A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

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Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:32 pm

A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente
L'Africa agli africani, l'America agli americani, l'Asia agli asiatici, l'Europa agli europei, l'Oceania agli oceaniani
viewtopic.php?f=205&t=2887
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:33 pm

Vivere e convivere contro natura

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2847

Costringere le persone più disparate e le genti e i popoli più diversi a vivere e a convivere contro la loro natura e compatibilità, contro la loro volontà e libertà e scelta e sovranità, è una violenza disumana che può generare violenza indicibile, proprio come con gli animali.
Quindi la costrizione all'accoglienza, all'ospitalità attraverso la demonizzazione civile, il ricatto religioso, le decisioni governative e sovranazionali imposte alle persone e ai popoli è un crimine contro l'umanità che ha la sua natura, le sue leggi, i suoi ritmi, i suoi bisogni naturali e universali;
qualsiasi innaturale forzatura produce conseguentemente del male a non finire, sofferenze immani, rivolte, guerre e bagni di sangue.

Soltanto gli idealismi utopici e le loro ideologie dogmatiche e teocratiche, nella loro cieca presunzione e arrogante ignoranza delle cose, del vero e del reale, possono arrivare a tali aberranti mostruosità di manipolazione della natura umana, della società, della vita, della politica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:34 pm

La mia terra non è la tua terra. Chiudere i porti e presidiare ogni metro di costa.
La terra è di tutti ma ognuno ha la sua terra e la deve difendere. Chiudere i porti e presidiare ogni metro di costa e di confine.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2784
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 2023444339


Due buoni decaloghi per accogliere ed essere accolti, in linea con i valori/doveri/diritti umani universali, naturali, civili e politici.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5617282189



Alessandro Agostini
E già..propio come hanno fatto da secoli..



Alberto Pento
Gli imperialismi e i colonialismi imperialisti che danneggiano e depredato i paesi altrui e i popololi di quei paesi sono un male.
Il libero scambio commerciale, il turismo e l'emigrazione regolare e rispettosa sono un bene.

Alessandro Agostini
Alberto Pento la storia degli "europei"...la fa da padrona


Alberto Pento
Gran parte delle popolazioni della terra sono state imperialiste e colonialiste, talune anche schiaviste e molte lo sono a tutt'oggi.
L'Europa non è né imperialista, né colonialista, né schiavista e il fatto che nel passato qualche paese europeo lo sia stato non giustifica quello di altri non europei e l'odierna invasione a danno dell'Europa e degli europei.

Alessandro Agostini
Alberto Pento sempre che tutt ora..i paesi "occupati"..abbiano livelli minimi di sussistenza..se tutt ora invece sono in una nuova forma di "schiavitu'"...che ci possiam fare?


Alberto Pento
Non siamo noi europei e occidentali i responsabili dei mali del Mondo e dell'umanità, né tanto meno dobbiamo essere noi a risolverli.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:35 pm

All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla, ma proprio nulla, niente di niente, tanto meno agli asiatici e ai nazisti maomettani d'Asia e d'Africa.
Ci dispiace per i cristiani ma non possiamo accogliere tutti perché non vi è spazio, non vi sono risorse e non c'è lavoro, in Italia vi sono già milioni di poveri, di disoccupati e di giovani costretti a migrare; e un debito pubblico tra i più alti del mondo occidentale che soffoca lo sviluppo e alimenta i parassiti e la corruzione. Gli africani si arrangino e restino in Africa a risolvere i loro problemi.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2494


Alessandro Agostini
Alberto Pento gli africani vadano...andranno..a casa dei loro "padroni"...se spera...


Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2681
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3718848248

Non vi è nulla di più umano e onorevole, ideale e spirituale nel pensare prima a costoro che alla tua gente.
Pensa prima ai tuoi concittadini, alla tua gente e al tuo paese, invece di pensare agli africani e all'Africa; anche se nel corso della tua vita te li hanno fatti disprezzare e odiare in qualche modo o per qualche ragione.
Quando si arriva a disprezzare e a odiare la propria gente e il proprio paese, anteponendovi gli altri è i brutto segno di una tragica malattia della propria umanità, della propria gente e del proprio paese.
Non vi è nulla di cristiano nel disprezzare e nell'odiare la propria gente e il proprio paese e nel preferirvi altri a loro che sono il tuo vero e primo prossimo.
Poi pensa a quanti ultimi vi sono tra la tua gente: quanti poveri e bisognosi, ammalati e oppressi, disoccupati e senza casa, soli senza affetto e senza cure, sofferenti e senza speranza.
Non vi può essere fraternità universale se prima non si ama e non si consolida la propria famiglia, la propia gente, la propria comunità e paese.



Alessandro Agostini
Alberto Pento aiutatli nei loro paesi...costetebbe meno e renderebbe di piu..ma i colonizzatori..li aiutano a "rubare" delle loro ricchezze...naturali...


Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!
All'Africa non dobbiamo nulla, non abbiamo alcun obbligo, alcun dovere, alcun debito da pagare, si debbono arrangiare.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 175&t=2851



Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2624


Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2542
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7401811401


Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2605
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:36 pm

Africa razzista, il continente nero è tra i più razzisti della terra
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2750

Razzismo africano:
interetnico e tribale, dei neri contro i bianchi, dei maomettani contro i cristiani, gli ebrei e gli animisti


Alessandro Agostini
Alberto Pento vadano..ciascuno..uno x uno...a casa sua..dei e dai loro padroni...dei e dai loro colonizzatori..dei e dai loro imperialisti..

