice ha incontrato i suoi omologhi di Visegrád Four, il primo ministro slovacco Eduard Henger, il primo ministro ceco Andrej Babis e il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki.

Rispondendo a una domanda dei giornalisti, Orbán ha dichiarato: “È un onore per l’Ungheria se un primo ministro o un presidente del Consiglio europeo è interessato a una legge ungherese”.

“Mi piacerebbe dire loro che non si tratta di alcuna legge che si applichi all’omosessualità. Questa legge non riguarda questo, questa legge riguarda l’educazione dei bambini, l’educazione di qualsiasi contenuto sessuale”, ha detto, aggiungendo che “è sempre meglio leggere qualcosa prima e solo allora reagire ad esso; questo è l’ordine giusto.

La nuova legge ungherese, che ha promulgato una varietà di leggi anti-abuso e antidofilia, ha anche vietato i contenuti LGBT o i contenuti che promuovono i bambini che cambiano sesso dall’essere mostrati ai bambini sotto i 18 anni. La legge è stata criticata da diversi paesi dell’UE. Il Primo Ministro ungherese ha sottolineato che il regolamento consente ai genitori di decidere come il bambino debba conoscere la questione della sessualità.

“E spetta allo Stato creare le condizioni affinché i genitori esercitino effettivamente questi diritti. Questa è una legge sulla protezione dei minori e dei genitori”, ha detto Orbán.

“Sono un attivista per i diritti. Ero un combattente per la libertà durante il comunismo quando l’omosessualità era punibile. Ho lottato per la libertà e i diritti, il che significa che ho combattuto anche per i diritti degli omosessuali”, ha detto Orbán. “Questa legge non riguarda loro, questa legge riguarda i diritti dei bambini e dei genitori.”

Immagine del titolo: il primo ministro ungherese Voktor Orbán (L), il primo ministro slovacco Eduard Henger (di schiena), il primo ministro ceco Andrej Babis e il primo ministro polacco Mateusz Morawieczki si coordinano in vista del vertice ue tenutosi a Bruxelles il 24 giugno. (Ufficio stampa del Primo Ministro)



Alberto Pento
La demenzialità detta dalla Ursula von der Leyen : “nell’Unione europea sei libero di essere chi vuoi essere e di amare chi vuoi”.
Non si è liberi di essere quello che non si è, poiché a decidere la nostra configurazione genetica e sessuale non siamo noi ma sono i nostri genitori e la genetica della specie umana. Se nasciamo femmine non siamo liberi di trasformarci in maschi innanzi tutto perché è impossibile e assurdo per quanti ormoni possiamo inocularci e assumere e per quante mutilazioni ed operazioni chirurgiche possiamo fare.
Allo stesso modo non siamo liberi di fare sesso (amare) con chi vogliamo, per esempio non siamo liberi di farlo con i bambini, con i disabili, con gli anziani interdetti, con i figli e con i genitori, non siamo liberi di stuprare e di ridurre in schiavitù sessuale chichessia, non siamo liberi di praticare la sessualità con gli animali ridotti in schiavitù, come non siamo liberi di praticare sesso e di infettare il prossimo se ammalati di hiv, di epatite, di ebola, di covid e di ogni altra malattia virale o batterica contagiosa , ...
Se nasciamo maschi e poi ci sentiamo femmine non possiamo considerare la nostra conformazione sessuale avuta alla nascita come una malattia e pretendere che il servizio pubblico impieghi risorse pubbliche per il nostro impossibile e assurdo cambio di genere.
Non siamo nemmeno liberi di propagandare illusioni, inganni, vane speranze, demenzialità politicamente corrette come la teoria del gender presso le persone innocenti e prive di capacità di giudizio come i bambini e i minori.




Il totalitarismo UE contro l’Ungheria e una legge giusta
Luca Volontè
7-9 minuti

Prosegue la falsa narrazione contro la legge approvata dal Parlamento ungherese che combatte la pedofilia e vieta pornografia e contenuti Lgbt per minori di 18 anni. Attacchi gravissimi dei leader dell’UE (da von der Leyen a Michel) e di 17 Paesi membri (Italia inclusa), in violazione dei Trattati. Oggi tocca al Paese di Orban, domani toccherà a chiunque si opponga all’agenda arcobaleno.

Nel giorno in cui il Parlamento Europeo ha approvato l’indegna e illegale Risoluzione Matic sul “diritto umano” all’aborto (378 voti a favore e 255 contrari, 18 gli astenuti) è andata in scena al Consiglio Europeo la condanna, senza alcun fondamento, dell’Ungheria per aver approvato una legge che punisce duramente la pedofilia e vieta l’indottrinamento Lgbt. Sarebbero questi gli eredi del venerabile figlio di Dio e fondatore dell’Ue Robert Schuman?

La grande menzogna ha preso posto nelle istituzioni europee e, ahinoi, in molte capitali dei suoi Paesi membri, tutti in fila per lapidare Orban e prendersi la medaglia del miglior promotore dell’ideologia Lgbt. Una pena. Della legge ungherese abbiamo detto: prevede la lotta alla pedofilia, l’incremento delle pene per gli ‘orchi’, la tutela dell’identità biologica, la protezione dei bambini, il divieto di diffusione e promozione di materiale pornografico tra i minori di 18 anni, un registro delle organizzazioni e dei progetti riconosciuti per la cura ed educazione dei bambini.

La narrativa massmediatica - palesemente falsa e smaccatamente ideologica, come già descritto sulla Bussola - ha dipinto le norme come “omotransfobiche”. Già questo avrebbe dovuto mettere tutti sull’attenti. Gettare discredito su persone e nazioni che combattono apertamente pedofilia e pedopornografia è parte del tentativo delle tante, troppe reti di pedofili che vogliono proseguire indisturbate con i propri abusi e omicidi. Ebbene, Orban (che difende i bambini) sarebbe l’“orco”, mentre la Commissione e il Parlamento europei sarebbero i paladini della giustizia, anche se non hanno proferito parola, né aperto procedure contro i Paesi dove pedofili e pedopornografi da anni fanno incetta di innocenti; le indagini degli ultimi anni mostrano il lassismo consolidato e le complicità autorevoli di Germania, Francia, Olanda.

Facciamo ordine in questo groviglio di menzogne. La legge ungherese è stata approvata il 15 giugno, con due terzi dei voti disponibili e un solo voto contrario, mentre l’opposizione socialista e liberale decideva di non partecipare al voto marchiando la legge come “omotransfobica”. Il 22 giugno alla riunione dei ministri degli Esteri comunitari, su iniziativa del Belgio (governo nel quale siede come vice primo ministro “Petra” De Sutter, primo governante transessuale della storia belga), 13 paesi hanno firmato una dichiarazione comune contro la legge ungherese (Belgio, Germania, Francia, Spagna, Irlanda, Olanda, Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lussemburgo e Italia). La legge sarebbe stata, secondo i firmatari, “discriminatoria per le persone Lgbti, contraria ai valori e principi europei e la Commissione avrebbe dovuto usare tutti gli strumenti necessari per far rispettare le norme europee, sino alla denuncia alla Corte Europea”.

