Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » mar mag 18, 2021 9:12 pm

ESERCITO ISLAMICO ASSALTA POLIZIA SPAGNOLA AL GRIDO “ALLAH AKBAR”: È GUERRA
VIDEO
18 maggio 2021

https://voxnews.info/2021/05/18/esercit ... rra-video/

Stiamo ancora a parlarne: c’è un chiaro piano di islamizzazione dell’Europa attraverso l’immigrazione. È un jihad migratorio. E diciamo le cose come stanno: finirà solo quando i nostri militari inizieranno a sparare sugli invasori. E, alla fine, sarà una scelta inevitabile.
Sono ormai almeno seimila – anche se il governo spagnolo ha detto di non poter dare un numero preciso vista la situazione caotica – gli afroislamici che hanno passato la frontiera manu militari. Secondo il governo spagnolo almeno 2.500 sarebbero stati riportati indietro, mentre Madrid ha inviato l’esercito nell’enclave spagnola in Nordafrica. Ormai più un problema strategico che altro.

Si, continuate a definirla ‘immigrazione’:




Assalto al confine: la Spagna schiera l’esercito per bloccare i clandestini
(VIDEO)
18 Mag 2021

https://stopcensura.online/assalto-al-c ... andestini/
Spagna, record di sbarchi: 5000 in 24 ore. E’ salito ad almeno 5.000, tra cui un migliaio di minori, il numero di migranti che sono riusciti a superare il confine tra il Marocco e la Spagna e a raggiungere l’enclave spagnola di Ceuta solo nella giornata di lunedì. Lo hanno riferito le autorità spagnole per le quali si tratta di una cifra che costituisce un “record”, senza precedenti. A nuoto o a piedi, gli arrivi di migranti che lasciano le spiagge marocchine situate a pochi chilometri a sud di Ceuta si sono moltiplicati dalla mattina alla sera.
Secondo quanto riferito dal quotidiano “El Mundo“, nelle prime ore di oggi la Spagna ha deciso di schierare l’Esercito alla frontiera con il Marocco per impedire ulteriori arrivi come supporto alla Polizia locale e nazionale. Lo ha riportato stamane Repubblica.


Spagna, ottomila migranti raggiungono a nuoto Ceuta dal Marocco: quattromila respinti
18 maggio 2021

https://www.ilgiorno.it/mondo/spagna-mi ... -1.6378300

Sta diventando un caso internazionale il drammatico sbarco di ottomila migranti approdati nell'enclave spagnola in territorio marocchino di Ceuta, metà dei quali sono stati respinti verso il Marocco. Momenti di tensione e paura, con migliaia di uomini che sono arrivati a nuoto a Ceuta e si sono assiepati lungo la costa sotto gli occhi dei soldati spagnoli. Molti sono stati soccorsi, altri immobilizzati, giovani e meno giovani, anche bambinii e donne, provenienti non solo dal Marocco ma anche dall'Africa nera. Una persona ha perso la vita. Sulla spiaggia sono iniziate le procedure di raccolta e identificazione in un clima a dir poco surreale, almeno quattromila i respingimenti da parte della Guardia Civil ma la conta continua.

La crisi

L'emergenza migranti ha poi avuto strasichi diplomatici che non tendono a spegnersi. Madrid ha convocato l'ambasciasciatrice in Spagna del Marocco che, a sua volta, l'ha richiamata in patria per consultazioni, mentre il governo iberico annuncia la difesa dei propri confini, riferendosi alle enclavi di Ceuta e Melilla sulla costa africana. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha cancellato un viaggio a Parigi e si è recato a Ceuta, dove è arrivato questo pomeriggio, per seguire la "grave crisi" dell'ondata di migranti in arrivo in queste ore, nell'auspicio di "ristabilire l'ordine il prima possibile".


I motivi

La crisi migratoria in corso nelle enclave spagnole in Nord Africa di Ceuta e Melilla appare legata alla crisi diplomatica tra Rabat e Madrid aperta dall'accoglienza concessa dalla Spagna a Brahim Ghali, il capo del Fronte Polisario, la guerriglia separatista che contende al Marocco la regione del Sahara occidentale. Il ricovero di Ghali, affetto da Covid-19, in un ospedale di Logrono, nella regione della Rioja, era stato confermato lo scorso 23 aprile dal ministero degli Esteri spagnolo, che lo aveva definito una decisione presa per "ragioni umanitarie". Secondo quanto riportato da La Razon, il trasferimento di Ghali in Spagna sotto falso nome era stato organizzato "ai massimi livelli" dalle autorità spagnole e algerine. L'Algeria è la principale sostenitrice del Fronte Polisario, che lo scorso autunno aveva riaperto le ostilità con il Marocco, rompendo la tregua in vigore dal 1991



Marocco, Turchia, Libia: l'Europa prova a frenare il fiume di migranti
Lorenzo Vita
18 maggio 2021

https://it.insideover.com/politica/la-g ... ppola.html

Quello che accade a Ceuta tra Spagna e Marocco, con migliaia di migranti che assaltano l’enclave spagnola, è quello che accade quotidianamente in tutta l’Europa. C’è un mondo, quello del vecchio Continente, che assiste a una crisi rimandandone la soluzione. E c’è un altro mondo, quello mediorientale e nordafricano, che di questo fenomeno ha una risposta netta, ruvida e con metodi che l’Europa (in una forma di perbenismo internazionale) esternalizza ma non può attuare sul proprio territorio. Un rapporto di lucida ipocrisia e incapacità di trovare soluzione che si trasforma in un sistema complesso: da una parte un’Europa che vive costantemente sotto ricatto, dall’altra parte governi che gestiscono un problema di cui farebbero volentieri a meno, nel mezzo milioni di persone considerate merce di scambio.


Il problema del Marocco

L’invasione di Ceuta, con migliaia di persone arrivate di punto in bianco ai confini dell’enclave spagnola, e quindi dell’Europa, è un esempio perfetto di questa trappola a cui siamo arrivati da anni e senza apparente via di uscita. Dalla Spagna hanno negato che si potesse trattare di una ripicca per quanto avvenuto nei giorni scorsi con il ricovero a Madrid del leader del Polisario, Brahim Gali. Ma le parole della ministra degli Esteri spagnola Arancha González Laya non sembravano troppo convinte. Il capo della diplomazia di Madrid aveva detto di non poter parlare a nome del Marocco e di aver ricevuto garanzie da parte di Rabat che quanto stesse avvenendo a Ceuta non era frutto delle tensioni tra i due Stati. Tuttavia, le parole dell’ambasciatrice marocchina in Spagna a Europa Press non sembrano affatto sulla stessa linea e anzi confermerebbero una tendenza osservata già da molti commentatori: quella dei migranti è fondamentalmente un’arma negoziale. Nel momento in cui la rappresentante di Rabat in terra iberica afferma, senza troppi giri di parole, che “ci sono atti che hanno delle conseguenze” e che queste conseguenze vanno sempre tenute in considerazione, significa che c’è qualcosa che va al di là della pura casualità. Soprattutto nel momento in cui la Spagna, per pura coincidenza temporale, sblocca definitivamente 30 milioni di euro messi già in bilancio proprio a favore del Marocco.

Del resto non è una novità che a Rabat ci sia qualcuno che ritiene di poter utilizzare il fenomeno migratorio come avvertimento per accordi più vantaggiosi con Madrid o per mandare segnali nei confronti della controparte spagnola. Nell’agosto 2014 accadde un caso emblematico: una motovedetta della Guardia Civil intercettò lo yacht del re Mohamed VI per identificare le persone presenti a bordo (sembra che le forze dell’ordine fossero stato insospettiti dall’utilizzo di moto d’acqua spesso usate per portare immigrati clandestini sulle spiagge spagnole). Il gesto dell’ignaro comandante della motovedetta spagnola fu visto dal monarca marocchino come un affronto, al punto che non soltanto il re si lamentò con la sua controparte iberica, Filippo VI, ma le coste andaluse si videro arrivare nel giro di pochissimi giorni un migliaio di persone arrivate clandestinamente dal Marocco. Una coincidenza temporale che fu vista come una chiara mossa politica di Rabat, e oggi riportata sia giornali di destra che di sinistra.

Nel frattempo però la Spagna (e con essa l’Europa) non ha fatto molto per risolvere davvero il problema, rendendo di fatto il Marocco a essere il guardiano dell’immigrazione dall’Africa alla penisola iberica. Un elemento che ha sicuramente reso centinaia di milioni di euro a Rabat per il controllo dei flussi, ma che di certo non aiuta un Paese che vorrebbe avere altri tipi di problemi. Se quindi è chiaro che il flusso migratorio rappresenta un’arma anche di ricatto, è altrettanto vero che questo si traduce nell’avere un numero indeterminato di persone clandestine nel proprio territorio e che, se non creano problemi alla Spagna, possono crearne alle autorità marocchine. Con rischi molto seri per Paesi che cercano di uscire da una condizione economica di fragilità rispetto ai Paesi europei del Mediterraneo.


Dal Marocco alla Turchia

Traslando il problema dal Mediterraneo occidentale ad altre parti dell’Europa e di Nord Africa e Medio Oriente, le cose non sembrano andare molto diversamente. Pensiamo al caso turco, con Recep Tayyip Erdogan che viene profumatamente pagato dall’Europa per mantenere dentro i confini turchi i profughi siriani ma anche migliaia di persone di altra origine e che sono diretti in Europa passando per il corridoio anatolico. Anche in questo caso, il rapporto tra Europa e Turchia si gioca, come per il Marocco, su un doppio schema. Da un lato, ricevere denari per fermare i migranti è stata la premessa per consegnare le chiavi di una crisi in mano ad Ankara. Un’arma di ricatto che Erdogan ha sfruttato per la sua agenda politica nel Mediterraneo orientale e nei Balcani, rendendo il rapporto con l’Unione europea inscindibile quantomeno sotto il profilo del controllo dei flussi migratori. Dall’altro lato, non deve però dimenticarsi cosa ha comportato per la Turchia possedere sul proprio suolo centinaia di migliaia di persone, sia come sforzo economico che come rischio sociale, rendendo tra l’altro la vita di queste milioni di persone un problema e un’arma a seconda dei punti di vista.

L’Europa, in tutto questo, ha indubbiamente mostrato il suo lato peggiore. Prima ha lasciato i Paesi balcanici, dalla Grecia all’Ungheria, in balia del fiume umano proveniente dal Medio Oriente e con la condanna a qualsiasi forma di muro. Poi, una volta che quel milione di profughi arrivò in Germania, a Bruxelles si accorsero del problema chiedendo l’aiuto della Turchia. Erdogan, leader criticato continuamente dai suoi omologhi europei ed escluso dal consesso Ue, si è così visto arrivare gli europei con miliardi in tasca e un disperato bisogno di aiuto, rendendo il suo impegno militare in Siria e l’arrivo dei profughi un’assicurazione sui rapporti con con il Vecchio Continente. E intanto nessuno ha pensato di mettere un freno a quell’esodo se non bloccandone il corso prima che arrivasse alla foce, cioè l’Europa. Mentre la sorgente fatta di guerra, crisi umanitarie e governi inefficienti è rimasta completamente intatta.

Il pericolo sul fronte libico

Si è spesso discusso della possibilità che la penetrazione turca in Libia, in particolare nella Tripolitania, possa comportare l’introduzione dello stesso schema dell’Egeo o di Gibilterra anche per il Mediterraneo centrale. Un rischio possibile, quello è certo, ma con varianti che possono essere foriere di pericoli anche maggiori per l’Italia. Innanzitutto, perché a differenza di Marocco e Turchia la Libia non ha un unico interlocutore: le milizie sono tante, il governo di unità nazionale non ha un’autorità reale e riconosciuta e soprattutto esistono ancora sacche di completa anarchia e guerra. In secondo luogo, c’è un problema di assenza di controlli reali anche da parte delle stesse milizie, il più delle volte totalmente inefficienti, oltre che inaffidabili, e che pur rientrare in parte nei ranghi delle forze governative non si sono mai costruite come vere forze dell’ordine. Sul fronte della Guardia costiera libica, inoltre, esiste un tema legata al loro addestramento: molte motovedette sono italiane, ma la Turchia ne addestra in gran parte il personale definendone quindi prerogative e modalità d’azione.

