Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » mar dic 18, 2018 10:35 am

'Per ogni nero uccideremo cinque bianchi' – bufera su andile mngxitama,
“PER OGNI NERO UCCIDEREMO CINQUE BIANCHI” – BUFERA SU ANDILE MNGXITAMA, LEADER SUDAFRICANO DEL PARTITO "BLACK FIRST LAND FIRST" (BLF), CHE DURANTE UN COMIZIO HA INCITATO ALLA VIOLENZA, CHIEDENDO AI PRESENTI DI AMMAZZARE PER VENDETTA: “UCCIDEREMO LE LORO DONNE, UCCIDEREMO I LORO FIGLI, UCCIDEREMO I LORO CANI” – LE SUE PAROLE METTONO IL PARTITO NEI GUAI VISTO CHE… (VIDEO)
13.12.2018

http://m.dagospia.com/per-ogni-nero-ucc ... ama-190376

Andile Mngxitama, leader del partito Black First Land First (BLF), ha chiesto di uccidere i bianchi come risposta a potenziali violenze sulle persone di colore. Durante un comizio a Potchefstroom, vicino a Johannesburg, il leader ha invitato la gente ad ammazzare: «Per ogni nero uccideremo cinque bianchi.

Uccidi uno di noi, uccideremo cinque di voi. Uccideremo le loro donne, uccideremo i loro figli, uccideremo i loro cani, uccideremo i loro gatti, uccideremo qualsiasi cosa si metta sulla nostra strada».

Le sue parole hanno suscitato sdegno, ma Mngxitama ha affermato che quei commenti erano stati estrapolati dal contesto e che stava rispondendo ai commenti fatti di recente dal miliardario Johann Rupert sull'industria dei taxi.

Una giustificazione che si è rivelata inutile, vista la denuncia presentata alla Commissione elettorale: se verrà giudicato colpevole di incitamento all'odio o alla violenza, il partito di Mngxitama potrebbe essere depennato dal registro dei partiti politici.

Mngxitama è un rivoluzionario marxista che si oppone al capitalismo e in passato era stato accusato di razzismo innumerevoli volte.



Africa razzista, il continente nero è tra i più razzisti della terra
viewtopic.php?f=196&t=2750
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » dom gen 13, 2019 8:37 am

Cesare Battisti catturato in Bolivia
Matteo Carnieletto - Dom, 13/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ces ... 28088.html

Il terrorista era scappato dal Brasile lo scorso dicembre ed è stato fermato da una squadra dell'Interpol a Santa Cruz

Alla fine Cesare Battisti è stato preso. L'Interpol lo seguiva da tempo. Da quando il presidente Jair Bolsonaro lo aveva promesso all'Italia.

E così per il terrorista non c'è stato più nulla da fare.

Sono le 17 di sabato 12 gennaio quando una squadra speciale dell'Interpol, formata da investigatori italiani, lo ferma. L'uomo che hanno davanti porta una barba finta. Ma non basta. Il documento che gli trovano in tasca allontana ogni dubbio. C'è scritto: Cesare Battisti, nato il 18 dicembre del 1954.

Il terrorista era solo. Aveva provato a scappare in Bolivia, come aveva già fatto due anni fa. Evidemente la riteneva un Paese sicuro, ma così non è stato.

La caccia a Battisti

L'Interpol si era messa sulle tracce del latitante poco prima di Natale. Come riporta Il Corriere, si è trattato di "un lavoro minuzioso e certosino, un lavoro di strada attingendo agli informatori e alla conoscenza del territorio, un lavoro di tentativi, calcoli e azzardi".

Mosse precise che sono servite, poco alla volta, a stringere il cerchio attorno al terrorista. Prima la zona in cui si era nascosto e, poi, le zone in cui si aggirava. Tutto è stato analizzato fin nei minimi dettagli. Fino alla cattura.
Battisti tornerà in Italia?

Non si sa ancora quale sarà il destino del terrorista. Prima, sottolinea il quotidiano di via Solferino, si dovranno fare tutti i passaggi tecnici. Ma è molto probabile che per l'ormai ex latitante italiano ci sia poco da fare. In brevi tempi, infatti, la Bolivia potrebbe espellerlo e rimpatriarlo in Italia.


Alberto Pento
È un giorno memorabile che segna come per i nazi comunisti dell'occidente la pacchia e l'impunità siano finalmente terminate, speriamo per sempre.
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » dom gen 20, 2019 1:28 am

Il brigatista assassino insulta dal rifugio in Svizzera: "Salvini non mi fa paura"
Agostino Corneli - Sab, 19/01/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 31391.html

Alvaro Lojacono deve scontrare la pena dell'ergastolo inflitta con tre sentenze definitive. Il ministro ha replicato: "Essere insultato da un assassino è una medaglia"

L'ex brigatista Alvaro Lojacono, tuttora ricercato e rifugiato in Svizzera, attacca il ministro dell'Intero: "Salvini? Lo trovo politicamente allucinante.

Paura non me ne fa, non temo possa venire qua".

Il terrorista, coinvolto nella strage di via Fani del 1978, nell'omicidio del giudice Girolamo Tartaglione e nell'assassinio dello studente greco del Msi, Mikis Mantakas, ha fatto queste dichiarazioni a Le Iene. L'intervista esclusiva andrà in onda domani alle 21,10. In Italia deve scontare un ergastolo. Per sfuggire alla condanna, è stato prima in Algeria, poi in Brasile e infine in Svizzera, dove vive e lavora all'università.

Con questo curriculum criminale, Lojacono commenta anche le politiche del governo italiano sui migranti: "Quando poi qui arrivano notizie 'bloccano le navi', mi viene da dire siete fuori di zucca o cosa?". Ma non teme che Salvini possa fare qualcosa per lui: "Di grandi dichiarazioni di impegni e di arresti di esuli ce n'è a pacchi". Nell'intervista ha affermato però di essere a conoscenza di essere il secondo latitante della lista del governo italiano dopo Alessio Casimirri, il brigatista fuggito in Nicaragua.

La risposta di Matteo Salvini non si è fatta attendere: "Essere insultato da un assassino terrorista in vacanza in Svizzera per me è una medaglia: rida finché è in tempo, faremo tutto il possibile perché finisca finalmente in galera in Italia".
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » mer mag 22, 2019 10:29 pm

LA MASCHERA DEL BENE
Niram Ferretti
22 maggio 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Uno dei miti persistenti della sinistra, icona sacralizzata del combattente per la libertà, del redentore armato, è la figura di Ernesto Che Guevara. Nell'immaginario collettivo Che Guevara è a un tempo, martire e messia, difensore degli oppressi, eroe romantico e santo guerriero. A Cuba è canonizzato come un santo reale, morto per la libertà, per disalienare gli uomni dal male, non provocato dal peccato originale ma conseguenza dell'unico vero male storico, il capitalismo.

Dietro all'iconologia santificatrice, in realtà c'è un dogmatico totalmente asservito all'ideologia trotzkista della rivoluzione permanente, reputata unica palingenesi per un mondo irredento e necessitante pertanto di migliaia di morti da sacrificare sull'altare di un domani migliore.

