L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

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Messaggioda Berto » ven nov 22, 2019 9:18 am

Merkel e i 30 anni del muro: "Basta odio e antisemitismo"
Daniel Mosseri - Dom, 10/11/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... NlA35gmtnU

La Cancelliera ricorda le vittime della Ddr e chiede di difendere la democrazia. Ospiti i leader di Visegrad

Berlino Fiori sul cemento. Rose gialle e rose rosa per ricordare quelli che nel tentativo di lasciarsi alle spalle un sistema autoritario e inumano hanno perso la vita.

Così la cancelleria Angela Merkel e le autorità della Repubblica federale hanno commemorato il trentennale del crollo del Muro di Berlino. Era il 9 novembre del 1989 e la Ddr era scossa da settimane da manifestazioni di strada che il regime socialista sperava i media occidentali non avrebbero notato. Le cose andarono diversamente: il muro che aveva spaccato Berlino in due dall'estate del 1961 e rappresentato la divisione dell'Europa venne giù all'improvviso. La sua fine simboleggiò anche la fine del regime socialista, nella Ddr e nel resto del continente. Ecco perché a celebrare con Merkel, con il presidente federale Frank-Walter Steinmeier e quello del Bundestag Wolfgang Schäuble al Memoriale del Muro nella Bernauer Strasse a Berlino c'erano anche i capi di stato di Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. I leader di quel gruppo di Visegrad che spesso abbaia contro l'Europa a 28 erano ieri in prima fila a celebrare la riunificazione del Vecchio continente.

Steinmeier ha tributato molti onori agli ospiti stranieri: senza di loro, ha detto il presidente, «noi tedeschi non avremmo niente da celebrare: la lotta per la libertà e l'autodeterminazione dei paesi del Centro Europa è uno dei prerequisiti storici del 9 novembre di 30 anni fa». Anche Merkel, tradita ore prima dall'amico francese Emmanuel Macron con la sua uscita sulla «morte cerebrale della Nato», ha lodato i paesi della Mitteleuropa: «La rivoluzione pacifica nella Ddr ha avuto dei modelli di comportamento coraggiosi». La cancelliera, nata ad Amburgo ma cresciuta dalla prima infanzia nel regime del socialismo reale, si è inchinata davanti alle vittime di quel regime. «Io ricordo quelli uccisi davanti al Muro mentre cercavano la libertà» e le 75mila persone imprigionate per lo stesso motivo, «i cittadini oppressi, censurati, ascoltati, pedinati». La città di Berlino ha investito 10 milioni di euro per celebrare la ritrovata libertà con circa 200 manifestazioni culturali in sette luoghi della città. Ma il 9 novembre non è solo una festa: è anche l'anniversario della Notte dei Cristalli, prova generale dello sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti. Quei pogrom, ha aggiunto Merkel, «furono crimini contro l'umanità a cui seguì la Shoah». Ecco perché il 9 novembre è una «data fatidica per la Germania, che riflette i momenti terribili e quelli felici della nostra storia, ammonendoci a opporci risolutamente all'odio, al razzismo e all'antisemitismo». La leader tedesca ha ribadito l'appello a difendere libertà, democrazia e legalità. Mentre la Germania è scossa da una nuova ondata di atti antisemiti, il governo ha lanciato una campagna per l'educazione civica: le stazioni di treni e metro sono tappezzate di cartelloni a favore dello stato di diritto e del rispetto per gli altri, con immagini di disabili aiutati da chi sta loro intorno, con persone che celebrano un matrimonio gay, con bimbi ebrei e musulmani che corrono felici in bicicletta.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » ven nov 22, 2019 9:19 am

PAPA: 'RINASCE ABITUDINE DI PERSEGUITARE EBREI, NON È NÉ UMANO NÉ CRISTIANO'
13-11-2019

https://www.shalom.it/blog/news-in-ital ... 0WS2GCC23k

Papa Francesco scende in campo per denunciare il clima di odio nei confronti degli ebrei anche ai giorni nostri. Nel corso della catechesi incentrata sugli Atti degli Apostoli sul tema: 'Priscilla e Aquila lo presero con sé', il Pontefice aggiunge a braccio un passaggio: " Il popolo ebreo ha sofferto tanto nella storia, nel secolo scorso abbiamo visto tante brutalità sul popolo ebreo e pensavamo che questo era finito. Ma oggi ricomincia l'abitudine a perseguitare gli ebrei. Questo non è nè umano nè cristiano. Gli ebrei non vanno perseguitati". Un passaggio che non può non evocare le minacce subite nei giorni scorsi da Liliana Segre alla quale è stata assegnata la scorta. (Dav/AdnKronos)

Alberto Pento
Sì Bergoglio però dovresti incominciare a dire al Mondo che Israele è la terra storica degli ebrei, la loro Patria e che Gerusalemme è la loro capitale.


Corte internazionale Bruxelles: etichette speciali a Israele. Come gli ebrei nei ghetti
13-11-2019
Giacomo Kahn

https://www.shalom.it/blog/mondo/corte- ... XlvMnHMvRo

Attualmente esistono nel mondo circa 200 contese territoriali irrisolte. Zone, più o meno grandi, oggetto di trattative ma anche di tensioni militari o di querelle giuridiche tra Stati.

Moltissimi casi. Come ad esempio: le zone orientali dell’Ucraina, quello delle Repubbliche di Donec’ke Luhansk; la Transnistria, di fatto una repubblica dichiaratasi indipendente dalla Moldavia, anche se nessun membro delle Nazioni Unitela riconosce; il caso di Ossezia del Sude Abkhazia, territori formalmente georgiani ma che in sostanza sono sotto il controllo dei russi; il Kashmir, al centro delle rivendicazioni di potenze nucleari come Pakistan e Cina; il caso dell’isola di Taiwan, la cui indipendenza non è mai stata riconosciuta dalla Cina che ne rivendica la sovranità; le isole Senkaku/Diaoyu rivendicate da Cina e Giappone; il caso del Kosovo, la cui indipendenza dalla Serbia nel 2008 non è riconosciuta da Belgrado e da molti altri Paesi.

Le contese tra Stati non si limitano solo a zone abitate ma anche a terre disabitate (ma ricchissime di giacimenti e materie prime) come nel caso di isolotti e terre disabitate dell’artico: Canada e Stati Uniti sono ancora in disaccordo sul metodo da impiegare per tracciare la linea di confine nel Mare di Beaufort, mentre tra Canada e Danimarca la disputa sull’isola di Hans è iniziata nel 1973; nel Mar Egeo, l’isola di Imia - in greco - o Kardak - in turco - è un piccolo scoglio disabitato conteso da Grecia e Turchia; nel Mediterraneo l’isolotto disabitato di Perejil è conteso, e controllato, dal Marocco e dalla Spagna.

Tra Centro e Sud America però sono moltissime le dispute finite d

Davanti alla Corte dell’Aja pende un giudizio tra Colombia e Venezuela che litigano per il limite marittimo dell’area di Guajira; c’è la Isla Suarez - per i boliviani - o Ilha de Guajará-mirim - per i brasiliani, mentre tra Brasile e Uruguay ci sono due territori contesi: l’area del Rincon de Artigas o Rincão de Artigas, e Isla Brasileña, entrambi sotto controllo brasiliano.

L’elenco potrebbe continuare ma di tutte queste dispute giuridiche - che in alcuni casi sono degenerate in contrapposizioni militari - la Corte di giustizia dell'Unione europea ha pensato di affrontare e di trattare solo un caso: quello dei territori contesi tra Israele e Autorità Palestinese.

Ieri la Corte internazionale di Bruxelles ha sentenziato che "i prodotti originari dei territori occupati dallo stato di Israele devono recare l'indicazione del loro territorio di origine accompagnata, nel caso in cui provengano da un insediamento israeliano all'interno di detto territorio, dall'indicazione di tale provenienza". Israele diventa così il primo e unico stato i cui beni provenienti da territori contesi sono marchiati con una speciale dicitura. Uno speciale marchio che colpisce solo Israele, proprio come il marchio di infamia che per secoli solo gli ebrei furono costretti a portare. Questa sentenza “è uno strumento di campagna politica contro Israele”, hanno reagito le autorità dello Stato ebraico preoccupate che la decisione dei giudici europei rafforzerà il movimento che da 14 anni chiede boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro Israele. Accuse che Bruxelles ha respinto, negando pregiudizio nei confronti dello Stato Ebraico.

Rimane però la sgradevole certezza: l’Unione europea non ritiene di dover etichettare e segnalare ai consumatori l'olio turco prodotto nella parte settentrionale di Cipro che è sotto occupazione, né il pesce del Marocco che proviene dal Sahara Occidentale né i prodotti cinesi dal Tibet.


Alberto Pento
Ditelo alla Liliana Segre e alla commissione che porta il suo nome.




Bergoglio non sarà mica un pochino antisemita?
Mauro Mellini
2019/11/14

http://www.opinione.it/editoriali/2019/ ... ana-segre/

Pare che Papa Francesco fatichi molto a star zitto su argomenti che hanno suscitato le attenzioni delle cronache e delle pubbliche critiche nell’ultima settimana. Ottima cosa per non lasciare equivoci. Ma tale anche da produrre effetti opposti. Perché così se il Papa tace su qualcosa di cui tutti parlano (o hanno di cui parlare e scrivono su tutti i giornali) quella diventa un fatto, il segno di una opinione in negativo, un insegnamento. Cosa, poi, difficilmente controllabile o riconducibile sotto l’usbergo dell’infallibilità.

Molto, purtroppo, si è parlato negli ultimi giorni di antisemitismo per le assurde manifestazioni antiebraiche di quattro scalzacani stupidamente neonazisti. Stupidi, in certe occasioni, si dimostrano talvolta anche gli altri, quelli che alle cavolate provocatorie oppongono opinioni in sé buone, ma non riescono tuttavia a dirle evitando altre ed opposte cazzate.

Prendete Nicola Zingaretti: è venuto fuori a dire che bisogna creare un movimento per fare della vittima delle brutali offese antiebraiche, la signora Liliana Segre, la nuova Presidente della Repubblica. Certo, non voglio mettere sullo stesso piano, gratificare degli stessi apprezzamenti Papa Francesco che, infallibile o no, è una autorità mondiale, uno al cui insegnamento guardano e chiedono lumi milioni di persone ed uno Zingaretti che per me e per molti altri è e rimane solo “il fratello del Commissario Montalbano”.

Eppure, Papa Francesco l’ha fatta grossa. Ritenendo, e questa è forse cosa ancor più singolare e grave, di essersi saputo adeguare all’andazzo del pensiero corrente, “moderatamente”, come direbbe Silvio Berlusconi ci ha fatto sapere che gli Ebrei non s’hanno da perseguitare. Per dire la sua sull’argomento antisemitismo (che poi è l’argomento di odiose ma stupide espressioni di un odio artificiosamente evocato), Papa Francesco ha detto che “non si devono perseguitare gli Ebrei”, che sono “nostri fratelli”. Amen.

Se questo è il contributo della Chiesa Cattolica contro il debito che l’Umanità ha contratto verso gli Ebrei con l’orrore dello sterminio nazista, allora dobbiamo prendere atto che la pretesa “novità” che a taluno sembra addirittura eccessiva, del papato e della Chiesa di Francesco non è, almeno in parte, molto diversa da quella di Pio IX, sotto il cui regno, gli Ebrei erano discriminati, fatti oggetto, magari, dei rapimenti dei loro figlioli (caso Mortara) ma non “perseguitati” almeno nel senso che la Chiesa stessa attribuisce alla parola ed al trattamento inflitto ai Cristiani (gli unici a non meritarlo!). Non devono mica essere perseguitati! Ma, dunque, discriminati sì. Tenuti da parte, fatti oggetto di diffidenza e di almeno un po’ di disprezzo. E tutto ciò, poi, specie se fatto a fin di bene, non sarebbe “persecuzione”.

Papa Bergoglio non ha, mi pare, voluto dire a chiare parole che non c’è da esecrare l’orrore dello sterminio nazista. Meno male. E, poi ha detto che gli Ebrei sono nostri Fratelli. Certo: lo sono anche i Musulmani, etc. etc. E, persino i Comunisti. Papa Giovanni Paolo II aveva detto che gli Ebrei “sono i nostri Fratelli Maggiori”, invitandoci a ricordare l’origine ebraica del Cristianesimo.