Se sulle coste il problema è il mancato controllo, per quanto riguarda il sud della Libia, poi, i problemi sono ancora più grandi. I confini meridionali sono praticamente inesistenti, con il Fezzan a fare da cuscinetto tra i due vespai della Libia e dell’Africa centrale. Un territorio senza governo, in cui regnano milizia, mercenari e tribù, circondato da Stati in cui gli esecutivi non hanno alcun tipo di autorità sostanziale e in cui dilaga il fenomeno dei trafficanti di esseri umani.

Un inferno in cui l’Europa continua a rimanere assente o, se è presente, lo fa con missioni militari complesse e rapporti diplomatici talmente differenti da Paese a Paese da non riuscire a muoversi simultaneamente. I problemi sono esternalizzati, le forze armate si posizionano in Africa – e sempre più a sud verso il Sahel – sperando di risolvere le crisi, ma senza una strategia complessiva che fermi il flusso di migranti verso l’Europa. E nel frattempo l’unica possibilità per i governi di frontiera (europea) è quello di riversare miliardi nelle casse dei dirimpettai africani confidando nel controllo. La risposta sull’efficacia o meno di questi “contratti” arriva con quanto avviene tra Lampedusa e le coste siciliane.




"La polizia marocchina gettava gente in mare". Frontiera chiusa: 5.600 già rispediti indietro
Ricatto di Rabat per farsi riconsegnare Ghali, terrorista ricoverato in Spagna
Roberto Pellegrino
20 Maggio 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1621496314

«Li gettavano in mare come se fossero pietre di cui sbarazzarsi e non esseri umani». Il giorno dopo l'assalto degli 8mila disperati alla spiaggia blindatissima di Tarajal, ultimo baluardo prima di Ceuta, giungono le testimonianze della notte brava della polizia marocchina. Il quotidiano spagnolo El Mundo ha raccolto le voci anonime di alcuni poliziotti che si sono rifiutati di lanciare tra le onde del Mediterraneo centinaia di minori e donne, alcune incinta o con neonati. Nella notte tra lunedì e martedì scorso, è arrivato l'ordine della autorità di Rabat di fare pulizia di quella massa di migranti che bivaccava da mesi a ridosso della frontiera marocchina, sul litorale di Belyounech. Aspettavano il mare calmo per superare a nuoto le barriere marine e mettere piede in terra spagnola, che vale l'ingresso in Europa, dopo un viaggio a piedi iniziato in Senegal, Mali e Niger.

La polizia marocchina li ha costretti e buttati in acqua, al buio, tra le grida e i pianti dei minori, senza pietà, senza avere il tempo di afferrare un salvagente. Chi ha raggiunto la spiaggia di Ceuta, nuotando al freddo per quasi un chilometro, ha poi trovato i militari ad accoglierli e soccorrerli. È stata usata anche la forza per fermare la fuga dei clandestini e allinearli con i piedi in acqua, un gesto simbolico per dire loro che non hanno il diritto di calcare il suolo spagnolo (5.600 già rimpatriati). Un centinaio è riuscito a disperdersi nell'enclave, scatenando una caccia all'uomo che è proseguita per tutta la giornata di ieri, creando tensioni tra gli abitanti di Ceuta e le forze dell'ordine che hanno ispezionato decine di navi in partenza per Portogallo, Spagna e Francia per scovare i migranti nascosti. In strada ci sono stati alcuni scontri violenti tra i sans papier che hanno lanciato pietre e vari oggetti contro la polizia: il comandante ha lamentato di avere troppi pochi effettivi per contenere i migranti. Nessuno si aspettava un'ondata simile. Né che il Marocco aprisse la frontiera, costringendo i migranti a buttarsi in mare per morire o inondare Ceuta. Il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha accusato Rabat di «strumentalizzare la migrazione».

Più che una strumentalizzazione, il gesto delle autorità marocchine sembra una vendetta privata per punire Madrid che si ostina a non estradare Brahim Ghali, il capo del Fronte Polisario che vuole liberare il Sahara Occidentale, a cui il Marocco dà la caccia perché è un terrorista. A nulla è valsa l'attività diplomatica dei due Paesi in lite, ora si spera nella mediazione dei Borbone, confidando sull'antica amicizia tra re Mohammed VI e Juan Carlos, che, però, si è autoesiliato negli Emirati Arabi e non esercita più. Così se la dovrà vedere il figlio Felipe che sta già parlando con i reali Alawide. L'immagine del neonato strappato al mare da un agente spagnolo ha sconvolto gli spagnoli, mentre l'opposizione accusa il premier Sánchez di avere sottovalutato il problema, tagliando i finanziamenti per le forze di polizia dell'enclave.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » sab giu 05, 2021 8:37 pm

No no, è razzismo all'incontrario!
Questo ragazzo è vittima del sinistrismo che vorrebbe i neri sempre vittime del razzismo dei bianchi, anche quando sono i neri ad essere razzisti, invasori, colonizzatori, criminali.


Seid Visin, ex Milan, suicida a 20 anni: «Sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle»
4 giugno 2021

https://www.ilmessaggero.it/persone/sei ... 04313.html

Seid Visin ha deciso di farla finita a soli 20 anni. Nato in Etiopia, ma adottato da una famiglia di Nocera Inferiore, Visin è stato trovato ieri senza vita nella sua abitazione. Da qualche anno aveva smesso di giocare a calcio, dopo aver militato nel settore giovanile del Milan e del Benevento. Emerge oggi una lettera scritta dal giovane alla psicologa, in cui racconta tutto il suo disagio per il clima d'odio che avveritva intorno a sé a causa del colore della sua pelle. «Sono stato adottato da piccolo - scriveva Visin nella lettera riportata dal Corriere della Sera -. Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto. Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone».

LA LETTERA - Il razzismo delle persone che lo circondavano era motivo di grande sofferenza per Seid, che scriveva: «Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa. Come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco»

L'ADDIO - La lettera si concude con una tanto amara quanto tragica considerazione: «Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente "Vita"».


???
Si sbaglia chi pensava che il razzismo fosse scomparso dal DNA italico, vista la lunga tradizione sia come emigranti sia come popolo vessato per secoli da invasori con culture diverse ed inferiori.
Nonostante la storia ci abbia visto colonizzatori, colonialisti, missionari, invasori e dominatori, non abbiamo imparato nulla dal passato perché quelle storie sono state cancellate dalle materie scolastiche o perché i neodominatori (leggi politici di mestiere) hanno scelto la strada della forzata immigrazione di nuove forze lavoro perché gli italici hanno la pancia piena e non gli aggrada fare fatica (se non per edonismo in palestra), non fanno più figli (educare significa sacrificio) e addirittura rifiutano pensare positivo verso il futuro.

Invece l'ignoranza, la diffidenza e le paure verso lo straniero, verso il diverso per colore pelle, religione e lingua, fanno ancora paura.
Qualcuno sostiene, ma non credo possibile, che il razzismo nasce e si sviluppa come forma di protesta verso il Governo che si dimostra permissivo verso tutte le forme che favoriscono chi scappa da una guerra, dall'odio razziale, dalla carestia ma non fa rispettare le regole base della convivenza civile. E' solo la conseguenza dell'ignoranza e dell'egoismo.
Non è facile condividere (secondo la carità cristiana) quando la pancia è vuota e lo Stato ha messo alla fame quelle categorie produttive che formavano l'ossatura portante del paese sotto profilo economico, finanziario e produttivo.

https://www.facebook.com/groups/2151397 ... 9209301309



Alberto Pento
Il razzismo c'entra ma al contrario. Si tratta di una naturale e legittima reazione alla violazione delle leggi di natura e dei diritti umani, civili e politici degli italiani e degli europei. Quando è troppo è troppo.
All'inizio era stato accolto più che bene, poi vi è stata la violenza dell''invasione indiscriminata e scriteriata, dell'obbligo e dell'abuso dell'accoglienza, il diffondersi della minaccia nazi maomettana e conprensibilmente e più che giustamente è cambiato l'atteggiamento verso verso chì è potenzialmente fonte di pericolo, di discriminazione, di morte.




"Il razzismo non c'entra": gli sciacalli rossi zittiti dai genitori di Seid
Ignazio Stagno
5 Giugno 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1622909878

Dopo la morte del ragazzo di appena 20 anni che ha deciso di togliersi la vita, è scattata la strumentalizzazione da parte della sinistra per legare la tragedia al razzismo. Ma la realtà è un'altra...

"Il razzismo non c'entra": gli sciacalli rossi zittiti dai genitori di Seid

La morte di Seid Visin è un dramma delicato. Un ragazzo di 20 anni che si toglie la vita non può che lasciare senza fiato i suoi genitori, i suoi amici e tutti coloro che conoscevano questo giovane che amava il calcio. Eppure subito dopo la notizia della sua morte è scattato uno sciacallaggio subdolo per sfruttare una lettera scritta alla sua psicoterapeuta più di due anni fa per portare probabilmente acqua al mulino dello Ius Soli.

Sciacalli rossi

Di fatto la notizia questa mattina è stata presentata così da diverse testate (inclusa la nostra): il suicidio sarebbe scaturito da alcuni episodi di razzismo subiti dal ragazzo. E così è partita la strumentalizzazione, soprattutto a sinistra dell'accaduto. Una corsa sfrenata ad usare il dramma di una famiglia per fini politici. "Perdonaci, se puoi", ha scritto su Facebook Enrico Letta.

Poi è arrivato il post di Saviano che si commenta da solo: "Provate a trattenere la rabbia, la voglia di spaccare tutto, di distruggere questo mondo di merda che abbiamo creato negli ultimi anni. E ora andate sulle pagine Facebook dei due più grandi pagliacci della nostra politica, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che ci fanno vergognare di condividere con loro la cittadinanza. Sì, pagliacci: nulla di quanto blaterano è vero, nessuna loro proposta è realizzabile, perlomeno in uno Stato di Diritto". A questo aggiungiamo anche le parole di Fratoianni di Sinistra Italiana: "Quando un ragazzo si toglie la vita, le battute imbecilli, i post cinici dei politici sui turisti dei gommoni e sul colore della pelle dimostrano tutta lo loro meschinità. Siate maledetti!".

"Il razzismo non c'entra"

Insomma post e commenti che poco hanno a che vedere con il dramma vissuto dal povero Seid e dalla sua famiglia. Le vere ragioni di questo gesto così crudele le sa solo il ragazzo che ha deciso di togliersi la vita. Ma nel fiume di parole di questa giornata di dolore suonano perentorie le parole di un papà e di una mamma che mentre piangono il loro figlio devono chiarire qualcosa di importante per evitare che la morte del ragazzo diventi una bandiera politica: "Il gesto estremo di Seid non deriva da episodi di razzismo". I genitori "escludono con fermezza ogni correlazione tra il gesto e la pista razzista", e arrivano a parlare di "strumentalizzazione" delle parole di Seid. L'estremo gesto purtroppo sarebbe legato ad altre motivazioni che di certo i genitori conoscono meglio dei vari Saviano e Letta.

Scontro Salvini-Saviano

E su quanto accaduto è intervenuto anche il leader della Lega, Matteo Salvini che ha affermato: "Una preghiera per te, ragazzo, e un forte abbraccio alla tua famiglia. Gli Italiani sono da sempre generosi, laboriosi, accoglienti e solidali. Chi ancora distingue o disprezza un essere umano in base al colore della pelle, è un cretino. Punto. Chi porta rispetto, merita rispetto. P.S. Agli sciacalli alla Saviano che cercano di fare polemica politica anche su una tragedia come questa, smentiti dai genitori di Seid che fanno sapere che "il suo gesto estremo non deriva da episodi di razzismo". Forse in questi casi, quando una giovane vita decide di farla finita, una sola cosa è necessaria: il silenzio.



