L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven feb 21, 2020 5:10 am

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven feb 21, 2020 5:21 am

Il caso di Feltri che difende gli ebrei vivi e Israele ma che è contro l'uso strumentale della Shoà da parte della sinistra, dei demo sinistri e dei social internazi comunisti, per dare contro alla destra e al centro destra che in maggioranza non sono antisemiti nella versione classica e antisraeliani nella versione moderna antisionista. antiamericana, anticapitalista e filonazimaomettana.


Vittorio Feltri: "Gli ebrei? Sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah"
2019/02/15

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... O5GEVnBpkk

“E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più”. Il direttore di Libero Vittorio Feltri in collegamento con La Zanzara su Radio 24 parla così degli ebrei al termine di un battibecco con uno dei due conduttori, David Parenzo. Poco più di tre settimana fa proprio il quotidiano diretto da Feltri aveva fatto clamore per il titolo: “Calano fatturato e Pil, ma aumentano i gay”. E in occhiello: “C’è poco da stare allegri”. Una prima pagina arrivata a dieci giorni di distanza da un’altra apertura molto discussa: “Comandano i terroni”. Ora le frasi contro gli ebrei e la Shoah.

Feltri comincia il collegamento bevendo una coppa di champagne e viene attaccato da Parenzo: “Ma ti pare che uno dice che i meridionali sono pigri e poi alle otto di sera si mette a bere champagne?”. Il direttore di Libero replica: “Ho lavorato da stamattina alle dieci fino alle venti, dov’è il problema? Non sarò libero di andare a mangiarmi un boccone e bere un po’ di champagne? Alla faccia di Parenzo. Ma che te frega, Parenzo, perché voi ebrei non bevete lo champagne? Bevetelo sto champagne, così sareste un po’ più allegri e non mi rompereste i coglioni con la Shoah. E Madonna, sono decenni che rompono i coglioni con la Shoah, ma basta. Per l’amor di Dio. Non se ne può più”.

Feltri ne ha anche per Silvio Berlusconi quando dice che gli italiani sono fuori di testa perché non lo votano: “Qualcuno invece dice che gli italiani erano rincoglioniti quando votavano Berlusconi. È tutto da discutere. Sto dicendo che erano più rincoglioniti quando votavano lui. Berlusconi alla fine con tutti gli anni di governo non ha fatto un cazzo, poveraccio. Lui era anche pieno di buona volontà, voleva fare la rivoluzione liberale e poi l’ha affidata ad un socialista, cioè a Tremonti (ex ministro dell’Economia, ndr). Che sarebbe come affidare l’Avis a Dracula”.

Nel corso del suo intervento nella trasmissione condotta da Giuseppe Cruciani, Feltri difende invece il consigliere di Fratelli d’Italia che voleva distribuire frittelle solo a bimbi italiani: “Uno non può nemmeno distribuire le frittelle a chi cazzo vuole? L’anno scorso questo signore diede le frittelle pure ai bambini stranieri. Quest’anno no, non mi sembra il caso di aggredirlo”. Per Feltri ha ragione anche il parlamentare belga Guy Verhofstadt quando chiama ‘burattino’ il premier Giuseppe Conte: “Lo condivido, non mi sembra una cosa così drammatica. Un po’ burattino lo è, perché sappiamo che dipende sia da Salvini che da Di Maio. Direi che è fattuale. E poi io non mi sono sentito offeso perché a me dell’Italia non frega nulla, assolutamente nulla. Prima dell’Italia per me viene Bergamo che poi è una dependance della Svizzera. Quindi non c’entriamo niente noi con l’Italia, con questo Paese cialtrone”.

La difesa di Feltri continua con il ministro Bussetti, dopo la polemica per aver detto che al Sud devono impegnarsi di più: “Ma dov’è l’offesa? Ormai tutti si offendono se usi un termine, se ne usi un altro. Ma porca miseria, dire che al Sud bisogna impegnarsi di più non mi sembra così drammatico. D’altronde non risulta che nell’ospedale di Bergamo ci siano le blatte, sinceramente io a Bergamo non ho mai visto uno scarafaggio. Al Sud c’è una pigrizia organizzativa, non di tipo intellettuale. L’organizzazione ce l’ha solo la ‘ndrangheta che è molto ben organizzata. Ed è il motivo per cui lo Stato non riesce a sconfiggerla. Se lo Stato fosse organizzato come la ‘ndrangheta, sconfiggerebbe la ‘ndrangheta. Non mi sembra così difficile da capire”. Intanto in Veneto qualcuno suggerisce di istituire l’albo delle prostitute: “Questa è un’ottima idea. Se c’è l’albo dei giornalisti, ci deve essere anche l’albo delle puttane”, conclude Feltri.






Lettera aperta a Vittorio Feltri - Non solo Israele è oltre misura!
Jivis Tegno
Jivis Tegno è Editore, Scrittore, Editorialista e documentarista. Diplomato in regia cinematografica alla scuola internazionale di cinema “Maldoror” a Roma. Ha due Lauree conseguite all’università di Perugia.
2 giugno 2010

https://www.facebook.com/notes/informar ... 992851266/

Egregio Direttore,

ho il piacere di scriverle questa lettera per sottolineare il mio totale dissenso in seguito al suo articolo pubblicato nel suo quotidiano “Il Giornale” di Martedì 1 giugno 2010. Fedele al suo stile provocatorio e controcorrente, il suo giornale intitolava: “ DIECI MORTI TRA GLI AMICI DEI TERRORISTI - ISRAELE HA FATTO BENE A SPARARE”. Mi chiedo dove andiamo con un titolo del genere? Oggi in tutto il mondo, cerchiamo di vivere in pace, tra popoli e tra le nazioni! Sono molto lontani i tempi delle crociate! Nel suo editoriale pubblicato in prima pagina, oltre a sviare intenzionalmente il tema principale del giorno che è l’attacco alle navi dei pacifisti con una decina di morti, lei parla dei terroristi e del diritto di Israele ad esistere, questo nessuno lo contesta, ma mi permetta di dirle che non è l’ordine del giorno! Poi se la prende con gli stessi pacifisti, affermando che costoro sostengono i terroristi. Ma di quale terroristi sta parlando? Forse del popolo di Gaza al quale erano destinate le 10.000 tonnellate di viveri, alimenti che sarebbero serviti a sfamare una popolazione che vive sotto embargo navale da tre anni e, che vive solo esclusivamente di questi aiuti internazionali? Capisco senza condividere che per molti come lei, fare giornalismo significa fare il tifo per un gruppo, una persona o una nazione. Il giornalismo non è una partita di calcio, è semplicemente un mestiere che consiste nel raccontare i fatti senza fare alcuna strumentalizzazione o manipolazione. Lei ha una grande responsabilità verso i suoi lettori che hanno il diritto di sapere la verità e non l’alterazione dei fatti. Forse non lo sa, oppure non vuole sentire, che questo attacco condotto dal comando israeliano è stato condannato non solo dalla maggior parte delle nazioni del pianeta, ma anche da quasi tutte le organizzazioni internazionali. Anche i sostenitori di Israele – UE e Stati Uniti – hanno disapprovato e condannato l’atto ignobile dell’esercito israeliano. Allora perché lei si ostina a non vedere l’evidente? Nemmeno la stampa israeliana che di natura difende il suo esercito, si è complimentata questa volta con l’esercito come l’ha fatto lei nel suo giornale. Il quotidiano “Maariv” scriveva nel suo numero di martedì 1 giungo che “Israele ha già perso la battaglia delle opinioni pubbliche”, mentre un altro quotidiano “Yedjot Aharonot” sottolineava che: “Ancora un disastro per l’immagine d’Israele”. L’editorialista Reuven Pedatzur del quotidiano “Haaretz” sottolineava nel suo articolo: “In qualunque modo verrà valutato questo attacco, l’operazione in sé è gia una sconfitta”. Nello stesso tempo, l’ex deputato israeliano Uri Avnery, in una dichiarazione ripresa dal sito di informazione palestinese Amin dichiarava: “Un giorno triste dove il governo israeliano si è impegnato a sporcare il nome del paese in tutto il mondo, con prove convincenti di aggressività e brutalità che danneggiano già l’immagine non bella d’Israele nel mondo e comportandosi in quel modo, il governo scoraggia ed allontana i pochi amici ch’egli sono rimasti” .
Come vede, caro Feltri, queste sono solo alcune delle numerose opinioni che in Israele hanno condannato il “fattaccio”. Purtroppo devo constatare che lei predilige la difesa incondizionata dello stato ebraico. Criticare Israele non significa essere necessariamente antisionista. Chiunque sia dotato di un minimo di buon senso ed è intellettualmente corretto, vuole in Palestina la coabitazione di due nazioni indipendenti. È giusto e doveroso condannare senza eccezioni e riserve gli attacchi suicidi dei kamikaze palestinesi quando essi colpiscono i civili o i militari in Israele, ma la stessa condanna dovrebbe avvenire anche quando l’aviazione israeliana bombarda i villaggi palestinesi oppure come questa volta, i soldati israeliani assalgono le navi dei pacifisti facendo diversi morti. Non vogliamo più vedere guerre, massacri, attentati, sangue. Il mondo vuole la pace.
Caro Feltri, potrebbe scrivere pure lei per la pace, senza insinuare o volere a tutti i costi la divisione e l’odio. Sono comportamenti, a mio modesto avviso, che non onorano e non facilitano il senso civico della convivenza tra i popoli. Spero che saprà comprendere la mia preoccupazione!!!

