13) Impedire il diritto alla legittima difesa e condannare chi esercita questo sacrosanto diritto è incultura e inciviltà
Difendersi è un diritto e un dovere sacrosanti.
https://www.filarveneto.eu/forum/viewto ... 196&t=2964
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/926444071265697
Eroi e martiri della libertà e dell'umanità
https://www.filarveneto.eu/forum/viewto ... 102&t=2976
https://www.facebook.com/Pilpotis/posts/972910339952403
Il caso Rittenhause
Perché è stato assolto il “killer” (vittioma innocente e buona) dei Black Lives Matter (carnefici malvagi e colpevoli)
21 novembre 2021
https://www.nicolaporro.it/perche-e-sta ... ves-matter
La notizia di ieri è che Kyle Rittenhouse è stato assolto con formula piena per legittima difesa. Davvero commovente il momento della lettura della sentenza in cui il ragazzino, appena diciottenne, inizia a singhiozzare per poi scoppiare in un fragoroso pianto con le gambe che hanno comprensibilmente ceduto sotto il peso di una tragica vicenda, troppo più grande di lui.
La notizia di oggi, invece, è che come al solito i principali quotidiani italiani, infarciti di ideologia e pregiudizio, sono riusciti ancora una volta a ribaltare la realtà, nonostante una sentenza di assoluzione di un tribunale e i numerosi video presenti in rete che fin dall’anno scorso documentano per filo e per segno tutto ciò che successe a Kenosha durante le manifestazioni violente di Black Lives Matter. Repubblica riesce addirittura a titolare: “Torna l’incubo razzismo. Assolto il killer di Kenosha”, giudicando evidentemente l’assoluzione come un dettaglio di poco conto. Del resto per certa sinistra, nonostante Biden, l’America rimane pur sempre l’America, terra rozza popolata da bifolchi capitalisti col grilletto facile.
Cosa ci faceva Rittenhouse a Kenosha?
Ma andiamo con ordine. Che cosa ci faceva un ragazzino di 17 anni, armato, in una cittadina messa a ferro e fuoco dai soliti finti pacifisti coi pugni al cielo? Rittenhouse faceva parte di una milizia cittadina che presidiava il territorio e difendeva la proprietà privata dagli assalti dei violenti. Nonostante possa sembrare assurdo agli occhi socialistizzati europei, negli Usa non solo tutto ciò è consentito dalla Costituzione (un minorenne può portare un’arma se supervisionato da un adulto) ma è persino visto di buon occhio dalla Polizia che non la ritiene lesa maestà, ma un aiuto concreto per il mantenimento dell’ordine. Nei video, infatti, si può vedere come, prima che gli eventi degenerassero, le forze dell’ordine ringrazino i civili armati per il proprio aiuto e li riforniscano con delle bottigliette d’acqua.
La dinamica dei fatti
Ma veniamo alla dinamica dei fatti di quella sera. Quella vera riscontrabile nei video, non quella riportata da Repubblica. Il primo manifestante violento ad essere ucciso da Rittenhouse è Joseph Rosembaum. L’uomo, già diversi minuti prima di essere colpito a morte, aveva avuto diversi alterchi con i membri della milizia e si era contraddistinto per essere uno dei manifestanti più aggressivi arrivando a minacciare anche lo stesso Rittenhouse.
Nei video si vede Rosembaum a volto coperto che insegue il ragazzino mentre sta cercando di scappare (e non il contrario come scrive Repubblica). Durante l’inseguimento lancia anche qualcosa in direzione di Rittenhouse con l’intenzione di colpirlo mentre un manifestante armato dietro di lui spara un colpo di pistola in aria, senza alcun motivo. A quel punto il ragazzino si trova la strada sbarrata da alcune macchine parcheggiate. Rosembaum lo raggiunge e cerca di disarmarlo per poter poi forse usare il fucile contro di lui. In quel momento, dopo aver sentito un colpo di pistola poco prima e vedendosi arrivare addosso un energumeno a volto coperto, Rittenhouse non può fare altro che fare fuoco da distanza ormai molto ravvicinata nel bel mezzo di una colluttazione volta ad impadronirsi dell’arma.
