Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » mar lug 14, 2020 8:40 pm

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » mar lug 14, 2020 8:41 pm

Black Lives Matter: "Noi siamo marxisti indottrinati" - Parte I
Soeren Kern
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.
13 luglio 2020

https://it.gatestoneinstitute.org/16228 ... Y.facebook

Black Lives Matter (BLM) è un movimento rivoluzionario marxista finalizzato a trasformare gli Stati Uniti in una distopia comunista. BLM afferma che vuole abolire la famiglia nucleare, la polizia, le prigioni e il capitalismo. I leader del movimento hanno minacciato di "distruggere il sistema" se le loro richieste non saranno soddisfatte. Dispongono anche di milizie addestrate. Nella foto: Un uomo impugna una bandiera americana capovolta con l'acronimo "BLM", a una marcia di protesta a Boston, in Massachusetts, il 22 giugno 2020. (Foto di Joseph Prezioso/AFP via Getty Images)

Un recente sondaggio del Pew Research Center ha rilevato che più di due terzi degli americani appoggiano il movimento Black Lives Matter. Questo elevato livello di sostegno induce a chiedersi cosa l'opinione pubblica sappia esattamente di BLM.

In apparenza, Black Lives Matter si presenta come un movimento di base dedito ai nobili compiti di combattere il razzismo e la brutalità della polizia. Ma andando al di là delle apparenze si scopre che BLM è un movimento rivoluzionario marxista finalizzato a trasformare gli Stati Uniti – e il mondo intero – in una distopia comunista.

Questo è il primo di due articoli che evidenzia come:

I fondatori di BLM ammettono apertamente di essere degli ideologi marxisti. Tra i loro mentori dichiarati spiccano gli ex membri dei Weather Underground, un gruppo terroristico della Sinistra radicale che, negli anni Sessanta e Settanta, tentò di indure una rivoluzione comunista negli Stati Uniti. Black Lives Matter è vicino al dittatore venezuelano Nicolas Maduro, le cui politiche socialiste hanno portato al crollo economico e hanno arrecato un'indicibile sofferenza a milioni di persone in quel Paese.

BLM afferma di voler abolire la famiglia nucleare, la polizia, le prigioni, l'eteronormatività e il capitalismo. Black Lives Matter e i gruppi a esso associati chiedono una moratoria su affitti, mutui e bollette, nonché risarcimenti danni per una lunga lista di rimostranze. I leader di BLM hanno minacciato di "distruggere il sistema" se le loro richieste non saranno soddisfatte. Stanno anche addestrando delle milizie, sulla falsariga del movimento militante delle Black Panthers, le Pantere Nere degli anni Sessanta.

Black Lives Matter, che non è registrata come organizzazione no-profit, ha raccolto decine di migliaia di dollari in donazioni. Le finanze di BLM sono opache. Le donazioni destinate al movimento vengono raccolte da ActBlue, una piattaforma d raccolta fondi collegata al Partito Democratico e alle cause a esso associate. In effetti, i leader del BLM hanno confermato che il loro obiettivo immediato è quello di rimuovere dalla carica il presidente americano Donald J. Trump.

Ma soprattutto, la premessa principale del BLM si basa su una menzogna: ossia che gli Stati Uniti sono "in guerra" con gli afro-americani. I neri non vengono sistematicamente presi di mira dai bianchi. Cinquant'anni dopo la firma del Civil Rights Act del 1964, più di tre americani su quattro, bianchi e neri, concordano sul fatto che sono stati compiuti dei progressi reali per sbarazzarsi della discriminazione razziale. Gli studiosi rilevano che l'incapacità del Black Lives Matter di produrre solide prove empiriche del razzismo sistemico spiega perché i suoi leader continuano a "estendere e aggravare" la condanna per includere l'intero ordine politico e sociale americano.

Il BLM nelle sue stesse parole

"In realtà, noi abbiamo una struttura ideologica. Alicia [Garza] e io, in particolare, siamo degli organizzatori qualificati. Siamo marxisti indottrinati. Abbiamo una profonda conoscenza delle teorie ideologiche." – Patrisse Cullors, co-fondatrice di BLM, 22 luglio 2015.

"Se questo Paese non ci dà ciò che vogliamo, allora distruggeremo questo sistema e lo sostituiremo. Chiaro? E potrei parlare metaforicamente. Potrei parlare in senso letterale. È una questione di interpretazione. (...) Voglio solo la liberazione nera e la sovranità nera, con ogni mezzo necessario." – Hank Newsome, attivista BLM, 25 giugno 2020.

"Rimanete nelle strade! Il sistema sta lanciando ogni tattica diversiva e di smobilitazione nei nostri confronti. Noi ci battiamo per porre fine alla polizia e alle prigioni come un sistema che necessita di una lotta all'imperialismo capitalista eteropatriarcale suprematista bianco. Controllate i vostri compagni e restate concentrati." – BLM Chicago, Twitter, 16 giugno 2020.

"Non esistono cose come le 'vite blu'. Non esiste una tonalità di vita blu. Essere un agente di polizia è un'occupazione. È un lavoro. 'Tutte le vite contano' è come dire che il cielo è blu. Non ho mai sentito dire che la polizia è dalla parte giusta della storia." – Alicia Garza, co-fondatrice di BLM, ktvu.com, 30 marzo 2018.

"Sono centinaia di anni di oppressione generazionale, di traumi e di razzismo infrastrutturale che hanno un impatto sui nostri corpi e li rendono più vulnerabili a qualcosa come il Covid-19." –Patrisse Cullors, co-fondatrice di BLM, Hollywood Reporter, 2 giugno 2020.

"Noi diciamo #DefundThePolice e #DefundDepOfCorrections perché lavorano in tandem. L'aumento delle incarcerazioni di massa è avvenuto parallelamente all'aumento del numero di poliziotti e alla loro militarizzazione. Devono essere aboliti come sistema." – BLM Chicago, 13 giugno 2020.

"Noi siamo anticapitalisti. Crediamo e ci rendiamo conto che i neri non otterranno mai la liberazione sotto l'attuale sistema capitalista razzializzato globale." – Movement for Black Lives (M4BL), di cui BLM fa parte, 5 giugno 2020.

"'Tutte le vite contano' è più di un fischietto razzista per cani che tenta sia di delegittimare secoli di accuse di oppressione globale dei neri sia di etichettare come nemici dello Stato coloro che ostentano un enorme orgoglio del fatto di essere neri. Ebbene, noi siamo nemici di ogni Stato razzista, sessista, classista, xenofobo che sanziona la brutalità e gli omicidi ai danni degli emarginati che meritano di vivere come persone libere." – Feminista Jones, attivista BLM.

"Noi appoggiamo la società civile palestinese nel chiedere sanzioni mirate, in linea con le leggi internazionali contro il regime colonialista e di apartheid israeliano." – BLM UK, 28 giugno 2020.

"Noi siamo un movimento ABOLIZIONISTA. Non crediamo nella riforma della polizia, dello Stato o del complesso industriale carcerario." – BLM UK, 21 giugno 2020.

"Sì, penso che anche le statue che raffigurano Gesù come un europeo bianco dovrebbero essere abbattute. Sono una forma di suprematismo bianco. Lo sono sempre state. Nella Bibbia, quando la famiglia di Gesù voleva nascondersi e mimetizzarsi, indovinate dove sono andati? In EGITTO! Non in Danimarca. Abbattetele." – Shaun King, leader del BLM 22 giugno 2020.

"Stiamo vivendo un momento politico in cui per la prima volta dopo tanto tempo si parla di alternative al capitalismo." – Alicia Garza, co-fondatrice di BLM, marzo 2015.

"L'antirazzismo è anticapitalista, e viceversa. Non ci sono due modi per aggirarlo. Per essere un antirazzista occorre pretendere un totale rifiuto dello status quo. La fine del razzismo richiede una trasformazione del sistema politico-economico globale." – Joshua Virasami, BLM UK, 8 giugno 2020.
Breve storia

Black Lives Matter è nato nel luglio del 2013, quando George Zimmerman, responsabile della vigilanza di quartiere di origine ispano-tedesca, è stato assolto dalle accuse di omicidio di Trayvon Martin, un 17enne afroamericano, studente di una scuola superiore di Sanford in Florida, rimasto ucciso nella fatale sparatoria del 2012.

Alicia Garza, un'afroamericana di Oakland, in California, ha pubblicato su Facebook "una lettera d'amore alle persone nere". La Garza ha scritto: "Sono ancora sorpresa di quanto conti poco la vita dei neri. Neri. Vi amo. Ci amo. Le nostre vite contano". Patrisse Cullors, un'afroamericana di Los Angeles, in California, ha poi pubblicato su Twitter il post di Facebook della Garza, con l'hashtag #BlackLivesMatter. Dopo aver visto l'hashtag, Opal Tometi, figlia di immigrati nigeriani, di Phoenix, in Arizona, si è unita alla Garza e alla Cullors per stabilire una presenza su Internet. La Tometi ha acquistato il nome del dominio e ha costruito la piattaforma digitale di Black Lives Matter, inclusi gli account dei social media, dove ha incoraggiato le persone a raccontare le loro storie.

L'hashtag #BlackLivesMatter ha attirato l'attenzione nazionale nell'agosto del 2014, dopo la fatale sparatoria in cui è rimasto ucciso il 18enne Michael Brown di Ferguson, in Missouri, per mano di Darren Wilson, un poliziotto bianco. L'hashtag è stato onnipresente durante le rivolte del novembre 2014, quando un gran giurì ha deciso di non incriminare Wilson. Nel 2018, l'hashtag #BlackLivesMatter è stato twittato più di 39 milioni di volte.

Sin dai suoi esordi, sette anni fa, Black Lives Matter è diventato un movimento con quasi 40 sezioni e migliaia di attivisti negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna. Ciò che è iniziato come un tentativo di cercare giustizia per i neri si è trasformato in un movimento molto più esteso – e più radicale – nelle sue richieste.


Qual è il programma?

