Magistrati eversori processate anche me

Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:31 am

Magistrati eversori processate anche me
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Magistrati eversori processate anche me che sono uno dei milioni di mandanti del Ministro dell'Interno Salvini, non sono leghista ma dopo 20 anni di non voto il 4 marzo del 2018 ho votato Salvini.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9840908577
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:32 am

Io Alberto Pento, cittadino sovrano della Repubblica democratica italiana,


dichiaro di essere uno dei milioni di cittadini sovrani mandanti del ministro dell'Interno Salvini;
dichiaro di aver votato coscientemente e responsabilmente Salvini con il preciso e tassativo mandato politico
- di difendere i diritti umani naturali e universali, civili e politici dei cittadini italiani ed europei,
- di fermare la criminale e scriteriata invasione dei clandestini e dei nazi maomettani portatori di odio e di morte, che abusano delle leggi e delle convenzioni internazionali sul soccorso in mare, sull'asilo politico e sull'aiuto umanitario per violare i nostri confini del nostro paese e introdursi illegalmente per appropriarsi dell'assistenza pubblica e dei nostri beni civili e politici con la complicità delle ong e di altre organizzazioni sia politiche che religiose
- di vigilare e difendere i confini o frontiere dei territori della Repubblica italiana e della UE
- e di operare in tutte le sedi europee e internazionali affinché i clandestini siano essi presunti o veri rifugianti e asilanti o semplici migranti economici o approfittatori e parassiti internazionali, di tutte le età e di ogni genere non violino più la terra italiana ed europea, entrandovi di frodo e con il subdolo inganno dell'abuso criminale delle convenzioni e delle leggi internazionali sul soccorso in mare, sull'asilo politico e sull'aiuto umanitario.



Non esiste alcun diritto umano naturale, civile e giuridico a emigrare invadendo clandestinamente e illegalmente i paesi altrui;
e non esiste alcun obbligo giuridico e dovere umano morale morale naturale di accogliere e ospitare gli invasori clandestini, chiunque essi siano, indipendentemente dal diritto inalienabile di non accogliere e di non ospitare chi non si vuole, chi non è certificato, chi costituisce un pericolo o può costituire un pericolo, chi non è compatibile ideologicamente-religiosamente-politicamente incompatibile, chi è un criminale comune o religioso o politico, chi non si può accogliere e ospitare per mancanza di risorse e di lavoro.


Restiamo umani!
amiamoci, rispettiamoci, proteggiamoci, difendiamoci

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:35 am

Migranti, Salvini: «Sulla Diciotti il processo non va fatto»
Matteo Salvini, ministro dell’Interno
29 gennaio 2019

https://www.corriere.it/politica/19_gen ... M9BSmWQric


Caro direttore, la mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’attività di Ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale. Avevo detto che avrei contrastato l’immigrazione clandestina e difeso i confini nazionali. Faccio parlare i numeri. Nel 2018 ci sono stati meno morti, 23.370 sbarchi contro i 119.369 dell’anno precedente. Il trend è confermato anche dalle prime settimane del 2019. Dall’inizio dell’anno a ieri si sono registrati 155 arrivi sulle nostre coste. Nello stesso periodo di un anno fa gli sbarchi furono 3.176. Non solo. Per la prima volta dopo anni, i rimpatri (306) sono superiori agli arrivi. E ancora. Nel 2018 gli immigrati in accoglienza erano 183 mila, oggi scesi a 133 mila. Calano gli immigrati, aumentano i risparmi. Risultato: abbiamo liberato risorse significative, subito investite per un piano di assunzioni straordinario per circa 8 mila donne e uomini delle forze dell’ordine.

Detto questo, vorrei parlare della vicenda giudiziaria perché ritengo importante non siano date versioni distorte. Non intendo sottrarmi al giudizio. Il Tribunale dei ministri di Catania mi accusa di «sequestro di persona» perché avrei bloccato la procedura di sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti. Attenzione: non si tratta di un potenziale reato commesso da privato cittadino o da leader di partito. I giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco, in virtù del mio ruolo di ministro dell’Interno. In altre parole, è una decisione che non sarebbe stata possibile se non avessi rivestito il ruolo di responsabile del Viminale.

Per questa ragione sono impropri paragoni con altre vicende e trova applicazione la speciale procedura di cui all’art. 96 della Costituzione.

Voglio anche sottolineare che, ai sensi dell’articolo 9, comma terzo, della legge costituzionale n. 1/1989, il Senato nega l’autorizzazione «ove reputi, con valutazione insindacabile, che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo».

La valutazione del Senato è pertanto vincolata all’accertamento di due requisiti (ciascuno dei quali di per sé sufficiente a negare l’autorizzazione): la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o il perseguimento di un preminente interesse pubblico. Il Senato non è chiamato a giudicare se esista il cosiddetto fumus persecutionis nei miei confronti dal momento che in questa decisione non vi è nulla di personale. La Giunta prima, e l’Aula poi, sono chiamati a giudicare le azioni di un ministro. Altrettanto chiaro è che il Senato non si sostituisce all’autorità giudiziaria, bensì è chiamato esclusivamente a verificare la sussistenza di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un preminente interesse pubblico.

Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni (si veda in particolare l’articolo 10-bis d.lgs. n. 286/1998, che punisce il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato) e riconosciuto dal diritto dell’Unione europea. Basti pensare che l’articolo 79 paragrafo primo, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea afferma: «L’Unione sviluppa una politica comune dell’immigrazione intesa ad assicurare, in ogni fase, la gestione efficace dei flussi migratori, l’equo trattamento dei cittadini dei paesi terzi regolarmente soggiornanti negli Stati membri e la prevenzione e il contrasto rafforzato dell’immigrazione illegale e della tratta degli esseri umani».

In secondo luogo, ma non per questo meno importante, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018 (precedente ai fatti a me contestati), in cui si legge che «per smantellare definitivamente il modello di attività dei trafficanti e impedire in tal modo la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi. Occorre a tal fine un nuovo approccio allo sbarco di chi viene salvato in operazioni di ricerca e soccorso, basato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri». E ancora: «Nel territorio dell’Ue coloro che vengono salvati, a norma del diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria».

In conclusione, non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo.



Diciotti, la Lega fa quadrato: "In piazza per il Capitano". E scatta la raccolta firme
Claudio Cartaldo - Mer, 30/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... pSLqSQND_k

Il Carroccio lancia una petizione a sostegno del ministro dell'Interno sul caso Diciotti: "Ha difeso i confini italiani"

La Lega si schiera al fianco del suo Capitano. Fa quadrato, senza se e senza ma.

La richiesta del Tribunale dei ministri di Catania per l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno tiene banco nell'agenda politica e scuote la maggioranza. E mentre il M5S fa l'altalena tra la fedeltà all'alleato e quella ai principi del Movimento, il Carroccio scende in piazza in difesa di Matteo Salvini.

Nel fine settimana, infatti, partirà una raccolta firme in tutte le piazze italiane in solidarietà al segretario della Lega. Accusato di sequestro di persona aggravata per aver tenuto a bordo della nave Diciotti della Marina italiana 117 migranti, rischia - se condannato - fino a 15 anni di carcere. "Ha agito nell'interesse dello Stato", ripetono i leghisti. Che ora vogliono dimostrare nella pratica la loro totale fiducia nel ministro dell'Interno.

"Sostieni il capitano. Sabato e domenica in tutte le piazze vieni a firmare la petizione", si legge nel volantino di lancio dell'iniziativa. "I sottoscritti - si legge nel pamphlet - intendono esprimere la propria solidarietà e il proprio sostegno alle politiche del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che rischia da 3 a 15 anni di carcere per aver fatto il proprio dovere difendendo i confini italiani".



Diciotti, Salvini ci ripensa: "No al mio processo". Conte: "Me ne assumo la responsabilità". Di Battista: "Voteremo sì"
di LIANA MILELLA

https://www.repubblica.it/politica/2019 ... -217737072

ROMA - L'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini continua a creare tensioni nella maggioranza di governo. Soprattutto dopo la lettera firmata dal ministro dell'Interno e pubblicata sul Corriere della Sera, in cui il segretario della Lega difende il suo operato e chiede che "il processo non sia fatto".

Salvini si recherà personalmente nella Giunta delle elezioni e delle immunità per esporre la sua 'difesa' di fronte alla richiesta di processo per la vicenda della nave Diciotti, anziché limitarsi a inviare una memoria difensiva. "In giunta ci vado io", ha annunciato. La prima seduta della Giunta delle elezioni e delle immunità è fissata per domani alle 11.


Conte: "Me ne assumo la responsabilità"
Ma in serata arriva la dichiarazione del premier. "Sulla vicenda Diciotti - ha affermato Giuseppe Conte - è stata seguita la linea politica del governo, quindi "mi assumo la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto. Non sarò certo io a suggerire ai senatori cosa votare, saranno i senatori che giudicheranno la linea politica del governo". Se avesse ritenuto illegittima la linea seguita, ha aggiunto, "sarei intervenuto". La posizione del premier rende più complicata la vicenda politica: un voto a favore del processo potrebbe essere infatti interpretato come un voto contro il governo. Il cambio di linea improvviso di Salvini ha spiazzato gli alleati 5S. Ad Agorà, su Rai3, il deputato pentastellato ed ex giornalista Sky Emilio Carelli afferma: "Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate: nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi, si vota sì all'autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. Credo che Conte e Di Maio dovrebbero autodenunciarsi". Nel Movimento va riaperta la discussione? "Dobbiamo riflettere bene se votare sì o no all'autorizzazione per Salvini", conclude Carelli.

Nel salotto di 'Porta a porta' Alessandro Di Battista, ex deputato 5s, dice come la pensa. "Credo proprio che voteremo 'sì' all'autorizzazione a procedere: poi cercheremo una soluzione tutti assieme", ha detto. "A Salvini - ha aggiunto - consiglio di rinunciare all'immunità". "L'assunzione di responabilità del premier - ha commentato - è un atto importante".

Sulla vicenda è intervenuto anche il comico genovese fondatore del movimento. "Ora si dice che Salvini deve essere denunciato - ha affermato Beppe Grillo in un passaggio del suo spettacolo 'Insomnia' in corso al Teatro dal Verme di Milano - semmai il reato è di tutto il governo. Stasera dobbiamo autodenunciarci tutti perchè siamo tutti colpevoli, ma come c... fai a immaginarti un governo che si autodenuncia?".


La difesa di Salvini: "Rischio terroristi, io difendo l'Italia"
"Il Senato e gli italiani - ha detto Salvini a 'Dimartedì' su La7 - devono decidere se sto facendo qualcosa che è nell'interesse del popolo italiano o no. Ci sono segnalazioni precise che sui barconi si infiltrano spacciatori, delinquenti, terroristi. In Tunisia ci sono almeno 3 mila combattenti islamici. Ad ogni barcone che arriva in Italia illegalmente dirò di no. Se per qualche magistrato è sequestro di persona per me è difendere i confini del mio Paese". In serata, nel corso della riunione al Senato con i parlamentari della Lega, Salvini ha infine ribadito: "Ho agito da ministro".


Spaccature e fibrillazioni nel Movimento
A conferma delle fibrillazioni nel Movimento arriva anche la presa di posizione del ministro Danilo Toninelli: "Io sono come ministro dei Trasporti responsabile della navigazione, fino all'attracco. Salvini è responsabile della sicurezza sulla terra ferma. Sulla Diciotti la decisione l'abbiamo presa insieme, io, lui, il presidente del Consiglio e tutto il Governo del Parlamento. Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il Governo. Se vogliono farlo diventare un processo al Governo ci siamo tutti".

