A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:49 pm

Ora la Germania ha paura: "Estremisti di destra pronti ad agire"
Giorgia Baroncini - Mar, 15/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ora ... I8X-Wk0yvU

Lo ha reso noto il presidente dell'Ufficio di polizia criminale tedesca: "I reati con movente di estrema destra mettono in pericolo la nostra democrazia"

Sono 43 gli estremisti di destra che sarebbero pronti ad agire in Germania.

Lo ha reso noto il presidente dell'Ufficio di polizia criminale tedesca (Bka). "I reati con movente di estrema destra mettono in pericolo la nostra democrazia - ha dichiarato il presidente -. La situazione è seria".

La destra radicale che prende di mira "esponenti politici e altri personaggi pubblici, oltre a stranieri ed ebrei" fa sempre più paura alla Germania. I servizi segreti del Paese avrebbero contato circa 12.700 estremisti di destra che potrebbero ricorrere alla violenza.

La maggior parte degli estremisti si forma sul web dove la radicalizzazione sembra più facile e veloce. E proprio in rete si formerebbero i gruppi più attivi. Così le autorità hanno deciso di "passare al setaccio il web in maniera molto più intensa che in precedenza alla ricerca di indizi sulla radicalizzazione".

Una mossa che evidenzia quanto la Germania sia ancora scossa per la "lista della morte" dell'estrema destra. Dopo diverse perquisizioni, le autorità erano venute in possesso di una lista stilata dal gruppo radicale Nordkreuz di 25mila avversari politici da colpire. Nel Paese gli estremisti sarebbero molto attivi, basti pensare che secondo la stampa tedesca gli atti di violenza commessi sarebbero aumentati in modo esponenziale: 9013 solo nel 2018.



Alberto Pento
Sono una particolare reazione (a parte le derive razziste e antisemite che vanno condannate) alla violazione dei diritti umani dei nativi europei, alla violenza dell'invasionismo scriteriato e al pericolo del nazismo maomettano.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:50 pm

Lo storico David Frye: "Le civiltà prosperano grazie ai muri"
Roberto Vivaldelli - Mar, 15/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... jQKbP26f6A

I muri e le barriere hanno modellato le nostre civiltà, rendendole più sicure e prospere. Lo spiega in un libro edito da Piemme lo storico americano David Frye

Piaccia o meno agli Open Borders di mezzo mondo, le civiltà nel corso della storia hanno prosperato grazie all'esistenza dei confini, dei muri e delle barriere.

Sì, tutte quelle "protezioni" che gli accoglienti cosmopoliti dipingono come simboli reazionari e "disumani", quasi a far intendere che la patente di "umanità" ce l'hanno solo loro. Che i muri e le difese consentano alle civiltà di crescere e prosperare in pace sembrerebbe quasi una banalità, per la gente comune, ma per i progressisti e i "cittadini del mondo" non è così. A spiegare questo semplice ma fondamentale concetto, ora, non è un "pericoloso sovranista" come il Presidente Usa Donald Trump ma uno storico affermato come David Frye, docente di storia antica presso la Eastern Connecticut State University, che ha pubblicato il saggio:
Muri. Una storia della civiltà in mattoni e sangue edito da Piemme.

Come si legge nella scheda di presentazione, per migliaia di anni, l'umanità ha vissuto dentro e dietro a muri. Muri di confine, città fortificate, barriere hanno separato e protetto le popolazioni dal nemico, dall'estraneo, o semplicemente dall'ignoto. Per migliaia di anni, gli uomini hanno costruito muri, li hanno assaltati, ammirati e oltraggiati. Grandi mura sono apparse in ogni continente, hanno accompagnato il sorgere di città, nazioni e imperi, eppure il loro ruolo è poco studiato nei libri di storia. Sollevate dall'incombenza di stare sempre all'erta, dietro mura e confini le civiltà hanno potuto dedicarsi alla letteratura, all'arte, alla cultura, alle scienze. Prosperare, insomma. Gli uomini, liberi dalle armi, si sono rivolti ad altre occupazioni, alleggerendo le donne da molti lavori pesanti. I popoli non protetti da mura, viceversa, erano destinati a un taciturno militarismo, dove un uomo non era altro che un guerriero.

Nel suo libro, David Frye scrive che "nessuna invenzione nella storia umana ha avuto un ruolo maggiore (rispetto ai muri) nel creare e modellare la civiltà". Come spiega lo storico in un'intervista rilasciata al National Geographic, l'esigenza di erigere barriere e muri nasce da lontano. "L'antico bisogno umano di sicurezza è uno dei fondamenti della vita e deve essere raggiunto prima di poter avere altre cose - spiega -. Furono i muri a dare alla gente la sicurezza di sedersi e pensare. È difficile immaginare un romanzo scritto in un mondo in cui ogni uomo è un guerriero. Fino a quando una società non raggiunge la sicurezza, non può pensare ad altro che ai pericoli che la circondano". Un bisogno e una necessità che rimangono attualissimi, come spiega Frye, perché in tutto il mondo i Paesi stanno costruendo - anche ora - muri e barriere. "In tutto - osserva - oltre 70 paesi diversi hanno fortificato i loro confini".

Oggi, sottolinea, i muri vengono eretti per prevenire l'immigrazione, il terrorismo o il flusso di droghe illegali. Ma c'è una connessione comune, che è l'idea di tenere fuori gli estranei. E in passato? "Le prime erano mure cittadine che ebbero origine con le primissime città come Gerico, la città della Bibbia, che fu costruita attorno decimo millennio a.C., 12.000 anni fa. Era una città murata e, successivamente, quasi tutte le città del mondo antico furono murate" afferma lo storico. Tant'è vero che dentro e fuori le mura, spiega sempre Frye, si svilupparono stili di vita molto diversi. Quando i muri protettivi sorsero in tutto il mondo, influenzarono il modo in cui le persone vivevano, lavoravano e combattevano. E più di ogni altro singolo fattore, i muri sono stati i diretti responsabili dell'ascesa della civiltà. Ma solo ora stiamo iniziando a riconoscere la loro importanza.

