Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » lun ott 05, 2020 5:56 am

Il "siamo tutti fratelli" di Bergoglio fa il paio con l'altra demenzialità bergogliana del "costruiamo ponti e non muri" come se non fossero proprio i muri a reggere anche i ponti come pilastri e a proteggere i pilastri stessi dalla corrente, dalla marea, dal scivolamento dei pendii, oltre a costituire la base stabile del bene delle nostre case, delle nostre fabbriche, dei nostri ospedali, delle città, delle chiese stesse, della civiltà, dell'ordine cosmico, della vita stessa.


Papa Francesco, Fratelli Tutti: "La tradizione cristiana non riconosce il diritto alla proprietà privata come assoluto"
Giorgio Carbone
4 ottobre 2020

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... oluto.html

Un intervento destinato a far discutere, quello di Papa Francesco nella sua ultima enciclica, Fratelli Tutti, considerata una summa dei suoi sette anni e mezzo di pontificato, anticipata già sabato da alcuni blog cattolici tradizionalisti. In particolare, un passaggio relativo alla "proprietà". Bergoglio infatti scrive che "la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata". Insomma, il Pontefice "comunista" - così come è stato più volte tacciato di essere dagli ambienti ostili - mette in discussione la prorpietà privata. Parole, come detto, che faranno discutere.

Dunque, Papa Francesco si spende in alcuni riferimenti alla pandemia da coronavirus: "E' difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtà, pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciò che esiste. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. E' la realtà stessa che geme e si ribella. Viene alla mente il celebre verso del poeta Virgilio che evoca le lacrimevoli vicende umane", sottolinea il Pontefice.

E ancora, critiche implicite al sovranismo e alla cultura dei muri: "Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico. Riappare la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli manca questa alterità", conclude il Pontefice.


Alberto Pento
La sconsideratezza e stoltezza irresponsabile di Bergoglio è pari al suo fanatismo religioso e alla sua manipolazione della realtà e della verità, del bene e del male.


La proprietà non è un furto e un male ma un bene prezioso e rubare non è un bene ma un male
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2495

La ricchezza non è un male ma un bene
viewtopic.php?f=202&t=2915
La ricchezza non è un male ma un bene e i ricchi non sono assolutamente i cattivi e i carnefici, come i poveri e gli ultimi non sono necessariamente e naturalmente i buoni e le vittime.
La ricchezza come la salute o lo star bene, la bellezza, la bontà e la forza non sono un male.
Anche il denaro è un bene e non un male

Muri, termini, confini e barricate, segni naturali e sacri di D-o
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=1919
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » lun ott 05, 2020 5:58 am

Migranti e clandestini, Papa: Semplificare visti e incrementare corridoi umanitari ...

Nell'Enciclica ‘Fratelli Tutti', Papa Francesco espone alcune “risposte indispensabili” per i migranti, soprattutto per chi fugge da gravi crisi umanitarie: “incrementare e semplificare la concessione di visti; adottare programmi di patrocinio privato e comunitario; aprire corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili; offrire un alloggio adeguato e decoroso; garantire la sicurezza personale e l'accesso ai servizi essenziali; assicurare un'adeguata assistenza consolare, il diritto ad avere sempre con sé i documenti personali di identità, un accesso imparziale alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari e la garanzia del necessario per la sussistenza vitale; dare loro libertà di movimento e possibilità di lavorare; proteggere i minorenni e assicurare ad essi l'accesso regolare all'educazione; prevedere programmi di custodia temporanea o di accoglienza; garantire la libertà religiosa; promuovere il loro inserimento sociale; favorire il ricongiungimento familiare e preparare le comunità locali ai processi di integrazione”.


Alberto Pento
Nemmeno parte degli italiani ha tutto questo, come si può ipotizzare che si usino le scarse risorse pubbliche esistenti per darle ad altri togliendole agli italiani? Questo Papa è un demente irresponsabile!

Povertà e miseria nel Veneto, in Italia e in Europa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 161&t=2444
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674

Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2605
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1364760216

Non portarti e non portarci la morte in casa, grazie, non farti e non farci del male!
Non abbiamo nessuna colpa, nessuna responsabilità, nessun obbligo, nessun dovere di farlo e per farlo.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2624
Se tu ti credi salvatore del Mondo e vuoi morire martire, arrangiati, fallo da solo e muori da solo

Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2681

Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine e tortura
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=1911
Con chì non bussa alla porta e con chi arrivando con le armi, con la violenza, con l'inganno e la prepotenza o in gran numero, l'ospitalità non è più un dovere.
L'accoglienza forzata è un crimine contro l'umanità econtro natura, una forma orrenda di tortura, anche se di donne e di bambini! Si tratta di una deportazione all'incontrario ... !

Rifugianti, asilanti, diritti umani, obblighi e realtà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1811

Rifugiati politici, richiedenti asilo, diritti umani, convenzioni internazionali, obblighi e non obblighi
https://www.facebook.com/groups/altridi ... 3106597034


La demenza irresponsabile di Bergoglio, dei suoi vescovi e dei falsi buoni che fanno del male e che non rispettano i nostri diritti umani, questi idolatri presuntuosi che si credono salvatori dell'umanità e del mondo a nostre spese.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 132&t=2591
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 6:49 am

Le demenze scriteriate di Bergoglio

Sugli immigrati "clandestini" Bergoglio scrive: “L’immigrato (clandestino) è visto come un usurpatore che non offre nulla. Così, si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o inutili e che i potenti sono generosi benefattori”.
L’immigrato clandestino è un usurpatore. Ma è evidente che chi nega il diritto alla proprietà privata, tranne che per se stesso e una schiera di cardinali, non lo riconosca. Non sono i poveri ad essere pericolosi, ci sono autoctoni molto più poveri degli immigrati, e sono proprio i potenti ad usare gli immigrati contro i poveri.
Ad un dibattito, Bergoglio finirebbe al tappeto alla prima ripresa. È il nulla.
Infatti poi aggiunge: “Quando il prossimo è una persona migrante (clandestina) si aggiungono sfide complesse. Certo, l’ideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale scopo la strada è creare nei Paesi di origine la possibilità concreta di vivere e di crescere con dignità, così che si possano trovare lì le condizioni per il proprio sviluppo integrale”. Esiste dunque un “diritto a non emigrare” – come aveva detto Benedetto XVI – tuttavia le condizioni attuali lo limitano parecchio. Una gestione aperturista dei fenomeni migratori continua ad essere definita come indispensabile: ” Ma, finché non ci sono seri progressi in questa direzione, è nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona”.
Non esiste, secondo questo eretico, il diritto a difendere casa propria, proprio perché secondo questo eretico non esiste il diritto alla proprietà privata. Quindi non esiste famiglia. Non esiste casa e non esiste Patria.
Bergoglio è l’impersonificazione di quel relativismo che Benedetto XVI combatteva.


Alberto Pento
Certo ha il diritto di emigrare rispettando i diritti dei cittadini dei paesi in cui vorrebbe emigrare e non certo il diritto di essere ospitato e mantenuto e di vivere alle spalle degli altri.


Migrare e non migrare, accogliere e non accogliere, diritti e doveri
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =194&t=249 8
Non esiste alcun dovere assoluto ad accogliere e alcun diritto assoluto ad essere accolti.


Prima del proprio diritto a emigrare, esiste il dovere di chiedere agli altri il permesso di essere accolti e il loro insindacabile diritto a negarlo.




FRATELLI TUTTI EN NOMBRE DEL PUEBLO
Niram Ferretti
5 ottobre 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

È arrivata la nuova enciclica dell'attuale papa, o meglio il suo messaggio politico drappeggiato con i panni dell'enciclica, dalla quale apprendiamo che i confini nazionali e la proprietà privata non sono dogmi, che il "mondo è di tutti", l'immigrazione deve essere favorita il più possibile, e anzi ci vorrebbe una governance sovranazionale che decida globalmente urbi et orbi. Il termine "minoranza" va abolito perchè discriminatorio, sì, discriminatorio. Il capitalismo, bestia nera di questo papa, che ha liberato milioni di individui dall'oppressione e dall'arretratezza è da additare come sconcio sulla base delle sue storture (che inevitabilmente sono presenti). Peccato che il socialismo e il comunismo, che hanno cercato di sovvertirlo e di sostituirsi ad esso abbiano generato molta più morte e distruzione e, incomparabilmente molta più povertà. Ma queste sono verità che è meglio sottacere.
Ora, era già chiaro da tempo, che questo papa al messaggio di redenzione di Cristo ha sostituito quello di chiara impronta marxista nella sua declinazione peronista, pueblista, e che, dopo la strenua lotta portata avanti da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI contro la teologia della liberazione, questa si sia presa la sua rivincita. E oggi, con questa enciclica, dal titolo perfetto per lo Zeitgeist, "Fratelli Tutti", apparentemente ispirata a San Francesco, in realtà molto più ispirata ad Auguste Comte e alla sua religione dell'Umanità, si è forse raggiunto l'apice.
Si definisce ulteriormente l'escatologia intramondana disegnata da Bergoglio, nel cui orizzonte, il Male è, ovviamente, solo dalla parte del capitale e della proprietà, delle specificità identitarie, e il Bene è il popolo, il povero, oggi il migrante, figura simbolica che riassumerebbe sostanzialmente Cristo.
È il mondo di una fratellanza universale globalista e amorfa, molto più massonica che cristiana e in cui Dio bisogna che perda i suoi connotati troppo specifici, quelli che, per i cristiani sono unicamente riferibili alla figura di Gesù.
Agenda perfettamente consona a quella della sinistra più radicale, che non può non trovare il plauso di Bernie Sanders o Alexandra Ocasio Cortez, e, salvo gli accenni alla proprietà privata, di George Soros.


Bergoglio nella sua enciclica "Fratelli tutti" scrive che la proprietà privata non è un valore assoluto e primario ma relativo e secondario che può essere espropriata in nome e per conto di un bene umano universale, collettivo e mondiale superiore.


La svolta a sinistra di Bergoglio: "La proprietà non è intoccabile"
Francesco Boezi - Dom, 04/10/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 94352.html

Nell'ultima enciclica, Francesco parla di migranti, islam e populismo. Ma il Papa rivisita pure il concetto di "proprietà"

Un testo sfuggito all'embargo imposto dal Vaticano prima del tempo: questa è la prima informazione utile su "Fratelli tutti", il testo dell'ultima enciclica di Jorge Mario Bergoglio.

Dicono che sia la summa di questi sette anni e mezzo di pontificato. Guardando agli argomenti selezionati dal pontefice argentino, crediamo che la definizione sia corretta. Rapporti tra cattolicesimo ed islam, lotta al populismo, gestione dei fenomeni migratori ed economia sono i quattro capisaldi dell'opera dottrinale di papa Francesco. E sono anche i quattro punti su cui insiste il vescovo di Roma sin da quanto è stato eletto al soglio di Pietro. Lo spazio riservato all'ecologia questa volta dovrebbe essere minore, ma del resto questo è il papa di Laudato Sii: l'ambito ambientalista è già stato toccato con dovizia di particolari.

Qualcosa, dal punto di vista testuale, è emerso nel corso della giornata di ieri, per via dell'embargo rotto, pare, da InfoVaticana. E i blog tradizionalisti si sono fiondati sul testo spagnolo che circola sul web. Una sintesi è stata stilata da Stilum Curiae, il blog del vaticanista Marco Tosatti. La parte iniziale riguarda l'incontro tra San Francesco ed il sultano. Il Papa, non a caso, ha scelto Assisi per la firma dell'enciclica. Quell'evento storico è stato interpretato attraverso differenti lenti d'ingrandimento: gli esperti si dividono pure attorno alle fonti francescane. C'è chi pensa che quell'episodio sia un esempio di come debba essere condotto il dialogo interreligioso e chi, sostenendo che il Santo d'Italia si sia recato in Egitto al fine di convertire al cristianesimo Malik-al-Kami, rivendica invece la necessità di apporre confini precisi tra le due confessioni religiose, anche se non soprattutto in chiave gerarchica. Francesco, con ogni probabilità, pensa che sia corretta la prima interpretazione.

I focus posti sono quelli della pastorale "bergogliana". Sui migranti il Papa scrive quanto segue: "L’immigrato è visto come un usurpatore che non offre nulla. Così, si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o inutili e che i potenti sono generosi benefattori". Sempre il vertice della Chiesa universale aggiunge: "Quando il prossimo è una persona migrante si aggiungono sfide complesse. Certo, l’ideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale scopo la strada è creare nei Paesi di origine la possibilità concreta di vivere e di crescere con dignità, così che si possano trovare lì le condizioni per il proprio sviluppo integrale". Esiste dunque un "diritto a non emigrare" - come aveva detto Benedetto XVI - tuttavia le condizioni attuali lo limitano parecchio. Una gestione aperturista dei fenomeni migratori continua ad essere definita come indispensabile: " Ma, finché non ci sono seri progressi in questa direzione, è nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona", fa presente l'ex arcivescovo di Buenos Aires.

L'indicazione principale, almeno nel momento in cui scriviamo, non è chiara, ma sembra proprio che il Papa abbia voluto disegnare la prospettiva complessiva di un mondo immerso in un unicum storico e nelle sue conseguenze: la pandemia da nuovo coronavirus è, in questo senso, uno spartiacque per l'umanità. Sappiamo come la pensi Francesco in materia di distribuzione delle ricchezze: anche in questa circostanza sono stati posti accenti in favore della tutela delle cosiddette "periferie economico-esistenziali". Ma in chiave economica la novità - quella che balzerà agli onori delle cronache con una certa continuità, crediamo - riguarda il concetto di "proprietà".

All'interno di "Fratelli Tutti" - una titolazione che il fronte laicista ha avuto il coraggio di criticare per via della presunta discriminazione contenuta - rilegge l'accezione giuridica di "proprietà", sottolineandone la "funzione sociale". E questo potrebbe essere un passaggio criticato nella misura in cui la proprietà viene associata dalla prassi, dalla giurisprudenza e dalla tradizione occidentale ad un diritto assoluto. Bergoglio scrive che "la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata". Poi, di seguito, arriva un altro passaggio, che riguarda il "populismo". Una dottrina politica contro cui Francesco continua a sollevare perplessità.

Alla fine di una prima lettura della sintesi del testo - quello apparso appunto prima della fine dell'embargo su alcune realtà internaute - sembra lecito immaginare che l'enclica del Papa possa essere attaccata dalla destra ecclesiastica. Il punto più discusso - lo ripetiamo - dovrebbe essere la concettualizzazione attorno al valore della "proprietà". Se il fronte tradizionale criticasse il pontefice argentino, allora verrebbe messo in campo l'ennesimo accostamento di Bergoglio al marxismo o alla teologia della liberazione.



Alberto Pento
La proprietà privata, demenziale Bergoglio, è parte integrante dell'essere umano, della persona umana, di ogni uomo, dei suoi diritti fondamentali, della sua vita, della sua dignità, della sua libertà e sovranità che sono valori primari e assoluti.
La proprietà privata è un organo fondamentale della persona umana al pari degli altri organi del suo corpo.
La proprietà privata è ciò che distingue un uomo libero da uno schiavo che per sua natura e condizione non ha proprietà alcuna ma costituisce lui stessa una proprietà di qualcuno.
Ciò che distingue un uomo libero da un schiavo è la proprietà privata. In primo luogo la proprietà di sé stesso, del suo lavoro, della sua libertà della sua terra, della sua casa, del suo paese, dei suoi diritti umani, civili e politici.
La proprietà privata coincide con il libero arbitrio di ogni essere umano, di ogni popolo e comunità umana, di ogni paese e/o stato, divenendo anche proprietà o bene pubblico della comunità locale, del proprio paese e stato ma non universale e di chiunque.