Il secondo individuo che perderà la vita pochi minuti dopo è Anthony Huber. Lo scenario è cambiato. Il ragazzino sta scappando da una moltitudine di manifestanti inferociti che gli vogliono fare la pelle. Rittenhouse inciampa, cade a terra e a quel punto inizia ad essere colpito dai manifestanti. Nei video si vede una persona incappucciata che gli sferra un calcio violentissimo. Subito dopo arriva Huber che colpisce il ragazzino al volto con un pesante skateboard e cerca di disarmarlo. È proprio in questa azione violenta che il manifestante verrà attinto da Rittenhouse che riesce a sparare da terra e a centrarlo al petto.
Appena qualche secondo dopo arriva anche il terzo uomo, Gaige Grosskreutz, l’individuo armato di pistola ferito poi al braccio dal miliziano. Lo stesso Grosskreutz dirà in seguito di averla puntata “accidentalmente” contro Rittenhouse. Pura casualità, come no.
Per chi avesse voglia e tempo, ecco una fedele ricostruzione dell’accaduto del New York Times. Al di là delle testimonianze, sono le immagini a parlare.
I motivi dell’assoluzione
Alla luce di questa ricostruzione basata proprio sui video utilizzati come prova al processo, non risulta per nulla sorprendente il verdetto di assoluzione. Il tribunale e la giuria popolare hanno sentenziato che Kyle Rittenhouse ha agito per legittima difesa oltre ogni ragionevole dubbio come del resto è sembrato chiaro fin da subito. La legge del Wisconsin, infatti, stabilisce che si può ricorrere all’uso della forza (anche mortale) nel momento in cui è necessaria per prevenire la morte imminente o un grave danno fisico. E l’accusa non è riuscita a provare la sua tesi secondo cui fu il ragazzino a provocare le violenze. Portare armi negli Usa, infatti, è considerato un fatto perfettamente normale e non costituisce in alcun modo premessa di atti violenti o criminali. Non solo: Rittenhouse non sparò indiscriminatamente per le strade ma colpì solamente persone che lo avevano attaccato per primo, dimostrando in questo anche una buona dose di perizia.
Progressisti e Democratici infuriati per l’assoluzione di Kyle Rittenhouse: “È disgustoso”
Fox News
21 novembre 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... isgustoso/
Deputato democratico: “Prova vivente che le lacrime dei bianchi possono ancora ostacolare la giustizia”.
Democratici di spicco, Progressisti e gruppi della Sinistra sono letteralmente esplosi venerdì dopo l’assoluzione di Kyle Rittenhouse da tutte le accuse nel processo strettamente sorvegliato a Kenosha, nel Wisconsin, definendolo un “errore giudiziario“.
Il diciottenne Rittenhouse è stato trovato non colpevole per tutti e cinque i capi d’accusa, compresi i due più gravi di omicidio intenzionale, nelle sparatorie dello scorso anno durante i violenti disordini a Kenosha. Rittenhouse ha sostenuto con successo di aver agito per autodifesa quando ha ferito un uomo e sparato ed ucciso Joseph Rosenbaum ed Anthony Huber.
Il sindaco di New York City Bill de Blasio, Democratico, ha letteralmente fumato per il verdetto.
“Anthony Huber e Joseph Rosenbaum sono delle vittime. Dovrebbero essere vivi oggi. L’unica ragione per cui non lo sono è perché un uomo violento e pericoloso ha scelto di portarsi una arma oltre i confini dello stato ed iniziare a sparare alla gente. Chiamare questo un errore giudiziario è un eufemismo”, ha detto.
Il rappresentante democratico Adriano Espaillat, Democratico di New York, ha chiamato Rittenhouse un “assassino” le cui “lacrime di un bianco” hanno ostacolato la giustizia, definendo il sistema giudiziario americano come “terribilmente rotto”. Rittenhouse era stato ampiamente deriso dalla Sinistra quando aveva pianto sul banco dei testimoni mentre testimoniava sulle sparatorie.
Il collaboratore di sinistra della MSNBC ed ex aiutante di Barack Obama, Ben Rhodes, si è fatto sentire, definendolo un “messaggio molto oscuro” per altri “aspiranti giustizieri pesantemente armati“. Rittenhouse è stato ripetutamente definito come un “giustiziere” e perfino un “assassino” dagli opinionisti di Sinistra nella copertura del caso.
Lo staffer del Democratic Congressional Campaign Committee Dyjuan Tatro ha twittato: “Nessuna giustizia, nessuna pace“, ed ha aggiunto che “il sistema legale americano è radicato nel razzismo e funziona per sostenere il suprematismo bianco”.
