Suprematismo, identitarismo/civilizzazionismo e sovranismo
Inviato: dom mar 17, 2019 2:12 pm
L'allarme dei servizi segreti francesi: "I migranti provocheranno una guerra civile"
Claudio Cartaldo - Sab, 16/07/2016 - 20:31
http://www.ilgiornale.it/news/lallarme- ... 82835.html
Patrick Calvar, il capo dei servizi segreti transalpini, ha detto chiaramente che "la Francia è sull'orlo di una guerra civile che potrebbe essere innescata dai migranti
L'immigrazione incontrollata, le violenze dei profughi che hanno sconvolto l'Europa, il difficile rapporto tra cultura occidentale e nuovi flussi migratori.
Sono questi i temi che preoccupano tutti i Paesi Ue. Alcuni più di altri. O forse, la cosa che cambia tra uno Stato e l'altro è la consapevolezza di quanto possa essere pericolosa la miccia che ci sta per esplodere in mano.
Il rischio di una guerra civile tra europei e immigrati
In Francia lo sanno. Tanto che Patrick Calvar, il capo dei servizi segreti transalpini, nei giorni scorsi ha detto chiaramente che "la Francia è sull'orlo di una guerra civile che potrebbe essere innescata dalle violenze sessuali di massa nei confronti delle donne da parte dei migranti, come successo a Colonia a Capodanno".
L'idea di fondo è che se ci dovesse essere un nuovo attacco terroristico o una nuova violenza di massa da parte dei migranti, i movimenti di destra potrebbero far scattare la "guerra cvile". I numeri del rapporto sulle violenze di Colonia fanno impressione: ben 1200 donne assalite da 2000 migranti, 600 violenze sessuali e solo 120 immigrati identificati.
"Questo confronto credo che avrà luogo - ha aggiunto Calvar davanti ad una commissione parlamentare, riportato dal DailyMail - Ci conviene quindi anticipare e bloccare tutti questi gruppi".
La situzione è esplosiova. di certo non può essere sottovalutata nemmeno l'influenza che potrebbero avere gli ultimi attentati terroristici. Intanto, anche dalle parti di Angela Merkel ora sembrano ammetterlo e il governo tedesco sta cercando di porre rimedio. Lo stesso chiedono di fare i servizi segreti francesi. L'Italia non è da meno, con una situazione migratoria al collasso e dagli scenari imprevedibili. Di certo l'ipotesi che l'Europa possa cadere in una guarra civile a causa degli immigrati fa paura.
Lo “choc multiculti” in Belgio
di Giulio Meotti
2019/03/17
https://www.ilfoglio.it/societa/2019/03 ... dXnIjC_crw
Roma. Negli anni Novanta, il dottor Alain Destexhe fu scelto come segretario generale di Medici senza frontiere al posto del “dottor Schweizer rosso”, il battagliero Rony Brauman. Destexhe divenne famoso per gli appelli sul New York Times durante il genocidio in Rwanda e per aver aiutato ad accendere l’attenzione sul diritto d’asilo. Tutto ci si poteva attendere da lui tranne che un libro dal titolo Immigration et intégration: avant qu’il ne soit trop tard… In Belgio sull’immigrazione è caduto un governo. Il premier Charles Michel ha rassegnato le dimissioni dopo che i nazionalisti fiamminghi si erano opposti alla firma del Global compact sui migranti dell’Onu. “Rispetto alla sua popolazione, il Belgio ha sperimentato uno choc migratorio più importante di Francia, Germania o Paesi Bassi”, scrive Destexhe nel libro. “In vent’anni, il Belgio ha naturalizzato da 600 a 700 mila persone, il 5-6 per cento della popolazione, per non parlare di clandestini e richiedenti asilo. L’inizio dell’onda risale al 2000, quando il Belgio ha adottato tre politiche. Un ricongiungimento familiare estremamente facile, la massiccia regolarizzazione dei clandestini e la facilitazione della procedura di naturalizzazione. L’effetto combinato di queste misure ha creato un afflusso di un milione di persone in dieci anni in un paese di dieci milioni! Uno choc che ha portato a un cambiamento nella composizione del paese, specialmente a Bruxelles, aggravando i problemi del comunitarismo, del salafismo e del separatismo culturale”. Destexhe propone diverse misure per controllare l’immigrazione, dalla revisione del processo di ricongiungimento familiare alla fine dei sussidi per le lobby filo-islamiche e dei fondi stranieri alle organizzazioni musulmane.