Nella proprietà privata o pubblica degli individui e delle comunità umane vi sono anche i diritti civili e politici, propri e specifici di ogni comunità, paese e/o stato, ed esproriare ciò equivale a un crimine tra i più gravi contro l'umanità perché a danno non solo di un individuo o persona ma di tutte le persone costituenti quel popolo e il corpo sociale dei cittadini di quel paese.



La proprietà non è un furto e un male ma un bene prezioso e rubare non è un bene ma un male
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2495


Esproprio immigrazionista/umanitario ed esproprio proletario, lo stesso errore/orrore
Due calamità dell'inciviltà demosinistra e sinistra
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4926623698

Alberto Pento
Nella proprietà privata o pubblica degli individui e delle comunità umane vi sono anche i diritti civili e politici, propri e specifici di ogni comunità, paese e/o stato, ed esproriare ciò equivale a un crimine tra i più gravi contro l'umanità.
La proprietà privata delle persone singole svolge pienamente la sua funzione sociale nella famiglia e nella comunità locale e la proprietà pubblica o comune svolge la sua funzione sociale collettiva nella comunità locale, nel paese e nello stato.
Nei momenti di straordinaria emergenza i beni privati in sovrappiù di qualcuno possono essere requisiti per il bene essenziale e vitale di tutti
.


Non bastava il Covid, ci si mette anche Bergoglio
Cristofaro Sola
6 ottobre 2020

http://www.opinione.it/editoriali/2020/ ... o-berlino/

Le tasse che sono troppe, il lavoro che non c’è, i servizi pubblici che non offrono quasi mai ciò che promettono, sono questioni importanti. Talvolta decisive per la qualità della vita. Chi lo può negare? Tuttavia, lasciare che altri lavorino sulle fondamenta della nostra casa comune non è bene. Delegare ad autorità morali, convenzionalmente giudicate tali, il compito magistrale di tracciare la via del nostro futuro può essere pericoloso.

In questi giorni sui media sono circolati spezzoni della nuova Enciclica di papa Francesco, “Fratelli tutti”. Per quel poco che abbiamo letto, non ci piace per nulla. Vista l’autorevolezza della fonte, non possiamo tacere su affermazioni che stravolgono tutto ciò in cui finora abbiamo creduto e che, a ragione, abbiamo considerato fondamenti della civiltà occidentale. Siamo cresciuti avendo imparato che la difesa dei “sacri” confini della Patria fosse il dovere primo di ogni buon cittadino. Sostenere che confini e frontiere degli Stati siano un fastidioso impedimento alla legittima pretesa di ogni essere umano di realizzare la propria felicità ovunque ritenga lo possa fare, stimola l’immigrazione illegale che nuoce al Paese e semina tante vittime sulla sua strada. Si può, poi, convenire sulla critica alla globalizzazione che ha creato squilibri economici profondi e nuove povertà, ma non è condivisibile una condanna netta del mercato perché come bene spiega l’economista tedesco Clemens Fuest: “Nessun Paese al mondo ha un’economia di mercato non regolamentata senza l’influenza dello Stato. Allo stesso tempo è chiaro che non c’è paese in cui la prosperità, la protezione dell’ambiente e l’umanità fioriscano senza un’economia di mercato”. Impegnarsi a emendare le storture prodotte dal sistema non significa abolirlo. Sul diritto alla proprietà privata il pontefice scrive che: “Si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società (...) La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata”.

Forse ci siamo persi qualcosa perché non ricordiamo che in passato la Chiesa non abbia considerato intoccabile la proprietà privata, in particolare il suo patrimonio terreno. Ma declassare tale diritto da primario a secondario e subordinarlo al principio di destinazione universale dei beni creati è una follia che mina alla radice una civiltà. Da quando si ha traccia della presenza di aggregati umani sulla Terra vi sono segni di condotte finalizzate al possesso materiale di spazio, all’occupazione permanente di luoghi per installare e sviluppare nuclei sociali, a cominciare dal primo, naturale: la famiglia. Nel lessico antropologico il termine “radicamento” non ha un connotato negativo. La proprietà privata non si connette concettualmente solo al desiderio di possesso ma configura l’identità della persona. L’individuo è le cose che possiede; è la casa che abita; è il campo di grano che coltiva; è il manufatto che cesella. La patria è l’amplificazione dell’idea di proprietà; è la terra dei padri, perché appartenuta ai progenitori che l’hanno lasciata in eredità alle generazioni che si sono succedute nello svolgersi della Storia. Gli uomini hanno combattuto e combattono per difenderla. E muoiono per essa. Il diritto alla proprietà privata non attiene solo ai beni materiali più vistosi: case, terreni, soldi in banca, automobili lussuose, barche di lusso. Anche un piccolo oggetto di scarso valore commerciale può averne di grandissimo. Un pendaglio che custodisce la fotografia di una persona amata, o semplicemente il fatto che l’oggetto sia appartenuto a un defunto, non ha fungibilità economica per chi lo possiede.

Invece, il papa sentenzia ex cathedra che quell’oggetto, quel bene, quello spazio esclusivo di estrinsecazione dell’identità personale, devono essere considerati di secondo piano, tributari di un imprecisato diritto universale che s’imporrebbe su tutto ciò che gli individui hanno creato, che hanno ereditato, che hanno guadagnato, che hanno coltivato e nutrito infondendovi lo spirito e lo scopo delle loro stesse esistenze. Morto e sepolto il concetto di esproprio proletario sta nascendo quello confessionale. Già, perché il trucco che nasconde la fallacia di una tale teoria sta nel non detto. Posto che per il comunismo l’abolizione della proprietà privata andasse a beneficio del soggetto collettivo egemonizzato dal partito, la versione bergogliana a chi assegna la prelazione sui beni dei singoli? Non ci sono cose che non appartengano a qualcosa o a qualcuno. Se non potrà essere l’individuo, chi sarà? Lo Stato? La Chiesa di Roma, che in nome del diritto di mediare il divino nel rapporto con l’umano, ne rivendica il controllo e il destino? Se è questa la traiettoria sulla quale il pontefice pensa di incanalare il futuro dell’umanità, gli italiani dovrebbero imboccare la direzione opposta decidendo di contrastare un’utopia perniciosa che dispiega i suoi effetti concreti nell’implicita legittimazione delle bande di facinorosi a sfasciare le vetrine dei negozi per razziarne i beni. Pensavano in coscienza di aver chiuso negli anni Ottanta la funesta stagione dei “cattivi maestri”, ma questo messaggio al mondo è, se possibile, anche peggio degli insegnamenti sbagliati dei “cattivi maestri”.

La proprietà privata è un diritto primario e naturale dell’individuo che il pactum societatis, in qualsiasi forma si sia materializzato nella storia delle aggregazioni umane, impegna le istituzioni collettive a difenderlo e promuoverlo. Perché farlo è riconoscere l’identità della persona. A corollario del comunismo riformato di Bergoglio, nell’Enciclica si parla anche di muri, della loro presunta nocività nell’ostacolare l’incontro tra le genti e le culture. Scrive Bergoglio: “Paradossalmente, ci sono paure ancestrali che non sono state superate dal progresso tecnologico. Riappare la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti. Perché gli manca questa alterità”.

Ma chi l’ha stabilito che i muri che per millenni hanno protetto le vite degli individui, difeso culture, storie, tradizioni, siano il frutto di paure ancestrali? A noi le mura piacciono moltissimo, a cominciare da quelle leonine che demarcano lo spazio di sovranità proprio di colui che ne denuncia la negatività. Si chiamano così perché furono erette da papa Leone IV tra l’848 e l’852 per difendere il Colle Vaticano e la Basilica di San Pietro dalle incursioni dei saraceni che avevano saccheggiato Roma nell’agosto dell’846. Evidentemente devono aver svolto bene il loro mestiere se dopo mille anni sono ancora lì, sorvegliate da gendarmi della Guardia svizzera, a custodire la fede di moltitudini umane insieme agli immensi tesori materiali della Chiesa.

C’è stato un tempo non lontano in cui per i laici il peggiore incubo era di morire democristiani. Ora che la Dc non c’è più e il pericolo è scampato non vorremmo dover fare i conti con una nuova paura: morire comunisti. Ma non per mano dei nipotini di “baffone” che si sono volatilizzati dopo la caduta del muro di Berlino, ma per la singolare figura di despota da terzo millennio, che depaupera il suo popolo brandendo con una mano la Croce (che non sarebbe una novità per la Storia) e con l’altra le chiavi dell’aldilà (e neppure questa sarebbe una novità). Cristiani o non cristiani, “fratelli tutti” un corno!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 6:51 am

???
Fratelli tutti, visione opposta a Giovanni Paolo II
Riccardo Cascioli
6 ottobre 2020

https://lanuovabq.it/it/fratelli-tutti- ... i-paolo-ii

Mettiamo a confronto la visione di "Fratelli tutti" con l'omelia di inizio pontificato di san Giovanni Paolo II, quella del grido "Aprite le porte a Cristo". Si tratta di due visioni completamente diverse, l'enciclica di papa Francesco è in chiara discontinuità con le encicliche sociali che l'hanno preceduta. Cosa deve pensare e fare un semplice fedele?

Detta in estrema sintesi: la nostra stessa natura ci indica che siamo tutti fratelli e che siamo chiamati a costruire la fraternità universale; per questo dobbiamo superare i nostri egoismi individuali, le nostre chiusure, per poter creare una società aperta basata sull’inclusione, l’amore per ogni uomo, la valorizzazione dei poveri e degli ultimi; per aiutare tutte le nazioni a questo scopo è necessaria in diversi campi una “global governance”, una autorità internazionale capace di indirizzare i singoli stati e sanzionarli quando si chiudono; anche le religioni, che tutte hanno una vocazione alla fraternità universale, devono aiutare a questo scopo, e un esempio è il documento sulla fratellanza umana firmato nel febbraio 2019 da papa Francesco e il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb (la dichiarazione di Abu Dhabi) che è l’ispirazione principale di questa enciclica.

Questo per sommi capi il pensiero portante di “Fratelli tutti”, l’enciclica di papa Francesco pubblicata domenica 4 ottobre.

Per una curiosa coincidenza il giorno prima, alla Giornata della Bussola, abbiamo riascoltato il famoso passaggio dell’omelia di inizio pontificato di san Giovanni Paolo II (22 ottobre 1978), che è stato anche il programma e la sintesi del suo pontificato: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!».

Una breve omelia, in cui si annunciava con certezza la potestà di Cristo sul mondo e la missione evangelizzatrice della Chiesa, come peraltro definita dal Concilio Vaticano II. L’incertezza, la disperazione dei singoli uomini così come dei popoli, ha una sola risposta, diceva Giovanni Paolo II: Gesù Cristo. «Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna».

L’impostazione dell’enciclica “Fratelli tutti” non poteva dunque non riportare alla mente quelle parole di Giovanni Paolo II, appena riascoltate. Perché esprimono due visioni radicalmente diverse, direi opposte. E questo non può non suscitare alcune domande.

Per papa Francesco scopo ultimo di ogni uomo, cristiani in testa, è costruire la fraternità universale: basta la sola ragione umana per concepirla e riconoscere gli strumenti necessari a realizzarla. E le religioni, tutte indistintamente, devono essere un aiuto a questo perché a a questo scopo, tutte indistintamente, sono chiamate.

Per san Giovanni Paolo II, invece, solo Cristo è risposta esauriente alle domande dell’uomo come dei popoli, tutto il mondo è sotto la Sua potestà, solo Lui ha «parole di vita eterna».

La visione che papa Francesco esprime nella “Fratelli tutti” non è una declinazione di quella certezza espressa da san Giovanni Paolo II, è chiaramente un’altra cosa. Essa è piuttosto in sintonia con il pensiero che ispira “Our Global Neighborood” (Il nostro vicinato globale), il Rapporto della Commissione Onu sulla Global Governance, pubblicato nel 1995, che disegna un’etica globale per un mondo pacificato e fraterno. L’ispirazione e i valori fondanti di questa etica globale sono chiaramente assimilabili a quelli espressi nella “Fratelli tutti”. Si tratta di un manifesto socialisteggiante e utopistico che pretende di comprendere ogni «paese, razza, religione, cultura, lingua, stile di vita». Le religioni, che possono ritrovarsi su questi valori comuni, sono ovviamente necessarie in questo disegno, perché hanno la capacità di controllare una percentuale altissima della popolazione.

La prima domanda sorge dunque naturale: è questa prospettiva compatibile con la visione cattolica? Se stiamo a Giovanni Paolo II, che richiama il Concilio Vaticano II, decisamente no. La pace, la fraternità è possibile – dice san Giovanni Paolo II – se i confini degli Stati si aprono alla potestà di Cristo, non agli immigrati; se alla potestà di Cristo si aprono i sistemi economici, politici, la cultura, ogni aspetto della società. La Chiesa esiste solo per vivere e annunciare questo.

Non c’è bisogno di molti ragionamenti per rendersi conto che la “Fratelli tutti” è un rovesciamento di questa visione. Chiaramente non si tratta di due sensibilità diverse, o di sottolineature di aspetti diversi di una stessa visione dati dal vivere due momenti diversi della storia. Nel leggere la Rerum Novarum di Leone XIII e la Centesimus Annus di Giovanni Paolo II si percepiscono i cento anni che separano le due encicliche, ma è altrettanto chiara la continuità che esiste nella visione dei due pontefici.
Qua ci troviamo di fronte a qualcosa che invece rompe questa continuità e non può essere un caso che circa due terzi dei richiami di questa enciclica siano citazioni di precedenti discorsi, messaggi ed encicliche dello stesso papa Francesco.

