Je suis Theo v. Gogh, M. Allam, Charlie Hebdo, A. Bibi, Mila

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Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 7:42 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 7:44 pm

L'Islam è una merda?
Sì e planetaria ma non solo è anche una minaccia e una mafia mondiale, una mostruosità, un male assoluto per l'intera umanità.
Nessuna offesa quindi, nessun oltraggio, nessun insulto perché è la pura e semplice verità.
Merda è il nome figurato perfetto per indicare ciò che è ributtante, schifoso, orripilante, da rifiutare, rigettare, scartare, ciò che è disgustoso, velenoso, tossico, demenziale che fa del male, che terrorizza, che manca di rispetto, che disumanizza, che induce all'odio, alla discriminazione, al razzismo, al suicidio, all'omicidio, alle guerre civili e allo sterminio, che porta orrore, terrore e morte.


La reazione islamica alle parole di Mila caratterizzata da violenza verbale intimidatoria e minacce di morte è la prova più evidente che Mila ha ragione e che l'Islam è proprio odio, violenza, morte e merda.




“CORANO È ODIO”/ E l’islam minaccia Mila: le fedi non erano tutte uguali?

https://www.ilsussidiario.net/news/cora ... i/1982264/

Povera Mila, con quel nome da cartoni animati, con le lentiggini e l’aria sbarazzina e impertinente, in che guaio sei capitata. In che dramma ti sei cacciata, e hai cacciato la tua famiglia. Credevi di vivere in un paese che erge i diritti individuali a suprema deità, dove la libertà è sacra e sovrana, e chiunque può esprimere quel che crede, giusto o sbagliato che sia.

Soprattutto se, incalzata sui social, risponde – male – a tono, insultando colpevolmente la religione islamica. E ricevendo tali e tanto gravi insulti e minacce da dover essere messa sotto scorta, con i suoi cari, impedita a frequentare la scuola.

Siamo in presenza di una sedicenne che manifesta pericolosi segni di razzismo e di odio antireligioso, effettivamente. Una sedicenne. Che posta un video arrabbiato, cattivo, volgare, come se ne vedono tanti. Come ne ha ricevuti, prima e dopo. Ma parliamo di una sedicenne, contro cui è stato aperto un procedimento giudiziario per incitamento all’odio (per fortuna archiviato), come ai figuri che l’hanno minacciata, pubblicando il suo indirizzo di casa e di scuola.

Ricordiamo che in Francia non esiste una legge contro la blasfemia. È il paese dei diritti, diamine. Puoi tranquillamente insultare il papa o Gesù Cristo e ricevere applausi per uno sberleffo, esaltato per la libertà di satira. Il papa, Gesù. Non puoi però permetterti di sbeffeggiare l’islam senza rischiare fatwe e attentati. Si è liberi finché non si rischia nulla, insomma. Nel paese che abolisce il termine e il concetto di “padre” perché, ci dicono, si può essere padri o madri a seconda dell’umore e della volontà del momento, si può essere padri e madri insieme, eccetera, nemmeno davanti al disprezzo e alla violenza che si rivolge contro una ragazzina chiamandola “schifosa lesbica” i difensori dei diritti sono tutti dalla stessa parte.

E la Francia si divide, tra chi paragona il caso di Mila a quello dei vignettisti di Charlie Hebdo, colpiti atrocemente dalla furia islamista, e chi in punta di penna distingue, perché Mila non faceva satira, cari i miei intellò, e quindi è maggiormente colpevole, e dunque “se l’è cercata”.

Poi ci si crogiola nel #metoo e si cercano platee per far valere giustamente i diritti delle donne, che notoriamente se la cercano, quando vengono violentate, fisicamente o psicologicamente.

Parliamo di una ragazzina, 16 anni. Una bella lavata di capo, da qualche poliziotto severo, una bella sospensione a scuola, l’invito a dedicare qualche pomeriggio ad aiutare famiglie di musulmani perbene, e lei stessa dice che ce ne sono tante. Si chiama educazione. E perseguire senza se e senza ma i micidiali distruttori di un’identità, un carattere, una giovinezza, certi dell’impunità perché vittime del politically correct, dell’esasperazione dei diritti individuali, qualsivoglia siano le pulsioni che li determinano, e possiamo tranquillamente assolverli per giusta reazione.

La paura piega anche il diritto, l’opportunità o l’interesse politico anche di più. Così si dà rilievo al delegato francese per il culto musulmano, che chiosa “Chi semina vento raccoglie tempesta”, dove lo sturm und drang significa morte, possibilmente, e lecitamente. E non risulta che sia stato indagato, né invitato a svolgere il suo ruolo di delegato per il culto in uno dei paesi dove la libertà di espressione è negata, e si sentirebbe più a suo agio.

Mila, testardamente, chiede scusa, ma non per tutto: agli insulti ha risposto con insulti, sbagliati, ma giustificabili, di protesta. Che dobbiamo dirle? È cresciuta nel paese della libertà, la piccola Marianna, dovrebbero darle un premio, o no? “Dico quello che penso, ne ho assoluto diritto, non ho ripianti”, insiste la ragazzina. Le hanno insegnato così.




Mila, minacciata dagli islamisti e abbandonata dalla sinistra
Roberto Vivaldelli - Mar, 04/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/mi ... 4vmwAGsqLs

Mila è una ragazzina francese di 16 anni che ha ricevuto insulti omofobi sui social. Dopo aver criticato l'islam, ha ricevuto minacce di morte e ora non può frequentare la scuola: ma la sinistra la scarica

Mila ha 16 anni ed è un'adolescente come tante. Ha un account su Instagram dove, come moltissime altre sue coetanee attente ai social network, parla di sé.

Si sfoga. Lei, francese dell'Isère, sta diventando un simbolo per due parti contrapposte: quelli che la considerano la nuova paladina della libertà d'espressione e chi invece vorrebbe condannarla, isolarla, lasciarla colpevole di essere blasfema e poco politically correct. In un video pubblicato su Instagram, dopo essere stata definita una "sporca lesbica" da un utente, ha definito l'Islam una "religione dell'odio". "Un ragazzo ha iniziato a chiamarmi sporca lesbica, razzista. L'argomento è scivolato sulla religione e ho detto cosa ne pensavo" ha spiegato. "La tua religione è una merda" ha replicato. Più tardi, si scusa sui social: "Mi dispiace, non volevo offendere. Ho parlato troppo velocemente. L'errore è umano".

Per le sue parole, Mila ricevuto minacce di morte e non ha più potuto frequentato la scuola, che ha preferito allontanarla affidandola agli psicologi. È stata accusata di essere blasfema, e il suo caso ha scatenato un ampio dibattito in Francia sulla libertà di parola e di espressione. Come riporta la Bbc, la polizia francese ha inizialmente aperto due indagini: la prima per accertare se Mila fosse colpevole di incitamento all'odio e la seconda sui suoi aggressori online. Ospite del programma Quotidien sul canale Tmc, Mila si è scusata per aver insultato le persone che praticano la loro religione "in pace" e ha detto di essersi pentita della "volgarità" delle sue parole e della loro diffusione online. Ma ha difeso le sue osservazioni. "Non ho assolutamente rimpianti per quello che ho detto, era davvero il mio pensiero", ha detto all'intervistatrice.

Mila, minacciata dagli islamisti: per la sinistra chic è "irrispettosa"

Nel frattempo, la sua vita è stata completamente stravolta dalle polemiche e dal bagarre mediatico nel quale è piombata. Ha raccontato che l'hanno minacciata di essere "sfigurata con l'acido, colpita, spogliata nuda in pubblico o sepolta viva". Nel frattempo, il ministro dell'istruzione Jean-Michel Blanquer ha dichiarato che le autorità stavano cercando di "riportarla a scuola pacificamente in modo che possa avere una vita normale". Ma in questa vicenda che sembra provenire dall'Arabia Saudita e, invece, è tutta francese, quelle che hanno dato il peggio di sé sono le femministe di sinistra, che hanno scaricato la ragazza in tempo zero. Ségolène Royal, già candidata alle presidenziali del Partito socialista, ha definito Mila "un'adolescente irrispettosa". La Royal ha spiegato che "vi è la libertà di criticare le religioni ma mi rifiuto di porre il dibattito sul secolarismo basato sulle dichiarazioni di una ragazza di 15 anni perché non è da comportamenti come questi che si può ragionare seriamente".

Non è da meno la socialista Nicole Belloubet, la quale ha spiegato che "insultare la religione è un attacco alla libertà di coscienza". In tutto questo, i paladini del cosmopolitismo, della tolleranza e del femminismo, dimenticano che Mila ha ricevuto delle minacce di morte inqualificabili, non può frequentare la scuola serenamente come le sue compagne ed pur sempre un adolescente, con tutto ciò che ne consegue. E una delle poche donne ad averla difesa dagli insulti e dalle minacce è una certa Marine Le Pen. Certamente Mila ha dimostrato di essere molto più coraggiosa delle beniamine della sinistra politically correct...




La storia di Mila, è lei che doveva essere invitata a Sanremo, non Rula
Commento di Mattia Feltri
Testata: La Stampa
06 febbraio 2020

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/02/2020, a pag.1, con il titolo "Dire e baciare" il commento di Mattia Feltri.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... c.facebook

Mila ha sedici anni, vive a Villefontaine, Francia, e sogna di fare la cantante. Spesso posta su Instagram sue interpretazioni, e succede che una ventina di giorni fa un ragazzo l'approcci. Lei lo respinge, lui insiste ma alcuni muri li separano: Mila è omosessuale, il ragazzo è musulmano e finisce che si dicano parole a cui non c'è rimedio. Spalleggiato dagli amici, lui la infama in quanto lesbica e francese, lei lo infama in quanto islamico e ne ha anche per il suo Dio. È il disastro. Il profilo di Mila è travolto di minacce di stupro e di morte a duecento al minuto. Deve smettere di andare a scuola perché nessun istituto le garantisce sicurezza. Ora è sotto protezione chissà dove, ma non tutta la Francia è con lei. Il ministro della Giustizia ha condannato le minacce ma ha rimproverato a Mila l'attacco alla libertà di coscienza religiosa. Ségolène Royal, totem della sinistra e del metoo, ha rifiutato di fare suo l'hashtag #JeSuisMila, intanto che abbonda il #JeNeSuisPasMila.
Il portavoce della comunità musulmana ha detto che la ragazza se l'è cercata, classica giustificazione dei peggiori. Siamo messi così: nell'Occidente liberale una sedicenne non può uscire di casa per una sua opinione, tanto più sacra quanto più sgradevole. E l'Occidente liberale non insorge, insiste sui distinguo, indugia su un malinteso filoislamismo che rafforza una minoranza violenta e danneggia la maggioranza pacifica. E trascura che Mila è il perfetto simbolo di quello che siamo: liberi di amare e di parlare come vogliamo. Eccoli i confini della nostra civiltà, quelli da difendere senza retrocedere un passo.




Il discorso di Rula Jebreal a Sanremo: ecco perché si tratta di menzogna omissiva
Manca ogni riferimento all'islam parlando di violenza contro le donne
Testata: Il Foglio
06 febbraio 2020

Titolo: «Rula, la madre e le ragazze palestinesi»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 06/02/2020, a pag.3, l'editoriale "Rula, la madre e le ragazze palestinesi".

Bene fa il Foglio a chiarire le menzogne omissive nel monologo a Sanremo di Rula Jebreal. Quello che è mancato, in particolare, è ogni riferimento all'islam, senza il quale si censura l'origine della violenza contro le donne nel paesi musulmani, territori palestinesi inclusi. Ma Rula è troppo impegnata a denigrare Israele per ricordarsene.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... M.facebook

Ha toccato tanti il monologo di Rula Jebreal dal palco di Sanremo. E come non poteva? "In Italia ogni tre giorni viene uccisa una donna", ha detto Rula. "Nell'80 per cento dei casi il carnefice non deve bussare alla porta perché ha le chiavi di casa. Sono cresciuta in un orfanotrofio, insieme a centinaia di bambine: la sera ci raccontavamo le nostre storie tristi, che toglievano il sonno. Erano le storie delle nostre mamme: stuprate, uccise. Mia madre ha perso il suo ultimo treno quando io avevo cinque anni: si è suicidata, dandosi fuoco. Il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi perché era stato il luogo della sua tortura. Brutalizzata e stuprata due volte: la prima da un uomo a tredici anni, la seconda da un sistema che non le ha permesso di denunciare".
Una storia importante, finita anche in un film e che al di là di ogni polemica meritava di essere ascoltata a cuore aperto. Non si tratta però soltanto di una storia di femminicidio, ma si tratta anche di una storia che avrebbe potuto portare la giornalista a riflettere sulla condizione difficile vissuta da molte donne nella società palestinese. Lo scorso agosto, come molti ricorderanno, è stata uccisa Israa Ghrayeb, la ragazza palestinese di 21 anni picchiata a morte dai fratelli e dal padre, e la cui vicenda ha portato a manifestazioni di strada a Ramallah. Perdita della verginità, relazioni sessuali non approvate, abiti "occidentali", rifiuto del velo, ribellione a un matrimonio forzato: sono alcune delle "cause" che portano alla morte di tante di queste ragazze. Ragazze la cui sorte è spesso oscurata dai modelli palestinesi scelti dalla propaganda occidentale. Come Ahed Tamimi, la diciassettenne palestinese rea di istigazione al terrorismo e di reiterate aggressioni ai soldati israeliani a favore delle telecamere europee. Quasi mai all'opinione pubblica occidentale si racconta delle ragazze palestinesi uccise in nome della sharia, dei gay palestinesi costretti a riparare al di là del "muro" di Israele, degli atei palestinesi imprigionati a Ramallah e fuggiti in Francia (come Waleed al Husseini). Peccato che Rula non ne abbia parlato. Sarebbe stato un modo per schierarsi in tutto e per tutto dalla parte dei diritti e della libertà.
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Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 7:44 pm

Rula Jebreal viene sbugiardata sui numeri: gonfiati i dati del monologo
Luca Sablone - Gio, 06/02/

https://www.ilgiornale.it/news/spettaco ... 22647.html

Secondo la giornalista una donna su tre avrebbe subito violenze sul posto di lavoro: "O si è confusa o non ha studiato abbastanza"

Il monologo di Rula Jebreal a Sanremo 2020 è stato strepitoso.

Impossibile non essere d'accordo con le parole che hanno fatto luce sulla tragica piaga della violenza contro le donne, che va assolutamente condannata e combattuta quotidianamente con ogni mezzo a disposizione. Tuttavia va fatta una precisazione: l'Italia non è un Paese pericoloso e maschilista. Esattamente, perché i dati snocciolati dalla giornalista forniscono una rappresentazione terribile e grave dello Stivale: "In Italia, in questo magnifico Paese che mi ha accolta, i numeri sono spietati. Negli ultimi tre anni sono 3 milioni 118mila le donne che hanno subito violenza sessuale nei posti di lavoro".

Un dato enorme se lo si confronta con il numero di donne occupate: secondo l'ultimo dato fornito dall'Istat alla fine del 2019, il numero delle lavoratrici si attesta a 9,9 milioni. Il che significherebbe che una donna su tre avrebbe subito uno stupro. Un numero preoccupante e degno di un Paese pericoloso, arretrato e non sviluppato. Ma siamo sicuri che si tratti esattamente di violenze? Perché la Jebreal potrebbe aver utilizzato il termine "violenze" in luogo di "molestie". Sarebbero comunque dati di fatto da arginare, che però rappresenterebbero un quadro certamente più verosimile. Tuttavia va sottolineato che anche in tal caso sarebbe lontano dalla realtà.

Un'indagine Istat sulla sicurezza dei cittadini relativa al 2016, ha stimato che il numero delle donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro sono un milione 404mila (8,9% delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione). Ammettendo l'errore semantico e includendo ogni tipo di molestia e violenza, le cifre reali parlano di 425mila donne. Un dato lontano dai tre milioni.


"La Jebreal non ha studiato"

Come riportato da Il Tempo, sulla questione è intervenuta Isabella Rauti. Il membro della Commissione parlamentare contro il femminicidio ha spiegato: "La commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, non ha tra i suoi compiti istituzionali quelli della raccolta di dati e il monitoraggio". Ma esistono le statistiche nazionali dell'Istat, la banca dati del Ministero degli Interni, le rilevazioni della polizia di Stato sulle violenze di genere e i femminicidi, le stime dei Centri antiviolenza attivi sul territorio, i dati dell'Oms, dell'Eures e di altri istituti: "Rispetto al monologo sanremese di Rula Jebreal non bisogna essere né dei matematici né degli esperti di pari opportunità per smentirla, perché è di tutta evidenza che i dati forniti dalla presentatrice sono sconclusionati; ossia saltano nella specifica nei luoghi di lavoro".

Dunque la parlamentare non esclude l'ipotesi di un errore sul termine utilizzato: "È evidente che si è confusa tra 'violenze sessuali' e 'molestie sessuali' e tra ambito extralavorativo e luoghi di lavoro. Se non si è confusa, allora non ha studiato abbastanza e peccato perché anche sulle 'molestie nei luoghi di lavoro' esistono stime e statiche percentuali". La Rauti infine non ha fatto mancare una frecciatina nei confronti della kermesse musicale: "Mi rendo conto di essere una voce fuori dal coro ma credo che, se in un palcoscenico così prestigioso si esibisce un rapper diventato famoso per canzoni con testi che inneggiano alla violenza sulle donne e al femminicidio e, se per 'recuperare' e bilanciare si fa un monologo sulla violenza di genere, pretendiamo che almeno i dati forniti siano corretti e non ripetuti 'a pappagallo' proprio perché come dice Rula sono spietati, ma non sono i suoi".


