Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani

Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani

Messaggioda Berto » mar mag 15, 2018 5:23 am

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REPUBBLICA VENETA: PER SOLUZIONI GANDHIANE ALLE CRISI MEDIO-ORIENTALI

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 7825191297

L'insediamento di un'ambasciata USA presso lo Stato d'Israele a Gerusaleme, ci sembra una infelice e gratuita provocazione contro la popolazione araba della Cisgiordania.
La questione israelo-palestinese non ha bisogno di provocazioni ma di iniziative distensive che favoriscano un riavvicinamento e un rispetto tra le diverse comunità della regione.
L'iniziativa di Washington non cambia nulla nella realtà delle cose: la capitale israeliana rimane ancora a Tel Aviv.
L'azzardato passo dell'amministrazione Trump appare come un espediente politico per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi interni USA.
La Repubblica Veneta invita tutte le parti in gioco a percorrere vie gandhiane, le sole capaci di trovare e assicurare soluzioni politiche, culturali e religiose condivise, meritevoli e valide per tutta l'area medio-orientale.

Venezia 14.5.2018

Ufficio Dogale

Ufficio Dogale – San Polo 2398 – 30125 Venezia
governoveneto@gmail.com – info 338 8167955

Albert Gardin – CXXI Doge
Giancarlo Orini – Presidente del Maggior Consiglio



Gino Quarelo

1) Non esistono soluzioni gandhiane in medioriente. Con i nazisti maomettani esiste solo il confronto militare e la forza.
Gandhi ha soltanto reso possibile l'indipendenza dell'India, avvenuta però con ritorsioni violente da parte dell'impero inglese; ma non ha risolto l'insanabile conflitto tra indiani divenuti nazisti maomettani e gli indiani rimasti indù, conflitto che ha portato alla guerra civile e alla separazione dell'area maomettana divenuta Pakistan.

2) La Cisgiordania non esiste come non esiste il nord-est italiano. Esistono il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, la Giudea e Samaria.

3) Gerusalemme è la capitale di Israele ed è la città degli ebrei, come Verona, Vicenza, Venezia, Treviso, Rovigo, Belluno e Padova sono le città venete dei veneti.

4) Gli USA hanno tutto il diritto di spostare la loro ambasciata nella capitale di Israele che è Gerusalemme e non Tel Aviv. In ciò non vi è alcuna provocazione.

5) Quelli che tu chiami arabi in realtà sono un miscuglio di egiziani, arabi, siriani, giordani e altri e ciò che gli accomuna è il loro essere nazi-maomettani che odiano ogni diversamente religioso e pensante, in particolare gli ebrei.

6) I veneti che pretendono rispetto per la loro terra e per se stessi come "popolo" devono imparare a rispettare anche gli altri come gli ebrei e la loro terra israeliana con capitale Gerusalemme. Gli ebrei sono antichi quanto i veneti e sono insediati nella loro terra storica tanto quanto i veneti. La loro capitale Gerusalemme è più vecchia di Venezia e tanto quanto Verona, Vicenza e Padova.

7) Il popolo palestinese maomettano è un'invenzione recente. Nel passato per popolo palestinese si intendeva quello ebraico. Il popolo palestinese nazi maomettano è una creazione politica recente in funzione antiebraica e antisraeliana.

8) I conflitti e la violenza in questa area del mondo sono solo una conseguenza dell'inciviltà nazi-maomettana che si può osservare ovunque nel mondo ove si siano insediati i maomettani, con il loro Corano e il loro mostruoso idolo dell'orrore e del terrore Allah.

9) A noi Veneti gli Ebrei dei millenni passati e dell'odierno Israele non hanno mai fatto del male, invece i maomettani o mussulmani o islamici sì e molto, lungo tutti i 1400 anni della loro storia.

10) Neanch'io veneto indipendentista, mi vergogno di difendere Israele. Oggi mi sono recato con sul capo la kippà e con in mano un'asta con una grande bandiera israeliana e mi sono girato il centro di Vicenza, di Padova e Treviso. A Padova una coppia di israeliani ebrei in vacanza mi ha salutato e si è fatta un selfie con me, (la polizia mi ha anche tenuto d'occhio per proteggermi, Padova è una città difficile); a Treviso mi si è avvicinato all'improvviso un marocchino nato a Treviso e si è fatto un selfie con me e la bandiera israeliana, gli ho raccontato le ricorrenze e le celebrazioni del 14 maggio. Nel complesso è stata una buona giornata, ho camminato molto, stringendo con affetto la bandiera di Israele.




Gino Quarelo
1) Non esistono soluzioni gandhiane in medioriente. Con i nazisti maomettani esiste solo il confronto militare e la forza.
Gandhi ha soltanto reso possibile l'indipendenza dell'India, avvenuta però con ritorsioni violente da parte dell'impero inglese; ma non ha risolto l'insanabile conflitto tra indiani divenuti nazisti maomettani e gli indiani rimasti indù, conflitto che ha portato alla guerra civile e alla separazione dell'area maomettana divenuta Pakistan.


http://www.lindro.it/india-pakistan-70- ... -di-guerra



Gino Quarelo
2) La Cisgiordania non esiste come non esiste il nord-est italiano. Esistono il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, la Giudea e Samaria: https://it.wikipedia.org/wiki/Giudea_e_Samaria

Niram Ferretti
Giudea e Samaria appartengono ai territori a occidente del fiume Giordano che il Mandato Britannico per la Palestina del 1923 assegnava alla disponibilità ebraica. I territori vennero catturatti dalla Giordania nel 1948 e successivamente annessi illegalmente nel 1951. Vennero nuovamente catturati da Israele nel 1967 a seguito della Guerra dei Sei Giorni. Essendo territori privi, legalmente, di un detentore sovrano, sono tecnicamente territori contesi. Gli Accordi di Oslo del 1993, "superano" in un certo senso le disposizioni del Mandato, assegnando all'Autorità Palestinese, l'Area A e quella B.




Gino Quarelo

3) Gerusalemme è la capitale di Israele ed è la città degli ebrei, come Verona, Vicenza, Venezia, Treviso, Rovigo, Belluno e Padova sono le città venete dei veneti.

"Gerusalemme capitale", due semplici parole che fanno paura
23 Dicembre 2017

https://www.ilfoglio.it/il-foglio-inter ... ura-169301

Alla richiesta di nominare la capitale di vari paesi, diverse persone avrebbero difficoltà a ricordare che la capitale del Canada è Ottawa e che la capitale dell’Australia è Canberra, ma ben pochi avrebbero difficoltà a ricordare che la capitale dello Stato ebraico è, ovviamente, Gerusalemme”. Così Moshe Arens, ex ministro israeliano della Difesa ed editorialista di Haaretz. “Allora, dove sta il problema se si riconosce esplicitamente questa ben nota realtà come ha fatto la settimana scorsa il presidente degli Stati Uniti? Chi è che non vuole che vengano proferite queste semplici parole? Chi è che si infuria quando le sente dire da altri? Chi è che trema di paura quando le sente pronunciare? Gerusalemme è ufficialmente la capitale di Israele da 68 anni, ed è la capitale del popolo ebraico da tremila anni. Chi rifiuta di riconoscere Israele come stato nazionale del popolo ebraico non vuole riconoscere Gerusalemme come capitale del paese che vorrebbe spazzare via dall’esistente. E intanto nega ogni legame storico tra Gerusalemme e popolo ebraico.Lo fanno capi palestinesi ignoranti, che siano affiliati a Fatah o a Hamas. Lo fanno i nemici giurati di Israele a Teheran, gli ayatollah iraniani. Lo fanno i leader dei paesi che si rifiutano di avere relazioni diplomatiche con Israele. Non solo si rifiutano di riconoscere che Gerusalemme è la capitale di Israele, ma si infuriano quando sentono che qualcun altro la riconosce.

E che dire degli amici di Israele nelle capitali dell’Europa occidentale, che intrattengono rapporti diplomatici con Israele, i cui ambasciatori presentano le credenziali al presidente d’Israele a Gerusalemme e i cui leader parlano alla Knesset a Gerusalemme quando visitano Israele? Perché non riconoscono che Gerusalemme è la capitale di Israele? Perché attaccano il presidente degli Stati Uniti quando dichiara che Gerusalemme è la capitale di Israele? Tolto il velo dell’ipocrisia e della politica interna che influenzano il loro atteggiamento nei confronti di Israele, rimarrebbe solo il loro desiderio di promuovere la pace tra Israele e palestinesi. Si aspettano che i palestinesi ottengano concessioni da Israele in cambio del riconoscimento che Gerusalemme è la capitale d’Israele. Ma se credono di dare ai palestinesi una forte carta negoziale, si sbagliano. In realtà mettono un ostacolo alla ripresa dei negoziati (che sono cessati da quando Barack Obama, entrando alla Casa Bianca, chiese che venissero fermate indistintamente tutte le attività di costruzione al di là delle linee armistiziali del 1949 pensando in questo modo di far avanzare il processo di pace). I palestinesi, specialmente quelli che vivono a Gerusalemme est, sanno bene che Gerusalemme è la capitale di Israele. La maggioranza dei palestinesi di Gerusalemme est preferirebbe vivere sul versante israeliano del confine, a Gerusalemme, anziché in uno stato palestinese quando venisse istituito”.




Gino Quarelo
4) Gli USA hanno tutto il diritto di spostare la loro ambasciata nella capitale di Israele che è Gerusalemme e non Tel Aviv. In ciò non vi è alcuna provocazione.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/m ... 3d345.html

Gerusalemme capitale storica sacra e santa di Israele, terra degli ebrei da almeno 3 mila anni.
viewtopic.php?f=197&t=2472


Mi dispiace per te ma Trump finora, ha dimostrato di essere uno dei migliori presidenti che gli USA abbiano mai avuto.

Je suis Charlie e Trump, forza Trump!
viewtopic.php?f=141&t=2482

Trump Donald
viewtopic.php?f=141&t=2262

Io sto con Trump, gli USA e non sono antiamericano.
Sto con Israele e i suoi ebrei e e assolutamente non posso minimamente stare dalla parte dei nazi maomettani chiunque essi siano: palestinesi, arabi, siriani, iraniani, irakeni, egiziani, pakistani, turchi, marocchini, tunisini, algerini, libici, nigeriani, afgani, ...

https://www.facebook.com/Netanyahu/vide ... 5553887076

“Grazie presidente Trump Riconoscendo la storia hai fatto la storia”
14 maggio 2018
David Sinai

http://www.italiaisraeletoday.it/grazie ... -la-storia

“Presidente Trump – ha detto Benjamin Netanyahu – riconoscendo la storia, hai fatto la storia, tutti noi siamo profondamente commossi e tutti noi siamo profondamente grati. Grazie, Presidente Trump, per avere il coraggio di mantenere le promesse!”

Sessantanove anni dopo che Israele aveva dichiarato Gerusalemme come sua capitale, e 23 anni dopo che il Congresso degli Stati Uniti aveva approvato una legge che imponeva che Washington trasferisse la sua ambasciata, gli Stati Uniti hanno aperto formalmente l’ambasciata a Gerusalemme.

In un video all’indirizzo dell’assemblea, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che “Israele, come tutte le nazioni sovrane, ha il diritto di nominare la propria capitale. Gli Stati Uniti saranno sempre un grande amico di Israele e un partner nella causa della libertà e della pace.”
Il genero e il consulente senior di Trump, Jared Kushner, è salito sul palco. per dichiarare che “Quando il presidente Trump fa una promessa, la mantiene.Trasferendo la nostra ambasciata a Gerusalemme, abbiamo dimostrato ancora una volta al mondo che ci si può fidare degli Stati Uniti. Noi stiamo con Israele perché crediamo entrambi nella libertà, siamo uniti perché crediamo entrambi nei diritti umani, siamo uniti perché entrambi crediamo nella democrazia e sappiamo cosa è giusto da fare.”

Da sottolineare che Kushner ha ricevuto un clamoroso e fragoroso applauso quando ha menzionato la decisione del presidente Trump di uscire dall’accordo nucleare iraniano, e quando ha reso grazie all’ambasciatore statunitense all’ONU Nikki Haley per il suo duro lavoro.




Gino Quarelo
5) Quelli che tu chiami arabi in realtà sono un miscuglio di egiziani, arabi, siriani, giordani e altri e ciò che gli accomuna è il loro essere nazi-maomettani che odiano ogni diversamente religioso e pensante, in particolare gli ebrei.

Alcune domande scomode sulla Palestina su cui riflettere
Dic 30, 2015

http://www.rightsreporter.org/alcune-do ... riflettere

Riproponiamo questo pezzo non nostro sulla Palestina (ma ignoriamo l’autore altrimenti lo avremmo citato) pubblicato a suo tempo sul nostro forum che però ora non è più disponibile. Buona lettura e buona riflessione.

Egregio signore/a, sarebbe così gentile da rispondere a qualche domanda? Se lei è così sicuro che la “Palestina” sia stata fondata molti secoli fa, ben prima della presenza degli ebrei e abbia lasciato tracce nella storia, beni culturali da conservare, eredità da difendere, certamente lei sarà in grado di rispondere alle seguenti domande:

Quando è stata fondata e da chi?
Quali erano i suoi confini?
Qual era la sua capitale?
Quali erano le sue città più importanti?
Qual era la base della sua economia?
Qual era la sua forma di governo?
Può citare almeno un leader palestinese prima di Arafat e di Amin Al Husseini, il muftì di Gerusalemme amico di Hitler?