Padova, padre e figlio picchiati selvaggiamente per rubare le scarpe del ragazzo. La madre: "Sintomo di disagio esistenziale".
A Monselice un 15enne e suo padre hanno trascorso la notte in ospedale dopo essere stati pestati da un gruppo di giovani di 14, 16 e 21 anni, tutti di origini marocchine. La vittima indossava un paio di sneakers in edizione limitata

Enrico Ferro
05 Giugno 2021

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/ ... -P19-S5-T1

PADOVA - Picchiare un coetaneo per rapinargli un paio di scarpe alla moda. Arrivare a circondare lui e il padre, prenderli a pugni, infierire su di loro anche quando sono a terra. Tutto per un paio di Nike Supreme in edizione limitata, valore 250 euro. E' successo a Monselice, in provincia di Padova, in pieno pomeriggio. Un quindicenne e suo padre di 49 anni hanno trascorso la notte in ospedale dopo essere stati pestati da un gruppo di ragazzi di 14, 16 e 21 anni, tutti di origini marocchine.

I referti medici indicano prognosi di 20 e 21 giorni e i carabinieri hanno già individuato tre dei sette picchiatori. Ma la vicenda lascia ferite aperte e interrogativi difficili da sciogliere. "Non ne faccio una colpa ai ragazzi, mi chiedo dove siano le loro famiglie. Quando li vedono uscire di casa, come fanno a non interrogarsi?", si chiede mamma Barbara, romana trapiantata in Veneto, impiegata di professione.

Hanno picchiato suo figlio per rapinargli le scarpe alla moda. Cosa si sente di dire in questo momento?

"Penso che sia sintomo di un disagio esistenziale. Io non vedo genitori dietro questi figli. Non vanno a scuola, non fanno sport. I ragazzi vanno guidati, perché si possono perdere. Se dietro non ci sono genitori che danno linee guida e che li seguono in una fase come l'adolescenza, poi succedono queste cose".

Dunque lei crede che la colpa sia delle loro famiglie?

"Io dico che vanno seguiti, sempre. Questa è una generazione virtuale: non sanno come relazionarsi, non amano fare fatica, hanno tutto pronto. Deve necessariamente intervenire l'adulto, con la sua esperienza di vita. Rispetto per le regole, rispetto per l'altro. Se non c'è il rispetto non c'è niente".

Com'è andata precisamente?

"Giovedì pomeriggio mio figlio è stato circondato da questo gruppetto, in pieno giorno, nel centro del paese, un paese di 18 mila abitanti. Volevano le sue scarpe, l'hanno minacciato, spintonato. Lui è riuscito a scappare ed è tornato a casa disperato. Mio marito ha deciso di uscire insieme a lui per andare a cercare questi ragazzi e chiedere loro di smetterla, visto che era successo poco distante da casa. Nessuno immaginava che li avrebbero affrontati con una simile violenza".

Cosa gli hanno fatto?

"Si sono radunati in sei o sette e hanno iniziato a picchiarli. Un padre che vede il proprio figlio prendere pugni e calci, senza poter fare nulla per impedirlo, perché a sua volta sta soccombendo sotto i colpi dei violenti. Sarà difficile smaltire questo choc emotivo".

Come stanno ora?

"Mio marito ha una costola rotta e una lesione all'occhio, mio figlio ha un trauma alla coscia, escoriazioni sul torace e anche un trauma cranico. Ma non sono le ferite il problema".

Qual è, secondo lei, il problema?

"Prima che mio figlio se la senta di uscire di casa penso passerà del tempo. I ragazzi superano velocemente i traumi ma questa cosa è davvero molto impattante. Quando siamo andati in ospedale era sconvolto, scioccato. Io non sono mai stata contraria all'integrazione, però dobbiamo vivere sicuri e questo non sta avvenendo".

Quindi lei pensa che il problema sia generazionale?

"Questi ragazzi hanno infastidito anche altri giovani. Da mio figlio volevano le scarpe ma da altri vogliono soldi, l'iPhone, ciò che non possono avere. Qualcuno deve contenerli, non possono spadroneggiare in questo modo. Fossimo a Roma, basterebbe evitare certi quartieri ma in un paese di 18 mila abitanti la distanza è molto più ravvicinata e i luoghi sono gli stessi per tutti".


Crimini e delitti dei clandestini, degli irregolari e di altri stranieri più o meno regolari o in attesa di regolarizzazione o di respingimento
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1814

Violenza e stupri africano asiatico maomettani
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2679

Crimini dei nazisti maomettani marocchini e africani in Europa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2753

Europa e i diritti negati e calpestati dei cittadini nativi europei
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =92&t=2682

Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2876
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727

Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2754

I paesi civili e di buona umanità difendono i loro confini, come ogni buon uomo fa con la propria casa e la sua proprietà
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2800
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3458729814

Migrare e non migrare, accogliere e non accogliere, diritti e doveri
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2498

Africa e Europa, schiavitù, colonizzazione e migrazione
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 175&t=1204

Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità né obblighi di sorta
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2624
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » dom giu 06, 2021 5:55 am

Vivere e convivere contro natura

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 205&t=2847
Costringere le persone più disparate e le genti e i popoli più diversi a vivere e a convivere contro la loro natura e compatibilità, contro la loro volontà e libertà e scelta e sovranità, è una violenza disumana che può generare violenza indicibile, proprio come con gli animali.
Quindi la costrizione all'accoglienza, all'ospitalità attraverso la demonizzazione civile, il ricatto religioso, le decisioni governative e sovranazionali imposte alle persone e ai popoli è un crimine contro l'umanità che ha la sua natura, le sue leggi, i suoi ritmi, i suoi bisogni naturali e universali;
qualsiasi innaturale forzatura produce conseguentemente del male a non finire, sofferenze immani, rivolte, guerre e bagni di sangue.
Soltanto gli idealismi utopici e le loro ideologie dogmatiche e teocratiche, nella loro cieca presunzione e arrogante ignoranza delle cose, del vero e del reale, possono arrivare a tali aberranti mostruosità di manipolazione della natura umana, della società, della vita, della politica.



Visin, padre: 'Mio figlio non si è ucciso perché vittima di razzismo'
Sky TG24
5 giugno 2021

https://tg24.sky.it/napoli/2021/06/05/seid-visin

"Mio figlio non si è ammazzato perché vittima di razzismo. È sempre stato amato e benvoluto, stamane la chiesa per i suoi funerali era gremita di giovani e famiglie". Lo dice all'Ansa Walter Visin, padre adottivo dell'ex calciatore Seid Visin, 20 anni, che ieri si è tolto la vita. A proposito della lettera scritta due anni dal giovane e inviata ad alcuni amici, il genitore ha detto: "Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia. Ma nessun legame con il suo suicidio, basta speculazioni". Quanto alle cause dell'accaduto, "non voglio parlare delle questioni personali di mio figlio. Dico solo che era un uomo meraviglioso".
Il giovane era nato in Etiopia ed era stato adottato in Italia, da piccolo, a Nocera Inferiore. Aveva giocato nelle giovanili del Milan insieme a Donnarumma e indossato la maglia del Benevento, si era anche impegnato per l'Atletico Vitalica, una squadra di calcio a cinque. Tanti i messaggi di cordoglio rivolti all'ex giocatore da parte di calciatori e politici.

La lettera di Said Visin agli amici

Il giovane, si legge sul Corriere della Sera, aveva scritto parole drammatiche in un testo inviato ad alcuni amici. "Ovunque vada - si legge - sento sulle spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati, impauriti delle persone". La lettera prosegue: "Non sono un immigrato, sono stato adottato da piccolo.. ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovano lavoro...Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone che che non mi conoscevano che ero come loro, che ero italiano, bianco. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati...come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l'odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati. Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo sono una goccia d'acqua in confronto all'oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un'esistenza nella miseria e nell'inferno. Quelle persone che rischiano la vita, tanti l'hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare, il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente 'vita'".

Il testo letto questa mattina durante i funerali

"Adesso, ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone". L'atto d'accusa contro il razzismo scritto due anni fa da Seid Visin è stato letto integralmente stamane nella chiesa di San Giovanni Battista, accolto da un lungo applauso, nel corso dei funerali. "Buon viaggio campione", uno dei messaggi affissi all'esterno della chiesa dagli amici che hanno indossato anche magliette con la scritta "Arrivederci fratello. Ciao talento".

L'ultimo allenatore: "Talento enorme dal cuore fragile"

Così come il padre di Seid, esclude il razzismo come causa del suicidio anche Antonio Francese, l'allenatore dell'Atletico Vitalica, la squadra di calcio a cinque dell'Agro Nocerino Sarnese in cui ultimamente il giovane militava a livello amatoriale. Seid Visin era "un talento enorme dal cuore fragile, che rifiutava la logica del calcio-business e considerava l'agonismo alla De Coubertin, come fonte di passione e di amicizia". "Non rimpiangeva quel mondo - dice Francese parlando della parentesi nelle giovanili del Milan e del Benevento - perché aveva capito di essere refrattario alla logica del calcio miliardario. Coltivava le sue passioni con felicità: il calcio a cinque, il teatro e il ballo, oltre ovviamente allo studio". Francese, che è anche uno psicologo, non vedeva Seid da un anno e mezzo causa Covid, ma esclude che in passato fosse stato vittima di episodi di razzismo a Nocera Inferiore. "Era perfettamente integrato, ho parlato stamattina con i familiari che giustamente hanno escluso il razzismo come causa scatenante del suicidio. Lo ricordo, almeno fino a prima della pandemia, come un giovane sorridente e solidale, molto impegnato nel sociale".



La madre adottiva di Seid contro Letta: “Si è ucciso per il lockdown, non per il razzismo”
Giugno 7, 2021
https://voxnews.info/2021/06/07/la-madr ... smo-video/
La mamma di Seid sbugiarda le merde: "Seid non è vittima di razzismo, ha iniziato a stare male per colpa del lockdown." Letta, Saviano, Berizzi etc, hanno banchettato sul cadavere di un ragazzo morto suicida solo per ottenere consensi, inventandosi la storia del razzismo. Merde!



"Il passato è tornato...". La verità sul suicidio di Seid

Rosa Scognamiglio
8 Giugno 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1623141071


I genitori di Seid Visin, il calciatore 20enne morto suicida, ribadiscono che il razzismo non c'entra con la morte di loro figlio
"Il passato è tornato...". La verità sul suicidio di Seid

"Il razzismo non c'entra con la morte di nostro figlio". Lo affermano con tono deciso i genitori di Seid Visin, il calciatore 20enne di origini etiopi che si è tolto la vita il 4 giugno 2021. "Nostro figlio aveva cancellato l'Etiopia, era felice qui. Tutto è cominciato col lockdown", spiegano Maddalena e Walter Visin nel corso di un'intervista rilasciata all'emittente campana Telenuova.

"Quella lettera risale a 30 mesi fa"

"Voglio precisare che Seid non ha fatto quel gesto per problemi razziali". Lo ribadisce ancora una volta Walter Visin, padre adottivo di Seid, l’ex calciatore di origini etiopi con trascorsi nelle giovanili del Milan. Intervistato da Telenuova, in Signor Visin spiega che la lettera firmata da Seid contro il razzismo, e letta durante il funerale "è stata scritta tanti anni fa. Mio figlio – racconta l'uomo –lottava contro le discriminazioni razziali di tutti i generi. Non faceva niente per sé, faceva per gli altri". Walter Visin ha annunciato la volontà di dare un seguito alle idee contenute in quella lettera attraverso un progetto rivolto ai giovani "per aiutarli ad essere forti. Noi adulti, la politica, non siamo bravi, siamo egoisti. I giovani quindi devono essere forti per lottare come ha fatto Seid".

"Il disagio è nato col lockdown"

Nel corso dell'intervista, la mamma di Seid pone l'accento "sull’isolamento che i ragazzi hanno vissuto durante la pandemia" spiegando che suo figlio avrebbe vissuto con difficoltà il lockdown trascorso a Milano, dove studiava giurisprudenza all'università Statale. "Se ne stava chiuso 24 ore su 24 in una stanza nello studentato. - afferma - Quello che dobbiamo fare è non lasciare i ragazzi da soli, devono stare insieme, socializzare".