Alberto Pento
Gli africani in Africa hanno già cacciato anche malamente i bianchi europei che nei secoli passati l'hanno colonizzata e schiavizzata, i bianchi non devono loro più nulla e poi non tutti i bianchi e gli europei e gli occidentali sono stati colonizzatori e schiavizzatori, queindi nessuna demonizzazione dell'occidente, degli europei, dei bianchi e dei cristiani, nessuna colpa collettiva da scontare, nessuna nemesi storica a carico delle genti europee.



Colonizzazione e decolonizzazione dell'Africa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1822

Gli europei o i bianchi europei che nei secoli passati hanno colonizzato l'Asia e l'Africa o che le hanno invase con il loro imperialismo politico militare sono stati quasi tutti cacciati, espropriati e sterminati Il Sudafrica è uno degli ultimi esempi, nonostante i bianchi europei colonizzatori del paese abbiano rinunciato al loro dominio politico consentendo ai neri africani di partecipare e concorrere alla sovranità politica nella gestione del paese e dello stato; gli africani del Sudafrica come in quasi tutti gli altri paesi del continente nero, maltrattano i bianchi e molti di loro hanno ritenuto e ritengono che i bianchi debbano essere tutti espropriati, cacciati o sterminati.
Per il principio di reciprocità gli africani non possono che aspettarsi lo stesso trattamento e nessunissimo riguardo.
L'imperialismo coloniale così terminato non può quindi essere assunto come scusa, giustificazione e pretesto per l'invasione degli africani in Europa.
I bianchi europei, i cristiani europei, gli stati europei odierni non hanno più alcuna responsabilità e non vi è ragione che debbano sentirsi in colpa verso l'Africa e gli africani; non ne hanno per l'instabilità e i regimi politici indigeni disumani dell'Africa, per le carestie e le epidemie che falciano le sue popolazioni, per i problemi causati dalla sovrapopolazione in molti paesi del continente.
Nemmeno le multinazionali europee del petrolio, minerarie, del legno e agricole sono responsabili dei regimi politici autoritari, dei conflitti etnici, delle crisi sociali, delle carestie, delle problematiche derivanti dalla sovrapopolazione, del sottosviluppo economico endemico e di tutti i mali che affliggono l'Africa. Possono avere qualche responsabilità indiretta locale tipo l'inquinamento o la disoccupazione allo stesso modo che ce l'hanno ovunque nel mondo e nella stessa Europa, tutte questioni che vanno risolte localmente in Africa nei paesi africani, con i loro stati e con le loro popolazioni.
Le problematiche africane dovute alle carestie naturali, ai regimi politici, al tribalismo, ai conflitti etnici e religiosi, alla sovrapopolazione, alle difficoltà e alle crisi economiche non sono responsabilità e non riguardano direttamente l'Europa e pertanto il peso non va scaricato assolutamente sugli europei.
La solidarietà umana dell'Europa e dei suoi paesi, caso mai può esserci solo se volontaria e se non crea problemi ai cittadini europei.
Quindi anche la migrazione socio-economica e l'asilo politico e umanitario vanno trattati alla luce di queste ed altre considerazioni tra cui la sicurezza socio politica, la compatibilità culturale e religiosa, le possibilità economiche e finanziarie.
Non ha alcun senso universale deprivare il propri cittadini, i propri famigliari, la propria gente per aiutare altri che magari sono solo profittatori, parassiti e criminali travestiti da bisognosi.


Alessandro Agostini
Alberto Pento se fosse che tutto finito...non capisco petche vi siano guerre..x portare democrazia? Giorgio Bianchi ne sai piu di un "diavolo per capello"?

Alberto Pento
Le guerre ci sono principalmente per colpa degli africani stessi e dei nazi maomettani con il loro imperialismo del terrore e dell'orrore.



"La povertà in Africa è una scelta". Le parole coraggiose del vescovo di Kumasi
Anna Bono
13-08-2019

http://www.lanuovabq.it/it/la-poverta-i ... A.facebook

“La povertà in Africa è una scelta. È dimostrato. I problemi dell’Africa sono il risultato di scelte sbagliate”. Così si è espresso Monsignor Gilbert Justice Yaw Anokye, arcivescovo di Kumasi, Ghana, e Presidente di Caritas Africa. Fra i fattori che elenca: guerre, estremismo religioso, instabilità politica, corruzione, tirannie, incuria. "Abbiamo dormito per troppo tempo, dobbiamo svegliarci subito". Il contrario di quel che dicono Fao e Christian Aid. Che danno la colpa principale ai cambiamenti climatici.

“La povertà in Africa è una scelta.
È dimostrato. I problemi dell’Africa sono il risultato di scelte sbagliate”. Così si è espresso Monsignor Gilbert Justice Yaw Anokye, arcivescovo di Kumasi, Ghana, e Presidente di Caritas Africa, intervistato il 9 agosto mentre si trovava in Kenya per visitare la sede regionale di Caritas Africa. “Questo – ha proseguito – succede quando si scelgono dei cattivi leader. Abbiamo votato dei leader corrotti seguendo criteri tribali, per paura o per convenienza. Dall’indipendenza abbiamo scelto dei leader che non hanno aiutato l’Africa a crescere. Ci sono stati dei buoni leader, ma che sono stati deposti con colpi di stato sostenuti per interesse da persone o da paesi. Perciò i problemi dell’Africa sono causati da pessime leadership”.

