Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:19 pm

Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità, cantiamo noi stessi.
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Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità e il diritto-dovere di amarla e di difenderla.
Cantiamo dell'uomo bianco come il sale e lo zucchero della terra, la luce della ragione e il lievito dell'umanità.
Io sono bianco, noi siamo uomini dalla pelle bianca, noi siamo bianchi e il bianco è il nostro colore umano.

La natura e Dio ci hanno fatto bianchi e noi né siamo felici e fieri, il nostro splendore è il candore, noi siamo uomini dalla pelle bianca come il pane e come il latte.

Non vi è nulla di male ad esser bianchi come non vi è nulla di male ad essere neri, il male sta solo in chi non rispetta gli altri.


https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6802338446




Walt Witman - Foglie d'Erba

https://it.wikipedia.org/wiki/Walt_Whitman
https://it.wikipedia.org/wiki/Poetica_di_Walt_Whitman
https://it.wikipedia.org/wiki/Foglie_d%27erba
https://it.wikiquote.org/wiki/Walt_Whit ... lie_d'erba


L'uomo bianco canta la vita, la sua vita come ogni creatura e ciò è un bene e non un male, ciò è un valore, un dovere e un diritto universali. Non si nega a nessuno di poter cantare la vita e la sua vita!

Io sono un uomo bianco e non c'è nulla di male ad essere un uomo bianco.
E sto nel mio paese, nella mia terra e pretendo rispetto, lo stesso rispetto che si deve a ogni uomo sulla faccia del pianeta a prescindere dal colore della sua pelle. Rispetto per i suoi diritti umani, naturali, civili e politici come persona e come cittadino a casa sua e nel suo paese.


Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra!
viewtopic.php?f=205&t=2923

Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra, il nostro continente!
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https://www.facebook.com/DirittiUmanide ... 6175194568


Noi siamo europei e bianchi e l'Europa è la nostra terra, il nostro continente!
Bianchi ci ha fatto la natura e la storia millenaria dell'uomo e bianchi ci piace essere e restare.
I verdi i rossi i neri e i gialli se desiderano venire in Europa lo possono fare chiedendoci il permesso e debbono essere estremamente rispettosi e riguardosi verso di noi se no aria, il Mondo è grande e possono sempre tornare a dove sono venuti!
Se non vi piace il colore della nostra pelle e l'odore dei nostri corpi state lontano da noi e dalla nostra vista,
andatevene e tornate ai vostri paesi di origine che nessuno vi trattiene da noi.

Siamo stanchi di essere demonizzati
perché bianchi e occidentali;
perché secolarizzati, laici, atei o aidoli e non più religiosi,
perché trasformiamo la terra con il nostro lavoro e beneficiamo così l'intera umanità;
siamo stanchi di essere discriminati, di subire le vostre invasioni, di dovervi ospitare e mantenere e di essere da voi disprezzati, stuprati e uccisi, come se fossimo meno delle bestie o fossimo delle mostruosità umane a cui ogni male è lecito fare;
siamo stanchi di essere accusati di aver invaso, colonizzato, depredato, schiavizzato e sterminato perché se nel passato qualcuno e solo qualcuno di noi l'ha fatto, non ha fatto altro che fare come hanno sempre fatto gli uomini in ogni continente, solo che noi nei secoli siamo cambiati e migliorati e certe cose non le facciamo più, altri invece continuano a farle e non accennano a cambiare.

La nostra Europa è la terra dell'uomo di buona volontà e la sua spiritualità è quella naturale e universale che ci è stata data in dote con la creazione e l'evoluzione che ispira la scienza e il lavoro; la vita e non la morte è la nostra religione.
Ovunque nel Mondo ove nel passato sono migrati gli Europei, colonizzando interamente le terre e i paesi, quei luoghi oggi sono tra i più civili e prosperi della Terra come l'Australia, la Nuova Zelanda e l'America del Nord.

Nel nostro continente vi è naturalmente posto per le ragionevoli religiosità ebraica e cristiana che hanno contribuito alla nostra civiltà europea ma non vi può essere posto alcuno per le idolatrie mostruose, incivili e disumane come quella nazi maomettana, non vi può essere posto alcuno per presuntuosi ignoranti e invasati razziatori, discriminatori, assassini e stragisti come Maometto e i suoi seguaci che hanno già fatto fin troppo del male all'umanità intera in questi 1400 anni di storia, da noi non vi è alcun spazio per deità mostruose e disumane come Allah!
L'Islam o nazismo maomettano questa tribale e incivile ideologia politico religiosa di supremazia e di morte va bandita dal Mondo civile, come andrebbe tacitato e bandito chi irresponsabilmente la santifica come portatrice di fraternità, di spiritualità e di pace.

Noi non dobbiamo niente a nessuno, non dobbiano scontare alcuna colpa e alcuna pena, non dobbiamo ripagare/risarcire chichessia di alcun danno, non abbiamo promesse e obblighi e doveri da mantenere se non quelli che assumiamo liberamente e volontariamente verso chi ci rispetta, ci ama e merita il nostro aiuto.
Chi viene da noi con rispetto chiedendoci il permesso e che poi ci ama e si integra è ben accetto come uno di Noi, tutti gli altri assolutamente no, questi vanno respinti e cacciati o espulsi.
Noi siamo uomini liberi, siamo bianchi, europei e occidentali e l'Europa è la nostra terra, chi non ci rispetta e non ci ama ci faccia il piacere di levarsi di torno, noi ci piaciamo così come siamo e vogliamo continuare ad esserlo finché la vita e Dio lo vorranno.



A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente.
L'Africa agli africani, l'America agli americani, l'Asia agli asiatici, l'Europa agli europei, l'Oceania agli oceaniani
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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:20 pm

Denunciamo e combattiamo contro i criminali diffusori di odio razzista contro l'uomo bianco,
contro l'Europa, gli USA e l'Occidente bianco; odio e calunnie demenziali che ci vorrebbero colpevoli che ci vorrebbero schiavi e che ci vorrebbero morti.



“L’uomo bianco è responsabile di tutti i mali sulla terra”
Giulio Meotti
6 febbraio 2021

https://meotti.substack.com/p/luomo-bia ... e-di-tutti

“Gli uomini bianchi sono, nell'inconscio collettivo, responsabili di tutti i mali della terra”. Le parole di Camelie Jordana, cantante francese in grande ascesa, non sono passate inosservate. “L'attuale antirazzismo, che dovrebbe piuttosto essere qualificato come neo-razzismo, funziona solo se tutte le infamie sono attribuite all'uomo bianco, il capro espiatorio universale”, risponde su Valeurs Actuelles lo scrittore e saggista francese Pascal Bruckner. “L'obiettivo finale dei più radicali non è altro che distruggere da cima a fondo la civiltà occidentale, schiavista, colonialista per natura. Se l'uomo bianco è il bersaglio di tre ideologie ben precise - neofemminismo, antirazzismo e decolonialismo - è innanzitutto perché si candida alla propria fustigazione”. E un antirazzismo che si fa regime.

Se nelle scuole canadesi stanno entrando in vigore i corsi obbligatori di antirazzismo, nelle università americane ci sono professoroni che vorrebbero cancellare i Classici perché all’origine del suprematismo bianco.

Dan-el Padilla Peralta, professore di Storia romana a Princeton omaggiato con un ritratto su New York Times come “l’uomo che salverà le materie classiche”, dice che per sconfiggere il razzismo si devono censurare i Classici (si cita Cicerone). D’altronde, si è già arrivati a bandire Omero da una scuola, a chiedersi se Aristotele non fosse uno schiavista sul New York Times e a lanciare petizioni contro le statue degli imperatori romani nelle università.

Questa storia finirà male….


https://it.wikipedia.org/wiki/Cam%C3%A9lia_Jordana
Camélia Jordana Aliouane, [1] (Tolone, 15 settembre 1992), è una cantante e attrice francese, nota per aver partecipato allo show televisivo Nouvelle Star (versione francese di Pop Idol) nel 2009, nel quale si è classificata al terzo posto.

https://fr.wikipedia.org/wiki/Cam%C3%A9lia_Jordana
Camélia Jordana Aliouane naît dans une famille bourgeoise1 le 15 septembre 1992 à Toulon. Petite-fille d’immigrés algériens, baignée dans cette culture, elle est la fille d'un chef d'entreprise de transport de béton et d'une thérapeute en développement personnel. Sa grand-mère, aînée d'une fratrie pauvre de neuf enfants, vient vivre en France avec son mari, travaillant ensemble pour cultiver des pêches dans le Var dans les années 1950. En Algérie, son grand-père était un référent local du Front de libération nationale (FLN), parti politique indépendantiste4.



Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
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Razzismo dei neri contro i bianchi
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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7477876384


Il senso di colpa
viewtopic.php?f=196&t=2914

Il senso di colpa lo provo solo quando sento di aver fatto del male, quando sento di aver violato le buone leggi universali della vita causando del male che mi si ritorce contro o che potrebbe ritorcermisi contro.
Se non ho coscienza di aver fatto del male non provo alcun senso di colpa.
E non vi è alcuna colpa nell'essere bianchi, occidentali, cristiani, atei, aidoli, laici, sani, forti, belli e ricchi, non vi è alcun male nello stare bene e lo stare bene non si fonda sul male degli altri, come la ricchezza non si fonda sulla povertà altrui e la forza non si fonda sulla debolezza altrui.
Il proprio star bene, la propria forza e la propria ricchezza benefica anche gli altri d'intorno.