Maddalena racconta come, durante i primi anni trascorsi in Italia, Seid "non voleva neanche sentir nominare l’Etiopia, non voleva saperne nulla. Ha sempre dichiarato in giro di essere nato in questa famiglia. È stato felice finché è stato un bambino. Quando ha iniziato a crescere – aggiunge –gli è tornato addosso tutto il passato, ha iniziato a essere più riflessivo, ha iniziato a vivere un disagio. Si è attivato, era un paladino della giustizia, infatti si è iscritto a giurisprudenza nonostante io cercassi di indirizzarlo altrove. Lui credeva nella giustizia".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » gio nov 11, 2021 9:10 am

Migranti, è scontro in Ue: "Il muro? Ok, ma non con i nostri soldi"
Francesca Galici
8 Ottobre

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/mi ... 1633728756

Via libera dell'Ue alla realizzazione di protezioni ai confini per frenare l'onda migratoria a patto che non si utilizzino i finanziamenti europei
Migranti, è scontro in Ue: "Il muro? Ok, ma non con i nostri soldi"

I Paesi europei iniziano a sentire il peso dell'immigrazione incontrollata e la crisi in Afghanistan potrebbe incrementare i flussi via terra dei prossimi mesi. Il fronte dei Paesi Visegrad è compatto nel chiedere il potenziamento del controllo sui confini, anche con barriere fisiche per il blocco degli ingressi ma a questi potrebbero aggiungersene altri, tutti nella parte orientale dell'Europa. Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia rappresentano il nucleo primario ma ora sono sulla stessa linea di azione, per motivi principalmente geografici, anche Austria, Estonia, Danimarca, Bulgaria, Cipro e Grecia.

L'argomento è stato centrale nel corso dell'ultimo Consiglio Ue affari interni a Lussemburgo. Al termine dell'incontro, il commissario agli affari interni, Ylva Johansson, ha risposto ai giornalisti a nome della Commissione Ue e non a titolo personale in merito all'argomento: "Se uno Stato membro ritiene necessario costruire una recinzione lo può fare e io non ho nulla da obiettare. Hanno la possibilità e il diritto di costruire queste recinzioni. Usare finanziamenti Ue è un altro paio di maniche". Una posizione netta quella assunta dalla Johansson e, quindi, dalla Commissione, che non preclude nessuna possibilità purché i Paesi utilizzino i propri fondi.

Il commissario ha poi proseguito: "Bisogna rafforzare la protezione dei nostri confini esterni. Devo dire che alcuni Stati membri hanno costruito alcune strutture di protezione. Ho presentato varie proposte per proteggere meglio i confini esterni e per monitorarli nel Patto Ue per la migrazione e l'asilo. Questo fa parte dell'approccio della gestione della migrazione e abbiamo già trovato accordo su passi importanti per proteggere meglio i confini attraverso l'interoperabilità". Ylva Johansson, nel corso della conferenza stampa, ci ha anche tenuto a sottolineare che "dobbiamo proteggere le nostre frontiere esterne ma dobbiamo anche proteggere i nostri valori e diritti fondamentali. Tutti gli Stati membri hanno la responsabilità di agire in linea con questo, questo ha a che fare con la reputazione di tutta l'Ue".

Sulla questione afghana, il commissario ha ribdito la volontà dell'Europa di non far mancare il suo supporto ma anche la necessità "che tutti coloro che arrivano dall'Afghanistan sia registrati e verificati con una procedura di screening. Questo è fondamentale per garantire la sicurezza. Sono abbastanza preoccupata circa i rischi legati ad Al-Qaida che potrebbe riprendere piede in Afghanistan".




Profughi e rifugiati, l'Unhcr faccia il suo dovere

Anna Bono
13-10-2021

https://lanuovabq.it/it/profughi-e-rifu ... g.facebook

La richiesta di costruire muri e barriere ai confini dell'Ue è legittima. L'immigrazione illegale è un peso economico e una minaccia alla sicurezza per i Paesi destinatari. Sono pochissimi gli immigrati che chiedono asilo ad averne realmente diritto. E per i profughi e i rifugiati veri, deve essere evitata l'odissea dei trafficanti. Ci pensi l'Unhcr.

12 Stati dell’Unione Europea, poco meno della metà, ritengono necessario che si costruiscano delle barriere fisiche a protezione dei confini dell’Ue per fermare gli ingressi illegali. Lo hanno dichiarato in una lettera indirizzata alla Commissione europea con la quale chiedono consenso e finanziamenti al fine di poter “agire rapidamente e proporzionalmente alla minaccia, in difesa della loro sicurezza nazionale e dell’intera Ue”, motivandone la necessità con il fatto ben noto che la sorveglianza delle frontiere non impedisce alle persone di entrare illegalmente e quindi bisogna ricorrere ad altre misure, tra cui appunto le barriere: muri, recinzioni, filo spinato, sistemi di sorveglianza elettronica.

La minaccia alla sicurezza nazionale e all’ordine pubblico è reale. Deriva dalla presenza crescente sul territorio europeo di immigrati che, non ottenendo asilo, entrano in clandestinità e di titolari di protezione internazionale che, al termine del loro programma di integrazione, non trovando lavoro ricorrono ad accattonaggio, attività illegali e altri espedienti per sopravvivere. A questo si aggiunge la preoccupazione per i costi economici richiesti dalla gestione dei flussi migratori illegali: fondi che ormai ammontano a decine di miliardi, molti dei quali spesi per creare sistemi di accoglienza per i sempre più numerosi immigrati illegali che, per non essere respinti, chiedono asilo sostenendo di essere profughi in fuga da guerre, persecuzione e situazioni estreme di violenza. Solo in Italia tra il 2015 e il 2020 sono state presentate 462.031 richieste di asilo. Stando alla relazione trasmessa a fine dicembre 2020 dal Ministero dell’interno al parlamento, i Centri di accoglienza per i richiedenti asilo in attesa di sapere se otterranno protezione internazionale (Cas) sono 5.465 e ospitano 63.960 persone, mentre nel Sai (Sistema di accoglienza e integrazione), i programmi, per chi ha ottenuto protezione internazionale, sono 726, per un totale di 28.872 posti; e nell’estate del 2021 ne sono stati aggiunti altri.

Si chiamano sistemi di accoglienza – ogni Paese Ue ne è dotato – ma in realtà lavorano più a respingere che ad accogliere perché la maggior parte delle richieste di asilo, sottoposte all’esame delle commissioni e dei tribunali incaricati di verificare la veridicità delle motivazioni addotte, risultano infondate e vengono respinte. Nel 2019 e nel 2020 l’Italia ha concesso lo status giuridico di rifugiato all’11% dei richiedenti. Negli anni precedenti la percentuale era stata nettamente più bassa: 5% nel 2015, 2016 e 2017, 7% nel 2018. Anche aggiungendo le persone che hanno ottenuto protezione sussidiaria (concessa al richiedente che non merita asilo nel timore fondato che il suo rimpatrio possa non essere sicuro) la percentuale sale al massimo al 20-22%.

È questo stato di cose che induce, di fatto costringe, molti governi europei e la stessa Ue a ritenere necessario, legittimo e giusto blindare l’Europa tanto più che i tentativi fatti per convincere a collaborare, a suon di milioni di euro donati, i Paesi da cui partono la maggior parte degli emigranti illegali e quelli attraversati dalle rotte dei trafficanti che li trasportano non stanno dando i risultati sperati.

Bisogna però preoccuparsi che non siano i profughi, realmente in cerca di salvezza, a farne le spese, per pochi che siano quelli che raggiungono i confini dell’Ue mescolati alla massa degli emigranti illegali. Perché questo non succeda occorre accertarsi che l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) svolga le proprie funzioni e, se necessario, reclamare che lo faccia, al meglio, tanto più autorizzati a esigerlo dal momento che l’Ue e i paesi europei, insieme agli Stati Uniti e a qualche altro Paese occidentale, forniscono la maggior parte dei fondi di cui l’Unhcr dispone.

Nessuno per mettersi al sicuro dovrebbe essere costretto ad attraversare interi continenti e oltre tutto a pagare delle organizzazioni di trafficanti per arrivare a destinazione. Un profugo ha diritto, come prevede l‘articolo 31 della Convenzione di Ginevra per i rifugiati, di chiedere asilo non appena lascia il proprio Paese, quindi varcato il confine, non dopo settimane e mesi e dopo migliaia di chilometri. Deve essere messo in grado di farlo e a questo, se necessario, deve provvedere l’Unhcr che si vanta di essere presente in 128 Stati, di essere in grado di mobilitarsi e prestare i primi soccorsi entro pochi giorni, in certe situazioni poche ore, dall’insorgere di un’emergenza, se necessario di poter allestire in breve tempo dei campi in cui far confluire e ospitare i profughi per garantire loro sicurezza, cibo, alloggio, cure mediche. I suoi compiti includono l’identificazione dei profughi ed è tenuto a fornirli di documenti di identità, di assistenza legale, di aiuto per l’espletamento delle pratiche richieste sia per il loro trasferimento in paesi terzi sia per il loro ritorno a casa volontario e assistito.

L’Ue, mentre giustamente contrasta con ogni mezzo gli ingressi illegali, deve verificare con regolarità che l’Unhcr svolga le proprie mansioni ed esigere che tuteli davvero richiedenti asilo e rifugiati, prima di tutto accertandosi di affidarli a personale qualificato, responsabile e onesto. Nessun profugo dovrebbe essere alla mercé di personale che, approfittando della sua condizione, lo ricatta, ne abusa, gli estorce denaro e prestazioni sessuali, e invece succede.



Migranti, il piano dell'Europa: "Cosa bisogna fare adesso"

Mauro Indelicato
22 ottobre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1634909877


Dal Consiglio europeo è arrivata una vera e propria sollecitazione alla commissione sui migranti. I capi di Stato e di governo dell'Ue, al termine della due giorni di incontri a Bruxelles, sull'immigrazione hanno chiesto all'esecutivo comunitario di fare in fretta circa l'attuazione dei piani di azione già concordati nei mesi precedenti.


I punti toccati dal Consiglio

“A seguito delle conclusioni del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021 – si legge nella bozza del documento finale – e al fine di prevenire la perdita di vite umane e ridurre la pressione sulle frontiere europee in conformità del diritto dell'Ue e internazionale, sono stati presentati otto piani d'azione per i paesi di origine e di transito”. Un richiamo al precedente Consiglio, voluto fortemente da Mario Draghi, in cui per la prima volta dopo diversi anni si è parlato proprio di immigrazione. Da qui, la sollecitazione: “La Commissione e l'alto rappresentante – prosegue il documento – insieme agli Stati membri, se del caso, dovrebbero ora rendere operativi tali piani e attuarli senza indugio, in cooperazione con i paesi partner. Il Consiglio europeo si attende che i piani d'azione siano sostenuti da scadenze concrete e da un sostegno finanziario adeguato”.

In poche parole, i leader europei adesso si aspettano i fatti dalla commissione. I punti individuati sono gli stessi dell'ultima estate appena trascorsa. A partire dall'uso delle somme del fondo per il vicinato, lo sviluppo e la cooperazione internazionale (Ndci), per finanziare i Paesi da cui si originano i flusso migratori. “Dovrebbe essere fatto il miglior uso possibile di almeno il 10% della dotazione finanziaria dell'Ndici – si legge ancora nella bozza finale – nonché dei finanziamenti nell'ambito di altri strumenti pertinenti, per le azioni relative alla migrazione”. Tra i Paesi a cui stornare le somme, nel documento sono stati menzionati Turchia, Giordania e Libano. Nessun cenno invece alla Libia, che interesserebbe da vicino l'Italia.

C'è poi il discorso relativo ai rimpatri, tasto importante toccato più volte nei mesi passati. I capi di governo dell'Unione hanno chiesto alla commissione di fare in fretta anche su questo fronte. “Il Consiglio europeo – prosegue il documento – ricorda la necessità di garantire rimpatri effettivi e la piena attuazione degli accordi e delle intese di riammissione, avvalendosi degli strumenti di leva necessari”.


I Paesi Bassi chiedono impegni all'Italia sui movimenti secondari

Inoltre viene toccato un punto molto sentito soprattutto dalla Germania e dai governi del nord Europa, quello dei cosiddetti “dublinanti”. Si tratta dei migranti che, dopo essere sbarcati in territorio comunitario, si muovono verso altri Paesi. Secondo il trattato di Dublino, questi spostamenti, definiti “movimento secondari” non dovrebbero esistere in quanto le richieste di asilo vanno presentate nel Paese di primo approdo. Ogni anno però sono in migliaia a raggiungere altre mete da quelle in cui si è arrivati. Per questo il Consiglio ha chiesto alla commissione di intervenire.

