Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » dom feb 25, 2018 2:58 pm

"Bergoglio sui migranti sbaglia. L'Europa ha bisogno d'altro"
Giuseppe Aloisi - Mar, 20/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 96537.html

L'intellettuale Laurent Dandrieu ha criticato Bergoglio per l'approccio dottrinale al tema dell'immigrazione.

L'occasione per esporre un'analisi su quella che alcuni hanno definito la "teologia immigrazionista" del papa argentino è stata un convegno organizzato a Roma lo scorso 2 febbraio, in una sala del Senato di Piazza Capranica. Promotore dell'evento il quotidiano liberale ‘L’Opinione.

Secondo quanto riportato su Rossoporpora, l'incontro ha registrato la partecipazione di esponenti culturali e politici portatori di visioni differenti sul tema dibattuto: oltre a Dandrieu, infatti, sono intervenuti l'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, il senatore Maurizio Gasparri, il demografo Gian Carlo Blangiardo, l'esponente del Partito Democratico Luciano Nobili, il presidente della stampa estera in Italia Philipp Willan e, appunto, il direttore de 'L'Opinione, Arturo Diaconale. E sempre il sito diretto dal vaticanista Giusepppe Rusconi ha pubblicato buona parte del virgolettato del pensatore d'oltralpe.

"Mi esprimo da fedele cattolico. Se sono spinto a criticare assai duramente le posizioni della Chiesa sull’immigrazione, non lo faccio con cuore allegro né per infierire, ma per aiutarla a uscire da ciò che io considero una situazione terribile", ha premesso l'autore di "Eglise et immigration: le grand malaise. Le pape et le suicide de la civilisation européenne (Plon, 2017)", un pamphlet sulla scomparsa della civilità occidentale, che sta continuando a suscitare molto clamore in Francia.
"A intervalli regolari - ha detto Laurent Dandrieu - i discorsi del Papa richiamano la virtù della prudenza nell’accogliere, riconoscono il diritto degli Stati di limitare l’immigrazione nella prospettiva del bene comune di cui sono responsabili", ma la frequenza di queste affermazioni è minimale "rispetto al torrente di dichiarazioni in favore della logica dell’accoglienza", ha sottolineato il pensatore francese. Il "diritto a non emigrare", teorizzato e promosso da Joseph Ratzinger, cioè la tendenza a preferire che i popoli conservino un diritto a rimanere nella propria terra d'appartenenza, sarebbe stato in qualche modo rimosso dal magistero di Papa Francesco.

Gli europei, invece, sarebbero angosciati per i rischi derivanti da un'immigrazione sostanzialmente incontrollata. E si aspetterebbero dalla Chiesa un atteggiamento materno invece di essere accusati di "non fare abbastanza per l’accoglienza dello straniero". "Le loro inquietudini - ha detto Dandrieu riferendosi sempre ai cittadini europei - sono assimilate a reazioni razziste". L'ansia per la scomparsa della civiltà del vecchio continente, insomma, verrebbe scambiata per suprematismo etnico. La Chiesa, poi, commetterebbe due grossi sbagli: guardare all'immigrazione solo attraverso il punto di vista del migrante e non mettere in conto "le differenze culturali o religiose concrete, come se ciò non incidesse sulla capacità delle società di accoglienza di integrarli". Il buonismo teorizzato da Bergoglio, quindi, finirebbe per non tenere presente le sofferenze inflitte alle popolazioni d'Europa.

Critiche da Dandrieu, poi, sono arrivare rispetto all'assolutizzazione del diritto a migrare: "Tale visione di una immigrazione di massa che contribuisce all’unità della famiglia umana spinge ad adottare una visione messianica delle migrazioni, che diventano una manifestazione dello spirito di Dio", ha evidenziato l'intellettuale francese. E ancora:"La posizione della Chiesa sull’immigrazione è in amplissima misura una posizione ideologica e politica, in cui la questione del bene concreto delle persone diventa secondaria in rapporto a questa visione messianica dell’immigrazione". La Chiesa, dunque, sarebbe finita nel vortice dell'ideologia immigrazionista, ma avrebbe bisogno di tutt'altra base culturale.

Un altro discorso cattolico - ha chiosato lo scrittore d'oltralpe - è necessario per la sopravvivenza del cattolicesimo europeo: "Ne va dell’avvenire dell’Europa, ma anche dell’avvenire della Chiesa, poiché essa – mostrandosi compiacente verso l’invasione di migranti – allarga sempre il fossato che la separa dalle popolazioni europee". "Così facendo - ha evidenziato l'intellettuale - si preclude essa stessa le vie della nuova evangelizzazione". La rievangelizzazione del nostro continente, in definitiva, non può passare per il sacrificio forzato di un'accoglienza pretesa a tutti i costi.


No Bergoglio, no, questi non sono un dono
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » mar feb 27, 2018 9:05 am

Salvini, una mamma su Facebook: "Miei figli temono che li manderete in Africa"
Rachele Nenzi - Lun, 26/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 98817.html

Una mamma ha scritto e condiviso una lettera e l'ha indirizzata a Matteo Salvini: "Volevo ringraziarla perché sta regalando ai miei figli dei momenti di terrore "
Una lettera indirizzata al leader della Lega Nord, Matteo Salvini, e ai suoi "gentili simpatizzanti", sta facendo il giro del web.
A scriverla una "mamma adottiva di due splendidi bambini africani". Nella missiva scritta e postata su Facebook - che in poco tempo ha raccolto migliaia di like e condivisioni - si raccontano le conseguenze del pregiudizio e del razzismo nei confronti di due bambini di colore.
Il messaggio ai leghisti
"Volevo ringraziarla perché sta regalando ai miei figli dei momenti di terrore davvero fuori dal comune - scrive Gabriella Nobile, autrice del post - Mia figlia di 7 anni prima di andare a letto mi chiede: "ma se vince quello che parla male di noi mi rimandano in Africa?'. E piange disperata. Mio figlio invece - prosegue la donna -, prende l'autobus per andare agli allenamenti di calcio quasi tutti i giorni e da circa un paio di mesi mi racconta di insulti che è costretto a subire da suoi gentili simpatizzanti".