Io non mi inginocchio di fronte al male e alla manipolazione del bene
viewtopic.php?f=196&t=2918
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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:23 pm

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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:24 pm

Ecco fin dove arriva il demenziale razzismo contro i bianchi:


Caso Kabobo, che uccide a picconate tre diavoli bianchi sconosciuti incontrati per la strada a Milano:

Ve lo ricordate Kabobo l'africano che sentiva delle voci che gli ordinavano di ammazzare i diavoli bianchi a Milano?
Omicidi a picconate: definitiva
la condanna a 20 anni per Kabobo
La difesa rinuncia al ricorso in Cassazione. Il ghanese uccise tre persone a colpi di piccone. I suoi legali avevano chiesto di concedere le attenuanti generiche
31 marzo 2016

http://milano.corriere.it/notizie/crona ... 520a.shtml

È definitiva la condanna a 20 anni di carcere per Adam Kabobo, il ghanese di 34 anni che nel maggio 2013 seminò il terrore nel quartiere Niguarda di Milano ammazzando tre passanti a colpi di piccone. Nei giorni scorsi, infatti, si doveva tenere l’udienza in Cassazione per discutere il ricorso, ma la difesa ha rinunciato e così la Suprema Corte ha decretato che la pena è diventata definitiva. La tesi dell’incapacità totale di intendere e di volere, sempre sostenuta dai legali del ghanese, non era stata accolta né in primo né in secondo grado.

Non scatta il ricorso in Cassazione

Per Kabobo, nel gennaio 2015, era arrivata la conferma dei 20 anni di carcere da parte della seconda sezione della Corte d’Assise d’appello di Milano che aveva riconosciuto all’immigrato soltanto un vizio parziale di mente, condannandolo anche a 3 anni di casa di cura e custodia (una misura di sicurezza a pena espiata e applicata per la sua «pericolosità sociale»). La difesa, poi, ha fatto ricorso alla Suprema Corte per chiedere che venisse ricalcolata e diminuita la pena, anche attraverso la concessione delle attenuanti generiche. Successivamente, però, c’è stata la rinuncia alla discussione.

Le vittime

Kabobo uccise a colpi di piccone Daniele Carella, 21 anni, i cui genitori, parti civili, sono stati rappresentati dagli avvocati Antonio Golino e Jean-Paule Castagno. Tra le parti civili, rappresentati dai legali Salvatore Scuto e Anna Cifuni, anche Andrea Masini, figlio di Ermanno, pensionato di 64 anni anche lui ucciso, e i familiari di Alessandro Carolé, 40 anni. Lo scorso gennaio, tra l’altro, per Kabobo è stata confermata anche la condanna a 8 anni di reclusione per il tentato omicidio di altre due persone ferite quel giorno.




Caso della giovane bianca Pamela di Macerata uccisa dallo spacciatore clandestino nigeriano, squartata e in parte divorata:

L'orrore sul corpo di Pamela: "Era viva quando l'ha sezionata"
Aurora Vigne
06/03/2019

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 57603.html

Vincezo Marino, testimone chiave dell'accusa contro il nigeriano Oseghale, ha parlato oggi come supertestimone durante la seconda udienza del processo sulla morte di Pamela Matropietro

Stuprata, accoltellata e squartata viva. Emergono nuovi dettagli inquietanti sulla morte di Pamela Mastropietro. A rivelarli è il pentito Vincenzo Marino, ascoltato come supertestimone durante la seconda udienza del processo davanti alla Corte di Assise di Macerata.

L'uomo era stato detenuto con Oseghale nel carcere di Ascoli e proprio lì ascoltò la sua agghiacciante confessione del delitto di Pamela. Proprio per questo, il pentito ha un ruolo chiave nell'accusa contro il nigeriano.

Secondo quanto ricostruito da Marino durante l'udienza di oggi, l'immigrato avrebbe accoltellato al fegato Pamela subito dopo il rapporto sessuale. "Desmond Lucky se ne andò, Oseghale tentò di rianimarla con acqua sulla faccia per farla riprendere, lei si riprese. Oseghale l'ha spogliata, era sveglia" ma aveva "gli occhi girati all'insù" e "hanno avuto un rapporto sessuale completo". Poi la "ragazza voleva andare via a casa a Roma perché aveva il treno, disse che se no l'avrebbe denunciato. Ebbero una colluttazione, si sono spinti, Oseghale le diede una coltellata all'altezza del fegato e dopo una prima coltellata Pamela cadde a terra".

Ma non è finita qui. Sempre come riferito dal testimone, Oseghale dopo aver colpito la ragazza andò ai giardini Diaz per chiedere, invano, l'aiuto a un connazionale poi "tornò a casa, convinto che Pamela fosse morta e la squartò iniziando dal piede. La ragazza iniziò a muoversi e lamentarsi e gli diede una seconda coltellata".

Riguardo a eventuali complici nell'omicidio della ragazza, invece, il pentito ha dichiarato che Oseghale non gli ha fatto il nome di nessuno. "Non fece il nome di nessuno", ha affermato in aula. Inoltre, il nigeriano avrebbe usato la varechina per cancellare le sue tracce. "L'aveva lavata con la varechina perché così non si sarebbe saputo se era morta di overdose o assassinata", ha aggiunto. "Disse che aveva un sacco in frigo dove mettere i pezzi, ma che non ci andavano e che l'ha dovuta tagliare e l'ha messa in due valigie", continua il pentito raccontando le confidenza che gli avrebbe fatto Oseghale. Chiamò un taxi, ma mentre era in auto "la moglie lo chiamava ed è andato nel panico", ha proseguito il pentito.




Caso della nera BLM statunitensi che dopo aver adottato una bambina bianca, la uccide perché bianca:


Una influencer afroamericana uccide la figlia adottiva bianca di tre anni perché "privilegiata"
totalitarismo.blog
24 Gennaio 2021

https://www.totalitarismo.blog/una-infl ... vilegiata/

Storia orribile dagli Stati Uniti di cui parla solo la stampa locale americana (io l’ho scoperta tramite la mia fonte principale, 4chan): la vincitrice di un reality show di cucina, tale Ariel Robinson, è stata arrestata perché accusata di aver ucciso la figlia adottiva di tre anni. A riportare la notizia in Italia solo il portale MoviePlayer.it, che però la presenta come semplice fatto di cronaca:

“Food Network ha cancellato ogni contenuto della ventesima stagione di Worst Cooks In America dopo che la vincitrice Ariel Robinson è stata accusata di aver ucciso una bambina di tre anni. Ariel Robinson, 29 anni, e il marito Jerry Robinson sono stati accusati martedì scorso della morte di una bambina di tre anni nella Carolina del Sud. I due sono ritenuti colpevoli anche di abuso di minori nei confronti della figlia adottiva. I fatti risalgono allo scorso 14 gennaio quando la polizia e gli uomini del 911 hanno trovato il cadavere della bambina a casa della coppia a Simpsonville, nella Carolina del Sud, secondo quanto riferito dalla stazione televisiva WHNS. I medici del pronto soccorso accorsi sul posto hanno rilevato che la bambina è morta a causa di diverse ferite da taglio. La stazione di polizia di Greenville ha fatto sapere, attraverso un comunicato, che il nome della vittima è Victoria Smith […]”.

Invece, purtroppo, c’è di più. La signora (si fa per dire) era molto popolare sui vari social, ma oltre a contenuti “leggeri” talvolta proponeva anche messaggi prettamente politici. I suoi profili in effetti sono colmi di propaganda a favore del movimento Black Lives Matter. Per esempio, durante l’assalto dei sostenitori di Trump al Campidoglio, aveva pubblicato un post su Instagram per denunciare il famigerato white privilege, corredato da tutti gli hashtag di circostanza:

“È un peccato che, in quanto madre orgogliosa di 4 bellissimi bambini, non possa proteggerli dalla realtà e dal male di questo mondo una volta che escono di casa. Tuttavia, combatterò e userò la mia voce per fare la differenza. Per portare consapevolezza e cambiamento in modo che un giorno, quel cambiamento arriverà. Sono una mamma-orso e farò di tutto per proteggere i miei figli e assicurarmi che il loro futuro sia altrettanto luminoso perché hanno le opportunità e sono trattati alla pari nel modo in cui Dio li ha creati. Non dovrebbe esistere alcun privilegio bianco. Solo privilegio americano. Dovremmo tutti avere lo stesso trattamento da cittadini statunitensi. Niente di più e niente di meno. Punto”.

Ora, mentre la tizia ciarlava in pubblico di “privilegio bianco”, in privato uccideva di botte la figlia adottiva dalla pelle bianca. Ariel e Jerry Robinson hanno adottato tre bambini, due maschi (di colore) e una femmina (bianca, appunto la povera Victoria “Tori” Rose Smith) nel marzo 2020. Sui profili social della influencer afroamericana compaiono decine di foto della bambina.