Altro che Open Borders, assenza di confini o altre amenità care ai progressisti, dunque: la sicurezza è sinonimo di prosperità e civiltà. Lo dice la storia dell'umanità. Chi sostiene il contrario tifa il caos e barbarie.


Muri, termini, confini e barricate, segni naturali e sacri di D-o
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=1919



Le frontiere salvano i popoli e le civiltà
Marcello Veneziani
MV, Panorama n. 31 (2019)

https://www.marcelloveneziani.com/artic ... le-civilta

“Le frontiere uccidono” titolava una copertina recente de L’Espresso. È vero se pensiamo ai vopos che uccidevano i loro connazionali, i tedeschi dell’est che tentavano di varcare la frontiera per fuggire dal regime comunista. Se non sbaglio è stato l’ultimo capitolo in Europa di persone uccise perché volevano saltare il muro o il filo spinato. Ed era la frontiera di casa loro.

A ben vedere, le frontiere che impediscono di entrare clandestinamente non sono malefiche perché salvaguardano popoli e territori, leggi, regole e cittadinanza, diritti e doveri; invece sono malefiche le frontiere che impediscono di uscire, come le cortine di ferro di tutti i regimi comunisti. Quelle si, furono frontiere criminogene che trasformavano le nazioni in prigioni e gli stati in carcerieri.

Ma dietro quel titolo e quella campagna contro le frontiere c’è un’ideologia, anzi c’è L’Ideologia del nostro Sconfinato Presente Globale. La riassume l’antropologo Michel Agier nella stessa rivista: “L’unica speranza è liberare il mondo dai confini” in modo da consentire “la libera circolazione delle persone”. Senza limiti.

Ma questo è il sunto della predica che ci propina ogni giorno la Fabbrica Mondiale dell’Opinione Corretta e che ha trovato in Carola Rackete la sua ultima testimonial, con tutto lo strascico di protettori e tifosi. È l’ideologia no border, morte ai confini, abbattiamo i muri e le frontiere di ogni tipo – tra popoli, tra territori, tra stati, tra sessi, tra culture. È il Racconto Unico e Globale recitato ogni giorno come un rosario dell’uniformità, da stampa e propaganda, declamato dal Papa e da cantanti, artisti, intellettuali, opinionisti e bella gente.

Nell’ideologia no border confluiscono più eredità: l’Internazionale socialista e comunista, il cosmopolitismo di matrice illuminista e massonica, il filone catto-umanitario, la filantropia e il capital-liberismo del Mercato Globale.

Ma di mezzo c’è un passaggio. È l’utopia eco-pacifista e anarco-permissiva fiorita tra il ’68, l’Isola di Whight e Woodstock nell’estate del ’69, che fu l’apoteosi del mondo hippie. Libero amore, libera droga, niente limiti e confini.

Quel clima trovò il suo manifesto ideologico in una celebre canzone del ’71, Imagine di John Lennon. Fu la bibbia di quei mondi. Non è un caso che la sigla di chiusura del comunismo in Italia sia stata proprio la canzone di Lennon, suonata a un congresso di Rifondazione comunista al posto dell’Internazionale. Lenin lasciò il posto a Lennon.

È una gran bella canzone, Imagine, ma le sue parole sono il manifesto del nichilismo presente e dell’ideologia No border in purezza, come la miglior cocaina. Leggiamo le sue parole: “Immagina che non ci sia il paradiso…e nessun inferno… Immagina la gente vivere per l’oggi… Immagina che non ci siano più patrie… Nessun motivo per cui morire e uccidere, nessuna religione, niente proprietà…E il mondo sarà una cosa sola”. È condensata in pochi versi l’Ideologia no border d’oggi: la negazione del senso religioso, dell’amor patrio e dei legami famigliari; il dominio assoluto del presente sul passato, sul futuro e sull’eterno, il pacifismo come fine della storia e risoluzione della politica, lo sradicamento globale e l’unificazione del pianeta, senza più frontiere.

Ma se si vive solo per l’oggi, senza più motivi degni per vivere e per morire, se non ci aspettano cieli e inferni, se non c’è più dio né patria né radice, perché poi lamentarsi se il mondo si riduce a un immenso spurgatorio e noi siamo i relativi materiali in transito, frutto di una liberazione che somiglia a un’evacuazione? È questo il senso ultimo della società liquida? Quell’utopia è piuttosto l’estinzione dell’umanità nel fumo e nella polvere dei desideri; al suo posto c’è un gregge vagante e belante in perpetua transumanza, che si vive addosso, senza storia e senza avvenire, senza confini e senza civiltà, guidati solo dall’io voglio.

Ma se al mondo togli le frontiere, togli le norme che regolano i popoli, abolisci gli stati e gli ordinamenti giuridici ad essi connessi, le tasse e i servizi, togli le garanzie di libertà e di sicurezza per i suoi cittadini, salta tutto. Salta la civiltà, che è fondata proprio sulla linea di frontiera tra il giusto e l’ingiusto, il bene e il male, il mio e il tuo, il naturale e il culturale. La libertà smisurata si rovescia nel suo contrario, e tramite l’anarchia conduce inevitabilmente al dispotismo, come insegnò Platone già 24 secoli fa. La libertà ha bisogno di confini, necessita di limiti, altrimenti sconfina, prima a danno della libertà altrui e poi annega nel caos universale. La libertà, come la dignità e la civiltà, si fonda sulle differenze. E ogni differenza delimita un’identità.

La frontiera è il presupposto inevitabile per riconoscere l’altro, per confrontarsi e per dialogare. Il confine è il riconoscimento reciproco dei limiti. Del resto, il male peggiore per i greci era l’hybris, la tracotanza, il delirio di chi viola la misura e i confini. Per disintossicarsi da questa devastante utopia no-border consiglio di leggere almeno due libri, Elogio delle frontiere di Régis Debray (ed. Add) e Dismisura di Olivier Rey (ed. Controcorrente).

Perduti Marx e Rousseau, che sopravvive come piattaforma nella caricatura grillina, perduto il socialismo di Lenin e di Gramsci, resta Lennon e l’Ideologia No Border ridotta a Imagine, anzi a imaginetta e spacciata come il toccasana per l’umanità. Resta immutata l’indole utopista, ma scende enormemente di livello. Immagina che bello, un mondo di replicanti a ruota libera…
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:51 pm

Chi favorisce l'ingresso di questi persone nel proprio paese è da ritenersi responsabile e complice dei crimini che questi compiono.