Il 23 giugno il presidente della Repubblica ungherese, János Áder, ha firmato la legge nonostante la richiesta di non farlo proveniente da Amnesty International, Human Rights Watch e varie organizzazioni Lgbt. Lo stesso giorno, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dichiarava di considerare la legge ungherese una “vergogna” e una lettera, con l’avvio di una formale procedura di contestazione del commissario della Giustizia, Didier Reynders, e di quello al Mercato interno, Thierry Breton, veniva spedita al ministro della Giustizia ungherese Judit Varga per avere spiegazioni esaurienti entro il 30 giugno. Il premier Orban rispondeva, definendo vergognose le parole della presidente della Commissione, in quanto: “… la legge ungherese recentemente adottata protegge i diritti dei bambini, garantisce i diritti dei genitori e non si applica ai diritti di orientamento sessuale dei maggiori di 18 anni, quindi non contiene elementi discriminatori”.

La falsa narrativa sulla natura e i contenuti della legge è proseguita su tutta la stampa dell’unico regime globale anche ieri, dal Guardian a Deutsche Welle, da El Pais a Le Monde. Ormai la macchina del regime era partita, violando tutte le regole minime di autonomia, riserva legislativa, trattati internazionali europei, autonomia decisionale e legislativa degli Stati. In questa polemica è chiara la pretesa europea, oggi verso Orban e domani verso chiunque altro: l’indottrinamento Lgbt deve essere promosso nelle scuole e sui mass media per tutte le età, per tutti i bambini e non solo dopo i 18 anni.

Ancor più grave, la scelta irrituale del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, di includere nell’agenda dei 27 leader europei il dibattito sulla legge ungherese, in aperta violazione ad ogni regola formale e informale del Consiglio e cedendo alle pressioni di 17 paesi (ai 16 iniziali - vedi lettera in foto - si è aggiunta l’Austria), Italia inclusa, e lobby Lgbt. Nonostante nella lettera di invito alla cena serale del 25 giugno dei capi di Stato e Governo non fosse menzionato l’argomento di discussione ungherese, il presidente Michel ha permesso già nella prima riunione di ieri attacchi contro l’Ungheria e la legge anti-pedofilia. Il Consiglio Europeo doveva decidere su questioni cruciali (immigrazione, rapporti con la Turchia, Russia ed EuroSummit su moneta e mercato), non doveva certo insultare l’Ungheria.

Ciononostante, nelle prime tre ore del vertice si sono ascoltati strali contro Orban; lo stesso invitato speciale alla riunione, Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, ha preso parte al processo sommario contro l’Ungheria. Il diktat a Orban è chiaro: abolisci la legge o esci dall’Ue. In prima fila gli scandinavi e i Paesi Bassi, oltre a quel Macron che, in casa sua, promuove la barbarica “Legge sulla bioetica”. Questa Ue, violando apertamente ogni Trattato vigente, ogni competenza nazionale e ricattando i Paesi sui fondi del Recovery e Next Generation, vuole imporre all’Ungheria la nuova dottrina Lgbt e spinge per un nuovo governo anti-Orban per le elezioni del 2022. Anche l’Italia sostiene, come visto, le procedure contro Orban. Questo significa che, una volta approvato il Ddl Zan, si imporrà l’indottrinamento Lgbt a tutti i bambini italiani, di qualunque età e con qualunque mezzo.


Il Politicamente corretto (PC): il peggiore crimine contro l'umanità
Il Politicamente Corretto è l'ideologia del male e dell'inversione assurda elevate a bene e assunte come diritto, è l'ideologia dell'odio e del caos.
La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
viewtopic.php?f=196&t=2947
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120

La violenza della menzogna del PC precede e anticipa la violenza fisica del suo totalitarismo sociale e politico istituzionale, poliziesco, giuridico e militare.


«Le donne hanno la vagina». Studentessa nei guai
Gender Watch
16-06-2021

https://www.lanuovabq.it/it/le-donne-ha ... a-nei-guai

Lisa Keogh (nella foto), 29 anni, mamma di due bambini e che studia legge all'Abertay University di Dundee in Scozia, ha partecipato ad un seminario sul «femminismo di genere». La ragazza ha sollevato dubbi sull’equità degli incontri di arti marziali in cui sono presenti atleti transessuali in competizioni femminili.

Keogh ha affermato che le donne hanno la vagina e un uomo ha più forza fisica di una donna. Ha poi indicato le donne come «sesso debole». Alcuni compagni l’hanno denunciata presso gli organi accademici e la studentessa dovrà affrontare un processo disciplinare.

«Pensavo fosse uno scherzo. Pensavo che l'università non mi avrebbe mai messo sotto processo per aver esercitato il mio diritto alla libertà di parola», commenta la studentessa che ha aggiunto: «Non sono stata cattiva, transfobica o offensiva. Stavo solo affermando un fatto biologico di base».

Ma, come si sa, i fatti sono i peggior nemici della ideologia.


Germania e Francia (e Italia) firmano dichiarazione contro legge ungherese anti Lgbt. Faro della Ue sulla norma
Germania e Francia siglano dichiarazione contro legge ungherese anti Lgbt: Roma non firma
Martedì 22 Giugno 2021

https://www.ilmessaggero.it/mondo/unghe ... 37963.html

Alla fine anche l'Italia firma la condanna della legge anti Lgbt dell'Ungheria, ma solo in extremis e dopo un pomeriggio ad alta tensione. Tutto succede a Lussemburgo, al Consiglio affari generali dell'Ue. Tredici Paesi siglano una dichiarazione congiunta per stigmatizzare la nuova norma ungherese 'contro la propaganda gay verso i minorì e sollecitare l'intervento della Commissione «con ogni mezzo» a difesa dei diritti. Ci sono tutti i grandi, dalla Germania alla Francia, dalla Spagna all'Olanda alla Svezia.

Ddl Zan, i punti che non piacciono alla Santa Sede: il nodo dell'articolo 2
Anche l'Italia si unisce

L'Italia - dove si sta consumando la dura battaglia del ddl Zan - in un primo momento decide di non unirsi all'iniziativa belga, a cui aderiscono subito invece anche Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Lettonia. Bisogna aspettare un tweet in serata, mentre a Roma e Bruxelles monta già la polemica politica, con cui il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola annuncia l'inversione di rotta: l'Italia diventa il 14esimo Paese a sottoscrivere la petizione.

Vaticano contro il ddl Zan. Letta: «Pronti al dialogo sui nodi», Salvini: «Stop e revisione come chiedeva la Lega»
Perché l'Italia non ha firmato subito

«A fine consiglio Affari generali - scrive Amendola - non sono arrivati chiarimenti soddisfacenti dell'Ungheria sulle leggi approvate che producono discriminazioni in base all'orientamento sessuale. Per questo, dopo dibattito, anche l'Italia ha firmato la richiesta degli altri 13 Stati membri dell'Ue». Fonti diplomatiche europee raccontano che l'Italia - insieme ad Austria e Grecia - aveva risposto con un diniego al primo appello. A Lussemburgo «ho personalmente ribadito con altri ministri l'esigenza di avere chiarimenti sui recenti emendamenti che lasciano perplessi per i passaggi discriminatori», aveva spiegato ancora Amendola in un primo momento. «Ma non abbiamo aderito alla petizione di alcuni Stati, preferendo attendere la posizione ungherese in Consiglio», aveva aggiunto l'esponente del Pd.