E qui un'altra domanda diventa inevitabile: cosa deve pensare e fare un semplice fedele che non vuole chiudere gli occhi davanti a questa evidente discontinuità?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 6:51 am

VERRANNO GIORNI E ANZI SONO GIÀ VENUTI
Giacomo Biffi
7 ottobre 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

L’Anticristo era – dice Solovev – “un convinto spiritualista”. Credeva nel bene e perfino in Dio. Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava “altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza”.
Nella sua prima giovinezza si era segnalato come dotto e acuto esegeta: una sua voluminosa opera di critica biblica gli aveva propiziato una laurea ad honorem da partre dell’università di Tubinga.
Ma il libro che gli aveva procurato fama e consenso universali porta il titolo: “La via aperta verso la pace e la prosperità universale”, dove “si uniscono il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli antichi con un vasto e audace radicalismo di esigenze e direttive sociali e politiche, una sconfinata libertà di pensiero con la più profonda comprensione di tutto ciò che è mistico, l’assoluto individualismo con un’ardente dedizione al bene comune, il più elevato idealismo in fatto di principi direttivi con la precisione completa e la vitalità delle soluzioni pratiche”.
È vero che alcuni uomini di fede si domandavano perché non vi fosse nominato nemmeno una volta il nome di Cristo; ma altri ribattevano: “Dal momento che il contenuto del libro è permeato dal vero spirito cristiano, dall’amore attivo e dalla benevolenza universale, che volete di più?”. D’altronde egli “non aveva per Cristo un’ostilità di principio”. Anzi ne apprezzava la retta intenzione e l’altissimo insegnamento.
Tre cose di Gesù, però, gli riuscivano inaccettabili.
Prima di tutto le sue preoccupazioni morali. “Il Cristo – affermava – col suo moralismo ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò coi benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi”.
Poi non gli andava “la sua assoluta unicità”. Egli è uno dei tanti; o meglio – diceva – è stato il mio precursore, perché il salvatore perfetto e definitivo sono io, che ho purificato il suo messaggio da ciò che è inaccettabile all’uomo d’oggi.
Infine, e soprattutto, non poteva sopportare il fatto che Cristo sia vivo, tanto che istericamente ripeteva: “Lui non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto. È marcito, è marcito nel sepolcro...”.
Ma dove l’esposizione di Solovev si dimostra particolarmente originale e sorprendente – e merita la più approfondita riflessione – è nell’attribuzione all’Anticristo delle qualifiche di pacifista, di ecologista, di ecumenista. [...]
In questa descrizione dell’Anticristo Solovev ha avuto presente qualche bersaglio concreto? È innegabile che alluda soprattutto al “nuovo cristianesimo” di cui in quegli anni si faceva efficace banditore Lev Tolstoj. [...]
Nel suo “Vangelo” Tolstoj riduce tutto il cristianesimo alle cinque regole di comportamento che egli desume dal Discorso della Montagna:
1. Non solo non devi uccidere, ma non devi neanche adirarti contro il tuo fratello.
2. Non devi cedere alla sensualità, al punto che non devi desiderare neanche la tua propria moglie.
3. Non devi mai vincolarti con giuramento.
4. Non devi resistere al male, ma devi applicare fino in fondo e in ogni caso il principio della non-violenza.
5. Ama, aiuta, servi il tuo nemico.
Questi precetti, secondo Tolstoj, vengono bensì da Cristo, ma per essere validi non hanno affatto bisogno dell’esistenza attuale del Figlio del Dio vivente. [...]
Certo Solovev non identifica materialmente il grande romanziere con la figura dell’Anticristo. Ma ha intuito con straordinaria chiaroveggenza che proprio il tolstojsmo sarebbe diventato lungo il secolo XX il veicolo dello svuotamento sostanziale del messaggio evangelico, sotto la formale esaltazione di un’etica e di un amore per l’umanità che si presentano come “valori” cristiani. [...]
Verranno giorni, ci dice Solovev – e anzi sono già venuti, diciamo noi – quando nella cristianità si tenderà a dissolvere il fatto salvifico, che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso, concreto e razionale della fede, in una serie di “valori” facilmente smerciabili sui mercati mondani.
Da questo pericolo – ci avvisa il più grande dei filosofi russi – noi dobbiamo guardarci. Anche se un cristianesimo tolstojano ci rendesse infinitamente più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive, non possiamo e non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo, il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore.
Gesù Cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risorto, unico salvatore dell’uomo, non è traducibile in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni, omologabili con la mentalità mondana dominante. Gesù Cristo è una “pietra”, come egli ha detto di sé. Su questa “pietra” o si costruisce (affidandosi) o ci si va a inzuccare (contrapponendosi): “Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà” (Mt 21, 44). [...]
È stato dunque, quello di Solovev, un magistero profetico e al tempo stesso un magistero largamente inascoltato. Noi però vogliamo riproporlo, nella speranza che la cristianità finalmente si senta interpellata e vi presti un po’ di attenzione.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 6:52 am

Non si può più dire "migranti": ecco il nuovo lessico anti-razzista
Alessandra Benignetti - Mer, 07/10/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/no ... 94956.html

Negli uffici pubblici della capitale tedesca Berlino spunta il manuale per educare gli impiegati ad una comunicazione rispettosa delle diversità: non si potrà più dire "migrante" o "straniero". Vietate pure le parole con accezione negativa che contengono il termine "nero"

"Schwarzfahrer" è il termine che si usa in tedesco per indicare chi viaggia senza biglietto sui mezzi pubblici.

Letteralmente si traduce "passeggero nero". Pepe Danquart, nel 1992, intitolò così un cortometraggio da Oscar. Ora, però, questa, assieme a tante altre parole, dovrà sparire dal lessico utilizzato nella capitale tedesca. Se non dalle bocche del popolo, perlomeno da quelle dei funzionari della città.

La svolta politically correct di Berlino è contenuta in un documento di 44 pagine votato dal Senato rosso-rosso-verde. L’obiettivo? Evitare le discriminazioni ed educare i dipendenti pubblici ad usare una comunicazione più rispettosa della "diversità". Insomma, dopo il vocabolario femminista, in Germania arriva quello anti-razzista. Per non offendere nessuno, quindi, ora i furbetti di metro e bus dovranno essere chiamati non più "Schwarzfahrer", ma "passeggeri senza un valido biglietto". La lista è lunga. Meglio evitare di dire "anschwärzen", ovvero mettere in cattiva luce, letteralmente "in una luce nera". Gli impiegati dovranno optare per un più neutro "diffamare".

E ancora, bando alle parole "straniero" e "richiedente asilo". Per non turbare i nuovi arrivati nel Paese, negli uffici pubblici berlinesi si dovrà usare rispettivamente "residente senza la cittadinanza tedesca" e persone "abilitate a ricevere protezione". Ovviamente anche il termine migrante è considerato discriminatorio. Più corretto specificare che si tratta di "persone con una storia internazionale" o di "migranti per lavoro" se invece sono arrivate in Germania per motivi economici. Il pamphlet è stato distribuito in migliaia di uffici, assieme ad un incentivo di 150 euro per i dipendenti, che nei prossimi tre anni dovranno adeguarsi ai nuovi standard della città multiculty.

Un percorso che, spiega al corrispondente de La Stampa uno dei promotori dell’iniziativa, il senatore verde Dirk Behrendt, dovrebbe portare la capitale tedesca ad essere sempre più tollerante. Non solo. Il governo vuole passare letteralmente dalle parole ai fatti a partire dal 2024, quando a sostituire i dipendenti che andranno in pensione, con tutta probabilità ci saranno anche moltissimi immigrati. Tra le sensibilità tutelate dalla nuova lingua del politicamente corretto c’è anche quella delle persone transessuali e persino degli anziani. Sarà vietato, per esempio, pubblicare annunci di lavoro adatti a persone "giovanili".

"Berlino è una metropoli caratterizzata per la diversità dei suoi cittadini – si legge sul sito della città-Stato - l’apertura al mondo, la tolleranza e il rispetto reciproco sono importanti se vogliamo che la convivenza funzioni bene". "Tuttavia – specifica il Land - di tanto e in tanto, si verificano casi di discriminazione e di violenza razzista". Per combatterli ora ci sarà anche un nuovo lessico.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 6:55 am

Una discussione

https://www.facebook.com/profile.php?id=100004575318063

Roy Benas
Un commento senza commento... è più l'immaginazione di ciò che una persona odiata potrebbe aver scritto ed è quindi certamente criticabile piuttosto che la lettura e analisi di ciò che effettivamente viene detto.
Solo una persona in pace con se stessa come San Francesco può chiamare fratelli e sorelle tutti... non solo gli esseri umani, non solo i peccatori, non solo gli animali e tutte le creature ma perfino la morte.
Questo è un insegnamento cristiano ma anche buddista, e anche indù, giainista... ed infine è il dono della pace del Messia che per noi cristiani è Gesù.
Quindi, prima di tirare fuori stantie e vecchie divisioni da guerra fredda e nuovi complotti si dovrebbe almeno prendere in mano il testo che si crede di commentare e poi parlare. Perché da una parte di auspica la necessità di salvare il cristianesimo con l'Islam e laicismo ma da questa stessa penna si vuole seppellirlo abbattendone l'autorità.


Niram Ferretti
Roy Benas, la fratellanza può essere declinata in molti modi. C'è la fratellanza massonica, c'è la fratellanza clanistica, c'è la fratellanza mafiosa, c'è la fratellanza dei frati, ci sono tanti tipi di fratellanza. Questo papa ha idee molto chiare su come procedere e riformare. Vedo che lei, come me, ha studiato in Gregoriana. Quando ci studiavo io, non so in che anni lo abbia fatto lei, c'erano ottimi gesuiti tedeschi che non pensavano che il capitalismo avesse reso il mondo guasto o che bisognava aprire indiscriminatamente i confini ai bisognosi. Forse erano un po' troppo arcigni e old fashion, ma nel messaggio cristiano non c'è nulla contro la ricchezza anche se c'è una chiara predilezione per i poveri e per gli ultimi, ma sia i primi che i secondi sono considerati peccatori e necessitanti della grazia salvifica, non si salvano già di per sè perchè sono poveri o reietti. Questo papa ha alle spalle tanto peronismo e lo porta sempre con sè.



Marco Gallina
Massonica, con rispetto parlando, sta cippa. Quando la smetterete di parlare a sproposito di Massoneria?
Concordo sul resto.

Laura D'angeli
Marco Gallina
condivido.

Niram Ferretti
Marco Gallina
, non so se tu sei massone o meno, e se lo sei, probabilmente non vorrai rendere la cosa pubblica. Personalmente non ho nulla di particolare contro la massoneria, anche se distinguo tra loggia e loggia. Ma venendo alle cose serie, sempre che su Facebook ci sia la possibilità di toccare argomenti seri in modo serio e informato, quando scrivo che le idee che esprime Bergoglio relativamente alla fratellanza sono, a mio avviso, di impostazione molto più massonica che cristiana, lo faccio basandomi sul fatto che Bergoglio ha sostanzialmente rinunciato a presentare il cristianesimo nella sua assoluta e irriducibile specificità e ne ha fatto una sorta di umanesimo universalista, in ciò rispecchiando esattamente l'idea massonica di una umanità affratellata e dipendente da un unico Dio, il quale è pero sempre al di là di ogni confessione istituzionalizzata. Quindi non c'è da adontarsi, perchè la massoneria, di cui io non condivido i presupposti filosofici, non viene nè sminuita nè dileggiata.

Marco Gallina
Niram Ferretti
in effetti sono massone e non vedo perché dovrei nasconderlo se non per paura di quella bella gente che, utilizzando lo stesso armamentario di Nazisti e Islamici (Protocolli dei Savi di Sion e pattume vario) ci vuole “complici degli ebrei” e amerebbe finire quel che zio Adolfo ha lasciato a metà. La massoneria non è un partito politico e non ha un’ideologia, men che meno di sinistra e mondialista. La massoneria è un ordine iniziatico tradizionale dove non s’insegna “cosa” pensare ma “a pensare”, con la mente libera da dogmi e pregiudizi ed attingendo ad alcune grandi fonti di pensiero dal passato, dall’ebraismo a Pitagora e Platone, a Voltaire, Locke, Montesquieu ecc.. L’universalismo massonico non è fondato sulla credenza in un utopistico stato primigenio dove tutti sono buoni e uguali e tutte le culture si equivalgono, ma sull’idea che attraverso il lavoro interiore ed esteriore un “uomo libero e di buoni costumi” possa migliorare se stesso e, come conseguenza, il mondo intorno a sè. Non c’è niente di più lontano da quella brodaglia melensa ed ipocrita che è rappresentata da Bergoglio. Molto più massonico (al punto da legittimare qualche dubbio) è , semmai, il Ratzinger del discorso di Ratisbona.
Bergoglio è un gesuita ed un lupo travestito da agnello. Il solo pensiero di essere accostato a gente simile mi fa rabbrividire.

Niram Ferretti
Marco Gallina
pur non essendo massone, vorrei che mi chiarissi sotto quale aspetto il Ratzinger del discorso di Ratisbona avrebbe accenni massonici. Al di là di questo, il cristianesimo presentato da Bergoglio ha accenti che a me paiono molto più universalistici in senso massonico di quanto lo siano in senso cristiano, e tu, da massone, non puoi certo non sapere che per i massoni Gesù non è Dio, ma lo è per i cristiani, inequivocabilmente, e io in Bergoglio, per quanto parli necessariamente di Cristo, non ho ancora trovato un discorso netti e chiaro sulla perentorietà sulla sua divinità come avvenbiva con Giovanni Paolo II o Benedetto XVI. La fratellanza universale all'insegna di un Dio unico, o di un Grande Architetto, condivisa da una umanità che si riconosce in questa prospettiva, rischia di fare apparire il cristianesimo una prospettiva tra le altre, come è di fatto per la massoneria, e non la prospettiva unica. Dunque, ripeto, quando io uso il termine "massone" o "massoneria", non lo faccio in senso peggiorativo, ma per indicare un approccio e una prospettiva, che i cristiani non possono fare propria.

Marco Gallina
Niram Ferretti
per la Massoneria è irrilevante chi sia Cristo. Non è una religione. Per 10 massoni può essere il figlio di Dio, per 10 un maestro, per 10 un grande Iniziato e per altri 10 un buon uomo e basta. I massoni possono essere cattolici, protestanti , ebrei, indu, musulmani ecc.. l’importante è che siano uomini liberi e di buoni costumi che rifuggano il fanatismo religioso e politico e che credano nell’esistenza di Dio, non importa come lo chiamino o se vadano alla funzione la domenica, il sabato o il venerdì o non ci vadano proprio e coltivino il rapporto con il divino nel loro intimo.
Il discorso di Ratzinger è massonico sotto diversi profili ma il principale è che propugna una fede non cieca ma sostenuta dalla ragione che è in armonia con il pensiero occidentale ellenico-giudeo-cristiano. Quanto all’universalismo, è ampiamente frainteso. Ricordo che sebbene le Nazioni Unite siano il frutto del lavoro di tre Fratelli ,Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman e Winston Churchill che portarono i principî e gli ideali della Libera Muratoria nelle motivazioni, negli scopi e nella funzione dell’ONU, nessuno dei tre possa essere considerato meno che un grande patriota, come prima di loro Washington e buona parte dei padri fondatori degli Stati Uniti. L’universalismo della massoneria si fonda sulla ragione e sulla ricerca della pace che nasce dal progresso e non sulla genuflessione davanti a culture arretrate e intolleranti o che sacrificano la libertà individuale a un supposto “bene comune”. Comunque, è un discorso lungo e non si può affrontare in questa sede.

Niram Ferretti
Marco Gallina
sono d'accordo con te che il discorso è lungo e che questa non sia la sede opportuna per sviscerarlo. Certamente un massone può essere di fede cristiana, ebraica, shintoista, e così via. Il punto non è questo. Il punto è che per la massoneria nessuna religione contiene in quanto tale la verità su Dio, ma solo verità abbozzate o parziali. Dunque, in materia di religione, la massoneria professa un relativismo rigoroso. Detto questo, Ratzinger ha sempre rivendicato lungo il corso del suo pontificato e precedentemente da teologo e studioso, il rapporto necessario e necessitante che lega il cristianesimo alla ragione, soprattutto nella sua declinazione cattolica. Infatti, per Ratzinger, come per tutti i Padri della Chiesa, per giungere poi alla Scolastica, fede e ragione, pur viaggiando su binari specifici, non sono in opposizione. Certamente hai ragione quando affermi che la massoneria si fonda sulla ragione e sulla ricerca della pace che nasce dal progresso e non si genuflette davanti a culture arretrate e intolleranti. Ma l'aspetto che a me premeva sottolineare, e ti ringrazio di offrirmi questa opportunità, è che quando definisco "massonica" una certa impostazione dell'approccio di Bergoglio lo faccio proprio nel senso da me specificato, lo sento troppo astrattamente universalista quando si riferisce a Dio e molto poco concretamente cristiano.