Austria: migrante afghano arrestato per aver accoltellato a morte un dipendente del centro sociale e un anziano agricoltore
19 ottobre 2019

https://www.islamnograzie.com/austria-m ... dWWshu-HH4

Un migrante afghano in eta militare è stato arrestato per aver ucciso un 32enne dipendente del centro di asilo e assistenza sociale e un contadino 63enne.

l’ afghano ‘richiedente asilo‘, il cui nome non è ancora stato reso noto dalle autorità austriache, è attualmente sotto inchiesta con due accuse di omicidio. Fonte: l’Associated Press.

Lunedi, il migrante afgano ha attaccato l’assistente sociale presso il centro d’asilo con un coltello per una disputa su un posto di lavoro presso il rifugio migranti di Wullowitz, vicino al confine con la Repubblica Ceca. L’assistente sociale è morto dopo aver subito gravi lesioni.

Le persone accorse in aiuto dell’assistente sociale sono state anche loro accoltellate e hanno subito lesioni gravi. L’afghano, che ha poi abbandonato la scena del delitto, ha ucciso un contadino di 63 anni, prima di rubare il suo veicolo.

Poco dopo il richiedente asilo è stato arrestato nella vicina città di Linz, in Alta Austria.

Secondo le autorità, il migrante afgano era arrivato in Austria nel 2015 dove la sua richiesta di asilo era stata respinta. Il suo appello contro il rigetto è attualmente pendente.

Nel mese di agosto, un altro migrante dall’Afghanistan è stato arrestato dalle autorità per aver tentato di incendiare la sede del partito austriaco nazionale populista FPÖ.



Anche questa predazione imposta dai giudici è un crimine

Comuni senza soldi costretti a pagare per i migranti minorenni
Federico Garau - Sab, 19/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 4WIj2TR0Sg


I comuni di Favara e di Agrigento avevano dichiarato di non aver più la copertura finanziaria per pagare le rette alle cooperative. Queste ultime hanno così denunciato il fatto in tribunale tramite i loro legali, ed il giudice ha emesso un provvedimento che obbliga gli enti a sostenere le spese per i minori stranieri non accompagnati

L'accoglienza dei richiedenti asilo, specie se minorenni o presunti tali, deve andare avanti anche se i comuni dichiarano di non avere più denaro sufficiente per garantirla.

Esempio emblematico i due casi riguardanti le amministrazioni comunali di Agrigento e di Favara (Agrigento), costrette da un provvedimento del giudice a proseguire con il pagamento delle spese per i minori non accompagnati.

Stando a quanto riferito da "AgrigentoNotizie", che ha riportato i fatti, sono state le cooperative "GeaCoop", operante a Favara, "Maometto" e "La mano di Francesco", attive nel comune di Agrigento, a segnalare il caso in tribunale tramite i loro legali, Giuseppe Scozzari ed Angelo Sutera. Tutte e tre le cooperative, infatti, hanno denunciato di non avere ricevuto i fondi necessari a coprire le spese per un anno di accoglienza. Le amministrazioni comunali hanno spiegato loro di non avere più la necessaria copertura finanziaria per continuare a sostenere i costi.

A risolvere la questione la delibera del giudice Silvia Capitano, del tribunale agrigentino. Nella sua sentenza, infatti, si legge che "l’obbligo di assistere i minori non accompagnati è sempre previsto dalla legge, indipendentemente dal fatto che l’ente pubblico abbia o meno previsto la relativa copertura finanziaria nella spesa di bilancio”.

Che i soldi ci siano o meno, i comuni di Favara e di Agrigento dovranno pagare. Nello specifico, il primo dovrà versare la somma di 57mila euro alla cooperativa "GeoCoop", ed il secondo 78mila alla coop "Maometto" e 124mila a "La mano di Francesco".

Il tutto per un tolale complessivo di ben 259mila euro.


Biancalani pensa solo a accoglienza: "Comunità distrutta, va rimosso"
Federico Garau - Dom, 20/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/biancalan ... eGn55y63Qw

Dopo aver cercato di richiamare il sacerdote ai propri doveri, contattando il vescovo di Pistoia, centinaia di fedeli chiedono ora la rimozione dal suo ruolo di parroco di Vicofaro

Centinaia di residenti di Ramini chiedono a gran voce la rimozione di don Massimo Biancalani dal ruolo di parroco di Vicofaro.

Poco dedito alle attività religiose quanto attivo nella sua opera di accoglienza, il prete era già diventato un obiettivo dei parrocchiani, che avevano scritto una lettera ed incontrato il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli per lamentare la situazione. Si trattava di un primo passo, per sollecitare Biancalani a non trascurare le necessità della comunità di fedeli di cui dovrebbe occuparsi.

Questi ultimi, che in massa da tempo disertano anche la messa domenicale, chiedono ora in modo più diretto ed esplicito un nuovo parroco, visto che quello attuale latita nelle occasioni più importanti per la comunità parrocchiale.

"Non vengono più fatte le estreme unzioni, il coro è stato cancellato, i pochi bambini che seguono il catechismo sono costretti a stare in chiesa o nei locali della Misericordia. Altri si sono trasferiti in altre parrocchie.", lamentano i parrocchiani, come riportato da "La Nazione". "Non solo, nel corso di un funerale, lo scorso luglio, l’acquasantiera della chiesa si presentava come un posacenere. Le biciclette spesso vengono lasciate appoggiate all’altare della sacrestia", continuano a raccontare i fedeli, giunti a un punto di non ritorno.

"Il vescovo Tardelli, che ci ha incontrati lo scorso febbraio, ci aveva anche chiesto il massimo riserbo sulla questione e detto che sarebbe intervenuto in prima persona organizzando una riunione in chiesa insieme a don Massimo Biancalani. Siamo a ottobre e nessuno si è fatto vivo mentre la comunità parrocchiale è praticamente distrutta", denunciano ancora.