"Dire ad un bambino di 12 anni, che oltretutto veste una divisa sportiva: sporco n...., n..... di mer..., torna a casa tua, venite qui rubare e ammazzare le nostre donne.......credo che sia la palese dimostrazione di come questo paese, grazie a persone come lei, stia lentamente scivolando nel baratro": sentenzia la mamma su Facebook. Poi scatta l'affondo finale: "Nei suoi ipocriti slogan "prima gli italiani" c'è tutta l'ignoranza di colui che non ha ancora capito che l'italiano è colui che ama l'Italia non che ci è nato! Come io sono mamma perché amo i miei figli e non perché li ho partoriti. Faccia la guerra - chiosa la donna - a coloro che ci hanno ridotto al collasso. Benpensanti italici che hanno impoverito di cultura e di valori questo bellissimo paese facendo guerre contro i poveri, gli immigrati, i gay, i rifugiati..... tutto per una sola bieca motivazione. Distogliere l'attenzione dalle malefatte (e non uso termini peggiori perché sono una Signora) che imperterriti continuate a perpetuare a chi in questo paese ci crede davvero".

Gino Quarelo
Se non hanno alcun diritto di stare qua mi pare giusto che siano rispediti in Africa. A meno che questa signora, cittadina italiana, non li abbia adottati legalmente come suoi figli, e quindi li mantenga di suo e ne sia civilmente, economicamente e penalmente responsabile.

Questa madre, se fosse una buona madre e una buona cittadina dovrebbe spiegare ai suoi figli adottivi che non hanno nulla da temere perché essendo adottati sono divenuti cittadini italiani e quindi con il pieno diritto di stare qua. Poi dovrebbe spiegare a questi suoi figli adottivi dell'Africa, che l'avversione di molti cittadini italiani è motivata dal fatto che vi è una invasione violenta e clandestina dall'Africa che fa del male ai cittadini italiani che sono giustamente arrabbiati e che non sapendo che i suoi figli africani sono stati adottati e quindi divenuti cittadini italiani, possono scambiarli per clandestini (dovrebbe fare l'esempio della loro casa qualora venisse invasa da estranei che volessero depredarla o stabilirvisi a spese della loro famiglia). Che questa donna vesta i suoi figli con la scritta: siamo cittadini italiani legali, che informi la sua comunità di averli adottati legalmente e vedrà che nessuno più dirà loro alcunché di sgradevole o avversivo.
La sorella di mia cognata ha adottato una bambina etiope, nera come l'ebano, e dalle mie parti in Veneto nessuno la maltratta.


https://www.facebook.com/gabriella.nobi ... 7284175902


Angela Villari
Che ne pensi anche di un tatuaggio ai cittadini italiani legali?

Gino Quarelo
Non serve il tatuaggio. Quello che serve è più rispetto per i cittadini italiani veri e storici, nativi e indigeni e naturalizzati. Quindi niente clandestini e vedrà che nessuno avrà nulla da dire ai suoi figlioli adottivi (se veramente sono adottivi).

Marica Frustace
Ma voi siete pazzi! Che paese di m...

Pietro Rais
Angela Villari va bene anche una stella cucita sugli abiti...

Gino Quarelo
In un paese civile si mostrano i documenti e non si entra da clandestini e con arroganza e senza rispetto. In Africa i bianchi vengono discriminati e sterminati. Nell'Africa e nell'Asia dove domina il nazismo maomettano gli ebrei e i cristiani sono discriminati e sterminati, come lo sono tutti i diversamente pensanti e religiosi, gli atei, gli aidoli e i gay; non parliamo delle donen che sono maltrattate, oppresse e uccise.

Micaela Gallerini
è questo che dice a sua nipote? e sua madre gli dice veramente che lei non verrà mandata via perchè è italiana e che dovrà mostrare per la vita la carta di identità ad ogni idiota che gliela chiede o ogni volta che uno xenofobo chiama la polizia anche una volta ogni mezz'ora od ogni ora perchè camminando per fare shopping qualche commessa si sentirà in diritto di chiamarla perchè magari pensa che ha rubato? se è veramente così, penso che i servizi sociali vengano a controllare a casa vostra perchè questo è maltrattamento di bambini, o forse è solo suo il problema?

Gino Quarelo
Micaela Gallerini vede se non ci fosse l'invasione dei clandestini, degli abusivi, dei parassiti, dei delinquenti, dei criminali assassini e sterminatori questo problema non ci sarebbe. Nel caso di questa bambina etiope adottata dalla cognata di mio fratello essa è consapevole di tutto, anche di questa questione e quindi accetta di buon grado il gioco anche se dovesse darle qualche fastidio; lei capisce che la colpa non è dei cittadini italiani ma degli africani che vengono qua senza diritto e senza rispetto e di chi demenzialmente e criminalmente li giustifica, copre, protegge, incoraggia.

Gabriella Pellecchia
Questa madre è un grandissimo genitore preoccupato dei suoi figli e spero che lei nn abbia figli altrimenti sicuramente sono come quelli che insultano i n... E la nostra Italia. E nn si permetta di giudicare perché lei nn ha idea. Ma che spreco di parole le mie

Gino Quarelo
Tutti i genitori responsabili sono giustamente preoccupati per i loro figli che non siano maltrattati, feriti, derubati, stuprati, espiantati, squartati, uccisi da tutti i clandestini criminali senza documenti o con identità multiple e false che girano tranquillamente per le strade dei nostri paesi e delle nostre città.

Susanna Minghetti
Il sig. Gino Quarelo ha assolutamente ragione, gli italiani insegnano, quanto a documenti in regola, rispetto delle leggi, si vede bene sia da come ci comportiamo in Patria sia da come siamo fuori.
Non stiamo a ricordare il Duce e la delicatezza con cui si mosse in Africa, poi.
#ediosonolazarinaMaria

Gino Quarelo
Il povero duce Benito dalle forti ganasce è stato un dittatore come Cesare, Napoleone, Hitler e Stalin, Mao, Pol Pot, Castro e Maometto. Tutti "grandi uomini" portatori di morte come i loro seguaci: fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti.

Demi Alma
Gino Quarelo quindi considera delinquenti e parassiti anche i meridionali che emigrano su al Nord immagino?!

Gino Quarelo
In Italia e in Europa vi è la libera circolazione dei cittadini italiani ed europei. Non si confonda la migrazione regolare e legale con quella illegale, irregolare, clandestina e criminale. Per quanto riguarda il parassitismo del sud veda lei come stanno le cose.

Allantai Tamboo
Che commenti di gentaglia pari al proprio "capitano".... Lo abbiamo visto con l'infamia del giuramento con Vangelo... Rosario.... Costituzione... Mai si era visto un politico usare con spregiudicatezza simboli religiosi in un simile contesto politico....E qui si vede che tipo di elettori guida....gentaglia che giustifica l'insulto generico ad un bambino che ha l'unica colpa di un colore diverso della pelle...siate maledetti !!!!

