A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:41 pm

Il primo ministro ceco: “Decidiamo noi chi viene nel nostro paese”
25 Settembre 2019

https://www.islamnograzie.com/il-primo- ... AI859c5_KE

Il Primo Ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis, ha criticato le politiche che promuovono la migrazione di massa e la sostituzione della popolazione entrambi propagate dai governi globalisti in Europa occidentale.

Mentre parla della ‘Migrazione sostitutiva ‘ nel corso di un’intervista con Die Welt , Babis ha detto: ‘Noi non vediamo la migrazione come un mezzo per contrastare la riduzione della popolazione, come considerato dai paesi dell’ Europa occidentale.’

Riprendendo il suo partner Visegrád Viktor Orbán, Babis ha parlato anche di come egli vorrebbe aumentare le bassa natalità del suo paese dove le donne, in media, hanno solo 1,7 figli.

“Vogliamo far si che i cechi abbiano più figli”, ha detto Babis.

Dopo che il giornalista tedesco ha affermato che è “non è molto amico del clima” visto che vorrebbe instituire incentivi statali per incentivare le persone ad avere più figli, Babis ha risposto, “Io ho quattro figli. Probabilmente sono dannose per il clima “.

“In Germania, un paese in cui una gran parte della popolazione sembra aver perso contatto con la realtà, ci sono alcuni attivisti del clima che misurano tutto in termini di anidride carbonica e quindi, preferiscono limitare la fertilità.”

Babis ha continuato a dire che le uniche persone che possono migrare nella Repubblica Ceca devono essere invitate dal governo.

“Accogliamo con favore gli stranieri, oltre il cinque per cento della nostra popolazione è nato all’estero, ma siamo noi che decidiamo chi viene qui e chi no”.

Durante la sua permanenza in carica come leader del piccolo paese dell’Europa centrale, Babis non ha esitato nella sua opposizione alla migrazione di massa dal terzo mondo – qualcosa di cui i tecnocrati dell’UE non sono certamente soddisfatti.

In passato, Babis ha suggerito che l’UE dovrebbe modellare la propria politica in materia di asilo, prendendp come esempio il modello australiano, che elabora le richieste di migrazione quando i richiedenti sono ancora al di fuori del paese.


"Qui negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, esiste una crescente industria di attivisti radicali e ong che promuove il traffico umano. Questi gruppi incoraggiano l’immigrazione clandestina e chiedono la soppressione dei confini nazionali. Oggi ho un messaggio per questi attivisti dei confini aperti che si ammantano di retorica di giustizia sociale. Le vostre politiche non sono giuste, sono crudeli e dannose. Promuovete organizzazioni criminali che si approfittano di donne, uomini e bambini innocenti. Mettete il vostro falso senso di virtù prima della vita e del benessere di queste persone. Quando minate la sicurezza dei confini nazionali, minate i diritti e la dignità umana." Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, intervenendo alla 74. Assemblea Generale dell’Onu a New York.




Migranti: Ungheria, la nostra posizione è quella di Salvini
25 settembre 2019

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubri ... e4k0sUmSkM

BRUXELLES - "La posizione dell'Ungheria resta invariata, simile a quella dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha usato un linguaggio franco su Twitter rispetto agli ultimi sviluppi" avvenuti a Malta. "'L'assistenza a quei pochi che fuggono dalla guerra è un dovere, ma aprire i porti dell'Italia al mondo intero è folle'. Su questa strada, l'Ue finanzierà ong pro-immigrazione e, sebbene senza volerlo, metterà denaro nelle tasche dei trafficanti". Così un portavoce del governo di Budapest, Zoltan Kovacs, su Twitter.

Con le "quote dei migranti è quasi come se fossimo tornati al punto di partenza", afferma Kovacs, che mette in guardia rispetto a "problemi di sicurezza", e a "un fattore di attrazione" che potrebbe "incoraggiare milioni di persone a partire per l'Europa". "Il regime di ricollocamenti delineato lunedì promuove l'idea di una quota obbligatoria, distribuendo i clandestini prima ancora che arrivino nei porti europei", afferma il portavoce, evidenziando: "Con gli ultimi eventi sono riusciti a riaccendere il dibattito e faranno un nuovo tentativo per imporre l'agenda a favore dell'immigrazione. Ma non ci arrenderemo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:42 pm

I demenziali accordi di Malta


Migranti, quel regalo alle Ong nell'accordo firmato a Malta
Mauro Indelicato - Lun, 23/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ver ... IrwfxmBhf4

Ecco la sopresa che arriva da Malta per l'Italia: nel documento redatto oggi a margine del summit, una postilla sancisce che il meccanismo della redistribuzione vale solo per i migranti salvati dalle navi delle Ong o dalle navi militari

Il bluff in terra maltese è servito. Già più volte, alla vigilia del vertice tenuto oggi a La Valletta, si sottolinea il rischio palese per l’Italia di tornare a mani vuote.

Un rischio divenuto concreto e reale dopo la pubblicazione dei cinque punti chiave discussi tra i ministri dell’interno di Malta, Italia, Germania, Francia e Finlandia (con Helsinki presente in qualità di presidente di turno dell’Ue). E questo nonostante l’ottimismo ostentato da parte del nostro titolare dell’interno, ossia Luciana Lamorgese, nonché dello stesso premier Giuseppe Conte che segue l’evolversi del summit da New York mentre partecipa all’assemblea Onu.

In primo luogo, per l’Italia la sconfitta di natura politica la si nota al terzo dei cinque punti che compongono il documento finale del vertice maltese, ossia quello che riguarda il meccanismo della rotazione dei porti di sbarco. Roma nei giorni scorsi insiste per una rotazione obbligatoria, invece l’accordo prevede una modalità valevole solo su base volontaria. Si tratta di un dettaglio destinato a non far cambiare l’attuale status quo.

Ma è soprattutto la postilla finale a questo accordo che suona di beffa per il nostro paese. Infatti, come si legge sul Corriere della Sera, i ministri dell’interno presenti al summit concordano per l’applicazione del principio di distribuzione “solo i migranti salvati da navi ong o militari”.

Considerando che in Italia, solo nel 2019, solo una piccola parte arriva tramite i mezzi delle Ong o a seguito del soccorso delle navi militari, il summit maltese rischia (come prevedibile) di non attuare alcun cambiamento alla situazione attuale.

Come descritto nei giorni scorsi ad esempio, in questo mese di settembre l’impennata degli sbarchi in territorio italiano si deve soprattutto agli approdi autonomi registrati a Lampedusa od in altre parti del sud Italia, a partire dalle coste crotonesi. Almeno l’80% dei nuovi arrivi si verifica grazie al fenomeno degli sbarchi fantasma. Su questi migranti non si andrebbero ad applicare i principi, già peraltro blandi, previsti dall’accordo stipulato nelle scorse ore a Malta.

La redistribuzione, in termini numerici, si applicherebbe soltanto a qualche gruppo arrivato tramite le navi delle Ong. Nel caso specifico di questo mese di settembre, i paesi Ue si farebbero carico solo delle persone a bordo della Ocean Viking o di altri piccoli gruppi messi in salvo dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza.

La famosa promessa francese e tedesca di prendersi carico di almeno il 25% dei migranti che arrivano in Italia, andrebbe ad essere applicata a quella minima percentuale di migranti che non approda in modo autonomo nel nostro paese.

Ma non solo: il principio secondo cui la redistribuzione varrebbe solo per chi viene salvato dalle navi Ong o dalle navi militari, sembra un enorme favore proprio alle organizzazioni non governative.

Iministri riuniti oggi a La Valletta, sembrano in questa maniera dare carta bianca alle varie Ong. Anche in questo caso, la promessa dei giorni precedenti non è affatto applicata o applicabile. Appena venerdì il ministro dell’interno tedesco ammonisce che “non è possibile trasformare le navi Ong in un servizio di pendolari tra Africa ed Italia”. La postilla a margine dell’accordo sottoscritto oggi, per il quale si esulta in Italia ed in Europa, va nella direzione esattamente opposta: le Ong avranno maggior interesse nel recuperare migranti a largo della Libia e non solo.

In attesa del vertice dei ministri dell’Ue dell’8 ottobre prossimo, fissato in Lussemburgo, l’eurobidone di cui parla nei giorni scorsi Fausto Biloslavo sembra pronto per essere lanciato in faccia all’Italia. O, per meglio dire, agli italiani. Perché il governo Conte II, che ha tutto l’interesse a mostrare un’Europa collaborativa, sa già alla vigilia che il vertice di Malta è solo mero specchietto per le allodole.



"Le Ong rispettino le leggi". Ma Conte apre tutti i porti
Andrea Indini - Mar, 24/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... olXF0-nTp0

Il premier esulta per l'accordo di Malta: "Provocare era inutile". Ma il patto con l'Europa farà sbarcare tutti i migranti in Italia

Da New York, dove i big del mondo si sono riuniti all'Onu per parlare del clima, il premier Giuseppe Conte cerca di spacciare l'eurobidone rifilato ieri all'Italia come un successo senza precedenti.

Si fionda a occupare la gran parte dei giornali (dal Corriere della Sera a Repubblica, passando pure per il Fatto Quotidiano) per rileggere la realtà sul patto tra "responsabili" per far fronte all'emergenza immigrazione. "Provocare e basta era inutile", dice tuonando contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini senza, però, nominarlo. E intima alle Ong di rispettare le leggi italiane. Peccato che l'accordo raggiunto ieri a Malta non solo riapre tutti i porti del nostro Paese a clandestini, organizzazioni non governative e scafisti, ma di fatto assolve tutti gli altri Paesi europei dal farsi carico del peso degli sbarchi.