A riprova che uscire dalla povertà è questione di scelte, Sua Eccellenza ha citato il caso di paesi come la Malesia e Singapore che ci sono riusciti grazie al fatto di aver scelto dei buoni leader: “anche l’Africa può farcela. Abbiamo dormito per troppo tempo, dobbiamo svegliarci, subito. E ci riusciremo se faremo in modo di scegliere dei buoni leader che si impegnino nella democratizzazione dei nostri paesi, leader con politiche buone non per le loro tasche e per le loro pance, per quelle delle loro famiglie o dei loro gruppi etnici. Quell’epoca si deve chiudere e non deve più ritornare”.

Nel corso dell’intervista monsignor Anokye ha elencato i principali fattori critici del continente africano di cui l’uomo è responsabile: guerre civili, come in Sudan del Sud, estremismo religioso, come in Somalia e in Nigeria, instabilità politica, come in Burkina Faso. Ha accennato anche ai danni all’ambiente causati dall’uomo: “tagliamo gli alberi senza ripiantarli – ha detto – scaviamo per estrarre oro, diamanti e rame senza richiudere le cave, coltiviamo senza prenderci cura del suolo … Tutti questi sono danni causati dall'uomo e devono essere evitati”.

Sono parole coraggiose quelle di monsignor Anokye. Benché viva in un paese relativamente sicuro come il Ghana, migliore di altri per democrazia, stabilità e buona politica, potrebbero costargli care perché ai leader africani non piace sentirsi accusare. Fanno sparire o chiudono in carcere gli oppositori che li sfidano, minacciano i direttori dei mass media e se non basta ne chiudono i giornali e le reti televisive. Se è la comunità internazionale a criticarli reagiscono con protervia. Quando la Corte penale internazionale ha deciso di indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse dal suo governo, il presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza, prima ha negato l’ingresso alla commissione inquirente e poi, nel 2017, ha revocato l’adesione del suo paese alla Corte. Era il 27 ottobre. Il presidente ha dichiarato il giorno successivo festa nazionale per permettere alla popolazione di celebrare la “storica giornata”.

Proprio il Burundi di Nkurunziza è uno degli stati che meglio dimostrano quanto monsignor Anokye abbia ragione. Il “Rapporto mondiale 2019 sulle crisi alimentari” della Fao colloca il piccolo stato africano tra i paesi del mondo più colpiti da insicurezza alimentare. Un altro rapporto, “Lotta alla fame: indice del clima & della vulnerabilità alimentare” pubblicato all’inizio di agosto da Christian Aid, la nota organizzazione no profit britannica impegnata nella lotta contro la povertà, pone il Burundi al primo posto nell’elenco dei paesi in cui si soffre maggiormente la fame.

Anche la Fao e Christian Aid, come monsignor Anokye, affermano che povertà e fame sono una scelta, che i problemi dell’Africa e quindi anche del Burundi sono il risultato di scelte umane sbagliate. Solo che per Fao e Christian Aid l’insicurezza alimentare del Burundi e degli altri paesi che ne soffrono è dovuta agli effetti già percepibili del cambiamento climatico di origine antropica.

Non considerano che, a causa del succedersi di governi irresponsabili, avidi e incapaci, a quasi 50 anni dall’indipendenza oltre il 90% degli abitanti del Burundi sono agricoltori gran parte dei quali tentano, come hanno fatto i loro predecessori per secoli, di sopravvivere coltivando piccoli appezzamenti e allevando bestiame con le tecniche, i modi e i rapporti di produzione delle economie di sussistenza più elementari: con attrezzi rudimentali, senza controllo delle acque, senza fertilizzanti e diserbanti, secondo una divisione del lavoro che fa gravare la maggior parte delle mansioni su donne e bambini.

Ne deriva che la produttività del lavoro è molto bassa, i risultati incerti e irregolari, la carestia un evento sempre incombente. Ma non è questo il problema, secondo Fao e Christian Aid. La causa dell’insicurezza alimentare non è neanche il tribalismo che in questo paese, come nel vicino Rwanda, oppone Hutu e Tutsi, due etnie che tra il 1993 e il 2006 hanno combattuto una guerra devastante con un bilancio di 300.000 morti quasi tutti civili, e che continuano a nutrire sentimenti ostili con la minaccia costante che di nuovo degenerino in conflitto cruento.

Per Fao e Christian Aid povertà e fame non derivano nemmeno dalla corruzione e dal malgoverno sfrenati, ostentati, rivendicati come il diritto del più forte; né dal fatto che il Burundi dal 2005 è governato da un presidente folle, Pierre Nkurunziza, un Hutu, che si considera unto da Dio; un leader che, violando la costituzione, nel 2015 si è candidato per un terzo mandato, che alle proteste della popolazione ha risposto reprimendo il dissenso con ferocia – torture, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate… – armando i giovani Hutu e assicurandosi la vittoria elettorale con brogli e intimidazioni: al costo di migliaia di civili morti e centinaia di migliaia di profughi.

Tutt’al più, secondo Fao e Christian Aid, questi sono fattori aggravanti. È il global warming provocato da uomini che vivono in paesi lontani la causa dell’insicurezza alimentare in Burundi.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:37 pm

Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
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Alessandro Agostini
https://youtu.be/HCwiU19yil0

Alberto Pento
Queste sono per lo più falsità antiamericane.

