Migranti, Salvini: «Sulla Diciotti il processo non va fatto»Matteo Salvini, ministro dell’Interno
29 gennaio 2019
https://www.corriere.it/politica/19_gen ... M9BSmWQric Caro direttore, la mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’attività di Ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale. Avevo detto che avrei contrastato l’immigrazione clandestina e difeso i confini nazionali. Faccio parlare i numeri. Nel 2018 ci sono stati meno morti, 23.370 sbarchi contro i 119.369 dell’anno precedente. Il trend è confermato anche dalle prime settimane del 2019. Dall’inizio dell’anno a ieri si sono registrati 155 arrivi sulle nostre coste. Nello stesso periodo di un anno fa gli sbarchi furono 3.176. Non solo. Per la prima volta dopo anni, i rimpatri (306) sono superiori agli arrivi. E ancora. Nel 2018 gli immigrati in accoglienza erano 183 mila, oggi scesi a 133 mila. Calano gli immigrati, aumentano i risparmi. Risultato: abbiamo liberato risorse significative, subito investite per un piano di assunzioni straordinario per circa 8 mila donne e uomini delle forze dell’ordine.
Detto questo, vorrei parlare della vicenda giudiziaria perché ritengo importante non siano date versioni distorte. Non intendo sottrarmi al giudizio. Il Tribunale dei ministri di Catania mi accusa di «sequestro di persona» perché avrei bloccato la procedura di sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti. Attenzione: non si tratta di un potenziale reato commesso da privato cittadino o da leader di partito. I giudici mi accusano di aver violato la legge imponendo lo stop allo sbarco, in virtù del mio ruolo di ministro dell’Interno. In altre parole, è una decisione che non sarebbe stata possibile se non avessi rivestito il ruolo di responsabile del Viminale.
Per questa ragione sono impropri paragoni con altre vicende e trova applicazione la speciale procedura di cui all’art. 96 della Costituzione.
Voglio anche sottolineare che, ai sensi dell’articolo 9, comma terzo, della legge costituzionale n. 1/1989, il Senato nega l’autorizzazione «ove reputi, con valutazione insindacabile, che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo».
La valutazione del Senato è pertanto vincolata all’accertamento di due requisiti (ciascuno dei quali di per sé sufficiente a negare l’autorizzazione): la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o il perseguimento di un preminente interesse pubblico. Il Senato non è chiamato a giudicare se esista il cosiddetto fumus persecutionis nei miei confronti dal momento che in questa decisione non vi è nulla di personale. La Giunta prima, e l’Aula poi, sono chiamati a giudicare le azioni di un ministro. Altrettanto chiaro è che il Senato non si sostituisce all’autorità giudiziaria, bensì è chiamato esclusivamente a verificare la sussistenza di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un preminente interesse pubblico.
Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni (si veda in particolare l’articolo 10-bis d.lgs. n. 286/1998, che punisce il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato) e riconosciuto dal diritto dell’Unione europea. Basti pensare che l’articolo 79 paragrafo primo, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea afferma: «L’Unione sviluppa una politica comune dell’immigrazione intesa ad assicurare, in ogni fase, la gestione efficace dei flussi migratori, l’equo trattamento dei cittadini dei paesi terzi regolarmente soggiornanti negli Stati membri e la prevenzione e il contrasto rafforzato dell’immigrazione illegale e della tratta degli esseri umani».
In secondo luogo, ma non per questo meno importante, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018 (precedente ai fatti a me contestati), in cui si legge che «per smantellare definitivamente il modello di attività dei trafficanti e impedire in tal modo la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi. Occorre a tal fine un nuovo approccio allo sbarco di chi viene salvato in operazioni di ricerca e soccorso, basato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri». E ancora: «Nel territorio dell’Ue coloro che vengono salvati, a norma del diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria».
In conclusione, non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo.