"È evidente che Salvini abbia cambiato idea o almeno il suo avvocato - afferma a Radio1 Rai il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano - Noi M5S lavoriamo con coerenza e abbiamo sempre dato l'autorizzazione a procedere", detto questo "Conte e Di Maio hanno detto chiaramente che sono dispostissimi a farsi processare insieme, credo che debbano essere parte del processo perché sono scelte collegiali di tutto governo".

La confusione nel M5s è testimoniata anche da altre prese di posizione: "Male non fare, paura non avere", scrive ad esempio su Twitter il senatore Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, lasciando aperte diverse interpretazioni sul tema o gli eventuali destinatari del messaggio. Più esplicito su Facebook è invece Luigi Gallo, presidente della commissione cultura M5s alla Camera: "Salvini deve essere processato perché la legge è uguale per tutti - scrive Gallo - . Siamo stati e saremo sempre contro i privilegi della Casta, anche quando, e a maggior ragione, quei privilegi possono essere usati dai membri del nostro stesso governo".

Lo scontro irrisolto tra le anime diverse dei Cinquestelle ha spinto il vicepremier e leader politico Luigi Di Maio a convocare questa sera, dopo il voto dell'Aula, i senatori 5s appartenenti alla Giunta delle 'immunità' del Senato.

Il Viminale anticipa la difesa in caso di processo
Ma la svolta leghista e il cambio di strategia di Matteo Salvini sul caso Diciotti hanno avuto un effetto evidente anche al di fuori della politica. Nel pomeriggio, sulle agenzie sono infatti apparse dichiarazioni e indiscrezioni su una serie di elementi 'a discarico' che dovevano finire in un eventuale processo al ministro, ma che il tribunale dei ministri ha deciso di ignorare.

Per quanto riguarda in particolare l'accusa di sequestro di persona mossa a Salvini, mentre i magistrati parlano di gravi condizioni psico-fisiche dei migranti a bordo, le fonti del Viminale sostengono che quando fu dato il via libera allo sbarco dei minori (22 agosto), molti di loro decisero di restare volontariamente a bordo per altre due ore per terminare un rito religioso in corso.

Quelli che voteranno no in giunta per le autorizzazioni
Intanto, al di fuori della maggioranza di governo, ci sono molti parlamentari dell'opposizione di centrodestra che si sono dichiarati contrari al processo a Salvini. "Noi voteremo contro l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini, così come dovrebbe fare tutto il Parlamento - dice Alberto Balboni, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Giustizia al Senato - .Capisco il Pd, che fa il suo mestiere e deve votare a favore. Mi sorprenderebbe invece se il Movimento 5 Stelle votasse a favore dell'autorizzazione perché la decisione del ministro attiene alla linea del governo: Salvini ha agito in coerenza con il contratto M5S-Lega".

in riproduzione....
"Siamo d'accordo con Salvini che oggi ritiene che l'autorizzazione a procedere debba essere negata - dice Maristella Gelmini, presidente dei senatori di Forza Italia - . Ciò che è accaduto in merito al caso Diciotti non configura alcun reato perché è evidente che il governo ha ritenuto di dover intervenire per la tutela di un interesse dello Stato. Ora che anche i grillini si pongono dubbi, anziché chiedere di essere processati con Salvini, votino no all'autorizzazione a procedere. Non li prenderemmo in giro come fa il Pd, ma daremmo loro il benvenuto nella civiltà giuridica".
Il commento di Saviano
A commentare la retromarcia di Salvini sul caso Diciotti è anche lo scrittore Roberto Saviano: "Salvini sul caso Diciotti ha infine compreso il guaio grosso in cui si è cacciato a causa del suo cinismo - scrive Saviano su Twitter - . 'Processatemi, anzi no' e così il Ministro della Mala Vita si fa scrivere dall'avvocato una lettera che indirizza al Corriere della Sera e in cui anticipa la sua difesa nel processo che il Tribunale dei Ministri vorrebbe fargli per sequestro di persona. Prima era pronto a farsi processare, poi ci ha dormito su e deve averci ripensato...

Ma c'è un dettaglio che trovo molto interessante: nella lettera, nella quale Salvini confonde la legalità con il consenso (se mi hanno votato, quello che ho promesso in campagna elettorale posso farlo, anche se violo le leggi), manca qualcosa. Ciò che manca è un riferimento, anche minimo, alla nostra Costituzione, che lui ha consapevolmente violato. Invece - come argomentazioni difensive - abbondano nella lettera i riferimenti a Trattati e Corti Europee. E chi se lo sarebbe mai aspettato da Salvini: rifugiarsi nei trattati europei, proprio lui, il sovranista più puro su piazza.

Sta di fatto che il processo inizia a fargli paura; deve essersi accorto - conclude Saviano - , il Ministro (o, più verosimilmente, devono avergli fatto notare), che è diventato troppo ingombrante, soprattutto per gli amici. Da che mondo è mondo, in politica sei necessario fino a quando - magari perché hai strafatto, perché hai tirato troppo la corda - non sei più funzionale".


Diciotti, Salvini ci ripensa e Toninelli lo difende: «Processate tutto il governo»
29 genneio 2019

https://pickline.it/2019/01/29/diciotti ... il-governo

Cambio di linea per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che sul caso Diciotti in una lettera al Corriere della Sera difende il suo operato e chiede che «il processo non sia fatto». «La mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’attività di Ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale – scrive Salvini – Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. Non mollo». Un cambio di linea improvviso che spiazza gli alleati di governo. E adesso il voto favorevole dei pentastellati nella Giunta per le autorizzazioni e le immunità di Palazzo Madama non è più così scontato.

«Io sono come ministro dei Trasporti responsabile della navigazione, fino all’attracco. Salvini è responsabile della sicurezza sulla terra ferma. Sulla Diciotti la decisione la abbiamo presa insieme, io, lui, il presidente del Consiglio e tutto il Governo del Parlamento. Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il Governo. Se vogliono farlo diventare un processo al Governo ci siamo tutti», così il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, in una intervista a Mattino Cinque.

Ad Agorà, su Rai3, il deputato cinquestelle ed ex giornalista Sky Emilio Carelli afferma: «Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate: nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi, si vota sì all’autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. Credo che Conte e Di Maio dovrebbero autodenunciarsi». Dello stesso avviso anche il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. «È evidente che Salvini abbia cambiato idea o almeno il suo avvocato – afferma a Radio1 Rai Di Stefano – Noi M5S lavoriamo con coerenza e abbiamo sempre dato l’autorizzazione a procedere. Conte e Di Maio hanno detto chiaramente che sono dispostissimi a farsi processare insieme, credo che debbano essere parte del processo perché sono scelte collegiali di tutto governo».

«Sono allineata a quello che decidiamo all’interno del Movimento, vedo però politicamente importante il messaggio che siamo tutti uniti in questa battaglia, quindi poi va valutato concretamente il quesito», dice il ministro della Salute Giulia Grillo a Sky. «Quella è stata un’azione di governo, concertata e condivisa da tutti noi ministri, quindi non ritengo Salvini l’unico responsabile di questa azione. Il messaggio deve essere chiaro: questo Governo ha un’azione corale precisa, come sta avendo in questi giorni sulla Sea Watch, per mettere fine a questa situazione ignobile per cui l’Italia deve essere giornalmente messa in difficoltà di fronte a un problema che è evidente che non riguardi solo il nostro Paese»


Fioramonti: a processo con Salvini forse anche Conte e Di Maio
29 gennaio 2019

https://stream24.ilsole24ore.com/video/ ... io/AFxBu9C

Roma, 29 gen. (askanews) - "In merito al processo a Salvini, la linea del governo è 'fluida'. Inizialmente Salvini aveva detto che guardava positivamente l'idea di un'autorizzazione al processo, si sarebbe difeso; la posizione sembra essere cambiata. Il M5s torna a dire che 'noi crediamo assolutamente nella magistratura', che 'i processi esistono perché uno si difenda di fronte alla magistratura'. Diventa complicato se poi ad ogni movimento di questo governo scatta un processo. Probabilmente ci sarà un colpo di scena in cui il governo, che ha deciso quell'intervento sulla Diciotti in maniera unitaria, prenderà la responsabilità in maniera unitaria, magari anche il presidente del Consiglio e l'altro vice-premier, con una procedura nei confronti di tutti coloro che hanno sostenuto in maniera corale l'intervento sulla Diciotti": così Lorenzo Fioramonti, viceministro all'Istruzione, intervistato a L'aria che tira su La7 da Myrta Merlino.



Ho la soluzione per il caso Salvini
di franco bechis Email: f.bechis@iltempo.it

https://tv.iltempo.it/a-fil-di-spada/20 ... ni-1106755

Se la decisione fu collettiva da parte del governo Conte, va riformulato il capo di accusa

C'è una soluzione tecnica e politica per l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Lui viene accusato dal tribunale dei ministri di sequestro di persona per avere trattenuto a bordo fra le 23 e 49 minuti del 20 agosto e il pomeriggio del 25 agosto i migranti della nave Diciotti. L'imputazione nasce dall'interrogatorio di una sfilza di funzionari a cui è stato chiesto chi diede l'ordine di non fare sbarcare nessuno. Ciascuno di loro ha indicato il diretto superiore, e l'ultimo ha specificato che l'ordine gli era stato comunicato dal ministro dell'Interno. Lì il tribunale si è fermato. Ma avrebbe potuto proseguire, perché la decisione come ammesso fu collegiale di Salvini con il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e l'intero consiglio dei ministri, per attendere la decisione degli altri paesi Ue che il 24 agosto si sarebbero riuniti accettando di accogliere pro quota quei migranti. L'imputazione dunque non è corretta, perché si individua in maniera errata l'apice della catena di comando. La giunta per le autorizzazioni del Senato dunque non dovrebbe votare la richiesta, ma procedere alla audizione di Conte, Di Maio e gli altri ministri, e poi restituire gli atti con allegati i verbali di quelle dichiarazioni al tribunale perché riformuli la sua richiesta di autorizzazione a procedere in modo corretto nei confronti dei membri del consiglio dei ministri, inviandone parte al Senato e parte alla Camera. A quel punto l'autorizzazione verrebbe concessa per tutti.


"Salvini, no al processo" Le donne di Forza Italia attaccate dal branco 5S
Anna Maria Greco - Mer, 30/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 36231.html

Carfagna: «Mai la via giudiziaria per far cadere il governo». Ma i grillini insultano

Mai la via giudiziaria per un obiettivo politico. Anche se è quello di abbattere il governo gialloverde.

Forza Italia è all'opposizione ma, fedele alla linea garantista sulla giustizia, annuncia il suo No all'autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per il caso Diciotti.

E Sestino Giacomoni, membro del Comitato di Presidenza di Fi, precisa che il partito difende l'alleato leghista come gli avversari grillini. «Se il M5S - spiega- vota Sì al processo a Salvini vuol dire che secondo loro il ministro degli Interni non ha agito per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo. I grillini non si rendono conto che il processo a Salvini è il processo al loro governo».

Gli azzurri esaltano contraddizioni e divisioni nel M5S, ma anche dopo i distinguo dalla Lega sulla vicenda Sea Watch, non attaccano l'esecutivo Conte per la politica sull'immigrazione che, ricorda Giacomoni, «era contenuta nel programma del centro destra». Invece, non fanno sconti sulla politica economica «portata avanti dai 5S, che conducendo il Paese alla recessione».

La partita che mette a rischio il governo si giocherà in Senato, nella giunta delle elezioni e delle immunità e la capogruppo di Fi, Anna Maria Bernini, sottolinea che, al contrario dei grillini, gli azzurri hanno già fatto una scelta chiara. «La difesa delle proprie frontiere da parte di uno Stato è un dovere e non un reato», dice. Tuteleremo, aggiunge, Salvini e l'esecutivo dagli «sconfinamenti di una parte della magistratura». Ma Fi vuole anche far «emergere le contraddizioni insanabili di questo governo, con i 5S che vogliono far processare Salvini». Le critiche più pesanti riguardano il reddito di cittadinanza, che la Bernini paragona agli 80 euro del Pd, sempre alla vigilia delle europee, ricordando le proteste grilline sul «voto di scambio». In una nota i senatori 5S in Commissione Lavoro l'accusano di «superficialità e bassezza».