Demi Alma
Gino Quarelo quindi considera delinquenti e parassiti anche i meridionali che emigrano su al Nord immagino?! Perché se tanto mi dà tanto... Vengono nel suo Veneto a rubarle il lavoro magari, eh?!

Gino Quarelo
Poi ricordo il danno che hanno fatto le leggi sul soggiorno obbligato comn la loro migrazione forzata che hanno deportato i mafiosi criminali e camorristi nel nord della penisola favorendo così irresponsabilmente e demenzialmente il trapianto di queste organizzazioni criminali in tutto il territorio italiano.

Gino Quarelo
Sì proprio rubare il lavoro: con i concorsi pubblici truccati, con i punteggi scolastici e sociali truccati, con la fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese nate al nord che delocalizzando al sud creavano disoccupazione al nord e lavoro parassitario al sud, con la depredazione fiscale e contributiva per finanziare attività poi fallite, false pensioni di invalidità, pensioni baby, doppie pensioni, ... la lista è senza fine.


Gabriella Grassi
Gino Quarelo c’è da morire (dal ridere)

Gino Quarelo
Gabriella Grassi Infatti si muore non dal ridere ma dal dolore, di miseria, disoccupazione e disperazione. A Roma no non muoiono e se ne stanno a casa con qualche centimetro di neve, noi invece andiamo a lavorare se abbiamo il lavoro anche con un metro di neve.

Sabrina Tolmino
Gino Quarelo lei mi fa tanta pena .... pensieri del genere dimostrano che lei è una persona triste e senza cuore ... spero che non tutti la pensino come lei

Gino Quarelo
Sabrina Tolmino, la sua umanità, la sua bontà, il suo grande cuore tolgono il fiato, superano di gran lunga il calore del sole.
Pensi che a Pamela, la giovane squartata di Macerata, è stato espiantato anche il cuore e forse mangiato.
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » mer feb 28, 2018 6:55 pm

«Migranti vitali per la nostra demografia»
Serena Uccello
2018-02-22

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AEGMNE5D

«Cosa serve ai giovani affinché possano essere pienamente artefici del proprio futuro e dello sviluppo dei luoghi ai quali appartengono?». La domanda è un sfida ed è la sfida rispetto alla quale si misurerà la capacità del nostro Paese e, in particolare del Mezzogiorno, di trasformare i primi, ma timidi, segnali di ripresa in recupero strutturato, solida ricchezza. Giovani e Mezzogiorno dunque: le due fragilità strettamente intrecciate senza la cui risoluzione non c'è sviluppo.

Lo dice chiaramente il volume dal titolo “Sussidarietà e ...giovani al Sud. Rapporto sulla sussidarietà 2017/2018”, curato da Alberto Brugnoli e Paola Garrone ed edito dalla Fondazione per la Sussidiarietà, che per la prima volta tenta di analizzare le due grandi “questioni” superando il piagnisteo dei numeri (sono circa 716mila gli uomini e le donne che negli ultimi quindici anni hanno lasciato definitivamente le regioni del Sud) e, soprattutto, tracciando soluzioni, prospettive, idee.

La fuga di 200mila laureati al Nord, così il Sud ha perso 30 miliardi

A cominciare dal ruolo dei migranti, che qui diventa cruciale. Perché viene spiegato «il movimento della popolazione italiana negli ultimi due anni mette in evidenza come l’apporto della componente straniera sia, in questo momento storico, di vitale importanza per la tenuta della dimensione demografica della penisola». Fondamentale sarà allora che il Mezzogiorno recuperi quella centralità nel Mediterraneo che gli ha assegnato la storia ed oggi la geopolitica. «Il Mezzogiorno - si legge - d’Italia rischia di pagare il peso organizzativo ed economico del salvataggio e della prima accoglienza dei migranti, senza veder poi arricchire il proprio patrimonio demografico e, soprattutto, il proprio capitale umano in termini di giovani stranieri che si integrano produttivamente nel tessuto sociale ed economico del territorio. Il vero problema, quindi, è rappresentato dalla incapacità nel rendere attrattive ai migranti anche le aree più svantaggiate del Paese, creando un continuum di integrazione...».

«Resto al Sud», fino a 200mila euro per imprese giovani

La prospettiva del testo è originale: la ferita, prima ancora che economica, è demografica e motivazionale. Che non vuol dire che i giovani del Sud, viene ben raccontato, manchino di motivazione personali, di energie, di progetti tutt'altro; mancano piuttosto di formazione di qualità e fiducia nel contesto in cui sono costretti a muoversi. Sfiduciati in particolari da quelle patologie strutturali che i padri non hanno saputo risolvere (criminalità, corruzione, assenza di meritocrazia). Ed allora serve «un patto intergenerazionale senza la quale i giovani continueranno a dover pagare per i privilegi acquisiti dalle generazioni che li hanno preceduti, in anni per loro già abbastanza critici».


IL RISCHIO MAGGIORE È LA MARGINALIZZAZIONE NEL PROCESSO DI UN «CAPITALE ADEGUATO»

Il quadro è quello di un Sud sempre più povero di giovani e con i giovani che restano sempre più inadaguati dal punto di vista delle compentenze. Limite, quello del formazione, che peraltro colpisce in egual modo anche i giovani del Centro Nord: «Per quanto riguarda l’istruzione «l’Italia è l’unico Paese che ha disinvestito (-13,7%) passando dai 7.132 euro per studente nel 2001 a 6.157 nel 2011». L'analisi infatti del sistema universitario non salva nessun ateneo, ma nel caso delle agenzie formative meridionali è senza scampo. Un dato tra tutti ne dà la misura: il numero di accordi internazionali siglati dalle università del Mezzogiorno. Su un totale di 5.185 accordi firmati tra il 2012 e il 2016, il totale delle intese raggiunte al Sud è pari a 1.114. Basti pensare che i soli atenei laziali ne portano a casa 956, seguiti da quelli lombardi con 871 accordi.

«Un primo contributo centrale di questo rapporto è dunque l’invito a guardare il Sud, riconoscendone le caratteristiche e scoprendo il ruolo unico che può ricoprire. L’Italia, ben prima del tema del federalismo fiscale, deve affrontare quello del federalismo culturale, accettando percorsi di sviluppo autonomi e rinunciando a pensare nello stesso modo a Palermo e a Torino».