Idiozie antiamericane.
A noi veneti gli USA non hanno mai fatto del male anzi ci hanno difesi dai nazismi fascista, nazista, comunista. Poi hanno accolto tanti veneti di buona volontà costretti a migrare dalla miseria causata dallo Stato italiano.
Grazie America, grazie USA presidio di libertà e di democrazia per il Mondo intero.

Io sto con Trump e gli USA - contro l'antiamericanismo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =25&t=2771


Alberto Pento
Gli USA avranno fatto i loro errori, qualcuno avrà fatto il furbo e il carogna, ma restano il meno peggio dei competitori politici internazionali e nel complesso all'umanità hanno fatto più bene che male.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:37 pm

Crimini e delitti dei clandestini, degli irregolari e di altri stranieri più o meno regolari o in attesa di regolarizzazione o di respingimento
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1814


Violenza e stupri africano asiatico maomettani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2679

Violenza e stupri africano asiatico maomettani, aggravati dal disprezzo e dall'odio etnico ideologico politico religioso, dalla ferocia bestiale e disumana, dall'abuso dell'ospitalità e dalla clandestinità, da certa rivalsa razziale e continentale istigata da demenziali e criminali ideologie antioccidentali, antieuropee, anticristiane e antibianchi;
resa ancora più tragica dalla mancanza di adeguata tutela dei cittadini da parte dello stato italiano e degli stati europei, delle irresponsabilità dei loro governi e dei loro organi giudiziari e di polizia, nonché delle chiese cristiane, dei media e di tanti opinionisti schierati contro le vittime bianche europee e cristiane e a giustificazione, attenuazione e favore nei confronti dei carnefici asiatici, africani, islamici.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:38 pm

A Dover le ronde antimigranti: "Impediamo gli sbarchi da Calais"
Andrea Pegoraro - Sab, 21/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/les ... n0qcNdL1og

Paul Golding, leader di Britain First, spiega che le spiagge della città costiera verrano pattugliate giorno e notte "perché l'invasione da Calais sta andando fuori controllo"

Vogliono fermare l’arrivo dei migranti sulle coste britanniche. Britain First, organizzazione politica di estrema destra è decisa nel suo intento.

Come riportato dalla Stampa, il leader del partito Paul Golding sottolinea in un video che le spiagge di Dover verranno pattugliate giorno e notte per impedire ulteriori sbarchi dei migranti provenienti da Calais, in Francia. Secondo Golding, “questa invasione sta andando fuori controllo”. E infatti le traversate della Manica hanno subito un incremento anche se i numeri del Regno Unito non sono paragonabili con quelli italiani. Stando ai dati, quest’anno sarebbero arrivate 1.200 persone su imbarcazioni di fortuna, spesso condotte da trafficanti di esseri umani.

Golding evidenzia che “se qualcuno dei migranti di Calais proverà a entrare nel nostro bellissimo Paese lo intercetteremo e glielo impediremo” e va all’attacco della Guardia costiera britannica definendola “inetta e inefficiente”.

L'associazione umanitaria Care4calais ha espresso la sua preoccupazione per questa iniziativa precisando che “quando uomini, donne e bambini profondamente traumatizzati arrivano sulle nostre coste hanno spesso bisogno di cure mediche e dovrebbero essere accolti da professionisti”.

Le ronde di Britain First, conosciuto per la sua propaganda anti islamica, si inseriscono in un contesto dove stanno aumentando gli episodi di intolleranza verso le minoranze etniche. Basti pensare che nel biennio 2017/18 la polizia ha registrato più di 96 mila crimini di odio in Inghilterra e Galles, numeri più che raddoppiati rispetto a 5 anni prima.





Lampedusa assediata Sudanese ucciso in Libia L'Ue: «Chiudere i centri»
Valentina Raffa - Sab, 21/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... kMbqyHWaMo

In 500 riportati a Tripoli: un fuggitivo morto per gli spari della guardia costiera di Serraj

Uno dopo l'altro barchini e pescherecci raggiungono Lampedusa. Senza sosta. Alcuni vengono individuati in mare dalle forze dell'ordine, altri approdano sulle spiagge, dove i migranti tentano di disperdersi.

Non si fa in tempo a svuotare l'hotspot dell'isola trasferendo gli ospiti in altre strutture che arrivano nuovi gruppi. Così nella notte tra giovedì e ieri, quando sono arrivati altri 42 stranieri. Erano su due barche in legno, una con 15 e l'altra con 27 persone, che sono state individuate dalla Guardia di finanza all'imbocco del porto. Dal 1° gennaio al 20 settembre si registrano 6.623 arrivi, con una escalation in questo settembre nero che, se è caratterizzato da particolare instabilità politica in Libia, deve i suoi continui sbarchi anche alla politica dell'accoglienza a tutti i costi del governo giallorosso che probabilmente non fa bene a nessuno se solo si pensa che i criminali che si arricchiscono sulla pelle dei migranti stanno approfittando del momento per organizzare i viaggi, e più natanti in mare significa anche maggiore possibilità di naufragi.