Moloch e Baal non hanno mai abbandonato la scena sotto l'incalzare del monoteismo ebraico e poi del cristianesimo, ma cambiando vesti si sono sempre ripresentati nella storia chiedendo il tributo esigito nel passato, sacrifici umani. Il Che, insieme ad altri prima e dopo di lui, ha provveduto ad esaudirli.

I profeti del sangue come Che Guevara sono i promotori dell'Uomo Nuovo, quello che il laboratorio degli omicidi pianificati deve confezionare, e che lui, assassino a sangue freddo si affrettava a realizzare. La violenza come balsamo purificatore e trasformatore, l'odio usato come combustibile, questi gli ingredienti fondamentali che il guerrigliero teorizzava nei suoi scritti e metteva in pratica. Perché marxisticamente, ciò che conta è la praxis e non la teoria. ll mondo va cambiato, lastricando, in nome della revolucion, la strada di cadaveri.

"Un rivoluzionario deve essere una perfetta macchina per uccidere" dichiarava. Non c'è nulla di male nell'uccidere i nemici della rivoluzione, coloro che si oppongono al nuovo corso delle cose, da Robespierre in avanti è sempre stato così, e Che Guevara, adepto di Moloch e Baal nascosti sotto spoglie comuniste, non fa certo eccezione, prosegue la lunga scia di sangue. Ma chi sono i nemici? Semplice. Coloro che si oppongono. L'opposizione è essa stessa, in quanto tale, nemica delle magnifiche sorti e progressive e va rimossa affinche la Storia, di cui gli autoproclamati paracliti come il Che sono convinti di essere l'incarnazione, possa procedere verso il proprio compimento.

Carlos Alberto Montaner ricorda lo zelo del Che nell'uccidere o fare uccidere gli oppositori, quando nei primi mesi della rivoluzione, all'Avana, venne messo a capo delle operazioni del campo militare a La Cabana, il penitenziario dell'isola. "L'assoluta subordinazione della realtà alla più cieca ortodossia ideologica" che Alvaro Vargas Llosa gli attribuisce non sorprende, essa infatti è sempre il presupposto fondamentale affinché si possa creare quella dissociazione psicotica che sostituisce ai fatti le astrazioni e trasforma così gli esserei umani in concetti, in simboli del male. In questo senso, da Hitler, a Stalin, da Pol Pot a Osama Bin Laden ai guerriglieri dell'ISIS o di Hamas, nulla cambia. Il meccanismo è sempre lo stesso.

L'ideologia, il conformarsi ad essa, distrugge la realtà, sostituendola con una forma pensiero che, dotata di vita propria, rende i suoi adepti semplici strumenti, volonterosi carnefici, sacerdoti del Nulla presentato con la maschera del Bene.


Gino Quarelo
Ottimo articolo ma mi sembra che nell'elenco dei personaggi storici cha hanno calcato questo modello disumano manchi qualcuno che si attaglia perfettamente, ossia Maometto.
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » ven mag 24, 2019 10:35 am

Così "fascista" è diventata parola vuota
Paolo Guzzanti - Ven, 24/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 00350.html

Ormai è un insulto per zittire l'avversario. In America lo è il pensatore "scorretto". E nessuno ricorda che all'inizio il termine era quasi sinonimo di "sinistra"

Fascista! Ecco un aggettivo che ha subito una mutazione dei significati originari legati al partito creato da Benito Mussolini, riacclimatandosi come una lucertola in situazioni, ambienti, comportamenti che non hanno quasi mai a che fare con la storia e un elemento di arredo in ogni lingua, come se fosse nato per conto suo in tutte le lingue.

L'inglese, specialmente americano, è la lingua che lo usa di più, ed è in grande continuo uso per tutti, applicato come insulto a Trump e al partito repubblicano intero, compresi i neri che si dichiarano conservatori. Nelle università, qualsiasi oratore non di sinistra che voglia parlare agli studenti deve superare un cordone di militanti vocianti che inalberano sui loro cartelli l'aggettivo «fascista», un termine prêt-à-porter spendibile in ecologia come nel femminismo radicale, o nella politica transgender per cui non si va a fare pipì secondo un bagno per chi ha il pisello e uno per chi non ce l'ha, ma secondo come uno si sente nell'anima, se non sei d'accordo devi prenderti il marchio di fascista e portartelo a casa. E poi, ancora, è fascista chi è ordinato nei cassetti, chi chiede ordine e sicurezza sulle strade e nelle scuole, e chi pretende fascista! - proprietà di linguaggio e rispetto tassativo per grammatica e sintassi.

Pochi sanno che il Fascist Party of America (fascio littorio bianco in campo azzurro sulla bandiera nell'area delle stelle) fu fondato nel 1907 da oltranzisti democratici del Sud vicini al Ku Klux Klan, quando Benito Mussolini in Italia era un sovversivo rosso, cosa che oggi agli americani come anche agli italiani sembra una provocazione. Come sarebbe a dire che Mussolini era «di sinistra»? E allora bisogna spiegare che il futuro dittatore «di destra» usava il termine «compagni», era ricercato da molte polizie, faceva sdraiare le operaie sui binari delle tradotte per sabotare la guerra di Libia del 1912 ma più che altro odiava a morte i borghesi, i ricchi capitalisti e per un po' la Chiesa e i preti. Il disordinatamente avido Mussolini smunto, gli occhi allucinati, i baffi e la barba di chi non ha tempo per il rasoio, occupava lo spazio immaginario dei ribelli di tipo guevarista, specie nel periodo austriaco trentino o quello ginevrino quando condivideva cibo e sale riunioni con Lenin, che lo teneva a distanza anche se poi Mussolini si vantò di un rapporto speciale con il leader russo, dicendo che i comunisti erano «tutti miei figli». Se oggi prevalesse l'intelligenza e si avesse l'orgoglio patriottico di appartenere a una fortissima democrazia, sarebbe utile dichiarare decadute le norme ideologiche di guerra contro il fascismo per assenza dell'oggetto e finalmente permettere che se ne parli al passato, visto che la guerra è finita.

La cronaca ci dice che avviene l'esatto contrario e che si seguita a far finta che ci sia un pericolo fascista, basandosi su quella manciata di carnevalanti runici con simboli nibelungici e attrezzeria di altri Walhalla che non ha mai fatto parte della storia e Dna italiani. Del fascismo com'è stato, con tutte le sue canagliaggini e ridicolaggini, enfasi e trasporti emotivi collettivi, nessuno sa più nulla. Ha fatto più Federico Fellini con Amarcord (1973) che la scuola italiana dove, per prudenza, è stata abolita la Storia come materia d'esame, mantenendo però in allerta emozionale Bella ciao a tutta birra - l'antifascismo militante che ha bisogno dei suoi demoni. «Fascista», l'aggettivo, prospera in proprio anche a causa delle mutilazioni inflitte alla storia che passa in televisione, che sta alla base dell'ignoranza comune. Una delle mutilazioni più indecenti è quella che riguarda l'alleanza non solo militare ma anche ideologica fra Hitler e Stalin uniti dal settembre 1939 al giugno 1941 nella spartizione dell'Europa, con parate militari nazi-comuniste, bevute e abbracci e baci a Brest Litovsk. Il tema è tuttora interdetto (si deve alludere vagamente a un certo «trattato di non aggressione», va poi a sapere cos'è) perché quella storia cancellerebbe l'accredito dei partiti comunisti come protagonisti primi e intransigenti della guerra contro il nazismo. Nella Francia occupata i comunisti francesi riempivano i muri di manifesti di benvenuto al Camrade allemand venuto a combattere la borghesia capitalista. E poi, l'altra questione spinosa: i «fascisti» erano davvero gli sgherri degli agrari assoldati per picchiare gli operai, o erano invece parte di una rivoluzione di sinistra? Come si fa a sistemare uomini come Indro Montanelli, Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari ma anche Pietro Ingrao e tutti i futuri comunisti, che non erano fascisti per caso ma per convinzione? Eugenio Scalfari incontrato in una libreria del centro di Roma mi ha detto con cipiglio: «Io nel 1943 (l'anno della caduta del fascismo, del bombardamento di Roma e dell'otto settembre, ndr) non ero fascista: io ero fascistissimo».