Alberto Pento
ottimo articolo solo nella critica sulle responsabilità dei cittadini meridionali per l'arretratezza ed il sottosviluppo del sud ma quante demenzialità sui migranti e sulle politiche assistenziali al meridione:
1) la centralità mediterranea del sud Italia, un mito assurdo insensato;
2) la demografia da innalzare con i migranti attraverso finanziamenti a spese dei contribuenti italiani e dei milioni di disoccupati, poveri e bisognosi italiani, un'assurdità criminale;
3) finanziamento parassitario del sud a spese del nord produttivo a spese dei cittadini, dei lavoratori e dei disoccupati del nord un'altra demenzialità criminale;



Non si confondano gli stranieri (per lo più europei e cristiani) regolari e legali residenti che lavorano, che rispettano la terra e la gente che li ospiata, con i "migranti invasori" clandestini, irregolari, illegali e i profughi o i finti profughi nazi-maomettani afro-asiatici che continuano ad arrivare e ad invaderci che non lavorano e non possono lavorare perché il lavoro non c'è, che vivono alle nostre spalle e che delinquono, che stuprano, rubano, rapinano, spacciano, ci minacciano e progettano attentati terroristici.
viewtopic.php?f=194&t=1801
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » gio mar 01, 2018 9:47 am

Polemica elettorale sui diritti e i doveri verso i cittadini e i migranti, sul vangelo e sulla costituzione italiana.


Salvini con il rosario, il richiamo dell’arcivescovo di Milano Delpini: «Nei comizi si parli di politica»
26 febbraio 2018

http://milano.corriere.it/notizie/polit ... 6da8.shtml

La critica di monsignor Mario Delpini all’esibizione di simboli religiosi da parte del segretario della Lega sabato in piazza Duomo. La replica: «Io faccio quello che penso, quello che sento, quello che credo, sarò ben contento di confrontarmi con lui»
Il segretario della Lega Matteo Salvini con il rosario in mano sabato in piazza Duomo e, a destra, l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini Il segretario della Lega Matteo Salvini con il rosario in mano sabato in piazza Duomo e, a destra, l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini

L’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini ha criticato l’esposizione di simboli religiosi nel comizio di sabato del segretario del Carroccio Matteo Salvini. «Nei comizi si parli di politica»: così si è espresso monsignor Delpini, dopo il «giuramento» del leader della Lega con il rosario in mano. Matteo Salvini, chiudendo il comizio in piazza Duomo, fingendo di essere nominato premier ha inscenato un giuramento sul Vangelo e con in mano un rosario: «Giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo - ha detto tra l’altro il segretario della Lega - rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo».

La replica

Quando gli è stato riferito il «richiamo» dell’arcivescovo, Salvini ha commentato: «Io faccio quello che penso, quello che sento, quello che credo. Penso che l’Italia abbia voglia di tranquillità, di sicurezza, di lavoro, di immigrazione controllata e tutto questo si fonda su radici cristiane che sono innegabili». «Abbiamo espresso un’idea di Italia chiara - ha aggiunto Salvini - che si basa sulla solidarietà, sul rispetto ma sulle regole, sui controlli, sulla dignità del lavoro e su radici cristiane che qualcuno ha negato sia in Italia che in Europa, poi sarò ben contento di confrontarmi anche con l’arcivescovo».




Matteo Salvini: giurando su Vangelo e Costituzione, si è fregato da solo
Paolo Farinella
27 febbraio 2018

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... lo/4190177

Sinceramente non mi aspettavo che Matteo Salvini rispolverasse l’antico giuramento di Pontida rubando anche quello, oltre che la Lega, a Umberto Bossi, ormai rimasto a mani nude. Da Pontida a Milano. Là la cornice fu un’abbazia attorno ad un vescovo-abate, tutti decisi a lottare per la propria indipendenza, qui lo scenario è la piazza di Milano con il Duomo chiuso al nuovo leghista, che giura con il Rosario, il Vangelo e la Costituzione. L’arcivescovo di Milano gli ha ricordato di occuparsi delle cose sue e di non scherzare coi santi perché rischia di bruciarsi.

La sceneggiata è stata studiata a tavolino perché in un colpo solo espone tre simbologie. Il Rosario richiama la Battaglia di Lepanto del 1571, nella quale le armate «cristiane», coalizzate in «Lega Santa», sconfissero quelle musulmane, giunte alle porte di Vienna. Da allora nella Chiesa cattolica il mese di ottobre è dedicato a Maria, «Madonna del Rosario». Il vangelo è un richiamo a tutte le frange estremiste del cattolicesimo fondamentalista che si oppone a Papa Francesco e invoca in ogni occasione lo «spirito di Lepanto» per espellere dal sacro suolo d’Italia e d’Europa gli immigrati e i miscredenti musulmani perché l’unica religione deve essere quella cattolica in salsa leghista. Matteo Salvini non è nuovo a queste sceneggiate fuori luogo: a ogni Natale gira per le strade con un presepio in mano, dimenticandosi il senso di quello che rappresenta.

Salvini impugna il Vangelo e giura da premier

La Costituzione italiana è una novità, che ha solo uno scopo diretto: accreditarsi come democratico «moderato» (anche lui, come Berlusconi: ma se loro sono «moderati, io sono una pasta frolla). In un gesto solo, Matteo Salvini è stato capace di fare tre atti blasfemi, calpestando ogni valore religioso e di civiltà, se mai ve ne fosse stato bisogno. Peccato che nessuno sia intervenuto per un ricovero coatto, perché con la serietà ha perso anche il senso di vergogna. Queste le sue parole:

«Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, a 60 milioni di italiani, di servirlo con onestà e coraggio, giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo. Io lo giuro, giurate insieme a me? Grazie, andiamo a governare e a riprenderci questo Paese».

Si dichiara fedele «prima» al suo popolo e solo dopo a 60 milioni d’italiani, e lo dice avendo in mano il libretto della Costituzione! A queste parole quei libretti avrebbero dovuto bruciargli le mani e schizzare via come razzi perché sono il codice del contrario di quello che il matteuccio leghista, razzista, xenofobo, incitatore di paure, uomo piccino che per stare a galla e rimediare uno stipendio senza lavoro, semina non esitando a rimestare nel marcio e nel becero senza preoccuparsi nemmeno della sua ignoranza storica, culturale e religiosa.