Distinti saluti

Jivis Tegno


https://www.facebook.com/mariateresa.an ... ment_reply

Gino Quarelo
La Shoà è una immane e terribile tragedia umana a danno degli ebrei di ieri, il cui ricordo non è monopolio degli ebrei di sinistra e delle sinistre (che si credono e che si fanno passare per campioni della lotta all'antisemitismo perché la sinistrità del passato era per lo più antisemita e ancora oggi lo è nella sua versione moderna di antisionismo/antisraelismo dove si concentrano e vivono la maggior parte degli ebrei del Mondo) e non può essere da loro strumentalizzata per dare contro alle destre (che in maggioranza non sono antisemite, antisioniste e antisraeliane) e per dare contro agli italiani, agli europei e agli statunitensi che difendono i loro diritti umani naturali e universali e i loro diritti civili e politici.
Oggi a difendere gli ebrei vivi del Mondo e di Israele sono più le destre che le sinistre, anche se vi sono impropriamente tra loro delle frange minoritarie però di origine sinistra come quelle fascista e nazista (la cosidetta destra sociale, social nazionalista) che sono demenzialmente, tradizionalmente profondamente antisemite e antisraeliane come lo sono anche le sinistre e le demo sinistre.


Mariateresa Anfossi
la SHOAH', deve essere sempre presente perché é un monito che deve far riflettere ,lasciando perdere la destra o la sinistra!!

Gino Quarelo
Certo ma deve essere usata a proposito e non a sproposito magari con paragoni inappropriati come quelli con i "migranti invasori clandestini" , con gli "zingari criminali (che compiono crimini)" che per questo e solo per questo vengono giustamente avversati e con i "nazi maomettani palestinesi" che vorrebbero cacciare e sterminare gli ebrei e distruggere Israele e che ogni santo giorno aggrediscono gli ebrei di Israele cercando di ammazzarne qualcuno siano essi uomini o donne, vecchi o giovani, adulti o bambini, sani o disabili.
Aspetto ancora più stridente e vergognoso la Shoà non può essere usata per promuovere politiche che violano i diritti umani, civili e politici dei cittadini italiani, europei e statunitensi e per impedire loro di difenderli.


Shoah: i problemi della sinistra con la memoria - Caratteri Liberi
di Davide Cavaliere
4 febbraio 2020

http://caratteriliberi.eu/2020/02/04/cu ... KG3W4Je89Y

Roger Garaudy, noto anche come «Raja» dopo la conversione all’Islam, è stato un filosofo e militante del Partito Comunista Francese. Nel 1979 viene folgorato dalla Rivoluzione islamica iraniana e dalla figura dell’Ayatollah Khomeini. Il suo comunismo si sposa benissimo col discorso anti-imperialista e anti-occidentale dell’Islam rivoluzionario e fondamentalista.

Nel 1983, dalla Francia, si trasferisce a Córdoba per dirigere il Centro Internazionale Islamico. Nel 1995 pubblica il suo libro più celebre I miti fondatori della politica israeliana. La tesi principale del libro è semplice e aberrante: la Shoah è una menzogna propagandata dai sionisti per legittimare la creazione e l’esistenza dello Stato d’Israele.

Per Garaudy-Raja, Hitler non avrebbe né ordinato né voluto lo sterminio degli ebrei, ma si sarebbe limitato a «espellerli» dalla Germania. A suffragare le sue oscenità storiche, Garaudy si rifà alle teorie dello storico Robert Faurisson. Faurisson è lo studioso che diffuse il famigerato Rapporto Leuchter, uno strampalato documento pseudoscientifico con cui si tentò di dimostrare, chimicamente, l’inesistenza delle camere a gas.

Il viscerale antisionismo di Garaudy, lo spinse su posizioni negazioniste e antisemite. Stando all’ultimo rapporto Eurispes in Italia, la sinistra del Bel Paese sta ripercorrendo collettivamente il percorso intellettuale e politico di Roger «Raja» Garaudy. Il 23,5% di quanti si dichiarano «elettori di sinistra» si riconosce «molto» o «abbastanza» nell’idea che la Shoah non abbia mai avuto luogo; per il 23,3% degli stessi, la Shoah è avvenuta realmente ma ha prodotto meno vittime di quanto si affermi correntemente.

Stando al rapporto, tali posizioni allignano soprattutto a sinistra. Un dato che non dovrebbe sorprendere troppo, tutti sanno che la sinistra ha un rapporto quantomeno ambiguo con gli ebrei. L’antisionismo confina e sconfina nell’antisemitismo, del quale ricicla stereotipi e argomentazioni. La sinistra politica non è nuova al discorso negazionista né a forme più o meno esplicite di antisemitismo. I post-comunisti del presente mantengono il tic «anti-imperialista» e appena sentono parlare di Israele o degli Stati Uniti d’America ritornano alla lotta in favore degli «oppressi», veri o presunti che siano.

L’antisionismo è una via che conduce sempre all’odio verso gli ebrei in quanto tali, ne sono una prova, tra gli altri, anche intellettuali di sinistra come Norman Finkelstein, Serge Thion e Noam Chomsky, quest’ultimo scrisse anche la prefazione a un testo negazionista di Faurisson. Un altro caso eclatante è quello di Paul Rassinier, socialista francese ed ex deportato a Buchenwald. Nel 1955 pubblica un libro negazionista intitolato La menzogna di Ulisse. Secondo Rassinier, la Shoah è una menzogna necessaria al «fascismo sionista» per legittimare Israele e spillare soldi ai tedeschi.

Le tesi di Rassinier e Faurisson furono pubblicate e diffuse da Pierre Guillaume, un sessantottino di estrema sinistra. Come spiega Alexandre Del Valle nel suo magistrale Verdi, Rossi, Neri. La convergenza degli estremismi antioccidentali: islamismo, comunismo neonazismo, Rassinier apparteneva alla corrente «bordighista» del marxismo, che considerava l’antifascismo un errore e sosteneva la necessità di una comune lotta anticapitalista.

La casa editrice di Rassinier pubblicherà anche i testi negazionisti e antisionisti di autori di estrema destra quali Bardèche e von Leers. Il ragionamento della sinistra radicale è semplicistico: «noi siamo contro il capitalismo, gli USA incarnano il capitalismo, gli USA sostengono Israele quindi, Israele è un prodotto dell’imperialismo americano che è a suo volta figlio del capitalismo».

Israele diviene il prodotto di una macchinazione sionista-imperialista a danno dei popoli arabo-musulmani poveri. Tale dispositivo ideologico è ancora ampiamente diffuso nella parte sinistra dello spettro politico e alimenta il pregiudizio anti-israeliano e, in definitiva, quello antiebraico. Le posizioni della sinistra radicale su Israele sono completamente sganciate dalla realtà della storia, intellettuali seri come Georges Bensoussan, Benny Morris o Luigi Compagna hanno raccontato le peripezie del sionismo senza pregiudizi ideologici di sorta, consegnandoci un susseguirsi di vicende ben lontano dalla perversa narrazione marxista.

La sinistra, dunque, dato il suo passato, non può avanzare alcuna pretesa di superiorità morale sulla destra nel rapporto con gli ebrei anzi, spesso le posizioni dell’estrema sinistra coincidono con quelle della destra neonazista. L’antisionismo, in quanto negazione del diritto del popolo ebraico ad esistere nella forma dello Stato-Nazione, diviene cieco odio antisemita e negatore dell’Olocausto. Con la scusa dell’inesistente «genocidio palestinese» diventa possibile negare la Shoah, misconoscere il ruolo della Brigata Ebraica durante la Resistenza e riaprire il vaso di Pandora dei veleni antisemiti. La sinistra, oggi, sta giocando un ruolo pericoloso, legittimando esplicitamente e implicitamente il nuovo antisemitismo, soprattutto di matrice islamica, che attraversa l’Europa.



Ebrei clandestini e zingari odierni accostamenti impossibili
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2780

Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e nazi cristiano)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2804
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven feb 21, 2020 5:21 am

Il caso di Giulio Meotti, un intellettuale giornalista di "destra liberale" che difende gli ebrei vivi e Israele e che viene demonizzato dagli ebrei di sinistra che credono di avere il monopolio della Shoà e che difendono solo gli ebrei morti ma non quelli vivi di Israele; Shoà da loro strumentalizzata a danno delle destre, degli ebrei di destra e dei cittadini italiani, europei e statunitensi che difendono oltre agli ebrei vivi del Mondo e di Israele anche i loro diritti naturali e universali, civili e politici.







Intervengo sulle polemiche nazionali in merito al mio articolo uscito ieri sul Foglio sul dottor Mengele.
Giulio Meotti
2 febbraio 2020

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 5545828532

Intervengo sulle polemiche nazionali in merito al mio articolo uscito ieri sul Foglio sul dottor Mengele. Contro ha parlato persino il sindaco di Roma, Virginia Raggi. Mi hanno accusato di aver “elogiato”, “giustificato” e “scusato” Mengele, come se nell'articolo non avessi spiegato che il suo era l'inferno in terra. Cosa rispondere a simili offese folli e diffamanti? Mai vista una cosa del genere. Come è nata dunque la vicenda? E' in uscita un libro di Marwell, che ha dato la caccia al medico di Auschwitz e già direttore del Museo del patrimonio ebraico di Washington. Vi racconta come il dottore che decideva chi dovesse vivere e morire avesse non soltanto due lauree (medicina e antropologia), ma che avesse studiato con il Nobel Frisch, che era il primo allievo del maggiore genetista tedesco del tempo (Verschuer), che Mengele si stava preparando alla docenza universitaria, che venne pubblicato dalle maggiori riviste sull'ereditarietà del tempo, che una volta ad Auschwitz continuò a collaborare con l'Istituto Kaiser Wilhelm da cui uscirono tanti Nobel, che inviava loro campioni di “materiale” preso ad Auschwitz durante la sua opera di morte, che collaborò perfino con il Nobel Butenandt, che fu insomma un ricercatore importante uscito dal ventre di una medicina malata ed eugenetica. Non era il solo, Mengele. Chi ha scoperto l'autismo, il dottor Asperger, collaborò con i nazisti per mandare a morte i bambini malati. Il manuale di anatomia ancora in uso lo ha scritto il dottor Pernkopf, che fece esperimento sulle vittime del nazismo. E qualche anno fa, lo Spiegel pubblicò un articolo con questo titolo: “Mengele era un ricercatore di punta nel campo della genetica? Il medico delle SS ha condotto esperimenti ad Auschwitz per conto dei laboratori tedeschi”. L'ho giudicata una storia agghiacciante e molto importante e ne ho scritto, perché sì Mengele fu un “mostro”, ma fu mostruosa anche la scienza di cui era rappresentante. Scienza e cultura non sono di per sé espressioni positive, possono diventare scienza di morte. Mi duole se l'articolo ha ferito qualcuno, ma non ci saranno le mie scuse anche a fronte delle aggressioni che ho ricevuto, anche di parte ebraica. Evidentemente ho rotto un tabù. Pubblico qui il mio articolo. Ai posteri l'ardua sentenza.