La “Palestina” è stata mai riconosciuta da un paese la cui esistenza a quel tempo non lascia spazio a discussioni?
Qual era la lingua parlata nello stato di Palestina prima degli ebrei?
Avevano un sistema politico? Il loro sovrano portava un titolo? C’era un parlamento o un consiglio? Hanno combattuto delle battaglie?
C’è un qualche libro palestinese prima del Novecento? Può nominare uno scrittore palestinese, un pittore, uno scultore, un musicista, un architetto palestinese prima di tale data?

Esiste un piatto tipico palestinese, che lei sappia? Un costume caratteristico?
Che religione aveva la Palestina prima di Maometto?
Qual era il nome della sua moneta? Ne esistono degli esemplari in qualche museo?
Scelga pure una data nel passato anche recente e ci dica: qual era il tasso di cambio della moneta palestinese nei confronti del dollaro, yen, franco, ecc.?
Poiché questo paese oggi non esiste, può spiegare la ragione per cui ha cessato di esistere? E può specificarne la data di estinzione?
Se la sua organizzazione piange per il destino dei poveri palestinesi “occupati”, mi può dire quando questo paese era orgoglioso e indipendente?
Se le persone che, a torto o a ragione, chiamate palestinesi non sono solo una collezione di immigrati dai paesi arabi e se davvero hanno una identità definita etnica che assicura il diritto di autodeterminazione, mi sa spiegare perché non hanno cercato di essere indipendenti dai paesi arabi prima della devastante sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni? Perché datano l’”occupazione” dal ’67, se prima i “territori palestinesi” erano governati da stati “non palestinesi” come l’Egitto e la Giordania?

Le ho fatto tante domande, mi auguro che potrà rispondere almeno a qualcuna. Finisco solo con una nota: spero che lei non confonda i palestinesi con i Filistei, che erano una popolazione marittima di lingua indeoeuropea (i popoli del mare) che fecero un’invasione in terra d’Israele, come anche in Egitto e nell’attuale Libano verso il nono secolo a.C. Il solo rapporto è l’invenzione romana che dopo la distruzione del Tempio, nel I secolo, ribattezzò quelle terre per spregio con il nome di un antico nemico dei ribelli ebrei. L’etimologia non è storia.

Altre domande scomode
Come mai non è nato uno Stato palestinese tra il ’48 e il ’67?
E poi un’altra domanda: come sono stati trattati i profughi palestinesi dai fratelli arabi prima e dopo il ’67, dopo ma anche prima sottolineo?
Conoscete gli orrori del “Settembre nero” in Giordania? Conoscete il ruolo della Siria nel massacro del campo di Tal el Zatar?
Ma soprattutto: sapete che se i palestinesi avessero accettato il piano di spartizione dell’Onu, oggi avremmo due popoli e due Stati? Non c’era bisogno di tante guerre e tanto spargimento di sangue se gli arabi e i palestinesi avessero accettato il diritto degli ebrei ad avere uno Stato. Questo pochi lo sanno. Pochi lo vogliono sapere.
E’ possibile che 20 anni dopo Oslo, miliardi di dollari, miliardi di euro, aiuti da tutto il mondo, compreso Israele, l’Autorità Palestinese non sia stata capace di costruire un solo ospedale moderno, una qualsiasi struttura e continui a piangere miseria? Questa è la domanda che molti si fanno, per “molti” intendo le persone pensanti, non certo i pacifisti filopalestinesi o i sinistri antisraeliani che continuano il boicottaggio contro Israele, accecati dall’odio e dalla loro criminale ideologia. Allora?
Qualcuno sa dirmi dove sono finiti i miliardi e perché l’ANP (per non parlare di Gaza) pullula di villone con piscina di proprietà dei capi e capetti palestinesi mentre non esiste un ospedale degno di questo nome, non esistono università se non quelle dove si allevano amorevolmente giovani fanatici destinati a diventare possibili terroristi, (es.: Bir Zeit)?
Qualcuno sa dirmi perché, letteralmente affogati, alla Paperon de’ Paperoni, nei miliardi che il mondo manda da decenni all’ANP, miliardi che avrebbero potuto ricoprire d’oro ogni casa palestinese e rendere ricco ogni singolo abitante, miliardi che avrebbero potuto costruire ospedali e atenei all’avanguardia, la popolazione palestinese vive male e chi ha bisogno di cure serie deve venire in Israele o andare in qualche altro paese disposto ad accoglierli e a curarli gratis?

Alcune persone dicono che gli arabi sono “nativi palestinesi”, mentre gli ebrei sono “invasori” e”colonizzatori”. Quindi, io ho letto le biografie dei leader israeliani e palestinesi e sono diventato confuso.
Ecco chi tra i leader israeliani e palestinesi è Nato il in Palestina:

Leaders israeliani:
BENJAMIN NETANYAHU, Nato il 21 ottobre 1949 a Tel Aviv.
EHUD BARAK, Nato il 12 febbraio 1942 a Mishmar HaSharon, Mandato britannico della Palestina.
ARIEL SHARON, Nato il 26 febbraio 1928 a Kfar Malal, Mandato britannico della Palestina.
EHUD OLMERT, Nato il 30 settembre 1945 a Binyamina-Giv’at Ada, Mandato britannico della Palestina.
ITZHAK RABIN, Nato il 1 March 1922 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
ITZHAK NAVON, Presidente israeliano nel 1977-1982. Nato il 9 aprile 1921 a Gerusalemme, Mandato britannico della Palestina.
EZER WEIZMAN, Presidente israeliano nel 1993-2000. Nato il 15 giugno1924 a Tel Aviv, Mandato britannico della Palestina.

Leader arabi “palestinesi”:
YASSER ARAFAT, Nato il 24 agosto 1929 al Cairo, Egitto.
SAEB EREKAT, Nato il 28 Aprile 1955, in Giordania. Ha la cittadinanza giordana.
FAISAL ABDEL QADER AL-HUSSEINI, Nato il 1948 a Bagdad, Iraq.
SARI NUSSEIBEH, Nato il 1949 a Damasco, Siria.
MAHMOUD AL-ZAHAR, Nato il 1945 al Cairo, Egitto.

Quindi i leader israeliani, che sono nati in Palestina, sono colonizzatori o invasori.
Mentre i leader arabi palestinesi che sono nati in Egitto, Siria, Iraq e Tunisia sono nativi palestinesi????-




Gino Quarelo
6) I veneti che pretendono rispetto per la loro terra e per se stessi come "popolo" devono imparare a rispettare anche gli altri come gli ebrei e la loro terra israeliana con capitale Gerusalemme. Gli ebrei sono antichi quanto i veneti e sono insediati nella loro terra storica tanto quanto i veneti. La loro capitale Gerusalemme è più vecchia di Venezia e tanto quanto Verona, Vicenza e Padova.

Storia di Israele di Luciano Tas: 21 domande e risposte
viewtopic.php?f=197&t=2765

Palestina: le ragioni di Israele
viewtopic.php?f=197&t=2271


Discorso del Primo Ministro d'Israele

https://www.facebook.com/pagnogno.mosca ... 6948618083

Il Sr. Nethanyahu ha detto:

• 70 anni fa gli ebrei sono stati condotti al macello come pecore
•60 anni fa non avevamo né un paese né un esercito
• 7 paesi arabi hanno dichiarato guerra al nostro piccolo stato, poche ore dopo la sua creazione!
• Eravamo solo 650mila ebrei, contro il resto del mondo arabo! Senza IDF (Forze di difesa israeliane). Senza una forza area potente, ma solo persone coraggiose senza meta
• Il Libano, la Siria, l'Iraq, la Giordania, l'Egitto, la Libia e l'Arabia Saudita ci hanno attaccato allo stesso tempo
• Il paese che ci ha dato le Nazioni Unite equivaleva al 65% del deserto. Il paese si trovava in mezzo al nulla
• 35 anni fa abbiamo lottato contro i 3 eserciti piú potenti del Medio Oriente, e li abbiamo spazzati...sí...in soli 6 giorni
Abbiamo lottato contro varie coalizioni di paesi arabi che possedevano eserciti moderni e molte armi sovietiche, e li abbiamo sempre sconfitti!

Oggi abbiamo:
• Un paese
• Un esercito
• Una potente forza aerea
• Un'economia di stato che esporta milioni di dollari
• Intel - Microsoft - IBM commercializzano i propri prodotti all'interno del paese
• I nostri medici ricevono premi per la ricerca medica
Abbiamo fatto fiorire il deserto, venduto arance, fiori e vegetali in tutto il mondo
Israele ha inviato i suoi satelliti nello spazio! 3 satelliti allo stesso tempo!

Non l'abbiamo mai ammesso ufficialmente, ma tutti sanno, che 60 anni fa, siamo stati condotti, invergognati e senza speranza, a morire nel deserto!
Abbiamo estirpato le rovine fumeggianti dell'Europa, abbiamo vinto le nostre guerre qui, con meno di niente. Abbiamo costruito il nostro piccolo "Impero" dal nulla.

Siamo sopravvissuti al Faraone
Siamo sopravvissuti ai greci
Siamo sopravvissuti ai romani
Siamo sopravvissuti all'inquisizione spagnola
Siamo sopravvissuti ai pogroms in Russia
Siamo sopravvissuti a Hitler
Siamo sopravvissuti ai tedeschi
Siamo sopravvissuti all'Olocausto
Siamo sopravvissuti agli eserciti di sette paesi arabi
Siamo sopravvissuti a Saddam
Continueremo a sopravvivere ai nemici presenti oggi

Ricordati: tutte le nazioni o culture che una volta hanno provato a distruggerci, oggi non esistono piú - mentre noi, viviamo ancora!
• Gli Egizi?
• I Greci?
• Alessandro Magno?
• I romani? (Qualcuno parla ancora in latino oggi?)
• Il Terzo Reich?
Ora guarda noi:
La nazione della Bibbia
Gli schiavi dell'Egitto
Siamo ancora qui!
E parliamo lo stesso idioma. Prima e ora! Gli arabi non sanno ancora ma impareranno che c'é un Dio...mentre conserveremo la nostra identitá sopravviveremo.
Quindi, perdonateci:
*se non ci preoccupiamo
*se non piangiamo
*se non abbiamo paura
Le cose vanno bene da queste parti.
Certamente, potrebbero migliorare.
Nel frattempo: non credere ai media, loro non dicono che le nostre feste continuano ad essere festeggiate, che le persone continuano a vivere, che le persone continuano ad uscire, che le persone continuano a vedersi con gli amici.
Sí, la nostra morale é bassa. E quindi? Soltanto perché piangiamo le nostre morti, mentre gli altri si rallegrano nel versare il nostro sangue?
É per questo che alla fine, noi vinceremo.



Gino Quarelo
7) Il popolo palestinese maomettano è un'invenzione recente. Nel passato per popolo palestinese si intendeva quello ebraico. Il popolo palestinese nazi maomettano è una creazione politica recente in funzione antiebraica e antisraeliana.


Islam, palestinesi, ebraismo, ebrei, Israełe
viewtopic.php?f=188&t=1924

Striscia di Gaza
viewtopic.php?f=188&t=2142


SENZA FUTURO
Niram Ferretti
14/05/2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Hamas è ormai in una situazione di non ritorno. La Striscia di Gaza, da dieci anni sotto il dominio del gruppo integralista islamico è allo stremo. La lotta fratricida con Fatah, cominciata nel 2007, ha solo esacerbato la situazione. Malgrado l'embargo posto da Egitto e Israele sulla Striscia che consente solo il passaggio quotidiano di beni di prima necessità ma ne limita altri, come quelli edili che Hamas usa per costruire i tunnel, Hamas continua a usufruire dei soldi che vengono inviati come aiuto a Gaza per incrementare le proprie spese militari e per l'arricchimento personale dei suoi capi.

Da quando, nel 2007 Hamas prese il potere estromettendo Fatah dal controllo di Gaza, si calcola che sia stato investito qualcosa come un miliardo di dollari nella infrastruttura militare, fondi che avrebbero sensibilmente contribuito a sollevare dai disagi la popolazione dell’enclave costiera dove il 70% dipende dai sussidi assistenziali e il 60% si arrangia con meno di due dollari al giorno.

Oggi, alla frontiera tra Israele e Gaza, gli scontri provocati da Hamas con la copertura della cosiddetta marcia "pacifica" hanno causato cinquanta morti. Israele si aspettava che, in concomitanza con l'inaugurazione dell'ambasciata americana a Gerusalemme, la violenza sarebbe aumentata. E così è stato.

Hamas può lucrare sulla simpatia dell'Occidente mandando a morire suoi uomini travestiti da manifestanti o donne e bambini, di cui si fa scudo, come accadde nel 2009 con l'Operazione Piombo Fuso da cui nacque il famoso rapporto Goldstone su i presunti crimini di guerra di Israele (ca va sans dire), poi smentito dallo stesso giudice che lo presiedette, e nel 2014, con l'Operazione Margine di Protezione.

E' emblematico a questo proposito ciò che disse Khaled Mishal, il leader di Hamas rifugiato in Qatar “Abbiamo vinto la battaglia ‘morale’. Ci siamo focalizzati nel colpire le truppe che ci hanno attaccato mentre loro hanno ammazzato donne e bambini. Questa è la vera immagine della battaglia” .

Bisognava lucrare sui civili uccisi soprattutto le donne e i bambini. Funziona così. Per questo è necessario piazzare lanciamissili nei pressi di scuole e ospedali e usarli anche per lo stoccaggio di armi, usare i civili come scudi umani (tecniche già utilizzate dall'OLP in Libano tra il 1975 e il 1981 ).