Papa Francesco si limita a dire che sono uomini e donne come tutti gli altri abitanti del Mondo, che non vanno esclusi dal genere umano. Grazie Santità! Si vede benissimo che arrivare a tanto le è costato fatica, che di Fratelli preferisce, semmai, quelli dell’Amazzonia. Che bisogna rassegnarsi a non pestar loro i piedi perché non possano dire di essere perseguitati. Papa Francesco sarebbe il figlio di una Chiesa troppo progressista? Niente persecuzioni. È arrivato a dire. Per questo lo dovremo applaudire e, magari, farne l’apologia presso quelli che lo considerano un po’ troppo progressista. O sbaglio?




COME MISTIFICARE I FATTI
Niram Ferretti
13 novembre 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063


Su "La Repubblica" di oggi, il direttore del CDEC, Gadi Luzzato Voghera, rilascia un intervista a Piero Calparico, che ci dona squarci interessanti sulla realtà attuale.

Il giornalista di "Repubblica" fa notare a Luzzato Voghera che davanti alla sede del CDEC ci sono dei soldati e si deve poi superare una porta blindata.

Luzzato Voghera risponde:

"Certo, viviamo così...Non ho memoria di essere entrato in una sinagoga senza essere sotto scorta, con la camionetta appena fuori. E oggi Liliana Segre, che è sotto tutela, non sotto scorta, lo è in quanto reduce di Auschwitz...".

A questo punto Calaprico prende la palla al balzo.

"E 80 anni fa ci sono state le leggi razziali..."

"Certo", risponde Luzzato Voghera, "Bisogna aggiungere che per sette anni uno Stato ha educato i suoi cittadini all'antisemitismo. Anche l'iconografia attuale contro di noi arriva di là, dalla difesa della razza. Il popolo allora è stato educato a un linguaggio non solo praticabile ma praticato di odio verso gli ebrei".

Le connessioni causali si annodano, compongono una trama chiara. Le porte blindate, le camionette davanti alle sinagoghe, i soldati sarebbero la conseguenza di quei sette anni di ottanta anni fa. Così come l'iconografia attuale contro gli ebrei avrebbe, secondo Luzzato Voghera, la sua matrice nella "difesa della razza".

Curiosi che da ottanta anni ad oggi non vi è stato in Italia contro gli ebrei nessun attentato di matrice neofascista, così come la supremazia razziale non ha avuto alcun seguito nel discorso politico italiano. Ci sono però stati l'attentato alla sinagoga di Roma il 9 ottobre del 1982 in cui morì il piccolo Stefano Tachè per mano del Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah e quello del 27 dicembre 1985 all'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma, quando il gruppo palestinese facente capo ad Abu Nidal, aprì il fuoco su i passeggeri in fila per il check in presso gli sportelli dell'El AL e della TWA. Il bilancio fu di 13 morti e di 79 feriti.

Ma dalle domande di Calaprico e dalle risposte di Luzzato Voghera il lettore non può che trarre la conclusione che la protezione nei confronti dei luoghi di culto ebraici, sia soprattutto dovuta al pericolo rappresentato dall'estremismo di destra, e qui in Italia, specialmente da quello di ispirazione fascista, di cui chi sarebbero gli eredi oggi? Nell'intervista non è detto, ma è facile leggere tra le righe.

Perché sono le leggi razziali del 1938 il problema, non il jihadismo islamico e l'odio nei confronti di Israele, non l'esistenza dello Stato ebraico, ma "la difesa della razza", in nome della quale, dal 1945, in Italia e altrove, sono stati uccisi centinaia di ebrei. Come è ben noto.

Se non altro a fine intervista, probabilmente scontentando un pochettino Calaprico, Luzzato Voghera ammette che "Se vado nella comunità musulmana e chiedo cosa pensano degli ebrei, la dinamica che scatta è ancora più allarmante". Sennonchè...
"Ma non è tanto l'Islam come religione, quanto il mondo islamista, che usa l'ideologia per colpire la minoranza ebraica a favorire questo odio".

E siamo di nuovo alla solita fraudolenta distinzione tra religione (buona) e ideologia (cattiva), che per tanti esperti della domenica dell'Islam, separerebbe il bene dal male. Peccato per loro, e per Voghera Luzzato, che questa distinzione era ignota a Maometto stesso, il quale, da Medina in poi, degli ebrei fece sapere che pensava tutto il peggio immaginabile, lasciando ai suoi proseliti, ai lettori del suo libro, questo lascito perenne.

È soprattutto questo lascito, e non quello delle Leggi razziali del 1938, durate sette anni, mentre l'Islam dura da 1400, che dovrebbe inquietare assai Luzzato Voghera, ma si sa, la storia la si scrive e la si riscrive spesso secondo l'uso strumentale che è comodo alla propaganda.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven nov 22, 2019 9:20 am

Germania: Un ragazzo di 16 anni, figlio del leader AfD ha ricevuto minacce di morte dai compagni di classe
13 novembre 2019

https://www.islamnograzie.com/germania- ... r45SyX5D7c


A causa dei politici globalisti e dei media di sinistra che incitano all’odio contro elementi di destra tedeschi, il figlio del leader di “Alternativa per la Germania (AFD)” partito politico di Berlino ha ricevuto numerose minacce di morte da tre dei suoi compagni di classe.

Il ragazzo figlio di Gunnar Lindemann si è rivolto alla polizia Venerdì scorso, dicendo che i compagni di classe avevano minacciato lui e la sua famiglia nel corso delle settimane e dei mesi scorsi a causa dell’ attività politica del padre.Fonte: Tagesspiegel .

Il figlio di Lindemann è andato alla polizia dopo aver ricevuto minacce di morte da tre compagni di classe, di età compresa tra 15, 16 e 18 anni, tramite messaggi di testo. Il 16enne si era prima rivolto alla direzione scolastica, ma è stato costretto a sporgere denuncia dopo che la Direzione scolastica non è riuscita ad agire in maniera appropriata per garantire la sua sicurezza.

Lindemann, un membro dell’ Abgeordnetenhaus (Camera dei Deputati) di Berlino, ha detto ai giornalisti di Tagesspiegel che i compagni avevano minacciato di accoltellare suo figlio.

“È triste che anche i giovani siano così plagiati e incitati all’odio ed alla violenza”, ha aggiunto Lindemann.

Lindemann dice di essere fiducioso che la polizia farà tutto quanto in loro potere per indagare sulla gravità delle minacce.

George Pazderski, presidente di stato per l’AfD a Berlino, ha reagito con sgomento alle minacce di omicidio diretti contro il figlio di un membro AfD.

“La scuola e la polizia deve fare atto di repressione sui colpevoli. Non ci devono essere ulteriori attacchi “, ha detto Pazderski.

Pazderski ha poi incolpato la stampa tradizionale anti-destra e i globalisti per l’incidente.

“Gli spettacoli di intolleranza incomprensibile e l’agitazione eccessiva contro l’AfD dei vecchi partiti e dei media sono completamente fuori controllo. Coloro che seminano l’odio contro di noi vogliono raccogliere atti di violenza “.

Voci di primo piano nella stampa mainstream tedesca hanno recentemente chiesto “più odio” verso i membri della AfD.

La scorsa settimana, l’editore Spiegel Hasnain Kazim ha scritto che gli elettori dell’AFD dovrebbero essere tagliati fuori del tutto dalla società.

“Non si tratta di boicattare gli elettori AFD,” Kazim ha scritto su Twitter. “Si tratta di tagliarli fuori, metterli al bando, mantenendoli piccoli, creando loro momenti di difficoltà, per eviitare che possano spianare la strada al potere dei neonazisti e razzisti”.

Il giorno prima, Deutschlandfunk ha pubblicato un pezzo in cui lo scrittore ha invitato il suo pubblico a sviluppare forti sentimenti di odio per i sostenitori AFD.

“Dobbiamo imparare ad odiare di nuovo – ed è giusto così”, ha detto l’autore. “Chi crede che l’odio è generalmente una cosa del passato crede anche nella irreversibilità della storia e della civiltà democratica”.
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Messaggioda Berto » ven nov 22, 2019 9:22 am

L'odio antisemita mascherato da antisionismo-antisraelismo, dei demosinistri cristiani e social comunisti


Odio contro Israele, la sinistra ammette le sue colpe: vittoria di Fratelli d'Italia
14 Novembre 2019

https://tv.liberoquotidiano.it/video/po ... talia.html

Finalmente la sinistra parlamentare ammette che spesso le minacce e le parole d’odio contro lo Stato di Israele provengono da frange estreme che con la destra non hanno nulla a che fare. Anzi. E’ successo questa mattina nell’Aula della Camera grazie all’intervento del capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida, che in apertura dei lavori ha preso la parola per porre all’attenzione dei colleghi gravi affermazioni come quelle di Chef Rubio e dell’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Eleonora de Majo, fresca di nomina del sindaco Luigi De Magistris, che sulle loro pagine social avevano scritto post del tenore “sionisti cancro del mondo”, “Israele stato nazista”, “piccoli nazisti sionisti crescono”, “Israele stato assassino”. Parole gravissime, scritte da chi non si può certo considerare elettore di destra, che fino a oggi non avevano trovato la giusta condanna da parte di una sinistra che ha continuato, invece, nella narrazione che le minacce allo Stato di Israele provengano perlopiù dalle aree della destra estrema. Non solo, a dirla tutta c’è stato anche chi, come il deputato renziano Anzaldi, ha addirittura auspicato che a chef Rubio fosse proposto un programma in Rai. L’intervento di Lollobrigida, che in Aula ha letto uno per uno i post contro Israele chiedendo a tutti i colleghi una netta presa di posizione, ha indotto il deputato del Pd Emanuele Fiano non solo a condannare in modo ufficiale le parole di Rubio e della de Majo, ma anche ad ammettere che simili atteggiamenti e minacce sono pervenute e tuttora pervengono anche da parte di frange della sinistra estrema. E non è cosa da poco considerando che, come ha affermato il capogruppo Fdi, nel discorrere in questi giorni del fatto che la politica deve respingere in maniera forte qualsiasi tipo di antisemitismo, la parola ‘Israele’ non si sente quasi mai. Soprattutto a sinistra.


Odia gli ebrei, la sinistra la premia
di Franco Bechis 14 novembre 2019

https://www.iltempo.it/politica/2019/11 ... gIzvFcgEz0

A Napoli hanno una giovane politica che per anni ha detto cialtronate sugli ebrei e su Israele. E non tacciamo sugli israeliani, definiti dalla giovin signora «porci, accecati dall'odio, negazionisti e traditori finanche della vostra stessa tragedia». Se la ragazza fosse stata salviniana, berlusconiana o meloniana per giorni e giorni le avrebbero dedicato editorialoni dei giornali e servizi di copertina dei Tg sbattendola come mostro in prima pagina. Invece lei - Eleonora de Majo - è di sinistra, così non solo si è risparmiata la gogna, ma l’hanno pure premiata.

Da ieri infatti è assessore niente meno che alla cultura e al Turismo della città di Napoli chiamata in quel ruolo dal sindaco Luigi De Magistris. Certo, la scelta farà cancellare la cittadina partenopea dalle mappe turistiche degli israeliani e forse di molti ebrei di altre nazionalità, quindi è stata una magnifica mossa del sindaco Masaniello scegliere proprio lei a occuparsi di turismo. Ma la cosa non è sfuggita alla comunità ebraica della città, che ha espresso in un drammatico comunicato «sconcerto e preoccupazione» per l'incredibile decisione di De Magistris. Fosse accaduto in qualsiasi altro contesto politico avremmo avuto fiumi di prese di posizioni indignate da parte dei leader politici nazionali. Subito Nicola Zingaretti, poi una dopo l'altra le figure di spicco del Pd, poi Matteo Renzi, Luigi Di Maio e centinaia e centinaia di altri a solidarizzare con la comunità ebraica partenopea. Con tutto rispetto per la sua importanza, il solo politico noto sul piano nazionale a levare alto il suo sdegno è stata Mara Carfagna, che sarà di centrodestra ma non difetta di coerenza su questi temi. La De Majo offenderà pure gli ebrei, ma è un'icona a sinistra perché fin dal 2017 le ha cantate con il suo stile inconfondibile a Matteo Salvini che stava arrivando a Napoli: «Te la diamo noi una lezione bastardo». Quindi è un'eroina, e tutti belli zitti per non rischiare di offenderla.


Corte internazionale Bruxelles: etichette speciali a Israele. Come gli ebrei nei ghetti
13-11-2019
Giacomo Kahn

https://www.shalom.it/blog/mondo/corte- ... EKk_bONXPQ

Attualmente esistono nel mondo circa 200 contese territoriali irrisolte. Zone, più o meno grandi, oggetto di trattative ma anche di tensioni militari o di querelle giuridiche tra Stati.

Moltissimi casi. Come ad esempio: le zone orientali dell’Ucraina, quello delle Repubbliche di Donec’ke Luhansk; la Transnistria, di fatto una repubblica dichiaratasi indipendente dalla Moldavia, anche se nessun membro delle Nazioni Unitela riconosce; il caso di Ossezia del Sude Abkhazia, territori formalmente georgiani ma che in sostanza sono sotto il controllo dei russi; il Kashmir, al centro delle rivendicazioni di potenze nucleari come Pakistan e Cina; il caso dell’isola di Taiwan, la cui indipendenza non è mai stata riconosciuta dalla Cina che ne rivendica la sovranità; le isole Senkaku/Diaoyu rivendicate da Cina e Giappone; il caso del Kosovo, la cui indipendenza dalla Serbia nel 2008 non è riconosciuta da Belgrado e da molti altri Paesi.

Le contese tra Stati non si limitano solo a zone abitate ma anche a terre disabitate (ma ricchissime di giacimenti e materie prime) come nel caso di isolotti e terre disabitate dell’artico: Canada e Stati Uniti sono ancora in disaccordo sul metodo da impiegare per tracciare la linea di confine nel Mare di Beaufort, mentre tra Canada e Danimarca la disputa sull’isola di Hans è iniziata nel 1973; nel Mar Egeo, l’isola di Imia - in greco - o Kardak - in turco - è un piccolo scoglio disabitato conteso da Grecia e Turchia; nel Mediterraneo l’isolotto disabitato di Perejil è conteso, e controllato, dal Marocco e dalla Spagna.

Tra Centro e Sud America però sono moltissime le dispute finite davanti alla Corte dell’Aja pende un giudizio tra Colombia e Venezuela che litigano per il limite marittimo dell’area di Guajira; c’è la Isla Suarez - per i boliviani - o Ilha de Guajará-mirim - per i brasiliani, mentre tra Brasile e Uruguay ci sono due territori contesi: l’area del Rincon de Artigas o Rincão de Artigas, e Isla Brasileña, entrambi sotto controllo brasiliano.

L’elenco potrebbe continuare ma di tutte queste dispute giuridiche - che in alcuni casi sono degenerate in contrapposizioni militari - la Corte di giustizia dell'Unione europea ha pensato di affrontare e di trattare solo un caso: quello dei territori contesi tra Israele e Autorità Palestinese.

Ieri la Corte internazionale di Bruxelles ha sentenziato che "i prodotti originari dei territori occupati dallo stato di Israele devono recare l'indicazione del loro territorio di origine accompagnata, nel caso in cui provengano da un insediamento israeliano all'interno di detto territorio, dall'indicazione di tale provenienza". Israele diventa così il primo e unico stato i cui beni provenienti da territori contesi sono marchiati con una speciale dicitura. Uno speciale marchio che colpisce solo Israele, proprio come il marchio di infamia che per secoli solo gli ebrei furono costretti a portare. Questa sentenza “è uno strumento di campagna politica contro Israele”, hanno reagito le autorità dello Stato ebraico preoccupate che la decisione dei giudici europei rafforzerà il movimento che da 14 anni chiede boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro Israele. Accuse che Bruxelles ha respinto, negando pregiudizio nei confronti dello Stato Ebraico.

Rimane però la sgradevole certezza: l’Unione europea non ritiene di dover etichettare e segnalare ai consumatori l'olio turco prodotto nella parte settentrionale di Cipro che è sotto occupazione, né il pesce del Marocco che proviene dal Sahara Occidentale né i prodotti cinesi dal Tibet.



L'EUROPA CHE DISCRIMINA ISRAELE
di Fiamma Nirenstein

Mentre tutta la popolazione del sud di Israele è costretta nei bunker da centinaia di missili da Gaza sulle famiglie, mentre i bambini terrorizzati non possono andare a scuola, l'UE promulga l'obbligo per gli Stati membro di etichettare come prodotti di territori occupati i beni prodotti nel West Bank. Come mai non usa la stessa politica sui prodotti del Tibet occupati dalla Cina, o su quelli del Marocco confezionati nei suoi territori occupati, o su quelli di Cipro occupata dalla Turchia o di tante altre zone il cui possesso è in questione? Per Israele e per il diritto internazionale si tratta di territori contesi, non occupati, su cui si deve raggiungere un accordo politico! E non semplicemente sgomberare, come si fece a Gaza da cui adesso piovono missili. Oltretutto, i primi a essere danneggiati da quelle etichette sono i palestinesi che in buon accordo lavorano e guadagnano nelle strutture israeliane che entrano in crisi per la discriminazione. Che irragionevole scelta è quella dell'UE? Non si capisce che una vera pace si può ottenere solo se i palestinesi accettano una volta per tutte l'esistenza dello Stato Ebraico? Allora si arriverà a discutere i territori. Ma l'istinto europeo che prevale forse è quello antico di etichettare i prodotti degli ebrei per metterli al bando.


"L'antisemitismo prolunga la crocifissione di Gesù": il pastore Paolo Ricca a Santa Maria in Trastevere
13 Novembre 2019

https://www.santegidio.org/pageID/30284 ... aNKDM-kRy0

Martedì 12 novembre il pastore valdese Paolo Ricca ha partecipato alla preghiera della Comunità Di Sant’Egidio nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Al centro della meditazione, la preoccupazione per un vento di odio e di morte che attraversa la storia dell’uomo fino ad Auschwitz e ai giorni nostri. Nel brano letto dal Vangelo di Marco, l'odio antisemita è nell’antico grido che risuona nel cuore di Gerusalemme “Crucifige! Crucifige!”, “Morte a Gesù!”, "Morte all’ebreo Gesù!”, “Morte all’ebreo!” (Mc 15, 12-15).

Sono pagine del Vangelo che riportano alla Quaresima, un tempo liturgico distante, ma sempre attuale ha detto il pastore valdese “perché la crocifissione di Gesù continua nella crocifissione del popolo al quale egli apparteneva” e l’antisemitismo prolunga la crocifissione di Gesù. Gli ebrei sono ancora vittime di discriminazione e l’antisemitismo non si ferma a ghettizzare, umiliare e perseguitare, ma ha l’obiettivo di eliminare gli ebrei. Le minacce nei giorni scorsi a Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, sono espressione di questo odio".

Perché c’è odio verso gli ebrei? Perché anche Gesù fu odiato? Paolo Ricca lo spiega come espressione di un mondo che vuole vivere senza Dio: Gesù disturba, gli ebrei disturbano. La radice dell’antisemitismo è allora il desiderio di eliminare Dio, per porre al centro solo il proprio “io”, in una forma di ateismo radicale".

Ma, ha concluso: “Se soffia un vento dell'odio e della morte, il vento di Auschwitz, c'è anche un altro vento che soffia potente da Pentecoste in poi: è il vento di Dio, il vento dello Spirito, il vento della vita e dell’amore” che può sgombrare le nubi dell’odio e portare pace.


Alberto Pento
In verità è l'eresia ebraico cristiana la fonte dell'antisemitismo occidentale che nell'ebraismo ortodosso trova un concorrente religioso critico che nega la divinità di Cristo e perciò il cristianismo stesso e che ha fatto dell'uccisione tramite crocifissione di Cristo ad opera degli invasori romani il principale capo d'accusa calunnioso contro gli ebrei che hanno rifiutato e respinto la proposta eretica cristiana.

Non so quanto possa reggere il paragone/assimilazione tra la persecuzione e lo sterminio antisemita degli ebrei e la persecuzione e l'uccisione dell'ebreo eretico Gesù Cristo ad opera dei romani.
Il paragone a me pare inappropriato e tendenziamente ancora una volta ferocemente e subdolamente antisemita ... a meno che non si ribadisca chiaramente che a perseguitare e ad uccidere l'ebreo Cristo furono i romani e non gli ebrei "ortodossi e non cristiani" (i quali, caso mai, perseguitarono l'ebreo Cristo in quanto ritenuto eretico fanatico e presuntusoso bestemmiatore).
I cristiani si sentono e si credono il vero popolo eletto da Dio e consideravano (e ancora considerano sotto sotto) gli ebrei come malvagi rinnegati da Dio e nemici di Dio.




Bergoglio non sarà mica un pochino antisemita?
Mauro Mellini
14 novembre 2019

http://www.opinione.it/editoriali/2019/ ... ana-segre/

Pare che Papa Francesco fatichi molto a star zitto su argomenti che hanno suscitato le attenzioni delle cronache e delle pubbliche critiche nell’ultima settimana. Ottima cosa per non lasciare equivoci. Ma tale anche da produrre effetti opposti. Perché così se il Papa tace su qualcosa di cui tutti parlano (o hanno di cui parlare e scrivono su tutti i giornali) quella diventa un fatto, il segno di una opinione in negativo, un insegnamento. Cosa, poi, difficilmente controllabile o riconducibile sotto l’usbergo dell’infallibilità.

Molto, purtroppo, si è parlato negli ultimi giorni di antisemitismo per le assurde manifestazioni antiebraiche di quattro scalzacani stupidamente neonazisti. Stupidi, in certe occasioni, si dimostrano talvolta anche gli altri, quelli che alle cavolate provocatorie oppongono opinioni in sé buone, ma non riescono tuttavia a dirle evitando altre ed opposte cazzate.

Prendete Nicola Zingaretti: è venuto fuori a dire che bisogna creare un movimento per fare della vittima delle brutali offese antiebraiche, la signora Liliana Segre, la nuova Presidente della Repubblica. Certo, non voglio mettere sullo stesso piano, gratificare degli stessi apprezzamenti Papa Francesco che, infallibile o no, è una autorità mondiale, uno al cui insegnamento guardano e chiedono lumi milioni di persone ed uno Zingaretti che per me e per molti altri è e rimane solo “il fratello del Commissario Montalbano”.

Eppure, Papa Francesco l’ha fatta grossa. Ritenendo, e questa è forse cosa ancor più singolare e grave, di essersi saputo adeguare all’andazzo del pensiero corrente, “moderatamente”, come direbbe Silvio Berlusconi ci ha fatto sapere che gli Ebrei non s’hanno da perseguitare. Per dire la sua sull’argomento antisemitismo (che poi è l’argomento di odiose ma stupide espressioni di un odio artificiosamente evocato), Papa Francesco ha detto che “non si devono perseguitare gli Ebrei”, che sono “nostri fratelli”. Amen.

Se questo è il contributo della Chiesa Cattolica contro il debito che l’Umanità ha contratto verso gli Ebrei con l’orrore dello sterminio nazista, allora dobbiamo prendere atto che la pretesa “novità” che a taluno sembra addirittura eccessiva, del papato e della Chiesa di Francesco non è, almeno in parte, molto diversa da quella di Pio IX, sotto il cui regno, gli Ebrei erano discriminati, fatti oggetto, magari, dei rapimenti dei loro figlioli (caso Mortara) ma non “perseguitati” almeno nel senso che la Chiesa stessa attribuisce alla parola ed al trattamento inflitto ai Cristiani (gli unici a non meritarlo!). Non devono mica essere perseguitati! Ma, dunque, discriminati sì. Tenuti da parte, fatti oggetto di diffidenza e di almeno un po’ di disprezzo. E tutto ciò, poi, specie se fatto a fin di bene, non sarebbe “persecuzione”.

Papa Bergoglio non ha, mi pare, voluto dire a chiare parole che non c’è da esecrare l’orrore dello sterminio nazista. Meno male. E, poi ha detto che gli Ebrei sono nostri Fratelli. Certo: lo sono anche i Musulmani, etc. etc. E, persino i Comunisti. Papa Giovanni Paolo II aveva detto che gli Ebrei “sono i nostri Fratelli Maggiori”, invitandoci a ricordare l’origine ebraica del Cristianesimo.

Papa Francesco si limita a dire che sono uomini e donne come tutti gli altri abitanti del Mondo, che non vanno esclusi dal genere umano. Grazie Santità! Si vede benissimo che arrivare a tanto le è costato fatica, che di Fratelli preferisce, semmai, quelli dell’Amazzonia. Che bisogna rassegnarsi a non pestar loro i piedi perché non possano dire di essere perseguitati. Papa Francesco sarebbe il figlio di una Chiesa troppo progressista? Niente persecuzioni. È arrivato a dire. Per questo lo dovremo applaudire e, magari, farne l’apologia presso quelli che lo considerano un po’ troppo progressista. O sbaglio?

Alberto Pento

Bergoglio è profondamente antisemita e lo manifesta nel suo dichiarato antisraelismo che arriva sino a negare che Israele sia la terra degli ebrei e Gerusalemme la loro capitale.
Lui preferisce chiamare Israele "Terra Santa delle tre religioni: ebraica, cristiana e maomettana".
In verità è l'eresia ebraico cristiana la fonte dell'antisemitismo occidentale che nell'ebraismo ortodosso trova un concorrente religioso critico che nega la divinità di Cristo e perciò il cristianismo stesso e che ha fatto dell'uccisione tramite crocifissione di Cristo ad opera degli invasori romani il principale capo d'accusa calunnioso contro gli ebrei che hanno rifiutato e respinto la proposta eretica cristiana.

Non so quanto possa reggere il paragone/assimilazione tra la persecuzione e lo sterminio antisemita degli ebrei e la persecuzione e l'uccisione dell'ebreo eretico Gesù Cristo ad opera dei romani.
Il paragone a me pare inappropriato e tendenziamente ancora una volta ferocemente e subdolamente antisemita ... a meno che non si ribadisca chiaramente che a perseguitare e ad uccidere l'ebreo Cristo furono i romani e non gli ebrei "ortodossi e non cristiani" (i quali, caso mai, perseguitarono l'ebreo Cristo in quanto ritenuto eretico fanatico e presuntusoso bestemmiatore).
I cristiani si sentono e si credono il vero popolo eletto da Dio e consideravano (e ancora considerano sotto sotto) gli ebrei come malvagi rinnegati da Dio e nemici di Dio.


Bergoglio l'antisemita occulto che nega agli ebrei la loro capitale Gerusalemme
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2848
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


Nella sua visita ai pochi cristiani discriminati del Marocco e al sue Re maomettano, Bergoglio dichiara la sua "santa" alleanza con l'Islam contro gli ebrei e Israele, negando loro Gerusalemme come capitale.
La negazione non è esplicita ma indiretta contenuta nell'affermazione che Gerusalemme dovrebbe essere patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo; affermazione dove si omette appunto di sottolineare che la città oltre a ciò è anche luogo storico e capitale dell'etnia o popolo ebraico e del suo stato nazionale di Israele.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven nov 22, 2019 9:22 am

Lo sfruttamento della Shoà da parte dei demosinistri e degli inter-nazi-social-comunisti

La Shoah macchiata da 'Bella Ciao

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/11/2019, a pag.8 con il titolo "La Shoah macchiata da 'Bella Ciao' ", il commento di Filippo Jarach.
La manifestazione in sostegno di Liliana Segre e contro l'antisemitismo a Milano
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... A.facebook

Lunedì sera ero impegnato in una seduta del Municipio Uno e non sono potuto andare alla manifestazione di solidarietà a Liliana Segre organizzata davanti al Memoriale della Shoah.
Se in un primo momento mi sono sentito in colpa, poi ho pensato, per fortuna non c'ero, perché quello che è successo è di una gravità inaudita. Per ovvi motivi comprendo quello che la senatrice Segre rappresenta sia per la sua storia personale, sia per il valore di testimonianza per la nostra religione. Per questo quando ho visto il video nel quale veniva intonata "Bella Ciao" davanti al monumento che ricorda uno degli episodi più tragici dell'umanità, mi sono indignato. Se tu vuoi fare una manifestazione di solidarietà verso una persona che è stata minacciata e offesa, la devi fare senza simboli di partito, in modo che possa coinvolgere tutti, anche il centrodestra che da sempre è amico di Israele ed è vicino alla comunità ebraica (a tal proposito vorrei ricordare che a Milano il Memoriale alla Shoah venne inaugurato alla presenza di Silvio Berlusconi e Alan Rizzi).
Ma se tu canti "Bella Ciao" non solo offendi quel Memoriale, ma trasformi quella che doveva essere una manifestazione di solidarietà in una manifestazione di una parte politica, la sinistra, contro gli "avversari". In piazza l'altra sera c'erano anche esponenti di Forza Italia: posso solo pensare come si siano sentiti a disagio quando è stato intonato quel coro che con la Shoah non ha nulla a che spartire. Ecco, io a questo gioco non mi voglio prestare. E neanche all'ipocrisia che vi ruota attorno, perché molti di quelli che lunedì cantavano e inneggiavano alla Segre, sono gli stessi che abitualmente durante la sfilata del 25 aprile insultano la Brigata Ebraica sventolando le bandiere della Palestina e non hanno alcun rispetto per quello che il senatore Matteo Salvini in una recente intervista ha definito «l'unico Stato democratico in Medioriente», ovvero Israele. Lo dico sinceramente, anche a tanti esponenti della Comunità: sarebbe ora di smetterla di considerare alla stregua di pericolosi fascisti tutti quelli che si dichiarano di centrodestra. Serve un profondo esame di coscienza e un cambio di atteggiamento soprattutto da parte di noi ebrei. Il mondo è cambiato, è ora di rendersene conto. Chiudo dicendo che sono il primo a condannare qualsiasi tipo di minaccia e di insulto, ma non posso fare a meno di chiedermi una cosa: come mai nessuno ha sollevato il caso dell'imbrattamento al "Giardino dei Giusti"? Forse perché quelle scritte fatte con la vernice rossa erano chiaramente riconducibili agli ambienti dei centri sociali amici della sinistra?
No, lo ripeto, da ebreo ed eletto nelle fila del centrodestra a Milano, credo che intonare "Bella Ciao" nella serata di lunedì abbia rappresentato una delle pagine più brutte non solo della storia della città, ma del Memoriale stesso. Perché quella di lunedì non è stata una manifestazione di solidarietà, ma una manifestazione politica fatta per cercare di infangare il centrodestra, usando la faccia della senatrice Segre, che assolutamente non merita questo trattamento.


La sporca operazione sulla Segre

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 16/11/2019, a pag.8, con il titolo "La sporca operazione sulla Segre" il commento di Karen Rubin
Informazione Corretta
Fa bene Karen Rubin a ricordare che è stato il Cdec, il centro di documentazione ebraica di Milano, a smentire il dato dei 200 insulti contro la senatrice Segre, una operazione diffusa da Repubblica e quindi tramutatasi in verità storica.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... o.facebook

"Come se ci fosse bisogno di inventare l'antiebraismo, di cui l'Europa è intrisa, hanno falsificato i dati dell'osservatorio antisemita e in Italia i duecento insulti razzisti all'anno sono diventati 200 al giorno"
Fare luce sulle responsabilità di chi ha usato il nome di Liliana Segre per una sporca propaganda targata sinistra sarebbe un dovere proprio nei confronti delle stessa senatrice. Ma siamo in Italia, dove una bufala può diventare una verità se lo decide la sinistra. La propaganda contro Israele attraverso la maggioranza dei media non insegna nulla nemmeno a chi avrebbe il dovere di parlare e rimane invece in silenzio.

Ecco l'articolo:

La senatrice Segre rispondendo a Lucia Annunziata e a Carlo Verdelli, ha spiegato perché la loro idea di candidarla per la presidenza della Repubblica è inopportuna: «C'e un presidente in carica e per motivi sia anagrafici che di competenza specifica tale candidatura va considerata improponibile». Continua a sinistra e con determinazione l'uso strumentale di Liliana Segre e della sua storia di vita. Una donna che con la sua testimonianza rende impossibile smarrire la memoria di un genocidio senza eguali, è usata come mezzo-oggetto per affermare l'estraneità e l'avversione all'antisemitismo al fine di presentarsi come antagonisti di una destra che dipingono come il male assoluto.
Un'operazione politica sporca capace di provocare esattamente quello che dice di voler combattere, l'antisemitismo. Attraverso la Segre e il ricatto della Shoa si contrappongono all'avversario politico per la conquista del potere. Se chi ha un'idea politica conservatrice si sente tacciato di razzismo per essere zittito si sentirà disprezzato e discriminato e questo può generare una reazione ebreofobica che prima non possedeva.
Come se ci fosse bisogno di inventare l'antiebraismo, di cui l'Europa è intrisa, hanno falsificato i dati dell'osservatorio antisemita e in Italia i duecento insulti razzisti all'anno sono diventati 200 al giorno.
Pochi giorni fa Israele ha eliminato un pericoloso jihadista, da quel momento è iniziato un bombardamento missilistico che agli ebrei israeliani nuoce più della violenza verbale, eppure a preoccupare i soliti acritici filo palestinesi non sono stati i missili ma la propaganda antiebraica di destra. A Napoli la giunta di sinistra nomina come nuova assessora alla cultura la De Majo che sugli ebrei scrive «porci, accecati dall'odio, negazionisti e traditori finanche dalla vostra stessa tragedia». Ad Ancona due maestre progressiste hanno deciso che per il Natale la classica recita sarebbe stata eliminata. Di fatto una discriminazione dei bambini cattolici che ha provocato l'ira dei genitori italiani che dopo la decisione si sono sentiti attaccati nella loro identità. I bambini marocchini, tunisini o di altre nazionalità e religioni saranno amati e accettati di più dopo una scelta che invece di unire divide? Se il fine fosse l'inclusione e la non discriminazione a sinistra dovrebbero iniziare a raccontare il conflitto israelo-palestinese con un po' più di realismo e le maestre invece di censurare il Natale dovrebbero introdurre uno spazio in cui anche le altre festività religiose siano rispettate, conosciute e celebrate


Alberto Pento
Non certo le festività del nazismo maomettano che induce alla discriminazione, al disprezzo, all'omicidio, allo sterminio


Pure il filosofo ebreo Finkielkraut stronca la Commissione Segre: "Un pericolo per la libertà di espressione"
Federico Giuliani - Dom, 17/11/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... EqTL2e8_NA

Secondo il filosofo francese la Commissione Segre è rischiosa: "Con la scusa di lottare contro il razzismo viene punita ogni critica sull'immigrazione"

La Commissione Segre è una minaccia alla libertà di opinione, e a ribadirlo non è certo un estremista di destra.

Altro che mezzo per contrastare odio, razzismo e antisemitismo. Secondo Alain Finkielkraut, filosofo francese di origine ebrea, la Commissione Segre è un vero e proprio bavaglio che obbliga i cittadini a non esprimere in nessun caso posizioni in contrasto con l'immigrazione. Vietato criticare, anche in modo razionale e costruttivo, un tema che deve essere semplicemente accolto così come viene proposto dall'alto, alla stregua di un dogma religioso.

La posizione di Finkielkraut, intervistato dal Corriere della Sera, non lascia indifferenti. Già, perché i genitori del filosofo furono deportati ad Auscwitz. Eppure, nonostante la Commissione Segre nasca ufficialmente per vigilare sui reati d'odio, compresi quelli contro gli ebrei, il rischio è che possa provocare un enorme controcircuito: “L'idea di istituire quella commissione ha provocato una legittima inquietudine. Con la scusa di lottare contro il razzismo, in Europa c'è la tendenza a stigmatizzare, se non addirittura criminalizzare, ogni cautela sull'immigrazione”.

Certo, alcune precisazioni sono però doverose. Intanto Finkielkraut, pur stroncando l'utilità della Commissione Segre, non nega che in Europa siano ritornate scaglie di antisemitismo e che tale fenomeno debba essere combattuto senza se e senza ma. Inoltre, il pensatore francese ha espresso la sua solidarietà alla senatrice Segre per gli insulti subiti, definiti “atroci e ignobili”.

Detto questo, Finkielkraut riparte in quarta, a difesa della libertà di espressione. Guai a strumentalizzare casi che nulla hanno a che fare con la difesa degli ebrei, confondendo il vero e pericoloso antisemitismo con semplici e legittime posizioni contrarie all'immigrazione: “Un errore usare questi terribili episodi per proibire ogni critica sull'immigrazione”.

I rischi rappresentati dalla Commissione Segre

Un esempio citato da Finkielkraut è il Patto di Marrakech, un accordo sottoscritto da diversi Paesi (Italia esclusa) sul Global Compact. Ovvero un piano globale nato ufficialmente per rendere l'immigrazione più ordinata, ma che in realtà la incoraggia e la fa apparire come un fenomeno benefico: “Questo patto comincia con inno all'immigrazione, stabilendo una specie di canone al quale i media devono conformarsi. Posso capire che in Italia qualcuno non veda di buon occhio una commissione fatta con lo stesso spirito del Patto di Marrakech”.