Un album di fotografie fu spedito al Museo dell'Olocausto di Washington nel 2007 da un anonimo che lo aveva ritrovato in un appartamento di Francoforte. Erano immagini che, per la prima volta, raffiguravano Auschwitz non solo come un centro di sterminio, ma anche come un luogo dove si viveva. L'album era di Karl Höcker, l'aiutante di Richard Baer, ultimo comandante del campo. Tra le 116 fotografie in bianco e nero scattate nel 1944 ve ne erano un certo numero che raffigurano ufficiali delle SS a Solahütte, un sottocampo di Auschwitz a trenta chilometri da Birkenau e che funzionò da rifugio ameno per il personale addetto allo sterminio. Il dottor Josef Mengele, sorridente e rilassato, compare in otto fotografie. Nell'immaginazione popolare, Mengele è arrivato a personificare la Shoah. Tutti gli altri, da Hitler a Himmler passando per Eichmann, vi presero parte da dietro a una scrivania a Berlino. Mengele lo fece sul campo, o meglio, sulla "rampa" di Auschwitz. Nessuno più di lui incarna la frase di George Steiner secondo cui i nazisti crearono l'inferno sulla terra che per secoli i poeti e pittori europei avevano immaginato e raffigurato. Con una rotazione del pollice, il dottore decideva chi sarebbe vissuto, anche se solo brevemente, e chi sarebbe andato alla camera a gas. Ci si domanda chi Il più famoso genetista tedesco Verschuer scrisse: "La tesi del dottor Mengele è un'opera accademica originale" Alla fine della guerra chi lo aveva aiutato al Kaiser Wilhelm (da cui uscirono ventiNobel) distrusse ogni traccia della ricerca di Mengele fosse quel medico con una laurea in medicina e una in antropologia, un uomo di grande cultura, nato in una famiglia cattolica, entrato molto tardi nelle SS, che prese parte alla selezione di centinaia di migliaia di esseri umani e che, quando nel 1944 scoppiò il tifo nel "campo ceco" di Auschwitz, mandò alla morte col gas tutti i detenuti, risolvendo così il problema. David Marwell, ex direttore del Museo del patrimonio ebraico di New York, è dal 1985 che pensa a Mengele, da quando lavorava all'ufficio che si occupava dei criminali nazisti al Dipartimento di stato e che gli diede la caccia fino in Brasile, dove Mengele è morto nel 1979. Adesso, in un libro per W. W. Norton e Company e in uscita questa settimana, "Mengele: Unmasking the Angel of Death", Marwell ci racconta non il mostro mitologico, ma lo scienziato. "Ciò che si sa del tempo di Mengele ad Auschwitz è più cliché che verità", scrive Marwell. "La reputazione fuori misura come mostro medico è inversamente proporzionale a ciò che si sa su quello che ha effettivamente fatto". No, Mengele non era un "bel Sigfrido", ma basso e scuro, con un goffo spazio tra i denti anteriori. No, non indossava guanti bianchi e monocolo che Elie Wiesel ricordava. No, non canticchiava Wagner mentre mandava a morte donne e bambini. No, non era un uomo di "insondabile perversione”, Mengele si considerava un serio uomo di scienza, che scandagliava i misteri dell'eredità per perfezionare il Volk. Auschwitz era il suo laboratorio, gli offriva soggetti infiniti e lo aveva liberato da fastidiose inibizioni etiche. "Dove più di un milione di persone hanno perso la vita, Mengele ha trovato la sua". E' questa la storia terribile raccontata da Marwell. E' la storia di un ricercatore che lavorava al Kaiser Wilhelm Institute per l'Antropologia, il miglior istituto scientifico in Europa all'epoca. Racconta Marwell che l'apprendistato del dottore ebbe inizio a lezione dell'etologo austriaco Karl von Frisch, che verrà insignito del Nobel per la Medicina nel 1973. Allora era il capo dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Monaco ed era diventato famoso per il suo studio delle api. "Era qualcosa che non avevo mai provato prima in vita mia, Von Frisch accese la mia `fiamma zoologica', ma in modo così duraturo che ho tenuto questo fuoco per tutta la vita e ne sono stato troppo spesso riscaldato", scriverà Mengele. I suoi insegnanti erano fra i maggiori ricercatori del tempo, da Nikolaus von Jagic, capo della clinica medica dell'Università di Vienna, a Wolfgang Denk, capo della clinica chirurgica della stessa. Mengele studiò anche con Leopold Arzt, capo della clinica di dermatologia e malattie veneree, che venne cacciato dai nazisti nel 1939 per essersi opposto all'Anchluss. Poi a Monaco, dove assieme a Medicina, Mengele sceglie Antropologia sotto la guida del famoso Theodor Mollison, che divenne il suo "Doktorvater", supervisore. Poi l'Università di Francoforte, dove insegnava il mentore del dottore nazista, Otmar von Verschuer, il più famoso genetista del tempo. Era la "Oxford tedesca", un paradiso di conoscenza e ricerca. "A settembre 1937, Mengele aveva soddisfatto tutti i requisiti per la sua laurea in Medicina e aveva ricevuto la sua nomina come medico. Mengele ha iniziato il suo secondo dottorato, non ne aveva bisogno per esercitare, ma era necessario per una carriera accademica...". Mengele ambiva alla docenza universitaria.

Per la sua tesi sull'ereditarietà delle malformazioni al labbro, Mengele identificò 110 bambini che erano stati curati per una palatoschisi dal dipartimento chirurgico della clinica universitaria di Francoforte tra il 1925 e il 1935. Da questi ha ridotto il numero a diciassette, selezionando quelli che vivevano a Francoforte e che avevano sia il labbro leporino sia la palatoschisi. Parlando con i genitori di questi bambini, Mengele ricostruì la genealogia delle diciassette famiglie. E presentò e difese la sua tesi nell'estate del 1938. Nella sua valutazione ufficiale, Verschuer scrisse: "La tesi del dottor Mengele è un'opera accademica originale, eseguita in modo indipendente, che ha richiesto non solo grande tenacia per superare tutti gli ostacoli ma anche acute capacità di osservazione e cura nell'esecuzione degli esami". Il lavoro di Mengele sarebbe stato pubblicato un anno dopo in un rispettato giornale, Zeitschrift für Menschliche Vererbungs und Konstitutionslehre (la rivista degli studi sull'ereditarietà umana) e avrebbe ricevuto la dovuta attenzione nel Handbuch der Erbbiologie des Menschen (Manuale di biologia genetica umana), che lo ha descritto come "un progresso nello studio della patologia genetica del labbro leporino". Una fotografia degli scienziati riuniti all'università rivela un giovane Mengele in posa sui gradini con i giganti della scienza: Eugen Fischer, Otmar von Verschuer, Alfred Ploetz e Theodor Mollison. Era nato un promettente scienziato. Verschuer scrisse la sua lettera di raccomandazione: "Dopo la mia esperienza degli ultimi due anni, sono diventato convinto che il dottor Mengele sia adatto per una carriera accademica". La guerra e la Shoah ne complicano il percorso. Mengele è assegnato ad Auschwitz. "Se fosse stato possibile osservarlo nella sua mente, immagino che rivelerebbe un'enorme soddisfazione nel percorso intrapreso dalla sua vita" scrive Marwell. "In giovane età - a soli trentatré anni - Mengele si trovò sulla cuspide del grande successo. Il suo studio, la preparazione e il duro lavoro lo avevano portato in un posto senza precedenti nella ricerca della scienza che era la sua passione consumante. Nessuno nella storia aveva avuto accesso alla materia prima che gli stava di fronte o era stato così liberato dalle restrizioni che domavano l'ambizione e limitavano il progresso scientifico". Ad Auschwitz Mengele andò di propria iniziativa o su invito di Verschuer? Il figlio di Mengele, Rolf, a un intervistatore nel 1985 disse che sua madre gli aveva detto che Verschuer aveva "motivato" Mengele ad andare ad Auschwitz e che gli aveva chiesto di farlo. Hans Sedlmeier, dirigente della società Mengele di Günzburg e amico di famiglia, ha riferito ai pubblici ministeri tedeschi nel 1984 che Mengele aveva affermato che Verschuer contribuì a organizzarne il trasferimento. "Mengele stava progettando di usare la sua ricerca di Auschwitz come base per la sua Habilitationschrçft, la tesi post-dottorato, che era un prerequisito per una carriera accademica" scrive Marwell. Ad Auschwitz, Mengele avrebbe costruito un vero e proprio centro di ricerca, arruolando anche fra i prigionieri scienziati, come il pediatra di fama mondiale Berthold Epstein. Mengele continuò la sua ricerca sul labbro leporino e la nascita dei gemelli. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, nel giugno del 1939, Otmar von Verschuer aveva tenuto una conferenza alla Royal Society di Londra, intitolata "Ricerca sui gemelli dal tempo di Galton ai giorni nostri". Il mentore di Mengele era molto interessato a quanto avveniva ad Auschwitz. Indubbio è che von Verschuer, autorità mondiale sui gemelli, ricevette da Mengele moltissimi "preparati umani", dagli occhi ai campioni di sangue di persone di diversa origine razziale. Hans Münch, medico nel campo, ha ricordato che "Mengele affermò che non utilizzare le possibilità offerte da Auschwitz sarebbe `un peccato' e `un crimine irresponsabile nei confronti della scienza". Secondo Horst Fischer, un altro medico di Auschwitz, Mengele parlava spesso "con entusiasmo" del suo lavoro scientifico e del "materiale" che aveva davanti, descrivendo "un'opportunità unica che non sarebbe mai stata più offerta". Un altro antropologo detenuto ad Auschwitz e che Mengele reclutò nel suo laboratorio, Erzsebet Fleischmann, dirà che il lavoro di Mengele, seppur moralmente aberrante, era "scientificamente legittimo". Lo storico Massin scrive: "A volte Mengele è rappresentato come l'incarnazione del medico pseudoscientifico delle SS, che, in completo isolamento, esegue i suoi esperimenti astrusi. In effetti, Mengele era strettamente legato alla comunità scientifica". Il dottore per tutto il tempo ad Auschwitz mantenne un legame molto stretto con i suoi superiori accademici. "La prima cosa che ogni coppia di gemelli ad Auschwitz ha dovuto fare è compilare un questionario dettagliato dell'Istituto Kaiser Wilhelm", ha ricordato il detenuto Zvi Spiegel. Alla fine del 1943, Mengele, fu invitato privatamente dai Verschuer per una cena. "Che succede ad Auschwitz?", chiese la moglie del professore. "Non posso parlarne, è orribile", rispose Mengele. Quando i sovietici si avvicinarono a Berlino nella primavera del 1945, il professor Verschuer diede l'ordine di distruggere tutti i "file segreti". Non rimase nulla della ricerca svolta da Mengele ad Auschwitz. Più tardi, quando Verschuer assunse la cattedra di Genetica umana a Münster nella neonata Repubblica Federale tedesca, non riuscì a ricordare nulla. "Auschwitz? Non so". Sospetti sono sarebbero stati sollevati anche sui legami di Mengele con Adolf Butenandt (1903-95), uno dei pionieri della ricerca genetica europea, premio Nobel e uno degli studiosi più influenti del suo tempo. La trasformazione di Mengele in un "angelo della morte" aveva la funzione di sollievo. La vera scienza doveva essere rimasta pura, soltanto dei pazzi sadici e criminali si compromisero col nazismo. Ma dal Kaiser Wilhelm in quegli anni non usci soltanto il medico di Auschwitz, ma anche venti Premi Nobel. Fu un ricercatore di grande talento e fu aiutato dai migliori scienziati del tempo. Ma per attenuare l'orrore di tanto "progresso" abbiamo dovuto trasformare il dottor Mengele in un dottor Mabuse.