Ddl Zan, il Vaticano: «Viola il Concordato e impedisce ai cattolici la libertà di esprimersi»
Le polemiche

Di fronte alla mossa, le polemiche non si erano fatte attendere. «Davvero l'Italia non ha firmato la lettera di 13 Paesi Ue che manifestano preoccupazione per l'ennesima legge liberticida del regime ungherese?», aveva reagito il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Laura Boldrini (Pd) aveva incalzato: «Avrei voluto vedere, e insieme a me moltissime persone, il nome dell'Italia sulla richiesta. Purtroppo non è successo». Anche il M5S aveva preso le distanze. E in una nota la capo delegazione all'Eurocamera, Tiziana Beghin, aveva dato la sua interpretazione del dietro le quinte: «La Lega dica se sta dalla parte delle democrazie occidentali o dalla parte di Orban e del suo autoritarismo liberticida», evocando così l'ipotesi che all'origine della mancata firma ci fosse stato un pressing di Salvini. Ma un impulso più forte, alla fine, ha prevalso. Nella dichiarazione i 14 Paesi condannano gli emendamenti adottati dal parlamento ungherese, «che violano il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini». «Una forma flagrante di discriminazione» inaccettabile e da condannare. Il ministro degli Esteri di Budapest, Peter Szijjarto, ha insistito nel difendere la normativa: «Protegge i minori». Ma la Commissione europea è già al lavoro per valutare se la legge sia in linea con quelle europee o piuttosto ne violi il diritto. E la stessa Ursula von der Leyen, oggi a Roma per il via libera al Recovery italiano, ha espresso preoccupazione perché Budapest si allontana sempre di più dai valori dell'Unione.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:34 am

Il Politicamente corretto (PC): il peggiore crimine contro l'umanità
Il Politicamente Corretto è l'ideologia del male e dell'inversione assurda elevate a bene e assunte come diritto, è l'ideologia dell'odio e del caos.
La menzogna, l'inganno, l'illusione del Politicamente corretto e le sue violazioni dei diritti umani
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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6835049120

La violenza della menzogna del PC precede e anticipa la violenza fisica del suo totalitarismo sociale e politico istituzionale, poliziesco, giuridico e militare.



«Le donne hanno la vagina». Studentessa nei guai
Gender Watch
16-06-2021

https://www.lanuovabq.it/it/le-donne-ha ... a-nei-guai

Lisa Keogh (nella foto), 29 anni, mamma di due bambini e che studia legge all'Abertay University di Dundee in Scozia, ha partecipato ad un seminario sul «femminismo di genere». La ragazza ha sollevato dubbi sull’equità degli incontri di arti marziali in cui sono presenti atleti transessuali in competizioni femminili.

Keogh ha affermato che le donne hanno la vagina e un uomo ha più forza fisica di una donna. Ha poi indicato le donne come «sesso debole». Alcuni compagni l’hanno denunciata presso gli organi accademici e la studentessa dovrà affrontare un processo disciplinare.

«Pensavo fosse uno scherzo. Pensavo che l'università non mi avrebbe mai messo sotto processo per aver esercitato il mio diritto alla libertà di parola», commenta la studentessa che ha aggiunto: «Non sono stata cattiva, transfobica o offensiva. Stavo solo affermando un fatto biologico di base».

Ma, come si sa, i fatti sono i peggior nemici della ideologia.


Germania e Francia (e Italia) firmano dichiarazione contro legge ungherese anti Lgbt. Faro della Ue sulla norma
Germania e Francia siglano dichiarazione contro legge ungherese anti Lgbt: Roma non firma
Martedì 22 Giugno 2021

https://www.ilmessaggero.it/mondo/unghe ... 37963.html

Alla fine anche l'Italia firma la condanna della legge anti Lgbt dell'Ungheria, ma solo in extremis e dopo un pomeriggio ad alta tensione. Tutto succede a Lussemburgo, al Consiglio affari generali dell'Ue. Tredici Paesi siglano una dichiarazione congiunta per stigmatizzare la nuova norma ungherese 'contro la propaganda gay verso i minorì e sollecitare l'intervento della Commissione «con ogni mezzo» a difesa dei diritti. Ci sono tutti i grandi, dalla Germania alla Francia, dalla Spagna all'Olanda alla Svezia.

Ddl Zan, i punti che non piacciono alla Santa Sede: il nodo dell'articolo 2
Anche l'Italia si unisce

L'Italia - dove si sta consumando la dura battaglia del ddl Zan - in un primo momento decide di non unirsi all'iniziativa belga, a cui aderiscono subito invece anche Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo e Lettonia. Bisogna aspettare un tweet in serata, mentre a Roma e Bruxelles monta già la polemica politica, con cui il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola annuncia l'inversione di rotta: l'Italia diventa il 14esimo Paese a sottoscrivere la petizione.

Vaticano contro il ddl Zan. Letta: «Pronti al dialogo sui nodi», Salvini: «Stop e revisione come chiedeva la Lega»
Perché l'Italia non ha firmato subito

«A fine consiglio Affari generali - scrive Amendola - non sono arrivati chiarimenti soddisfacenti dell'Ungheria sulle leggi approvate che producono discriminazioni in base all'orientamento sessuale. Per questo, dopo dibattito, anche l'Italia ha firmato la richiesta degli altri 13 Stati membri dell'Ue». Fonti diplomatiche europee raccontano che l'Italia - insieme ad Austria e Grecia - aveva risposto con un diniego al primo appello. A Lussemburgo «ho personalmente ribadito con altri ministri l'esigenza di avere chiarimenti sui recenti emendamenti che lasciano perplessi per i passaggi discriminatori», aveva spiegato ancora Amendola in un primo momento. «Ma non abbiamo aderito alla petizione di alcuni Stati, preferendo attendere la posizione ungherese in Consiglio», aveva aggiunto l'esponente del Pd.

Ddl Zan, il Vaticano: «Viola il Concordato e impedisce ai cattolici la libertà di esprimersi»
Le polemiche

Di fronte alla mossa, le polemiche non si erano fatte attendere. «Davvero l'Italia non ha firmato la lettera di 13 Paesi Ue che manifestano preoccupazione per l'ennesima legge liberticida del regime ungherese?», aveva reagito il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Laura Boldrini (Pd) aveva incalzato: «Avrei voluto vedere, e insieme a me moltissime persone, il nome dell'Italia sulla richiesta. Purtroppo non è successo». Anche il M5S aveva preso le distanze. E in una nota la capo delegazione all'Eurocamera, Tiziana Beghin, aveva dato la sua interpretazione del dietro le quinte: «La Lega dica se sta dalla parte delle democrazie occidentali o dalla parte di Orban e del suo autoritarismo liberticida», evocando così l'ipotesi che all'origine della mancata firma ci fosse stato un pressing di Salvini. Ma un impulso più forte, alla fine, ha prevalso. Nella dichiarazione i 14 Paesi condannano gli emendamenti adottati dal parlamento ungherese, «che violano il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini». «Una forma flagrante di discriminazione» inaccettabile e da condannare. Il ministro degli Esteri di Budapest, Peter Szijjarto, ha insistito nel difendere la normativa: «Protegge i minori». Ma la Commissione europea è già al lavoro per valutare se la legge sia in linea con quelle europee o piuttosto ne violi il diritto. E la stessa Ursula von der Leyen, oggi a Roma per il via libera al Recovery italiano, ha espresso preoccupazione perché Budapest si allontana sempre di più dai valori dell'Unione.