Attacchi e ironie anche sul Blog delle Stelle: «A Pd e Fi non resta altro che fare le passerelle sulle navi». Poi il bersaglio diventa la vicepresidente azzurra della Camera, Mara Carfagna, per la dichiarazione sul caso Sea Watch, insieme a Stefania Prestigiacomo, salita sulla nave dei migranti. «Carfagna ci accusa di prendercela con i più deboli: una posizione ridicola e di facciata, come le immagini della Prestigiacomo in gommone», dicono i 5S in commissione Esteri. parlando di «meri calcoli elettorali». Poi aggiungono: «La Carfagna, se proprio vuole occuparsi dei più deboli, pensi a cambiare dall'interno la vergognosa posizione del suo partito sul reddito di cittadinanza». L'azzurra replica che Fi non rinuncerà ai suoi principi nemmeno per «far saltare un governo a trazione 5S», al contrario di quel che fecero M5S e sinistra contro Silvio Berlusconi.

Bernini, Carfagna, Prestigiacomo nel mirino dei grillini e Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Fi, risponde: «Uno vale uno, ma devono fare branco per attaccare le donne di Fi? Grande debolezza nelle loro parole. Noi andiamo avanti a testa alta senza paura». Poi invita i grillini dubbiosi a votare No all'autorizzazione a procedere. «Non li prenderemmo in giro come fa il Pd, daremmo loro il benvenuto nella civiltà giuridica».

La Tav è l'altro fronte di scontro, con Lega e M5S divisi e Salvini che annuncia per venerdì la visita al cantiere dell'alta velocità a Chiomonte. «Perché la maggioranza, se è una, fa dossier separati?», chiede Antonio De Poli (Udc). Al leghista la Gelmini chiede di «passare dalle parole ai fatti e imporre il completamento dell'opera». Per l'Udc Lorenzo Cesa, l'occasione sono le mozioni pro Tav in discussione alla Camera.



Diciotti, Salvini: "Mi aspetto il voto del M5s? No, dell'intero Senato. Apprezzo le parole di Conte ma non le ho chieste io"
30 Gennaio 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... duKhpIlN_o

Dice di aspettarsi non solo il voto del Movimento 5 stelle ma anche “dell’intero Senato”. Le parole di Giuseppe Conte? Non le ha richieste lui, anche se l’intervento gli fa piacere. Matteo Salvini interviene alla Camera per il question time ma le sue dichiarazioni non possono che essere rivolte a Palazzo Madama, dove in mattinata si è riunita per la prima volta la giunta per le Immunità. L’organo parlamentare presieduto da Maurizio Gasparri ha iniziato a esaminare la richiesta di autorizzazione a procedere arrivata dal tribunale dei ministri di Catania per Matteo Salvini. Il senatore del M5s Mario Michele Giarrusso ha anticipato che alla Giunta arriverò una nota del premier, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro dei Trasporti per dire che nel caso della Diciotti fu tutto il governo a non dare il via libera per cinque giorni allo sbarco dei 177 migranti a bordo della nave della Guardia Costiera. Un atto formale dopo le dichiarazioni di ieri del presidente del consiglio.

“Ho apprezzato le parole del premier Giuseppe Conte sull’assunzione di responsabilità da parte di tutto il governo. È un intervento che mi fa piacere”, ha detto Salvini lasciando Montecitorio. Alla domanda se sia stata una soluzione richiesta dallo stesso vicepremier, nel vertice notturno, il leader della Lega risponde: “Non l’ho richiesto io: del resto è evidente che nei miei atti non si riscontra alcun reato”.

Il ministro dell’Interno dice poi di confidare in un voto del M5s contro il processo ai suoi danni per sequestro di persona aggravato. “Ma non solo”, dice, precisando di aspettarsi un voto a suo favore da parte “dell’intero Senato, perché qui non è in discussione un reato ma il fatto che un governo possa esercitare i poteri che gli italiani gli conferiscono. Lo abbiamo fatto nell’interesse pubblico, sì o no? I senatori voteranno. Salvini lo ha fatto per preminente interesse pubblico e per la difesa nazionale? La risposta mi sembra molto chiara, semplice”, dice. “Non sono pagato per i se, i forse, i ma”, replica a chi lo incalza sul voto del M5s.

Salvini si è anche detto d’accordo con Gasparri: dopo la nota dell’esecutivo, infatti, il senatore di Forza Italiaha spiegato che l’unico interlocutore della Giunta resta il titolare del Viminale. “Gasparri ha assolutamente ragione: sono io l’interlocutore della Giunta per le autorizzazioni a procedere. Non ho ancora letto tutte le carte: ora lo farò, e mi confronterò con la Giunta”, dice il ministro. La vicenda Diciotti, tra l’altro, non ha fatto cambiare idea al ministro. “Lo rifarò, lo rifarò. Se mai arrivasse un altro barcone illegalmente in acque territoriali italiane rifarò esattamente quello che ho fatto con la Diciotti e con la Sea Watch“.

Che poi ha annunciato di voler bloccare l’accesso nelle acque italiane. “Sto lavorando a un provvedimento che limiti la possibilità di entrare nelle acque territoriali italiane, intervenendo a monte”. In che modo? Con un blocco navale? “No, applicando le norme già esistenti”, ha risposto esprimendo poi un desiderio irrituale. “Se dovessi esprimere un desiderio, ma lo faccio sottovoce rispettando le prerogative altrui, se ci fosse qualcuno interessato ad aprire un fascicolo per verificare eventuali irregolarità commesse da queste ong, sarei contento”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:37 am

Prof. Sinagra: “Difendere Salvini non è una scelta politica ma un dovere civile”
2019/01/26
Augusto Sinagra

http://www.zonacriticanews.com/2019/01/ ... lMTAd61SEU

Ho letto a fatica le fitte 50 pagine di motivazione della relazione del Tribunale di Catania (Sezione “reati ministeriali”) inviata al Senato della Repubblica per ottenere l’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona relativamente al noto caso della Nave “Diciotti”. Le ho lette con fatica per il crescente sdegno e disappunto.

I tre giudici tutti (casualmente) iscritti a “Magistratura Democratica” (notoriamente un vero e proprio movimento politico), si producono in una lunga dissertazione di norme di diritto internazionale generale e convenzionale che manifesta chiaramente l’uso strumentale delle norme stesse sul piano interpretativo.
Come anche l’intendimento strumentale dei dati di fatto della vicenda.
Omettendo commenti puntuali alle molto singolari considerazioni dei tre giudici, questi in buona sostanza si arrogano poteri di valutazione e di decisione politica spettanti esclusivamente all’Autorità, appunto, politica. Cioè spettanti esclusivamente al Ministro dell’Interno Matteo Salvini. E ciò fanno allo scopo di escludere, tra l’altro, l’esimente dell’art. 51 c.p. nonostante la legge n. 121 del 1982 indichi il Ministro dell’Interno come “responsabile della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica ed è l’autorità nazionale di pubblica sicurezza. Coordina i compiti e le attività delle forze di polizia esercitando la funzione di direzione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica”.

Questo significa che pur di arrivare a formulare l’accusa i tre giudici pretendono di privare il Ministro del suo potere di esercizio di un diritto o adempimento di un dovere!!!
Ma quel che è peggio è che, come detto, i tre giudici pretendono di valutare loro le esigenze di ordine pubblico e di pubblica sicurezza, oltre che di valutare loro se i contatti in sede europea svoltisi nei giorni dal 20 al 25 agosto 2018 (durata del preteso sequestro), per trovare una soluzione condivisa, giustificassero o meno la decisione politica del Ministro.

Qui siamo alla usurpazione dei poteri, allo stravolgimento dello Stato di diritto, alla negazione dei diritti e delle libertà, oltre che della autorità dello Stato nella sua configurazione di ripartizione dei poteri.
Montesquieu si rivolta nella tomba per lo sdegno.

La “relazione” al Senato dei tre giudici che prima qualifica abusivamente i soggetti interessati come “migranti” e poi pudicamente come “stranieri non regolari” o “immigrati irregolari”, conferma un dato dell’esperienza e che cioè i provvedimenti giurisdizionali possono essere motivati in un modo o in un altro in vista di una preconcetta convinzione o preordinato convincimento. Per la mia pregressa esperienza di PM e di giudice posso darne attestazione.

In buona misura, secondo i tre giudici di Catania chiunque si diriga via mare verso la costa italiana ha diritto ad un “place of safety” (POS) e il Ministro dell’Interno ha l’obbligo di indicarlo subito. E chiunque, pur privo di documenti e non identificato, ha diritto ad entrare nel territorio dello Stato.
Signori, è l’invasione legalizzata, consentita e voluta. È la negazione della sovranità e indipendenza dello Stato. È l’abolizione delle frontiere!
Già c’era il precedente dell’eccentrico Capo di Stato Maggiore Generale della Difesa Ezio Vecciarelli che annunciava la sostanziale inesistenza dei confini dello Stato.
Dunque, la politica in materia di immigrazione ora la fanno i giudici!!!

Troppo vi sarebbe da dire in punto di diritto (come, per esempio, il fatto che la Convenzione sul diritto del mare di Montego Bay non intacchi il potere dello Stato costiero di consentire o meno l’ingresso a soggetti stranieri, ancor più se privi di documenti di identificazione e dunque irregolari), come ha osservato il giovane e bravo Collega Prof. Daniele Trabucco.
Le Navi della nostra Guardia Costiera, dunque, non solo hanno l’obbligo di “salvare” in qualunque zona marittima naufraghi finti o naufraghi veri (e per questi ultimi certamente l’obbligo di salvataggio non conosce né se, né ma, né dove e né quando, ma anzi subito), ma avrebbero anche l’obbligo di portare in Italia tutti e chiunque!!! E solo in Italia! Ma anche al riguardo ebbe ad esprimersi il Comandante della Guardia Costiera italiana.

L’obiettivo è “colpire” il Ministro Matteo Salvini in quanto ostacolo a un preordinato progetto di disintegrazione dello Stato e di sconvolgimento della comunità civile.
Tutto ciò nonostante il Procuratore Capo di Catania Carmelo Zuccaro avesse correttamente richiesto l’archiviazione del procedimento. E non risulta che il Dottor Carmelo Zuccaro, che già ha una grande esperienza in materia, sia meno “bravo” o meno “perspicace” dei tre giudici autori di questo capolavoro di politica migratoria.

La parola adesso è al Senato della Repubblica che sicuramente negherà l’autorizzazione a procedere ma questa certezza non ci esime dal dovere di testimoniare apprezzamento e condivisione nei confronti del Ministro Matteo Salvini, ma anche difesa.
Perché questo è il dovere dei veri cittadini italiani: difendere in tutti i modi il Ministro dell’Interno Matteo Salvini.”

*AUGUSTO SINAGRA – Nato a Catania il 18 agosto 1941, si è laureato in Giurisprudenza a Palermo nel 1962. È stato Magistrato dal 1965 al 1980, lasciando la Magistratura con la qualifica di Consigliere di Corte di Appello. Dal 1971 al 1980 è stato Consigliere giuridico presso il Servizio del Contenzioso Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri italiano, partecipando a numerose Conferenze e riunioni internazionali in Italia e all’estero. Nel 1967–1968 è stato Ufficiale dell’Aviazione Militare italiana. Dal 1980 è professore ordinario di Diritto internazionale.
Vive a Roma e svolge attività di avvocato. In precedenza ha insegnato nelle Università di Roma, Trieste, Genova, Chieti, Palermo e Roma Tre.
È stato docente stabile presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre che docente in numerose università straniere in Europa, Medio Oriente e America del Sud.
È rappresentante permanente in Italia della Repubblica Turca di Cipro del Nord. È autore di monografie su diritto e organizzazione internazionale, oltre che di numerosi saggi e articoli apparsi su riviste italiane e straniere. È direttore della Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale, quadrimestrale di diritto e relazioni internazionali”. imolaoggi.it



Diciotti, l'ex pm smonta le accuse a Salvini "Usurpazione dei poteri"
Claudio Cartaldo - Sab, 02/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 38369.html

Il professor Augusto Sinagra: "L’obiettivo vero è 'colpire' il Ministro Matteo Salvini in quanto ostacolo a un preordinato progetto di disintegrazione dello Stato"

"Le ho lette con fatica per il crescente sdegno e disappunto". Con queste parole Augusto Sinagra, professore ordinario di diritto internazionale e di diritto dell’Unione Europea presso l’università “Sapienza” di Roma, fa a pezzi il ragionamento dei giudici del Tribunale dei Ministri che ha avanzato la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini.

Il "caso Diciotti" e le sue implicazioni politiche e legali continuano a tenere banco. E ora coinvolgono anche giurisiti che considerano una "follia" le ipotesi delle toghe.

"Omettendo commenti puntuali alle molto singolari considerazioni dei tre giudici - scrive il direttore della Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale - questi in buona sostanza si arrogano poteri di valutazione e di decisione politica spettanti esclusivamente all’Autorità - appunto - 'politica'. Cioè spettanti esclusivamente al Ministro dell’Interno Matteo Salvini".

Il ministro dell'Interno è ora accusato di sequestro di persona aggravato per aver impedito ai migranti di scendere dalla nave della Marina italiana nel porto di Catania. Secondo Sinagra, però i tre giudici, escludono "l’esimente dell’art. 51 c.p., nonostante la legge n. 121 del 1982” indica “il Ministro dell’Interno come 'responsabile della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica ed è l’autorità nazionale di pubblica sicurezza. Coordina i compiti e le attività delle forze di polizia esercitando la funzione di direzione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica'". Una decisione che, dice il professore, è fatta "pur di arrivare a formulare l’accusa" privando "il Ministro del suo potere di esercizio di un diritto o di adempimento di un dovere".

"Qui siamo ad una vera 'usurpazione dei poteri' - dice Sinagra nella sua lettera a Dagospia - allo stravolgimento dello Stato di diritto, alla negazione dei diritti e delle libertà oltre che dell'Autorità dello Stato nella sua configurazione di ripartizione dei poteri". "La 'relazione' al Senato dei tre giudici - aggiunge - che prima qualifica abusivamente i soggetti interessati come 'migranti', e poi pudicamente come 'stranieri non regolari' o 'immigrati irregolari', conferma un dato dell’esperienza, e cioè che i provvedimenti giurisdizionali possono essere motivati in un modo o in un altro in vista di una preconcetta convinzione o preordinato convincimento. Per la mia pregressa esperienza di PM e di giudice posso darne attestazione".

Per Sinagra i giudici di Catania starebbero consentendo "l'invasione legalizzata", negando "la sovranità e l'indipendenza dello Stato" grazie alla "abolizione delle frontiere". "In buona misura - scrive - secondo i tre giudici di Catania, chiunque si diriga via mare verso la costa italiana ha diritto ad un “place of safety” (POS), e il Ministro dell’Interno ha l’obbligo di indicarlo subito. E chiunque, pur privo di documenti e non identificato, ha diritto ad entrare nel territorio dello Stato".

Secondo Sinagra "l’obiettivo vero è 'colpire' il Ministro Matteo Salvini in quanto ostacolo a un preordinato progetto di disintegrazione dello Stato e di sconvolgimento della comunità civile". Per questo è un "dovere" testimoniare "apprezzamento e condivisione nei confronti del Ministro Matteo Salvini, ma anche di una sua difesa, perché questo dovrebbe essere il dovere dei cittadini italiani veri".





FAITES VOS JEUX
Niram Ferretti
30 gennaio 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

OK, vogliono processare Il Truce (copyright il Foglio).
Lo vogliono tre giudici di Magistratura Democratica, la corrente di sinistra della magistratura italiana che custodisce per tutti noi i valori della Resistenza e della Costituzione Repubblicana. Lo vogliono processare perchè avrebbe commesso un reato non permettendo ai migranti della Diciotti di sbarcare.

Se, e dico se, si fosse trattato di Berlusconi, Giuliano Ferrara avrebbe scritto editoriali di fuoco contro il giustizialismo imperante nei confronti dell'Amor suo, oggi invece da bravo Andrey Vyshinsky alla carbonara, chiede la forca per Salvini.

Ah che meraviglia questi ex comunisti, poi forzaitalioti, e prima craxiani, che si sono sgolati in difesa dei Cesare Previti ma nel loro odio demente arrivano tutto sommato a preferire Cesare Battisti al Ministro dell'Interno. Lasciamo perdere questo caso umano e volgiamoci invece al solito canovaccio.

Viene eletto un uomo di destra e subito si muove la macchina giudiziaria per stritolarlo. Negli Stati Uniti con Trump, in Israele con Netanyahu, in Italia con Salvini. No, in Ungheria con Viktor Orbán non possono perchè Orbán glielo impedirebbe. Possono dove hanno l'agio di poterlo fare, e perbacco!, meno male che la democrazia c'è, consente anche a chi ha di essa un'idea diciamo un po' a senso unico, di tentare di sovvertirla. Ovviamente, in nome di valori alti e nobili, di decoro. Che bella cosa che è il decoro, soprattutto qaundo a incarnarlo è Roberto Saviano.

Sono i discendenti dei Tribunali di Salute Pubblica, i custodi della Virtù, perchè il popolo non può decidere di par suo da chi vuole essere guidato, lo devono decidere loro, che sanno sempre cosa è meglio per la ggente.

Peccato che questa volta gli andrà storto. Vogliamo aprire le scommesse?




Caso Diciotti, Giulia Bongiorno: "Salvini? Non rischia nulla"
Franco Grilli - Ven, 01/02/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 37900.html

Il ministro della Pubblica Amministrazione ha commentato la richiesta a procedere per il vicepremier avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania

"Nel caso della nave Diciotti il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, non rischia nulla".

Giulia Bongiorno ne è più che sicura. Il ministro della Pubblica amministrazione è stata ospite di Tagadà, su La7, e nel corso del suo intervento in trasmissione ha così commentato la richiesta a procedere per il vicepremier avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania.

"Salvini non rischia nulla, perché credo che sia innegabile che le sue decisioni sono state prese nell'interesse pubblico. Lui non ha cambiato idea, ma adesso quello che bisogna stabilire è solo se le sue azioni sono state fatte per un interesse pubblico o meno. La lotta all'immigrazione clandestina, secondo me, è interesse pubblico", ha ribadito l'avvocato Bongiorno.

Il ministro, dunque, ha aggiunto: "Io e Salvini parliamo quotidianamente. E credo che avendo alle mie spalle venticinque anni di avvocatura sia assolutamente naturale approfondire una serie di profili giuridici quando se ne ha l'occasione: nel caso Diciotti, in occasione di provvedimenti del governo, in occasione di provvedimenti sulla giustizia. La lettera al Corriere della Sera di qualche giorno fa è di Salvini, ogni parola è sua. Io ho dato solo un supporto tecnico".

Infine, Giulia Bongiorno ha parlato anche della "sua" pubblica amministrazione: "Per far sì che in Italia la pubblica amministrazione faccia un passo avanti - per eliminare la carta, per eliminare le file, per eliminare la burocrazia - deve partire la digitalizzazione. Tutti i Paesi hanno fatto il salto di qualità soltanto quando si è avuta la trasformazione digitale". E ha così chiosato: "Negli ultimi anni hanno sbagliato tutti coloro che hanno detto che la digitalizzazione si sarebbe fatta nel giro di un mese. La mia circolare invita le pubbliche amministrazioni a indicarmi i responsabili per la transizione digitale, quando sono arrivata io non c'era niente. Siamo all'anno zero, in Gran Bretagna ci hanno messo dieci anni, da noi serviranno alcuni anni. Ma è importante parlarne, avviare i processi, e sollecitarli".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:39 am

Se vi è qualcuno che dovrebbe essere denunciato, perseguito, processato e condannato sono i magistrati eversori della sovranità popolare e dell'ordine democratico e chi promuove e favorisce l'invasione dei clandestini privando delle scarse risorse pubbliche i cittadini italiani e mettendo a rischio la loro sicurezza, il loro benessere, il loro diritti umani e civili, la loro sovranità politica.



Prof. Sinagra: “Difendere Salvini non è una scelta politica ma un dovere civile”
2019/01/26
Augusto Sinagra

http://www.zonacriticanews.com/2019/01/ ... lMTAd61SEU

Ho letto a fatica le fitte 50 pagine di motivazione della relazione del Tribunale di Catania (Sezione “reati ministeriali”) inviata al Senato della Repubblica per ottenere l’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona relativamente al noto caso della Nave “Diciotti”. Le ho lette con fatica per il crescente sdegno e disappunto.

I tre giudici tutti (casualmente) iscritti a “Magistratura Democratica” (notoriamente un vero e proprio movimento politico), si producono in una lunga dissertazione di norme di diritto internazionale generale e convenzionale che manifesta chiaramente l’uso strumentale delle norme stesse sul piano interpretativo.
Come anche l’intendimento strumentale dei dati di fatto della vicenda.



Quei giudici più pericolosi degli immigrati (sarebbe però meglio dire clandestini e nazi maomettani)
Alessandro Sallusti - Mer, 30/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 36225.html

C'è un pericolo maggiore dell'immigrazione fuori controllo. È quello della giustizia fuori controllo, male antico e purtroppo persistente.

Prova ne è che ieri Magistratura democratica corrente di sinistra delle toghe italiane ha annunciato di aderire all'iniziativa «Noi non siamo pesci», l'ultima trovata, direi carnevalata, di politici e intellettuali di sinistra per contestare nelle piazze Matteo Salvini e le sue politiche su immigrazione e sicurezza. La cosa più inquietante è che i magistrati che stanno inquisendo il ministro dell'Interno per i fatti della Diciotti fanno parte proprio di quella corrente. L'adesione rappresenta quindi un pregiudizio politico inconciliabile con l'indipendenza, fattuale e ideologica, che un buon magistrato dovrebbe avere nei confronti dei fatti sui quali indaga o giudica.

Magistratura democratica ha fatto suo uno dei motti attribuiti a Palmiro Togliatti, storico leader del Partito comunista e primo ministro della Giustizia della Repubblica: la giustizia sosteneva il Migliore si interpreta per gli amici e si applica ai nemici. Di questo, cioè di fare politica attraverso i codici. Gli aderenti a questa corrente non hanno mai fatto mistero. Anzi, lo hanno teorizzato pubblicamente e messo per scritto nelle relazioni conclusive dei loro congressi nelle quali hanno sostenuto la necessità di usare la giustizia per correggere in senso proletario e socialista le derive borghesi della politica e del potere legislativo.

Parliamo delle famose «toghe rosse», che puntualmente scendono in campo quando a loro avviso la sinistra politica appare incapace di contrastare le destre. Per vent'anni e passa hanno fatto opposizione a Silvio Berlusconi buttandogli addosso accuse di ogni genere e grado ed eccoli ora, puntuali come un orologio svizzero, a occuparsi del caso Salvini.

Tutto insomma, dentro e fuori le carte della procura (che oggi pubblichiamo), lascia pensare che si voglia celebrare per l'ennesima volta un processo politico che anche se non porterà da nessuna parte mina la tenuta del governo e la credibilità dell'Italia sul piano internazionale. Con buona pace dei grillini che su questi magistrati e sulle loro deliranti tesi hanno costruito buona parte della loro fortuna.