Polemiche su Il Foglio e Mengele ‘brillante scienziato’, Giuliano Ferrara: “Chi parla di riabilitazione è un idiota”
2 febbraio 2020

https://globalist.it/life/2020/02/02/po ... 52402.html

L’articolo comparso ieri sul Foglio su Mengele, il medico di Auschwitz che si macchiò di orrendi crimini e che morì in Brasile nel 1979 senza aver mai scontato una condanna per i suoi orrori, sta ancora suscitando polemiche.

L’articolo di Giulio Meotti riguardava una nuova biografia di Mengele (Unmasking the Angel of Death) scritta da David Maxwell, che al Dottor Morte diede la caccia fino in Brasile, senza riuscire a consegnarlo alla giustizia.

Il titolo scelto ("Il Professor Mengele. Non solo un assassino. Un brillante ricercatore al fianco dei grandi scienziati del tempo. Una nuova biografia”.) aveva suscitato parecchie polemiche online, specie su twitter dove in molti avevano attaccato il direttore de Il Foglio Cerasa.

Molti hanno accusato il giornale di riabilitazione di un criminale nazista e su Globalist avevamo scritto come il pezzo, in realtà, di veramente infelice avesse solo il titolo. In ogni caso, le accuse sono state ripetute anche da Virginia Raggi, che ha scritto un tweet contro il direttore: “Mentre a Roma abbiamo cambiato nomi a strade dedicate a chi ha firmato Manifesto della Razza, Claudio Cerasa e il Foglio provano a riabilitare un assassino come il medico nazista Josef Mengele l' ''angelo della morte" di Auschwitz, che usava bambini come cavie. Vergogna!”.

Tweet cui ha risposto un piccato Cerasa: “Caro sindaco, questo tweet puzza più delle strade della città che lei non governa. Ma capisco che dopo aver devastato Roma manipolare la realtà è l’unico modo che le resta per andare avanti. Si legga l’articolo e quando vuole le facciamo una lezione gratuita di antisemitismo”.

Ma più di tutti è Giuliano Ferrara che ha reagito con violenza agli attacchi, scrivendo sempre su twitter: “Meotti ha scritto che Mengele non era diabolico per suo conto ma la perfetta incarnazione di uno scientismo eugenetico che trovava nell'inferno di Auschwitz il laboratorio delle sue idee progressiste. Chi parla di riabilitazione è un cretino ignorante, inutile discutere”.








IN MERITO A UNA POLEMICA IDIOTA
Niram Ferretti
2 febbraio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Le polemiche sorte intorno intorno all'articolo di Giulio Meotti su Joseph Mengele, che prende spunto da un libro di prossima pubblicazione "Mengele Unmasking the angel of death" sono a dir poco demenziali e dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, il grado di idiozia a cui siamo giunti.

Per chiunque sia alfabetizzato e non abbia seri problemi con l'italiano, l'articolo è di una chiarezza abbacinante ed evidenzia come Mengele, il mostro Mengele, non fosse un caso isolato, una aberrazione della natura come Gilles de Rais, ma facesse parte integrante di un sistema, quello medico-scientifico tedesco durante il Terzo Reich.

Era un uomo dotato di talento scientifico (eh sì anche i mostri possono essere dotati di intelligenze sopra la media), un uomo che mise la sua intelligenza al servizio di una causa aberrante. Come lui lo fecero molti altri.

No, non era un freak da esibizione circense.

Qualcuno magari scoprirà che uno dei più grandi scrittori del Novecento, Louis-Ferdinand Céline era anche un antisemita, e che uno dei maggiori giuristi e pensatori politici sempre del Novecento, Carl Schmitt, faceva parte del partito nazista, che uno dei maggiori filosofi sempre del Novecento, Martin Heidegger ebbe con il nazismo un rapporto assai ambiguo.

Le animucce belle saranno forse scandalizzate, ma l'intelligenza anche superiore di alcuni individui può subire profonde alterazioni e sprofondare nella melma e nell'abiezione lasciando tuttavia il talento intatto.




La scienza del male
di Giulio Meotti
3 febbraio 2020

https://www.ilfoglio.it/scienza/2020/02 ... le-299828/

Un album di fotografie fu spedito al Museo dell’Olocausto di Washington nel 2007 da un anonimo che lo aveva ritrovato in un appartamento di Francoforte. Erano immagini che, per la prima volta, raffiguravano Auschwitz non solo come un centro di sterminio, ma anche come un luogo dove si viveva. L’album era di Karl Höcker, l’aiutante di Richard Baer, ultimo comandante del campo. Tra le 116 fotografie in bianco e nero scattate nel 1944 ve ne erano un certo numero che raffigurano ufficiali delle SS a Solahütte, un sottocampo di Auschwitz a trenta chilometri da Birkenau e che funzionò da rifugio ameno per il personale addetto allo sterminio. Il dottor Josef Mengele, sorridente e rilassato, compare in otto fotografie.

Nell’immaginazione popolare, Mengele è arrivato a personificare la Shoah. Tutti gli altri, da Hitler a Himmler passando per Eichmann, vi presero parte da dietro a una scrivania a Berlino. Mengele lo fece sul campo, o meglio, sulla “rampa” di Auschwitz. Nessuno più di lui incarna la frase di George Steiner secondo cui i nazisti crearono l’inferno sulla terra che per secoli i poeti e pittori europei avevano immaginato e raffigurato. Con una rotazione del pollice, il dottore decideva chi sarebbe vissuto, anche se solo brevemente, e chi sarebbe andato alla camera a gas. Ci si domanda chi fosse quel medico con una laurea in medicina e una in antropologia, un uomo di grande cultura, nato in una famiglia cattolica, entrato molto tardi nelle SS, che prese parte alla selezione di centinaia di migliaia di esseri umani e che, quando nel 1944 scoppiò il tifo nel “campo ceco” di Auschwitz, mandò alla morte col gas tutti i detenuti, risolvendo così il problema.

Non era un “bel Sigfrido” e non portava guanti bianchi. “Si vedeva come un uomo di scienza”, scrive Marwell, che gli diede la caccia. Il più famoso genetista tedesco Verschuer scrisse: “La tesi del dottor Mengele è un’opera accademica originale”

David Marwell, ex direttore del Museo del patrimonio ebraico di New York, è dal 1985 che pensa a Mengele, da quando lavorava all’ufficio che si occupava dei criminali nazisti al Dipartimento di stato e che gli diede la caccia fino in Brasile, dove Mengele è morto nel 1979. Adesso, in un libro per W. W. Norton & Company e in uscita questa settimana, “Mengele: Unmasking the Angel of Death”, Marwell ci racconta non il mostro mitologico, ma lo scienziato.

“Ciò che si sa del tempo di Mengele ad Auschwitz è più cliché che verità”, scrive Marwell. “La reputazione fuori misura come mostro medico è inversamente proporzionale a ciò che si sa su quello che ha effettivamente fatto”. No, Mengele non era un “bel Sigfrido”, ma basso e scuro, con un goffo spazio tra i denti anteriori. No, non indossava guanti bianchi e monocolo che Elie Wiesel ricordava. No, non canticchiava Wagner mentre mandava a morte donne e bambini. No, non era un uomo di “insondabile perversità”. Mengele si considerava un serio uomo di scienza, che scandagliava i misteri dell’eredità per perfezionare il Volk. Auschwitz era il suo laboratorio, gli offriva soggetti infiniti e lo aveva liberato da fastidiose inibizioni etiche. “Dove più di un milione di persone hanno perso la vita, Mengele ha trovato la sua”. E’ questa la storia terribile raccontata da Marwell.