Non è cambiato nulla in questo senso, ma è cambiato molto in un altro. Cosa? In quattro anni è cambiato il Medioriente. Hamas è ormai completamente isolato e finanziato solo dall'Iran e sostenuto a parole dalla Turchia. L'Arabia Saudita lo ha collocato sull'asse del male insieme all'ISIS, Hezbollah e Al Qaeda. Barack Obama e la sua corte non si trovano più alla Casa Bianca. Al loro posto c'è un presidente americano che non si cura assolutamente delle rimostranze europee nè di quelle dell'ONU a proposito delle "vittime" causate dal fuoco israeliano. Considera la priorità mediorientale la sicurezza di Israele, l'alleanza con i paesi sunniti, in testa lo storico alleato americano, la Casa di Saud, e l'isolamento dell'Iran.

Dal canto suo, Israele può contare su un premier determinato come Benjamin Netanyahu che ha sempre messo al primo posto la sicurezza dello stato, garantendo al paese un periodo lungo di relativa tranquillità. In merito a ciò che è accaduto oggi aI confini tra Gaza e Israele, Netanyahu è stato, come suo costume, molto netto:

“Ogni paese ha l'obbligo di proteggere i propri confini. L'organizzazione terroristica Hamas ha dichiarato la sua intenzione di distruggere Israele e invia migliaia a questo scopo nel tentativo di sfondare la barriera”.

Inesorabilmente, anche questa strategia è destinata al fallimento, come le altre, il lancio dei missili su Israele, i tunnel, ormai quasi tutti distrutti.

Sì, ci sarà forse qualche manifestazione anti-israeliana qui e là nella progredita e "illuminata" Europa, ma poi, le proteste a Gaza scemeranno, fino a scomparire.

L'ambasciata americana invece resterà a Gerusalemme. La realtà incalza. Abu Mazen è ormai una figura marginale, così come è del tutto marginale attualmente nello scenario mediorientale un conflitto che ha settanta anni e a cui il mondo arabo sunnita non è più interessato.

Nessun ottimismo facile. Ma la Israele avanza, si fortifica, è una realtà tra le più moderne e avanzate del pianeta. Hamas è in una morta gora, risucchiato dall'odio, dalla violenza, dalla corruzione.

Il futuro non gli appartiene.




Gino Quarelo
8) I conflitti e la violenza in questa area del mondo sono solo una conseguenza dell'inciviltà nazi-maomettana che si può osservare ovunque nel mondo ove si siano insediati i maomettani, con il loro Corano e il loro mostruoso idolo dell'orrore e del terrore Allah.

Nella storia dove è arrivato l'Islam è poi sempre avvenuta la guerra civile e religiosa e lo sterminio di tutti i diversamente religiosi e pensanti
viewtopic.php?f=188&t=1895

Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
viewtopic.php?f=188&t=2526



Gino Quarelo
9) A noi Veneti gli Ebrei dei millenni passati e dell'odierno Israele non hanno mai fatto del male, invece i maomettani o mussulmani o islamici sì e molto, lungo tutti i 1400 anni della loro storia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Lepanto

https://it.wikipedia.org/wiki/Incursion ... del_Friuli

https://it.wikipedia.org/wiki/Marcanton ... _(generale)


La pratica del riscatto degli schiavi a Venezia

https://storicamente.org/pelizza_storia_schiavi#nt-1

Analogamente a quanto praticato in altri paesi, la Repubblica di Venezia – pienamente inserita nel mondo mediterraneo della navigazione, del commercio, dello scontro e al tempo stesso della difficile ricerca di un’armonia – aveva per tempo ritenuto opportuno dotarsi di un organismo dedicato a sovrintendere al riscatto e al rimpatrio di coloro che, sudditi veneti o catturati mentre erano al veneto servizio, fossero detenuti nei paesi del Maghreb o in altre località «turche». Nel XVI secolo a Venezia non esisteva però una confraternita specializzata in questo senso, del genere di quelle che andavano strutturandosi in altre parti d’Italia [6] ; l’incombenza di vigilare sulla ricerca dei captivi e sul loro recupero era stata dal Senato affidata, a partire dagli anni 1586- 1588, a un organo pubblico, i Provveditori sopra ospedali e luoghi pii [7] , magistratura di tre nobili esistente da un ventennio con mandato principale di sovrintendere alla gestione degli «ospedali maggiori» della capitale e in generale alle molte opere pie della città lagunare [8] . La motivazione della scelta senatoria, apparentemente incongrua, di affidare l’incarico del riscatto a un magistrato competente in materia ospedaliero-assistenziale, è da ricercarsi, oltre che nell’esigenza di assicurare pure in tale campo «ordine pubblico e stabilità» [9] , in una mentalità che riteneva naturale fornire sostegno all’affrancamento degli «schiavi» di modeste condizioni seguendo la strada consolidata della “carità pubblica e privata”. Per i soggetti di elevata posizione sociale il riscatto poteva procedere lungo altri tradizionali percorsi, quali quello della diplomazia o quello della trattativa con i «padroni», condotta, senza alcun esborso pubblico, dai mediatori di fiducia della famiglia della persona caduta in schiavitù. Per coprire invece le spese incontrate da coloro che non risultavano in grado, a causa di un’attestata condizione di indigenza, di provvedere con i soli beni familiari alla liberazione, o che avevano incontrato la prigionia per una ragione di pubblico servizio, i Provveditori vennero incaricati stabilmente, in base a quanto disposto dalla deliberazione senatoria del 3 giugno 1588 e altri successivi provvedimenti [10] , di «far far cerche in questa città e poner le cassette nelle chiese», di vigilare che altrettanto facessero i rettori (magistrati provinciali) delle località soggette e di far collocare nei principali luoghi di culto «una cassetta con inscritione, che dica “Per la ricuperatione de’ poveri schiavi”» [11] . Il denaro così ottenuto sarebbe stato raccolto in un’apposita «cassa-schiavi», creata nella pubblica zecca e posta sotto la diretta responsabilità del magistrato; in essa sarebbero confluite anche le somme raccolte allo stesso fine da altri organi dell’apparato statale. Il Senato assicurava complessivamente cento ducati di elemosina ordinaria ogni anno, a Natale e a Pasqua, mentre i notai della Dominante, e più avanti pure della Terraferma e dello Stato da Mar, venivano obbligati a ricordare ai testatori l’opportunità di destinare una somma al riscatto. Agli inizi del Seicento, infine, venne fondata in città un’apposita confraternita [12] , dedicata alla Ss.ma Trinità, dedita alla raccolta di fondi e all’organizzazione delle pratiche necessarie per operare la «redenzione» degli schiavi, ma sotto il controllo del magistrato [13] .
Con i proventi così raccolti, i Provveditori teoricamente dovevano fornire l’importo necessario per la liberazione di ciascun prigioniero. Essi non si occupavano però di operare materialmente il riscatto, ma erogavano una somma, a rimborso – purtroppo spesso solo parziale – delle spese anticipate dai familiari o dagli altri soggetti che si fossero effettivamente mobilitati. Per scansare il rischio di frodi, una lunga serie di passaggi preventivi mirava ad accertare, con l’ausilio di testimonianze giurate, che il preteso «schiavo» fosse realmente suddito veneto e che si trovasse davvero in schiavitù. Una volta esaurita questa istruttoria, una terminazione (provvedimento) del magistrato, fatta stampare e sottoscritta da almeno due dei nobili in carica, disponeva lo stanziamento del denaro necessario all’affrancamento, che veniva però effettivamente erogato solo a liberazione avvenuta, dietro dettagliata rendicontazione delle spese, dopo che una nuova terminazione e un’altra deposizione giurata di testimoni avessero comprovato la schiavitù, «non meno che con la produzione dell’ordinario cozzetto, che doverà esser tradotto e sottoscritto da publico dragomano» [14] . La procedura era appesantita dal fatto che Venezia preferiva saldare il dovuto solo una volta che i «redenti» fossero giunti salvi in città, il che rendeva difficile trovare persone disposte ad anticipare in contanti quanto occorreva, accollandosi anche il rischio del viaggio. A trattare il riscatto dello «schiavo» nella località di detenzione, essendosi dimostrata irrealizzabile la presenza stabile di un «console in Barbaria», prevista nel 1588, non erano quasi mai degli inviati governativi, ma intermediari – sovente mercanti israeliti colà residenti, o consoli di nazioni estere e principalmente consoli nordici o francesi, dati i rapporti di cooperazione esistenti fra la Francia , l’Impero ottomano e le Reggenze – che vi si dedicavano “professionalmente”, facendosi pagare per la mediazione, da cui traevano un notevole utile personale, senza peraltro essere sempre affidabili. Spesso gli scarsi fondi a disposizione in «cassa-schiavi» si rivelavano insufficienti a coprire ex-post gli stanziamenti già assegnati per ciascun riscatto. Si offrivano così molte occasioni di abuso: ad esempio, quando le promesse di corrispondere denaro al ritorno dalla «schiavitù» venivano fatte a un grande numero di richiedenti (organizzati in specifiche graduatorie), in misura superiore alla reale disponibilità di cassa, al rientro degli affrancati a Venezia le somme non risultavano subito disponibili, e il rimborso tardava alquanto. Era divenuta allora pratica comune per gli ex-«schiavi» vendere per poco prezzo il credito vantato nei confronti della «cassa-schiavi»,

di modo che il danaro destinato ad opera così pia s’è convertito più tosto in fomentare illeciti scandalosi contratti, e già si trovano summe abbondanti a peso del magistrato di questa natura di crediti [15] .

Le modalità illustrate, oltretutto, consentivano di praticare solo un numero limitato di riscatti, e sempre per singoli individui, il che ne aumentava il costo. Al cosiddetto importo di prima compra di uno schiavo andavano poi aggiunti ricarichi per gabelle, spese e dazioni varie dovute nelle Reggenze: il prezzo complessivo si manteneva perciò molto alto.



10)
Giulio Meotti
https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 9914840792
Oggi non è facile dirlo coi 50 morti a Gaza. Ma io sono un po' pazzo e non mi vergogno neppure oggi di difendere Israele. Ecco le immagini dalla giornata: migliaia di persone a un metro dal confine, bombe molotov, terroristi che provano a infiltrarsi, inviti in arabo ai palestinesi a presentarsi con coltelli e pistole, mappe dei villaggi ebraici dove andare a colpire, i campi israeliani che vanno a fuoco... Esiste un solo altro conflitto nella storia dell'umanità in cui una parte - Israele - deve fare di tutto ma proprio di tutto per evitare vittime civili e l'altra parte - Hamas a Gaza - deve fare di tutto ma proprio di tutto per avere quelle vittime fra i propri civili? Lo scrivo nel mio nuovo libro, "Israele. L'ultimo stato europeo". La preoccupazione di Israele per la vita umana è esattamente il motivo per cui i suoi nemici, da Hamas a Hezbollah, usano la propria popolazione come scudi umani. Qualunque cosa Israele decida di fare, alcune persone innocenti si faranno del male. Da un lato, ci sono i cittadini israeliani che i terroristi vogliono uccidere. Dall’altra parte, i terroristi che si nascondono dietro civili innocenti. Oggi a Gaza Israele ha sventato piani di Hamas per sequestrare israeliani. Non fatevi annebbiare la mente: chi accetterebbe di vedere la propria casa andare a fuoco e il proprio giardino invaso da gente armata che vuole rapire e fare a pezzi i propri familiari? Israele è un grande paese che non si arrende alle menzogne, al terrore e alla paura. Forse noi europei li odiamo perché non ne siamo più capaci.

Gino Quarelo
Neanch'io veneto indipendentista, mi vergogno di difendere Israele. Oggi mi sono recato con sul capo la kippà e con in mano un'asta con una grande bandiera israeliana e mi sono girato il centro di Vicenza, di Padova e Treviso. A Padova una coppia di israeliani ebrei in vacanza mi ha salutato e si è fatta un selfie con me, (la polizia mi ha anche tenuto d'occhio per proteggermi, Padova è una città difficile); a Treviso mi si è avvicinato all'improvviso un marocchino nato a Treviso e si è fatto un selfie con me e la bandiera israeliana, gli ho raccontato le ricorrenze e le celebrazioni del 14 maggio. Nel complesso è stata una buona giornata, ho camminato molto, stringendo con affetto la bandiera di Israele.




La vergogna dei veneti antisemiti e antisraeliani
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 7062056040

L’antiebraeixmo e l’antixraełixmo de çerti veneti marciani
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Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani e nazisti maomettani
viewtopic.php?f=205&t=2690



Io veneto sto con Israele e i suoi ebrei che sono tra gli uomini più umani e civili della terra
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Io sto con Israele e i suoi ebrei
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5416849447

Israele da 70 anni stato indipendente, con Gerusalemme la sua capitale
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1773238259


Ebrei, Israele, confini, legittima difesa, nazismo maomettano palestinese
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Nella intricata e torbida questione siriana, come orientarsi e con chi stare?
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Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 7:07 am

Un altro povero veneto antisemita, vittima della propaganda antiebrea e antisraeliana

La Catalogna non merita il mio sostegno alla causa della sua indipendenza.
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 7131428033

Abbandono la solidariètà alla Catalogna per la sua indipendenza dalla Spagna; poiché la maggioranza catalana si è manifestata ferocemente e demenzialmente antisemita e antisraeliana e questo per me rende la Catalogna indegna di essere sostenuta.