Il punto oggi è che questo aggettivo «fascista» è cresciuto divorando gli aggettivi contigui come «nazista». Chi dà più, oggi, del «nazista»? Nessuno. È fuori moda e imbarazza i tedeschi, mentre l'aggettivo «fascista» è una coperta leggera e arlecchinata che copre tutto, è multimediale, multinazionale, pratica ed elastica per tutti gli usi. Così, sono oggi bollati come fascisti gli antiabortisti afroamericani che parlano di un genocidio perpetrato dalla Planned Parenthood Federation of America, una creatura democratica che stermina l'ottanta per cento delle gravidanze nere, e sono chiamati fascisti i poliziotti in genere, ma in particolare quelli che pattugliano Chicago quando le comunità afroamericane cominciano a spararsi. Anche qui: non importa se i poliziotti sono neri. Fascisti anche loro, e non se ne parla più. Discutere con gli americani su che cosa sia fascista (specialmente se sono Democrats) è tempo perso perché i loro parametri sono indipendenti dalla Storia e dalla memoria. Gli adolescenti bianchi americani delle scuole superiori abbandonano le discussioni razziali, perché appena aprono bocca sono accusati di essere fascisti anche dai latinos e da molti asiatici pakistani.

In Europa oggi perfino i nativi di lingua tedesca hanno privilegiato l'aggettivo fascista, perché più leggero e planetario, sempre in grado di offrire l'effetto notte, quando tutti gli aggettivi, come i gatti, sono grigi e uno vale uno. In Italia, in occasione della vicenda al Salone del Libro di Torino, abbiamo sentito il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico decretare che dichiararsi fascisti è di per sé reato da punire, a prescindere dalle azioni e che - quanto ai libri - sarebbe il caso di adottare l'abitudine hitleriana del rogo. Si tratta di un atteggiamento paragonabile all'«aggravante mafiosa» che, da aggravante applicabile alle pene sui delitti commessi in ambito mafioso, si è trasformata in delitto in sé. In maniera analoga, chiunque cada nel delitto di banalità ricordando la bonifica delle paludi Pontine (Canale Mussolini di Antonio Pennacchi) o per i treni che «quando c'era lui» arrivavano in orario, secondo la dottrina Fico, è da punire. In Italia lo spettro del fascismo resta uno spettro, o meglio una giungla in cui devi sempre stare attento a dove metti i pedi e a quel che dici perché i confini sono scivolosi e i trabocchetti sono troppi per non farsi prima o poi male.

I repubblicani americani, paradossalmente, hanno preso la questione del fascismo con maggior serietà: ideologi come Denish D'Souza e molti contribuenti del Washington Times affermano che il fascismo italiano va considerato come socialismo di Stato poiché risponde a tutti i requisiti di un socialismo autoritario. In primo luogo, secondo il vero ideologo del fascismo Giovanni Gentile, tutto deve essere nello Stato e nulla al di fuori dello Stato. Secondo: un regime socialista statalista scoraggia la concorrenza scegliendo una o più aziende private da mantenere al proprio servizio come la Fiat. Terzo, i socialismi nazionali statali (italiano, tedesco, russo) produssero il primo vero welfare statale: tutti i figli del popolo alle colonie marine e montane, sport per tutti, pensioni sociali, l'Iri, l'Inps e tutte le sigle dello Stato provvidente messe in funzione con il massimo vigore. Si può dire che ogni «aspetto buono» del fascismo era un'applicazione del socialismo, dalle case popolari (che a Roma ancora chiamano «le case di Mussolini») ai treni per la neve e il mare per un Paese ancora rurale e in gran parte analfabeta: caratteristiche «di sinistra» e non di destra. E così furono percepite in tutto il mondo occidentale, specialmente di lingua inglese, perché due erano le rivoluzioni che avevano affascinato e scosso l'umanità, quella bolscevica e quella fascista. Vedere, leggere per credere.
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » mer giu 05, 2019 8:12 am

«Ho taciuto per 30 anni. Ora devo dire cos'è successo a Piazza Tienanmen»
Leone Grotti
29 maggio 2019

https://www.tempi.it/ho-taciuto-per-30- ... UJl-ZAecGk

Jiang Lin, ex colonnello dell’Esercito popolare di liberazione, racconta il massacro del 4 giugno 1989: «La brutalità di quella notte mi ha scioccata. La visione era insopportabile: come se stessero violentando mia mamma»

Sono passati 30 anni dalla strage di Piazza Tienanmen. Sono passati 30 anni da quel 4 giugno 1989, quando il regime comunista ordinò all’esercito di massacrare gli studenti, che a centinaia di migliaia si erano assiepati sotto il grande ritratto di Mao Zedong per chiedere più libertà di stampa, democrazia e meno corruzione. L’esercito annientò la più grande manifestazione pacifica di popolo della storia nel modo più orribile: inseguendo gli studenti inermi alle spalle, quando già avevano abbandonato la piazza.

LA GRANDE CENSURA

Ancora oggi il regime nega il massacro, dove sono morti, a seconda delle stime, tra i 300 e i 10 mila cinesi. Ancora oggi il partito comunista impedisce al suo popolo di conoscere la verità, censura internet e i libri di storia, arresta gli attivisti che chiedono al governo di riconoscere le sue colpe e vieta alle famiglie di commemorare e piangere le vittime. Nonostante tutti gli sforzi, però, l’esecutivo guidato da Xi Jinping non può impedire ai protagonisti che hanno vissuto quei giorni drammatici di gridare la verità.

Jiang Lin, 66 anni, è rimasta in silenzio per 30 anni. Colonnello dell’Esercito popolare di liberazione al tempo del massacro, decise nel 1989 di non partecipare alle operazioni e di percorrere le vie attorno a Tienanmen per documentare l’offensiva dei carri armati. Jiang ha sentito sibilare le pallottole dei fucili, ha visto i cingolati falciare gli studenti e i cadaveri ammassati lungo le strade in mezzo a pozze di sangue.

«DOBBIAMO PARLARE DEL 4 GIUGNO»

Dopo 30 anni passati a tacitare la sua coscienza, Jiang ha deciso di raccontare ciò che ha visto al New York Times e di rivolgere un appello pubblico al partito comunista perché ammetta le sue terribili colpe. «Il dolore mi ha divorato per 30 anni, tutti coloro che hanno partecipato al massacro devono parlare di quello che è successo. Lo dobbiamo ai morti, ai sopravvissuti e ai figli della Cina del futuro».