La visione del mondo di BLM si basa su una serie di teorie di estrema sinistra, tra cui la teoria critica della razza e quella intersezionale. La teoria critica della razza postula che il razzismo è sistemico, basato su un sistema di supremazia bianca ed è quindi un elemento permanente della vita americana. La teoria intersezionale afferma che le persone sono spesso svantaggiate da molteplici fonti di oppressione: la loro razza, la classe, l'identità di genere, l'orientamento sessuale, la religione e altri indicatori di identità.

Black Lives Matter e altri rappresentanti della teoria critica e di quella intersezionale respingono le responsabilità individuali per comportamento, criminale e di altro tipo, perché, a loro dire, i neri sono vittime sistemiche e permanenti del razzismo. Tale razzismo, secondo BLM, può essere sconfitto eliminando totalmente il sistema economico, politico e sociale americano e ricostruendolo da zero, secondo i principi marxisti.

Black Lives Matter cerca di rimpiazzare i pilastri fondamentali della società americana: 1) abolire il concetto giudaico-cristiano della famiglia nucleare tradizionale, l'unità sociale di base in America; 2) abolire la polizia ed eliminare il sistema carcerario; 3) integrare il transgendarismo e delegittimare la cosiddetta eteronormatività (la convinzione che l'eterosessualità sia la norma); 4) abolire il capitalismo (un'economia libera) e sostituirlo con il comunismo (un'economia controllata dal governo).


Abolire la famiglia nucleare tradizionale

Nel suo programma politico, Black Lives Matter afferma che è impegnato ad abolire la famiglia nucleare tradizionale:

"Noi distruggiamo il requisito della struttura della famiglia nucleare così come fissato dall'Occidente, sostenendoci a vicenda come famiglie allargate e 'villaggi' che si prendono cura collettivamente l'uno dell'altro, soprattutto dei nostri figli, al punto che madri, genitori e figli si sentono a proprio agio".

Karl Marx e Friedrich Engels bocciarono la famiglia tradizionale perché, secondo loro, la famiglia nucleare, in quanto unità economica, sostiene il sistema capitalista. Engels ha scritto: "La cura e l'educazione dei fanciulli diventa un fatto di pubblico interesse: la società ha cura in egual modo di tutti i fanciulli, legittimi e illegittimi".

Molti esperti hanno notato che gli afroamericani hanno bisogno di famiglie più forti e non più deboli. Nel marzo del 1965, Daniel Patrick Moynihan, all'epoca sottosegretario al Lavoro sotto il presidente americano Lyndon B. Johnson, redasse un rapporto innovativo, incentrato sulle radici della povertà tra gli afroamericani negli Stati Uniti. Il report collegava i numerosi problemi che affliggevano gli afroamericani – la criminalità, la disoccupazione, il fallimento scolastico, le nascite extraconiugali – al crollo della famiglia nucleare tradizionale.

Quando il Rapporto Moynihan venne scritto nel 1965, il tasso di natalità fuori dal matrimonio tra la popolazione nera statunitense era del 25 per cento. Cinquant'anni dopo, nel 2015, il tasso di natalità fuori dal matrimonio tra la popolazione nera statunitense era superiore al 75 per cento, secondo il National Center for Health Statistics.

Vent'anni dopo la pubblicazione del Rapporto Moynihan, Glenn Loury, il primo economista nero a ottenere una cattedra alla Harvard University, ha elogiato Moynihan come profeta:

"La parte più povera della comunità nera ha problemi impellenti che non possono più essere attribuiti esclusivamente al razzismo bianco e che ci costringono a confrontarci con i gravi insuccessi nella società nera. La disorganizzazione sociale tra i neri poveri, il basso rendimento scolastico degli studenti neri, il tasso altissimo di criminalità tra neri e un allarmante aumento di gravidanze indesiderate precoci nelle adolescenti nere si profilano ora come i principali ostacoli al progresso dei neri".

Thomas Sowell, un economista e teorico sociale afroamericano ha opinato che il Rapporto Moynihan del 1965 "potrebbe essere stato l'ultimo rapporto onesto sulla razza". Al contrario, attivisti per i diritti civili afroamericani hanno criticato Moynihan per "aver incolpato la vittima".

Abolire la polizia e le prigioni

BLM afferma che vuole "tagliare i fondi" e infine "abolire" la polizia e le prigioni negli Stati Uniti. Gli agenti di polizia sarebbero sostituiti da educatori, assistenti sociali, esperti di salute mentale e leader religiosi, i quali, secondo BLM, abbasserebbero i livelli di criminalità.

In un'intervista a Newsweek, Patrisse Cullors, co-fondatrice di BLM, ha dichiarato:

"La libertà della maggior parte dei bianchi benestanti si basa sulla mancanza di libertà dei neri. Pertanto, le forze dell'ordine non vengono di fatto utilizzate per proteggere i neri. Sono abituate a pattugliare, occupare, molestare, abusare e spesso a dare la caccia, e soprattutto, a quanto visto, a uccidere le nostre comunità.

"La polizia e le incarcerazioni sono un continuum. Il mantenimento dell'ordine è la prima risposta e poi viene l'incarcerazione. E questi due sistemi sono molto, ma molto interdipendenti. Dobbiamo lavorare per sbarazzarci di entrambi i sistemi".

In un'intervista a Hollywood Reporter, la Cullors ha spiegato che lei non è solo un'attivista, ma un'abolizionista dei nostri giorni:

"Un abolizionista crede in un mondo in cui la polizia e le carceri non sono più un'arma di sicurezza pubblica".

Opal Tometi, co-fondatrice di BLM, in un'intervista a The New Yorker, ha affermato che il mantenimento dell'ordine in America ha le sue radici nella gestione della schiavitù e quindi è sistematicamente razzista. Ha spiegato:

"Ci battiamo e ci adoperiamo per porre fine a una guerra contro le vite dei neri. Ed è così che la vediamo: questa è una guerra contro la vita dei neri. E la gente capisce che questo sistema è pieno di ogni sorta di disuguaglianza e ingiustizia, e che i pregiudizi impliciti e il razzismo sono integrati nel modo in cui avviene in questa nazione il mantenimento dell'ordine pubblico – e se lo si guarda da un punto di vista storico, la polizia è stata istituita come slave patrol. L'evoluzione della polizia è radicata in questo...".

Il capo della polizia di Washington, D.C., Peter Newsham, ha avvertito che definanziare i dipartimenti di polizia potrebbe causare un aumento dell'uso eccessivo della forza da parte degli agenti di polizia:

"La prima cosa che contribuisce all'uso eccessivo della forza in un dipartimento di polizia è non finanziarlo a sufficienza. Se definanziamo i dipartimenti di polizia questo avrà un impatto sull'addestramento, sull'arruolamento, sulla possibilità di formare dei buoni leader".

La Lega di Protezione della Polizia di Los Angeles, il sindacato di polizia della città, ha dichiarato che i tagli al budget sarebbero "del tutto irresponsabili":

"Tagliare il budget della LAPD implicherebbe tempi di risposta dilatati alle chiamate al 911 (il numero telefonico di emergenza), agenti di polizia che chiederanno inutilmente rinforzi, e indagini su stupri, omicidi e aggressioni che non avranno luogo o richiederanno molto tempo per essere avviate, e figuriamoci per essere portate a termine."

I sondaggi mostrano che la maggior parte degli americani – tra cui la maggior parte dei neri – non condivide le idee di BLM sull'abolizione della polizia. Un recente rapporto Rasmussen ha rilevato che il 63 per cento degli adulti americani "considera quello di un agente di polizia come uno dei compiti odierni più importanti del nostro Paese". Inoltre, il 64 per cento teme che l'attuale sentimento anti-polizia indurrà un minor numero di persone a diventare poliziotti e ciò "ridurrà la sicurezza pubblica nella comunità in cui vivono". E soprattutto, secondo il rapporto Rasmussen, "i neri (67 per cento) sono maggiormente preoccupati per la sicurezza pubblica nei luoghi in cui vivono, rispetto al 63 per cento dei bianchi e al 65 per cento delle altre minoranze americane".



Abolire l'eteronormatività

Il programma politico di BLM afferma:

"Siamo autoriflessivi e facciamo il lavoro necessario per eliminare il privilegio cisgender [un termine con il quale si designano le persone la cui identità di genere corrisponde al sesso loro assegnato alla nascita] e a migliorare la situazione dei transessuali neri, in particolare quella delle donne trans nere che continuano a essere colpite in modo sproporzionato dalla violenza trans-fobica..."

Uno studio accademico intitolato "The 'Queering' of Black Lives Matter", descrive in modo molto dettagliato come le questioni relative all'identità sessuale e all'orientamento di genere abbiano avuto priorità sull'attenzione originaria rivolta da BLM alla brutalità della polizia. L'enfasi considerevole sulla sessualità ha portato alle accuse secondo cui BLM è "un movimento gay che si maschera da movimento nero".

Due delle tre fondatrici di Black Lives Matter si definiscono "donne gay nere". Una di loro, Alicia Garza, è sposata con un transessuale bi-razziale. Patrice Cullors si definisce "poliamorosa". In un'intervista dopo l'altra, la Garza e la Cullors sollevano la questione delle "persone transessuali nere e di quelle non conformi al genere", spesso a scapito della questione della brutalità della polizia.

In un'intervista a The New Yorker, la Garza ha affermato di non essere interessata alla tradizione americana del "vivi e lascia vivere": "Vogliamo essere sicuri che la gente non dica: 'Beh, qualunque cosa tu sia, non mi interessa'. No, voglio che interessi loro. Voglio che mi vedano come sono realmente".

Abolire il capitalismo e il "sistema patriarcale"

BLM identifica il capitalismo con il razzismo nello stesso modo in cui i suoi cugini Antifa equiparano il capitalismo al fascismo. Le idee di BLM sul capitalismo si basano sul concetto di "capitalismo razziale", un termine coniato dallo scomparso Cedric Robinson, il quale ha tentato di dimostrare che capitalismo e razzismo sono due facce della stessa medaglia: entrambi, secondo Robinson, dipendono dalla schiavitù, dalla violenza, dall'imperialismo e dal genocidio.

L'ala britannica di Black Lives Matter UK afferma: "Siamo guidati dall'impegno di eliminare l'imperialismo, il capitalismo, la supremazia bianca, il patriarcato e le strutture statali che danneggiano in modo sproporzionato i neri in Gran Bretagna e nel mondo".