Un eurobidone, appunto. Il solito pacco rifilato dall'Unione europea al governo italiano di turno che non è capace di far sentire le proprie ragioni ai tavoli in cui si tratta. A sentir parlare Conte, invece, quello raggiunto dal neo ministro dell'Interno Luciana Lamorgese a Malta è "una svolta storica". "Una svolta significativa ma non definitiva", puntualizza Conte rivendicando di aver ottenuto dalla Germania, dalla Francia e da altri Stati europei "aperture che in passato erano impensabili". Tra queste, sottolinea, la "disponibilità" sui porti alternativi che "non saranno necessariamente i più vicini". Un'apertura, niente più. Perché i porti italiani restano il primo approdo per scafisti e Ong che, dopo i quattordici mesi di stop imposti da Salvini, riprenderanno a far rotta verso il Belpase per scricare i clandestini sulle nostre coste. La prospettiva che possano essere individuati porti alternativi sarà, infatti, "sempre su base volontaria". Niente più. Non solo. Il meccanismo, che i ministri dell'Interno degli Stati membri stanno cercando di avviare, inquadra tutti i migranti come richiedenti asilo, senza distinzione in base ai Paesi di provenienza. Il che, di fatto, garantisce a tutti quanti il diritto di lasciare le coste del Nord Africa e tentare la fortuna nel Vecchio Continente. Verrebbe, infatti, a sgretolarsi la differenza tra i (pochissimi) profughi, che hanno effettivamente il diritto d'asilo, e i migranti economici che, ad oggi, rappresentano l'86% di quelli che sbarcano nei nostri porti.

A detta di Conte la difesa dei confini territoriali, così come era stata concepita dalla porecedente maggioranza di governo, resta "una priorità" del nuovo esecutivo. "Non dobbiamo rinunciare al diritto di regolare gli ingressi nel nostro Paese e a combattere l'immigrazione clandestina", promette assicurando che i decreti Sicurezza resteranno in vigore. Certo, per sua stessa ammissione, verranno presto rimaneggiati (e depotenziati) in parlamento per "recepire i rilievi del presidente della Repubblica", ma "le navi che effettuano operazioni di search and rescue" continueranno a essere monitorate. "Non saranno tollerati comportamenti anomali - dice - come quello di spegnere il transponder per oscurare la loro posizione nelle acque internazionali. Dobbiamo pretendere da loro comportamenti trasparenti e massimamente corretti". Ma comportamenti corretti, le Ong non ne hanno mai tenuti. E le linee del nuovo patto ricordano, purtroppo, la fallimentare operazione "Mare Nostrum". Allora il 91% dei clandestini trasbordati nei nostri porti arrivarono tranquillamente a bordo di una imbarcazione messa in mare da una delle tante organizzazioni non governative che tifano immigrazione a tutto spiano.

L'accordo raggiunto a Malta - checché ne dica Conte - non è solo un bidone: è colpo durissimo alla sicurezza del nostro Paese. "Tante parole ma fatti zero, come in passato" per dirla con le parole di Salvini che, letto il profluvio di interviste rilasciate ieri dal premier, ha invitato Conte a ricordare i risultati raggiunti quando c'era lui al Viminale e a "mostrare rispetto per chi ha governato con lui per quattordici mesi, contribuendo a strapparlo dall'anonimato". Dalla sua il leader del Carroccio ha numeri schiaccianti. In un anno al ministero dell'Interno ha ridotto gli sbarchi del 75% mentre in meno di un mese di esecutivo giallorosso sono arrivati quasi 1.500 clandestini. Un via vai del genere non si vedeva da almeno quattordici mesi. Ma dovremo abituarci di nuovo. Perché, una volta siglato l'accordo di Malta, gli arrivi saranno all'ordine del giorno. E non a colpi di dieci o quindici come con le navi "fantasma", ma a ondate di svariate decine di disperati. Proprio come quando governava il Pd.



Sbarcheranno tutti
Alessandro Sallusti - Mar, 24/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... ylBpiipdHk

Patto Italia-Europa per riaprire i porti: tornano in mare clandestini, Ong e scafisti. E riparte l'immigrazione selvaggia

E la montagna Europa partorì il topolino, un topolino particolarmente insidioso in grado di riaprire il grande business dell' immigrazione clandestina.

Succede che ieri a Malta i ministri dei Paesi Ue hanno trovato un accordo che prevede, su base volontaria, la suddivisione degli immigrati che sbarcano nei porti italiani. Ma e qui si infila il topolino - solo di quelli salvati in mezzo al mare dalle Ong o da navi militari, non dei disperati che arrivano fino alle nostre coste con mezzi propri (i famosi «barchini») che oggi rappresentano il 90 per cento degli sbarchi. Facile prevedere che da adesso in avanti i «fai da te» aiutati dagli scafisti non faranno che aspettare i soccorsi al largo della Libia e poi, una volta trasbordati, si troveranno automaticamente al sicuro, sia fisicamente che legalmente, indipendentemente dal fatto che essi siano profughi politici o economici.

Pensavamo che l' Europa, respinto l' assalto sovranista, trovasse soluzioni capaci di sminare il problema non dico definitivamente (cosa oggettivamente impossibile), ma almeno in buona parte. A prima vista è invece successo l' inverso, sia pure con un contentino al nuovo governo italiano che potrà sbandierare di avere finalmente ottenuto una «redistribuzione» degli arrivi secondo quote certe con altri Paesi «volonterosi», in primis Francia e Germania, rompendo così l' odioso isolamento in cui si era cacciata.

Più «ripartizioni» ma, in prospettiva, molti più arrivi, il che si presume porterà a un saldo di fatto invariato o addirittura peggiorativo in termini di accoglienza. Ma, al di là della matematica, a preoccupare è il segnale che l' Europa dà a chi ci guarda speranzoso dalle coste nordafricane: chi parte ed è in difficoltà sarà aiutato e diventerà di fatto cittadino europeo. I trafficanti per un verso e le Ong per un altro si apprestano a festeggiare: torna il lavoro a tempo pieno senza più vincoli o limiti, tornano gli affari. Un tuffo indietro di anni che azzera la linea del rigore intrapresa in Italia prima da Minniti e poi da Salvini, ma anche da Francia, Spagna e Germania.

Dal «dissuadere» con ogni mezzo al «rassicurare» chi intende sbarcare in Italia e in Europa il passo è stato breve, brusco e non privo di rischi.

Più che un piano politico mi sembra una scommessa da giocatori d' azzardo.


"Invasione, adesso festa". Sallusti e quel "messaggio nascosto" ai migranti: tragica verità su Ong e scafisti
24 Settembre 2019

https://www.liberoquotidiano.it/news/pe ... 8.facebook

"Un topolino particolarmente insidioso in grado di riaprire il grande business dell'immigrazione clandestina". Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti non ha dubbi: il patto di Malta sbandierato dal premier Giuseppe Conte come una grande vittoria (suddivisione degli immigrati che sbarcano nei porti italiani su base volontaria) lascia fuori "il 90% degli sbarchi", quelli "fai da te" aiutati dagli scafisti.

"Non faranno che aspettare i soccorsi al largo della Libia e poi, una volta trasbordati, si troveranno automaticamente al sicuro, sia fisicamente che legalmente, indipendentemente dal fatto che essi siano profughi politici o economici", spiega Sallusti. Risultato: "Più ripartizioni ma, in prospettiva, molti più arrivi, il che si presume porterà a un saldo di fatto invariato o addirittura peggiorativo in termini di accoglienza". A preoccupare il direttore è però soprattutto il "segnale" mandato ai disperati: "Chi parte ed è in difficoltà sarà aiutato e diventerà di fatto cittadino europeo. I trafficanti per un verso e le Ong per un altro si apprestano a festeggiare: torna il lavoro a tempo pieno senza più vincoli o limiti, tornano gli affari".


Migranti, Varsavia avverte l'Ue: "Niente redistribuzione in Polonia"
Pina Francone - Gio, 26/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/mig ... mB5ahedUNc

L'ambasciatrice polacca a Roma boccia in toto il Patto di Malta: "Noi accogliamo chi ha la nostra cultura"

La Polonia si chiama fuori dalla redistribuzione dei migranti che vorrebbe l'Europa.

Perché il governo di Varsavia accoglie solo chi condivide, con i polacchi, lingua, tradizioni e cultura. A dirlo, mandando un chiaro messaggio agli alti papaveri dell'Ue, è Anna Maria Anders, la nuova ambasciatrice polacca a Roma.

Intervistata da La Stampa, la diplomatica spiega: "L'Ue vuole la redistribuzione, ma noi non cambiamo il nostro punto di vista. Varsavia fa già tantissimo. In Polonia ci sono due milioni di ucraini di cui tanti fuggiti da zone di guerra. E si integrano bene, condividono in parte la lingua, le tradizioni, la cultura".

Insomma, il messaggio è chiaro: Patto di Malta e politica delle quote? No grazie. L'anders tiene il punto e motiva la linea del suo Paese: "Il ruolo del cristianesimo è un collante della nazione polacca. E questo deve essere rispettato. Per quasi mezzo secolo non abbiamo avuto la possibilità di mostrare le nostre bandiere, di manifestare liberamente, di cantare i nostri slogan e l'inno. Ora abbiamo la libertà di farlo e non è possibile essere liquidati come nazionalisti solo perché sveliamo con orgoglio la nostra identità".

Dunque, l'ambasciatrice ha parlato anche dei rapporti con Roma: "L'Italia è il nostro terzo partner economico in Europa, ci sono mille industrie che investono in Polonia". E sull’esecutivo giallorosso l'Anders rimane cauta, per non dire cautissima: "Il nuovo governo italiano resta un punto interrogativo, vedremo fra sei mesi e valuteremo…".
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:44 pm

Le demenzialità irresponsabili e criminali degli accoglienti, a partire da Bergoglio, dai suoi vescovi, ai sinistri che favoriscono l'invasione, violano i nostri diritti e demonizzano coloro che difendono il loro paese e i loro diritti umani, civili e politici.


"No a chiusure, creano egoismi". E Salvini replica alla Cei: "Follia"
Lavinia Greci - Lun, 23/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... I0Kqxu31eQ

Il vescovo di Fiesole: "Bisogna costruire del Mediterraneo una diversa narrazione". Ma Salvini attacca: "Con milioni di italiani (e tanti immigrati regolari e perbene) senza casa, senza lavoro e senza speranza, è dovere di un buon politico italiano occuparsi prima di queste sorelle e fratelli in difficoltà"

Il messaggio è chiaro: mai arrendersi alla cultura del "prima noi e poi gli altri".

E arriva direttamente dal vice presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Mario Meini, nella sua introduzione ai lavori del Consiglio episcopale permanente, per il quale "la dignità che rende intangibile ogni vita umana" ha anche questo significato. E ha aggiunto: "Quando l'altro è persona bisognosa, prima di ogni opportunità, le nostre chiusure consolidano ingiustizie ed egoismi".