Figlia di un generale, Jiang è entrata nell’esercito a 16 anni, intraprendendo la carriera di giornalista militare. Il colonnello racconta che il generale Xu Qinxian, comandante del 38esimo battaglione, si rifiutò di guidare le sue truppe nel centro di Pechino dopo l’introduzione della legge marziale. Insieme ad altri sei comandanti firmò una lettera in cui si dichiarava contrario e la inviò alla Commissione militare centrale: «L’Esercito di liberazione del popolo è l’esercito del popolo e non dovrebbe entrare in città o sparare sui civili».


MORTI A DECINE E DECINE

La lettera non sortì alcun risultato e l’esercito entrò a Pechino il 3 giugno, circondando la piazza. In quelle ore cruciali Jiang smise i panni del militare e indossò quelli civili per fare il suo lavoro di giornalista, correndo il rischio di essere uccisa insieme agli altri manifestanti. Nei pressi della piazza – in mezzo a spari, esplosioni, roghi e grida – venne aggredita da una decina di militari e picchiata.

Trasportata in ospedale su una bicicletta, vide arrivare morti e feriti a decine e decine. «La brutalità di quella notte mi ha scioccata. La visione era insopportabile: come se stessero violentando mia mamma. Una follia. Come si potevano usare carri armati e mitragliatrici contro il popolo?».

TEMPI DEDICA UNO SPECIALE A TIENANMEN

Nei mesi successivi al 4 giugno 1989, Jiang è stata interrogata più volte dalle autorità e arrestata per aver scritto un resoconto dettagliato di ciò che ha visto, pur non avendolo mai pubblicato. Per anni ha atteso una pubblica ammenda dei leader comunisti. Che non c’è mai stata. E oggi, che ha abbandonato il paese, afferma: «L’immenso potere del partito comunista è costruito sulla sabbia. Se puoi continuare a negare di aver massacrato il popolo, ogni menzogna è possibile. Più di una volta ho sognato di visitare Tienanmen vestita a lutto e di lasciare in piazza un mazzo di gigli bianchi».

Jiang sottolinea l’importanza di non dimenticare gli eventi del 4 giugno. Ed è per questo che la prossima copertina di Tempi sarà dedicata a Piazza Tienanmen. Il numero conterrà uno speciale con la preziosa testimonianza di Zhou Fengsuo, leader degli studenti, dichiarato dopo il massacro nemico pubblico numero 5 dal regime. A Tempi ha parlato anche Albert Ho Chun-yan, attivista e politico che a Hong Kong ha fondato il Museo del 4 giugno, l’unico luogo sotto il controllo della Cina dove si può conoscere la verità su Tienanmen senza essere arrestati: «Noi abbiamo il compito di cercare la verità e utilizzare quel poco di libertà che ancora ci resta per comunicarla. Dobbiamo farlo per tutti quei cinesi ridotti al silenzio dal regime e per dimostrare a Pechino, e al mondo intero, che non abbiamo dimenticato quello che è successo nel 1989. Non dimenticheremo mai Piazza Tienanmen».
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » sab giu 08, 2019 8:08 am

Ucraina, nazismo e comunismo equiparati per legge dal Parlamento
Milano, 9 aprile 2015

https://www.corriere.it/esteri/15_april ... Kkz0764DPs

Il provvedimento approvato a larga maggioranza vieta l'uso di simboli e la propaganda. La replica del direttore del centro Wiesenthal: «Una decisione oltraggiosa»

L'Ucraina approva una legge che equipara il nazismo al comunismo, considerato un regime criminale. Il provvedimento è stato approvato a larga maggioranza dalla Rada, il parlamento ucraino, con 254 a favore su 307 presenti. Il progetto governativo vieta i simboli dei due regimi, la loro propaganda e la negazione del loro carattere «criminale». Per i trasgressori sono previsti sino a 5 anni di reclusione. «Con questa legge il regime totalitario comunista esistente in Ucraina dal 1917 al 1991 viene riconosciuto come criminale e accusato di aver promosso una politica del terrore statale», recita un passaggio della legge, che dà la stessa definizione per il nazismo.


Centro Wiesenthal: «Decisione oltraggiosa»

Immediata la replica del direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme Efraim Zuroff che la definito la decisione «oltraggiosa». La legge è una «grande bugia che trasforma i carnefici in vittime», accusa Zuroff. La decisione del parlamento ucraino «cerca di deviare l'attenzione dai crimini dell’Ucraina durante la Shoah ed equipara falsamente nazismo e comunismo». A questo proposito, «l’Ucraina è solo l’ultima delle ex repubbliche sovietiche post-comuniste, guidate dai Paesi Baltici, a far passare una tale legislazione», ha aggiunto l’ex collaboratore e successore di Simon Wiesenthal, storico «cacciatore» di criminali nazisti e collaborazionisti a cui è intitolato il Centro fondato nel 1977. Come riporta lo statuto, l’organizzazione ebraica si occupa della promozione dei diritti umani e dell’educazione contrastando «l’antisemitismo, l’odio e il terrorismo, stando a fianco di Israele, difendendo gli Ebrei in tutto il mondo e insegnando le lezioni dell’Olocausto per le future generazioni».


Gino Quarelo
Io sono pienamente d'accordo che il nazismo e il comunismo siano considerati ideologie e sistemi politici criminali; che come il fascismo sono tutti totalitarismi di matrice socialista.
Sull'antisemitismo forse il peggiore è stato il nazismo però nemmeno il social comunismo ha scherzato e il suo antisemitismo oggi si è trasformato in antisionismo/antisraelismo che alimenta l'odio non solo verso Israele e i suoi ebrei ma verso gli ebrei di tutto il mondo ed è quello oggi più marcato e pericoloso, specialmente in fusione con il maomettismo che è il più aberrante antisemitismo di sempre, ancor più di quello cristiano.
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » sab set 21, 2019 9:51 pm

Era ora che il comunismo fosse equiparato al fascismo e al nazismo
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 0064872736

Era ora che il comunismo fosse equiparato al fascismo e al nazismo, ora non resta che aggiungervi il maomettismo o Islam o nazismo maomettano che è il peggiore di tutti.
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 0064872736

Nella giornata di ieri il Parlamento europeo con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti ha approvato la mozione di condanna dell'uso dei simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che celebrano la liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa ed equiparando il comunismo al nazifascismo.
Bene. Era ora!




L'anticomunismo diventa regola delle istituzioni europee
di Sergio Cararo
20 settembre 2019

http://contropiano.org/news/politica-ne ... ee-0118896

Giovedi il Parlamento europeo ha approvato con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti la mozione di condanna dell’uso dei simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che in molti paesi europei celebrano la liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa ed equiparando il comunismo al nazifascismo. Ma l’operazione messa in campo sulla spinta convergente delle destre e dei liberaldemocratici di sinistra e di centro, è più insidiosa e vergognosa di una semplice legittimazione dell’anticomunismo istituzionale in vigore in alcuni paesi dell’Europa dell’Est (Repubbliche Baltiche, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca etc.). E’ una risoluzione propedeutica ad una rimozione storica funzionale a quello “stile di vita europeo” evocato dalla Von der Leyen e all’azzeramento della storia ufficiale europea alla nascita della Ue. Una sorta di anno zero dal quale vanno eliminate, anche con la forza, tutte le dissonanze, in particolare quella comunista.