Roberto Martini
Bannate sto porco dio di canaglia ebrea prima che mi incazzo del tutto.
https://www.facebook.com/tommaso.vercel ... oup_dialog

Immagine
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Messaggioda Berto » sab mag 26, 2018 7:57 am

UNIVERSITÀ DI PAVIA COMPLICE DI PROPAGANDA ANTISIONISTA
Ieri all’università di Pavia invece di fare cultura e formare le nuove generazioni, si è fatta della propaganda antisionista. Con una bandiera e una diapositiva così, chi mai avrebbe bisogno di ascoltare la lezione. E’ d’accordo con noi Magnifico Rettore Rugge?

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 3719435649
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Messaggioda Berto » ven ago 10, 2018 12:54 am

L’antiebraeixmo e l’antixraełixmo de çerti veneti marciani
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Messaggioda Berto » sab set 22, 2018 8:02 pm

Stolidi antisemiti e antisraeliani padano veneti



Andrea Rossi

https://www.facebook.com/Bocia52


Patrizia Stabile
ISRAELE È IL GRANDE PERICOLO MONDIALE

https://www.facebook.com/identitasuddis ... 0604162068

"Stimato direttore le scrivo per chiedere la sua opinione sulle relazioni per le quali Russia e Israele mantengono sempre così buoni rapporti. E' 'solo' per non far degenerare la situazione? Anche con la Turchia Putin scelse la strada della saggezza dopo l'abbattimento del jet russo ma anche se costretto a fare buon viso a cattivo gioco i suoi messaggi li ha mandati chiari, alla Turchia e ai suoi alleati, seppur con infiniti finti disgeli tra una provocazione e l'altra.
Con Israele invece sembra ci sia un canale privilegiato. Conosco i rapporti di Stalin con Israele in funzione antibritannica, so che in Israele risiedono moltissimi russi, so che se Putin se la prendesse con Israele diverrebbe il nuovo Stalin (perché la propaganda insegna che se sei contro le politiche di Israele sei antisemita) ma ciò che ha fatto e ciò che sta facendo Israele è talmente grande e inumano che non comprendo come anche solo i rapporti possano essere così distesi tra Russia e Israele.
Non scordiamoci chi ha dato appoggio alla sacca di terroristi nel Golan. Non scordiamoci neppure chi occupa gli altopiani del Golan, territorio siriano.
So che è un 'terreno' difficile dagli equilibri precari e per questo le ho scritto chiedendo la sua opinione.
Grazie dell'attenzione che ha avuto nel leggere questo messaggio e grazie in anticipo qualora risponda.
Buona giornata"
===
Risposta di Giulietto Chiesa
La sua analisi è corretta e mi pare che comprenda quasi tutti gli elementi della partita. Che, come lei capisce, è difficilissima e molto pericolosa. Il "canale privilegiato" con Israele esiste, lei ha ragione. La spiegazione è chiara: Israele è il giocatore principale. Che ricatta tutto l'Occidente. E che provoca e continuerà a provocare, perché il suo piano è costruire il Grande Israele. Come tenerlo a freno è impresa molto complicata. Molto più complicata di quanto non sia il tenere a freno Erdogan. Dietro ci sono gli Stati Uniti. Che però su questo tema sono al rimorchio di Israele. Certo c'è un limite, ma Putin ha mostrato che è disposto a sopportare molto, pur di non innescare uno scontro diretto con Israele. Sapendo che questo innescherebbe immediatamente uno scontro mondiale. Non esagero. Questa è la posta in gioco. Il fatto è che la situazione è asimmetrica: Putin non vuole la guerra; Israele vuole la guerra con l'Iran. Qui non ci può essere equilibrio. Israele persegue un obiettivo divino. Putin persegue un obiettivo politico laico. Se qualcuno non ferma Israele sarà la guerra mondiale. Ecco la mia risposta. Purtroppo non ottimistica.



I bambini che i tg non vi faranno vedere. Intenzionalmente

https://www.facebook.com/Bocia52/posts/ ... 7784797945

Almeno 24 persone, tra cui donne e bambini, sono morti sotto i colpi del terrorismo di matrice waabita sionista durante una grande parata militare in #Iran.
Ma l'Iran è paese non allineato agli interessi occidentali, fa parte dell'Asse della resistenza, ci addestrano ad odiarlo e considerarlo nemico -persino passando da opinion leaders come #Saviano- dunque non si utilizzerà il termine "terrorismo" al fine di lasciare intendere diatribe interne (al netto della rivendicazione Isis), né si conosceranno i volti delle vittime.

《Il portavoce del Corpo della Guardia della Rivoluzione Islamica, il Generale Ramezan Sharif, ha detto che l'attacco è stato perpetrato dai membri del gruppo terroristico di Al-Ahvazie, una banda di takfiri, finanziata da #Riad. Essa ha lanciato gli attacchi per provocare paura tra la gente e oscurare la grandezza della sfilata delle Forze armate dell'Iran.
L'attacco ha lasciato almeno 24 morti e 53 feriti, per lo più civili, secondo i dati ufficiali.
Il gruppo estremista Al-Ahvazie ha fatto ripetutamente attacchi contro i civili.

I funzionari iraniani affermano che l'attacco potrebbe significare la disperazione di certi regimi regionali e occidentali per creare il caos in diverse province. Il fallimento del progetto di destabilizzazione del paese persiano ha fatto sì che i paesi promotori del terrorismo decidessero di iniziare attacchi terroristici e massacri.》


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Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani

Messaggioda Berto » dom set 23, 2018 11:22 am

Boicottaggio di Israele alla Fiera dell'oro a Vicenza


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Messaggioda Berto » dom ott 07, 2018 9:38 am

Una veneta veneziana demente.


Venezia, post contro ebrei su Facebook: sospesa dipendente hotel
Giorgia Baroncini - Sab, 06/10/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 84749.html

La donna aveva scritto frasi offensive dopo l’arrivo di una comitiva di israeliani che festeggiavano la Pasqua ebraica. Dieci giorni di sospensione

"Dopo due Pasque ebraiche, fosse per me riaprirei i campi". "Il problema è che si sentono in credito con l’umanità per i torti subiti, ma sè dai tempi degli egizi che li perseguitano, un motivo ci sarà".

Questi i commenti pubblicati su Facebook dalla dipendente di un noto e lussuoso hotel dell'isola di San Clemente a Venezia. Post antisemiti che hanno portato alla sospensione della donna: dieci giorni di "vacanze forzate".

A inizio settembre, la dipendente aveva pubblicato su un gruppo Facebook dedicato agli operatori del turismo alcuni commenti contro gli ebrei che hanno creato non poche polemiche tra i clienti della struttura ricettiva del gruppo Kempinski. Come riporta il Corriere, i fatti a cui la donna si riferisce con i suoi post risalgono alla scorsa primavera quando l’isola di San Clemente ha ospitato una comitiva di trecento cittadini israeliani venuti a Venezia per festeggiare la Pasqua ebraica, affittando tutto l’hotel.


La sospensione

I commenti antisemiti sono stati segnalati alla direzione del Kempinski che ha deciso di sospendere dal lavoro la donna per dieci giorni e di inviare un report su quanto accaduto a Ginevra, dove è insediata la sede centrale del gruppo alberghiero. I post sono stati eliminati e la dipendente è stata espulsa dal gruppo Facebook, estraneo alle posizioni espresse dalla donna.




“Fosse per me riaprirei i campi” Il post di una receptionist che ha ospitato trecento israeliani
8 ottobre 2018
Gloria Bertasi

http://www.italiaisraeletoday.it/fosse- ... MvU_MtiP-4

Dieci giorni di «vacanze forzate», la direzione del San Clemente Palace sospende una sua dipendente per alcune frasi dichiaratamente anti-semite. La donna ha infatti postato su un gruppo Facebook dedicato agli operatori del turismo («Quelli che lavorano in hotel», 50 mila gli iscritti) commenti (poi rimossi) che hanno scatenato l’ira di chi li ha letti, tra cui qualche cliente della struttura ricettiva del gruppo Kempinski, una delle strutture alberghiere extra-lusso della laguna.
Erano i primi di settembre quando la dipendente si è espressa con frasi del tipo «Dopo due Pasque ebraiche, fosse per me riaprirei i campi» e «Il problema è che si sentono in credito con l’umanità per i torti subiti, ma se è dai tempi degli egizi che li perseguitano, un motivo ci sarà», i fatti però a cui si riferisce risalgono alla scorsa primavera quando l’isola di San Clemente ha ospitato una comitiva di trecento cittadini israeliani venuti a Venezia per festeggiare la Pasqua ebraica, affittando tutto l’hotel.
La sospensione Alla vista dei post, segnalati alla direzione del Kempinski da alcuni clienti,la direzione ha deciso di sospendere dal lavoro la donna per dieci giorni e di inviare un report su quanto accaduto a Ginevra, dove è insediata la sede centrale del gruppo alberghiero.
L’operatrice, occupata nella reception, è stata espulsa dal gruppo Facebook, i post sono stati eliminati, la notizia dei commenti continua tuttavia a fare scalpore e non è detto che la multinazionale della ricettività, fondata nel 1897 a Berlino e con 24 mila dipendenti e 75 hotel in tutto il mondo, non decida di licenziarla «per comportamenti contrari ai valori dell’azienda».
Non è la prima volta che il gruppo finisce al centro di polemiche: nell’agosto del 2016, a Berlino, l’hotel della catena provò a vietare la telefonate in Israele con la scusa che era una richiesta della clientela araba, come denunciò una regista francese Claude Lanzmann, autore di uno documentario sulla Shoà.
Va, tuttavia, segnalato che il gruppo non ha alcuna vicinanza a questo posizioni, anche perché il suo fondatore era di origini ebree.
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Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani

Messaggioda Berto » lun gen 28, 2019 2:47 am

L'antisemitismo mascherato di quelli che il giorno della Shoà tirano fuori che esistono anche altri genocidi da ricordare

Voglio ricordarli tutti i milioni di morti ... E ancora ne dimenticherò qualcuno ... MEMORIA Parte II
Annamaria Deoni
27 gennaio 2019

Non solo Armenia, gli altri genocidi dimenticati
Strage dei curdi. Massacro di Timor Est. Burundi, Darfur, Balcani e Patagonia. Popoli senza giustizia. Che spingono l'Onu a riconoscere il proprio «sterminio».
15 aprile 2015
Barbara Ciolli

https://www.facebook.com/annamaria.deon ... nt_mention


Alberto Pento
Cosa c'entrano con la Shoà? Oggi si ricorda la Shoà vi sono altri giorni per ricordare altre tragedie, per esempio vi è il giorno che ricorda la strage degli armeni. Sembra quasi che a questi personaggi demenziali complottisti e antisemiti dispiaccia ricordare lo sterminio degli ebrei che non ha paragone con nessun'altro.
Già che ci siamo perché non ricordare lo sterminio degli ucraini, a milioni, da parte dei russi sovietici?


Annamaria Deoni
Alberto Pento sei prevenuto, ti aspettavo al varco ... Ho postato anche il genocidio comunista. Centrano tutti, i genocidi, sempre ... Sono tutte morti di esseri umani.

Alberto Pento
Oggi si ricorda la Shoà, lo sterminio degli ebrei ad opera degli europei cristiani e non altre tragedie.

Annamaria Deoni
Io ricordo. E mi faccio domande, sempre. E lo faccio a modo mio. Sono il capo di me stessa. E mi basto. Dovremmo invece tenere a mente ogni giorno, tutti. Perché non ci sono morti di serie a, b, c ...

Patrizia Schizzerotto
Annamaria Deoni grande! Ricordano solo ciò che vogliono ricordare. Vergognosi
Ricorda Almerante ed è nostalgica del fascismo
https://www.facebook.com/patrizia.schiz ... 1?fref=ufi


Alberto Pento
PER I MORTI E PER I VIVI
Niram Ferretti
27 gennaio 2019
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Oggi, il dovere di ricordare le vittime del più mostruoso genocidio pianificato del Novecento, il cui scopo ultimo, la Soluzione Finale, era la distruzione totale del popolo ebraico, impone una semplice riflessione.
Israele, lo Stato ebraico è lì, lì dove il popolo ebraico è sorto migliaia di anni fa, lì dove gli ebrei non hanno mai dimenticato di provenire. La terra di Israele, Eretz Israel. Una terra che è per ogni ebreo al mondo salvaguardia e protezione, casa, là dove altre case potrebbero essere in pericolo.
Questa casa, questo paese, è al centro, da settanta anni, di un tentativo persistente di distruggerlo, tentativo fallito nel 1948, nel 1967, nel 1973 e poi proseguito con il regno del sangue e del terrore delle due intifade.
Di Israele viene negata la legittimità, unico Stato al mondo che vanta questo primato, e ciò va tenuto bene a mente, fermamente, mentre si ricordano le vittime della Shoah, perchè anche a loro vene negata legittimità, legittimità di esistere, la stessa cosa che viene negata a Israele da chi vorrebbe che non esistesse.
Sono gli ebrei il problema, è il loro Stato. L'antisemitismo si è riciclato in antisionismo ed è assolutamente irrilevante che vi siano ebrei antisionisti, visceralmente contro Israele, perchè gli odiatori del proprio stesso popolo e della propria nazione ci sono sempre stati, ovunque.
Dunque, oggi, commemorando le vittime di questa tragedia immane ricordiamoci di provare a essere come Giano. Con il volto del compianto volgiamoci al passato, a tutte le vite ebraiche distrutte dal nazismo, mentre con il volto della speranza guardiamo al futuro, a Israele, a tutte le vite che custodisce e custodirà.

Alberto Pento
Io sono veneto, amo gli ebrei e odio con tutto il cuore i veneti antisemiti sia i veneti cristiani che i veneti nazi comunisti e fascisti.