Una donna su Facebook ha affermato che sua figlia era la precedente madre adottiva di Tori Smith e ha voluto lasciare questa testimonianza:

“Era la bambina più dolce e amorevole. Era spiritosa e ci faceva ridere tutto il tempo… eravamo felici per lei perché poteva finalmente stare con i suoi due fratelli e avere una casa (anche se avrebbe potuto averne una prima di essere portata via dalla sua famiglia). Sono così afflitta da non trovare le parole”.

La polizia di Simpsonville ha rilasciato pochi dettagli sul caso. Secondo i resoconti dei media, gli agenti sarebbero stati chiamati a casa dei Robinson intorno alle 14:25, dopo che la piccola Victoria non reagiva più. La bambina è stata portata in ospedale dove è stato accertato il decesso. Ariel e Jerry Robinson sono accusati di “aver inflitto una serie di lesioni da corpo contundente” causando la morte di Victoria il 14 gennaio.

Ariel e Jerry Austin Robinson sono stati condotti al centro di detenzione della contea di Greenville. Secondo i registri della prigione non è stata concessa loro una cauzione. Dalla morte di sua figlia, Ariel, che in genere pubblicava più volte al giorno, ha smesso di postare su Facebook, Instagram e Twitter. Tuttavia, sul suo canale YouTube il giorno dopo la morte di sua figlia, aveva comunque pubblicato un video “leggero” (ora non più disponibile), come se nulla fosse accaduto.




Il caso del giornalista demenzialmente razzista Ezio Mauro che sparla e calunnia l'uomo bianco in generale inducendo all'odio verso i bianchi.

estendendo arbitrariamente alcuni comportamenti certamenente riprovevoli di alcuni bianchi che a ben quardare si presentano alle cronache in numero assai inferiore di quello che avviene presso le popolazioni nere, more, gialle, maomettane.
Questo giornalista demenzialmente razzista verso i bianchi, parte dal caso Traini che reagì a suo modo allo squartamento della giovane Pamela ad opera di un nero nigeriano.

“L’uomo bianco è una regressione della nostra civiltà”
Intervista a Ezio Mauro
di Pierluigi Mele
30 ottobre 2018

https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... 3ade3.html

Un libro intenso, scritto da un vero maestro del giornalismo italiano. Non è solo un reportage sull’Italia di oggi, sui rischi di degrado che corre il nostro Paese. Ma è anche una riflessione di un intellettuale che si interroga sulla nostra civiltà in preda alla paura e sulle colpe della politica che non ha saputo rispondere adeguatamente alle sfide di questo momento storico. Ezio Mauro nel libro, pubblicato da Feltrinelli, ci offre spunti profondi. In questa intervista abbiamo sviluppato alcuni punti della sua riflessione.

EZIO Mauro, lei ha scritto un libro “doppio”, come lo ha definito acutamente Adriano Sofri, in quanto si muove nel doppio registro tra la cronaca e la riflessione “lunga” di tipo socio-politico. Per cui il libro diventa una inchiesta sul mutamento antropologico del nostro vivere quotidiano. Come cambia la cosiddetta “normalità” italiana?

Cambia perché ci permettiamo delle cose che non ci saremmo mai concessi qualche anno fa: una metamorfosi dovuta alla paura, alla globalizzazione e dovuta alla crisi più lunga del secolo (anche più lunga della Grande depressione del ’29), la crisi economica finanziaria, perché il nostro paese è il più lento ad uscire dalla crisi e questo lascia uno strascico perché c’è la fatica ad entrare nel mondo del lavoro da parte dei giovani. Così lascia quel rancore che determina un mutamento nel linguaggio, nel comportamento degli italiani cui non eravamo abituati.

Ora nel suo libro ci parla dei tragici fatti, avvenuti nel febbraio di quest’anno a Macerata, che ha come lugubre protagonista Luca Traini, un neonazista vicino alla Lega di Salvini ( è stato candidato alle elezioni comunali in un Comune della Provincia di Macerata). Perché, per lei, la vicenda è un “paradigma” drammatico del cambiamento italiano?

Perché l’uomo di Macerata è un giovane uomo di 29 anni, che ha un’esistenza normale, che vive in una famiglia normale e che ha questa mutazione che parla della mutazione cui siamo sottoposti un po’ tutti. È chiaramente un caso limite, ma non è un caso isolato. La prima volta che parlai dell’ “Uomo bianco” su Repubblica fu nel 2010, quando tre africani sono stati lasciati a terra sulla grande strada a Rosarno quando tornavano dai campi dove raccoglievano pomodori e due uomini spararono con fucili ad aria compressa. Poi il caso della fornace di San Calogero in Calabria, quando Soumalia viene colpito da un uomo bianco perché aiutava due braccianti a prendere dei pezzi di lamiera di ferro per fare da tetto alle loro baracche dove vivevano. Da questi poi fioriscono altri casi, soprattutto nell’ultimo anno. Macerata è un po’ il detonatore: questo uomo che annuncia, prendendo l’ultimo caffè, “vado a sparare ai negri”.

Lei parla dell’apparizione dell’uomo bianco come qualcosa di spettrale, ed è veramente spettrale. Perché lo definisce così? E’ davvero un “inedito” nella storia italiana?

La nostra storia ha conosciuto il fascismo e un razzismo organizzato dal regime, ma c’è una storia di democrazia che credevamo ci avesse immunizzato, aiutato a risparmiare saggezza, ci avessero insegnato ad accumulare altra civiltà. Invece non è così, non c’è ovviamente un regime però questi casi isolati ci devono far riflettere. La democrazia italiana non aveva ancora conosciuto queste torsioni. L’uomo bianco è anche ciò che non ci siamo mai accontentati di essere, caricato di sovrastrutture. Noi siamo ciò che abbiamo accumulato, per nostra fortuna. Siamo diventati qualcosa di molto più complesso, ma l’uomo bianco è una spogliazione, un ritorno all’essenza primordiale. È un ritorno indietro, alla natura primitiva, mentre noi non ci siamo mai accontentati di essere soltanto quello.

Tutto questo si nutre di un clima di legittimazione strisciante. E qui arriviamo alle colpe della politica. Qual è la principale colpa della politica italiana?

È una colpa doppia: non aver visto nascere e crescere l’inquietudine degli italiani quando poteva essere raccolta, spiegata e governata e proporzionata per quella che era e questo particolarmente mi viene da dire per la sinistra italiana, perché queste paure coinvolgono soprattutto la parte più debole della nostra popolazione che la dovrebbe interpellare più da vicina, le persone anziane, le persone sole. Nella periferia italiana bisognava chinarsi su questa fetta di popolazione e rassicurarla e starle vicini, dicendole che non è vero che c’è un’invasione, sbarrare le nostre porte non è la soluzione. Il secondo errore è stato quello di ingigantire la paura e farla coincidere con l’immigrazione, ma guardando da vicino il problema della paura capiremo che la paura della nostra popolazione è fatta da tanti elementi: dal tema del lavoro, del sociale, dalla paura che i nostri figli non avranno la pensione, è fatta dalla mancanza di copertura da parte della politica che spesso non ci rappresenta più. Oggi la popolazione viene tenuta dentro una paura indistinta che viene fatta coincidere con l’immigrazione. Questo è un errore fatto non per caso, ma per una precisa scelta ideologica: la politica ricorda i monaci del Medioevo che percorrevano le contrade dicendo alle persone ricordati di avere paura.

Esiste una barriera a questo dilagare?

Bisognerebbe ricordarsi, in un momento in cui si parla molto di preservare la civiltà italiana, il costume italiano, che la Lega dovrebbe preoccuparsi della custodia della civiltà italiana delle nostre madri e dei nostri padri. Noi stiamo cedendo ad una ferocia nel linguaggio, nella postura, negli atteggiamenti nei confronti dei più deboli, nei confronti degli stranieri, nei confronti dei migranti che fa a pezzi la civiltà italiana dei nostri padri e delle nostre madri, che è la cosa più sacra che abbiamo ed è l’elemento italiano che abbiamo, ma che stiamo perdendo.

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Ezio Mauro, "L'uomo bianco". Editore: Feltrinelli
Collana: Serie bianca
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 11 ottobre 2018
Pagine: 138 p., Brossura
EAN: 9788807173462. Prezzo 15 euro



Ecco un altro caso demenziale da manuale, in cui emerge l'odio i montato dalla demenziale ideologia demosisnistra dell'accoglienza che demonizza l'uomo bianco occidentale che opprimerebbe l'Africa e costringerebbe gli africani a emigrare.

Il video segreto di Sy. "Voi italiani mi fate schifo"
Luca Fazzo
Gio, 03/12/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 07201.html

L'autista del bus prese in ostaggio 52 bimbi. Il filmato "secretato" per evitare rischi di emulazione

Trentasette minuti di rabbia, di odio scagliato contro l'Italia e gli italiani, «che vanno a messa la domenica e chiudono gli occhi davanti ai morti nel Mediterraneo».

Il 20 marzo 2019, Sy Ousseynou, autista di pullman, sequestrò cinquantadue bambini, due insegnanti e la bidella partiti da una scuola di Crema, pronto a incendiare tutto su una pista di Linate. Quando lo arrestarono, si scoprì che aveva annunciato la sua missione con video pubblicato su Internet.