A puntare i piedi su questa questione sono stati soprattutto i Paesi Bassi. Il governo di Rutte ha chiesto all'Italia di fare di più in tal senso. Così come riportato dall'Agi, la posizione olandese ha rallentato i lavori del Consiglio. Roma infatti avrebbe chiesto di affrontare, simultaneamente alla questione relativa ai dublinanti, quella della redistribuzione dei migranti. Tema su cui però le posizioni in Europa sono divergenti.


La questione degli "attacchi ibridi"

Infine c'è la condanna nei confronti dei cosiddetti “attacchi ibridi”. Ossia l'afflusso di migranti generato da Paesi terzi per ricattare l'Ue. Nel documento è citato il caso relativo alla Bielorussia, da cui migliaia di persone sono arrivate in Lituania e Lettonia dal primo gennaio ad oggi dopo gli scontri politici con Bruxelles.

Anche in questo caso sono state registrate divisioni. I governi dei Paesi baltici hanno ribadito la necessità di proteggere le frontiere anche con dei muri, in linea con una lettera inviata alla commissione nei giorni scorsi da 12 capi di governo dell'Ue. Ma sono diversi gli esecutivi che si oppongono a una visione politica più dura del controllo dei confini.


L'immobilismo della commissione

In generale, il summit di questi due giorni è servito a ricordare l'importanza dell'attuale emergenza immigrazione e l'esistenza di piani di azione già stabiliti ma non ancora attuati. Né, probabilmente, attivabili in tempi brevi.

La commissione europea aveva presentato il 23 settembre 2020 un piano, rimasto però nel cassetto. Oggi l'esecutivo comunitario sembra volersi muovere nell'ottica di una lotta alle organizzazioni criminali di trafficanti, ma non esistono per adesso piano dettagliati. L'Ue dunque si avvia verso il nuovo anno senza avere ancora ben chiare le idee su come muoversi tra i meandri di questo delicato e articolato dossier.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » gio nov 11, 2021 9:11 am

Invasione della Polonia, questi sono criminali (comprese le donne e i bambini al seguito), gente senza alcun rispetto e riguardo, ... pieni di violenza da trattare come si meritano con altrettanta se non maggiore violenza.


Questi vogliono entrare in casa degli altri con la violenza, questa è disumanità criminale che non merita alcuna considerazione umanistica, vanno trattati con la stessa brutalità

https://www.facebook.com/etzouuuuu/vide ... 3236647562
https://www.facebook.com/groups/islamno ... 7093695837




Migranti: sfondata recinzione della frontiera fra Polonia e Bielorussia
Redazione Alma News
10 Novembre 2021

https://almanews24.it/esteri/2021/11/10 ... elorussia/

Migranti – Lo sfondamento è avvenuto nei due villaggi di Krynki e Bialowieza, arrestati oltre 50 migranti. Ue, sanzioni a chi traffica migranti. La Polonia: “Dalla Bielorussia terrorismo di stato”. Il presidente del Consiglio europeo Michel incontra a Varsavia il primo ministro polacco: “Ue può finanziare protezione confini”. Minsk accusa Occidente: “Crisi per imporre sanzioni”. Merkel chiede a Putin di intervenire .

Due gruppi di migranti sono riusciti a sfondare il recinto della frontiera fra Polonia e Bielorussia attraversando il confine: è quello che scrive l’agenzia polacca PAP, secondo diversi media tedeschi. Lo sfondamento è avvenuto nei due villaggi di Krynki e Bialowieza.

Alla frontiera da giorni ci sono migliaia di migranti ammassati che cercano di entrare in Europa; ieri Varsavia ha accusato esplicitamente il presidente russo Vladimir Putin di aver orchestrato la crisi. La Polonia ha annunciato di aver arrestato oltre 50 migranti al confine.

“Nel corso delle ultime 24 ore, la polizia ha arrestato più di 50 persone vicino a Bialowieza dopo che avevano attraversato illegalmente la frontiera”, ha dichiarato all’Afp Tomasz Krupa, portavoce della polizia regionale. In mattinata il ministro della Difesa polacco, Mariusz Baszczak, aveva reso noto che erano stati fatti molti tentativi di violare il confine con la Bielorussia nella notte. “Non è stata una notte tranquilla. Ci sono stati molti tentativi di rompere la linea, ma tutti coloro che l’hanno attraversata sono stati arrestati”, ha detto il ministro. “Voglio comunque rassicurarvi – ha aggiunto- che ci sono già 15mila uomini alla frontiera, soldati dell’esercito polacco. Il numero è stato aumentato e naturalmente, può essere aumentato ancora di piu’ se necessario”. Morawiecki: “Bloccare voli e sanzionare Bielorussia” E’ necessario intervenire con azioni concrete: dobbiamo bloccare i voli dal Medioriente per la Bielorussia e concordare nuove sanzioni contro il regime di Alexander Lukashenko”. Lo ha dichiarato il premier polacco, Mateusz Morawiecki, in conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Cio’ che stiamo affrontando in questo momento, e lo dobbiamo dire chiaramente, è una manifestazione del terrorismo di Stato” ha detto Morawiecki. “Gli eventi degli ultimi giorni sono un test per la Polonia e per l’Ue. Ci rendiamo conto che il rischio può aumentare e la situazione può deteriorarsi. Dobbiamo dover affrontare nuovi metodi di provocazione da parte di Lukashenko e dei suoi collaboratori”, ha spiegato il premier. Michel: “Ue può finanziare protezione confini” “E’ legalmente possibile, nell’ambito del quadro legale attuale, finanziare infrastrutture per la protezione dei confini dell’Ue”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, rispondendo a una domanda sulla possibilità di costruire muri e recinzioni con fondi europei. “La decisione dev’essere presa dalla Commissione. Vedremo quale sarà il dibattito che già c’è stato durante l’ultimo Consiglio europeo”, ha spiegato. “La mia impressione è che dobbiamo chiarire cosa sia possibile e cosa no. Anche in Lituania hanno 600-700 km con Bielorussia e proteggere quei confini nazionali vuol dire proteggere confini dell’Ue”, ha insistito Michel. Intesa Ue, sanzioni a chi traffica migranti Gli Stati membri dell’Ue hanno trovato un accordo di massima per allargare la cornice legale delle sanzioni contro la Bielorussia a chi favorisce il traffico illegale dei migranti verso l’Unione europea. da fonti diplomatiche europee. Il quadro dovrà ora essereriempito con una nuova lista di nomi ed entità. Se ne discute oggi alla riunione degli ambasciatori dei 27.

Il lavoro da domani passerà in carico al Coest (il gruppo di lavoro che si occupa di Europa orientale e Asia centrale). La base di partenza per la discussione prevede l’iscrizione sulla black list di 29 individui e della compagnia aerea Belavia. Minsk accusa Occidente: “Crisi per imporre sanzioni” La Bielorussia accusa l’Occidente di “provocare” la crisi migratoria al confine con la Polonia per imporre nuove sanzioni. Inoltre Minsk ha accusato le forze polacche di aver picchiato alcuni migranti, nello specifico quattro persone di etnia curda, che tentavano di entrare nell’Ue, mentre aumentano le critiche nei confronti di Minsk per la “strumentalizzazione” dei migranti bloccati al confine.

I quattro “sono stati arrestati in Polonia dove avevano cercato di chiedere protezione e status di rifugiato”, ha dichiarato in una nota il servizio delle guardie di frontiera bielorusse, diffondendo immagini che mostrano quattro uomini, alcuni con vestiti insanguinati e uno con tagli sulle mani, che si coprivano il viso. “A giudicare dalle numerose ferite sui corpi dei migranti, le forze di sicurezza polacche hanno maltrattato le persone e, usando la forza, le hanno spinte oltre una recinzione di filo spinato al confine con la Bielorussia”, si afferma nella nota. Cremlino respinge le accuse della Polonia, inaccettabili Il Cremlino respinge le accuse del primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, che ritiene ci sia Mosca dietro la crisi migratoria al confine con la Bielorussia. “Consideriamo del tutto irresponsabili e inaccettabili le dichiarazioni del primo ministro polacco secondo cui la Russia è responsabile di questa situazione”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, in una conferenza stampa. Merkel chiede a Putin di intervenire su Minsk Angela Merkel ha avuto una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin sulla situazione ai confini fra Polonia e Bielorussia. Nel colloquio la cancelliera ha chiesto a Putin di intervenire ed esercitare la sua influenza su Aleksandr Lukashenko, definendo “disumana e del tutto inaccettabile” la “strumentalizzazione” dei migranti in atto. Lo riferisce in una nota il portavoce Steffen Seibert. Germania chiede nuove sanzioni contro Bielorussia Intanto la Germania è tornata a sollecitare nuove sanzioni dell’Unione Europea contro la Bielorussia, il cui presidente Alexander Lukashenko sfrutta “senza scrupoli” i migranti mandandoli al confine con la Polonia. Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas. “Sanzioneremo tutti coloro che sono coinvolti nel traffico mirato di migranti”, ha annunciato Maas secondo il quale l’UE lavorerà per “estendere e rafforzare le sanzioni contro il regime di Lukashenko”.

“L’Unione Europea non può essere ricattata”, ha aggiunto Maas. Cei: “Migranti usati per interessi politici” “La situazione dei migranti assembrati al confine tra Bielorussia e Polonia ha del paradossale. Dall’una e dall’altra parte si usano i migranti per interessi politici”. Lo denuncia senza mezzi termini mons. Giancarlo Perego, presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della Fondazione Migrantes. “Nessuno parla di chi siano queste persone migranti, il loro volto, la loro storia. E certo – osserva il presule – che da entrambi le parti c’è solo un rifiuto o uno sfruttamento. Ancora una volta i migranti sono le sole vittime”.



Tensione sui migranti, scontro Polonia-Bielorussia


Agenzia ANSA
9 novembre 2021

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/ ... 1a628.html


Le forze di sicurezza bielorusse hanno "sparato colpi in aria, simulando situazioni pericolose" per destabilizzare ancora di più la situazione al confine con la Polonia.

Lo ha detto il portavoce dei servizi speciali di Varsavia, Stanislaw Zaryn.

"Sappiamo anche - ha aggiunto - che le autorità della Bielorussia stanno aiutando i migranti a distruggere le barriere al confine. Li vediamo portare loro gli strumenti per tagliare i cavi, per distruggere la recinzione". Media vicini al governo di Minsk, citati dalla tedesca Welt, riferiscono invece a loro volta di spari da parte polacca, ma non ci sono conferme.

La guerra ibrida dei migranti della Bielorussia verso l'Europa rischia di provocare un'escalation. Situazione peggiorata dopo le immagini di centinaia di profughi in marcia verso frontiera polacca. Varsavia ne respinge l'ingresso e si dice pronta a difendere i propri confini. La commissione chiede ai 27 di colpire il regime di Lukashenko con un nuovo giro di sanzioni. La Polonia quest'anno ha registrato oltre 23mila ingressi illegali da est, quasi la metà a ottobre. Berlino esorta Bruxelles ad agire e ad aiutare a fermare il flusso di migranti che attraversano illegalmente la Polonia dalla Bielorussia. Minsk avverte Polonia, eviti provocazioni. La Nato: 'La situazione è grave'.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha parlato col presidente polacco Andrzej Duda della "grave situazione" alla frontiera della Polonia. Lo rende noto lo stesso Stoltenberg su Twitter. "L'uso dei migranti da parte della Bielorussia come tattica ibrida è inaccettabile. La Nato è solidale con la Polonia e tutti gli alleati nella regione", aggiunge il segretario generale.

Il Consiglio dell'Ue ha sospeso lo schema di facilitazione dei visti per gli esponenti del regime di Minsk. La decisione è una risposta all'attacco ibrido in corso lanciato dal regime Bielorusso. Lo rende noto il portavoce della presidenza di turno del Consiglio Ue, Damijan Fiser, su Twitter.