Marco Gallina
Niram Ferretti
la matrice di Bergoglio è gesuitica e catto-comunista. Per la stragrande maggioranza dei massoni è come l’aglio per Dracula.
Quanto al relativismo, direi che è più corretto parlare di indifferenza in quanto l’ambito di operatività massonico non è religioso/animico. La religione è considerata qualcosa di personale.
Questo è il primo articolo delle Costituzioni di Anderson (che era un pastore protestante, quindi un cristiano):
I
CONCERNENTE DIO E LA RELIGIONE
Un Muratore è tenuto, per la sua condizione, ad obbedire alla legge morale; e se egli intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese ad essere della Religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando ad essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e sinceri o uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui la Muratoria diviene il Centro di Unione, e il mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti.

Niram Ferretti
Marco Gallina
questo è invece ciò che afferma la Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre del 1983, quando il ruolo di pontefice era ricoperto da Giovanni Paolo II. Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della massoneria il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella Enciclica «Humanum Genus» di Leone XIII (20 aprile 1884), il Magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua Lettera al Popolo Italiano «Custodi» (8 dicembre 1892) egli scriveva: «Ricordiamoci che il cristianesimo e la massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all’una significa separarsi dall’altra»...Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana...A proposito dell’affermazione sull’inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun «principio», nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti.
La massoneria costituirebbe un elemento di coesione per tutti coloro che credono nell’Architetto dell’Universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel Decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente. In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L’associarsi nella massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e determinante di questo. Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei «liberi muratori» e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell’arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell’interazione di segni e di idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote. Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante. In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle Logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una verità più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica". A capo della Congrezione per la Dottrina della Fede, nel 1983 era Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI.

Marco Gallina
Riavvolgiamo un attimo il nastro perchè stiamo perdendo il punto. L'affermazione in contestazione era che la politica (dottrina mi pare eccessivo) di Jorge Bergoglio sia d'ispirazione massonica. Non è così. Le idee di Bergoglio hanno radici che affondano nella teologia della liberazione e , a monte di questa, nel marxismo e nella sua ambizione di "liberare" i popoli facendone una sola cosa in un mondo nuovo permeato dall'egualitarismo marxista. Nulla che riguardi la massoneria che dal marxismo e dalle altre ideologie novecentesche collettivistiche e statalistiche è sempre stata vista come un nemico temibile in quanto portatrice di un'idea di libero pensiero e libera ricerca, in ambito spirituale, culturale e scientifico, che è l'esatto opposto del conformismo preteso da ideologie e religioni che, in fondo, altro non sono che ideologie escatologiche. La "massonicità", nota le virgolette, del pensiero di Joseph Ratzinger risiede nel fatto che l'uomo Ratzinger è espressione consapevole di una cultura occidentale che non si abbandona al dogma ma lo indaga secondo ragione. Non siamo ancora al rapporto dialettico che lega l'ebraismo a Dio, nè al completo abbandono del dogma, ma è certamente un enorme passo avanti rispetto al "tu sei bifolco e non c'hai fede, ma se te lo dico io che sso frate, c'hai da crède" di Frate Cipolla. Che , poi, il Clero Cattolico,a differenza di altri, mantenga fermo il divieto per i suoi fedeli di appartenere alla massoneria è cosa assolutamente lecita e comprensibile e non comprendo coloro che se ne lamentano. Se i Cattolici ritengono di essere gli unici custodi della verità assoluta, è ovvio che si arrocchino e si rifugino dietro le mura leonine. La massoneria non ha bisogno del bollino verde nè lo chiede. L'unica cosa che chiede , e che chiedono i massoni, (e qui mi riallaccio alla ragione del mio primo commento) è che non le (e gli) si appioppino credenze, usi, convinzioni, metodi ecc.. che non le sono propri. A questo proposito, mi soffermo un attimo sul relativismo religioso. La massoneria non è relativista, nel senso che non afferma che tutte le religioni siano uguali. La massoneria , della religione non si occupa proprio, si limita ad affermare che tutti gli uomini sono creati uguali e possono essere fratelli -se lavorano su se stessi e se lo meritano- indipendentemente dal loro credo religioso e dalla loro etnia, che sono totalmente ininfluenti. Il che non vuol dire che se arriva uno con la barba e il kalashnikov che dice che gli infedeli vanno convertiti o ammazzati lo si accolga come un fratello. O che se ne arriva un altro che fa lapidare le donne perchè non portano il burqa lo si consideri alla stregua di un sant'uomo che studia la Torah o il Vangelo e non fa male a una mosca. La massoneria è un ordine iniziatico tradizionale occidentale che, alla fine , esprime una cultura e valori occidentali e che non propugna una utopistica fratellanza terzomondista ma la fratellanza che nasce dall'accettazione di valori, diritti e doveri basici e non negoziabili che sono il distillato di migliaia di anni di storia e pensiero occidentali. E quando dico occidentali è solo una constatazione. Concetti come libertà di pensiero e di parola, uguaglianza di fronte alla legge, emancipazione della donna, laicità dello stato ecc... sono innegabilmente squisitamente occidentali , certamente, massonici, e non sono barattabili. In questo, la visione Bergogliano-terzomondista, che esalta discutibili culture, abbraccia personaggi raccapriccianti e nega le differenze anche laddove sono macroscopiche, al più imputandole -secondo lo schema marxista- a "colpa" dell'occidente liberale e capitalista, è in frontale collisione con qualsiasi principio massonico. Quindi, diamo a Bergoglio ciò che è di Bergoglio.

Niram Ferretti
Marco Gallina
hai ragione. Si trattava solo di specificare quale è la posizione ufficiale della Chiesa nei confronti della massoneria. Ma il punto non è questo. Ripeto, trovo molto poco cristianesimo in Bergoglio e più una concezione quasi sincretistica della religione guidata da una Ragione che, alla sua base, ha un affratellamento universalistico che a me pare molto più in sintonia con l'impostazione massonica che cristiana, ma non insisterei troppo su questo aspetto, perchè lo considero marginale e non marcatamente connotante.

Niram Ferretti
Marco Gallina
concordo su quanto scrivi relativamente a Bergoglio. E credo di essermi spiegato nel mio uso del termine "massonico" relativamente a un certo sapore, o meglio un alito, che aleggia su questa encliclica, che, ribadisco, ha sicuramente e innegabilmente più a che fare con il terzomondismo e il populismo sudamericano che con la massoneria. Detto questo, non sono d'accordo sull'affermazione che la massoneria non faccia propria una forma di relativismo in merito alle religioni. Relativismo non significa, "Sono tutte uguali", affatto, significa, "Nessuna di esse contiene la verità". Punto. Poichè, per la massoneria, il Grande Architetto non è nè il Dio che ha parlato a Mosè sul Sinai e a cui fa riferimento l'ebraismo e anche il cristianesimo, nè il Dio che si incarna in Gesù Cristo, nè Allah. Ogni pio ebreo, cristiano e anche musulmano, perchè l'Islam ha una sua profonda cultura spirituale e mistica, nonchè esoterica, è ben accetto se egli ripudia la violenza e concorre agli ideali di fratellanza universale e di libertà che la massoneria propugna.


Vito Aldo Barbagallo
Marco Gallina
, credo che tocchi riflettere sul ruolo che i vertici massonici, specialmente quelli coperti, stanno giocando nella definizione della rete mondialista.

Marco Gallina
Niram Ferretti
ok. Ho capito. In realtà la questione è un po’ più complessa ma si entrerebbe in discussioni esoterico-metafisiche difficili da intrattenere digitando su uno smartphone. Peraltro, al contrario di Cristianesimo e Islam, a noi , che non abbiamo dogmi, non interessa convertire nessuno. Per cui la chiudo qui. Eventualmente, se hai piacere, possiamo continuare in privato. Mi basta aver marcato il confine con l’ideologia di Bergoglio. Scusa per lo spazio che ti ho sottratto. Per il resto, sono e resto uno tra i tuoi fan più convinti.

Marco Gallina
Vito Aldo Barbagallo
non so a chi ti riferisca. Non ci sono vertici coperti e se ci fossero sarebbero i vertici di qualcos’altro. O sono talmente coperti che neppure noi li conosciamo ma, in tal caso, avrebbero qualche difficoltà a servirsi di noi. Te la faccio molto breve: la Massoneria oggi non “conta” un cazzo. Non ha potere. Nè politico nè, soprattutto, finanziario. Oltretutto è pure divisa in mille obbedienze che si guardano in cagnesco l’un l’altra e non ha neppure un copyright che la tuteli. Chiunque può costituire un’associazione e definirla massoneria. Non lo sarebbe, ma per il mondo profano non farebbe differenza. Credo che tu tu riferisca ai deliri libreschi di cui vivono alcuni personaggi, ed in particolare un sedicente Gran Maestro (del nulla) che, come un novello Leo Taxil, va blaterando di Ur Lodges allo scopo di ritagliarsi un posticino al sole dopo essere stato defenestrato e che, guarda caso, ritroviamo in questi giorni tra le comparse che si muovono tra le quinte dell’ennesino scandalo finanziario che ha travolto la Casta (?) Meretrix.


Niram Ferretti
Marco Gallina
non mi hai sottratto alcuno spazio, credimi. Anzi grazie per gli spunti offerti e avermi dato la possibilità di precisare meglio la mia posizione.



Gino Quarelo
Ecco cosa ha detto Niram dell'Islam quindi indirettamente a Maometto di Maometto che è il fondatore dell'Islam e il primo islamico della storia:
"... perchè l'Islam ha una sua profonda cultura spirituale e mistica, nonchè esoterica ..."

https://www.facebook.com/profile.php?id=100004575318063


Niram Ferretti
Marco Gallina
concordo su quanto scrivi relativamente a Bergoglio. E credo di essermi spiegato nel mio uso del termine "massonico" relativamente a un certo sapore, o meglio un alito, che aleggia su questa encliclica, che, ribadisco, ha sicuramente e innegabilmente più a che fare con il terzomondismo e il populismo sudamericano che con la massoneria. Detto questo, non sono d'accordo sull'affermazione che la massoneria non faccia propria una forma di relativismo in merito alle religioni. Relativismo non significa, "Sono tutte uguali", affatto, significa, "Nessuna di esse contiene la verità". Punto. Poichè, per la massoneria, il Grande Architetto non è nè il Dio che ha parlato a Mosè sul Sinai e a cui fa riferimento l'ebraismo e anche il cristianesimo, nè il Dio che si incarna in Gesù Cristo, nè Allah. Ogni pio ebreo, cristiano e anche musulmano, perchè l'Islam ha una sua profonda cultura spirituale e mistica, nonchè esoterica, è ben accetto se egli ripudia la violenza e concorre agli ideali di fratellanza universale e di libertà che la massoneria propugna.

Gino Quarelo
Io mi chiedo e chiedo come si possa essere massoni e al contempo ebrei, cristiani o mussulmani e viceversa.


VERRANNO GIORNI E ANZI SONO GIA' VENUTI
Giacomo Biffi
7 ottobre 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

L’Anticristo era – dice Solovev – “un convinto spiritualista”. Credeva nel bene e perfino in Dio. Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava “altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza”.
Nella sua prima giovinezza si era segnalato come dotto e acuto esegeta: una sua voluminosa opera di critica biblica gli aveva propiziato una laurea ad honorem da partre dell’università di Tubinga.
Ma il libro che gli aveva procurato fama e consenso universali porta il titolo: “La via aperta verso la pace e la prosperità universale”, dove “si uniscono il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli antichi con un vasto e audace radicalismo di esigenze e direttive sociali e politiche, una sconfinata libertà di pensiero con la più profonda comprensione di tutto ciò che è mistico, l’assoluto individualismo con un’ardente dedizione al bene comune, il più elevato idealismo in fatto di principi direttivi con la precisione completa e la vitalità delle soluzioni pratiche”.
È vero che alcuni uomini di fede si domandavano perché non vi fosse nominato nemmeno una volta il nome di Cristo; ma altri ribattevano: “Dal momento che il contenuto del libro è permeato dal vero spirito cristiano, dall’amore attivo e dalla benevolenza universale, che volete di più?”. D’altronde egli “non aveva per Cristo un’ostilità di principio”. Anzi ne apprezzava la retta intenzione e l’altissimo insegnamento.
Tre cose di Gesù, però, gli riuscivano inaccettabili.
Prima di tutto le sue preoccupazioni morali. “Il Cristo – affermava – col suo moralismo ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò coi benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi”.
Poi non gli andava “la sua assoluta unicità”. Egli è uno dei tanti; o meglio – diceva – è stato il mio precursore, perché il salvatore perfetto e definitivo sono io, che ho purificato il suo messaggio da ciò che è inaccettabile all’uomo d’oggi.
Infine, e soprattutto, non poteva sopportare il fatto che Cristo sia vivo, tanto che istericamente ripeteva: “Lui non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto. È marcito, è marcito nel sepolcro...”.
Ma dove l’esposizione di Solovev si dimostra particolarmente originale e sorprendente – e merita la più approfondita riflessione – è nell’attribuzione all’Anticristo delle qualifiche di pacifista, di ecologista, di ecumenista. [...]
In questa descrizione dell’Anticristo Solovev ha avuto presente qualche bersaglio concreto? È innegabile che alluda soprattutto al “nuovo cristianesimo” di cui in quegli anni si faceva efficace banditore Lev Tolstoj. [...]
Nel suo “Vangelo” Tolstoj riduce tutto il cristianesimo alle cinque regole di comportamento che egli desume dal Discorso della Montagna:
1. Non solo non devi uccidere, ma non devi neanche adirarti contro il tuo fratello.
2. Non devi cedere alla sensualità, al punto che non devi desiderare neanche la tua propria moglie.
3. Non devi mai vincolarti con giuramento.
4. Non devi resistere al male, ma devi applicare fino in fondo e in ogni caso il principio della non-violenza.
5. Ama, aiuta, servi il tuo nemico.
Questi precetti, secondo Tolstoj, vengono bensì da Cristo, ma per essere validi non hanno affatto bisogno dell’esistenza attuale del Figlio del Dio vivente. [...]
Certo Solovev non identifica materialmente il grande romanziere con la figura dell’Anticristo. Ma ha intuito con straordinaria chiaroveggenza che proprio il tolstojsmo sarebbe diventato lungo il secolo XX il veicolo dello svuotamento sostanziale del messaggio evangelico, sotto la formale esaltazione di un’etica e di un amore per l’umanità che si presentano come “valori” cristiani. [...]
Verranno giorni, ci dice Solovev – e anzi sono già venuti, diciamo noi – quando nella cristianità si tenderà a dissolvere il fatto salvifico, che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso, concreto e razionale della fede, in una serie di “valori” facilmente smerciabili sui mercati mondani.
Da questo pericolo – ci avvisa il più grande dei filosofi russi – noi dobbiamo guardarci. Anche se un cristianesimo tolstojano ci rendesse infinitamente più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive, non possiamo e non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo, il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore.
Gesù Cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risorto, unico salvatore dell’uomo, non è traducibile in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni, omologabili con la mentalità mondana dominante. Gesù Cristo è una “pietra”, come egli ha detto di sé. Su questa “pietra” o si costruisce (affidandosi) o ci si va a inzuccare (contrapponendosi): “Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà” (Mt 21, 44). [...]
È stato dunque, quello di Solovev, un magistero profetico e al tempo stesso un magistero largamente inascoltato. Noi però vogliamo riproporlo, nella speranza che la cristianità finalmente si senta interpellata e vi presti un po’ di attenzione.