Biancalani, ben conscio di quanto accade intorno a lui e del malcontento della propria comunità, nonchè del drastico calo del numero di fedeli in parrocchia, va avanti per la propria strada e continua ad occuparsi principalmente di accoglienza.

"Non organizza più la festa della parrocchia perché lamenta l’assenza di soldi. A volte si dimentica anche delle messe a suffragio dei defunti e dei funerali. A questo punto chiediamo che venga rimosso e che il vescovo ci ascolti", concludono i fedeli.



Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2624


Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2542
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7401811401


Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2605
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:51 pm

Vicenza, insulti razzisti verso un italiano: fermati due stranieri
Federico Garau - Mer, 09/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... qo5TM9ZUMo

L'uomo stava facendo ritorno a casa quando ha udito gli schiamazzi dei due giovani e si è avvicinato per chiedere loro di smetterla. I minorenni hanno reagito aggredendolo e gridando insulti razzisti

Episodio di discriminazione, perpretrato stavolta nei confronti di un italiano a Vicenza, dove un uomo è stato aggredito da due ragazzini di nazionalità straniera che gli hanno rivolto insulti razzisti prima di attaccarlo.

I fatti lunedì notte, quando la vittima stava tornando a casa. Il 40enne, un vicentino, si trovava in via Giovanni Durando, zona San Paolo, quando ha udito degli schiamazzi provenire dalla vicina piazzatta Gioia. Qui si trovavano infatti due minorenni stranieri, intenti a fare baccano senza curarsi minamente del disturbo arrecato al quartiere.

Dal momento che i ragazzi non si davano una calmata, il 40enne si è avvicinato per rimproverarli, chiedendo loro di fare meno rumore. I giovani hanno tuttavia reagito male alle sue parole, cominciando a gridare insulti nei suoi confronti. "Italiano di me***, che ca*** vuoi?", gli hanno urlato, come riportato da "VicenzaToday".

Dopo le inguirie, l'aggressione fisica, con violenti spintoni per allontanare il 40enne. Quest'ultimo ha subito contattato le forze dell'ordine, segnalando la presenza dei giovani molesti. Sul posto sono arrivati gli agenti di polizia, che hanno provveduto a rintracciare i due minorenni. Questi, fermati poco dopo in via Curtatone, sono risultati essere un 17enne albanese ed un 17enne serbo. Entrambi sono stati identificati.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » mer nov 13, 2019 9:35 pm

Anche Malta dovrà decidersi a non accogliere più nessuno.


Violenta rivolta dei clandestini a Malta: alcuni edifici, cinque auto e una volante date alle fiamme
21 ottobre 2019

https://www.rassegneitalia.info/violent ... PL9V5kkR94


(ANSA) – LA VALLETTA – Cinque auto ed alcuni edifici sono stati dati alle fiamme nella notte per una rivolta scattata ieri sera nel centro di detenzione migranti di Hal Far, a Malta, per ragioni ancora non chiare. La sommossa è stata sedata dopo le 4 dai reparti di pronto intervento della polizia maltese e stamani i reparti delle forze dell’ordine si sono allontanati dal centro, da dove si alzano però ancora colonne di fumo.

Per ore i migranti reclusi nel centro, oltre il limite della capienza nonostante l’estensione degli alloggi con un campo di tende, hanno tirato pietre e oggetti divelti nelle baracche, che sono state devastate. Alcuni alloggi sono stati dati alle fiamme, così come cinque auto appartenenti ad impiegati del centro. Anche un’auto della polizia è stata danneggiata.

Da mesi i migranti dei centri chiusi di Malta protestano contro le condizioni ed i tempi di detenzione. I tafferugli di ieri notte sono stati però di gran lunga più gravi. Secondo quanto riportato dai media maltesi, la scintilla della rivolta di ieri sarebbe stato il rifiuto alla richiesta di un gruppo di migranti detenuti di essere trasferiti in uno degli Open Centre
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » mer nov 13, 2019 9:36 pm

L'allarme del presidente del tribunale di Milano: "Preoccupa la mole di richieste d'asilo"
Mauro Indelicato - Lun, 21/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/lallarme- ... XCjPTm5Q7M

Il presidente del tribunale di Milano, Roberto Bichi, ha dichiarato che ancora oggi preoccupano e non poco i numeri relativi alle domande d'asilo che rischiano di ingolfare il lavoro nei palazzi di giustizia

Anche se il 2018 ha visto un drastico crollo del numero degli arrivi di migranti in Italia, così come nel 2019 nonostante i cenni di ripresa a partire da settembre, la gestione dei flussi rappresenta ancora oggi una certa difficoltà soprattutto per i tribunali.

“Uno dei fenomeni che determina una forte preoccupazione è la gestione dei procedimenti dei richiedenti protezione internazionale”: ad affermarlo nelle scorse ore, è il presidente del tribunale di Milano, Roberto Bichi.

“Oramai queste richieste – ha proseguito Bichi – si caratterizzano per flussi pari a oltre 4.000 nuovi ricorsi a semestre”. Da qui l’allarme per il timore di una possibile gestione molto difficile delle varie pratiche, troppe per poter essere valutate in tempi decenti anche per gli stessi richiedenti.

“Anche per il 2018 – ha affermato ancora Bichi – i dati di tendenza riguardanti il settore civile sono positivi, confermandosi una capacità di smaltimento superiore alle sopravvenienze, secondo una oramai consolidata tendenza».

I numeri infatti, per l’anno appena trascorso parlano di 33.737 nuovi processi sopravvenuti, mentre quelli esauriti sono 37.518.

“Dal 2015 al 2018 – sono ancora le parole del presidente del tribunale si Milano – si è raggiunta una diminuzione del 19,1% delle pendenze ordinarie. Particolarmente positivo è stato il miglioramento riguardante le procedure esecutive, sia per i pignoramenti mobiliari che immobiliari”

Il problema principale dunque, in questo periodo storico riguarda la costante impennata di domande per asilo: i vari tribunali sparsi lungo la penisola, hanno difficoltà a gestire le varie pratiche, per tal motivo sono diverse le preoccupazioni che riguardano questo ramo della giustizia.

Nei giorni scorsi, a proposito del piano per i rimpatri, il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha affermato che il suo obiettivo principale riguarda l’abbattimento dei tempi d’attesa dai due anni attuali a quattro mesi.