Patrizia Schizzerotto
Alberto Pento già ODIO la dice lunga su di Lei. Io non odio nessuno e rispetto i morti di TUTTI I GENOCIDI senza colore politico. Si ripassi la VERA storia, non quella che Le fa comodo.

Alberto Pento
Io amo il bene e odio il male e oggi è la giornata della Shoà provocata dall'odio demenziale per gli ebrei che si riproduce nell'odio per Israele.

Amare e rispettare gli ebrei e Israele è una gioia, una necessità, un dovere, fondamento di umanità, di civiltà e di libertà
viewtopic.php?f=131&t=2785

Patrizia Schizzerotto
Alberto Pento non riconosco doveri per di più basati su visioni altrui. Di genocidi ce ne sono stati e continuano ad essercene: significano MORTE e non esiste UNA giornata. Lei pensi come vuole, ma non imponga ad altri le Sue idee. Questo si chiama RISPETTO


Nel “Giorno della Memoria” è sbagliato paragonare la Shoah agli eccidi perpetrati dai comunisti ed è ridicolo tirare in ballo la limitazione agli sbarchi dei clandestini.
Magdi Cristiano Allam
27 gennaio 2019

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... __tn__=K-R

Partecipate alla mia conferenza a Torino alle ore 17

Buona domenica amici. Oggi è il Giorno della Memoria in cui si commemora la Shoah, l’Olocausto di sei milioni di ebrei uccisi nei campi di sterminio nazisti, sulla base della decisione deliberata della “soluzione finale” nell’ambito di una strategia di “pulizia etnica”, sia razziale sia confessionale. Gli ebrei dovevano essere sterminati in quanto ebrei, concepiti come intrinsecamente malvagi, causa di tutti i mali del mondo, considerati un blocco monolitico, a prescindere dalla specificità di ciascun individuo. Gli ebrei in quanto ebrei sono stati vittime del più diabolico piano di eliminazione fisica sulla base di un pregiudizio razziale e confessionale. E ad oggi il pregiudizio nei confronti degli ebrei sopravvive e si diffonde anche all’interno dell’Europa che evidentemente non ha imparato la tragica lezione della Storia.
Ecco perché è sbagliato paragonare la Shoah ad altri eccidi, anche quantitativamente più rilevanti come i 7 milioni di ucraini, i 20 milioni nell’ex Unione Sovietica, i 65 milioni in Cina, tutti vittime della sanguinosissima repressione comunista. In questi casi siamo di fronte a purghe intestine dove i regimi comunisti al potere ha fisicamente eliminati tutti i dissidenti politici o presunti tali.
Così come è semplicemente ridicolo paragonare la Shoah alla legittima volontà del governo italiano democraticamente eletto di porre fine all’ingresso illimitato e incondizionato di clandestini che al 90 per cento non fuggono da nessuna guerra. Chi lo fa falsifica la storia, mistifica la realtà, inganna gli italiani che purtroppo sono disinformati, disorientati e tendenzialmente rassegnati.
Ecco perché, cari amici, la nostra missione oggi è principalmente di acquisire e diffondere informazione corretta per promuovere una formazione costruttiva che ci consenta di far rinascere la nostra civiltà decadente e riscattare il diritto a essere pienamente noi stessi dentro casa nostra. Andiamo avanti forti di verità e con il coraggio della libertà. Insieme ce la faremo.

Vi invito a partecipare alla mia conferenza oggi alle ore 17 a Torino, presso l’Hotel Il Fortino in via del Fortino 36. È un incontro culturale pubblico in cui farò conoscere le radici dell’odio contro gli ebrei presenti nel Corano e nella vita di Maometto. Presenterò il mio libro “Il Corano senza veli”. L’ingresso è libero.
Ringrazio Gaetano (Nino) Trimigno, Responsabile in Italia di “Chiamata di mezzanotte” (Associazione Cristiana Evangelica di aiuto a Israele), per aver promosso questo evento culturale aperto a tutti.
Chi vorrà potrà avere una copia del mio libro “Il Corano senza veli” con dedica personalizzata al prezzo di copertina di 10 euro. Sarò presente all’Hotel Il Fortino dalle ore 16,30 e mi tratterrò anche dopo l’incontro pubblico per firmare le dediche personalizzate. Siete tutti invitati. Vi aspetto.


La vergogna dei veneti antisemiti e antisraeliani, con un debole per l'Islam
La vergogna dei veneti antisemiti e antisraeliani, nessuna indipendenza potrà mai arrivare con questi veneti
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani

Messaggioda Berto » mar feb 26, 2019 8:56 am

Cronaca del naufragio: Intervista con Magdi Allam

Niram Ferretti
6 febbraio 2019

http://caratteriliberi.eu/2019/02/06/ag ... agdi-allam

Da anni, la voce controcorrente di Magdi Allam è presente nel mercato delle idee, con forza, lucidità e coerenza. Il prezzo che ha pagato e continua a pagare per raccontare un Islam nudo e crudo che nulla ha a che vedere con la cornice apologetica in cui è stato collocato dal discorso egemone è stato ed è ancora alto. Come altri intellettuali ex musulmani o musulmani critici dell’Islam, tra cui Ayaan Hirsi Alì, Ibn Warraq, Hamed Abdel Samad, gli è stata gettata addosso l’abituale accusa di essere islamofobo, lo psicoreato creato apposta per tacitare coloro che, della religione fondata da Maometto nel VII secolo, hanno da fornire una devastante critica.

In esclusiva per Caratteri Liberi.

Magdi Allam, di cosa parliamo esattamente quando parliamo di Islam? Ha un senso distinguere l’Islam come religione dall’Islam politico?

L’Islam si fonda su due pilastri, il Corano e Maometto. Il Corano è ciò che sostanzia, invera Allah. Per i musulmani il Corano è Allah stesso che si rivela a Maometto e il contenuto della rivelazione è riportato nel Corano. Il Corano è un testo sacro increato, al pari di Allah, della stessa sostanza di Allah, quindi guai a dire che il Corano è stato scritto da Maometto. Il Corano è Allah stesso. Diciamo che così come il cristianesimo si fonda sulla fede in Gesù Cristo, sul Dio che si fa uomo e si incarna in Gesù, l’Islam è la religione del Dio che si fa testo e si incarta nel Corano. Poi c’è Maometto, i cui detti e le cui azioni sono raccolte nella Sunna che rappresenta la seconda fonte sacra dell’Islam a cui si attinge per elaborare la sharia, la legge. Ma in realtà ciò che Allah prescrive nel Corano non è null’altro di ciò che Maometto ci dice che Allah gli avrebbe rivelato. Quindi, noi, dalla lettura del Corano, scopriamo innanzitutto una grande contraddizione tra la tesi fondante dell’Islam e cioè che il Corano è un testo increato e la realtà del contenuto del Corano che è invece totalmente calato nel tempo e nello spazio in cui visse Maometto.

Abbiamo un libro del tutto trascendente con un contenuto immanente legato intimamente alla vita di Maometto, alle sue gesta. Ecco perché, quando ci domandiamo che cosa è l’Islam noi dobbiamo calarci innanzitutto nella vita di Maometto il quale nacque nel 570 alla Mecca in una delle aree più torride del mondo dove c’è un deserto assoluto e poche fonti d’acqua da cui dipende la sopravvivenza delle persone. Ciò comporta sul piano del vissuto che l’individuo, per potere sopravvivere, doveva obbligatoriamente fare parte di una tribù, di un clan che garantendo militarmente il controllo del territorio garantiva anche l’accesso alle poche fonti d’acqua e di conseguenza alla sua sopravvivenza. Nel 622, i meccani cacciarono Maometto perché si ostinava a sostenere che bisognava adorare solo Allah, e Allah, va precisato subito, non è il nome arabo che corrisponde al Dio unico dell’ebraismo o al Dio uno e trino del cristianesimo. Allah è un dio pagano preesistente all’Islam. Il padre di Maometto, che lui non conobbe perché morì prima della sua nascita, si chiamava Abdallah, lo schiavo di Allah. Allah esisteva prima di Maometto, era uno dei 360 idoli che venivano adorati all’interno di un pantheon politeista arabo raffigurati da statuette o da immagini custoditi nella Kaʿba, che sarebbe poi diventato il principale luogo di culto dell’Islam. Ma prima dell’Islam lo stesso luogo era il principale luogo di culto del paganesimo arabo, dove le varie tribù adoravano i 360 idoli menzionati, tra i quali c’era appunto anche Allah.

Allah veniva considerato come il dio supremo, l’equivalente di Giove nel pantheon politeista romano o Zeus in quello greco. Maometto non ha creato una religione folgorato da un dio nuovo che all’improvviso compare nella sua vita. Maometto ha limitato il culto al dio pagano arabo Allah, monopolizzandolo e personalizzandolo sostenendo che Allah rivelava solo a lui ciò che i comuni mortali erano tenuti a fare o a non fare. I meccani lo cacciarono e lui si trasferì a Medina e lì creò una tribù dei musulmani, una propria tribù, e chi vi aderiva doveva obbligatoriamente adorare solo Allah e sottomettersi al suo potere. L’Islam nasce come uno Stato in nuce a partire da una tribù fondata da Maometto che lui non chiama tribù ma comunità. Quindi l’Islam, fin dall’inizio non è solo fede ma si presenta come un sistema di potere, un sistema politico, a cui si poteva e si può aderire molto facilmente. E’ sufficiente affermare “Credo che non vi è altro Dio al di fuori di Allah e credo che Maometto è il messaggero di Allah“, ma uscirne era impossibile, così come era impossibile uscire da qualsiasi tribù del deserto, perché si tradiva la tribù e si metteva a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. E’ il motivo per cui ancora oggi l’Islam resta un sistema di potere impositivo, invasivo, e violento, perché nacque con queste connotazioni. Chi abbandonava la tribù di Maometto, la comunità musulmana, veniva subito condannato a morte perché veniva considerato come una minaccia. La sua fuoriuscita significava, infatti, che aveva preso accordi con un’altra tribù, che era diventato un nemico a tutti gli effetti.

Il jihad accompagna la storia dell’Islam dai suoi esordi. Intendo riferirmi al jihad non come sforzo inteso a disciplinare se stessi ma come guerra di conquista. Vi sono autori che arrivano a considerarlo il sesto pilastro dell’Islam. Quale è la sua posizione in merito?

Il Corano è pieno di versetti che fanno riferimento al jihad e il jihad è inteso in modo inequivocabile come guerra santa, perché in modo inequivocabile fu praticato da Maometto come guerra santa. Da quando, nel 622, fu cacciato dalla Mecca alla sua morte nel 632, tra razzie nei confronti di carovane di commercianti della Mecca e vere e proprie guerre, sia nei confronti di tribù arabe pagane che con la violenza furono obbligate a convertirsi all’Islam, sia anche nei confronti di tribù ebraiche e di tribù cristiane, e Maometto, va sottolineato, fu particolarmente violento nei confronti degli ebrei, complessivamente egli fu responsabile di un centinaio di razzie e guerre e in buona parte vi partecipò.

Maometto, negli ultimi dieci anni della sua vita è stato predone del deserto e ha personalmente combattuto, ha personalmente ucciso, ha personalmente sgozzato e decapitato i suoi nemici. Quindi il jihad è nella vita di Maometto e Maometto, per i musulmani, è l’esempio da emulare. Nessun musulmano contraddice ciò che ha fatto o detto Maometto perché questo significherebbe sconfessare le fondamenta stesse dell’Islam.

Storicamente noi dobbiamo sempre rifarci al vissuto di Maometto. Tutto ciò che è scritto nel Corano va riferito a questo vissuto. Quando, nel 621, Maometto volle convincere i rappresentati della tribù dei Banu Khazrai di Medina a convertirsi all’Islam e a proteggerlo una volta che lui si fosse trasferito, comprendendo che erano predoni del deserto e che sopravvivevano di razzie, ripensò quella che era stata la sua precedente posizione e legittimo l’uso della violenza. Nei versetti del Corano 36, 43 della sura 42, in un versetto si dice, “La sanzione di un torto è un male corrispondente ma chi perdona e si riconcilia avrà in Allah il suo compenso“. Questa era la posizione precedente che Maometto aveva assunto, poi però, comprendendo che per esigenze pratiche, doveva cambiare, modificò la sua posizione. Ai Banu Khazraj disse questo, sura 22, versetti 39 e 45, “A coloro che sono stati aggrediti è data l’autorizzazione di difendersi perché certamente sono stati oppressi e in verità Allah ha la potenza di soccorrerli…A coloro che senza colpa sono stati scacciati dalle loro case solo perché dicevano, ‘Allah è il nostro signore’”. Maometto dunque legittima il fatto che ai musulmani viene data la possibilità di contrastare chi si oppone loro.

Nel 624, nella battaglia di Badr, dal nome di una località dove Maometto riuscì a vincere un numero superiore di meccani che caddero in una trappola, Allah gli avrebbe rivelato che “Non si addice ad un profeta prendere prigionieri finché non avrà completamente soggiogato la terra”. Vi è qui un chiaro obbligo nei confronti dei musulmani ad uccidere. Nel versetto 39 della sura ottava è scritto, “Combatteteli finché non ci sia più politeismo e la religione sia tutta per Allah”.