Noticina storica per un veloce ripasso. Il 7 aprile 1167, secondo la tradizione, nell’abbazia di Pontida, nel bergamasco, vi fu un giuramento di cinque comuni italiani lombardi contro Federico il Barbarossa, legittimo imperatore del Sacro Romano Impero. Fu l’inizio di un lungo processo che porterà all’unità d’Italia- 820 anni dopo, Umberto Bossi si appropriò del ricordo storico e assunse la figura di Alberto da Giussano come simbolo della Lega-Nord con in programma solo la secessione del Lombardo-Veneto. Si fece anche una religione d’occasione, adorante il «dio Po», con pellegrinaggio-gita una volta l’anno al «Pian del Re» sul Monviso: ampolla, un sorso e via in trattoria a mangiare polenta e salsiccia. Peccato che Alberto da Giussano non sia mai esistito, ma se bisogna fare riferimento storico a qualcuno, occorre scomodare un certo «Guido di Landriano» (Paolo Grillo, Legnano 1176. Una battaglia per la libertà, Laterza, 2010).

Salvini stia attento a giurare perché nel vangelo che aveva in mano – era Vangelo? – c’è scritto:

«Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, né per la terra… Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno» (Mt 5,34-37).

Matteo avvisato, Salvini mezzo salvato. Riguardo poi al tema che è l’unico della predicazione del Matteo leghista, cioè l’immigrazione e quindi gli stranieri, in quello stesso vangelo è pure scritto:

«“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo [fatto tutto questo?]”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”» (Mt 25, 35-40).

Salvini Matteo ha giurato pubblicamente di osservare «gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo. Io lo giuro, giurate insieme a me? Grazie». Si è fregato da solo perché non può fare finta che sia stato un gioco, perché qui si misura la sua dignità o indegnità. Se non rispetta l’accoglienza dello straniero, dandogli assistenza per la vita e non per la sopravvivenza, è uno spergiuro. Anche la Costituzione lo inchioda a rinnegare tutto quello che ha predicato con arroganza in questi anni, in questi giorni, in questa campagna elettorale. Sono sufficienti pochi cenni di ripasso, per rinfrescare la memoria a chi sembra giocare con documenti solenni più grandi di lui e dei suoi:

Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3 comma 1).

Art. 8. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 10. L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Pensando al Salvini di turno di ogni tempo, la Costituzione, si premura di scrivere all’art. 117 che «La potestà legislativa è esercitata dallo Stato… nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali». Ecco alcuni pro-memoria utili a Salvini e a chi è come lui.

Dalla Dichiarazione dei diritti umani dell’Onu del 1948:

Art. 13. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.

Art. 14. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Art. 18. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.

Salvini forse non sa che giurando sul Vangelo (col rosario per buon peso) e con la Costituzione in mano ha giurato su tutti questi impegni e doveri. In materia d’immigrazione l’Italia non può fare quello che vuole, ma deve rispettare la Legge e i Patti internazionali.

Ora Salvini deve rispettare il suo giuramento e riconoscere il dovere, anzi l’obbligo per l’Italia, a fare l’accoglienza in forza dei Trattati e o Convenzioni Internazionali, firmati e accolti nel proprio ordinamento. Essi sono: la «Dichiarazione Universale dei Diritti Umani» (ONU – Parigi, 10-12-1948); la «Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali» (Onu, 1966, in vigore dal 3-1-1976), il «Patto internazionale sui diritti civili e politici» (Onu, 1966, in vigore, 23-31976), la «Costituzione Europea» (Nizza, 7-12-2000).

Mi aspetto da Matteo Salvini, se è uomo d’onore, che vada in Tv, dove per altro è di casa, e inviti i suoi a non votare per la Lega e la sua congrèga perché in tutta la campagna elettorale ha sbagliato bersaglio e ha fatto confusione. È meglio che si prenda un lungo periodo di vacanza (tanto paghiamo noi) e si riposi, leggendo la Costituzione e per svago il Vangelo secondo Matteo, quello vero, non quello finto.


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Migranti, Salvini zittisce la Cei: "C'è chi vuole che giuri sul Corano"
Andrea Indini - Mer, 28/02/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 99442.html

Durissimo scontro con la Cei. Galantino: "Sui migranti sciacallaggio per avere quattro voti in più". Salvini: "E Renzi, Boldrini, Bonino che fanno comizi in chiesa?"

Adesso è scontro aperto. I primi a levare le critiche contro Matteo Salvini sono stati alcuni vescovi, alla spicciolata.

L'hanno attaccato perché sabato scorso aveva esibito alla manifestazione di Milano il Vangelo e il rosario. Poi è stata la volta del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, che seppur senza far nomi se l'è presa con chi fa sciacallaggio sui migranti "per quattro voti in più". La stessa chiesa che, però, poi chiude un occhio quando dai pulpiti delle chiese Laura Boldrini e Emma Bonino arringano i fedeli invitandoli a votare la sinistra. "Se qualcuno preferisce impegnarsi sul Corano o su altro - replica il leghista - io vado orgoglioso di una tradizione che qualcuno ha negato in Europa".

Tutta colpa del giuramento. Un giuramento (cristiano) che monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara conosciuto come "il vescovo dei profughi" per il suo impegno in favore degli immigrati durante il mandato alla fondazione Migrantes, non ha fatto preso bene. "Qui ci ritroviamo di fronte a un leader che in maniera contraddittoria si presenta col Vangelo e col rosario - ha detto a Repubblica - e dall'altro lato predica la non accoglienza e il rifiuto dell'altro: ieri il meridionale, oggi lo straniero". Non è stato certo più tenero Galantino. Accogliendo i 114 profughi, fatti arrivare a Roma dal Corno d'Africa con il primo corridoio umanitario istituito dal Viminale, non ha perso l'occasione per entrare a gamba tesa in una campagna elettorale già di per sé tesa. "Dopo che avrete raccattato quei quattro voti in più, andate un po' in giro per l'Italia e guardate negli occhi questi bambini - ha detto il capo dei vescovi - poi dite se continuerete ancora a speculare sulla storia drammatica di queste persone".

