Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 8:13 am

Nazi demo-comunisti che manipolano i diritti umani e alimentano l'odio terrorista e antisemita
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Nazi demo comunisti che calpestano, negano, violano e manipolano i nostri diritti umani naturali, civili e politici, che sostengono e promuovono il nazismo maomettano e ne giustificano il terrorismo (contro i bianchi, i cristiani e gli occidentali),che alimentano l'antisemitismo e l'antisionismo/antisraelismo di destra, di sinistra e mussulmano in Occidente, in Israele/Palestina, in Medioriente e in tutto il Mondo e l'odio verso l'Occidente e la sua civiltà, il suo benessere, le sue libertà, la sua democrazia, la sua umanità.

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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 8:15 am

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1489953902


Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.
viewtopic.php?f=196&t=2876
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727

Ecco un caso esemplare di cattiveria, disumanità, irresponsabilità, criminalità e inciviltà travestito da bontà, umanità, responsabilità, buon senso, giustizia e civiltà.
Carola Rackete
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 8:18 am

Lo spunto per questo filone di riflessioni e di considerazioni trae origine dal caso del terrorista nazi maomettano senegalese con cittadinanza italiana che ha sequestrato il pulman di bambini nel milanese, minacciando di ucciderli e incendiandolo.
Questo africano con cittadinanza italiana è un nazi maomettano pan africanista che condivide le demenzailità antifrancesi del nazi maomettano Konarè e compagni; demenzialità calunniose antifrancesi che indirettamente investono e si ritorcono demonizzandoci tutti contro l'Europa, l'Occidente, i bianch e i cristiani.



Bus dirottato a Milano, i bambini al telefono: aiuto papà, l'autista dice che farà una strage
20 marzo 2019

https://www.ilmessaggero.it/italia/bus_ ... 6eMNEfVANY

«Aiuto papà, l'autista ci minaccia. Ha detto che non ci porta a scuola, che va a Linate e fa una strage». Sono le prime concitate telefonate arrivate ai genitori dai bimbi che erano a bordo del bus dirottato sulla strada provinciale 415 all'altezza di San Donato Milanese (Milano). Grazie al loro coraggio è stata evitate una strage.

È durato poco meno di 40 minuti il viaggio del terrore dei 51 studenti della scuola media Vailati di Crema sequestrati da Ousseynou Sy, il 47enne senegalese (ma cittadino italiano) fermato dai carabinieri dopo un inseguimento e uno speronamento. L'uomo, che ha precedenti per guida in stato di ebbrezza e molestie sessuali su un minore risalenti al 2007 e al 2011, era il regolare conducente del mezzo di Autoguidovie partito da Crema e che avrebbe dovuto accompagnare gli studenti dalla palestra a scuola per un normale spostamento.


A un certo punto ha iniziato a urlare frasi sconnesse, ha dirottato il mezzo minacciando i ragazzini e ha iniziato a versare benzina all'interno. A lanciare l'allarme è stato uno dei tre accompagnatori a bordo: «Aiuto, dice che vuole fare una strage, che vuole andare a Linate e bruciare tutto». Durante la telefonata l'operatore del 112 gli ha consigliato di far abbassare tutti per limitare i danni in caso di incidente e l'uomo al cellulare ha risposto «sono tutti legati», riferendosi alle cinture di sicurezza.

Ousseynou Sy teneva in particolare «due bambini accanto a sé» in ostaggio «con un accendino in mano», ha riferito il procuratore di Milano Francesco Greco, il quale ha spiegato anche che l'uomo, guidando il bus, ha speronato anche una macchina con a bordo un padre e un bambino. La macchina «ha preso fuoco» ma il padre con in braccio il bambino sono usciti in tempo.

«Ci ha preso i telefoni ma un compagno è riuscito a tenerlo. Eravamo ammanettati con le fascette da elettricista. Ci diceva che non succederà niente e ogni volta minacciava di versare la benzina», ha detto uscendo dalla palestra dell'Istituto Margherita Hack una delle ragazzine sequestrate. Sarebbero stati quattro o cinque i bimbi a cui l'autista ha legato le mani con delle fascette da elettricista.

Gli insegnanti della scuola media Vailati di Crema, in allarme per il ritardo che l'autobus con a bordo gli alunni di seconda media stava accumulando per rientrare dalla palestra, hanno chiamato una delle insegnanti a bordo del mezzo e hanno «sentito le voci concitate dei ragazzi». «E in quel momento abbiamo capito che stava succedendo qualcosa».

La zia di un'altra delle alunne che erano sul bus, Elisabetta, ha raccontato che la nipote le ha riferito «che il sequestratore ha detto agli insegnanti di legare i bambini, ha sequestrato tutti i telefoni». «Ha detto anche che voleva andare a Linate», ha confermato la donna. «Ora i bambini - ha concluso - sono più tranquilli di noi».

«I ragazzi sono stati veramente bravi», ripete Luca De Marchis, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, commentando quanto è avvenuto oggi a San Donato Milanese. De Marchis ha spiegato che «l'uomo non era armato» e «non ha legato i ragazzini» ed è ora indagato per strage e sequestro di persona.

Milano, l'autista che ha dirottato il bus degli studenti: «Basta morti in mare, qui non si salverà nessuno»

Quando l'autista, italiano di orgini senegalesi, ha dirottato il bus e ha cominciato a urlare: «Qui non si salverà nessuno, basta morti in mare», uno degli studenti a bordo ha chiamato con il cellulare i genitori che, a loro volta, hanno avvisato i carabinieri. Immediatamente sono scattati una serie di posti di blocco mentre le pattuglie hanno raggiunto il mezzo. L'autista a quel punto ha forzato uno sbarramento dei carabinieri, speronando le auto, ma ha perso il controllo: il bus ha rallentato e poi è finito contro il guardrail. A quel punto Sy ha cosparso il mezzo di benzina e ha dato fuoco con un'accendino, ma i militari sono riusciti a mettere in salvo studenti e professori entrando dalla porta posteriore e rompendo i finestrini

«La nostra scuola ci ha chiamati dicendo che era stato sequestrato il pulmino, in modo vago, ma ci hanno rassicurati subito e hanno detto che i ragazzi stavano tutti bene», ha aggiunto il padre di uno dei ragazzini davanti alla palestra a San Donato dove sono ora i bambini. La coppia non conosceva personalmente Sy, ma «probabilmente era il solito autista che li accompagnava in palestra per educazione fisica», hanno spiegato i genitori che ancora, però, non hanno parlato con il figlio.


Alberto Pento
Questo dimostra che ogni mussulmano è potenzialmente un nazi maomettano, un pericolo e una minaccia per noi.


Fabio Federico Marchese
Fatemi capire...

Un Senegalese con cittadinanza italiana e con precedenti penali per abusi su minore,ma autorizzato a condurre uno scuolabus, lucidamente pianifica di bruciare vivi dei ragazzini di una scuola media,per vendicare i morti nel Mediterraneo, che secondo lui sono causati da Salvini e di Di Maio.
A parte il fatto che le stragi in mare sono state causate dai migranti stessi che partono senza alcun criterio dalla Libia e pure dall'esasperata e suicida foga pro immigratoria dei governi precedenti a guida sinistra.
Ora le Sinistre,sempre zelanti in favore degli immigrati (pure i criminali difendono questi pidioti) starnazzano dicendo che il senegalese sarebbe un pazzo (uno che pianifica un atto simile è lucidissimo e sano di mente) e che non ha importanza di che nazionalita sia.Poi urlano contro chi ha assunto un ex delinquente.
Giusto,certamente,ma cari miei sinistrini un Italiano ha mai dato fuoco a un autobus pieno di bambini? Io non ricordo orrore simile. E le motivazioni pur deliranti,sono certamente tipiche di un immigrato e non di un delinquente nostrano.
E lo Ius Soli che tanto reclamate con protervia (solo ieri sera Bersani aveva ribadito la sua passione insana per lo Ius Soli) siete così sicuri che possa essere un modo sicuro per trasformare feccia immigrata in cittadini modello?
Resta la rabbia e la pena per questi ragazzini che hanno visto una morte orribile da vicino e la tristezza per quelle urla di terrore,per un trauma psicologico che si porteranno dietro forse tutta la vita.
Cari buonisti ve lo dico con sincera rabbia: avete rotto il cazzo,piantatela con le vostre fanatiche idee di accoglienza totale,perchè se si toccano i bambini gli Italiani diventano tigri,giustamente, e prima o poi qualcuno farà a pezzi voi e i migranti anche senza colpe.
E poi laciatemelo dire, a furia di ripetere CHE NOI SIAMO I COLPEVOLI per i morti in mare, prima o poi qualcuno se la prende con i presunti responsabili.




"Ho dovuto legare i bambini e spargere la benzina": il racconto dal bus dirottato a Milano
2019/03/21

https://milano.repubblica.it/cronaca/20 ... -222139609

Il suo avvocato, Davide Lacchini, ha già annunciato che chiederà per il suo assistito una perizia psichiatrica. "E' doveroso - ha spiegato - a fronte dell'enormità del gesto e su questo anche la Procura concorda". Poi spiega: "Si trovava in evidente stato di prostrazione fisica psicologica: è chiaro che la situazione gli è sfuggita di mano, ma ha ribadito che non aveva intenzione di fare del male a nessuno", prosegue il legale, illustrando in questo modo linea della difesa. Si insiste dunque sulla versione del "gesto dimostrativo", sebbene "sconsiderato". Da San Vittore arrivano alcune dichiarazioni dell'autista, che si definirebbe un "panafricanista", spiegando che l'Africa è stata colonizzata e che l'Europa si approfitta dell'Africa "mettendo governi che fanno comodo all'Occidente".

La finta preghiera in arabo di Rami: "Ha telefonato al papà per chiedere aiuto"

Gli investigatori stanno cercando di acquisire il video-manifesto postato dall'uomo sul suo canale Youtube - e di cui ha parlato ai pm - e inviato ai suoi conoscenti in Italia e in Senegal. Nel filmato l'uomo spiegherebbe le ragioni del suo gesto "contro le politiche migratorie italiane". I carabinieri del Ros stanno lavorando per ricostruire quanto accaduto: hanno effettuato ieri perquisizioni nella casa e nell'auto di Ousseynou Sy, sequestrando anche materiale informatico. Nell'auto i militari avrebbero trovato una tanica e delle borse. I controlli sono stati eseguiti insieme ai colleghi del nucleo investigativo di Crema, dove Sy è residente. Secondo alcune indiscrezioni, l'autista nei giorni scorsi avrebbe ordinato via Internet, tramite un collega, una sorta di pistola elettrica, dicendo di doverlo regalare alla nuova compagna. Tutti questi elementi confermano la "premeditazione del gesto", che è stata data per certa anche dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, e dal numero uno del pool antiterrorismo, il pm Alberto Nobili.

E ancora: dalle indagini emerge che nel 2007, quando gli era stata sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza, l'uomo aveva chiesto un permesso per malattia alla società Autoguidovie per la quale già lavorava, per evitare di spiegare perché non potesse guidare.

Sul fronte dei ragazzi coinvolti, è stato deciso che una equipe di psicoterapeuti è pronta a intervenire da lunedì per loro e le loro famiglie. Il Comune di Crema, dove i giovani frequentano la scuola media, si avvarrà infatti della collaborazione degli specialisti dell'Associazione Emdr Italia, da anni è coinvolta in casi di emergenze e lutti particolarmente traumatici, fra cui la tragedia nella discoteca di Corinaldo.

Il Comune di Crema si costituirà parte civile nel processo a carico di Ouesseynou Sy, l'autista che ieri ha incendiato l'autobus su cui trasportava 51 alunni di seconda media. Lo ha spiegato il sindaco, Stefania Bonaldi, precisando che l'amministrazione comunale "non ha alcun potere di controllo" riguardo le condizioni del personale di Autoguidovie con il quale è stato stipulato un contratto con una gara d'appalto a livello provinciale.


Gino Quarelo
L'africano senegalese, nazi maomettano, si sarebbe difinito "panafricanista", spiegando che l'Africa è stata colonizzata e che l'Europa si approfitta dell'Africa "mettendo governi che fanno comodo all'Occidente".

Ecco le conseguenze della falsa propaganda demenziale panafricanista di Konarè e compagni nazi maomettani contro la Francia che calunniano e demonizzano l'Europa intera e l'Occidente.
Nella controversia con la Francia sono stati in molti tra i pentastellati, i leghisti, gli identitaristi, i destri nazionalisti e fascisti italiani e altri a sostenere le demenziali e false tesi di Konarè e compagni
.


Ma la Francia sfrutta colonialmente l'Africa? No!
Da qualche tempo circola sul web la diceria che la Francia sfrutta le sue ex colonie attraverso un nuovo colonialismo finanziario, economico e politico.
Questa diceria ha fatto presa nelle teste vuote dei complottisti ed è montata negli ambienti grillini dove i complottisti sono la maggioranza e in quelli della destra nazionalista italiana dove non mancano; con qualche ripresa anche nell'area leghista e venetista.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4085574741
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 8:19 am

Noi non siamo in alcun modo responsabili dei mali e dei problemi dell'Africa e degli africani, i responsabili sono gli africani stessi:
inciviltà egoista dei singoli e schiavismo, inciviltà tribalista con confltti e guerre tribali e inter etniche, superstizioni religiose e ignoranza tra cui l'infibulazione, corruzione e irresponsabilità politica, colonialismo e imperialismo nazi maomettano con la sua incultura, le sue discriminazioni e la sua violenza, nessun controllo demografico.

Il vittimismo che attribuisce la responsabilità dei propri mali agli altri o a un capro espiatoro è un atteggiamento infantile e primitivo, da incoscienti, non ti aiuta a crescere e a migliore ma ti mantiene in una condizione di miseria, di incoscienza, di sottosviluppo, di disumanità, di subordinazione.




L'Africa che non vi raccontano: economie in crescita, ma corruzione e tribalismo frenano lo sviluppo
Anna Bono
8 Mag 2018

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... o-sviluppo

L’Africa continua a essere descritta come un continente devastato da guerre, carestie, epidemie, popolato da gente disperatamente povera, sfruttata da potenze straniere e multinazionali. È vero, ma solo in parte. A impoverire gli africani sono corruzione e tribalismo, che si alimentano a vicenda producendo un immenso, catastrofico spreco di risorse finanziarie e umane, e tuttavia l’economia continentale cresce costantemente da un quarto di secolo almeno. Il Pil continentale fino al 2015 ha registrato un incremento medio annuo del 4,4 per cento. Nel 2016 e nel 2017 si è registrata una flessione soprattutto nell’Africa sub-sahariana che ha risentito più del Nord Africa del rallentamento dell’economia della Cina, importante partner del continente, e del crollo del prezzo di molte materie prime, soprattutto il petrolio, sui mercati mondiali. Tuttavia il Pil è cresciuto del 1,3 per cento nel 2016 e del 2,4 per cento nel 2017. Per il 2018 si prevede un incremento del 3,2 per cento e per il 2019 del 3,5 per cento, grazie alla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e a un aumento graduale della domanda interna determinato a sua volta dalla riduzione dell’inflazione e da politiche monetarie favorevoli.

Molto si deve alle tre maggiori economie del continente – Sudafrica, Nigeria e Angola – ma sono 27, metà del totale, i paesi con una crescita del Pil superiore alla media sub-sahariana. Le previsioni restano negative per due paesi in forte recessione: il Sudan del Sud, che nel 2016 deteneva il primato della peggiore performance economica del mondo con un tasso del Pil negativo del 13,8 per cento, “sceso” a -6,3 per cento nel 2017, e la Guinea Equatoriale (-9,7 per cento nel 2016, -7,4 per cento nel 2017). Inoltre ci sarà crescita, ma relativamente debole in alcuni stati membri della Comunità economica e monetaria centrafricana: Gabon, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad e Repubblica del Congo, danneggiati dal ribasso del prezzo del petrolio e da un crescente debito pubblico. Invece si prevede che i paesi dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale – Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo –manterranno un elevato tasso di crescita, anche se la Costa d’Avorio risentirà dei bassi prezzi del cacao sui mercati mondiali. Tra i paesi della Comunità dell’Africa orientale, infine, l’economia in più rapido sviluppo resterà l’Etiopia, il Kenya si prevede in recupero, mentre la crescita più modesta si avrà in Tanzania.

L’aumento del Pil indica una economia in crescita. Ma in Africa, dove è così consistente, questa si deve in gran parte allo sfruttamento e alla vendita delle straordinarie risorse naturali del continente, esportate grezze, raramente lavorate. La Nigeria, ad esempio, esporta petrolio, non benzina. Le poche raffinerie del paese sono da anni mal funzionanti, per incuria. I nigeriani consumano carburante acquistato all’estero. In tutto il continente i proventi ricavati dalla vendita di petrolio, diamanti, rame, fosfati, cacao, arachidi, te, caffè… sono investiti poco, male, non abbastanza in infrastrutture, servizi, incentivi allo sviluppo di settori economici moderni, industrie dell’indotto, diversificazione delle attività produttive. Una parte di quei proventi non finisce neanche nelle casse statali. Diventa patrimonio personale di uomini politici, funzionari, alte cariche militari. Nel 2014, ultimo anno per cui esistono dati, l’Ente petrolifero nazionale della Nigeria ha guadagnato 77 miliardi di dollari, 16 dei quali non sono mai stati depositati nelle casse dello stato. Anche una parte dei finanziamenti della cooperazione internazionale destinati allo sviluppo e ad aiuti umanitari vanno persi. Dal 2004 la Somalia ha ricevuto dalla comunità internazionale miliardi di euro destinati alla sicurezza e allo sviluppo. Nel 2012 il Gruppo di monitoraggio sulla Somalia dell’Onu ha denunciato che ogni 10 dollari consegnati al governo sette non arrivano mai alla Banca centrale, fatto peraltro già rilevato dalla Banca Mondiale secondo cui tra il 2010 e il 2011 si erano perse le tracce del 68 per cento degli aiuti internazionali al paese.