Il politeismo era la spiritualità prevalente all’epoca nel deserto dell’Arabia dove nacque Maometto. Ci sono versetti del Corano in cui Allah dice che il jihad è un obbligo. Combattere i miscredenti non è facoltativo ma è un dovere. Va oltretutto aggiunto che, sempre in tema di guerra santa, esiste il concetto di martirio. Nel versetto 111 della sura nona si dice, “Allah ha comprato dai credenti le loro vite e i loro beni dando in cambio il paradiso poiché combattono sul sentiero di Allah, uccidono e sono uccisi“. Il paradiso è un luogo in cui entra chi uccide ed è ucciso. In questa prospettiva, per meritarsi il paradiso, è necessario uccidere il numero più alto possibile di miscredenti e poi si deve essere a propria volta uccisi. Vi è un altro versetto che legittima ciò, il versetto 169 della terza sura del Corano il quale recita, “E non chiamare morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Allah, anzi, vivi sono, nutriti di grazia presso il Signore”.

Morire da martiri non è la morte ma è la vera vita. Si tratta di tutti quei versetti a cui fanno riferimento i terroristi islamici per rivendicare le atrocità che commettono. E’ fondamentale comprendere questo punto. Non si tratta di pazzi, come si vorrebbe far credere, di folli che disattenderebbero il vero Islam. È vero esattamente il contrario. Si tratta di quelli che più di altri ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive loro nel Corano e a ciò che ha fatto e detto Maometto nel corso della propria vita.

Lei da studioso dell’Islam e come egiziano conosce molto bene la storia della Fratellanza musulmana, il gruppo fondato da Hasan al Banna in Egitto nel 1928. Secondo il politologo tedesco Matthias Kuntzel, il ritorno del jihad in ambito islamico si deve principalmente a questo gruppo salafita rigorista. In altre parole, prima della fondazione dei Fratelli Musulmani, il jihad come dovere fondamentale, l’autoimmolazione e il culto della morte si erano sopiti all’interno dell’Islam. È d’accordo?

È la realtà storica. Noi abbiamo registrato, prima una decadenza del califfato turco-ottomano, che ha rappresentato l’ultima manifestazione dei califfati islamici, e quando, nel 1924, con la dissoluzione del califfato turco ottomano e la nascita della repubblica turca per mano del generale Kemal Ataturk, che era dichiaratamente un ateo che odiava l’Islam e disprezzava Maometto e che de-islamizzò e de-arabizzò la Turchia, abbiamo registrato la diffusione della laicità in tutto il Medio Oriente.

Per decenni la laicità è stata la realtà prevalente in Turchia, in Libano, in Siria, in Iraq, nell’Iran, nell’Egitto di Nasser dove io sono nato negli anni Cinquanta, nella Tunisia di Bourguiba. La laicità, in ambito islamico, significa sostanzialmente anteporre la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, ed il tratto più manifesto della laicità è l’emancipazione della donna. Nei vent’anni in cui io sono nato e vissuto al Cairo non ho mai visto donne velate per la strada. Le donne erano emancipate al pari degli uomini. I Fratelli Musulmani sono stati la realtà che ha combattuto in modo frontale questa svolta laica. Il regime di Nasser e ancora prima, la monarchia, hanno avuto nei Fratelli Musulmani il principale nemico, proprio per questa volontà di riesumare l’Islam delle fondamenta, delle radici, attribuendo al jihad una connotazione centrale, sia quando si trattava di chiamare a raccolta gli egiziani per combattere gli inglesi sia quando si trattò di combattere contro il regime laico di Nasser.

Nasser combatte dall’interno i Fratelli Musulmani e la laicità riuscì a manifestarsi solo in virtù di questa spietata repressione della Fratellanza culminata nell’arresto e nell’impiccagione di quello che è stato l’ideologo di punta del movimento in tema di jihad, Sayyid Qutb, per il quale tutto quello che non era aderente a ciò che Allah prescrive nel Corano andava combattuto con la guerra santa.

Ciò che afferma Kuntzel è storicamente corretto, ovvero individuare nei Fratelli Musulmani il movimento islamico che diede un impulso fondamentale alla ripresa del jihad. I Fratelli Musulmani, al pari di Al Qaeda, al pari dell’ISIS, perseguono lo stesso obbiettivo, che è quello di sottomettere l’intera umanità all’Islam, ma lo fanno in modo più scaltro entrando in seno alle istituzioni e sfruttando la democrazia e le sue leggi. In Egitto si sono infiltrati bene in alcuni settori, la magistratura, l’istruzione, un po’ come fecero i comunisti in Italia dopo il 1945. Laddove invece ritengono che si debbano impugnare le armi lo fanno, come fa Hamas contro Israele. Possono fare ricorso sia a una strategia militare terroristica o a una strategia, tra virgolette, politica, apparentemente conciliante, ma senza mai perdere di vista l’obbiettivo finale, che è sottomettere all’Islam l’intera umanità. Questa è la ragione per cui i Fratelli Musulmani sono molto più pericolosi dell’ISIS e di Al Qaeda, perché mentre questi ultimi operando sul piano quasi esclusivamente militare e terroristico, noi li possiamo sconfiggere, perché siamo più forti di loro, laddove invece noi consentiamo loro nel nome della democrazia e della libertà di avere una rete sempre più ampia di moschee, di madrase, di enti assistenziali, finanziari, di centri di studi e di formazione, di strutture ricreative, ambulatori e altro, avremo un mini stato islamico all’interno dello Stato di diritto. Alla fine ci ritroviamo con questo corpus separatum in seno allo Stato di diritto che avvalendosi anche dell’arma demografica finirà per prevalere, per imporsi. Abbiamo numerosi esempi in questo senso, in Gran Bretagna, in Francia, in Belgio, dove, proprio l’aspetto demografico è quello che finisce per far sì che gli islamici abbiano acquisito la consapevolezza che non serve più combattere. È sufficiente strumentalizzare la democrazia e le sue leggi per conquistare il potere.

L’ISIS, il Califfato, il gruppo o setta rigorista islamica nato in Iraq nel 2014, ha sempre rivendicato la propria stretta osservanza al Corano, e dunque la propria fedele appartenenza all’Islam, riproducendo nelle proprie azioni le gesta del profeta guerriero Maometto, esempio da seguire per ogni musulmano pio come lei ha ricordato prima. Per alcuni studiosi musulmani, l’ISIS, tuttavia, non rappresenterebbe l’Islam ma una sua deformazione e deviazione. È così?

Ha ragione l’ISIS. Loro hanno operato, uso il passato perché sostanzialmente l’ISIS è finito come stato, come realtà che controlla un territorio e che esercita la propria autorità su questo territorio, conformemente alla sharia, la legge islamica. È essenziale comprendere una cosa, i terroristi islamici non sono dei pazzi. Noi troviamo delle similitudini nel comportamento dell’Arabia Saudita, per esempio. L’Arabia Saudita è il primo stato teocratico della storia moderna. Nel 1932 nasce dal sodalizio tra la monarchia e una corrente islamica rigorista, quella wahabita, il cui predicatore, Muhammad ibn Abd al-Wahhab, era contrario a qualsiasi innovazione, modernizzazione dell’Islam. L’Arabia Saudita nasce come stato teocratico con l’obbiettivo di riproporre l’era del VII secolo, esattamente come l’ISIS, poi la monarchia si trovò costretta a fare i conti con la realtà, per esempio, si trovò costretta a introdurre il telegrafo e ci fu un contrasto con i religiosi perché dissero che nel Corano non si parla di telegrafo. Si trovarono costretti a introdurre la stampa per potere proporre le immagini delle persone e per i documenti di identità, e ancora una volta i religiosi si opposero dicendo che il Corano vieta la rappresentazione di qualsiasi essere vivente. Ci sono tanti aneddoti che evidenziano come la modernità, la gestione di uno stato moderno, è totalmente in contrasto con l’ottemperanza letterale e integrale di ciò che Allah prescrive nel Corano.

L’ISIS è una realtà di stato islamico che coniuga ciò che di meglio può offrire la materialità della modernità con ciò che di più rigoroso o puritano è previsto in seno all’Islam. L’ISIS non si è fatto scrupoli nell’usare armi e tecnologie. Ha avuto nel sistema mediatico una delle sue punte di maggiore incisività, tutto studiato in modo puntiglioso. Le immagini raccapriccianti delle decapitazioni erano finalizzate a incutere paura e sottomettere attraverso la paura il nemico. L’esercito iracheno, nel 2014, si arrese all’ISIS senza combattere. Non fu l’ISIS a vincere ma fu l’esercito iracheno a consegnarsi. Avevano in mente le immagini delle teste decapitate, e per non incorrere nello stesso destino si arresero. La paura è stata l’arma principale dell’ISIS per sconfiggere il nemico così è stata l’arma principale di Maometto. Maometto sgozzò, decapitò, e mostrò le teste decapitate. Nell’arco di dieci anni conquistò un territorio molto vasto sul quale poi nacquero i califfati islamici, e tutto questo lo fece attraverso la violenza. L’uso della paura è stato lo strumento principale usato da Maometto per la sottomissione.

Nel Corano è presente una spiccata componente antiebraica. Quale fu l’atteggiamento di Maometto nei confronti degli ebrei?

A Medina vivevano da dieci secoli tre tribù ebraiche, che di fatto rappresentavano la realtà autoctona della città ed erano anche la realtà più benestante grazie al fatto che erano più capaci a coltivare la terra, erano più capaci nell’allevamento delle greggi, erano più capaci anche nel fabbricare oggetti di artigianato e nel produrre armi. Avevano, diremmo oggi, un livello tecnologico più elevato e questo consentiva loro di avere anche un beneficio economico in quanto vendevano parte di quello che producevano.

Quando Maometto si trasferì a Medina volle appropriarsi dei beni degli ebrei e li indico pertanto come dei nemici. Riuscì astutamente a dividere le tre tribù ebraiche, anche perché ciascuna tribù faceva riferimento, sul piano delle alleanze, a una diversa tribù araba pagana. Non erano unite le tre tribù ebraiche. Maometto riuscì a dividerle ulteriormente e a costringere le prime due tribù che erano quelle meno forti e meno ricche ad abbandonare Medina lasciando lì i loro beni. La terza tribù ebraica, quella dei Banu Qurayshi, che era la più forte e la meglio armata ma era rimasta sola, nel 627, sempre dopo che Allah aveva rivelato a Maometto il versetto in cui gli ordinava di sterminarla, Maometto pose l’assedio alla fortezza in cui risiedevano, per 25 giorni.

I Banu Qurayshi erano impreparati all’assedio e si arresero. Maometto entrò e fece scavare una fossa nella piazza del mercato e fece portare uno ad uno gli ebrei maschi adulti e ad uno ad uno furono sgozzati e decapitati. Esattamente come ha fatto l’ISIS con i suoi nemici.

Nel Corano e soprattutto per quello che riguarda il dettaglio, nella raccolta dei detti e dei fatti attribuiti a Maometto, la Sunna, si precisa che il totale degli ebrei maschi adulti della tribù dei Banu Qurayshi decapitati oscilla tra i 600 e i 900 e Maometto personalmente decapitò i capi della tribù ebraica. Noi possediamo i nomi delle persone che furono personalmente decapitate da Maometto. Maometto è stato profondamente antiebraico e di conseguenza il Corano è un testo profondamente antiebraico che non ha nulla da invidiare sotto questo profilo al Mein Kampf. Gli ebrei sono considerati maledetti e i “più lontani dalla retta via” e per questo trasformati in scimmie e maiali, come leggiamo nei versetti coranici 51, 57 e 84 appartenenti alla quinta sura. “Troverai che i più acerrimi nemici di Allah sono i giudei e i politeisti” recita un altro versetto.

Questo versetto che ha appena citato, il ventottesimo, appartenente sempre alla quinta sura, venne citato da Ahmad al Tayyib, il Grande Imam dell’Università di Al Azhar al Cairo, considerato un interlocutore “moderato”, il 25 di ottobre del 2013, durante una trasmissione televisiva egiziana, in cui, a suggello del versetto, aggiunse, “Questa è una prospettiva storica che non è mutata fino ai nostri giorni”. Ha ragione?

Sì, ha ragione. Nei confronti degli ebrei nel Corano si affermano cose raccapriccianti. Facendo una sintesi dei versetti antiebraici, Allah ha affermato che gli ebrei sono le bestie peggiori in quanto miscredenti, i nemici peggiori di coloro che credono, coloro che Allah ha maledetto perché hanno ucciso ingiustamente i profeti, coloro che praticano l’usura, che con falsi pretesti divorano i beni della gente e per questo sono stati da lui trasformati in scimmie e porci. Questo è quello che troviamo nel Corano a proposito degli ebrei. Il Corano è un testo profondamente antiebraico, perché, torno a ripeterlo, Maometto è stato profondamente antiebraico. Ha disprezzato gli ebrei perché era invidioso e si sentiva inferiore nei loro confronti. Ordinò l’uccisione di tre poeti ebrei che lo avevano schernito nelle loro poesie. Fu particolarmente feroce con loro non solo perché erano ebrei ma perché erano dei poeti. Dobbiamo comprendere che per Maometto il Corano era una forma di poesia. La poesia, all’epoca, era l’arte nobile delle comunicazione e lui non concepiva che potessero esserci dei poeti che gli facessero concorrenza. Ecco perché, nel Corano, c’è un odio nei confronti dell’arte, perché tutto ciò che è arte offende e fa concorrenza ad Allah. Se infatti Allah aveva manifestato a Maometto il Corano, si poteva diffondere solo quello e gli ebrei che erano anche la realtà più colta in quell’area del deserto furono individuati da Maometto come dei nemici. Ad oggi l’unico collante tra i paesi islamici è l’odio nei confronti di Israele. È l’unica cosa che li unisce, su tutto il resto sono divisi, fratelli coltelli, ma quando c’è da coalizzarsi contro lo Stato ebraico sono tutti quanti uniti, anche quei paesi islamici che hanno, e sono pochi, stretto relazioni diplomatiche con Israele. Riconoscono Israele come status quo, ma non riconoscono il diritto alla sua esistenza come stato del popolo ebraico. Tutto ciò ha, come si è visto, una spiegazione coranica, una spiegazione nell’ambito della vita di Maometto.