Theo van Gogh
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=192
Submission
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=139

La sottomissione della donna maomettana è proprio la metafora perfetta della sottomissione dell'uomo all'idolatria nazi maomettana, coranica, allaica. Orrore e disumanità, null'altro!
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Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 7:45 pm

Criticare l'Islam è una necessità vitale primaria, un dovere civile universale prima ancora che un diritto umano;
poiché l'Islam è il nazismo maomettano.
Non va solo criticato ma denunciato, contrastato, perseguito e bandito.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2811

La blasfemia vera è quella che sta alla base delle religioni, ossia la presunzione sacrilega di detenere il monopolio di Dio, dello Spirito Universale;
questa blasfemia è la fonte di ogni male, specialmente laddove questa presunzione demenziale si accompagna alla mostruosa e disumana violenza coercitiva.
L'odio e la violenza sono intrinsici all'Islam, a Maometto e al Corano, vanno denuciati, perseguiti e banditi come il male assoluto.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6248299139




È necessario dire le cose come sono:

Le uniche ideologie-teologie-pratiche politico-religiose ammissibili e accettabili nei paesi civili sono o dovrebbero essere esclusivamente quelle che non violano i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici e che sono con essi completamente compatibili:
quindi
non debbono essere violente, minacciose, intimidatorie, costrittive, ricattatorie;
non debbono promuovere e indurre alla discriminazione, alla depredazione, al disprezzo, alla schiavitù, alla dhimmitudine, all'odio, al suicidio, all'omicido, allo sterminio;
non debbono trasformare gli uomini in mostruosità acritiche, fanatiche, ossessionate, criminali, disumane;
non debbono generare conflitti etnici, civili, religiosi e politici sia nazionali che internazionali;
non debbono come esempi esaltare figure criminali di assassini, predatori, bugiardi, sterminatori, invasati;
devono promuovere la pace, la fratellanza, la responsabilità, la proprietà, la libertà di parola di pensiero e di critica, la solidarietà volontaria e non forzata;
debbono rispettare i paesi, i popoli, le comunità, le etnie, le culture, le tradizioni e accettare tutte le diversità che promuovono la vita e il bene e che sono compatibili con i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici.
Se il nazismo hitleriano e Hitler rientrano in questa casistica e vanno giustamente banditi dal consesso civile, allo stesso modo dovrebbero essere banditi anche il nazismo maomettano e Maometto perché sono mille volte peggio.



È necessario dire le cose come sono:

islamici e non integralisti islamici o islamisti che così si chiamano solo gli studiosi dell''Islam.
L'Islam è il nazismo maomettano dell'Umma inventato e iniziato da Maometto.
Il primo islamico o integralista islamico o nazi maomettano fu proprio Maometto modello e ideale per tutti i suoi seguaci e per i "veri e buoni mussulmani".

Maometto fu un ignorante, presuntuoso, invasato, esaltato, idolatra che si inventò il suo dio Allah tratto dagli idoli della Mecca, un dio-idolo dell'orrore, del terrore e di morte,
uno che abusò della credulità popolare e che poi si impose con la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, la violenza (che non fu affatto per legittima difesa come raccontano i suoi seguaci per giustificarsi ma fu predatoria, aggressiva, sopraffatrice, assassina);
fu un bugiardo, un ladro, un razziatore rapinatore, sequestratore e ricattatore, schiavista, assassino e sterminatore;
fu un razzista al massimo grado che discriminò chiunque non si sottomettesse a lui e al suo idolo e che depredò, cacciò e sterminò ebrei, cristiani, zoroastriani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante che gli si contrapponesse e non si sottomettesse;
invase, depredò, ridusse in schiavitù e fece strage nei paesi altrui imponendo con la minaccia la sua politica e la sua criminale ideologia-teologia religiosa imperialista e totalitaria;
indusse al suicidio, all'omicidio e allo sterminio e fece dire al suo idolo, dettandolo ai suoi seguaci, ciò che poi fu scritto nel Corano e che da 1400 anni induce e istiga alla violenza, alla discriminazione, alla falsità, alla minaccia, alla depredazione, al disprezzo degli altri non maomettani, alla riduzione in schiavitù e alla dhimmitudine, all'omicidio, al suicidio-omicidio, all'assassinio e allo sterminio di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante della terra che non si sottometta ai suoi seguaci e al loro orrendo idolo Allah.

Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è santificare il male, un mettersi dalla parte di ciò che di più maligno esista sulla faccia della terra.
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano dichiarandoli elevatori di spiritualità e portatori di umanità, di amore, di pace, di fratellanza, di giustizia, di cultura e di civiltà significa ingannare e illudere l'umanità intera specialmente quella che soffre a causa dell'Islam e che vorrebbe potersi difendere e liberare da tutto ciò;
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è farsi demenzialmente, irresponsabilmente e vilmente complici del male, e costituisce di per sé un grave crimine contro l'umanità.


Intanto cominciamo a dire le cose come stanno.

Che Maometto sia un profeta lo ha detto lui e lo credono i suoi seguaci, nulla più.
In realtà Maometto è soltanto un uomo, invasato e presuntuoso, idolatra e blasfemo, che si è inventato un suo Dio o una sua interpretazione di Dio denominato Allah e che ha diffuso ai creduli abusando della loro credulità e imposto con la violenza come se fosse Dio.
La rivelazione religiosa dei profeti è solo una presunzione blasfema di taluni uomini e della loro religione.
L'interpretazione monoteistica di Maometto è pura presunzione idolatra che sotto qualsiasi aspetto teologico sociale ed etico non è certo migliore dell'interpretazione monoteistica degli ebrei e dei cristiani o degli zoroastriani o delle altre religiosità politeistiche, anzi da quello che ha prodotto possiamo benissimo dire che è il contrario del bene.
Giustamente i cristiani, gli ebrei, gli zoroastriani, i politeisti dell'area araba premaomettana si sono rifiutati di prendere in considerazione


Nessun uomo è profeta di Dio, chi si dice tale è solo un bugiardo, un presuntuoso e un blasfemo, Dio non ha bisogno di profeti, tanto meno di rivelarsi a qualcuno o di incarnarsi in qualcosa o in qualcuno.
Dio in verità non ha proprio bisogno di profeti tantomeno di essere imposto da chichessia o con la violenza, Dio non ha bisogno di mediatori, di intermediari, di interpreti, poiché Dio comunica direttamente con tutto il creato, con tutte le cose, con tutte le creature e quindi anche con l'uomo, egli sta direttamente nel cuore di tutte le cose ed è l'essenza della vita e dell'esistente.
Solo gli idoli hanno bisogno di rivelarsi e di profeti, di essere imposti con la violenza, la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, l'omicidio e lo sterminio.
Solo gli idoli hanno bisogno di essere adorati e di avere moltitudini di shiavi e di sottomettere l'umanità intera e che questa si metta in ginocchio o si prostri declamando demenziali preghiere 5 volte al giorno.
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Je suis tutti i diversamente religiosi, ebrei, cristiani, zoroastriani, yazidi, politeisti, animisti, indù, buddisti e i diversamente pensanti atei e aidoli e gli apostati, depredati, schiavizzati e dhimmizzati, uccisi e sterminati dai nazisti maomettani di ogni tempo e di ogni luogo, a partire da Maometto che fu il primo nazi maomettano, fino ai nostri giorni lungo i 1400 anni di diffusione e di espansione di questo atroce virus mortale che infetta l'umanità.

Non vi è aberrazione più disumana di quella che esalta e santifica questa criminale ideologia fideistica politico religiosa.


Ex musulmani contro il Papa: "Propone il Corano come salvezza"
Giuseppe De Lorenzo - Sab, 06/01/2018

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... PWC62g0AN8

La lettera indirizzata a papa Bergoglio e pubblicata online sta raccogliendo adesioni. Gli autori: "Non capiamo la Sua posizione sull'islam"

La lettera ha un destinatario chiaro: papa Francesco. E a redigerla è un gruppo di musulmani convertiti al cattolicesimo che vedono la loro scelta traballare di fronte “all’insegnamento” del Pontefice “riguardo l’islam”, considerato troppo debole e incapace di definire la religione di Allah per quello che “non può che essere”: ovvero “l’Anticristo”.

Si tratta di una sorta di “correzione filiale”, come quella pubblicata nel luglio scorso e che infoltisce il cerchio delle critiche intorno a Francesco. Ma se quel documento firmato da teologi e sacerdoti, così come i Dubia presentati da quattro cardinali o la professione di verità scritta da tre vescovi del Kazakistan, prendevano di mira l’Amoris Laetitia e le aperture sulla comunione ai divorziati, questa volta i fedeli contestano la posizione assunta dal Papa (anche nell’Evangelii Gaudium) nei confronti della religione di Maometto.

“Abbiamo cercato di contattarla, ma non abbiamo mai ricevuto il minimo messaggio di avvenuta ricezione delle nostre lettere”. Inizia così la missiva sottoscritta da oltre 1700 persone e che verrà presentata in Vaticano “non appena sarà raggiunto un numero significativo di firmatari”. Gli autori, tutti ex musulmani convertiti a Cristo, citano il codice di Diritto Canonico per giustificare questa loro iniziativa che si fonda sul “diritto, e anzi talvolta anche il dovere” che hanno i fedeli “di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa”.

“Non comprendiamo il suo insegnamento riguardo l’islam”, scrivono, perché “se l’islam intrinsecamente è una buona religione, come lei sembra insegnare, per quale ragione noi siamo divenuti cattolici?”. E ancora: “Le sue parole non mettono forse in dubbio la fondatezza della scelta che abbiamo fatto, a rischio della nostra vita?”.

Non è chiaro chi si celi dietro la petizione. IlGiornale.it ha provato a contattare l'unico indirizzo e-mail reso disponibile, senza però ottenere ancora risposta. Di certo sono numerosi i credenti che hanno già aderito all'appello (anche se non vengono resi noti i cognomi e gli indirizzi mail dei firmatari). “Mentre il Vangelo annuncia la buona novella di Gesù morto e risorto per la salvezza di tutti - si legge nella lettera - Allah non ha altro da offrire se non la guerra e l’uccisione degli ‘infedeli’ in cambio del suo paradiso”. È il dialogo tanto cercato da Francesco che gli ex musulmani non condividono: “Noi non facciamo confusione tra islam e musulmani - precisano - ma se per lei il ‘dialogo’ è la via della pace, per l’islam esso è solo un modo diverso di fare la guerra. Perciò (...) il buonismo di fronte all’islam è una scelta suicida e molto pericolosa. Come si può parlare di pace e al tempo stesso sostenere l’islam, come lei sembra fare?”.

Per i firmatari, “scandalizzati dall’elogio tributato” a Maometto, è “inquietante” che il “Papa intenda proporre il Corano come via di salvezza”. Il riferimento è al messaggio inviato da Bergoglio per la giornata mondiale del migrante del 2014, quando il Pontefice disse che tutti gli uomini devono “strappare” dai loro cuori “la malattia che avvelena le nostre vite”. Precisando poi che i cristiani devono farlo “con la Bibbia” e i musulmani “con il Corano”. Ma se anche il libro sacro di Allah diventa per Bergoglio una “via di salvezza”, si chiedono gli autori della missiva, “dovremmo quindi noi tornare all’islam?”.

Il testo, reso pubblico online il giorno di Natale (leggi), prosegue con una “supplica” al Papa a non “cercare nell’islam un alleato nella battaglia che sta conducendo contro le potenze che cercano di asservire il mondo”. E mette in guardia dalle prediche in favore dell’accoglienza ai migranti, posizione che “non tiene conto del fatto che essi sono musulmani”: “Non comprendiamo - si legge - come lei possa perorare la causa dei musulmani che vogliono praticare la loro religione in Europa. (...) Il Buon Pastore è colui che scaccia il lupo, non certo chi lo fa entrare nel recinto delle pecore”.

La richiesta finale è quella di “un discorso franco e diretto sull’islam” da parte di Bergoglio, in modo che i “cattolici provenienti dall’islam” possano “confermare la loro conversione a Gesù Cristo”. Perché “ogni atteggiamento compiacente” verso il Corano “è un tradimento”, scrivono gli autori della lettera. “E noi non vogliamo che l’Occidente continui a islamizzarsi, né che lei vi contribuisca con la sua azione”.



Il grido dei cristiani nigeriani: "Ci uccidono nell'indifferenza"
Alessandra Benignetti - Ven, 31/01/2020

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/gr ... 19666.html

È record di cristiani uccisi e rapiti in Nigeria. La denuncia del capo della conferenza episcopale locale ad Aiuto alla Chiesa che Soffre: "Il governo musulmano non fa nulla per la nostra sicurezza"

La Nigeria non è mai stata così insicura per i cristiani. La denuncia arriva dal capo dei vescovi nigeriani, monsignor Augustine Akubeze, arcivescovo di Benin City.

Non solo il nord-est del Paese. Ormai Boko Haram e gli altri gruppi islamisti nigeriani seminano il terrore ovunque. Lo dimostrano uccisioni e rapimenti che non si sono mai fermati. L’ultimo quello dei quattro seminaristi sequestrati l’8 gennaio scorso lungo l’autostrada Kaduna-Abuja.

Prima ancora la strage dei cristiani della vigilia di Natale nel villaggio di Kwarangulum, nello Stato di Borno. Sette le persone trucidate dai miliziani di Boko Haram. Soltanto dieci giorni fa, invece, è arrivata la notizia dell’omicidio del reverendo Lawan Andimi, il presidente dell’Associazione cristiana della Nigeria, rapito dallo stesso gruppo jihadista all’inizio del mese. Il brutale omicidio a distanza di una settimana dall’esecuzione choc di un altro cristiano, Dalep, studente di biologia all’università di Maiduguri, freddato con un colpo di pistola alla testa da un bambino di otto anni.

Un fiume di sangue senza fine che continua a scorrere, denunciano i vescovi locali, "nell’indifferenza". Il capo della conferenza episcopale nigeriana in una conversazione con la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre se la prende con il governo: "Il 95 percento dei rappresentanti sono musulmani, in un Paese in cui vi sono circa il 50 per cento di cristiani, chi dovrebbe assicurare la nostra sicurezza appartiene ad una setta di una religione, ad un solo gruppo etnico, in una nazione multi-religiosa e multietnica". L’esecutivo, accusa, non fa abbastanza neppure per arginare "l’emergenza rappresentata dalle violenze dei pastori islamisti fulani" e per proteggere chiese e conventi.

"La mancanza di azioni penali significative nei loro confronti alimenta ulteriormente la convinzione che essi godano del sostegno del governo federale", attacca monsignor Akubeze. Le precauzioni messe in atto dalle parrocchie locali, aggiunge, "non sono sufficienti a fermare gli attacchi di Boko Haram". "Se tutti i seminari, i monasteri e i conventi che ospitano religiosi disponessero di telecamere, sarebbe utile perlomeno per catturare alcuni terroristi", ragiona. Ma l’apparato di sicurezza è interamente in capo alla comunità cristiana che deve pagare addirittura "per avere la protezione della polizia durante le messe domenicali".

"Buhari è scioccato dall’uccisione di Lawan Andima?", domanda provocatoriamente il vescovo. "Molti nigeriani si chiedono se il presidente viva in un universo parallelo – prosegue - come può essere sorpreso dopo che alcuni di noi hanno partecipato a numerose sepolture di massa di cristiani uccisi da Boko Haram?". L’appello alla comunità internazionale è quello di parlare il più possibile delle "atrocità che avvengono nel Paese" e di fare pressione sul governo locale perché metta in campo misure a protezione della comunità. "La nostra speranza – dice il presule ad ACS Italia - è che le nazioni dell'Unione europea e gli Stati Uniti sentano l'obbligo morale di proteggere le vite dei cristiani e di tutti i nigeriani che vengono costantemente attaccati e uccisi da Boko Haram e dai pastori fulani".

"Siamo sotto assedio", aveva gridato qualche settimana fa anche monsignor Matthew Manoso Ndagoso, arcivescovo di Kaduna, la diocesi dei seminaristi rapiti dal gruppo jihadista.



I mullah infastiditi dalla rinuncia all'islam di una ragazza indù fanno una "chiamata ad uccidere"
11 Febbraio 2020

https://www.islamnograzie.com/i-mullah- ... EF4qJaDK6Y

Islamabad: Una minorenne indù che era stata convertita con la foza ha rinunciato all’Islam. Questo atto ha infastidito i mullah pakistani che hanno richiesto la pena di morte per lei.

Secondo i rapporti, gli islamisti radicali e i religiosi nella nazione islamica sono in armi contro la ragazza indù Mehak Kumari per aver ritrattato la sua precedente dichiarazione secondo cui aveva accettato l’Islam di sua spontanea volontà.

Kumari ha detto che è stata costretta ad accettare l’Islam. La sua dichiarazione ha suscitato grande furore tra i fanatici islamici.

Dopo che la ragazza ha rinunciato all’Islam, rabbiosi islamisti in Pakistan chiedono la pena di morte della minorenne accusandola di aver offeso l’Islam.

Hanno respinto il sondaggio e i procedimenti del tribunale delle sessioni e si sono già trasferiti nel tribunale supremo minacciando di andare al tribunale della sharia se la ragazza non sarà assicurata alla giustizia nel modo che loro desiderano.