La crescita economica non si traduce quanto potrebbe, e dovrebbe, in sviluppo. Tribalismo, corruzione, persistenza di istituzioni funzionali alle tradizionali economie arcaiche di sussistenza e di rapina lo rallentano. Così gran parte delle rimesse degli africani emigrati, che nel 2017 hanno raggiunto i 34 miliardi di dollari, vengono usate non per realizzare investimenti produttivi, ma per integrare il reddito dei famigliari rimasti a casa, spese in consumi. Si usano per vivere meglio, acquistare beni di prima necessità e di status. Con il denaro dei parenti emigrati si acquistano abiti, scarpe, attrezzi, biciclette, motorini, televisori, elettrodomestici (senza che questo avvantaggi significativamente l’economia nazionale perché si tratta di beni per lo più fabbricati all’estero); si celebrano matrimoni, funerali e altre cerimonie con più larghezza di mezzi; consentono di pagare un prezzo della sposa più ricco, di ricompensare più lautamente chi esegue le mutilazioni genitali femminili delle figlie, di invitare e ospitare parenti e amici, ostentando abbondanza; servono a pagare cure mediche, rette scolastiche, “chai” e “kitu kidogo” più sostanziosi (“un te”, “una cosina”, così si chiamano in lingua swahili le mance e le tangenti senza le quali non si ottieneniente) in paesi in cui la corruzione è un “cancro endemico” o, come dicono in Nigeria, “uno stile di vita”. Al meglio, grazie alle rimesse, il capofamiglia rimasto a casa smette di lavorare, le donne faticano un po’ meno a mantenere la famiglia.

Tuttavia lo sviluppo di un ceto medio produttivo sta modificando i rapporti sociali ed economici in molti paesi africani creando aspettative e istanze di modernizzazione, trasparenza, assunzione di responsabilità.




Oramai sappiamo tutto su come si sono svolti i fatti sullo scuolabus
Patrizia Terracina

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4786604731

Oramai sappiamo tutto su come si sono svolti i fatti sullo scuolabus, sappiamo dei carabinieri eroi, quelli che il buonista Casarini vuole morti, sappiamo della volontà di bruciare vivi 51 ragazzi da parte del "migrante buono e perfettamente integrato ", sappiamo tutto dei ragazzi, di quello che ha raccolto il cellulare da terra e lo ha passato al compagno che poi ha chiamato i soccorsi, sappiamo di quello che si è OFFERTO COME OSTAGGIO al terrorista, volontariamente gli si è messo vicino, sapendo che, nel caso, sarebbe stato il primo a morire!

Sappiamo della collaboratrice scolastica che, rischiando di brutto, ha messo le fascette di plastica ai polsi dei ragazzi allentandole in modo da farli liberare, sappiamo che, in definitiva, tutti hanno fatto la loro parte, tutti hanno avuto un comportamento eccezionale, davvero fuori dal comune!

Eppure, chi è stato portato sugli altari, chi è stato definito "eroe ", chi è stato subito usato per scopi politici dalla sinistra alla frutta, anzi all'ammazzacaffe?
Ma il ragazzo egiziano, lui e solo lui, mentre tutti gli altri sono semplicemente scomparsi dai radar della nostra ineguagliabile informazione!
E sapete perché? Perché era quello con il colore della pelle giusto, quello adatto alla battaglia accogliona, quello usabile e manipolabile per portare avanti la eterna ossessione dei globalisti xenofili sinistrati radical chic, vale a dire l'abolizione del concetto di famiglia nazionale di popolo, di confini posti a tutela di chi vive in un determinato Stato!
Ed allora è partito il battage pubblicitario, il martellamento dei media che neanche Goebbels,ministro della propaganda di Hitler! Non dimentichiamo che gli accoglioni xenofili sinistrati sono molto prodighi nel dare del razzista a tutti coloro che non la pensano come loro, ed a furia di usare questo aggettivo hanno finito per dimenticare, se mai lo hanno saputo, il significato della parola "razzismo "! Ed allora è il caso di ricordarlo: razzista è qualsiasi comportamento che ha come punto di riferimento, esclusivamente, il colore della pelle di un essere umano! Se io mi comporto in un certo modo, nei confronti del prossimo, esclusivamente per il colore della pelle del soggetto in questione, sono razzista! Ed allora, sic stantibus rebus, come si può definire il comportamento degli accoglioni xenofili sinistrati radical chic di ogni ordine e grado, carta stampata , tv, politici e chi più ne ha più ne metta? Come si può definire il fatto che hanno messo sugli altari ESCLUSIVAMENTE un determinato ragazzo, e solo quello, oscurando tutti gli altri, e questo solo in base al colore della pelle" dell'eroe" e degli" oscurati "?
La risposta è semplice, è stato un comportamento razzista, così evidente ed imbarazzante che lo stesso ragazzo glorificato ha sentito, onore a lui, di sottolineare il fatto che c'è stato un grande "gioco di squadra " e che tutti hanno fatto la loro parte! Gli accoglioni smentiti finanche dal loro protetto! Ancora una volta non hanno perso l'occasione per dimostrare che sono alieni venuti non si sa bene da dove, fanatici che amano il mondo alla rovescia, robot trinariciuti senza anima e senza sentimenti, che parlano per slogan in base alla programmazione ricevuta sul loro hard-disk! E per dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, che gli unici razzisti sono loro stessi!
Che Iddio protegga tutti gli esseri davvero umani da queste piaghe in forma umana!Amen!
(Dal web)
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 8:21 am

Maria Giovanna Maglie era in diretta.
'Live!! Dove nasce l’odio?
20 marzo 2019

https://www.facebook.com/mariagiovannam ... 8251543345

Chi lancia messaggi di odio nel nostro Paese? Senegalese con passaporto italiano a Milano sequestra e da' fuoco a un autobus pieno di ragazzini,del quale era l'autista nonostante i suoi precedenti penali. Urlava: "non si salverà nessuno" e "È tutta colpa di Maio e Salvini, basta morti nel Mediterraneo. Bravissimi i ragazzini che sono riusciti a chiedere aiuto, eccezionali i carabinieri.
"Io sono per meno porti aperti, meno sbarchi, meno morti". No all'autorizzazione a procedere contro il ministro Salvini. Finisce il caso Diciotti, comincia quello della Mar Ionio, che è stata sequestrata nel porto di Lampedusa.


All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla, ma proprio nulla, niente di niente, tanto meno agli asiatici e ai nazisti maomettani d'Asia e d'Africa. Ci dispiace per i cristiani ma non possiamo accogliere tutti perché non vi è spazio, non vi sono risorse e non c'è lavoro, in Italia vi sono già milioni di poveri, di disoccupati e di giovani costretti a migrare; e un debito pubblico tra i più alti del mondo occidentale che soffoca lo sviluppo e alimenta i parassiti e la corruzione. Gli africani si arrangino e restino in Africa a risolvere i loro problemi.
viewtopic.php?f=194&t=2494


Ecco un campione nazi comunista che sparge odio razzista contro di noi cittadini italiani, europei, occidentali, nativi e indigeni:
un nazi demo comunista che calpesta, nega, viola e manipola i nostri diritti umani naturali, civili e politici, che sostiene e promuove l'Islam (e il suo connaturato nazismo maomettano) e giustificandone il terrorismo (contro i bianchi, i cristiani e gli occidentali) e che alimenta il demenziale odio antisemitita e antisionista/antisraeliano cristiano di destra, di sinistra e mussulmano in Occidente, in Israele/Palestina, in Medioriente e in tutto il Mondo
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Lerner attacca: “Attentato su bus frutto dell’odio contro i migranti”
Federico Garau - Gio, 21/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... C3VWUrUJc8

Il post del giornalista libanese sulla sua pagina personale Facebook sta scatenando una vera e propria ondata di polemiche

Gad Lerner, grazie ad un suo post su Facebook, ha scatenato un vero e proprio putiferio.

Commentando l’attentato compiuto dal senegalese pregiudicato Ousseynou Sy, che ha tenuto in ostaggio minacciandoli 51 bambini a bordo di un autobus di cui lui stesso era al volante, prima di tentare di bruciarli vivi, il giornalista libanese ha dato davvero il meglio di sé.

Lo straniero, secondo il buon Gad, sarebbe stato mosso dall’odio manifestato dagli italiani nei confronti dei migranti. “La follia criminale del cittadino italiano Ousseynou Sy è l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità”.

Inutile dire che il tenore dei commenti in risposta al post di Lerner è decisamente acceso. “Mi scusi ma legge quello che scrive? Stai a vedere che adesso la colpa è nostra... Roba da matti”, commenta una donna.“Sembra quasi che a Lerner dispiaccia che l'attentato sia fallito!”, replica amaramente un’altra. “Non è cittadino italiano ma senegalese, l'ennesimo che commette atti criminosi contro gli italiani. Voi comunisti ce li avete portati in Italia ed ora accusate, chi sta provando a ripulire il Paese, di seminare odio e paure”, attacca invece in modo più diretto un utente, a cui fa seguito un altro. “A uno come lei dovrebbero impedire di andare in televisione ad esprimere la sua opinione folle...il bello è che viene anche pagato”.


Alberto Pento ha commentato

Stando alle cronache giornalistiche si dovrebbe trattare di un senegalese con la doppia cittadinanza tra cui quella italiana.
Cosa c'entriamo noi con i clandestini che annegano mentre stanno compiendo il crimine della traversata clandestina.

La responsabilità dell'insano gesto terroristico è di dementi come Saviano, Strada, Toscani, Santoro, Lucano, Boldrini, Casarini, Bonino, Orlando, Ciotti, Lerner e altri che attribuiscono arbitrariamente e calunniosamente a noi e al ministro Salvini la responsabilità per non accettare il presunto obbligo/dovere di farci loro schiavi andando a prenderli, accogliendoli, ospitandoli, mantenendoli, servendoli, lavorando per loro, facendoci stuprare, derubare, rapinare, maltrattare, uccidere, maomettizzare.

A costui andrebbe revocata d'ufficio la cittadinanza italiana.
Saviano, Strada, Toscani, Santoro, Lucano, Boldrini, Casarini, Bonino, Orlando, Ciotti, Lerner e altri che andrebbero tutti perseguiti per calunnia e istigazione al crimine del terrorismo.



Casarini e i cattivi maestri
Alessandro Sallusti - Gio, 21/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... k0cTPfnMWs

«Gli immigrati che muoiono in mare sono colpa di Salvini». Ousseynou Sy, il senegalese che ieri voleva dare fuoco per vendetta a una scolaresca presa in ostaggio su un bus alle porte di Milano, almeno una cosa la pensa come Luca Casarini, il leader dei centri sociali che ha organizzato la sceneggiata del salvataggio in mare, con il suo rimorchiatore «Mare Jonio», di una cinquantina di disperati per sfidare la politica italiana dei porti chiusi.

Ma come Ousseynou e Casarini, e questo è più preoccupante, la pensano anche buona parte della sinistra parlamentare, non pochi vescovi, scrittori come Saviano, volontari alla Gino Strada e le grandi firme de La Repubblica. In altri tempi li avremmo chiamati i «cattivi maestri» che, loro sì, incitano all'odio contro istituzioni democraticamente elette, e come noto l'odio genera violenza e dà coraggio a folli, frustrati e delinquenti in cerca di un presunto martirio.

Prima degli scafisti andrebbero fermati quelli che agli scafisti vorrebbero lasciare mano libera mettendo a rischio la sicurezza nazionale e, come è accaduto ieri, la vita dei nostri figli. Non solo pericolosi, Casarini e i suoi cantori in colletto bianco sono anche politicamente stupidi, tanto alimentano il mito e la gloria di Matteo Salvini ben oltre i suoi meriti e i risultati concreti. Come aprono bocca, come inscenano un gesto dimostrativo tipo «Mare Jonio» la Lega fa un balzo nei sondaggi. Più con le loro parole accendono la fantasia malata degli Ousseynou, più Salvini si avvicina alla maggioranza assoluta dei consensi grazie anche al fatto che i Cinque Stelle, per contratto, sull'argomento devono stare al gioco e non possono dire «a», pena la caduta del governo.

Non contenta di aver perso le ultime elezioni proprio sul lassismo nei confronti dell'immigrazione, la sinistra si sta preparando il terreno per una nuova batosta. Tra i «porti chiusi» di Salvini e i «bambini bruciati vivi» di Ousseynou (arrivato in Italia qualche anno fa da un porto aperto) secondo voi gli italiani da che parte stanno? Chi vuole fare credere che i morti in mare, per altro drasticamente diminuiti in numero assoluto grazie alle nuove politiche di contenimento, sono colpa dell'Italia non solo dice il falso ma ci espone tutti a vendette e ritorsioni. Dopo il terrorismo islamico ci mancava solo il terrorismo dei buonisti.


"Così la sinistra pro-migranti ha creato il mostro senegalese del bus"
Bartolo Dall'Orto - Gio, 21/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 0XWhhTHUN4

Silvia Sardone mette nel mirino Pd, buonisti, radical chic, coop e associazioni varie dopo l'incendio al bus di studenti: "Facciano l'esame di coscienza"

Molti si chiedono: ma quanto successo a Milano, sulla Puallese, è frutto della mente malata di un folle o c'è qualcosa di più dietro? Se l'attentatore Christchurch in Nuova Zelanda era mosso da ideologie suprematiste, allora allo stesso modo Osseynou Sy si è ispirato ai buonisti pro-sbarchi?

In fondo se il conto delle vittime è così distante, lo si deve solo all'eroismo dei carabinieri intervenuti in soccorso di quel bus carico di studenti delle medie. Ma se non fossero arrivati in tempo? Oggi parleremmo di strage.

Inutile girarci intorno: è normale, umano, dare una giustificazione a quanto successo. Così, mentre Salvini promette che Sy, se condannato, grazie al Dl Sicurezza Sy potrà perdere la cittadinanza italiana, Silvia Sardone punta il dito contro chi ha creato "mostri come il senegalese.

"A furia di parlare di razzismo e fascismo la sinistra è arrivata a creare mostri come il senegalese che ieri ha dirottato un bus con a bordo 50 ragazzini per vendicare i morti nel Mediterraneo - attacca la consigliera regionale in Lombardia - La retorica buonista dei porti aperti e dell’accoglienza sfrenata, sempre attuale nell’attribuire al ministro Salvini ogni tipo di colpa sul tema dell’immigrazione, è diventata benzina per infiammare pazzi disposti a gesti estremi come quello di ieri".

La tesi è chiara: "Fino a quando la sinistra, a braccetto coi migranti, continuerà a urlare nelle piazze che chiudere i porti e affermare la sovranità nazionale sono sintomi di un imminente ritorno al ventennio fascista non si potranno escludere del tutto episodi del genere”.

La procura milanese ha messo in chiaro che Sy voleva punire l'Europa per le sue politiche sull'immigrazione. Un intento voluto. "Premeditato", secondo il pm Greco. Ha nascosto i suoi precedenti penali (per abusi sessuali e guida in stato di ebrezza) per continuare indisturbato a fare l'autista dei bus. Poi ha deciso di vendicare i "migranti morti in mare".

La mattina si sveglia come se nulla fosse e si metta alla guida del pullman. Copre i vetri con delle lenzuola nere, fa cospargere di benzina il bus, lega con delle fascette i ragazzi. Urla. Minaccia di dar fuoco a tutto. Nella confusione e nel terrore, uno degli scolari trova il coraggio di chiamare i soccorsi. Arrivano i carabinieri, provano a tagliargli la strada ma l'autista sperona la gazzella. In pochi istanti i militari prendono una decisione: infrangono il vetro posteriore e fanno scendere gli studenti. Poi salvano anche l'attentatore mentre all'interno del pullman divampano le fiamme.

"La cosa che mi lascia perplessa - insiste Sardone - è il continuo tentativo da parte della sinistra di specificare che l’autista era italiano a tutti gli effetti solo per cercare di sminuire la gravità di una mancata strage che ha fatto il giro del mondo. È vero, dal 2004 aveva ottenuto la cittadinanza italiana ma questo non implica automaticamente l’integrazione e l’accettazione dei nostri usi e costumi: tanto è vero che questo folle voleva uccidere 50 bambini italiani per vendicare i profughi africani morti in mare, una sorta di legge del taglione assurda e spaventosa".

Ecco perché "Pd, buonisti, radical chic, coop e associazioni varie" che "lucrano col business dell’accoglienza" dovrebbero "farsi un esame di coscienza e smetterla di puntare il dito contro gli italiani: i morti nel Mediterraneo stanno diminuendo drasticamente proprio per effetto della politica dei porti chiusi".


Gentile Gad Lerner,
da Oriana Barbieri

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 1263177098

Lei è convinto che in Italia o in Europa i disperati, che vengono con mille difficoltà verso i nostri Stati, staranno bene? Abbandonano le loro Terre in cerca di un sogno, ma quel tempo è finito anche per gli autoctoni! Da tempo! Per questo si sentono degradati!
Perchè venire in Stati in difficoltà?
In situazioni di disagio, si additano gli altri come capri espiatori! Dovrebbe sapere! Il disagio provoca differenze, intolleranze e discriminazioni!
Nessuno vuole essere razzista, ma sicuramente moltissimi sono esasperati, inquieti e disarmati di fronte a un nuovo modo di attuare violenza!
Non siamo disumani; semplicemente affranti, intimoriti e spaventati. Non neghiamo nè umanità nè sofferenze, neppure facciamo differenze per il colore della pelle con chi si integra, lavora e rispetta!
Ha sentito ancora di atti di violenza o di brutalità da parte di Cinesi, Laotiani, Vietnamiti?
Non mi pare ! Chi molesta, ferisce, violenta e uccide è figlio di una cultura che conosciamo e che a ben guardare non si integrerà con la nostra civiltà, perchè non vuole!
Ah dimenticavo lei è un privilegiato economico: non può capire i problemi della gente comune! Scenda dal suo piedistallo ascetico e si ponga tra i comuni mortali.
Avrà una sorpresa!