Movement for Black Lives (M4BL), un "ecosistema" di più di 170 organizzazioni guidate da neri, tra cui BLM, afferma:

"Noi siamo anticapitalisti. Crediamo e ci rendiamo conto che i neri non otterranno mai la liberazione sotto l'attuale sistema capitalista razzializzato globale".

M4BL esige "una ricostruzione dell'economia per garantire alle comunità nere un diritto di proprietà collettiva" e "una ristrutturazione progressiva delle leggi fiscali a livello locale, statale e federale onde assicurare una ridistribuzione radicale e durevole della ricchezza".

M4BL chiede altresì dei risarcimenti per danni passati e persistenti:

"Il governo, le società responsabili e altre istituzioni che hanno tratto profitto dal danno che hanno arrecato ai neri – dal colonialismo alla schiavitù, passando attraverso il redlining di cibo e abitazioni, l'incarcerazione di massa e la sorveglianza – devono riparare al male che hanno fatto. Questo include:

"Un accesso completo e gratuito per tutti i neri (comprese le persone prive di documenti d'identità e quelle attualmente incarcerate o che lo sono state in passato) all'istruzione permanente; un reddito minimo garantito per tutti i neri; risarcimenti per la ricchezza estratta dalle nostre comunità attraverso il razzismo ambientale, la schiavitù, l'apartheid alimentare, la discriminazione abitativa e il capitalismo razzializzato".

Le richieste di BLM e M4BL sono simili a quelle del Manifesto comunista e includono:

"Abolizione della proprietà terriera e riallocazione di tutti gli affitti di terreni a scopi pubblici; un'imposta progressiva o graduale sul reddito; nazionalizzazione delle fabbriche e degli strumenti di produzione; coltivazione di terre desolate e miglioramento del suolo in generale, secondo un piano comune".

Richiesta immediata di BLM

Patrisse Cullors, co-fondatrice di BLM, ha di recente confermato che l'obiettivo immediato è quello di rimuovere dall'incarico il presidente americano Donald J. Trump:

"Non solo Trump non deve essere più in carica a novembre, ma deve rassegnare subito le dimissioni. Trump deve abbandonare la carica. Non è adatto a esercitare le sue funzioni. Pertanto, i nostri sforzi devono essere finalizzati a ottenere le dimissioni di Trump. Al contempo, continueremo a fare pressioni su Joe Biden affinché rimodelli le sue politiche e riveda le sue relazioni con la polizia e la criminalizzazione. Questo sarà importante. Ma il nostro obiettivo è quello di far dimettere Trump".

Valutazioni del programma di BLM

In un'intervista a Chanel Rion di One America News Network, Carol M. Swain, una docente universitaria, intellettuale pubblico e membro del consiglio consultivo di Black Voices for Trump, ha dichiarato:

"Mi sembra evidente che Black Lives Matter va al di là della causa dei neri, questo movimento porta avanti davvero un programma socialista e marxista.

"I bianchi sono talmente confusi in America. Detesto dirlo, ma non conosco altro mezzo: i bianchi vogliono far sapere ai neri che si preoccupano di loro e pensano che l'unico modo che hanno per farlo è quello di concordare con lo slogan dell'organizzazione, il quale è un'affermazione veritiera, che le vite dei neri contano parimenti alle altre vite. Le vite bianche contano, le vite marroni contano, ma non si può separare lo slogan da un'organizzazione il cui obiettivo è, a mio parere, profondamente distruttivo per l'America.

"C'è qualcosa di molto sbagliato quando sostengono che il razzismo è permanente. Se è permanente, allora non c'è nulla che si possa fare a riguardo. Il fatto che la pelle bianca sia una proprietà significa che le persone che nascono bianche hanno un vantaggio rispetto ai neri.

"Se oggi esiste un razzismo sistemico, si tratta di un razzismo contro i bianchi, nel senso che ai bianchi viene detto che sono responsabili di tutti i mali del mondo, che il razzismo è permanente e che l'unico modo in cui i bianchi possono riscattarsi è sbarazzarsi della pelle bianca. Averla è una vergogna per i giovani bianchi: se si ha la pelle bianca si dovrebbero avere tutti questi privilegi bianchi. Io sostengo che esiste un privilegio nero, un privilegio marrone, che si stratta di fatto di una questione di classe sociale. Prima smetteremo di definire tutto, anche la brutalità della polizia, come razzismo, prima potremo riunirci tutti come americani.

"Siamo tutti esseri umani a immagine di Dio. Black Lives Matter e Antifa, e altre organizzazioni simili, non ci aiuteranno a superare il razzismo, il classismo e gli 'ismi' che li preoccupano. Ci sono cose che possono essere fatte a favore della comunità nera, ma la più importante è aiutare le persone a comprendere quanto siano importanti i loro atteggiamenti. Direi che gli atteggiamenti di una persona sono più importanti della razza, del genere, della classe sociale nel determinare se quella persona avrà o meno successo".

L'editorialista Josh Hammer ha scritto che il sistema di governance americano e lo stile di vita sono minacciati da gruppi come BLM e Antifa:

"La Sinistra moderna, in balia degli anarchici di Antifa e dei marxisti di Black Lives Matter, si è posizionata come un movimento politico che ostacola il regime americano. A livello istituzionale, la leadership del Partito Democratico è sempre più un cane diretto dalla coda. E questa coda, com'è apertamente ammesso nei momenti di candore, è decisamente contraria all'idea dell'America stessa. Non esiste un modo alternativo per comprendere l'ardente desiderio di questi insorti che, canalizzando il peggio della rivoluzione culturale di Mao, deturperebbero e demolirebbero i tributi sociali all'uomo che ha scritto la Dichiarazione d'Indipendenza (Jefferson) e all'uomo che ha concretizzato i suoi ideali (Lincoln). Potremmo chiedere una dimostrazione più chiara del grondante disprezzo con cui la Sinistra considera l'intero progetto americano?

"Siamo nel bel mezzo di una guerra fredda civile tra gli americanisti, fieri difensori e conservatori del regime e del modo di vivere degli americani, e gli incendiari della civiltà che cercano di bruciare quel regime e quel modo di vivere nell'etere. Sì, siamo in una lotta per l'anima dell'America, ma siamo anche in una lotta per l'America stessa".

Nella parte II l'autore esaminerà le influenze ideologiche di BLM, le sue attività e le sue fonti di finanziamento.





'Allahu Akbar' Musulmano rapiana pensionato di 85 anni e defeca su di lui
14 Luglio 2020

https://www.islamnograzie.com/allahu-ak ... su-di-lui/

Un migrante di 53 anni nel comune francese di Le Crosic è stato condannato a 18 mesi di carcere dopo aver rapinato picchiatolo e defecato su di un ottantenne.

L’aggressione è avvenuta il 29 maggio all’inizio di quest’anno. Il migrante ha aperto la finestra della casa dell’anziano e ha rubato vestiti, un telefono e tre coltelli. Inizialmente, aveva lasciato la casa, ma è tornato poco dopo per riprendere le scarpe lasciate in casa.

L’ottantenne, che in quel momento era a casa, ha affrontato il migrante per tentare di fermarlo. Il pensionato è stato picchiato dal ladro con diversi pugni e mentre l’85enne era a terra, l’aggressore ha defecato su di lui e ha spalmato feci sulla sua testa. Fonte: France Bleu

La polizia ha in seguito arrestato il 53enne migrante che minacciava di ucciderli, gridando: “Allahu Akbar, tornerò con una macchina, distruggerò tutto, farò una carneficina”.

Secondo l’emittente l’uomo era già stato condannato per 19 crimini, compreso l’omicidio.

Il tribunale ha emesso una condanna a 24 mesi, ma sei mesi sono stati sospesi. L’uomo sarà soggetto a due anni di libertà vigilata ed è stato bandito da Le Croisic.

L’aggressione avviene poche settimane dopo che un cittadino egiziano, gridando anche lui “Allahu Akbar”, ha attaccato la polizia nella città di Fiumicino, appena fuori Roma, nella vicina Italia. Il ventisettenne, armato di nunchuck in stile giapponese, aveva minacciato i lavoratori comunali prima di trovarsi di fronte alla polizia.

La frase “Allahu Akbar” è stata urlata anche all’inizio di quest’anno da un migrante armato di coltello a Metz che ha tentato di attaccare la polizia, ma è stato sottomesso dopo che gli agenti gli hanno sparato alla gamba.

L’aggressione è avvenuta pochi giorni dopo altri due attentati in cui gli aggressori hanno usato la stessa frase “Allahu Akbar” , uno a Parigi, dove una persona è morta, e uno in Germania, dove un cittadino turco ha tentato di attaccare la polizia con un coltello.



Un uomo di colore aggredisce senza motivo un vecchietto bianco inerme. Per fortuna il vigliacco è stato allontanato da un testimone che ha difeso l'anziano.
Questo è razzismo dei neri contro i bianchi. Qualcuno lancerà una campagna contro il razzismo verso i bianchi o si inginocchierà???!!!
Ovviamente no!!

https://www.facebook.com/contro.deriva. ... 418615211/

Contro la Deriva Antropologica
10 luglio 2020

Tutte le vite umane, al di là del colore, della razza di appartenenza e di scelte sessuali o di altro genere hanno il medesimo valore.
La sinistra fingendo di proteggere alcune categorie di persone introduce una discriminazione, palesemente incostituzionale e che, dovesse passare, sarà sottoposta sicuramente a referendum popolare.
Domani in Italia aggredire un vecchio, come si vede nel filmato, sara meno grave che aggredire altre categorie di persone, mentre con il pretesto della discriminazione sarà quasi impossibile di parlare della maggior parte delle questioni sociali, etiche e morali del nostro tempo.
Erroneamente la sinistra parte dall’assunto falso che alcune categorie di persone, in base a razza, etnica, sesso, siano più violente degli altri e che il resto debba essere protetto con leggi speciali.
Nel nostro sito confutiamo queste stupidaggini e ne dimostriamo la falsità sia nella realtà odierna e sia da un punto di vista storico.
Vedere: https://www.veritasovrana.it/archive_pa ... e=Archivio

Anche se i fan sanno già queste cose la maggior parte della gente non è cosciente di ciò che accade, per questo occorre continuare a parlarne.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2020 9:42 pm

Il Segretario ad interim della Sicurezza Nazionale (Homeland Security), Chad Wolf ha giurato che gli agenti federali non lasceranno Portland, Oregon fino a quando il tribunale federale al centro delle violente proteste non sarà al "sicuro e protetto".
L'Osservatore Repubblicano
31 luglio 2020

https://www.facebook.com/elezioniusa202 ... 9792058107



"Continueremo a mantenere le forze dell'ordine nella zona per assicurarci che quel tribunale sia sicuro alla fine della giornata"

Mercoledì 29 lulgio, il governatore dell'Oregon, Kate Brown aveva annunciato che gli agenti federali avrebbero iniziato un "ritiro graduale" da Portland giovedì.
Wolf ha riferito che lui e il governatore avevano concordato un piano per porre fine "alla violenta attività in atto a Portland diretta contro proprietà federali e le forze dell'ordine" che richiederà "una solida presenza della polizia di stato dell'Oregon nel centro di Portland".