L’Ungheria vieta la transizione di genere per i bambini. Anzi, no. È la Svezia
Giulio Meotti
25 giugno 2021

https://meotti.substack.com/p/lungheria ... sizione-di

Le parole d'ordine progresso-scienza-ragione, sulle quali una certa cultura laica aveva edificato robusti grattacieli, lasciano intravedere crepe pericolose….

Per raccontare la storia di quello che è successo a sua figlia, Asa prende l'album in cui ha le sue fotografie ogni mese e a partire da quando aveva quattordici anni. “Questo è il momento in cui Johanna ha iniziato a tagliarsi i capelli molto corti, a mettere una benda sul petto per appiattirlo”. Poi il sorriso scompare, il viso si spenge: “Si è ammalata, anoressia. All'ospedale, ho notato che seguiva account transgender sui social. Mi ha annunciato che soffriva di disforia di genere, che non sopportava più il suo corpo... Ha deciso di diventare Kasper, un ragazzo”. Poi, a 19 anni, Johanna torna ragazza. “Ha avuto l'immenso coraggio di ammettere il suo errore. Sono molto orgogliosa di lei”.

Si apre così una inchiesta drammatica di Le Figaro non sull’Ungheria, ma sulla Svezia, che è stato il primo paese al mondo, nel 1972, a riconoscere e a offrire la transizione di genere. Il primo, inoltre, a offrire cure. Tutti i trattamenti sono forniti nelle cliniche pubbliche: bloccanti della pubertà, iniezioni di testosterone o estrogeni, chirurgia del seno, logopedisti per cambiare voce, depilazione, trapianti di barba. A diciotto anni, chirurgia genitale.

Da qui l'incredulità provocata dalla decisione del prestigioso ospedale Karolinska di Stoccolma. Questo pioniere dell’identità di genere, dipendente dall'istituto che assegna il Nobel per la medicina, ha vietato il trattamento ormonale ai minori. Invoca il principio di precauzione e studi che dimostrano che assumere questi ormoni potrebbe favorire malattie cardiovascolari, tumori, osteoporosi e trombosi. Da fenomeno raro, che colpisce alcuni individui, la disforia di genere è diventata una patologia di massa. “Nel 2001, solo 12 persone sotto i 25 anni sono state diagnosticate... nel 2018, erano 1.859", dice Sven Roman, uno psichiatra infantile. Tutti gli adolescenti sono colpiti, ma soprattutto le ragazze tra i 13 e i 17 anni che vogliono diventare ragazzi: tra il 2008 e il 2018, l'aumento in questo gruppo è del 1.500 per cento. Nell'ottobre 2019, un documentario shock sulla televisione svedese ha rivelato che l'ospedale Karolinska eseguiva la rimozione del seno su ragazze di 14 anni. Anche il caso di Jennifer Ring ha commosso il paese: si è impiccata dopo aver subito una transizione di genere nella stessa struttura, anche se altre cliniche avevano rifiutato il suo trattamento a causa dei segni di schizofrenia. Sono andati troppo oltre?

A lungo ha dominato la paura di non essere abbastanza “inclusivi”, o peggio, di essere visti come “transfobici”. Conclude Johanna: "Oggi, in Svezia, è un tabù mettere in dubbio l'identità di qualcuno". Poi hanno visto qualche crepa nel progresso e si sono fermati. Sono così irrazionali e oscurantisti, questi ungheresi?


"Non resteremo indifferenti all'ideologia gender per legge"
Serena Sartini
25 Giugno 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1624636770

L'arcivescovo critica il ddl Zan: "Il testo minaccia la libertà d'espressione. Da Draghi considerazione per la Santa Sede"
"Non resteremo indifferenti all'ideologia gender per legge"

L'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita ed ex presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, interviene in modo critico sul ddl Zan.

Monsignor Paglia, cosa pensa del ddl Zan?

«La Costituzione stabilisce che non sono ammesse discriminazioni per motivi di sesso. È ovvio, allora, ed è anche un bene, che una legge ordinaria realizzi il dettato costituzionale, promuovendo una tutela contro le discriminazioni. L'attuale testo, però, mentre vorrebbe presentarsi come baluardo a tutela di eventuali discriminazioni, rappresenta un serio rischio di minaccia alla libertà di espressione del pensiero e di discriminazione del sentimento religioso di gran parte del popolo italiano. Per realizzare un articolo della Costituzione si rischia di negarne altri. L'impostazione di fondo mi pare inaccettabile perché si vorrebbe inserire per legge un'idea: quella del gender, che finirebbe così per imporsi come ideologia. La Chiesa propone un cammino diverso. Rispetto delle persone: ogni uomo e ogni donna hanno una dignità che nasce dalla propria storia, dalle gioie e dai dolori. La strada maestra è quella della vicinanza e del discernimento di ogni vicenda personale. Una legge manifesto imporrebbe una ideologia, inaccettabile sia per la Chiesa che per la società».

Cosa pensa dell'intervento del premier?

«Draghi ha ricordato come in Italia esistano gli strumenti per tutelare i diritti e i doveri previsti dalla Costituzione. Ha mostrato rispetto e considerazione per la Santa Sede e le sue posizioni. L'indipendenza di uno stato democratico e liberale è una garanzia anche per la Chiesa e i suoi diritti. Indipendenza non significa indifferenza. Che uno Stato sia indipendente nel processo legislativo mi pare sacrosanto: nessuna fede religiosa potrà mai proporre che diventi legge una credenza che non sia rispettosa di quelle libertà per cui tanti cattolici si sono battuti e continuano a battersi con tenacia e coraggio».

Cosa risponde a chi dice che c'è ingerenza da parte del Vaticano?

«Se l'Europa può legittimamente intervenire se e quando un paese minaccia i diritti di cittadini con tendenze omosessuali, non vedo perché la Santa Sede non possa fare altrettanto in Italia. Non è ingerenza, è interesse del bene comune a partire dalla preziosa visione antropologica che la Chiesa tutela come una ricchezza. Il Vaticano è una realtà internazionale e un piccolo Stato sovrano. Ma la sua storica vicinanza con l'Italia gli permette di cogliere con estrema sensibilità il sentire comune del popolo italiano: per noi italiani la famiglia basata sul matrimonio di un uomo e una donna, la realtà di un padre e di una madre come genitori, è qualcosa che rappresenta un valore di estremo rilievo. Se qualcuno vuol chiamare ingerenza questa passione per l'umanità».

Eccellenza, lei ha detto che è stato uno sbaglio la nota del Vaticano. Può spiegare meglio?