Alberto Pento

Gentile Oriana

lei è troppo buona, comprensiva, conciliante e riguardosa con questo demenziale individuo presuntuoso, arrogante, ignorante e calunniatore, pieno di violenza verbale che non ha alcun rispetto per i cittadini italiani ed europei, per i loro diritti umani e civili; e che proprio per questo non merita egli stesso alcuna considerazione e rispetto.
Il falso, ignorante e arrogante Lerner confonde i clandestini con i migranti regolari, e scambia per diritto di emigrare la violazione e l'invasione clandestina e criminale della casa, della terra e dei paesi altrui che diritto non è in alcuna parte del Mondo, e si permette di calunniare i cittadini italiani con la demenziale e pretestuosa accusa di razzismo credendo così di demonizzarli e di zittirli nella loro umanissima naturale e civile difesa dall'invasione violenta e destabilizzante dall'Asia e dall'Africa.
Questo imbecille con il rolex d'oro, la giacca di lino e la camicia di seta che a casa sua non accoglie e non ospita a sue spese alcun "clandestino migrante economico o rifugiato politico e sociale" con la sua arrogante demenza e la sua ributtante violenza verbale e intellettuale si crede di poter dare lezione di umanità e di civiltà al prossimo;
e come ben puntualizza e fa osservare anche lei con altre parole pìù moderate, i migranti (regolari e irregolari) non sono tutti uguali e stranamente i cinesi, i giapponesi, i vietnamiti, gli indiani, i coreani, i filippini, i laotiani, i buddisti, i confuciani, gli indù sono per lo più migranti regolari che lavorano e che rispettano, non violenti e non criminali, mentre altri provenienti dall'Asia mediorientale e dall'Africa maomettana sono in buona parte clandestini, irregolari, parassiti economici, criminali e terroristi, irrispettosi delle nostre leggi e della nostra cultura.

Noi, a casa nostra e nel nostro paese abbiamo tutto il diritto di accogliere e ospitare unicamente chi vogliamo e quando vogliamo, chi ci è gradito e che è con noi compatibile, chi ci rispetta in tutto e per tutto e ci ama, chi ci porta lavoro o viene per lavorare se abbiamo lavoro anche per lui, chi non costituisce alcun pericolo né immediato né futuro, chi possiamo se bisognoso di aiuto a nostra assoluta discrezione.
Non sta a Noi farci carico del Mondo intero e dell'intera umanità e chi crede utopisticamente e presuntuosamente di potersi far carico di tutto e di tutti come se fosse Dio o un suo plenipotenziario e di poter salvare l'Universo intero è solo un matto pericoloso da legare che fa danni immensi e che porta illusione idolatra, deresponsabilità, assolutismo disumano e morte e fa regredire l'intera umanità.

L'atteggiamento verbale di Lerner e gentaglia similare è pieno della violenza tipica dei ladri, dei rapinatori, degli estorsori mafiosi, di chi cerca di intimorire, minacciare, ....


Sempre e ovunque quando gli intellettuali da uomini comuni specializzati nel pensiero e nelle sue speculazioni, si pensano, si credono o si sentono superiori agli altri, illuminati da una pseudo scienza generalista, invasati da un Dio, investiti da una missione ideologica, utopistica, religiosa e politica salvatrice del Mondo, dell'Umanità, dell'Universo interi o di una loro parte, allora per l'umanità e per le sue comunità inizia la tragedia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 8:27 am

Secondo la Nirenstein l'antisemitismo di destra vecchio stile non esiste più.
Esiste solo, secondo lei, l'antisemitismo travestito da antisionismo.
Dovrebbe spiegarlo a questi signori di Forza Nuova

https://www.facebook.com/groups/Fightin ... 9650411953

Gino Quarelo
Sbagliato non è ebreo è un ateo nazi comunista anche se ha origini ebraiche come Soros. Questi di Forza Nuova sono dei nostalgici demenziali del fascismo.

La colpa e il demerito di questo Lerner non sono le sue origini ebraiche ma il suo nazismo comunista che fa di questo personaggio un razzista antitaliano e antieuropeo di una cattiveria e di una demenzialità spaventose.
Questo personaggio demenziale vorrebbe delle leggi razziali contro gli indigeni italiani ed europei, è una mostruosità umana.
Questo mostro pur non essendo più ebreo danneggia anche gli ebrei.


Emilio Martini
Gino Quarelo opinioni.


Gino Quarelo
Fatti e non opinioni.

Il comunismo o nazi comunismo è un fatto come tutto il resto tra cui negare o disconoscere e calpestare il diritti umani e civili dei cittadini italiani ed europei da parte dei nazi comunisti che se ebrei o non più ebrei ma di origine ebraica va ad alimentare l'odio antisemita (antisionista e antisraelita) ancora diffuso tra i cristiani d'Occidente specialmente tra le minoranze mitomani e demenziali nostalgiche di Roma imperiale, di Mussolini e di Hitler.

Antisemitismo/antisionismo ben presente tra i sinistri e i cosidetti liberal democratici o progressisti e atei che si accompagna a un demenziale filo nazi-maomettismo il cui antisemitismo feroce iniziato con Maometto fa il paio con l'anticristianismo e l'anti ogni diversità di religione e di pensiero.

Come è un fatto il mio ribrezzo per personaggi orripilanti come questo.

Bitta Quattrini
Al di là delle considerazioni e simpatie/antipatie per Lerner, la cosa che rileva è che finalmente FN è caduta nel reato di '604 bis, ter' del Codice Penale.
Il Fascismo è proibito dalla ns costituzione democratica, e anche le leggi Scelba, Mancino, e anche quella sul negazionismo della Shoa del 2016, hanno dettagliato le fattispecie criminose.
FN ora deve rispondere davanti ai giudici della fattiva ricostituzione del partito fascista con l'aggravante del pregiudizio razziale. Gas Lerner o l'UCEI o chi deve muoversi si muova!!!


Tamara Casalan
Lerner può dichiararsi ateo ed è suo diritto, è palestinese in quanto fin dalle origini gli ebrei sono i veri palestinesi... le sue opinioni politiche, che non condivido, sono comunque legittime essendo l'Italia un paese retto da Costituzione democratica antifascista.
Incostituzionale è FN e tutta l'estrema destra antigiudaica, topi di fogna che riemergono quando i concetti democratici sono deboli come la politica degli ultimi governi verso Israele

Gino Quarelo
Sarebbe ora che al fascismo e al nazismo si equiparassero anche il comunismo e il nazismo maomettano e fossero tutti banditi senza distinzioni e privilegi, sconti e riguardi.
Per me non vi è alcuna differenza tra un fascista, un nazista, un comunista e un maomettista sono tutti totalitari, illiberali, antidemocratici, razzisti, antisemiti, violenti, oppressori e terroristi, e in particolare il maomettismo è anche anti cristiano e anti ogni diversamente religioso e pensante.
Il fascista Mussolini nel male è stato meno peggio del nazista Hitler e del comunista Stalin e tutti costoro sono stati meno peggio del mussulmano Maometto che è quello che ha arrecato più danni all'umanità intera.
Nel conto vanno considerate tutte le vittime anche quelle non ebree, tutti i danni in ogni tempo e in ogni luogo.

Per me il nazi comunista Gad Lerner, razzista, negatore e manipolatore dei miei diritti umani naturali, civili e politici, come indigeno veneto e cittadino italiano ed europeo, ex cristiano, non ebreo ma che ama e rispetta gli ebrei e Israele come una delle culture, uno dei popoli e uno dei paesi più umani e civili della terra;
per me questo individuo che mi calunnia e mi demonizza perché proteggo la mia terra, il mio paese e i suoi confini e il sacrosanto diritto della mia gente a rifiutare e rigettare l'invasione di chichessia in violazione della nostra libertà e della nostra sovranità è né più né meno come i fascisti, i nazisti hitleriani e maomettani antisemiti per gli ebrei.
Per me chi difende il razzista nazi comunista Gad Lerner è come per un ebreo i fascisti razzisti antisemiti di Forza Nuova o di Casa Pound.

Io riconosco agli ebrei del Mondo in generale gli stessi diritti che riconosco a me stesso ai veneti, agli italiani e agli europei che non sono ebrei e riconosco agli ebrei di Israele gli stessi diritti che vorrei che gli ebrei del Mondo e di Israele riconoscessero anche a me e a tutti gli indigeni cittadini italiani ed europei.


Ornella Ascoli
Io credo che indipendentemente dalle opinioni politiche di Gad Lerner... quando un ebreo (non importa se ateo o credente)... viene insultato per il fatto di essere ebreo... beh tutta la comunità ebraica dovrebbe fare quadrato!
Vi ricordo che Hitler prima di gasare gli ebrei non faceva loro l'esame su quanto fossero religiosi!

Gino Quarelo
Gad Lerner non è ebreo è ateo, nazi comunista e cittadino italiano, anche se i genitori potevano essere entrambi ebrei.
Nello specifico è un demenziale nazi comunista provocatore e violatore dei diritti umani degli italiani e tutto ciò non gli deriva dall'essere di origine genitoriale e culturale ebraica ma dall'essere un nazi comunista disumano promotore dell'invasione e sostenitore del nazismo maomettano.
Io non ebreo difendo gli ebrei ma non questa mostruosità umana che mi manca di rispetto, che nega i miei diritti e che nei miei confronti è un razzista al massimo grado.
Gli ebrei dovrebbero prender posizione contro questo individuo che li danneggia.


Gianluca Rubinelli
La Destra è una cosa i fascisti , sempre che ce ne siano ancora, macchiette da circo a parte , sono altra cosa . Dire che Destra e fascismo sono la stessa cosa è confondere la seta con gli stracci . Il Fascismo è socialismo rivoluzionario allo stato puro , come il nazional socialismo . L'antisemitismo ha radici profonde e ramificate , si va dalla chiesa cattolica fino al bolscevismo incluso che vedeva e vede negli ebrei l'alta finanza che affama i popoli . Secondo voi Casa Pound e Forza Nuova sono il grande pericolo ? ma vi rendete conto che se vanno insieme alle prossime elezioni prenderanno , se gli va bene , il 0,6 /0,9 % di voti . Ai loro raduni Nazionali si e no arrivano a mala pena alle centinaia di partecipanti . Ridicolo . Poi basta farli parlare per capire che sotto la calotta cranica tengono solo segatura . Consiglio di dare attenzione al vero pericolo, per la nostra civiltà , che è costituito dalla saldatura tra la sinistra socialista e comunista con l'islam , forze storicamente anti Occidentali . Non è un caso che oggi l'antisemitismo , quello vero , si chiama anti sionismo ed è sempre più violento non solo verbalmente contro Israele ma , pure fisicamente con gli Ebrei europei , vedi Francia , Vedi Norvegia , Vedi Svezia , Vedi Olanda , vedi Belgio . Gard Lerner , come David Parenzo sono solo soldatini di piombo della sinistra comunista ( quella al caviale ) ubbidiscono agli ordini di scuderia . Per chi era giovane negli anni settanta , vi ricordate da che parte si schierò Lerner quando ci fu il gioco al massacro contro il povero Luigi Calabresi ? E' coerente con la sua storia di soldatino di piombo della sinistra comunista che in cambio dei servizi gli ha permesso di fare una certa carriera . Nulla di Nuovo , Film già visto


Gino Quarelo
I demo nazi comunisti si servono di questa sparuta minoranza di demenziali fascisti antisemiti che sono questi di FN e di CP che la storia ha voluto collocarli a destra dell'arco parlamentare, per dare contro e demonizzare tutte le destre e la destra in generale anche se a stragrande maggioranza le destre non sono per niente antisemite e anttisraeliane, anzi. Al confronto le sinistre si presentano in tutto loro spettro completamente antisemite o antisioniste e antisraeliane che è la forma moderna e più subdola dell'antisemitismo.
Io contrasto e condanno questi di FN e di CP solo perché sono totalitari social-fascisti, razzisti invasati dal mito di Roma e antisemiti/antisionisti/antisraeliani e per certi versi ancora portati verso il nazismo maomettano.


Al di là delle considerazioni e simpatie/antipatie per Lerner, e al di lá dell'indignazione del fatto che in se e per se c'è da aspettarsi da militanti di un movimento inqualificabile come questo, la cosa che rileva è che finalmente FN è caduta nel reato di '604 bis, ter' del Codice Penale.
Il Fascismo è proibito dalla ns costituzione democratica, e anche le leggi Scelba, Mancino, e quella sul negazionismo della Shoa del 2016, hanno dettagliato le fattispecie criminose.
FN ora deve rispondere davanti ai giudici della fattiva ricostituzione del partito fascista con l'aggravante del pregiudizio razziale.
Gad Lerner, insieme all'UCEI o a chi deve muoversi, devono denunciare in piena regola questo partito che viola la Costituzione, per far disciogliere FN (e aggiungersi anche Casa Pound) e far punire i suoi vertici.
Devono andare in galera!
Basta a tollerare la intollerabile.
Ci sono in gioco i nostri diritti costituzionali tanto duramente conquistati. Coraggio!!!
Avanti si vada!

PS: condividete nelle pagine di chi pensate possa denunciare questi fascisti

https://www.facebook.com/groups/1427379 ... p_activity




https://www.facebook.com/groups/1427379 ... 0802981544

Gino Quarelo

Qualificare il nazi comunista Lerner come ebreo è un onore che non merita.

Gli ebrei, quelli veri hanno rispetto per i non ebrei e per i diritti umani naturali, civili e politici, dei cittadini di ogni paese tra cui quello inalienabile di accogliere chi vogliono, quando vogliono e se vogliono.

Lerner è un negatore degli altrui diritti e un provocatore che contribuisce a far odiare gli ebrei.


Gino Quarelo
Non mi pare che dire ebreo a qualcuno che è di origine ebraica (pur non essendo più ebreo ma ateo) sia un insulto; caso mai potrebbe essere un insulto per gli ebrei l'attribuzione di ebraicità a una mostruosità umana nazi comunista come Lerner.

Hanno dato dell'ebreo anche a me che non sono ebreo, ma veneto ed ex cristiano solo perché ho difeso gli ebrei e ho detto di amarli e certamente non mi sono sentito offeso per questo anzi.

Mi hanno chiamato canaglia ebrea.

Io quando devo dare dell'usuraio a qualcuno dico sempre; sei peggio di un banchiere cristiano, sei peggio dei Medici fiorentini che erano i peggiori strozzini dell'epoca.
Che fa male e offende caso mai è l'odio ingiustificato e la menzogna, la demonizzazione.




Bellissime queste parole dell’amico Andrea Zanardo, e chissà se qualcuno si identifica in Led Garner.
Emanuel Segre Amar
24 marzo 2019

https://www.facebook.com/emanuel.segrea ... 7354130025

Oggi alla Scuola di Giornalismo "Arrigo Vittorioni" c'è stata una lezione sull'argomento "Restiamo umani nel riportare le notizie".
Il Grande Giornalista Led Garner ha presentato un modo del tutto inumano ed incivile di riportare un recente fatto di cronaca avvenuto tra Crema e Milano, in cui sembra che un autista di autobus, di origine francese, abbia tirato fuori l'accendino per fumarsi una sigaretta sul posto di lavoro, mentre cioé stava guidando uno scuolabus.
È vero che questo gesto può nuocere alla salute dei bambini, ma non si può sulla base di questo affermare che l'autista fosse senegalese e musulmano e che volesse portare a termine un atto di terrorismo. Una affermazione del genere non fa che aumentare la contrapposizione isterica di matrice razzista che indica negli immigrati dei privilegiati, ha spiegato Led Garner, negando le loro sofferenze e la loro umanità. Perché la scelta di riempire un autobus di benzina e arrostirci dentro cinquanta ragazzini, è una scelta che deriva da una profonda sofferenza interiore che dobbiamo imparare a riconoscere anziché nutrire progetti di rivalsa, come è invece decisamente la attitudine dei sionisti.

A questo punto la parola è passata al Maestro Leonardo, che ha spiegato un altro caposaldo del giornalismo. La definizione di Stato ebraico ed i riferimento all'ebraismo quando si parla di Israele. Quando si riportano notizie da Israele è importante, ha argomentato il Maestro Leonardo, rimarcare che si tratta di uno Stato ebraico, particolarmente quando si parla di soldati che massacrano bambini. A chi obietta che nell'esercito di Israele ci sono anche molti musulmani e cristiani, e che anzi gli ebrei stessi non riescono a mettersi d'accordo sulla definizione di ebreo, occorre ribadire che queste sono quisquilie religiose ed un giornalismo laico ed obiettivo non se ne deve occupare. Lo Stato criminale di Israele è uno Stato criminale perché ebraico e questo messaggio deve passare chiaramente. Qualcuno potrebbe osservare che gli ebrei europei sono vittime di razzismo tanto quanto gli immigrati, e che si dovrebbe utilizzare lo stesso criterio evitare cioè di soffiare sul fuoco e causare un aumento della tensione. A questi, ha spiegato il Maestro Leonardo, va risposto fermamente che sono gli ebrei europei a doversi smarcare dal sionismo e qualsiasi aumento del razzismo antisemita contro di loro è solo ed unicamente dovuto al loro cieco appoggio allo Stato ebraico, che è razzista e perseguita i palestinesi, infatti ne ha uccisi già sei milioni.

La lezione di giornalismo è terminata con l'annuncio della borsa di studio in memoria di Arrigo Vittorioni. Sei mesi a Gaza tutto spesato, per la costruzione di una scuola elementare accanto a un capiente deposito di armi e a poca distanza da una caserma di Hamas. Una fantastica esperienza di impegno per la pace. I volontari italiani avranno anche la possibilità di venire intervistati settimanalmente dai maggiori quotidiani italiani, con la amorevole assistenza di delegati dalla polizia di Hamas. Le donne che decidessero di fare domanda sono pregate di presentarsi con il velo.


https://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Arrigoni


Il termine ebreo
Dario Calimani, Università di Venezia
26 marzo 2019

http://moked.it/blog/2019/03/26/il-term ... H21o0wry8E

Un giornalista viene apostrofato per la strada con un ‘ebreo’.
Maria Giovanna Maglie non riconosce che gli ebrei abbiano il diritto di parlare e dire la propria sul governo come ogni altro italiano, forse non sa che gli ebrei che vivono in Italia sono italiani, anche se immigrati di antica generazione. Giorgia Meloni, erede dell’idea fascista, fa un manifesto contro Soros in cui lo definisce ‘usuraio’ – e si dimentica, Giorgia Meloni, o non conosce, quali vicende storiche abbiano costretto gli ebrei a fare gli ‘usurai’, e chi le abbia costruite quelle vicende storiche. E non si sognerebbe mai, Giorgia Meloni, erede del fascismo, di accusare di ‘usura’ le banche e i banchieri cui fanno capo. E se lo facesse ricorrerebbe certamente alla fonte delirante di Ezra Pound, poeta antisemita prediletto. Ma l’ebreo che si occupa di finanza è, per lei, un usuraio, ebreo per natura, ed usuraio per natura.
E noi ci interroghiamo se sia un’offesa dare dell’ebreo a un ebreo. Forse è un complimento, forse è solo una denotazione, perché, è vero, un ebreo è certamente ebreo. E dunque non può che essere giusto e naturale, se per la strada incontro un amico non ebreo, richiamare la sua attenzione con un ‘ehi, cristiano’.
Il termine ebreo lo si sta usando in modo ormai indiscriminato, a fini politici, per indicare l’estraneo, colui che non appartiene. Forse l’ebreo non è neppure italiano (dice la Maglie), anzi, forse è un usuraio (dice la Meloni), ossia un nemico del popolo.
Per me, è ovvio, essere ebreo non è affatto un’offesa. Ne sono sempre stato fiero. Esserlo chiamato da altri lo può tuttavia diventare, perché tutto dipende dall’intenzione di chi la mia ebraicità me la ricorda come se fosse una macchia sulla mia altrimenti immacolata identità di italiano. Un italiano cui viene rimproverata la colpa di essere diverso dagli altri, ebreo, per l’appunto. Forse per qualcuno io sono una quinta colonna all’interno del puro popolo dei sovranisti.