I carabinieri del Ros cercarono a lungo il video, alla fine lo scovarono. Ma sulla rivendicazione di Sy è calato il segreto imposto sia dalla Procura che da Ilio Mannucci, il presidente della Corte d'assise che il 14 luglio ha condannato Sy a 24 anni di carcere.

Ora che il Giornale ne è entrato in possesso, si capisce bene perché i giudici non volevano che il video circolasse: il lungo proclama di Sy - da oggi disponibile sul sito del Giornale.it - sembra fatto apposta per suscitare rischi di emulazione. Raramente si è visto un uomo partire da presupposti così razionali, così aderenti alla realtà, per approdare a una conclusione così feroce e folle, con i bambini di dodici anni usati come ostaggi e scudi umani, pronti a venire sacrificati in nome di una vendetta cieca contro torti non loro. Chi spiegherà, ai bambini della scuola Vailati di Crema, che hanno rischiato di morire perché fosse punita l'indifferenza degli italiani?

«Viva l'Africa, viva gli africani», è l'esordio di Sy. L'autista ha un cappello calato in testa, del volto coperto si intravvedono solo gli occhi. Parla con lunghe pause, spesso ripetendosi, in discreto italiano. Una immagine ricorrente: «nel Mediterraneo i pescatori non pescano più pesci ma pescano esseri umani, bambini devastati dai pescecani, le nostre donne, i nostri uomini valorosi, le nostre mamme che si inabissano urlando». Di fronte alle tragedie dei profughi, Sy accusa gli italiani di girare la testa, «intanto cosa sono, dei negri, più muoiono meglio è 'sti selvaggi di merda... che muoiano tutti, chi se ne frega"». Io, dice il sequestratore, «sento il dolore delle persone che si sono inabissate».

Mai, neanche in una frase, Ousseynou cerca di spiegare cosa c'entrino i bambini affidati a lui con le stragi in mare. Del suo piano non offre dettagli, nulla che - se il video fosse stato trovato prima del 20 marzo - permettesse di bloccare la sua impresa criminale. Il suo obiettivo sembra solo darsi un retroterra ideologico e una giustificazione, e insieme lanciare la sua invettiva contro l'Italia e l'Occidente.. «Fate schifo, figli di p..., fate schifo. Ci state sfruttando, ci state succhiando, ci state massacrando». E ancora: «Brutti figli di p.., perché veniamo da voi, perché bussiamo alle vostre porte? A voi non interessa, a voi basta avere la pancia piena (...) voi vi riempite la pancia con i vostri piatti di pastasciutta al pomodoro a parlare dei migranti senza sapere che quei merdosi di pomodori che state mangiando è stata raccolta con cinquanta gradi all'ombra con 'sti migranti qua che parlate male di loro». «Fate le leggi per salvaguardare le nutrie e chi salva un essere umano in mare viene accusato di favoreggiamento».

«L'Italia non è razzista? Cosa ne sapete voi? Siete neri, siete zingari, siete arabi? Se avessi una bacchetta magica vi trasformerei tutti in arabo o nero, poi vedrete».

Lunghe pause separano una invettiva dall'altra. Fa impressione pensare che mentre Sy registra quel video ha già tutto chiaro in testa, ha già deciso di immolare al suo odio i bambini che quel venerdì sarebbero saliti sul suo pullman. Per lui, è arrivata l'ora di colpire: «Adesso basta, deve finire. Figli dell'Africa, meglio morire combattendo».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:25 pm

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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:26 pm

Questa terra è la nostra terra!

Io e noi uomini bianchi non abbiamo nulla di cui vergognarci, di cui rimproverarci e pentirci, danni da risarcire, beni da restituire e colpe da scontare, anzi abbiamo molto di cui essere orgogliosi e andare fieri.
Se alcuni dei nostri avi hanno fatto del male, questo non è da attribuirsi a tutti gli avi e ai loro discendenti, eppoi va ben detto che molti dei nostri avi non hanno fatto assolutamente del male ma del bene.
Inoltre va ben sottolineato che le azioni malvage non sono una peculiarità dell'uomo bianco ma caso mai di tutta l'umanità di ogni colore.



I bianchi sono quell'umanità che nel territorio del pianeta, destinato loro dalla storia e da loro continuamente occupato da centinaia di migliaia di anni, hanno sviluppato un sistema di vita integrato, con un ambiente adattato e mediante elaborate tecnologie che rende l'esistenza possibile, meno difficile e più piacevole, da costituire una fortissima attrazione per molte altre genti della terra.
L'occidente bianco euro americano è sopratutto il luogo dell'uomo di buona volontà, delle opportunità e delle libertà umane, civili e politiche, sociali ed economiche come non esiste in nessun'altra parte della terra.



Se l'Africa è nera l'Europa è bianca.

viewtopic.php?f=92&t=2922
L'Africa agli africani, certo e l'Europa agli europei.


Io sono un uomo bianco, orgogliosamente bianco e vivo nella terra della mia gente bianca che è l'Europa.
Se l'Africa è nera l'Europa è bianca.
Se gli africani neri hanno diritto all'Africa nera ciò vale anche per gli europei bianchi che hanno diritto all'Europa bianca.
Non solo bianca ma religiosa e non religiosa, atea, aidola, agnostica, giudaico cristiana, illuminata e laica.
L'Europa non è nera e nemmeno maomettana.
Lo spirito divino e umano non è soggetto alle manipolazioni delle ideologie e delle utopie politiche e religiose.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... e=3&theate r


Non abbiamo nulla di cui pentirci.

Vecchio uomo bianco, pentiti!
13 gennaio 2021

https://www.ilfoglio.it/un-foglio-inter ... ti-296100/

Oggi assistiamo all’inversione del “fardello dell’uomo bianco” di Kipling. Siamo impegnati a espiare ogni cosa buona che ha fatto la nostra civiltà

“Negli scorsi anni, abbiamo visto scene iconiche e disturbanti di migranti che tentavano di raggiungere l’Unione europea lasciandosi alle spalle il mondo in via di sviluppo. Particolarmente strazianti sono le immagini di giovani provenienti dall’africa subsahariana che tentano di superare le barriere di recinzione che circondano le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla in Marocco”, scrive Rumy Hasan su Quillette. “Tralasciando per un attimo il dibattito riguardo la restituzione o meno di queste enclavi al Marocco da parte della Spagna, la determinazione dei migranti nel raggiungere l’Europa è sorprendente. Quei profughi sono entrati illegalmente in Marocco e da lì possono raggiungere illegalmente un altro paese, quasi certamente con la tacita approvazione delle autorità marocchine. A colpire è anche la visione di giovani che gridano ‘libertà’ e si avvolgono nella bandiera dell’Unione europea non appena raggiungono queste enclavi. In realtà, loro sono tutt’altro che liberi, visto che è altamente improbabile che le autorità spagnole offrano loro asilo e il diritto di soggiorno. Se viene deciso che siano inquadrati come migranti economici illegali, saranno rimpatriati a tempo debito”.

Queste immagini, così dicono in molti, sono il simbolo dell’insensibilità europea. Altri, pochi, tendono a sottolineare che quelle stesse fotografie sono un’accusa nei confronti di chi governa le ex colonie europee, ormai indipendenti da diversi decenni. Possiamo dire apertamente, senza dare scandalo, che quasi senza eccezioni la governance postcoloniale è stata un disastro. C’è chi è convinto che la crisi dei migranti sia dovuta agli interventi occidentali nei paesi da cui molti fuggono. Ma ciò è falso. Mentre è vero che molti migranti provengono da luoghi come Afghanistan, Iraq e Libia. La maggior parte dei migranti fugge dalla guerra siriana, dove l’intervento occidentale è stato minimo. Per quanto riguarda la popolazione dell’Africa subsahariana, non cerca certo rifugio da un intervento militare occidentale. No. Gli africani scappano dalla corruzione, dalla povertà e dalla disoccupazione; problemi causati dalla loro classe dirigente. Prendiamo ad esempio lo Zimbabwe. A quarant’anni dall’indipendenza, l’economia del paese è a terra. A novembre del 2019 il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alimentazione ha avvertito che il popolo dello Zimbabwe potrebbe in futuro soffrire la fame a causa dell’intervento dell’uomo, e non quindi per motivi naturali. Insomma, non è l’intervento occidentale a spingere i migranti fuori dai loro paesi; ed è verosimile che sempre più persone tenteranno di raggiungere l’Europa in futuro, visto che milioni di persone nate in paesi in via di sviluppo vivono già nell’Ue dove le loro prospettive sono migliorate sotto la guida di leader eletti democraticamente, e grazie a istituzioni efficienti e a leggi liberali.