Secondo quanto riportato da Huffington Post, il vescovo di Fiesole (Firenze), in riferimento alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, celebrata dalla Chiesa domenica prossima, ha voluto puntualizzare: "Questa giornata costituisce un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza umana e, più in generale, dell'umanità di tutti (dal Messaggio del Papa); pertanto, ci mette in guardia dalla scorciatoria ce vorrebbe ricondurre al fenomeno migratorio le paure e le insicurezze di un malessere civile che, in realtà, muove da cause ben più profonde". E ha aggiunto: "Lo stesso evento che abbiamo promosso a Bari per il prossimo febbraio, punta a costruire del Mediterraneo una diversa narrazione; lo faremo a partire dalla disponibilità a metterci in ascolto delle diverse esperienze, sensibilità e prospettive che animano le Chiese, che si affacciano sul bacino del Mare Nostrum".

Non si è fatta attendere la replica dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che in risposta a Meini e, più in generale alla Cei, ha detto: "Con tutto il dovuto rispetto per la Cei, con milioni di italiani (e tanti immigrati regolari e perbene) senza casa, senza lavoro e senza speranza, è dovere di un buon politico italiano occuparsi prima di queste sorelle e fratelli in difficoltà, poi anche del resto del mondo". Il segretario della Lega ha poi concluso: "Aiutare i pochi che scappano davvero dalla guerra è un dovere, aprire i porti italiani a tutto il mondo è una follia".


Il vescovo Lorefice a Lampedusa: "Non alzate muri. Sono i prediletti di Dio"
Vincenzo Ganci - Mar, 24/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/palermo/v ... PjXr1FDVL8

Monsignor Lorefice ieri a Lampedusa per la concelebrazione eucaristica per i festeggiamenti in onore della patrona dell’isola delle Pelagie

"Il Figlio di Maria e di Giuseppe, la prima famiglia di profughi dell'era cristiana, dice oggi alla comunità civile e cristiana di Lampedusa: "Sii porto di approdo; sii porto salvo".

"Perché attorno a Maria, con questo titolo, Porto Salvo, ti sei da sempre ritrovata e continui a ritrovarti". Sono le parole dell'Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel corso dell'omelia pronunciata a Lampedusa, durante la concelebrazione Eucaristica, presieduta nella Parrocchia di San Gerlando per i festeggiamenti in onore della patrona dell'isola delle Pelagie. Monsignor Lorefice, per l'occasione, ha utilizzato il pastorale realizzato con il legno dei barconi, che ha usato Papa Francesco, nel suo primo viaggio l'8 luglio 2013. A sovrastare l'abside della chiesa parrocchiale, la Croce "Milagro" donata all'isola dallo stesso Pontefice, realizzata con i remi dei barconi dei migranti.

Nella sua riflessione l'Arcivescovo ha poi aggiunto: "Il Figlio di Dio che oggi dice a questa nostra santa assemblea, a questa nostra comunità cristiana che porta il nome di Gesù, Cristo: "Alzati. Rivestiti di luce" (Is 60,1). La luce di Cristo dilata il tuo cuore. Il nostro cuore. La luce di Dio, accolta, dilata il cuore. "L'abbondanza del mare si riversa su di te" (Is 60, 5), come ha annunziato il profeta Isaia. Il Figlio di Maria che dice a questa nostra umanità: "Non fuggire. Non chiuderti. Non voltare le spalle. Non alzare i muri. Chi viene dal mare è "la ricchezza delle genti" (Is 60, 5). È ricchezza perché - ha continuato - arrivano figli d'uomo e dunque figli di Dio. Figli amati da Dio. Destinati alla luce e alla vita da Dio. Le genti che arrivano dal mare sono portatori di ricchezza. Sul loro volto è la ricchezza del volto di persona, sono corpi umani, storie, sentimenti, portano attese, hanno sentimenti, desideri, ricercano felicità, libertà, pienezza di vita".

Il vescovo Lorefice si è recato anche presso il cimitero, accompagnato dai parroci don Carmelo La Magra e don Fabio Maiorana insieme a Paola La Rosa del Forum Lampedusa Solidale, dove si è fermato "in religioso silenzio davanti alle tombe delle persone morte nel Canale di Sicilia durante le traversate per sfuggire alle guerre, alla fame e alle torture subite nei centri di detenzione libici". "La visita a Lampedusa, da parte del nostro Arcivescovo, ci fa fare memoria dell'indimenticabile gesto profetico compiuto da Papa Francesco recatosi sull'Isola da pellegrino all'inizio del Suo ministero petrino", spiega la curia.

Intanto questa mattina è arrivata al porto di Messina la nave Ocean Viking con 182 migranti a bordo, tra cui donne e bambini. Il più piccolo ha meno di due settimane. L'imabrcazione di Sos Mediterranè e Medici senza frontiere attraccherà tra poco sulla banchina del Molo Norimberga. Ad attendere la nave la macchina dell'accoglienza coordinata dalla Prefettura.


Alberto Pento
Questo vescovo demenziale è un bugiardo bestemmiatore, Dio non ha predilizioni per chichessia e lascia agli uomini piena libertà e responsabilità.
Questi preti ci fanno del male, ci derubano di beni e diritti fondamentali, del territorio e del futuro, e ci portano la morte in casa, sono il peggio del peggio.




Che imbecille questo Bergoglio, ignorante e presuntuoso.

Bergoglio contro i sovranisti “Vogliono bloccare il meticciato” - Imola Oggi
mercoledì, 25, settembre, 2019

https://www.imolaoggi.it/2019/09/25/ber ... meticciato

“Si vuole bloccare quel processo così importante che dà vita ai popoli e che è il meticciato. Mescolare ti fa crescere, ti dà nuova vita. Sviluppa incroci, mutazioni e conferisce originalità“. Papa Francesco, in una intervista a La Repubblica, insiste sull’importanza dell’immigrazione che porta al meticciato appunto: “Il meticciato è quello che abbiamo sperimentato, ad esempio, in America Latina. Da noi c’è tutto: lo spagnolo e l’indio, il missionario e il conquistatore, la stirpe spagnola e il meticciato”. Invece, continua il Pontefice, “costruire muri significa condannarsi a morte. Non possiamo vivere asfissiati da una cultura da sala operatoria, asettica e non microbica“.
Poi l’attacco al sovranismo: “La xenofobia e l’aporofobia (la paura per la povertà, ndr) oggi sono parte di una mentalità populista che non lascia sovranità ai popoli. La xenofobia distrugge l’unità di un popolo, anche quella del popolo di Dio. E il popolo siamo tutti noi: quelli che sono nati in un medesimo Paese, non importa che abbiano radici in un altro luogo o siano di etnie differenti”.
Oggi, sottolinea Bergoglio, “siamo tentati da una forma di sociologia sterilizzata. Sembra che si consideri un Paese come se fosse una sala operatoria, dove tutto è sterilizzato: la mia razza, la mia famiglia, la mia cultura, come se ci fosse la paura di sporcarla, macchiarla, infettarla”. liberoquotidiano.it


Alberto Pento
Questa casta presuntuosa e idolatra di eunuchi parassiti tra cui molti pedofili non ha nulla da insegnare.


Migranti, Bassetti invita alla solidarietà: "No a ingiustizie ed empietà"
Giorgia Baroncini - Dom, 29/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... sJwBU62N7Y

Il presidente della Cei al termine della messa per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato: "La Chiesa che è in Italia si sente interpellata dal mondo delle migrazioni"

"Con il cuore ricolmo di gioia, la ringraziamo per questa celebrazione che ha unito intorno all'altare uomini e donne di ogni luogo e di ogni razza.

Questa piazza vivace e colorata ha raccolto gente di ogni dove, unita nello spirito di lode al Signore, padre di tutta l'umanità. La Chiesa che è in Italia si sente interpellata dal mondo delle migrazioni". Sono le parole del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, al termine della messa per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, presieduta da Papa Francesco in Piazza San Pietro.

"Milioni di uomini e donne, bambini, giovani e anziani ogni anno lasciano la propria terra in cerca di una vita migliore, di un luogo di pace o di progresso dove poter trovare rifugio e dignità - ha continuato il cardinale che spesso, negli ultimi mesi, si è scontrato con l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini sul tema dell'accoglienza -. Si tratta di un vasto movimento di popoli tormentati dalla violenza, dalla fame, dalla disperazione, dalla guerra che cerca aiuto presso i paesi più ricchi e capaci".

"Il Signore, con la sua Parola e il suo esempio di amore, ci invita ad essere solidali, a non assecondare le ingiustizie e l'empietà - ha concluso Bassetti che pochi giorni fa si era detto soddisfatto di come il governo sta affrontando la nuova ondata migratoria -. I poveri che bussano alla nostra porta, i migranti che cercano una vita migliore sono il nostro prossimo nel bisogno".



Papa Francesco inaugura statua per i migranti in San Pietro
Sergio Rame - Dom, 29/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... b-5OGGGPK4

Il monumento sarà collocato in Vaticano: raffigura una zattera in bronzo e argilla. Il Papa: "Nessuno venga escluso"

La "preoccupazione amorosa" verso i "meno privilegiati" è "richiesta" al popolo di Dio e non bisogna "escludere nessuno" né "lasciare fuori nessuno". In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest'anno è giunta alla 105esima edizione, papa Francesco è tornato a ricordare alle potenze occidentali che l'accoglienza degli immigrati è stata scritta nella Bibbia.

"Non possiamo rimanere insensibili, con il cuore anestetizzato, di fronte alla miseria di tanti innocenti" - ha tuonato il Santo Padre - non possiamo non piangere".

"La preoccupazione amorosa verso i meno privilegiati è presentata come un tratto distintivo del Dio di Israele, ed è anche richiesta, come un dovere morale, a tutti coloro che vogliono appartenere al suo popolo", ha sottolineato papa Francesco spiegando, durante l'omelia della Santa Messa celebrata in piazza San Pietro (guarda il video), per quale motivo sia importante "avere un'attenzione particolare verso i forestieri, come pure per le vedove, gli orfani e tutti gli scartati dei nostri giorni". Tuttavia, riprendendo proprio il messaggio della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, Bergoglio ha sottolineato che "non si tratta solo" degli stranieri, ma di "tutti gli abitanti delle periferie esistenziali che, assieme ai migranti e ai rifugiati, sono vittime della cultura dello scarto". Quindi, ha ricordato che Dio chiede ai propri fedeli di "mettere in pratica la carità nei loro confronti" e di "restaurare la loro umanità, assieme alla nostra, senza escludere nessuno" e "senza lasciare fuori nessuno".