I punti D, E, F, a premessa della risoluzione, scrivono testualmente:

“D. considerando che, dopo la sconfitta del regime nazista e la fine della Seconda guerra mondiale, alcuni paesi europei sono riusciti a procedere alla ricostruzione e a intraprendere un processo di riconciliazione, mentre per mezzo secolo altri paesi europei sono rimasti assoggettati a dittature, alcuni dei quali direttamente occupati dall’Unione sovietica o soggetti alla sua influenza, e hanno continuato a essere privati della libertà, della sovranità, della dignità, dei diritti umani e dello sviluppo socioeconomico;

considerando che, sebbene i crimini del regime nazista siano stati giudicati e puniti attraverso i processi di Norimberga, vi è ancora un’urgente necessità di sensibilizzare, effettuare valutazioni morali e condurre indagini giudiziarie in relazione ai crimini dello stalinismo e di altre dittature;
considerando che in alcuni Stati membri la legge vieta le ideologie comuniste e naziste;

Ma il capolavoro di manipolazione e rovescismo storico, che equipara nazismo e comunismo come regimi totalitari, si palesa nei 21 punti della risoluzione, lì dove sono indicati gli impegni ai quali i governi dell’Unione Europea dovranno attenersi. Possiamo dire che sono il coronamento della tesi dello storico revisionista tedesco Ernst Nolte, il quale ha diffuso la tesi secondo cui il nazismo non doveva essere considerato come un’entità demoniaca, ma andava analizzato come un fenomeno storico, nato in contrapposizione della crisi della Repubblica di Weimar e in antitesi al comunismo sovietico. Una giustificazione del nazismo che Nolte riaffermò nel 1986 con il saggio “Un passato che non vuole passare”, dove lo storico tedesco scrisse che anche la Shoah era stata una conseguenza rispetto ai precedenti “delitti” del bolscevismo.

Se le tesi revisioniste di Nolte fino ai primi anni Novanta erano state contestate e avevano trovato opposizione anche in molti ambiti politici, storici ed intellettuali europei, con questa risoluzione il Parlamento Europeo nel 2019, fa propria la visione dell’anticomunismo storico, rinato proprio in Germania e fortissimo anche in paesi come l’Italia, dove il blocco anticomunista continua a contare su forti consensi e rilevanti sostegni. Un anticomunismo che l’Unione Europea e l’impianto neoliberale tornato egemone porta dentro il proprio dna.

Riproduciamo qui di seguito integralmente gli ultimi 15 dei 21 punti che impegnano i governi dell’Unione Europea a darne attuazione:

Il Parlamento Europeo (….) invita tutti gli Stati membri dell’UE a formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista;

condanna tutte le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie, come il nazismo e lo stalinismo, all’interno dell’Unione;
condanna il revisionismo storico e la glorificazione dei collaboratori nazisti in alcuni Stati membri dell’UE; è profondamente preoccupato per la crescente accettazione di ideologie radicali e per il ritorno al fascismo, al razzismo, alla xenofobia e ad altre forme di intolleranza nell’Unione europea ed è turbato dalle notizie di collusione di leader politici, partiti politici e forze dell’ordine con movimenti radicali, razzisti e xenofobi di varia denominazione politica in alcuni Stati membri; invita gli Stati membri a condannare con la massima fermezza tali accadimenti, in quanto compromettono i valori di pace, libertà e democrazia dell’UE;
invita tutti gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come la Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari a livello sia nazionale che dell’UE e a sensibilizzare le generazioni più giovani su questi temi inserendo la storia e l’analisi delle conseguenze dei regimi totalitari nei programmi didattici e nei libri di testo di tutte le scuole dell’Unione; invita gli Stati membri a promuovere la documentazione del tragico passato europeo, ad esempio attraverso la traduzione dei lavori dei processi di Norimberga in tutte le lingue dell’UE;
invita gli Stati membri a condannare e contrastare ogni forma di negazione dell’Olocausto, compresa la banalizzazione e la minimizzazione dei crimini commessi dai nazisti e dai loro collaboratori, e a prevenire la banalizzazione nei discorsi politici e mediatici;
chiede l’affermazione di una cultura della memoria condivisa, che respinga i crimini dei regimi fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del passato come modalità per promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani; incoraggia gli Stati membri a promuovere l’istruzione attraverso la cultura tradizionale sulla diversità della nostra società e sulla nostra storia comune, compresa l’istruzione in merito alle atrocità della Seconda guerra mondiale, come l’Olocausto, e alla sistematica disumanizzazione delle sue vittime nell’arco di alcuni anni;
chiede inoltre che il 25 maggio (anniversario dell’esecuzione del comandante Witold Pilecki, eroe di Auschwitz) sia proclamato “Giornata internazionale degli eroi della lotta contro il totalitarismo”, in segno di rispetto e quale tributo a tutti coloro che, combattendo la tirannia, hanno reso testimonianza del loro eroismo e di vero amore nei confronti dell’umanità, dando così alle future generazioni una chiara indicazione dell’atteggiamento giusto da assumere di fronte alla minaccia dell’asservimento totalitario;
invita la Commissione a fornire un sostegno effettivo ai progetti di memoria e commemorazione storica negli Stati membri e alle attività della Piattaforma della memoria e della coscienza europee, nonché a stanziare risorse finanziarie adeguate nel quadro del programma “Europa per i cittadini” per sostenere la commemorazione e il ricordo delle vittime del totalitarismo, come indicato nella posizione del Parlamento sul programma “Diritti e valori” 2021-2027;
dichiara che l’integrazione europea, in quanto modello di pace e di riconciliazione, è il frutto di una libera scelta dei popoli europei, che hanno deciso di impegnarsi per un futuro comune, e che l’Unione europea ha una responsabilità particolare nel promuovere e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, sia all’interno che all’esterno del suo territorio;
sottolinea che, alla luce della loro adesione all’UE e alla NATO, i paesi dell’Europa centrale e orientale non solo sono tornati in seno alla famiglia europea di paesi democratici liberi, ma hanno anche dato prova di successo, con l’assistenza dell’UE, nelle riforme e nello sviluppo socioeconomico; sottolinea, tuttavia, che questa opzione dovrebbe rimanere aperta ad altri paesi europei, come previsto dall’articolo 49 TUE;
sostiene che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l’élite politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario sovietico; invita pertanto la società russa a confrontarsi con il suo tragico passato;
è profondamente preoccupato per gli sforzi dell’attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico; considera tali sforzi una componente pericolosa della guerra di informazione condotta contro l’Europa democratica allo scopo di dividere l’Europa e invita pertanto la Commissione a contrastare risolutamente tali sforzi;
esprime inquietudine per l’uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera pubblica e a fini commerciali e ricorda che alcuni paesi europei hanno vietato l’uso di simboli sia nazisti che comunisti;
osserva la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.) che esaltano regimi totalitari, il che spiana la strada alla distorsione dei fatti storici circa le conseguenze della Seconda guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi politici totalitari;
condanna il fatto che forze politiche estremiste e xenofobe in Europa ricorrano con sempre maggior frequenza alla distorsione dei fatti storici e utilizzino simbologie e retoriche che richiamano aspetti della propaganda totalitaria, tra cui il razzismo, l’antisemitismo e l’odio nei confronti delle minoranze sessuali e di altro tipo;
esorta gli Stati membri ad assicurare la loro conformità alle disposizioni della decisione quadro del Consiglio, in modo da contrastare le organizzazioni che incitano all’odio e alla violenza negli spazi pubblici e online, nonché a vietare di fatto i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o associazione che esalti e glorifichi il nazismo e il fascismo o qualsiasi altra forma di totalitarismo, rispettando nel contempo l’ordinamento giuridico e le giurisdizioni nazionali;
sottolinea che il tragico passato dell’Europa dovrebbe continuare a fungere da ispirazione morale e politica per far fronte alle sfide del mondo odierno, come la lotta per un mondo più equo e la creazione di società aperte e tolleranti e di comunità che accolgano le minoranze etniche, religiose e sessuali, facendo in modo che tutti possano riconoscersi nei valori europei;
incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alla Duma russa e ai parlamenti dei paesi del partenariato orientale.