Diciotti, la Lega fa quadrato: "In piazza per il Capitano". E scatta la raccolta firmeClaudio Cartaldo - Mer, 30/01/2019
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... pSLqSQND_k Il Carroccio lancia una petizione a sostegno del ministro dell'Interno sul caso Diciotti: "Ha difeso i confini italiani"
La Lega si schiera al fianco del suo Capitano. Fa quadrato, senza se e senza ma.
La richiesta del Tribunale dei ministri di Catania per l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno tiene banco nell'agenda politica e scuote la maggioranza. E mentre il M5S fa l'altalena tra la fedeltà all'alleato e quella ai principi del Movimento, il Carroccio scende in piazza in difesa di Matteo Salvini.
Nel fine settimana, infatti, partirà una raccolta firme in tutte le piazze italiane in solidarietà al segretario della Lega. Accusato di sequestro di persona aggravata per aver tenuto a bordo della nave Diciotti della Marina italiana 117 migranti, rischia - se condannato - fino a 15 anni di carcere. "Ha agito nell'interesse dello Stato", ripetono i leghisti. Che ora vogliono dimostrare nella pratica la loro totale fiducia nel ministro dell'Interno.
"Sostieni il capitano. Sabato e domenica in tutte le piazze vieni a firmare la petizione", si legge nel volantino di lancio dell'iniziativa. "I sottoscritti - si legge nel pamphlet - intendono esprimere la propria solidarietà e il proprio sostegno alle politiche del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che rischia da 3 a 15 anni di carcere per aver fatto il proprio dovere difendendo i confini italiani".
Diciotti, Salvini ci ripensa: "No al mio processo". Conte: "Me ne assumo la responsabilità". Di Battista: "Voteremo sì"
di LIANA MILELLA
https://www.repubblica.it/politica/2019 ... -217737072ROMA - L'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini continua a creare tensioni nella maggioranza di governo. Soprattutto dopo la lettera firmata dal ministro dell'Interno e pubblicata sul Corriere della Sera, in cui il segretario della Lega difende il suo operato e chiede che "il processo non sia fatto".
Salvini si recherà personalmente nella Giunta delle elezioni e delle immunità per esporre la sua 'difesa' di fronte alla richiesta di processo per la vicenda della nave Diciotti, anziché limitarsi a inviare una memoria difensiva. "In giunta ci vado io", ha annunciato. La prima seduta della Giunta delle elezioni e delle immunità è fissata per domani alle 11.
Conte: "Me ne assumo la responsabilità"
Ma in serata arriva la dichiarazione del premier. "Sulla vicenda Diciotti - ha affermato Giuseppe Conte - è stata seguita la linea politica del governo, quindi "mi assumo la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto. Non sarò certo io a suggerire ai senatori cosa votare, saranno i senatori che giudicheranno la linea politica del governo". Se avesse ritenuto illegittima la linea seguita, ha aggiunto, "sarei intervenuto". La posizione del premier rende più complicata la vicenda politica: un voto a favore del processo potrebbe essere infatti interpretato come un voto contro il governo. Il cambio di linea improvviso di Salvini ha spiazzato gli alleati 5S. Ad Agorà, su Rai3, il deputato pentastellato ed ex giornalista Sky Emilio Carelli afferma: "Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate: nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi, si vota sì all'autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. Credo che Conte e Di Maio dovrebbero autodenunciarsi". Nel Movimento va riaperta la discussione? "Dobbiamo riflettere bene se votare sì o no all'autorizzazione per Salvini", conclude Carelli.
Nel salotto di 'Porta a porta' Alessandro Di Battista, ex deputato 5s, dice come la pensa. "Credo proprio che voteremo 'sì' all'autorizzazione a procedere: poi cercheremo una soluzione tutti assieme", ha detto. "A Salvini - ha aggiunto - consiglio di rinunciare all'immunità". "L'assunzione di responabilità del premier - ha commentato - è un atto importante".