Il ministero della Difesa bielorusso ha respinto oggi le accuse di Varsavia secondo cui Minsk sta coordinando l'ondata di migranti che tentano di attraversare la vicina Polonia. "Il ministero della Difesa bielorusso ritiene infondate e non comprovate le accuse da parte polacca", si legge in un comunicato che accusa la Polonia di aumentare la tensione "deliberatamente".
La Bielorussia mette in guarda la Polonia contro ogni "provocazione" al confine tra i due Paesi, dove si ammassano migliaia di migranti nella speranza di entrare in Ue. "Vogliamo anticipatamente mettere in guardia la parte polacca contro l'utilizzo di qualsiasi provocazione" contro la Bielorussia "per giustificare eventuali azioni bellicose illegali" contro i migranti. Lo comunica una nota del ministero degli Esteri di Minsk.

La Germania esorta l'Unione europea ad "agire" e ad aiutare a fermare il flusso di migranti che attraversano illegalmente la Polonia dalla Bielorussia. "La Polonia o la Germania non possono farcela da sole", ha detto al quotidiano Bild il ministro degli Interni ad interim Horst Seehofer. "Dobbiamo aiutare il governo polacco a proteggere il loro confine esterno. Questo sarebbe effettivamente il compito della Commissione europea. Ora li invito ad agire", ha detto.

Nell'intervista alla Bild Seehofer ha detto di sostenere la decisione della Polonia di costruire un muro di confine. "Non possiamo criticarli per aver protetto i confini esterni dell'Ue". "Non attraverso l'uso di armi da fuoco ovviamente, ma con altri mezzi che sono disponibili", ha aggiunto. La situazione, già molto tesa tra Minsk e Bruxelles è peggiorata dopo che sono circolate le immagini di centinaia di profughi in marcia verso la frontiera polacca. Varsavia ha respinto il loro ingresso e si è detta pronta a difendere i propri confini, mentre la Commissione Ue ha chiesto ai 27 di colpire il regime di Lukashenko con un nuovo giro di sanzioni. La Polonia quest'anno ha registrato oltre 23mila ingressi illegali di migranti da est, di cui quasi la metà a ottobre. Un segnale che la Bielorussia sta aumentato la pressione sull'Europa, come rappresaglia alle sanzioni.

Aleksandr Lukashenko e Vladimir Putin hanno discusso della situazione al confine tra Bielorussia e Polonia nel corso di una conversazione telefonica: lo comunica il servizio stampa del Cremlino. Il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha dichiarato che "non si piegherà davanti all'Europa" mentre migliaia di migranti sono ammassati al confine con la Polonia.

L'addetto militare presso l'ambasciata della Polonia a Minsk è stato convocato al ministero della Difesa bielorusso: lo riferisce lo stesso dicastero bielorusso dichiarando che al rappresentante polacco "è stato comunicato che le accuse della parte polacca su un coinvolgimento di militari bielorussi" nella situazione al confine tra Polonia e Bielorussia "sono infondate e ingiustificate".

Il premier polacco, Mateusz Morawiecki: "Dietro la crisi dei migranti dalla Bielorussia c'è la regia del presidente russo Vladimir Putin."


Criminali invasori della Polonia e dell'Europa
https://www.facebook.com/10001151632700 ... 6273233139
Se occorre si spara e si uccide, l'invasione violenta ci toglie la libertà, la sovranità e la vita!



Confine fra Bielorussia e Polonia, Lukashenko minaccia lo stop al transito di gas verso la Ue
di Irene Soave
11 novembre 2021

https://www.corriere.it/esteri/21_novem ... 4419.shtml

Se l’Europa procedesse a nuove sanzioni come minacciato, il dittatore bielorusso minaccia di chiudere il gasdotto Yamal-Europa. «Cosa succederebbe se chiudessimo il gas? Consiglio ai senza cervello di pensare prima di parlare»

Il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko, in questi giorni al centro di una crisi internazionale scatenata dall’affollarsi di centinaia di migranti alla frontiera tra Bielorussia e Polonia, ha minacciato di interrompere il transito del gas verso l’Europa attraverso il gasdotto Yamal-Europe se l’Ue espande le sanzioni come promette di fare, e se la Polonia proseguirà con la chiusura del confine. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass, citando a sua volta la bielorussa Belta. «Forniamo calore all’Europa, e per di più minacciano di chiudere la frontiera. E se interrompiamo l’erogazione di gas naturale lì?» ha detto Lukashenko.

Il dittatore di Minsk è accusato da Bruxelles — con prove video evidenti di militari bielorussi che accompagnano file di persone al confine — di aver orchestrato il flusso di migranti che si sono ammassati sulla frontiera per mettere sotto pressione e destabilizzare l’Unione Europea. Questo mentre gli Stati membri dell’Ue hanno trovato un accordo di massima per allargare la cornice legale delle sanzioni contro la Bielorussia a chi favorisce il traffico illegale dei migranti verso l’Unione europea; e per la prima volta — emerge dall’incontro tra il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il premier polacco Mateusz Morawiecki — la richiesta polacca di un muro lungo il confine orientale non è più considerata irricevibile.

«La Polonia ci sta minacciando con la chiusura del confine», ha dichiarato Lukashenko. «Io dico: sentitevi liberi di farlo, ci saranno meno immigrati che verranno da qui. Non è questo il problema», ha affermato. Per poi avvertire: «Cosa succede se noi chiudiamo il transito (del gas) attraverso la Bielorussia? Non può passare dall’Ucraina dal momento che il confine russo è chiuso lì. Non ci sono rotte attraverso i Paesi baltici. Se lo chiudiamo per i polacchi e i tedeschi, allora cosa succederà? Non dovremmo fermarci davanti a nulla per proteggere la nostra sovranità e indipendenza», ha sottolineato Lukashenko. «Mentre teniamo l’Europa al caldo, loro ci minacciano di chiudere il nostro confine. E cosa succede se blocchiamo le forniture di gas a loro? Quindi consiglio ai leader di Polonia, Lituania e altri senza cervello di pensare prima di parlare», ha concluso.



Alberto Pento
Si muova la NATO.



Sulla difesa dei confini l'Ue guarda (ancora) dall'altra parte
I muri non possono essere pagati coi fondi Ue. Bruxelles scarica sugli Stati membri la responsabilità di controllare i confini, anche con l'uso di barriere. Salvo poi attaccare chi lo fa
Andrea Indini
11 Novembre 2021

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/su ... 1636644654

"Non è una previsione giuridica", ma "è una posizione di lunga data che la Commissione europea non finanzia con i fondi europei i muri o il filo spinato" per difendere i confini nazionali. Questa mattina, durante il briefing che tiene quotidianamente con la stampa, il portavoce della Commissione europea ha ribadito per l'ennesima volta che Bruxelles non intende in alcun modo sganciare un solo euro per erigere costruzioni che blocchino l'ondata degli immigrati clandestini che in questi giorni stanno cercando di entrare in Polonia passando dalla Bielorussia. "Tuttavia - ci ha, però, tenuto a sottolineare - è responsabilità dl singolo Stato membro controllare i confini e il diritto europeo non esclude l'uso delle barriere per proteggerli". Muri sì, insomma, basta che non sia l'Unione europea a pagarli.

Vi ricordate quando il cattivo era Viktor Orban, il sovranista ungherese? Quante volte Bruxelles gli si è scagliata contro per le misure prese per fermare gli immigrati in fuga dalla Siria. E che dire dell'ingerenza, anni fa, nei confronti di un Donald Trump appena arrivato alla Casa Bianca? Non appena aveva messo mano all'implementazione del muro al confine con il Messico, iniziato dal democraticissimo Bill Clinton, si era trovato addosso gli strali della maggior parte dei leader del Vecchio Continente. Peccato che ormai da anni l'Unione europea proceda in ordine sparso e con evidenti contraddizioni ogni qual volta si trova a dover affrontare lo spinoso dossier immigrazione. Perché, per esempio, non ha battuto ciglio quando è stata la Grecia ad alzare quaranta chilometri di pannelli in metallo, costantemente presidiati dai militari, per fermare i clandestini che il premier turco Recep Tayyip Erdoğan spinge verso l'Ue ogni qual volta deve battere cassa?

In Europa quello greco non è certo l'unico muro anti migranti. La scorsa estate anche il parlamento lituano aveva approvato (pressoché all'unanimità) la fortificazione dei propri confini per fermare i clandestini mandati dal presidente bielorusso Alexandr Lukashenko. Da mesi, infatti, la Lituania si trova a combattere la stessa "guerra" della Polonia. Una guerra ibrida iniziata nel 2020 con le sanzioni europee a Minsk e salita di livello quest'anno con la crisi dei migranti. "Lukashenko sta cercando di destabilizzare l'Europa usando gli esseri umani in un atto di aggressione", aveva spiegato in una intervista al Financial Times il commissaria Ue per gli Interni, Ylva Johansson. Quando la Lituania aveva optato per la costruzione di oltre 500 chilometri di muro, a Bruxelles non si erano scomposti più di tanto. E pure in questi giorni, quando il governo polacco aveva militarizzato il confine schierando oltre 15mila soldati, non aveva battuto ciglio. I distinguo sono iniziati quando ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha iniziato a ventilare la possibilità di "finanziare infrastrutture alle frontiere". Eventualità subito stroncata da Ursula von der Leyen e dalla Commissione Ue.

Da sempre l'Unione lascia gli Stati membri soli a gestire i problemi legati all'immigrazione clandestina. L'esempio principe è ovviamente l'Italia, da sempre trattata alla stregua del più grande campo profughi d'Europa. Quando Matteo Salvini ha provato a mettere un freno alle ong straniere, Bruxelles gli è subito saltata al collo accusandolo dei peggiori crimini. Eppure, in più di un'occasione, le stesse organizzazioni non governative erano state beccate a prendere accordi sottobanco con i trafficanti di uomini. Viene da chiedere, a questo punto, per quale strano motivo all'Unione europea vadano bene i muri costruiti in Grecia, Lituania e Polonia (a patto che siano loro a pagarseli), mentre non ammette che l'Italia difenda i propri confini. Ancora oggi la Ocean Viking ha attraccato ad Augusta con oltre 300 clandestini a bordo. La scorsa settimana al porto di Trapani era, invece, arrivata la Sea Watch 4 con 850 irregolari. Per non parlare, poi, dei mini sbarchi che quotidianamente interessano le nostre coste. Ogni volta Bruxelles non guarda. Ogni volta l'Unione europea volge il proprio sguardo altrove.


Queste immagini ci sono state mostrate dalle guardie di frontiera lituane.
Si vedono le guardie bielorusse trasportare i migranti al confine e poi spingerli a colpi di scudi per costringerli ad attraversare!
È un'aggressione caratterizzata
10 novembre 2021
https://www.facebook.com/watch/?ref=sav ... 3763132551



Invasione criminale della Polonia
viewtopic.php?f=194&t=2979

Invasione della Polonia, questi sono criminali (comprese le donne e i bambini al seguito), gente senza alcun rispetto e riguardo, ... pieni di violenza da trattare come si meritano con altrettanta se non maggiore violenza per più che legittima difesa.

Questi non sono fratelli, questi sono nemici feroci e mortali, questi sono nazi maomettani assai peggiori dei nazisti hitleriani.
Per questa umanità senza alcun rispetto umano e malvagia al massimo grado che vuole introdursi con la violenza, la frode e la prepotenza nei paesi altrui, umanità che non è in alcun modo diversa dai ladri, dai truffatori, dai rapinatori, dai predoni assassini e sturpatori, da un esercito armato di invasori che vuole occupare il tuo paese, predarti e ridurti in schiavitù se non ucciderti, non provo alcuna umana compassione.
Per questa umanità criminale provo solo avversione, profondo disprezzo e odio assoluto, nessun sentimento di solidarietà, nessun desiderio di accoglienza ma unicamente un assoluto rifiuto e una assoluta volontà di respingimento con ogni mezzo e ad ogni costo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » ven nov 26, 2021 1:17 pm

Migranti, la crisi della Manica conferma i limiti dell’Ue
Gianandrea Gaiani
25 novembre 2021

https://lanuovabq.it/it/migranti-la-cri ... iti-dellue

Con la morte di una trentina di migranti che tentavano di attraversare la Manica, si è aggravata la diatriba anglo-francese. Londra lamenta l’arrivo dalla Francia, in meno di un anno, di oltre 26.000 clandestini. L’ennesima crisi che mostra la mancanza di una politica chiara dell’Ue a difesa dei confini.