Diciotti, Mughini: "Deve essere processato l'intero governo…"
Franco Grilli - Mer, 30/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 36498.html

Lo scrittore dica la sua sull'autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri di Catania contro Salvini. E su Renzi: "È una risorsa"

"Andrebbe processato tutto il governo, non solo Salvini.

È stata la decisione di tutto l’esecutivo. Salvini ha capito che la cosa è seria e non vuole fare il capro espiatorio. Per questo rivendica che la decisione di far girovagare la Diciotti l'hanno presa tutti assieme". Giampiero Mughini si inserisce così nella querelle giudiziaria tra il ministro dell'Interno e il Tribunale dei ministri di Catania, che ha chiesto l'autorizzazione a procedere proprio contro il leader della Lega per il caso della nave Diciotti.

Lo scrittore, ai microfoni di Rai Radio 2, ospite de I Lunatici, ha aggiunto. "Ammetto che quella decisione aveva un carattere di provocatorietà forse legittimato dal fatto che noi italiani eravamo stati gli allocchi del Mediterraneo. In quel momento capivo che la provocatorietà aveva le sue ragioni".

Dunque, Mughini è entrato nel merito anche del caso dei 47 migranti a largo di Lampedusa a bordo della Sea Watch 3: "Non è più un caso politico, ma un estremo caso di involgarimento. È pazzesco che l'Italia tenga lì sul mare quaranta persone tra cui donne e bambini perché per la propaganda politica di una fazione è bene tenere sul mare donne, bambini, persone. Non ha più nulla a che vedere con la politica questo. È delinquenza".

E in materia di immigrazione ha appunto picchiato forte contro la linea dura di Salvini: "La presenza dei migranti in Italia è in una misura irrisoria. In Italia su dieci italiani c'è uno straniero, non esiste nessuna invasione. Bisogna ragionare, non fare slogan propagandistici adatti alla Taverna".

Infine, il Giampiero Mughini pensiero ha toccato anche il Partito Democratico e Matteo Renzi: "Il Pd fa di tutto per apparire al peggio. Non sono d'accordo neppure sull'aria che respirano, c'è un gruppo di pretendenti alla leadership che si combatte l'un l'altro. Il nome di Renzi sembra essere diventato impronunciabile e non capisco perché, io lo ritengo una risorsa per la democrazia italiana".


Giusto processare Salvini? Ecco come la pensano gli italiani
31 Gen. 2019

https://www.tpi.it/2019/01/31/ultimi-so ... 2gm2jAz9KE

Ultimi sondaggi politici oggi – Sul caso Diciotti la maggioranza degli italiani sta dalla parte del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Questo, almeno, è quanto rivelano almeno due sondaggi politici diffusi in questi giorni [qui tutti gli ultimi sondaggi].
Secondo una rilevazione condotta dall’istituto Eumetra, alla domanda “i magistrati vogliono far fuori Salvini?”, il 50 per cento degli intervistati ha risposto “sì”, il 31 per cento “no” e il 19 per cento “non so”.
L’indagine è stata svolta il 27 gennaio e presentata durante il programma Quarta Repubblica, su Rete Quattro.
Il consenso nei confronti di Salvini sul caso Diciotti è stato confermato da un altro sondaggio, condotto da Emg Acqua e reso noto nel corso del programma tv Agorà, in onda su RaiTre.
Secondo questo sondaggio, il 57 per cento degli italiani ritiene che il Senato dovrebbe negare l’autorizzazione a procedere contro Salvini, accusato di sequestro di persona per aver tenuto bloccati a bordo della Diciotti 177 migranti per cinque giorni.
Di contro, solo il 38 per cento pensa che il vicepremier leghista andrebbe processato.
Si schierano contro l’autorizzazione a procedere il 97 per cento degli elettori della Lega e il 66 per cento dei sostenitori del Movimento Cinque Stelle, mentre il 60 per cento degli elettori del Partito democratico ritiene che il leader leghista andrebbe processato.





Io, ex toga Md vi racconto come i giudici di sinistra sono diventati un partito
Sergio d'Angelo - Mer, 27/11/2013

http://www.ilgiornale.it/news/interni/i ... eZtxyr8KyI

Negli anni Settanta i movimenti eversivi rossi trovarono un appoggio nella magistratura. Così i pm avrebbero fatto la guerra alla borghesia

La magistratura non è più un ordine costituzionalmente riconosciuto, bensì un disordine legato soltanto dalla velleitaria individuazione di quello che appare di volta in volta il nemico comune da combattere.

Magistratura democratica nacque nel 1964, coagulando intorno a sé magistrati genericamente «di sinistra» o «progressisti»: i suoi aderenti erano particolarmente motivati dall'affermazione della piena autonomia ed indipendenza dell'ordine giudiziario rispetto al potere politico ed alla struttura gerarchica dei giudici. Il 30 novembre 1969, tuttavia, la formazione si spaccò: ne uscirono tutte le componenti moderate, accusando la frazione di sinistra di essere troppo sbilanciata a favore dei nuovi movimenti operai e studenteschi sorti nel '68. L'occasione della rottura fu rappresentata dal «caso Tolin». Francesco Tolin era direttore del periodico Potere Operaio, che il 30 ottobre 69 pubblicò un articolo dal titolo Sì alla violenza operaia, che portò successivamente alla condanna del direttore a 17 mesi di carcere senza condizionale. Una parte di Md si schierò in difesa dell'articolo contro i reati di opinione, e successivamente criticò con toni molto duri la sentenza di condanna: atteggiamenti che non furono tollerati dalla parte moderata di quel raggruppamento, che diede successivamente vita alla corrente «Impegno Costituzionale».

Questi ultimi, dunque, rimasero fermamente ancorati alle regole dello Stato di diritto, pur rivendicando ai giudici il potere-dovere di applicare integralmente i dettami della Carta Costituzionale, e la piena autonomia ed indipendenza dell'ordine giudiziario rispetto al potere politico, senza mai uscire dai canoni tradizionali della legge: certezza del diritto, generalità ed astrattezza della norma da applicare al caso concreto. Solo in Italia i movimenti eversivi di estrema sinistra trovarono un appoggio nella più conservatrice delle corporazioni: la magistratura. Fu un caso? Certamente no, e in seguito se ne spiegheranno le ragioni. Alla neonata Md era necessario fornire un background politico che le garantisse una forte connotazione di sinistra (anzi, di estrema sinistra): per questo non c'erano eccessivi problemi, in quanto la maggior parte delle teste pensanti di quel gruppo si erano formate - negli anni '67/74 - nei grandi calderoni politico-ideologici che erano in quel periodo le Università, e trovavano un forte supporto nei movimenti antagonisti emergenti. Fu Luigi Ferrajoli, mente finissima e giurista eccellente, poi uscito dalla magistratura per abbracciare la carriera accademica) il cuore pulsante dell'elaborazione politica della nuova Md, che vedeva nei gruppuscoli extraparlamentari di sinistra i portatori del «sol dell'avvenire», i quali avrebbero inevitabilmente abbattuto lo Stato borghese e le sue disuguaglianze di classe. Con il documento Per una strategia politica di Magistratura Democratica Ferrajoli - insieme a Senese ed Accattatis - presentò una relazione al congresso della nuova Md tenutosi a Roma il 3 dicembre 1971, in cui la piattaforma politica del raggruppamento definiva la «giustizia borghese come giustizia di classe» e la stessa Md «come componente del movimento di classe», che avrebbe dovuto far ricorso alle «contraddizioni interne dell'ordinamento: la giurisprudenza alternativa consiste nell'applicare fino alle loro estreme conseguenze i principi eversivi dell'apparato normativo borghese».

Il giurista Tarello, nella sua relazione, concludeva l'intervento in termini estremamente preoccupati, affermando che «...questo tipo di analisi politica porta a favorire non una vera indipendenza ma piuttosto una dipendenza e un controllo della magistratura». Nessuno, allora e per molti anni a venire, colse appieno il pericolo (e il segnale) che poteva derivare dalle teorizzazioni di Ferrajoli e del gruppo toscano, e dalla critica aspra di Tarello: nessuno, tranne i membri di Md più vicini al Pci e - molto tempo dopo - i massimi dirigenti di questo partito. Una risposta alla strategia politica messa in campo dai giudici di estrema sinistra fu data da Domenico Pulitanò - giudice di Milano notoriamente legato all'epoca al Pci: «La prassi dei magistrati democratici si pone e vuole porsi come alternativa non già ai valori democratico-borghesi (il che rischierebbe di portarci oltre la legalità) ma alle loro deformazioni autoritarie nella giurisprudenza corrente. Si può definire un “uso alternativo del diritto”? Il problema è solo terminologico... L'uso alternativo del diritto, là dove praticabile, è per noi un problema politico prima che teorico, e la discussione metodologica non deve far perdere di vista il fine politico». Non servono parole ulteriori per chiarire quale differenza abissale di prospettive vi fosse tra l'estrema sinistra e la sinistra moderata di Md: l'uso alternativo del diritto, infatti, non era per nulla un «problema terminologico». Intorno ad esso si giocava una scelta di campo di dimensioni storiche, perché, a memoria, per la prima volta una parte consistente (e soprattutto ben attrezzata culturalmente) della burocrazia statale si schierava nella lotta di classe, sentendosene pienamente partecipe. Dopo di allora, la frazione filo-Pci di Md praticò una sorta di entrismo: né aderire né sabotare, ma restare in attesa, secondo il vecchio principio leninista pas d'ennemi à gauche («Neanche un nemico a sinistra») nella sua accezione meno truculenta e stalinista. La magistratura milanese - dove pure la frazione di estrema sinistra di Md era la più forte d'Italia - si adeguò pienamente a questa tattica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:40 am

Le false accuse contro Salvini sono analoghe alle false accuse dei nazisti maomettani pakistani contro la cristiana Asia Bibi.


Asia Bibi la cristiana pachistana assolta dopo 10 anni di prigione
viewtopic.php?f=196&t=2807

Diciotti, quel sospetto degli italiani: "I magistrati vogliono far fuori Salvini"
Giuseppe D. Vernaleone - Gio, 31/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 37031.html

Il 31% degli italiani dice che i giudici non stanno agendo politicamente contro il ministro

Un vero braccio di ferro che, se aiuterà i Cinque Stelle a proposito del dato economico dell’Istat a spostare l’attenzione dalla crisi dell’attività del dicastero di Di Maio, consolida la popolarità dell’antagonista del Viminale.

Si perché il dualismo è tra i due in quanto rappresentativi dei due partiti che sostengono Conte. Un premier che cautamente si affida ai senatori, a proposito dell’autorizzazione a procede per Salvini, e resta nel mezzo della polemica anche per tastare gli umori dell’elettorato. Difatti non si parla di altro rispetto alla condotta che potrebbe avere il movimento grillino ed in riferimento al dietrofront dello stesso leader della Lega sul si e poi sul no, a procedere nei suoi confronti, perché interprete di un interesse pubblico e, quindi, di Stato a proposito della vicenda Diciotti. A dar man forte a questo, ed allo stesso cauto Primo Ministro, un sondaggio di Eurometra Mr srl.