«Preciso che una giornalista ha estrapolato da un mio articolato intervento una falsa intervista che non ho mai concesso. Ho, ad ogni modo, espresso dei dubbi, come tanti. Sono un vecchio prete romano. Ho pensato, forse sbagliando, che tra le due sponde del Tevere sia sempre esistita una creatività nell'immaginare vie di colloquio e di composizione delle divergenze dalle quali i media dovessero e potessero rimanere fuori. Oggi, purtroppo, la riservatezza non sembra più un valore. Lo sbaglio, a mio avviso, è stato rendere pubblica un Nota che doveva rimanere segreta. Questa era l'intenzione originaria della Santa Sede, qualcuno deve aver pensato diversamente. La pubblicità ha rischiato di far alzare muri ancora più alti. Sono stato frainteso anche io: la Nota ha avuto il prezioso effetto di far luce sulle gravi problematiche di un Decreto che, così come è, è inaccettabile. Non solo dalla Chiesa, direi dalla maggior parte degli italiani».


A costo di passare per fascista o per squadrista, come certi personaggi mi qualificano, ho pensato di pubblicare questo articolo del Ministro della Giustizia ungherese che nessuno vuole pubblicare, tranne il sempre bravo e attento Giulio Meotti (nella sua newsletter).
Il celebre sito Politico si è rifiutato di pubblicare questo articolo del ministro della Giustizia dell’Ungheria, Judit Varga, che voleva spiegare all’Europa la legge in discussione. Lo ripubblico io qui sotto. Di cosa hanno tanta paura? Forse di un po’ di verità? Dopo aver vinto la battaglia culturale vogliono che tutti facciano la genuflessione, come “devono” fare i calciatori in campo prima della partita?

Emanuel Segre Amar
27 giugno 2021

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 8324305587

“Pensavamo che fossero interessati a sentire la nostra versione della storia. Ci sbagliavamo”
di Judit Varga
Da dieci anni, la stampa internazionale pubblica regolarmente dichiarazioni sulla morte della democrazia ungherese. Eppure, nonostante gridino ripetutamente al lupo, non c'è mai stato nessun lupo, anche se sfortunatamente quelli che gridano non sembrano mai stancarsi dell’inganno.
Questa volta si dichiara che l'Ungheria ha adottato una legge discriminatoria e omofoba. A nessuno importa che la dichiarazione firmata da diversi Stati membri contenga false accuse e falsifichi il merito della legge ungherese sopprimendone parti essenziali. A nessuno interessa notare che il fulcro della legge è la protezione dei bambini da qualsiasi tipo di sessualità – quindi non può, per definizione, essere discriminatoria. Gli Stati membri firmatari non si sono nemmeno presi la briga di chiedere spiegazioni ufficiali al governo ungherese prima di emettere la loro lettera congiunta. Le critiche hanno generato un conflitto artificiale tra i diritti dei bambini e i diritti delle persone LGBT. È davvero questa l'incarnazione della leale cooperazione sancita dai Trattati?
La nuova legge si concentra sulla garanzia dei diritti dei genitori e sulla protezione dei minori dall'accesso a contenuti che potrebbero contraddire i principi educativi che i loro genitori hanno scelto di insegnare loro fino a quando non diventeranno essi stessi adulti. Fino a quel momento, tuttavia, tutti gli altri attori – sia lo Stato che le scuole – dovranno rispettare il diritto dei genitori di decidere sull'educazione sessuale dei propri figli. Ecco di cosa tratta la nuova legge ungherese.
Si ricorda che l'articolo 14 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea sancisce che deve essere rispettato il diritto dei genitori di assicurare l'educazione e l'insegnamento dei propri figli in conformità alle proprie convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche, conformemente alle leggi nazionali che disciplinano l'esercizio di tali libertà e diritti.
La legge ungherese non si applica alla vita, all'identità sessuale o alle pratiche degli adulti di età superiore ai 18 anni, né al modo in cui tali adulti desiderano esprimersi o presentarsi pubblicamente.
L'orientamento sessuale e l'identità di genere sono soggetti a una rigida protezione costituzionale in Ungheria. Secondo l'Articolo XV paragrafo (2) della Legge Fondamentale, l'Ungheria garantisce i diritti fondamentali a tutti senza discriminazioni. Dal 2004, la legge sulla parità di trattamento ha affermato chiaramente all'articolo 1 che tutte le persone nel territorio dell'Ungheria devono essere trattate con lo stesso rispetto e vieta esplicitamente la discriminazione basata sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.
Le disposizioni non escludono alcuna attività in classe o altrimenti organizzata per gli studenti relativa alla cultura, al comportamento, allo sviluppo o all'orientamento sessuale, purché non promuova o diffonda tali argomenti. Si aspetta semplicemente che solo esperti qualificati descrivano questi problemi altamente sensibili ai bambini in modo appropriato all'età e basati su prove, contribuendo così alla loro corretta educazione con la direzione e la guida appropriate dei loro genitori e tutori legali.
In Ungheria, ognuno è libero di esprimere la propria identità sessuale come meglio crede, poiché la legislazione ungherese garantisce pienamente i diritti fondamentali per ogni minoranza. Non è una contraddizione che garantisca anche il diritto e l'obbligo dei genitori di educare i propri figli. Non c'è nulla di discriminatorio in questo.
Non è la prima volta, tuttavia, che l'europeità di una legge ungherese venga interpretata da alcuni che scelgono di giudicare anticipatamente senza prima richiedere i fatti. La dichiarazione politica che condanna la nuova legge ungherese è vergognosa, non solo perché va contro la leale cooperazione, ma anche perché la dichiarazione incorpora un'opinione politica faziosa senza un'indagine imparziale precedentemente condotta.
Inoltre, non è la prima volta che la legislazione ungherese viene etichettata come discriminatoria. Tuttavia, la verità è che implicare che questa legge sia anti-UE discrimina esclusivamente quei genitori che, in linea con la Carta dei diritti fondamentali dell'UE, abbracciano il diritto all’educazione dei propri figli.




Dal ‘68 a oggi, i tentativi di “sessualizzare” l’infanzia e “normalizzare” la pedofilia
Fabrizio Baldi
11 Dic 2021

https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... pedofilia/

Quando si parla di pedofilia la reazione istintiva dei più è un moto di ribrezzo, una condanna assoluta e senza appelli verso l’orco cattivo che fa del male ai bambini. Ribrezzo che, lo confesso, ho provato io stesso nel cercare informazioni per realizzare questo articolo. Ho scoperto l’esistenza di tutto un sottobosco culturale e politico a dir poco ambiguo, che ha un occhio fin troppo benevolo verso la pedofilia.

Si tratta il più delle volte di organizzazioni gravitanti nell’area di sinistra, con una preoccupante tendenza a “capire”, “contestualizzare”, “non giudicare” e qualsiasi altro verbo possa alleggerire la riprovazione morale nei confronti degli adulti che fanno o desiderano di fare sesso con ragazzini. La strategia utilizzata per “normalizzare” la pedofilia segue due percorsi che si incrociano in più punti: la sessualizzazione dell’infanzia ed il coinvolgimento del mondo gay.

Il fenomeno, diventato più evidente negli ultimi anni, affonda le sue radici in un passato che non vuole passare: quello della contestazione del ’68 che fece proprio lo slogan “vietato vietare”, evidentemente ancora caro a chi allora giocava al piccolo rivoluzionario di estrazione borghese, ed oggi cerca di presentare come quasi normali vizietti a lungo inconfessabili.