Dalle tre rotte mediterranee a quella balcanica, dal confine polacco al Canale della Manica, da Ceuta alle Canarie, l’Europa è ormai un colabrodo nel fronteggiare i flussi migratori illegali. Se Berlino si preoccupa degli afro-asiatici filtrati in Polonia dalla Bielorussia e tutti diretti in Germania, Londra è alle prese con la più massiccia “invasione” attraverso il Canale della Manica dai tempi dello sbarco normanno nel 1066. Oltre 26 mila clandestini giunti dalla Francia quest’anno (un terzo di quelli sbarcati in Italia nello stesso periodo), dei quali 1.185 in un solo giorno, hanno irrigidito la posizione di Londra nei confronti della Francia ma anche dell’Unione Europea incapace di controllare i suoi confini sia in entrata che in uscita.

Comprensibile la rabbia di Londra, tenuto conto che dalla Manica erano arrivate nel 2019 circa un migliaio di persone e nel 2020 circa 8 mila. La trentina di migranti illegali morti mercoledì nel tentativo di attraversare il Canale della Manica, tra i quali anche bambini e donne incinte, ha amplificato le polemiche. Il governo britannico ha “in diverse occasioni” offerto a Parigi personale aggiuntivo e mezzi per pattugliare il confine offrendo di coprirne i costi fino a 54 milioni di sterline (quasi 63 milioni di euro) nel tentativo di scoraggiare gli attraversamenti, ha detto un portavoce del premier Boris Johnson.

Il Regno Unito ha rinnovato l’offerta di pattugliamenti congiunti con la Francia nel Canale della Manica, ha ribadito ieri il ministro dell’Interno britannico, Priti Patel, riferendo ai Comuni di una sua conversazione con l’omologo francese Gérald Darmarin. Patel ha precisato poi che la traversata è stata “inutile” per i clandestini aggiungendo che “nessuno deve lasciare la Francia” per essere al sicuro. Il ministro ha ribadito che le persone dovrebbero chiedere asilo nel primo “Paese sicuro” che raggiungono dopo aver lasciato il proprio Paese, anticipando una nuova legge sui confini che affronterà i “fattori di attrazione” che inducono i migranti illegali a tentare di raggiungere il Regno Unito.

Le richieste di asilo nel Regno Unito quest’anno hanno raggiunto il livello più alto dal 2004, certifica l’Ufficio nazionale di statistica britannico (Ons). Ben 37.562 richieste di asilo fino a settembre, corrispondenti ad un aumento del 18% rispetto al 2021 mentre ve ne sono 67.547 in attesa di valutazione. I richiedenti sono principalmente provenienti da Iran, Eritrea, Albania, Iraq e Siria.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto una più forte cooperazione europea sulle migrazioni irregolari affermando che “la Francia non permetterà che il Canale della Manica diventi un cimitero”. Curiosamente, esattamente quello che l’Italia chiede invano da anni. Ma Macron ha anche detto a Johnson, durante un colloquio telefonico, che “si aspetta che i britannici collaborino pienamente e si astengano dalla strumentalizzazione di una situazione drammatica a fini politici”. Mercoledì il premier britannico aveva dichiarato che gli sforzi fatti sulla crisi migratoria non erano sufficienti e che aveva “avuto difficoltà a convincere alcuni partner, in particolare i francesi, ad agire all’altezza della situazione”.

Flussi migratori così massicci e simili anche nei numeri di quanti hanno illegalmente sconfinato quest’anno, diretti in Gran Bretagna e Polonia, contribuiscono a mettere alla berlina l’Europa e la sua capacità e volontà di difendere i confini. L’assenza di politiche comuni, di azioni di respingimento e di determinazione a non accogliere clandestini e a perseguire i trafficanti stanno di fatto incoraggiando migranti e organizzazioni criminali che li gestiscono.

La Francia è stata per anni il punto di arrivo illegale di molti clandestini sbarcati in Italia e Spagna ma anche in Grecia: oggi Parigi sembra volersi liberare di molti di questi illegali minacciando i Paesi africani di bloccare l’arrivo sul territorio francese di immigrati regolari se Tunisia, Algeria e Marocco non accetteranno il rimpatrio dei loro clandestini. Al tempo stesso Parigi rimanda senza troppo clamore in Italia tutti quelli che trova sul suo territorio privi di documenti francesi e punta a favorire lo svuotamento dei tanti campi abusivi di clandestini che gravitano intorno a Calais chiudendo un occhio sulle imbarcazioni che salpano per le coste britanniche.

Entrambi i governi cercano di contenere il confronto, pur aspro, con la controparte ma certo nella diatriba anglo-francese manca l’elemento che ai confini orientali dell’Ue catalizza la solidarietà di tutti: la Bielorussia guidata dal dittatore Lukashenko, “amico” di Putin. L’accentuarsi degli attraversamenti della Manica è inaccettabile per il governo e la società del Regno Unito e aumenta il distacco di Londra dall’Unione europea. Un’Ue che paga ancora una volta la mancanza di una politica chiara e priva di ambiguità terzomondiste, come ha ben illustrato la rinuncia della Commissione a finanziare la costruzione di barriere anti-immigrati irregolari ai suoi confini esterni, richiesta da ben 13 Stati membri. L’ennesima crisi dei migranti illegali lungo i confini dei singoli Stati conferma ancora una volta che l’Ue, se vuole avere un senso come entità geopolitica, deve difendere ad ogni costo i confini esterni attuando immediate iniziative di respingimento e negoziando aiuti ai Paesi di partenza in cambio di un giro di vite sui controlli.

Come noi europei avremmo dovuto imparare già dai massicci flussi lungo la rotta balcanica del 2015/16 e lungo quella libica/tunisina/algerina diretta in Italia dal 2013 in poi, l’assenza di “muri” e altre misure che scoraggino i traffici di migranti clandestini lungo i confini esterni dell’Ue condurrà inevitabilmente a dover fare i conti con i muri interni eretti dai singoli Stati. Misure che sarebbero quanto mai necessarie e comprensibili, la cui assenza però non solo determinerà l’aumento delle tensioni all’interno della Ue ma comprometterà anche ulteriormente la tenuta del Trattato di Schengen coprendo l’Europa di ridicolo agli occhi dei clandestini e dei trafficanti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 7:15 pm

.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 7:15 pm

No, i migranti non sono come gli ebrei sotto il nazismo
Giulio Meotti
6 dicembre 2021

https://meotti.substack.com/p/no-i-migr ... -gli-ebrei

Qual è il modo migliore per chiudere il dibattito sull'immigrazione di massa e le sue conseguenze in Europa? Manipolando ed estremizzando il linguaggio a livelli impossibili da discutere. Questo è ciò che sta accadendo nell’assillante confronto fra le ondate di migranti che arrivano in Europa e gli ebrei durante l'Olocausto. Il filosofo francese Alain Finkielkraut, i cui genitori sono sopravvissuti all’Olocausto, l’ha definita “shoaizzazione”.

Non importa che i migranti siriani assalgano violentemente chi porta i segni ebraici a Berlino e altrove in tutta Europa. Non importa che, una volta sdoganato il paragone, persino Erdogan si accosti agli ebrei sotto il nazismo. Non importa neanche che Hitler abbia sterminato 6 milioni di ebrei europei e che oggi in Europa ci siano 87 milioni di migranti internazionali vivi e vegeti. E non importa che sette migranti su dieci, secondo le Nazioni Unite, non sono rifugiati ma migranti economici. In Italia quest’anno sono arrivati perlopiù tunisini. Non fuggono da guerre, persecuzioni, odio. Ma come ha scritto Pascal Bruckner nella Tirannia della penitenza, il paragone ha una funzione precisa, “è così che diventiamo responsabili retroattivamente degli orrori commessi dai nostri antenati o dall’umanità intera”. Come ha detto Bruckner a Le Figaro, serve a lasciarci “disarmati di fronte alla barbarie”.

Anche Papa Francesco ha fatto suo il paragone a Lesbo, parlando dell'Europa dei “lager” e citando lo scrittore sopravvissuto alla Shoah, Elie Wiesel.

La “distorsione della Shoah” diventa tema di dibattito politico quando i No Vax usano la stella di David, ma non quando quasi ogni giorno si paragonano gli immigrati agli ebrei portati nei mattatoi nazisti. Lo si fa anche negli Stati Uniti, dove la sinistra woke paragonava i centri di detenzione per migranti dal Messico ai campi di concentramento (poi è arrivato Joe Biden, i centri sono rimasti ma i paragoni sono finiti). Nessuno scandalo quando i musulmani francesi indossano la stella gialla alla marcia parigina contro l’“islamofobia” a Parigi. Ma va bene chiamare “fascista” Eric Zemmour, il saggista francese conservatore di origini ebraiche candidato alle presidenziali del prossimo anno. Il “fascista ebreo Zemmour” andava interdetto dal tenere una conferenza a Saint-Denis, il dipartimento che ha perso l'80 per cento della sua popolazione ebraica in soli venti anni a causa dell'antisemitismo proveniente dai “nuovi ebrei” (i migranti).

Franco Berardi, autore di un'opera teatrale in Germania, "Auschwitz on the Beach", ha accusato gli europei di allestire "campi di concentramento" sul suo territorio. "L'acqua salata ha sostituito lo Zyklon B" - un riferimento al gas usato dai nazisti nella Seconda guerra mondiale per sterminare gli ebrei. Dopo le proteste della comunità ebraica, lo spettacolo è stato annullato.

Se i migranti sono come gli ebrei rastrellati dai nazisti, in questa storia ci sono soltanto “angeli” che li salvano e “demoni” che collaborano. “L'adozione della parola ‘migranti’ come se fosse un’evidenza, quando invece dovevano essere utilizzate le parole ‘rifugiati’ o ‘clandestini’ perché appartengono al registro del politico, mentre la parola ‘migrante’ appartiene al registro dell’umanitario, implica un dovere di accoglienza e suggerisce, in sordina, un diritto di credito verso la Francia, zavorrata da un tale senso di colpa che potrebbe redimersi soltanto con l’apertura delle frontiere ai rifugiati di tutto il mondo”, ha spiegato al settimanale Valeurs Actuelles Georges Bensoussan, storico e saggista francese di vaglia e di origini ebraiche, già direttore editoriale del Mémorial de la Shoah di Parigi, trascinato in tribunale per aver denunciato l'antisemitismo islamico nelle banlieue.

L'attuale travisamento è stato formulato per la prima volta dal vice primo ministro svedese, Asa Romson. "Stiamo trasformando il Mediterraneo nella nuova Auschwitz", ha detto. Da allora, il paragone è entrato nel mainstream europeo e la morte di sei milioni di ebrei è stata trasformata in una piattaforma ideologica e in una banale parabola della sofferenza umana per giustificare l’apertura delle frontiere ai migranti.

Un tribunale italiano ha persino condannato il governo a risarcire il comune di Bari per "danni all'immagine della cittadina" causati dalla presenza di un centro di identificazione dei migranti. "Pensate ad Auschwitz, un luogo che ricorda immediatamente il campo di concentramento dell'Olocausto e non certo la cittadina polacca nelle vicinanze", ha detto il magistrato. Secondo la magistratura, un centro per migranti deturpa il territorio italiano proprio come il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Un titolo del quotidiano italiano La Repubblica: "Libia, meno migranti arrivano [in Europa] perché finiscono in un campo di concentramento..." Questi centri per migranti, afferma ancora il giornale, ricordano "le atrocità del XX secolo". “Quello dei migranti è un Olocausto”, ha scritto Furio Colombo sul Fatto Quotidiano. E lo scrittore Alessandro Dal Lago paragona le misure di restrizione sulle ong a “quando la Svizzera chiuse le frontiere agli ebrei in fuga dal nazismo”. Moni Ovadia: “La Shoah di oggi? Il Mediterraneo”. Avvenire: “Profughi, l’Europa non ripeta l’errore che fece con la Shoah”.