La domanda esplicita: Nei giorni scorsi alcuni magistrati hanno messo sotto accusa il Ministro all'Interno, Matteo Salvini, per la vicenda collegata agli immigrati sulla nave Diciotti, trattenuti per cinque giorni sull’imbarcazione su indicazione del Ministro. Salvini potrebbe essere processato. Secondo alcuni commentatori dietro questa accusa c'è la volontà, da parte dei magistrati, di "farlo fuori" politicamente, secondo altri questa intenzione non c'è e si tratta di una normale inchiesta giudiziaria. Secondo Lei i magistrati vogliono "far fuori" Salvini? Secondo il campione del sondaggio non ci sarebbero dubbi. Per il 50% c’è una netta volontà di eliminarlo dalla scena politica utilizzando le decisioni che, sin dal primo momento, ha assunto a proposito di immigrazione. Non sa come rispondere, o non si esprime, il 19% e solo per il 31% degli italiani sarebbe, quella dei magistrati, una regolare azione giudiziaria come per ogni comune cittadino. Un dato netto in favore del responsabile del dicastero che lo rafforza a proposito della possibile spaccatura con gli alleati ed in vista del voto al senato. Salvini tira dritto per convinzione ma, probabilmente, anche perché a conoscenza di sondaggi che danno lui ragione a proposito di immigrazione e sicurezza.



Un prete demente ademocratico e nazi cristiano

Padre Zanotelli attacca: "Salvini va processato". E il ministro risponde così
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 37580.html

Luisa De Montis - Ven, 01/02/2019

Salvini: "Ma, mi chiedo, un uomo di chiesa può essere sempre così pieno di risentimento e di odio?"
"Dopo avermi definito razzista, genio malefico, criminale (e altri complimenti che al momento mi sfuggono), questo prete sostiene che dovrebbero processarmi non solo per la Diciotti ma anche per la Sea Watch.
Olè!". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Facebook postando una foto dove compare padre Alex Zanotelli insieme a un virgolettato attribuito al missionario pacifista: "Salvini va processato anche per la Sea Watch". E nel post scriptum, il vicepremier aggiunge: "Ma, mi chiedo, un uomo di chiesa può essere sempre così pieno di risentimento e di odio?".
Ieri, in una intervista a LaPresse, padre Zanotelli, 80enne missionario comboniano impegnato in Africa e in Italia, ha dichiarato: "Saremo giudicati come i nazisti davanti ai tribunali internazionali per crimini contro l'umanità".
E ancora: "Come per la Diciotti, è assurdo aver avuto 47 persone al largo in mare per oltre dieci giorni. Spero che Salvini vada a processo. È assurdo che un ministro e vicepremier sia sopra le leggi. Giocare sulla vita della povera gente per ottenere risposte dall'Europa è immorale.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:41 am

Quando il centro sinistra nel 1997 chiuse i porti, fece il blocco navale e una motovedetetta italiana speronò una nave albanese provocando decine di morti e la magistratura non intervenne contro il governo e il suo ministro degli interni Napolitano.

L'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi così dichiarò:

In una puntata della trasmissione televisiva Ballarò del 2013, viene riportata una dichiarazione di Romano Prodi, all'epoca dei fatti Presidente del Consiglio: "La sorveglianza dell'immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire".



Quando la sinistra (il centro sinistra) chiuse i porti (e Repubblica batteva le mani)
Giuseppe De Lorenzo - Mar, 12/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... qOMFNk6K10

Oggi la sinistra attacca Salvini. Ma nel 1997 mise in campo un blocco navale ben più rigido di quello odierno. E Repubblica plaudeva alla linea dura contro gli "immigrati non in regola"

Il tempo non cura solo le ferite, annebbia pure la memoria. Lo sanno, o dovrebbero saperlo, dalle parti della sinistra italiana (sia essa politica o dei media). Oggi Veltroni, Pd, Repubblica e compagnia bella criticano aspramente la chiusura dei porti italiani attuata da Salvini (e Toninelli).

Eppure ieri, quando l'Ulivo governava con Romano Prodi, mettevano in campo le stesse politiche (se non peggiori) e le lodavano apertamente sulle pagine dei giornali.

Era il marzo del 1997. Prodi aveva vinto le elezioni solo da un anno e non aveva ancora fatto in tempo ad abituarsi alla comoda poltrona di Palazzo Chigi che l'Albania si trasformò nell'Africa che conosciamo oggi. Una polveriera in preda ad una crisi politica impressionante (chiamata anche "anarchia albanese"), col Paese spezzato in due, vittima della crisi economica e con bande armate a gestire ampie zone di territorio in barba al governo ufficiale.

In quell'anno di crisi degli anni Novanta, la squadra di governo poteva schierare ministri di prim'ordine. Agli Esteri comandava Lamberto Dini, alla Difesa Beniamino Andreatta e all'Interno Giorgio Napolitano. Con loro pure il ministro dei Trasporti e della Navigazione (responsabile sui porti), Claudio Burlando. Ebbene. Cosa fece il governo della sinistra quando migliaia di immigrati albanesi tentarono di lasciare i Balcani via mare e approdare sulle coste della Puglia? Aprirono i porti? Misero in mare imbarcazioni umanitarie? Macché. Se da una parte offrirono "protezione temporanea" (temporanea!) ai profughi e sostennero economicamente l'Albania, dall'altra attuarono un vero e proprio blocco navale (ben più duro di quanto non abbia fatto oggi Salvini).

Non solo. Perché chi non aveva diritto d'accoglienza, veniva immediatamente ri-accompagnato da Re Giorgio a casa. "Il ministro Napolitano - spiegava Prodi alla Camera - si è adoperato senza risparmio per impartire direttive e formulare proposte legislative che (...) hanno consentito un'attenta vigilanza intesa a garantire che chi ha bisogno di aiuti e di accoglienza dal nostro paese la abbia, come è giusto che sia, ma chi invece appartiene alla delinquenza organizzata sia tempestivamente e doverosamente espulso o respinto". E tanti saluti (buonisti).

Certo, Prodi di fronte ai deputati (era il 2 aprile 1997) provò a spiegare che "blocco navale" non era proprio il nome esatto con cui avrebbe chiamato l'operazione, da lui invece definita "attività volta soprattutto a stroncare la malavita organizzata che gestisce gli espatri". Ma si trattava di masturbazione semantica.

Già, perché per capire quanto la sinistra appoggiasse lo stop all'arrivo dei migranti albanesi basta andare a rileggere un vecchio pezzo di cronaca pubblicato da Repubblica. Titolo: "Blocco navale per fermare gli albanesi". Incipit: "Da ieri è scattata la linea dura. Non sono più profughi, ma immigrati non in regola. E quindi vanno respinti". Si faccia attenzione alle parole, che pesano come un macigno. "Immigrati non in regola" sta per "clandestini". E allora ci si chiede: perché se a fermare gli stranieri era il Professore, tutto bene (anzi: da lodare) e se invece il blocco navale porta la firma della Lega, allora gli africani diventano "ostaggi" del ministro? Come mai venti anni fa era possibile che sullo stesso barcone convivessero profughi e migranti economici (o criminali), mentre oggi tutti sono definiti (per principio) "rifugiati in fuga dalla guerra"? Il sottosegretario agli Interni, Giannicola Sinisi, nel '97 spiegava: "Sulle nostre coste non stanno arrivando più profughi, gente spaventata, ma uomini e donne che vengono da zone dove la rivolta non è neppure arrivata. Cercano una vita migliore, un lavoro più redditizio, sono, insomma, immigrati". Sarà stato leghista pure lui?

No, ovviamente. Era buonsenso. Buonsenso che allora la sinistra riconosceva ai suoi governanti e che oggi nega a Salvini&Co. Veltroni, per citarne uno, adesso critica il governo perché i 626 migranti della Aquarius "sono esseri umani, non oggetti, e scappano dalla guerra e dalla fame", ma in quel lontano 1997 era vicepremier. Non proprio l'ultimo degli arrivati. Perché non si oppose anche allora?

E pensare che le politiche dell'odierno ministro dell'Interno sono molto meno dure di quelle messe in campo da Prodi e Napolitano. Salvini si è infatti limitato a tenere in stallo la Aquarius, garantendo medici, soccorsi e viveri. Con l'accordo firmato allora col premier albanese, invece, l'Italia si impegnò a bloccare con mezzi navali l'emigrazione in massa dell'Albania. Le fregate italiane dovevano realizzare "manovre di allontanamento" in mare per intimidire i barconi carichi di immigrati e costringerli a fare marcia indietro.
Solo due giorni dopo la firma, la motovedetta albanese Katër i Radës venne speronata da una nave della Marina italiana Sibilla. Fu una strage: 81 morti e 27 dispersi.



Reazioni all'incidente
https://it.wikipedia.org/wiki/Naufragio ... Rad%C3%ABs

Il 29 e 30 marzo 1997, la notizia del disastro fu pubblicata in prima pagina da tutti i quotidiani italiani, riportando il senso di gravità dell'incidente, che venne definito come una collisione o speronamento.

Il 28 marzo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottò la Risoluzione 1101, che istituì una forza multinazionale di protezione in Albania per facilitare la fornitura di assistenza umanitaria: l'Operazione Alba venne affidata al governo italiano e comprendeva la partecipazione di 6.500 soldati provenienti da altri otto paesi (Austria, Danimarca, Francia, Grecia, Romania, Slovenia, Spagna e Turchia). La ragione non dichiarata dell'intervento fu quella di arginare il flusso dei rifugiati.

Il 31 marzo venne proclamato un giorno di lutto nazionale in Albania.

L'incidente sollevò interrogativi sull'entità del potere che lo Stato può utilizzare per proteggersi da accessi non autorizzati. Anche se fu indubbio che l'affondamento fosse involontario, vi furono controversie sul fatto che fosse stato causato da manovre pericolose e che esse potessero essere sproporzionate in relazione alla necessità di fermare la nave irregolare. Alcuni esperti sostengono che lo Stato ha l'obbligo di limitare le azioni coercitive sproporzionate rispetto al rischio di intrusione. L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati criticò il blocco italiano come "illegale", poiché l'Italia lo aveva stabilito solo attraverso un accordo bilaterale intergovernativo con l'Albania.

Processo

Secondo i giudici la colpa era da dividere tra i comandanti delle due imbarcazioni: sia la sentenza di primo grado, giunta nel 2005, sia quella di secondo grado, del 2011 e quella della Cassazione nel 2014, hanno stabilito che il comandante della Katër i Radës aveva effettuato delle manovre scorrette, non ascoltando le intimazioni, mentre la corvetta italiana cercava energicamente di impedire il passaggio. La condanna per Namik Xhaferi, al comando della motovedetta albanese, fu inizialmente di quattro anni di carcere, poi ridotti in appello a tre anni e dieci mesi e successivamente ridotta a tre anni e sei mesi in Cassazione; quella per Fabrizio Laudadio, comandante della Sibilla, ammontava inizialmente a tre anni, poi ridotti a due anni e quattro mesi in appello, e scesa definitivamente a due anni in Cassazione.

Il relitto della nave, recuperato, è diventato a Otranto un monumento memoriale detto ‘L'Approdo. Opera all'Umanità Migrante’ per mano dell'artista greco Costas Varotsos.

Il 26 gennaio 2000 è stata presentata alla Camera, l'interpellanza parlamentare (2-02197) a firma Nardini, Giordano, Vendola, Mantovani, De Cesaris per chiedere al Presidente del Consiglio e al Ministro della Difesa di riferire in merito al "verbale della testimonianza del capitano di corvetta Angelo Luca Fusco i cui contenuti – se confermati – indicano una grave responsabilità dei vertici militari e politici nell'affondamento della nave albanese". In una puntata della trasmissione televisiva Ballarò del 2013, viene riportata una dichiarazione di Romano Prodi, all'epoca dei fatti Presidente del Consiglio: "La sorveglianza dell'immigrazione clandestina attuata anche in mare rientra nella doverosa tutela della nostra sicurezza e nel rispetto della legalità che il governo ha il dovere di perseguire".


Ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo
Il relitto della Katër i Radës nel memoriale L'Approdo. Opera all'Umanità Migrante di Costas Varotsos (porto di Otranto)

Il caso "Xhavara e altri contro Italia e Albania" venne ritenuto inammissibile poiché i rimedi nazionali non erano ancora esauriti al momento del deposito del ricorso.