Anche il procuratore distrettuale di San Francisco, Chesa Boudin, ha criticato il verdetto, così come la rappresentante democratica Cori Bush del Missouri, che “col cuore spezzato” ha definito il verdetto “suprematismo bianco in azione”.
“Deprimente. E patetico“, ha detto l’ex vice addetto stampa di Biden, TJ Ducklo.
La nipote dei Kamala Harris, Meena Harris, ha scritto: “Non ho parole. Questo è disgustoso“.
Il corrispondente di estrema sinistra di Nation e frequente ospite della MSNBC Elie Mystal ha anche denunciato un “doppio standard“.
Kariann Swart, la fidanzata di Joseph Rosembaum, Susan Hughes, prozia di Anthony Huber, e Hannah Gittings, fidanzata di Anthony Huber, ascoltano il verdetto durante il processo di Kyle Rittenhouse al Kenosha County Courthouse di Kenosha, Wisconsin, 19 novembre 2021. (Sean Krajacic/Pool via REUTERS)
Il collaboratore liberal della MSNBC Eugene Robinson ha detto che il verdetto sarebbe stato visto come “una rivendicazione del giustizialismo“, ripetendo la lamentela spesso usata dai media che Rittenhouse abbia “attraversato i confini dello stato” sebbene abbia effettivamente percorso solo un breve tragitto dalla sua città natale dell’Illinois fino a Kenosha, nel Wisconsin. “Penso che sia molto pericoloso e molto preoccupante andare avanti”.
Il cronista di estrema sinistra Aaron Rupar ha scritto “essere dichiarato non colpevole non significa che sei innocente”, mentre lo scrittore liberal per Bloomberg, Tim O’Brien, ha sostenuto anch’egli l’esistenza di un doppio standard razzista.
L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha anch’essa deplorato il fatto che Rittenhouse abbia attraversato i confini del suo stato ed abbia detto di aver preso una “decisione consapevole” nel “prendere la vita di due persone che protestavano contro la sparatoria a Jacob Blake da parte della polizia”, che tuttavia non è una ricostruzione accurata dell’accaduto.
“Purtroppo, questo non è sorprendente”, ha scritto l’organizzazione di sinistra.
La rappresentante Carolyn Bourdeaux, Democratica della Georgia, ha accusato Rittenhouse di aver cercato la violenza ed ha chiesto un riesame delle leggi sull’autodifesa della nazione.
Chris Hayes della MSNBC ha paragonato Rittenhouse a George Zimmerman, che è stato assolto nel 2013 per la sparatoria fatale di Trayvon Martin, ed ha detto che sperava che questo caso non seguisse lo stesso esito.
Lester Holt della NBC News si è chiesto se il verdetto avesse convalidato l’idea che Rittenhouse potesse “provocare” la violenza e poi rivendicare l’autodifesa.
Kyle Rittenhouse, 18 anni, avrebbe dovuto affrontare una condanna a vita se fosse stato giudicato colpevole e condannato per omicidio intenzionale di primo grado. Il verdetto è arrivato al quarto giorno di deliberazioni.
La madre di Kyle Rittenhouse, Wendy Rittenhouse, sollevata mentre suo figlio viene dichiarato non colpevole per tutti i capi d’accusa nel tribunale della contea di Kenosha, Wisconsin, venerdì 19 novembre 2021. La giuria è arrivata ad un verdetto dopo quasi 3 giorni e mezzo di deliberazione. (Sean Krajacic/The Kenosha News via AP, Pool) (Sean Krajacic/The Kenosha News via AP, Pool)
Che schifezze umane queste celebrità democratiche!
Le celebrità reagiscono al verdetto di non colpevolezza di Kyle Rittenhouse: “Un colpo devastante”
Fox News
21 novembre 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... evastante/
Le star di Hollywood hanno reagito al verdetto di non colpevolezza nel processo di Kyle Rittenhouse. Venerdì, è stato assolto da tutte le accuse dopo aver dichiarato la legittima difesa nella sparatoria mortale avvenuta a Kenosha, in Wisconsin, nell’estate del 2020.
Dopo aver sentito il verdetto, il 18enne Rittenhouse ha iniziato a singhiozzare, è caduto a terra e poi ha abbracciato uno dei suoi avvocati. Non c’è voluto molto tempo perché le celebrità rispondessero su Twitter.
L’attrice di “Shameless” Emmy Rossum ha twittato: “Questo è un colpo devastante“.
Il conduttore di “Jeopardy!” LeVar Burton ha detto: “Dimmi ancora che non ci sono due tipi di giustizia in America”.