“Il numero di persone che sperano un giorno di poter emigrare è davvero ampio: un sondaggio d’opinione condotto da Gallup nel dicembre del 2018 ha mostrato che 750 milioni di persone in tutto il mondo – il 10 per cento della popolazione mondiale – vogliono trasferirsi in modo permanente in un altro stato”, scrive Hasan. “Le destinazioni desiderate per la grande maggioranza sono, senza sorprese, l’Europa occidentale e l’America del nord. Mentre la più grossa percentuale di persone, intervistate tra il 2015 e il 2017 e intenzionate a emigrare (33 per cento), vive nell’Africa subsahariana. Per il 50esimo anniversario dell’indipendenza della Jamaica nel 2011, il quotidiano giamaicano The Gleaner riportò che uno sbalorditivo 60 per cento dei giamaicani riteneva che il paese sarebbe stato in una condizione migliore se fosse rimasto una colonia britannica. Al contrario, il 17 per cento degli intervistati ha affermato che il paese sarebbe peggiorato se fosse rimasto in mano alla Gran Bretagna, mentre il 23 per cento ha dichiarato di non saperlo”.

Si riscontrano le stesse opinioni nei paesi dove decenni di indipendenza non hanno prodotto molti progressi. I leader non occidentali, insomma, spesso non reggono il confronto con i colleghi europei. Si pensi al Premio Ibrahim, lanciato nel 2007 dal miliardario sudanese Mo Ibrahim. Un riconoscimento che può essere vinto da ex capi di stato o di governo africani giudicati in base a diversi criteri, tra cui: aver lasciato l’incarico negli ultimi tre anni; essere stati eletti democraticamente; e aver dimostrato una leadership eccezionale. Malgrado la cospicua somma derivante dalla vincita, negli anni 2009, 2010, 2012, 2013, 2015, 2016 e 2018 nessun premio è stato assegnato poiché nessun candidato aveva soddisfatto i requisiti.

Ma questi leader non solo non sono all’altezza del loro ruolo. È sconcertante il fatto che i governanti dei paesi da cui fuggono i migranti non si esprimano sulle tragedie che avvengono nel Mediterraneo, e non facciano alcuno sforzo per far rientrare in patria le salme dei morti in mare. I media occidentali parlano della crisi dei migranti come se fosse una crisi europea e si focalizzano sui fallimenti dei leader dell’Ue. I giornali e le televisioni europee, insomma, non interpellano i leader dei paesi da cui i migranti fuggono, né li condannano.

“Un’eccezione occasionale mostra quanto ciò potrebbe essere utile. Grazie a un’inchiesta della Cnn del 2017 che denunciava il traffico, tramite aste, di africani ridotti a schiavi, le autorità nigeriane hanno riportato in patria alcuni dei loro cittadini”, racconta Hasan. “La Nigeria è il più grande paese africano e vanta uno sviluppato settore petrolifero. Se gestita bene, potrebbe essere una nazione prosperosa. Invece, è stata messa in atto una dilapidazione della ricchezza petrolifera da parte di alcuni dei peggiori cleptocrati al mondo, che altrimenti avrebbero potuto contribuire al miglioramento degli standard di vita. È interessante chiedersi quale percentuale (una maggioranza?) della popolazione nigeriana crede che il proprio paese sarebbe migliore se fosse rimasto sotto il dominio britannico. Senza dubbio, un colonialista vittoriano affermerebbe in modo rozzo che ciò dimostrerebbe la validità di quello che Rudyard Kipling chiamava ‘il fardello dell’uomo bianco’. Il titolo completo del noto poema di Kipling del 1899 è ‘Il fardello dell’uomo bianco: gli Stati Uniti e le isole filippine’, ed è stato scritto nel tentativo di convincere gli Stati Uniti che gli uomini occidentali avevano la responsabilità morale di colonizzare e civilizzare le Filippine”.

Oggi assistiamo all’inversione di quella narrazione sull’uomo bianco. L’occidente non colonizza più gli altri paesi, ma è in dovere di accogliere tutti i migranti che supplicano l’uomo bianco di provvedere alla loro istruzione, alle cure mediche, al cibo; insomma, di assicurargli le basi di una vita felice che i loro governanti gli negano. I leader di questi stati fallimentari dovrebbero vergognarsi di questa situazione. Ma le nazioni occidentali non recriminano nulla a quei governanti, oppresse come sono dal peso della loro storia coloniale. E così l’auto-recriminazione non lascia posto alla visione critica della realtà e all’azione. Le motivazioni che spostano flussi incessanti di persone dal sud al nord del pianeta rimangono dunque velate.

Ma in Europa non tutti desiderano sopportare questo nuovo fardello dell’uomo bianco. In molti trovano quest’idea sbagliata e moralmente detestabile. Stanno così iniziando a eleggere politici che pensano la stessa cosa. Era inevitabile, visto il grande afflusso di immigrati, che si andassero a formare movimenti contro l’immigrazione di massa che promuovono tolleranza zero nei confronti dell’immigrazione illegale, capitanati da demagoghi populisti. Non è un caso, quindi, che i partiti che affrontano con enfasi questa tematica stiano guadagnando sempre più consensi.

“Tuttavia, per gli europei è anche moralmente sbagliato ignorare i problemi dei paesi in via di sviluppo che spingono in tanti a intraprendere un viaggio pericoloso verso una vita migliore”, scrive Hasan. “Non c’è alcuna facile soluzione disponibile, ma ciò che dovrebbe essere offerto è una prolungata consulenza e assistenza per aiutare a migliorare radicalmente l’autogoverno di stati falliti o in fallimento. Si è tentato di fare ciò in passato grazie agli aiuti esteri, ma i risultati sono stati disomogenei. In risposta al flusso migratorio, nel 2017 il ministro tedesco per lo Sviluppo economico e la cooperazione ha proposto un piano Marshall per l’Africa, che riconosce che gli africani stanno rischiando le loro vite per raggiungere l’Europa a causa della mancanza di sviluppo e di opportunità nei loro paesi, e afferma l’urgenza di intervenire in modo deciso su quelle realtà. Questo è stato un positivo e incoraggiante progresso. Ma altri paesi dell’Unione europea hanno manifestato scarso interesse e, anche se il progetto è solo agli inizi, non sono stati fatti sufficienti progressi. Se iniziative come questa vengono attuate con un’enfasi sul miglioramento della governance e sulla riduzione della corruzione, le prospettive di uno sviluppo duraturo e sostenibile per l’Africa e per il sud del mondo possono migliorare significativamente. Col tempo, si spera che ciò possa mettere fine al pericoloso viaggio dei migranti e all’oscenità nel nuovo fardello dell’uomo bianco”.


L'uomo bianco deve pagare? - di Tito Tettamanti
20 dicembre 2021

http://www.ticinolive.ch/2020/12/20/luo ... ettamanti/

Lo scorso anno un’emittente pubblica francese ha violentemente criticato il filosofo Pascal Bruckner, perché «bianco, maschio e vecchio». Pur essendo anch’io bianco, maschio e (più) vecchio non assumo la difesa d’ufficio dell’intellettuale francese che ha risposto da par suo con un libro: Un coupable presque parfait. In queste poche righe vorrei però commentare una delle presunte colpe dell’uomo bianco al quale (a torto) si addossa la responsabilità esclusiva della terribile piaga dello schiavismo. Purtroppo gli eccessi che sfociano nel fanatismo – molto diffuso oggigiorno – sono spesso figli dell’ignoranza. Ora, a proposito della schiavitù, ricordiamo come nell’antichità era la soluzione migliore per un popolo perdente in guerra, preferibile all’alternativa del venir impalati, squartati o crocefissi vivi.
Ma venendo al Medioevo, non possiamo dimenticare che una delle attività più redditizie dei pirati saraceni nel Mediterraneo era l’arrembaggio di navi europee facendo schiavi i passeggeri. Anche più tardi tra il 1500 ed il 1700 gli ottomani con base ad Algeri, Tunisi, Tripoli e nel Marocco abbordavano navi e hanno fatto nel tempo – secondo lo storico Robert C. Davis – oltre un milione di schiavi. Gli abitanti delle coste italiane, spagnole e portoghesi erano terrorizzati dagli attacchi dei pirati. Nelle prigioni per gli schiavi di Algeri le condizioni di migliaia di detenuti erano orribili. Bruckner menziona la tesi di Tidiane N’Diaye, intellettuale africano e mussulmano, che parla di una tratta di schiavi africani ad opera dei conquistatori arabi in combutta con notabili africani (VII secolo) antecedente ai tempi dei «colonizzatori» europei. Il successivo traffico di schiavi africani verso l’America è abominevole, ma è inesatto storicamente considerarlo l’unico e dimenticare la complicità di capi e mediatori africani, come pure pensare che l’ignobile commercio sia stato iniziato solo allora dall’uomo bianco.

Per un completo giudizio è anche utile analizzare quando e in quali Stati è iniziata la campagna per abolire lo schiavismo. Quale primo Stato abbiamo il Portogallo nel 1761, Danimarca e Norvegia nel 1782, la Francia nel 1794 ma effettivamente nel 1815/1848, Inghilterra nel 1803. Negli USA al termine della Guerra di secessione (1865). Stati occidentali in anticipo sul mondo mussulmano con la Tunisia nel 1881 e la chiusura dell’ultimo mercato degli schiavi nel Marocco nel 1920. Ancora più tardi Yemen e Arabia Saudita (1962), Mauritania (1980) e infine Pakistan (1992) – vedi libro Bruckner. Queste date significano anche diverse sensibilità nei diversi continenti per il problema. Tutto ciò non vuol negare le dimensioni e l’importanza del traffico dall’Africa agli Stati Uniti, ma, ripetiamo, storicamente è scorretto voler addossare la responsabilità di pratiche schiaviste esclusivamente all’uomo bianco.