Durante l'omelia della Santa Messa, Bergoglio ha ricordato come, nel libro dell'Esodo, Dio inviti il proprio popolo a "non maltrattare in alcun modo le vedove e gli orfani, perché Egli ascolta il loro grido". Lo stesso avvertimento viene ripreso due volte nel Deuteronomio, con l'aggiunta degli stranieri tra le categorie protette. "La ragione di tale monito - ha, quindi, spiegato il Pontefice - è spiegata chiaramente nello stesso libro: il Dio di Israele è Colui 'che fa giustizia all'orfano e alla vedova, che ama lo straniero e gli dà pane e vestito'". Per questo ha detto ai presenti in piazza San Pietro che non si può non reagire "di fronte alla miseria di tanti innocenti" e, pertanto, ha chiesto al Signore "la grazia di piangere, il pianto che converte il cuore davanti a questi peccati". Per sottolineare questo impegno, papa Francesco ha inaugurato una scultura in bronzo e argilla dell'artista canadese Timothy Schmalz che raffigura un barcone di migranti e, ripetendo le parole della Lettera agli Ebrei, ha scandito: "Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli".

La scultura di Shamalz, che rimarrà collocata in Vaticano, raffigura una zattera con a bordo 140 migranti di varie epoche e luoghi, dagli indigeni sudamericani agli ebrei perseguitati dal nazismo fino agli africani che fuggono la fame. "È un gruppo di migranti di varie culture e diversi periodi storici", ha spiegato papa Francesco durante l'Angelus ha voluto quest'opera artistica in Piazza San Pietro per ricordare "a tutti la sfida evangelica dell'accoglienza".



Migranti, il padre del piccolo Alan contro chi vota Salvini: "Vergognatevi"
Gabriele Laganà - Dom, 29/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... TK_u_Mbe9o


Abdullah Kurdi attacca chi vota Salvini, elogia Carola Rackete che considera “una eroina” e smentisce di essere stato lo scafista del viaggio in cui morì il piccolo Alan

Contro Salvini e in sostegno delle politiche dei porti aperti, almeno in Italia, questa volta scende in campo anche Abdullah Kurdi.

L’uomo è il padre di Alan, il bimbo di due anni con la maglietta rossa morto nel 2015 sulle spiagge di Bodrum durante un naufragio.

In una intervista rilasciata a Repubblica, Abdullah non solo attacca il leader della Lega per aver messo una stretta sull’immigrazione clandestina ma sputa veleno anche sugli italiani che lo sostengono.

"Ho letto cosa ha fatto il vostro politico, Matteo Salvini, e resto stupito che un Paese accogliente come l'Italia gli dia i voti. Che vergogna".

L’uomo sostiene che la foto di suo figlio senza vita fece il giro del mondo e fece aprire i cuori delle persone "nei primi due mesi" ma subito dopo “tutto è tornato come prima. In Europa si sono alzati muri e non si permette alle navi coi migranti di attraccare. Chi scappa dalle guerre è ancora abbandonato al proprio destino".

Per questo, constatata la situazione, a chi tenta di entrare via mare in Europa Abdullah dice di non farlo. “Però nessuno mi ascolta, neanche mia sorella: tre giorni dopo il naufragio del 2 settembre 2015, è salita su un gommone per fare lo stesso tragitto dove erano appena morti i suoi nipoti. Ora è in Germania".

Parole di elogio il signor Kurdi le spende per Carola Rackete che considera “una donna forte, un'eroina”. Una sorta di esempio da seguire. “So che è stata anche messa in prigione. Beh, se dovesse servire, sono pronto a farmi arrestare anch'io". Abdullah si definisce "contento" che la nave della ong tedesca Sea-Eye si chiama Alan Kurdi come il suo bambino. Poi, però, annuncia che è pronto a tutto pur di aiutare chi tenta di raggiungere illegalmente l’Europa: "Mi imbarcherò sulla nave per salvare i migranti. Voglio tendere loro la mano che a me non fu tesa".

Abdullah ritorna sul suo drammatico viaggio, smentendo che sia stato lui a guidare il gommone d'accordo con gli scafisti. "Mi sono messo al timone solo dopo che il turco si è buttato, per tentare di tornare a terra".

Ricorda che a far capovolgere l’imbarcazione fu un’onda. “Mia moglie Rehanna non sapeva nuotare, stringeva le mani di Alan e Ghalib, non li mollava neanche mentre affondava. Le ho gridato di lasciare i bambini a me, ma non l'ha fatto”.

L’uomo afferma di aver fatto il possibile pur di salvare la vita ai suoi familiari. Abdullah ha provato con tutte le forze a tenerli a galla ma “ero esausto, non respiravo, Rehanna era pesante e rigida come una statua di pietra. Mi sono scivolati dalle mani uno dopo l'altro”.

Il dolore per la tragedia appena vissuta lo avrebbe spinto a desiderare la morte. “Per quattro ore sono rimasto in acqua, nel buio, sperando di affogare anch'io". Il destino con lui è stato più benevolo. Il dramma, però, lo ha segnato nel profondo. E così oggi, Abdullah aferma di avere solo uno scopo nella sua vita: proteggere i bambini. “Ovunque, anche in strada. Quando li vedo sporgersi dai finestrini delle auto, vado a rimproverare i genitori".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:45 pm

"Noi ragazze non possiamo più essere spensierate nel nostro paese"
21 agosto 2019

https://www.islamnograzie.com/noi-ragaz ... 6HY3DHmjno


Marla ha quasi 15 anni. Frequenta una scuola privata a Cottbus. Coraggiosa come un’Amazzone, racconta le sue esperienze vissute in una piccola città.

Racconta come è stata molestata sessualmente numerose volte e come lei e la sue amiche non osano più andare in centro. Il motivo, secondo Marla: “I cosiddetti rifugiati“. Marla ha parlato il 21 agosto 2019 a Luckau di Brandeburgo.

Trascrizione video:

0:08 Ciao.
0:15 Sono Marla e ho quasi 15 anni.
0:19 Frequento una scuola privata a Cottbus.
0:23 Oggi sto qui volontariamente, e
0:27 Voglio esprimere apertamente le mie opinioni oggi.
0:38 I miei amici hanno paura di andare in città,
0:42 a causa dei cosiddetti “incidenti isolati”.
0:45 Non ci sentiamo più al sicuro in città,
0:48 né al centro commerciale, né a scuola.
0:52 Ci sono più poliziotti in giro per la città,
0:55 ma non cambierebbe niente anche se non ci fossero
0:58 gli “incidenti” sono continui in città.
1:02 Le ragazze sono molto attente a non vestirsi in modo troppo provocatorio,
1:06 e di non essere notate, di parlare o peggio.
1:11 Indipendentemente da ciò che meritiamo, non siamo più in grado di vivere spensierati
1:15 e sempre peggio nel nostro paese da troppo tempo.
1:29 Trovo terribile che ragazze e donne siano molestate sessualmente
1:34 dai cosiddetti “richiedenti asilo”, e nulla viene fatto per combatterlo.
1:39 Io stessa l’ho sperimentato.
1:43 Odio l’argomentazione di altri
1:47 che dicono “ma anche i tedeschi potrebbero farlo”,
1:50 o, “non stiamo meglio.”
1:53 Non si tratta di chi potrebbe farlo, ma di chi lo sta facendo,
1:57 e le statistiche non sono ambigue
2:00 quando riguarda la delinquenza dei rifugiati.
2:12 Molti adulti affermano che noi giovani dovremmo essere in grado
2:16 di avere le nostre opinioni, ma poi quando lo facciamo
2:19 e abbiamo un’opinione, quasi nessuno ci ascolta
2:22 se non è l’opinione giusta. Se le nostre opinioni non sono conformi
2:26 con le opinioni della sinistra, e se non sono conformi al “venerdì per il futuro”.
2:36 Voglio che i più giovani si alzino finalmente
2:40 e si impegnino per il benessere del loro paese d’origine.
2:50 Uno non deve odiare gli stranieri, solo perché difendono ciò che è loro.
2:54 Amo il mio paese e voglio viverci in sicurezza.
2:59 Grazie mille.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:45 pm

NEMO PROPHETA IN PATRIA
Intervista a Giovanni Sartori da Il Giornale, 17/01/2016

Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063


Quando diede questa intervista, nel 2016, Giovanni Sartori aveva quasi 92 anni e la sua lucidità era ancora abbacinante. Sarebbe morto un anno dopo. Le sue parole sono di una attualità estrema.

«Non mi importa nulla di destra e sinistra, a me importa il buonsenso. Io parlo per esperienza delle cose, perché studio questi argomenti da tanti anni, perché provo a capire i meccanismi politici, etici e economici che regolano i rapporti tra Islam e Europa, per proporre soluzioni al disastro in cui ci siamo cacciati».

Quale disastro?

«Illudersi che si possa integrare pacificamente un'ampia comunità musulmana, fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di distinguere il potere politico da quello religioso, con la società occidentale democratica. Su questo equivoco si è scatenata la guerra in cui siamo».

Perché?

«Perché l'Islam che negli ultimi venti-trent'anni si è risvegliato in forma acuta - infiammato, pronto a farsi esplodere e assistito da nuove tecnologie sempre più pericolose - è un Islam incapace di evolversi. È un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo. Ed è un Islam incompatibile con il monoteismo occidentale. Per molto tempo, dalla battaglia di Vienna in poi, queste due realtà si sono ignorate. Ora si scontrano di nuovo».

Perché non possono convivere?

«Perché le società libere, come l'Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L'Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile».

Sta dicendo che l'integrazione per l'islamico è impossibile?

«Sto dicendo che dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l'integrazione di islamici all'interno di società non-islamiche sia riuscita.Pensi all'India o all'Indonesia».

Quindi se nei loro Paesi i musulmani vivono sotto la sovranità di Allah va tutto bene, se invece...

«...se invece l'immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che mai».