La conta degli arrivi in Italia sarebbe più numerosa se la guardia costiera libica non avesse individuato dei gruppi che tentavano la traversata. Negli ultimi 6 giorni ha riportato indietro 500 persone. In una di queste operazioni è stato ucciso un sudanese. Era stato riportato ad Abusitta (Tripoli) con i 102 compagni di viaggio. Tutti hanno tentato di disperdersi perché temevano di essere rinchiusi nei centri di detenzione. Sono stati esplosi colpi d'arma da fuoco in aria e uno ha centrato l'uomo allo stomaco. Malgrado l'intervento di un medico dell'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), agenzia collegata alle Nazioni Unite, l'uomo è morto in ospedale due ore dopo. L'Oim ha condannato l'azione e ha chiesto alle autorità libiche di indagare e consegnare i responsabili alla giustizia. «L'uso di proiettili contro civili, uomini, donne e bambini vulnerabili disarmati è inaccettabile in ogni circostanza e genera allarmi sulla sicurezza dei migranti e del personale umanitario» ha detto Leonard Doyle dell'Oim. Fa eco la dichiarazione della portavoce del Servizio esterno Ue, Maja Kocijancic, che aggiunge: «Stiamo lavorando per la chiusura dei centri di detenzione per avere strutture in linea con gli standard internazionali». Sono circa 5mila le persone, sia uomini che donne e bambini, detenute in questi centri. Matteo Orfini punta il dito contro «gli accordi Italia-Libia voluti dal governo Gentiloni» e ritiene che il governo libico non sia un interlocutore affidabile.

Intanto l'attenzione dell'Ue è rivolta ad altri accordi, quelli inerenti all'assegnazione di un porto sicuro ai migranti, all'accoglienza e alla redistribuzione. Il trattato di Dublino va rivisto senza escamotage per far ricadere sull'Italia i maggiori oneri del fenomeno migratorio. Lunedì i ministri dell'Interno di Italia, Francia, Germania, Malta, sotto l'egida della presidenza finlandese, si sono dati appuntamento a Malta, dove i nodi principali che saranno trattati sono il sistema di rotazione dei porti di sbarco e «lo status» dei migranti da ridistribuire tra gli Stati membri. Le risultanze saranno portate all'attenzione dei capi di stato e di governo europei al summit del 17 e 18 ottobre. L'obiettivo dell'Italia è che siano ridistribuiti tutti gli stranieri e non solo quelli che possono chiedere asilo, come previsto inizialmente dalla proposta del 2015 della Commissione europea.


Alessandro Agostini
Alberto Pento ma qui sappiamo oramai tutti e tutte..le ragioni occulte di ciò'...tutto cio non ha nulla a che fare con ciò che definiamo noi ...in senso civico civile umanitario...


Alberto Pento
Non vi è nulla di civile e di umanitario in tutto ciò che danneggia i cittadini italiani e le genti native e indigene dell'Europa.
Questa apertura e questa accoglienza indiscriminata e scriteriata è un crimine contro la nostra umanità di cittadini italiani ed europei.

Alessandro Agostini
Alberto Pento concordo...meglio sarebbe aiutarli a casa loro...costerebbe pure meno e si realuzzerebbe di più..senza pero fare i colonizzatori..pero'...altrimenti siam punto e a capo.

Alberto Pento
Nemmeno aiutarli a casa loro, non abbiamo alcun dovere e oltretutto non abbiamo alcuna risorsa per aiutare chichessia. Debbono arrangiarsi.

Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!
All'Africa non dobbiamo nulla, non abbiamo alcun obbligo, alcun dovere, alcun debito da pagare, si debbono arrangiare.
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:39 pm

Grazie Salvini!


Porti chiusi alla Gregoretti, i giudici all'assalto di Salvini
Giovanna Stella - Sab, 21/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... iOk3lJxtV8

Dopo il caso Diciotti, un'altra vicenda al tribunale dei ministri. Salvini: "Non ho paura, difendo ancora i confini italiani"

"Sabato pomeriggio, a casa coi bimbi a fare i compiti e guardare i cartoni, suonano alla porta e ti consegnano una busta chiusa che arriva dalla Procura di Catania...

Mah... Che dite, buone o cattive notizie? La apriamo insieme più tardi e ne parliamo?? Paura? Di niente e di nessuno!". Così l'ex titolare del Viminale, Matteo Salvini, presenta la nuova "letterina" che gli è stata recapitata a casa. Di che cosa si tratta?

La Procura di Catania chiede l'archiviazione per Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona per la nave Gregoretti della Guardia costiera. Il fascicolo era stato aperto a fine luglio dalla procura di Siracusa contro ignoti. La nave della Guardia Costiera era rimasta per alcuni giorni nella rada del porto di Catania con a bordo 121 dei 131 migranti soccorsi in mare. Il comandante della nave era stato sentito dalla Procura di Siracusa.

Poi, gli atti furono trasferiti da Siracusa a Catania ritenendo che ci fosse il reato di sequestro di persona con eventuali responsabilità a livello ministeriale. Quindi, a Catania, il pm Andrea Bonomo ha iscritto il fascicolo a carico di noti, cioè di Matteo Salvini. Poi, il pm, ha ritenuto "non sussistente il reato di sequestro di persona" chiedendo l'archiviazione al tribunale dei ministri.

Il caso della Gregoretti è analogo a quello della nave Diciotti di un anno fa. Alla motovedetta della Guardia costiera Gregoretti era stato bloccato l'attracco. Matteo Salvini non ha mai cambiato idea sulla linea da tenere sul tema, è sempre stato molto chiaro e all'epoca aveva dichiarato: "Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall'Europa non arriverà l'impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave".