Gino Quarelo
Gesù Cristo è stato un ebreo eretico, per taluni versi fanatico, esaltato, problematico e conflittuale. Il suo esempio porta diritto alla morte per martirio, al disprezzo per la vita sulla terra, all'antisemitismo e a Bergoglio con il suo filo maomettismo. Io ringrazio la vita di essermi liberato dal cristianismo che tanti problemi mi ha creato personalmente.

Tassilo Del Franco
Gino Quarelo
Contento te!...
Perdonami, ma la tua lettura del significato della Croce è sbagliata.
Cristo si è immolato al posto nostro per liberarci dal peccato. Non c’è disprezzo per la vita in questo immenso atto d’amore, esso esprime metaforicamente il desiderio di Dio di recuperare Adamo, cacciato dal giardino dell’Eden. Cristo lo fa mettendosi al posto del capro espiatorio che il gran sacerdote immolava nel Tempio a Gerusalemme, realizzando le profezie dell’Antico Testamento. Ma il terzo giorno risuscita dai morti ed è pronto per riunirsi al Padre. Ed è il trionfo della vita sulla morte.

Gino Quarelo
Certo questa è l'ideologia e il credo cristiano, pura idolatria, per me assoluta insensatezza; Cristo era solo un uomo.
Per me la vita trionfa sulla morte riproducendosi e non attraverso la fede e la credenza cristiana; i cristiani sono liberi di credere alle loro cose e io di non crederci.

Tassilo Del Franco
Gino Quarelo
Idolatría? Credevo che la parola avesse un altro significato.
Non fa nulla, ho visto che in tutto il resto la pensi come me.


Niram Ferretti
Gino Quarelo
questo è quello che ritieni tu.

Gino Quarelo
Scambiare la propria interpretazione religiosa del divino per Dio è idolatria. Certo questo è ciò che ritengo io e tanto mi basta.
Per me le religioni sono tutte presunzioni idolatre, di cui non ho assolutamente bisogno.
Io uomo come tutti gli uomini mi permetto di dire a Cristo: tu non sei figlio di Dio e non sei Dio
e a Maometto: tu non sei profeta di Dio e il tuo Allah non è Dio ma un idolo mostruoso.


Niram Ferretti
Gino Quarelo
tu puoi dire quello che desideri. Puoi professare un tuo credo personale, puoi non professarlo, puoi credere o non credere in ciò che vuoi, scrivere ciò che vuoi. Nessun problema. Ma devi farti una ragione che per menti finissime, da duemila anni, Gesù è stato considerato Dio ed è considerato tuttora Dio. Poi, certo, saranno tutti vittime di un abbaglio, ma sai, invece di loro, potresti essere tu a trovarti nell'errore.


Gino Quarelo
Certo,
ma ditemi cosa dite voi all'assassino Maometto?
e agli ebrei, tra cui vi sono menti finissime che non credono che Cristo sia Dio cosa dite loro?
che si sbagliano?


Tassilo Del Franco
Gino Quarelo
Cosa c’entra Maometto? Sai benissimo che ha ammantato di religiosità un’ideologia alla Charlie Manson.
Per quanto riguarda gli ebrei, aspettano anche loro il Messia. Per loro verrà, per noi ritornerà.
Gesù ha detto che non è venuto ad abolire la Toràh, ma a portarla a compimento.
Non so cosa ci sia di tanto “fanatico, esaltato, problematico, conflittuale” in questo.



Marco Antonio Baldassari
Gino Quarelo
che non hanno fede in Cristo. Non sono cristiani. Solo questo possiamo dire. Quando non sei più in grado di dirlo sei nel Chaos.

Gino Quarelo
Ecco cosa ha detto Niram dell'Islam quindi indirettamente a Maometto di Maometto che è il fondatore dell'Islam e il primo islamico della storia:
"... perchè l'Islam ha una sua profonda cultura spirituale e mistica, nonchè esoterica ..."
https://www.facebook.com/profile.php?id=100004575318063

Niram Ferretti
Marco Gallina
concordo su quanto scrivi relativamente a Bergoglio. E credo di essermi spiegato nel mio uso del termine "massonico" relativamente a un certo sapore, o meglio un alito, che aleggia su questa encliclica, che, ribadisco, ha sicuramente e innegabilmente più a che fare con il terzomondismo e il populismo sudamericano che con la massoneria. Detto questo, non sono d'accordo sull'affermazione che la massoneria non faccia propria una forma di relativismo in merito alle religioni. Relativismo non significa, "Sono tutte uguali", affatto, significa, "Nessuna di esse contiene la verità". Punto. Poichè, per la massoneria, il Grande Architetto non è nè il Dio che ha parlato a Mosè sul Sinai e a cui fa riferimento l'ebraismo e anche il cristianesimo, nè il Dio che si incarna in Gesù Cristo, nè Allah. Ogni pio ebreo, cristiano e anche musulmano, perchè l'Islam ha una sua profonda cultura spirituale e mistica, nonchè esoterica, è ben accetto se egli ripudia la violenza e concorre agli ideali di fratellanza universale e di libertà che la massoneria propugna.

Gino Quarelo
Io mi chiedo e chiedo, come si possa essere massoni e al contempo ebrei, cristiani o mussulmani e viceversa.
Eppoi mi chiedo e chiedo: cosa mai c'è di spirituale nell'Islam di Maometto o nazismo maomettano che è l'unico e vero islam?
Infatti bisogna chiedersi cosa c'era di spirituale, mistico ed esoterico in Maometto?
Cosa mai vi sarebbe di spirituale nella presunzione idolatra di Maometto, nel suo suprematismo religioso imperialista e violento, nei suoi crimini e nelle sue stragi contro ogni diversamente religioso e pensante?
Ma quali sarebbero mai i valori spirituali e umani dell'Islam?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2580
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 6:57 am

La fratellanza ideologica non naturalmente fraterna, indotta e imposta è una demenzialità e un crimine.

Chi non ci ama, non ci rispetta, ci disprezza e ci odia, ci minaccia e ci uccide, ci invade e ci depreda, chi non bussa alla porta e non aspetta e che non se ne va se la porta non si apre e che pretende comunque di entrare nella nostra casa e nel nostro paese non è nostro fratello, ma il male e nostro nemico da cui guardarci, da cui difenderci, da respingere, da bandire e da conbattere con ogni mezzo pena la nostra riduzione in schiavitù, in dhimmitudine e la nostra morte.




Eric Emmour : "PAPA FRANCESCO È UN NEMICO D'EUROPA - HA TRASFORMATO IL VATICANO IN UNA ONG" (video)
9 0ttobre 2020

https://www.islamnograzie.com/eric-emmo ... ong-video/

In questo video il filosofo e giornalista francese Eric Emmour è apparso nel programma Face à l’Info per discutere della terza enciclica di sinistra recentemente svelata da Papa Francesco, che a suo dire è stata ispirata dal grande Imam del Cairo, Ahmad al-Tayyeb. L’Imam sostiene il pestaggio della moglie,la pena di morte per gli apostati, gli attacchi suicidi contro gli ebrei, l’esecuzione di gay e la Sharia.

Nell’enciclica del Papa intitolata “Fratelli Tutti” (“Fratelli e Sorelle Tutti”) dipinge un quadro molto cupo e oscuro del mondo contemporaneo. Sostiene l’immigrazione, il globalismo e il socialismo sotto la premessa che faranno un mondo migliore.

“Il Papa sta facendo politica. Abbiamo un papa post-cattolico. Non è più cattolico”, ha dichiarato . Continua a spiegare che il messaggio del Papa non è più universale, ma “un discorso di estrema sinistra, non è cattolicesimo”.

Per quanto riguarda l’identità cristiana degli europei, anche Eric Emmour è stato molto critico nei confronti di Papa Francesco. “È un nemico dell’Europa, disprezza l’Europa. Da quello che so, odia la Francia. Non difende il patrimonio cattolico, lo vende. Ha trasformato il Vaticano in una ONG”, spiega l’editorialista. “Ha preso la parte dei nemici dell’Europa. Parla per l’estrema sinistra, che odia l’eredità dell’Europa e dei nostri paesi”.

Il Papa sa che “l’Europa sta de-cristianizzandosi a una velocità fenomenale” e ha scelto di sacrificare il continente un tempo cristiano. Invece di mettere la sua energia verso un continente con una popolazione cristiana in declino, è disposto a cedere l’Europa all’Islam, spiega zemmour:

Così egli considera, come molte persone intorno a lui, che l’Europa senza cristianesimo sta per morire. E che, in ogni caso, è meglio lasciarla morire, o almeno è meglio lasciarla agli altri. Soprattutto all’Islam.

Traduzione video:

Host TV:

Buonasera a tutti. Buonasera, signori. È bello rivedervi. Buonasera, Eric Emmour.

La terza Enciclica di Papa Francesco dal titolo “Fratelli e sorella tutti” è stata inaugurata ieri, domenica. Dà una valutazione cupa del mondo contemporaneo, e suggerisce modi per rendere il mondo un posto migliore.

Eric Emmour, come decifrare questa nuova enciclica?

Che cosa dobbiamo ricordare da esso?

Ez:

Ascolta, ti confesso, dopo averla letta che ero sbalordito.

Sono rimasto stupito dal tipo di ingenuità di solito associata con adolescenti papponesi che è stato diffusa su quasi ogni pagina. È stato impressionante.

Rendere il mondo un posto migliore, va bene quando hai 14 anni.

Non appena hai 15 anni e mezzo, non ci credi più. Vi ricordo che Gesù disse: “Il mio regno non è di questo mondo”.

Era più saggio. È, se vi piace, una sorta di idealismo, globalismo, universalismo e lo ripeterò, ingenuo, che vi confesso, mi lascia stordito.

Ok, quindi è politico. In realtà, il Papa è politico.

E ‘la prima volta nella storia, e ne parleremo più tardi con Marc

sui rapporti tra i re di Francia e i papi.

Tutti i papi precedenti hanno avuto i loro difetti, ma erano cattolici.

Ora abbiamo un papa post-cattolico.

Non è più cattolico.

Conduttore TV:

Cosa significa?

Ciò significa che…., sapete la famosa frase di G.K. Chesterton, “Il mondo è pieno di virtù cristiane impazzite”. Quello è il papa. È proprio così!

Non sta facendo il cattolicesimo. Adotta un discorso di estrema sinistra, ma non è cattolicesimo.

Anche se il cattolicesimo fosse universale, e sappiamo da 2.000 anni che nella teologia cattolica, accediamo all’universale attraverso l’individuo. Ci sono alcuni scritti assolutamente magnifici di Bossuet, che mostrano l’equilibrio tra l’universale e la nazione.

CONDUTTORE TV

Mi scusi.

Ez

– Una gomma da masticare?

Ez

Sì, esattamente.

Tra l’universale e la nazione.

Quindi, questo sembra essere un uso improprio del dogma cattolico per entrare in politica, e il Papa lp sta facendo, o sembra che abbia scritto l’enciclica in collaborazione con il Grande Imam Ahmed Al-Tayeb. È sconcertante.

Egli spiega che dobbiamo difendere l’identità dei popoli poveri.

Ha assolutamente ragione. Approvo il 2.000%, ma che dire dell’identità dei popoli europei?

Non gli importa. Ci spiega che ogni paese è anche un paese per stranieri.

Questo rivela che non ha capito assolutamente nulla del famoso testo dell’Antico Testamento che dice”Benvenuti allo straniero perché voi stessi siete stati stranieri nella terra d’Egitto”.

Si ripete anche nei Vangeli. Tranne che il Papa dimentica che nell’Antico Testamento, come nel Nuovo, lo straniero che viene accolto lascia anche. Rimane un paio di giorni. Questa è ospitalità.

Non rimane e non porta la sua famiglia o fa venire la sua famiglia. Se ne va.

Questo è il significato di: “Eri uno sconosciuto nella terra d’Egitto. Ricordate.

Non si tratta di avere tutte le persone dall’estero che vengono in alcuni paesi.

Host TV:

Il Papa non è – mi dispiace, ti ho interrotto. Non è il ruolo del Papa essere misericordiosi, essendo universalista, come dici tu, non è questo il suo ruolo? Questo è il suo ruolo… – Amarsi l’un l’altro.

Eric Emmour:

È nel suo ruolo, forse, non ho l’impressione che sia il suo ruolo darci un’enciclica che suona come una canzone del gruppo musicale Grand Corps Malade [grande corpo malato].

Quindi è già uscito dal suo ruolo. Il Papa, per favore, è il capo della Chiesa.

Quindi, ci sono cattolici, e c’è una regola che è stata insegnata molto tempo fa, la famosa regola della sussidiarietà.

Non è il Trattato di Maastricht che l’ha inventato. È la chiesa.

Cosa si intende per sussidiarietà? Significa che il Papa e il capo della Chiesa sono per la fede, per il dogma, ma non per la politica. Lì, è completamente fuori dal suo ruolo.

Host TV:

– Anche quando chiede armonia, quando cerca di unire, quando vuole vedere, per esempio, i migranti, lei ha detto, come cittadini uniti dalla fede. Tutto ciò che non è…

-È politica. -Questa è politica? “Sì, è politica.

E gli altri papi? – Sta sostituendo il paese. Gli altri papi non erano politici?

Anche gli altri papi erano politici, ma rispettavano di più il dogma. Se vuoi, hai ragione, è una domanda fondamentale. In che modo questo è diverso dai papi precedenti o da quello che hanno fatto?

Avevamo due grandi papi, Giovanni Paolo II e… -Papa Benedetto XVI. Uno era polacco, l’altro tedesco, profondamente europeo, profondamente radicato nelle loro identità nazionali.

Che credevano nelle nazioni. Che credevano in particolare nelle nazioni europee. Quindi qui c’è un tizio che viene dal Sud America, che disprezza l’Europa, che ovviamente, per quanto ne so, odia la Francia.

In particolare, disprezza l’Europa, e poi pronuncia un discorso universalista come un’organizzazione non governativa.

Infatti, ha trasformato il Vaticano in una ONG. Non credo che sia il suo ruolo.

Parla come una ONG che salverà i migranti nel Mediterraneo, ma non è questo che riguarda la chiesa.

Mi scusi. Non è così!

E Papa Benedetto XVI, che è ancora vivo, potrebbe ricordargli cos’è la teologia cattolica.

Ho letto testi di Papa Benedetto XVI, che dicono qualcos’altro. Leggi gli scritti di Giovanni Paolo II.

Ecco, te lo dico io, sta uscendo dal suo ruolo. Siamo consapevoli da dove viene.

Ha avuto la sua giovinezza formata dai gesuiti in Sud America nel 1960.

Quindi questo è molto politico. È molto ideologico. È molto di sinistra.