Sulla vicenda è intervenuto anche il comico genovese fondatore del movimento. "Ora si dice che Salvini deve essere denunciato - ha affermato Beppe Grillo in un passaggio del suo spettacolo 'Insomnia' in corso al Teatro dal Verme di Milano - semmai il reato è di tutto il governo. Stasera dobbiamo autodenunciarci tutti perchè siamo tutti colpevoli, ma come c... fai a immaginarti un governo che si autodenuncia?".
La difesa di Salvini: "Rischio terroristi, io difendo l'Italia"
"Il Senato e gli italiani - ha detto Salvini a 'Dimartedì' su La7 - devono decidere se sto facendo qualcosa che è nell'interesse del popolo italiano o no. Ci sono segnalazioni precise che sui barconi si infiltrano spacciatori, delinquenti, terroristi. In Tunisia ci sono almeno 3 mila combattenti islamici. Ad ogni barcone che arriva in Italia illegalmente dirò di no. Se per qualche magistrato è sequestro di persona per me è difendere i confini del mio Paese". In serata, nel corso della riunione al Senato con i parlamentari della Lega, Salvini ha infine ribadito: "Ho agito da ministro".
Spaccature e fibrillazioni nel Movimento
A conferma delle fibrillazioni nel Movimento arriva anche la presa di posizione del ministro Danilo Toninelli: "Io sono come ministro dei Trasporti responsabile della navigazione, fino all'attracco. Salvini è responsabile della sicurezza sulla terra ferma. Sulla Diciotti la decisione l'abbiamo presa insieme, io, lui, il presidente del Consiglio e tutto il Governo del Parlamento. Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il Governo. Se vogliono farlo diventare un processo al Governo ci siamo tutti".
"È evidente che Salvini abbia cambiato idea o almeno il suo avvocato - afferma a Radio1 Rai il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano - Noi M5S lavoriamo con coerenza e abbiamo sempre dato l'autorizzazione a procedere", detto questo "Conte e Di Maio hanno detto chiaramente che sono dispostissimi a farsi processare insieme, credo che debbano essere parte del processo perché sono scelte collegiali di tutto governo".
La confusione nel M5s è testimoniata anche da altre prese di posizione: "Male non fare, paura non avere", scrive ad esempio su Twitter il senatore Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, lasciando aperte diverse interpretazioni sul tema o gli eventuali destinatari del messaggio. Più esplicito su Facebook è invece Luigi Gallo, presidente della commissione cultura M5s alla Camera: "Salvini deve essere processato perché la legge è uguale per tutti - scrive Gallo - . Siamo stati e saremo sempre contro i privilegi della Casta, anche quando, e a maggior ragione, quei privilegi possono essere usati dai membri del nostro stesso governo".
Lo scontro irrisolto tra le anime diverse dei Cinquestelle ha spinto il vicepremier e leader politico Luigi Di Maio a convocare questa sera, dopo il voto dell'Aula, i senatori 5s appartenenti alla Giunta delle 'immunità' del Senato.
Il Viminale anticipa la difesa in caso di processo
Ma la svolta leghista e il cambio di strategia di Matteo Salvini sul caso Diciotti hanno avuto un effetto evidente anche al di fuori della politica. Nel pomeriggio, sulle agenzie sono infatti apparse dichiarazioni e indiscrezioni su una serie di elementi 'a discarico' che dovevano finire in un eventuale processo al ministro, ma che il tribunale dei ministri ha deciso di ignorare.
Per quanto riguarda in particolare l'accusa di sequestro di persona mossa a Salvini, mentre i magistrati parlano di gravi condizioni psico-fisiche dei migranti a bordo, le fonti del Viminale sostengono che quando fu dato il via libera allo sbarco dei minori (22 agosto), molti di loro decisero di restare volontariamente a bordo per altre due ore per terminare un rito religioso in corso.