Per chi non lo ricordasse, la Gregoretti aveva preso a bordo 50 migranti che erano stati soccorsi dal peschereccio Accursio Giarratano ed altri 91 salvati da un pattugliatore della Guardia di finanza. Nei giorni successivi furono fatti sbarcare al porto di Catania una donna all'ottavo mese di gravidanza insieme al suo nucleo familiare composto da marito e due figli piccoli e, ad Augusta, presso il molo Nato, 16 persone che si sono dichiarate minorenni (tra i 15 ed i 17 anni). Per poi scoprire che non tutti erano minorenni. Anzi: era uno strategemma per farli sbarcare.


Il commento di Matteo Salvini

"Difendere i miei figli, il mio Paese faceva e fa parte del mio lavoro e bagaglio culturare - ha detto in diretta su Facebook -. Se dovesse essere richiesto il processo sono pronto a tutto e tutti. Intanto in queste ore continuanto gli sbarchi, a settembre sono umentati del 30% rispetto lo scorso anno nello stesso periodo, Conte ha calato le braghe, Macron e Merkel sono contenti, Bruxelles è contento, Sicilia e resto d'Italia non è contento. Torniamo ad essere il campo profughi d'Italia. Gli scafisti sono contenti che con i soldi si comprano armi e droga. E Zingaretti, Conte e gli altri sono lì a cazzeggiare".

E dopo un riferimento al ministro Costa che vuole tassare il gasolio, agli inciuci dell'ultima ora e agli sbarchi fuori controllo, Salvini apre la busta. Il contenuto? Il sostituto procuratore di Catania chiede l'archiviazione. "Al senatore Salvini - si legge nella busta - è mio dovere comunicarle ai sensi della legge che lo scrivente ha trasmesso in data odierna al collegio presso il tribunale dei ministri gli atti del procedimento penale iscritto nei suoi confronti il 7 settembre commesso in Augusta dal 27 al 31 luglio, vado a memoria è sequestro di persona, 8 anni di carcere però reiterato, quindi ne rischio 15. Nel trasmettere al tribunale dei ministri gli atti ho formulato richiesta archiviazione. Il sostituto procuratore della procura distrettuale della Repubblica di Catania, Andrea Bonomo, sostanzialmente sostiene che non ho fatto niente".

Gli atti, quindi, sono stati trasmessi "al collegio per i reati ministeriali di Catania" per il caso della nave Gregoretti, a cui non concesse di approdare in porto ad Augusta, dal 27 al 31 luglio, ma formulando "richiesta motivata di archiviazione". Eppure "chi mi vede angosciato e preoccupato vede male, ho messo in conto di dare fastidio a qualcuno".

Cosa deciderà di fare il tribunale dei ministri? Salvini dice orgoglioso di non aver paura, "difenderò sempre i confini del mio Paese".


Magistrati eversori processate anche me che sono uno dei milioni di mandanti del Ministro dell'Interno Salvini, non sono leghista ma dopo 20 anni di non voto il 4 marzo del 2018 ho votato Salvini.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9840908577
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2826




Nell'università degli illiberali basta un tweet e perdi il posto
Nicola Porro - Dom, 22/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... hU4uqPFL5s

Non ci saranno manifestazioni di piazza per Marco Gervasoni. Non ci saranno catene digitali sulla rete.

Il presidente della Repubblica neanche saprà cosa è successo. Così come per tanti cittadini italiani che giustamente pensano a sbarcare il lunario.

Eppure all'inferno si scende a piccoli passi. E alcuni di questi passi li abbiamo già percorsi. Vedete, Marco Gervasoni è uno storico. Ha una cattedra in una università pubblica e una a contratto alla Luiss, università autodefinitasi libera e pagata dalla Confindustria. Quest'estate ha fatto un tweet appoggiando (...)

(...) un blocco navale di quelli tosti contro la Sea Watch. Come spesso avviene sulla rete è stato icastico, e ha persino appoggiato l'idea dell'affondamento dell'imbarcazione portata avanti da una forza politica.

Ma il punto non è ciò che ha scritto, è ciò che un professore può scrivere sulla sua bacheca personale. È la nostra libertà di parola. Gli americani la tutelano con il primo emendamento. Ebbene, al dipartimento di Scienze politiche della Luiss però non hanno gradito. E il suo boss, l'illustrissimo vincitore del premio Capalbio 2011, Sergio Fabbrini, ha deciso, con il collegio di docenti, di farlo fuori. Tra l'altro comunicandoglielo solo in questi giorni, a governo gialloverde deceduto. Gervasoni è dunque fuori dalla Luiss. Siamo certi che se ne farà una ragione.

Qui infatti ci importa poco difendere Gervasoni (di cui pure abbiamo massima stima), vogliamo tutelare qualcosa di più importante. Gervasoni avrebbe potuto scrivere anche esattamente l'opposto, ma non è pensabile che una manciata di professori universitari si possa mettere intorno ad un tavolo e stracciare il contratto di un collega per ciò che scrive e dice fuori dal lavoro.

Ci stupiamo che il direttore generale della Luiss, tra una colazione ad Arcore e l'altra, non si sia accorto dove stia scivolando la sua università. Ci stupiamo che il presidente di Confindustria Boccia e il suo braccio destro Panucci non capiscano che finanziare un'università dal pensiero unico non faccia bene alla formazione. Ci stupiamo che professori e colleghi di Gervasoni, alcuni anche nel dipartimento, non siano balzati sulla sedia reclamando il diritto dei docenti di esprimere ciò che vogliono senza essere sindacati.