“Il verdetto di Rittenhouse dà loro il permesso di uccidere. Ho perso la definizione di giusto e sbagliato”, ha detto la star di Broadway Patti LuPone.
I giurati hanno deliberato per un totale di 26 ore ed hanno dichiarato Rittenhouse non colpevole dei cinque capi d’accusa, tra cui l’omicidio temerario di primo grado, due capi d’accusa per omicidio intenzionale di primo grado e due capi d’accusa di aver creato intenzionalmente un pericolo. Il giudice Bruce Schroeder aveva precedentemente respinto altri due capi d’accusa relativi al possesso dell’arma.
Rittenhouse avrebbe dovuto affrontare una condanna a vita qualora fosse stato trovato colpevole e condannato per omicidio intenzionale di primo grado.
I suoi avvocati hanno sostenuto che l’allora 17enne stava agendo per autodifesa dopo essere stato attaccato alle spalle, quando ha sparato a Gaige Grosskreutz, 27 anni, così come ai defunti Joseph Rosenbaum, 36 anni, e Anthony Huber, 26 anni nei disordini seguiti alla sparatoria della polizia di un 29enne afroamericano, Jacob Blake.
“Così chiunque può venire ad una protesta, sfilare in mezzo alla strada con un’enorme pistola – ed uccidere la gente?” ha twittato Mia Farrow.
“Ora è stato stabilito che i giustizieri possono semplicemente andare a uccidere persone che protestano per questioni come l’uguaglianza razziale quando vogliono e farla franca. Pensateci per un secondo”, ha detto l’attore Josh Gad.
Ava DuVernay ha condiviso una dichiarazione dei genitori di Anthony Huber: “John Huber e Karen Bloom, genitori della vittima dell’assassino Kyle Rittenhouse Anthony Huber: il verdetto ‘manda un messaggio inaccettabile per cui i civili armati possono presentarsi in qualsiasi città, incitare alla violenza, e poi usare il pericolo che hanno creato per giustificare l’aver sparato alle persone per strada’” che tuttavia non è una ricostruzione accurata dell’accaduto.
La modella Brooklyn Decker ha definito il verdetto un “disastro“. Ha twittato: “Il precedente è terrificante. L’ingiustizia è difficile da digerire“.
Anche la cantante Lizzo ha aggiunto il suo pensiero: “Il sistema non è rotto. Funziona. A favore del suprematismo bianco“.
La star di “Star Trek” George Takai ha scritto: “La giustizia negata è un colpo alla nostra psiche nazionale. Sotto processo non c’era solo un assassino, ma un sistema che continua ad uccidere. Oggi quel sistema ha sconfitto la vera giustizia, ancora una volta. Ma segnatevi queste parole: Non smetteremo mai di lottare per ciò che è giusto e corretto”.
Che mondo orrendo questo dei democratici, un inferno in terra!
Fox News – Il verdetto di Kyle Rittenhouse ha senso se si ignora la copertura di parte del processo dei media mainstream
I media avevano già condannato Kyle Rittenhouse davanti al tribunale dell’opinione pubblica. Ma in un vero tribunale, a Kenosha, la giuria ha avuto l’ultima parola.
Tratto e tradotto da un articolo i Gregg Jarret per Fox News.
20 novembre 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... ainstream/
Se si fosse effettivamente seguito il processo per omicidio di Kyle Rittenhouse e non solo ascoltato la copertura parziale ed iperbolica messa in scena dalla MSNBC e dalla CNN, tutti avrebbero capito appieno il verdetto di “non colpevolezza” di venerdì per tutte le accuse penali.
I testimoni ed i filmati hanno corroborato il resoconto dell’imputato quando è salito sul banco dei testimoni ed ha rivissuto di come aveva ragionevolmente temuto di essere di fronte ad pericolo imminente di morte o di gravi lesioni corporali quando decise di aprire il fuoco con la sua arma.
I giurati non hanno creduto all’argomento dell’accusa secondo cui Rittenhouse avesse provocato quegli incontri di proposito ed avesse quindi perso il suo diritto di difendersi. Era, in una parola, una “frottola”.
Invece, ciò che i giurati hanno visto e sentito è stato un diciassettenne preso di mira e braccato da una folla inferocita al grido di “prendetelo!… uccidetelo!”