Grazie all’immigrazione, la popolazione belga è in costante crescita. “Immaginate che cinque-sei milioni di persone acquisiscano la nazionalità francese senza un’integrazione economica o culturale nella società, provocherebbe un putiferio. Proporzionalmente è quello che è successo in Belgio”. L’immigrazione in Belgio è stata più alta che nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania, e persino superiore a quelle negli Stati Uniti rispetto alle dimensioni. Ad Anversa, capitale delle Fiandre, la parte di popolazione immigrata ha appena superato quella allogena. Nella città di Malines, un quarto della popolazione è già oggi musulmana. Parlando con la radio belga Rtbf, lo scrittore algerino Boualem Sansal ha appena detto che “in 50 anni il Belgio potrebbe essere islamizzato. Queste non sono parole scioccanti, è quello che osservo”. E gli islamisti in Belgio non potrebbero essere più d’accordo. Il vice capo della Grande moschea di Bruxelles, Nordine Taouil, è sotto accusa per questa frase: “In 50 anni, tutta l’Europa - inshallah - sarà musulmana”. Destexhe spiega che una immigrazione non governata porta alla ghettizzazione. La metà degli alunni delle scuole elementari di Anversa è già musulmana, secondo le cifre del responsabile dell’istruzione Claude Marinower. Le cifre variano dai quartieri. A Kiel, l’83 per cento dei bambini è musulmano, ad Anversa nord il 64 per cento e a Borgerhout il 63. In una scuola di Bruxelles, il Koninklijk Atheneum Anderlecht, l’80 per cento è musulmano. “Un terzo della popolazione di Bruxelles è già musulmana”, ha indicato Olivier Servais, sociologo dell’Università cattolica di Lovanio. E’ la domanda posta, da liberale, da Destexhe. Che fare prima che sia troppo tardi?
L’islam con Erdogan lancia la sfida all’Europa delle culle vuote
di Giulio Meotti
2017/03/18
https://www.ilfoglio.it/cultura/2017/03 ... ote-125930
“Fate cinque figli, il futuro dell’Europa è vostro”. Così ha parlato il presidente turco Erdogan. Una dichiarazione di conquista demografica che fa eco a quella dell’algerino Boumedienne nel 1974 all’Onu: “Il ventre delle nostre donne ci darà la vittoria”. E l’imam Qaradawi, guru della Fratellanza islamica, ha parlato della natalità islamica come il mezzo per la “conquista non violenta dell’Europa”. Escatologia islamica, ma con notevoli fondamenta. Specie perché questi leader musulmani la coltivano nel seno di una Europa che ha smesso di fare figli. Italia, Grecia, Spagna, Germania, Portogallo e tutto l’est Europeo versano in condizioni demografiche disastrose, con appena un figlio a coppia, con l’equilibrio fra morti e nascite già compromesso da tempo e prospettive di declino demografico nei prossimi venti-trent’anni che farebbero impensierire anche l’ultimo degli edonisti.
“La religione vince sempre alla fine – non foss’altro che per motivi semplicemente e brutalmente demografici”, ha detto lo scrittore francese Michel Houellebecq. Oggi, milioni di musulmani vivono all’interno dell’Unione europea e il loro numero, stando alle ricerche più serie, arriverà presto a costituire almeno il 15 per cento della popolazione totale della Ue. In un saggio per il Washington Quarterly, Timothy M. Savage dell’Ufficio di analisi europea del Dipartimento di Stato americano ha stimato che l’Europa sarà al 20 per cento musulmana entro il 2050. Docente alla Princeton University negli Stati Uniti e uno dei più noti esperti del mondo islamico, Bernard Lewis in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt aveva dato l’allarme già nel 2004: “L’Europa sarà parte dell’Occidente arabo, del Maghreb. Questo lo desumiamo dalle migrazioni e dalla demografia. Gli europei si sposano tardi e non fanno figli o ne fanno pochi. L’immigrazione invece è forte: i turchi in Germania, gli arabi in Francia, i pakistani in Inghilterra. Si sposano presto e fanno tanti figli. Stando alle tendenze attuali, l’Europa avrà maggioranze musulmane nella popolazione, al più tardi per la fine del XXI secolo”. Il compianto Fouad Ajami, direttore del programma di studi del Medio oriente presso la Johns Hopkins University, gli rispose che l’islam in Europa non doveva essere maggioranza, gli bastava dominare grandi città e regioni, come avvenne durante la dominazione moresca della Spagna. Erdogan guarda questa povera Europe infertile che invecchia. E si compiace.