Uno dei religiosi ha detto ai media : ” la ragazza ha rinunciato all’Islam, agiremo secondo legge della Sharia.”
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Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 7:47 pm

Il nazismo maomettano disprezza, discrimina, offende, umilia, opprime, tortura, stupra e uccide la donna

I musulmani britannici affermano di essere turbati e offesi dal comportamento delle donne in Gran Bretagna
pic.twitter.com/NiOPXfDwrX
– Abolish Religious Indottrination (@maliklendell), 28 dicembre 2019

https://www.islamnograzie.com/i-musulma ... 1y8oaAI1JU

In un video diventato virale sui social media, uomini musulmani nel Regno Unito si sono lamentati del comportamento irrispettoso delle donne che hanno ferito i loro sentimenti.

Questi uomini sono sconvolti dal fatto che le donne in Gran Bretagna non si coprano e si mostrino “davanti alle persone che ridono“.

Secondo la legge della Sharia in paesi come l’Arabia Saudita e l’Iran, le donne non possono lasciare la casa senza il permesso del Guardiano maschio (padre, marito, fratello o addirittura zio). Inoltre alle donne non è permesso cantare, ballare o addirittura mostrare i capelli in pubblico.

Queste rigide leggi di modestia sono molto comuni in tutto il Medio Oriente e nel mondo musulmano in paesi come Pakistan, Afghanistan, Sudan, Arabia Saudita, Iran, Qatar, ecc.

Ma questa retorica religiosa non ha posto nella società occidentale e in un paese come la Gran Bretagna dove le donne hanno uguali diritti e libertà.

Uomini insicuri. Se pensano che le donne non dovrebbero presentarsi in pubblico, forse dovrebbero praticare la coerenza. Sono disgustosi e misogini.



Venezia e quei vescovi che fanno il tifo per la moschea
Stefano Fontana
11-02-2020

https://www.lanuovabq.it/it/venezia-e-q ... k.facebook

Anche il patriarca di Venezia si accoda a molti altri vescovi italiani, da Firenze a Cremona, e auspica presto una moschea nella sua città. Leggerezza? Ingenuità? Ignoranza? Strumentalità? Profetismo improvvisato? Si tratta di relativismo religioso e va respinto per molti motivi. Ecco quali.

Accade spesso che dalle diocesi e da singoli vescovi arrivino buoni auspici per la costruzione di moschee nelle nostre città. Nei giorni scorsi è stata la volta del Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che a seguito della sua visita al Centro islamico di preghiera di Marghera, ha detto che i tempi sono maturi per una moschea anche a Venezia. La mente di quanti hanno letto la notizia sarà forse andata al cardinale Betori, vescovo di Firenze, che ha venduto un terreno di proprietà diocesana nel comune di Sesto Fiorentino per la costruzione di una moschea. Anche il vescovo di Pisa, mons. Benotto, nel marzo dell’anno scorso, aveva chiesto alla giunta comunale un impegno per costruire una moschea. Nel recente passato ci avevano pensato i vescovi di Crema e tanti altri. Sembra che si sia aperta una gara.

Molti non capiscono queste prese di posizione e, se motivazioni ci sono, non le condividono. La Chiesa cattolica può essere interessata alla buona convivenza (da precisarsi) con le comunità islamiche, ma perché dovrebbe investire, in tutti i sensi, per la costruzione di moschee e favorire l’espansione di altre religioni?

La cosa potrebbe avere un senso se nelle altre religioni ci fosse qualche possibilità di salvezza cristiana. Così, però, non è. Il buono eventualmente presente in forma frammentaria nelle altre religioni dipende dagli spezzoni di legge naturale presenti in esse, ma nessun fondatore di religioni, compreso Maometto, può essere considerato un precursore di Cristo o un profeta. Dal punto di vista della legge naturale, siccome tutti siamo uomini con la presenza nella nostra coscienza delle leggi auree di questa legge non scritta, c’è del buono anche nelle altre religioni. Ma dal punto di vista strettamente religioso, la religio vera è una sola, e quindi essa sola è salvifica. Gli stessi elementi della legge naturale sono presenti nelle altre religioni, spesso sono da esse soffocati e stravolti, spesso sono come sepolti e non possono essere pienamente vissuti nemmeno essi al di fuori della religio vera.

Dopo la dichiarazione di Abu Dhabi molti pensano che Dio abbia voluto anche le altre religioni e quindi che anche in esse si potrebbe incontrarlo nella sua auto-comunicazione. Questo ha forse prodotto un nuovo clima che spinge qualche vescovo a premere per avere la moschea. Forse il principio liberale della libertà di religione a poco a poco ha convinto molti che l’obiettivo principale del cristianesimo sia appunto di costruire una società multi-religiosa. Ma in ambedue i casi bisogna rinunciare a delle verità importanti della religione cattolica, prima da tutti che solo Gesù Cristo è il Signore e che solo in Lui c’è salvezza.

Del resto si potrebbe anche chiedere ai vescovi che vogliono la moschea: dove vi fermerete nel chiedere luoghi di culto o di preghiera per le altre religioni? Perché fermarsi a chiedere solo la moschea per gli islamici? E gli altri? C’è un criterio per valutare religione e religione? Oppure è lecito chiedere la costruzione di luoghi di culto per ogni religione? Anche quelle di nuova generazione? Anche quelle usa e getta che si acquistano al supermercato delle religioni? Se non c’è un criterio, allora la richiesta è indifferente alla verità delle religioni e le mette tutte sullo stesso piano.

Questo si chiama però relativismo religioso, che i vescovi-richiedenti-moschea senz’altro escludono. Dato che i musulmani sono ormai di numero consistente, i tempi sono maturi per la moschea. E' forse dunque quantitativo l’unico criterio? Ma allora, se domani gli adepti di una qualsiasi setta religiosa aumentassero di numero, bisognerebbe che da parte cattolica si chiedesse anche per loro un luogo di culto? Questo relativismo quantitativo è uguale a quello qualitativo.

C’è poi un altro aspetto che stupisce nella richiesta di moschee da parte di vescovi. Forse si ritiene che la moschea sia solamente un luogo di preghiera, ossia un luogo religioso. Tutti gli studiosi dell’islam però ci dicono che le cose stanno diversamente. La moschea è sì luogo di preghiera, ma anche di solidarietà, di educazione e istruzione, di mantenimento e consolidamento della Umma, la comunità islamica … la moschea è un fatto territoriale, è occupazione di un territorio, essa appartiene alla “terra dell’islam”, ossia alla terra ove vige la legge islamica, ha quindi un significato anche politico e giuridico: la Carta di Medina stabilita da Maometto dice che “i musulmani sono una Umma unica, con l’esclusione di tutti gli altri”. Al di fuori della “terra dell’islam” c’è la “terra dell’infedeltà” e conquistarla è un dovere collettivo. Il filosofo Remi Brague diceva: pensiamo di importare una religione, invece importiamo una civiltà.

Da questo ultimo punto di vista, la richiesta di costruzione di moschee da parte di vescovi italiani si presta anche alla critica da parte dei principi della Dottrina sociale della Chiesa: la moschea è un luogo nel quale molti di quei principi sono annullati. Leggerezza? Ingenuità? Ignoranza? Strumentalità? Profetismo improvvisato?



Marocchino sputa contro le donne per manifestare la sua "superiorità"
Salvatore Di Stefano - Ven, 14/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... XSRRnYdqak

Non contento il nordafricano, sul cui capo già pendevano diversi precedenti, ha dapprima tentato di corrompere con 10 euro i poliziotti intervenuti, poi ha sputato anche contro di loro aggredendoli con dei calci

Un tranquillo pomeriggio nel pieno centro di Torino si è tramutato in un autentico incubo per tutte le donne che lo scorso lunedì pomeriggio si trovavano a fare shopping nel cuore del capoluogo piemontese, fra Piazza Carlo Felice e Piazza San Carlo.

Un cittadino marocchino di 42 anni infatti si è messo letteralmente a sputare con disprezzo addosso a tutte le appartenenti al gentil sesso che gli passavano vicino, senza fare nessuna distinzione.

Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Torino Today una volante dell’Ufficio Prevenzione Generale è prontamente intervenuta a seguito di numerose segnalazioni giunte al 112 sia da parte di cittadini dallo spiccato senso civico che avevano assistito agli choccanti fatti sia da parte delle stesse vittime della follia del nordafricano. I poliziotti giunti sul luogo delle segnalazioni hanno così identificato il sospetto davanti ad un bar di Piazza San Carlo, bloccandolo e chiedendo allo stesso di identificarsi.

Il marocchino, per nulla intimorito dalla presenza degli uomini in divisa, ha giustificato con una freddezza incredibile il suo ignobile gesto, sostenendo convintamente di non aver fatto di male ed aggiungendo anche che lui era solito sputare contro le donne in quanto considerate senza mezzi termini "esseri inferiori". Il 42enne ha poi aggravato la sua già precaria posizione rifiutandosi di fornire alle forze dell'ordine le proprie generalità e tentando di corrompere i poliziotti con una banconota da 10 euro, che ha prima cercato di offrire ad uno dei due agenti per poi provare, al netto rifuto di quest'ultimo, ad infilarla in una tasca della divisa del poliziotto. Vedendosi con le spalle al muro lo straniero anzichè arrendersi e consegnarsi spontaneamente ha pensato bene di mettersi nuovamente a sputare, questa volta però all'indirizzo degli uomini della volante, arrivando persino ad offenderli e cercando di aggredirli con una violenta raffica di calci sulle gambe.

Non senza fatica ed al termine di una colluttazione i poliziotti sono riusciti ad avere la meglio sull'esagitato: strette le manette ai suoi polsi e condotto in Questura il marocchino, privo di qualsiasi documento di riconoscimento, è risultato anche essere una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine poichè sul suo capo pendeva già una lunga sfilza di precedenti di polizia. Per lui, che anche in Questura ha continuato a mantenere costantemente un atteggiamento strafottente e violento, è inevitabilmente scattato l'arresto ed ora dovrà rispondere davanti alla legge sia di violenza e resistenza a pubblico ufficiale sia di istigazione alla corruzione.



Afghanistan, sparano al suo Aseman e lo uccidono: "Una donna non può avere un cane"
Sahba a Herat era famosa perché aveva sfidato le convenzioni: insegnava alle ragazze a fare sport. Arti marziali e soprattutto bicicletta. Le hanno ucciso l'husky davanti agtli occhi
STEFANIA DI LELLIS
13 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... xxz8Mfw_2Q

“In un Paese dove le persone ammazzate non fanno notizia, figuriamoci se aveva senso denunciare alla polizia la morte del mio Aseman. Che ne avrei ricavato?”. Sahba Barakzai piange il suo husky, chiamato come il cielo, Aseman appunto, per via degli occhi azzurri. È stato ucciso la settimana scorsa appena fuori Herat, Afghanistan occidentale. Sahba e la sua famiglia lo stavano portando a fare una passeggiata tra i boschi, come ogni weekend. Come in tutto il mondo fanno nel fine settimana milioni di persone. Ma a Herat anche un gesto semplice - far correre il proprio cane in campagna - può essere un azzardo, specie se compiuto da una donna.

Un uomo è spuntato dagli alberi e ha sparato un colpo al petto del cane. Sahba ha gridato, è corsa verso il corpo insanguinato di Aseman. Ha implorato l’uomo di fermarsi. Ma altri armati sono usciti allo scoperto – ha raccontato la famiglia Barakzai alla Bbc – e hanno fatto fuoco ancora quattro volte. Una foto ritrae Sahba con il suo Aseman senza vita tra le braccia. Gli uomini le hanno intimato di lasciarlo dov’era. “Una donna non può avere un cane”, hanno detto. Così alla donna non è restato che allontanarsi.

Da una settimana si chiede il perché e la risposta potrebbe andare oltre il povero husky. Sahba a Herat era famosa perché aveva sfidato le convenzioni: insegnava alle ragazze a fare sport. Arti marziali e soprattutto bicicletta. “Ancora non sappiamo cosa abbia spinto quegli uomini a sparare. Ma crediamo che abbia a che fare con il lavoro di Sahba – dice ancora a Bbc la sorella Setayesh. Era la prima donna proprietaria di un club sportivo”. L’avevano già minacciata, ma lei da dieci anni andava avanti con il suo impegno sportivo. E quelle ragazze in sella erano viste come uno scandalo, nel Paese di Malala, nel Paese in cui vent’anni fa le bambine venivano tenute lontano dai banchi di scuola, figuriamoci da una bici. Finora Sahba aveva resistito. Ma la morte di Aseman l’ha vinta. Ha deciso di lasciare l’Afghanistan.
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Je suis Theo v. Gogh, M. Allam, Charlie Hebdo, A. Bibi, Mila

Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 7:49 pm

Come la girano questi filo nazi maomettani

Je suis Mila: la ragazza che voleva giocare al Charlie Hebdo
Alice Tarditi

https://www.ultimavoce.it/je-suis-mila/

Ci sono due bambini – chiamiamoli Mila e Jamal – che all’ora dell’intervallo stanno giocando in maniera piuttosto animata. La maestra è abituata a questo genere di vivacità, perciò non interviene e si limita a tenerli d’occhio. A un certo punto però, Mila dice a Jamal: “La tua religione è una merda! Il tuo Dio, gli metto un dito nel culo…!” e Jamal – giustamente – le risponde a tono: “Tu invece sei una lesbica razzista!”, magari minacciandola pure di farle fare una brutta fine… A questo punto, chi verrà messo in punizione dalla maestra?

Probabilmente, ritenendo che entrambi si sono comportati in maniera scorretta l’una nei confronti dell’altro, la maestra darebbe la colpa a tutti e due. Non è andata così tuttavia, nel caso di “Je suis Mila”. La notizia proviene dalla Francia, e sta polarizzando le autorità politiche e religiose, oltre ad aver resuscitato l’hashtag #jesuis, sostituendo Charlie Hebdo con il nome della ragazza. Nel riportare la notizia, le agenzie di stampa italiane titolano: “La ragazza francese che non può più uscire di casa per aver criticato l’Islam”.



In questo modo, già fornendo una versione leggermente distorta dei fatti.

https://twitter.com/i/status/1218536816422334465

Innanzitutto, quella di Mila – sedicenne il cui nome sta dividendo Internet in Francia – non sembra proprio una semplice critica: affermare in video-diretta davanti al popolo di Instagram (il suo profilo è stato attualmente sospeso) che “l’Islam è una merda”, giustificandosi perchè “non si tratta di essere razzista, non puoi essere razzista verso una religione”, è una bestemmia nei confronti di chi, nell’Islam, ci crede, e considera questa come un’offesa. Eppure la blasfemia costituisce reato solamente in alcuni paesi (che spesso sono proprio quelli a maggioranza islamica), dunque Mila non può essere perseguita dai tribunali francesi per ciò che ha detto. Magari la si potrebbe accusare di incitamento all’odio verso una determinata religione, ma come ha tenuto a specificare lei stessa: “Ho solo detto ciò che pensavo, è un mio assoluto diritto e non me ne pento affatto”. Concludendo poi con una risatina strafottente (e forse un poco nervosa…)

Già, perché come ha commentato qualcuno nel riportare il video su Twitter, Mila “non si rende conto di ciò che ha detto”, e dell’importanza che avrebbe assunto la questione: la sedicenne ha iniziato infatti a ricevere minacce di morte, il suo indirizzo nonché quello della scuola che frequenta sono stati diffusi in rete, e lei e la sua famiglia sono stati messi sotto scorta. In più – per ragioni di sicurezza – “Mila non potrà più andare a scuola”, come annunciano compatendola i giornali di destra francesi (e le testate italiane che fanno loro eco), quasi la ragazzina non fosse altro che l’ennesima innocente vittima di una religione spietata e intollerante, contraria a qualsiasi libertà d’espressione.

“Mila non finirà mai più i suoi studi” la compiangono alcuni...

In realtà, sembra che il Ministro della Pubblica Istruzione francese Jean-Michel Blanquer abbia già annunciato una soluzione, affinché Mila possa tornare a studiare in assoluta sicurezza, e l’Ufficio del Rettorato di Grenoble ha aggiunto una presa in carico fisica e psicologica per la ragazza. Rimane però la questione delle minacce ricevute, ma soprattutto del dibattito che si è scatenato attorno al suo caso. Contrariamente a quel che traspare dai titoli di certi quotidiani, Mila non è vittima di un Islam crudele, che nega l’istruzione ai ragazzini, privandoli così di libertà e diritti. Non è nemmeno paragonabile agli attentati contro il Charlie Hebdo, che gli hashtag #jesuisMila – oppure al contrario #jenesuispasMila (io non sono Mila) – hanno richiamato in causa. I fumetti sull’Islam e Maometto di Charlie Hebdo, per quanto offensivi per alcuni, nascevano all’interno di un linguaggio di cultura satirica e intellettuale, e di cui le vignette “100 frustate se non muori dalle risate” e “Charia Hebdo” sono solo un esempio. I video di Mila, al contrario, esprimono un linguaggio d’odio volgare, scevro di arguzie e giri di parole: “l’Islam è una merda”, “il tuo Dio, gli ficco un dito nel culo”; non c’è impegno nel criticare la religione, Mila non sta difendendo alcuna libertà se non quella individuale – la propria appunto – mentre denigra la libertà collettiva e religiosa di un’intera comunità di fedeli.