Di seguito tutti i parlamentari che hanno votato questa infame mozione, tra i quali tutti i parlamentari del PD. Pd e Lega/Fratelli d’Italia/Forza Italia hanno molto più in comune di quanto vogliano far credere in Italia. E questa ne è una ulteriore dimostrazione. Destra e Pd non sono molto dissimili. Apprezzabile il fatto che tra chi ha votato a favore non ci siano europarlamentari del M5S.

S&D: Bartolo (PD), Benifei (PD), Bonafè (PD), Calenda (PD), Chinnici (PD), Cozzolino (PD), Danti (PD), De Castro (PD), Ferrandino (PD), Gualmini (PD), Moretti (PD), Picierno (PD), Pisapia (PD), Tinagli (PD).

ID: Adinolfi Matteo (Lega), Baldassarre (Lega), Bardella (Lega), Basso (Lega), Bizzotto (Lega), Bonfrisco (Lega), Borchia (Lega), Bruna (Lega), Camponemosi (Lega), Caroppo (Lega), Casanova (Lega), Conte (Lega), Da Re (Lega), Donato (Lega), Dreosto (Lega), Grant (Lega), Lancini (Lega), Lizzi (Lega), Panza (Lega), Regimenti (Lega), Rinaldi (Lega), Sardone (Lega), Tardino (Lega), Tovaglieri (Lega), Vuolo (Lega), Zambelli (Lega).

PPE: Berlusconi (FI), Dorfmann (SV), Martusciello (FI), Milazzo (FI), Salini (FI), Tajani (FI)

ECR: Fidanza (FdI), Fiocchi (FdI), Fitto (FdI), Stancanelli (FdI).

Sarà bene segnarseli da qualche parte, perché purtroppo ci sono esponenti politici “ di sinistra”, come Pisapia, che godono di indulgenze straordinarie e periodiche catarsi sulle loro scelte del passato e adesso del presente.

20 Settembre 2019 - © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO




Parlamentari PD votano la condanna dell'uso di simboli del comunismo. L'indignazione dei comunisti.
Parlamento Europeo. PCI: Vergogna!

https://www.italia-news.it/parlamentari ... 17196.html

“Nella giornata di ieri il Parlamento europeo con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti ha approvato la mozione di condanna dell’uso dei simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che celebrano la liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa ed equiparando il comunismo al nazifascismo.” D’ quanto si apprende da una nota dell’ufficio stampa del PCI pubblicata sul proprio sito istituzionale.

“Di seguito tutti i parlamentari che hanno votato questa infame mozione, tra i quali tutti i parlamentari del PD. – continua la nota-

S&D: Bartolo (PD), Benifei (PD), Bonafè (PD), Calenda (PD), Chinnici (PD), Cozzolino (PD), Danti (PD), De Castro (PD), Ferrandino (PD), Gualmini (PD), Moretti (PD), Picierno (PD), Pisapia (PD), Tinagli (PD).

ID: Adinolfi Matteo (Lega), Baldassarre (Lega), Bardella (Lega), Basso (Lega), Bizzotto (Lega), Bonfrisco (Lega), Borchia (Lega), Bruna (Lega), Camponemosi (Lega), Caroppo (Lega), Casanova (Lega), Conte (Lega), Da Re (Lega), Donato (Lega), Dreosto (Lega), Grant (Lega), Lancini (Lega), Lizzi (Lega), Panza (Lega), Regimenti (Lega), Rinaldi (Lega), Sardone (Lega), Tardino (Lega), Tovaglieri (Lega), Vuolo (Lega), Zambelli (Lega).

PPE: Berlusconi (FI), Dorfmann (SV), Martusciello (FI), Milazzo (FI), Salini (FI), Tajani (FI).” conclude la nota.

I comunisti italiani stanno in queste ore dimostrando sui social il proprio dissenso ad un provvedimento che di fatto parifica il comunismo al nazifascismo.

Parlamento Europeo. Santoro (CS): il voto anticomunista è un errore storico e morale che richiede una risposta dura e decisa

Sulla stessa linea anche il segretario nazionale di Convergenza Socialista, Manuel Santoro che con una nota dichiara:

“Il Parlamento Europeo ha deciso di insultare la storia equiparando il comunismo al nazifascismo”, commenta Manuel Santoro, segretario nazionale di Convergenza Socialista. “Con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti, il Parlamento Europeo ha approvato la mozione di condanna dell’uso dei simboli del comunismo, chiedendo tra l’altro la rimozione dei monumenti che celebrano la liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa. Il nazismo è stato sconfitto dai sovietici, non dagli angloamericani. Ricordiamolo ai buffoni del Parlamento Europeo.”

“Naturalmente, dall’Italia, non poteva mancare il supporto favorevole di forze liberali, liberiste, moderate e centriste, legate a doppio filo ai poteri forti e vicine all’animo fascista delle istituzioni europee. Forze quali il PD, la Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. E pensare che c’è ancora chi, a sinistra, si allea o pensa di allearsi a livello locale e nazionale con una forza de facto reazionaria come il PD. Una vera vergogna.”

“La decisione del Parlamento Europeo non solo ci vede contrari, avversari, ma è una decisione che rimandiamo con forza al mittente”, conclude Santoro. “Inizierà da parte nostra una lotta anche storica, oltre che teorica e politica, e faremo di tutto per sconfiggere i giullari del capitale che oggi risiedono nelle istituzioni e che si fanno gioco della decenza, dell’intelligenza e della storia.”


Nessuno ne parla ma il Parlamento Ue ha approvato una mozione che equipara Comunismo e Nazifascismo
Comunismo e nazismo equiparati per una risoluzione del parlamento Ue

https://www.tpi.it/politica/comunismo-n ... lamento-ue


Nella giornata di ieri, 19 settembre, il Parlamento europeo di Strasburgo ha approvato ad ampia maggioranza una risoluzione dal titolo “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, che oggi sta facendo molto discutere. Sono in diversi infatti ad accusare il testo approvato di attuare una sostanziale equiparazione fra il nazifascismo e il comunismo.