Non a caso, quando alla Farnesina il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha presentato il suo piano, al suo fianco vi era il Guardasigilli Alfonso Bonafede: tramite il rovesciamento dell’onere della prova, si vorrebbe snellire l’intero procedimento volto all’esame delle domande di diritto di asilo e protezione internazionale.

Il tutto passando anche per accordi specifici con alcuni paesi dove le attuali condizioni potrebbero consentire un più rapido rimpatrio.

Intanto, sul fronte dell’amministrazione del lavoro di cui sono investiti i tribunali, Bichi nelle sue considerazioni ha proseguito affermando che, con riguardo al settore penale, “Nonostante l’aumento di produttività, si è registrato un appesantimento delle pendenze, in conseguenza di un fortissimo aumento dei procedimenti”.

Così come si legge sull’Agi, Bichi ha poi concluso dichiarando che “solo il Tribunale ordinario di Milano ha generato nel 2018 per il fisco introiti per 79 milioni di euro per tasse e imposte relative e derivanti dall’attività giudiziaria, esclusi i valori dei beni sequestrati o confiscati”.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » mer nov 13, 2019 9:36 pm

Migranti, bocciata la risoluzione Ue pro-Ong. Decisiva l’astensione M5S, esulta la Lega
Operazione di soccorso in Mediterraneo Bartolo, medico di Lampedusa, eletto eurodeputato nelle liste del Pd: «Ci preoccupiamo di salvare le bestie, ma non gli esseri umani»
24 Ottobre 2019

https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2019/1 ... TdJmubZeME

l Parlamento europeo si spacca sui migranti. Con due soli voti di scarto l'Eurocamera ha respinto oggi un testo di risoluzione sulla ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo che tra l'altro invitava gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi delle ong. La risoluzione ha ricevuto 288 sì, 290 contrari e 36 astenuti. Decisiva l’astensione degli eurodeputati M5S. Amaro il commento di Bartolo, medico di Lampedusa, eletto eurodeputato nelle liste del Pd: «Ci preoccupiamo di salvare le bestie, ma non gli esseri umani».

Matteo Salvni e la Lega esultano: «Schiaffo alla maggioranza delle poltrone Macron-Pd-5stelle-Renzi. l'Europarlamento ha bocciato una risoluzione per spalancare i porti alle ong. Non perdoniamo chi infrange le nostre leggi, vuole riempirci di clandestini e ha messo a rischio la vita dei nostri finanzieri».

Sul voto interviene anche Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia e capo delegazione Del partito al Parlamento UE: «Grazie ai voti determinanti di Forza Italia, il Parlamento europeo ha bocciato la risoluzione che equiparava forze dell’ordine e ONG nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo. Determinati a garantire legalità e sicurezza per i nostri cittadini».

Che cosa conteneva la risoluzione
La proposta di risoluzione che è stata bocciata dalla plenaria dell’Europarlamento invitava «gli Stati membri a mantenere i loro porti aperti alle navi, comprese le navi delle ONG, che hanno effettuato operazioni di salvataggio intendono far sbarcare i passeggeri». La versione originale della risoluzione, che era stata adottata dalla commissione Libertà pubbliche, prevedeva poi di vietare a livello Ue la «criminalizzazione» delle attività di assistenza in mare.

Il testo, grazie a un emendamento presentato dai Socialisti, dai Verdi e dal Movimento 5 Stelle, chiedeva inoltre «un meccanismo permanente e obbligatorio di ricollocamento per gli arrivi via mare». La risoluzione chiedeva anche di «potenziare le operazioni proattive di ricerca e soccorso fornendo una quantità sufficiente di navi e attrezzature specificamente dedicate alle operazioni (...) lungo le rotte sulle quali possono contribuire efficacemente al salvataggio di vite umane». Il testo evocava una possibile missione di salvataggio Ue «coordinata da Frontex» o una serie di «operazioni internazionali, nazionali o regionali distinte, preferibilmente civili».
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » mer nov 13, 2019 9:36 pm

Il Papa tuona contro i muri: "Rendono gli altri ancora più scarti"
Giuseppe Aloisi - Dom, 27/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 1Ksa28e6SI

Il Papa pronuncia l'omelia finale del Sinodo panamazzonico. Bergoglio rimprovera anche la Chiesa per la derisione verso gli ultimi
Dopo l'omelia del Papa pronunciata questa mattina presso la Basilica di San Pietro, il Sinodo panamazzonico volge ufficialmente al termine.

Jorge Mario Bergoglio, nel suo intervento di oggi, ha rilanciato il suo trittico pastorale: "Terra, casa e lavoro" sono stati i protagonisti indiscussi delle parole odierne del pontefice argentino. Così com'è spesso accaduto in questi anni di pontificato. Ma l'accento è stato posto ancora una volta sui poveri, sul necessario contrasto alla "religione dell'io" e sulla "precarietà di vita", che per Francesco è posta sotto la minaccia di "modelli di sviluppo predatori". Un'altra critica, insomma, allo sfruttamento derivante da un certo tipo di capitalismo, che il vescovo di Roma ha scelto di ribadire con la forza argomentativa che lo contraddistingue.

Stando a quanto si apprende dall'Agi, tuttavia, il Papa ha voluto anche lanciare un messaggio interno: "Quante volte, anche nella Chiesa, le voci dei poveri non sono ascoltate e magari vengono derise o messe a tacere perchè scomode", ha detto il Santo Padre. Non si tratta solo di una questione esterna, quindi. Pure la Chiesa cattolica è chiamata ad un cambio di atteggiamento nei confronti delle periferie economico-esistenziali. E l'Amazzonia può essere elevata a simbolo di quelle realtà. C'è stato spazio, come anticipato, per riflessioni meno centrate sulle dinamiche ecclesiastiche: "Quante presunte superiorità, che si tramutano in oppressioni e sfruttamenti, anche oggi! Gli errori del passato non son bastati per smettere di saccheggiare gli altri e di infliggere ferite ai nostri fratelli e alla nostra sorella terra: l'abbiamo visto nel volto sfregiato dell'Amazzonia", ha tuonato Bergoglio, secondo quanto è stato riportato invece dall'Adnkronos.