Charlie Hebdo è un periodico settimanale satirico francese dallo spirito caustico e irriverente. L’azione di critica è rivolta in primis alla difesa delle libertà individuali, civili e collettive, com’è difeso il diritto alla libertà d’espressione a partire dal proprio interno: non è infatti raro che i differenti redattori si siano trovati in disaccordo su temi più o meno importanti […] – (da Wikipedia).

A complicare la questione “Je suis Mila” poi, lo scambio di battute fra Mila e i suoi “avversari” nasce in seguito a una discussione su Instagram riguardo alle preferenze sessuali della ragazza e dei suoi follower: “Pas vraiment les rebeus” – lancia in un commento del 18 gennaio qualcuno – “Pareil pour moi, pas mon style” concorda Mila. Le “rebeus” sono in francese le donne di origine araba o maghrebina, dunque capiamo che Mila – oltre che una ragazza – sarebbe anche bisessuale: così è riuscita ad aggiudicarsi non solo la difesa da parte di chi vede nell’Islam un culto che opprime il genere femminile, ma anche le fila del movimento LGBTQI+. La storia è stata poi subito riportata dal blog Bellica (vicino all’estrema destra francese), attirando quindi persino l’attenzione di Marine Le Pen, e in seguito è stata diffusa dal sito di Libération, impegnato nella verifica delle notizie. Qui, Mila ha voluto raccontare la sua testimonianza: tutto è cominciato “un sabato in live” in diretta su Instagram, quando un ragazzo “ha iniziato a far complimenti un po’ spinti sul fisico” e a insistere per conoscere l’età della ragazza. “Non ho voluto rispondere, semplicemente perché non mi piace che mi si chieda ripetutamente quanti je suis milaanni ho” – si giustifica innocentemente la ragazza. Al che l’altro avrebbe preso a insultarla e a chiamare lei e la ragazza del commento di prima “sporche lesbiche, razziste”. Così l’argomento è degenerato nella religione, arrivando infine – dopo un susseguirsi di video su Instagram – al caso di “Je suis Mila”.

“Tutto nasce da un avance respinta” cita quindi un’agenzia di stampa italiana: eppure è evidente che la questione non si limita a questo, e che “Je suis Mila” nasce innanzitutto dall’atteggiamento irrispettoso della ragazza. La libertà d’espressione (per quanto becera essa sia) è indubbiamente un diritto, anche per Mila che osa sfidare l’Islam definendolo “merda”; e il fatto che al momento lei e la sua famiglia possano rischiare ritorsioni da parte di qualche estremista islamico, motiva certamente l’attenzione dedicata alla sua vicenda da parte dello Stato. Ma come sosterrebbero alcuni, Mila un po’ se l’è andata a cercare: in effetti – “chi semina vento raccoglie tempesta” – così ha commentato Abdallah Zekri, delegato generale del Consiglio francese per il culto musulmano, criticato en revanche da Marlène Schiappa, incaricata dell’uguaglianza di genere, che ha definito tali affermazioni “inappropriate” per un leader d’opinione.

Mila, presentatasi acqua e sapone – da “brava ragazza” – alla trasmissione Quotidien nella puntata del 5 febbraio, ha voluto scusarsi per il suo comportamento, rivolgendosi in particolare a coloro che “praticano la loro religione in maniera pacifica”. Ciò nonostante, pare non rimpianga affatto le sue affermazioni. Quella che ha tutta l’aria di una disperata ricerca di attenzioni, ha dunque trovato alla fine la sua completa realizzazione.

Inoltre, se la maestra con cui si apriva l’articolo avrebbe punito entrambi i “bimbi maleducati” insultatisi a vicenda, mentre le indagini relative alle minacce ricevute da Mila e la sua famiglia sono ancora in corso per identificare i colpevoli, poiché non esiste alcun reato riconducibile a ciò che lei ha commesso, la ragazza potrà continuare a studiare “tranquillamente” grazie alla soluzione del tribunale, mentre sarà forse qualcun altro, ad assumersi le conseguenze di ciò che attorno a “Je suis Mila” si è creato.




Il video contro l'Islam di cui si parla moltissimo in Francia
5 febbraio 2020

https://www.ilpost.it/2020/02/05/mila-v ... m-francia/


In Francia si sta parlando moltissimo di un video contenente frasi molto forti contro l’Islam pubblicato giorni fa su Instagram da una sedicenne francese. Il video, oltre a creare molti guai alla ragazza, ha fatto iniziare un grande dibattito nazionale su blasfemia, islamofobia, libertà di coscienza, di espressione e violenza di genere che sta coinvolgendo politici, tribunali e opinione pubblica.

La ragazza si chiama Mila, ha 16 anni e lo scorso 18 gennaio ha postato su Instagram un video che tra le altre cose diceva: «Odio la religione, il Corano è una religione dell’odio, l’islam è una merda. Dico quello che penso, cazzo. Non sono razzista, per niente. Non puoi essere razzista verso una religione. Dico quello che penso, ne ho assoluto diritto, non ho rimpianti. (…) La vostra religione è una merda, il vostro Dio, gli metto un dito nel culo, grazie e arrivederci».

Il video è stato visto migliaia di volte e Mila ha ricevuto centinaia di commenti contenenti minacce di morte, insulti sessisti e omofobi. Sono stati poi pubblicati i suoi dati personali, il suo indirizzo di casa e quello della scuola che frequenta. Mila ha chiuso i suoi account social, ha smesso di frequentare la scuola per motivi di sicurezza, e ieri il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, ha detto all’Assemblea nazionale che lei e la sua famiglia avranno una scorta.

Nel frattempo, la procura di Vienne (Isère) ha annunciato l’apertura di due indagini separate. Una per identificare gli autori delle minacce ricevute dalla ragazza, l’altra contro la minore per «incitamento all’odio contro un gruppo di persone, a causa della loro appartenenza a una razza o una determinata religione» che però, dopo poco, è stata archiviata.

Dopo alcuni giorni di silenzio, Mila ha spiegato quel che è successo sia a Libération che a un blog vicino all’estrema destra.

Ha detto che tutto è iniziato con un video in diretta durante il quale un ragazzo aveva iniziato a farle i complimenti e a chiederle insistentemente la sua età: «Non volevo rispondergli semplicemente perché non mi piace che mi venga chiesta con insistenza la mia età. È fastidioso». Lui aveva poi iniziato a insultarla. In quel primo video, Mila aveva già espresso alcune opinioni sulla religione.

In un secondo video in diretta, Mila aveva iniziato una discussione con un’altra ragazza: «Mi ha raccontato della sua preferenza per le ragazze, e diceva che le donne di origine araba o maghrebina (rebeu, in francese) non erano molto belle. (…) Le ho detto che ero d’accordo, che le rebeu non erano di mio gusto». A quel punto erano iniziati gli insulti: «Hanno iniziato a chiamarci sporche lesbiche, razziste. Poi la discussione è scivolata sulla religione, quindi ho detto cosa ne pensavo».

Il 3 febbraio, durante un’intervista televisiva alla trasmissione Quotidien, Mila si è scusata per aver insultato le persone «che praticano la loro religione in modo pacifico», ha detto di essersi pentita della «volgarità» delle sue parole, ma ha comunque difeso il contenuto di ciò che ha detto e il suo diritto alla blasfemia: «Non ho assolutamente rimpianti per quello che ho detto, era davvero il mio pensiero».

Intorno alla sua storia si è creato un dibattito molto polarizzato e semplificato negli hashtag #JesuisMila (sono Mila) e #JesuispasMila (non sono Mila), che richiamano quelli dedicati al giornale satirico francese Charlie Hebdo dopo gli attentati a Parigi del gennaio 2015.

Abdallah Zekri, delegato generale del Consiglio francese per il culto musulmano, ha detto che «chi semina vento, raccoglie tempesta», sostenendo che la ragazza «se l’è cercata». Marlène Schiappa, responsabile nell’attuale governo francese dell’uguaglianza di genere, ha definito la posizione di Zekri «criminale» e «indegna». La ministra della Giustizia, Nicole Belloubet, ha detto che «insultare la religione è ovviamente un attacco alla libertà di coscienza», ma ha aggiunto che «in una democrazia la minaccia di morte è inaccettabile».

Diversi giornali hanno criticato l’immediata mancata reazione della sinistra, dei movimenti antirazzisti e per i diritti delle persone LGBTQI+.

Sulla questione si è espressa anche l’estrema destra francese. Nicolas Dupont-Aignan, esponente della destra sovranista, ha attaccato il governo chiedendo se la legge contro l’odio in rete appena approvata «punirà gli islamisti o è riservato solo agli oppositori di Macron». Marine Le Pen ha difeso Mila facendo un confronto diretto tra il suo discorso e quello del giornale satirico Charlie Hebdo, anch’esso critico verso l’Islam.

C’è poi chi pensa che tutta questa discussione intorno alla libertà di coscienza e di espressione sia di «una stupidità astronomica» da entrambe le parti, pretestuosa e «vacua». Lo scrittore e blogger Laurent Sagalovitsch ha scritto su Slate che «quando Charlie si permette di «mettere le dita nel culo» lo fa soprattutto in nome della satira, che diventa un’arma efficace quando si tratta di denunciare le carenze o le rigidità di qualsiasi religione. Nelle caricature, negli altri disegni o nei testi del settimanale satirico c’è sempre un tocco di sarcasmo, di ironia, di irriverenza, persino di eccesso che viene usato per difendere una convinzione, un pensiero che può, deve prestarsi alla polemica; l’esatto contrario dell’incontinenza verbale qui proposta».

In molti, parlando della vicenda, hanno comunque ricordato come in Francia non esista il reato di blasfemia, abrogato nel 1881. Nicolas Cadène, dell’Osservatorio francese della laicità, ha ricordato la legge in materia: «Si può insultare una religione, ma non le persone a causa della loro appartenenza religiosa». Nel 2002, ad esempio, lo scrittore Michel Houellebecq fu assolto dopo aver definito l’Islam «la religione più stupida del mondo».




La teenager francese che ha fatto dichiarazioni anti-Islam “assolutamente non si pente”
10 Febbraio 2020

https://www.islamnograzie.com/la-teenag ... 45JDxLKXro

Mila, una 16enne francese che ha ricevuto una sfilza di minacce di stupro e di morte dopo aver fatto dichiarazioni anti-Islam sui social media, ha detto che “assolutamente non rimpiange” le sue osservazioni e ha difeso il suo diritto di “bestemmiare” sull’islam.

“Io assolutamente non rimpiango le mie parole. Io non mi devo nascondere per questo motivo,” l’adolescente ha detto, aggiungendo che ha solo il rammarico di aver utilizzato ‘volgarità’ quando ha posatato su Instagram dicendo:“Odio la religione islamica. Il Corano è … pieno di odio. C’è solo odio in esso. L’Islam è una religione di merda. Questo è quello che penso.”

Dopo i suoi commenti, l’adolescente è stato sottoposta a un torrente di minacce di morte e di abusi che alla fine hanno portato le autorità a mettere lei e la sua famiglia sotto la protezione della polizia. Fonte: Le Figaro

Nella sua intervista alla televisione francese la scorsa settimana, Mila ha raccontato la gravità delle minacce che aveva ricevuto dicendo: “Considerando le minacce che ho ricevuto dalla gente nel mio liceo, avrei potuto essere bruciata con l’acido o uccisa con un colpo, o essere spogliata nuda in pubblico, o essere sepolta viva. Ho dovuto lasciare la scuola superiore.”

“Stavo ricevendo 200 messaggi di odio puro al minuto”, ha aggiunto la 16enne.

Marine Le Pen, leader del National Rally, è stata una delle poche figure di spicco in Francia che ha difeso le dichiarazioni della ragazza adolescente, tweeting: “Questa giovane ragazza è più coraggioso di tutta la classe politica al potere nel corso degli ultimi 30 anni”

Il ya plus de chez coraggio cette jeune fille que chez toute la classe politique au pouvoir depuis 30 ans! MLP https://t.co/hgmyX8QCte
– Marine Le Pen (@MLP_officiel) 4 febbraio 2020

Bruno Retailleau, il leader dei repubblicani al Senato – principale partito di opposizione in Francia – ha difeso Mila, dicendo che era “Islam politico che sta calpestando i nostri valori”.

La prova riflette una spaccatura in crescita e sempre più ostile tra coloro che si identificano con la società ed i nuovi arrivati che ancora si identificano fortemente con il mondo islamico tradizionalmente laico della Francia.


Francia, "l'aspirante repubblica islamica"
Giulio Meotti
12 febbraio 2020

https://it.gatestoneinstitute.org/15586 ... vRtvDQSmLg

In Francia, un Paese che difendeva la libertà di espressione, l'autocensura esonda, a cinque anni dall'attacco terroristico al settimanale satirico Charlie Hebdo. Il 7 gennaio 2015, i jihadisti Chérif e Saïd Kouachi uccisero 12 persone, ferendone altre 11, quando attaccarono la redazione di Charlie Hebdo, a Parigi. Nella foto: Un'auto della polizia sul luogo dell'attacco, il 7 gennaio 2015. (Photo by STR/AFP via Getty Images)

"Cinque anni dopo gli omicidi di Charlie Hebdo e Hyper Casher, la Francia ha imparato a convivere con la minaccia islamista", scrive Yves Thréard, vicedirettore del quotidiano Le Figaro.

"Non passa mese (...) senza che un attacco abbia luogo sul nostro suolo al grido di 'Allahu Akbar'. (...) Ma che senso ha combattere contro gli effetti dell'islamismo se non affrontiamo le origini di questa ideologia della morte? Eppure, su questo fronte, la negazione continua a competere con l'ingenuità. In cinque anni non è cambiato nulla. Al contrario!

"In nome della diversità, della non discriminazione e dei diritti umani, la Francia sta venendo a patti con molti dei colpi inferti alla sua cultura e alla sua storia. (...) Gli islamisti sono un problema delicato. Continuano la lotta che, anche senza armi, ha tutto il fascino di una guerra di civiltà. Il famoso 'spirito di Charlie', che alcuni pensavano di aver visto esplodere dopo gli attacchi del gennaio 2015, non sarà stato altro che un'illusione?"

La Francia ha celebrato il quinto anniversario del letale attacco jihadista al settimanale satirico Charlie Hebdo, perpetrato il 7 gennaio 2015. Il mese scorso, la senatrice francese Nathalie Goulet ha messo in guardia dal rischio di possibili nuovi attacchi terroristici. "In Francia, abbiamo un problema serio e dobbiamo fare di più per evitare agli estremisti di agire. Per come stanno le cose, ci saranno più attacchi", ha dichiarato la Goulet.

Si ritiene che siano 12 mila i radicali islamisti finiti nella lista dei terroristi sorvegliati in Francia, "ma soltanto una dozzina pare sia sotto sorveglianza 24 ore su 24".

Questo primo mese del 2020 è già contrassegnato da una nuova serie di attacchi terroristici di matrice islamista: la polizia ha ferito un uomo che si aggirava con un coltello in mano nelle strade di Metz, nella parte nordorientale del Paese; due giorni dopo, un sospetto radicale islamista ha accoltellato a morte un uomo nel sobborgo parigino di Villejuif, episodio questo che gli inquirenti ipotizzano essere un attentato terroristico. In entrambi i casi, gli assalitori hanno gridato: "Allahu Akbar". Questo tipo di attacco è stato definito "jihad ordinario" in un recente editoriale del quotidiano Le Figaro.

Il 7 gennaio 2015, i vignettisti e giornalisti "Cabu", "Charb", Honoré, "Tignous" e Wolinski, la psicologa Elsa Cayat, l'economista Bernard Maris e il poliziotto Franck Brinsolaro caddero sotto i colpi dei fratelli jihadisti Chérif e Saïd Kouachi. Il numero speciale che la redazione di Charlie Hebdo ha preparato per la quinta commemorazione del massacro critica i "nuovi guru del pensiero monolitico" che cercano di imporre la censura politicamente corretta.

L'indignazione espressa dal popolo francese, sceso in piazza a Parigi per una grande manifestazione di protesta tenutasi l'11 gennaio 2015, non è bastata a risvegliare lo spirito di resistenza dei leader e delle élites francesi contro l'islamismo e i suoi collaboratori. "La gravità del fatto politico islamista in Francia è fortemente sottovalutata", afferma l'avvocato Thibault de Montbrial, presidente del Centre de Réflexion sur la Sécurité Intérieure.

In un Paese che difendeva la libertà di espressione, l'autocensura esonda. "Per gli umoristi in Francia è facile prendere in giro il Papa e i cattolici, è sempre facile prendere in giro gli ebrei, è sempre facile prendere in giro i protestanti", ammette Patrick Pelloux editorialista di Charlie Hebdo. Per l'Islam non è facile. "Questa religione ci atterra. La parola 'Islam' fa paura e su questo i terroristi hanno vinto". La sottomissione è vincente.

Mentre le carceri francesi sono diventate un terreno fertile per i jihadisti, l'islamizzazione delle periferie delle città, le banlieue, procede a pieno ritmo. Il settimanale Le Point ha di recente dedicato una copertina ai "territori conquistati dagli islamisti". In molte di queste aree, imperversa la violenza: lì, la notte di Capodanno, 1.500 auto sono state date alle fiamme. Bernard Rougier, docente alla Sorbonne-Nouvelle e direttore del Centre des études arabes et orientales, in un recente libro intitolato "Les territoires conquis de l'islamisme", spiega che l'islamismo è un "progetto egemonico" che ha frammentato i quartieri popolari. Questi "ecosistemi", afferma l'accademico, lavorano su una "logica di rottura" della società francese, dei suoi valori e delle sue istituzioni, e sono costruiti su moschee, librerie, club sportivi e ristoranti halal.