Quelli che voteranno no in giunta per le autorizzazioni
Intanto, al di fuori della maggioranza di governo, ci sono molti parlamentari dell'opposizione di centrodestra che si sono dichiarati contrari al processo a Salvini. "Noi voteremo contro l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini, così come dovrebbe fare tutto il Parlamento - dice Alberto Balboni, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Giustizia al Senato - .Capisco il Pd, che fa il suo mestiere e deve votare a favore. Mi sorprenderebbe invece se il Movimento 5 Stelle votasse a favore dell'autorizzazione perché la decisione del ministro attiene alla linea del governo: Salvini ha agito in coerenza con il contratto M5S-Lega".
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"Siamo d'accordo con Salvini che oggi ritiene che l'autorizzazione a procedere debba essere negata - dice Maristella Gelmini, presidente dei senatori di Forza Italia - . Ciò che è accaduto in merito al caso Diciotti non configura alcun reato perché è evidente che il governo ha ritenuto di dover intervenire per la tutela di un interesse dello Stato. Ora che anche i grillini si pongono dubbi, anziché chiedere di essere processati con Salvini, votino no all'autorizzazione a procedere. Non li prenderemmo in giro come fa il Pd, ma daremmo loro il benvenuto nella civiltà giuridica".
Il commento di Saviano
A commentare la retromarcia di Salvini sul caso Diciotti è anche lo scrittore Roberto Saviano: "Salvini sul caso Diciotti ha infine compreso il guaio grosso in cui si è cacciato a causa del suo cinismo - scrive Saviano su Twitter - . 'Processatemi, anzi no' e così il Ministro della Mala Vita si fa scrivere dall'avvocato una lettera che indirizza al Corriere della Sera e in cui anticipa la sua difesa nel processo che il Tribunale dei Ministri vorrebbe fargli per sequestro di persona. Prima era pronto a farsi processare, poi ci ha dormito su e deve averci ripensato...
Ma c'è un dettaglio che trovo molto interessante: nella lettera, nella quale Salvini confonde la legalità con il consenso (se mi hanno votato, quello che ho promesso in campagna elettorale posso farlo, anche se violo le leggi), manca qualcosa. Ciò che manca è un riferimento, anche minimo, alla nostra Costituzione, che lui ha consapevolmente violato. Invece - come argomentazioni difensive - abbondano nella lettera i riferimenti a Trattati e Corti Europee. E chi se lo sarebbe mai aspettato da Salvini: rifugiarsi nei trattati europei, proprio lui, il sovranista più puro su piazza.
Sta di fatto che il processo inizia a fargli paura; deve essersi accorto - conclude Saviano - , il Ministro (o, più verosimilmente, devono avergli fatto notare), che è diventato troppo ingombrante, soprattutto per gli amici. Da che mondo è mondo, in politica sei necessario fino a quando - magari perché hai strafatto, perché hai tirato troppo la corda - non sei più funzionale".
Diciotti, Salvini ci ripensa e Toninelli lo difende: «Processate tutto il governo»29 genneio 2019
https://pickline.it/2019/01/29/diciotti ... il-governoCambio di linea per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che sul caso Diciotti in una lettera al Corriere della Sera difende il suo operato e chiede che «il processo non sia fatto». «La mia vicenda giudiziaria è strettamente legata all’attività di Ministro dell’Interno e alla ferma volontà di mantenere gli impegni della campagna elettorale – scrive Salvini – Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. Non mollo». Un cambio di linea improvviso che spiazza gli alleati di governo. E adesso il voto favorevole dei pentastellati nella Giunta per le autorizzazioni e le immunità di Palazzo Madama non è più così scontato.
«Io sono come ministro dei Trasporti responsabile della navigazione, fino all’attracco. Salvini è responsabile della sicurezza sulla terra ferma. Sulla Diciotti la decisione la abbiamo presa insieme, io, lui, il presidente del Consiglio e tutto il Governo del Parlamento. Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il Governo. Se vogliono farlo diventare un processo al Governo ci siamo tutti», così il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, in una intervista a Mattino Cinque.