Wolf ha dichiarato che se la polizia dello stato dell'Oregon riuscirà a mettere in sicurezza il tribunale e a impedire violenze e danni il ritiro potrà avvenire.
D'altronde le forze federali erano giunte a Portland, Oregon, proprio per l'incapacità delle forze dell'ordine locali a proteggere le strutture federali.

Portland ha visto 62 notti consecutive di proteste e manifestazioni derivanti dalla morte il 25 maggio di George Floyd a Minneapolis, Minnesota. Il Governatore Brown e il sindaco di Portland, Ted Wheeler, hanno ripetutamente descritto la presenza federale in termini di "forza di occupazione" e hanno accusato il Dipartimento della sicurezza nazionale di attuare una "occupazione illegale" che ha incitato alla violenza nella città.

"Quello che sappiamo è che la violenza a Portland, in particolare, era lì ben prima dell'arrivo a Portland del DHS o delle forze dell'ordine", ha risposto Wolf. "Il sindaco, con le sue stesse parole, ha dichiarato che la città era sotto scacco dei manifestanti violenti più di un mese prima del nostro arrivo, quindi l'idea che abbiamo in qualche modo incitato alla violenza, l'idea che l'applicazione della legge federale incita alla violenza, è assolutamente arretrata e io non la comprendo. "

Il segretario ad interim ha aggiunto che ha sempre e solo chiesto alle "forze dell'ordine statali o locali di intensificare le loro azioni di polizia e aiutarci a sorvegliare intorno al tribunale e a catturare le persone responsabili di crimini.

"Quindi, il Governatore Brown ha deciso di intensificare le azioni di polizia. Vedremo una considerevole forza della Polizia di Stato dell'Oregon che verrà dispiegata nell'area, e vedremo se il piano che ha messo in atto aiuterà a reprimere la violenza che abbiamo visto intorno a quel tribunale federale a Portland, e valuteremo in modo prudente quanto avverrà"
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » ven lug 31, 2020 9:43 pm

PURGA
Niram Ferretti
31 luglio 2020

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Dunque no, non si può dire, ne avevo già avuto sentore, che George Soros sarebbe un puppet master, un tessitore di fili e giocatore politico di primissimo piano nel finanziare gruppi e organizzazioni di sinistra e di estrema sinistra. Cosa del tutto evidente. E non si può perchè così facendo si rintuzzerebbero i presupposti antisemiti dell'ebreo cospiratore così cari ai Protocolli dei Savi Anziani di Sion.

Il fatto è che George Soros, che con l'ebraismo, a parte la nascita, ha lo stesso rapporto che Trotzky aveva con il proprio, pari allo zero, incarna un archetipo, quello dell'ebreo ricchissimo e attivissimo nel promuovere una ben precisa agenda politica.

Ha speso milioni di dollari nella campagna di Hillary Clinton e considera Donald Trump un Nemico da rimuovere.

Il cospirazionismo non c'entra nulla. Soros non ha mai fatto mistero dei propri programmi e intenti. E la costellazione delle ONG che compongono la sua Open Society Foundations è alla luce del sole.

Però succede che se lo si critica, cala la mannaia. Così è avvenuto a John Kass, veterano e columnist di punta del Chicago Tribune, e retrocesso , dopo 23 anni, dalla seconda pagina, perchè ha osato scrivere:

"Le grandi città gestite da sindaci democratici, dove gli omicidi e le sparatorie delle bande sono fuori controllo e dove quelle che una volta erano vibranti zone downtown sono avviate a diventare città fantasma sono anche il luogo in cui il miliardario di sinistra George Soros ha speso milioni di dollari per fare eleggere come pubblici ministeri i guerrieri della giustizia sociale liberale. Rimodella il sistema giudiziario nell'America urbana, rimanendo sotto il radar".

La decisione di retrocedere Kass è stata accolta con favore dal Jewish Legislative Caucus con questa motivazione:

"Kass sa, come molti giornalisti sanno, che le teorie della cospirazione a tema Soros si sono moltiplicate tra i gruppi marginali di suprematisti bianchi e quello degli utenti di Tweeter. Kass era a conoscenza dell'ascesa dell'antisemitismo, ma non glie è importato".

Chiaro no?

Kass, uno dei più stimati giornalisti del Chicago Tribune dove lavora da 37 anni sarebbe un portatore d'acqua dei suprematisti bianchi, perchè ha osato associare il nome palindromico di Soros ai feudi democratici dove imperversa la violenza e la guerriglia urbana e che Soros ha copiosamente finanziato. Infondo, per il momento, gli è andata bene. E' già tanto che non sia stato licenziato e accusato di essere un fan di Himmler.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » dom ott 25, 2020 8:31 am

Chi si nasconde dietro le proteste Black lives matter
Lorenza Formicola
Dom, 06/09/2020

https://www.ilgiornale.it/news/chi-si-n ... 87903.html

"Siamo marxisti indottrinati". Dicono di combattere razzismo e ingiustizie ma gli stessi fondatori proclamano di volere un futuro comunista per gli Usa

«Siamo anticapitalisti. Crediamo che i neri non otterranno mai la liberazione sotto l'attuale sistema capitalista», scriveva il Movement for Black Lives (M4BL), a giugno. Sullo sfondo le immagini, che hanno percorso avanti e indietro l'Oceano, della ripartenza del campionato NBA nella «bolla» di Orlando (tutti in ginocchio in onore del Black Lives Matter).

Bizzarro che lo sport capitalista per eccellenza, fatto al 99% da neri, dove gira più denaro che nel calcio europeo, celebri il movimento, per sua stessa ammissione, più razzista, anti capitalista e comunista. «Abbiamo una struttura ideologica. Alicia (Garza) e io siamo qualificate. Siamo marxisti indottrinati», diceva a luglio Patrisse Cullors, cofondatrice del Black lives matter (BLM) e «attivista queer». «Se questo Paese non ci dà ciò che vogliamo, distruggeremo il sistema. Metaforicamente e in senso letterale».

Il BLM viene venduto come un movimento che combatte il razzismo e le ingiustizie, ma sono i suoi stessi fondatori e discepoli a raccontarne l'anima marxista che sogna di trasformare gli Stati Uniti e il mondo intero in una distopia comunista. Tra i loro mentori ed educatori ci sono ex membri del Weather Underground, gruppo terroristico comunista che, negli anni '60 e '70, tra attentati e rivolte, provò a portare la falce e il martello negli USA al grido di «Siamo un'organizzazione di guerriglia. Siamo comunisti, clandestini negli Usa». La Cullors è stata educata da uno di loro. E tanti ex, oggi, sono eminenze grigie del movimento BLM.

Il BLM dice di odiare la famiglia naturale e sogna di riuscire ad abolirla, insieme alla polizia, le prigioni, l'eteronormatività e il capitalismo. Lo ripetono sempre nelle interviste disponibili anche su YouTube, quando minacciano di «distruggere tutto» se le loro richieste non saranno soddisfatte. Oggi addestrano gli iscritti, come le Black Panthers degli anni '60.

Il guerrafondaio movimento nasce dalla menzognera premessa che gli Stati Uniti sono «in guerra» con gli afro-americani. Un mito dell'era Obama che, oltre a esser stato sbugiardato dagli editoriali degli stessi giornaloni Usa, e che ignora la catena di responsabilità tutte dem dei vari casi Floyd, è innamorato del vandalismo iconoclasta. Secondo i dati del FBI, antecedenti l'omicidio Floyd, un nero ha 11 volte più probabilità di essere ucciso da un altro nero che da un bianco.

Il BLM non vanta neanche una delle verginità più in voga oggi, quella del fiscalmente corretto. Non è registrato come organizzazione no-profit, raccoglie milioni di dollari in donazioni, ma le finanze sono poco limpide. Le donazioni vengono raccolte da ActBlue, la nota piattaforma di raccolta fondi legata al Partito Democratico e alle cause più disparate della sinistra-sinistra: dalla campagna presidenziale di Sanders alle associazioni transgender fino a Biden. In effetti, i leader del BLM hanno confermato che l'ossessione fondamentale è quella di rimuovere Trump.

Il M4BL, che sostiene «leader giovani, neri, queer, trans, femministe, clandestini», ha come sponsor fiscale l'Alliance for Global Justice, un «gruppo anticapitalista» a sua volta finanziato dalla Tides Foundation, la Arca Foundation e ovviamente dalla Open Society Foundations. E trasferisce denaro a più di due dozzine di organizzazioni, tra cui LGBTQ Black Immigrant Justice Project e The Undocumented and Black Convening.

Il Black Lives Matter nasce nel 2013, quando George Zimmerman, responsabile della vigilanza di quartiere, veniva assolto dalle accuse di omicidio di un 17enne afroamericano. Alicia Garza, un'afroamericana di Oakland, in California, pubblicò su Facebook «una lettera d'amore alle persone nere». La Cullors, afroamericana di Los Angeles, ripubblicò la lettera con l'hashtag #BlackLivesMatter. Il resto è una storia lunga sette anni dove la causa dell'antirazzismo è diventata marginale e le istanze sempre più estremiste: ideologia gender, agenda anti-famiglia, l'idea che il razzismo sia sistemico, l'abolizione di razze, classi sociali, sessi, religioni per un mondo più «uguale e libero».