"L'Islam è un pericolo: vogliono sottometterci con le armi e con i figli"
Fausto Biloslavo - Mar, 04/10/2016
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 14051.html
Trieste L'Islam che vuole conquistare il mondo, le bandiere nere che puntano su Roma, l'immigrazione che sovverte la maggioranza, i cristiani sotto tiro pure in Occidente, nessuna alternativa alla famiglia tradizionale e Vladimir Putin «convertito» sono solo alcune risposte forti del cardinale Raymond Leo Burke nell'intervista esclusiva a il Giornale (guarda il video).
Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e membro della Congregazione delle cause dei santi, il porporato del Wisconsin, classe 1948, è lo stendardo della chiesa tradizionale. Non pronuncia mai una parola contro Papa Francesco, ma durante tutta l'intervista naviga fuori dal coro del politicamente corretto a cominciare dalla difesa a spada tratta della famiglia classica.
Nel 2016 i cristiani sono ancora perseguitati?
«In certe parti del mondo sono perseguitati e anche espulsi dalle loro terre. E accade in paesi storicamente importanti dal punto di vista religioso come l'Iraq, dove arrivò Abramo, terra dei caldei. Ma anche nei paesi del primo mondo, per esempio nel mio paese (gli Stati Uniti, nda), c'è il tentativo di negare ai cristiani il diritto di seguire la propria coscienza. E di resistere all'aborto, alla sterilizzazione o altre prassi mediche che procurano la morte (eutanasia, nda). I problemi per i cristiani non riguardano solo il Medio Oriente, ma anche l'Occidente».
La stessa Unione europea, in nome del politicamente corretto, spesso chiude gli occhi sulle minacce ai cristiani. Cosa ne pensa?
«É chiaro che i musulmani hanno come obiettivo finale conquistare il potere sul mondo. L'Islam attraverso la sharia, la loro legge, deve governare il mondo e permette atti di violenza contro gli infedeli, come i cristiani. Ma noi stentiamo a riconoscere questa realtà e a reagire difendendo la fede cristiana».
Lei sostiene che chiudiamo gli occhi?
«Sì e penso che le ragioni siano molte. In tanti non capiscono cos'è veramente l'Islam. E creano questi slogan, che crediamo tutti nello stesso Dio, che siamo tutti quanti uniti dall'amore e così via. Non è vero. Un'altra ragione è che i cristiani hanno molto trascurato una verità fondamentale: c'è un solo salvatore del mondo, Gesù Cristo. Non dobbiamo fare proselitismo imponendo la cristianità, ma se crediamo in Gesù è nostro dovere darne testimonianza. Penso che questa testimonianza non sia più molto forte anche nei paesi che un tempo venivano chiamati cristiani, come le nazioni europee».
Lei ha appena scritto un libro, «Hope for the world: to unite all things in Christ», che parla anche di Islam.
«L'Islam è una minaccia nel senso, che per il vero musulmano Allah deve governare il mondo. Cristo nel Vangelo disse date a Cesare quello che è di Cesare. Al contrario la religione islamica che si basa sulla legge del Corano punta a governare nel Paese dove si trovano i musulmani. Fino a quando sono minoranza non possono insistere, ma quando diventano maggioranza devono applicare la sharia. Oggi ci sono enclave, interi quartieri, in Europa dove vige di fatto il regime musulmano».
Si riferisce a Molenbeek, le banlieue, quartieri in Inghilterra e paesi del Nord, villaggi in Bosnia. Rappresentano dei tentativi di integrazione falliti?
«É un fallimento perché si tratta di uno Stato dentro uno Stato. Il problema è che i musulmani puntano all'espansione. Tutta la storia della presenza islamica in Europa è un tentativo di conquistarla. Abbiamo appena celebrato l'8 settembre la vittoria dei cavalieri di Malta dopo tre mesi di assedio dei musulmani nel 1565. Malta sarebbe stato il trampolino di lancio verso l'Europa».
Sui muri di Sirte, ex roccaforte delle bandiere nere in Libia, c'erano tante scritte dello Stato islamico sulla conquista di Roma.
«É un pericolo reale. L'Islam si realizza nella conquista. E qual è la conquista più importante nei confronti dei cristiani? Roma».
In Siria e Iraq i cristiani rischiano di scomparire?
«Certo. Esiste un piano per sradicarli. I paesi cosiddetti cristiani insistono sull'eguale diritto per tutte le religioni, ma in determinate nazioni musulmane non si può neppure costruire una chiesa o professare il proprio credo in pubblico».
Contro lo Stato islamico bisogna intervenire militarmente?
«Bisogna fermarlo con i giusti mezzi a nostra disposizione trattandosi di criminali della peggior specie».
Il nostro giornale ha lanciato una campagna con il sostegno dei lettori per raccontare la tragedia attuale dei cristiani. Che ne pensa?
«Apprezzo quello che il Giornale sta facendo per rendere nota la persecuzione dei cristiani. Il vero servizio dei media non è ripetere le cose che piacciono alla maggioranza, ma rincorrere la verità dei fatti. Negli Stati Uniti, ma non solo, la gente non sente mai una voce diversa, fuori dal coro».
L'immigrazione è una risorsa o un pericolo?
«Ho sentito diverse volte degli islamici che spiegavano: Quello che non siamo riusciti a fare con le armi in passato lo stiamo facendo oggi con la natalità e l'immigrazione. La popolazione sta cambiando. Se va avanti così, in paesi come l'Italia, la maggioranza sarà musulmana».
Se così fosse siamo noi troppo deboli?
«Tutto questo accade per la corruzione dell'Occidente. Non ci sono più famiglie sufficientemente numerose. In maniera supina accettiamo prassi che sono contrarie alla legge naturale come l'aborto o il cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso. É la dimostrazione che non siamo più forti nelle fede. Ed una facile preda per la conquista».
Lei è americano. Vladimir Putin, il presidente russo, ex ufficiale del Kgb, è una minaccia o l'ultimo difensore di valori tradizionali?
«Sono molto soddisfatto della sua difesa della vita e della famiglia, come Dio ha creato dall'inizio con un uomo e una donna. Non possiamo negare ad un persona come Putin la conversione. É possibile che oggi abbia capito quello che non capiva 30 anni fa (ai tempi del Kgb, nda)».
Claudio Cartaldo - Sab, 16/07/2016 - 20:31
http://www.ilgiornale.it/news/lallarme- ... 82835.html
Patrick Calvar, il capo dei servizi segreti transalpini, ha detto chiaramente che "la Francia è sull'orlo di una guerra civile che potrebbe essere innescata dai migranti
L'immigrazione incontrollata, le violenze dei profughi che hanno sconvolto l'Europa, il difficile rapporto tra cultura occidentale e nuovi flussi migratori.
Sono questi i temi che preoccupano tutti i Paesi Ue. Alcuni più di altri. O forse, la cosa che cambia tra uno Stato e l'altro è la consapevolezza di quanto possa essere pericolosa la miccia che ci sta per esplodere in mano.
Il rischio di una guerra civile tra europei e immigrati
In Francia lo sanno. Tanto che Patrick Calvar, il capo dei servizi segreti transalpini, nei giorni scorsi ha detto chiaramente che "la Francia è sull'orlo di una guerra civile che potrebbe essere innescata dalle violenze sessuali di massa nei confronti delle donne da parte dei migranti, come successo a Colonia a Capodanno".
L'idea di fondo è che se ci dovesse essere un nuovo attacco terroristico o una nuova violenza di massa da parte dei migranti, i movimenti di destra potrebbero far scattare la "guerra cvile". I numeri del rapporto sulle violenze di Colonia fanno impressione: ben 1200 donne assalite da 2000 migranti, 600 violenze sessuali e solo 120 immigrati identificati.
"Questo confronto credo che avrà luogo - ha aggiunto Calvar davanti ad una commissione parlamentare, riportato dal DailyMail - Ci conviene quindi anticipare e bloccare tutti questi gruppi".
La situzione è esplosiova. di certo non può essere sottovalutata nemmeno l'influenza che potrebbero avere gli ultimi attentati terroristici. Intanto, anche dalle parti di Angela Merkel ora sembrano ammetterlo e il governo tedesco sta cercando di porre rimedio. Lo stesso chiedono di fare i servizi segreti francesi. L'Italia non è da meno, con una situazione migratoria al collasso e dagli scenari imprevedibili. Di certo l'ipotesi che l'Europa possa cadere in una guarra civile a causa degli immigrati fa paura.
Lo “choc multiculti” in Belgio
di Giulio Meotti
2019/03/17
https://www.ilfoglio.it/societa/2019/03 ... dXnIjC_crw
Roma. Negli anni Novanta, il dottor Alain Destexhe fu scelto come segretario generale di Medici senza frontiere al posto del “dottor Schweizer rosso”, il battagliero Rony Brauman. Destexhe divenne famoso per gli appelli sul New York Times durante il genocidio in Rwanda e per aver aiutato ad accendere l’attenzione sul diritto d’asilo. Tutto ci si poteva attendere da lui tranne che un libro dal titolo Immigration et intégration: avant qu’il ne soit trop tard… In Belgio sull’immigrazione è caduto un governo. Il premier Charles Michel ha rassegnato le dimissioni dopo che i nazionalisti fiamminghi si erano opposti alla firma del Global compact sui migranti dell’Onu. “Rispetto alla sua popolazione, il Belgio ha sperimentato uno choc migratorio più importante di Francia, Germania o Paesi Bassi”, scrive Destexhe nel libro. “In vent’anni, il Belgio ha naturalizzato da 600 a 700 mila persone, il 5-6 per cento della popolazione, per non parlare di clandestini e richiedenti asilo. L’inizio dell’onda risale al 2000, quando il Belgio ha adottato tre politiche. Un ricongiungimento familiare estremamente facile, la massiccia regolarizzazione dei clandestini e la facilitazione della procedura di naturalizzazione. L’effetto combinato di queste misure ha creato un afflusso di un milione di persone in dieci anni in un paese di dieci milioni! Uno choc che ha portato a un cambiamento nella composizione del paese, specialmente a Bruxelles, aggravando i problemi del comunitarismo, del salafismo e del separatismo culturale”. Destexhe propone diverse misure per controllare l’immigrazione, dalla revisione del processo di ricongiungimento familiare alla fine dei sussidi per le lobby filo-islamiche e dei fondi stranieri alle organizzazioni musulmane.
Grazie all’immigrazione, la popolazione belga è in costante crescita. “Immaginate che cinque-sei milioni di persone acquisiscano la nazionalità francese senza un’integrazione economica o culturale nella società, provocherebbe un putiferio. Proporzionalmente è quello che è successo in Belgio”. L’immigrazione in Belgio è stata più alta che nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania, e persino superiore a quelle negli Stati Uniti rispetto alle dimensioni. Ad Anversa, capitale delle Fiandre, la parte di popolazione immigrata ha appena superato quella allogena. Nella città di Malines, un quarto della popolazione è già oggi musulmana. Parlando con la radio belga Rtbf, lo scrittore algerino Boualem Sansal ha appena detto che “in 50 anni il Belgio potrebbe essere islamizzato. Queste non sono parole scioccanti, è quello che osservo”. E gli islamisti in Belgio non potrebbero essere più d’accordo. Il vice capo della Grande moschea di Bruxelles, Nordine Taouil, è sotto accusa per questa frase: “In 50 anni, tutta l’Europa - inshallah - sarà musulmana”. Destexhe spiega che una immigrazione non governata porta alla ghettizzazione. La metà degli alunni delle scuole elementari di Anversa è già musulmana, secondo le cifre del responsabile dell’istruzione Claude Marinower. Le cifre variano dai quartieri. A Kiel, l’83 per cento dei bambini è musulmano, ad Anversa nord il 64 per cento e a Borgerhout il 63. In una scuola di Bruxelles, il Koninklijk Atheneum Anderlecht, l’80 per cento è musulmano. “Un terzo della popolazione di Bruxelles è già musulmana”, ha indicato Olivier Servais, sociologo dell’Università cattolica di Lovanio. E’ la domanda posta, da liberale, da Destexhe. Che fare prima che sia troppo tardi?
L’islam con Erdogan lancia la sfida all’Europa delle culle vuote
di Giulio Meotti
2017/03/18
https://www.ilfoglio.it/cultura/2017/03 ... ote-125930
“Fate cinque figli, il futuro dell’Europa è vostro”. Così ha parlato il presidente turco Erdogan. Una dichiarazione di conquista demografica che fa eco a quella dell’algerino Boumedienne nel 1974 all’Onu: “Il ventre delle nostre donne ci darà la vittoria”. E l’imam Qaradawi, guru della Fratellanza islamica, ha parlato della natalità islamica come il mezzo per la “conquista non violenta dell’Europa”. Escatologia islamica, ma con notevoli fondamenta. Specie perché questi leader musulmani la coltivano nel seno di una Europa che ha smesso di fare figli. Italia, Grecia, Spagna, Germania, Portogallo e tutto l’est Europeo versano in condizioni demografiche disastrose, con appena un figlio a coppia, con l’equilibrio fra morti e nascite già compromesso da tempo e prospettive di declino demografico nei prossimi venti-trent’anni che farebbero impensierire anche l’ultimo degli edonisti.
“La religione vince sempre alla fine – non foss’altro che per motivi semplicemente e brutalmente demografici”, ha detto lo scrittore francese Michel Houellebecq. Oggi, milioni di musulmani vivono all’interno dell’Unione europea e il loro numero, stando alle ricerche più serie, arriverà presto a costituire almeno il 15 per cento della popolazione totale della Ue. In un saggio per il Washington Quarterly, Timothy M. Savage dell’Ufficio di analisi europea del Dipartimento di Stato americano ha stimato che l’Europa sarà al 20 per cento musulmana entro il 2050. Docente alla Princeton University negli Stati Uniti e uno dei più noti esperti del mondo islamico, Bernard Lewis in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt aveva dato l’allarme già nel 2004: “L’Europa sarà parte dell’Occidente arabo, del Maghreb. Questo lo desumiamo dalle migrazioni e dalla demografia. Gli europei si sposano tardi e non fanno figli o ne fanno pochi. L’immigrazione invece è forte: i turchi in Germania, gli arabi in Francia, i pakistani in Inghilterra. Si sposano presto e fanno tanti figli. Stando alle tendenze attuali, l’Europa avrà maggioranze musulmane nella popolazione, al più tardi per la fine del XXI secolo”. Il compianto Fouad Ajami, direttore del programma di studi del Medio oriente presso la Johns Hopkins University, gli rispose che l’islam in Europa non doveva essere maggioranza, gli bastava dominare grandi città e regioni, come avvenne durante la dominazione moresca della Spagna. Erdogan guarda questa povera Europe infertile che invecchia. E si compiace.
"L'Islam è un pericolo: vogliono sottometterci con le armi e con i figli"
Fausto Biloslavo - Mar, 04/10/2016
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 14051.html
Trieste L'Islam che vuole conquistare il mondo, le bandiere nere che puntano su Roma, l'immigrazione che sovverte la maggioranza, i cristiani sotto tiro pure in Occidente, nessuna alternativa alla famiglia tradizionale e Vladimir Putin «convertito» sono solo alcune risposte forti del cardinale Raymond Leo Burke nell'intervista esclusiva a il Giornale (guarda il video).
Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e membro della Congregazione delle cause dei santi, il porporato del Wisconsin, classe 1948, è lo stendardo della chiesa tradizionale. Non pronuncia mai una parola contro Papa Francesco, ma durante tutta l'intervista naviga fuori dal coro del politicamente corretto a cominciare dalla difesa a spada tratta della famiglia classica.
Nel 2016 i cristiani sono ancora perseguitati?
«In certe parti del mondo sono perseguitati e anche espulsi dalle loro terre. E accade in paesi storicamente importanti dal punto di vista religioso come l'Iraq, dove arrivò Abramo, terra dei caldei. Ma anche nei paesi del primo mondo, per esempio nel mio paese (gli Stati Uniti, nda), c'è il tentativo di negare ai cristiani il diritto di seguire la propria coscienza. E di resistere all'aborto, alla sterilizzazione o altre prassi mediche che procurano la morte (eutanasia, nda). I problemi per i cristiani non riguardano solo il Medio Oriente, ma anche l'Occidente».
La stessa Unione europea, in nome del politicamente corretto, spesso chiude gli occhi sulle minacce ai cristiani. Cosa ne pensa?
«É chiaro che i musulmani hanno come obiettivo finale conquistare il potere sul mondo. L'Islam attraverso la sharia, la loro legge, deve governare il mondo e permette atti di violenza contro gli infedeli, come i cristiani. Ma noi stentiamo a riconoscere questa realtà e a reagire difendendo la fede cristiana».