Essendo bianco, maschio e (molto) vecchio sono sospetto di interessi di parte, perciò cito una teste a difesa insospettabile: Ayaan Hirsi Ali, somala, donna, giovane e con genitori mussulmani. Raccomando vivamente a tutti di leggere la sua intervista sulla NZZ (Feuiletton del 21.11.2020) e mi limito a riprendere una sua affermazione: «Anche gli africani hanno schiavizzato altri africani (XVIII secolo) come pure hanno aiutato i mercanti di schiavi: razzismo e schiavismo sono tra le cose peggiori che l’uomo possa aver fatto ma non sono una specialità dell’Occidente».

Fin qui ho fatto dei taglia e cuci da altri testi per giungere alle mie conclusioni. Il progresso eccezionale e stupefacente dell’umanità (specie negli ultimi tre secoli) ha un pesante prezzo. Le vie per le quali si è giunti alla situazione di oggi sono lastricate di sangue, sudore, sacrifici, povertà sordida, crudeltà, indegnità, oppressione dei più deboli, inclusi popoli e governi. Dalla miseria e dalla fame dei nostri lontanissimi e meno lontani antenati (per il Ticino leggere la povertà delle nostre valli nei romanzi di Guido Calgari, Plinio Martini, Giovanni Orelli e per le tragedie dell’emigrazione i testi di Giorgio Cheda). Non si possono aver parole per tutti gli orrori subiti da chi ci ha preceduto, ma non vedo chi possa pretendere di dire di conoscere altre strade che si sarebbero potute praticamente percorrere.

Uno spaventoso contrasto fra tutto il male accaduto e il meraviglioso risultato delle condizioni odierne. Chi può affermare il contrario, anche se moltissimi altri progressi sono necessari? Dinanzi a tale situazione togliere spicchi, per quanto importanti e per quanto dolorosi per alcuni, etnie, popoli o categorie di persone, con sentimenti di rivalsa, con la volontà di applicare la legge del taglione e far forse soffrire chi si pensa abbia lontani antenati che si ritiene abbiano fatto soffrire, è antistorico, ingiusto e sicuramente di nessuna utilità.

Torniamo ad Atene, patria della filosofia, e riflettiamo sul «decreto dell’oblio» emanato dopo la cacciata dei 40 tiranni. Se si vuol rimediare a storture ancora oggi esistenti e che solo l’evoluzione può sanare, dobbiamo collaborare non per punire ma per progredire dimenticando gli impulsi rancorosi della vendetta tesa alla ricerca di colpevoli. Per un mondo migliore è necessario per contro individuare le cause dei disagi di oggi.



È buio a mezzogiorno sulla stampa "libera"
Donald McNeil è un famoso reporter americano del New York Times, per cui ha lavorato 45 anni ed era stato appena nominato per il Premio Pulitzer per i suoi articoli sulla pandemia.
Giulio Meotti
7 febbraio 2021

https://meotti.substack.com/p/e-buio-a- ... lla-stampa

Due anni fa, McNeil ha guidato un gruppo di studenti delle scuole superiori in un viaggio affiliato al Times in Perù. In seguito, una manciata di studenti e alcuni genitori si sono lamentati del fatto che McNeil, che è bianco, aveva usato la parola “negro” per raccontare una storia e che aveva rifiutato l'idea che ci fosse il “privilegio bianco”. A McNeil “è stato chiesto a cena da uno studente se pensava che una sua compagna di classe avrebbe dovuto essere sospesa per un video che aveva fatto a dodici anni in cui usava un insulto razziale. Per capire cosa c'era nel video, McNeil ha usato l'insulto stesso”. Dunque, il giornalista non voleva chiamare usare “negro” per offendere, ma per capire in quale contesto la parola fosse stata usata. Tanto basta per essere distrutto. “Ora è la politica ufficiale del New York Times che per alcune parole l'intento non ha importanza, basta un solo colpo per affondare una carriera di 47 anni” ha scritto Matt Welch di Reason.

Il Times due anni fa aveva indagato sulle denunce, redarguito McNeil e chiuso il caso. Fine della storia? No, perché giorni fa il sito The Daily Beast ha appreso delle lamentele e scritto del caso. 150 giornalisti del Times si dicono “offesi” dai commenti riportati dal loro collega McNeil e si lamentavano di non essere stati consultati al tempo. Il direttore del Times, Dan Baquet, si è rimangiato la decisione del 2019, ha denunciato “razzismo e discriminazione di ogni tipo” e messo alla porta McNeil. E non è certo il primo caso. “A dirigere il giornale ci pensa ormai Twitter”. Con queste parole un anno fa si era dimessa dal Times un’altra giornalista, Bari Weiss.

Non solo, ma per cercare di placare la situazione il reporter aveva scritto una patetica lettera di scuse, che Andrew Sullivan ha paragonato alle “confessioni” che i Khmer rossi estorcevano ai prigionieri. “Questo suona come un bolscevico al suo processo farsa che ammette di aver tradito la rivoluzione anche se non ha mai voluto tradire la rivoluzione perché ama la rivoluzione”, commenta Peter Savodnik di Vanity Fair. È la storia di Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler, il caso Rubascëv, l’ex commissario sovietico che finisce a sua volta sul banco degli imputati e che “confesserà” crimini di cui non si era macchiato.

La stampa liberal è sempre meno libera.


Nelle università americane i bianchi processati per “confessare” i propri peccati contro i neri
Giulio Meotti
11 febbraio 2021

https://meotti.substack.com/p/nelle-uni ... -i-bianchi

La Elon University in North Carolina ha organizzato un evento per soli bianchi per “processare” la loro “complicità nell'ingiustizia”. La Young America's Foundation ha rivelato il "White Caucus", pubblicando le email interne che specificavano che l'evento era destinato a “soli bianchi” per parlare apertamente di come “traumatizzano le persone di colore”. Travolta dalle polemiche, l’Università ha dovuto cancellare l’evento. Altre università avevano già organizzato corsi simili.

Il libro più venduto in America nell’ultimo anno è stato White Fragility: Why it’s so Hard for White People to Talk About Race di Robin DiAngelo. Il libro è rivolto “ai bianchi che a dispetto delle loro intenzioni coscienti rendono la vita così difficile alle persone di colore”. Una sorta di manuale di autoconfessione dei propri crimini inconsci verso le persone di colore.

Non siamo distanti da quanto ha fatto Xi Jinping in Cina, che ha imposto ai funzionari “sessioni di autocritica”, invitati a denunciare i “propri peccati politici”. Xi li ha chiamati “incontri di vita democratica”. Come il famoso blogger Charles Xue, arrestato per aver diffuso “rumors” e costretto ad autoumiliarsi alla televisione di stato per aver “gratificato la mia vanità, scordandomi chi fossi”. Anche nelle università americane i bianchi sono chiamati a ricordarsi chi sono. Dei razzisti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:27 pm

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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 07, 2021 4:27 pm

Oggi come oggi i veri antirazzisti stanno dalla parte degli ebrei e in particolare di quelli di Israele, dei cristiani e dei bianchi che sono le vere vittime dell'odierno razzismo proprio dell'infernale alleanza dei suprematismi nero africano e afroamericano, internazi comunista e internazi maomettano.







Una calamità globale: 340 milioni di cristiani perseguitati
Raymond Ibrahim
6 febbraio 2021

https://it.gatestoneinstitute.org/17039 ... rseguitati

Ogni giorno, in tutto il mondo, 13 cristiani vengono uccisi per la loro fede; 12 vengono arrestati o incarcerati illegalmente; 5 vengono rapiti e 12 chiese o altri edifici cristiani vengono attaccati.

Questi sono solo alcuni dei risultati inquietanti della World Watch List (WWL-2021) di recente pubblicata da Porte Aperte/Open Doors. Questo rapporto annuale stila la classifica delle prime 50 nazioni in cui i cristiani sono maggiormente perseguitati per la loro religione.

Complessivamente, "oltre 340 milioni di cristiani sperimentano un livello di persecuzione e discriminazione molto alto a causa della propria fede. Circa 309 milioni di questi cristiani "sperimentano un livello di persecuzione molto alto o subiscono persecuzioni estreme. Questo è ciò che accade a 1 un cristiano su 8 nel mondo, a 1 su 6 in Africa, a 2 su 5 in Asia e a 1 su 12 in America Latina". (Salvo diverse indicazioni, tutte le citazioni contenute in questo articolo sono tratte dalla World Watch List 2021 di Porte Aperte/Open Doors.)

Nell'arco temporale preso in considerazione dalla WWL-2021 (ottobre 2019-settembre 2020) "4.761 cristiani sono stati uccisi a causa della loro fede", registrando in tal modo un aumento del 60 per cento rispetto allo scorso anno (2.983). Altri 4.277 cristiani sono stati ingiustamente arrestati, detenuti o imprigionati, 1.710 sono stati rapiti per motivi religiosi e 4.448 chiese o edifici di culto cristiani hanno subito attacchi.