Questi confronti semplicemente annullano la capacità di distinguere tra un omicidio di massa e la gestione dei flussi migratori. Non c’è niente da gestire, ci sono soltanto frontiere da abbattere. Famiglia Cristiana ha parlato dell'"Olocausto dei migranti nel Mar Mediterraneo" - come se gli europei li avessero annegati lì deliberatamente. Una rivista online, Linkiesta, ha definito i centri per migranti "campi di concentramento dove mancano solo fornaci e Zyklon B". Un noto sacerdote, padre Zanotelli, ha detto in tv: "Sui migranti, un giorno diranno di noi le stesse cose che diciamo noi dei nazisti e della Shoah". L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha scritto: "Centri per migranti? Solo campi di concentramento".

Il Pime, centro missionario di Milano, scrive: "La Shoah e i profughi". Anche i due ex presidenti del Parlamento italiano, Pietro Grasso e Laura Boldrini, hanno sponsorizzato un convegno intitolato "L'Europa, la Shoah, le stragi nel Mediterraneo". La bugia è ufficiale. L'ex cancelliere austriaco, Werner Faymann, ha paragonato le politiche di Viktor Orbán di impedire ai migranti di entrare in Ungheria ai nazisti che deportavano gli ebrei durante l'Olocausto.

Il Parlamento italiano ha istituito una "Giornata nazionale per ricordare le vittime dell'immigrazione" come la "Giornata della memoria delle vittime dell'Olocausto". È un potente stratagemma ideologico con cui si sta giocando sporco con il futuro dell'Europa.

Ma per fortuna, c'è ancora chi pensa con la propria testa e non accetta la dittatura delle emozioni. Come il cardinale Robert Sarah, africano, che in una intervista a Boulevard Voltaire di questa settimana dichiara: “Non puoi ricevere tutti in Occidente, quindi promuovere l'immigrazione è un'idea sbagliata”. E alla domanda su cosa rischiamo, Sarah risponde: “Puoi rinnegare le tue origini e le tue radici, ed è già iniziato con la Costituzione europea, ma è un suicidio. È come se un albero rinunciasse alle sue radici: questo albero muore. Un fiume, per quanto maestoso, se è tagliato fuori dalla sua sorgente, si prosciuga e scompare. Se promuoviamo la fine della cristianità stiamo promuovendo la nostra fine, il nostro suicidio. Se scompare la cristianità, cioè la civiltà cristiana, la cultura cristiana, la vita cristiana che sono essenziali in una società, è un suicidio. Se il cristianesimo scompare dalla sua cultura, un'altra cultura lo sostituirà. Sarà una cultura islamica...”.

Ma forse a chi paragona l’immigrazione alla Shoah questo scenario piace.




No Bergoglio, non mentire e non manipolare l'ebreo Gesù Cristo!
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 199&t=2988
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5062013714
No Bergoglio, non mentire e non manipolare l'ebreo Gesù Cristo che non è mai stato come un clandestino nazi maomettano!

Bergoglio, non ingannare i cristiani cattolici che credono in Cristo e nel Papa suo vicario,
non raccontare menzogne, non fare paragoni impropri e assurdi, non dire cavolate insensate;
non fare del male ai cristiani, non solo cattolici ma di tutta la terra;
non mentire a danno dei bianchi e degli occidentali;
non stare dalla parte del male a danno del bene.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » lun dic 06, 2021 7:48 pm

Le menzogne dei clandestini


"Convertiti" per l'asilo. Come il kamikaze di Liverpool

Anna Bono
10-01-2022

https://lanuovabq.it/it/convertiti-per- ... w.facebook

Per ottenere lo status di rifugiato, molti immigrati irregolari inventano storie di violenza in patria. Uno di questi era Emad Al Swalmeen, mancato attentatore di Liverpool. Si era anche convertito al cristianesimo. Ma le indagini ora rivelano che fosse ancora musulmano. Sono molte le conversioni finte, perché un apostata non può tornare a casa.

Nel 2021 in Unione Europea gli ingressi illegali sono notevolmente aumentati rispetto al 2020 e ancor più rispetto al 2019. L’unica frontiera che ha registrato un decremento è quella del Mediterraneo orientale. I dati più preoccupanti riguardano i confini orientali dell’Unione Europea e l’Italia. Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, a fine ottobre stimava un aumento del 140% per la rotta balcanica (48.500 ingressi) e del 91 per cento per l’Italia (55.000). Ma al 31 dicembre risultano arrivate nel nostro Paese 66.770 persone mentre erano state 34.154 nel 2020 e 11.471 nel 2019.

Quale che sia la frontiera scelta per entrare in Europa, all’arrivo gli emigranti illegali si dichiarano profughi e chiedono asilo. È ormai noto e indiscutibile che nella maggior parte dei casi gli accertamenti rivelano che la richiesta è infondata, l’asilo non viene concesso e neanche la protezione sussidiaria (attribuita nel caso esista comunque il timore che, se rimpatriato, l’emigrante incorrerebbe nel rischio di subire violenze). L’Italia, ad esempio, concede lo status giuridico di rifugiato in media a circa il 10% dei richiedenti (in passato anche meno) e ad altrettanti concede protezione sussidiaria. Tutti gli altri usano la richiesta di asilo come espediente per farsi accogliere, almeno per il tempo necessario a verificare se la loro richiesta è motivata oppure no.

Giocando con i termini, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati sostiene che non esistono richiedenti asilo falsi o illegali. “In quanto richiedente asilo – spiega, citando l’ex Segretario generale dell’Onu Kofi Annan – una persona inizia un percorso legale di accertamento del suo status di rifugiato. Chiunque ha diritto di chiedere asilo in un Paese straniero. Chi non ne ha i requisiti non ottiene lo status di rifugiato, ma solo perché una persona non lo ottiene non vuol dire che sia un falso richiedente e comunque un richiedente asilo falso non è un criminale e una richiesta di asilo respinta non lo qualifica come falso”. Certo che chi chiede asilo passa da una situazione di illegalità a una legale, proprio per questo gli emigranti irregolari chiedono asilo. La Convenzione di Ginevra per i rifugiati infatti vieta agli Stati che l’hanno sottoscritta di espellere o respingere chi si dichiara rifugiato e chiede asilo.

Ma come altrimenti si potrebbero definire, se non falsi, i racconti di chi dice di essere stato in pericolo di vita, di essere scampato a persecuzioni, di provenire da un Paese in guerra quando si accerta che non corrispondono al vero? E poi, vista negata la protezione internazionale, molti richiedenti asilo, con l’aiuto dei legali che li assistono, si ingegnano di trovare nuovi più solidi argomenti. Uno, molto convincente, è sostenere ad esempio di aver abbandonato l’islam per convertirsi al cristianesimo, un reato gravissimo che secondo la legge coranica è passabile della pena di morte.

Qualcuno ricorderà che lo scorso 14 novembre a Liverpool un taxi è saltato in aria uccidendo il passeggero che portava con sé un ordigno esplosivo, da lui fabbricato nell’appartamento in cui abitava, forse per compiere un attentato e scoppiato prima del tempo. L’uomo si chiamava Emad Al Swalmeen, era originario dell’Iraq, era arrivato in Gran Bretagna nel 2014 legalmente con un passaporto giordano e un visto. Tuttavia, poco dopo il suo arrivo, al Swalmeen aveva dichiarato di essere di origine siriana e aveva chiesto asilo dicendosi in fuga dalla Siria in guerra. Però non era stato creduto e quella richiesta e tutte le altre presentate successivamente – l’ultima nel novembre del 2020 – erano state respinte. Nel frattempo si era convertito al cristianesimo e nel 2017 aveva ricevuto il battesimo, ma, secondo la polizia e in particolare l’ispettore capo Andrew Meeks che ha seguito il caso, molto probabilmente lo aveva fatto per rafforzare la propria richiesta di asilo. Nel suo appartamento infatti sono stati rinvenuti una copia del Corano e un tappeto da preghiera: “era del tutto evidente che l’uomo eseguiva le pratiche religiose di un seguace dell’islam” ne hanno dedotto le autorità britanniche arrivando alla conclusione che la sua conversione al Cristianesimo fosse falsa. A confermarlo sono alcune testimonianze secondo le quali al Swalmeen frequentava una moschea ogni giorno nell’aprile del 2021, durante il Ramadan.

Come al Swalmeen, altri emigranti illegali sembra ricorrano a conversioni di convenienza. Fin dal 2016 esponenti della Chiesa d’Inghilterra hanno messo in guardia sul fatto che dei richiedenti asilo musulmani fingono di convertirsi al cristianesimo solo per impedire di essere rimpatriati, sostenendo che, in quanto apostati, in patria li aspettano torture e in certi casi una condanna a morte. Nel 2016 il reverendo Peter Wilcox, all’epoca decano della diocesi di Liverpool, aveva dichiarato che la sua cattedrale aveva battezzato circa 200 richiedenti asilo musulmani nell’arco di quattro anni, mentre gli risultava neanche una persona già in possesso della cittadinanza inglese si fosse convertita dall’islam al cristianesimo.




Non si confondano i migranti regolari con i clandestini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1801


Rifugianti, asilanti, migranti, clandestini, diritti umani, obblighi e realismo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=1811
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » lun gen 24, 2022 8:52 pm

Boss iracheni: con scafisti e denaro gestivano da Bari e Venezia il traffico di migranti dalla Turchia in Italia
mercoledì 19 Gennaio 2022

https://www.secoloditalia.it/2022/01/bo ... in-italia/

Capi iracheni come i boss: con un esercito di scafisti e denaro in quantità a disposizione, gestivano da Bari e Venezia il traffico di clandestini. Organizzati in quattro gruppi, gerarchicamente strutturati, le due bande di iracheni si erano appaltate gli spostamenti e i trasferimenti dei clandestini dalla Turchia in Italia E anche oltre. L’hanno chiamata operazione “Astrolabio“, e si è tradotta in un blitz che la Guardia di Finanza ha condotto questa mattina contro due dei quattro gruppi criminali accusati di gestire il traffico illecito di migranti. In particolare, sulla rotta tra Turchia-Grecia-Albania. E fino alle coste salentine di Lecce. Viaggi che potevano avere come destinazione finale anche altri Paesi europei. Il lavoro d’indagine di Fiamme Gialle. Gico di Lecce. E Scico di Roma. Coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo salentino. E in collaborazione con gli inquirenti di Albania e Grecia, li hanno monitorati. Seguiti. Stanati. I due gruppi criminali erano capitanati da cittadini di origine irachena. Mentre, sempre secondo le indagini di cui riferisce l’Adnkronos, i presunti componenti di tutti e quattro i nuclei sono in prevalenza di nazionalità siriana.

Migranti, sgominate due bande di iracheni a capo di un traffico di clandestini

Le intercettazioni telefoniche. Ambientali. E telematiche. Oltre alle numerose riprese video, riscontrate da servizi di osservazione e pedinamento svolti in Italia, Grecia ed Albania, hanno consentito di individuare le rotte. E gli spostamenti, tracciati dai trafficanti di uomini. E anche di delineare il ruolo di ciascun componente dell’organizzazione. In particolare uno dei due gruppi presenti in Italia, diretto dal cittadino iracheno R.A.Q. domiciliato nell’hinterland di Venezia, provvedeva al trasferimento nel territorio italiano ed europeo di migranti irregolari, prevalentemente di etnia arabo-siriana. Ed è risultato essere lo stesso uomo che avrebbe ricoperto un ruolo di vertice, disponendo di una estesa rete di collaboratori presenti in diversi Paesi europei, tra i quali la Grecia. Dal proprio domicilio avrebbe coordinato il trasferimento dei migranti dalla Turchia in Italia e in altri Stati dell’Unione Europea.


Alberto Pento
Forse erano raccomandati dal demenziale cristiano Bergoglio, dal fu Gino Strada, dalla Boldrini, da Casarini, dalla comunità di Sant'Egidio, dall'ONU-UNHCR, da Mimmo Lucano, dalla Rakete, dalla magistratura rossa, dalla Fratellanza Mussulmana, dal Qatar, dai talebani, dalla mafia nigeriana, dai trafficanti umani della Libia maomettana, da tutti gli irresponsabili nostrani dal cuore d'oro e grande.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Diritti e doveri umani naturali e universali

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite