Questa è una commissione sinistra, con un programma nazi-demo-comunista orrendo, che viola i diritti umani civili e politici, dei cittadini italiani nativi e indigeni.LE RAGIONI PER CUI...Niram Ferretti
1 novembre 2019
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063Una commissione "contro l'odio". Ci sono tanti tipi di odio. C'è chi odia gli ebrei, c'è chi odia i cinesi, c'è chi odia le donne, c'è chi odia i ricchi, c'è chi odia gli omosessuali, c'è chi odia il vicino di casa, c'è chi odia le persone di colore, c'è chi odia i musulmani, c'è chi odia i leghisti, c'è chi odia i piddini, c'è chi odia i cattolici, c'è chi odia il presidente della Repubblica...quanti odi ci sono in circolazione, e quante sono le parole per manifestarli?
E' dunque necessaria, in Italia, paese dove certo si odia e si litiga, ma non meno che in altri, una commissione presieduta da un presunto gruppo di saggi che avrebbero il compito di indicare certi odi e non altri, come se non ci fossero già, in Italia, leggi che puniscono chi esercita la diffamazione, chi vilipende?
A che scopo istituirla proprio adesso?
Ebbene, c'è un passo del testo della mozione a cui la senatrice Liliana Segre ha prestato il proprio nome, che permette di rispondere chiaramente alla domanda.
"Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa definisce gli hate speech come le forme di espressioni che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o più in generale l’intolleranza, ma anche i nazionalismi e gli etnocentrismi".
E' nelle parole finali che si cela la risposta. "Nazionalismo" e "etnocentrismo", parole sataniche per la UE.
Dalla prima parola, caricata dai burocati europei di un significato eminentemente negativo, discenderebbero per li rami nefaste conseguenze per la convivenza civile e sociale, appunto il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo, ecc.
Oggi, il grande apparato mediatico progressista ha coniato un altro termine ancora più spregiativo di "nazionalista", lo conosciamo tutti, "sovranista".
Se sei "sovranista" sei razzista, sei xenofobo, sei antisemita.
Questa commissione, che il centrodestra non ha votato, dietro la pretesa di volere tutelare minoranze e specifiche soggettività (che, in uno Stato di diritto sono già tutelate dalla legge), ha una precisa e chiara finalità politica indirizzata contro determinate prerogative difese a destra: confini sicuri, immigrazione controllata, tutela di tradizioni culturali depositate nei secoli, rispetto per la propria identità nazionale.
L'ideologia che la informa viene da Bruxelles, di cui essa è la diretta emanazione.
La senatrice Segre, ormai trasformata in un feticcio, e a cui va tutto il mio rispetto per la sua vicenda umana, viene usata ed è usata come portabandiera da agitare per demonizzare chi si oppone alla commisione che prende il suo nome.
Una operazione scaltra, infima, di bassa cucina, addobbata con i panni nobili della lotta all'odio.
CommentiFrancesco Birardi
La Sinistra non ha altra "strategia" elettorale (se così vogliamo chiamarla) che la demonizzazione della Destra, che ormai ovunque in Europa viene regolarmente bollata come "estrema destra", con riferimenti al fascismo e al nazismo ripetuti fino alla nausea.... La tecnica è quella stessa in auge a suo tempo in Unione Sovietica e nella Cina di Mao... e con ciò stesso la Sinistra dimostra da dove proviene, e quanto in realtà sia "democratica". Dispiace vedere gli amici ebrei cadere come per riflesso pavloviano in questa trappola.
Vincenzo Mangione
Creare una Commissione Parlamentare straordinaria per il contrasto ai discorsi di incitamento all’odio, all’intolleranza, al razzismo, all’antisemitismo, alla violenza senza fissare però dei criteri che delimitino cosa si intenda per incitamento all’odio, all’intolleranza, al razzismo, all’antisemitismo, alla violenza calpestando comprimendo, condizionando e limitando palesemente il diritto (sancito costituzionalmente!) ad esprimere liberamente le proprie opinioni (purché non siano lesive dei diritti altrui) che rappresenta il fondamento stesso della democrazia liberale trasformandola in una democrazia illiberale, assolutista e totalitaria fondata sul primato dell’egemonia del “politicamente corretto” è pericolosissimo
E ve lo dico per esperienza personale perché mi sono visto bloccare l'account un paio di volte accampando la motivazione di «istigazione all'odio, all'intolleranza e la violenza» per aver scritto semplicemente qualcosa di …politicamente scorretto.
E finché si tratta di un blocco sui social …passi.
Con questa commissione (subdolamente definita antirazzista!) corriamo il rischio di essere denunciati da qualcuno a cui stiamo antipatici e che qualsivoglia cosa che diciamo pensano possa istigare all'odio.
Francesco Birardi Si va in realtà istituendo, probabilmente su istigazione della UE, il Reato di Opinione, destinato a censurare per legge la Destra c.d. “sovranista”, tappandole la bocca e bollando come xenofoba e razzista ogni sua iniziativa... Ecco un altro bel macigno sulla nostra libertà.
Francesco Birardi
È tutto fin troppo chiaro e scoperto. L'antisemitismo è solo una scusa per bollare come "hate speech" tutto ciò che non è in linea col pensiero unico politicamente corretto. Si può immaginare l'effetto di una simile legge sui programmi dei Partiti, sui giornali, sulla TV.... su chiunque si azzardi a far sentir una voce fuori dal coro..
Roberto Giovannini
Tra l'altro nel testo si parla anche di "antislamismo", definizione parecchio infelice visto che chiunque abbia sale in zucca è anti-islamista. Non so se sia derivato dal timore di sdoganare la fuffa islamofobia o perché i redattori non hanno nemmeno riletto sto testo, fatto è che quel termine è abbastanza indicativo del minestrone da cialtroni che ci hanno propinato.
Vietato criticare rom e islam ecco il Minculpop buonistaPaolo Bracalini - Ven, 01/11/2019
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... hhatnc6lPEDietro la nuova bicamerale l'obiettivo di controllare e censurare chi non si allinea al politicamente corretto
«Si scrive Segre ma si legge Boldrini» riassume Arturo Diaconale sull'Opinione e non si potrebbe sintetizzare meglio il senso dell'operazione che il Senato sta cercando di mascherare dietro il nome della senatrice a vita reduce da Auschwitz.
Un paravento per camuffare un sistema censorio che criminalizzi ogni opinione non allineata al boldrinicamente corretto e che fa il paio con la schedatura degli utenti di internet proposta dai pasdaran renziani per mettere in riga anche la Rete. L'obiettivo è catalogare dentro la sfuggente etichetta di hate speach (discorso d'odio) ogni pensiero non conforme alla dottrina ufficiale e quindi legittimare il controllo politico sulle parole e la rimozione forzosa di quelle sgradite. Conviene analizzare il testo della mozione per capire cosa hanno in mente i promotori della commissione parlamentare. «Non esiste ancora una definizione normativa di hate speech - premette la mozione tuttavia (...) il termine copre tutte le forme di incitamento o giustificazione dell'odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo». Quindi un commento critico sull'Islam, un modo di ragionare considerato nazionalistico in modo «aggressivo», un giudizio polemico verso i rom («antigitanesimo»), una qualsiasi affermazione catalogabile come una generica discriminazione di una generica «minoranza», sono tutti considerabili - a totale discrezione di chi osserva - come discorsi d'odio, quindi censurabili. Colui che diffonda pericolose idee discriminatorie «è incriminato a titolo di pericolo presunto», dice la mozione. La propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica religiosa è già punita dal nostro codice penale (articoli 604bis e ter). Ma la commissione vuole estendere il campo di applicazione del «razzismo», a tutte le manifestazioni che diffondono «più in generale l'intolleranza, ma anche i nazionalismi e gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, gli epiteti, i pregiudizi, gli stereotipi e le ingiurie che stigmatizzano e insultano». Insomma un raggio talmente ampio da poter includere tutto. Dire «prima gli italiani», è un discorso d'odio? Affermare che i clandestini spesso delinquono, è una odiosa discriminazione razziale? Magari anche religiosa, se si tratta di immigrati di fede musulmana? Sostenere che spesso i rom sono dediti a scippi e rapine, è un incitamento all'odio etnico? Azzardarsi a obiettare circa l'opportunità di un gay pride o di una sfilata transgender, sarebbe una chiara propaganda a favore della discriminazione sessuale? Parlare di «terroristi islamici» una forma di razzismo religioso?
La parola, in questi casi, spetterebbe appunto a questa «Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza», costituita da venticinque parlamentari scelti nei vari gruppi presenti al Senato e Camera. I quali, sempre secondo il progetto illustrato in Aula, avrebbero «compiti di osservazione, studio e iniziativa per l'indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio». E già pensare a una commissione politica con compiti di controllo su quel che viene detto mette i brividi. Ma non solo perché i commissari della buoncostume ideologica avrebbero anche il potere di «segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza e razzismo richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca». Quindi anche il potere di cancellare e far sparire da internet quel che ritengono razzista o sessista. Si legge Segre, si legge Boldrini.
Un ottimo intervento del Senatore Lucio Malan a proposito della mozione Segre.Ad esempio, vengono inclusi nell’incitamento all’odio “ ‘argomenti’ quali la superiorità della propria razza, etnia, nazione o gruppo: e uno pensa alla criminale ideologia nazista che prevede lo sterminio di chi è inferiore. Ma se io dico che le nazioni come l’Italia – o Israele – dove vigono lo stato di diritto, la libertà di espressione, l’eguaglianza fra uomo e donna e la libertà religiosa sono superiori a quelle dove una religione è imposta dallo Stato con la violenza, la conversione ad altra religione è punita con la morte, la libertà non c’è, le donne sono segregate, legalmente picchiate e lapidate e i gay precipitati dai palazzi, devo essere perseguito, ed equiparato a Hitler?
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063 Il centro sinistra non ha voluto l’unanimità sulla mozione Segre1 novembre 2019
Lucio Malan
http://www.italiaisraeletoday.it/il-cen ... 2Jenck5uKI Nessuno più di noi di Forza Italia, e per me è anche un fondamentale impegno personale, è stato costantemente e coerentemente contrario ad ogni forma di antisemitismo, razzismo e istigazione all’odio. Per questo in Senato abbiamo auspicato e ci siamo impegnati per l’approvazione unanime di una commissione per il contrasto di questi fenomeni. Purtroppo, questo non è avvenuto: la mozione a prima firma della senatrice Liliana Segre è stata approvata ma a maggioranza e con molte astensioni, tra cui la nostra, che spiegherò, mentre la mozione di Forza Italia, che avrebbe avuto il medesimo effetto ed era compatibile con essa è stata addirittura bocciata. Dunque, noi non abbiamo votato contro alcuna proposta per istituire la commissione, a differenza dello schieramento di centro sinistra.
Per ottenere l’auspicata unanimità la mozione, onorata dalla prima firma della senatrice Segre, avrebbe dovuto essere preparata coinvolgendo fin dall’inizio tutti i gruppi del Senato, invece è stata scritta e firmata nell’ambito dell’attuale maggioranza di governo, pur essendo stata depositata nel giugno scorso, e il testo ne risente ampiamente. In essa si parte dall’antisemitismo, ma poi si estende enormemente l’ambito dei fenomeni “da contrastare” con sanzioni penali o “sociali”.
Ad esempio, vengono inclusi nell’incitamento all’odio “ ‘argomenti’ quali la superiorità della propria razza, etnia, nazione o gruppo: e uno pensa alla criminale ideologia nazista che prevede lo sterminio di chi è inferiore. Ma se io dico che le nazioni come l’Italia – o Israele – dove vigono lo stato di diritto, la libertà di espressione, l’eguaglianza fra uomo e donna e la libertà religiosa sono superiori a quelle dove una religione è imposta dallo Stato con la violenza, la conversione ad altra religione è punita con la morte, la libertà non c’è, le donne sono segregate, legalmente picchiate e lapidate e i gay precipitati dai palazzi, devo essere perseguito, ed equiparato a Hitler?
Si cita anche l’incitamento “a commettere atti di discriminazione”: questa espressione include chi è contrario alle adozioni per le coppie omosessuali o all’imposizione delle teorie gender nelle scuole? Ancora, nella mozione si sostiene che “andrebbero perseguite penalmente espressioni dannose, offensive o sgradite”. Ma la legge deve essere oggettiva, non soggettiva.
Si apre così la strada a una limitazione arbitraria della libertà d’espressione! Abbiamo già sentito teorizzare che i simboli cristiani “offendono” i fedeli di talune altre religioni e dunque andrebbero nascosti. Noi non la pensiamo così! Qui, poi, si va oltre: anche se un tal gruppo – bontà sua – non si offende, basta che “non gradisca” un’espressione perché certe parole diventino reato! Che dire poi di chi afferma di ritenere la propria religione superiore alle altre? Bisogna obbligarlo a dire che le religioni sono tutte uguali, magari anche ai propri figli?
Del resto, un altro passaggio della mozione dice che è uno va “incriminato a titolo di pericolo presunto quando il pregiudizio razziale, etnico, nazionale o religioso si trasforma da pensiero intimo del singolo a pensiero da diffondere in qualunque modo”.
Si arriva, insomma, a specificare che il solo pensiero non va incriminato, ma la sua espressione sì! Non basta, si definisce lo hate speech, “un intenso ed estremo sentimento di avversione, rifiuto, ripugnanza, livore, astio e malanimo verso qualcuno”, che include “i nazionalismi e gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, gli epiteti, i pregiudizi, gli stereotipi”. Cose che vanno benissimo come definizione da dizionario, ma è tutt’altra cosa se delineano un reato. Definizioni troppo vaghe distruggono la certezza del diritto e danno luogo all’arbitrio.
Su queste scivolose basi, la mozione conclude dicendo che “la Commissione può segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca”.
Insomma, una Commissione politica, che fin dall’inizio ha una origine di parte, eccetto la firma della stimatissima senatrice Segre, avrebbe il potere di escludere dal più potente mezzo di comunicazione di oggi, il web, chiunque cadesse venisse fatto rientrare in queste definizioni vaghe e arbitrarie. Noi non vogliamo una cosa del genere, né per questa legislatura, in cui si è formata l’attuale maggioranza, né in un’altra, dove fossimo noi ad avere questo potere.
Insomma, in questa mozione, il contrasto all’antisemitismo è solo una piccola parte, usata per cercare di introdurre tutt’altro e noi non ci siamo stati. Su di essa, dopo che la nostra richiesta di un testo più essenziale e non divisivo è caduta nel nulla, ci siamo tuttavia rispettosamente astenuti, manifestando grande apprezzamento, stima e rispetto per la collega Liliana Segre.
La maggioranza invece ha bocciato la nostra mozione, e – attraverso il capogruppo di Italia Viva – ha avuto anche toni provocatori e accuse disoneste, arrivando a parlare di negazionismo a proposito di chi avrebbe osato non votare a favore.
Coloro che – nella maggioranza che comprende chi troppo a lungo ha tollerato le ingiurie all’eroica Brigata Ebraica il 25 aprile e chi pochi mesi fa prendeva per buoni i Protocolli dei Savi di Sion – tentano di far passare la nostra posizione come non sufficientemente severa sull’antisemitismo, mente spudoratamente. Li metteremo alla prova quando si tratterà di vedere le posizioni su Israele, bersaglio principale oggi dell’antisemitismo e rifugio per tanti ebrei che lasciano un’Europa sempre più ostile, sul boicottaggio dei suoi prodotti, sull’Iran che promette ogni settimana di distruggerlo, sulle votazioni alle Nazioni Unite. Solleciterò subito la risposta alla mia interrogazione del luglio scorso sui fondi della cooperazione internazionale che finiscono ad associazioni contigue al terrorismo palestinese o promuovono campagne di odio contro gli Ebrei in Israele.
Ultimo dettaglio: è falso che solo i senatori della maggioranza abbiano applaudito e si siano alzati in piedi. L’abbiamo fatto anche noi, quando tutti ci si è volti verso la collega Segre. Era normale che iniziasse chi aveva votato la mozione. Dovevamo forse applaudire la bocciatura della nostra mozione che chiedeva anch’essa la commissione?
Una Commissione liberticida, l'antisemitismo non c'entraRuben Razzante
2 novembre 2019
https://lanuovabq.it/it/una-commissione ... w.facebook Passa la "mozione Segre" per l'istituzione di una Commissione contro l'antisemitismo e l'odio. Perché il centrodestra si è astenuto? Perché la lotta all’antisemitismo appare lo specchietto per le allodole per allargare il novero dei punti di vista messi al bando e per censurare opinioni di vario tipo, tutte catalogate come "hate speech".
Divampano le polemiche sulla commissione Segre contro odio, razzismo e antisemitismo, nata due giorni fa al Senato con 151 voti a favore e 98 astensioni, quelle del centrodestra.
Nel testo che ha ottenuto il via libera dall’aula di Palazzo Madama si rintracciano contenuti potenzialmente lesivi della libertà d’espressione, laddove si amplia in modo generico la nozione di odio, includendovi molte manifestazioni del pensiero anche non lesive della dignità altrui ma semplicemente riconducibili nell’alveo del pluralismo delle idee. «Il Consiglio d’Europa –esordisce il documento - ha recentemente istituito la “No hate parliamentary alliance”, con lo scopo di prevenire e contrastare l’incitamento all’odio. Di questa rete fanno parte parlamentari di tutti i Paesi, che intendono impegnarsi a livello nazionale e internazionale contro l’odio in tutte le sue forme e in particolare contro lo hate speech; negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono la scena pubblica accompagnandosi sia con atti e manifestazioni di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia con una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web».
Già qui si opera una distinzione arbitraria di natura ideologica, accostando il neofascismo all’odio e all’intolleranza, ma senza fare alcun riferimento agli estremismi neocomunisti che pure richiamano alla memoria atrocità della storia come le foibe o gli orrori delle feroci dittature comuniste. Poi si argomenta in modo discutibile sul concetto di incitamento, «che – si legge - può comprendere vari tipi di condotte: quelle dirette a commettere atti di violenza, ma anche l’elogio di atti del passato come la “Shoah”; ma incitamento è anche sostenere azioni come l’espulsione di un determinato gruppo di persone dal Paese o la distribuzione di materiale offensivo contro determinati gruppi». Si tratta di un altro passaggio che di fatto comprime la libertà d’espressione perché affida a una commissione il compito di valutare l’offensività di determinate parole e quindi la delimitazione del concetto di hate speech, che finisce per assumere un’intonazione ideologica e di parte. Guai, infatti, consentire che la fissazione dei confini dell’odio risulti ispirata a criteri partigiani e faziosi, che contaminano l’idea stessa di neutralità e libertà d’informazione e il principio pluralista.
Si ammanta dunque di “salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone” quello che invece appare come un tentativo arbitrario di imbavagliamento di alcune opinioni ugualmente meritevoli di cittadinanza nei circuiti mediatici. La lotta all’antisemitismo appare lo specchietto per le allodole per allargare in modo spropositato il novero dei punti di vista messi al bando e per censurare di fatto una costellazione assai ampia di interpretazioni della storia che potranno facilmente essere catalogate come hate speech. Mettere sullo stesso piano antifascismo e anticomunismo potrebbe non essere più consentito. Difendere la famiglia naturale potrebbe essere etichettato come pregiudizio, stereotipo o, peggio, omofobia. Difendere i confini nazionali potrebbe configurare sempre e comunque una violazione dei diritti umani. E via dicendo.
Viene dunque istituita «una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, costituita da 25 componenti in ragione della consistenza dei gruppi stessi» e si precisa che essa «ha compiti di osservazione, studio e iniziativa per l’indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche».
Tra le funzioni della Commissione c’è inoltre quello di trasmettere «entro il 30 giugno di ogni anno, al Governo e alle Camere una relazione sull’attività svolta, recante in allegato i risultati delle indagini svolte, le conclusioni raggiunte e le proposte formulate». Tra i poteri del nuovo organismo c’è anche quello di «segnalare agli organi di stampa ed ai gestori dei siti internet casi di fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche, quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, richiedendo la rimozione dal web dei relativi contenuti ovvero la loro deindicizzazione dai motori di ricerca».
Il centrodestra ritiene che questa commissione voglia imbavagliare la libertà d’espressione e introdurre di fatto uno Stato di polizia. Esponenti di Fratelli d’Italia hanno addirittura accusato la maggioranza di voler mettere fuori legge il loro stesso partito. «Siamo contro razzismo, violenza, odio e antisemitismo senza se e senza ma», si è giustificato Salvini dopo la votazione. «Tuttavia non vorremmo che qualcuno a sinistra spacciasse per razzismo quello che per noi è convinzione e diritto ovvero il ‘prima gli italiani’».
In definitiva, si tratta di un testo discutibile, che istituisce una commissione della quale nessuno sentiva la necessità, visto che esistono già molteplici meccanismi giuridici e di autodisciplina (anche da parte delle piattaforme social) per combattere l’hate speech e tutelare i diritti delle persone, senza per questo criminalizzare le dichiarazioni e le opinioni sgradite a qualcuno. Affidare a un organismo politico, votato a maggioranza e quindi tendenzialmente di parte, la valutazione del linguaggio d’odio e l’individuazione dei casi di hate speech da punire è una vera minaccia per la libertà di parola nel nostro Paese.
Totem e randelloNiram Ferretti
2 novembre 2019
http://caratteriliberi.eu/2019/11/02/in ... rHFCH9FEnc Occorre un preambolo cautelativo quando si parla della senatrice Lilliana Segre, e non dovrebbe neanche essere necessario, ma i tempi sono quelli che sono, e dunque, per non essere accusati di essere seguaci di Codreanu, di Himmler o di Preziosi, va specificato il rispetto per la sua storia personale, per ciò che questa storia dolorosa rappresenta. Detto questo si deve però avere il diritto pieno di potere criticare alcune sue dichiarazioni e soprattutto si deve potere dire che la signora è stata trasformata dalla sinistra in un totem a cui si chiede di professare cieca devozione.
Abbiamo assistito a quanto è accaduto intorno alla Commissione contro l’odio che prende origine da una sua mozione. Al Senato, il centrodestra unito non l’ha votata, e per ottime ragioni, e subito si è scatenata la solita penosa accusa di complicità con odiatori, antisemiti e razzisti, quasi che questa inutile commissione possa costituire l’argine supremo nei confronti degli odi sparsi in rete e altrove.
In realtà essa è solo uno strumento da usare contro il centrodestra e in modo specifico contro due partiti, Lega e Fratelli di Italia, considerati a priori impresentabili. Tra i votanti di Salvini e della Meloni ci sarebbero infatti, e solamente lì, quei deplorables che Hillary Clinton indicava con sussiego come il bacino di elettori principali di Donald Trump.
Fascisti, razzisti, xenofobi, omofobi.
Starebbero sola a destra i peccati più tremendi, così ce la racconta una sinistra che non si perita mai di condannare Israele tutte le volte che si difende dall’estremismo islamico, o che si genuflette ossequiosa davanti all’Iran o porge omaggi a Jeremy Corbyn che ha trasformato il partito laburista, quello sì, in un covo di antisemiti e antisionisti.
Dunque si apparecchia una commissione a nome della Segre, e prima di questa commissione si fa uscire su i giornali, Repubblica in testa, un rapporto del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) dal quale risulta che la senatrice Segre viene regolarmente ricoperta di insulti antisemiti in rete. Certo, gli insulti sono veri, ma servono anche alla bisogna, a produrre soprattutto un sillogismo truffaldino che potrebbe così suonare, “Se si è solidali con la senatrice Segre per gli insulti che subisce, si sarà necessariamente solidali con la commissione parlamentare che nasce da una sua mozione“.
In realtà tra le due cose c’è una distanza enorme, come quella, ancora più vistosa tra i migranti morti in mare e gli ebrei uccisi durante la Shoah, accostamento ormai sdoganato a sinistra, soprattutto da quella pro-immigrazionista.
Gli insulti antisemiti nei confronti della senatrice Segre sono riprovevoli, come sarebbero riprovevoli anche quelli nei confronti di Gad Lerner, il quale non si perita mai di ingiuriare con l’epiteto di “razzista” e di “fascista” chi non ritiene come lui che i migranti sono da considerarsi alla stregua degli ebrei che fuggivano la persecuzione nazifascista. Ma la Commissione contro l’odio contiene troppi tipi di odio e troppo selettivi per non essere scambiata per ciò che è; un comitato ideologico che recepisce il dettato della UE, secondo il quale è nel nazionalismo che si anniderebbe ogni male.
La senatrice Segre si presta a tutto ciò con candida solerzia. Ha dichiarato chiaramente di non intendersi di politica, la sua è una battaglia morale. Beata ingenuità. Fare delle battaglie morali quando si è accuditi con amorevole e interessata cura da una ben precisa parte politica, snatura vistosamente la purezza e la lodevolezza dell’intento. Di questo, la senatrice, probabilmente non si è accorta.
Va aggiunta un’altra cosa. Diventando senatrice, certo non per sua scelta, ogni sua dichiarazione è impossibile sottrarla alla politica e, inevitabilmente, alla sua strumentalizzazione. Per questo, a Liliana Segre, va ricordato con garbo che la sua battaglia morale è stata, purtroppo, sequestrata da chi la usa per colpire l’avversario. Sicuramente, la signora, non aveva alcuna intenzione di diventare un totem che alla bisogna viene convertito in un randello.
Si discute di antisemitismo e commissioni al Parlamento italiano, su cui io sono contrario per come è stata impostata. Pubblico qui i punti salienti di una relazione sul tema che ho tenuto domenica di fronte alla benemerita Federazione dei diritti umani. Questo - e non la faziosità politica e ideologica - dovrebbe essere lo spirito su cui costruire una vera commissione del Parlamento italiano sull'antisemitismo.Giulio Meotti
2 novembre 2019
https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 8744079005Perché dovrebbe interessarci questa storia? Prima di tutto perché, come ha detto Giovanni Paolo II, gli ebrei sono i nostri “fratelli maggiori”, i padri della nostra identità religiosa. Poi sono i padri della cultura europea laica. Inoltre, perché in quanto europei siamo stati testimoni e artefici della più immane tragedia nella storia del popolo ebraico, la Shoah. Infine, perché l'antisemitismo è il segno di una malattia profonda che corre in una società.
Oggi siamo qui a parlare di ebrei uccisi in Francia, di “zone proibite” agli ebrei in Germania, di simboli ebraici che scompaiono in Olanda, di bombe contro i siti ebraici in Svezia ...
Oggi in Europa l'antisemitismo ha 3 matrici: islamica e maggioritaria; di estrema sinistra, rappresentata da Corbyn, e nazionalistica, come quella del killer di Halle, in Germania, dove ha gridato “gli ebrei sono l'origine di tutti i problemi”.
E quando parliamo di ebraismo in Europa, identifichiamo essenzialmente 3 paesi: Francia, Germania e Inghilterra, dove vive il 90 per cento di tutti gli ebrei europei. Gli altri paesi esprimono piccole realtà, antichissime come l'Italia, ma numericamente esigue. Quindi dobbiamo osservare quello che accade in quei 3 paesi.
Dal 2006 a oggi, una dozzina di cittadini francesi di religione ebraica sono stati uccisi. Un decimo di tutti gli ebrei francesi ha già lasciato la Francia negli ultimi dieci anni. E un numero simile ha lasciato le proprie case dentro alla Repubblica francese a causa dell'antisemitismo, cercando casa altrove. I simboli ebraici stanno scomparendo. Se crolla l'ebraismo francese, come sta accadendo, possiamo dire che la matrice ebraica in Europa sarà perduta.
In Germania oggi si tollera che rabbino siano colpiti per strada al grido di “Jude!”, che bandiere israeliane siano bruciate sotto la porta di Brandeburgo, che si scandiscano slogan come “Hamas Hamas ebrei al gas”. La Germania è un gigante economico e un nano morale.
La situazione non è meno drammatica altrove. Vaste zone dell'Europa – da Bruxelles a Malmo – sono oggi de facto pericolose per gli ebrei, come il Cairo, Baghdad e Damasco, da cui gli ebrei sono fuggiti dopo il 1948.
Ricordiamo che in Europa il terrorismo ha per primi colpito gli ebrei. Qui, in Italia. Era il 9 ottobre 1982, quando un commando palestinese assaltò il tempio maggiore a Roma, uccidendo un bambino, Stefano Hay Taché. Avremmo dovuto aspettare vent'anni prima che in Europa si rifacesse vivo il terrorismo internazionale, che colpisse noi, noi che avevamo pensato che si sarebbero limitati ad attaccare gli ebrei. Ci sbagliavamo.
E stiamo commettendo nuovamente lo stesso errore.