La risoluzione è stata votata con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti. Si sono espressi a favore in particolare il gruppo del PPE, di cui fa parte Forza Italia, il gruppo Identità e Democrazia a cui aderisce la Lega, il gruppo dei Conservatori e Riformisti di cui fa parte Fratelli d’Italia e anche quello dei Socialisti e Democratici di cui è membro il PD. Tutti i parlamentari italiani di tali gruppi presenti in aula ieri, risultano aver votato a favore.
Comunismo e nazismo: la risoluzione approvata dal Parlamento Ue

Il testo della risoluzione è piuttosto lungo e, fra i vari passaggi, recita che il “patto Molotov-Ribbentrop, e i suoi protocolli segreti, dividendo l’Europa e i territori di Stati indipendenti tra i due regimi totalitari e raggruppandoli in sfere di interesse, ha spianato la strada allo scoppio della Seconda guerra mondiale”.

Il testo parla di “riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo” e più avanti prosegue: “i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell’umanità”

La risoluzione poi “invita tutti gli Stati membri dell’Ue a formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista”.

Poi “sostiene che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l’élite politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario sovietico; invita pertanto la società russa a confrontarsi con il suo tragico passato”.

E ancora “esprime inquietudine per l’uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera pubblica e a fini commerciali e ricorda che alcuni paesi europei hanno vietato l’uso di simboli sia nazisti che comunisti”.

Inoltre “osserva la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.) che esaltano regimi totalitari, il che spiana la strada alla distorsione dei fatti storici circa le conseguenze della Seconda guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi politici totalitari”.

Va precisato che la versione approvata della risoluzione è frutto di un compromesso fra i principali gruppi dell’Europarlamento: originariamente infatti esistevano quattro diversi testi sullo stesso tema, proposti appunto dai gruppi parlamentari principali, che contenevano versioni più o meno edulcorate e perentorie rispetto al testo poi approvato.


Le polemiche

Nel pomeriggio di questo venerdì 20 settembre, dopo che il testo della risoluzione è stato pubblicato in italiano sul sito del Parlamento Europeo, sono iniziate le prese di posizioni critiche e le polemiche. In particolare si sono espressi contro il Partito della Rifondazione Comunista, col segretario Maurizio Acerbo, ma anche il Partito Comunista di Marco Rizzo e il PCI di Mauro Alboresi.

Tutti contestano il fatto che questo voto dell’Europarlamento in sostanza equipara il comunismo al nazifascismo, operando un sostanziale revisionismo storico e politico. Sullo stesso tema, un paio di giorni fa, si era espresso criticamente anche il movimento di estrema destra Forza Nuova con il proprio segretario Roberto Fiore.



Alberto Pento
Ora non resta che aggiungervi il maomettismo o Islam o nazismo maomettano che è il peggiore di tutti.
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » ven nov 01, 2019 9:02 pm

Rissa in aula e minacce. Vietato parlare dei crimini comunisti
Alberto Giannoni - Mer, 30/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/milano/ri ... B0r9Kbemd0

Sì alla mozione che equipara i totalitarismi. Ostruzionismo Pd, i centri sociali scatenati

Vietato parlare dei regimi comunisti. La Milano della sinistra impone un'autocertificazione di antifascismo a chiunque chieda contributi, patrocini e spazi pubblici.

Impone di dichiararsi contrari al fascismo, insomma, eppure qualcuno non accetta che la stessa cosa per tutti i totalitarismi. Paradossale, soprattutto ora che questa equiparazione fra nazismo e comunismo è stata sancita da una risoluzione approvata a larga maggioranza del Parlamento europeo con il voto di moltissimi eurodeputati del Pd e socialisti, fra cui anche l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
In Zona 7 l'altra sera è scoppiato il finimondo su questo, con insulti e minacce. L'ostruzionismo è partito subito ma il caos è scoppiato coi centri sociali al momento di discutere la mozione - poi approvata - presentata dalla presidente del Consiglio, Norma Iannacone (Fdi) e sottoscritta dal tutto il centrodestra. La mozione chiede al Comune di «eliminare la procedura di dichiarazione antifascista», o «in subordine», di modificarla col rifiuto di «ogni ideologia totalitaria e liberticida». Il documento, insomma, vuole riallineare Milano al Parlamento europeo. Ma la sinistra non ci sta. Il consigliere del Pd Lorenzo Zacchetti la considera «scellerata». Ha presentato «per protesta» 707 emendamenti: «Trovo grave - spiega - che una maggioranza regolarmente in carica grazie alle regole democratiche non si riconosca nei valori fondanti della nostra democrazia. La Resistenza - prosegue - non deve essere patrimonio solo della sinistra e mi meraviglio degli esponenti di Forza Italia, alcuni dei quali di cultura socialista, che si sono prestati a questo ennesimo tentativo di riscrivere la storia, mettendo tutto sullo stesso piano».

Iannacone sintetizza: «Per loro la dittatura comunista va bene, quella fascista no. Io invece dico: condanniamo tutti i totalitarismi». Il presidente del Municipio Marco Bestetti, di Fi, sottoscrive e definisce «sacrosanta» la mozione. E ne rivendica «con assoluta convinzione la ragionevolezza». Bestetti definisce la dichiarazione antifascista imposta dal Comune «una ridondante forzatura ideologica, perché il rispetto delle leggi e della Costituzione italiana è prerequisito implicito per chiunque, che non necessita certo di autocertificazioni in carta bollata». «A pochi giorni dal 30° anniversario del Giorno della Libertà, che celebra la caduta dell'odioso muro di Berlino - prosegue il presidente - consigliamo al Pd di rassegnarsi alla storia e di non aggrapparsi ad inutili scartoffie burocratiche per cercare di riscrivere il corso degli eventi».

Ma se il Pd ha voluto scaldare la seduta, sono stati poi i centri sociali presenti in Aula a renderla incandescente. «Hanno insultato con appellativi come fascista nazista me e altri miei colleghi - racconta il leghista Francesco Giani - Mentre inneggiavano a rivoluzioni comuniste e altre follie antidemocratiche. Infine mentre me ne stavo andando dal municipio mi è stato detto che per i fascisti come me c'è ancora spazio in piazzale Loreto. Vergognosi. Io sono fiero di credere nella democrazia e nella dialettica politica, dove ci sono avversari ma mai nemici». «Mi auguro che arrivi una presa di distanze del centrosinistra» dice Giani , che rivendica: «Sono democratico, antifascista e anticomunista, quello che è successo è inaccettabile. Il Comune pensi ai problemi veri, come i centri sociali» conclude.

L'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, manifesta solidarietà a Iannacone al centrodestra di Zona: «Mi auguro che le altre facciano la stesa cosa - dice - il Comune è stato strabico. Il fascismo ha fatto cose da stigmatizzare ma lo stesso vale per i regimi comunisti, per non aprire il tema dell'islamismo, su cui a Milano ci sarebbe da dire». «Io - aggiunge - non ho mai visto il Pd celebrare la caduta del Muro. Dopo 70 anni c'è questa dichiarazione di antifascismo ovunque ma del comunismo non parla mai e il Muro è caduto nell''89. Mi meraviglio che Sala che era con noi direttore non avvia conoscenza dei misfatti del comunismo».
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Re: Fascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari

Messaggioda Berto » lun nov 04, 2019 8:33 am

"L'inferno è la verità vista troppo tardi"
Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Fa una certa impressione leggere "The Great Hatred" di Maurice Samuel. Pubblicato nel 1940 il testo di Samuel si occupa di antisemitismo e nello specifico dell'antisemitismo nazista. Occupandosi di nazismo, Samuel entra nel merito della Weltanschauung hitleriana, toccando di riflesso vari argomenti, tra cui la sottovalutazione europea del fenomeno e l'atteggiamento nei suoi confronti da parte dei "liberals" di allora.