Così molto influenzato. Non sto dicendo che fosse legato all’ideologia della teologia della liberazione dai marxisti degli anni ’60 con tutti i movimenti rivoluzionari del Sud America.

Sappiamo che la Chiesa laggiù era molto vicina ad alcuni movimenti marxisti e comunisti dell’epoca.

È chiaro che questo è il suo universo. Stavo per dire culturale, affettivo, politico e quindi ideologico.

Si può vedere tutto questo. Puoi vedere da dove viene. Potete vedere con chi parla, come dicevano i marxisti, e potete vedere quello che dice.

Host TV:

Dice di essere contrario alla pena di morte e a favore dell’uguaglianza per le donne, è a favore dell’accoglienza dei migranti, e dice di essere a favore dell’eliminazione totale delle armi nucleari.

Quindi, secondo Eric Emmour, il Papa deve…

Eric Emmour:

Straordinario, vi dico, stavo dicendo tutto questo quando avevo 14 anni, e sono cresciuto negli anni ’70.

Host TV:

Il Papa deve difendere il retaggio cattolico? Non deve andare oltre? In questo campo della politica e della geopolitica?

Eric Emmour:

Non difende il retaggio cattolico. Al contrario, lo vende.

Sai, ho una tesi piuttosto semplice sul Papa.

Credo che abbia capito qualcosa che affliggeva i suoi predecessori, ed è che l’Europa si sta de-cristianizzando a una velocità fenomenale. E che al di fuori di questo, è il cristianesimo, continuo a ripeterlo più e più volte, che ha reso la Francia, che ha fatto l’Europa. Così egli considera, come molte persone intorno a lui, che l’Europa senza cristianesimo sta per morire. E che, in ogni caso, è meglio lasciarla morire, o almeno è meglio lasciarla agli altri. Soprattutto all’Islam.

E fa una scelta strategica, ha scelto la geo-strategia.

Ci sono continenti dove ci sono ancora molti cristiani, o in ogni caso, c’è un sacco di conversione. Ad esempio in Cina. Ad esempio in Sud America. Per esempio in Africa.

Ecco dove si trova il potenziale demografico e politico, e stavo quasi per dire il potenziale economico. L’Europa, purtroppo, è in fase di de-cristianizzazione. Quindi sta sacrificando l’Europa.

Sta sacrificando l’Europa. Veste questa terrificante scelta geostrategica per gli europei e i cattolici europei con un discorso di impiallacciatura universalista e “Care Bear love”.

Non credo che questo porti onore a questo papa. Non lo so, chi vuole reagire?

Host TV:

La mia ultima domanda: cosa ti preoccupa di più? Il fatto che critichi l’Europa, o il fatto che sta usando questo discorso universalista? Cosa ti preoccupa di più?

Eric Emmour:

Tutto questo mi infastidisce. Tutto questo mi infastidisce.

Voglio dire, questo papa, come potete vedere, è ovviamente un nemico dell’Europa.

Ha preso la parte dei nemici dell’Europa. Parla per l’estrema sinistra, che odia l’eredità dell’Europa e dei nostri paesi.

Sapete, i cattolici non sono obbligati a obbedire al Papa se diventa politico.

Devono obbedire al Papa, come ho detto prima, al principio di sussidiarietà.

Devono obbedire al papa per il dogma, ma questo non è dogma. Sta diventando politico.

I cattolici non sono obbligati a obbedirgli.

Host TV:

-Marc. “Vorrei toccare due o tre punti, ma non ho tempo per sviluppare tutto. No, no. Non c’è tempo.

Marc Ospite in mostra:

Il primo punto riguarda l’egemonia del dogma cristiano, che un certo numero di papi hanno voluto. Tra qualche istante parleremo di Bonifacio VIII.

Significato, a quel tempo, il Papa sognava l’Europa come un regno cristiano.

Quindi è stato estremamente politico. Volevano regnare sui re.

Questo è il primo punto, no, ma è per ricordartelo, perché ti piacciono sempre i riferimenti storici.

Eric Emmour:

Hai ragione, hai ragione.

Marc Ospite:

Il secondo punto, vorrei dire su cui rifletto, è la sua mentalità. Quando evochi la sua giovinezza in Argentina, non devi dimenticare, quello che è successo in Argentina, con gli omicidi.

– Una dittatura. Un orrore di barbarie, che è stato guidato dai militari, e penso che ci sia stata una sorta di lividi che gli ha dato il desiderio di un mondo migliore.

No, ma è per accettare quello che è.

Eric Emmour:

– (D.) Sono assolutamente d’accordo su questo punto, su entrambi i punti. 1. I Papi sono sempre stati in politica. Lei ha assolutamente ragione, ma, appunto, il re di Francia ha sempre resistito. È quello che mi dirai. “Ma ok, no, ma sono d’accordo. In particolare.

Ci sono sempre state tendenze teocratiche nella Chiesa, ma è stata combattuta dalle stesse parole di Gesù Cristo.

Il regno non deve evocare. Ridiamo a Cesare ciò che appartiene a Cesare e a Dio ciò che appartiene a Dio. Beh, oggi lo rimandarò al Papa.

Va bene, ma voglio dire che l’intenzione di Bonifacio VIII E tutti gli altri, era la stessa. L’altro punto è come in questo caso di Giovanni Paolo II, Giovanni Paolo II era un papa estremamente politico. Combatté contro il comunismo e aiutò a porre fine al comunismo.

-Hai ragione. Avevo detto che tutti i Papi sono politici. – Demetri.

Papa Francesco, tra l’altro, negli Stati Uniti ha avuto un brutto momento,

è stato descritto come un comunista cripto. -Hanno ragione. E oltre a questo, c’era ancora resistenza a un punto di questa enciclica perché si intitolava “Fratelli Tutti”, tutti fratelli, e fu rimproverato per aver dato quel titolo.

Questo è il principio stesso della sinistra.

Non è mai rimasto abbastanza.

E questa è la storia della Rivoluzione francese.

Non si può mai essere lasciato abbastanza. E così il branco dovrà fare ogni sforzo per compiacere queste persone. Non gli piaceranno mai abbastanza perché è il papa della Chiesa cattolica; che gli piaccia o no, non è il grande imam dell’Università Al-Azhar al Cairo.

Penso ancora che ci sia un punto che spiega le sue convinzioni personali, ma anche il posizionamento politico nei confronti degli evangelici, credo.

Lui e i sudamericani, come lei ha detto, c’è una vivace competizione all’interno della Chiesa cattolica. L’ho detto. -Questa è una parte di esso. Sto dicendo che sta cercando paesi in cui ci sono ancora cristiani. ” È vero.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 6:57 am

Questo criminale razzista afro francese nero che invita a sterminare i bianchi non è mio fratello, forse sarà fratello di Bergoglio che pare odiare i bianchi euro americani.

Impiccate i bianchi
Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi. Acchiappateli e poi impiccate i loro genitori.
Appendeteli tutti, appendete i bianchi. Nessuna pietà, muoiano tutti insieme, dai l'esempio, torturali in gruppo
Il ministro dell’Interno francese, Gerard Collomb, ha chiesto e ottenuto di rimuovere da tutto il web la videoclip in cui si vede, o meglio si vedeva, un uomo bianco raggiunto da una pallottola alla schiena e impiccato con il sinistro avvertimento «questo è solo l'inizio».




'Graziato' il rapper francese Nick Conrad che istiga alla violenza contro i bambini bianchi: condannato a settemila euro di multa

https://www.agi.it/spettacolo/musica/ni ... 019-03-20/

Settemila euro di multa, cinque per il tribunale e due per le associazioni che gli hanno fatto causa, e una lettera di licenziamento dall’hotel dove lavorava come addetto all’accoglienza; la prima esperienza di popolarità, anche se tecnicamente sarebbe più corretto chiamarla viralità, non ha portato questo granché di vantaggi a Nick Conrad, il rapper francese di colore salito agli onori delle cronache internazionali per aver seviziato e infine ucciso un uomo bianco nel video della sua “Pendez Les Blancs”.

Incitamento alla violenza, secondo la BBC è questo il reato del quale si è reso colpevole Conrad, ma quella di oggi è solo la condanna, che sarebbe anche potuta essere più severa arrivando fino cinque anni di carcere e 45 mila euro di multa, ma i pubblici ministeri ci sono andati leggeri sostenendo che il ragazzo in qualche modo “ha già pagato le conseguenze”.

Effettivamente la multa è salata e la perdita del lavoro sarà un bel problema, ma più che altro forse potrà già dire addio ai suoi sogni rap, difficilmente con queste premesse qualcuno avrà voglia di investire tempo e denaro sul suo progetto. “Pendez Les Blancs” tra l’altro, non è riuscita nemmeno a godere di quell’effetto boomerang/splatter, di stimolare la curiosità dei visualizzatori su YouTube, tant’è che lì, ma anche su tutte le altre piattaforme, i numeri restano piuttosto bassini.

D’altra parte versi come “e rentre dans des crèches, je tue des bébés blancs, Attrapez-les vite et pendez leurs parents” ovvero “Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi. Acchiappateli e poi impiccate i loro genitori”, più che attenzione attirano sdegno. Come quello espresso, come ricorda il Corriere della Sera, anche il nostro ministro dell’interno Matteo Salvini, che alla storia lo scorso settembre dedicò un post su Facebook: “Quelli che difendono questo idiota dicono che è “Libertà culturale”, a me pare solo una schifezza”.

In realtà ben pochi sono quelli che si sono appellati alla libertà artistica di espressione, c’ha provato lo stesso Conrad, che ha assicurato che il video non voleva in nessun modo essere razzista, ma i suoi video così come le sue rime, sono spesso incentrate sulla battaglia tra bianchi e neri, chi lo conosce lo sa. Nemmeno il popolo del web, nella maggior parte dei casi abbastanza impermeabile alle provocazioni, si è messo in prima linea per difenderlo, anzi, lo ha letteralmente coperto di insulti, sbagliando mira alle volte e colpendo il povero Nick Conrad, un omonimo conduttore della BBC.




Diede dell'"orango" alla Kyenge: Calderoli condannato a 18 mesi
Sergio Rame - Lun, 14/01/2019

https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q ... RW1vzKjZmg



Nel 2013 disse: "Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare alle sembianze di un orango". Oggi la condanna per Calderoli

Roberto Calderoli è stato condannato 18 mesi di carcere per avere definito "orango" l'ex ministro all'Integrazione Cecile Kyenge nel luglio del 2013 durante una festa della Lega Nord.

La pena è stata sospesa e non ci sarà menzione nel casellario giudiziario ma il legale del senatore leghista, l'avvocato Domenico Aiello, ha sottolineato che "la pena detentiva per un supposto reato di opinione, per di più avvenuta durante un comizio di partito, ha evidenti risvolti di inciviltà giuridica e miopia". L'europarlamentare piddì, invece, esulta e rilancia attaccando a testa bassa il Carroccio: "Il razzismo la paga cara".

Nel maggio del 2017, un altro esponente della Lega, l'europarlamentare Mario Borghezio, era stato condannato al pagamento di mille euro di multa e a un risarcimento di 50mila euro per alcune frasi pronunciate nel corso della trasmissione La Zanzara su Radio 24. Per lo stesso motivo è stato condannato oggi Calderoli dal tribunale di Bergamo. Il senatore leghista era stato, infatti, accusato di diffamazione aggravata dall'odio razziale presentata per alcune dichiarazioni fatte dal palco della festa del Carroccio di Treviglio il 13 luglio 2013. "Amo gli animali - aveva detto Caldaroli davanti a 1.500 persone - orsi e lupi, com'è noto. Ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango".

Calderoli, che al tempo delle dichiarazioni era già vice presente del Senato, si era scusato per quanto detto contro la Kyenge. Ma il processo era andato ugualmente avanti e il pubblico ministero, Gianluigi Dettori, aveva chiesto due anni. In sentenza il giudice Antonella Bertoja ha deciso di ridurre la pena a un anno e sei mesi. "È una sentenza incoraggiante per tutti quelli che si battono contro il razzismo - ha commentato la Kyenge - il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche". Alla lettura della sentenza Calderoli non era presente in aula perché ricoverato in ospedale a Padova per alcuni accertamenti.



Le offese a sfondo razziale e la loro punibilità
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di Concas Alessandra, Referente Aree Diritto Civile, Commerciale e Fallimentare e Diritto di Famiglia
1 febbraio 2019

https://www.diritto.it/le-offese-a-sfon ... unibilita/


Versione PDF del documento

Qualcuno offende una persona chiamandolo “sporco negro” .

Se la persona di colore non ci sta e si reca alla polizia a sporgere denuncia, che cosa rischia chi ha proferito le offese? Può essere incriminato?

La risposta a questi quesiti è contenuta nella sentenza n. 2461/19 del 18/01/2019 della Suprema Corte di Cassazione.

La Corte, per la prima volta, ha preso atto della riforma dell’Ingiuria, esprimendo il suo giudizio in merito alle offese rivolte nei confronti di soggetti che fanno parte di altre “razze”.
L’Ingiuria

L’ingiuria è quel comportamento che pone chi offende un’altra persona, indipendentemente dal fatto che i motivi siano o non siano leciti, al fine di mortificarla.

L’unico caso nel quale l’ingiuria non viene punita è quando è la reazione immediata a un’altra ingiuria o a una diffamazione subita poco prima.

Se si ha intento vendicativo l’ingiuria resta punibile.

Da tre anni non è più reato e non è punita penalmente.

Il decreto svuota carceri (D.lgs. n. 7/2016 del 15/01/2016) ne ha previsto la depenalizzazione e la trasformazione in un illecito civile.

Chi offende una persona può subire una causa di risarcimento del danno e, all’esito, una multa comminata dal giudice, da versare allo Stato.

Non c’è più la possibilità di querelare chi pronuncia insulti.

Restano punite penalmente la diffamazione, quando in assenza della vittima se ne parla male in presenza di almeno due persone, e l’intimidazione che spesso segue all’ingiuria.

Ad esempio

dire “sporco negro, ti do fuoco” è reato non per la frase “sporco negro” ma per avere detto “ti do fuoco ”, indipendentemente dalle intenzioni.

Allo stesso modo, offendere un inquilino confidandosi con altri condomini, è reato di diffamazione.
Ingiuria a sfondo razziale

Secondo la Suprema Corte di Cassazione, in presenza di ingiuria, chi pronuncia offese a sfondo razziale non può essere punito, sempre in relazione alla depenalizzazione del precedente reato. Il La condotta non ha più “rilevanza penale”.

Dire “sporco negro” in presenza della vittima non è reato e non può essere punito.

Oltre a questo, se non ci sono testimoni che sentono l’offesa, la persona offesa incontrerà ostacoli nell’agire per il risarcimento, a meno che non abbia registrato la conversazione.

Nel processo civile, che è quello rivolto a ottenere i danni, non è ammessa la dichiarazione delle parti in giudizio come fonte di prova.

Le prove dovranno essere acquisite in diverso modo.

A questo proposito, le videoregistrazioni, rese più agevoli dai moderni strumenti portatili, sono diventati un valido aiuto.

In un contesto “a due”, dove non ci sono altre persone che potrebbero riportare i fatti al giudice con quello che è stato detto e sentito, sarà impossibile fare valere i legittimi diritti.

In razzisti vengono protetti oltre che da una involuzione culturale degli anni recenti, dal quadro delle norme giuridiche.
In quali circostanze il razzismo è reato

L’ Ordinamento Giuridico Italiano punisce la discriminazione in ogni campo.