Per il ventesimo anno consecutivo, la Corea del Nord (al primo posto nella classifica della WWL-2021) continua ad essere la nazione al mondo più ostile al Cristianesimo:

"Essere scoperti cristiani è una condanna a morte nella Corea del Nord. Se non uccisi istantaneamente, i cristiani vengono deportati in campi di lavoro in qualità di prigionieri politici. Le prigioni dei campi hanno condizioni orribili e pochi credenti riescono a sopravvivere. Tutta l'intera famiglia subirà la stessa punizione. Si dice che Kim Jong-Un abbia esteso il sistema dei campi di prigionia, in cui oggi sono detenuti circa 50.000-70.000 cristiani".

La "persecuzione estrema" che i cristiani subiscono in 10 delle 12 nazioni dove viene registrato il maggior numero di uccisioni è dovuta alla "oppressione islamica" o avviene in Paesi a maggioranza musulmana. Queste nazioni sono: l'Afghanistan (al 2° posto, in questa persecuzione estrema), la Somalia (al 3° posto), la Libia (al 4°), il Pakistan (al 5°), lo Yemen (al 7°), l'Iran (all'8°), la Nigeria (al 9°), l'Iraq (all'11°) e la Siria (al 12° posto).

Tra i Paesi ostili ai cristiani ci sono Afghanistan e Somalia, dove la "persecuzione è stata leggermente meno oppressiva che in Corea del Nord". Nel resto dei Paesi presenti nella WWL-2021, i cristiani subiscono molestie e percosse, vengono stuprati, imprigionati o massacrati per il semplice fatto di essere stati identificati come cristiani o perché frequentano la chiesa.

Complessivamente, anche le persecuzioni che i cristiani subiscono in 39 dei 50 Paesi presenti nella lista è dovuta alla "oppressione islamica" o vengono perpetrate nelle nazioni a maggioranza musulmana. La stragrande maggioranza di queste nazioni è governata da una qualche forma di shari'a (la legge islamica), che viene applicata direttamente dal governo o dalla società o, più frequentemente, da entrambi, sebbene le società – i membri della famiglia, in particolare – tendano ad essere più zelanti nella sua applicazione.

In India (al decimo posto nella classifica della WWL-2021) – l'unica nazione non islamica insieme alla Corea del Nord a classificarsi tra i primi 12 – il crescente nazionalismo induista continua a utilizzare "violenza diffusa" contro i cristiani sulla base della convinzione che "essere indiano significa essere induista". I cristiani vengono inoltre "accusati di seguire 'una fede straniera' e incolpati della sfortuna delle loro comunità. Questi credenti sono spesso attaccati fisicamente e a volte uccisi, nonché tenuti sotto costante pressione dalla loro famiglia e comunità per tornare all'induismo".

Qui di seguito alcune delle tendenze più rilevanti.

Secondo Porte Aperte/Open Doors – Regno Unito, il Covid-19 viene "utilizzato come arma da parte dei persecutori". Numerosi episodi sono stati "registrati in Asia e in Africa, dove i credenti vulnerabili sono deliberatamente ignorati dalle autorità locali quando viene distribuito il cibo, alle infermiere cristiane vengono negati i vitali DPI (dispositivi di protezione individuale) e alcuni cristiani sono perfino accusati infondatamente della diffusione del virus".

La pandemia è diventata un "catalizzatore per la persecuzione religiosa attraverso la discriminazione negli aiuti, la conversione forzata e come pretesto per aumentare la sorveglianza e la censura".

"L'80 per cento per cento dei cristiani indiani aiutati da Porte Aperte/Open Doors dichiara di aver visto loro negato l'accesso ai centri distribuzione aiuti alimentari durante la pandemia di Covid-19". Allo stesso modo, "in Bangladesh, i cristiani sono stati esclusi dalla distribuzione degli aiuti di Stato e sono stati emarginati nella distribuzione degli ausili anti-Covid, spesso trovandosi a dover affrontare la fame o gravi problemi di salute". E "in Etiopia, alcuni cristiani sono stati discriminati al momento della distribuzione degli aiuti di Stato". (Cliccare qui per vedere gli esempi di altre nazioni.)

Secondo Porte Aperte/Open Doors – Regno Unito, le uccisioni dei cristiani e la violenza perpetrata contro di loro sono continuate ad aumentare "drammaticamente nell'Africa sub-sahariana".

"Dei primi sei Paesi in cui i cristiani subiscono la violenza più assoluta, cinque si trovano nell'Africa sub-sahariana. La Nigeria – che è rientrata tra i primi dieci per la prima volta dal 2015 – ha visto la maggiore violenza contro i cristiani nel 2020, con i militanti armati fulani che uccidono, bruciano, rapiscono e violentano impunemente. La violenza islamista è anche il motivo per cui il Camerun è salito dal 48° posto al 42°, e la Repubblica Democratica del Congo (al 40° posto) e il Mozambico (al 45°) hanno fatto il loro ingresso tra i primi 50".

La Cina comunista ha introdotto nuove restrizioni e nuovi metodi di sorveglianza, installando tra l'altro più di 415 milioni di telecamere per il riconoscimento facciale per tracciare la posizione delle persone – al fine di "monitorare i cittadini per la loro stessa 'protezione' e 'sicurezza', secondo Porte Aperte/Open Doors – Regno Unito. Tenendo conto che per la prima volta in un decennio la Cina è entrata a far parte dei primi venti Paesi persecutori, piazzandosi al 17° posto (lo scorso anno era invece al 23°), questo non fa ben sperare per i cristiani, che sono già sottoposti a "una stringente sorveglianza da parte dello Stato".

Allo stesso modo, in Turchia, che lo scorso anno è passata dal 36° posto al 25°, "l'affiliazione religiosa di ogni cittadino è registrata sul chip elettronico delle carte d'identità, consentendo così di discriminare i cristiani".

Qui di seguito qualche altra citazione rilevante tratta dalla WWL-2021:

"In Nigeria vengono uccisi più cristiani per la loro fede che in qualsiasi altro Paese".
"In Egitto, i rapimenti e i matrimoni forzati di donne e ragazze cristiane con i loro rapitori musulmani ha raggiunto livelli record".
Nella "bellissima isola nazione" delle Maldive, che è islamica, "la persecuzione dei cristiani avviene lontano dagli occhi dei turisti internazionali".
"Nel remoto Vietnam, una donna che abiura il credo della propria tribù per seguire Gesù spesso perde il diritto di vedere i suoi figli."
Anche nella più moderata nazione araba, "gli estremisti islamici violenti sono attivi nelle zone di confine nel sud della Tunisia e prenderanno di mira qualsiasi cristiano".

Forse la tendenza più preoccupante è che il numero dei cristiani perseguitati continua a crescere ogni anno. Secondo le statistiche più recenti, "più di 340 milioni di nostri fratelli e sorelle cristiani vivono in luoghi in cui subiscono elevati livelli di persecuzione e di discriminazione". Ciò rappresenta un aumento del 6 per cento rispetto al 2019, quando il numero era di soli 245 milioni di cristiani. E questo rappresenta un aumento del 14 per cento rispetto al 2018, quando i cristiani erano 215 milioni.

In breve, solo tra il 2018 e il 2021, la persecuzione dei cristiani è aumentata di quasi il 60 per cento.

Quanto tempo ci vorrà prima che queste tendenza irreversibile raggiunga anche quelle nazioni attualmente encomiate per la loro libertà religiosa?

Raymond Ibrahim è autore del più recente libro, Sword and Scimitar, Fourteen Centuries of War between Islam and the West, è Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute, Shillman Fellow presso il David Horowitz Freedom Center, e Judith Rosen Friedman Fellow presso il Middle East Forum.




La deriva politicamente corretta del Sogno Americano
Maddalena Matarazzo
13 febbraio 2021

https://www.facebook.com/maddalena.mata ... 6772303562

Dopo aver visto ieri sera un paio di Serie che mi ero registrata su Fox ho fatto una considerazione sconvolgente! Ma a pensarci poi bene, neanche tanto, visto che già sapevo che la Fox, durante le farlocche Elezioni Americane aveva sostenuto a spada tratta i Dem! Comunque ieri sera ne ho avuto la conferma con la visione di queste nuove Serie, in Prima TV, che seguivo da tanto tempo con vero piacere perché erano simpatiche ed almeno all'apparenza poco politicizzate!
Dunque sono anni che seguo Grey's Anatomy! Mi piaceva tanto e la maggior parte dei personaggi erano simpatici ed intriganti! Tra questi c'è una giovane dottoressa di colore, che con le vicende familiari e sentimentali mi era sempre piaciuta! Ebbene ieri sera, hanno fatto vedere l'Ospedale pieno di malati di Covid ed i medici tutti disperati che tentavano di salvare vite, spesso con tristi risultati! E fin qui tutto ok, nel senso che stavo seguendo le drammatiche immagini, molto realistiche con interesse! Quando all'improvviso esce la simpatica dottoressa di colore, che parla con un'altra e dice, più o meno testualmente, che lei è arrabbiata nera, che non ce la fa più, perché il Covid sta mietendo più vittime tra le persone di colore, che tra i bianchi e che lei questo non lo può sopportare! È una gravissima ingiustizia che la fa stare male! Cioè 10 minuti di un primo piano con un discorso assolutamente insensato!! Non ho capito! I Dem hanno intenzione di accusare il Covid di essere Razzista? Cioè sceglie per dispetto e per odio di colpire di più la gente Afro Americana piuttosto che la Popolazione Bianca? La lunga mano dei Dem è arrivata anche nella mia serie Televisiva preferita! Potrebbero accusare di Impeachment anche il Covid 19!!