Secondo al Bukhari, uno dei massimi esegeti islamici, la sura 9, sarebbe l’ultima a essere stata rivelata a Maometto. La sura in questione contiene la celebre esortazione “Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità finchè non versino umilmente il tributo e siano soggiogati”. Come è possibile considerare l’islam una religione di pace quando, insieme ad altri versetti estremamente violenti, il Corano si concluderebbe con un vero e proprio manifesto di guerra?

L’Islam non è una religione di pace perché Maometto non fu un uomo di pace, nel modo più assoluto. Maometto ha combattuto per dieci anni, fino alla sua morte, per sottomettere con la violenza le tribù ebraiche, le tribù cristiane, le tribù pagane arabe, che rappresentavano la maggioranza della realtà in quell’area del deserto. Va tenuto presente che anche nella preghiera, che i musulmani sono tenuti a ottemperare cinque volte al giorno, in base alla posizione che assume il corpo, può essere una posizione eretta, o inchinata, o prostrata, a ogni cambio di posizione assunto, si recita la prima sura del Corano, che si chiama l’Aprente. È una delle sure più corte, di soli sette versetti, ed è l’unica che fa eccezione nella disposizione delle sure del Corano, che iniziano dalla più lunga e proseguono con la più corta. Negli ultimi due versetti della sura l’Aprente, si eleva questa esortazione ad Allah, “Dacci la retta via, la via di coloro che hai colmato con la tua grazia, non coloro che sono incorsi nella tua ira, non coloro che vagano nell’errore”. Fu Maometto stesso a spiegare, e tutti i teologi e i giureconsulti islamici, concordano obbligatoriamente con la spiegazione di Maometto, che, “coloro che hai colmato con la tua grazia” sono i musulmani, “coloro che sono incorsi nella tua ira” sono gli ebrei, “coloro che vagano nell’errore” sono i cristiani. I cristiani vagano nell’errore, perché, dal punto di vista islamico, sono politeisti. Quindi, il musulmano, che regolarmente prega, per diciassette volte al giorno, di fatto condanna la miscredenza degli ebrei e dei cristiani, anche se ne è ignaro, perché la maggioranza dei musulmani, e lo dico da ex musulmano, essendolo stato per quarantasei anni, non conosce l’Islam, non ha letto correttamente e integralmente il Corano, ma soprattutto, la maggioranza dei musulmani, sa poco o nulla di Maometto. L’Islam non è in alcun modo una religione di pace, perché, come già detto, Maometto non è stato un uomo di pace, e perché la sua vita è stata quella di un predone del deserto che si è fatto strada attraverso l’uso della violenza, come, dopo di lui, gli eserciti islamici che si ispiravano alle sue gesta.

Sempre di più oggi, anche e soprattutto alla luce di una crescente presenza dei musulmani in Europa, vi è da parte di alcuni studiosi e storici la volontà di evidenziare che di fatto l’Islam apparterrebbe all’Occidente e l’Occidente all’Islam. Quanto c’è di vero o di falso in questa affermazione?

È totalmente falsa e denota una grande ignoranza della storia o una profonda malafede. È preoccupante che ci siano degli storici che affermino questo. Vorrei restringere l’ambito della questione all’Europa. La prima volta nella storia in cui compare la parola “europei” intesa politicamente, cioè intesa come comunità di persone che risiedono in un territorio, è in un testo di lingua latina che racconta la vittoria di Carlo Martello nel 732 a Poitiers, in cui, per “europei” si intendono i cristiani che sulla sponda settentrionale del Mediterraneo si opposero all’avanzata e all’invasione islamica. In cento anni dopo la morte di Maometto, che risale al 632, gli eserciti islamici avevano invaso e occupato la sponda orientale, la sponda meridionale del Mediterraneo, avevano attraversato lo Stretto di Gibilterra, si erano insediati in Spagna per circa otto secoli, e a Poitiers, Carlo Martello li fermò in nome del cristianesimo, perché tutto il Mediterraneo era cristiano. La popolazione, al 98 per cento era cristiana, c’era anche una presenza ebraica, ma la stragrande maggioranza della popolazione era una popolazione cristiana. Questa popolazione prevalentemente cristiana venne man mano sottomessa e costretta a convertirsi all’Islam. Si tratta dunque, inequivocabilmente, di una storia di sottomissione.

Se l’Europa ha potuto opporsi all’Islam, ha potuto non fare la fine della sponda orientale e meridionale del Mediterraneo, le cui popolazioni erano anch’esse interamente cristiane, lo deve solo alle vittorie militari degli eserciti cristiani, a Poitiers nel 732, ma anche alla riconquista della Spagna nel 1492, alla vittoria navale di Lepanto, il 7 ottobre del 1571 e soprattutto alla vittoria a Vienna, l’11 e il 12 settembre del 1683. Senza queste vittorie militari anche l’Europa sarebbe stata inevitabilmente sottomessa all’Islam. E se si considerano le date, 732 Poitiers, 1683 Vienna, sono quasi mille anni. Mille anni in cui gli islamici non hanno mai rinunciato ai loro programmi di conquista e di sottomissione. Nell’830 e nell’846, per due volte gli islamici invasero Roma e per due volte saccheggiarono la Basilica di San Pietro. Le mura che oggi cingono lo Stato del Vaticano si chiamano Mura leonine perché furono edificate nell’847 dall’allora pontefice Leone IV. Esse vennero edificate un anno dopo la seconda invasione islamica, il secondo saccheggio della Basilica di San Pietro, e furono edificate per difendere la Chiesa, servirono a salvaguardare la cristianità. La verità è che l’Islam è sempre stato il nemico storico dell’Europa.

Oggi, che ci sia in seno all’Unione Europea chi dice che bisogna riconoscere le radici islamiche dell’Europa afferma innanzitutto un falso storico e poi ci prepara al suicidio, perché l’Islam si concepisce come l’unica vera religione naturale dell’uomo e condanna di miscredenza sia l’ebraismo sia il cristianesimo. L’Islam è disponibile ad una tregua, alla collaborazione, fin tanto che è minoranza, ma quando diventa maggioranza sottomette perché è nutrito dalla convinzione di essere l’unica vera religione di tutta l’umanità. L’Europa si sta orientando verso un vero e proprio suicidio che è accelerato dal tracollo demografico, il vero tallone d’Achille del continente. L’Europa intesa come Unione Europea ma il discorso vale anche per la Russia in questo caso, è l’area del mondo che ha in assoluto il più basso tasso di natalità. Le popolazioni europee, di questo passo sono destinate a estinguersi perché hanno smesso di fare figli. Le popolazioni dei 28 paesi membri dell’Unione Europea, formano in tutto 500 milioni di abitanti, di cui solo il 16 per cento, pari a 80 milioni, hanno meno di trent’anni. Dei 500 milioni che popolano la sponda orientale e meridionale dal Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia, all’Iran, il 70 per cento ha meno di trent’anni. Il confronto è dunque impietoso, 80 milioni contro 350 milioni. Il risultato è che l’Europa è destinata ad essere colonizzata demograficamente, ecco perché è assolutamente necessario porre fine a questa follia suicida di legittimare l’Islam e qui il ruolo della Chiesa cattolica è fondamentale. L’attuale papa rappresenta, sotto questo aspetto, un totale disastro, perché sta accelerando il suicidio dell’Europa ma anche il suicidio della stessa Chiesa cattolica.

Il 10 dicembre del 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questo documento non è stato fatto proprio dall’Islam, che, il 18 settembre del 1981, vi ha contrapposto la propria dichiarazione secondo la quale i diritti dell’uomo verrebbero meglio tutelati dalla legge divina desumibile dal Corano. Alla luce dell’essenza teopolitica dell’Islam come è possibile pensare che vi possa essere convivenza pacifica tra un ordinamento liberale democratico e un ordinamento islamico?

Infatti non c’è conciliazione alcuna, perché nel momento in cui l’Islam non riconosce la sacralità della vita di tutti, la vita degli ebrei, la vita dei cristiani, la vita degli israeliani, nel momento in cui non riconosce la pari dignità tra uomo e donna, nel momento in cui non riconosce la libertà di scelta individuale, compresa la libertà religiosa, compresa la libertà di abbandonare l’Islam, e di convertirsi o non convertirsi ad altre religioni, non c’è conciliazione possibile. Quello che possiamo dire è che uno stato che è presente in un consesso internazionale e che è legato da rapporti economici, commerciali, e anche politici con altri stati cerca di salvare il salvabile sostenendo che ci possa essere una sorta di compromesso tra la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la sharia, ma in realtà sono assolutamente antitetiche. Lo ripeto, fin tanto che l’Islam è una realtà minoritaria si mostra conciliante, questo è il punto. In nessun paese a maggioranza islamica abbiamo una realtà di rispetto e di autorizzazione nei confronti di altre religioni di potere operare in piena libertà. Anche laddove ci sono le chiese e le sinagoghe, anche dove si consente ai fedeli autoctoni di recarvisi, è però severamente vietato fare proselitismo perché per l’Islam si tratta di realtà di miscredenza.

In Italia, per esempio, ed è una cosa di cui non si parla mai, ad oggi l’Islam non è una religione riconosciuta dallo Stato italiano e non a caso, perché le religioni, in Italia, vengono riconosciute se ottemperano all’Articolo 8 della nostra costituzione, che dice che le religioni beneficiano di pari libertà di fronte alla legge, se hanno stipulato una intesa e se il loro ordinamento giuridico non è in contrasto con le leggi dello stato. L’Islam non ha stipulato nessuna intesa e l’ordinamento giuridico dell’Islam è totalmente in contrasto con le leggi dello stato. Se l’Italia fosse veramente uno stato di diritto che si rispetti, non dovrebbero esserci moschee, perché le moschee sono conseguenti al riconoscimento dell’Islam come religione. È come una persona che non ha la laurea in medicina, non è iscritta all’ordine dei medici e nonostante ciò esercita la professione medica. Noi consentiamo ai musulmani di beneficiare delle prerogative di una religione riconosciuta quando in realtà l’Islam non lo è.

Secondo Robert Spencer e Mordechai Kedar non esiste un Islam moderato contrapponibile ad un Islam radicale, ma solo un Islam e diversi modi di viverlo, il che ci conduce inevitabilmente alle forti contraddizioni presenti all’interno del Corano tra un messaggio maggiormente improntato alla tolleranza ascrivibile al periodo della predicazione maomettana alla Mecca e uno esplicitamente più violento, successivo al determinarsi dell’Islam come realtà politica, dopo l’egira di Maometto a Medina. E’ possibile secondo lei risolvere queste contraddizioni?

No, non è possibile. All’inizio del mio discorso ho chiarito che per i musulmani il Corano è un testo increato, al pari di Allah, ne consegue che esso possa essere spiegato ma non interpretato. Spiegare significa illustrare il significato letterale di un concetto, interpretare significa potergli attribuire un significato allegorico. Noi non possiamo attribuire significati allegorici a ciò che Allah prescrive. Non possiamo contestualizzarlo nel tempo e nello spazio, non possiamo attribuirgli significati che ci consentano di venire incontro a quelle che sono le necessità della modernità, poiché, così facendo, si tradirebbe Allah stesso.

Nell’Islam essendo il Corano ciò che sostanzia, ciò che invera Allah, viene meno la presenza della ragione, ed è per questo motivo che non c’è mai stato un illuminismo in seno all’Islam. Non c’è stato ne mai ci sarà perché manca la legittimità dell’uso della ragione come strumento per entrare nel merito dei contenuti della fede. Chi lo ha fatto o lo fa viene considerato un eretico, così come vennero considerati eretici i discepoli della scuola Mutazilita, nata nel VIII secolo, un secolo dopo Maometto, e che affermò la tesi eterodossa del Corano creato e non increato, intendendo di fatto che fosse stato scritto da Maometto. Il nome più noto di questa scuola è quello di Averroè, che viene elogiato in Europa e in Occidente come l’emblema dell’Islam moderato, ma si dimentica di dire la fine che fece. Venne accusato di eresia, le sue opere furono bruciate e fu costretto alla fuga per non subire la condanna a morte che gli sarebbe spettata.

Non ci può essere dunque un Islam distinto da ciò che Allah prescrive e aggiungo, da ciò che Maometto ha detto e ha fatto. I musulmani in quanto persone possono essere moderati, quindi noi dobbiamo distinguere tra la dimensione della soggettività personale e quella della religione. Le persone vanno valutate nella loro individualità, ognuno risponde delle proprie azioni e nell’ambito dei musulmani come persone noi indubbiamente troviamo delle persone moderate, delle persone raziocinanti, delle persone che antepongono la ragione e il cuore ad Allah e a Maometto, io lo sono stato per 46 anni e sono stato condannato a morte proprio per questo, quando, nel 2003 ho condannato i terroristi islamici palestinesi suicidi e ho difeso la sacralità della vita degli israeliani e da allora vivo sotto scorta. Ma l’Islam come religione è uno, si può manifestare per ragioni storiche, per ragioni territoriali con modalità diverse, i sunniti, gli sciiti, però esso si fonda sempre e comunque su due pilastri che sono identici e perenni, il Corano e Maometto. Quando il presidente turco Erdogan, che io considero l’uomo più pericoloso oggi in Medio Oriente, afferma che non esiste un Islam moderato, che l’Islam è l’Islam, ha perfettamente ragione. L’Islam è l’Islam, non esiste un Islam moderato e un Islam non moderato, e questo vale anche a proposito dell’attività dei terroristi islamici. Sono quelli che più di altri ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e fatto Maometto.