Da sempre non corre buon sangue tra Salvini e i vertici della Chiesa. Eppure il leader leghista difende da sempre le tradizioni cristiane del Paese. Sabato scorso, per esempio, ha chiuso la manifestazione in piazza Duomo mostrando una copia della Costituzione italiana e del Vangelo: "Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, ai 60 milioni di italiani e di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti nella Costituzione e nel sacro Vangelo. Io lo giuro, lo giurate con me? Andiamo a governare, riprendiamoci il Paese". Il giuramento, però, non è piaciuto in Vaticano. Ma ai vescovi inorriditi il segretario del Carroccio ha fatto notare che da nessuna parte, nei quattro Vangeli, c'è scritto che bisogna accogliere tutti. "Nella mia Italia l'immigrazione ha delle regole, dei numeri, dei limiti - ha spiegato - con 5 milioni di italiani in povertà il 'prossimo mio' è a Milano, Napoli, Torino, Roma...". E a Galantino, che gli ha dato dello "sciacallo", ha ricordato i comizi di Renzi, Boldrini e Bonino nelle chiese. "Mi spiace se qualcuno si è offeso ma ho fatto un gesto col cuore...".



Ma Salvini ha mai letto il Vangelo?
di Antonio Gurrado
2018/02/26

https://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca ... elo-180921

Ci ho messo un paio di giorni a riavermi dalla sorpresa che l’alleanza fra trono e altare, vilipesa e distrutta da giacobini e sanculotti con la rivoluzione francese, fosse stata riportata in auge da quel particolare tipo di giacobino e di sanculotto che è Matteo Salvini. Se il suo intento era dire che intende contrastare la jihad arroccandosi sui valori giudeocristiani, be’, allora ha avuto più senso sventolare il rosario: com’è noto, si tratta di una forma di devozione popolare non del tutto istituita (lo stesso Ratzinger ammetteva di annoiarsi dopo averne pregato tutt’al più una posta) che venne regolamentata da papa Pio V dopo la vittoria sui turchi a Lepanto, a mo’ di ringraziamento per avere fatta salva la civiltà occidentale. Non a caso nella ricorrenza della battaglia, 7 ottobre, si suole celebrare Nostra Signora del Rosario così come Nostra Signora della Vittoria.

Ma il Vangelo? Salvini ha giurato di governare rispettando gli insegnamenti che vi sono contenuti, e io sarei quasi tentato di sperare che vinca per vedere come farà poi a conciliare la flat tax con la storia del sicomoro fatto seccare da Gesù perché non portava fichi mentre non era la stagione dei fichi; o il vincolo di mandato con la storia della mandria di porci che pascolava serena nel paese dei Geraseni fino a che Gesù non vi cacciò dentro una legione di demoni, costringendoli a gettarsi ipso facto da una rupe.

Da un giuramento così coraggioso sorge il sospetto che Salvini non l’abbia letto tutto e bene, il Vangelo. Né sono messi meglio quelli che sono corsi a stracciarsi le vesti per protestare che gli insegnamenti del Vangelo sono del tutto contrari al programma sovranista, quasi si trattasse invece di un prontuario di boldrinismo teologico. In realtà il Vangelo è un testo duro e scabro in cui è scritto che nessuno è buono, in cui si dà dello stolto allo stolto e si minacciano macine al collo e spade al posto della pace. È un libro talmente poco incline all’ipocrisia e al compromesso da implicare che, se qualcuno vuole governare seguendone gli insegnamenti, non solo non deve candidarsi con la Lega. Non deve proprio candidarsi in Italia.


Alberto Pento

Ricordo a Paolo Farinella prete genovese che:

la costituzione italiana e i vangeli vanno letti e interpretati con il buon senso e la ragionevolezza, diversamente se letti e interpretati con superficialità, ceca fede, decontestualizzati e non ragionati, senza contemperare tra i valori e i diversi doveri e diritti, da "potenziali fonti di bene" si trasformerebbero in fonti fanatiche di odio (come l'antisemitismo), di malvagità e assurdità disumane e tragiche come (il disprezzo per la vita, per la famiglia, per i figli, per il lavoro, per la proprietà; la castrazione reale o la castità e il celibato con le sue derive pedofile e depravate); l'imperialismo del missionarismo evangelico; l'esaltata ricerca del martirio, la caccia alle streghe, la persecuzione degli eretici, il disordine sociale e politico, l'impoverimento economico generale della comunità, il caos demenziale del millenarismo e del miracolismo).

La costituzione italiana non dice di trascurare i bisogni, la salute e la sicurezza dei cittadini; di maltrattare, di derubare i propri concittadini; di violare i loro diritti umani civili e politici come la sovranità democratica e la libertà o di sprecare le loro risorse economiche e finanziarie e i loro beni pubblici come la cittadinanza, il territorio, le tradizioni, il welfar, consumandoli senza criterio, regalandoli, sperperandoli, scialacquandoli, ridistribuendoli in rendite immeritate, privilegi assurdi, ladrocini criminali, aperture a invasioni di chichessia dal mondo; di mettere a rischio la loro vita, il loro futuro, i loro beni personali.

Le convenzioni internazionali sui rifugiati politici e sull'aiuto umanitario non dicono affatto che si debba accogliere comunque e chiunque senza criterio e senza tener conto delle possibilità economiche, demografiche, sociali che ogni paese ha di accogliere e ospitare; tanto meno di accogliere chi non è documentato, chi non si fa certificare, chi non ha rispetto e che può fare del male.

Per quanto riguarda la libertà religiosa si fa presente a questo prete che l'Islam non è solo un culto chiesastico o da moschea ma una ideologia e una pratica politica e giuridica totalitaria e criminale, che viola i diritti umani universali e che pertanto dovrebbe essere bandita come prescritto dalle costituzioni europea e italiana e dalle altre leggi vigenti.
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » gio mar 01, 2018 10:39 am

Anziana sviene al supermercato: «Non ho i soldi per mangiare»
Luisa Morbiato
01/03/2018

https://www.ilgazzettino.it/nordest/pad ... 77650.html

PADOVA - Freddo e fame. Una combinazione che, in questi giorni di temperature particolarmente rigide, può diventare micidiale e poteva costare carissima ad un’anziana padovana. Protagonista della triste vicenda una settantacinquenne che vive a Pontevigodarzere, alla periferia di Padova: mercoledì mattina è collassata in una delle corsie del supermercato Alìper di via Saetta all’Arcella, mentre faceva la spesa. Il motivo? La pensione non le basta, soffre la fame, vive al freddo e non ha più forze per mantenersi.