In altre parole, chi non accetta la linea ufficiale proposta dall'alto, intrisa di politically correct, rischia di essere marchiato con varie etichette - da antisemita a odiatore – capaci pure di avere conseguenze penali. Riguardo, poi, l'antisemitismo, Finkielkraut fa un'ultima riflessione: “Non è più un volto del razzismo, ma una patologia dell' antirazzismo: per difendere i musulmani, considerati i nuovi dannati della Terra, si attaccano gli ebrei”.

La posizione della sinistra europea è dunque intollerante e impedisce che qualcuno possa avere un pensiero contrapposto alla "linea ufficiale". Anzi, come ha ben spiegato Finkielkraut, siamo di fronte a un paradosso: la sinistra vuole combattere l'antisemitismo ma in certi casi sta addirittura dalla parte degli odiatori, cioè degli estremisti musulmani.


Alberto Pento
Non sono solo gli estremisti a odiare gli ebrei ma lo è l'islam in quanto tale, è il nazismo maomettano per intero da sempre e ovunque a cominciare da Maometto, ed è scritto come obbligo nel demenziale, mostruoso e criminale libro che è il Corano, assai peggiore del Mein Kampf di Hitler.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » ven nov 22, 2019 9:24 am

La Kommissione Segre è una commissione razzista, che vergogna averle dato il proprio nome.


Cittadinanza onoraria a Segre, Sesto San Giovanni dice no: "Non ha a che fare con la nostra storia"
Lavinia Greci - Mer, 20/11/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... NzqjoD111U

La maggioranza boccia compatta la proposta arrivata dal M5S e dal Partito democratico. Per il primo cittadino Di Stefano si tratta di una "strumentalizzazione politica" che svilisce il significato dell'onorificenza. Ma le opposizioni insorgono

Dopo il caso di Biella, ora il centro della polemica si sposta su Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, dove l'amministrazione comunale dice no alla cittadinanza onoraria alla senatrice a vita, Liliana Segre, deportata dai nazisti nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau quando era ragazzina e da qualche giorno costretta a vivere sotto scorta per i messaggi di odio ricevuti sui social network.


La motivazione del primo cittadino

Secondo quanto riportato da Milano Today, il consiglio comunale della cittadina lombarda (medaglia d'oro alla Resistenza) avrebbe detto no a un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle che chiedeva di dare l'onorificenza alla senatrice milanese. Il sindaco Roberto Di Stefano avrebbe motivato la decisione affermando che Segre non avrebbe a che fare con la storia del comune lombardo "e dare la cittadinanza sarebbe svilente per lei, perché è una strumentalizzazione politica". Il primo cittadino ha poi concluso manifestando la volontà di invitare personalmente la senatrice il 27 gennaio, in occasione della giornata che ricorda la Shoah.


La (dura) replica dei pentastellati

Vincenzo Di Cristo, consigliere pentastellato di Sesto San Giovanni, che ha presentato la manifestazione di intenti, a nome anche di tutta l'opposizione, ha commentato la decisione del sindaco dicendo che l'idea è stata bocciata in maniera concorde e ha aggiunto: "Il sindaco ha detta che la manifestazione era fatta al solo scopo strumentale. E ovviamente i consiglieri di maggioranza hanno ubbidito compatti, quasi fossero bravi soldatini, compresi i rappresentanti dei civici e alcuni ex o attuali Cl".


L'attacco del Pd

E contro il primo cittadino di Sesto San Giovanni, si è schierato anche il Partito democratico. Dura l'esponente dem Mari Pagani, che riferendosi al passato della senatrice a vita ha detto: "Asserire che Liliana Segre non ha alcun legame con Sesto San Giovanni è ridicolo. La senatrice è iscritta all'Aned, l'associazione degli ex deportati, attiva sul nostro territorio dagli anni Cinquanta e organizzatrice, ogni anno, di un partecipatissimo viaggio nei lager con la presenza dell'istituzione del laboratorio comunale, insieme a molti istituti scolastici e cittadini". La consigliera del Pd ha poi ricordato come la cittadina essendo stata insignita della medaglia d'oro alla Resistenza ha molto a che fare anche con la storia legata all'olocausto e ha concluso: "Questo è un azzardo ardito anche per il nostro sindaco". L'esponente ha infine fatto un appello alla senatrice, attaccando il primo cittadino Di Stefano e ha detto: "Senatrice, dovessero invitarla, lasci perdere. Il sindaco dice che qui lei è un'estranea".Senatrice, dovessero invitarla, lasci perdere. Il sindaco dice che qui lei è un'estranea".


Ezio Greggio rifiuta cittadinanza Biella per rispetto a Liliana Segre
19 novembre 2019

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ... 85cfd.html

È diventato un caso la cittadinanza onoraria di Biella a Ezio Greggio, che alla fine l'ha rifiutata. Nulla contro l'attore e conduttore televisivo: la polemica ha piuttosto riguardato il fatto che il Comune piemontese a guida leghista è lo stesso che solo pochi giorni fa aveva detto di no alla cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Una disparità di trattamento, per così dire, che lo stesso Greggio ha di fatto stigmatizzato con la sua rinuncia. "Per rispetto nei confronti della senatrice e di ciò che rappresenta" Ma andiamo per gradi. Giovedì scorso la mozione di due liste civiche di Biella di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, definita "testimone della tragedia dell'olocausto e interprete dei valori di giustizia e di pace tra gli esseri umani", accolta in modo favorevole da Movimento 5 Stelle e Forza Italia, era stata bocciata da Lega e Fratelli d'Italia che l'avevano definita "strumentale". Una decisione criticata in Consiglio comunale, e non solo. Oggi, con una delibera di giunta, arriva la decisione di conferire la cittadinanza onoraria a Ezio Greggio "per la popolarità televisiva come conduttore, giornalista, attore e regista; per il suo costante impegno attraverso l'associazione 'Ezio Greggio per i bambini prematuri'; per aver contribuito a diffondere in Italia e nel mondo il nome di Biella".

Le motivazioni che hanno indotto il sindaco leghista Claudio Corradino a offrire a Greggio il riconoscimento sono dunque legate alla carriera, all'impegno rivolto al sociale e al forte legame mantenuto con la città natale, Cossato. Ma contro l'iniziativa si scaglia subito Paolo Furia, segretario regionale del Pd in Piemonte. "Non c'è nulla di male di per sé - scrive su Facebook - in un titolo di onorificenza a Ezio Greggio, ma la tempistica è da brivido. Farlo esattamente la settimana dopo aver bocciato la richiesta di dare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre è una ridicola provocazione". Anche il sottosegretario all'Istruzione, la pentastellata Lucia Azzolina, insorge: "Incredibile. Il sindaco di Biella nega la cittadinanza a Liliana Segre, sopravvissuta all'Olocausto, ma non esita a darla, in pompa magna, con festante annuncio sul sito istituzionale, a Ezio Greggio. Senza nulla togliere al noto conduttore tv, che certamente sa fare il suo lavoro, che ha contribuito a diffondere il nome di Biella, come rileva il sindaco, ed è anche impegnato nel sociale, si fa fatica a capire perché a lui sì e alla Segre no. Il senso delle istituzioni avrebbe imposto altre scelte". In serata, il rifiuto di Greggio. "Il mio rispetto nei confronti della senatrice Liliana Segre, per tutto ciò che rappresenta, per la storia, i ricordi e il valore della memoria, mi spingono a fare un passo indietro e a non poter accettare questa onorificenza che il Comune di Biella aveva pensato per me", afferma. "Non è una scelta contro nessuno - spiega l'attore - ma una scelta a favore di qualcuno, anche per coerenza e rispetto a quelli che sono i miei valori, la storia della mia famiglia e a mio padre che ha trascorso diversi anni nei campi di concentramento".

Alberto Pento
Io non avrei dato la cittadinanza onoraria nemmeno a Ezio Greggio, cosa è mai questa moda insana di regalare cittadinanze onorario?


Il sindaco di Biella si scusa con Liliana Segre: "Sono stato un cretino, lei è un patrimonio dell'umanità"
Dopo le polemiche sulla cittadinanza negata. "L'ho invitata per il giorno della Memoria". E si scusa anche con Greggio
20 novembre 2019

https://torino.repubblica.it/cronaca/20 ... 241521156/

"Io sono stato un cretino, lo ammetto, e chiedo scusa alla Segre e a Greggio, però su questa cosa è stata fatta una speculazione indegna da parte di tutti quanti e mi dispiace. Il risultato è stato negativo, ingiustamente. Una grandissima sciocchezza che è diventata una cosa nazionale. La signora Segre non ha bisogno che arrivi il sindaco di Biella a darle la cittadinanza, è un 'patrimonio dell'umanità' e le chiedo ancora scusa. L'ho invitata anche a Biella per la Giornata della Memoria e non c'è nulla contro di lei". Queste le parole pronunciate dal sindaco di Biella Claudio Corradino ai microfoni di "Stasera Italia", in onda questa sera alle ore 20.30 su Retequattro, in merito alla polemica scoppiata per l'attribuzione della cittadinanza onoraria a Ezio Greggio, da lui rifiutata perché solo una settimana prima era invece stata negata alla senatrice Liliana Segre.

Alberto Pento
Come si fa a dare la cittadinanza onoraria a una persona che ha dato il suo nome a una Kommissione razzista?



All'ONU l'Italia vota contro Israele
Giulio Meotti
19 novembre 2019
https://www.facebook.com/groups/Fightin ... 279946222/

Dopo che la Jihad Islamica ha tirato 450 missili su Israele e che la Guida Suprema iraniana Khamenei ha detto che vuole “solo” distruggere lo stato ebraico, all’Onu si sono votate 8 risoluzioni contro Israele, 0 contro il resto del mondo. L’Italia dei buoni vota contro Israele in tutte le risoluzioni, a differenza delle democrazie occidentali serie come Stati Uniti, Canada, Australia.... Aveva ragione il diplomatico spagnolo Salvador de Madariaga, che definì l'Onu “una mierda”. Noi siamo delle merdine.

Gino Quarelo
Perché non interviene la Kommissione Segre contro lo Stato italiano che all'ONU ha votato contro Israele?




Pure il filosofo ebreo Finkielkraut stronca la Commissione Segre: "Un pericolo per la libertà di espressione"
Federico Giuliani - Dom, 17/11/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... fXeUAfgs-g

Secondo il filosofo francese la Commissione Segre è rischiosa: "Con la scusa di lottare contro il razzismo viene punita ogni critica sull'immigrazione"

La Commissione Segre è una minaccia alla libertà di opinione, e a ribadirlo non è certo un estremista di destra.

Altro che mezzo per contrastare odio, razzismo e antisemitismo. Secondo Alain Finkielkraut, filosofo francese di origine ebrea, la Commissione Segre è un vero e proprio bavaglio che obbliga i cittadini a non esprimere in nessun caso posizioni in contrasto con l'immigrazione. Vietato criticare, anche in modo razionale e costruttivo, un tema che deve essere semplicemente accolto così come viene proposto dall'alto, alla stregua di un dogma religioso.

La posizione di Finkielkraut, intervistato dal Corriere della Sera, non lascia indifferenti. Già, perché i genitori del filosofo furono deportati ad Auscwitz. Eppure, nonostante la Commissione Segre nasca ufficialmente per vigilare sui reati d'odio, compresi quelli contro gli ebrei, il rischio è che possa provocare un enorme controcircuito: “L'idea di istituire quella commissione ha provocato una legittima inquietudine. Con la scusa di lottare contro il razzismo, in Europa c'è la tendenza a stigmatizzare, se non addirittura criminalizzare, ogni cautela sull'immigrazione”.

Certo, alcune precisazioni sono però doverose. Intanto Finkielkraut, pur stroncando l'utilità della Commissione Segre, non nega che in Europa siano ritornate scaglie di antisemitismo e che tale fenomeno debba essere combattuto senza se e senza ma. Inoltre, il pensatore francese ha espresso la sua solidarietà alla senatrice Segre per gli insulti subiti, definiti “atroci e ignobili”.