Ad Agorà, su Rai3, il deputato cinquestelle ed ex giornalista Sky Emilio Carelli afferma: «Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate: nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi, si vota sì all’autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. Credo che Conte e Di Maio dovrebbero autodenunciarsi». Dello stesso avviso anche il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. «È evidente che Salvini abbia cambiato idea o almeno il suo avvocato – afferma a Radio1 Rai Di Stefano – Noi M5S lavoriamo con coerenza e abbiamo sempre dato l’autorizzazione a procedere. Conte e Di Maio hanno detto chiaramente che sono dispostissimi a farsi processare insieme, credo che debbano essere parte del processo perché sono scelte collegiali di tutto governo».
«Sono allineata a quello che decidiamo all’interno del Movimento, vedo però politicamente importante il messaggio che siamo tutti uniti in questa battaglia, quindi poi va valutato concretamente il quesito», dice il ministro della Salute Giulia Grillo a Sky. «Quella è stata un’azione di governo, concertata e condivisa da tutti noi ministri, quindi non ritengo Salvini l’unico responsabile di questa azione. Il messaggio deve essere chiaro: questo Governo ha un’azione corale precisa, come sta avendo in questi giorni sulla Sea Watch, per mettere fine a questa situazione ignobile per cui l’Italia deve essere giornalmente messa in difficoltà di fronte a un problema che è evidente che non riguardi solo il nostro Paese»
Fioramonti: a processo con Salvini forse anche Conte e Di Maio29 gennaio 2019
https://stream24.ilsole24ore.com/video/ ... io/AFxBu9CRoma, 29 gen. (askanews) - "In merito al processo a Salvini, la linea del governo è 'fluida'. Inizialmente Salvini aveva detto che guardava positivamente l'idea di un'autorizzazione al processo, si sarebbe difeso; la posizione sembra essere cambiata. Il M5s torna a dire che 'noi crediamo assolutamente nella magistratura', che 'i processi esistono perché uno si difenda di fronte alla magistratura'. Diventa complicato se poi ad ogni movimento di questo governo scatta un processo. Probabilmente ci sarà un colpo di scena in cui il governo, che ha deciso quell'intervento sulla Diciotti in maniera unitaria, prenderà la responsabilità in maniera unitaria, magari anche il presidente del Consiglio e l'altro vice-premier, con una procedura nei confronti di tutti coloro che hanno sostenuto in maniera corale l'intervento sulla Diciotti": così Lorenzo Fioramonti, viceministro all'Istruzione, intervistato a L'aria che tira su La7 da Myrta Merlino.
Ho la soluzione per il caso Salvinidi franco bechis Email:
f.bechis@iltempo.ithttps://tv.iltempo.it/a-fil-di-spada/20 ... ni-1106755Se la decisione fu collettiva da parte del governo Conte, va riformulato il capo di accusa
C'è una soluzione tecnica e politica per l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Lui viene accusato dal tribunale dei ministri di sequestro di persona per avere trattenuto a bordo fra le 23 e 49 minuti del 20 agosto e il pomeriggio del 25 agosto i migranti della nave Diciotti. L'imputazione nasce dall'interrogatorio di una sfilza di funzionari a cui è stato chiesto chi diede l'ordine di non fare sbarcare nessuno. Ciascuno di loro ha indicato il diretto superiore, e l'ultimo ha specificato che l'ordine gli era stato comunicato dal ministro dell'Interno. Lì il tribunale si è fermato. Ma avrebbe potuto proseguire, perché la decisione come ammesso fu collegiale di Salvini con il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e l'intero consiglio dei ministri, per attendere la decisione degli altri paesi Ue che il 24 agosto si sarebbero riuniti accettando di accogliere pro quota quei migranti. L'imputazione dunque non è corretta, perché si individua in maniera errata l'apice della catena di comando. La giunta per le autorizzazioni del Senato dunque non dovrebbe votare la richiesta, ma procedere alla audizione di Conte, Di Maio e gli altri ministri, e poi restituire gli atti con allegati i verbali di quelle dichiarazioni al tribunale perché riformuli la sua richiesta di autorizzazione a procedere in modo corretto nei confronti dei membri del consiglio dei ministri, inviandone parte al Senato e parte alla Camera. A quel punto l'autorizzazione verrebbe concessa per tutti.