Ma il multiculturalismo...

«Cos'è il multiculturalismo? Cosa significa? Il multiculturalismo non esiste. La sinistra che brandisce la parola multiculturalismo non sa cosa sia l'Islam, fa discorsi da ignoranti. Ci pensi. I cinesi continuano a essere cinesi anche dopo duemila anni, e convivono tranquillamente con le loro tradizioni e usanze nelle nostre città. Così gli ebrei. Ma i musulmani no. Nel privato possono e devono continuare a professare la propria religione, ma politicamente devono accettare la nostra regola della sovranità popolare, altrimenti devono andarsene».

Se la sente un benpensante di sinistra le dà dello xenofobo.

«La sinistra è vergognosa. Non ha il coraggio di affrontare il problema. Ha perso la sua ideologia e per fare la sua bella figura progressista si aggrappa alla causa deleteria delle porte aperte a tutti. La solidarietà va bene. Ma non basta».

Cosa serve?

«Regole. L'immigrazione verso l'Europa ha numeri insostenibili. Chi entra, chiunque sia, deve avere un visto, documenti regolari, un'identità certa. I clandestini, come persone che vivono in un Paese illegalmente, devono essere espulsi. E chi rimane non può avere diritto di voto, altrimenti i musulmani fondano un partito politico e con i loro tassi di natalità micidiali fra 30 anni hanno la maggioranza assoluta. E noi ci troviamo a vivere sotto la legge di Allah. Ho vissuto trent'anni negli Usa. Avevo tutti i diritti, non quello di voto. E stavo benissimo».

E gli sbarchi massicci di immigrati sulle nostre coste?

«Ogni emergenza ha diversi stadi di crisi. Ora siamo all'ultimo, lo stadio della guerra - noi siamo gli aggrediti, sia chiaro - e in guerra ci si difende con tutte le armi a disposizione, dai droni ai siluramenti».

Cosa sta dicendo?

«Sto dicendo che nello stadio di guerra non si rispettano le acque territoriali. Si mandano gli aerei verso le coste libiche e si affondano i barconi prima che partano. Ovviamente senza la gente sopra. È l'unico deterrente all'assalto all'Europa. Due-tre affondamenti e rinunceranno. Così se vogliono entrare in Europa saranno costretti a cercare altre vie ordinarie, più controllabili».

Se la sente uno di quegli intellettuali per i quali la colpa è sempre dell'Occidente...

«Intellettuali stupidi e autolesionisti. Lo so anch'io che l'Inquisizione è stata un orrore. Ma quella fase di fanatismo l'Occidente l'ha superata da secoli. L'Islam no. L'Islam non ha capacità di evoluzione. È, e sarà sempre, ciò che era dieci secoli fa. È un mondo immobile, che non è mai entrato nella società industriale. Neppure i Paesi più ricchi, come l'Arabia Saudita. Hanno il petrolio e tantissimi soldi, ma non fabbricano nulla, acquistano da fuori qualsiasi prodotto finito. Il simbolo della loro civiltà, infatti, non è l'industria, ma il mercato, il suq».

Si dice che il contatto tra civiltà diverse sia un arricchimento per entrambe.

«Se c'è rispetto reciproco e la volontà di convivere sì. Altrimenti non è un arricchimento, è una guerra. Guerra dove l'arma più potente è quella demografica, tutta a loro favore».

E l'Europa cosa fa?

«L'Europa non esiste. Non si è mai visto un edificio politico più stupido di questa Europa. È un mostro. Non è neppure in grado di fermare l'immigrazione di persone che lavorano al 10 per cento del costo della manodopera europea, devastando l'economia continentale. Non è questa la mia Europa».

Qual è la sua Europa?

«Un'Europa confederale, composta solo dai primi sei/sette stati membri, il cui presidente dev'essere anche capo della Banca europea così da avere sia il potere politico sia quello economico-finanziario, e una sola Suprema corte come negli Usa. L'Europa di Bruxelles con 28 Paesi e 28 lingue diverse è un'entità morta. Un'Europa che vuole estendersi fino all'Ucraina... Ridicolo. Non sa neanche difenderci dal fanatismo islamico».

Come finirà con l'Islam?

«Quando si arriva all'uomo-bomba, al martire per la fede che si fa esplodere in mezzo ai civili, significa che lo scontro è arrivato all'entità massima».
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:45 pm

Barricate dei sindaci della Lega: non prenderanno altri profughi
Andrea Indini - Dom, 29/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... WNYFk_-7GU


Il buonismo dei giallorossi fa riprendere gli sbarchi: +110% in poche settimane. La Lega pronta alle barricate: "Non li prendiamo nelle nostre città"

Dal quartier generale del Carroccio è partita la direttiva di arginare il più possibile la svolta buonista dei giallorossi. "Noi faremo opposizione nei palazzi e useremo i nostri amministratori", ha annunciato ieri sera Matteo Salvini dal palco della festa della Lega di Viadana, in provincia di Mantova.

La strategia è semplice. Ed era già stata adottata quando al governo c'erano i vari Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni e di immigrati ne arrivavano a botte di 200mila all'anno. "Se chiameranno un nostro sindaco per prendere profughi - ha continuato l'ex ministro dell'Interno - la risposta dei nostri sarà 'zero'". Riparte così il muro contro muro: da una parte la sinistra, che riapre i porti e riapre i rubinetti del business dell'accoglienza, dall'altra il Capitano e i suoi uomini, che proveranno il tutto per tutto per evitare una nuova invasione.

I numeri sono impietosi. A settembre si sono registrati oltre mille sbarchi in più rispetto all'anno scorso. Un aumento del 110% in meno di un mese la dice lunga sulla piega che ha preso il nuovo governo guidato dal premier Giuseppe Conte. L'aver spianato la strada alle organizzazioni non governative riaprendo i porti e di fatto mettendo in cantina i decreti Sicurezza fatti approvare da Salvini ha fatto riprendere, a pieno ritmo, le partenze dalle coste libiche. "A qualcuno nel governo conviene che proseguano gli sbarchi", ha detto ieri l'ex ministro dell'Interno spiegando, senza troppi giri di parole, che "l'immigrazione conviene a chi guadagna sulla pelle di questi poveretti" e accusando direttamente il presidente del Consiglio di aver "promesso" alla cancelliera Angela Merkel di "trasformare l'Italia in un immenso campo profughi". L'intesa sottoscritta a Malta dalla neo numero uno del Viminale, Luciana Lamorgese, porta proprio in questa direzione: non solo perché, in cambio di un'imprecisata ripartizione su base volontaria, sono stati concessi i porti italiani come primo approdo, ma anche perché, non appena i flussi torneranno a farsi massicci, i firmatari potranno chiamarsi fuori dall'accordo e lasciare l'Italia con il cerino in mano.

In Sicilia gli hotspot hanno ripreso a lavorare a pieno ritmo. Nei giorni scorsi il centro di accoglienza di Lampedusa ha registrato un aumento vertiginoso delle presenze obbligando il sindaco Totò Martello a chiedere aiuto al ministero dell'Interno. Tra ieri e oggi sono sbarcati altri 180 clandestini circa. Gli arrivi, favoriti dalle condizioni di mare calmo degli ultimi giorni, avvengono sempre più spesso a bordo di una imbarcazione più grande o di un peschereccio che, dopo aver fatto avvicinare i clandestini alla costa, li fa proseguire su piccole barche che non sarebbero adatte alla traversata dalla Libia. In casa Lega il timore di una nuova invasione, dopo quattordici mesi di stretta salviniana, è fortissimo. Per far sentire la propria voce il partito scenderà in piazza a Roma il prossimo 19 ottobre. Una manifestazione contro un "governo abusivo", come lo chiama Salvini, per dire "no" a nuove tasse, alle politiche dell'accoglienza e allo ius culturae.

Giovedì prossimo riprenderà in commissione Affari costituzionali alla Camera la discussione sulle proposte di legge in materia di cittadinanza. Non si chiamerà più ius soli, ma la sostanza non cambia: i figli di immigrati potranno acquire facilmente la cittadinanza italiana a patto che abbiano frequentato le scuole o abbiano compiuto percorsi formativi equivalenti per un determinato numero di anni. È l'ennesimo "regalo" dei giallorossi agli stranieri che vivono in Italia. "L'integrazione è un percorso, la cittadinanza non è un biglietto al luna park", ha scandito ieri Salvini al suo arrivo a un evento della Settimana del sordo, in piazza Duomo a Milano. "La cittadinanza facile non ci piace comunque la chiamino".
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:46 pm

“Tutti i nostri problemi aggravati dall’immigrazione sono a loro volta aggravati dall’Islam”


Zemmour : "Les jeunes Français vont-ils accepter de vivre en minorité sur la terre de leurs ancêtres  ?" (MàJ) - Fdesouche
Par Robin le 28/09/2019

http://www.fdesouche.com/1268655-conven ... C3011zP5u0

« Tous nos problèmes aggravés par l’immigration sont aggravés par l’islam », a estimé samedi le polémiste Eric Zemmour dans un discours très violent contre les immigrés « colonisateurs » et « l’islamisation de la rue », épousant la thèse complotiste et controversée du « grand remplacement » des populations.

« En France, comme dans toute l’Europe, tous nos problèmes sont aggravés par l’immigration, école, logement, chômage, déficits sociaux, ordre public, prisons […] et tous nos problèmes aggravés par l’immigration sont aggravés par l’islam. C’est la double peine », a soutenu l’essayiste, qui introduisait une réunion organisée à Paris par les proches de l’ancienne députée Marion Maréchal.

L’État français est devenu selon Eric Zemmour « l’arme de destruction de la nation et de l’asservissement de son peuple, du remplacement de son peuple par un autre peuple, une autre civilisation ».

« Entre vivre (et vivre) ensemble, il faut choisir », a-t-il affirmé, citant l’écrivain Renaud Camus, théoricien du « grand remplacement » de la population blanche et chrétienne par une population immigrée musulmane. « La question qui se pose à nous est la suivante : les jeunes Français vont-ils accepter de vivre en minorité sur la terre de leurs ancêtres ? », a-t-il affirmé.