Per quel che riguarda la "religione dell'io", infine, il Papa è arrivato a parlare d'ipocrisia, che "con i suoi riti e le sue preghiere, dimentica del vero culto a Dio, che passa sempre attraverso l'amore del prossimo". Già nel corso di ieri il Santo Padre aveva usato parole due nei confronti dei cattolici elitari. Ma chi sono? Quelli che " pur andando a messa dimenticano il prossimo e alzano muri". Coloro che, per il Santo Padre, finiscono con l'alimentare la cultura dello scarto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » mer nov 13, 2019 9:37 pm

Una ong ha spedito un pezzo di muro di Berlino a Trump
9 novembre 2019

La sezione di Muro di Berlino inviata dalla Ong tedesca a Trump



https://www.agi.it/estero/pezzo_muro_be ... jLftAkHZTw


Un gruppo di cittadini berlinesi ha spedito al presidente americano, Donald Trump, una sezione del Muro di Berlino come monito per i suoi piani di costruzione di una barriera al confine Sud degli Stati Uniti: "Nessun muro è per sempre".

La sezione di 2,7 tonnellate del Muro di Berlino è arrivata alla Casa Bianca nell'ambito dell'iniziativa "Il muro contro i muri" del gruppo no profit pro-democrazia con sede a Berlino Die Offene Gesellschaft (La società aperta). Firmato da "Citizens of Berlin", il muro reca il messaggio inciso: "Vorremmo darvi uno degli ultimi pezzi del fallito Muro di Berlino per commemorare la dedizione degli Stati Uniti alla costruzione di un mondo senza muri. La Germania è di nuovo unita e a Berlino solo pochi pezzi sparsi ci ricordano che nessun muro dura per sempre".

All'inizio di questa settimana - riporta Newsweek - il gruppo aveva annunciato alla Casa Bianca che avrebbe consegnato la sezionenella serata odierna, nel momento esatto della caduta del muro di Berlino. Tuttavia, Fox News ha riferito che è improbabile che l'amministrazione Trump lo accetti.

Pagato con donazioni private, il gruppo ha ottenuto il pezzo di muro, che pesa più di cinque pianoforti, da un rivenditore nella capitale tedesca. È stato quindi trasportato in aereo a New York e portato a Washington DC con un camion. La trovata eè una critica alla politica di immigrazione di Trump che mira a costruire un muro di frontiera "grande, bello" al punto da farne una questione di sicurezza nazionale.

"Se il Presidente accetta la lettera, è sua. Ma i regali a un presidente in carica appartengono sempre agli Stati Uniti e non all'individuo in carica. Appartiene alla gente. Quindi speriamo che questa lettera finisca in un luogo pubblico dove tutti i cittadini possano leggerla. Dopotutto, il messaggio principale è un grande ringraziamento dai berlinesi agli Stati Uniti e al suo popolo", ha spiegato a Quartz.com Philip Husemann, amministratore delegato di Die Offene Gesellshaft. "Per decenni - ha aggiunto - gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo importante nel far crollare questo muro. Da John F. Kennedy a Ronald Reagan, i presidenti degli Stati Uniti lo hanno combattuto".

Il gruppo tedesco ha anche invitato le persone ad accedere al sito dell'organizzazione per firmare con il proprio nome sotto l'immagine della sezione, in protesta contro il muro di Trump.

Alberto Pento
Idioti al 1000% come se questi muri fossero tra loro comparabili.

Il muro di una diga che protegge la terra abitata e coltivata, dall'invasione del mare non è comparabile con il muro di un gulag o di un lagher.

Forza Trump vai avanti con il tuo muro e rafforzalo con le mitraglie e i cani. Gli uomini che non rispettano i paesi altrui, la casa altrui, la proprietà altrui, sono dei criminali che non meritano alcun rispetto.

La libertà, la proprietà, la ricchezza e la sovranità sono valori umani più che degni da difendere ad ogni costo e con ogni mezzo, essi sono alla base della vita e della civiltà.

La solidarietà umana e internazionale va commisurata alle possibilità e se strumentalizzata da irragionevoli ideologie e demenziali utopie politico religiose, porta miseria, distruzione, inciviltà e morte, in tale veste essa diviene disvalore e crimine da combattere con ogni mezzo e ad ogni costo.


Mattarella avverte l'Europa sui migranti: "Agiamo ora o saremo travolti"
11/10/2019

https://www.huffingtonpost.it/entry/mat ... lPT0ivR48w

“Serve una gestione sostenibile ma comune del fenomeno e non la rimozione, il tirarsene fuori”. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando ad Atene. “Il fenomeno - ha aggiunto - va affrontato per governarlo altrimenti travolgerà qualunque equilibrio nel nostro continente. L’ignobile traffico di essere umani, per le nostre coscienze, è un costante rimprovero”. “Senza un’assunzione complessiva nessuno potrà risolverlo ma tutti ne avremo conseguenze negative”, ha detto ancora Mattarella al vertice Arraiolos.

Per Mattarella ”è un dovere morale salvare vite umane, stroncando il traffico di esseri umani”. Il Presidente ha spiegato l’accordo di Malta, ha ricordato che attualmente la rotta con maggiori flussi è quella orientale, “ma per questo occorre una gestione comune che trovi un punto di incontro comunitario”. Mattarella ha indicato i punti che ritiene cruciali per la gestione collettiva dei flussi: “il sostegno dei paesi di origine e transito con il fondo fiduciario per l’Africa, l’attribuzione alla Ue del tema dei rimpatri, una ripartizione degli arrivi, la creazione di canali legali di accesso per gestire in modo sostenibile il fenomeno scoraggiando i trafficanti di esser umani”. “Senza una assunzione complessiva della gestione di queste politiche nessuno potrà risolvere il problema ma tutti ne avremo conseguenze negative” ha concluso.