La Corte europea dei diritti dell'uomo assunse la propria giurisdizione sulla base dell'accordo bilaterale tra l'Albania e l'Italia. Dal momento che la nave affondata venne recuperata a 56 km dalla costa italiana, a 16 km dalla costa albanese e a 24 km dalle acque territoriali albanesi, la Corte ritenne l'Italia responsabile dell'incidente in quanto esercitante attività al di fuori della propria giurisdizione; l'Italia venne inoltre incaricata di svolgere un'indagine sui decessi, requisito che è stato ritenuto soddisfatto dalla procedura di omicidio colposo avviata nei confronti del comandante della nave italiana.

Al termine di otto anni di procedimento, il Tribunale di Brindisi condannò i comandanti italiano e albanese per "naufragio e omicidio colposo", attribuendo la responsabilità dell'"incidente" ad entrambi a livello individuale. Peraltro, la più ampia catena di comando, che stabilì il quadro giuridico, i discorsi e il consolidamento delle pratiche che portarono all'affondamento non furono oggetto di indagini giudiziarie.


https://www.ilpost.it/2015/04/22/blocco ... bania-1997

https://ilmanifesto.it/kater-i-rades-un ... che-brucia

https://www.ilfattoquotidiano.it/2011/1 ... ese/170566

http://espresso.repubblica.it/attualita ... e-1.165027
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:42 am

Una legge sulle ong e la giustizia-arlecchino
Arturo Diaconale
2019/02/01

http://www.opinione.it/editoriali/2019/ ... 0mvgY-5Qpk

Serve una legge. Che uniformi il comportamento delle procure rispetto alle navi delle ong. Perché i trafficanti di uomini e donne che fuggono dall’Africa hanno già mangiato la foglia da tempo. Se le navi delle ong arrivano a Siracusa possono contare sul sostegno dei magistrati della locale procura. Se invece il battello ha la ventura di arrivare nel porto di Catania, il rischio di un’azione giudiziaria ai danni della nave e del suo equipaggio diventa molto alto. Il caso della Sea-Watch 3 è fin troppo illuminante. Il Viminale ha chiesto che la nave si sposti da Siracusa a Catania, perché spera che il procuratore Zuccaro la ponga sotto sequestro. Ma il comandante dell’imbarcazione si sforza di trovare ogni genere di pretesto per non muoversi da Siracusa, dove ha trovato magistrati favorevoli all’accoglienza e contrari a qualsiasi provvedimento giudiziario ai danni dei migranti e di chi li porta in Italia.

Serve, dunque, una legge che uniformi il comportamento delle procure nei confronti delle navi delle ong. In modo da impedire che l’anarchia giudiziaria, ormai radicata nella penisola, possa essere sfruttata da chi vorrebbe trasformare il nostro Paese nel campo di concentramento dei profughi africani ed asiatici, capace di impedire che i flussi migratori arrivino nei Paesi del Nord Europa.

Naturalmente una legge sulle ong non basterà a debellare il fenomeno della giustizia-arlecchino, cioè della giustizia che si amministra a seconda del colore culturale, ideologico e politico dei singoli procuratori o pubblici ministeri. Ci vorrebbe una riforma complessiva della giustizia che renda uniforme, in ogni angolo della penisola, l’applicazione delle leggi, limitando la discrezionalità delle toghe allo stretto indispensabile. Ma partire dalla legge sulle ong, per cercare, almeno, di impedire le sicure furbizie di chi si nasconde dietro lo spirito umanitario, allo scopo di trasformare l’Italia nello Stato-cuscinetto destinato a preservare i Paesi nordici dal problema dell’immigrazione incontrollata, sarebbe sicuramente un buon inizio.



Migrare e invadere la casa e il paese altrui non è un diritto ma un crimine, ed è un dovere impedirlo
viewtopic.php?f=205&t=2813
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674


Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
viewtopic.php?f=194&t=2754
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 7:43 am

Interdizione politica e civile per i politicanti, gli amministratori e tutte le autorità pubbliche civili, militari e religiose che promuovono e favoriscono irresponsabilmente l'immigrazione clandestina di qualsiasi tipo, l'accoglienza e l'ospitalità scriteriate a spese e a danno dei cittadini italiani, della loro sovranità politica e territoriale, dei loro diritti umani universali naturali e civili, dei loro beni economici e finanziari, delle loro tradizioni civiltà e cultura.

Interdizione
https://it.wikipedia.org/wiki/Interdizione_(diritto)
Nel diritto romano l'interdizione era un istituto che escludeva dalla capacità di amministrare i beni, previsto esclusivamente nei confronti di chi avesse dissipato i beni "paterni e aviti" sulla base della formula Quando tu bona paterna avitaque perdidisti, te interdico. Non va confuso con l'interdetto del diritto canonico.


L'interdizione, nel diritto civile italiano, è il provvedimento con il quale il maggiorenne (o il minore emancipato) perde la capacità d'agire, ossia la capacità di compiere atti giuridici, al ricorrere dei presupposti previsti dalla legge.

https://it.wikipedia.org/wiki/Interdizione_giudiziale
Presupposti
L'interdizione è disciplinata dall'art. 414 e seguenti del codice civile che recita: «Il maggiore di età e il minore emancipato, i quali si trovano in condizioni di abituale infermità di mente che li rende incapaci di provvedere ai propri interessi, sono interdetti quando ciò è necessario per assicurare la loro adeguata protezione». Il provvedimento stesso è subordinato alla verifica di un'infermità di mente abituale che comporti un'incapacità di provvedere ai propri interessi. Abituale deve ritenersi pure lo stato di incapacità mentale inframmezzato da momenti di piena capacità di agire: i cosiddetti "lucidi intervalli". A seguito dell'interdizione l'incapace non può compiere alcun atto giuridico, né di ordinaria, né di straordinaria amministrazione. La sua posizione è equiparata a quella del minore e, al pari di quest'ultimo, è nominato, dal Giudice tutelare, un soggetto che provveda a rappresentare, e quindi sostituire, l'interdetto nella cura dei suoi interessi: il tutore (art. 424, co.

Interdizione legale
https://it.wikipedia.org/wiki/Interdizione_legale
L'interdizione legale, nel diritto penale italiano, è una pena accessoria disposta nei confronti di coloro che siano stati condannati all'ergastolo o alla pena della reclusione per un tempo non inferiore a cinque anni per delitto non colposo.




L'interdizione e l'inabilitazione

http://www.intrage.it/Famiglia/interdiz ... ilitazione

L'interdizione e l'inabilitazione sono degli strumenti istituiti dal legislatore per tutelare chi, per una serie di motivi, non è più capace di curare i propri interessi. Questi strumenti limitano totalmente o parzialmente la capacità giuridica di agire di questi soggetti, per evitare che compiano atti economicamente pregiudizievoli.

L'interdizione determina l'incapacità assoluta della persona. Può essere interdetto ogni maggiorenne che si trovi in una condizione di infermità mentale tale da renderlo incapace di provvedere ai propri affari. Nella cura dei suoi interessi, l'interdetto è sostituito da un rappresentante legale detto tutore.

L'inabilitazione invece riduce solo parzialmente la capacità del soggetto e subentra quando l'infermità mentale non è tale da giustificare l'interdizione. L'inabilitato deve per legge essere assistito da un curatore nel compimento di atti di particolare rilevanza.

Il tutore

L'interdetto, privo della capacità di agire, è sostituito da un tutore nel compimento di atti giuridici. L'incarico di tutore dura dieci anni, a meno che questo non sia un parente dell'interdetto, in questo caso non esiste limite di tempo. Una volta accettato l'incarico, il tutore deve prestare giuramento e fare subito un inventario dei beni della persona di cui si occupa, così che sia definita la situazione patrimoniale attiva e passiva dell'interdetto. Il tutore compie "atti di ordinaria amministrazione", cioè tutte quelle attività che servono a conservare il patrimonio e a soddisfare le necessità generali del rappresentato.

Per il compimento di "atti di straordinaria amministrazione", cioè atti con cui si dispone del patrimonio, per esempio l'autorizzazione per l'acquisto di beni immobili e l'accettazione o rinuncia all'eredità, è necessario invece il controllo da parte del giudice tutelare o del tribunale. Il tutore non può compiere inoltre, in nome e per conto dell'interdetto, i cosiddetti "atti vietati o personalissimi", vale a dire

Il tutore è obbligato a tenere regolare contabilità della sua attività e, annualmente, a renderne conto al giudice tutelare; è responsabile dei danni patrimoniali causati dall'omissione dei propri doveri ed è tenuto alla presentazione della dichiarazionedei redditi del tutelato, rispondendo di eventuali errori formali o sostanziali. Può essere rimosso o sospeso dal proprio incarico dal giudice tutelare quando abbia tenuto un comportamento scorretto, o sostituito quando il compito diventasse gravoso a causa dell'età o per altri motivi.

Il curatore

La nomina del curatore segue le stesse formalità di quella del tutore così come sono identiche le regole e i requisiti che riguardano il curatore. In caso di conflitto di interessi tra curatore e inabilitato, è prevista la nomina di un curatore speciale.

Ciò che differenzia sostanzialmente la figura del curatore da quella del tutore è che nell'amministrazione dei beni, il curatore non si sostituisce all'inabilitato ma lo coadiuva, ne integra la volontà. Non svolge quindi un'attività di rappresentanza, ma presta solo la propria assistenza. I compiti del curatore riguardano esclusivamente atti patrimoniali, mentre, per quelli personali, l'inabilitato può agire in modo autonomo.



Alberto Pento
Il ministro Salvini ha fatto solo correttamente il suo dovere.
I magistrati che vorrebbero impedirgli di farlo, andrebbero perseguiti giudizialmente per usurpazione di potere, abuso di potere, eversione dell'ordine democratico e delle sovranità popolare, condannati per violazioni dolose e interdetti o solo interdetti per demenzialità e irresponsabilità.




Vladimir Putin prende posizione sul caso SeaWatch
31 gennaio 2019
https://tg24news.wordpress.com/2019/01/ ... 7eAK28c04A

MOSCA – In un’intevista rilasciata ieri al network americano Fox News, c’è stato un passaggio che riguarda la sua posizione sulle navi ONG ed in particolare sulla situazione italiana.
“Il primo compito di un ministro o di un premier è difendere il proprio territorio, la propria nazione, il proprio popolo. Salvini ha tutto il mio sostegno. Se ha ordinato la chiusura dei porti, l’Unione Europea non può imporgli il contrario. Perchè quella nave ha varcato i confini italiani quando sapeva della chiusura dei porti? Perchè non si è diretta verso altri Paesi che hanno i porti aperti come la Spagna oppure in Francia visto che la nazionalità dei migranti principalmente è delle ex colonie francesi. L’Italia non può sobbarcarsi l’immigrazione di un continente. Ci vorrebbero più ministri come Salvini in Europa.”
Insomma un pieno sostegno alla svolta italiana sull’immigrazione, un sostegno politico importante. Ora restiamo in attesa della reazione delle opposizioni.



Quando Clinton faceva come Trump: "Deportiamo i clandestini"
Giuseppe De Lorenzo - Lun, 30/01/2017

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/qua ... 57663.html

Il discorso di Bill Clinton davanti al Congresso Usa nel 1995 sembra scritto da Donald Trump: "L'immigrazione illegale è controproducente. Va fermata"

Tutti contro Donald Trump il “razzista”. La lotta al terrorismo e all'immigrazione clandestina del Presidente Usa sta generando un'isteria di massa che forse ci si poteva attendere, ma comunque esagerata.

Contro “The Donald” si è schierato un esercito di soggetti pronti a fargli la morale: l'Onu, l'Unione Europea, i leader mondiali e gli avversari politici interni. Tutti uniti, durante la corsa alla Casa Bianca, dal desiderio di veder trionfare Hillary Clinton. Ebbene, prima di scandalizzarsi per i toni di Trump, forse avrebbero dovuto farsi un esame di coscienza. Visto e considerato che hanno spinto verso lo studio ovale la moglie di chi, solo 20 anni fa, lanciava bordate contro gli immigrati senza mai essere tacciato di razzismo. Anzi: raccogliendo solo applausi della platea mondiale. Parliamo del “democratico” Bill Clinton.