E’ la storia di un ricercatore che lavorava al Kaiser Wilhelm Institute per l’Antropologia, il miglior istituto scientifico in Europa all’epoca. Racconta Marwell che l’apprendistato del dottore ebbe inizio a lezione dell’etologo austriaco Karl von Frisch, che verrà insignito del Nobel per la Medicina nel 1973. Allora era il capo dell’Istituto di Zoologia dell’Università di Monaco ed era diventato famoso per il suo studio delle api. “Era qualcosa che non avevo mai provato prima in vita mia, Von Frisch accese la mia ‘fiamma zoologica’, ma in modo così duraturo che ho tenuto questo fuoco per tutta la vita e ne sono stato troppo spesso riscaldato”, scriverà Mengele. I suoi insegnanti erano fra i maggiori ricercatori del tempo, da Nikolaus von Jagic, capo della clinica medica dell’Università di Vienna, a Wolfgang Denk, capo della clinica chirurgica della stessa. Mengele studiò anche con Leopold Arzt, capo della clinica di dermatologia e malattie veneree, che venne cacciato dai nazisti nel 1939 per essersi opposto all’Anchluss. Poi a Monaco, dove assieme a Medicina, Mengele sceglie Antropologia sotto la guida del famoso Theodor Mollison, che divenne il suo “Doktorvater”, supervisore. Poi l’Università di Francoforte, dove insegnava il mentore del dottore nazista, Otmar von Verschuer, il più famoso genetista del tempo.

Era la “Oxford tedesca”, un paradiso di conoscenza e ricerca. “A settembre 1937, Mengele aveva soddisfatto tutti i requisiti per la sua laurea in Medicina e aveva ricevuto la sua nomina come medico. Mengele ha iniziato il suo secondo dottorato, non ne aveva bisogno per esercitare, ma era necessario per una carriera accademica...”. Mengele ambiva alla docenza universitaria. Per la sua tesi sull’ereditarietà delle malformazioni al labbro, Mengele identificò 110 bambini che erano stati curati per una palatoschisi dal dipartimento chirurgico della clinica universitaria di Francoforte tra il 1925 e il 1935. Da questi ha ridotto il numero a diciassette, selezionando quelli che vivevano a Francoforte e che avevano sia il labbro leporino sia la palatoschisi. Parlando con i genitori di questi bambini, Mengele ricostruì la genealogia delle diciassette famiglie. E presentò e difese la sua tesi nell’estate del 1938. Nella sua valutazione ufficiale, Verschuer scrisse: “La tesi del dottor Mengele è un’opera accademica originale, eseguita in modo indipendente, che ha richiesto non solo grande tenacia per superare tutti gli ostacoli ma anche acute capacità di osservazione e cura nell’esecuzione degli esami”. Il lavoro di Mengele sarebbe stato pubblicato un anno dopo in un rispettato giornale, Zeitschrift für Menschliche Vererbungs und Konstitutionslehre (la rivista degli studi sull’ereditarietà umana) e avrebbe ricevuto la dovuta attenzione nel Handbuch der Erbbiologie des Menschen (Manuale di biologia genetica umana), che lo ha descritto come “un progresso nello studio della patologia genetica del labbro leporino”.

Una fotografia degli scienziati riuniti all’università rivela un giovane Mengele in posa sui gradini con i giganti della scienza: Eugen Fischer, Otmar von Verschuer, Alfred Ploetz e Theodor Mollison. Era nato un promettente scienziato. Verschuer scrisse la sua lettera di raccomandazione: “Dopo la mia esperienza degli ultimi due anni, sono diventato convinto che il dottor Mengele sia adatto per una carriera accademica”. La guerra e la Shoah ne complicano il percorso.

Mengele è assegnato ad Auschwitz. “Se fosse stato possibile osservarlo nella sua mente, immagino che rivelerebbe un’enorme soddisfazione nel percorso intrapreso dalla sua vita” scrive Marwell. “In giovane età – a soli trentatré anni – Mengele si trovò sulla cuspide del grande successo. Il suo studio, la preparazione e il duro lavoro lo avevano portato in un posto senza precedenti nella ricerca della scienza che era la sua passione consumante. Nessuno nella storia aveva avuto accesso alla materia prima che gli stava di fronte o era stato così liberato dalle restrizioni che domavano l’ambizione e limitavano il progresso scientifico”. Ad Auschwitz Mengele andò di propria iniziativa o su invito di Verschuer?

Alla fine della guerra chi lo aveva aiutato al Kaiser Wilhelm (da cui uscirono venti Nobel) distrusse ogni traccia della ricerca di Mengele. “Usò il tempo ad Auschwitz per prepararsi alla carriera accademica. Nessuno prima di lui aveva avuto davanti tanto materiale umano”

Il figlio di Mengele, Rolf, a un intervistatore nel 1985 disse che sua madre gli aveva detto che Verschuer aveva “motivato” Mengele ad andare ad Auschwitz e che gli aveva chiesto di farlo. Hans Sedlmeier, dirigente della società Mengele di Günzburg e amico di famiglia, ha riferito ai pubblici ministeri tedeschi nel 1984 che Mengele aveva affermato che Verschuer contribuì a organizzarne il trasferimento. “Mengele stava progettando di usare la sua ricerca di Auschwitz come base per la sua Habilitationschrift, la tesi post-dottorato, che era un prerequisito per una carriera accademica” scrive Marwell. Ad Auschwitz, Mengele avrebbe costruito un vero e proprio centro di ricerca, arruolando anche fra i prigionieri scienziati, come il pediatra di fama mondiale Berthold Epstein. Mengele continuò la sua ricerca sul labbro leporino e la nascita dei gemelli. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, nel giugno del 1939, Otmar von Verschuer aveva tenuto una conferenza alla Royal Society di Londra, intitolata “Ricerca sui gemelli dal tempo di Galton ai giorni nostri”. Il mentore di Mengele era molto interessato a quanto avveniva ad Auschwitz. Indubbio è che von Verschuer, autorità mondiale sui gemelli, ricevette da Mengele moltissimi “preparati umani”, dagli occhi ai campioni di sangue di persone di diversa origine razziale.

Hans Münch, medico nel campo, ha ricordato che “Mengele affermò che non utilizzare le possibilità offerte da Auschwitz sarebbe ‘un peccato’ e ‘un crimine irresponsabile nei confronti della scienza”. Secondo Horst Fischer, un altro medico di Auschwitz, Mengele parlava spesso “con entusiasmo” del suo lavoro scientifico e del “materiale” che aveva davanti, descrivendo “un’opportunità unica che non sarebbe mai stata più offerta”. Un altro antropologo detenuto ad Auschwitz e che Mengele reclutò nel suo laboratorio, Erzsebet Fleischmann, dirà che il lavoro di Mengele, seppur moralmente aberrante, era “scientificamente legittimo”. Lo storico Massin scrive: “A volte Mengele è rappresentato come l’incarnazione del medico pseudoscientifico delle SS, che, in completo isolamento, esegue i suoi esperimenti astrusi. In effetti, Mengele era strettamente legato alla comunità scientifica”.

Il dottore per tutto il tempo ad Auschwitz mantenne un legame molto stretto con i suoi superiori accademici. “La prima cosa che ogni coppia di gemelli ad Auschwitz ha dovuto fare è compilare un questionario dettagliato dell’Istituto Kaiser Wilhelm”, ha ricordato il detenuto Zvi Spiegel. Alla fine del 1943, Mengele, fu invitato privatamente dai Verschuer per una cena. “Che succede ad Auschwitz?”, chiese la moglie del professore. “Non posso parlarne, è orribile”, rispose Mengele. Quando i sovietici si avvicinarono a Berlino nella primavera del 1945, il professor Verschuer diede l’ordine di distruggere tutti i “file segreti”. Non rimase nulla della ricerca svolta da Mengele ad Auschwitz. Più tardi, quando Verschuer assunse la cattedra di Genetica umana a Münster nella neonata Repubblica Federale tedesca, non riuscì a ricordare nulla. “Auschwitz? Non so”. Sospetti sono sarebbero stati sollevati anche sui legami di Mengele con Adolf Butenandt (1903-95), uno dei pionieri della ricerca genetica europea, premio Nobel e uno degli studiosi più influenti del suo tempo.

La trasformazione di Mengele in un “angelo della morte” aveva la funzione di sollievo. La vera scienza doveva essere rimasta pura, soltanto dei pazzi sadici e criminali si compromisero col nazismo. Ma dal Kaiser Wilhelm in quegli anni non uscì soltanto il medico di Auschwitz, ma anche venti Premi Nobel. Fu un ricercatore di grande talento e fu aiutato dai migliori scienziati del tempo. Ma per attenuare l’orrore di tanto “progresso” abbiamo dovuto trasformare il dottor Mengele in un dottor Mabuse.





Se è vietato parlare (male) pure del boia Mengele
Luigi Mascheroni - Lun, 03/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 20327.html

Ci risiamo. Tutte le lezioni sulla libertà di parola; tutte le prediche sulla necessità di ascoltare «l'altro», soprattutto se dice cose su cui non siamo d'accordo; tutte le raccomandazioni sui pericoli della censura e del pensiero unico, alla fine servono a nulla.