Nel 1977, in Francia, a seguito di una vicenda processuale che vide coinvolti adulti che avevano avuto rapporti sessuali con ragazzi non ancora quindicenni (che si dichiararono consenzienti), esponenti del mondo culturale francese, tutti rigorosamente di sinistra, firmarono il “Manifesto in difesa della pedofilia”, che fu pubblicato su Libération. Tra questi, Michel Foucault, André Glucksman, Jack Lang, Bernard Kouchner, Simone de Beauvoir ed il suo compagno Jean-Paul Sartre, i quali evidentemente vedevano la società borghese capitalista come qualcosa di contronatura e disumano, ma consideravano rispettabile per un adulto portarsi a letto un minorenne. [1]

Daniel Cohn-Bendit è un altro esempio. Uomo politico a lungo ascrivibile all’area di sinistra ed uno dei protagonisti del ’68 francese, si è più volte lasciato andare ad affermazioni piuttosto esplicite (alcune contenute anche nel suo libro “Le Grand Bazar” del 1975) su come sia eccitante farsi spogliare e toccare da bambini di 5 anni, salvo poi pentirsi, condannarle e definirle “passi di pura fantasia”, mere “provocazioni”. [2]

Nel Regno Unito fu attivo per dieci anni a partire dal 1974 il Paedophile Information Exchange (PIE). Si trattava di una organizzazione con sede a Londra volta a promuovere l’abolizione dell’età del consenso. Tra i suoi membri annoverava pedofili in seguito condannati per reati legati alla pornografia infantile. Interessante notare come il PIE fu per diverso tempo affiliato al NCCL (National Council for Civil Liberties), un’organizzazione per la difesa dei diritti civili all’epoca diretta da Patricia Hewitt (laburista, in seguito membro del governo di Tony Blair) e a cui partecipava come consulente legale Harriet Harman, futura parlamentare per il Labour Party. Altresì degno di nota il fatto che Gay Left, un collettivo di gay marxisti britannici, si schierò a difesa del PIE. [3]

Tornando ai nostri giorni, ha suscitato polemiche la canzone di un coro di uomini gay a San Francisco, che tra una rima e l’altra, cantano “convert your children”, ossia proclamano apertamente l’intenzione di trasformare e rieducare i bambini secondo una prospettiva gay-friendly. [4] Gli autori del testo, Charlie Sohne e Tim Rosser, si sono distinti in precedenza come autori di un musical su una pratica pedofilica di origine afghana nota come bacha bazi. [5]

Stessa musica, è il caso di dirlo, sulla costa est. In un editoriale pubblicato il 29 giugno dal Washington Post [6], Lauren Rowello ha sostenuto la necessità di esporre bambini piccoli al kink, così definito su Wikipedia: “gamma di pratiche sessuali non convenzionali, che spesso hanno affinità col BDSM, usate come mezzo per rafforzare l’intimità all’interno di un rapporto di coppia”. S e M, per la cronaca, si riferiscono a pratiche sadomaso. A Rowello, che ha una storia quantomeno “interessante” (ex prostituta, ora sposata con un trans, premiata da un’associazione di giornalisti Lgbtq), va dato atto di dire ciò che pensa e fare ciò che dice.

La signora infatti si è detta felice di esporre i suoi figli a pratiche kink, raccontando di quando ha loro mostrato uomini in perizoma intenti a frustarsi a vicenda durante il Gay Pride di Philadelphia. Secondo l’autrice, si dovrebbe parlare di più del kink ai bambini per far loro comprendere i diversi modi in cui le persone si amano ed esprimono sé stesse. D’altra parte il kink praticato in pubblico, sempre secondo Rowello, non può classificarsi come oscenità ma come semplice espressione del proprio essere. Mostrarlo ai bambini fa loro capire che modalità di sesso alternative sono ugualmente valide.

Un dubbio un poco bigotto potrebbe a questo punto sfiorare la mente del lettore ed indurlo a chiedersi se sia opportuno esporre bambini a pratiche sessuali di dubbio gusto. Ci pensa Rowello a fugarlo, spiegando quanto sia importante che i bambini imparino ad essere sé stessi e ad accettarsi per quello che sono.

Torna qui un assunto caro ad una certa parte della sinistra portabandiera del relativismo morale: non esistono né giusto e sbagliato, né evidenze biologiche, perché tutto è un costrutto sociale (ovviamente di una società omofoba, patriarcale, ecc.), incluso il sesso e la necessità di escluderne i bambini. Si incoraggia dunque l’esenzione da ogni responsabilità in nome del diritto di ciascuno di essere sé stesso, privo delle remore e dei condizionamenti di una società ovviamente bigotta e retrograda (l’”educastrazione” cui fece riferimento a suo tempo Mario Mieli). Una sorta di mito del buon selvaggio (non ancora inquinato dalle pratiche della civiltà) riveduto e corretto in chiave pedo-pornografica.

Si direbbe quindi che la sessualizzazione dell’infanzia (e non si dimentichi che i pedofili giustificano le loro pratiche rivendicando il diritto dei bambini ad amare) goda di una certa popolarità in alcuni settori dell’associazionismo omosessuale, come testimoniato anche da quanto avvenuto nei Paesi Bassi (in cui tra l’altro è attivo un “partito dei pedofili”). Gli organizzatori dell’edizione olandese del Gay Pride hanno premiato una foto in particolare (su oltre 13 mila in concorso), come simbolo della manifestazione. E cosa appare mai in una foto definita dagli stessi “rappresentativa e carica di significato”? Magari una scena che mostri il trattamento disumano cui sono sottoposti i gay nei Paesi islamici, da contrapporre alle libertà di cui godono in Occidente? Ovviamente no. La foto (che risale al 2008) ritrae invece una bambina di forse 2 anni, attorniata da uomini in tenuta sadomaso, con tanto di cinghie e mutande in pelle. [7]

La giuria vi ha visto un simbolo di una realtà priva di pregiudizi. Dal che se ne deduce che non voler esporre bambini di 2 anni ad attività di natura sessuale (omo o etero che siano) sarebbe invece indice di pregiudizi e di chiusura mentale. Un messaggio pensato forse per indurre una riflessione nelle famiglie che si ostinano, nonostante tutto, a far vedere cartoni animati ai bambini anziché film porno.

In fin dei conti anche Flora Gill, opinionista per il magazine britannico GQ, ha twittato sulla necessità di creare contenuti pornografici specifici per l’infanzia. Perché no dunque? Qualcuno però ad un certo punto deve aver detto: “Perché fa schifo!”, visto che il tweet è stato poi rimosso dalla stessa autrice.