Uno studio accademico intitolato «The Queering of Black Lives Matter», descrive in modo molto dettagliato come le questioni relative all'orientamento di genere abbiano la priorità sulla lotta al razzismo. C'è un'enfasi tale sull'omosessualismo che già nel 2016 un lunghissimo pezzo sul NewYorker si domandava se il BLM fosse «un movimento gay che si maschera da movimento nero».

Tante pizzerie negli Usa oggi sottolineano che il 20% del conto andrà al BLM. E sarà pure un modo per farsi pubblicità, ma, intanto, potrebbero, sempre sul retro del cartone, raccontare anche la storia di Susan Rosenberg, la donna che ne gestisce le donazioni e che ieri giocava a fare la terrorista nel M19 - l'organizzazione comunista Usa che, come il BLM, riuniva lesbiche nel sogno di rovesciare con la lotta armata il governo. La Rosenberg oltre a far scappare di galera la Shakur - la prima donna a essere definita dal FBI «la più pericolosa dei terroristi» -, è stata protagonista di attentati e omicidi che le sono costati la condanna a 58 anni di galera. Ma ne ha scontati solo 16, prima di essere graziata da Bill Clinton.

Il pallino del razzismo, però, resta. La co-fondatrice di BLM Toronto, Yusra Khogali, infatti sosteneva già quattro anni fa che «i bianchi non sono esseri umani, ma subumani con un difetto genetico recessivo». A una manifestazione del BLM di Filadelfia è stata interdetta la partecipazione dei «non neri». I leader del BLM affermano che la loro organizzazione si oppone alla tradizione cristiana, è anti semita e anti israeliana, pratica stregoneria, lotta per abbattere le statue di Gesù perché bianco e sostiene l'aborto. Evidentemente non tutte le vite nere contano.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » dom ott 25, 2020 8:32 am

I dieci comandamenti della sinistra suprematista
Marcello Veneziani
13 settembre 2020

http://www.marcelloveneziani.com/artico ... rematista/

Ma che cosa frulla nella testa ai suprematisti di sinistra quando esercita l’arte del disprezzo verso la realtà, quando augura la morte al “nemico” malato, quando condanna a priori il “nemico” e lo giudica mascalzone se non delinquente, quando assegna o revoca patenti di cittadinanza, permessi o divieti d’accesso o quando distribuisce marchi di fascista, nazista e razzista a chi si oppone al suo modo di vedere? Qual è il dispositivo mentale, stavo per dire la tara, quali sono le categorie a priori o i pregiudizi che dispongono la sua forma mentis a deformarsi fino a chiudersi nell’astiosa demenza? Dopo aver descritto più volte le tante espressioni del politically correct, proviamo a entrare nella testa di chi le produce o vi aderisce, cercando di risalire a monte, anzi a mente, e capire i meccanismi mentali che spingono persone dotate di ragione, e a volte di cultura, a diventare intolleranti, supponenti, incivili, maleducate. Altro che la gentilezza di cui scrive Gianrico Carofiglio.

La prima categoria mentale nasce dal rifiuto della realtà a vantaggio della sua rappresentazione ideologica e moralistica. Mascherare la realtà si addice alla nostra epoca e all’uso ideologico della mascherina; per nascondere, per correggere, per uniformare la realtà, per negare le diversità, le asprezze, la verità delle cose. Se una cosa non ti piace o contrasta con lo schema, cambiagli i connotati, mascherala. Abolire della realtà è la più grande eredità lasciata dal comunismo alla sinistra radical. Il moralismo correttivo è il suo succedaneo.

La seconda categoria è invertire la causa e l’effetto. Denunciano la repressione ma dimenticano la violenza a cui reagisce; anzi capovolgono la sequenza, la violenza reagisce alla repressione, è una protesta contro la polizia. Vedi che succede negli Usa o quel che è successo da noi, dal ’68 al caso Giuliani e ai giorni nostri. Se ci sono troppi scarafaggi la colpa è del baygon e non il contrario, che il baygon è usato perché ci sono troppi scarafaggi.

La terza categoria mentale è usare il caso per abbattere la regola. Se avviene un abuso o un delitto in famiglia, se un carabiniere o un poliziotto compiono crimini, parte il processo alla famiglia o alle forze dell’ordine, si invocano leggi speciali contro di loro, si delegittimano. Dimenticando che dieci casi di abuso ogni mille mostrano che la regola generale vale per gli altri 990. Si perde il senso delle proporzioni tra la realtà comune e le sue degenerazioni, si abbattono istituzioni e si rovesciano regole nel nome del caso, dell’eccezione.

La quarta categoria, legata alla precedente, è prendere la parte per il tutto, quella che in sintassi si chiama sineddoche. Se tra mille che la pensano su un tema allo stesso modo ci sono, come sempre accade anche dalle loro parti, dieci estremisti, negazionisti, fascisti, allora quel mondo intero sarà bollato come estremista, negazionista, fascista. E se esprimi mille opinioni e una è reputata sconveniente, sei crocifisso solo a quella. Riduzionismo: il tutto ridotto a una parte.

A ulteriore rinforzo, la quinta categoria è l’abuso della proprietà transitiva: se a è vicino a b e b ha rapporti con c che è stato visto con d, il risultato è che a e d sono complici, della stessa pasta; il teorema si conferma saltando realtà e logica, legami e differenze. Alla fine chiunque può essere ridotto a criminale.

La sesta categoria è capovolgere il senso comune: ciò che è reale è irrazionale, ciò che è naturale è innaturale, ciò che è usuale o maggioritario è spregevole, ciò che è fattuale è inaccettabile. E ciò perché la realtà è solo prigione e imposizione da cui dobbiamo liberarci. Il sentire comune è solo ideologia prevaricatrice, l’ideologia diventa invece il sentire corretto. Il diritto prevale sul dovere, il desiderio prevale sul diritto. Io sono ciò che voglio essere: la realtà non esiste, tutto è come io la vedo, in questo momento. La prevalenza del soggettivo e del momentaneo su ogni altra visione o sentire comune.

Applicando questa regola trionfa la settima categoria, il relativismo opportunista. Uno stesso fatto che riguarda due soggetti opposti per carattere, ideologia, appartenenza, viene giudicato in modo opposto. A taluni è permesso dire e fare ciò che ad altri è proibito. Ciò che è scandaloso in taluni è comprensibile in altri. Conta, per dirla col vecchio Gramsci, se la violenza sia progressiva o regressiva, cioè sia dalla parte nostra o altrui. Chi dissente è delinquente, il delinquente invece è uno che dissente dalla società.

Ne consegue, ottava categoria, il moralismo a intermittenza che rigetta la natura, la realtà, la tradizione. Salvo appellarsi all’uso di mondo se parliamo di droga, aborto, eutanasia: se sono pratiche diffuse perché negarle, meglio legalizzarle. Idem per la criminalità: va capito il contesto, senza moralismi.

Nona categoria, il rigetto delle differenze naturali, neutralizzate con tutele e tutori, protesi e sostegni, in modo che ogni selezione e competizione, anche proficua, sia neutralizzata e distorta. Aiutare gli svantaggiati è buono e giusto, ma cancellare ogni merito, capacità, eccellenza uccide la società, la qualità e l’aspirazione di ciascuno a migliorarsi.

La decima categoria si può chiamare il premio infedeltà: viene incoraggiato e sostenuto ogni cambiamento di stato, di sesso, di rapporti. Perché la nostra libertà è negazione del destino, dell’origine e della natura. Il primato del mutante, del nomade, del transgender; male è ciò che persiste e conserva la sua identità.

Alla radice dei dieci comandamenti c’è il suprematismo della sinistra come razzismo etico: se non la pensi come noi non hai una diversa opinione e diversa sensibilità ma sei un impostore, un abusivo, una bestia. Un essere inferiore. Vai cancellato se sei lontano dal potere, vai criminalizzato se sei vicino al potere. E se ti becchi il virus ben ti sta. Dio non esiste ma il diavolo sì; non vale la preghiera ma il rito wodoo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » dom ott 25, 2020 8:32 am

Ecco come i "marxisti culturali" stanno cercando di sovvertire l'America (e la civiltà occidentale) dall'interno
Rob Piccoli Europeo per nascita, Americano per filosofia www.srpiccoli.eu
16 Set 2020

http://www.atlanticoquotidiano.it/rubri ... llinterno/

Scuola di Francoforte e strategia gramsciana dell’egemonia culturale. Scuole, università, media, arti, chiese, multinazionali: tutte le casematte della cultura occupate per trasformare la coscienza della società e minare le istituzioni democratiche. Gli Stati Uniti possono aver sconfitto l’impero del male di reaganiana memoria, ma non sono ancora riusciti a sconfiggere “l’idea”, tutt’altro, visto che il marxismo è vivo e vegeto, sano e robusto, ed è praticamente ovunque, nei college, in azienda, nello sport, nell’associazionismo… È nell’aria che respiriamo…

Una delle tante parrocchie cattoliche di New York City. Si tiene una sessione di preghiera a sostegno di Black Lives Matter. Il prete invita i parrocchiani a rinunciare al loro white privilege (“privilegio bianco”, espressione di gran moda negli Usa in questo periodo) per aiutare “a trasformare la cultura della chiesa”. In molte chiese in tutta l’America, scrive John Eidson su American Thinker, i “marxisti culturali” utilizzano il pulpito per sostituire un po’ alla volta ai valori cristiani tradizionali quelli della falce e del martello. Si è espresso proprio così, senza mezzi termini. D’altra parte di cosa diavolo stiamo parlando? Black Lives Matter, lo sappiamo tutti (o quasi), è un’organizzazione politica violenta la cui ideologia marxista è profondamente anticristiana e antiamericana. “Usano la nobile causa dell’uguaglianza razziale come una foglia di fico per nascondere la loro vera natura”, che è appunto il marxismo culturale, il quale persegue indefessamente e pervicacemente l’obiettivo dell’abbattimento delle democrazie occidentali. Il tutto, per altro, “sovvertendo i pilastri della loro cultura, le strutture e le istituzioni della famiglia, della religione, dell’istruzione, della politica, della legge, delle arti e dei media poiché forniscono la coesione sociale necessaria per una società funzionante”.