“La solidarietà è il valore fondante dell’Unione europea, è il motivo che ha fatto nascere l’Unione 70 anni fa. L’alternativa alla solidarietà rischia di essere ciò che è successo alla sinagoga di Halle. Perchè la Ue non è un comitato di interesse, come la Brexit ci sta dimostrando”. Lo ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella intervenendo al vertice del gruppo Arraiolos che si sta svolgendo ad Atene. Il capo dello Stato ha poi ribadito l’urgenza di andare avanti sull’Unione economica e finanziaria: “L’integrazione finanziaria è sempre stato un terreno impervio per la Ue. Siamo in un cantiere aperto e la sua architettura ha bisogno di essere completata, sia in zona Euro che non Euro. La Ue ha bisogno di quel livello di ambizione, ha bisogno di disporre di una completa cassetta degli attrezzi di fronte alle tensioni commerciali e a una congiuntura negativa. Spero che il nuovo ciclo istituzionale dell’Unione rafforzi la dimensione sociale dell’Europa. Solo così - ha concluso - si potrà recuperare in maniera massiccia il consenso dei cittadini”.


Alberto Pento
Mattarella, hai superato da molto l'età della ragione, quindi dovresti aver capito da tempo che bisogna incominciare a dire NO!
La solidarietà umana e internazionale va commisurata alle possibilità e se strumentalizzata da irragionevoli ideologie e demenziali utopie politico religiose, porta miseria, distruzione, inciviltà e morte, in tale veste essa diviene disvalore e crimine da combattere con ogni mezzo e ad ogni costo.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » mer nov 13, 2019 9:38 pm

Lo storico David Frye: "Le civiltà prosperano grazie ai muri"
Roberto Vivaldelli - Mar, 15/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... jQKbP26f6A

I muri e le barriere hanno modellato le nostre civiltà, rendendole più sicure e prospere. Lo spiega in un libro edito da Piemme lo storico americano David Frye

Piaccia o meno agli Open Borders di mezzo mondo, le civiltà nel corso della storia hanno prosperato grazie all'esistenza dei confini, dei muri e delle barriere.

Sì, tutte quelle "protezioni" che gli accoglienti cosmopoliti dipingono come simboli reazionari e "disumani", quasi a far intendere che la patente di "umanità" ce l'hanno solo loro. Che i muri e le difese consentano alle civiltà di crescere e prosperare in pace sembrerebbe quasi una banalità, per la gente comune, ma per i progressisti e i "cittadini del mondo" non è così. A spiegare questo semplice ma fondamentale concetto, ora, non è un "pericoloso sovranista" come il Presidente Usa Donald Trump ma uno storico affermato come David Frye, docente di storia antica presso la Eastern Connecticut State University, che ha pubblicato il saggio:
Muri. Una storia della civiltà in mattoni e sangue edito da Piemme.

Come si legge nella scheda di presentazione, per migliaia di anni, l'umanità ha vissuto dentro e dietro a muri. Muri di confine, città fortificate, barriere hanno separato e protetto le popolazioni dal nemico, dall'estraneo, o semplicemente dall'ignoto. Per migliaia di anni, gli uomini hanno costruito muri, li hanno assaltati, ammirati e oltraggiati. Grandi mura sono apparse in ogni continente, hanno accompagnato il sorgere di città, nazioni e imperi, eppure il loro ruolo è poco studiato nei libri di storia. Sollevate dall'incombenza di stare sempre all'erta, dietro mura e confini le civiltà hanno potuto dedicarsi alla letteratura, all'arte, alla cultura, alle scienze. Prosperare, insomma. Gli uomini, liberi dalle armi, si sono rivolti ad altre occupazioni, alleggerendo le donne da molti lavori pesanti. I popoli non protetti da mura, viceversa, erano destinati a un taciturno militarismo, dove un uomo non era altro che un guerriero.

Nel suo libro, David Frye scrive che "nessuna invenzione nella storia umana ha avuto un ruolo maggiore (rispetto ai muri) nel creare e modellare la civiltà". Come spiega lo storico in un'intervista rilasciata al National Geographic, l'esigenza di erigere barriere e muri nasce da lontano. "L'antico bisogno umano di sicurezza è uno dei fondamenti della vita e deve essere raggiunto prima di poter avere altre cose - spiega -. Furono i muri a dare alla gente la sicurezza di sedersi e pensare. È difficile immaginare un romanzo scritto in un mondo in cui ogni uomo è un guerriero. Fino a quando una società non raggiunge la sicurezza, non può pensare ad altro che ai pericoli che la circondano". Un bisogno e una necessità che rimangono attualissimi, come spiega Frye, perché in tutto il mondo i Paesi stanno costruendo - anche ora - muri e barriere. "In tutto - osserva - oltre 70 paesi diversi hanno fortificato i loro confini".

Oggi, sottolinea, i muri vengono eretti per prevenire l'immigrazione, il terrorismo o il flusso di droghe illegali. Ma c'è una connessione comune, che è l'idea di tenere fuori gli estranei. E in passato? "Le prime erano mure cittadine che ebbero origine con le primissime città come Gerico, la città della Bibbia, che fu costruita attorno decimo millennio a.C., 12.000 anni fa. Era una città murata e, successivamente, quasi tutte le città del mondo antico furono murate" afferma lo storico. Tant'è vero che dentro e fuori le mura, spiega sempre Frye, si svilupparono stili di vita molto diversi. Quando i muri protettivi sorsero in tutto il mondo, influenzarono il modo in cui le persone vivevano, lavoravano e combattevano. E più di ogni altro singolo fattore, i muri sono stati i diretti responsabili dell'ascesa della civiltà. Ma solo ora stiamo iniziando a riconoscere la loro importanza.

Altro che Open Borders, assenza di confini o altre amenità care ai progressisti, dunque: la sicurezza è sinonimo di prosperità e civiltà. Lo dice la storia dell'umanità. Chi sostiene il contrario tifa il caos e barbarie.






Il Dalai Lama dichiara che l’Europa appartiene agli europei, non ai rifugiati e scatena la rabbia dei mondialisti
15 settembre 2018

https://www.controinformazione.info/il- ... CxXHvSGTXY


Il Dalai Lama, quando parla, si riferisce con serenità metafisica monastica alla “unicità” dell’umanità, descrive il capitalismo occidentale come spezzato, e ha invitato le nazioni sviluppate a cercare l’armonia con l’ambiente e a colmare il vuoto di ricchezza.