Siamo certi che il vicepresidente di quella università, che si chiama Paola Severino - una donna coraggiosa che si batte contro le ingiustizie del nostro folle sistema burocratico-legale -, non sia al corrente di questa storiaccia: sarebbe una grande delusione, per chi scrive, sapere che anche la recente Cavaliere del lavoro si accoda ai tanti che confinano il free speech solo alla propria parrocchietta.

Tutti, infine, si sono dimenticati forse che in quella università, e proprio nel dipartimento di Scienze politiche, insegnavano Martino, Antiseri, Pellicani, Infantino, Da Empoli e tanti altri che oggi avrebbero orrore di un ateneo che censura e licenzia per un tweet.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Re: A ciascuno la sua casa, il suo paese e il suo continente

Messaggioda Berto » dom ott 20, 2019 7:40 pm

Il grande Trump che ama il suo paese e che da il buon esempio a tutti noi

TRUMPFIGHTER
Niram Ferretti
24 settembre 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

"Il mondo libero deve abbracciare le sue fondamenta nazionali. Non deve tentare di cancellarle o rimpiazzarle...Il futuro è chiaro da vedere. Se volete la libertà siate orgogliosi del vostro paese, se volete la democrazia restate attaccati alla vostra sovranità e se volete la pace amate la vostra nazione. I leader saggi danno sempre la precedenza al benessere del loro popolo e dei loro paesi. Il futuro non appartiene ai globalisti, il futuro appartiene ai patrioti, il futuro appartiene alle nazioni sovrane e indipendenti che proteggono i loro cittadini, che rispettano i loro vicini e onorano le differenze che rendono ogni paese speciale ed unico".

Così Donald Trump nell'esordio del suo discorso di oggi alle Nazioni Unite. In queste parole, da parte del leader della più grande potenza mondiale, una opposizione chiara e netta della vulgata "progressista" che vorrebbe un mondo composto da paesi post-nazionali, post-identitari, post-sovrani. Un mondo all'insegna di organismi sovranazionali, di comitati di tecnocrati, di funzionari intrinsecamente apolidi che dovrebbero guidare l'Umanità, questa astrazione partorita da un illuminismo deviato e integralista in viaggio verso una Citera post-storica.

Un progetto intrinsecamente totalitario travestito da Progresso, senza armi per imporlo, ma con, a suo vantaggio, le armi della propaganda e della demonizzazione nei confronti di chiunque vi si opponga.

Da qui il dispiegameto della nuova koinè goebbelsiana per la quale, "sovranista" è l'equivalente di "razzista" e "fascista" è chiunque creda che i concetti di nazione, bandiera, tradizioni, memorie condivise, racchiudano dei valori da difendere e da preservare.

La nuova religione laica che ha rimpiazzato il marxismo, oggi si declina nell'integralismo ambientalista, nell'immigrazione senza se e senza ma, nella distruzione della famiglia tradizionale, nell'apologia di un cristianesimo senza redenzione ridotto a pura filantropia.

Le parole di Trump fanno muro a questo corso che non è, come vorrebbero fare credere i suoi nuomerosi sacerdoti, il Senso della storia, la sua inevitabile e inarrestabile traiettoria, ma un progetto retto da una precisa ideologia, che può essere deviato, che può essere arrestato.

Bisogna volerlo.


https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/ ... 4_ixPSZYKk



Trump all’Onu: “Il futuro non appartiene ai globalisti, ma ai patrioti”
24 settembre 2019

https://www.lastampa.it/esteri/2019/09/ ... 1.37504672

NEW YORK. «Il futuro non appartiene ai globalisti, il futuro appartiene ai patrioti». Lo afferma Donald Trump intervenendo all'Assemblea Generale dell'Onu.

“Usa non vogliono conflitti con nessun paese”
«Gli Stati Uniti non cercano il conflitto con nessun paese. Vogliamo pace e cooperazione ma io non smetterò mai di difendere gli interesse americani». Lo afferma il presidente americano Donald Trump all'Assemblea Generale dell'Onu, secondo gli estratti del suo intervento diffusi dalla Casa Bianca.

“Se si indeboliscono i confini meno diritti umani”
«Quando si indebolisce la sicurezza dei confini si indeboliscono i diritti umani e la dignità umana».

“Nessuna pressione su Kiev,è caccia alle streghe”
«Non c'è stata alcuna pressione sull'Ucraina»: le indiscrezioni in questo senso sono una «caccia alle streghe» spiega sottolineando che i dettagli della conversazione telefonica con il leader dell'Ucraina Volodymyr Zelensky potrebbero essere diffusi.

Trump all'Onu, basta Paesi in malafede sul commercio
«Per decenni il sistema del commercio internazionale è stato sfruttato da Paesi che agiscono in cattiva fede». E ancora: «Al centro della nostra visione c'è un ambiziosa campagna per riformare questo sistema».




Ecco perché Washington vuole il muro col Messico
Lorenza Formicola - Dom, 06/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/ecco-perc ... UfZDcXAUAc

I terroristi islamici collusi con i narcos cercano di passare negli Usa. Gli arresti e le confessioni

Un ex combattente Isis ha confessato lo scorso maggio il piano di un attentato terroristico che avrebbe sfruttato la vulnerabilità del confine degli Stati Uniti con il Messico.