Le polémiste a fustigé l’« idéologie diversitaire » et la « guerre d’extermination » de « l’homme blanc hétérosexuel », ironisant au passage sur les tenues de la porte-parole du gouvernement : « Comment ne pas être ébloui par les tenues de notre ministre préférée, Sibeth Ndiaye, sommet de la distinction française ».



“Tutti i nostri problemi aggravati dall’immigrazione sono a loro volta aggravati dall’Islam”, ha detto sabato l’intellettuale francese Eric Zemmour in un discorso molto forte contro i “colonizzatori” e “l’islamizzazione” degli immigrati , sposando la tesi, per altro evidente, della “grande sostituzione” delle popolazioni bianche.
“In Francia, come in tutta Europa, tutti i nostri problemi sono aggravati dall’immigrazione, a cominciare da scuola, alloggio, disoccupazione, deficit sociali, ordine pubblico, carceri … e tutti i nostri problemi aggravati dall’immigrazione sono a loro volta aggravati dall’Islam. “Questa è la doppia pena”, ha sostenuto il saggista, che ha introdotto un incontro organizzato a Parigi Marion Le Pen, la nipote.
Secondo Eric Zemmour, lo Stato francese è diventato “l’arma di distruzione della nazione e lavora per l’asservimento del suo popolo, la sostituzione del suo popolo con un altro popolo, un’altra civiltà” .
“Tra vivere (e sopravvivere) insieme, dobbiamo scegliere”, ha detto, citando lo scrittore Renaud Camus, teorico della “grande sostituzione” della popolazione bianca e cristiana da parte di una popolazione immigrata afroislamica. “La domanda che ci viene posta è questa: i giovani francesi accetteranno di vivere in minoranza sulla terra dei loro antenati? “, ha detto.
E voi, giovani italiani, siete pronti ad accettare di essere schiavi in casa vostra di popolazioni ostili?
Ogni parola può essere applicata anche all’Italia. A cominciare dallo Stato che è diventata l’arma di distruzione della nazione italiana. Che lavora per la sua sostituzione con popolazioni afroislamiche.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:47 pm

Omofobia e immigrati: il cortocircuito della sinistra
Roberto Vivaldelli - Dom, 29/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/omo ... ksNEHDPR_A


In un nuovo saggio intitolato Occidente Infedele edito da Leg Edizioni, il giornalista francese Jean Birnbaum spiega le contraddizioni della sinistra su omofobia e islam

Sulla tema dell'omofobia o del rispetto verso le donne e dei diritti umani in generale, la sinistra va in costante cortocircuito ideologico. Soprattutto se a dimostrare intolleranza verso gli omosessuali o altri atteggiamenti sono gruppi di immigrati, magari di fede islamica.

Come spiega sull'autorevole Foreign Affairs Rafaela Dancygier, professoressa presso la Princeton University, il problema centrale per la sinistra europea è questo: i gruppi di elettori immigrati più grandi e in rapida crescita provengono da paesi a maggioranza musulmana e spesso portano con sé le tradizioni socialmente conservatrici delle loro terre d'origine. Questo avviene, spiega Dancygier, "proprio quando i partiti di sinistra si sono proclamati campioni di laicismo, cosmopolitismo e femminismo appellandosi alla loro base della classe media sempre più liberal. Il risultato è uno scontro di valori, che si svolge più spesso nelle città, dove le comunità musulmane hanno replicato i legami del villaggio, le strutture patriarcali e le pratiche religiose dei loro paesi d'origine accanto a enclave laiche e progressiste della classe media". Basti pensare che a Bruxelles, per fare solo un esempio, oltre l'80% dei musulmani pensa che le donne dovrebbero lavorare meno "per il bene della propria famiglia", mentre solo il 37% dei non musulmani è d'accordo.

La sinistra dunque è finita in una trappola ideologica: vuole i voti delle minoranze e degli immigrati per sopravvivere, ma questi ultimi sono tendenzialmente conservatori - spesso in senso islamico - o comunque portano in Europa le tradizioni dei loro Paesi di origini che non hanno nulla a che fare con l'ideologica liberal, pro-Lgbt e cosmopolita della sinistra progressista moderna. In un nuovo saggio intitolato Occidente Infedele edito da Leg Edizioni, il giornalista francese Jean Birnbaum - già autore di Musulmani di tutto il mondo, unitevi! La sinistra di fronte all'islam - ha raccontato in maniera efficace tutte le ipocrisie della sinistra liberal su questo tema. Gli uomini che attaccano l'Occidente per distruggerne l'imperialismo opprimente, si legge nella scheda del libro, le democrazie ipocrite, i costumi decadenti, se la prendono con istituzioni e valori che anche noi abbiamo spesso criticato, a volte duramente. Ma colpiscono anche, adesso è chiaro, qualcosa a cui teniamo, un insieme di libertà, costumi e gesti inventati nel corso dei secoli.

Come spiega lo stesso Birnbaum su La Verità, secondo l'intellighénzia di sinistra, le campagne Lgbt causerebbero le esasperazione dei giovani immigrati che finora avrebbero ignorato l'omofobia, mentre l' attivismo delle femministe provoca la loro radicalizzazione machista, opinione condivisa anche da Houria Bouteldja in una nota riassuntiva: "Le società del Sud rispondono all'internazionale gay scatenando un odio contro gli omosessuali che prima non esisteva o facendo riemergere una preesistente omofobia, al femminismo imperialista rispondono con un inasprimento del patriarcato e una recrudescenza delle violenze contro le donne, all'umanesimo bianco e alle lobbies dei diritti umani con un rifiuto dell'universalismo bianco alle forme d' ingerenza da parte dell'Occidente, così numerose che sarebbe noioso elencarle tutte, rispondono con una crescente ostilità. Ecco perché nei quartieri popolari si reagisce all' omorazzialismo con un machismo identitario e un' omofobia crescente. Per quanto brutte siano le reazioni, hanno un motivo comune: una feroce resistenza all'imperialismo occidentale e bianco..".

Insomma, la musica è sempre la stessa: per la sinistra se esiste l'intolleranza verso gli omosessuali, è solo colpa dell'Occidente bianco. Se le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini, è colpa del colonialismo. Addirittura, come spiega Birnbaum, secondo Joseph Massad, professore alla Columbia, è stato l' Occidente a inventare l' opposizione binaria tra sessualità "normali" e sessualità "devianti", tra "eterosessualità" e "omosessualità"; queste categorie, secondo il professore, non significavano nulla nel mondo arabo e musulmano tradizionale, dove gli abbracci tra uomini e le esperienze omoerotiche erano comuni, senza che fosse necessario etichettarle. In buona sostanza, se in Oriente esiste l'omofobia, è perché l'Occidente l'ha creata.

Come nota Federico Rampini nel suo La notte della sinistra (Mondadori), c'è un vizio che perseguita noi occidentali: quello di credere che siamo l'ombelico del mondo. "Ovverosia, nella versiona politically correct, dal dogma per cui ogni sofferenza dell'umanità contemporanea si deve ricondurre alle colpe dell'Occidente, dell'uomo bianco. Basta scavare bene, seguire le piste giuste, rispolverare le dietrologie adeguate, e alla fine spuntiamo sempre noi, il nostro colonialismo, il nostro imperialismo, il nostro capitalismo. Solo espiare le nostre colpe può appagare una sinistra che non apre mai i libri di storia"..

Questo spiega l'ipocrisia della sinistra politicamente corretta su questi temi: estremamente tollerante e accondiscendente nei confronti dei migranti o del mondo islamico - ignorando i pericoli dell'islamismo radicale - inflessibile verso l'uomo bianco occidentale. I campioni di cosmopolitismo e diritti umani cambiano atteggiamento a seconda di chi si ritrovano davanti.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:47 pm

Ecco perché Washington vuole il muro col Messico
Lorenza Formicola - Dom, 06/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/ecco-perc ... UfZDcXAUAc

I terroristi islamici collusi con i narcos cercano di passare negli Usa. Gli arresti e le confessioni

Un ex combattente Isis ha confessato lo scorso maggio il piano di un attentato terroristico che avrebbe sfruttato la vulnerabilità del confine degli Stati Uniti con il Messico.

Abu Henricki, assieme ad altri, doveva essere la pedina dell'Emni - l'apparato di spie dello Stato islamico - ma qualcosa deve aver fatto saltare i piani. Intervistato insieme a oltre 160 disertori e rimpatriati del Califfato dal gruppo di ricerca dell'International Center for the Study of Violent Extremism, adesso è affare dei servizi d'intelligence. Nella video intervista ha raccontato come il gruppo terroristico islamico è impegnato a sfruttare il confine che gli americani chiamano «meridionale». «Stavo per prendere la barca da Porto Rico in Messico. Lui (residente nel New Jersey) mi avrebbe fatto entrare di nascosto... Loro volevano usare queste persone (simpatizzanti che vivono negli Stati Uniti)», racconta in maniera disinvolta.

L'idea che gruppi terroristici islamici stiano operando in Messico e stiano osservando e sfruttando il confine poroso con gli Stati Uniti non è più un'ipotesi. A giugno un altro caso ha tenuto le autorità messicane in allerta per quattro terroristi legati sempre all'Isis. Gli uomini - due egiziani e due iracheni - sono stati arrestati qualche giorno più tardi in Nicaragua, nel tentativo di dirigersi dall'America centrale fino al confine con gli Stati Uniti. Le autorità erano state però avvisate del fatto che i sospetti avrebbero tentato di superare il confine con il Messico camuffandosi in un gruppo di immigrati.

Sono l'ennesima dimostrazione di come il terrorismo islamico sappia infiltrarsi attraverso il confine che separa Stati Uniti e Messico. Gli attacchi dell'11 settembre hanno fatto sì che si catalizzasse l'attenzione sul confine, troppi i rischi per la sicurezza nazionale che da là potevano nascere, ma la storia inizia molto tempo addietro. E sia l'amministrazione Bush sia quella di Obama hanno provato a intraprendere diverse azioni esecutive in materia di immigrazione. Trump ha voluto solo forzare la mano rispetto all'inefficacia di certe misure del passato.