Non mi sono mai vergognato di essere ebreo, né di farlo sapere ai miei interlocutori. Anzi, l’ho sempre comunicato io per primo anche senza esserne richiesto. Una sorta di azione di contropiede, messa in atto per farlo sapere a chi ti sta di fronte ed evitare, quanto meno, che ti racconti la solita idiota barzelletta antisemita. E non è che non sia mai capitato con certe inconsapevoli nuove conoscenze. Coda di paglia? Può essere. È certo che ti risparmia sgradite coliche epatiche.

Forse, come ebreo, soffro di ipersensibilità. È vero, e non ho esitazione a confessarlo. Sono ipersensibile. Ipersensibile al razzismo, ipersensibile al pregiudizio, e ipersensibile di fronte all’idiozia di chi, anziché considerarmi per la mia simpatia o per la mia antipatia, per la mia intelligenza o per la mia stupidità, per il mio valore o per le mie incapacità, per la mia onestà o per la mia immoralità, per il mio razzismo o per il mio rispetto dell’altro, mi considera, e me ne fa una colpa, solo per il tratto della mia immutabile diversità. Di me, anziché considerare la qualità, come per ogni altro essere umano, si considera l’imprescindibile sostanza.
È ovvio che, di fronte a questa manifestazione di razzismo, qualsiasi sia la mia distanza ideale, culturale, politica da Gad Lerner, non posso che esprimergli la mia solidarietà di ebreo. A questo punto, mi spiace per chi dissente, non esistono distinguo. Se schiaffeggiano un ebreo per il suo essere ebreo io sono al suo fianco. E non posso non ricordare a chi non condivide questa posizione che durante il fascismo, quello vero e storico, è con queste modalità che gli ebrei vennero messi all’indice della società e, poi, del consesso umano. Anche allora avremmo potuto affermare: ‘Ma ‘ebreo’ non è un’offesa’.

Ebreo era la stella gialla sul nostro petto, che vi fosse o non vi fosse stata materialmente cucita.
Ricordiamoci delle barzellette sugli ebrei: se le racconto io fra amici ebrei ci fanno ridere, sono la valvola di sfogo che disarma e neutralizza il pregiudizio degli altri. Ma se mi vengono raccontate da un altro perdono tutta la loro carica umoristica e si limitano a confermarne il pregiudizio.



Gino Quarelo
Io ad esempio sono nato in una famiglia cristiana e ora non sono più cristiano e ci tengo a precisarlo, non mi faccio passare per cristiano.

Però mi dico ateo, ebreo o cristiano quando incontro qualche demente razzista che non rispetta gli atei, gli ebrei e i cristiani e mi arrabbio quando incontro qualche ateo, ebreo o ex ebreo e qualche cristiano che non rispetta i miei diritti umani, civili e politici di cittadino indigeno veneto, italiano ed europeo.

Mi incazzo fortemente con personaggi mostruosi come Gad Lerner che da nazi comunista è un razzista di prima classe nei miei confronti e nei confronti di quelli come me;
non mi sognerei mai di chiamarlo ebreo in senso spregiativo, primo perché amo e rispetto gli ebrei e secondo per non offendere gli ebrei associandoli ad un individuo così spregievole come Lerner che di ebreo mi pare abbia ben poco anche se nato in una famiglia ebraica.
La Meloni poveretta ha qualche tara fascista e mi dispiace che la MG Maglie né segua le orme demenziali.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 8:31 am

Ecco il terrorista senegalese nazi maomettano naturalizzato cittadino italiano


"Ho perso i miei figli in mare": ma la verità è un'altra
Giorgia Baroncini - Gio, 21/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... qmSryVyNaI

Ousseynou Sy non vede i figli da anni. Le testimonianze: "I ragazzi hanno tanto sofferto per la separazione. Il padre non si era più fatto vivo"

Diceva di voler vendicare le sue bimbe morte in mare. Ma era solo una bugia: i figli di Ousseynou Sy sono vivi ed è lui che non li incontra da anni.

"Li frequentava di tanto in tanto", raccontano i vicini a chi cerca ora di fare luce sul passato del senegalese che ha tentato di fare una strage a bordo di un bus.

Nel 2007 gli era stata sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza. Un episodio del quale però non venne mai a conoscenza la società per cui lavorava, la Autoguidovie. Ousseynou Sy, detto Paolo, 47enne nato in Francia da genitori senegalesi, si era infatti messo in malattia non comunicando l'accaduto all'azienda.

Cittadino italiano dal 2004 dopo il matrimonio con una bresciana dalla quale si è poi separato, il passato di Ousseynou Sy presenta molti lati oscuri e dei precedenti significativi. Nel 2018 l'uomo era stato condannato a un anno e mezzo per violenza sessuale ai danni di una 17enne nel 2010, con pena sospesa.

Un "gran lavoratore, nessun segno di squilibrio". Così lo hanno descritto i colleghi di lavori che ancora non credono a quanto sarebbe potuto accadere. "Porto i ragazzi in palestra e torno", aveva detto l'uomo agli amici. Invece si era messo alla guida del bus con l'intento di provocare una strage.


L'enigma sui figli

"Diceva di aver perso tre bimbe in mare e che dovevamo morire anche noi, bruciati". Questo è quanto hanno raccontato ai carabinieri gli studenti tratti in salvo. Secondo le prime indiscrezioni però, l'uomo non vede i figli da anni. "Li frequentava di tanto in tanto", raccontano i vicini, come riporta TgCom24.

Il parroco ha rivelato a La Stampa che "i ragazzi hanno tanto sofferto per la separazione; il padre non si era più fatto vivo con loro. Anche l'ex moglie da anni non aveva più rapporti con l'ex marito, era stata una separazione difficile". Un passato oscuro sul quale si sta cercando di fare chiarezza.



"Perché guidava quel bus?". Così il senegalese ha nascosto le condanne
Andrea Indini - Gio, 21/03/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/pe ... uDQ3dqLuS0

Il senegalese si era messo in malattia per "nascondere" la sospensione della patente e aveva nascosto la condanna per abusi. E in un'altra occasione aveva già provato a deviare la strada

Altri elementi si aggiungono al quadro che descrive la premeditazione con cui Ousseynou Sy ha organizzato il dirottamento dello scuolabus con 51 ragazzini a bordo.

Arrivato a Pantigliate l'autista ha coperto i vetri del parabrezza con lenzuola nere, forse per impedire ai ragazzi di capire dove fossero, poi li ha fatti legare e ha cosparso la benzina sui sedili. Del materiale si era munito la mattina prima di mettersi alla guida del mezzo con cui avrebbe dovuto portare gli studenti dalla palestra alla scuola. Per evitare che questi rompessero i finestrini e scappassero dal pullman, aveva poi rimosso dalla vettura tutti i martelletti frangivetro. Il diabolico piano per sequestrare il mezzo e fare una strage all'aeroporto di Linate era stato, dunque, messo a punto in ogni minimo paricolare e questo ha spinto la procura di Milano a contestare al senegalese l'aggravante terrorismo. Ora non resta che accertare cosa ci facesse alla guida di un autobus pieno di alunni di seconda media un soggetto pericoloso con precedenti per guida in stato di ebrezza e abusi sessuali sui minori.

"Perché una persona con simili precedenti guidava un pullman per il trasporto di ragazzini?". Quando ieri mattina la fedina penale di Ousseynou Sy è arrivata sul tavolo del Viminale, Matteo Salvini si è messo subito al lavoro per "vederci chiaro" e chiarire quanto prima tutte quelle falle nei controlli che hanno portato una persona con precedenti tanto pensanti a lavorare per la società che gestisce il trasporto pubblico a Crema. La Autoguidovie sostiene di non essere mai stata a conoscenza dei precedenti penali di Ousseynou Sy. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, il certificato penale sarebbe stato richiesto solo "al momento dell'assunzione", nel 2004. Poi non sarebbe stato più verificato. Ecco perché nessuno si è accorto della denuncia per abusi su un minore, la condanna a un anno con pena sospesa arriva solo nel 2018, o della guida in stato di ebrezza che invece risale proprio al 2004. Per nascondere all'azienda di trasporti il ritiro della pantente, secondo quanto appreso dall'agenzia AdnKronos, il terrorista senegalese si era messo in malattia. Va detto che i controlli sui precedenti non sono obbligatori nelle società private, ma è disarmante l'assenza di tutele per soggetti tanto vulnerabili come dei ragazzini di scuola media.

Il gesto di ieri non può essere considerato un raptus. Ousseynou Sy, secondo alcune indiscrezioni raccolte dall'agenzia Agi, aveva ordinato via internet, tramite un collega, un taeser, dicendo di doverlo regalare alla nuova compagna. Aveva poi comprato due tanniche con 10 litri di benzina e le fascette da elettricista. Ma soprattutto aveva postato su Youtube un video per dire basta ai troppi naufragi delle carrette del mare. "Non ce la faccio più a vedere i bambini morire mangiati dai pescecani e le donne incinte affogare", si sente nel messaggio destinato a amici e parenti in Italia e in Senegal che ora gli inquirenti stanno cercando. Per il 47enne senegalese, padre di due figlie, diventato cittadino italiano nel 2004 dopo aver sposato una ragazza di Crema da cui poi si era separato, "l'Africa doveva rialzarsi" e i suoi connazionali non dovevano più partire per l'Europa che andrebbe punita per le sue "politiche criminali sulla migrazione".

Per tutti i quindici anni, durante i quali ha lavorato per la Autoguidovie, nessuno ha mai rilevato segni di squilibrio? Chi lo conosce definisce Ousseynou Sy un "solitario". Ma negli ultimi giorni qualche campanello d'allarme avrebbe comunque dovuto scattare. Dalle testimonianze di tre ragazzi della scuola media di Crema è emerso che aveva cercato in un'altra occasione di deviare il mezzo di trasporto. Un professore lo aveva invitato a fare quella giusta. "Già lunedì avevamo notato che ci trattava male", hanno raccontato i ragazzini oggi, all'uscita di classe. Uno della classe lo ha salutato e lui, in tutta risposta, gli ha sbraitato in faccia un "vaffanculo".



"Ho dovuto legare i bambini e spargere la benzina": il racconto dal bus dirottato a Milano
2019/03/21

https://milano.repubblica.it/cronaca/20 ... -222139609

Il suo avvocato, Davide Lacchini, ha già annunciato che chiederà per il suo assistito una perizia psichiatrica. "E' doveroso - ha spiegato - a fronte dell'enormità del gesto e su questo anche la Procura concorda". Poi spiega: "Si trovava in evidente stato di prostrazione fisica psicologica: è chiaro che la situazione gli è sfuggita di mano, ma ha ribadito che non aveva intenzione di fare del male a nessuno", prosegue il legale, illustrando in questo modo linea della difesa. Si insiste dunque sulla versione del "gesto dimostrativo", sebbene "sconsiderato". Da San Vittore arrivano alcune dichiarazioni dell'autista, che si definirebbe un "panafricanista", spiegando che l'Africa è stata colonizzata e che l'Europa si approfitta dell'Africa "mettendo governi che fanno comodo all'Occidente".

La finta preghiera in arabo di Rami: "Ha telefonato al papà per chiedere aiuto"

Gli investigatori stanno cercando di acquisire il video-manifesto postato dall'uomo sul suo canale Youtube - e di cui ha parlato ai pm - e inviato ai suoi conoscenti in Italia e in Senegal. Nel filmato l'uomo spiegherebbe le ragioni del suo gesto "contro le politiche migratorie italiane". I carabinieri del Ros stanno lavorando per ricostruire quanto accaduto: hanno effettuato ieri perquisizioni nella casa e nell'auto di Ousseynou Sy, sequestrando anche materiale informatico. Nell'auto i militari avrebbero trovato una tanica e delle borse. I controlli sono stati eseguiti insieme ai colleghi del nucleo investigativo di Crema, dove Sy è residente. Secondo alcune indiscrezioni, l'autista nei giorni scorsi avrebbe ordinato via Internet, tramite un collega, una sorta di pistola elettrica, dicendo di doverlo regalare alla nuova compagna. Tutti questi elementi confermano la "premeditazione del gesto", che è stata data per certa anche dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, e dal numero uno del pool antiterrorismo, il pm Alberto Nobili.

E ancora: dalle indagini emerge che nel 2007, quando gli era stata sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza, l'uomo aveva chiesto un permesso per malattia alla società Autoguidovie per la quale già lavorava, per evitare di spiegare perché non potesse guidare.

Sul fronte dei ragazzi coinvolti, è stato deciso che una equipe di psicoterapeuti è pronta a intervenire da lunedì per loro e le loro famiglie. Il Comune di Crema, dove i giovani frequentano la scuola media, si avvarrà infatti della collaborazione degli specialisti dell'Associazione Emdr Italia, da anni è coinvolta in casi di emergenze e lutti particolarmente traumatici, fra cui la tragedia nella discoteca di Corinaldo.

Il Comune di Crema si costituirà parte civile nel processo a carico di Ouesseynou Sy, l'autista che ieri ha incendiato l'autobus su cui trasportava 51 alunni di seconda media. Lo ha spiegato il sindaco, Stefania Bonaldi, precisando che l'amministrazione comunale "non ha alcun potere di controllo" riguardo le condizioni del personale di Autoguidovie con il quale è stato stipulato un contratto con una gara d'appalto a livello provinciale.


Gino Quarelo
L'africano senegalese, nazi maomettano, si sarebbe difinito "panafricanista", spiegando che l'Africa è stata colonizzata e che l'Europa si approfitta dell'Africa "mettendo governi che fanno comodo all'Occidente".

Ecco le conseguenze della falsa propaganda demenziale panafricanista di Konarè e compagni nazi maomettani contro la Francia che calunniano e demonizzano l'Europa intera e l'Occidente.
Nella controversia con la Francia sono stati in molti tra i pentastellati, i leghisti, gli identitaristi, i destri nazionalisti e fascisti italiani e altri a dare credito e a sostenere le demenziali e false accuse di Konarè e compagni.



Ma la Francia sfrutta colonialmente l'Africa? No!
Da qualche tempo circola sul web la diceria che la Francia sfrutta le sue ex colonie attraverso un nuovo colonialismo finanziario, economico e politico.
Questa diceria ha fatto presa nelle teste vuote dei complottisti ed è montata negli ambienti grillini dove i complottisti sono la maggioranza e in quelli della destra nazionalista italiana dove non mancano; con qualche ripresa anche nell'area leghista e venetista.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 4085574741

Alberto Pento
La demonizzazione calunniosa dell'Occidente, dell'Europa, dei bianchi e dei cristiani porta tra l'altro anche a queste conseguenze.
È demenziale per i paesi europei e occidentali farsi complici di questa propaganda demonizzandosi e calunniandosi a vicenda.
Così facendo si alimenta l'odio contro tutto l'Occidente, i bianchi e i cristiani e tutta l'Europa da parte di certi settori dell'opinione pubblica mondiale già prevenuti per contrapposizioni ideologiche politico religiose, storico ex coloniali ad opera dei nazi maomettani e dei nazi comunisti.

Salvini, Di Maio e la Meloni debbono cambiare argomentazioni nella polemica con la Francia e smetterla di adottare le falsificazioni demonizzanti prese da questi demenziali panafricanisti nazi maomettani che nuociono all'Africa e all'Europa.



Il panafricanismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Panafricanismo
La parola panafricanismo fu inventata nel 1900 dall'avvocato di Trinidad Henry Sylvester Williams che convocò a Londra una conferenza per "protestare contro il furto di terre nelle colonie, la discriminazione razziale e discutere in generale dei problemi dei neri".
Il panafricanismo manipolato dai nazi maomettani con l'ausilio dei nazi comunisti produce mostruosità razziste come quelle post coloniali in Sudafrica ai danni dei bianchi e terroriste in mano ai nazi maomettani anticristiani e antioccidentali.

Panarabismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Panarabismo

L'Unione africana (UA) è un'organizzazione internazionale comprendente tutti gli Stati africani, con sede ad Addis Abeba, in Etiopia.
https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_africana


Colonizzazione e decolonizzazione dell'Africa
viewtopic.php?f=194&t=1822


All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla, ma proprio nulla, niente di niente, tanto meno agli asiatici e ai nazisti maomettani d'Asia e d'Africa. Ci dispiace per i cristiani ma non possiamo accogliere tutti perché non vi è spazio, non vi sono risorse e non c'è lavoro, in Italia vi sono già milioni di poveri, di disoccupati e di giovani costretti a migrare; e un debito pubblico tra i più alti del mondo occidentale che soffoca lo sviluppo e alimenta i parassiti e la corruzione. Gli africani si arrangino e restino in Africa a risolvere i loro problemi.
viewtopic.php?f=194&t=2494


Africa razzista, il continente nero è tra i più razzisti della terra
viewtopic.php?f=196&t=2750


L'Africa che non vi raccontano: economie in crescita, ma corruzione e tribalismo frenano lo sviluppo
Anna Bono
8 Mag 2018

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... o-sviluppo

L’Africa continua a essere descritta come un continente devastato da guerre, carestie, epidemie, popolato da gente disperatamente povera, sfruttata da potenze straniere e multinazionali. È vero, ma solo in parte. A impoverire gli africani sono corruzione e tribalismo, che si alimentano a vicenda producendo un immenso, catastrofico spreco di risorse finanziarie e umane, e tuttavia l’economia continentale cresce costantemente da un quarto di secolo almeno. Il Pil continentale fino al 2015 ha registrato un incremento medio annuo del 4,4 per cento. Nel 2016 e nel 2017 si è registrata una flessione soprattutto nell’Africa sub-sahariana che ha risentito più del Nord Africa del rallentamento dell’economia della Cina, importante partner del continente, e del crollo del prezzo di molte materie prime, soprattutto il petrolio, sui mercati mondiali. Tuttavia il Pil è cresciuto del 1,3 per cento nel 2016 e del 2,4 per cento nel 2017. Per il 2018 si prevede un incremento del 3,2 per cento e per il 2019 del 3,5 per cento, grazie alla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e a un aumento graduale della domanda interna determinato a sua volta dalla riduzione dell’inflazione e da politiche monetarie favorevoli.