Spesso, quando si fa riferimento alla violenza presente all’interno del Corano, i difensori dell’Islam affermano che anche nella Bibbia, esplicitamente nell’Antico Testamento, vi sarebbero esortazioni alla violenza attribuite al volere divino. Tuttavia, vi è un ovvia differenza: il messaggio di violenza contenuto nel Corano è di natura prescrittiva ed è agito ancora oggi, mentre la violenza narrata dalla Bibbia e attribuita a Dio riguarda epoche passate che non sono più di riferimento per nessuno. Non è forse ciò dovuto al fatto che diversamente dalla Bibbia per l’Islam il Corano è un testo dettato parola per parola, fuori dal tempo e dallo spazio e dunque, relativamente alle sure, valido per sempre?

La domanda formula già la risposta in modo corretto. Sia la Bibbia, sia i Vangeli, vengono concepiti come testi sacri scritti da uomini, seppure ispirati da Dio, il Corano invece non è considerato un testo sacro scritto da uomini, guai ad affermarlo, ma, come già sottolineato, è un testo sacro che sostanzia, invera Allah. Per i musulmani il Corano è Allah stesso, questa è la differenza fondamentale. Ciò che è scritto nella Bibbia e nei Vangeli noi lo possiamo interpretare, lo possiamo contestualizzare nel tempo e nello spazio, gli possiamo attribuire un significato allegorico, tutto questo non lo si può fare con ciò che Allah prescrive nel Corano. Questa è la ragione per cui oggi solo i musulmani sgozzano, decapitano, si fanno esplodere nel nome di Allah, non lo fa nessun ebreo, non lo fa nessun cristiano. È la ragione fondamentale per cui l’Islam non è modificabile, non può diventare una realtà moderata, perché significherebbe tradire l’Islam, far venire meno l’essenza, la quintessenza dell’Islam che è appunto quella di ritenere il Corano un testo increato in cui ciò che è prescritto da Allah deve essere ottemperato letteralmente e integralmente perché ha una valenza assoluta, universale.

Desidero aggiungere che gli esegeti del Corano hanno individuato circa 200 versetti che ne contraddicono altrettanti. Quando ciò succede vale il versetto rivelato cronologicamente successivamente, in questo senso è stata creata la categoria dei versetti abroganti e dei versetti abrogati. Dato che i versetti rivelati cronologicamente successivamente sono quelli del periodo di Medina, quando Maometto, negli ultimi dieci anni della sua vita combatte, uccise, sgozzò e decapitò i suoi nemici, ciò fa sì che la connotazione principale dell’Islam sia all’insegna della violenza.

Ne ha già accennato prima, ma vorrei sapere come giudica l’attuale posizione espressa dal pontefice nei confronti dell’Islam?

Già nel 2013, poco dopo il suo insediamento pubblicai in prima pagina su Il Giornale, con cui collaboravo, una lettera aperta a Papa Francesco in cui annunciai la mia dissociazione dalla Chiesa cattolica, proprio perché non posso in alcun modo accettare che il papa legittimi l’Islam come religione. Io sono stato musulmano per 46 anni, ho abbandonato l’Islam, mi sono convertito al cristianesimo e non posso accettare un papa che legittima l’Islam, ciò equivarrebbe a una mia autosconfessione. Allo stesso modo espressi le mie riserve sull’enfasi posta e che il papa continua a porre riguardo alla cosiddetta accoglienza, tenendo presente che gran parte di coloro che vengono accolti sono musulmani. La stragrande maggioranza di questi giovani che provengono dall’Africa, dall’Asia e dal Medio Oriente è musulmana ed è parte integrante del processo di islamizzazione demografica dell’Europa. Ora, come nulla di ciò che accade ad alto livello può essere casuale, perché può anche darsi che il papa non sia molto competente sull’Islam, ma sicuramente, essendo un capo di stato, essendo il capo supremo della Chiesa di Roma, sicuramente ha una cerchia di collaboratori che conoscono bene la realtà dell’Islam, che sa bene cosa implica oggi l’invasione di questi migranti che sono prevalentemente musulmani.

Sono estremamente preoccupato perché mi rendo conto che papa Francesco sta operando in sintonia con una strategia che mira ad omologare, ad uniformare, a omogenizzare, l’intera umanità, abbattendo gli stati nazionali, le identità localistiche e riducendo sostanzialmente le persone a semplici strumenti di produzione e di consumo. Più consumo che non produzione, perché ci viene detto che nel futuro prossimo la produzione verrà interamente demandata alla robotica. In questa prospettiva, papa Francesco tenderebbe a una sorta di pan-religione, una specie di sincretismo che coniuga in prima battuta cristianesimo e Islam. In tale senso sta tessendo rapporti molto intensi con l’università islamica di Al Azhar al Cairo, con gli imam, in particolare con il grande imam Ahmed Al Tayibb, che è un apologeta del terrorismo islamico suicida palestinese. Nel 2002, durante la Seconda Intifada in Israele, legittimò gli attentati terroristici suicidi islamici nei confronti degli israeliani e specificò anche che erano legittimi nei confronti dei bambini ebrei. Tutte queste cose un papa non può non saperle.

Non può non venirmi in mente la convergenza tra le istanze che promuove questo papa e, per esempio, il progetto esplicito, manifesto della Open Society Foundations di George Soros. È d’accordo?

Sì. Ecco perché sono estremamente preoccupato. I fatti sono fatti, non sono né di destra, né di sinistra, né di centro, non hanno alcuna connotazione ideologica. Noi vediamo che Soros ha questa fondazione presso cui ha dirottato il grosso delle sue sostanze, e finanzia tutte quelle attività che hanno come obbiettivo la disgregazione degli stati nazionali, lo scardinamento di quelle realtà che corrispondono a quelle civiltà che mettono al centro la persona, la famiglia biologica, la comunità locale, l’economia reale, per promuovere una globalizzazione che sostanzialmente significa mettere al centro la moneta e non la persona, una umanità in cui gli individui saranno ricettori e strumenti di manipolazione da parte di un mercato unico, in cui la sostituzione etnica della popolazione europea che, come già detto, è in forte decrescita, viene promossa con giovani che provengono prevalentemente dall’Africa, dall’Asia e che hanno tutti una età compresa tra i venti e i trent’anni, l’età, non a caso, che corrisponde all’esplosione della fertilità maschile. Che il papa si presti anche lui a questa strategia in un contesto dove la forte crisi economica che registra il Vaticano viene mitigata con i proventi di questa accoglienza, perché lo stato italiano investe fiumi di denaro per la cosiddetta accoglienza e la gran parte di chi accoglie in Italia sono strutture cattoliche, legate alla Chiesa, c’è dunque un tornaconto finanziario notevole, è raccapricciante. Credo che sia necessario acquisire correttamente la realtà dei fatti e sia necessario diffondere questa realtà e avere chiara la prospettiva. Bisogna salvaguardare una civiltà che ci consenta di tutelare noi stessi come persone, come famiglia, come comunità, come economia reale che fornisce beni e servizi, come sistema di valori, di regole, perché dobbiamo tramandare ai nostri figli e ai nostri nipoti il loro diritto alla vita, alla dignità, alla libertà. Tutto questo rischia di scomparire se l’Europa dovesse trasformarsi in una significativa realtà meticcia, in cui l’Islam, così come sta accadendo in Gran Bretagna, in Francia, in Belgio, in Olanda.

Ci sono quattro capitali europee, Londra, Bruxelles, Amsterdam e Oslo, dove tra i nuovi nati il nome più diffuso è Mohammed. Queste non sono ipotesi, ma è realtà e bisogna fare in fretta. La battaglia culturale oggi è in assoluto la più importante. Diffondere informazione corretta, promuovere una formazione costruttiva che consenta a ciascuno, illuminato dalla verità e fortificato dal recupero della certezza e dall’orgoglio di chi siamo. La sfida è che si riesca, in questo modo, a invertire una rotta che rischia di portarci nella condizione in cui si trovò l’impero romano di Occidente quando fu travolto dai barbari. Fece la stessa cosa che stiamo facendo noi oggi, faceva meno figli e apriva le frontiere, accordò la cittadinanza romana a tutti i sudditi dell’impero, erano venuti meno i valori e le regole, c’era la dissolutezza sul piano dei costumi. Noi rischiamo di fare la stessa fine ma con una aggravante sostanziale, che all’impero romano di Occidente è poi seguito il cristianesimo, a questa Europa seguirà l’Islam.
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Antisemiti veneti: comunisti, fascisti, venetisti, cristiani

Messaggioda Berto » mar feb 26, 2019 8:58 am

Andrea Gualtiero antisemita
https://www.facebook.com/andrea.gualtie ... ment_reply

Caro Alberto Pento, "segnalando" le persone che dissentono dal tuo pensiero tu commetti due errori. Il primo è il seguente: tu bene sai che le tue opinioni sono totalmente conformiste, prive di una qualsiasi intenzione critica e sai che il "pensiero unico", essendo oggi dalla tua parte, ti approverà a prescindere. Complimenti, quindi: si tratta di una autodichiarazione di imbecillità. Il secondo non gli consegue, ma gli corre in parallelo. Nessuno, qui, ha insultato nessuno: tranne tu. Facebook darà certamente ragione a te, in quanto tu sei espressero del "politicamente corretto". Ma Facebook si sputtana terribilmente in questo modo: perché le persone davvero oneste, intelligenti e giuste non approveranno affatto queste scelte stolide e sceme. Non è mai stata, in tutta la storia, una strategia vincente quella di oscurare, di censurare e imbavagliare la cultura, l'intelligenza ed il buon senso. In ogni tempo questo atteggiamento ha condotto al suicidio ideologico chi lo ha praticato. Ora, inoltre, tu lo vuoi esercitare nei confronti di una persona che ha vissuto sulla sua pelle la "delazione", il dolore della discriminazione etnica, la pena della devastazione economica conseguita al fatto di essere stata, per un momento storico infelice, dalla parte "sbagliata" della storia. Invece di "segnalarla" a quei miserabili censori di questo sputtanatissimo occidente, fatti raccontare da lei che cosa significa avere nove anni e mettersi in coda, in piena notte, alle quattro del mattino di inverno, con 20 gradi sotto zero, per poter sperare di avere quel poco di latte che significa sopravvivere. Tu mi fai indignare, ma non ho nulla contro di te, perché non sei tu che parli, ma il pensiero unico mainstream che parla attraverso te. Svegliati, cazzo! Studia le lingue, ascolta altre angolazioni della verità, confrontati e dialoga: non sei all'asilo infantile dove, se ti dicono "stupido", tu corri dalla maestra a piagnucolare.

Andrea Gualtiero
Io sono certo della tua buona fede e, credimi, rispetto le tue opinioni anche se non le sai circostanziare e convalidare con prove e riflessioni convincenti. Prova a metterti in discussione. Con amicizia

Alberto Pento
Calunniare e diffamare, demonizzare, spargere odio e alimentare la violenza contro chichessia, specialmente contro persone innocenti e buone è un insulto, un'offesa gravissima e non un semplice e neutro conversare che non fa del male a nessuno e che produce maggiore consapevolezza e crescita della conoscenza e culturale in coloro che partecipano alla discussione.
Calunniare e diffamare una qualsiasi persona e ancora di più un popolo è un crimine contro l'umanità, che alimenta l'odio e la violenza contro questo popolo. Perciò è più che un dovere segnalare il fatto e l'autore/autrice a chi di competenza, affinché chi assume tale comportamento abbietto e disumano e compie tale crimine venga messo in condizioni di non fare ancora del male e se possibile magari perseguito e punito per ottenere risarcimento e per essere di monito ad altri criminali non ancora beccati.
Nell'antichità, ovunque nel mondo, i falsi, i menzogneri, i testimoni bugiardi, i calunniatori e i diffamatori venivano puniti con la morte.
Se chi ha subito delle ingiustizie ed è stato oggetto di disumane persecuzione, si permette di fare altrettanto con gli altri o è semplicemente un falso o è un odiatore demente.
Le tue parole e il tuo argomentare, sono quelle di una persona ignorante e presuntuosa, piena di pregiudizi e di cattiveria, poco intelligente e per nulla ragionevole e sensata, nessuna discussione è possibile come gente come te così come non lo è con ogni dogmatista idolatra, ossesso, invasato, fanatico e prevenuto.
Tu sei uno dei tanti demenziali antisemiti che si trovano in circolazione e violi i valori, i doveri e i diritti umani naturali, universali e civili di persone innocenti e buone qual sono gli ebrei del mondo e quelli che vivono nel loro paese storico paese che è Israele.
Io rispetto profondamente e amo gli ebrei e Israele che considero delle persone, un popolo e un paese civilissimo e umanissimo e chi fa loro del male anche con le parole è come se lo facesse a me, a mio padre, a mia madre e ai miei figli.
Rockefeller e Rothschild sono persone di origine ebraica degnissime, umanissime e civilissime che nei loro campi di attività economica, industriale e bancaria, hanno contribuito grandemente allo sviluppo, al progresso e al benessere dell'occidente, dell'Ameria, dell'Europa e del Mondo intero, solo i nazifascisti, comunisti e maomettisti possono nutrire demenziale e disumano odio sociale, ideologico e religioso verso di loro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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