È da due giorni che sui social si trascina l'ultimo esempio di controllo preventivo, neppure delle idee (che si possono o non si possono diffondere), ma degli argomenti che si possono o non si possono toccare. Il caso: sabato il Foglio ha pubblicato una paginata di Giulio Meotti su una nuova biografia del medico nazista Josef Mengele in uscita negli Usa dal titolo Unmasking the Angel of Death, firmata non da un neonazista negazionista, ma da David Maxwell, ex direttore del Museo del patrimonio ebraico di New York (e che diede la caccia al famigerato «Angelo della morte» di Auschwitz). Ora, la titolazione del pezzo - in effetti - è al limite: «Professor Mengele. Non solo un assassino: i grandi scienziati del tempo facevano a gara per lavorare al suo fianco», e riprende, a volte letteralmente, una recensione del libro uscita sul Wall Street Journal (fatto che semmai dovrebbe elevare il tutto al di sopra di ogni ambiguità). Ma l'articolo di Meotti rimane molto interessante, dando conto di una biografia che «rilegge» (si chiama revisionismo storiografico, basato su nuovi documenti o diverse interpretazioni delle informazioni esistenti) la figura di Mengele, la quale molto ha ancora da dirci sull'humus in cui fiorì il nazionalsocialismo. Eppure, tanto è bastato. Haters, politici e noti intellettuali hanno attaccato pesantemente l'articolo del Foglio (senza leggerlo nella maggioranza dei casi) accusando l'autore, la testata e il direttore Claudio Cerasa di voler riabilitare - niente meno! - il medico nazista (figuriamoci, il Foglio e Meotti sono la prima fila della battaglia contro l'antisemitismo...). Di fatto l'articolo (ripetiamo: titolato in maniera infelice) racconta che Mengele studiò con due Nobel e i più grandi genetisti del tempo, che non era «uno scienziato pazzo» spuntato dal nulla ma un medico, figlio della «migliore» accademia tedesca, il quale usò la scienza in modo criminale e aberrante. L'articolo non riabilita e non fa sconti al boia Mengele. Ma niente. Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, twitta che «Il Foglio ha sbagliato. Mengele era un assassino e nient'altro. Scusarsi è la cosa migliore da fare». La sindaca Virginia Raggi grida: «Vergogna!», e taciamo degli altri... Si chiama #shitstorm. È intervenuto anche Giuliano Ferrara, a difesa del suo giornale («Meotti ha scritto che Mengele non era diabolico per suo conto ma la perfetta incarnazione di uno scientismo eugenetico che trovava nell'inferno di Auschwitz il laboratorio delle sue idee progressiste»), tagliando alla sua maniera la testa agli #idiots digitali: «Chi parla di riabilitazione è un cretino ignorante». Ma non basta. Il Foglio ormai è filo nazista, e Meotti peggio di Pansa... Niente da fare. Di certe cose, anche se male, non si può parlare.




Joseph Mengele è stato uno dei peggiori assassini della storia, punto. Ogni azione volta a riqualificare la sua figura è un errore, chiunque ci provi.
Progetto Dreyfus
1 febbraio 2020

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... on_generic

Mauro Asara
Io ho letto l'articolo e non c'è nessuna riabilitazione. Al contrario sono rimasto sconcertato dalla "normalità" della figura di Mengele prima di diventare il dottor Morte. Ed è ciò che mi spaventa di più del nazismo.

Gino Quarelo
Miotti è un ottimo giornalista che non si lascia spaventare dagli stereotipi e prende la realtà per quello che è; inoltre difende a spada tratta Israele e i suoi ebrei e ciò è quello che conta di più, da preferire mille volte a quelli che demenziamente ricordano e piangono gli ebrei morti ma sono radicalmente contro quelli vivi di Israele al punto da sostenere chi gli ammazza e vorrebbe sterminarli come i nazi maomettani di Gaza e dell'Iran.





LA GRATITUDINE E GLI INDIGNATI
Niram Ferretti
5 febbraio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

La campagna di delegittimazione contro Giulio Meotti è cominciata con un tweet di Virgina Raggi apparso il primo febbraio.
Quella che, nella gara tra i peggiori sindaci di Roma, si posiziona senza alcuna difficoltà ai primi posti, scrive "Mentre a Roma abbiamo cambiato nomi a strade dedicate a chi ha firmato il Manifesto della Razza, Claudio Cerasa e Il Foglio provano a riabilitare un assassino come il medico nazista Josef Mengele".
Ora tre sono le possibilità, o la Raggi è affetta da una seria forma di disfunzione cognitiva, o non ha letto l'articolo, o lo ha letto e non lo ha capito.
In questo tweet Giulio Meotti non è nominato. L'intento politico è quello di colpire Il Foglio, che non ha mai risparmiato al sindaco di Roma aspre critiche. Poi sarà il turno del giornalista autore dell'articolo incriminato.
In questa polemica creata ad arte l'acme si è raggounto con il vergognoso e pretestuoso attacco nei confronti di Meotti venuto da una parte ebraica.
Sugli attestati di benemerenza, chiamiamoli così, conquistati in questi anni da Meotti, nella sua strenua difesa di Israele, parla il suo lavoro, la sua passione, la sua dedizione.
Il resto è solo odio ideologico mascherato da pelosa indignazione.
Nei confronti di costoro si possono solo usare le parole che pronunciò anni orsono il grande banchiere ebreo Antonie Bernheim,
"La gratitudine è una malattia dei cani trasmessa per contagio agli uomini”.


Gino Quarelo

Ho notato che i sinistri demo-grillo-social-internazi comunisti più sono contro i vivi ebrei sionisti e il loro Israele e pro nazimaomettani palestinesi e iraniani, più sentono la necessità di manifestarsi al Mondo intero come difensori degli ebrei morti della Shoà e di scagliarsi contro le minoritarie frange antisemite delle destre sociali, estendendo le accuse di antismitismo a tutte le destre anche a quelle non antisemite e filo israeliane che poi sono la maggioranza, per demonizzarle con la calunnia estensiva come hanno fatto con Meotti che è uno dei giornalisti e intellettuali più pro ebrei, pro sinonisti e pro Israele che si possa trovare in Occidente.
In altre parole cercano di mascherare il loro antisemitismo per gli ebrei vivi di Israele con la difesa degli ebrei morti della Shoà inventandosi antisemiti di destra anche laddove non esistono.


Se è vietato parlare (male) pure del boia Mengele
Giulio Meotti
3 febbraio 2020

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 7361483916

Un articolo di prima pagina uscito oggi su Il Giornale rende conto un po’ della campagna di diffamazione e demonizzazione contro il sottoscritto per la mia pagina su Mengele (su cui ha scritto anche Aldo Grasso sul Corriere della Sera). La mia capacità di assorbimento dei colpi ha superato la soglia di sopportazione.

Ci risiamo. Tutte le lezioni sulla libertà di parola; tutte le prediche sulla necessità di ascoltare «l'altro», soprattutto se dice cose su cui non siamo d'accordo; tutte le raccomandazioni sui pericoli della censura e del pensiero unico, alla fine servono a nulla. È da due giorni che sui social si trascina l'ultimo esempio di controllo preventivo, neppure delle idee (che si possono o non si possono diffondere), ma degli argomenti che si possono o non si possono toccare.
Il caso: sabato il Foglio ha pubblicato una paginata di Giulio Meotti su una nuova biografia del medico nazista Josef Mengele in uscita negli Usa dal titolo Unmasking the Angel of Death, firmata non da un neonazista negazionista, ma da David Maxwell, ex direttore del Museo del patrimonio ebraico di New York (e che diede la caccia al famigerato «Angelo della morte» di Auschwitz).
Ora, la titolazione del pezzo - in effetti - è al limite: «Professor Mengele. Non solo un assassino: i grandi scienziati del tempo facevano a gara per lavorare al suo fianco», e riprende, a volte letteralmente, una recensione del libro uscita sul Wall Street Journal (fatto che semmai dovrebbe elevare il tutto al di sopra di ogni ambiguità). Ma l'articolo di Meotti rimane molto interessante, dando conto di una biografia che «rilegge» (si chiama revisionismo storiografico, basato su nuovi documenti o diverse interpretazioni delle informazioni esistenti) la figura di Mengele, la quale molto ha ancora da dirci sull'humus in cui fiorì il nazionalsocialismo. Eppure, tanto è bastato. Haters, politici e noti intellettuali hanno attaccato pesantemente l'articolo del Foglio (senza leggerlo nella maggioranza dei casi) accusando l'autore, la testata e il direttore Claudio Cerasa di voler riabilitare - niente meno! - il medico nazista (figuriamoci, il Foglio e Meotti sono la prima fila della battaglia contro l'antisemitismo...).
Di fatto l'articolo (ripetiamo: titolato in maniera infelice) racconta che Mengele studiò con due Nobel e i più grandi genetisti del tempo, che non era «uno scienziato pazzo» spuntato dal nulla ma un medico, figlio della «migliore» accademia tedesca, il quale usò la scienza in modo criminale e aberrante. L'articolo non riabilita e non fa sconti al boia Mengele. Ma niente. Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, twitta che «Il Foglio ha sbagliato. Mengele era un assassino e nient'altro. Scusarsi è la cosa migliore da fare». La sindaca Virginia Raggi grida: «Vergogna!», e taciamo degli altri... Si chiama shitstorm. È intervenuto anche Giuliano Ferrara, a difesa del suo giornale («Meotti ha scritto che Mengele non era diabolico per suo conto ma la perfetta incarnazione di uno scientismo eugenetico che trovava nell'inferno di Auschwitz il laboratorio delle sue idee progressiste»), tagliando alla sua maniera la testa agli idiots digitali: «Chi parla di riabilitazione è un cretino ignorante». Ma non basta. Il Foglio ormai è filo nazista, e Meotti peggio di Pansa... Niente da fare. Di certe cose, anche se male, non si può parlare.