Hugo Micheron, ricercatore presso l' Ecole Normale Supérieure, rileva che i jihadisti si sentono a proprio agio nell'"isolamento territoriale e comunitario". "Oggi," ha detto il presidente del Conseil supérieur des programmes Souàd Ayada, "la visibilità dell'Islam in Francia è saturata dal velo e dal jihad".

Mentre i predicatori e i reclutatori islamisti sono nelle strade alla ricerca delle menti deboli che costituiranno la prima linea della loro guerra santa, l'Islam politico forma altresì liste elettorali nei sobborghi francesi. Il presidente francese Emmanuel Macron si è detto contrario a bandire tali gruppi politici. "La Francia è un'aspirante repubblica islamica", ha osservato lo scrittore algerino Boualem Sansal. In questi "territori", egli ha detto, vivono molti dei terroristi che attaccano la Francia, come nel caso dei fratelli Kouachi autori della strage di Charlie Hebdo e dei jihadisti che uccisero decine di persone al teatro Bataclan.

Due comunità che vivono "fianco a fianco" presto si troveranno "faccia a faccia", ha dichiarato Gérard Collomb, ex ministro dell'Interno francese. E aveva ragione. Gli islamisti sono anche in seno alle istituzioni pubbliche.

Gli islamisti hanno inoltre reclutato decine di soldati francesi ed ex militari che si sono convertiti all'Islam. Molti provengono da unità specializzate, con esperienza nella gestione di armi e di esplosivi. La Francia si sta trasformando in una "società di vigilanza" nella sua lotta contro "l'idra" della militanza islamista, come ha affermato Macron.

Nei cinque anni successivi al massacro di Charlie Hebdo, che ha preso di mira la libertà di espressione, gli islamisti sono riusciti a commettere atrocità contro obiettivi come un prete, in una chiesa cattolica a Rouen; una festa nazionale istituzionale (l'attacco sferrato a Nizza durante i festeggiamenti del Giorno della Bastiglia); le comunità ebraiche (da Parigi a Tolosa) e la gente comune. Lo scorso ottobre, un islamista ha colpito uno degli edifici più sicuri della Francia: il monumentale quartier generale della polizia di Parigi, nei pressi della cattedrale di Notre-Dame, in cui ha ucciso quattro colleghi. "Questa è un importante punto di svolta nel terrorismo islamista", ha spiegato Gilles Kepel, esperto di Medio Oriente e di jihadismo.

È difficile credere che la polizia su cui facciamo affidamento per proteggerci e dovrebbe essere il nostro ultimo bastione contro il terrorismo possa essa stessa essere vittima di terrorismo, sgozzata nel sancta sanctorum della Prefettura di polizia".

Sulla scia dell'attacco, sono state sequestrate le armi a sette agenti di polizia "sospettati di radicalizzazione".

"Ho l'impressione che le nostre difese immunitarie siano crollate e che l'islamismo stia vincendo", afferma il saggista francese Pascal Bruckner.

"Le sue principali rivendicazioni sono state soddisfatte: più nessuno osa pubblicare caricature di Maometto. L'autocensura prevale. (...) Le espressioni di odio vengono dirette contro quelli che resistono all'oscurantismo e non contro quest'ultimo. Per non parlare della psichiatrizzazione del terrorismo per scagionare meglio l'Islam. Se agli inizi degli anni Duemila ci avessero detto che una ventina di vignettisti e intellettuali francesi avrebbe dovuto vivere sotto scorta, nessuno ci avrebbe creduto. La soglia di sottomissione è aumentata."

Cinque anni dopo l'attacco terroristico nella sede di Charlie Hebdo, la libertà di parola è meno libera in Francia. "Nessuno oggi pubblicherebbe le caricature di Maometto", ha dichiarato di recente Philippe Val, ex direttore di Charlie. "Negli ultimi cinque anni sono andata alla stazione di polizia ogni mese per presentare una denuncia per minacce di morte, non per insulti, minacce di morte", confessa oggi Marika Bret, giornalista del giornale satirico.

A Parigi, cinque anni dopo gli omicidi di Charlie Hebdo, c'è stata una grande marcia per protestare non contro il terrorismo, ma contro "l'islamofobia". "Voltaire scompare di fronte a Maometto, e l'Illuminismo davanti alla Sottomissione", nelle parole dello scrittore Éric Zemmour. E il Qatar finanzia ancora liberamente la costruzione di moschee francesi.

Nel 2017, due anni dopo l'uccisione di alcuni ebrei in un attacco terroristico a un supermercato kosher di Parigi, una donna ebrea, Sarah Halimi, è stata torturata e uccisa nel suo appartamento di Parigi dal suo vicino di casa, Kobili Traoré, al grido di "Allahu Akbar". Una corte d'appello ha di recente stabilito che l'uomo "non è penalmente responsabile" delle sue azioni. Come ha dichiarato il rabbino capo di Francia, rav Haim Korsia, è una "licenza per uccidere gli ebrei".

"Oggi, l'antisemitismo è talmente lampante che sarebbe difficile nasconderlo senza cadere nel ridicolo", ha detto lo storico Georges Bensoussan. "[Il vero tabù non è l'antisemitismo], ma chi sono gli antisemiti", il che significa che oggi in Francia è tabù dire che l'islamismo è la fonte più importante di antisemitismo.

Una settimana dopo l'attacco terroristico alla sede di Charlie Hebdo, in cui furono uccisi nove membri dello staff e altri quattro feriti, il settimanale pubblicò una copertina che ritraeva Maometto con il viso rigato da una lacrima mentre dichiarava: "Tout est pardonné" ("Tutto è perdonato"). Cinque anni dopo, sembra che tutto sia stato perdonato. Molti dichiararono con orgoglio: "Je suis Charlie". Gran parte non si è dimostrata tale.

Giulio Meotti, redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.


Immigrati occupano una chiesa issando bandiere islamiche
martedì 11 febbraio 2020
https://chiesaepostconcilio.blogspot.co ... 8cD3SF1PTc

È un piccolo episodio ma dimostra che l'islam non vuole "convivere" con altre religioni ma col tempo conquistarle e sottometterle, la "fratellanza" è solo un'illusione di Bergoglio.
La chiesa cattolica di Saint-Jean-Baptiste, nel cuore del quartiere Rayssac di Albi, in Francia, è stata conquistata da un gruppo di giovani nordafricani, domenica 9 febbraio. Saliti sul tetto hanno posto bandiere delle loro nazioni islamiche sulla facciata.
Il parroco, padre Paul de Cassagnac, ha presentato una denuncia, lunedì 10 febbraio. Esprimendo il suo sostegno a coloro che sono stati colpiti da questa scena terribile, in particolare gli abitanti del quartiere. Che hanno assistito ad una vero e proprio gesto di conquista.
Questi sono simboli di un dramma che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi: il problema non sono, solo, i clandestini. La vera minaccia al nostro futuro sono i figli degli immigrati regolari.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Je suis Theo v. Gogh, M. Allam, Charlie Hebdo, A. Bibi, Mila

Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 7:50 pm

ATEISMO E ISLAM
Il concetto di ateismo (ilhâd) che implica la negazione dell'esistenza di Dio, va contro la sharî'a (legge di Allah).
Ciò comporta, all'ateo, l'applicazione degli hudûd (pene corporali previste dal Corano), privato della sua nazionalità islamica e va separato dalla sua famiglia, in questa vita e dopo la morte.
Ecco l'Islam che in tanti accolgono a braccia aperte come futuro faro di civiltà.




Il vero Islam
La “misericordia” mostrata dal “profeta” dell’Iىlam spiegata da uno Sheikh residente in Svezia che dimostra anche un sentimento di profonda “gratitudine” verso il paese ospite
Con un grande Brother Rachid #ExMuslim, molto abile nel porre le giuste domande allo spettatore musulmano.
[Kafir Soul]

https://www.facebook.com/Islamicamentan ... 650189066/

Brother Rachid #ExMuslim riceve una telefonata dalla Svezia da parte di uno Sheikh che in uno slancio di sincerità esprime la sua profonda “gratitudine” al paese che lo ha accolto e la sua “singolare” visione della pietas islamica.

[Kafir Soul]


Afghanistan, sparano al suo Aseman e lo uccidono: "Una donna non può avere un cane"
Sahba a Herat era famosa perché aveva sfidato le convenzioni: insegnava alle ragazze a fare sport. Arti marziali e soprattutto bicicletta. Le hanno ucciso l'husky davanti agtli occhi
STEFANIA DI LELLIS
13 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... xxz8Mfw_2Q

“In un Paese dove le persone ammazzate non fanno notizia, figuriamoci se aveva senso denunciare alla polizia la morte del mio Aseman. Che ne avrei ricavato?”. Sahba Barakzai piange il suo husky, chiamato come il cielo, Aseman appunto, per via degli occhi azzurri. È stato ucciso la settimana scorsa appena fuori Herat, Afghanistan occidentale. Sahba e la sua famiglia lo stavano portando a fare una passeggiata tra i boschi, come ogni weekend. Come in tutto il mondo fanno nel fine settimana milioni di persone. Ma a Herat anche un gesto semplice - far correre il proprio cane in campagna - può essere un azzardo, specie se compiuto da una donna.

Un uomo è spuntato dagli alberi e ha sparato un colpo al petto del cane. Sahba ha gridato, è corsa verso il corpo insanguinato di Aseman. Ha implorato l’uomo di fermarsi. Ma altri armati sono usciti allo scoperto – ha raccontato la famiglia Barakzai alla Bbc – e hanno fatto fuoco ancora quattro volte. Una foto ritrae Sahba con il suo Aseman senza vita tra le braccia. Gli uomini le hanno intimato di lasciarlo dov’era. “Una donna non può avere un cane”, hanno detto. Così alla donna non è restato che allontanarsi.

Da una settimana si chiede il perché e la risposta potrebbe andare oltre il povero husky. Sahba a Herat era famosa perché aveva sfidato le convenzioni: insegnava alle ragazze a fare sport. Arti marziali e soprattutto bicicletta. “Ancora non sappiamo cosa abbia spinto quegli uomini a sparare. Ma crediamo che abbia a che fare con il lavoro di Sahba – dice ancora a Bbc la sorella Setayesh. Era la prima donna proprietaria di un club sportivo”. L’avevano già minacciata, ma lei da dieci anni andava avanti con il suo impegno sportivo. E quelle ragazze in sella erano viste come uno scandalo, nel Paese di Malala, nel Paese in cui vent’anni fa le bambine venivano tenute lontano dai banchi di scuola, figuriamoci da una bici. Finora Sahba aveva resistito. Ma la morte di Aseman l’ha vinta. Ha deciso di lasciare l’Afghanistan.
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Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 8:14 pm

Francia, adolescente attacca Islam sui social. Macron: "Qui c'è il diritto a blasfemia e critica della religione"
Parlando della propria omosessualità, Mila aveva reagito agli insulti omofobi prendendosela con il Corano. Diventato virale, il filmato ha scatenato una campagna di odio contro la sedicenne, da giorni sotto scorta. L'intervento del presidente francese dopo le polemiche politiche
12 febbraio 2020

https://www.repubblica.it/esteri/2020/0 ... v4sKy3TRls

PARIGI - "La legge è chiara: in Francia abbiamo il diritto alla blasfemia, alla critica della religione". Emmanuel Macron si schiera con Mila, l'adolescente che ha attaccato l'Islam in un controverso video postato su Instagram a inizio febbraio.

Parlando della sua omosessualità, la ragazza aveva reagito a degli insulti omofobi ricevuti sul suo profilo, prendendosela con il Corano e l'Islam. Diventato virale, il filmato ha scatenato una campagna di odio contro la sedicenne che da qualche giorno è sotto scorta.

Mila, che vive con la famiglia a Villefontaine, non lontano da Lione, ha dovuto nel frattempo anche essere trasferita dal suo liceo per motivi di sicurezza. Secondo il governo frequenta un altro istituto in una località mantenuta segreta. L'intervento di Macron è arrivato dopo che nel governo c'è stata un po' di confusione a proposito dell'affaire.

La ministra della Giustizia, Nicole Belloubet, aveva infatti commentato a caldo il filmato della ragazza come un "attacco alla libertà di culto", salvo poi correggersi e scusarsi.

"Nel nostro paese la libertà di espressione è protetta, così come la libertà di blasfemia" ha ribadito invece il capo di Stato, a cui ha fatto eco la moglie Brigitte Macron. Secondo la première dame, nel paese dove sono avvenuti gli attentati contro Charlie Hebdo dopo le caricature su Maometto, si "può parlare e ridere di tutto, non esiste un argomento tabù".
Francia, adolescente attacca Islam sui social. Macron: "Qui c'è il diritto a blasfemia e critica della religione"

Brigitte ha solo aggiunto che "bisogna stare attenti al modo con cui si parla", riferendosi ai toni virulenti usati dall'adolescente. Nell'unica intervista che ha fatto finora, ospite della trasmissione Quotidien, la giovane Mila ha ammesso una certa "volgarità" nelle sue dichiarazioni sui social. "Avrei dovuto argomentare meglio" ha detto la ragazza. "Non ho mai voluto - ha spiegato Mila - insultare i credenti, facevo solo allusione alla religione".


Libertà delle "religioni" e libertà dalle "religioni", da tutte le idolatrie religiose, specialmente da quelle totalitarie, disumane, terroristiche e violente come quella nazi maomettana.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2827


Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/02/2020, a pag.1, con il titolo "Voltaire all'Eliseo", l'analisi di Giulio Meotti.
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... OGMARc5EnU

Roma. Quando i portabandiera della libertà di espressione cadono sotto i colpi degli islamisti sono tutti "Je suis", vestono tutti il tricolore francese, la Marianna e gli emblemi della laïcité. È quando c'è da difenderli da vivi, quando sono sotto attacco, che i leader francesi latitano e vestono la lâcheté, la vigliaccheria. Jacques Chirac nel 2006 condannò le "provocazioni di Charlie Hebdo: la libertà d'espressione deve esercitarsi in uno spirito di responsabilità". Sei anni dopo, Charlie pubblicò un ciclo di vignette sull'islam che reinfiammarono l'opinione pubblica. Jean-François Copé, segretario dell'Ump gollista, si schierò con il premier Jean-Marc Ayrault, che chiese a Charlie un "comportamento responsabile". Laurent Fabius, ministro degli Esteri, disse che quelli di Charlie "gettano benzina sul fuoco", mentre l'ex ministro dell'Interno Brice Hortefeux parlò di "provocazione inutile". Il presidente francese Emmanuel Macron ha risposto diversamente all'ultima querelle sull'islam. È il caso di Mila, la liceale che sui social aveva usato parole poco gentili sull'islam e per questo condannata a morte dalla galassia islamista, costretta a muoversi con la scorta e a cambiare scuola. Stavolta dall'Eliseo non sono arrivati inviti alla "responsabilità", ma una robusta difesa della libertà di parola. "La legge è chiara: in Francia abbiamo il diritto alla blasfemia, alla critica della religione", ha detto Macron. Tradotto: va protetto e garantito il diritto di criticare l'islam, visto che del cristianesimo si fa già strame e irrisione. Non era scontato. Macron avrebbe potuto lasciar correre o parlare d'altro (ieri le tv italiane riportavano la notizia della visita del presidente francese al Mer de Glace, il ghiacciaio più grande di Francia, non certo quella della sua difesa di Mila e della critica dell'islam). Oppure Macron avrebbe potuto sfoggiare l'arte dei distinguo e dei pericolosissimi "ma". C'erano già state molte defezioni fra i macroniani, in testa il ministro della Giustizia Nicole Belloubet, che ha definito le parole di Mila "un attacco alla libertà di culto" (salvo poi scusarsi). E Ségolène Royal, che non ha mai brillato in coraggio, ha chiamato Mila "irrispettosa". La posizione di Macron sulla libertà di espressione è pressoché unica fra i capi di stato europei. Quando Jan Böhmermann, un famoso comico tedesco, derise il presidente turco Erdogan in tv e fini sotto scorta, con la denuncia turca alla procura di Magonza, cosa fece la cancelliera Angela Merkel? Anziché spiegare a Erdogan che in Germania i giornalisti hanno libertà di parola e di satira e che non finiscono in galera, sottoterra o in esilio come in 'Furchia, definì le parole di Böhmermann "un insulto".
Sull'islam, Macron si è separato dalla gauche. Quando, tre mesi fa, pezzi importanti della sinistra francese a Parigi marciarono contro l'islamofobia", Macron fece sapere che la sinistra aveva "venduto l'anima". Le sue frasi furono riportate dal Canard enchaîné: "La parte di sinistra che vi ha partecipato ha voltato le spalle alla sua storia e ai suoi valori", disse Macron. "Per tre voti alle elezioni comunali, manifestando al fianco di salafiti e antisemiti brevettati, hanno venduto l'anima". Quando tutti i ministri francesi del tempo lo attaccarono, Charlie Hebdo uscì con il numero dei "responsabili". "Al fine di soddisfare Laurent Fabius, Brice Hortefeux e Tariq Ramadan, Charlie non getterà più `benzina sul fuoco' e non sarà più 'irresponsabile", recitava l'editoriale. Un giornale senza testo né vignette, firmato dai vignettisti che tre anni dopo sarebbero stati macellati in nome di Allah. La doppia pagina del settimanale era dedicata al "dibattito della settimana": "Bisognava mostrare il seno della `regina' Kate?". La satira degli inquadrati che mette tutti d'accordo. La risata che ci seppellirà.