Molto si deve alle tre maggiori economie del continente – Sudafrica, Nigeria e Angola – ma sono 27, metà del totale, i paesi con una crescita del Pil superiore alla media sub-sahariana. Le previsioni restano negative per due paesi in forte recessione: il Sudan del Sud, che nel 2016 deteneva il primato della peggiore performance economica del mondo con un tasso del Pil negativo del 13,8 per cento, “sceso” a -6,3 per cento nel 2017, e la Guinea Equatoriale (-9,7 per cento nel 2016, -7,4 per cento nel 2017). Inoltre ci sarà crescita, ma relativamente debole in alcuni stati membri della Comunità economica e monetaria centrafricana: Gabon, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad e Repubblica del Congo, danneggiati dal ribasso del prezzo del petrolio e da un crescente debito pubblico. Invece si prevede che i paesi dell’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale – Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo –manterranno un elevato tasso di crescita, anche se la Costa d’Avorio risentirà dei bassi prezzi del cacao sui mercati mondiali. Tra i paesi della Comunità dell’Africa orientale, infine, l’economia in più rapido sviluppo resterà l’Etiopia, il Kenya si prevede in recupero, mentre la crescita più modesta si avrà in Tanzania.

L’aumento del Pil indica una economia in crescita. Ma in Africa, dove è così consistente, questa si deve in gran parte allo sfruttamento e alla vendita delle straordinarie risorse naturali del continente, esportate grezze, raramente lavorate. La Nigeria, ad esempio, esporta petrolio, non benzina. Le poche raffinerie del paese sono da anni mal funzionanti, per incuria. I nigeriani consumano carburante acquistato all’estero. In tutto il continente i proventi ricavati dalla vendita di petrolio, diamanti, rame, fosfati, cacao, arachidi, te, caffè… sono investiti poco, male, non abbastanza in infrastrutture, servizi, incentivi allo sviluppo di settori economici moderni, industrie dell’indotto, diversificazione delle attività produttive. Una parte di quei proventi non finisce neanche nelle casse statali. Diventa patrimonio personale di uomini politici, funzionari, alte cariche militari. Nel 2014, ultimo anno per cui esistono dati, l’Ente petrolifero nazionale della Nigeria ha guadagnato 77 miliardi di dollari, 16 dei quali non sono mai stati depositati nelle casse dello stato. Anche una parte dei finanziamenti della cooperazione internazionale destinati allo sviluppo e ad aiuti umanitari vanno persi. Dal 2004 la Somalia ha ricevuto dalla comunità internazionale miliardi di euro destinati alla sicurezza e allo sviluppo. Nel 2012 il Gruppo di monitoraggio sulla Somalia dell’Onu ha denunciato che ogni 10 dollari consegnati al governo sette non arrivano mai alla Banca centrale, fatto peraltro già rilevato dalla Banca Mondiale secondo cui tra il 2010 e il 2011 si erano perse le tracce del 68 per cento degli aiuti internazionali al paese.

La crescita economica non si traduce quanto potrebbe, e dovrebbe, in sviluppo. Tribalismo, corruzione, persistenza di istituzioni funzionali alle tradizionali economie arcaiche di sussistenza e di rapina lo rallentano. Così gran parte delle rimesse degli africani emigrati, che nel 2017 hanno raggiunto i 34 miliardi di dollari, vengono usate non per realizzare investimenti produttivi, ma per integrare il reddito dei famigliari rimasti a casa, spese in consumi. Si usano per vivere meglio, acquistare beni di prima necessità e di status. Con il denaro dei parenti emigrati si acquistano abiti, scarpe, attrezzi, biciclette, motorini, televisori, elettrodomestici (senza che questo avvantaggi significativamente l’economia nazionale perché si tratta di beni per lo più fabbricati all’estero); si celebrano matrimoni, funerali e altre cerimonie con più larghezza di mezzi; consentono di pagare un prezzo della sposa più ricco, di ricompensare più lautamente chi esegue le mutilazioni genitali femminili delle figlie, di invitare e ospitare parenti e amici, ostentando abbondanza; servono a pagare cure mediche, rette scolastiche, “chai” e “kitu kidogo” più sostanziosi (“un te”, “una cosina”, così si chiamano in lingua swahili le mance e le tangenti senza le quali non si ottieneniente) in paesi in cui la corruzione è un “cancro endemico” o, come dicono in Nigeria, “uno stile di vita”. Al meglio, grazie alle rimesse, il capofamiglia rimasto a casa smette di lavorare, le donne faticano un po’ meno a mantenere la famiglia.

Tuttavia lo sviluppo di un ceto medio produttivo sta modificando i rapporti sociali ed economici in molti paesi africani creando aspettative e istanze di modernizzazione, trasparenza, assunzione di responsabilità.


Alberto Pento
Ci minacciano proprio come i mafiosi, come i nazi maomettani, come tutti gli estorsori i rapinatori

"IL SENEGALESE HA FATTO BENE, DOBBIAMO VENDICARCI""IL SENEGALESE HA FATTO BENE, DOBBIAMO VENDICARCI"
https://www.facebook.com/silviasardone/ ... 0989894406
Le testimonianze, con telecamera nascosta, di alcuni immigrati sconvolgono. Danno la colpa al Governo, a Salvini, agli italiani per i morti in mare e per la loro situazione. ASSURDO E PREOCCUPANTE
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » lun nov 04, 2019 7:46 am

Noi non siamo in alcun modo responsabili dei mali e dei problemi dell'Africa e degli africani, i responsabili sono gli africani stessi:
inciviltà egoista dei singoli e schiavismo, inciviltà tribalista con confltti e guerre tribali e inter etniche, superstizioni religiose e ignoranza tra cui l'infibulazione, corruzione e irresponsabilità politica, colonialismo e imperialismo nazi maomettano con la sua incultura, le sue discriminazioni e la sua violenza, nessun controllo demografico.

Il vittimismo che attribuisce la responsabilità dei propri mali agli altri o a un capro espiatoro è un atteggiamento infantile e primitivo, da incoscienti, non ti aiuta a crescere e a migliore ma ti mantiene in una condizione di miseria, di incoscienza, di sottosviluppo, di disumanità, di subordinazione.


Demonizzazione
https://it.wikipedia.org/wiki/Demonizzazione
La demonizzazione è una tecnica retorica e ideologica della propaganda e della disinformazione, o alterazione dei fatti e delle descrizioni (vicina alla sacralizzazione inversa, o vittimismo) finalizzata al presentare singoli individui, gruppi di persone, organizzazioni, etnie, culture, ideologie politiche, credenze o tradizioni religiose ecc. come fondamentalmente malvagie, deleterie e/o pericolose, come modo di giustificare una o più specifiche caratteristiche, o anche di attribuire uno o più valori negativi ad un determinato soggetto (individuale o collettivo, o entrambi) per farlo apparire contrario, quindi sbagliato o colpevole, rispetto a ciò che l'accusatore crede o vorrebbe far credere.
La demonizzazione produce un'immagine deliberatamente negativa di qualcuno o qualcosa, con l'obiettivo di influire sull'accusato o su altre persone; viene detta demonizzazione in quanto al soggetto passivo di accuse vengono attribuiti tratti demoniaci o maligni. Sebbene non costituisca di per sé la violazione di una legge, è strettamente correlata a reati quali la diffamazione e la calunnia.



Politically correct, "è colpa nostra" come catechismo
Aurelio Porfiri
25 marzo 2019

http://www.lanuovabq.it/it/politically- ... 5oYc26ALB4

Il politically correct è entrato nelle nostre vite con una martellante opera di propaganda. Se i colpevoli dei mali del mondo siamo "noi", dobbiamo espiare i peccati rinunciando alla nostra identità, per dissolverci nel magma di un mondo dalle identità fluide. Intervista a Capozzi, autore del libro "Politicamente corretto. Storia di un'ideologia".

Uno degli strumenti del potere per non vedere le cose come sono è senz'altro il politically correct. C'è un libro di Eugenio Capozzi che si chiama Politicamente corretto. Storia di un'ideologia (Marsilio 2018) che vale veramente la pena leggere. Un libro che ci conduce all'interno dei meccanismi di questa ideologia, che è poi una gnosi, con grande erudizione e capacità di analisi. Eugenio Capozzi è professore ordinario di storia contemporanea presso l'Università degli Studi di Napoli "Sant'Orsola Benincasa". La Nuova BQ l’ha intervistato.

Professore, come si è avvicinato al tema del politically correct?
È stata la consapevolezza che la rivoluzione culturale prodotta dai movimenti giovanili degli anni Sessanta ha rappresentato forse la cesura più decisiva nella storia politica del Novecento. Se si guarda alle categorie, alla terminologia, ai luoghi comuni, al conformismo di pensiero che connotano attualmente le classi dirigenti delle democrazie industrializzate ci si accorge che tutti questi elementi sono comprensibili soltanto riportandoli a quel grande cambiamento di mezzo secolo fa. Quella somma di censure, delegittimazioni, edulcorazioni linguistiche che oggi chiamiamo "politically correct”.

Come definirebbe il politically correct?
Come un "catechismo civile", una somma di "precetti", di divieti, di censure in cui si compendia la retorica di un'ideologia ben precisa: quello che possiamo chiamare neo-progressismo, ideologia dell'Altro, "utopia diversitaria" (per dirla con Mathieu Bock-Coté). Ossia l'ideologia che condanna in blocco come imperialista e discriminatoria la cultura euro-occidentale, e progetta di cambiare la mentalità dell'umanità per sostituirla con un radicale relativismo culturale ed etico. È una retorica che è diventata il tratto distintivo delle élites politiche, intellettuali, istituzionali, mediatiche, e dell'intrattenimento di massa in Occidente tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo, conquistando un sostanziale monopolio sul linguaggio e sull'etica pubblica, in assenza di "narrazioni" contrapposte dotate di pari rappresentatività.

Ci fa alcuni esempi di come il politically correct è entrato nelle nostre vite?
Con una martellante opera di propaganda, di estensione e profondità "orwelliane", che pretende di eliminare dai prodotti culturali, dalla dialettica politica, dai comportamenti pubblici e privati, dai luoghi della formazione, ogni termine o concetto che possano essere considerati "discriminatori", "offensivi", espressioni di una concezione gerarchica e di valori "forti", per imporre un'idea di "rispetto" che in effetti coincide con un totale indifferentismo, nel quale la "verità" politica è decisa volta a volta dalle élite che "dettano la linea" alle società. La tesi principale è quella secondo cui il tramonto delle grandi ideologie europee otto-novecentesche apre la strada ad una potente svolta delle classi dirigenti occidentali in senso relativistico-nichilistico, soggettivistico, edonistico, antiumanistico.

Lei chiama il politically correct una ideologia, una ideologia dell’Altro. Perché?
Nel senso che il nuovo progressismo impostosi con la ribellione dei giovani baby boomers occidentali non rivendica più l'instaurazione della libertà, dell'uguaglianza o della giustizia attraverso misure economiche o provvedimenti politici, ma pretende invece di estirpare le radici del dominio e delle discriminazioni presenti, a suo dire, nella storia culturale occidentale attraverso un radicale processo di modificazione del modo di pensare, dei concetti, del linguaggio. Un obiettivo che in realtà rappresenta un vero e proprio azzeramento, un "parricidio" delle radici culturali occidentali. Se l'uomo occidentale storicamente ha incarnato la violenza, la repressione, l'imperialismo, egli deve essere "rieducato" accogliendo tutti i modelli culturali, tutte le condizioni esistenziali, tutte le componenti minoritarie che ha soggiogato in passato per rinnovarsi e rigenerarsi. L'"altro", ridotto ad un concetto astratto, diventa il salvatore, il redentore di una storia sbagliata, e la radice di una nuova civiltà più gentile, tollerante, in cui i conflitti, una volta eliminato il "peccato originale" del dominio, della gerarchia, del "pensiero forte", dovrebbero sparire.

Afferma nel suo libro che le ideologie sono eredi di una tendenza gnostica della cultura moderna. Quindi il politically correct è fenomeno di tipo gnostico?
Assolutamente sì. Esso rappresenta appunto l'ultima e più radicale forma di gnosticismo moderno. Il male da eliminare dal mondo non è più la dominazione straniera, la disuguaglianza civile e politica, il capitalismo, o altri fattori economici e politici del genere, ma la storia di una civiltà tout court, con la mentalità che essa ha prodotto. È quella la radice del male, quindi la salvezza non può che venire dalla "de-occidentalizzazione" del mondo e dello stesso Occidente. Se i colpevoli dei mali del mondo siamo "noi", dobbiamo espiare i nostri peccati rinunciando alla nostra identità, per dissolverci nel grande magma di un mondo dalle identità fluide, precarie, affidate totalmente volta a volta all'autodeterminazione dei soggetti.

Come ci si libera dal politically correct?
Pensare che il politically correct possa essere abolito per decreto o in un colpo solo sarebbe un'idea altrettanto ideologica di quella coltivata da chi pensa che il progressismo diversitario e la sua retorica rappresentino una realtà inevitabile e salvifica. Quello che noi possiamo fare è mostrare come esso abbia avuto una precisa origine e dunque non sia né eterno né inevitabile. Non a caso, il monolitico dominio della "narrazione" politicalcorrettista ha cominciato a mostrare le prime, serie crepe quando, a partire dalla grande crisi economico-finanziaria del 2008, quelle classi dominanti sono entrate in crisi, e hanno cominciato ad essere sfidate dai "perdenti della globalizzazione", con la crescita dei movimenti sovranisti, identitari, neo-nazionalisti.



Liberiamo l'Europa dai sensi di colpa, dai miti e dai pregiudizi
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =92&t=2669


È sempre colpa dell’uomo bianco?
Il dolorismo è la nuova religione di un occidente (e una chiesa) vittima del senso di colpa. E anche i laici balbettano omelie ecclesiali, felici di sottomettersi ai barbari

di Pascal Bruckner | 07 Agosto 2016

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/08/0 ... e_c391.htm

L’odio di sé avanza in tutto l’occidente sotto attacco. Ripubblichiamo alcuni stralci del libro dell’intellettuale francese Pascal Bruckner “Il singhiozzo dell’uomo bianco”, pubblicato nel 1984 (Guanda). Istruzioni per l’uso contro le nuove prosternazioni.

A priori pesa su tutto l’occidente una presunzione di delitto. Noi europei siamo stati allevati nell’odio di noi stessi, nella certezza che vi fosse, in seno al nostro mondo, un male congenito che reclamava vendetta senza speranza di remissione. Questo male può riassumersi in due parole, il colonialismo e l’imperialismo, e in poche cifre: le decine di milioni di indiani eliminati dai conquistadores, i duecento milioni di africani deportati o scomparsi nel traffico degli schiavi, infine i milioni di asiatici, di arabi, di africani uccisi durante le guerre coloniali e poi nelle guerre di liberazione. Schiacciati sotto il peso di questi ricordi infamanti, siamo stati indotti a considerare la nostra civiltà come la peggiore, mentre i nostri padri si sono creduti i migliori. Nascere dopo la Seconda guerra mondiale, significava acquisire la certezza di appartenere alla feccia dell’umanità, a un ambiente esecrabile che, da secoli, in nome di una pretesa avventura spirituale, opprime la quasi totalità del globo. Un continente che non finiva mai di parlare dell’uomo mentre lo massacrava in tutti gli angoli del pianeta, un continente basato sul saccheggio e sulla negazione della vita, meritava soltanto d’essere a sua volta calpestato. Il mondo intero accusa l’occidente, e molti occidentali partecipano a questa campagna: la nostra responsabilità viene affermata con indignazione, con disprezzo. Nessun discorso sul Terzo mondo può concludersi o cominciare senza che riecheggi questo leitmotiv: l’uomo bianco è malvagio.

Che cosa ci rimane, a noi figli e nipoti dei barbari che hanno depredato terra e mare? Fare sempre e dappertutto il nostro atto di contrizione. “Ciascuno di noi è colpevole davanti a tutti, per tutto e dappertutto, e io più degli altri” (Dostoevskij), tale è la nostra più intima convinzione. Il sangue versato ricade su di noi e nulla, ci sembra, può riscattare l’infamia commessa, nessun compenso ristabilire l’equilibrio rotto dall’offesa coloniale. Tutti i nostri titoli di gloria, secoli di sforzi, di calcoli, di perfezionamenti, di imprese, di eroismo, che avevano fatto regnare una certa forma di saggezza umana, sono stati spazzati via, ridotti a zero: sapere che questa fioritura artistica o tecnica era legata a una egual dose d’ignominia, ci ha scoraggiati dall’accettarla o dal riprenderla. Così la svalutazione del messaggio europeo è diventata un codice comune a tutta l’intellighenzia di sinistra dopo la guerra, proprio come l’odio del borghese è stato in Europa, dopo il 1917, un autentico passaporto intellettuale, quando nessun articolo poteva giustificarsi senza un’invocazione rituale al proletariato messianico e un ostentato disgusto per i possidenti. L’indipendenza delle antiche colonie ci lascia tuttavia una possibilità di riscatto: impegnarci a fianco dei popoli in lotta, aiutare sempre e dappertutto il sud a distruggere il vitello d’oro occidentale.

Così la nascita del Terzo mondo come forza politica ha generato una nuova categoria: il militantismo espiatorio. In che modo l’odio di sé sia divenuto il dogma centrale della nostra cultura, è un enigma di cui la storia d’Europa è feconda. E’ strano infatti che nel secolo dell’ateismo militante, pensatori agnostici che hanno aguzzato il loro ingegno nella lotta contro le chiese e le loro dottrine ci abbiano riconciliati d’altra parte con la nozione che è alla base stessa del cristianesimo: il peccato originale. Mentre nei costumi e nel pensiero si verificava un formidabile rivolgimento dei valori – il rifiuto delle immagini di autorità, lo smantellamento degli idoli e dei tabù – , la morte di Dio e del Padre si univa – Sartre ne è l’esempio magistrale – a un rafforzamento della cattiva coscienza, come se una società che aveva eliminato perfino l’idea del peccato preparasse la via regia al senso di una colpevolezza generale. Il quale costituisce il prezzo da pagare per appartenere all’Europa vittoriosa, che per un momento ha trionfato sul resto del mondo. Perché la politica moderna ha cessato senza dubbio d’ispirarsi al cristianesimo, ma le sue passioni sono quelle del cristianesimo. Viviamo in un universo politico impregnato di religiosità, ebbro di martirologia, affascinato dalla sofferenza, e i discorsi più laici sono, quasi sempre, soltanto la ripresa o il balbettamento in tono minore delle omelie ecclesiali. Che una tale brama di “dolorismo”, che un tal gusto per la figura dell’oppresso in genere possano coesistere con un anticlericalismo ancora virulento non è, quindi, che un paradosso secondario

Il terzomondismo accredita una visione manichea, la quale vorrebbe che il peccato degli uni testimoniasse indefinitamente a favore della grazia e della virtù degli altri. La povertà spirituale di certi movimenti di liberazione, gli slogan più sommari dei loro capi sono quindi gonfiati a dismisura come altrettante parole del Vangelo, mentre il rigore intellettuale, la logica, l’educazione, monopolio dei paesi ricchi, sono respinti come diabolici stratagemmi dell’imperialismo. Le più insignificanti insurrezioni, le più trascurabili rivolte contadine, hanno diritto a una risonanza enorme, sproporzionata in rapporto alla loro importanza reale; si santifica l’ignoranza, il settarismo dei capibanda tropicali, si glorifica la marcia degli splendidi asiatici chiamati a distruggere la civiltà europea, insomma le più grandi follie sono portate alle stelle da alcuni spiriti eletti, ben felici di sottomettersi a un’autorità primitiva, di prosternarsi “davanti allo splendore d’una sana barbarie. Secondo questo principio, tutto ciò che innalza, loda, celebra l’occidente è sospettato delle peggiori infamie; in compenso, la modestia, l’umiltà, il gusto dell’autodistruzione, ciò che può spingere gli europei a eclissarsi, a rientrare nei ranghi, è onorato, salutato come altamente progressista. La regola aurea di questo masochismo è semplice: ciò che viene da noi è cattivo, ciò che viene da altri è perfetto. Insomma, si concede sistematicamente un premio di eccellenza agli ex colonizzati. Ama i tuoi nemici: mai la nostra epoca miscredente, negli anni Settanta, ha seguito così fedelmente la parola del Cristo.

La religione della simpatia compassionevole che dimostriamo a gara verso tutto ciò che vive, soffre e sente, dal contadino del Sahel al cucciolo di foca, passando per il prigioniero di Amnesty International e gli animali da pelliccia, scuoiati per scaldare le spalle delle nostre elegantone. L’esaltazione degli istinti di benevolenza, “oralità istintiva che non ha cervello ma sembra esser composta solo da un cuore e da mani soccorrevoli” (Nietzsche), queste lodi cantate giorno e notte dai media, dalla stampa, dagli uomini politici, dalle personalità letterarie o artistiche, affondano direttamente le loro radici nel cristianesimo più imbastardito. Questa religione per afflitti dice che bisogna patire la vita come una malattia. Finché ci saranno uomini che rantolano, bambini che soffrono la fame, finché le prigioni saranno piene, nessuno avrà il diritto di essere felice. Si tratta di un imperativo categorico che c’impone il dovere di amare l’uomo impersonale, e, di preferenza, l’uomo lontano. Proprio come Gesù diceva che i poveri sono i nostri maestri, i terzomondisti fanno della miseria dei paesi meridionali una virtù da prendere a modello. Si amano i tropici per le loro pecche e le loro lacune, la carestia e il male sono al tempo stesso sottilmente combattuti e valorizzati; è un’ambiguità temibile da cui la chiesa cattolica non è mai uscita, ma che contamina allo stesso modo tutte le organizzazioni assistenziali nel Terzo mondo.

Come non sentirsi giudicati sul metro di un martirologio sublime, non sentirsi ignobili e nocivi di fronte a questo grande tribunale della tragedia, che celebra i suoi fasti nell’angusto perimetro dell’apparecchio televisivo o della colonna di giornale? Un Golgotha di sofferenze ci contempla, noi siamo i complici diretti di un sistema economico che saccheggia le risorse dei più sprovveduti. Davanti a questi crimini, ogni spettatore deve dirsi: “Goebbels, sono io!”. Per convincere i cuori reticenti, i media non indietreggeranno davanti a nulla: all’enormità dell’accusa – siete peggio dei nazisti! – si aggiunge l’enormità di quanto viene mostrato. Nessun pudore trattiene la cinepresa; l’orrore non tollera censura, ogni immagine deve avere la sconvenienza di un limite varcato nell’angoscia. Si fa appello all’inaudito, al mai visto, e anzi ve ne fanno vedere anche un po’ di più. Carestie, inondazioni, terremoti vengono riprodotti all’istante per le cineprese: catastrofi fissate su Polaroid. Una catena ininterrotta di immagini va da quelli che mettono in scena la morte degli altri al pubblico del mondo intero, e questa catena dà a tutti il diritto di vedere tutto. Ma favorendo una soltanto delle nostre pulsioni: il voyeurismo. E poiché ci si immagina che, per scuotere gli animi, occorre uno spettacolo sempre più crudo, si aprono all’avidità dello sguardo territori in cui nessuno era penetrato, si punta l’obiettivo su mutilazioni, torture, malattie ancora inedite sullo schermo. La semplice vista di bambini dal ventre gonfio non vi basta? Vi mostreranno questi stessi bambini ridotti a scheletri. Ancora nessuna reazione? Eccoli ridotti a un mucchietto d’ossa e di pelle. Ecco sangue, ferite, ulcere purulente, croste di pus, viscere traboccanti, organi strappati…

Solo la dismisura è in grado di commuovere il pubblico e di interessarlo a questi problemi. E se l’apatia persiste, vuol dire che, così si crede, le immagini non sono abbastanza spettacolari: quindi non vi saranno limiti all’asta degli orrori. Così si produce l’inevitabile perversione dello sguardo: prendiamo gusto al gioco, ne vogliamo sempre di più, la nostra soglia di tolleranza non cessa di aumentare; non chiediamo più di essere commossi, ma sorpresi: ogni volta ci occorre qualcosa di più piccante nell’abiezione. Il valore d’urto di un’informazione è indipendente dalla verità dei suoi termini. L’improbabile, l’enorme saranno considerati sempre meglio del verosimile. Conta solo l’impatto e non l’influenza. Non ci preoccupiamo più di sapere se quelle foto riguardano esseri reali, le vogliamo soltanto più speziate. E vinca la peggiore.

Nella storia biblica della cacciata dal paradiso terrestre, c’erano quattro personaggi: l’uomo tentato, la femmina tentatrice, l’animale tentatore e la cosa tentante. Più due mediazioni: dal serpente alla donna, poi dalla donna ambasciatrice del peccato all’uomo. Storia semplice, rispetto ai molteplici travestimenti che l’occidente utilizza per circuire e sedurre il casto Terzo mondo: il male europeo è multiforme, di volta in volta pornografia, rock, gadget, jeans, droghe, bevande gassate, tecnologia, turismo, denaro: Satana è legione, ha cento maschere, cento travestimenti per sedurre l’oasi primaverile. Da qui la sfumatura d’indefinibile rimpianto con cui accogliamo la normalissima maturazione delle nazioni che entrano nel ciclo delle prove d’iniziazione alla vita politica; da qui anche la nostra collera contro il sacrilego corruttore, il mondo industrializzato, che affretta l’evoluzione smaliziando prematuramente l’umanità innocente.

Così, per spiegare i disastri, la repressione, la corruzione, il nepotismo, la stagnazione che imperversano nell’emisfero sud, si ricorre a questo concetto magico fra tutti: il neo colonialismo. Poiché l’Europa ha lasciato i suoi possedimenti solo per installarvisi meglio, tocca a lei assumersi gli errori e gli sbagli che vi si commettono. Mirabile cortocircuito: di nuovo, il presente non è che un duplicato del passato, e l’antica invettiva può avere libero corso: nelle prigioni iraniane, siriane, algerine si pratica la tortura? E perché i loro agenti “sono gli allievi dei nostri poliziotti” (Claude Bourdet). Lo sciismo s’irrigidisce in un fondamentalismo oscurantista? E’ perché “le ‘soluzioni’ dell’occidente hanno fatto fallimento” e condannano certi paesi all’integralismo (Roger Garaudy). La miseria avanza a grandi passi: naturalmente, a causa delle multinazionali e del loro svergognato saccheggio. Sempre per spiegare l’analfabetismo, le epidemie, le guerre, la decadenza del tenore di vita, il dispotismo dei nuovi padri del popolo, si invocano i colonialisti francesi, gli imperialisti americani, i dominatori inglesi, gli affaristi olandesi, tedeschi o svizzeri, perché in tutto il globo ci sono soltanto due tipi di paesi: i “paesi malati” e i “paesi ingannati” (Roger Garaudy). Insomma, invece di tener conto dei fatti, di cercare le cause determinanti, si prediligono le cause remote che esonerano da ogni responsabilità gli stati tropicali: istigatore universale, il neocolonialismo diventa così il mezzo per accantonare in perpetuo i veri problemi.

Laggiù, in Francia, nello stesso momento in cui innaffiavate le piante o sorseggiavate un caffè, la televisione vi mostrava bambini dilaniati dalle mine, oppositori politici torturati, profughi ammassati sulle giunche che affondavano con tutti i loro beni, vittime di una tempesta o dei pirati che li colavano a picco dopo averli taglieggiati. Potevate credere che fosse una finzione, e bastava premere un bottone per far cessare quelle scene d’incubo. Ma qui, la miseria impregna i muri, l’aria che si respira, l’orizzonte che si abbraccia, forma la sostanza stessa della città. Gli alberghi più lussuosi, le ville meglio custodite sono cittadelle dotate di un privilegio transitorio, circondate dalla sporcizia e dall’infelicità. E, ogni momento, vi aspettate di vedere la porta della vostra camera aprirsi per lasciar passare una teoria di sciancati, di straccioni famelici, di donne miserabili, pronti a occupare lo spazio che la vostra prosperità vi attribuisce indebitamente.



Il fardello e le colpe dell'uomo bianco
Vittorio Guillot, 16 febbraio 2015

http://www.algheroeco.com/il-fardello-e ... omo-bianco

Dopo aver sentito i sanguinari proclami dell’Isis penso che sia concreta la minaccia di una invasione dell’Europa da parte degli islamici. Del resto Boumedienne, presidente dell’Algeria, circa 50 anni fa, disse che gli arabi ed i musulmani, essendo poligami e molto più prolifici degli europei, avrebbero invaso l’Europa con l’immigrazione più o meno pacifica.

D’altra parte la pressione arabo-musulmana verso l’Europa è stata costante fin dall’alto Medioevo e fu fermata solo nel cuore della Francia, a Poitiers, nell’ 8° secolo mentre i turchi nel 17° secolo, furono sconfitti addirittura a Vienna. Ricordo che anche la Sicilia e, per un breve periodo, parte della Sardegna, furono invase dagli arabi e che solo nel 1830 l’occupazione colonialista dell’Algeria da parte della Francia pose fine alle incursioni dei pirati barbareschi lungo tutte le coste del Mediterraneo.

Comunque non esito ad affermare che anche i ‘bianchi’, nei luoghi che conquistarono, compirono molti genocidi degni del peggiore nazismo e terribili crimini contro l’umanità simili a quelli comunisti. Il generale USA Sherman, per esempio, diceva che ‘l’indiano buono è l’indiano morto’. I suoi connazionali lo presero in parola, deportarono i nativi americani, li rinchiusero in lager chiamati riserve, li sterminarono e gli portano via le terre. Lo stesso fecero gli inglesi con gli aborigeni australiani, che utilizzarono persino per sperimentare gli effetti di certi proiettili sui corpi umani. Gli stessi inglesi , con la guerra dell’oppio, imposero alla Cina la liberalizzazione dell’uso di quella droga che rincoglioniva grandi parti della popolazione. Gli spagnoli, dal canto loro, sterminarono gli incas, i maya e gli atzechi etc.

Tutte le potenze marinare europea, poi, praticarono lo schiavismo in danno dei negri con una tale ‘non chalance’ che persino il paladino dell’illuminismo, dei diritti dell’uomo e della tolleranza, Voltaire, fu azionista di una compagnia di negrieri, Mi ricorda certi compagni comunisti, stracarichi di soldi, che vestono maglioni di cachemire, esibiscono orologi Rolex o possiedono mega yachts.

Malgrado le responsabilità dei bianchi, il solo fatto di essere ‘bianco’ non mi fa, però, soffrire di alcun complesso di colpa. Ciò mi capita forse perché, come italiano, appartengo ad un popolo meno responsabile di altri per quelle stragi? Qualcosa di odioso, comunque, lo abbiamo commesso anche noi con le rappresaglie indiscriminate compiute in Libia contro i ribelli ed i Abissinia, dove furono uccisi migliaia di innocenti in seguito all’attentato al gen. Graziani e centinaia di preti copti furono sbrigativamente fatti fuori a Debra Libanos .Èanche vero che in Africa lasciammo case, strade, porti, scuole , ospedali, ferrovie , alberghi e cinematografi e terreni irrigui e bonificati. Posso assicurare che in Eritrea, a Massaua, i vecchi ricordano con piacere la colonizzazione italiana mentre detestano il periodo in cui furono governati dagli inglesi e,ancor peggio, dagli abissini. Sono queste le ragioni per cui non mi sento oppresso da sensi di colpa? Forse si.

Sopratutto, però, ciò mi capita capita perché tutto ciò che i popoli del terzo mondo hanno di moderno e di avanzato scientificamente e tecnologicamente gli è arrivato dai bianchi. In Australia ed in America, dove pure si era sviluppata una civiltà notevolissima, non conoscevano neppure la ruota. Non dimentichiamo neanche che neppure quei popoli, già da prima dell’arrivo dei bianchi, non erano costituiti da tenere mammole. Infatti si sterminavano e mangiavano reciprocamente, facevano sacrifici umani con migliaia di prigionieri a cui, spesso, strappavano il cuore quando erano ancora vivi. Praticavano anche la schiavitù. Addirittura i maggiori collaboratori dei negrieri bianchi furono le tribù africane avversarie ed i predoni arabi. La schiavitù, anzi, ad un certo punto della storia, fu abolita proprio dai bianchi e sopravvisse nei territori che non erano caduti sotto la loro influenza (es.Arabia ed Etiopia).i Gli stessi arabi , i mongoli ed i turchi nelle loro guerre di conquista sterminavano i popoli che gli si paravano davanti e distruggevano tutto ciò che c’era da distruggere. È falso attribuire i saccheggi ed i genocidi solo ai crociati.

Oggi la miseria del terzo mondo è dovuta ad una molteplicità di fattori. Indubbiamente c’è una grossa responsabilità dello sfruttamento del capitalismo mutinazionale . Ci sono, però, responsabilità non certo minori dei tiranni e delle corrotte classi dirigenti indigene . Ci furono anche responsabilità dell’imperialismo sovietico, che appoggiò dittatori feroci come Gheddafi, Idi Amin Dada, i tiranni di Sudan ed Abissinia ed altri . Oggi anche la Cina appoggia i dittatori che le fanno comodo. Ci sono pure grandi responsabilità delle masse popolari stessi popoli che si abbandonano a conflitti etnici e religiosi accompagnati da stragi spaventose.Ricordo quelle del Ruanda e quelle , recenti, della Nigeria. Concludo che, a mio, avviso, le colpe dei mali del mondo non ricadono solo sui bianchi ma sono equamente ripartite tra tutti i popoli del pianeta. Perciò rifiuto il manicheismo dei terzomondisti di casa nostra e, in quanto bianco, non mi sento peggiore né dei negri né dei gialli né dei grigi né dei rossi di pelle . Piuttosto mi sento uguale a loro.



Il colonialismo non è responsabile dell'arretratezza del Terzo Mondo né del terrorismo islamico

https://www.magdicristianoallam.it/blog ... conda.html

Quando si considera la ricaduta del colonialismo sul Terzo Mondo, bisognerebbe misurare il tributo imposto dalla colonizzazione occidentale contro i benefici di carattere scientifico, tecnologico, giuridico, demografico, etc. tratti da popoli meno civilizzati nell'interazione con popoli più avanzati, proprio come quando si valuta l'impatto complessivo dell'espansione dell'Impero romano, che, di solito, una volta presi in debita considerazione pro e contro, viene giudicato positivamente (???).

Tra tutti i possibili vantaggi, vale la pena di menzionarne uno di carattere esistenziale, intuibile gettando una rapida occhiata alla cartina geografica del continente africano e alla distribuzione delle aree di diffusione dell'islam e del cristianesimo, rispettivamente nella metà settentrionale e meridionale. Si può ragionevolmente argomentare che la colonizzazione europea potrebbe avere avuto il merito di salvare l'Africa dall'islamizzazione completa.

A questo proposito, non bisogna infatti dimenticare quando si valuta l'esempio più clamoroso di sfruttamento occidentale del Terzo Mondo, ovvero la tratta degli schiavi africani, il ruolo ben più drammatico giocato dagli arabi. Costoro, non soltanto rappresentarono i diretti responsabili della cattura degli schiavi destinati al mercato occidentale, razziando i villaggi dell'Africa Sub-sahariana, e causando la morte di almeno 120 milioni di persone secondo le stime, ma furono essi stessi schiavisti ben peggiori degli occidentali. Inoltre, a differenza dei Paesi occidentali, che nel caso specifico degli Usa combatterono una guerra civile anche per l'abolizione della schiavitù, gli arabi hanno continuato e continuano a praticarla fino ai nostri giorni. Se non fosse esistito alcun limite all'espansione ulteriore dell'islam verso Sud, è facile estrapolare cosa sarebbe potuto accadere agli animisti che oggi professano la religione cristiana e per alcuni rappresentano il futuro della cristianità mondiale. Costoro, non potendo godere dei relativi vantaggi della dhimmitudine concessi ai cristiani ed ebrei, avrebbero subito il medesimo destino riservato ai correligionari più settentrionali, sarebbero stati cioè, con ogni probabilità, massacrati o ridotti in schiavitù.
Quasi nessuno però oggi in Occidente, neppure i discendenti afro-americani dei popoli ridotti in schiavitù e torturati dagli arabi, riconosce ai colonizzatori europei questo merito. Ancora più sorprendente è l'assoluta assenza del benché minimo rancore o critica nei confronti del mondo islamico per aver massacrato, sfruttato e schiavizzato le popolazioni del Terzo Mondo. Paradossalmente, un illustre campione della comunità afro-americana quale il presidente Obama non perde occasione per criticare l'Occidente per il passato coloniale ed elogiare invece l'islam per il presunto contributo alla pace, ai progressi dell'umanità e persino all'edificazione dell'America. È difficile comprendere le ragioni del tributo del presidente all'islam se si escludono l'ignoranza, il totale distacco dalla realtà promosso dall'adesione all'ideologia di sinistra o magari l'effetto psicotropo di qualche droga. L'alternativa più razionale è che il rappresentante del popolo americano alluda alla "pace eterna" dei milioni di vittime dell'islam, ai progressi in campo militare stimolati dalle sue continue aggressioni, e infine al ruolo degli arabi nella tratta degli schiavi che avrebbero presumibilmente contributo a rendere grande l'America con la raccolta del cotone nelle piantagioni del Sud...