Il leader spirituale tibetano, il Dalai Lama, ha scatenato la rabbia dei settori globalisti dopo aver dichiarato che “l’Europa appartiene agli europei” e che i rifugiati devono tornare nei loro paesi.
Parlando ad una conferenza nella terza più grande città svedese di Malmö, che ospita una grande popolazione di rifugiati, il 14 ° leader tibetano ha affermato che i rifugiati dovrebbero infine tornare e “sviluppare i propri paesi”.

Le sue osservazioni hanno scatenato la rabbia tra molti commentatori dei grandi giornali e di vari utenti dei social media, che lo hanno definito un “bigotto del primo ordine” e un “ipocrita”.

Il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, è seguito da milioni di buddisti in tutto il mondo
Non era la prima volta che il Dalai Lama faceva commenti controversi sui richiedenti asilo.

In un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter, nel 2016, ha affermato che c’erano “troppi rifugiati” in Europa e che “l’Europa, ad esempio la Germania, non può diventare un paese arabo”.

Le nuove osservazioni del Dalai Lama arrivano in un momento di crescita dei sentimenti nazionalisti e anti-immigrati nei paesi europei, in particolare in Germania, Austria e Italia.
L’intervento di questo leader di fede profondamente spirituale e benevolo dimostra un punto di grande importanza – cioè, che la corretta risposta morale ai vasti movimenti di popolazione vissuti dall’Europa è tutt’altro che ovvia. Questo non è un conflitto diretto di praticità rispetto alla presunta generosità, di testa o di cuore, e i ben intenzionati sostenitori di un approccio per un mondo senza frontiere potrebbero sicuramente fare molto più male che bene.

È ormai universalmente accettato che i movimenti su larga scala di persone dal Medio Oriente e dall’Africa che hanno scatenato l’ascesa di movimenti quali “Alternative fur Deutschland “(AfD), in Germania, dei “democratici svedesi” e di altri movimenti anti immigrati in Europa , non sono solo una ricaduta delle guerre in Siria e Libia, un effetto delle destabilizzazioni fatte dalle guerre di USA e NATO. Questa è più di una crisi di rifugiati. È un problema molto più profondo e più dirimente.

Come nell’opera di Douglas Murray in “The Strange Death of Europe”, la destabilizzazione politica nelle zone di conflitto non è una spiegazione sufficiente di per sé. Piuttosto, in una tendenza a lungo termine, un numero crescente di persone in Africa ed in Asia sta aumentando la sua tendenza per fare il viaggio. Esiste una maggiore consapevolezza attraverso i media moderni degli standard di vita disponibili in Occidente, e c’è stato un aumento delle bande criminali organizzate specializzate nella vendita di passaggi per la trappola mortale del viaggio attraverso il Mediterraneo, in molti casi un traffico di migranti in acque internazionali per essere salvati dalle ONG o dalla marina italiana.

L’incentivo a rialzarsi e cercare una nuova vita in Occidente è stato ulteriormente alimentato dall’accoglienza incondizionata di Angela Merkel offerta nel 2015, dalla prpopaganda migrazionista fatta dal Papa o da la Emma Bonino presso le Tv arabe, gli orrori dei centri di raccolta in Grecia e Lampedusa ne sono il risultato. Sembra che i migranti economici siano a volte informati da operatori caritatevoli e coraggiosi ma fuorvianti che suggeriscono ai migranti di presentarsi come rifugiati dalla guerra siriana (e di assicurarsi che lascino tutti i documenti ufficiali che li farebbero respingere altrimenti a casa), il che significa che devono essere accettati al loro arrivo in Europa . Dal momento che le infrastrutture e i finanziamenti non esistono per farli defluire correttamente, spesso scompaiono semplicemente nel continente, facendosi strada verso i paesi più prosperi del nord Europa (come Svezia e Germania).

Non è affatto chiaro che una politica di accettazione incondizionata sia morale, per non dire sostenibile, e il Dalai Lama ha ragione a suggerire che gli europei hanno il diritto fondamentale di controllare i propri confini. Fa anche notare che i migranti delle nazioni in difficoltà dovrebbero sviluppare i loro paesi e sostenere le loro famiglie a casa. Un numero sproporzionato di migranti economici sono giovani uomini, il che significa che la parte più vitale della popolazione delle economie più povere si sta drenando verso l’Occidente, lasciando gli altri a languire e privando quei paesi delle risorse umane.

A prima vista, una politica di allontanamento di coraggiosi individui che hanno compiuto un viaggio insidioso appare indicibilmente insensibile. Ma è proprio l’apertura, la tolleranza e l’istinto umanitario delle nazioni occidentali a essere sfruttate dai trafficanti. L’Australia ha perseguito la politica della linea dura dicendo “non di più”, con l’effetto finale che i gangster che organizzano il commercio non se ne occupano più. Questo non solo impedisce una reazione populista a casa; ancora più importante mette fine ai centri di detenzione inumani e ai corpi trovati galleggianti nel mare.

La crisi dei migranti è una delle maggiori sfide per l’Europa occidentale per una generazione, con gravi implicazioni per la nostra politica interna e per il benessere umanitario a livello globale. Ma le risposte sono tutt’altro che semplici, e l’intervento del Dalai Lama – un uomo che incarnava l’antitesi del bigottismo nazionalista – dovrebbe essere un campanello d’allarme per i leader europei. I politici vogliono giustamente fare la cosa giusta. In questo caso, i bordi aperti non sono la risposta.

Nota: Come sosteniamo da tempo, l’immigrazione viene usata come arma politica per destabilizzare l’Europa. I governi occidentali e i leader politici stanno deliberatamente permettendo quantità illimitate e illecite di immigrazione illegale , oltre ad accettare centinaia di migliaia di rifugiati dalle nazioni musulmane nei loro stati. Inoltre, l’Islam radicale sta certamente utilizzando l’immigrazione nelle nazioni occidentali come tattica per raggiungere l’obiettivo dichiarato pubblicamente e spesso ripetuto di conquistare le nazioni non musulmane dai propri confini semplicemente superandoli in sviluppo demografico. Verità scomoda ma non gradita ai sostenitori del globalismo e del mondo senza frontiere.
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