Anche in materia di lavoro, il licenziamento intimato per ragioni collegate alla razza si considera nullo e obbliga l’azienda alla reintegrazione sul posto.

Dal lato penale, la legge sanziona con la reclusione sino a un anno e sei mesi chiunque divulghi idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, oppure istighi a compiere o compia atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (L. n. 9 ottobre 1967, n. 962).

Quello che rende punibile la discriminazione xenofoba, sia nella forma di razzismo sia in quella di odio razziale, è la propaganda, non l’offesa rivolta allo straniero.

Con “propaganda” s’intende quell’attività rivolta a manifestare pubblicamente le personali convinzioni con fine di condizionare l’opinione pubblica e modificare le idee e i comportamenti dei destinatari.

Questo tipo di divulgazione viene considerata punibile con il reato, perché è suscettibile di ingenerare nel pubblico gli stessi sentimenti di avversione e di odio comuni a coloro che ne fanno pubblica esibizione.

La manifestazione di pensiero a connotazione razzista costituisce reato quando assume i caratteri della propaganda.

L’Ordinamento Italiano punisce penalmente la discriminazione razziale.

In modo specifico, la legge sanziona con la reclusione sino a un anno e sei mesi chiunque divulghi idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istighi a compiere o compie atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

La norma incrimina due distinte forme di discriminazione.

Il cosiddetto razzismo supremazionista e l’odio razziale.

Il razzismo supremazionista è una forma di discriminazione che si fonda sulla superiorità di una razza rispetto a un’altra.

L’odio razziale, consiste in un sentimento di ostilità che, per avere rilevanza penale, deve trascendere la semplice avversione o antipatia e sfociare nel desiderio di morte o di danneggiamento della persona discriminata.

Quello che rende punibile una discriminazione xenofoba, sia nella forma di razzismo supremazionista sia in quella di odio razziale, è la propaganda.L. n. 9 ottobre 1967, n. 962.

Con questo termine s’intende un’attività rivolta a manifestare pubblicamente le personali convinzioni con il fine di condizionare l’opinione pubblica e modificare le idee e i comportamenti dei destinatari.

Questo tipo di divulgazione viene considerata perseguibile penalmente, perché risulta essere suscettibile di generare nel pubblico gli stessi sentimenti di avversione e di odio promossi da chi ne li esibisce i pubblico.

Si potrebbe pensare che la propaganda debba consistere necessariamente in un’attività reiterata nel tempo.

La Suprema Corte di Cassazione, con un’importante pronuncia, ha stabilito che

“Anche un’isolata manifestazione a contenuto razzista, se resa in luogo pubblico o aperto al pubblico, può integrare il reato in commento”.

Non essendo necessario l’elemento della continuità temporale, l’attività di propaganda può essere caratterizzata anche da un singolo atto di razzismo.




"Tornatene nella giungla", scritto su Facebook, è istigazione all'odio razziale.
Giorgio Lunardi
27 luglio 2018

https://www.altreinfo.org/controllo-glo ... o-lunardi/

Abbiamo sotto mano la sentenza della Corte di Cassazione n. 7859 del 2018, quindi molto recente. Ricordiamo che le sentenze della Cassazione sono importanti perché rappresentano la cosiddetta “giurisprudenza”, vale a dire sono vere e proprie linee guida che tutti i magistrati sono tenuti ad applicare nei processi in corso.

Dire a Cevile Kyenge tornatene nella giungla è reato di istigazione all'odio razziale

Un tizio, in aperto dissenso con alcune affermazioni di Cécile Kyenge, l’allora Ministro dell’integrazione, scrive sul suo profilo Facebook quanto segue:

‘Rassegni le dimissioni e se ne torni nella giungla dalla quale è uscita’

Il post criticava le politiche migratorie di Cecile Kyenge ed in particolare quella di

“garantire alla popolazione zingara la possibilità di ottenere una casa del patrimonio immobiliare pubblico, la cittadinanza ed un lavoro”.

L’autore del post metteva ben in evidenza che queste politiche non erano affatto condivise dalla maggioranza degli italiani. La frase sopra riportata – “se ne torni nella giungla” – era quella conclusiva del post.

Naturalmente l’imprudente blogger è stato condannato in primo e secondo grado per istigazione all’odio razziale e costretto a pagare un congruo risarcimento danni a Cecile Kyenge, costituitasi parte civile.

I giudici della Cassazione hanno confermato la sentenza in via definitiva. A detta dei Magistrati:

“Quel che rileva è l’evidente e gratuito giudizio di disvalore espresso (nel post), fondato sull’appartenenza della Kyenge alla razza degli africani di pelle nera, che, secondo l’imputato, ha nella giungla e non nella società civilizzata, il suo habitat naturale, per ragioni storiche ovvero perché assimilabile agli animali, come le scimmie, che vi vivono.”

Quindi, la Cassazione sostiene, a prescindere, che dire a un nero di tornarsene nella giungla sia “istigazione all’odio razziale”, perché nella giungla vivono le scimmie e perché l’insulto non è rivolto alla persona, in questo caso Cecile Kyenge, bensì alla “razza degli africani di pelle nera”. Naturalmente, se lo stesso invito viene fatto a un bianco, il reato di istigazione all’odio razziale non sussiste, in quanto verrebbe a mancare il presupposto fondamentale: avere la pelle nera.
Consigli utili

Non vogliamo immaginare quanto sia costato a quel tizio l’affermazione di cui sopra, oltre alla condanna, le spese processuali, l’avvocato e l’indennizzo a Cecile Kyenge, che finora si è sempre costituita parte civile in tutti i processi che la riguardano. Forse pensava che un post su Facebook sfuggisse alla mannaia delle Razza Magistrato (senza offese), ma così non è stato. Nemmeno Twitter sfugge. E neanche Instagram, whatsapp, disqus, sexychat, yogichat. Se volete dire a qualcuno di tornarsene nella giungla sappiate che ovunque voi siate sarete ritrovati, identificati, processati e condannati.

Cosa fare allora?

Non si può fare molto. E’ inutile che diciate a un nero “ma va a quel paese“, senza specificare meglio a quale paese vi riferite. Potrebbe essere ancora più rischioso che mandarlo direttamente nella giungla. Temo non ci siano soluzioni. Se dovete proprio insultare un nero, respirate profondamente, pensate al vostro conto corrente in banca, a tutto il lavoro che avete dovuto fare per risparmiare quattro euro e state zitti. Se il nero vi dice “bianco di merda” non provateci a ricambiare la cortesia. Lui non può essere razzista, perché nero. Voi invece si, razzisti a prescindere perché bianchi.

Calma e pazienza.

Mi raccomando, lo ripeto ancora una volta. Il reato di “istigazione all’odio razziale” è perseguibile d’ufficio, non occorre querela di parte, quindi andate incontro a processo certo e condanna certa, visti i precedenti. Fate anche attenzione agli sguardi che tradiscono rabbia perché i passanti potrebbero interpretarli come “incitamento all’odio razziale”. Lo sguardo dev’essere sempre rilassato ed è bene abbozzare un sorriso compiaciuto.

Se non ci riuscite provate a pensare che l’uomo o la donna che avete davanti a voi, se proviene da un posto diverso dall’Italia, ha una pelle più scura della vostra o professa una religione diversa dalla religione cattolica, sta sicuramente lavorando duro per pagare la vostra futura pensione. Si tratta di persone socialmente impegnate.

Se proprio volete dire “tornatene nella giungla” a qualcuno ditelo a un conoscente, o andate nei boschi e urlatelo ai quattro venti, oppure chiudetevi nella vostra stanza, mettetevi un cuscino in bocca (potrebbe sentirvi qualche passante nero e denunciarvi) e urlate a squarciagola

“TORNATEVENE TUTTI NELLA GIUNGLA”

Dopodiché bevetevi una tisana rilassante e andate a dormire. Mi raccomando, dev’essere un “tutti” generico, non rivolto ad un’etnia in particolare, altrimenti va a finire che peggiorate la vostra situazione.

Ultimo consiglio. Ai vostri figli piccoli dite che gli africani sono i benvenuti. Sapete come sono i bambini, loro parlano a scuola, raccontano, dicono alle maestre quel che dicono papà e mamma a casa e se quel che dite non è “conforme e allineato col pensiero unico globale” arrivano gli assistenti sociali e vi portano via i figli in quanto voi siete genitori indegni. Quindi, attenzione a quel che fate.

Tutto questo a causa di una legge liberticida, voluta da alcuni, approvata nel 1993, una legge che porta il nome di legge Mancino, scritta da altri però.

di Giorgio Lunardi

Fonte: http://www.altreinfo.org

PS: Come sempre, alla fine di ogni mio post ci tengo a precisare che io amo tutti i terrestri, soprattutto se hanno la pelle almeno un po’ più scura della mia. Amo i mussulmani, gli ortodossi, i cattolici, gli ebrei, i buddisti, gli induisti ecc. ecc. E amo Cecile Kyenge, naturalmente. A dire il vero, la invidio anche un po’. Lei può querelare a destra e manca un sacco di gente incauta, dalla penna facile, mentre io invece devo lavorare come un nero per sopravvivere.

OPS… “lavorare come un nero” può essere inteso come “istigazione all’odio razziale”? Meglio specificare: lavorare come un nero vuol dire lavorare sodo, lavorare tanto, lavorare duro. E’ un’affermazione positiva.



Dire "italiano di merda" o "talebano" non è reato, dire "negro" si, parola di giudice
Giuseppe D'Alessandro
Domenica, 02 Febbraio 2020

https://www.retidigiustizia.it/leggi-e- ... onda-parte

Non può esservi dubbio che le offese di carattere razziale siano fra quelle più odiose e anche pericolose, perché implicitamente "degradano" l'avversario come persona, non già per il suo comportamento. Inoltre un passato non molto lontano dovrebbe far riflettere tutti sui pericoli insiti in questi deprecabili atteggiamenti. La parte del leone in questa (misera) classifica la fanno gli insulti che utilizzano termini riferiti a persone provenienti dal continente africano, primo fra tutti marocchino, seguito da negro, arabo, libico e africano. Com'è ovvio si tratta di parole per lo più neutre, ma che in un determinato contesto possono assumere il tono dell'offesa. Così la Cassazione ha ritenuto in una particolare circostanza che il termine extracomunitario integrasse la diffamazione (5553/08). Le tesi difensive tendenti a valutare asetticamente il significato di un termine sono sempre state rigettate dal Supremo Collegio, il quale ha ritenuto che sostantivare l'aggettivo che riflette la provenienza etnica di una persona ed apostrofare quest'ultima in tal modo, con evidente atteggiamento di scherno e dileggio, costituisce ingiuria (Cass. 19378/05). Se poi il sostantivo è aggettivato da altro termine chiaramente offensivo, l'aggravante dell'odio razziale è assicurata.

Così il supremo collegio ha ritenuto sussistere l'aggravante nell'espressione "sporca negra" in quanto "combina la qualità negativa al dato razziale" e inoltre "non risulta adottata in occidente alternativamente l'espressione sporco giallo, né in Africa o Cina sporco bianco" (Cass. 9381/06). Meno rigido è invece l'atteggiamento dei giudici quando l'offesa razziale (o forse sarebbe meglio dire xenofoba) concerne uno straniero che proviene da uno Stato a noi vicino, quale ad esempio la Croazia. Probabilmente perché, dal colore della pelle, gli Europei vengono ritenuti appartenenti alla "nostra" razza. Dire "porco croato" a un cittadino di Zagabria è sì un'ingiuria, ma priva dell'aggravante razziale, in quanto la gente croata fa parte dello stesso popolo europeo (Cass. 39233/08). Se poi l'insultato è un italiano ed è insultato perché tale, il fatto costituisce sì reato, ma senza l'aggravante razziale. Quindi dire a un abitante del bel Paese "italiano di merda" non implica un disprezzo razziale, neanche se a dirlo è un…nero (come nel caso in esame). La Cassazione, che se ne è occupata con la sentenza 25.03.10 n.11590, ha voluto però precisare ancora una volta che l'esclusione dipende dal contesto in cui la frase era stata detta. Tuttavia tale motivazione sembra poco convincente: quando una persona viene chiamata con l'appellativo della nazionalità, appare evidente come il disprezzo portato dal secondo termine di natura escrementizia non può che essere denigratorio, oltre che della persona, della nazione alla quale appartiene.

Un'ultima annotazione: dare del razzista è reato? Dipende: se è la reazione a un atteggiamento ritenuto illegittimo, l'agente va esente da pena. Alcuni poliziotti avevano fermato due cittadini nigeriani trattenendoli senza apparente motivo. Per questo un giovane fiorentino presente li aveva qualificati "razzisti". Da qui la querela e la condanna da parte del giudice di pace di Firenze a mille euro di multa; decisione ribaltata dalla Cassazione con sentenza 29338 del 2010 che ha ritenuto trattarsi di reazione legittima.

Nel linguaggio comune è poi entrato il termine talebano, che in origine indicava semplicemente gli studenti delle scuole coraniche (incaricati della prima sommaria alfabetizzazione, basata esclusivamente su testi sacri islamici). Successivamente questo termine è passato a indicare i fondamentalisti presenti soprattutto in Afghanistan e nel confinante Pakistan. A rigore, esso non designare una "qualità razziale", ma costituisce sempre un'indicazione legata alla provenienza (Afghanistan e Pakistan) ed è divenuto sinonimo di persona intollerante. Ebbene tale termine, secondo una massima della Cassazione, non è ritenuto lesivo della onorabilità, a patto che rimanga nell'ambito di un dibattito politico (15323/08).


Foligno, maestro chiamò scimmia due bimbi nigeriani. La Procura chiede il processo: "È stato razzismo"
30 settembre 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... o/5487494/

L'episodio risale a febbraio 2019. L'uomo aveva apostrofato i due bimbi chiamandoli "brutti" e "scimmia", costringendo uno dei due a girare il banco. Per i pm si tratta di maltrattamenti, aggravati dalla discriminazione

Aveva insultato due bambini di colore, suoi alunni apostrofandoli “brutto” e “scimmia”, costringendo uno di loro a girare il banco verso la finestra. La procura di Spoleto, ora che le indagini si sono concluse, non ha dubbi: è stato razzismo. Responsabile un maestro supplente, ora sospeso, che insegnava in una scuola pubblica di Foligno. Per lui sono stati ipotizzati due reati: abuso di mezzi di correzione e maltrattamenti, entrambi aggravati dall’odio etnico e razziale. In particolare, secondo l’accusa, il docente ha avviato “trattamenti umilianti, degradanti e discriminatori” al punto da – riporta la Nazione – “mettere in pericolo la salute psichica” dei bambini, causando “stati d’ansia e disturbi del comportamento”.

L’uomo, al contrario, ha sempre negato di avere agito per razzismo, sostenendo invece di aver svolto una sorta di esperimento didattico: “Un’attività per l’integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione”.