In più punti, leggendo questo testo fiammeggiante, mi è venuta in mente la celebre frase di Kafka sulla necessità che un libro sia come un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi. Il mare ghiacciato delle idées reçues, delle pigrizie mentali, delle risposte già date.

Sì, è vero, la storia non è maestra, se gli stessi errori si ripetono, se gli automatismi ideologici si rigenerano tali e quali per clonazione. Vediamo. " 'Dopotutto' dicevano i liberali, 'soltanto una minoranza di tedeschi sono veri nazisti, soltanto una minoranza di italiani sono veri fascisti; magari il trenta, magari il venti per cento'. Le stime potevano essere corrette. L'errore fondamentale stava nel considerare il nazi-fascismo come la variante ordinaria di un pensiero politico reazionario, e l'antisemitismo come la variante ordinaria di un'intolleranza di gruppo. Non venne percepito che il carattere del nazi-fascismo (e dell'antisemitismo) è tale che quando il venti per cento della popolazione ne è interamente infettato, l'intera nazione deve essere malata; in caso contrario una aberrazione di così vasta portata non sarebbe tollerata. Tutte queste confusioni, innocenti o disonorevoli o entrambi, facevano parte dell'atteggiamento liberale di conciliazione, che si esprimeva nella visione che il nazifascismo non era una rivoluzione mondiale contro il cristianesimo e la civiltà, ma un fenomeno transeunte post-bellico, il prodotto di condizioni post-belliche. L'obbiettivo dei tedeschi, secondo i liberali, era la riparazione dei torti inflitti a Versailles,quello che volevano gli italiani era parte del bottino dal quale erano stati defraudati dai vincitori durante la guerra mondiale. In ogni caso, le richieste dovevano solo essere soddisfatte e sarebbe stata la fine dell'episodio nazi-fascista nella storia europea".

Ecco descritto da Samuel un esempio macroscopico di cecità, ovvero di incapacità sostanziale di comprendere i fenomeni. Anche oggi di fronte all'islamismo, all'islam radicale e terrorista il quale proclama apertis verbis il proprio programma egemonico legittimato dal Corano, si sente dire, "Si tratta di una minoranza, la maggioranza dei musulmani non inneggia al terrorismo, non interpreta il Corano in senso rigorista. Sono moderati. L'islamismo non è che un fenomeno passeggero, e, una volta che l'occidente avrà riparato ai propri errori nei confronti del Medioriente (perché è implicito che il fenomeno sia un prodotto dell'imperalismo occidentale), tutto andrà a posto".

Il fatto che la maggioranza dei tedeschi non fossero nazisti prima che il nazismo egemonizzasse la Germania, che la maggioranza dei tedeschi fosse moderata, che la maggioranza dei tedeschi non fosse né antisemita né pagana, ha forse impedito che la minoranza fanatica prendesse il soppravvento e si trascinasse dietro la maggioranza inizialmente non consenziente e poi, si poi, sempre più consenziente? Per i liberal di ieri, oggi e domani, sarebbe bastato rettificare le ingiustizie patite dalla Germania a Versailles e donare al Reich Danzica e i Sudeti e il nazismo si sarebbe sgonfiato, nonostante il Mein Kampf, così che per gli stessi liberal di oggi, ieri e domani, basterà che Israele torni alle indifendibili frontiere del 67 e ceda la Samaria e la Giudea agli arabi-palestinesi perché in Medio Oriente si abbia la pace e per effetto domino l'islamismo si accasci su se stesso, nonostante il Corano (che non è il Mein Kampf ma ha molto in esso da essere categoricamente respinto).

La dissociazione dalla realtà, l'incapacità di leggerla in modo adeguato, è già un problema grave a livello individuale, a livello collettivo si può trasformare in un vero e proprio dramma. Solo la lucidità del pensiero e la consapevolezza di qual'è la posta in gioco possono permetterci di affrontare adeguatamente i problemi enormi che quest'epoca e il futuro pongono davanti a noi.

___________________________________________________________________________________________________________________________________________


???
Ferdinando Montechiaro
2 novembre 2019

Che dire, se non complimenti a queste belle streghette!
Buona vita!!

https://www.facebook.com/zio.Ferdinando ... 9524972848

Danila Comastri Montanari
Segui
31 ottobre 2019

Essendo atea, invece di non festeggiare niente, io festeggio tutto: Natale, Rosh Hashanà, la Festa delle Luci, la Natività di Krishna, la fine del Ramadan, Ferragosto, le Calende di Gennaio ecc... e naturalmente anche il Darwin Day. Quindi Buon Samhain!


Alberto Pento
Anche il ramadam, e perché no l'ascesa di Hitler e di Stalin?


Danila Comastri Montanari
perché il Ramadan è una festa religiosa: infatti festeggiamo anche il Natale, perché sebbene ci sia stata l'Inquisizione, non tutti i cristiani ne facevano parte.


Alberto Pento
L'inquisizione non c'entra nulla con Cristo e con la sua dottrina ma con i cattivi cristiani e Cristo che non ha mai ucciso e non ha mai ordinato di uccidere non è paragonabile a Hitler e a Stalin, mentre Maometto sì perché Maometto è stato un criminale assassino, predatore e sterminatore razzista che ha ordinato di continuare ad uccidere, a discriminare e a sterminare e il Ramadam ricorda la presunzione idolatra di questo assassino e la sua presunta e demenziale investitura divina.


Gian Luca Tagliarini
Alberto Pento
Suppongo che lei sia un esperto conoscitore del corano o che, perlomeno, lo abbia letto per fare simili affermazioni.
Quanto al cristianesimo le faccio presente che è basato, come l'ebraismo da cui deriva, dalla bibbia.
Questa è un continuo esaltare il genocidio compiuto dagli ebrei per appropriarsi della "terra promessa" a danno di filistei e di altri popoli che la occupavano prima del loro arrivo.


Alberto Pento
Certo esperto come lo è ogni uomo di buon senso.
L'ebreo Gesù Cristo esempio e maestro per i cristiani non ha mai ucciso né mai ha ordinato di uccidere. Tanto basta.
Poi le ricordo che per i cristiani vale di più il Nuovo Testamento o Vangeli che il Vecchio Testamento o Bibbia.


Alberto Pento
Gli ebrei poi nella loro protostoria, non hanno compiuto alcun genocidio, hanno solo lottato per la loro terra. Poi si sà che in guerra si uccide.
Non esiste l'imperialismo ebraico ma esiste invece l'imperialismo nazi maomettano assassino, predatorio e sterminatore.


Alberto Pento
Non solo il demenziale Corano (che per me è illeggibile più del Mein Kampf, con grande sforzo ho letto qualche pagina di entrambi provando una fortissima repulsione) ma anche la Sira di Maometto.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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