CRITICARE L'ISLAM È ISLAMOFOBIA?
Nicolas Micheletti
4 febbraio 2020
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0062317495

Uno dei tanti problemi del buonismo occidentale è confondere l'islamofobia con la critica e la satira verso l'islam. In realtà sono cose diverse.

L'islamofobia è una forma di pregiudizio e razzismo verso i musulmani, non è ogni forma di critica all'ideologia islamica.

Il diritto di critica è essenziale in una Democrazia, e tacciare di islamofobia ogni possibile critica e satira sull'islam fa preoccupare sul tasso di libertà d'espressione dei non-islamici.

La critica e la satira sono strumenti fondamentali al servizio della Democrazia, e non dovrebbero essere limitati mai e per nessun motivo. La storia stessa ce lo insegna.

Secoli fa infatti, il cristianesimo non era poi così diverso da come è l'islam oggi, ma esso non si è certo moderato da solo, bensì proprio grazie alla critica e alla satira le quali hanno fatto iniziare a far perdere fedeli all'ideologia e, di conseguenza, l'hanno costretta a riformarsi e ammorbidirsi. Come spiega Bertrand Russell:

"Il cristiano moderno è divenuto certamente più tollerante, ma non per merito del cristianesimo. Questo addolcimento del costume è dovuto a generazioni di liberi pensatori, che dal Rinascimento ad oggi hanno provocato, nei cristiani, un senso di sana vergogna per molti dei loro tradizionali pregiudizi."

Chi oggi ha il coraggio di criticare o fare satira sull'islam non è un razzista, ma un libero pensatore che cerca di provocare un senso di "sana vergogna" che possa costringere l'islam a riformare se stesso.

Questo è ciò che dovrebbero capire i buonisti occidentali che difendono a spada tratta l'islam. A meno che in fondo in fondo non gli piaccia l'impostazione patriarcale e omofoba che ha questa religione crescente in Europa, sia chiaro.

Per questi motivi suggerisco di seguire la pagina Islamicamentando che fornisce sicuramente molti spunti di riflessione. Qualche filo-islamico la potrà ritenere criticabile, ma ben venga la critica, dato che la Democrazia deriva proprio dallo scambio idee e non di certo dalla censura.


Antonio Sala
Buongiorno Caro Otello Spero che tu stia bene e che la pace sia su di te e sulla tua famiglia. Che Dio ti protegga sempre. Su questa foto hai ragione anche se il manuale piu grande si chiama in lingua araba kitab ul tafseer.lo studio classico tradizionale e la spiegazione specifica dei contenuti dei versi e dei 114 capitoli del Corano. Ogni verso ogni storia e ogni comandamento presente nel Corano e' ogetto di studio da piu di 1000 anni. Questi hanno un peso specifico a livello retorico allegorico grammaticale e logico molto profondo. Il corano e' organizzato in suwar ( capitoli) che sono 114 e in 30 parti per facilitare la lettura quotidiana. I versetti in totale sono 6236 e sono stati organizzati in base al luogo e al tempo in cui sono stati rivelati: quando dove come perche' in quale circostanza in quale contesto temporale con quale proposito , se hanno valenza grammaticale specifica o generalizzata e se sono temporali o atemporali. E' vietato intepretare i versetti a livello letterale senza averlli studiati e senza aver compreso e letto in amniera esauriente la vita del Profeta e i suoi detti e fatti ( sunnah) . Frequentemente nel Corano ci sono versetti che si riferiscono solo ed esclusivamente al tempo in cui sono stati rivelati e che hanno solo una valenza specifica. altri che si riferiscono ad eventi futuri come il Giorno del giudizio altri che parlano di storie passate e della vita di altri Profeti eccellenti come Gesu' e sua Madre Benedetta, Mosè , Noè ,Abramo, Giuseppe, Giona, Giovanni il Battista, Salomone ECT. Altri versetti che invitano tutta l umanita' al bene e a compiere buone azioni. Ci sono si versetti che parlano di battaglie e scontri ma sono da constestualizzare nella societa' pre e post lalmaica del periodo compreso tra il 610 e il 633 dopo Cristo anno in cui il Profeta e' deceduto e afatti psecifici accaduti durante la sua vita e la stori di come 'e nato l silma e delgi eventi che si sono sviluppati in quelgi anni e non possono per niente essere applicati al giorno di oggi .le condizioni socio politiche e storiche dell europa del 2020 e dei tanti altri Paesi sono ben diverse da 1440 anni fa. Ecco perche gli studiosi msusulmani aprlani di confornto ed analogia nella scienza del tasfeer.
Molto spesso nel Corano quando si parla di miscredenti si parla dei clan dei Qureisciti di allora e i loro associati che dominavano la regione e chefgurono ostili al Profeta in qaunto lui proponeva un monotesimo assoluto in opposizione all idolatria che era prevalente nella cultura locale e che fruttava tanti soldi ai mercanti locali durante le stagioni deglii scambi commerciali. Tempo in cui ogni clan e tribu portava le proprie divinita' fatte a mano nei pressi della Mecca che era considerata una Casa Sacra gia allora e dove avveniva il core business. L' idea rivoluzionaria che il Profeta prorpose andava direttamente a minare quel sistema e quindi anche gli intoriti commerciali collegati ad esso. Lui proponeva che Dio e' uno solo senza partner ne associati , ripudiava l idolatrismo in tutte le sue forme proponeva che schiavi e padroni eramo uguali di fronte a Dio che i neri e i bianchi erano uguali. che gli arabi delle citta' erano uguali agli arabi nomadi, che donne e uomini avevano lo stesso status di fronte a Dio e questo dava molto fastidio ai clan dominanti che gli mossero guerra. e che lui si trovo' ad affrontare nei lunghi 23 anni che seguirono il suo primo pubblico messaggio di invito al monoteimo puro.I quresiciti stessi vengono chiamati miscredenti nel Corano ma sempre in un contesto temporeneo e ben constestualizzato, perche poi tanta gente si e' convinta da sola che il messaggio profetico aveva senso. i versetti non vanno interpretati cosi a casaccio come tira il vento e basati sul proprio stato psicologico e culturale ed emozionale ma vanno studiati e contestalizzati. Ci sono regole specifiche e comandamenti da prendere molto sul serio ma questi devono riguardare la sfera privata solamente e specialmente se si vive in un contesto sociale occidentale. Le regole e le leggi ( shariah) presenti nel sistema religioso chiamato islam non possono ne essere proposte ne forzate ne applicate nella societa' moderna europea. sia chiaro. Un musulmano che inovca la sharia in italia e' completamente fuori strada dal punto di vista storico sociale e mentale. Ma anche tante regole che riguardano la giurisprudenza islamica le sue leggi e le conseguenze penali che seguono alla loro infrazione non possono essere prese in considerazione in uno stato democratico dove vige per motivi storici politici culturali e religiosi un altro sistema. nei paesi dove la maggioraparte della gente e' di fede musulmana le leggi sharitiche vengono usate molto spesso dai loro governanti solo a livello esteriore e letterale per reprimere terorrizzare controllare la popolazione locale.e questo non fa parte dell Islam Tradizionale e Classico del termine. in una societa islamica sana e scerva da ogni whahabismo e basata sui principi fondamentali della Fede non esiterebbero crimini ne trasgressioni legali di nessun tipo perche vigerebbe il timor di Dio che tutto vede a cui lo stesso Gesu' nel Vangelo fa rifeirmento e la misericordia e la compassione reciproca. La' dove vengono sempre punite solo le donne, dove esiste giustizialismo e non giuitizia, dove prevale l ignoranza la arretratezza culturale il wahabismo l estermismo la dove piovono minacce alla occidente dove prevale il senso della paura della repressione la' prevale il Satanismo.Poi sappi che chiunque mette piede in Italia che e' di fede musulmana ha di fatto fatto un tacito accordo con lo Stato Italiano di rispettare obbligatoriamente la Costituzione di vivere da persona educata e civile e gentile di rispettare le leggi e le usaanze locali ha il dovere obbligatorio di comprtarsi in maniera benevola di essere tollerante paziente e ben disposto e altruista verso la moglie la famiglia e le donne in generale che esse siano semplici cittadine o rapparesentanti della educazione e delle isitituzioni. e' obbligato a non comettere crimini di nessun genere ne tragressioni legali di nessun genere. e' obbligato a seguire tutti comandamenti islamici che sono contro il daneggiamento peronale morale economico e fisico delle persone della societa' in cui vive. Viene da se che per un musulmano che vive in occidente ci sono i diritti , vero, ma ci sono anche tanti doveri da rispettare.Io dico: se non ti sta bene cosi'... anda.....nessuno ti obbliga vivere in italia e in europa. bisogna mettere dei paletti. inoltre tutto quello che puo e deve fare un musulmano e' se inivtato a dialogare e' spiegare nella maniera piu chiara ed esauriente e con le belle parole e con le buon e gentili maniere quali sono i principi religiosi e spirituali che fanno parte della sua religione. Che possono essere accettatte e/o comprese di buon grado oppure no. anzi. NON C'E NIENTE DI MALE se una persona dice a me l' Islam non mi garba. Che problema c'e. Nel Corano viene detto: non c' e obbligo nela relgione ,inteso non si obbliga la religione a nessuno . versetto 256 cap. 2 e ame la mia religone e te la tua versetto 6 capitolo 109 . Senza patemi di animo. Tranquillo. importante che ci sia un rispetto e una comprensione umana reciproca come tra fratelli che non sempre possono esse d' accordo ma che mangiano dallo stesso tegame di pasta asciutta. io se posso darti un suggerimento non generalizzerei cosi seccamente come fai tu quando parli di Islam. Anche se ti potra soprendere ti capsico. la visione che hai tu dell islam certo non piace ne a te ma nenache a me e neanche a nessun altro che ha a cuore l Umanita'e la compassione e la misericordia che sono alla base delle religioni monoteiste contemporanee. un abraccio fraterno. a presto e che Dio ti guidi sui sentieri della sua Infinita Misericordia. buon weekend OTELLO BELLI.


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Otello Belli
Antonio Sala belle parole, interessante commento, ma.... peccato che i fatti, da 1400 anni a tutt'oggi mostrino una realtà completamente diversa da quella da lei descritta. Forse Lei non ha mai letto la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo islamica, ve ne sono due versioni una degli anni ottanta ratificata all'unesco, della quale ke sefnalo gli articoli 4 e 5, ed una redatta ad Il Cairo nel 1990 e firmata dai ministri degli esteri di tutti i paesi Islamici, veda di essa gli articoli di fondo, che smentiscono clamorosamente tutte le sue spiegazioni. I principi islamici sono incompatibili con democrazia e libertà questo è un fatto. Lei sa meglio di me che il Corano non è interpretabile, e a proposito dei versetti da lei citati, bhe ve ne sono molti altri di natura diversa e contraria che stranamente nessun musulmano cita mai nelle discussioni. L'islam in Italia è incostituzionale è una ideologia retrograda ed offensiva pei diritti umani.... e poi la sharia..... non applicabile nei paesi occidentali o comunque non islamici, fandonie, mi spiace dirlo in modo brusco, Inghilterra e Belgio ne sono l'esempio e posso dirle che anche in Italia, avendo frequentato moschee ed imam, in barba alle leggi, essa , quando possibile, viene utilizzata ed applicata..... l'Islam è indifendibile.... non vado oltre... buona giornata e ,da ateo, la ringrazio per le sue raccomandazioni al suo dio per me, ma le ritengo inutili ed inopportune. Grazie

Antonio Sala
Otello Belli grazie per aver apprezzato le mie parole pur non condividendole. almeno mi ha risposto in maniera educata e gentile. Non è da tutti, lei è stato fortemente critico ma rispettoso, e mi ha risposto subito. Poteva anche scegliere di non farlo. Perché no? Mi piacciono lo persone schiette come lei. Non hanno 2 facce sono così come sono. Che lei sia ateo non è importante lei è un essere umano che ha diritto alla sua dignità e al suo benessere alle sue opinioni a prescindere poi che non le piace l'Islam e ha trovato inopportuni miei auguri di bene mi dispiace ma lo accetto di buon grado e mi scuso per essere apparso inopportuno. Non era mia intenzione. Tante buone cose a lei e famiglia comunque da parte di un italiano nativo come lei. Senza offesa spero. Rimane sempre che se lei vuole scambiare 4 chiacchiere su FB mi fa sempre piacere. A presto Sig. Belli.

Antonio Sala Otello Belli guarda capisco il tuo punto di vista ma ti faccio notare che la parola shariah che non significa altro in lingua araba che sentiero ben determinato, corpus di leggi per estrapolazione se vuoi e' nominata solo 10 volte in tutto l' articolo e cio che intende e' tutto cio che e' stato detto e' valido all interno delle leggi . cioe' importante che tutto cio che si dice nella dichiarazione e' conforme al corpus legilsativo. A me sembra che tutto cio' che e' stato scritto possa essere applicabile anche nel mondo occidentale e non per questo essere soggetto alla shariah. questo ultimo punto che e' stato elaborato vale per quei paesi dove vige uno stato ove le leggi sociali coinidono con i comandamenti religosi e le persone hanno accettato di buon grado queste regole. per esempio: Tutti gli individui sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione tra il legislatore e il cittadino.
b) Il diritto di ricorrere alla giustizia è garantito a tutti.
c) La responsabilità è strettamente personale.
d) Un imputato è innocente fino a che la sua colpa non sia provata in equo processo nel quale egli disponga di tutte le garanzie della difesa. negli Stati Uniti ancora oggi e' cosi ed esiste tutt' ora la pena di morte. non sono soggetti alla shariah ma ala costituzione e come potrebbe essere diversamente negli Usa. ma e' la stessa cosa a livello legale giuridico


Ono Haposai
Antonio Sala molti fanno riferimento al versetto che dice che non c'è costrizione nella fede. Ma nel resto del Corano è tutto il contrario. Anche il solo fatto che bisogna combattere (e lo stanno facendo da 1400 anni..) fino a che tutto appartenga all'Islam... Contraddice molto quel versetto.....



Antonio Sala
Ono Haposai ciao quel verso é riferito alla penisola arabica e in specifico solo per la persona del Profeta da vivo. Gli altri versetti del combattere sono riferiti a momenti specifici nel tempo e luogo come in surah TAwba o in riferimento di eventi passati. Il contesto È quello di 1440 fa.


Ono Haposai
Antonio Sala Non serve contestualizzare nel tempo i versetti. Altrimenti il Corano sarebbe scritto in ordine cronologico e non iniziando dalle Sure più grandi per finire con quelle più piccole. Il dover combattere per islamizzare il creato, rientra nei voleri divini. Molti versetti riportano in chiaro, che non uniformarsi agli insegnamenti del Corano, comporta la morte come punizione. Ad esempio per l'apostasia o l'omosessualità, adulterio o blasfemia. Dopo 1400 anni si eseguono questi ordini di morte. Il contesto nel tempo e nei luoghi non è cambiato molto.

Antonio Sala
Ono Haposai convinto te... Va bene.


Otello Belli Articolo 25
La Shari'ah Islamica è la sola fonte di riferimento per l'interpretazione di qualsiasi articolo della presente Dichiarazione.
Le ricordo che tale dichiarazione è stata ratificata all'Unesco

Ono Haposai
Otello Belli C'è una cosa incontestabile nell'islam. La superiorità delle leggi divine, su quelle degli uomini. Ogni costituzione di ogni paese non può ergersi al di sopra del Corano. Perciò i diritti dell'uomo secondo la concezione Occidentale, nell'islam valgono zero. Specialmente in riferimento alle donne.

Antonio Sala
La sharia islamica che e' li per essere accettata da chi la vuole accettare. non e' la carta dei diritti universali dell uomo ma la carta dei diritti universali dei musulmani (che coinicdono con la maggiorparte degli articoli della Cosatituzione Italiana) e che senza restrizioni scelgono di sottostare a queste leggi. lei che e' europeo non ha accettao volontariamente di sottoprosi alle leggi democratiche europee. non vota con lintenzione che i suoi rappresentanti facciano leggi migliori e leggi anti crimine e punitive piu pesanti? lei non deve sottostare alla sharia la sharia non e' per lei . lei deve ubbidire alle leggi del suo paese. sa come viene chiamato il corpus delle leggi italiane la Costituzione Italiana in lingua araba classica: Sahria al itali e quest ulltima al destur al itali. non vedo nessun rigiro di frittata.

Antonio Sala
Otello Belli mi permetta gentilmente di contiunuare : L'abitazione privata è assolutamente inviolabile. Non vi si può accedere senza permesso dei suoi abitanti o in maniera illegale, né può essere demolita o confiscata e il suo arredamento asportato. Dice cosi anche Salvini. L'Islam è una religione intrinsicamente connaturata all'essere umano. E' proibito esercitare qualsiasi forma di violenza sull'uomo o di sfruttare la sua povertà o ignoranza al fine di convertirlo a un'altra religione o all'ateismo. Non c'e obbligo di convertirsi all islam. in un istanza il Profeta che poteva applicare le leggi islamiche ha preferito chiedere al Rabbino quale fosse la pena da applicare PREVISTA DALLA TORAH quando ci furono un gruppo di persone che trasgredirono pattie e regole fondamentali minando cosi l' esistenza stessa dello stato medinese. E il rabbino applico la pena dopo un processo equo con testimoni giudici ed avvocati difensori ed accusatori. non venne apllicata la shariah ma la legge biblica e vennero condannati a morte da un giuria equa.Proseguiamo : fin dal momento della nascita ogni bambino ha diritti nei confronti dei genitori, della società e dello stato ad avere appropriato nutrimento, educazione e cure materiali, igeniche e morali. Sia il feto sia la madre devono essere protetti e ricevere speciale assistenza. Non e' cosi anche in Occidente? La donna è uguale all'uomo in dignità umana e ha diritti da godere e obblighi da adempire; essa ha la propria identità e indipendenza finanziaria e il diritto di mantenere il proprio nome e la propria identità.
b) Il marito è responsabile del mantenimento e del benesssere della famiglia. NOn e' forse cosi anche in italia? in italia per esempio la donna una volta sposata deve assumere il cognome del marito e il cognome del nascituro e' quello patriarcale. segue second parte.

Otello Belli
Antonio Sala semplificando il tutto .....
L'islam non è in regola e non rispetta l'arricolo 8, ad anche altri, della costituzione Italiana da lei citata, non è riconosciuto dallo stato, il suo ordinamento giuridico è contrario e contrastante con le leggi italiane. Su questo non c'è discussione. Concludo affermando inoltre che l'Islam non può essere identificato come religione ma come un sistema di vita sociale in totale contrasto con democrazia, rspetto dei diritti umani, uguaglianza e libertà con una totale assenza di rispetto per il libero arbitrio...... a rispetto della legge dovrebbe essere vietato ed il Corano censurato, a norma dell'articolo 21..... buina giornata a lei

Antonio Sala
Otello Belli grazie...ah ho capito allora censuriamo il Corano rendiamo l. Islam illegale e fuorilegge anche in rete bruciamo tutti i Corano che troviamo in circolazione facendo un bel Falò nelle piazze bruciamo tutti i libri in arabo vietiamo la lingua araba, il ramadan facciamo il boicottaggio dei prodotti provenienti da paesi musulmaniin Italia chiudiamo tutti i negozi etnici vietiamo l islam chiudiamo e demoliamo le moschee chiudiamo le ambasciate dei paesi islamici vietiamo ai bambini musulmani di andare a scuola a
Vietiamo ai musulmani di andare All Ospedale di comprare e vendere di leggere mettiamo la mezza luna sui loro vestiti poi Facciamo i ghetti temporanei per i musulmani italiani e non compresi i calciatori muslim che giocano in serie a, tutti gli sceicchi che hanno comprato il. Milan e tuuti gli arabi e asiatici musulmani che investono in italia centinaia di miloni di euro. poi dopo aver costruito campi di forza li sterminiamo tutti donne e neonati compresi. Va bene così? Lei la pensa così? Chiedo solo per curiosità. non la prenda a livello personale....

Otello Belli
Antonio Sala non mi pare di aver detto questo, la mia speranza è che l'islam abbia la forza di secolarizzarsi e laicizzarsi, riformandosi profondamente, ma sono certo che sia un'utopia, certo che cosi come è praticato e gestito, ripeto, risulta incompatibile con democrazia e libertà. Non sono per la "caccia alle streghe" ma per la difesa di libertà, cultura, tradizioni e libero arbitrio.... tutte cose che non appartengono minimamente al mondo islamico..... mi spiace ma la realtà dei fatti è questa e rifiutare di ammetterlo è essere complici di un processo di islamizzazione.......


Antonio Sala
Otello Belli buongiorno.. Io sono stato provocatorio.. Lo ammetto.. E lei mi ha risposto con garbo ed intelligenza. Lo sapevo fin dall inizio che non stavo parlando con un cretino ma una persona educata e corretta pur avendo lei ferme opinioni e muova forti critiche alla religione dell' Islam. Lei ha parlato di speranza, bellissima parola. Io condivido in solidarietà con lei questo sentimento. Io sono completamente contrario all oscurantismo, alla dittatura religiosa sono per la difesa della libertà delle tradizioni, del libero arbitrio. La invito a leggere le tre parti, lunghe lo so, che ho scritto a riguardo della dichiarazione dei diritti dei musulmani. Putroppo oggi il mondo islamico avrebbe bisogno in generale di un ritorno agli studi classici e tradizionali. Sono d' accordo che il mondo islamico ha bisogno di una riforma profonda. Io sono il primo a non volere l islamizazzione. Non è questo il proposito dell islam.
Sembra un ossimoro ma non lo è. Io sono il. Primo a combattere ogni forma di anti europeismo di Incitazione alla violenza, qualsiasi persona musulmana che non si comporta secondo norma che minaccia, che commette crimini contro le persone e le donne, che critica il sistema europeo che anche solo teorizza la islamizazzione. Io non sono per la islamizazzione e se prendesse piede l islam come è concepito oggi in certi paesi sarebbe un disastro di proporzioni epiche. La mia conversione non è negazione della mia cultura e dei principi universali , la mia conversione è stata una conversione del cuore. Io sono per l islam della misericordia e della Compassione e di tutti quei principi che sono per la costruzione di società solide avanzate e scevre dalla povertà economica e spirituale e dove la conoscenza è la fonte della pace reciproca. Utopia.. Si lo so ma ogni giorno parto da me stesso cercando di migliorarmi e di educare i miei figli ad essere umani e uomini. Io sono una persona di sani principi e non mi ritengo né ottuso né retrogrado. Amo il. Prossimo e non vorrei mai il male per nessuno. I principi della mia religione hanno fatto di me una persona migliore. Cristo è per me un esempio un Profeta eccellente nato da Maria senza intervento umano condivido tutti i principi etici e morali del cristianesimo e ho aggiunto qualcosa in più alla mia conversione come il regolare digiuno e la preghiera quotidiana fatta 5 volte e il pagamento della zakat ai poveri. Non ho negato nessun principio precedente su cui sono stato educato e cresciuto. davvero. Un saluto e grazie ancora Otello.tante buone cose.


Otello Belli
Antonio Sala belle parole, bei propositi...... paradossale che con ideali profondi come questi lei si sia "convertito", o dovrei dire "ritornato", all'islam..... e mi dica, nella malaugurata ipotesi in cui la percentuale islamica in Italia arrivasse a superare il 50% di presenze ed il processo di Islamizzazione iniziasse a minare i fondamenti della libertà personale e della società, lei che posizione prenderà ? Difenderà la sua umma, o si batterà contro di essa ? Pensa che con questi suoi ideali potrebbe vivere serenamente in un paese a maggioranza islamica o sa che avrebbe grossi problemi ? Sia corretto e sincero , delle cose elencate da lei nell'islam non c'è nulla....... buina giornata

Ono Haposai
Otello Belli ''Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti'' (Corano 8:65)......in pratica si devono soggiogare le terre dei miscredenti con il 10% dei credenti. E ne sono convinti......di poterlo fare. Anche perché la chiave di certa convinzione è.......''Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita... I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! ... Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi''. (Corano 8:12-17).....facile uccidere con la convinzione di essere nel giusto.....povera Europa!

Antonio Sala
Ono Haposai forse non stiamo vedendo le cose nel giusto contesto. E povera Europa si se dovesse cadere in mano a dei fanatici senza cuore e ignoranti come delle bestie. Non si uccide in maniera arbitraria... ma siamo pazzi? Non si uccide così a vanvera... Roba da criminali. Chi è quel musulmano che compie questi crimini. L omicidio è di per sé un reato gravissimo. Quasi imperdonabile. Ma dai. Mi scusi ma non le e venuto il minimo dubbio che si parla in questo caso di scontro diretto e tra l tribù di allora. Ma per piacere. Nessun essere umano che vive oggi nel 2020 le verrà mai a dire che i. Miscredenti di cui spesso parla il Corano sono le persone non musulmane di oggi. Ma dai. Esistono luoghi di conflitto e le atrocità commesse in quei luoghi nei confronti dei cristiani non hanno niente a che vedere con la misericordia e la Compassione che sono alla base della religione dei musulmani. Che Dio maledica e dustrugga coloro che bistrattando e usando questi versi compie crimini innominabili verso coloro che vivono in pace. Dio dice non siate trasgressori né oppressori né ingiusti. Non combattete contro coloro che non vi hanno cacciato dalle vostre case in questo caso sareste degli ingiusti e a Dio non piacciono coloro che operano male. .

Otello Belli
Antonio Sala cancellateli dal Corano allora i versetti inutili, anziché impararli a memoria

Antonio Sala
Otello Belli non si possono cancellare ma non vanno neanche imparati a memoria se non ce studio classico del tafseer.( spiegazione) Non ha molto senso imparare a memoria come papoagalli se poi non si è studiato né si conoscono i vari contenuti. Putroppo il wahabismo salafita ha fatto danni irreparabili alla nostra religione e i suoi principi. Io sono totalmente opposto a questa ideologia deviata e becera. Letteralmente....grazie ono


Otello Belli
Antonio Sala visto che le sue spiegazioni mi stanno incuriosendo, se le va, mi dia una spiegazione anche su questo
https://m.facebook.com/story.php?story_ ... 0062317495

Antonio Sala
Otello Belli la retorica di questo verso non implica la esistenza di altri Creatori se non dio stesso e la struttura grammaticale della frase in lingua araba ne esclude a priori l' esistenza. Visto poi che dio nel Corano è un dio eterno e che conosce tutto perfettamente gli esegeti hanno detto che questo è una prova evidente che è dio che parla poiché solo al giorno di oggi esistono effettivamente persone che cercano di creare nuove specie animali e vegetali e compiono esperimenti di natura genetica manipolando il DNA che in alcuni casi sono andati e vanno contro l'etica umana. Giocano a fare dio. Dicono abbiamo creato una nuova specie in laboratorio. Ma queste presentano sempre dei difetti. Solo dio è il creatore perfetto ed assoluto.

Otello Belli
Antonio Sala ripeto lei è meravigliosamente abile.....

Antonio Sala
Otello Belli GRAZIE ,gentile come solito io ho studiato usando il mio intelletto e stando il più possibile obiettivo. Anche studiando le fonti originali con specialisti e studiosi qualificati. Conosco varie lingue e ho basi di ebraico. Non penso di essere l ultimo coglione... Il penultimo forse... ma non certo ultimo. Grazie per le sue belle parole.

Antonio Sala
La famiglia è il fondamento della società e il matrimonio è la base del suo formarsi. Essi assicureranno la protezione e il benessere della famiglia. La Destra italiana non puo che essere d'accordo su questo. andiamo avanti In caso di uso della forza e di conflitto armato, non è consentito uccidere non belligeranti quali anziani, donne e bambini. I feriti e i malati hanno il diritto a trattamento medico; e i prigionieri di guerra hanno il diritto al cibo, all'alloggio e al vestiario. E' vietato mutilare cadaveri. E' fatto dovere di scambiare i prigionieri di guerra e di consentire visite e riunioni delle famiglie separate per circostanze di guerra.
b) E' vietato abbattere alberi, danneggiare colture o animali, nonché distruggere le costruzioni o le istallazioni civili del nemico bombardandoli, minandoli o con altri mezzi. non e' sucesso con le forze americane che hanno raso al suolo l' iraq negli anni 2000 e devastato il paese ed ucciso migliaia di bambini ed innocenti ( effetti collaterali li chiamano) per niente. non succede con el forze conivolte nel conflitto siriano ne con israele nel conflitto in aplestina dove sono morti migliaia di bambini e donne innocenti sotto i bombardamenti indiscriminati a gaza ed in altri posti dove e' stata commessa pulizia etnica, eg. Sabra e Shatila nel 1982 dove tremila innocenti vennero massacrati senza pieta sotto la direzione di quella buon anima di ariel sharon.Il lavoro è un diritto garantito dallo stato e dalla società ad ogni persona abile a lavorare. Ognuno è libero di scegliere il lavoro che ritiene migliore e che soddisfa i propri interessi e quelli della società. Il lavoratore ha il diritto alla salute e alla sicurezza nonché ad ogni altra garanzia sociale. Non gli può essere assegnato un lavoro al di là delle proprie capacità né si può assoggettarlo a violenza o sfruttamento. Egli ha il diritto - senza alcuna discriminazione tra maschi e femmine - ad un equo salario per il suo lavoro così come alle vacanze e alle promozioni che merita. Da parte sua, egli è tenuto a impegnarsi meticolosamente nel suo lavoro. Nel caso in cui i lavoratori e gli impiegati siano in disaccordo su questa o quella materia, lo stato interverrà per risolvere il conflitto, confermare i diritti e assicurare la giustizia in modo equo. questa e' la base della nostra dmocrazia e la spiegazione dell articolo 1, la repubblica e' uno stato fondato sul lavoro. Ognuno ha il diritto all'assistenza medica e a ogni pubblica agevolazione fornita dalla società e dallo stato nei limiti delle loro risorse disponibili.
c) Lo stato assicurerà il diritto dell'individuo a una vita dignitosa che gli consenta di rispondere a tutte le esigenze proprie e a quelle dei suoi dipendenti, compresa l'alimentazione, il vestiario, l'alloggio, l'educazione, le cure mediche e ogni altro bisogno essenziale. Questo non avviene negli Usa. se non paghi.... muori. perche non e' cosi? solo obama ha cercato di cambiare ma Trump ha cancellato la riforma Obama se non ho letto male. segue terza parte....ultima lo prometto.

Ono Haposai
Antonio Sala Ma ci rendiamo che cosa dice? Sembra un manifesto propagandistico. Giusto per rispondere a alcuni punti. Il Corano lo leggo da circa mezzo secolo e dal 1974 frequento i musulmani, sia in Italia che nei loro paesi. In questo momento sono in casa di una famiglia musulmana, sto accudendo i figli di una senegalese, vedova di un mio collega...."La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso" (Corano 5;33). Come vedi non c'è nessuna remora a fare amputazioni....sia ai vivi che ai morti. Anche la famiglia è il cardine della società....nella cultura occidentale forse....in quella islamica, il cardine è l'uomo, il credente! Se un uomo può sposare...più donne, il cardine poggia molto male. Se i figli appartengono all'uomo, che cosa è la famiglia? Vediamo al massacro in Libano nel 1982. Non serve incolpare l'IDF, per aver lasciato carta bianca a chi voleva vendicarsi di anni di angherie. Ariel Sharon fu avvisato a cose fatte e ci furono comunque molte indagini per cercare le responsabilità. Ma se vogliamo vedere che cosa hanno permesso in Europa nel 1944-45....in piena liberazione, specialmente alle truppe musulmane inserite nell'esercito francese....Veniamo ai bombardamenti che effettuano gli Israeliani. Da quando la IDF si è dotata di aeromobili da bombardamento, ha sempre avvisato la popolazione vicino agli obbiettivi! Un tempo sorvolando l'area e lanciando volantini e avvisando alla radio, oggi usano la rete cellulare. Se poi Hamas minaccia chi si allontana, Israele non può farci niente, anzi, si vanno a curare negli ospedali israeliani, gratis naturalmente. Mi fermo qui.....


Antonio Sala
Ono Haposai ok va bene ha ragione lei. Io dico che i versetti che lei ha citato non sono di carattere generale ma specifico e applicabili solo per il tempo in cui furono rivelati, nessun studioso islamico odierno sano di mente direbbe il contrario e che questo verso coranico è lecito eseguirlo anche oggi. Sarebbe una follia. Non mi consideri un fanatico perché non lo sono. Se lei difende Israele va bene lei è libero di dire quello che vuole. Io ho amici ebrei e anche vicini di casa ebrei. Massimo rispetto e fiducia tra le nostre famiglie. E ci scambiamo sempre gli auguri per il ros hasana il hannuka e il ramadan. Lei accudisce una famiglia senegalese..bravo le fa molto onore al di là del credo di ciascuno di noi. Tranquillo non sono pazzo. Sono italiano penso italiano e per certe cose sono d'accordo con certe idee che la destra propone per questo paese. Sono contro ogni forma di violenza di terrorismo e di abuso. Ci mancherebbe altro. A presto.