I fatti risalgono a febbraio 2019. Il maestro aveva richiamato l’attenzione degli altri alunni sul primo dei bambini, due fratelli nigeriani: “Ma che brutto che è questo bambino nero! Bambini, non trovate anche voi che sia proprio brutto? Girati, così non ti devo guardare”. Poi, stando alle ricostruzioni, gli aveva fatto girare il banco verso la finestra e lo aveva obbligato a guardare fuori: “Non ti voltare così non vedo come sei brutto”. Il giorno dopo una scena simile era avvenuta con la sorella: “Io conosco tuo fratello, tu sei brutta come lui. Che nome lungo ti hanno dato i tuoi genitori, ti posso chiamare scimmia?”. A riferirlo erano stati gli stessi bambinie la famiglia. Da allora, il docente è stato sospeso fino alla definizione del procedimento penale. Dopo quell’episodio non è più tornato in una classe.


La canzone choc del rapper nero: "Impiccate i bianchi e uccidete i bebè"
Claudio Cartaldo - Mer, 26/09/2018

https://www.ilgiornale.it/news/spettaco ... 81108.html

Bufera sul rapper francese Nick Conrad. Canzone e video choc inorridiscono la politica. Le Pen: "Non rimanga impunito"

Il rapper incita a "impiccare i bianchi" nella sua canzone e scoppia la polemica, con la procura francese che ha deciso di aprire una indagine per "incitazione a delinquere" contro Nick Conrad.

La canzone finita nella bufera si intitola "Plb" ed è il singolare acrinimo di Pendez les blancs, ovvero impiccate i bianchi. Non certo una canzone d'amore. Il testo è infatti chiaro, diretto e - secondo i pm francesi - meritevole anche di una inchiesta approfondita. "Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi - si sente dire nella canzone - Acchiappateli e impiccate i loro genitori".

Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell'Interno del governo Macron, Gerard Collomb, il quale ha condannato "senza riserve i propositi abbietti e gli attacchi ignobili" del rapper. Immediata è scattata l'azione delle autorità Transalpine per togliere il video della canzone dal web.

Il rapper dal canto suo nega che il testo abbia intenti razzisti contro i bianchi, ma sostiene che si tratti di una provocazione (e questo era evidente) per far riflettere su quanto subito in passato dai bianchi. "Non è una incitazione all'odio", ha detto in una intervista, ma è "un invito a riflettere" sul razzismo, una "inversione dei ruoli", "una finzione che mostra cose accadute ai neri". Contro Conrad, però, si sono già scagliati anche gli esponenti della Licra, la Lega internazionale contro il razzismo e l'antisemitismo. "L'appello all'omicidio razzista della clip di Nick Conrad è abietto e di una violenza inaudita - ha scritto in un tweet l'organizzazione - La libertà creativa non vuol dire la libertà di esortare a impiccare i bianchi a causa del colore della loro pelle".

A sua difesa il rapper ha affermato che il video è stato realizzato da una troupe che all'80% era composta da persone bianche, nonostante nelle immagini si veda un occidentale pestato da due ragazzi di colore.

Durissimo il commento di Marine Le Pen: "Mentre molti compatrioti sperimentano il razzismo anti-bianco di cui nessun esperto o persona dei media autoproclamati parla - ha scritto su Twitter - questa provocazione non deve rimanere impunita. Non c'è nulla di artistico in ciò che è puramente e semplicemente una chiamata all'odio e all'omicidio!".




UN RAPPER NERO INCITA AD UCCIDERE I BIANCHI... MA GUAI A CONDANNARLO

http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5653

La sua ''canzone'' dice: ''entrate negli asili nido, uccidete i bebè bianchi e poi impiccate i loro genitori''

Si fa alla svelta a gridare al razzismo: ma quando, ad esserne vittima, è un uomo bianco improvvisamente l'attenzione mediatica scema ed anche la giustizia diventa inspiegabilmente mansueta.
È il caso, ad esempio, del rapper nero Nick Conrad, di 35 anni, recentemente condannato, benché abbia continuato a proclamare la propria innocenza ed a negare d'essere razzista. Però il testo del suo brano, intitolato non a caso Plb-Pendez les blancs («Impiccate i bianchi»), non lascia adito a dubbi: «Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi - dice - Acchiappateli e poi impiccate i loro genitori».
Per questo, a fine marzo, è giunta la sentenza di condanna della Corte penale nei suoi confronti, una condanna incredibilmente clemente: 5 mila euro di sanzione, oltre tutto pena sospesa, per istigazione a delinquere.
La sua clip vomita violenza al punto da aver scatenato accese polemiche già dallo scorso settembre: nel video si vedeva un uomo bianco con un revolver infilato in bocca o con la testa schiacciata contro il marciapiede.
Eppure il rapper si è detto «deluso» dalla sentenza ed ha preannunciato di voler ricorrere addirittura in appello: «La lotta continuerà», ha dichiarato, benché, alla fine, egli si sia ritrovato finora a dover sborsare solo mille euro per danni a due associazioni costituitesi parti civili, la Licra-Lega internazionale contro il razzismo e l'antisemitismo e l'Agrif-Alleanza generale contro il razzismo e per il rispetto dell'identità francese e cristiana.

UN'AGGRESSIONE OMOFOBA E RAZZISTA? IN REALTÀ ERA TUTTO FALSO
Chissà perché, però, quando il politicamente corretto si rivela scorretto, all'epidermica ed immediata levata di scudi iniziale si sostituisce un imbarazzato silenzio. Capita non solo quando la vittima del razzismo sia bianca, ma anche quando la violenza omofobica si riveli, in realtà, solo ed unicamente una gigantesca farsa o, peggio, un pretesto.
Qualcuno avrà forse saputo, ad esempio, dell'arresto dell'attore omosessuale afro-americano Jussie Smollett, accusato lo scorso febbraio di essersi letteralmente inventato un'aggressione «omofoba» e «razzista», raccogliendo, sulla parola, la solidarietà di molte star ed una copertura mediatica internazionale.
Pochi i riflettori rimasti accesi, però, per spiegare che, in realtà, quella di Smollett è stata soltanto un'enorme montatura, per procurarsi una facile pubblicità gratuita. Dopo il suo rilascio su cauzione, è stato licenziato dalla serie tv in cui recitava ed ora rischia fino a tre anni di carcere. Ma di lui nessuno parla più. E figuracce come questa sono purtroppo più frequenti di quanto si creda.

L'ISLAM PUÒ INFANGARE IL CRISTIANESIMO E NESSUNO DEVE PROTESTARE
Lo stesso accade con l'islam, altro tema "tabù", nei cui confronti l'Occidente rivela una clemenza pari al lassismo anche laddove i precedenti suggeriscano maggior rigore e severità. Lo rivelano vicende come quella di Basit, un 19enne afghano, ufficialmente in Francia come rifugiato politico: in realtà, si è già distinto per aver danneggiato il portone della Sottoprefettura di Fontainebleau e per aver minacciato di morte le guardie del castello, dichiarando la propria adesione all'Isis.
Nonostante tutto, il tribunale penale non lo ha riconosciuto colpevole di apologia del terrorismo, lo ha derubricato come giovane disagiato, quindi lo ha condannato ad un anno di reclusione, ma con la sospensione della pena. Lo status di enfant terrible gli ha consentito d'aver accesso al regime di messa in prova per 36 mesi, nonché gratuitamente alle cure psichiatriche e sanitarie del caso ed alla formazione al lavoro. Unica misura restrittiva: il divieto di frequentare il castello di Fontainebleau. Nient'altro.
Anche in questo caso non è stato chiuso un occhio, ma tutti e due. Come si è fatto anche negli studi radiofonici di France Inter, allorché, proprio - si badi - nel pomeriggio di Venerdì Santo, si è lasciato esibire e pagato con soldi del servizio pubblico un sedicente cantante, lanciatosi in un'oscena, vergognosa, delirante, canzonatoria interpretazione del rogo di Notre-Dame.
Quello trasmesso, nel giorno della morte di Cristo in croce, è stato un bieco oltraggio alla fede ed alle convinzioni più intime di milioni di cattolici, cui tuttavia viene chiesto di starsene zitti e guai al primo che parla, immediatamente tacciabile d'integralismo e fanatismo religioso in nome di un illimitato senso della «libertà d'espressione», per la verità ridotta a libertà d'insulto e, chissà perché, attivabile soltanto a senso unico, il senso cioè di chi canti col coro, rendendo i cristiani un bersaglio.
Ancora una volta, nei casi citati ed in molti altri, un'omertà complice ha consentito il trionfo non del buon senso, della giustizia e del buon gusto, bensì dell'ideologia, del pregiudizio e del «politicamente corretto».

Nota di BastaBugie: nel video seguente (durata: 2 minuti) dal titolo "I numeri dell'invasione islamica" fotografa la reale situazione dei musulmani nel nostro Paese. Ne esce un quadro drammatico che dovrebbe far riflettere su quanto sia urgente un cambio di rotta radicale e immediato.



«Impiccate i bambini bianchi», a processo il rapper Nick Conrad
Giuseppe Gaetano
30 settembre 2018

https://www.corriere.it/esteri/18_sette ... f8b0.shtml

«Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi. Acchiappateli e poi impiccate i loro genitori». Il rapper parigino Nick Conrad sarebbe rimasto probabilmente per sempre un (poco) emerito sconosciuto nel panorama musicale se non gli fosse balenata in mente l’intuizione di scrivere un testo così atroce. «Je rentre dans des crèches, je tue des bébés blancs, Attrapez-les vite et pendez leurs parents» recita il verso in lingua originale, contenuto nel suo ultimo brano "Pendez les blancs", "Impiccate i bianchi" appunto. La canzone contempla anche un coro: «Appendeteli tutti, appendete i bianchi. Nessuna pietà, muoiano tutti insieme, dai l'esempio, torturali in gruppo» intona l'allegro ritornello. Conrad è stato interrogato dai giudici sabato e rimesso in libertà, in vista del processo per istigazione all’odio razziale che comincerà il prossimo 9 gennaio, in cui rischia fino a 5 anni di carcere e 45mila euro di multa. Il ministro dell’Interno francese, Gerard Collomb, ha chiesto e ottenuto di rimuovere da tutto il web la videoclip in cui si vede, o meglio si vedeva, un uomo bianco raggiunto da una pallottola alla schiena e impiccato con il sinistro avvertimento «questo è solo l'inizio». Intervistato da RTL, il musicista assicura che il testo non voleva in alcun modo incitare alla violenza e di «non essere razzista». Figuriamoci se lo fosse stato: c’è da chiedersi cos’altro bisogna scrivere per meritarsi certe accuse.

«Impiccate i bambini bianchi», a processo il rapper Nick Conrad

Conrad non ha mai fatto mistero del suo "orgoglio nero" e della sua battaglia per i diritti della comunità "black", vissuti però in contrapposizione con quelli del resto della popolazione, come se gli uni dovessero necessariamente escludere gli altri. Ma da qui a incitare alla strage ce ne passa. Oltre alla Rete, contro di lui si è scagliata anche la Licra, la Lega contro il razzismo e l’antisemitismo: «La libertà di creazione artistica - avverte l’organismo - non equivale alla libertà di incitare all’impiccagione dei bianchi per il colore della loro pelle». La vicenda ha varcato i confini transalpini. In Gran Bretagna un altro Nick Conrad, uno sfortunato presentatore della Bbc omonimo del rapper, è stato oggetto di «minacce di morte» sui social network, a causa di un clamoroso scambio di persona. L'eco delle parole è giunta anche in Italia, alle orecchie di Matteo Salvini: «Roba da matti - twitta il ministro dell’Interno -. Dicono che è libertà culturale, a me pare solo una schifezza».
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Re: Amare se stessi, l'egoismo e la fratellanza universale

Messaggioda Berto » gio ott 15, 2020 7:00 am

Questi non sono miei fratelli:
Chi mi manca di rispetto, mi insulta, mi minaccia e mi depreda; chi invade il mio paese e la mia casa; chi mi disprezza e mi odia perché bianco, europeo, cristiano, ateo o aidolo; chi tenta di impedirmi di esercitare i miei diritti e di uccidermi; chi mi calunnia e mi demonizza come cristiano, bianco ed europeo; chi viola i miei diritti umani naturali e universali, civili e politici non è mio fratello.


tu orrendo Bergoglio che mi fai del male, che hai santificato il criminale Maometto e il suo nazismo maomettano, che irresponsabilmente e calunniosamente mi diffami, mi calunni, mi colpevolizzi e mi demonizzi come bianco ed europeo, come occidentale, come laico e come uomo di buona volontà che crede nella scienza e nel lavoro (nell'industria, nel capitale e nel libero mercato, nella responsabilità e nel merito, nella proprietà privata e nel bene della ricchezza) e che mi vorresti incrociare con la forza e a tuo demenziale piacimento per meticciare l'umanità contro la mia natura, il mio desiderio e la mia volontà, tu non sei proprio mio fratello, né naturalmente né idealmente;

voi clandestini che invadete con la frode e la violenza il mio paese e che violate i miei diritti umani civili e politici non siete affatto miei fratelli;

voi nazi maomettani seguaci del criminale Maometto, l'Hitler idolatra dell'Arabia del VI-VII° secolo, che disprezzate, minacciate, depredate e uccidete ogni diversamente religioso da voi, non religioso e pensante della terra, non siete in alcun modo miei fratelli, né per natura né per religione;

tu Nick Conrad, demenziale razzista africano nero, naturalizzato francese che inciti ad uccidere i bianchi come me non sei assolutamente mio fratello:

Impiccate i bianchi
Entrate negli asili nido e uccidete i bebè bianchi. Acchiappateli e poi impiccate i loro genitori.
Appendeteli tutti, appendete i bianchi. Nessuna pietà, muoiano tutti insieme, dai l'esempio, torturali in gruppo
Il ministro dell’Interno francese, Gerard Collomb, ha chiesto e ottenuto di rimuovere da tutto il web la videoclip in cui si vede, o meglio si vedeva, un uomo bianco raggiunto da una pallottola alla schiena e impiccato con il sinistro avvertimento «questo è solo l'inizio».

tu africano nero del Sudafrica che perseguiti, ammazzi e vorresti sterminare i bianchi di quel paese non sei mio fratello;
tu africano mezzo moro o nero e nazi maomettano che ammazzi i turisti bianchi e i cristiani di ogni colore non sei mio fratello;
tu afroamericano suprematista nero, antifa, BLM, nazi maomettano che incendi, devasti, saccheggi gli USA e che perseguiti e ammazzi i bianchi non sei mio fratello;

tu internazi comunista che sostieni l'esproprio proletario, umanitario, terzomondista, africano, l'invasione del mio paese e la solidarietà forzata con la mia riduzione in schiavitù; che stai dalla parte di tutte le dittature del mondo social-comuniste come la Cina e il Venezuela e nazi-maomettane come l'Iran non sei mio fratello;
tu internazi comunista antifa e BLM nero o bianco che incendi, devasti, saccheggi gli USA e che perseguiti, depredi e ammazzi sia i bianchi che i neri non sei mio affatto mio fratello;

tu nazista hitleriano e ariano che demenzialmente te la prendi con gli ebrei che non ti hanno mai fatto del male e che altrettanto demenzialmente te la fai con il nazismo maomettano, non sei assolutamente mio fratello;

tu nazista zingaro, feroce razzista che da secoli vivi predandoci in ogni maniera possibile, con il furto, le truffe, le rapine, i sequestri, aprofittando criminalmente del nostro welfare, e facendoti scudo dietro il vittimismo di una innocente diversità etnica e culturale falsamente e ingiustamente perseguitata, tu non sei in alcun modo mio fratello;

Voi tutti non siete miei fratelli ma miei nemici e nemici della buona umanità!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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