Per quanto concerne invece la povertà e l'arretratezza dei paesi islamici, esse sono per lo più il frutto di errori interni alla storia della "civiltà" islamica, più specificatamente una serie di decisioni, tre delle quali di importanza critica, prese nel passato dai governanti e dai leader religiosi del mondo islamico, che hanno impedito alla civiltà islamica non solo di mantenere la superiorità di cui godeva nel Medioevo, ma anche di tenere il passo con i rapidi progressi dell'Europa Cristiana.

Quando in Europa fu inventata la stampa nel XV secolo, e la notizia giunse alle orecchie del Sultano Beyazid II in Istanbul, costui avrebbe voluto promuoverne la diffusione anche nell'Impero Ottomano, ma gli ulema si opposero in nome dell'islam, una religione meno flessibile ed adattabile rispetto alle esigenze della modernità di quella cristiana.

Gli ulema decretarono che utilizzare la stampa per riprodurre la parola di Allah conservata nel Corano avrebbe costituito un sacrilegio. L'uso della stampa fu proibito ai musulmani per quasi quattro secoli, fino al 1729, ma concesso agli ebrei e ai cristiani dell'Impero, segnando così per sempre le sorti del mondo islamico. In breve, grazie a questa singola invenzione, la conoscenza si diffuse con rapidità inaudita nell'Europa Cristiana, accelerando il progresso scientifico e tecnologico che permise all'Occidente di riguadagnare terreno, superare e distanziare il mondo islamico.

La dhimmitudine, ovvero l'usanza radicata nella tradizione islamica di trattare i sudditi di religione non-islamica come cittadini di serie B, o come schiavi, che da un punto di vista economico e strategico non costituiva un problema all'inizio delle conquiste arabe all'interno della Penisola Arabica, con il crescere dell'estensione dei territori e delle popolazioni di infedeli controllate, si rivelò controproducente. In caso di guerra, a settori crescenti della popolazione non era concesso di combattere per l'Impero, mentre costoro potevano invece costituire una quinta colonna. Non solo, ma, come accadde per lo più nell'Impero Ottomano, i dhimmi erano spesso relegati a ruoli nell'ambito economico, quali il sistema bancario, del commercio e dei trasporti marittimi che in Occidente guidarono i progressi dal mondo medioevale a quello moderno.

Un'altra ferita auto-inflitta fu l'usanza detta Timar, un sistema feudale adottato dall'Impero Ottomano proprio quando l'Occidente si stava affrancando dai vincoli del feudalesimo, che aggiunse un freno ulteriore allo sviluppo economico.

Il colonialismo occidentale non è pertanto responsabile del sottosviluppo del Terzo Mondo, né del terrorismo islamico, semmai ha determinato, sebbene spesso involontariamente, un netto miglioramento delle condizioni di vita delle aree naturalmente indigenti e arretrate del pianeta. La Jihad non è una reazione del Terzo Mondo all'imperialismo e al passato coloniale, bensì un'aggressione motivata e alimentata dall'ideologia pseudo-religiosa imperialista, razzista, sciovinista e violenta espressa e custodita nel Corano. Sarebbe dunque ora che l'Occidente si affrancasse dal perfezionismo esasperato che lo spinge ad auto-flagellarsi e tormentarsi coi sensi di colpa nei confronti del Terzo Mondo, e recuperasse invece il meritato orgoglio per la propria identità classico-giudaico-cristiana e il rispetto di sé stesso.

La ritrovata autostima consentirà all'Occidente di guadagnarsi, anche con le armi se assolutamente necessario, il rispetto dei nemici islamici. Questo rispetto potrà forse creare i presupposti per l'apertura di spiragli di vero dialogo con l'islam, invece di esplicite dichiarazioni di dhimmitudine nei negoziati anche interreligiosi, che rischiano di generare maggiore aggressività e violenza verso i cristiani in Medio Oriente e in Africa al venir meno della protezione garantita dai regimi dittatoriali filo-occidentali in via di dissoluzione.


Il rimorso dell’occidente
di Mattia Ferraresi
2015/07/20

https://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del ... ente-85880

I migranti li abbiamo caricati noi sui barconi. Metaforicamente, ma nemmeno poi troppo. Il terrorismo islamico è colpa nostra, sia che propendiamo per lo schema interpretativo coloniale, sia che preferiamo quello dell’élite finanziaria senza volto che affama i popoli e scatena rivolte.
Sempre di una nostra creatura si tratta. Le diseguaglianze economiche sono colpa nostra, e così il collasso finanziario, la stagnazione, la povertà africana, la crisi della classe media, la perdita dei valori, l’attaccamento fanatico ai valori.

L’anarchia della Libia è colpa del nostro intervento militare, ma anche il regime di Gheddafi era il prodotto di nostri errori. L’Iran vuole dotarsi di armi nucleari – un accordo non basta certo a piegare la volontà suprema della Guida Suprema – non perché è guidato da teocrati apocalittici e antisemiti, ma per la politica estera americana, che ha alternativamente sostenuto e oppresso il fiero popolo persiano nel corso dei decenni. Vogliamo parlare di Saddam Hussein e dello Stato islamico? Di Bin Laden addestrato dalla Cia? Dell’11 settembre organizzato da Bush? Per sporgersi sull’oceano nero delle teorie del complotto servono buone dosi di dramamina o un’infinita nostalgia degli anni Zero, ma la premessa che dà sostanza psicologica al complotto è sempre più interessante del complotto stesso. E dietro a ogni tesi sull’inside job, così come ai sit-in contro il Bilderberg e la Trilateral, dietro a ogni protesta contro la Monsanto si staglia l’onnipresente sagoma del senso di colpa. Senza i segni di una colpa pregressa, una macchia che affligge, complottare contro se stessi è molto più difficile. Pure il destino mesto della Grecia è colpa nostra, e per nostra s’intende dell’Europa, ovvero della Germania, che di sensi di colpa ne sa qualcosa ma in questo caso – eccezione – gira alla larga dalla liturgia dell’autoaccusa riproponendo un’aria a sfondo luterano come un disco rotto: il debito, la Schuld, la colpa, è tutta di voi greci pigri e inefficienti. Siete voi che dovete pagare, espiare. La primavera araba è stata scatenata dalla politica monetaria della Federal Reserve, e poi l’occidente ha mollato le piazze al loro tirannico destino, così che già ribolle un nuovo pentolone ricolmo di senso di colpa. Dannati noi che abbiamo perso l’occasione di soccorrere i popoli che noi stessi abbiamo oppresso. Qualcuno, sfidando il consenso liberale sulle relazioni internazionali e abbracciando la scuola realista, dice che perfino l’aggressività di Vladimir Putin, che invade e annette territori a piacere e fa spallucce quando la comunità internazionale gliene chiede timidamente conto, è in realtà un altro pezzo della colpa occidentale. Chi, se non l’occidente imperialista, dopo il collasso dell’Unione sovietica si è spinto sempre più a est con la Coca-Cola in una mano e un modulo di adesione alla Nato nell’altra? Chi ha creduto di poter tramutare con l’imposizione delle mani l’Europa orientale in una dependance atlantica? Il prezzo di questo gaio espansionismo è che la Russia si è sentita minacciata, ed eccoci qui ora a dire quanto è autoritario e ottocentesco questo leader. In realtà lui è il difensore e noi gli aggressori.

Esiste in occidente un noto senso di colpa radicato nel passato coloniale, rilanciato poi con l’Olocausto e pure con la dominazione globale del Secondo dopoguerra. È quel complesso che ha trasformato il fardello dell’uomo bianco nel suo singhiozzo, per dirla con l’intellettuale francese Pascal Bruckner, che nel 1984 ha scritto la prima di una serie di riflessioni sul senso di colpa dell’occidente. In America il complesso originato dal colonialismo è stato sostituito dalla “white guilt” per la tragica epopea della schiavitù e della segregazione, storia mai del tutto sepolta e incredibilmente attuale nelle cronache, da Ferguson a Baltimore fino a New York e in decine di altre città. Probabilmente la reazione pubblica e politica alla strage di Charleston in cui un ragazzo bianco ha ucciso nove afroamericani in una chiesa locale è il caso più esplicito in questo senso. Non soltanto l’America ha reagito con orrore di fronte alla feccia da supremazia bianca di cui la mente dei Dylann Roof era imbevuta, ma ha sentito l’esigenza di un rito di espiazione collettivo di uno dei simboli che il ragazzo farneticante teneva fra le mani in alcune fotografie: la bandiera confederata (che poi è in realtà la bandiera dell’esercito della Virginia, ma comunque esprime l’orgoglio del sud schiavista). Non c’è stato il tempo né lo spazio per dibattere, fare distinzioni, per avventurarsi nella separazione fra il simbolo culturale, quello che gli scanzonati fratelli Duke della serie “Hazzard” avevano fatto aerografare sul tettuccio del Generale Lee, e il marchio infame della schiavitù; non si è nemmeno provato a formulare un argomento di questo genere: forse la colpa è più del pazzo omicida che della bandiera che tiene in mano, variazione sul tema “people kill people” caro ai difensori del Secondo emendamento. Anche loro, anzi specialmente loro, erano fra i più zelanti avvocati della rimozione del simbolo della colpa, come se anche loro stessi avessero avuto un ruolo nella creazione del mostro razzista che ha sparso morte a Charleston. Una specie di mandante morale collettivo. Può darsi anche che la distinzione non abbia cittadinanza nella regno delle cose reali e chi la propone sia in realtà un razzista che fa dei sofismi capziosi, come l’intera famiglia Duke del succitato telefilm di culto, ma il senso di colpa latente ha tagliato la questione prima del nodo, e la bandiera è stata rimossa fisicamente dagli spazi pubblici e dagli store, specchio della rimozione psicologica dalla coscienza che va costantemente candeggiata, ché lo sporco ritorna sempre su. Dopo la strage è stato un pullulare di statistiche che ricordano come la prima causa di morti per mano di terroristi in America – e in tutto l’occidente – sia la supremazia bianca, altro che il Califfato. La bandiera della Rhodesia invece non è stata ripudiata, nonostante comparisse anche lei nelle fotografie incriminate dello stragista, ma quel vessillo evoca le colpe della madrepatria britannica, toccherà ad altri contrirsi ed espiare.

L’idea della società americana fondata sulla colpa è antica, e la formulazione più affermata si trova nel “Crisantemo e la spada” di Ruth Benedict, dove però l’antropologa proponeva l’occidente come un consesso di sfumature, non un monolite della colpa. La società britannica era basata sulla vergogna, così come quella di alcuni paesi cristianizzati ma eredi di civiltà precristiane molto radicate, ad esempio il Messico; gli Stati Uniti puritani erano invece l’archetipo della cultura della colpa, con la tipica tendenza a internalizzare la colpa finché una punizione o il perdono non ristabilisce l’ordine morale violato. Nell’idea di Benedict la colpa è un fiume carsico, scorre nei sotterranei dell’inconscio per poi affiorare quando alcune circostanze specifiche scatenano le forze della colpa in superficie. E’ così che il rituale della messa al bando della bandiera confederata, con processo politico per direttissima e severa cerimonia militare, assume un valore catartico.

Sembra però che la frammentazione del mondo, l’incapacità di risolvere o spiegare gli scenari secondo formule sintetiche, abbia lasciato enormi spazi di manovra al senso di colpa occidentale per espandersi, aggrappandosi a qualunque cosa. Con il tipico discettare tranchant, Bruckner nel suo “La tirannia della penitenza” suggerisce addirittura che il senso di colpa è la caratteristica fondamentale della sensibilità occidentale, il suo tratto antroplogico-morale dominante: “Niente è più occidentale dell’odio per l’occidente”. E ancora: “L’occidente è come un carceriere che ti mette in prigione e poi ti passa fra le sbarre la chiave per evadere”. Quando un qualunque regime autoritario bolla l’imperialismo americano ed europeo come il massimo dell’ipocrisia perché combatte a parole l’oppressione dei popoli mentre la alimenta nei fatti, tocca un fascio nervoso estremamente sensibile della coscienza occidentale. Le scuole di pensiero si spaccano a proposito dell’origine di questo ricatto assurto a dimensione dell’essere: è alternativamente colpa (appunto) del cattolicesimo nella sua versione agostiniana, del moralismo protestante, oppure della modernità secolarizzata che si credeva onnipotente e si è scoperta violenta e non particolarmente illuminata. Anche gli eventi che portano il segno di responsabilità extraoccidentali precise sono comunque psicologicamente ricondotti a qualche malefatta pregressa. Un generico e vago senso che il terrorismo islamico nasca dalle angherie subite dai popoli colonizzati resiste, anche per i terroristi che vengono da paesi mai occupati, anche per i popoli mai stritolati dal calcagno dell’uomo bianco. In questi casi si sfoggia l’argomento della dominazione indiretta: non c’erano le truppe in abiti coloniali a dettare legge, ma c’era una sfera d’influenza, un giogo diffuso fatto di condizionamenti, controllo dei processi economici, dei commerci, un soggiogamento materiale messo in atto con tecniche occulte e tenuto insieme con filamenti invisibili. A ben vedere, il movimento no global non combatteva che questa maligna capacità di controllo occidentalista estesa al globo intero, tramite i grandi poteri finanziari e le multinazionali affiliate. Non è un caso che quella stagione antisistema fosse strettamente imparentata con l’ideologia ambientalista, fondata sulla madre di tutte le colpe, la progressiva distruzione del pianeta. Che si collochi il pianeta nell’orizzonte della creazione intelligente o della meravigliosa casualità, l’uomo può egualmente autoaccusarsi di contribuire costantemente alla distruzione del bene più prezioso. L’ambientalismo rigoroso e ateo, non francescano né benedettino né giovanpaolino, arriva fino a concludere che l’uomo non è che un ignobile parassita. Il maschio occidentale, che si crede l’uomo per eccellenza, è per definizione più parassita e malvagio del coltivatore di caffè alle pendici delle Ande che vende la merce ai mercatini equosolidali, ma nella sublimazione verde del senso di colpa il vero e unico imputato è il genere umano. Generalizzare di più non si può.

Ci sono frotte di scienziati, climatologi, antropologi, biologi e tuttologi che prefigurano l’apocalisse per mano d’uomo. È uno schema antropologico che rovescia la figura del buon selvaggio, opponendo quella del cattivo civilizzato, ma ci si muove pur sempre nel perimetro dell’antropocentrismo: buon amministratore del creato o malvagio distruttore, la figura umana è comunque titanicamente al centro della scena cosmica, si tratta solo di stabilire se il canovaccio che interpreta è una commedia o una tragedia. Anche il senso di colpa come lente attraverso cui leggere qualunque fenomeno sociale, politico, ambientale può essere collocato nell’alveo di una modernità in cui l’uomo è l’alfa e l’omega. Così l’imputato è allo stesso tempo pubblico ministero e giudice, e a guardar bene la sentenza di colpevolezza è già stata scritta prima di andare a processo. Il filosofo australiano Thom Van Dooren nel suo recente libro “Flight Ways, Life and Loss at the Edge of Extinction” sostiene che il genere umano sta lavorando attivamente alla sua stessa estinzione, e questo avviene perché “anziché pensare a noi stessi come a degli animali, abbiamo una lunga tradizione che ci porta a considerarci gli unici esseri dotati di anima immortale o come delle creature a sé, per la nostra razionalità, per la nostra abilità nel manipolare e dominare il mondo”. La terra ha conosciuto cataclismi ed estinzioni di massa, ma i dinosauri non si sono autodistrutti emettendo anidride carbonica, mentre l’estinzione umana che Van Dooren prefigura in modo apodittico “è un’estinzione antropogenica, di origine umana. La causa principale sono gli uomini”. Biologi, geologi e scienziati di ogni risma si affannano da decenni per definire e perimetrare l’antropocene, l’epoca della vita della terra la cui caratteristica prevalente è l’influenza umana. Qualche mese fa un team di ricercatori chiamato Anthropocene Working Group ha proposto il 16 luglio 1945 come data di inizio dell’antropocene: è il giorno in cui l’uomo ha testato per la prima volta una bomba nucleare, e la scelta suggerisce piuttosto chiaramente il legame fra antropocentrismo moderno e senso di colpa occidentale. È con un’esibizione della sua tremenda capacità distruttiva che inizia l’era della malvagia dominazione dell’uomo sul pianeta. Un articolo apparso su Nature propone invece contorni più vaghi, sostenendo che l’inizio dell’antropocene potrebbe esser collocato nel 1610 così come nel 1964, comunque all’interno dei confini di una modernità che ha messo l’uomo su un piedistallo. Il crollo delle fantasie positiviste di dominazione illuminata di ciò che esiste non ha buttato giù l’uomo dal piedistallo, semplicemente lo ha sostituito con un piedistallo di un metallo molto meno pregiato. Il podio del vincitore s’è trasformato nello sgabello che viene tolto sotto i piedi dell’impiccato. Da quel disperato punto di osservazione l’uomo, in particolare l’uomo occidentale, guarda il mondo in tutte le sue sfaccettature, dal riscaldamento globale allo Stato islamico, e pensa una sola cosa: me lo merito.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » lun nov 04, 2019 7:48 am

Manipolazione della vicenda da parte dei demo nazi-comunisti


Oramai sappiamo tutto su come si sono svolti i fatti sullo scuolabus
Patrizia Terracina

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4786604731

Oramai sappiamo tutto su come si sono svolti i fatti sullo scuolabus, sappiamo dei carabinieri eroi, quelli che il buonista Casarini vuole morti, sappiamo della volontà di bruciare vivi 51 ragazzi da parte del "migrante buono e perfettamente integrato ", sappiamo tutto dei ragazzi, di quello che ha raccolto il cellulare da terra e lo ha passato al compagno che poi ha chiamato i soccorsi, sappiamo di quello che si è OFFERTO COME OSTAGGIO al terrorista, volontariamente gli si è messo vicino, sapendo che, nel caso, sarebbe stato il primo a morire!