Il confine tra Stati Uniti e Messico è così allettante che molto prima che l'Isis entrasse in scena, altri gruppi terroristi islamici se ne sono serviti. Nel 2011, i funzionari federali hanno annunciato che agenti della Fbi e della Dea hanno saputo bloccare «un attentato terroristico negli Usa» legato all'Iran e con base in Messico. Mesi prima, una cellula jihadista in Messico era stata trovata in possesso di un arsenale con 100 fucili d'assalto M-16 e 100 AR-15, 2.500 bombe a mano, esplosivo C4 e munizioni anticarro. Le armi, si è scoperto poi, erano state introdotte clandestinamente dall'Irak. Un rapporto dell'intelligence spiegava che erano «emerse evidenti preoccupazioni riguardo alla presenza di Hezbollah in Messico e ai possibili legami con le organizzazioni messicane del traffico di droga che operano lungo il confine tra Stati Uniti e Messico».

Nel maggio 2001, l'ex consigliere di sicurezza nazionale messicano e ambasciatore presso le Nazioni Unite, Adolfo Aguilar Zinser, aveva detto che «i gruppi terroristici islamici stanno usando il Messico come rifugio». I messicani che cercano di entrare negli Stati Uniti illegalmente sono spesso semplicemente processati al confine e rispediti. Il servizio di immigrazione non dispone di letti per trattenerli, quindi la stragrande maggioranza degli Otm - Others Than Mexican - viene rilasciata dalla custodia e viene chiesto loro di tornare volontariamente per l'udienza in tribunale. Nel solo 2005, sono stati stimati 71.000 di questi fuggitivi Otm.

Dal 2008-2010, si ritiene che circa 180mila Otm abbiano attraversato il confine illegalmente. Nello stesso periodo, 1.918 Sia - special interest alien - sono stati arrestati al confine. E si ritiene generalmente che per ogni straniero illegale arrestato al confine, ce ne siano molti che sfuggono alla sicurezza sul confine.

Gli analisti raccontano che i cartelli della droga messicana sono stati coinvolti nel traffico di agenti di Al Qaeda, Al Shabaab e Hezbollah negli Stati Uniti. Così come non giudicano casuale la notevole proliferazione di moschee salafite in America Latina dai primi anni '90, e la crescente campagna di proselitismo da parte dei wahabiti e delle organizzazioni non governative finanziate dai sauditi, come l'Assemblea mondiale della gioventù musulmana (Wamy). Vale la pena ricordare che le operazioni statunitensi di Wamy furono chiuse dal Dipartimento di Giustizia a causa del massiccio supporto materiale dell'organizzazione per la Jihad.

In un famigerato video di qualche anno fa, un religioso musulmano in Kuwait, Abdullah al-Nafsi, in un sermone nella sua moschea affermava che «non c'era bisogno di aerei e pianificazione; un uomo con il coraggio di trasportare una valigia di antrace attraverso i tunnel dal Messico agli Stati Uniti potrebbe uccidere 330mila americani in un'ora».

Nel novembre 2007, l'Fbi lanciava l'allarme su un piano di jihadisti in combutta con i signori della droga messicani per attraversare il confine attraverso tunnel sotterranei e attaccare il centro di addestramento dell'intelligence a Fort Huachuca, in Arizona, a venti miglia dal confine con il Messico. «Gli afgani e gli iracheni», spiegava un funzionario, hanno pagato ai messicani 20mila dollari o «l'equivalente in armi» per entrare negli Stati Uniti, e «si sono rasati la barba per non sembrare mediorientali».


Stoccolma a ferro e fuoco
6 ottobre 2019

http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/me ... tTU58Fp2h0

Terza notte di scontri alla periferia di Stoccolma, con una trentina di auto e numerosi edifici dati alle fiamme dagli attivisti del gruppo Megafonen, un'organizzazione per la difesa dei diritti degli immigrati. I disordini si sono estesi dai sobborghi nord-occidentali a quelli meridionali della capitale svedese, allargando la rivolta innescata dall'uccisione di un sessantanovenne armato di coltello da parte della polizia, il 13 maggio. I manifestanti hanno incendiato una scuola e un asilo e hanno lanciato sassi contro i mezzi dei vigili del fuoco e della polizia. A Husby, il sobborgo in cui e' esplosa la rivolta, un uomo e' stato arrestato per aver dato alle fiamme un laboratorio artigianale. Il premier svedese, Fredrik Reinfeldt, ha lanciato un appello con cui ha chiesto a "tutti di prendersi la responsabilita' di riportare la calma". I disordini hanno riacceso il dibattito sull'immigrazione in un Paese che ha sempre avuto una normativa molto generosa. Reinfeldt ha ammesso la necessita' di restringere i tempi di integrazione dei nuovi arrivati ma il partito anti-immigrazione Democratici svedesi ha denunciato l'"irresponsabile" linea seguita dal governo su questa materia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:48 pm

L'esercito di 49mila irregolari. A Milano è allarme clandestini
Giuseppe De Lorenzo - Dom, 13/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/le ... 67024.html

In Lombardia diminuiscono i richiedenti asilo. Meno spese per l'accoglienza. Ma resta il problema irregolari: "Situazione ingestibile"

La questione migranti a Milano esplose, visivamente, quando i mezzanini della stazione Centrale vennero occupati da centinaia di stranieri accampati come meglio possibile.

Da quel momento il "problema" attanaglia la città, divide la politica, incide nelle scelte amministrative. Bene: l’ultima notizia è positiva, ma non del tutto. Secondo i dati del 2019 raccolti dall’Agi, infatti, in tutta la Lombardia diminuiscono i richiedenti asilo ospitati nel Cas e si riducono le spese per l’accoglienza. Ma resta un particolare non indifferente: quello degli irregolari.

A fornire un riferimento quantitativo al problema è Riccardo De Corato, assessore lombardo alla Sicurezza e all’Immigrazione. A Milano ci sono ancora "più di 2.500 mila migranti nelle strutture di accoglienza", ma soprattutto circa 49 mila clandestini fuori da questi centri dove "non c’è controllo". Beppe Sala rivendica di averne rimpatriati mille in un anno, ma non sembra essere abbastanza. I clandestini, ribatte De Corato, non sarebbero "censiti in modo adeguato" e "rendono la situazione ingestibile". "Basta vedere cosa avviene nei parchi di Milano con lo spaccio di droga", fa notare l’assessore. Che poi si chiede: "Che fine hanno fatto quelli a cui è stata rifiutata la domanda di asilo?". Domanda legittima per ora senza risposta.

In fondo basta leggere un po’ di cronaca per rendersi conto che ospitare 49mila fantasmi crea un disagio sociale. Pensate al clandestino che a luglio ha distrutto le finestre della questura dopo aver dato in escandescenza in una mensa per poveri. Oppure all’irregolare che a settembre ha sputato, morso e pestato quattro militari. O ancora il 49enne peruviano, pure lui senza permesso di soggiorno, che ha preso a pugni una giovane e poi l’ha violentata per strada. E sono solo alcuni esempi.

Ci sono però anche buoni notizie. Con la riduzione degli sbarchi, il numero di migranti ospitati nei Cas (centri di accoglienza straordinari) della Lombardia si è dimezzato. Due anni fa, riporta l’Agi, in Regione se ne contavano 26.071, mentre al 31 luglio 2019 sono scesi a 12.207. E la situazione va via via migliorando: si è passati infatti dai 14.196 di aprile, ai 13.488 di maggio, ai 12.710 di giugno, fino ai 12.207 di luglio. Un calo che porta vantaggi pure dal punto di vista economico, considerata anche la sforbiciata imposta dall’ex ministro Salvini ai fondi giornalieri previsti per l’accoglienza. Da quando la spesa è passata da 35 a 21,90 euro al giorno a richiedente asilo, per la Lombardia il costo annuale si aggira attorno ai 110,5 milioni di euro, di cui 29 milioni spesi nella sola Milano.

La Lega esulta, rivendicando il risultato. "Grazie alla linea dura dei porti chiusi attuata tra luglio 2018 e agosto 2019 dall'allora ministro degli Interni, Matteo Salvini, in Lombardia il numero di richiedenti asilo si è più che dimezzato”, dice il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimondi. "Un grande risultato che adesso il Governo delle poltrone, delle tasse e degli immigrati sta vanificando, avendo ristabilito la politica del porte aperte a tutti senza se e ma, così nel luglio 2020 saremo di nuovo a 25 mila richiedenti asilo ospitati in Lombardia".





Immigrazione, la Germania recita il mea culpa e lancia l'allarme
Federico Giuliani
6 ottobre 2019

https://it.insideover.com/migrazioni/se ... munz8uC5M8

L’allarme sull’immigrazione è di quelli pesanti e arriva da chi meno te lo aspetti. Il ministro dell’interno tedesco, Horst Seehofer, si è reso conto che gli sbarchi dei migranti nei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo hanno raggiunto livelli ormai insostenibili. In un rarissimo mea culpa, Seehofer ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Bild che la Germania deve aiutare i governi che più risentono dei flussi migratori, anche perché il rischio che l’attuale situazione possa essere addirittura peggiore di quella del 2015 esiste ed è concreto. “Dobbiamo aiutare di più i nostri partner europei a controllare le frontiere esterne dell’Unione europea – ha detto Seehofer – Li abbiamo lasciati soli per troppo tempo. Se non faremo qualcosa, assisteremo a una nuova ondata di rifugiati come nel 2015, forse anche peggio di quattro anni fa”.

Fa piacere che il ministro tedesco si sia accorto di due cose: che fin qui la Germania non ha mosso un mignolo per venire in soccorso dei Paesi di frontiera, come ad esempio l’Italia, e che la prospettiva di un’invasione non sia una paura ricorrente solo nella testa di qualche folle sovranista. Il problema è che Seehofer non dice come uscire dall’impasse, e si limita a concludere con una classica frase di circostanza che vuol dire tutto e niente: “Lavoreremo con la nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, così da fare il possibile perché tutto non si ripeta”. Una promessa alquanto vaga e aleatoria.

Grecia vicina al collasso

Il segnale che qualcosa in Europa sta andando storto arriva dalla Grecia. Atene è al collasso e non riesce più a far fronte a quella che ormai è una vera e propria emergenza nazionale. Da quando la Turchia di Recep Tayyp Erdogan ha allentato le maglie, flotte di migranti sbarcano quotidianamente sulle isole greche.