Una relazione perlomeno ambigua sembra esserci anche tra i cosiddetti Antifa, il movimento “antifascista” protagonista di rivolte violente negli Stati Uniti, e la pedofilia. Sono noti a questo proposito negli Usa i legami tra i gruppi di estrema sinistra BAMN (By Any Means Necessary) e RWL (Revolutionary Workers League) da un lato, e NAMBLA dall’altro. NAMBLA, acronimo di North American Man/Boy Love Association, è un’organizzazione in difesa della pedofilia che si batte per abolire le leggi che fissano un’età minima per avere rapporti sessuali. BAMN (responsabile di proteste contro i sostenitori di Trump in California) e RWL hanno in passato espresso simpatie e sostegno per NAMBLA, e alcuni dei loro membri hanno anche fatto parte di NAMBLA. [8]

Emblematica la vicenda di Kenosha, raccontata dal giornalista d’inchiesta Andy Ngo, a sua volta in passato ferito gravemente proprio dagli Antifa. Nell’agosto 2020 a Kenosha, in Wisconsin, durante le proteste di Antifa e Black Lives Matter, presto degenerate in violenze, per l’uccisione dell’afro-americano Jacob Blake da parte della polizia, due militanti Antifa furono uccisi per legittima difesa da Kyle Rittenhouse, un giovane che era intervenuto a difesa delle proprietà dei cittadini e a supporto dei soccorsi e delle forze dell’ordine. È stato proprio Ngo ad accertare che uno dei due, Joseph Rosenbaum, aveva precedenti penali per oscenità con minori ed era registrato come “sex offender”.

A Portland, Oregon (città in cui la contestazione di sinistra è particolarmente forte), uno dei leader degli Antifa, Micah Isaiah Rhodes, ha al suo attivo una storia di abusi sessuali ai danni di minorenni.

Dagli Usa all’Europa. Patrick “Pat” Corcoran, fondatore della sezione irlandese degli Antifa, in passato è stato arrestato dalla polizia dublinese per possesso di migliaia di immagini pedo-pornografiche salvate nel suo computer. [9]

Difficile a questo punto sostenere che si tratti di casi di militanti, per così dire, accidentalmente anche pedofili. Sono invece esempi di una vera a propria commistione, e spesso di aperto sostegno da parte di leader e organizzazioni di estrema sinistra a gruppi pro-pedofilia. Di che sorprendersi? Non è altro che la logica conseguenza della politicizzazione della realtà operata secondo lo slogan “il privato è politico”. Tutto viene visto come un costrutto sociale, frutto marcito di una società vecchia e autoritaria, il cui tanfo andrebbe eliminato sovvertendo anche le più basilari norme di rispetto, buttando giù ogni tabù, ogni remora, legittimando tutto, permettendo tutto. Di fatto, una certa sinistra sta aprendo una finestra di Overton per arrivare alla progressiva accettazione della pedofilia.

Noto il passaggio su pedofilia e pederastia di Mario Mieli, convinto marxista ed esponente di spicco del mondo omosessuale italiano degli anni ’70, cui è intitolato il più importante circolo gay italiano, in “Elementi di critica omosessuale” (Einaudi, 1977). [17]

Fu sempre in quegli anni che i sogni di tanti bambini si tramutarono nei peggiori incubi al Forteto, la comunità finanziata dalla rossissima regione Toscana, che riceveva in affido ragazzini su disposizione del tribunale dei minori. Successive indagini hanno portato a condanne per abusi sessuali ed atti osceni a carico dei fondatori che, a procedimenti penali ancora in corso, continuarono a ricevere in affido bambini.

Significativa questa parte della relazione della Commissione regionale d’inchiesta: “Al Forteto l’omosessualità era non solo permessa ma addirittura incentivata, un percorso obbligato verso quella che Fiesoli (uno dei fondatori della comunità, poi condannato in via definitiva per abusi su minori e maltrattamenti, ndr) definiva ‘liberazione dalla materialità’ (…) l’amore riconosciuto e accettato, l’amore vero, alto e nobile era solo quello con lo stesso sesso (…) Il bene e l’amore vero erano quelli di tipo omosessuale, perché lì non c’è materia”. Alcune testimonianze agghiaccianti parlano persino di atti di zoofilia. [18] [19]

È importante notare che nel caso del Forteto non ci troviamo semplicemente di fronte a persone ai vertici della comunità che abusano sessualmente e psichicamente di minori, ma ad un vero e proprio credo, una sorta di setta che propone una visione “alternativa” dei rapporti familiari e del sesso, indicando come negativa la famiglia tradizionale. Le loro perversioni sono dunque la logica conseguenza delle loro idee.

Sulla vicenda aleggiano ancora sospetti ed accuse, in particolare da parte delle vittime delle violenze, che a sinistra si abbia in qualche modo coperto ed insabbiato quanto accadeva al Forteto. [20] Cosa certa è invece che nel 2015 il Pd ha respinto in Parlamento una richiesta di commissariamento della comunità, poi effettivamente avvenuto con il governo Conte.

Una certa ambiguità sul tema della sessualizzazione dell’infanzia è riscontrabile anche nel Ddl Zan. L’articolo 1 secondo comma recita infatti: “per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso”. Nessuna menzione a manifestazioni ritenute illecite dalla legislazione italiana. Il rischio è che, in linea teorica, la pedofilia continui sì ad essere punita, ma che possa essere punito anche chi ne denuncia o impedisce lo svolgimento, incorrendo in una discriminazione sanzionata dal Ddl Zan, qualora si volesse considerare la pedofilia come una “manifestazione esteriore”. L’ex magistrato Carlo Nordio ha espresso una preoccupazione simile, seppure in riferimento all’orientamento sessuale anziché al genere. [21]

Viene poi da chiedersi perché mai nel Ddl Zan ci siano riferimenti ad iniziative scolastiche contro l’omofobia, la transfobia, ecc., come se il sesso (omosessuale così come eterosessuale) dovesse essere materia di discussione per bambini delle elementari.

Forse proprio questo spiega l’odio cieco che la sinistra europea nutre verso la legge ungherese fortemente voluta dal governo Orban che, lungi dal discriminare i gay, si applica in primo luogo ai minorenni per proteggerli dall’esposizione a materiale pornografico (ancora una volta sia omosessuale che eterosessuale).

Banalmente, il filo conduttore è sempre lo stesso: la sessualizzazione dei bambini e dell’infanzia, che vanno liberati dai vincoli di una società retrograda, affinché tutti possano amare chi vogliono e come vogliono.

I rischi relativi a questo modo di vedere le cose sono terribili: se per i bambini il sesso diventa una cosa normale, allora anche fare sesso con i bambini lo può diventare, e l’adulto che si apparta con un minore sarebbe quindi meritevole di un certo livello di comprensione. D’altra parte, se il genere è un costrutto sociale e non un dato biologico oggettivo, come sostengono i promotori del Ddl Zan, perché non dovrebbe esserlo anche l’età? Se un maschio può sostenere di essere una donna, su quali basi si può obiettare ad un quarantenne che dica di essere un bambino intrappolato nel corpo sbagliato? Chi può contestare il suo diritto ad “amare” una bambina di 8 anni?

L’amore non ha età, si diceva una volta in ben altri contesti, mentre oggi va di moda dire “Love is Love”. Si tratta di uno slogan caro alla sinistra e ai movimenti omosessuali. Ma al di là della evidente tautologia (un po’ come dire che l’acqua è acqua) si vede ancora una volta all’opera il tentativo di legittimare determinati comportamenti a partire dal linguaggio. Dal momento che l’amore ha una valenza positiva, ogni critica a ciò che è amore potrà venire respinta come inaccettabile espressione di odio e intolleranza o, nei casi meno gravi, di bigottismo e chiusura mentale.