I clienti presenti, vedendola cadere all’improvviso a terra perdendo subito conoscenza, hanno urlato chiedendo aiuto. É così intervenuto un medico padovano che, fortunatamente, si trovava nel negozio per fare anche lui la spesa.
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » sab mar 03, 2018 10:05 pm

Italiani con la casa andata a fuoco che vivono in macchina senza assitenza sociale

https://www.facebook.com/VofEurope/vide ... 7160015441
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » mer mar 21, 2018 8:29 pm

"Sull'accoglienza troppi sprechi. Da 35 euro al giorno si arriva a 168"
Antonella Aldrighetti - Mer, 21/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 07376.html

I giudici contabili: "Sistema costoso, inefficiente e sommario"

Costoso, inefficace e sommario. Il sistema di gestione dell'accoglienza agli immigrati finito sotto la lente della Corte dei conti ha messo in luce, in un compendio di 150 pagine, tutte le evidenti criticità del fenomeno.

Il documento tecnico contabile ha analizzato, specificatamente per il triennio 2013/2016, la prima accoglienza ossia i servizi resi agli stranieri dallo sbarco fino alla sistemazione nei Cas e successivamente nei Cara. Sono emersi costi elevati a fronte di servizi scarsi, assenza di controlli fiscali adeguati, tempi lunghi per identificazione e domande di asilo, governance territoriale carente da parte del Viminale nei centri di raccolta. Oltre a osservazioni esplicite che i magistrati hanno espressamente valutato come poco attente nel riconoscere la cosiddetta protezione umanitaria: «Si dovrebbe evitare di riconoscere un diritto di permanenza indistinto a tutti coloro che sbarcano» hanno scritto. Tuttavia quando si vanno a esaminare i costi per le suddette disamine dei documenti per le richieste di asilo viene fuori che nel 2016 sono stati impegnati ben 13,4 milioni di euro mentre, dal 2000 a oggi ben 54,5 milioni. Vale a dire che in media per valutare l'ipotesi di protezione di ogni immigrato, tra il 2008 e il 2016, si è speso 203,95 euro. Troppo a fronte del fatto che meno del 10 per cento viene classificato di fatto un rifugiato. I magistrati contabili inoltre dopo aver puntato l'indice hanno anche comminato la dovuta sanzione sulle inadempienze contabili di alcune prefetture che accertavano le spese avvalendosi di autocertificazioni a firma di coop e onlus che si occupavano del servizio di accoglienza. L'indagine puntuale è stata svolta in 4 prefetture campione: Treviso, Prato, Avellino e Reggio Calabria. Nella struttura di Avellino il costo di un migrante è arrivato a toccare i 50,39 euro al giorno + iva ovviamente (a fronte dei 35 + iva); quanto presso il Cas di Reggio Calabria sono emersi una serie di affidamenti diretti troppo agevoli rispetto alle modalità consuete che prevedono invece appositi bandi di gara. Un'attenzione ulteriore ha riguardato il Cie di Modena (Centro identificazione ed espulsione): il costo quotidiano per ogni immigrato detenuto è stato valutato da 56,16 euro fino a 167,81.



Corte dei Conti, il costo allo Stato di ogni richiedente asilo è di 203 euro al giorno
22 marzo 2018

http://www.lavocedeltrentino.it/2018/03 ... tro-che-35

Per l’accoglienza degli immigrati sul territorio italiano, nel 2016, il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, gestito dal Ministero dell’interno, senza includere i costi c.d. “indiretti”, ha registrato impegni finanziari per complessivi 1,7 miliardi di euro.

Anche l’Unione europea, per la stessa annualità, ha contribuito con finanziamenti per 46,8 milioni di euro che rappresentano però solo il 2,7 per cento rispetto all’onere gravato sul bilancio dello Stato e sulle spalle dei cittadini italiani.

A ciò deve aggiungersi che per il Paese il costo delle mancate ricollocazioni di migranti negli altri stati europei, alla data del 15 ottobre 2017, ammonta a non meno di 762,5 milioni.

Il documento tecnico contabile ha analizzato, specificatamente per il triennio 2013/2016, la prima accoglienza ossia i servizi resi agli stranieri dallo sbarco fino alla sistemazione nei Cas e successivamente nei Cara. Sono emersi costi elevati a fronte di servizi scarsi, assenza di controlli fiscali adeguati, tempi lunghi per identificazione e domande di asilo, governance territoriale carente da parte del Viminale nei centri di raccolta.

Insomma secondo la corte dei conti il sistema dell’accoglienza sarebbe costoso, inefficace e sommario. Il sistema di gestione dell’accoglienza agli immigrati finito sotto la lente della Corte dei conti ha messo in luce, in un compendio di 150 pagine, tutte le evidenti criticità del fenomeno.

Quando si vanno ad esaminare i costi per le suddette disamine dei documenti per le richieste di asilo viene fuori che nel 2016 sono stati impegnati ben 13,4 milioni di euro mentre, dal 2000 a oggi ben 54,5 milioni.

Vale a dire che in media per valutare l’ipotesi di protezione di ogni immigrato, tra il 2008 e il 2016, si sono spesi 203,95 euro al giorno.

Troppo a fronte del fatto che meno del 10 per cento viene classificato di fatto un rifugiato.

I magistrati contabili inoltre dopo aver puntato l’indice hanno anche comminato la dovuta sanzione sulle inadempienze contabili di alcune prefetture che accertavano le spese avvalendosi di autocertificazioni a firma di coop e onlus che si occupavano del servizio di accoglienza.

L‘indagine puntuale è stata svolta in 4 prefetture campione: Treviso, Prato, Avellino e Reggio Calabria.

Nella struttura di Avellino il costo di un migrante è arrivato a toccare i 50,39 euro al giorno + iva ovviamente (a fronte dei 35 + iva); quanto presso il Cas di Reggio Calabria sono emersi una serie di affidamenti diretti troppo agevoli rispetto alle modalità consuete che prevedono invece appositi bandi di gara. Un’attenzione ulteriore ha riguardato il Cie di Modena (Centro identificazione ed espulsione): il costo quotidiano per ogni immigrato detenuto è stato valutato da 56,16 euro fino a 167,81.

Nel 2016, 123.600 persone hanno presentato domanda di asilo e quelle esaminate dalle apposite commissioni sono state 91.102: di esse, circa il 56 per cento, provenienti da “migranti economici”, è stato respinto ed il 4 per cento ha riguardato soggetti resisi irreperibili.

Delle domande accolte (36.660), solo il 13 per cento ha avuto come esito il riconoscimento dello status di rifugiato, mentre il 35 per cento ha riguardato soggetti cui è stata riconosciuta una protezione sussidiaria ed il 52 per cento una protezione umanitaria.