Giulio Meotti
4 febbraio 2020

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 4928113077

Un clima fetido da manzoniano “dagli all'untore”, di istigazione a odiare, di surreale smarrimento, di diffamazione umana martellante, di disprezzo che fa godere molti, di branco che sbava, di calunnia che ti sopravvive, di piccole forche digitali costruite sulle parole, di gruppi diversi che si coalizzano per denigrare, di freddo tradimento degli amici e di calda eccitazione dei nemici, di ribaltamento totale della verità per colpire, per fare le scarpe, per una resa dei conti. E per un articolo... Ce n'è da che farsi vedere meno in giro per un po'.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... 9505837618

Ariel Akiva
Nessuno ha voluto capire che l'analisi storica di Giulio Meotti invece di "allegerire" la posizione di mengele al contrario rivelava come tutta la buona società scientifica fosse marcia al pari del mostro. Che non era così mostro (figura rassicurante perché rara) bensì era il riuscito prodotto di una intera società! Oltretutto non è da storici guardare ai fatti 80 anni dopo senza immergerci nel momento storico stesso. Hitler,mengele,pol pot stalin etc etc come mostri ci "rassicurano" in fondo quanti mostri mai può avere il mondo? Sono rai e irripetibili ci diciamo per dormire sereni. Se invece guardiamo a questi esseri in quanto uomini, risultati eccellenti delle società che li hanno prodotti,iniziamo a leggere il mondo per ciò che è. E non dormiamo più sereni... giustamente! Invece i mostri erano vicini di xasa,i professori nelle scuole,i medici negli ospedali,i ricercatori nelle università....nessuno era innocente! La Società tedesca nel suo insieme era MOSTRUOSA e questo spiega la buona riuscita del suo progetto. Presta un alibi formidabile a tutti quei laboriosi ed onesti cittadini che abitavano vicino ai lager e non sentiva o l',odore dei corpi cremati...quelli che dopo si sono difesi dicendo" noi non sapevamo". Attaccare Meotti serve anche a questo, esorcizzare ciò che è COSÌ mostruoso e che può facilmente abitare in ogni società umana,ascrivendone la SOLA RESPONSABILITÀ ad un mostro,uno soltanto,forse due o tre di certo non tutti,non noi,non il professore di nostro figlio,non il primario così preparato che ha curato un nostro parente . L'articolo di Giulio Meotti ci svela QUANTO più orrida sia stata la Storia...e questo ci disturba,ci fa sentire fragili.... perché può succedere ancora.


Gino Quarelo
L'Occidente, l'America USA e l'Europa ai tempi del nazismo hiteriano e del dr. Mendele erano in buona parte antisemiti perché erano innanzi tutto cristianamente antigiudei, antiebrei considerati figli/creature del demonio anticristiano, un'etnia dalla cultura e dalla religione mostruose che non avevano saputo/voluto riconoscere la divinità di Cristo messia e slavatore e il suo sommo bene e che anzi l'avevano fatto satanicamente uccidere dai romani.
A questo Mondo diffusamente e profondamente antigiudeo, antiebreo e antisemita apparteneva anche il nazismo hitleriano con il suo Mendele, ed è per questo odio viscerale che i nazisti hanno potuto umanamente concepire e compiere la Shoà e adoperare gli ebrei internati nei lagher come cavie per i loro disumani esperimenti scientifici, perché consideravano gli ebrei una sottospecie umana malvagia e la loro "aberrante etica/non etica" li faceva sentire dalla parte del bene e li giustificava completamente.
Per loro il male fatto agli ebrei non era un male ma un bene fatto all'umanità intera.
Erano questi "valori/disvalori inumani" che hanno consentito loro di fare quello che hanno fatto, altrimenti non sarebbe stato possibile, nessun uomo può fare normalmente e naturalmente queste cose se non è posseduto da un demone, da uno spirito malvagio, da una fede demenziale e disumana che stravolge la naturale umanità universale.
È questa "aberrante cultura/non cultura" con il suo "demenziale e scriteriato criterio del bene e del male" che va indagata per capire come sia stato possibile e per evitare che ciò accada anora.
Erano tutti convinti che gli ebrei fossero non solo inferiori e submani ma anche demoni malvagi, tanto malvagi e che fossero un grave danno per l'umanità da cui liberarla una buona volta e definitivamente e loro si sentivano degli eroici campioni che lottavano contro il male planetario e storico.
Non si tratta di inventarsi delle scuse per attenuare la tragedia, la gravità, la responsabilità, la condanna di chichessia che pur legittmi, doverosi e necessari in ogni caso non servono a resuscitare i morti
ma ciò che è più importante è il riconoscere l'aberrante piega culturale/ideologica/religiosa/mitica che ha potuto generare l'inimmaginabile Shoà, affinché ciò non accada più e si possa contrastare la bestia che ancora non è stata definitivamente sconfitta e che continua ad agitarsi.
È l'eresia giudaico cristiana la fonte del male antigiudeo, antiebreo e antisemita.
Bisogna riebraicizzare Gesù Cristo, riumanizzarlo e toglierlo dall'altare della divinità dove l'hanno imprigionato i cristiani.
Io ho smesso di guardare storto gli ebrei solo dopo che mi sono liberato della divinità cristiana e ho incominciato a trattare Cristo come un semplice uomo ebreo con le sue fisime e presunzioni religiose e con i suoi miracoli che non stanno né in cielo né in terra a cui non posso credere minimamente.

Lo stesso vale per l'antigiudaismo, antiebraismo, antisionismo mussulmano che è motivato dall'odio religioso nazi maoemettano.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven feb 21, 2020 5:21 am

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven feb 21, 2020 5:24 am

In Italia c'è una donna ebrea di nome Liliana Segre
Dragor Alphan
20 febbraio 2020
https://www.facebook.com/dragor.alphan. ... 9043876710

En Italie il y a une femme juive nommée Liliana Segre, rescapée du camp de concentration, qui est devenue la chouchou de tous les génocidaires qui soutiennent les palos et prônent la destruction d'Israël. Ils profitent d'elle pour se mettre à l'abri de l'accusation d'antisémitisme.
. C'est une opération maline. Si vous la critiquez, vous êtes antisémite. Cette manipulation d'une vieille femme est une des actions les plus ignobles, cyniques, immorales et répugnantes jamais réalisées dans un domaine politique.
. Mme Segre pourrait se débarrasser de ses supporters génocidaires avec un seul mot: se déclarant en faveur d'Israël contre les palos, peut-être ajoutant qu'en plus des Juifs morts elle soutient aussi les vivants. En ce cas elle ferait le tri. Mais ne le fait pas parce qu'elle sait que ses paroles provoqueraient un tollé avec la suite habituelle de menaces de viol et de mort de la part des mu*****s et de leurs amis. Son silence est compréhensible. Elle n'est pas échappée aux fours crématoires des n@zis pour finir sous les poignards des isl@monazis.


In Italia c'è una donna ebrea di nome Liliana Segre, sopravvissuta dal campo di concentramento, che è diventata la cocca di tutti i genocidi che sostengono i palos (palestinesi) e sostengono la distruzione di Israele. Si approfittano di lei per mettersi al riparo dall'accusa di antisemitismo.
È un'operazione intelligente. Se la criticate, sei antisemita. Questa manipolazione di una vecchia donna è una delle azioni più ignobili, ciniche, immorali e disgustose mai realizzate in un campo politico.
La Signora Segre potrebbe sbarazzarsi dei suoi sostenitori genocidi con una sola parola: dichiarandosi a favore di Israele contro i palos, forse aggiungendo che oltre agli ebrei morti sostiene anche i vivi. In questo caso lei farebbe la cernita. Ma non farlo perché sa che le sue parole causerebbero una protesta con la solita suite di minacce di stupro e morte da parte dei mu ***** S e dei loro amici. Il suo silenzio è comprensibile. Non è scappata ai forni crematori dei n@zis per finire sotto i pugnali dei isl@monazis.


Ricordare o negare gli ebrei morti e maltrattare quelli vivi uccidendoli di nuovo, no grazie!
Io preferisco amare e stare con gli ebrei vivi e la loro terra di Sion Israele
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674



Segre spiazza i partigiani: "Sì a fiori sulle tombe dei fascisti"
Gianni Carotenuto - Sab, 04/01/2020

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... fi6SI-UP3k

L'Anpi ha chiesto al sindaco di Rapallo (Genova) di non mettere più la corona d'alloro per i caduti della Rsi. Il commento della senatrice a vita Liliana Segre: "I morti sono tutti uguali. Non togliamo le corone a nessuno"

"I morti sono tutti uguali. Non togliamo le corone a nessuno". Queste le parole di Liliana Segre raccolte da una giornalista che le chiedeva conto dell'appello di Anpi al sindaco di Rapallo (Genova), Carlo Bagnasco, di non omaggiare più i militi della Rsi con una corona d'alloro.

Lo riporta Libero. È successo il 2 gennaio. La senatrice a vita si era recata nella cittadina ligure, dopo alcune giornate trascorse nelle vicine Camogli e Portofino, per incontrare il primo cittadino e il deputato Roberto Bagnasco, entrambi di Forza Italia. Ultima tappa di una vacanza che Liliana Segre si è concessa in Liguria, regione a cui è molto affezionata.

"Quello con Rapallo è un legame molto antico. Rapallo fa parte della mia vita", ha raccontato la senatrice. A Rapallo, infatti, risiede il figlio Alberto Belli Paci, che vive con la sua famiglia nella casa che il nonno della senatrice - come scrive Levante News - aveva acquistato nel 1937. È anche per questo motivo che, a fine dicembre, il Comune rapallese ha deciso all'unanimità di conferirle la cittadinanza onoraria.

Riconoscimento di cui la senatrice si è detta molto lusingata. "Un grande onore, oggi, la visita della senatrice Liliana Segre a Rapallo. Un incontro semplice ed informale che ricorderò per sempre. Durante la visita abbiamo parlato di tanti argomenti che riguardano la storia del nostro paese e del mondo intero", ha scritto il sindaco Carlo Bagnasco, ricordando che la senatrice "ha speso la sua vita nella 'lotta contro ogni forma di odio', promuovendo ultimamente, anche la creazione in Senato di una commissione permanente che si occupi di in maniera costane di questo, di cui, tra l’altro sarà la presidente".