Lei sostiene che chiudiamo gli occhi?
«Sì e penso che le ragioni siano molte. In tanti non capiscono cos'è veramente l'Islam. E creano questi slogan, che crediamo tutti nello stesso Dio, che siamo tutti quanti uniti dall'amore e così via. Non è vero. Un'altra ragione è che i cristiani hanno molto trascurato una verità fondamentale: c'è un solo salvatore del mondo, Gesù Cristo. Non dobbiamo fare proselitismo imponendo la cristianità, ma se crediamo in Gesù è nostro dovere darne testimonianza. Penso che questa testimonianza non sia più molto forte anche nei paesi che un tempo venivano chiamati cristiani, come le nazioni europee».
Lei ha appena scritto un libro, «Hope for the world: to unite all things in Christ», che parla anche di Islam.
«L'Islam è una minaccia nel senso, che per il vero musulmano Allah deve governare il mondo. Cristo nel Vangelo disse date a Cesare quello che è di Cesare. Al contrario la religione islamica che si basa sulla legge del Corano punta a governare nel Paese dove si trovano i musulmani. Fino a quando sono minoranza non possono insistere, ma quando diventano maggioranza devono applicare la sharia. Oggi ci sono enclave, interi quartieri, in Europa dove vige di fatto il regime musulmano».
Si riferisce a Molenbeek, le banlieue, quartieri in Inghilterra e paesi del Nord, villaggi in Bosnia. Rappresentano dei tentativi di integrazione falliti?
«É un fallimento perché si tratta di uno Stato dentro uno Stato. Il problema è che i musulmani puntano all'espansione. Tutta la storia della presenza islamica in Europa è un tentativo di conquistarla. Abbiamo appena celebrato l'8 settembre la vittoria dei cavalieri di Malta dopo tre mesi di assedio dei musulmani nel 1565. Malta sarebbe stato il trampolino di lancio verso l'Europa».
Sui muri di Sirte, ex roccaforte delle bandiere nere in Libia, c'erano tante scritte dello Stato islamico sulla conquista di Roma.
«É un pericolo reale. L'Islam si realizza nella conquista. E qual è la conquista più importante nei confronti dei cristiani? Roma».
In Siria e Iraq i cristiani rischiano di scomparire?
«Certo. Esiste un piano per sradicarli. I paesi cosiddetti cristiani insistono sull'eguale diritto per tutte le religioni, ma in determinate nazioni musulmane non si può neppure costruire una chiesa o professare il proprio credo in pubblico».
Contro lo Stato islamico bisogna intervenire militarmente?
«Bisogna fermarlo con i giusti mezzi a nostra disposizione trattandosi di criminali della peggior specie».
Il nostro giornale ha lanciato una campagna con il sostegno dei lettori per raccontare la tragedia attuale dei cristiani. Che ne pensa?
«Apprezzo quello che il Giornale sta facendo per rendere nota la persecuzione dei cristiani. Il vero servizio dei media non è ripetere le cose che piacciono alla maggioranza, ma rincorrere la verità dei fatti. Negli Stati Uniti, ma non solo, la gente non sente mai una voce diversa, fuori dal coro».
L'immigrazione è una risorsa o un pericolo?
«Ho sentito diverse volte degli islamici che spiegavano: Quello che non siamo riusciti a fare con le armi in passato lo stiamo facendo oggi con la natalità e l'immigrazione. La popolazione sta cambiando. Se va avanti così, in paesi come l'Italia, la maggioranza sarà musulmana».
Se così fosse siamo noi troppo deboli?
«Tutto questo accade per la corruzione dell'Occidente. Non ci sono più famiglie sufficientemente numerose. In maniera supina accettiamo prassi che sono contrarie alla legge naturale come l'aborto o il cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso. É la dimostrazione che non siamo più forti nelle fede. Ed una facile preda per la conquista».
Lei è americano. Vladimir Putin, il presidente russo, ex ufficiale del Kgb, è una minaccia o l'ultimo difensore di valori tradizionali?
«Sono molto soddisfatto della sua difesa della vita e della famiglia, come Dio ha creato dall'inizio con un uomo e una donna. Non possiamo negare ad un persona come Putin la conversione. É possibile che oggi abbia capito quello che non capiva 30 anni fa (ai tempi del Kgb, nda)».