Abu Henricki, assieme ad altri, doveva essere la pedina dell'Emni - l'apparato di spie dello Stato islamico - ma qualcosa deve aver fatto saltare i piani. Intervistato insieme a oltre 160 disertori e rimpatriati del Califfato dal gruppo di ricerca dell'International Center for the Study of Violent Extremism, adesso è affare dei servizi d'intelligence. Nella video intervista ha raccontato come il gruppo terroristico islamico è impegnato a sfruttare il confine che gli americani chiamano «meridionale». «Stavo per prendere la barca da Porto Rico in Messico. Lui (residente nel New Jersey) mi avrebbe fatto entrare di nascosto... Loro volevano usare queste persone (simpatizzanti che vivono negli Stati Uniti)», racconta in maniera disinvolta.

L'idea che gruppi terroristici islamici stiano operando in Messico e stiano osservando e sfruttando il confine poroso con gli Stati Uniti non è più un'ipotesi. A giugno un altro caso ha tenuto le autorità messicane in allerta per quattro terroristi legati sempre all'Isis. Gli uomini - due egiziani e due iracheni - sono stati arrestati qualche giorno più tardi in Nicaragua, nel tentativo di dirigersi dall'America centrale fino al confine con gli Stati Uniti. Le autorità erano state però avvisate del fatto che i sospetti avrebbero tentato di superare il confine con il Messico camuffandosi in un gruppo di immigrati.

Sono l'ennesima dimostrazione di come il terrorismo islamico sappia infiltrarsi attraverso il confine che separa Stati Uniti e Messico. Gli attacchi dell'11 settembre hanno fatto sì che si catalizzasse l'attenzione sul confine, troppi i rischi per la sicurezza nazionale che da là potevano nascere, ma la storia inizia molto tempo addietro. E sia l'amministrazione Bush sia quella di Obama hanno provato a intraprendere diverse azioni esecutive in materia di immigrazione. Trump ha voluto solo forzare la mano rispetto all'inefficacia di certe misure del passato.

Il confine tra Stati Uniti e Messico è così allettante che molto prima che l'Isis entrasse in scena, altri gruppi terroristi islamici se ne sono serviti. Nel 2011, i funzionari federali hanno annunciato che agenti della Fbi e della Dea hanno saputo bloccare «un attentato terroristico negli Usa» legato all'Iran e con base in Messico. Mesi prima, una cellula jihadista in Messico era stata trovata in possesso di un arsenale con 100 fucili d'assalto M-16 e 100 AR-15, 2.500 bombe a mano, esplosivo C4 e munizioni anticarro. Le armi, si è scoperto poi, erano state introdotte clandestinamente dall'Irak. Un rapporto dell'intelligence spiegava che erano «emerse evidenti preoccupazioni riguardo alla presenza di Hezbollah in Messico e ai possibili legami con le organizzazioni messicane del traffico di droga che operano lungo il confine tra Stati Uniti e Messico».

Nel maggio 2001, l'ex consigliere di sicurezza nazionale messicano e ambasciatore presso le Nazioni Unite, Adolfo Aguilar Zinser, aveva detto che «i gruppi terroristici islamici stanno usando il Messico come rifugio». I messicani che cercano di entrare negli Stati Uniti illegalmente sono spesso semplicemente processati al confine e rispediti. Il servizio di immigrazione non dispone di letti per trattenerli, quindi la stragrande maggioranza degli Otm - Others Than Mexican - viene rilasciata dalla custodia e viene chiesto loro di tornare volontariamente per l'udienza in tribunale. Nel solo 2005, sono stati stimati 71.000 di questi fuggitivi Otm.

Dal 2008-2010, si ritiene che circa 180mila Otm abbiano attraversato il confine illegalmente. Nello stesso periodo, 1.918 Sia - special interest alien - sono stati arrestati al confine. E si ritiene generalmente che per ogni straniero illegale arrestato al confine, ce ne siano molti che sfuggono alla sicurezza sul confine.

Gli analisti raccontano che i cartelli della droga messicana sono stati coinvolti nel traffico di agenti di Al Qaeda, Al Shabaab e Hezbollah negli Stati Uniti. Così come non giudicano casuale la notevole proliferazione di moschee salafite in America Latina dai primi anni '90, e la crescente campagna di proselitismo da parte dei wahabiti e delle organizzazioni non governative finanziate dai sauditi, come l'Assemblea mondiale della gioventù musulmana (Wamy). Vale la pena ricordare che le operazioni statunitensi di Wamy furono chiuse dal Dipartimento di Giustizia a causa del massiccio supporto materiale dell'organizzazione per la Jihad.

In un famigerato video di qualche anno fa, un religioso musulmano in Kuwait, Abdullah al-Nafsi, in un sermone nella sua moschea affermava che «non c'era bisogno di aerei e pianificazione; un uomo con il coraggio di trasportare una valigia di antrace attraverso i tunnel dal Messico agli Stati Uniti potrebbe uccidere 330mila americani in un'ora».

Nel novembre 2007, l'Fbi lanciava l'allarme su un piano di jihadisti in combutta con i signori della droga messicani per attraversare il confine attraverso tunnel sotterranei e attaccare il centro di addestramento dell'intelligence a Fort Huachuca, in Arizona, a venti miglia dal confine con il Messico. «Gli afgani e gli iracheni», spiegava un funzionario, hanno pagato ai messicani 20mila dollari o «l'equivalente in armi» per entrare negli Stati Uniti, e «si sono rasati la barba per non sembrare mediorientali».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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