Nel suo post, il sindaco di Rapallo ha parlato della "lotta contro ogni forma di odio" che ha visto protagonista la senatrice. Ed è proprio l'odio a muovere, come accade (troppo) spesso, le truppe di Anpi. Lo scorso 29 dicembre, su Facebook, la sezione partigiana di Santa Margherita Ligure - Portofino aveva espresso soddisfazione per la cittadinanza onoraria concessa dal Comune di Rapallo alla senatrice a vita, definendola però "una decisione che si pone in controtendenza alla campagna d'odio di cui la signora Segre è stata ancora una volta vittima". Anpi, nell'occasione, lamentava "lo squallido gesto della giunta rapallese di omaggiare, ogni 4 novembre, coloro che ne furono i carnefici".

Gesto che i partigiani chiedevano di interrompere. Confidando magari nell'endorsement della senatrice. Che però non è arrivato. Anzi, Segre ha espresso un parere diametralmente opposto. Combattendo l'ennesima battaglia contro "ogni forma di odio". In nome di una pacificazione nazionale che purtroppo, a distanza di 75 anni, è ancora di là da venire.


Segre abbraccia Valerio, lo studente della Sapienza criticato per le sue idee di destra
(Agenzia Vista) Roma, 18 febbraio 2020

https://www.ilmessaggero.it/video/invis ... VqHzidFiVw

Segre abbraccia Valerio, il ragazzo della Sapienza criticato per le sue idee di destra. Presso l’Università La Sapienza di Roma è stata conferita la laurea Honoris causa alla senatrice Liliana Segre, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo. Alla conferenza, tenutasi nell’aula magna del rettorato, hanno partecipato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la sindaca Virginia Raggi e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Liliana Segre ha abbracciato Valerio Cerracchio, lo studente Sapienza scelto per intervenire durante il conferimento della laurea alla senatrice ma attaccato dagli studenti per le sue idee di destra Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven gen 29, 2021 9:03 am

.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven gen 29, 2021 9:05 am

Menzogne e calunnie demenziali per demonizzare, criminalizzare e disumanizzare, per istigare alla paura, al disprezzo e all'odio etnico-ideologico-politico-religioso, al fine di depredare, schiavizzare e impedire il libero
esercizio dei diritti umani, civili, economici e politici del prossimo.
viewtopic.php?f=196&t=2942
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 8357587395


Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 201&t=2735
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 2946540969
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Re: L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le des

Messaggioda Berto » sab apr 17, 2021 9:56 pm

???

Segre eletta presidente della commissione contro la libertà di espressione con i voti di Salvini e Meloni
15 aprile 2021

https://voxnews.info/2021/04/15/segre-e ... -e-meloni/

L’unico senso di questa commissione sarebbe riuscire ad utilizzarla contro di loro: indagare l’antisemitismo islamico e l’odio anti-italiano dei figli degli immigrati. Se la Lega ci riuscirà, allora faremo ammenda.

Dai, stiamo parlando di due partiti che ormai votano qualunque cosa voglia il Pd. Sono indifendibili. Culturalmente incapaci di ribellarsi ai ricatti morali del Pd. Sveglia: il tragico passato di Segre non ne fa la padrona dei nostri diritti.

Liliana Segre è stata nominata presidente della commissione straordinaria per il contrasto dei “fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio”. Una sorta di ministero orwelliano della ‘Verità’.

Gli italiani vivono segregati in casa da più di un anno. Appena escono rischiano di venire stuprati dall’ultimo scaricato in Italia da un barcone, e quest partoriscono una commissione per inasprire ulteriormente gli spazi di libertà. Perché, ovviamente, mica andranno ad indagare sul perché i nigeriani fanno a pezzi le ragazzine bianche, no, andranno a cercare su internet chi parla male dei nigeriani che fanno a pezzi le ragazzine bianche.

La commissione si è riunita oggi per la prima volta, dopo essere stata istituita nel nell’ottobre del 2019 con il voto contrario di Lega e FdI, dopo false notizie pubblicate dal giornale che odia gli italiani:

Vicepresidenti della commissione sono stati nominati i senatori Francesco Verducci (Pd) e Daisy Pirovano (Lega).

Il peana dei partiti che avrebbero giurato di difendere la vostra libertà:

«Profondo rispetto e stima per la senatrice Liliana Segre», ha detto afferma Daisy Pirovano. «È stata votata convintamente dalla Lega come presidente della Commissione. Comprendo la responsabilità di questa vicepresidenza e sono convinta di poter dare il mio contributo nella battaglia contro l’odio, c’è molto da fare e la Lega non farà certamente mancare il proprio impegno su temi così importanti».

«Fratelli d’Italia ha partecipato oggi alla prima riunione della commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio contribuendo con il suo voto ad eleggere a presidente la senatrice a vita Liliana Segre». Lo ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani, componente della commissione stessa. «Riteniamo che non potesse essere individuata persona migliore per guidare questo organismo alla luce della sua storia personale, che deve essere per tutti monito e punto di riferimento. Fratelli d’Italia nel rinnovare la sua ferma condanna verso tutti quegli atti di intolleranza, razzismo, antisemitismo ed odio, assicura che darà il suo pieno contributo ai lavori della commissione».

La senatrice di FI Carmela Minuto è stata nominata segretaria della commissione contro l’odio. «Un importante passo avanti per contrastare fenomeni dell’intolleranza, del razzismo, dell’antisemitismo e dell’istigazione all’odio e alla violenza. E per me è un onore essere stata chiamata a ricoprire un incarico prestigioso. Siamo in un’epoca in cui i problemi legati alla recessione economica causata dal Covid stanno causando un inasprimento delle tensioni sociali».

Il passato drammatico della cittadina Segre non le dà il diritto di giudicare cosa noi possiamo o non possiamo pensare. E non dovrebbe essere il lasciapassare per qualunque sconcezza contro la libertà.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » dom apr 18, 2021 7:50 am

SUD AFRICA: DERUBANO UNA SINAGOGA E LEGANO IL RABBINO CON UN TALLIT
16 aprile 2021

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 5028351830

Sconvolgente episodio di antisemitismo a Johannesburg, in Sud Africa. Ieri mattina due ladri armati sono entrati in una sinagoga, hanno legato il rabbino e due studenti con un tallit, la mantella tradizionale per le preghiere, che era stato tagliato in diverse parti, per consentire loro di rubare indisturbati un’auto, del denaro e alcuni computer. La struttura era costantemente pattugliata da un servizio di sorveglianza privata che inspiegabilmente non ha evitato l’aggressione e il furto. Più tardi il cuoco della struttura ha ritrovato le tre vittime legate lanciando l’allarme. Due giorni prima un componente della medesima comunità ebraica era stato ucciso poco lontano dal luogo di culto ebraico.


Gino Quarelo
Sicuramente non è opera di sudafricani bianchi razzisti e nazisti.
Questa è la "civile Africa" dei neri e dei maomettani. Succederà anche nell'Italia dei porti aperti e dell'invasione degli africani e dei maomettani. Anche gli ebrei italiani dovranno andare in Israele se vorranno continuare a sperare di vivere.
Grande è la responsabilità degli ebrei di sinistra atei e credenti dell'Italia.


Rossella Tuveri
Gino Quarelo
Mi scusi, ma non capisco perché gli ebrei italiani di sinistra dovrebbero essere responsabili dell'aggressione di un rabbino in Sud Africa


Gino Quarelo
Il mio commento non si riferisce tanto al caso del Sudafrica ma a quanto in parte già accade e potrà accadere con maggior frequenza e intensità in Europa e negli USA a seguito della politica sinistra che giustifica e promuove l'invasione indiscriminata e scriteriata dal terzo mondo e in particolare dall'Africa e dei nazi maomettani africani e asiatici.
Gli ebrei di sinistra sono, per la loro quota parte, responsabili dell'antisemitismo e all'antisionismo/antisraelismo che si accompagna al Politicamente Corretto, al suprematismo social comunista, al suprematismo razzista nero dei BLM e degli Antifa e a quello nazi maomettano che è il peggiore di tutti.
Inoltre il Politicamente Corretto sinistrato che viola e nega i diritti umani, civili e politici degli uomini bianchi euro americani nel loro continente europeo (naturalmente e storicamente bianco come l'Africa è naturalmente e storicamente nera) e nel nord america ove una parte dei bianchi europei è emigrata negli ultimi 5 secoli, demonizzandoli come razza umana, come cultura millenaria, come storia e come politica naturalmente nazionalista a tutela dei loro paesi europei, contribuisce ad alimentare l'antisemitismo e l'antisraelismo delle destre non nazionaliste in senso umanamente naturale ma di quelle estreme e naziste dall'alto contenuto antisemita di derivazione cristiana e social comunista.

Rossella Tuveri
Gino Quarelo
La ringrazio per la sua risposta.



L'uso improprio e criminale o abuso dell'Olocausto per colpevolizzare e demonizzare l'Europa e gli europei
viewtopic.php?f=205&t=2888
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6124104303


No all'uso improprio o abuso dell'Olocausto per colpevolizzare e demonizzare gli europei e i tedeschi di oggi che sono innocenti e che non hanno alcuna responsabilità per i fatti tragici del passato,
e per colpevolizzare e mostrizzare le destre, in particolare quelle identitarie, nativiste e civiliste,
no all'uso demenziale dell'Olocausto per negare l'esercizio dei diritti umani, civili e politici degli europei e dei tedeschi nei loro paesi e per impedir loro di difenderli civilmente e politicamente.



Antisemitismo nazi comunista e nazi maomettano (e nazi cristiano)
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2804

Nazionalismi europei antisemiti e antisionisti
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2468
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