La maggior parte delle regioni (dieci), per il 2015, ha registrato costi che sono da ricomprendersi in un range che va dai 30 ai 35 euro pro capite e pro die.
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » gio mar 29, 2018 9:28 am

Fisco: Il 45% degli italiani dichiara un reddito sotto i 15mila
28/03/2018

http://www.ansa.it/sito/notizie/economi ... 3fd79.html

Il 45% dei contribuenti italiani dichiara fino a 15.000 euro e versa il 4,2% dell'Irpef totale mentre i "Paperoni" con oltre 300.000 euro di reddito sono 35.000 mila (lo 0,1%). E' quanto emerge dalle rilevazioni del Mef sulle ultime dichiarazioni Irpef delle persone fisiche presentate nel 2017 (anno di imposta 2016).
Nella fascia tra 15 e 50mila euro si colloca invece il 50% dei contribuenti che dichiara il 57% dell'Irpef. Il 5,3% dichiara invece oltre 50.000 euro (39% dell'Irpef totale).
Il reddito complessivo totale dichiarato dagli italiani nel 2017 ammonta a circa 843 miliardi di euro (+10 miliardi rispetto all'anno precedente) per un valore medio di 20.940 euro, in aumento dell'1,2% rispetto al reddito complessivo medio dichiarato l'anno precedente. La regione con reddito medio più alto è la Lombardia (24.750 euro, mentre la maglia nera va alla Calabria (14.950 euro).
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » mer apr 04, 2018 5:50 am

???

Diciotto milioni di italiani in povertà, Zaia: "Fermare subito le accoglienze di falsi profughi"
25 marzo 2018

http://www.trevisotoday.it/politica/pov ... -2018.html

TREVISO “I dati angoscianti resi noti nelle scorse ore dalla Cgia, che descrivono un’Italia sempre più povera e un popolo italiano pesantemente tartassato dalle tasse e nel contempo privato di adeguati servizi e interventi sociali, confermano chiaramente quello che andiamo dicendo da sempre: non è accettabile uno Stato stenda tappeti rossi per far favorire l’entrata di migranti economici che profughi certo non sono, a danno dei propri cittadini, che si stanno purtroppo scoprendo i veri rifugiati nella terra in cui sono nati”.

A parlare è il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando l’analisi svolta dalla Confartigianato di Mestre che ha messo i risalto come, a causa dei livelli record di tassazione raggiunti dall’Italia negli ultimi anni e del costante taglio della spesa sociale, nel nostro Paese il rischio povertà o di esclusione sociale abbia raggiunto l’incredibile cifra di 18 milioni di persone. “Otto su dieci immigrati che entrano a casa nostra non sono persone che scappano da guerre o disastri – prosegue Zaia –, sono sedicenti profughi che vengono mantenuti con quelle risorse rastrellate attraverso una fiscalità efferata, applicata brutalmente alle nostre famiglie e imprese. Come si può continuare a sacrificare la vita degli italiani, diciotto milioni dei quali non riescono nemmeno a sbarcare il lunario, per pagare una costosa accoglienza a chi finge di essere quello che non è, un rifugiato. Speriamo – conclude Zaia – che la nuova compagine governativa finalmente decida di cambiare radicalmente questa assurda e inaccettabile situazione”.


Alberto Pento
Zaia non solo dei finti profughi, ma anche di quelli veri e dei migranti economici, ambientali e climatici.
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Re: Nativi italici poveri, disoccupati, emigranti e suicidi

Messaggioda Berto » gio nov 29, 2018 9:59 pm

Poveri anziani, quasi la metà non può permettersi di accendere il riscaldamento
Lidia Baratta Giornalista
2018/11/27

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... XEoUUQAp_M

Quasi la metà degli anziani non si può permettere di accendere i termosifoni in casa. O rischia di non poterlo fare più nel prossimo futuro. Sono i “poveri energetici”, gli italiani con una pensione che non basta a pagare le bollette del gas, dell’acqua calda e dell’elettricità. Di loro si è occupata un’indagine realizzata dallo Spi, il Sindacato dei pensionati della Cgil, e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, secondo cui a vivere in questa situazione è il 47% degli anziani intervistati da Nord a Sud. Con conseguenze gravi anche sullo stato di salute e i livelli di mortalità.

Dai risultati emersi dalle interviste (979), viene fuori che il 14% dei pensionati non riesce a mantenere una temperatura adeguata in casa. E non solo perché far partire la caldaia costerebbe troppo a fine mese, ma anche perché nel 18% dei casi negli appartamenti manca del tutto l’impianto di riscaldamento. In altri casi sono gli infissi a essere inadeguati. E per sostituirli, la pensione non basta.

Oltre i “poveri energetici” veri e propri, il 33% degli intervistati è a rischio povertà energetica. Con condizioni economiche né agiate né di indigenza, ma comunque non in grado di poter garantire una temperatura confortevole tra le mura di casa nel prossimo futuro.

I poveri energetici sono per lo più anziani soli, vedovi o vedove, che vivono in piccoli appartamenti tra i 40 e i 60 metri quadri, in condomini cittadini, e senza grandi attività sociali. Le donne sono la maggioranza. E più si va avanti con l’età più le condizioni economiche peggiorano. I più poveri sono gli ex artigiani e le ex casalinghe. Se la passano quelli che hanno lavorato come operai. Ma tra coloro che non hanno una pensione da lavoro, affidandosi a invalidità, reversibilità o pensione sociale, le condizioni di fragilità economica sono ancora più gravi.

Tra chi è in affitto, poi, le ristrettezze energetiche aumentano: una sola pensione non basta a pagare la rata mensile e a riscaldare la casa. Il 73,8% tra i più poveri accende i riscaldamenti “solo se strettamente necessario”. Con una spesa media annua per il gas di soli 258 euro, circa 500 euro in meno dei coetanei che se la passano meglio.

Dal punto di vista territoriale, la quota più sostanziosa di poveri energetici si trova in Calabria (45,4%), cui si contrappone il dato registrato in Toscana (6,8% di poveri). L’incidenza della povertà raddoppia per coloro che sono separati (o divorziati) o vedovi e arriva a superare il 30% per nubili e celibi. E «a uno stato di povertà energetica si accompagnano generalmente condizioni di salute precarie, se non compromesse», spiegano nell’indagine.

Un bonus sociale per l’energia elettrica e il gas, in realtà, ci sarebbe dal 2008. Ma quello che viene fuori dai dati è che solo il 30% di chi aveva diritto ne ha usufruito, tra una platea di destinatari ridotta all’osso, buoni di copertura della spesa troppo bassi e un inter amministrativo e burocratico da azzeccagarbugli. Non proprio agevole per un 70-80enne.
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