Si è scritto diffusamente del fatto che a costruire il muro con il Messico (nel 1994) sia stato proprio il marito di Hillary e che la legge per l'ampliamento (Secure Fens Act del 2006) la firmò sì George W. Bush, ma raccogliendo il voto di 25 senatori democratici, tra cui Hillary Clinton e Barack Obama. In Rete, però, si può trovare qualcosa di molto più imbarazzante, come il discorso sullo Stato dell'Unione tenuto da Bill Clinton davanti al Congresso Usa nel 1995. Tra i tanti argomenti affrontati, Bill dedicò alcuni minuti all'immigrazione: qui definì gli stranieri irregolari "illegal aliens" che "rubano lavoro" agli americani e promise senza mezzi termini la "deportazione" dei clandestini criminali (guarda il video). Nemmeno Trump (forse) avrebbe osato tanto, ma se ad usare parole così dure è un democratico nessuno ha da ridire. Per carità.

"Tutti gli americani - disse l'allora Presidente Usa - (...) sono giustamente disturbati dal gran numero di immigrati clandestini che entrano nel nostro Paese. I posti di lavoro in loro possesso potrebbero essere occupati da cittadini o immigrati regolari". Poi Bill osservò come i servizi pubblici usati dai clandestini "impongono oneri sui nostri contribuenti". Tutto giusto. Ma cosa direbbe oggi sua moglie Hillary che tanto attaccò il "razzista" Donald? E come reagirebbero gli anti-trumpisti del mondo? Probabilmente rimarrebbero inorriditi. O forse no.

"È per questo – continuò Clinton tra un sorriso e l'altro - che la nostra amministrazione si è mossa in maniera aggressiva per difendere i nostri confini con l'assunzione di un numero record di nuove guardie di frontiera, deportando il doppio di stranieri criminali, come mai prima, con un giro di vite sul caporalato e con il blocco delle prestazioni sociali ai clandestini". Nel 1995 il democratico si apprestava ad affrontare altri sei anni di presidenza. E così si premurò di precisare gli intenti governativi per il futuro. "Nel bilancio che vi presenterò - fece notare ai deputati del Congresso - cercheremo di fare di più per accelerare l'espulsione di stranieri illegali che vengono arrestati per aver commesso reati e per meglio identificare i clandestini nei luoghi di lavoro (...). Siamo una nazione di immigrati. Ma siamo anche una nazione di leggi. È sbagliato e in definitiva controproducente, per una nazione di immigrati, permettere l'abuso delle nostre leggi di immigrazione come è successo negli ultimi anni. E dobbiamo fare di più per fermarla". Conclusa la frase, il Congresso si alzò in piedi per dedicare una standing ovation a Bill. Oggi invece urlano al razzismo.



La Clinton ai governi europei: "Immigrazione va limitata"
Gerry Freda - Ven, 23/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cli ... 06174.html

Secondo la Clinton, la crisi migratoria in corso in Europa dal 2015 sarebbe “una miccia pronta a fare esplodere le tensioni sociali”

Hillary Clinton, candidata del Partito democratico alle presidenziali Usa del 2016, ha in questi giorni rilasciato alla stampa inglese un’intervista in cui ha evidenziato gli effetti negativi dell’immigrazione di massa.

Tali dichiarazioni sono state interpretate dai media statunitensi come un vero e proprio “dietrofront” operato dall’esponente democratica rispetto alle “tolleranti” politiche in ambito migratorio da lei finora propagandate.

La Clinton, intervistata dal quotidiano britannico The Guardian, pur elogiando inizialmente lo sforzo compiuto dalla Germania a partire dal 2015 sul fronte dell’accoglienza dei rifugiati, ha però esortato i membri Ue a “cambiare radicalmente atteggiamento” nei riguardi dell’immigrazione. L’ex sfidante di Trump alle presidenziali del 2016 ha infatti sollecitato le cancellerie del “Vecchio continente” affinché vengano introdotti “limiti ai flussi di profughi”. “Ho ammirato”, ha dichiarato l’esponente democratica, “l’atteggiamento generoso e compassionevole dimostrato anni fa da Angela Merkel, ma ormai possiamo dire con franchezza che l’Europa ha fatto la sua parte. Gli Stati Ue non possono mantenere all’infinito i confini aperti. È tempo che le cancellerie europee mandino un messaggio forte alle masse di profughi, dicendo a questi ultimi che non è più possibile accoglierli. Se i Paesi Ue non cambieranno radicalmente approccio, adottando finalmente la linea della fermezza, il problema dell’immigrazione di massa non verrà mai risolto e continuerà a diffondere preoccupazioni e ansie all’interno della società.” La Clinton ha quindi equiparato la crisi migratoria che da tre anni affligge il “Vecchio continente” a una “miccia”, capace di “fare esplodere”, prima o poi, le “tensioni sociali”.

L’esortazione rivolta dall’esponente democratica ai governi europei affinché questi ultimi introducano "al più presto" limiti all’immigrazione è stata seguita da un duro attacco nei confronti di Donald Trump. L’ex sfidante del tycoon ha infatti accusato, sempre nell’ambito dell’intervista a The Guardian, l’attuale inquilino della Casa Bianca di avere “distrutto l’identità e l’unità americane” e ha poi biasimato quest’ultimo per avere varato politiche “da monarca assoluto”, dirette a “reprimere il dissenso politico, la libertà di stampa e l’indipendenza del potere giudiziario”. Infine, la Clinton ha affermato che l’entourage di Trump riceverebbe “ingenti finanziamenti dalla Russia”.



Svolta di Bill Gates: "Basta immigrati"
Francesco Maria Del Vigo - Gio, 06/07/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 16865.html

Il numero uno di Microsoft: impedire che arrivino in Europa

Se n'è accorto anche Bill Gates. L'Europa non può accogliere tutti gli immigrati che fuggono, per un motivo o per l'altro, dall'Africa.

Se n'è accorto e l'ha detto fuori dai denti in un'intervista a Die Welt: basta con la generosità, bisogna impedire ai profughi di raggiungere fisicamente le coste del Vecchio continente. Testuale. Non l'ha dichiarato un pericoloso xenofobo, nemico del politicamente corretto, ma l'imprenditore correttissimo, e piuttosto radical chic, che ha conquistato il mondo con la sua Microsoft. Vediamo ora se le varie Boldrini & Co. avranno il coraggio di dare del fascista anche a lui.

Gates ha mandato in frantumi lo specchio nel quale si imbellettano i buonisti: è finita l'era dei regali e delle chimere e bisogna dirlo a chiare lettere ai diretti interessati, cioè agli immigrati. Perché il vero razzismo è promettere Bengodi inesistenti, allettando e illudendo così masse di disperati. I poveri del mondo non si aiutano con regalie, ma piuttosto con l'intervento sul campo. E mentre Gates avvisa l'Europa della catastrofe imminente, l'Italia lavora all'approvazione dello ius soli, la legge che ci trasformerebbe prima nella nursery del Nord Africa e poi nel campo nomadi d'Europa. E cos'è lo ius soli se non l'ennesimo miraggio offerto ai migranti, l'ennesimo incentivo a precipitarsi sulle carrette del mare sino alle nostre coste?

Gates non è il primo, e scommettiamo non sarà l'ultimo, degli ex buonisti che ha deciso di cambiare idea. Sono le improvvise conversioni sulle rotte dell'immigrazione. Prima di lui l'ha fatto Macron che, dopo avere sbandierato il mito dell'accoglienza in campagna elettorale, si è messo a sigillare i confini di Ventimiglia. E a seguire il democraticissimo governo austriaco che, tra una dichiarazione e una smentita, ha pure minacciato di sguinzagliare i soldati sul Brennero. I buonisti sono diventati improvvisamente «cattivisti»? No, hanno semplicemente dovuto fare i conti con la realtà dei fatti. Molto diversa dalle loro utopie. Una realtà fatta di degrado e delinquenza, centri d'accoglienza che diventano lager, paesi e città che diventano indecorosi campi profughi.

Il disastro l'ha visto persino l'uomo più ricco del mondo dalla sua villa lontana migliaia di chilometri da Lampedusa. Non l'ha visto solamente la sinistra italiana che, come ha rivelato Emma Bonino, questa invasione l'ha organizzata e ora vuole consolidarla con lo ius soli.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Magistrati eversori processate anche me

Messaggioda Berto » dom feb 03, 2019 8:19 am

Non vi è peggior violazione dei diritti umani naturali, universali e civili di qualcuno, perpretata in nome dei diritti umani universali, quando la falsa bontà e la falsa solidarietà umana si fa strumento di depredazione, di riduzione schiavitù di invasione, di sopraffazione e di morte.


Una legge sulle ong e la giustizia-arlecchino
Arturo Diaconale
2019/02/01

http://www.opinione.it/editoriali/2019/ ... 0mvgY-5Qpk

Serve una legge. Che uniformi il comportamento delle procure rispetto alle navi delle ong. Perché i trafficanti di uomini e donne che fuggono dall’Africa hanno già mangiato la foglia da tempo. Se le navi delle ong arrivano a Siracusa possono contare sul sostegno dei magistrati della locale procura. Se invece il battello ha la ventura di arrivare nel porto di Catania, il rischio di un’azione giudiziaria ai danni della nave e del suo equipaggio diventa molto alto. Il caso della Sea-Watch 3 è fin troppo illuminante. Il Viminale ha chiesto che la nave si sposti da Siracusa a Catania, perché spera che il procuratore Zuccaro la ponga sotto sequestro. Ma il comandante dell’imbarcazione si sforza di trovare ogni genere di pretesto per non muoversi da Siracusa, dove ha trovato magistrati favorevoli all’accoglienza e contrari a qualsiasi provvedimento giudiziario ai danni dei migranti e di chi li porta in Italia.

Serve, dunque, una legge che uniformi il comportamento delle procure nei confronti delle navi delle ong. In modo da impedire che l’anarchia giudiziaria, ormai radicata nella penisola, possa essere sfruttata da chi vorrebbe trasformare il nostro Paese nel campo di concentramento dei profughi africani ed asiatici, capace di impedire che i flussi migratori arrivino nei Paesi del Nord Europa.

Naturalmente una legge sulle ong non basterà a debellare il fenomeno della giustizia-arlecchino, cioè della giustizia che si amministra a seconda del colore culturale, ideologico e politico dei singoli procuratori o pubblici ministeri. Ci vorrebbe una riforma complessiva della giustizia che renda uniforme, in ogni angolo della penisola, l’applicazione delle leggi, limitando la discrezionalità delle toghe allo stretto indispensabile. Ma partire dalla legge sulle ong, per cercare, almeno, di impedire le sicure furbizie di chi si nasconde dietro lo spirito umanitario, allo scopo di trasformare l’Italia nello Stato-cuscinetto destinato a preservare i Paesi nordici dal problema dell’immigrazione incontrollata, sarebbe sicuramente un buon inizio.


La schiavitù è un crimine contro l'umanità, sempre.
La solidarietà e l'accoglienza imposta e obbligatoria è una delle peggiori e più odiose forme di schiavitù e di oppressione.
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Migrare e invadere la casa e il paese altrui non è un diritto ma un crimine, ed è un dovere impedirlo
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Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
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Accoglienza o ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
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Se accogliete indiscriminatamente islamici e africani come vorrebbero le caste irresponsabili e parassitarie, criminali e demenziali, vi farete irreparabilmente del male con le vostre mani e lo farete alle vostre famiglie, ai vostri figli, alla vostra gente.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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