Detto questo, Finkielkraut riparte in quarta, a difesa della libertà di espressione. Guai a strumentalizzare casi che nulla hanno a che fare con la difesa degli ebrei, confondendo il vero e pericoloso antisemitismo con semplici e legittime posizioni contrarie all'immigrazione: “Un errore usare questi terribili episodi per proibire ogni critica sull'immigrazione”.

I rischi rappresentati dalla Commissione Segre

Un esempio citato da Finkielkraut è il Patto di Marrakech, un accordo sottoscritto da diversi Paesi (Italia esclusa) sul Global Compact. Ovvero un piano globale nato ufficialmente per rendere l'immigrazione più ordinata, ma che in realtà la incoraggia e la fa apparire come un fenomeno benefico: “Questo patto comincia con inno all'immigrazione, stabilendo una specie di canone al quale i media devono conformarsi. Posso capire che in Italia qualcuno non veda di buon occhio una commissione fatta con lo stesso spirito del Patto di Marrakech”.

In altre parole, chi non accetta la linea ufficiale proposta dall'alto, intrisa di politically correct, rischia di essere marchiato con varie etichette - da antisemita a odiatore – capaci pure di avere conseguenze penali. Riguardo, poi, l'antisemitismo, Finkielkraut fa un'ultima riflessione: “Non è più un volto del razzismo, ma una patologia dell' antirazzismo: per difendere i musulmani, considerati i nuovi dannati della Terra, si attaccano gli ebrei”.

La posizione della sinistra europea è dunque intollerante e impedisce che qualcuno possa avere un pensiero contrapposto alla "linea ufficiale". Anzi, come ha ben spiegato Finkielkraut, siamo di fronte a un paradosso: la sinistra vuole combattere l'antisemitismo ma in certi casi sta addirittura dalla parte degli odiatori, cioè degli estremisti musulmani.



Volli, Volli, fortissimamente Volli “La minaccia vera sono gli islamisti”

19 novembre 2019
Gabriele Carrer

http://www.italiaisraeletoday.it/volli- ... IzU87dfK08


Nel Regno Unito 24 intellettuali guidati da John Le Carré hanno annunciato che alle elezioni generali del 12 dicembre non voteranno per Jeremy Corbyn accusandolo di non aver voluto o saputo frenare le tendenze antisemite all’interno del suo Partito laburista. In Francia l’intervista di sabato del Corriere della Sera al filosofo Alain Finkielkraut, che ha parlato di un antisemitismo di sinistra, che «oggi per ragioni elettorali ha scelto il partito dell’islam politico», ha riacceso il dibattito. E in Italia? Ne abbiamo parlato con Ugo Volli, professore ordinario di semiotica del testo all’università di Torino ed ex presidente della sinagoga riformata Lev Chadash di Milano. Dice Volli: «Esistono, nel nostro Paese e in Europa, alcuni isolati ed esagitati neofascisti e neonazisti che fanno cose inaccettabili, dal profanare i cimiteri alla minaccia di compiere stragi. Ma sono pochissimi, residuali e poco organizzati. Folcloristici quando fanno cose un po’ nostalgiche come a Predappio. Ma è evidente che non esiste un pericolo per la democrazia».

Neppure per le comunità ebraiche?

«Le comunità ebraiche in Europa sono minacciate principalmente dagli islamisti, che rappresentano una minaccia per motivi sia religiosi sia politici, con l’antisemitismo che si sovrappone all’odio per Israele. La polizia e l’esercito davanti alle sinagoghe ci difendono essenzialmente da questa minaccia.


Che cosa si nasconde dietro a questo allarme fascismo?

«Una speculazione politica da parte di forze che hanno perso capacità di attrazione, non solo in Italia ma in buona parte d’Europa. Molti di loro sono sinceramente preoccupati dai neofascisti. Ma questa paura deriva dalla scarsa comprensione di che cosa sia il fascismo. È il vecchio vizio della sinistra: gli avversari politici sono sempre tutti sbagliati, criminali, ubriachi, donnaioli, mostri e di conseguenza anche fascisti. Ma il fatto che siano sinceri non rende il tutto meno preoccupante. Da qui, il tentativo di creare allarmi sperando di allargare l’elettorato. Ma ci sono due problemi. Il primo: queste grida “al lupo, al lupo” non impressionano nessuno. ll secondo: la sinistra non sa più rispondere su questioni molto concrete come il modo di vivere e l’identità nazionale, per esempio».


È delegittimazione o anche una forma di censura?

«Alla vecchia egemonia della sinistra in Occidente corrisponde un’egemonia che continuano ad avere sulla grande stampa. Ma questa è in grave crisi negli ultimi anni. E così nasce l’idea che la sinistra non venga capita perché il popolo segue altre idee in Rete che subito vengono bollate come fake news. Da qui il tentativo di censurare, di impedire che altre idee circolino sulla Rete».

Hanno perso il controllo del mezzo e cercano di controllare il messaggio?

«C’è un recente libro di Christian Rocca intitolato Chiudete Internet (Marsilio). È solo un esempio della tendenza a pensare che sia stato un grave errore far nascere questa cosa diffusissima che è Internet per via delle cose che circolano su quel mezzo. E poiché non piacciono, vengono definiti discorsi di odio, senza qualunque criterio oggettivo. Anche perché se ci fosse un criterio oggettivo i primi discorsi di odio da proibire sarebbero quelli di Vauro, che ha appena pubblicato Sette modi per uccidere Salvini oppure di questo cuoco, Rubio, che si chiama chef».

Vauro Senesi

E la Commissione Segre come si inserisce in questo contesto?

«Questa commissione, che porta un po’ impropriamente il nome della senatrice Liliana Segre, va esattamente nella direzione di creare le basi per rendere possibile la censura. La senatrice è stata usata per proporre un’agenda che mi ricorda quello che Bertolt Brecht proponeva in maniera ironica nel 1953 ai comunisti della Germania Est dopo gli scioperi operai, cioè sciogliere il popolo. Oggi c’è il tentativo di non fare votare, di impedire la libertà di espressione sulla Rete e molto altro perché c’è una profonda diffidenza e un forte disprezzo nei confronti dell’elettorato. E si tratta di un’involuzione pazzesca per i partiti che si proclamano progressisti e al fianco dei più deboli».

Non la stupisce la totale assenza dal dibattito pubblico della minaccia islamista?

«Nelle perversioni mentali della sinistra c’è l’idea che, perso il mondo operaio anticapitalista che oggi vota per altri, si debbano trovare alleati contro l’Occidente. E gli islamici sono gli alleati perfetti. Che poi se la prendano in particolare con gli ebrei e con Israele va anche bene, visto che corrisponde a un profilo di antisemitismo che sta riemergendo a sinistra».





Da Gaza un mare di razzi, Israele si difende: tutti i telegiornali leggono le stesse veline
Commento di deborah Fait
Testata: Informazione Corretta
16 novembre 2019

http://www.informazionecorretta.com/mai ... vmwdjB7pWI

Mi sono meravigliata quando la comunità internazionale ha condannato il lancio di missili da Gaza su Israele. Non era mai accaduto prima ma alla fine ho capito di essermi meravigliata troppo presto. Via via che i missili colpivano indiscriminatamente Israele e che l'esercito, reagendo immediatamente, bombardava siti specifici di Gaza, i covi di terroristi, la non condanna iniziale si andava trasformando in accuse solo contro Israele.
Ogni telegiornale si è messo a fare la conta dei morti arabi, una quarantina, Israele…zero. Inaccettabile per i media italiani.
Come si permettono di non morire gli israeliani!

Dai telegiornali Rai a quelli di Mediaset, TGcom24, Sky Tg, TG5, le notizie venivano date incominciando dalla fine: "Israele bombarda ancora la striscia…" la reazione, "…dopo un altro lancio di missili da Gaza" cioè l'azione e alla fine la notizia ferale "40 vittime tutte palestinesi". Gaza dopo i razzi su Sderot"
http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... cde9e.html
Androkronos lo stesso titolo, con l'aggiunta di un palestinese ucciso.
Tutta questa informazione fatta male finisce sui social dove naturalmente si scatenano gli odiatori e allora non si contano più le solite maledizioni, le offese, i vari "Maledetti sionisti che rubano le terre e ammazzano i bambini palestinesi"
Qualcuno mette anche la foto di qualche bambino che potrebbe essere di qualsiasi paese del MO e ci scrive sotto "Aveva 8 anni, lo hanno ucciso , era un pericoloso terrorista".
Inutile spiegare che la Jihad e Hamas usano i civili come scudi umani, vai a spiegargli che Israele si è beccata sulla testa 450 missili. "Ma non avete nessun morto!" rispondono.
Allora ti armi di pazienza e spieghi che Israele usa i soldi per mettere in sicurezza i propri cittadini, che ogni palazzo ha il suo rifugio, bello e accogliente, che gli appartamenti più moderni hanno tutti la camera della guerra, completamente foderata in acciaio a prova di bomba.
Gli racconti che a Gaza i civili non possono andare nei rifugi perché sono requisiti da Hamas, li informi che usano persino i minareti delle moschee e i tetti delle scuole per lanciare missili contro Israele.
Niente, non serve a niente. "Sionisti maledetti" e basta.
Ma non è solo L'Italia, no, ho appena ricevuto da amici svizzeri questo teletex della Svizzera Italiana. Ecco come danno le notizie anche oltralpe.
Le ultime tre righe sono quasi un poema di malainformazione. Naturalmente non compare mai la parola terrorista, la Jihad islamica è un movimento e Abu al-Atta, terrorista, ideatore e fautore dei peggiori attentati di questi ultimi anni e coordinatore delle violenze settimanali lungo il confine, era semplicemente il capo militare del "Movimento".
Indecente, e ancora più indecente l'assenza di solidarietà da parte di alcuni ebrei italiani. Gad Lerner? Silenzio. Liliana Segre? Silenzio. Lele Fiano? Ha detto qualcosa? L'unica che ha detto due parole di solidarietà è stata Noemi Di Segni, presidente dell'UCEI e la ringrazio.
Il governo giallo-rosso (Italia e Israele hanno rapporti di amicizia o sbaglio?) ha espresso un briciolo di solidarietà? No, naturalmente e chi poteva aspettarsi una parola dai grillini e dal PD. Dall'Italia politica l'unica voce di vicinanza a Israele e di condanna per i terroristi di Gaza è arrivata da Matteo Salvini. E' giusto dirlo per tutti quelli che sbraitano fascismo, fascismo.
Voglio chiudere con una bella notizia appena battuta da The Algemeiner: Le isole Faroe ( che appartengono alla Danimarca) riconoscono Gerusalemme capitale di Israele e apriranno nella nostra capitale una missione di rappresentanza. Adesso toccherebbe a Copenhagen.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » mar nov 26, 2019 11:01 am

Commissione Segre: la senatrice, sono esausta ma pronta a presiederla
22-11-2019
Giacomo Kahn

https://www.shalom.it/blog/news-in-ital ... VsYpvr3BmE

Non èstato un periodo facile per la senatrice a vita, Liliana Segre, dopo l'astensione lo scorso 30 ottobre del centrodestra sulla Commissione contro l'odio, nata su sua iniziativa, e in un'intervista al Corriere della Sera confessa: "Sono esausta. Troppe esposizione, troppo odio, troppe polemiche, troppa popolarità, troppo tutto. Alla mia età mi trovo a condurre un'esistenza che non avrei mai immaginato". Ma nonostante cio' la senatrice e' convinta che "chi odia va fermato. Non mi arrendo". E sulla presidenza della Commissione dice: "Se me la propongono, sono dell'idea di dire sì. Sono stata in dubbio e certo il calendario degli anni non va indietro. Ma io credo in questa Commissione, dunque spero di reggere".

Per quanto riguarda la necessità impostagli di avere una scorta, Segre spiega che "né io né i miei familiari abbiamo chiesto nulla. Il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico della prefettura di Milano ha ritenuto di garantirmi una tutela, che è una forma di protezione più blanda della scorta. Naturalmente sono rimasta di stucco: a quasi 90 anni per la sola colpa di essere una sopravvissuta alla Shoah e di esporre pacatamente i miei convincimenti, c'è bisogno che sia tutelata la mia sicurezza. È certo un condizionamento nella vita privata e mi disturba l'idea di essere un peso per lo Stato, però i carabinieri che mi accompagnano sono ragazzi meravigliosi che mi hanno adottata come una nonna, non solo con professionalità, ma anche con affetto". E a chi ha criticato l'istituzione della Commissione la senatrice risponde: "Mi sembra una barzelletta: "Qual è il colmo per un'ebrea sefardita? Diventare il capo dell'Inquisizione spagnola". Ma figuriamoci! Sono arrivati al paradosso di ribattezzarla con tono demonizzante "Commissione Segre-Boldrini" gli stessi partiti che nella passata legislatura, alla Camera, avevano approvato all'unanimità le conclusioni della Commissione Jo Cox, cioè la vera "Commissione Boldrini". Siamo seri. La Commissione che ho proposto non può giudicare né censurare nessuno, non può cambiare le leggi. Si tratta di studiare un fenomeno, di avanzare proposte su un problema per cui tutti, anche gli esponenti dell'opposizione quando parlano a telecamere spente, si dichiarano allarmati. L'odio in Rete dilaga. La convinzione di agire in una zona franca e nell'anonimato sta producendo un imbarbarimento, una sorta di bullismo su larga scala, che le leggi esistenti non riescono a contenere". Anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni dicono di essere bersagliati da insulti e minacce. "Colgo l'occasione - sottolinea la senatrice - per esprimere loro solidarietà. Sarò un'illusa, ma continuo ad auspicare che tutti si uniscano in un impegno bipartisan per prevenire l'epidemie dell'odio. Io ho sperimentato i danni che possono produrre".


La lezione della Segre “Sono vicina a Salvini e Meloni bersagliati e demonizzati sui social”
24 novembre 2019
Gianluca Veneziani

http://www.italiaisraeletoday.it/la-lez ... O17gn6nThY

Gli schiaffoni fanno più male quando arrivano da una persona che credevi di poter utilizzare a tuo favore. E che invece, qualora ce ne fosse stato bisogno, si dimostra libera da pregiudizi, e capace di parlare non per partito preso o a nome di un partito. Faranno perciò molto male alla sinistra le parole pronunciate da Liliana Segre in un’ intervista al Corriere della Sera in cui la senatrice prende le distanze da chiunque provi a strumentalizzarla per demonizzare l’avversario politico Salvini o per imporre l’egemonia del pensiero unico.

Quanta sorpresa avranno avuto i compagni ad esempio nello scoprire che la Segre, prendendo in contropiede gli anti-sovranisti di professione, esprime la propria vicinanza al leader della Lega e Giorgia Meloni, anche loro bersagliati da attacchi sui social. «Colgo l’occasione per esprimere loro solidarietà», avverte la senatrice. «Sarò un’illusa, ma continuo ad auspicare che tutti si uniscano in un impegno bipartisan per prevenire le epidemie dell’odio. Io ho sperimentato i danni che possono produrre».

Come dire, chi ha provato sulla propria pelle gli orrori della discriminazione nell’inferno di Auschwitz non può condannare solo l’odio verso gli ebrei, ma sente il dovere morale di rifiutare qualsiasi forma di intolleranza, anche quella contro leader politici di destra. È qua la grande lezione della Segre ai soloni della sinistra, secondo cui gli insulti alla senatrice non possono essere paragonati alle minacce di morte al leader della Lega.

E, a tal proposito, la sopravvissuta all’Olocausto dà una stilettata anche a quei giornali (leggi Repubblica) che avevano parlato di “200 insulti al giorno” a lei rivolti: quel numero, rileva lei, è «scaturito da un’ inesattezza giornalistica».

Non paga, la Segre normalizza anche l’avversario politico che la sinistra tende a “mostrificare” o “fascistizzare”, lo riconduce a collega e concittadino, quindi a suo pari. Parlando dell’incontro riservato, avvenuto tra lei e Salvini, avverte infatti: «Incontrarsi e parlarsi, a maggior ragione tra due colleghi senatori e concittadini milanesi, più che un gesto di civiltà dovrebbe essere considerato un fatto normale». Che bello sentirlo dire da lei, senatrice.

Ma soprattutto la Segre dimostra di essere un gigante rispetto ai nani politici che tentano di fare di lei il simbolo di battaglie politiche che non le appartengono. È una sberla sonora quella che dà la senatrice a vita ai cortigiani di turno quando spiega le ragioni che l’ hanno portata a rifiutare la candidatura a presidente della Repubblica: «Mi sono trovata, mio malgrado», dice, «ad essere già una figura sulla quale si concentrano fin troppi significati simbolici. Non è il caso di aggiungerne altri e di coinvolgermi in ambiti impropri».

Come se non bastasse, arriva un altro gancio quando dichiara che sì, il conferimento delle cittadinanze onorarie nei Comuni di mezza Italia le fa piacere, ma ora inizia un po’ a stancarsi «perché anche questo sta diventando un nuovo terreno di battaglia di cui farei a meno», e aggiunge che «mi dispiace aver creato imbarazzo a quelle giunte», come Biella e Sesto San Giovanni, che hanno scelto di non conferirle il riconoscimento.

La Segre è troppo intelligente per non capire che l’obbligo morale per i Comuni italiani di conferire a qualcuno la cittadinanza onoraria, con la riprovazione pubblica per chi fa altre scelte, smette di essere un esercizio di democrazia e diventa un fatto degno di regimi autoritari.

Non è un caso che durante il fascismo fossero i prefetti stessi a caldeggiare ai Comuni il conferimento della cittadinanza onoraria a Mussolini In sintesi la senatrice, da persona di grande libertà e onestà intellettuale qual è, non presta il fianco né agli attacchi che le arrivano e da cui giustamente si difende, né alle lusinghe untuose di chi prova a farne un’ icona di parte, se non “partigiana”. Ah, fossero tutti come lei, senatrice.


Il delirio del prete anti-Salvini: "Bisogna uccidere il ministro"
Claudio Carollo - Sab, 15/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... _EgTVPAXzk

In audio trasmesso a La Zanzara Don Giorgio De Capitani si scaglia contro il ministro dell'Interno

"Ammazzate Salvini" non è l'uscita violenta, che sarebbe comunque grave, di qualche oppositore, o antagonista esaltato, che non sa più cosa inventarsi per dare addosso al ministro dell'Interno, ma, ancora più grave, è l'ennesima trovata di Don Giorgio De Capitani, un prete.

Ne scrive Mario Giordano su La Verità di oggi, riportando un audio mandato in onda a sua volta dalla trasmissione radiofonica La Zanzara in cui si sente il sacerdote che senza remore dice: "Salvini è un ladro, uccidiamolo", "Io elogio chi uccide Salvini". Il ragionamento alla base della sua invettiva parte dalla legge sulla legittima difesa. "Se è lecito uccidere chi minaccia la nostra vita", spiega "allora io ho il diritto di uccidere Salvini: infatti mi sento minacciato da lui perché ci sta rubando la democrazia". Quindi, continua, "lo posso fare fuori". E se lo fa qualcun altro, "io dico che ha fatta bene". E per giustificarsi chiarisce: "Seguo soltanto il suo ragionamento".

Ma non è la prima volta che il prete si lascia andare a questo tipo di sfoghi. E' lo stesso che aveva invocato l’ictus per Silvio Berlusconi, aveva definito i nostri soldati in Afghanistan come "mercenari, farabutti e criminali" e aveva chiesto di tenere i leghisti fuori dalle chiese, definendoli "porci, bastardi, risucchiati nel water delle loro ideologie di merda". Parole poco degne di un prelato.

Don giorgio ha anche un suo sito personale da dove non si limita a diffondere il verbo e a fare opere di bene, ma si diletta spesso ad affrontare temi di attualità e politica, prendendo di mira con particolare interesse Salvini e il suo partito. Per fare un esempio di come non si freni davanti a nessuno, in uno dei suoi articoli in apertura di home page commenta il caso di Noa la 17enne olandese che si è lasciata morire e scrive a proposito di un tweet di Papa Francesco contro l'eutanasia:" Questo si è bevuto il cervello!". E ancora: "Vorrei semplicemente chiedere: se tutti i bambini violentati dai preti (migliaia e migliaia), diventati grandicelli, decidessero di morire come Noa, che succederebbe? Io li prenderei per le loro palle, e li appenderei ad una forca! Ma non solo loro. Prenderei per le palle il papa, i cardinali, i vescovi, Mario Delpini e li appenderei ad un palo!".

Don Giorgio De Capitani è stato ordinato sacerdote nel 1963, ha girato vari paesi della diocesi di Milano, fino al 2013, quando monsignor Angelo Scola gli ha tolto la gestione della parrocchia di Monte. Da allora vive a Villetta Brianza e celebra ogni domenica alle 18 nella parrocchia di Dolzago, in provincia di Lecco.
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Messaggioda Berto » mar nov 26, 2019 11:02 am

Risorge l'antisemitismo. Ma non in Italia
VERONICA PASSERI
Roma, 22 novembre 2019

https://www.quotidiano.net/cronaca/anti ... MswxeXHD5E

In Italia l’antisemitismo è calato dell’11% rispetto a cinque anni fa. Proprio quando si riaccende il dibattito pubblico nel nostro Paese sulla presenza dell’odio nei confronti degli ebrei. In Europa invece l’antisemitismo cresce (e molto) nei Paesi dell’Est. A raccontarlo è un’indagine mondiale commissionata dalla Anti-Defamation League, una organizzazione ebraica internazionale che combatte "l’antisemitismo e tutte le forme di pregiudizio". Secondo l’indagine un cittadino europeo su quattro, il 25% della popolazione, coltiva pregiudizi antisemiti, ma il fenomeno è in diminuzione rispetto al 2015 in Italia e in Austria.

La ricerca, realizzata tra aprile e giugno scorso, spiega che nell’Europa dell’ovest – quella dei Paesi fondatori dell’Ue – ci sono pochi cambiamenti, ma nel Centro e nell’Est europeo si registra, rispetto al 2015, un forte aumento di pregiudizi anti ebraici: in Ungheria il 25% della popolazione sosterrebbe che gli "ebrei vogliono indebolire la cultura nazionale esprimendosi a favore di un maggior numero di immigrati in ingresso" e in Polonia (+11%) si riscontrano pregiudizi anti ebraici nel 48% della popolazione. Nella compagine europea, insomma, il gruppo di Visegrad, che si identifica spesso con le politiche più conservatrici, fa da traino a credenze antisemite. Tornano stereotipi secolari sugli ebrei che controllano gli affari e la finanza e che sono più fedeli a Israele che alla nazione in cui vivono. Antisemitismo in aumento anche in Ucraina (+14%) e Russia (+8%).

"È profondamente preoccupante che circa un europeo su quattro nutra gli stessi convincimenti antisemiti che si rilevavano prima dell’Olocausto" ha detto Jonathan A. Greenblatt, amministratore delegato di Adl, parlando di un "potente campanello d’allarme". In Italia l’antisemitismo scende "in maniera significativa" (ma l’Osservatorio Antisemitismo ha rilevato 190 casi negli ultimi 9 mesi) e lo stesso avviene in Austria. Ieri è giunto da Roma un segnale definito "storic"» dalle comunità ebraiche: le vie intitolate a due firmatari del Manifesto della razza sono state cancellate dalla toponomastica della città. I tre nuovi intestatari delle relative strade sono degli scienziati, tra cui due donne, che si opposero alle leggi razziali e furono vittime di discriminazioni durante il regime fascista. "A Roma sta avvenendo questo – ha detto Noemi Di Segni, presidente delle comunità ebraiche italiane – mentre in queste ore in altre città, come Verona, si sta confermando la strada intitolata ad Almirante".

Il sondaggio, che si basava su 11 domande che l’Adl ha usato nei sondaggi globali dal 1964, ha interrogato oltre 9mila adulti in 18 Paesi in Europa ma anche in Canada, Sudafrica, Argentina e Brasile. Gli atteggiamenti antisemitici sono aumentati bruscamente, dall’ultima rilevazione, in Argentina (+6%), Brasile e Sudafrica (+9%). I sentimenti antisemiti non necessariamente supportano un aumento di azioni violente: alcuni casi, rari, ad esempio, si sono registrati in Ungheria e Polonia, mentre sono cresciuti di oltre il 10% in Germania e anche in Gran Bretagna nei primi sei mesi del 2019.
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Messaggioda Berto » mar nov 26, 2019 11:03 am

Io sto con Israele e gli ebrei
26 novembre 2019
Maurizio Belpietro

http://www.italiaisraeletoday.it/io-sto ... n9M1EQjPM4

Nel febbraio del 1991 il giornale per cui lavoravo, l’Europeo, mi inviò in Israele, al seguito di un gruppo di ebrei italiani e di politici milanesi. Era un viaggio della vicinanza, un modo per manifestare sostegno, perché in quei mesi le città israeliane erano prese di mira dai missili di Saddam Hussein. Ricordo i crateri provocati dagli Scud iracheni nei quartieri di Tel Aviv e gli arrivi, nonostante la guerra, degli aerei carichi di ebrei russi in cerca della terra promessa. Ricordo anche le serrande abbassate nei negozi del quartiere arabo di Gerusalemme e la paura negli occhi del negoziante palestinese che, dovendo sfamare la famiglia, cercava di vendermi qualche oggetto, rischiando la vendetta dei miliziani di Hamas che imponeva con le armi il coprifuoco e l’Intifada. I morti che addebitavano agli israeliani a volte erano infatti solo commercianti, che per aver venduto qualche cosa erano accusati di collaborazionismo.