In realtà, è una lunga storia, che affonda le sue radici piuttosto lontano nel tempo. Una lettura illuminante, da questo punto di vista, credo sia senz’altro un libro uscito nel 2015 e che ho letto quasi subito in edizione Kindle, “The Devil’s Pleasure Palace: The Cult of Critical Theory and the Subversion of the West” (Encounter Books), di Michael Walsh. Interessante, tra l’altro, il fatto che Walsh sia stato per diversi lustri un critico di musica classica, per Time Magazine e prima ancora per il San Francisco Examiner, e che abbia iniziato a scrivere di politica soltanto a partire dal 2007, per il National Review, con il nome di David Kahane (@dkahanerules è l’account che usa tuttora su Twitter). Insomma, un musicologo prestato al dibattito politico, tanto da arrivare a sostenere che è nel nichilismo artistico ottocentesco, e in particolare nel mondo dell’opera lirica, che occorre rintracciare le radici del marxismo culturale… Ma tralasciando le origini remote, è nella teoria critica che si è incarnata in quell’istituto per la ricerca sociale, comunemente noto come Scuola di Francoforte, che il fenomeno ha assunto i caratteri che oggi lo contraddistinguono. Ed ecco, accanto a Max Horkheimer e Theodor Adorno, spuntare Herbert Marcuse, Eric Fromm e colui che coniò l’espressione “rivoluzione sessuale”, Wilhelm Reich (o William, come lo americanizzano negli States). Nomi che la generazione che ha vissuto il ’68 ha ben stampati nel cervello. È sorprendente pensare, osserva Walsh, che questo istituto apertamente marxista, fondato per minare la civiltà occidentale, sia stato calorosamente invitato a spostare le sue operazioni alla Columbia University nel 1935. È da questo alto trespolo che i summenzionati iniziarono a instillare il loro sottile veleno nella cultura americana. Reich soprattutto, secondo Walsh, ebbe un’influenza nefasta. Quanto nefasta? Beh, durante le rivolte studentesche del 1968 a Parigi e Berlino, gli studenti lanciarono copie del suo libro “The Mass Psychology of Fascism” contro la polizia ed hanno scarabocchiato il suo nome sui muri. Fate un po’ voi. Ma, più di tutto il resto, la rivoluzione sessuale da lui teorizzata è ora la moneta comune, la lingua franca della nostra epoca.

Quelli della Scuola di Francoforte erano convinti che il marxismo economico sarebbe fallito a causa della resistenza delle classi lavoratrici (in particolare quel pazzo furioso di Reich attibuiva l’inevitabile fallimento alla sessualità repressa del proletariato…), e dunque che l’unico modo per far trionfare il loro credo fosse minare le istituzioni, tutte quante, dall’interno. Era, poi, a ben vedere, l’applicazione del pensiero di Antonio Gramsci. “Il socialismo,” aveva scritto il politico e filosofo italiano, “è precisamente la religione che deve sopraffare il cristianesimo. Nel nuovo ordine, il socialismo trionferà catturando innanzitutto la cultura attraverso l’infiltrazione di scuole, università, chiese e media trasformando la coscienza della società”. Gramsci aveva definito il suo programma “la lunga marcia attraverso le istituzioni”. La scuola di Francoforte si incaricò per l’appunto di questa impresa ciclopica. Per fare un esempio, chi avrebbe pensato anche solo pochi anni fa che i boy scout sarebbero diventati gay? Ebbene, della faccenda si è occupata con successo la Scuola di Francoforte. Ma è superfluo spiegare agli italiani quanto gli effetti della strategia gramsciana dell’egemonia culturale siano stati capillari e incisivi: anche un cieco lo vede, è lo stato dell’arte in cui siamo immersi da almeno mezzo secolo a questa parte.

Ma torniamo ad Eidson: “I discepoli di Gramsci in questo Paese hanno lavorato diligentemente per abbattere ogni istituzione culturale in America, inclusa la sua religione predominante, il cristianesimo”. E continua illustrando “il piano comunista per diminuire la presa del cristianesimo sull’America”. Innanzitutto, c’è il libro dell’ex agente speciale dell’FBI Cleon Skousen, “The Naked Communist”, che elenca i 45 obiettivi comunisti per sovvertire l’America dall’interno. Due di questi riguardano la diminuzione del cristianesimo:

“L’obiettivo n. 27 invita i guerrieri comunisti a infiltrarsi nelle chiese e sostituire la religione rivelata con la religione “sociale”. La religione rivelata è basata sulla Scrittura; il concetto comunista di religione sociale insegna ai cittadini a guardare al governo, piuttosto che a Dio, per la loro salvezza. La religione scritturale riguarda la salvezza individuale; la religione sociale riguarda la salvezza collettiva, un concetto che non esiste nel cristianesimo. […] L’obiettivo n. 28 invita i guerrieri comunisti a infiltrarsi nelle scuole ed eliminare la preghiera e ogni tipo di espressione religiosa sulla base del fatto che viola il principio di separazione tra chiesa e stato”.

Per ottenere il risultato di escludere il cristianesimo dalla pubblica piazza, osserva Eidson, i marxisti culturali, quasi tutti appartenenti al Partito Democratico, prendono regolarmente in giro e ridicolizzano il cristianesimo e i suoi seguaci. Segue una serie impressionante di atti sacrileghi e dichiarazioni blasfeme da parte di membri dell’industria dell’intrattenimento (uno l’ho censurato in parte perché siamo a livelli veramente inauditi):

– Bill Maher ha iniziato uno dei suoi programmi su HBO con un attacco al cristianesimo paragonando la Santa Comunione alla sodomia.

– Nel suo programma radiofonico diffuso a livello nazionale, Howard Stern ha detto: “Se fossi presidente, vi farei gasare pro-vita. Vorrei farvi entrare nei forni”.

– Dopo aver ricevuto un premio per il suo reality show via cavo, la comica Kathy Griffin ha detto: “Molte persone vengono qui e ringraziano Gesù per questo. Nessuno ha avuto meno a che fare con questo premio di Gesù. Tutto quello che posso dire [omissis].”

– In un episodio di “Curb Your Enthusiasm” della HBO, la star dello show, Larry David, ha urinato su una foto di Gesù.

– In sfida ai cristiani, il film di Netflix “The First Temptation of Christ” ritrae Gesù come un omosessuale e dipinge Dio Padre come un lascivo seduttore di donne.

Inoltre, facendosi scudo di concetti come “diversità”, “inclusività” e ”multiculturalismo”, nelle aziende americane, nel governo, nelle scuole e nei college finanziati con fondi pubblici i marxisti culturali rimproverano, minacciano e puniscono sistematicamente i cristiani, oltre a censurare le attività religiose di cristiani e organizzazioni cristiane. Eidson fa seguire un lungo elenco di misfatti. Ne cito alcuni per dare un’idea:

– Le decorazioni natalizie sono state vietate ai caselli autostradali della Florida.

– La NBC ha tagliato “under God” dal pledge of allegiance [la promessa di fedeltà] recitato dai bambini durante la trasmissione del torneo di golf degli US Open.

– Il Pentagono ordina all’ufficiale della U.S. Air Force di rimuovere la Bibbia dalla sua scrivania.

– La Corte d’Appello sostiene il divieto del distretto scolastico sui canti natalizi.

– V.A. l’ospedale rifiuta i biglietti di “Buon Natale” inviati dagli alunni di 4a elementare a veterani malati e feriti.

– La base militare abbatte il presepe dopo le lamentale degli atei.

– Il giudice federale proibisce alla banda del liceo di suonare “How Great Thou Art”.

– Scuola del Texas vieta gli alberi di Natale, i colori rosso e verde dalle feste natalizie per paura di “offendere gli altri”.

– Ai bambini è vietato dire “Buon Natale” al “Winter Party” della scuola elementare.

La cosa più dolorosa, commenta Eidson, è che “i discepoli di Antonio Gramsci si sono infiltrati nelle posizioni di vertice di ogni importante ramo della religione cristiana”. In buona sostanza, fingono di portare avanti la causa di Dio, ma stanno consapevolmente sovvertendo la loro religione dall’interno. E cita opportunamente un importante annuncio di Papa Francesco: la firma (slittata a data da destinarsi a causa del coronavirus) del Global Compact on Education, un patto educativo globale che introdurrà un “nuovo umanesimo”, in base al quale Dio viene in sostanza messo da parte onde rendere l’umanità “più libera”, ma in compenso “i bambini del mondo saranno indottrinati dal climate change e da altra propaganda delle Nazioni Unite, progettata per aprire la strada a un Nuovo Ordine Mondiale sotto la bandiera del comunismo globale”.

L’articolo di American Thinker, insomma, è di rara ferocia intellettuale, come del resto il libro di Michael Walsh. L’autore di “The Devil’s Pleasure Palace”, tra l’altro, è un fervente cattolico e un appassionato pro-lifer e pro-family. Egli capisce che gli Stati Uniti possono aver sconfitto l’impero del male di reaganiana memoria, ma non sono ancora riusciti a sconfiggere l’idea, tutt’altro, visto che il marxismo è vivo e vegeto, sano e robusto, ed è praticamente ovunque, nei college, in azienda, nello sport, nell’associazionismo… È nell’aria che respiriamo.

Sia Eidson sia Walsh non conoscono mezze misure nel dichiarare il proprio odio intellettuale per i figliocci di Gramsci. Entrambi sono convinti che la lotta contro il marxismo culturale sia una lotta contro Satana stesso… e dunque lotta dura senza paura. Personalmente, da discepolo molto infedele di Hegel e della sua concezione dialettica della verità, suggerirei che forse, dico forse, ai marxisti culturali bisognerebbe riconoscere anche qualche piccolo merito culturale, perché in fondo quello che hanno contribuito a distruggere non era esattamente un paradiso terrestre…, ma guardando quello che succede in America e nel resto del mondo occidentale non si può non essere allarmati dalla virulenza dell’attacco all’intero complesso della civiltà occidentale, o meglio della civiltà tout court. Insomma, siamo tirati per i capelli in questo scontro tipo Armagheddon. Sottrarsi o non fare una precisa scelta di campo sarebbe una vigliaccheria.