"Salvini, no al processo" Le donne di Forza Italia attaccate dal branco 5SAnna Maria Greco - Mer, 30/01/2019
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 36231.htmlCarfagna: «Mai la via giudiziaria per far cadere il governo». Ma i grillini insultano
Mai la via giudiziaria per un obiettivo politico. Anche se è quello di abbattere il governo gialloverde.
Forza Italia è all'opposizione ma, fedele alla linea garantista sulla giustizia, annuncia il suo No all'autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per il caso Diciotti.
E Sestino Giacomoni, membro del Comitato di Presidenza di Fi, precisa che il partito difende l'alleato leghista come gli avversari grillini. «Se il M5S - spiega- vota Sì al processo a Salvini vuol dire che secondo loro il ministro degli Interni non ha agito per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo. I grillini non si rendono conto che il processo a Salvini è il processo al loro governo».
Gli azzurri esaltano contraddizioni e divisioni nel M5S, ma anche dopo i distinguo dalla Lega sulla vicenda Sea Watch, non attaccano l'esecutivo Conte per la politica sull'immigrazione che, ricorda Giacomoni, «era contenuta nel programma del centro destra». Invece, non fanno sconti sulla politica economica «portata avanti dai 5S, che conducendo il Paese alla recessione».
La partita che mette a rischio il governo si giocherà in Senato, nella giunta delle elezioni e delle immunità e la capogruppo di Fi, Anna Maria Bernini, sottolinea che, al contrario dei grillini, gli azzurri hanno già fatto una scelta chiara. «La difesa delle proprie frontiere da parte di uno Stato è un dovere e non un reato», dice. Tuteleremo, aggiunge, Salvini e l'esecutivo dagli «sconfinamenti di una parte della magistratura». Ma Fi vuole anche far «emergere le contraddizioni insanabili di questo governo, con i 5S che vogliono far processare Salvini». Le critiche più pesanti riguardano il reddito di cittadinanza, che la Bernini paragona agli 80 euro del Pd, sempre alla vigilia delle europee, ricordando le proteste grilline sul «voto di scambio». In una nota i senatori 5S in Commissione Lavoro l'accusano di «superficialità e bassezza».
Attacchi e ironie anche sul Blog delle Stelle: «A Pd e Fi non resta altro che fare le passerelle sulle navi». Poi il bersaglio diventa la vicepresidente azzurra della Camera, Mara Carfagna, per la dichiarazione sul caso Sea Watch, insieme a Stefania Prestigiacomo, salita sulla nave dei migranti. «Carfagna ci accusa di prendercela con i più deboli: una posizione ridicola e di facciata, come le immagini della Prestigiacomo in gommone», dicono i 5S in commissione Esteri. parlando di «meri calcoli elettorali». Poi aggiungono: «La Carfagna, se proprio vuole occuparsi dei più deboli, pensi a cambiare dall'interno la vergognosa posizione del suo partito sul reddito di cittadinanza». L'azzurra replica che Fi non rinuncerà ai suoi principi nemmeno per «far saltare un governo a trazione 5S», al contrario di quel che fecero M5S e sinistra contro Silvio Berlusconi.
Bernini, Carfagna, Prestigiacomo nel mirino dei grillini e Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Fi, risponde: «Uno vale uno, ma devono fare branco per attaccare le donne di Fi? Grande debolezza nelle loro parole. Noi andiamo avanti a testa alta senza paura». Poi invita i grillini dubbiosi a votare No all'autorizzazione a procedere. «Non li prenderemmo in giro come fa il Pd, daremmo loro il benvenuto nella civiltà giuridica».