Si tratta dello stesso meccanismo che porta a etichettare come razzista chi sostenga una politica di contrasto all’immigrazione clandestina (senza per questo lasciarsi andare a manifestazioni di odio etnico) o come omofobo chi creda nella famiglia tradizionale (chiedere all’ex calciatore Rino Gattuso per conferma).

Un vero e proprio imbroglio orwelliano nel linguaggio in cui la sinistra è maestra insuperata. Il suo capolavoro è di aver “hackerato” una parte del mondo gay: utilizzando astutamente la identity politics, qualsiasi istanza portata avanti da omosessuali diventa inattaccabile, pena l’essere tacciati di omofobia e di intolleranza verso una minoranza.

Se da una parte sarebbe ovviamente insensato stabilire una correlazione univoca tra sinistra e pedofilia, o tra quest’ultima e l’omosessualità, dall’altra sembra abbastanza evidente che in una certa sinistra, come nella parte più militante del mondo omosessuale, ci sia qualche comprensione e tolleranza di troppo verso le “ragioni” dei pedofili e una preoccupante tendenza a sessualizzare l’infanzia.

È questo il risultato nemmeno tanto sorprendente della saldatura tra marxismo e omosessualismo organizzato nella comune lotta contro la famiglia tradizionale, costrutto di una società patriarcale ed autoritaria da sostituire con una nuova era di diritti e libertà per tutti, a partire dal diritto ad “amare”.


L'identità sessuale non dipende dalla volontà e dal capriccio individuale
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L'dentità sessuale o di genere non dipende dalla volontà e dal capriccio individuale, essa è una determinazione naturale che dipende esclusivamente dalla volontà della specie che si esprime/estrinseca attraverso la determinazione genetica.
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/914172452492859

La mutilazione fisica e l'avvelenamento ormonale non sono un bene e un diritto ma un male e un crimine violento contro l'umanità, come lo è anche la pedofilia!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:34 am

Il cambio sesso sui minori? In Texas diventa un "abuso"
Secondo il procuratore generale del Texas, il repubblicano Ken Paxton, il trattamento per il cambio sesso sui minori è da considerarsi a tutti gli effetti un "abuso".
Roberto Vivaldelli
23 Febbraio 2022

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/ca ... 1645645969

Nel Texas a guida repubblicana, i trattamenti per il cambio sesso sui minori - come le terapie ormonali - potrebbero essere considerati degli abusi a tutti gli effetti. Come riportato dal Daily Beast, a seguito di una direttiva del governatore del Texas Greg Abbott, l'agenzia statale per l'assistenza all'infanzia ha dichiarato che inizierà a considerare i trattamenti per il cambio sesso sui bambini "transgender" come potenziali abusi sui minori e che devono essere sospesi. La lettera di Abbott è stata inviata martedì al dipartimento per la famiglia e i servizi di protezione, un giorno dopo che il procuratore generale dello stato, Ken Paxton, ha emesso un parere non vincolante sostenendo che i minori sono troppo giovani per acconsentire a trattamenti di cambio sesso. È dunque dal Texas conservatore che arriva un duro colpo alla narrazione Lgbtq, decisione che indigna la stampa "liberal" americana.

Secondo la legge statale, ha affermato in una nota Paxton, i trattamenti sui minori come la castrazione, la fabbricazione di un "pene" utilizzando tessuti di altre parti del corpo e di una "vagina" che comporta l'asportazione degli organi sessuali maschili, la prescrizione di bloccanti della pubertà sono degli abusi ai sensi della sezione 261.001 del codice della famiglia del Texas. Il parere di Paxton è stata pubblicata dal suo ufficio dopo che il rappresentante dello stato repubblicano Matt Krause gli ha chiesto di fare chiarezza sulla questione. "Farò tutto il possibile per proteggermi da coloro che approfittano e danneggiano i giovani texani", ha detto Paxton, secondo cui la procedura medica per il cambio sesso è "sperimentale".

Gli attivisti Lgbt e i dem accusano Paxton di aver agito secondo motivazioni politiche. Come riporta Cbs News, infatti, Adri Pèrez, stratega politico presso l'American Civil Liberties Union del Texas, ha affermato che l'opinione del procuratore è motivata politicamente. Pèrez ha infatti osservato che il procuratore generale ha diffuso il parere appena poco prima delle elezioni primarie repubblicane del 1° marzo, sottolineando inoltre che le opinioni del procuratore generale non sono giuridicamente vincolanti. Gli oppositori di Paxton la buttano sul populismo giudiziario e ricordano i suoi recenti problemi legali: è in attesa di processo per un'accusa di frode risalente al 2015, ed è indagato dall'Fbi per accuse di corruzione e abuso d'ufficio. Linzy Foster, un genitore di Austin interpellato dalla Cbs, ha dichiarato che leggere il parere di Paxton l'ha riempita di un "vecchio sentimento di ansia e rabbia" che ha provato per tutto l'anno scorso, quando ha visitato il Campidoglio una dozzina di volte per difendere il cambio sesso della figlia di 8 anni. "Vuole essere rieletto e stanno usando i bambini trans come prede, come pedine". Ma davvero all'età di 8 anni qualcuno può essere in grado di decidere di sottoporsi a un - pesantemente invasivo - trattamento di cambio sesso ed esserne perfettamente consapevole? È una scelta da cui è - praticamente impossibile - tornare indietro.

Quei pericoli sui minori ignorati dai liberal

Eppure le argomentazioni di Paxton sono scientificamente fondate e non sono affatto campate per aria. Come riportato lo scorso ottobre da InsideOver, nei mesi scorsi due medici per trans di fama mondiale hanno lanciato un'allarme inerente proprio con il cambio di sesso sui pazienti minorenni. Trattasi di Marci Bowers, medico che ha eseguito più di 2.300 interventi chirurgici di cambio del sesso durante la sua carriera – una specialista di vaginoplastica che ha operato – fra gli altri – la star dei reality televisivi Jazz Jennings – ed Erica Anderson, psicologa presso la Child and Adolescent Gender Clinic dell’Università della California a San Francisco. Intervistate da Abigail Shrier sul blog dell’ex giornalista del New York Times, Bari Weiss, Bowers ed Anderson hanno raccontato di aver tentato invano di pubblicare un articolo al New York Times nel quale provano a spiegare che molti operatori sanitari transgender stanno trattando i bambini "in modo avventato".

Bloccare la pubertà in una fase così delicata per lo sviluppo sviluppo come quella dell'adolescenza ha infatti delle ripercussioni molto serie sul corpo umano poiché in quel periodo non solo si stimola la crescita degli organi sessuali ma anche l’appetito sessuale. "Se non hai mai avuto un orgasmo prima dell’intervento chirurgico, e poi la tua pubertà viene bloccata, è molto difficile averlo dopo", spiegava Bowers. Pesanti controindicazioni che la stampa liberal ha deciso di ignorare per pura partigianeria e idelogia.


Alberto Pento
Mi pare giusto, si tratta di un crimine contro l'umanità. Cambiare sesso è impossibile, un'illusione, un'inganno, una violenza, una demenza indicibile, specialmente se praticato sui minori.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Crimini contro l'umanità

Messaggioda Berto » mer giu 23, 2021 7:34 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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