Per concludere, avendo allargato il discorso al libro di Walsh prendiamo atto con piacere che quest’ultimo non è pessimista. Egli crede che il marxismo culturale abbia esaurito, per dirla à la Enrico Belinguer, la propria spinta propulsiva. Allo stesso tempo, però, proprio come le unghie di un cadavere possono ancora crescere, è convinto che questa gente continuerà a fare danni, e che spetti a noi riconoscere innanzitutto lo stato dell’arte per quello che è, per poi fare in modo che le cose cambino. Articoli furibondi come quello di Eidson e libri incendiari come quello di Walsh possono appunto servire egregiamente alla causa. By the way, in un’intervista del 2015 sul National Review, Walsh stesso ci ha dato una chiave di lettura per il suo libro: “Io sono un sostenitore della felix culpa, o colpa felice, che ha liberato l’uomo affinché possa compiere il suo destino eroico come qualcosa di diverso dall’umile e obbediente servo di Dio. Come scrisse sant’Agostino nell’Enchiridion, ‘Dio ha giudicato preferibile tirar fuori il bene dal male piuttosto che non permettere che esista alcun male’”. La solita vecchia storia: Eros e Thanatos, di nuovo insieme.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » dom ott 25, 2020 8:33 am

Il comunismo restò in cielo e mandò i popoli all'inferno
Marcello Veneziani
22 settembre 2020

http://www.marcelloveneziani.com/artico ... llinferno/

Un lungo corteo di elogi funebri ha accompagnato la morte di Rossana Rossanda. Necrologi rosso antico, testimonianze affettuose, ricordi di militanze dell’altro millennio. Il rispetto che si deve in generale per chi muore e in particolare per un nemico intellettuale, e uso la parola nemico senza un filo di disprezzo, sapendo di rispettare le sue volontà, non deve però trattenere dal tracciare un bilancio onesto. Non della vita e l’opera di Rossana Rossanda, e nemmeno del suo Manifesto, ma un bilancio ideologico e politico di una passione chiamata comunismo. Pace all’anima sua, anche se lei rigettò la pace e l’anima.

La Rossanda – non se ne dolgano le femministe per quel la, ma così è stata chiamata da tutti per una vita – ha sintetizzato nella sua vita tutte le stagioni cruciali del comunismo e della sinistra radicale. Fu antifascista e partigiana, poi militò nel Partito Comunista e si distinse per la sua fedeltà a Mosca ai tempi in cui il comunismo era staliniano; furono memorabili alcune sue censure e stroncature verso opere o compagni che osavano incrinare il Verbo sovietico. Fu poi tra quelli che cominciò a pensarla diversamente dopo i fatti d’Ungheria, fino alla clamorosa rottura del gruppo del manifesto con il Pci, rimasto filosovietico nonostante i carri armati e i misfatti ormai risaputi di Stalin. Ma non si trattò di un ravvedimento libertario, come ci raccontano le anime belle che fanno la storia a modo loro, perché la Rossanda, il manifesto & Compagni, passarono dalla padella alla brace, e dopo aver criticato lo stalinismo del vecchio Pci passarono a tessere le lodi del Grande Timoniere, il terribile Mao Tse Tung. Dittatura sanguinaria, repressione massiccia del dissenso, sterminio di popoli e rieducazione feroce, sradicamento di civiltà, culto della personalità, c’erano tutti in Mao e nel comunismo cinese, e in dosi più massicce dello stalinismo. Dunque la favola della reazione libertaria al vecchio Pci stalinista va raccontata agli ingenui e a chi ama baloccarsi di consolanti menzogne.

Ma la Rossanda fu anche il campione femminile più rappresentativo del passaggio dal partito comunista al movimento contestatore, femminista e anarco-libertario, dal Pci al ’68, che poi diventò la linea vincente nella sinistra italiana ed europea. Lei percorse con esito radicale e rivoluzionario quel che la sinistra più larga, postsessantottina, percorse con esito neoborghese e laico-progressista. Per dirla in termini di giornali, il manifesto accompagnò la mutazione rivoluzionaria della sinistra, dal Pci al dopo-68, esattamente come la Repubblica accompagnò la mutazione neoborghese della sinistra, dal Pci al partito radicale di massa, per dirla con Augusto del Noce.

Che vi fosse una corrispondenza di amorosi sensi tra la linea rivoluzionaria della Rossanda, più vicina allo spirito originario del ’68, e l’esito neoborghese, filocapitalista, euro-mondialista della sinistra postcomunista, un marxista ortodosso lo potrebbe spiegare con una questione di classe: Rossana Rossanda era una donna di classe; ideologicamente di classe operaia, sia come ceto, di classe borghese. Ha precorso i radical chic, nella vita, nei legami, nello stile, nelle abitazioni, nei quartieri, nel narcisismo autoreferenziale. Sentiva di appartenere a una minoranza, un’élite, mica un popolo. Ma restando sempre comunista, senza mai deflettere.

La Rossanda si definì sempre comunista, come il Manifesto, anche dopo che cadde l’Unione Sovietica: un esempio di cocciuta coerenza, di puntiglio ideologico che quel neo accanto alla bocca sembrava quasi somaticamente figurare. E tale rimase quando riconobbe nelle Brigate rosse lo stesso album di famiglia, mentre gli altri a sinistra continuavano a definirle sedicenti; riteneva però che le Br derivassero dallo stalinismo, in Italia rappresentato dal Pci. Lei distingueva – come poi sarà d’uso nella cultura egemone – tra comunismo staliniano e comunismo marx-leninista, come se fossero due cose diverse. Usarono lo stalinismo come una bad company su cui scaricare le nefandezze del comunismo. Troppo comodo, e troppo falso: Stalin proseguì l’opera di Lenin e il suo terrore, e i comunisti, italiani inclusi, furono stalinisti.

C’è una sua frase, abusata in questi giorni e resa quasi un epitaffio della sua vita, che così riassume il suo comunismo: “il comunismo ha sbagliato ma non è sbagliato”. In quella frase c’è tutta la presunzione ideologica a dispetto dei fatti, o come un tempo si diceva, delle “dure repliche della realtà”; la convinzione di un’essenza pura, quasi metafisica, del comunismo che rimane illibata nonostante i fallimenti molteplici della storia. L’idea comunista è sacra e inviolata, i fatti ne hanno solo sporcato le rappresentazioni temporali; ogni crimine compiuto dai regimi comunismi situava quei regimi fra i traditori del comunismo. Ma quando un’idea fallisce ovunque e genera ovunque repressione, stermini, totalitarismo e fallimento economico-sociale, il difetto non è nelle “trascurabili” applicazioni storiche ma nell’idea stessa e nella pretesa di correggere l’umanità, raddrizzare il mondo, generare una società perfetta sacrificando l’umanità imperfetta e reale. Da qui la riduzione del comunismo a Immacolata Concezione, a prescindere dai suoi frutti storici e politici; e la pretesa dei suoi sacerdoti di essere il sale della terra, e di dover giudicare il mondo e gli altri e insegnare loro la retta via.

Rossana Rossanda, che già nelle sue generalità era un agitarsi di bandiere rosse, merita il rispetto che si deve a una combattente delle sue idee, coerente nonostante le incoerenze dei suoi passaggi, messaggera di una rivoluzione che non vide mai la luce. In compenso fece vedere agli altri l’inferno.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » dom ott 25, 2020 8:34 am

Lettera manifesto: perché non sono più di sinistra
Riceviamo da una lettrice questa lettera-manifesto che spiega le ragioni per cui ha lasciato la sinistra. Pur non condividendo diverse delle considerazioni contenute nella lettera, alcune delle quali difficilmente possono essere attribuite al mondo dei valori della sinistra, né tantomeno la conclusione che ha portato questa lettrice a diventare di destra, contiene diversi spunti sui quali la sinistra dovrebbe interrogarsi e per questo abbiamo deciso di pubblicarla.
di Lucia Tamburino
24 settembre 2020

http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... -sinistra/

Una volta ero di sinistra, adesso vi spiego perché non lo sono più.

Abitava in una villa abusiva costruita, per sua stessa ammissione, con soldi rubati. Un delinquente, insomma. Eppure il mio amico Luca si è schierato dalla parte di questo delinquente contro le istituzioni che volevano demolire la villa. E, così come Luca, quasi tutti quelli di sinistra come lui.

Perché? Perché le istituzioni in questo caso erano rappresentate da Salvini e la sinistra, si sa, si schiera sempre contro Salvini. Il delinquente invece era una rom e la sinistra, si sa, non si schiera mai contro i rom. “Era Hitler che voleva uccidere i rom, non vorrai mica essere come Hitler?”, ha detto Luca. Poco importa che in questo caso l'unica ad aver parlato di uccidere sia stata proprio la rom, augurando una “pallottola in testa a Salvini”.

A questo si è ridotta la sinistra. Non difende più la legalità, la giustizia, non difende più valori o ideali: difende gruppi. Non conta più quello che fai, conta solo chi sei e a quale gruppo appartieni: se appartieni a un gruppo marginalizzato allora automaticamente hai ragione – qualunque cosa tu faccia – se appartieni a un gruppo avversario automaticamente hai torto.

Così fra un uomo e una donna ha ragione la donna, a priori; fra un bianco e un nero ha sempre ragione il nero; fra un giudaico-cristiano e un musulmano il musulmano, fra un omosessuale e un eterosessuale l'omosessuale. E ovviamente fra un leghista e una rom ha ragione la rom, fra uno di destra e uno di sinistra ha ragione quello di sinistra. Buoni e cattivi: il cliché è servito. Un cliché stupido che non giova a nessuno e anzi rischia solo di giustificare l'astio contro i gruppi che in teoria dovrebbe difendere.