A questo punto ho cambiato canale ed ho deciso di guardare un'altra Serie che mi ero registrata! Il Titolo esatto ora non mi sovviene: "911 e qualcosa " Storie che riguardano un Gruppo di valorosi pompieri americani che io amo molto, specialmente dopo l'11 settembre! Bene si apre una scena dove si vedono dei pompieri che accorrono su un luogo di un incidente dove un gruppo di ragazzi si sono mezzi ustionati vicino alla loro macchina che ha preso fuoco! Scendono di corsa i 2 pompieri e si avvicinano ad una dei ragazzi, che ha il braccio scottato e che veramente sembra una ragazzina ed il pompiere le dice: "Non preoccuparti cara ora ti medico subito" ed a questo punto un ragazzo presente grida al pompiere, tutto arrabbiato:"Guarda che è un gender"!!! Io povera signora non più giovanissima stavo ancora chiedendomi cosa fosse un gender, alle 23 oltretutto sono anche meno sveglia del solito, quando sento il pompiere che era stato redarguito, dire alla sua collega, riferendosi alla persona ferita:" Guarda che è un gender quindi attenta a non usare pronomi né femminili né maschili, quando ti rivolgi a lei"!!! Se qualcuno mi avesse fatto una foto in quel momento che ho realizzato credo che avrebbe riso tutto Fb! La follia politica dei Dem era arrivata anche nel mio telefilm così carino dei Pompieri!

Quindi se io andassi ora in America, cosa che non farei per nulla al Mondo, perché ho sentito dire che le carceri americane sono molto dure, e con la testa e la lingua che ho io, ci finirei certamente, e qualcuno mi presenta una persona, sottolineando che è un gender, io come mi dovrei rivolgere a lei/lui/esso? Tipo:"Scusi, persona, come si chiama, perché non ho capito il suo nome nelle presentazioni?" Il Mitico Totò avrebbe detto:"Ma mi faccia il piacere "!!!!
Dopo di ciò ho cancellato tutte le Registrazioni delle mie serie preferite che avevo seguito su Fox per anni e mi sono messa a dormire! Addio America!! Grande Paese Democratico! Libero! Addio Sogno Americano!!! Che tristezza!! I Dem!! Secondo me non sono normali!!! E non lo dico con cattiveria, ma con estremo sconforto e sconcerto!!! Secondo me tra poco torneranno talmente indietro nel tempo, che si riprenderà di sicuro la "Caccia alle streghe, bruciate sul rogo, in pubblica Piazza"!! Ho capito perché vanno tanto d'accordo con il Regime Dittatoriale degli Ayatollah Iraniani e con il ferreo Regime Cinese!
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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 21, 2021 2:43 am

Neri criminali razzisti intenazi comunisti, nazi maomettani, antisemiti, anticristiani e antibianchi



La Francia contro il rapper antisemita Freeze Corleone: "Testi inqualificabili"
dalla nostra corrispondente ANAIS GINORI
17 settembre 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... 267665163/


PARIGI - "Immondizia". Così il ministro dell'Interno francese, Gérard Darmanin, definisce l'album del rapper filo-nazista Issa Lorenzo Diakjaté, alias Freeze Corleone, chiedendo alle piattaforme Twitter e Facebook di non diffondere i suoi videoclip.

Nato nella banlieue di Lilas, nord di Parigi, nel 1992 da padre senegalese e madre italiana, il rapper ha diffuso in rete alcuni estratti nei quali dice cose come: "Arrivo determinato come Adolf negli anni Trenta", "Tutti i giorni Raf (acronimo di 'Rien à foutre', equivalente di 'Me ne frego') della Shoah". E ancora: "Come banchieri svizzeri, tutto per la famiglia, affinché i miei figli vivano di rendita come gli ebrei".

"Parole inqualificabili" ha detto il ministro Darmanin in un tweet. La procura di Parigi ha annunciato l'apertura di un'inchiesta per "incitamento all'odio razziale" e "ingiurie razziali" dopo la denuncia del governo. "Questa fiumana di odio va severamente punita" ha chiesto il presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif), Francis Kalifat, denunciando testi a "carattere antisemita e complottista, in cui viene fatta l'apologia del terrorismo e del nazismo".

Già una cinquantina di deputati della République En Marche - il partito di maggioranza del presidente Emmanuel Macron - avevano invocato sanzioni contro Freeze Corleone.

In un Paese dove il sedicente comico Dieudonné ha potuto per molto tempo fare nei suoi spettacoli pesanti battute antisemite, la vigilanza resta alta. Proprio in questi giorni si celebra il processo sull'attentato all'Hyper Cacher del 2015 in cui un terrorista islamico venne colpito una spaccio alimentare ebraico con nove vittime. L'allarme per un nuovo antisemitismo che cresce tra i giovani delle banlieue resta alto Francia.

Ed è probabilmente il pubblico a cui Freeze Corleone si rivolge. Il rapper si era già fatto notare per le sue provocazioni. In precedenti brani aveva usato il simbolismo nazista del "sole nero"o il codice "HH - 88", per Heil Hitler.

La differenza la fa ora il successo del suo primo album Lmf (La Menace Fantôme), con l'etichetta Universal Music, uscito l'11 settembre, data scelta non casuale visto che i suoi testi spingono tesi complottiste anche sugli attentati del 2001. In pochi giorni sono state vendute 15.325 copie del suo album. Solo su Spotify l'album è già stato ascoltato 5,2 milioni di volte.

Freeze Corleone, pseudonimo di Issa Lorenzo Diakhaté (Les Lilas, 6 giugno 1992), è un rapper francese. Dopo una prima parte di carriera incentrata sull'hip hop, si sposta sulla drill. Fa parte dei collettivi 667 e CFR. Vive a Dakar, in Senegal.
https://it.wikipedia.org/wiki/Freeze_Corleone
Nato a Les Lilas, Freeze Corleone ha il padre senegalese e la madre italiana. Trascorre i suoi primi anni a Pantin, per poi spostarsi a Dakar.
Nel 2010 pubblica il primo mixtape À la recherce de la daillance, con molti riferimenti a videogiochi e cartoni animati. Il suo stile è molto influenzato da quello statunitense, e nei suoi brani sono presenti anche concetti complottisti e accenni a scandali mondiali come schiavitù, pedofilia e omofobia. La sua carriera prosegue con vari mixtape e con collaborazioni frequenti con la crew di Lione Lyonzon. Nel 2020 pubblica il suo album in studio di debutto LMF, certificato disco d'oro dalla SNEP tre settimane dopo l'uscita. Dopo l'uscita dell'album, la LICRA ha condannato i testi antisemiti del rapper. Il 17 settembre 2020 la procura di Parigi apre un'indagine su alcuni brani e alcuni video omofobi del francese. Il 18 settembre l'Universal Music Group annuncia il termine delle collaborazioni con Freeze Corleone.
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Re: Cantiamo l'uomo bianco, la nostra umanità

Messaggioda Berto » dom feb 21, 2021 2:43 am

Il razzismo contro i bianchi al tempo della società aperta
WHITE GUILT
Emanuele Fusi

https://www.facebook.com/passaggioalbos ... 0864261274


In queste pagine è richiamato, senza filtri, il più controverso tabù dell’Occidente: il razzismo contro gli europei e i loro discendenti. Che sia auto-inflitta dalle élite culturali della sinistra progressista o perpetrata nei bassifondi delle periferie più desolate, questa forma di discriminazione colpisce quotidianamente milioni di individui, ai quali viene contestato un gravissimo “peccato originale”.
Dalle metropoli americane alle banlieue parigine, dalle fattorie del Sud Africa ai fiordi della Scandinavia, dalle aule parlamentari ai salotti televisivi, dalle cattedre universitarie alla stampa patinata: la cronaca degli eventi, rigorosamente censurata dai media mainstream, assume i tratti di un’ecatombe silenziosa.
Emanuele Fusi compie un viaggio nei meandri di questa isteria progressista che - dietro la maschera dei “diritti civili” - cela una pericolosa tentazione auto-razzista, pronta a ridisegnare i parametri della democrazia e ad operare evidenti cortocircuiti culturali: buona parte degli attacchi in questione, infatti, proviene da un’intellighenzia occidentale che appartiene al medesimo ceppo delle sue vittime.
L’autore passa in rassegna gli interventi di moltissimi esponenti impegnati in questa feroce opera di masochismo: accademici e opinionisti di sicura fama, giornalisti ed esponenti politici di primo piano, magnati della finanza internazionale e stelle dello spettacolo. Quella in atto - a giudicare dai curriculum dei protagonisti - è una forma di razzismo autorizzata e “politicamente corretta”, che nessuno denuncia e condanna. Il “pensiero unico” - in linea con l’omologazione planetaria tesa a sradicare ogni forma di identità - sembra porci dinanzi ad una programmata estinzione.
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