Sappiamo della collaboratrice scolastica che, rischiando di brutto, ha messo le fascette di plastica ai polsi dei ragazzi allentandole in modo da farli liberare, sappiamo che, in definitiva, tutti hanno fatto la loro parte, tutti hanno avuto un comportamento eccezionale, davvero fuori dal comune!

Eppure, chi è stato portato sugli altari, chi è stato definito "eroe ", chi è stato subito usato per scopi politici dalla sinistra alla frutta, anzi all'ammazzacaffe?
Ma il ragazzo egiziano, lui e solo lui, mentre tutti gli altri sono semplicemente scomparsi dai radar della nostra ineguagliabile informazione!
E sapete perché? Perché era quello con il colore della pelle giusto, quello adatto alla battaglia accogliona, quello usabile e manipolabile per portare avanti la eterna ossessione dei globalisti xenofili sinistrati radical chic, vale a dire l'abolizione del concetto di famiglia nazionale di popolo, di confini posti a tutela di chi vive in un determinato Stato!
Ed allora è partito il battage pubblicitario, il martellamento dei media che neanche Goebbels,ministro della propaganda di Hitler! Non dimentichiamo che gli accoglioni xenofili sinistrati sono molto prodighi nel dare del razzista a tutti coloro che non la pensano come loro, ed a furia di usare questo aggettivo hanno finito per dimenticare, se mai lo hanno saputo, il significato della parola "razzismo "! Ed allora è il caso di ricordarlo: razzista è qualsiasi comportamento che ha come punto di riferimento, esclusivamente, il colore della pelle di un essere umano! Se io mi comporto in un certo modo, nei confronti del prossimo, esclusivamente per il colore della pelle del soggetto in questione, sono razzista! Ed allora, sic stantibus rebus, come si può definire il comportamento degli accoglioni xenofili sinistrati radical chic di ogni ordine e grado, carta stampata , tv, politici e chi più ne ha più ne metta? Come si può definire il fatto che hanno messo sugli altari ESCLUSIVAMENTE un determinato ragazzo, e solo quello, oscurando tutti gli altri, e questo solo in base al colore della pelle" dell'eroe" e degli" oscurati "?
La risposta è semplice, è stato un comportamento razzista, così evidente ed imbarazzante che lo stesso ragazzo glorificato ha sentito, onore a lui, di sottolineare il fatto che c'è stato un grande "gioco di squadra " e che tutti hanno fatto la loro parte! Gli accoglioni smentiti finanche dal loro protetto! Ancora una volta non hanno perso l'occasione per dimostrare che sono alieni venuti non si sa bene da dove, fanatici che amano il mondo alla rovescia, robot trinariciuti senza anima e senza sentimenti, che parlano per slogan in base alla programmazione ricevuta sul loro hard-disk! E per dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, che gli unici razzisti sono loro stessi!
Che Iddio protegga tutti gli esseri davvero umani da queste piaghe in forma umana!Amen!
(Dal web)



La storia di Nicolò, il 12enne che si è offerto ostaggio sullo scuolabus: "L'ho fatto per i miei compagni"

https://www.huffingtonpost.it/2019/03/2 ... UwESfulbLE

Nicolò Bonetti ha 12 anni ed era sullo scuola bus dirottato da Ousseynou Sy a San Donato Milanese. A "Un giorno da pecora", su Rai Radio 1, ha raccontato la sua storia: il ragazzo si è offerto ostaggio per tranquillizzare i suoi compagni. Queste le sue parole: "Il terrorista, io lo chiamo così, ha chiesto di avere qualcuno vicino a lui, e ha iniziato a spargere benzina. Poi è andato a prendere un ostaggio e ne ha chiesto un altro: se nessuno si fosse presentato minacciava di fare esplodere l'autobus. In un momento di panico, coi miei compagni agitati - ha proseguito lo studente a Rai Radio1 - ho deciso di andare lì ed offrirmi volontario”



Rami a Salvini: «Voglio cittadinanza, se fossimo morti che avrebbe detto?». E l'incontro salta
25 marzo 2019

https://www.ilmessaggero.it/politica/ra ... ws4O66ADgc

Rami replica a Salvini: «Voglio diventare italiano, se fossimo morti tutti cosa avrebbe detto?»

«Volevo vedere cosa sarebbe successo a Matteo Salvini se tutti fossero morti. Tutti sarebbero andati contro di lui. Se tutti lo ringraziano è grazie a me». Rami Shehata replica al ministro dell'Interno che ha preso tempo sulla concessione della cittadinanza al tredicenne egiziano eroe dell'attacco al bus di San Donato milanese. Salvini ha fatto anche sapere che, almeno per il momento, non lo incontrerà.

«Voglio diventare italiano, sono nato qua, ripete Rami. Sulla cittadinanza «Salvini all'inizio ha detto sì, poi no. Di Maio vuole darmela, quindi mi fido Di Maio». «Vorrei che anche gli altri la ottenessero, ma non sono io a decidere».

«Dopo tutto quello che è successo volevo vedere cosa avrebbe detto Salvini, se tutti i ragazzi fossero morti?», dice Rami. «Adesso che tutti lo ringraziano è grazie a me, non perché è bello. Io sono nato qui e da sempre voglio fare il carabiniere».

Il consolato egiziano a Milano ha premiato il coraggio di Rami. Il console generale Ehab Abosere ha consegnato questa mattina, nella sede del consolato a Milano in viale Timavo, una targa al tredicenne, che era accompagnato dal padre. Sulla targa, scritta in egiziano, un ringraziamento al giovane per aver salvato la vita dei suoi compagni e degli insegnanti sul pullman. «Il console mi ha ringraziato, mi ha detto che sono stato bravo e che sono orgogliosi di me».

Rami rappresenta «il vero dialogo tra le nazioni e il meglio delle culture» dell'Italia e dell'Egitto, «un egiziano in Italia simbolo della nostra fraternità». Con queste parole l'ambasciatore d'Egitto in Italia, Hisham Badr, ha conferito un riconoscimento d'onore all'adolescente, in una cerimonia tenutasi all'ambasciata egiziana a Roma che ha visto la presenza, tra gli ospiti, di rappresentanti della Moschea di Roma, della Chiesa ortodossa e di un funzionario del ministero degli Esteri Italiano.

«Volevo ringraziare Rami, un eroe che ha fatto un atto non da tredicenne, ma da uomo grande che rappresenta i valori egiziani», ha sottolineato l'ambasciatore Badr nel suo intervento. «Oggi siamo insieme, non voglio pensare cosa sarebbe potuto accadere senza suo intervento». L'Egitto è «l'ultima linea contro il terrorismo» e anche Rami sventando l'attacco «è stato l'ultima linea contro terrorismo», ha sottolineato Badr. «Volevo ringraziarlo come un eroe che entra nella storia, lo ringrazio a nome del governo egiziano, e ringrazio i genitori e anche il governo italiano», in particolare «i ministri Salvini e Di Maio per le loro parole».

Nel testo del certificato d'onore, si legge che Rami è considerato un «coraggioso eroe egiziano» ed è «motivo di orgoglio per l'Egitto e il suo popolo. Il suo atto eroico del 20 marzo 2019 per salvare la vita di 51 cittadini italiani è motivo di apprezzamento e rispetto da parte di tutti, un modello di nobili valori egiziani, e ha un grande impatto sul rafforzamento dell'amicizia tra ltalia ed Egitto». Durante la cerimonia, Rami ha ripercorso i terribili momenti vissuti nel sequestro del bus.

«Il momento più bello è stato quando siamo usciti tutti in salvo, mentre quello più brutto è quando (l'attentatore) mi è passato vicino con il coltello e mi ha guardato male», ha raccontato il tredicenne a margine della cerimonia. In quegli attimi tragici «non ho avuto paura, perché pensavo di essere già morto». Rami ha ribadito ancora che l'autista del bus ha compiuto il gesto di follia giustificandolo con le morti nel Mediterraneo. «Mi è anche dispiaciuto per lui, perché alla fine l'ha fatto per vendicarsi, ma non ci ha guadagnato niente», ha sottolineato Rami, che ha confermato che da grande vuole fare il carabiniere. «Volevo farlo già da prima, ma dopo quello che è successo la passione è aumentata».


Demenziale, questo ragazzo non sa quello che dice!
???
... Rami ha ribadito ancora che l'autista del bus ha compiuto il gesto di follia giustificandolo con le morti nel Mediterraneo. «Mi è anche dispiaciuto per lui, perché alla fine l'ha fatto per vendicarsi, ma non ci ha guadagnato niente», ha sottolineato Rami, che ha confermato che da grande vuole fare il carabiniere. ...

Vendicarsi per cosa e contro chi?
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Re: Nazi demo comunisti che manipolano i diritti umani

Messaggioda Berto » lun nov 04, 2019 7:49 am

Quanti pregiudizi, questi ideologi dello Ius soli
Anna Bono
26 marzo 2019

http://www.lanuovabq.it/it/quanti-pregi ... 9bmp8yvbxE

La tragedia sventata di 51 bambini a San Donato ha dato adito alla solita strumentalizzazione per promuovere lo Ius soli, la cittadinanza italiana alla nascita, solo due anni dopo che la riforma era stata bocciata. Un'idea apparentemente altruista, sostenuta anche da monsignor Paglia, che cela infiniti pregiudizi

Fiaccolata per lo Ius soli

C’è qualcuno a cui importa davvero dei bambini? Soprattutto dei 51 bambini che hanno rischiato di essere bruciati vivi, intrappolati su un autobus da un uomo in preda all’odio? Di loro sembra che non importasse abbastanza alla ditta di trasporti, inspiegabilmente all’oscuro del passato pauroso dell’uomo a cui affidava la vita dei bambini.

Non importa abbastanza a certi personaggi di cui i mass media riportano i commenti: “sono fatti (riferendosi all’atto di terrorismo in questione) che vanno compresi, nel senso di comprenderne la ragione” (Livia Turco); “la follia criminale del cittadino italiano Ousseynou Sy è l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati” (Gad Lerner); l’attentatore è un pazzo che però riflette gli “odi di un’epoca: quello dei governi contro gli immigrati neri, dei sovranisti contro i globalisti, degli estremisti ebrei e cristiani contro i musulmani, delle grandi città contro le periferie” (Francesco Merlo).

Che l’attentato e i bambini che l’hanno subito sarebbero strumentalizzati per motivi politici e ideologici si è capito quando quasi tutti si sono disinteressati di uno di loro, Riccardo, quello, italiano, che ha raccolto da terra il cellulare, per concentrarsi su Rami, il bambino straniero che con quel cellulare ha telefonato ai carabinieri. L’attentato è stato infatti sfruttato per rilanciare la battaglia per lo ius soli, l’attribuzione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri.

Monsignor Vincenzo Paglia tra gli altri, in una intervista rilasciata il 25 marzo al quotidiano La Repubblica, la rivendica con i soliti argomenti: è un dovere concederla per il bene del paese, altri stati già la prevedono, è un atto di giustizia…

In replica ai suoi argomenti vale quanto si è più volte detto nel 2017 quando la legge sullo ius soli è stata presentata in parlamento e respinta (vedi, ad esempio, I veri razzisti sono i fondamentalisti dello ius soli): i figli di stranieri possono chiedere e ottenere la cittadinanza italiana raggiunta la maggiore età e nel frattempo non sono né marginalizzati né tanto meno discriminati come invece si sostiene. Anche nel 2017 si accusava di razzismo e xenofobia chi si opponeva alla legge. Ma qualcuno aveva replicato, tra le altre obiezioni, che porre il problema della cittadinanza italiana per nascita solo da quando i bambini “esclusi” sono praticamente tutti africani e asiatici rivelava un atteggiamento forse inconsapevole, ma ben reale di superiorità e di disprezzo nei confronti di alcune nazionalità dalle quali si riteneva era giusto “liberare” i figli senza colpa degli stranieri.

Questo stesso atteggiamento si ritrova oggi in chi propone di concedere a Rami la cittadinanza italiana come “premio” per il suo coraggio: come se, appunto, essere cittadini italiani valesse più che essere cittadini marocchini.

Anche altre affermazioni di monsignor Paglia nell’intervista citata richiedono una replica. Il dovere dell’accoglienza, secondo monsignor Paglia, si sposa provvidenzialmente, nel caso dell’Europa, con l’esigenza di forze nuove. È il consueto argomento avanzato dagli “immigrazionisti” secondo i quali gli stranieri compensano una crescente scarsità di forza lavoro destinata ad aggravarsi. L’Europa invecchia – dicono – non fa figli, servono milioni di immigrati. L’obiezione è che, se mai sarà vero, non lo è per il momento, soprattutto in Italia dove il tasso di disoccupazione è al 10,5%, il tasso di disoccupazione giovanile, di nuovo in aumento, è al 33% e dove ogni anno decine di migliaia di giovani emigrano in cerca di lavoro: oltre 244.000 giovani di età superiore a 25 anni, il 64% con titolo di studio medio-alto, hanno lasciato l’Italia negli ultimi cinque anni.

“E invece si ha paura – commenta monsignor Paglia – si parla di ius soli e ius sanguinis anche se per me la parola giusta è ius migrandi, il diritto di tutti di abitare la Terra come casa comune di tutti”. Il problema, aggiunge, è l’individualismo che produce un vuoto e che bisogna contrastare con un cambio di mentalità, un ritorno al valore della prossimità e della fratellanza: “guai a scaricare tutte le paure sugli immigrati”.

Si vede che monsignor Paglia è all’oscuro dei fatti o non li apprezza. Un pregiudizio gli impedisce di capire che gli italiani non riversano le loro paure sugli stranieri e tanto meno sugli immigrati, ma invece temono, a ragione, le conseguenze economiche, sociali e culturali dei flussi migratori illegali che in quattro anni hanno portato in Italia almeno mezzo milione di stranieri, arrivati senza documenti, quasi tutti chiedendo asilo per evitare di essere respinti. Temono questi immigrati illegali che, salvo una piccola percentuale, hanno mentito sulle ragioni che li hanno spinti a lasciare i loro paesi. Li temono perché, che ottengano o meno una forma di protezione internazionale, dopo il periodo più o meno lungo durante il quale sono assistiti in tutto dovrebbero integrarsi nel tessuto sociale ed economico del nostro paese e invece, salvo pochi, non ci riescono, perché non trovano un lavoro regolare o non lo cercano. Rimediano allora lavorando in nero o dedicandosi ad attività illegali. Nessuno sembra rendersi conto, inoltre, neanche monsignor Paglia, del danno che gli emigranti illegali arrecano a chi vorrebbe emigrare legalmente, che viene lasciato indietro perché il posto di lavoro che avrebbe potuto ottenere viene occupato da chi ha aggirato leggi nazionali e internazionali per raggiungere illegalmente l’Europa.




Ius soli e cittadinanza
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=1772


"Quella voce non è di Ramy". Ecco la verità sulla telefonata al 112
Sergio Rame - Mer, 27/03/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 69929.html

Emerge un'altra verità su quanto successo nello scuolabus. È Adam e non Ramy il ragazzino-eroe che ha chiamato i soccorsi

La verità, molto probabilmente, non verrà mai fuori. La cronaca del dirottamento dello scuolabus sulla Paullese è stata piegata a fini politici.

E nulla potrà smontare la vulgata costruita ad hoc dalla sinistra per tornare a riproporci il dibattito sullo ius soli. Contrariamente a quanto sostenuto, negli scorsi giorni, sul mezzo dato alle fiamme da Ousseynou Sy, sarebbe del dodicenne Adam e non dell’amico Ramy, il 13enne finito nel vortice delle polemiche sulla concessione della cittadianza italiana, la voce della telefonata in cui avvertiva l'operatore del 112 di quanto stava succedendo (ascolta qui).

"Signore, la prego, mandi qualcuno, non è un film, questo". L'audio è diventato pubblico poco dopo il blitz dei carabinieri che ha messo fine alla follia del terrorista senegalese. Ma solo oggi, grazie a un'intervista pubblicata dal settimanale Oggi, viene fuori a chi appartiene veramente la voce. Non sarebbe, infatti, di Ramy ma di Adam. "Chiara piangeva tantissimo, non sapevamo come consolarla", racconta il ragazzino che sullo scuolabus era vicino proprio a Rami, il suo migliore amico. È stato quest'ultimo a nascondere prontamente il cellulare con cui Adam è riuscito a dare l’allarme al 112. "Avevo riconosciuto l’insegna di un ristorante di Peschiera Borromeo dove andiamo spesso a mangiare con la mamma e il papà", spiega Adam ai microfoni di Oggi, mentre palleggia col fratello Amin nel cortile di casa. All’agente Adam ha detto: "Siamo vicini alla Fabbrica dei sapori, correte". Tutto il resto, poi, è cronaca.

"Essere cittadino italiano è il suo sogno, spero che si avveri, inshallah", racconta la madre di Adam, Hasnaa Ouriad, che ora si aspetta un riconoscimento analogo a quello concesso da Matteo Salvini a Ramy. A Oggi, però, Adam ammette che ci sono altri "eroi" dimenticati dalla vulgata. C'è, per esempio, Niccolò. "Il nostro amico si era offerto come ostaggio - svela il 12enne - siamo stati tutti coraggiosi, ma Niccolò di più".

Nell'intervista Hasnaa Ouriad racconta anche quando è corsa al commissariato insieme al marito. Si è seduta in un angolo e ha pregato: "Tu che puoi tutto, salvali. Tu che puoi tutto, proteggili". "Come avrei potuto pregare solo per mio figlio? Quei bambini li conosco tutti da quando sono alti così - conclude la donna - chi non è in classe con Adam gioca a calcio con lui o viene per merenda. Pregavo per tutti".
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