Da allora, dopo quello che ho visto e soprattutto dopo aver toccato con mano la faziosità di gran parte della stampa italiana sul conflitto arabo-israeliano, sto dalla parte di Israele, senza se e senza ma. Certo, non sono mai andato a braccetto degli Hezbollah, cioè degli esponenti di un movimento terroristico libanese, come certi ministri degli Esteri della sinistra tipo Massimo D’Alema, il quale non si fece scrupolo di dimostrare la vicinanza a un gruppo che spesso e volentieri aveva tirato missili su Israele.

Tutto ciò per dire che non sono certo sospettabile di antisemitismo, di fascismo (non ho mai nutrito nostalgia per il Ventennio) e neppure di tutti quei sentimenti che si nutrono di discriminazione.

Ho anche grande rispetto per la tragedia di Liliana Segre, che fu deportata insieme alla famiglia ad Auschwitz, vivendo sulla propria pelle e su quella dei propri cari la Shoah. Nessuno che abbia visitato – e io l’ho fatto due volte – Yad Vashem, ossia il memoriale dell’Olocausto, può non averlo.

Dunque sono lieto che Liliana Segre sia stata nominata senatore a vita, perché penso che sia un parzialissimo risarcimento per le leggi razziali del 1938. E mi fa orrore che qualcuno, sui social o altrove, la insulti o la offenda.

Ciò premesso, non posso però non dire che la commissione che si è voluto istituire in Parlamento per indagare sui fenomeni di discriminazione serve solo a strumentalizzare la storia della senatrice Segre ai fini di una lotta politica.

In Italia esiste dagli anni Cinquanta una legge che punisce chiunque provi a ricostituire il partito fascista e spesso la magistratura è chiamata a giudicare atteggiamenti o movimenti ritenuti fascisti.

Dal 1993 è in vigore la legge Mancino, dal nome dell’ex ministro dell’Interno ed ex presidente del Senato, che non solo ribadisce il divieto di costituire movimenti che si ispirino al fascismo, ma sanziona penalmente chiunque discrimini le persone in base alla razza o alla religione. E anche in questo caso il giudizio è rimesso alla magistratura. Dunque, diciamo che se c’è un nazista o un fascista in circolazione e se questo nazista o fascista minaccia la sicurezza di un ebreo (ma anche di un musulmano o di un valdese) il nostro codice può essere tranquillamente applicato.

La controversa seduta del Senato per la nascita della Commissione parlamentare sull’odio

Perciò non si capisce a che cosa serva una commissione d’inchiesta con i poteri della magistratura. La legge c’è e chi la vìola può essere condannato. Per quale ragione dunque un gruppo di persone in Parlamento dovrebbe indagare sulle discriminazioni sovrapponendosi all’azione delle Procure? Serve alla lotta politica, in particolare a qualcuno che intende usare l’arma della commissione per convocare, interrogare e semmai censurare le persone che su certi argomenti non hanno un pensiero politicamente corretto.

In parole povere, serve a dire che in Italia si rischia il ritorno del fascismo e del nazismo, che chi critica l’immigrazione dissennata discrimina le persone in base al colore della pelle o della religione, che l’Italia è un Paese sostanzialmente xenofobo, islamofobo, segregazionista e razzista.

Non importa che le indagini demoscopiche dicano il contrario e neppure che le elezioni ogni volta smentiscano questa tesi (perché i cosiddetti movimenti di estrema destra, alle elezioni prendono sempre lo «zero virgola»). Non importa neppure che si lancino allarmi che non hanno alcun fondamento, come i numeri delle minacce quotidiane contro Liliana Segre e gli ebrei italiani, passati sulle pagine di Repubblica da 200 l’anno – come sono – a 200 al giorno, con il risultato di gonfiare il fenomeno e di accreditare a mezzo stampa una falsità.

L’antisemitismo non c’è, ma bisogna continuare a evocarlo, perché altrimenti gli antifascisti in servizio permanente effettivo non saprebbero più cosa fare. E da disoccupati, senza la mission di difendere la democrazia dalle squadracce nere, si troverebbero all’improvviso a doversi cercare un lavoro e una professione. Dunque a noi tocca il fascismo latente, che non c’è, ma è addormentato e sul punto di risvegliarsi appena se ne presenterà l’occasione.

Anzi, è già sulla rampa di lancio delle strumentalizzazioni, pronto a essere utilizzato al bisogno. Perché a questo serve la commissione. Non ad aiutare gli ebrei italiani a difendere la propria storia e la propria identità e a rammentare lo sterminio. Serve a colpire qualcuno che non la pensa come il pensiero dominante. Risultato, con la commissione ci attende un fiume di melassa, anzi un fiume di retorica. Come se non ci bastasse quella del fascismo, ci tocca pure quella dell’antifascismo. Anzi, quella dell’antirazzismo.

Perché la commissione vuole arrivare lì, a impedire di parlare degli immigrati, accolti dalla sinistra come nuovi italiani, ma anche come nuovi schiavi a basso costo. Io sto con Israele e con gli ebrei, non con chi usa l’antisemitismo per impedire di parlare di immigrazione, paragonando le leggi razziali al decreto sicurezza, i barconi affondati all’Olocausto. Io sto con Israele e gli ebrei, non con chi banalizza a fini politici la Shoah.


Io veneto sto con Israele e i suoi ebrei che sono tra gli uomini più umani e civili della terra
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 197&t=2759
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L'abuso dell'Olocausto per demonizzare l'Europa e le destre

Messaggioda Berto » sab nov 30, 2019 8:08 pm

Strumentalizzazioni sinistre per demonizzare le destre e alimentare l'odio


Vittime dei lager nazisti, la Giunta boccia le "pietre d'inciampo"
27 novembre 2019

https://www.vicenzatoday.it/politica/pi ... embre.html

I consiglieri comunali del Partito Democratico di Schio hanno presentato una mozione per l’installazione di “pietre d’inciampo” all’esterno delle abitazioni degli scledensi che morirono nei lager, fornendo un elenco di 14 vittime. La maggioranza ha bocciato la mozione perchè “divisiva” e perchè “non tiene conto delle morti da entrambe le parti”. Le pietre d’inciampo sono un’iniziativa che serve a lasciare una memoria diffusa dei cittadini deportati e morti nel campi di sterminio, nata dall’artista tedesco Gunter Demnig nel 1992 e che da allora si è diffusa in 26 paesi in tutta Europa.

«Come possa essere divisiva un’azione volta a ricordare vittime di un regime dittatoriale che ha compiuto un abberrante genocidio non lo capiremo e soprattutto non lo accetteremo mai» Le parole di Chiara Luisetto, Segretaria Provinciale dem, che continua «una risposta del genere è volutamente provocatoria ed è inaccettabile che tali bassezze arrivino fin dentro le aule dei consigli comunali.»

Anche i Circoli PD dell'Alto Vicentino condannano con forza quanto avvenuto in consiglio comunale a Schio. «È un fatto gravissimo" - sostengono Giacomo Stiffan e Daniele Dalla Costa a nome dei democratici scledensi - "che dimostra l'importanza di continuare a sostenere con forza gli ideali antifascisti impressi nella nostra Costituzione e che, a quanto pare, la maggioranza del consiglio comunale di Schio preferisce rigettare. Chi sceglie di dimenticare le vergogne del nazifascismo (o meglio, di farle dimenticare) si rende complice del suo strisciante ma ormai palese ritorno»





Gino Quarelo
Mi pare strano, qualcosa c'è sotto.
Strumentalizzazioni sinistre per demonizzare le destre e alimentare l'odio
Non c'entrano gli ebrei ma il conflitto che a Schio si vive per gli eccidi dei fascio-tedeschi e le stolte provocazioni dei partigiani che le hanno provocate. Il PD locale strumentalizza queste questioni per dare contro alle destre ma non propone mai iniziative analoghe per ricordare i gulag comunisti e tutto il male fatto dai nazi-comunisti.

https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Schio


https://www.facebook.com/groups/Fightin ... ment_reply

Gino Quarelo
Speriamo che il sindaco di Schio istituisca la giornata della memoria per ricordare tutte le vittime del social-comunismo e tutte le vittime del nazismo razzista predatorio degli zingari.

Maurizio Grazian
Trattandosi di riferimenti locali, sarebbe necessario che rimediasse alla vergogna della giunta di sinistra che si rifiuto' di ricordare l'Eccidio di Schio, come tu hai giustamente evidenziato. Quel fatto é un'onta per l'umanità. Non puo' essere dimenticato.



Sopravvisse alle foibe: la sinistra le rifiuta la cittadinanza onoraria
30 novembre
https://www.laverita.info/sopravvisse-a ... fA0rjPjdsk


Parla Egea Haffner: "Non voglio essere strumentalizzata, rifiuto il riconoscimento"
di Gaetano Mineo
30 novembre 2019

https://www.iltempo.it/cronache/2019/11 ... a-1248837/

Oggi ha 78 anni, e vive a Rovereto col marito ingegnere. Ma la storia di Egea Haffner è una come quella di altri 350mila italiani che Tito e gli esiti della Seconda Guerra mondiale trasformarono in esuli, in profughi dalle terre giuliane, istriane e dalmate. E così la piccola Egea fu costretta a lasciare la sua terra natia a 5 anni, a causa di una triste vicenda in cui era stato coinvolto il padre di cui non s’è saputo più nulla.
Signora Haffner, come ha accolto la notizia della cittadinanza onoraria di Bassano del Grappa?
«Certamente sono onorata di questa iniziativa, ma nessuno mi ha prima avvisato e ho saputo il tutto qualche ora fa. Tuttavia, non ho alcuna intenzione di accettarla. Io ho già ricevuto dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la "medaglia commemorativa del Sacrificio offerto alla Patria" conferita a mio padre, Kurt Haffner, e mi basta. Adesso non voglio essere strumentalizzata dalla politica».
Come si spiega questo rinato interesse nei suoi confronti?
«Non si può non vedere in tutto ciò una certa strumentalizzazione politica. D’altronde, vedere consigli comunali che si scontrano su relative mozioni, prima presentate, poi ritirate, non può che avvalorare la tesi. Da quanto mi risulta, inopinatamente, in questi giorni diverse amministrazioni comunali hanno dato vita a simili iniziative nei miei confronti. Una serie di mozioni a cui è stato abbinato il mio nome a quello della senatrice Segre, per un riconoscimento di cittadinanza onoraria. Se qualcuno l’ha fatto ha sbagliato e quando ne verrò a conoscenza, scriverò un "no grazie"».
Essere «associata» alla senatrice Segre…?
«Sono due storie diverse che devono essere ricordate separatamente se si vuole in qualche modo conciliarle. Nel momento invece in cui vengono contrapposte le persone che ne sono il simbolo - e in questo caso io, mio malgrado, per quella celeberrima mia foto da piccola con la valigia in mano in partenza da Pola - per una lotta politica, si genera confusione e si rischia di essere irrispettosi nei confronti degli stessi protagonisti».
Cosa dice ai giovani?
«È un dovere informare le nuove generazioni di quello che è il passato. Io ho portato diverse testimonianze nelle scuole, fino a pochi anni fa nessuno ne parlava. Una delle prime grandi iniziative è stata quella del direttore del Museo Storico della Guerra di Rovereto, che grazie alla sua sensibilità nel 1997 organizzò la mostra "Istria: i volti dell’esodo". Per la sua realizzazione, furono raccolti cimeli e foto di quelle tragiche giornate. E a simboleggiare l’evento quella foto di una bimba dai capelli a boccoli, l’Esule giuliana 30001 e che sono io».



Giornate della memoria per ricordare il male!
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