Antonio Sala Ognuno ha il diritto di vivere nella sicurezza per sé, la propria religione, i propri dipendent, il proprio onore e la propria proprietà.b) Ognuno ha il diritto alla privacy nella conduzione dei sui affari, nella sua casa, in famiglia e per questo attiene alla sua proprietà e alla sua rete di relazioni. Non è consentito svolgere spionaggio su di esso, porlo sotto sorveglianza o infamare il suo buon nome. Lo stato deve proteggerlo da interferenze arbitrarie. solo recentementew e' slatato fuori il problema della privacy con gli ultimi scandali dei social e della manipolazione di data sensibile senza consenso degli utenti e' venuto prepotentemente alla ribalta questo problema.Non è consentito arrestare illegalmente un individuo o restringere la sua libertà, esiliarlo o punirlo. Non è consentito assoggettarlo a tortura fiscica o psicologica o a qualsiasi forma di umiliazione, crudeltà o indegnità. e' sempre cosi oggi? in india, in israele, in myanmar, in cina, in iran, ? e' sempre stato cosi? in italia negli anni 29-45 con il fascismo in argentina e in chile negli anni 70( ti dicono qualcosa i desaparecidos?) penso di no. La presa di ostaggi sotto qualsiasi forma e per qualsiasi motivo è espressamente vietata. gli esseri umani nascono liberi e nessuno ha il diritto di renderli schiavi, umiliarli, opprimerli o sfruttarli
b) Il colonialismo di qualsiasi tipo, in quanto peggiore forma di schiavitù, è assolutamente vietato. giusto. tutti i popoli hanno il diritto di preservare la propria identità originaria e di esercitare il controllo sulle proprie ricchezze e risorse naturali.
penso che nessuno in europa direbbe il contrario eppure sono secoli che inghilterra francia spagna e portogallo hanno fatto l esatto contrario e massacrato decine di milioni di persone a comnicare con le popolazioni americhe inidgene dal 1492 in poi. il diritto all educazione: Fornire l'accesso alla conscenza è un dovere e assicurare l'educazione è un obbligo della società e dello stato. Lo stato garantirà la disponibilità di vie e mezzi per acquisire l'educazione e garantirà la pluralità di offerte educative nell'interesse della società e in modo da rendere capace l'essere umano di familiarizzarsi con la religione dell'Islam e con i fatti dell'Universo a beneficio dell'umanità.
b) Ogni essere umano ha il diritto di ricevere l'educazione religiosa nella sua estensione più ampia delle varie istituzioni di educazione e di orientamento, compresa la famiglia, la scuola, l'università, i media, ecc. e in modo integrato ed equilibrato tale da consentirgli di sviluppare la sua personalità, rafforzare la sua fede in Dio e promuovere il rispetto per, e la difesa dei, diritti e doveri. preso per garantito in europa neglii stati uniti in russia e nel maghreb e in alcuni paesi ricchi della penisola arabica un po meno molto meno nelgi altri paesi dove non esiste nessuna forma di democrazia e liberta di parola. pena la morte. Ognuno ha il diritto alla proprietà acquisita in modo legittimo ed eserciterà i relativi diritti senza pregiudizio per se stesso, gli altri o la società in generale. L'espropriazione non è consentita tranne che per esigenze di pubblico interesse e dietro pagamento di un immediato ed equo indennizzo.
b) La confisca e la riduzione della proprietà è proibita tranne che per necessità dettata dalla legge. Questo viene applicato anche in Italia.Non è consentitto suscitare odio nazionalistico o ideologico o comunque incitare a qualsiasi forma di discriminazione razziale. questo e' conforme alla Costituzione Italiana. andiamo vaanti se non sei stanco .Ognuno ha il diritto a guadagni legittimi senza monopolio, inganno o violenza sugli altri. L'usura (riba) è assolutamente vietata.Avvenisse sempre cosi in italia. Poi vedi non e' previsto l interesse ne e' lecito applicarlo. ecco perche l islam non e' comodo alle corporazioni bancarie europee e mondiali. le persone che hanno un muto vorebbereo adesso disfarsene per non dipendere piu economicamente d aqualcun altro. gli interessi sono una forma di schiavitu' legale e un bullismo economico. se non paghi la rata ti fotto la casa. funziona cosi. gli interessi no pagati sono stata la origine dlela crisi dei subprime e la conseguente disatrosa crisi che a tutt oggi ne sofrriamo pesantemente. se venissero applicati i principi economici islamici , eliminazione della riba ( interessi) distribuizone della richezza superflua ai poveri con la zakat, introduzione della moneta d' oro come scmabio commerciale che non si svaluta, obbligo di fare guadagni leciti e non sfruttare le condizioni eocnomiche precarie di u apese per il proprio guadagno eprsonale. vedi l' esempio euro che il 31 dicembre 1999 un libro costava 25.000 lire e il primo gennaio 2000 ...ne costava magicamente 25 euro. cioe' il doppio e quindi il valore dei soldi e degli stipendi si e' guarda caso dimezzato. senza contare tutte le tasse sulla casa che i poveri operai devono pagare obbligatoriamente ma la chiesa con le migliaia di proprieta sul nostro territorio non le paga e dovrebbe perche le loro proprieta' sono in un pese estero. il vaticano e' un paese sovrano indipendente dall Italia ...o no? grazie Otello sei una gran brava persona per me. ciao.

Ono Haposai
Antonio Sala Nell'islam non è contemplata la libertà di religione....''Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati........" Vivere da Dhimmi, non è certo il paradiso in terra, iniziando dal proprio credo che ti è consentito in modo limitato e cosa più aberrante, le preghiere devono iniziare con un gesto di sottomissione, affermando la superiorità dell'islam sulla propria fede......cose che pare tu non conosca.....ma io ed il Sig. Otello Belli, ben conosciamo. Avere un dialogo educato è simbolo di civiltà, ma si deve dialogare in base alla conoscenza, più la conoscenza è profonda e più il dialogo ha spessore e valore. Perché la scarsa conoscenza potrebbe essere la maschera della menzogna....o se preferisci "Taqiyya".....

Antonio Sala
Ono Haposai io non faccio taqia e non dico menzogne e non sono un ignorante. Ci tengo a dirlo. Non bisogna mai insinuare. Io sono italiano come voi e credetemi non sono un coglione. O si Secondo voi?

Otello Belli
Antonio Sala non mi permetto di offendere chi non conosco, certamente abbracciare l'islam ..... bhe dà da pensare..... poi con le sue argomentazioni è ancora più macchiavellico.... sa è come se uno leggesse il Mein Kampf di H.H. e decidesse di diventare nazista, però solo per le cose belle quelle brutte non le accetta...... sa onestamente sa' un po' di barzelletta...... che ne pensi Ono Haposai?



Intanto cominciamo a dire le cose come stanno.

Che Maometto sia un profeta lo ha detto lui e lo credono i suoi seguaci, nulla più.
In realtà Maometto è soltanto un uomo, invasato e presuntuoso, idolatra e blasfemo, che si è inventato un suo Dio o una sua interpretazione di Dio denominato Allah e che ha diffuso ai creduli abusando della loro credulità e imposto con la violenza come se fosse Dio.
Dio in verità non ha bisogno di profeti tantomeno di essere imposto da chichessia o con la violenza, Dio non ha bisogno di mediatori, di intermediari, di interpreti, poiché Dio comunica direttamente con tutto il creato, con tutte le cose, con tutte le creature e quindi anche con l'uomo, egli sta direttamente nel cuore di tutte le cose.
La rivelazione religiosa dei profeti è solo una presunzione blasfema di taluni uomini e della loro religione.
L'interpretazione monoteistica di Maometto è pura presunzione idolatra che sotto qualsiasi aspetto teologico sociale ed etico non è certo migliore dell'interpretazione monoteistica degli ebrei e dei cristiani o degli zoroastriani o delle altre religiosità politeistiche, anzi da quello che ha prodotto possiamo benissimo dire che è il contrario del bene.
Giustamente i cristiani, gli ebrei, gli zoroastriani, i politeisti dell'area araba premaomettana si sono rifiutati di prendere in considerazione





Gino Quarelo
È necessario dire le cose come sono:

Le uniche ideologie-teologie-pratiche politico-religiose ammissibili e accettabili nei paesi civili sono o dovrebbero essere esclusivamente quelle che non violano i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici e che sono con essi completamente compatibili:
quindi
non debbono essere violente, minacciose, intimidatorie, costrittive, ricattatorie;
non debbono promuovere e indurre alla discriminazione, alla depredazione, al disprezzo, alla schiavitù, alla dhimmitudine, all'odio, al suicidio, all'omicido, allo sterminio;
non debbono trasformare gli uomini in mostruosità acritiche, fanatiche, ossessionate, criminali, disumane;
non debbono generare conflitti etnici, civili, religiosi e politici sia nazionali che internazionali;
non debbono come esempi esaltare figure criminali di assassini, predatori, bugiardi, sterminatori, invasati;
devono promuovere la pace, la fratellanza, la responsabilità, la proprietà, la libertà di parola di pensiero e di critica, la solidarietà volontaria e non forzata;
debbono rispettare i paesi, i popoli, le comunità, le etnie, le culture, le tradizioni e accettare tutte le diversità che promuovono la vita e il bene e che sono compatibili con i valori, i doveri e diritti umani naturali universali, civili e politici.
Se il nazismo hitleriano e Hitler rientrano in questa casistica e vanno giustamente banditi dal consesso civile, allo stesso modo dovrebbero essere banditi anche il nazismo maomettano e Maometto perché sono mille volte peggio.

È necessario dire le cose come sono:

islamici e non integralisti islamici o islamisti che così si chiamano solo gli studiosi dell''Islam.
L'Islam è il nazismo maomettano dell'Umma inventato e iniziato da Maometto.
Il primo islamico o integralista islamico o nazi maomettano fu proprio Maometto modello e ideale per tutti i suoi seguaci e per i "veri e buoni mussulmani".

Maometto fu un ignorante, presuntuoso, invasato, esaltato, idolatra che si inventò il suo dio Allah tratto dagli idoli della Mecca, un dio-idolo dell'orrore, del terrore e di morte,
uno che abusò della credulità popolare e che poi si impose con la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, la violenza (che non fu affatto per legittima difesa come raccontano i suoi seguaci per giustificarsi ma fu predatoria, aggressiva, sopraffatrice, assassina);
fu un bugiardo, un ladro, un razziatore rapinatore, sequestratore e ricattatore, schiavista, assassino e sterminatore;
fu un razzista al massimo grado che discriminò chiunque non si sottomettesse a lui e al suo idolo e che depredò, cacciò e sterminò ebrei, cristiani, zoroastriani e ogni diversamente religioso, areligioso e pensante che gli si contrapponesse e non si sottomettesse;
invase, depredò, ridusse in schiavitù e fece strage nei paesi altrui imponendo con la minaccia la sua politica e la sua criminale ideologia-teologia religiosa imperialista e totalitaria;
indusse al suicidio, all'omicidio e allo sterminio e fece dire al suo idolo, dettandolo ai suoi seguaci, ciò che poi fu scritto nel Corano e che da 1400 anni induce e istiga alla violenza, alla discriminazione, alla falsità, alla minaccia, alla depredazione, al disprezzo degli altri non maomettani, alla riduzione in schiavitù e alla dhimmitudine, all'omicidio, al suicidio-omicidio, all'assassinio e allo sterminio di ogni diversamente religioso, areligioso e pensante della terra che non si sottometta ai suoi seguaci e al loro orrendo idolo Allah.

Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è santificare il male, un mettersi dalla parte di ciò che di più maligno esista sulla faccia della terra.
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano dichiarandoli elevatori di spiritualità e portatori di umanità, di amore, di pace, di fratellanza, di giustizia, di cultura e di civiltà significa ingannare e illudere l'umanità intera specialmente quella che soffre a causa dell'Islam e che vorrebbe potersi difendere e liberare da tutto ciò;
Santificare Maometto, il suo idolo Allah e il Corano è farsi demenzialmente, irresponsabilmente e vilmente complici del male, e costituisce di per sé un grave crimine contro l'umanità.


Gino Quarelo
Nessun uomo è profeta di Dio, chi si dice tale è solo un bugiardo, un presuntuoso e un blasfemo, Dio non ha bisogno di profeti, tanto meno di rivelarsi a qualcuno o di incarnarsi in qualcosa o in qualcuno.
Dio in verità non ha proprio bisogno di profeti tantomeno di essere imposto da chichessia o con la violenza, Dio non ha bisogno di mediatori, di intermediari, di interpreti, poiché Dio comunica direttamente con tutto il creato, con tutte le cose, con tutte le creature e quindi anche con l'uomo, egli sta direttamente nel cuore di tutte le cose ed è l'essenza della vita e dell'esistente.
Solo gli idoli hanno bisogno di rivelarsi e di profeti, di essere imposti con la violenza, la minaccia, l'intimidazione, il ricatto, l'omicidio e lo sterminio.
Solo gli idoli hanno bisogno di essere adorati e di avere moltitudini di shiavi e di sottomettere l'umanità intera e che questa si metta in ginocchio o si prostri declamando demenziali preghiere 5 volte al giorno: che Allah è grande, il più grande, il migliore.


Gino Quarelo
La spiritualità vera non ha nulla a che fare con tutto ciò.
Il monoteismo religioso assolutista e totalitario è il massimo del'idolatria, molto di più del politeismo.
Il monoteismo maomettano ha sostituito l'incarnazione umana di Dio propria del cristianismo, con l'incartamento coranico di Dio: pensare e credere che Dio sia nella sua presunta parola rivelata a Maometto e riportata nel Corano è pura demenzialità idolatra.



Gino Quarelo
Nel testo di apertura del post di Nicolas Micheletti vi sono un mucchio di falsità, la prima è che il cristianismo dei primi secoli fosse come il maomettismo di oggi e di ieri ma ciò è del tutto falso.

Cristo non uccise e non ordinò di uccidere e i primi cristiani non uccisero e non diffusero la loro fede in Cristo con la minaccia e la violenza, uccidendo e sterminando, nel Nuovo Testamento cristiano non vi è alcuna prescrizione a imporre la fede cristiana con la violenza e la intimidazione, uccidendo e sterminando.

Maometto e il Corano sono tutto il contrario, sono disumanità idolatra e criminale.


Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2523
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Messaggioda Berto » lun ago 24, 2020 8:24 pm

«Hitler non voleva sterminare gli ebrei all’epoca, li voleva espellere» ma nell’incontro a Berlino alla fine del 1941 «il mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, obiettò “verranno tutti qui” e quando Hilter gli chiese “cosa devo fare con loro?”, il mufti “rispose di bruciarli”»
Netanyahu “assolve” Hitler: “La Shoah idea dei palestinesi”

22 ottobre 2015

https://www.lastampa.it/esteri/2015/10/ ... 1.35217415

Sopravvissuti alla Shoah, storici del nazismo, leader dell’opposizione, ministri del governo e cittadini comuni: Israele è in rivolta contro il premier Benjamin Netanyahu che ha attribuito al mufti di Gerusalemme la responsabilità di aver suggerito ad Adolf Hitler l’idea di sterminare gli ebrei.

La bufera politica

Ad innescare la maggiore tempesta politica della sua carriera è quando dice parlando al XXXVI Congresso sionista a Gerusalemme: «Hitler non voleva sterminare gli ebrei all’epoca, li voleva espellere» ma nell’incontro a Berlino alla fine del 1941 «il mufti di Gerusalemme, Haj Amin al-Husseini, obiettò “verranno tutti qui” e quando Hilter gli chiese “cosa devo fare con loro?”, il mufti “rispose di bruciarli”». L’intento del premier è indicare nel mufti di allora, padre storico del nazionalismo palestinese, la genesi dell’odio antiebraico che incita i giovani arabi all’Intifada dei coltelli. Ma «riscrivere la storia a fini politici è il più grave degli errori», gli rimprovera Yehuda Bauer, maggiore storico della Shoah, imputandogli «affermazioni senza fondamento» perché «abbiamo il documento su quell’incontro e spiega come fu Hitler a parlare, chiedendo al mufti di fare propaganda nazista in Medio Oriente».

Un Paese in rivolta

Nell’arco di poche ore è quasi l’intero Paese che si solleva, imputando al premier di essere un «negazionista». Dina Porat, a capo degli storici dello Yad VaShem, è lapidaria: «Non si può dire che il mufti diede a Hitler l’idea di bruciare gli ebrei, è falso». Meir Litvak, storico all’Università di Tel Aviv, parla di «bugie» e Moshe Zimmermann, germanista all’ateneo di di Gerusalemme, trae le conclusioni: «Netanyahu si è aggiunto alla lunga lista di coloro che definiamo negazionisti» per aver ridimensionato le responsabilità dei nazisti nella Shoah.

È il pensiero che accomuna numerosi sopravvissuti, che affidano a radio e tv la protesta per aver «ridotto le colpe di Hitler». «Netanyahu deve scusarsi con i sopravvissuti - tuona il deputato dell’Unione sionista Itzik Shmuli - è una vergogna che il premier dello Stato ebraico avvalori il negazionismo». Nessuno mette in dubbio che il mufti sia stato «un antisemita violento collaboratore di Hitler - come dice il leader laburista Isaac Herzog - ma c’è stato un solo Hitler che scrisse il Mein Kampf e illustrò la Soluzione Finale al Reichtag». A dare il polso della rivolta popolare è la scelta di Moshe Yaalon, ministro della Difesa e fedelissimo del premier, di correggere Netanyahu: «La Storia è chiara, Hitler iniziò lo sterminio e il mufti si unì».

La difficile retromarcia

Per Saeb Erakat, negoziatore dell’Autorità palestinese, è l’occasione a lungo attesa di delegittimare l’avversario davanti ai suoi cittadini: «Il premier dimostra di odiare i palestinesi fino al punto da assolvere il più famoso criminale della storia». Netanyahu è accerchiato, appare vulnerabile, in bilico, ma si difende da Berlino, dove oggi vedrà John Kerry: «Non volevo assolvere Hitler ma dimostrare che il padre della nazione palestinese aspirava fin da allora alla nostra distruzione come dimostrano i verbali di Norimberga» con la «deposizione del vice di Eichmann, Dieter Wisliceny, che lo descrisse come colui che incitava ad accelerare lo sterminio».



Soluzione finale
https://it.wikipedia.org/wiki/Soluzione ... ne_ebraica
Il termine soluzione finale della questione ebraica (in lingua tedesca Endlösung der Judenfrage) fu usato dai nazionalsocialisti a partire dalla fine del 1940, dapprima per definire gli spostamenti forzati e le deportazioni ("evacuazioni") della popolazione ebraica che si trovava allora nei territori controllati dalla Wehrmacht, poi, dall'agosto del 1941, per riferirsi allo sterminio sistematico della stessa, che oggi viene comunemente chiamato Olocausto, o Shoah. Questo eufemismo serviva da una parte a mimetizzare il genocidio verso l'esterno, dall'altra per una giustificazione ideologica, come se davvero si risolvesse un problema di portata mondiale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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