I centri di accoglienza sono allo sbando, le condizioni dei rifugiati pessime. Il governo greco ha attuato alcune manovre per alleggerire uno scenario pesantissimo, tra cui il pattugliamento dei confini e una maggiore rapidità burocratica nel velocizzare le espulsioni e aiutare i nuovi richiedenti asilo. Ma Atene, da sola, non può farcela. Seehofer sta per volare in missione proprio nell’area a ridosso tra Grecia e Turchia per vedere con i suoi occhi cosa sta succedendo.

Il mea culpa di Berlino

La Germania sa bene che in passato non ha fatto niente di ciò di cui si vantava di fare nelle sedi istituzionali. Berlino ha accolto alcuni migranti, certo, ma solo alle proprie condizioni e senza praticare il gioco di squadra tanto sbandierato dall’Unione europea.

Ora il governo tedesco ha il terrore di trovarsi in un angolo a causa dell’economia balbettante e teme di perdere il ruolo di locomotiva d’Europa che gli era stato assegnato dalla comunità internazionale. Angela Merkel vuol continuare a dare l’impressione di essere saldamente al controllo del timone, quindi ha sguinzagliato i suoi ministri in supporto ai Paesi affacciati sul Mediterraneo. Il grande interrogativo rimane uno: in che modo la Germania offrirà il suo aiuto? Nei giorni scorsi Seehofer ha detto che i tedeschi sono pronti ad accogliere il 25% dei migranti salvati dall’Italia. Resta da capire se Berlino manterrà le promesse e se anche gli altri membri dell’Ue decideranno di prender parte al cosiddetto meccanismo di ripartizione temporaneo.



Conte: "No allo slogan dei porti chiusi: daremo lavoro a migliaia di africani"
Gianni Carotenuto - Dom, 13/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 67924.html

Dal palco di Italia 5 Stelle, la kermesse grillina in corso a Napoli, il premier ha parlato anche del problema immigrazione: "Non si risolve con lo slogan 'porti chiusi': ci impegneremo a offrire il lavoro a migliaia di africani"

Ospite sabato sera di Italia 5 Stelle, la festa del Movimento 5 Stelle in corso a Napoli, il premier Giuseppe Conte è stato accolto da una vera e propria standing ovation.

E non poteva essere altrimenti. Ancora più del capo politico Luigi Di Maio, è lui il vero leader pentastellato, nonostante abbia ripetuto più di una volta di non avere mai preso la tessera del Movimento. "Sono davvero felice di essere qui - ha esordito nel suo intervento davanti alla platea grillina - a festeggiare il vostro decimo compleanno: auguri, auguri. E sono felice che sia festeggiato in questa meravigliosa città, che ha dedicato tanto a noi e al mondo. Voi - ha scandito dal palco - siete il trionfo della buona politica e non l'anti-politica. Voi siete quelli - ha continuato il premier - che stimolano tutti, con la critica, a onorare le istituzioni con comportamenti onesti". Parole accolte dall'entusiasmo del popolo pentastellato, che ha gridato "onestà, onestà". Il comizio in solitaria di Conte è stato preceduto da un faccia a faccia con Di Maio, colui che più di tutti ha contribuito a trasformarlo nella figura di riferimento degli elettori grillini. A cui il premier si è poi rivolto parlando di alcuni temi di attualità.

Senza risparmiare stoccate a chi "parla per slogan. Noi - ha spiegato Conte - parliamo di progetti concreti. Gli slogan li lasciamo a chi dice che ha le coperture finanziarie per tagliare le tasse a tutti". Stoccata evidente agli ex alleati leghisti. Seguita subito dopo da un'altra frecciata, l'ennesima negli ultimi mesi, a Matteo Salvini. L'argomento non poteva che essere l'immigrazione, con il governo chiamato a fronteggiare l'aumento degli sbarchi di migranti. Se il Conte I lavorava per chiudere i porti, il "Bisconte" ha cambiato pelle. "Risolveremo il problema dell'immigrazione - ha promesso il presidente del Consiglio - non con lo slogan 'porto chiuso'", ma "lavoreremo per offrire a migliaia di giovani africani il lavoro". Già, ma come? Questo il premier non lo dice. Ma incassando ugualmente gli applausi dei sostenitori pentastellati, e liquidando il "clamore mediatico" sul Russiagate come semplici "fesserie".


Conte lancia il suo manifesto: riforme e nuovo umanesimo
Pasquale Napolitano - Dom, 13/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... woT5sLxnLM

Al decennale 5s accoglienza da star per il premier che attacca i frondisti. Casaleggio: sbaglia chi non è qui

Napoli - Al calar del sole i big del Movimento cinque stelle fanno la loro apparizione alla festa per il decennale.

Sul palco dell'Arena Flegrea, struttura per concerti a pochi metri dalla mostra d'Oltremare di Napoli, salgono Beppe Grillo, Luigi di Maio e Giuseppe Conte. Il passato (Grillo), il presente (Di Maio) e il futuro (Conte) si incrociano (e si alternano) nel passaggio più difficile per i Cinque stelle. Il premier arriva nel tardo pomeriggio, accolto come una star, come il prossimo leader. E lui accetta la sfida. Nel suo intervento dal palco Conte presenta il proprio manifesto: «La Nuova Polis». E snocciola i punti del suo programma: riforma della giustizia, new deal, riforma dello Stato, nuovo umanesimo. «Noi non siamo quelli degli slogan». È duro quando attacca Salvini. Archivia la politica dei porti chiusi, insistendo su una nuova politica con l'Africa.

Ad aprire l'evento serale era stato però Luigi Di Maio con un intervento interrotto da un gruppo di manifestanti che protestano contro l'azione militare della Turchia. Di Maio prova a tranquillizzarli, annunciando che da ministro degli Esteri chiederà all'Unione Europea di bloccare la vendita di armi ad Erdogan. Di Maio ripercorre i 10 anni del Movimento. L'appello è a festeggiare i 10 anni, con la consapevolezza di aver contribuito a «cambiare la politica in Italia». E per dare forza al suo discorso, Di Maio cita la riduzione dei parlamentari: «Battaglia su cui il Movimento ha coinvolto tutte le forze politiche. Per Di Maio è stato un miracolo». Il ministro avverte la delusione della base e prova a spronare la platea: «Ogni volta che ci danno per morti, ci rialziamo». Di Maio insiste sulla vocazione post-ideologica del Movimento: «Noi siamo quelli della terza via, né di destra né di sinistra». Il capo della Farnesina dal palco dell'Arena flegrea estrae il libretto giallo: un libro dei sogni. «È per questo - spiega - che dobbiamo mandare avanti la legislatura». Il prossimo obiettivo: tagliare gli stipendi dei parlamentari. E poi una grande riforma: riorganizzare lo Stato. «Mettiamo insieme i migliori costituzionalisti, per riformare la burocrazia dello Stato, accorpando e cancellando gli enti inutili». Infine l'attacco all'ex alleato Matteo Salvini: «Con il 17% dei voti, voleva il 30% delle poltrone. E soprattutto quando hanno capito che non potevano realizzare le promesse. Sono orgoglioso di aver fatto un passo indietro, per ben due volte perché questa scelta ha portato ad avere Giuseppe Conte a Palazzo Chigi». Parole che segnano il passaggio di consegne e l'ingresso sul palco di Conte, accolto dalla platea in piedi al grido: «Giuseppe, Giuseppe». Conte e Di Maio si accomodano in poltrona per essere intervistati da Paolo Borrometi. Sui temi economici, Conte chiarisce: «Faremo un vertice prima del Consiglio dei ministri. Giorni febbrili. Stiamo operando le ultime ricognizioni. Lo spread più basso ci porterà 18 miliardi in tre anni. È una prima risorsa recuperata. E poi un po' di tagli alla spesa e un riordino di tasse desuete». «In questa prima fase - spiega - non avremo grandi margini per tagliare il cuneo fiscale». Confermando, invece, il carcere per gli evasori. Conte si dice preoccupato per la sentenza della Cedu che ha messo in discussione l'ergastolo ostativo: «Crolla tutto il nostro impianto di lotta alla mafia. Aspettiamo la decisione della Corte costituzionale». Il premier chiarisce: «Non fonderò alcun partito. Lavoro bene con il Movimento». E poi un assist ai frondisti: «I meet up sono la più bella risorsa dei Cinque stelle». Davide Casaleggio lascia la scena finale ai big. Il figlio del fondatore parla di buon mattino. Preferisce tenersi defilato dagli scontri. Casaleggio jr bacchetta i dissidenti e soprattutto gli ex ministri assenti: «Un errore non esserci». E poi no comment sull' altro nervo scoperto del Movimento: «Non mi occupo di alleanze».


Tunisia blocca barcone diretto in Italia: i migranti lanciano coltelli
Luca Sablone - Dom, 13/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... SVq56t5RjY

Il peschereccio era partito dalle coste di Sfax ed era diretto verso l'Italia: le finestre di un'unità navale sono state danneggiate e due uomini sono rimasti feriti

Nella notte tra venerdì e sabato scorso ci sono volute ben otto motovedette della Guardia costiera della Tunisia per bloccare un peschereccio con 110 migranti a bordo.

Il barcone era partito dalle coste di Sfax ed era diretto verso l'Italia.

L'intervento della Guardia costiera

Stando a quanto appreso e riferito dal Ministero dell'Interno tunisino, sull'imbarcazione vi erano 110 persone di diverse nazionalità, comprese donne; grazie alle informazioni di intelligence è stato possibile sapere che era diretta verso l'Italia. Dopo che tre motovedette avevano prontamente raggiunto il mezzo, il comandante ha deciso di rifiutare tutte le istruzioni fornitegli dagli ufficiali attraverso altoparlanti, segnali navali e comunicazione diretta. Gli era stato intimato di fare marcia indietro.

Nel comunicato diramato dal Ministero dell'Interno si legge che successivamente anche i migranti a bordo del barcone si sono ribellati: hanno impugnato coltelli e armi bianche e lanciato oggetti contundenti verso le unità della Guardia costiera. Sono poi dovute intervenire altre cinque motovedette per scortare la barca verso la Tunisia riportando così la situazione alla normalità. Dunque in totale sono state otto le unità impegnate per costringere l'imbarcazione di migranti ad invertire la rotta. Al termine dell'azione violenta sono rimaste danneggiate le finestre di un'unità navale, mentre due uomini della Guardia costiera sono rimasti leggermente feriti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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