Che questo cliché sia stupido si vede soprattutto quando entrano in conflitto due gruppi che, secondo copione, dovrebbero essere entrambi buoni. Cosa succede per esempio quando sono i musulmani a perseguitare le donne e gli omosessuali? O quando sono i comunisti a perseguitare i musulmani, come succede in Cina? In quel caso la sinistra tace, imbarazzata. Volta la faccia e guarda altrove. Guarda verso l'Occidente cattivo e cerca lì qualche ingiustizia contro la quale scagliarsi. Quando la trova esulta e parte all'attacco, come Don Chisciotte contro i mulini a vento.

Asia Bibi è una donna pakistana, cristiana, che un giorno commise la colpa di bere dallo stesso bicchiere di alcune donne musulmane. Quando le dissero “adesso devi convertirti”, rispose: “Perché io? Convertitevi voi, se volete.” Fu sbattuta in carcere con l'accusa di blasfemia. Vi rimase 9 anni in condizioni inumane. Quando alla fine venne assolta, in Pakistan la gente invase le piazze. Per festeggiare? No, per protestare contro l'assoluzione: Asia Bibi doveva essere condannata a morte per rispetto della sharia. Asia Bibi alla fine si salvò: scappò in un paese occidentale. All'inizio era il Regno Unito che voleva accoglierla, ma poi rifiutò (troppi immigrati musulmani, temeva rivolte). Infine l'accolse il Canada.

È un lieto fine, ma venato d'amarezza, perché la sinistra – quella stessa sinistra che ha scatenato una protesta planetaria per l'uccisione di un criminale recidivo in America come George Floyd (non che questo giustifichi la sua uccisione, naturalmente) – non ha organizzato neanche mezzo corteo per Asia Bibi. È venato d'amarezza perché il Regno Unito rifiutò di accoglierla per paura della reazione degli immigrati musulmani, ma la sinistra continua a negare che l'immigrazione musulmana causi problemi. Problemi di cui i primi a pagare le conseguenze sono proprio gli immigrati stessi, quelli che vengono in Occidente sperando di sfuggire all'islam e invece si ritrovano intrappolati in comunità musulmane dove si ricrea la sharia. In generale, la sinistra continua a negare tutti i problemi causati dall'islam. Una gran parte della cultura musulmana è antisemita quanto il nazismo, misogina più del nazismo, nemica della libertà, della laicità, di tutti quei diritti e quei valori che la sinistra stessa proclama di difendere. Eppure, in nome di un concetto distorto di razzismo, anziché combattere quella parte dell'islam che segue la sharia, la sinistra preferisce combattere l'islamofobia.

E così la sinistra non difende più la laicità, o meglio, la difende solo di fronte al cristianesimo. Distrugge crocefissi mentre difende veli. Attacca ferocemente ogni pagliuzza di ingiustizia che avviene negli Usa o in un qualunque altro paese occidentale mentre accetta tranquillamente enormi travi di ingiustizia siglate islam.

Evidentemente c'è qualcosa che accomuna islam e sinistra che è più forte di quello che li distingue: l'odio per l'Occidente. Morto il sogno del comunismo – che nella realtà si è rivelato un fallimento totale su tutti i fronti – a questa sinistra non resta altro: odio. Odio verso il capitalismo e verso tutto ciò che è connesso al capitalismo e, di conseguenza, verso gli Stati Uniti e l'Occidente tutto. Sono loro i i nemici da odiare, gli oppressori del mondo! Gli altri invece sono gli oppressi da difendere.

Strani questi oppressi che condannano a morte blasfemi, apostati, omosessuali e adultere. Strani questi oppressori che accolgono perseguitati in fuga e offrono loro rifugio e libertà. Strana questa sinistra che dice di difendere i diritti umani e poi si schiera dalla parte di chi li calpesta.

A questo si è ridotta la sinistra. Anziché adattare le proprie idee alla realtà, deforma la realtà pur di adattarla alla propria ideologia, a costo di negare l'evidenza. Sull'altare della sua ideologia ha sacrificato credibilità, coerenza, dignità e onestà intellettuale.

E ovviamente ha rinunciato a ogni logica: se viene criticata, la sinistra non può più rispondere argomentando in modo logico, perché che argomenti logici ci sono a difesa di un'ideologia piena di contraddizioni, che ormai fa acqua da tutte la parti? La logica è un lusso che la sinistra non si può permettere. E quindi risponde nell'unico modo di cui ormai è capace: l'insulto, l'accusa. “Non la pensi così come me? Allora sei fascista. Sei razzista. Hai torto. Taci.” Perché? “Perché è così, punto. Niente se e niente ma”. Appena qualcuno osa dire “ma” viene automaticamente accusato di essere razzista e messo alla gogna. E così il dibattito muore, perché non ci può essere dibattito se non si accettano i “ma”.

Che poi a ben guardare, appena fa comodo quelli di sinistra sono i primi a dire un sacco di “ma”. Un immigrato cerca di dar fuoco a 50 bambini? “Eh sì, ma bisogna capire.”[1] Nel nome dell'islam si uccidono migliaia di donne, apostati, omosessuali e blasfemi? “Eh, ma bisogna capire, è la loro cultura; eh, ma l'islam ha fatto anche buone cose.” Una ragazzina in Francia viene minacciata di morte per aver insultato l'islam? “Eh, ma è stata offensiva e provocatoria!”... e via di questo passo. Non è che quelli di sinistra non dicano “ma”. È solo che, dall'alto della loro presunta superiorità morale, si arrogano il diritto di decidere quali “ma” sono ammessi e quali invece no.

Puzza di censura questa sinistra, puzza più del fascismo.

A volte mi dicono “non sei più di sinistra”, con tono d'accusa, come fosse un'offesa. Sono fiera di non esserlo. Sono fiera di avere avuto la lucidità, la flessibilità, il coraggio per riconoscere che oggi la sinistra ha imboccato una deriva post-moderna, regressiva, oscurantista ed è diventata ormai uno schieramento ipocrita, aberrante e mostruoso, un cancro dell'umanità.

Io sono una bella persona, con il desiderio di un mondo migliore in cui vengano rispettati libertà e diritti umani: perciò non posso essere di sinistra. Io sono una bella persona che crede nei valori dell'illuminismo, valori che in teoria dovrebbero essere quelli della sinistra e che la sinistra ha ormai tradito. Perciò sono di destra. Non la destra becera bigotta e populista ovviamente, ma una destra laica che esiste, cresce e continuerà a crescere – spero – raccogliendo i nauseati di questa sinistra nauseante.

[1] Il riferimento è alle dichiarazioni di Livia Turco e di Gad Lerner a commento della vicenda di Ousseynou Sy, cittadino italiano di orgini senegalesi, che il 20 marzo 2019 a San Donato milanese ha preso in ostaggio 51 bambini su un autobus, prima di incendiarlo. In una trasmissione televisiva alla domanda della giornalista: “Quando ha visto le immagini di quel sequestro di quel tentativo di strage cosa ha pensato?”, Livia Turco ha risposto: “Sono fatti che creano angoscia e allarme e che vanno assolutamente denunciati ma anche compresi”. “Come compresi?”, chiede la gironalista. “Compresi nel senso di comprenderne la ragione, e comunque condannati”, risponde Turco. Gad Lerner ha scritto sul suo profilo FB: “La follia criminale del cittadino italiano Ousseynou Sy è l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e umanità”.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » dom ott 25, 2020 8:34 am

Ti violentano e ti uccidono a casa tua nel tuo paese perché difendi i tuoi diritti umani, civili e politici, e se protesti ti chiamano razzista e nazista.


Svezia: Il cittadino sudanese che ha violentato e ucciso un adolescente è stato condannato all'ergastolo
21 Ottobre 2020

https://www.islamnograzie.com/svezia-il ... ergastolo/

Secondo un rapporto dell’agenzia di stampa svedese Expressen, Abubaker Mohamad Awad, originario del Sudan, è arrivato per la prima volta in Svezia nel 2005 con i suoi genitori. Il migrante sudanese di 23 anni era stato precedentemente condannato per diversi reati, tra cui molestie sessuali, reati di droga e taccheggio.

Nel mese di settembre, i dettagli sono emersi nel caso che ha rivelato che prima dell’omicidio, l’autore aveva accusato Tommie Lindh e la vittima di essere razzisti per avere indossasto un cappello di “Svezia Democratici” all’interno dell’appartamento. Durante un’intervista con la polizia, la vittima ha detto che aveva cercato di spiegare a Mohamad Awad che né Lindh o lei stessa erano in razzisti, ma questo lo aveva solo fatto infuriare di più, Fonte: Expressen.

Poco dopo, il sudanese l’ha costretta nel bagno dove l’ha violentata per la prima volta. Poi si è precipitata nella stanza di Lindh dove questi dormiva, per chiamare la polizia. Tragicamente, prima che la polizia arrivasse sulla scena, Mohamad Awad ha accoltellato Lindh a morte, prima di violentare la vittima per la seconda volta.

Le immagini scattate da Mohamad Awad dalla polizia dopo che è stato arrestato lo mostrano ridere, sporgere la lingua e fare gesti della mano davanti alla telecamera.
Abucbaker Mohamad Awad è stato fotografato sorridente dalla polizia poco dopo l’omicidio del 19enne Tommie Lindhn.

Non molto tempo dopo l’omicidio, un gruppo di destra ha organizzato manifestazioni pacifiche contro l’omicidio di Hàrnàsand.
Successivamente, la stampa svedese di sinistra ha etichettato i manifestanti come “nazisti”.
L’emittente statale svedese SVT, che ha amplificato questa falsa narrazione, ha poi fatto visita alla casa del padre di Lindh, che ha difeso il figlio dalle accuse di razzismo.


Alberto Pento
I responsabili di questo orrore sono coloro che demonizzano l'occidente euroamericano bianco e cristiano e tra questi vi sono le demenziali sinistre con i suoi cattocomunisti come Bergoglio che tra tutti è quello che ci fa più del male per la sua influenza e perché con la sua "presunta autorità religiosa e morale ecumenica e universale" che usa il Vangelo come fosse il Capitale di Marx, dà copertura alle utopiche e criminali politiche sinistre mondialiste, collettiviste, comuniste, anticapitaliste, antioccidentali, antidemocratiche e totalitarie, antisemite/antisraeliani e filo nazi maomettane pro invasione dei presunti ultimi/poveri/sfruttati/sofferenti della terra.
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