La Tav è l'altro fronte di scontro, con Lega e M5S divisi e Salvini che annuncia per venerdì la visita al cantiere dell'alta velocità a Chiomonte. «Perché la maggioranza, se è una, fa dossier separati?», chiede Antonio De Poli (Udc). Al leghista la Gelmini chiede di «passare dalle parole ai fatti e imporre il completamento dell'opera». Per l'Udc Lorenzo Cesa, l'occasione sono le mozioni pro Tav in discussione alla Camera.
Diciotti, Salvini: "Mi aspetto il voto del M5s? No, dell'intero Senato. Apprezzo le parole di Conte ma non le ho chieste io" 30 Gennaio 2019
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... duKhpIlN_oDice di aspettarsi non solo il voto del Movimento 5 stelle ma anche “dell’intero Senato”. Le parole di Giuseppe Conte? Non le ha richieste lui, anche se l’intervento gli fa piacere. Matteo Salvini interviene alla Camera per il question time ma le sue dichiarazioni non possono che essere rivolte a Palazzo Madama, dove in mattinata si è riunita per la prima volta la giunta per le Immunità. L’organo parlamentare presieduto da Maurizio Gasparri ha iniziato a esaminare la richiesta di autorizzazione a procedere arrivata dal tribunale dei ministri di Catania per Matteo Salvini. Il senatore del M5s Mario Michele Giarrusso ha anticipato che alla Giunta arriverò una nota del premier, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro dei Trasporti per dire che nel caso della Diciotti fu tutto il governo a non dare il via libera per cinque giorni allo sbarco dei 177 migranti a bordo della nave della Guardia Costiera. Un atto formale dopo le dichiarazioni di ieri del presidente del consiglio.
“Ho apprezzato le parole del premier Giuseppe Conte sull’assunzione di responsabilità da parte di tutto il governo. È un intervento che mi fa piacere”, ha detto Salvini lasciando Montecitorio. Alla domanda se sia stata una soluzione richiesta dallo stesso vicepremier, nel vertice notturno, il leader della Lega risponde: “Non l’ho richiesto io: del resto è evidente che nei miei atti non si riscontra alcun reato”.
Il ministro dell’Interno dice poi di confidare in un voto del M5s contro il processo ai suoi danni per sequestro di persona aggravato. “Ma non solo”, dice, precisando di aspettarsi un voto a suo favore da parte “dell’intero Senato, perché qui non è in discussione un reato ma il fatto che un governo possa esercitare i poteri che gli italiani gli conferiscono. Lo abbiamo fatto nell’interesse pubblico, sì o no? I senatori voteranno. Salvini lo ha fatto per preminente interesse pubblico e per la difesa nazionale? La risposta mi sembra molto chiara, semplice”, dice. “Non sono pagato per i se, i forse, i ma”, replica a chi lo incalza sul voto del M5s.
Salvini si è anche detto d’accordo con Gasparri: dopo la nota dell’esecutivo, infatti, il senatore di Forza Italiaha spiegato che l’unico interlocutore della Giunta resta il titolare del Viminale. “Gasparri ha assolutamente ragione: sono io l’interlocutore della Giunta per le autorizzazioni a procedere. Non ho ancora letto tutte le carte: ora lo farò, e mi confronterò con la Giunta”, dice il ministro. La vicenda Diciotti, tra l’altro, non ha fatto cambiare idea al ministro. “Lo rifarò, lo rifarò. Se mai arrivasse un altro barcone illegalmente in acque territoriali italiane rifarò esattamente quello che ho fatto con la Diciotti e con la Sea Watch“.
Che poi ha annunciato di voler bloccare l’accesso nelle acque italiane. “Sto lavorando a un provvedimento che limiti la possibilità di entrare nelle acque territoriali italiane, intervenendo a monte”. In che modo? Con un blocco navale? “No, applicando le norme già esistenti”, ha risposto esprimendo poi un desiderio irrituale. “Se dovessi esprimere un desiderio, ma lo faccio sottovoce rispettando le prerogative altrui, se ci fosse qualcuno interessato ad aprire un fascicolo per verificare eventuali irregolarità commesse da queste ong, sarei contento”.