Mentre cercava di scappare, Rittenhouse è stato bersagliato con pietre, preso a calci in testa, attaccato e aggredito. Un rivoltoso minacciò di ucciderlo e di prendergli l’arma. Un altro cercò di colpirlo con un pesante skateboard. Un altro ancora lo prese di mira con la sua pistola carica. Solo allora Rittenhouse ha esercitato il suo diritto di difendersi.
I procuratori non hanno mai avuto per le mani un caso di omicidio. Avrebbero dovuto sapere che non avrebbero mai potuto provare le loro accuse oltre ogni ragionevole dubbio. Tutto quello che dovevano fare era esaminare i video ed interrogare i testimoni. Ma non l’hanno fatto. Si sono affrettati a giudicare ed hanno incriminato Rittenhouse in meno di 48 ore perché la folla lo richiedeva. E lo stesso hanno fatto i media mainstream.
I procuratori non hanno mai compreso appieno le prove che avevano in mano perché non si sono mai preoccupati di esaminarle. Durante le dichiarazioni di apertura, hanno fatto promesse che non avrebbero potuto mantenere ed hanno finito per contraddirsi. I loro stessi testimoni hanno minato il caso dell’accusa. Alla fine, le prove erano valide e convincenti, per cui ci si trovasse di fronte ad un caso di autodifesa secondo la legge, nonostante la falsa narrazione dei media di sinistra.
Dodici giurati hanno impiegato quattro giorni per raggiungere la loro decisione unanime. Sono stati riflessivi e ponderati. Era un caso complicato. Hanno sicuramente sentito il grande peso della loro decisione mentre determinavano il destino di un giovane uomo sotto processo che stava affrontando potenzialmente interi decenni dietro le sbarre. Hanno preso tutto il tempo che era necessario. Volevano fare le cose per bene e le hanno fatte.
I media sono un’altra storia. Giovedì, il giudice Bruce Schroeder ha bandito la MSNBC dal tribunale dopo che il suo produttore è stato arrestato per aver seguito il furgone che trasportava la giuria la sera prima, apparentemente per fotografarli in diretta violazione di un ordine giudiziario. Al di là della sua manifesta stupidità, tentare di invadere la sicurezza della giuria mette in pericolo l’integrità delle sue deliberazioni. Si chiama “manipolazione della giuria” e/o “intimidazione”.
Nessuno sembrava sorpreso che la MSNBC fosse dietro a questa messinscena. I loro conduttori e opinionisti hanno esibito un’ostilità spudorata verso Rittenhouse fin dall’inizio. Senza prove credibili, lo hanno ritratto come un “suprematista bianco” e lo hanno persino chiamato un “terrorista domestico” che agiva come un “giustiziere” o un “assassino di massa“. Con inconfondibili sfumature razziste, la conduttrice di estrema sinistra Joy Reid ha deriso l’imputato per le sue “lacrime di coccodrillo”.
La MSNBC ha condannato Rittenhouse davanti al tribunale dell’opinione pubblica. Ma in un vero tribunale di Kenosha, la giuria aveva l’ultima parola. C’è voluto coraggio per ignorare le forze esterne che sembravano determinate ad agire pesantemente sulla bilancia della giustizia.
Mentre i giurati deliberavano, i manifestanti che chiedevano una condanna hanno mantenuto una presenza costante davanti ai gradini del tribunale. A volte hanno usato i megafoni per gridare: “Niente giustizia, Niente pace!”
Le loro grida potevano essere sentite all’interno dell’aula e, presumibilmente, nell’adiacente sala della giuria, dove seri cittadini stavano cercando di raggiungere un’importante decisione senza essere ostacolati da forze antagoniste. Sicuramente hanno sentito la costante minaccia di “non ci sarà pace”, intesa a instillare nella giuria la paura che un verdetto di assoluzione avrebbe potuto provocare di nuovo l’incendio ed il saccheggio della loro comunità. È stata un’intimidazione della giuria portata fino all’estremo.
Sì, i manifestanti hanno il diritto del Primo Emendamento di manifestare. Ma l’espressione individuale non è un diritto assoluto. La libertà di parola è però subordinata al diritto costituzionale dell’imputato ad avere un giusto processo e a un processo equo. La Corte Suprema ha ripetutamente sostenuto che le proteste possono essere ragionevolmente limitate nel tempo, luogo e modo “per proteggere l’amministrazione della giustizia”.
Lo sciame anti-Rittenhouse avrebbe dovuto essere spostato ad un isolato o due di distanza dal palazzo di giustizia, dove gli sproloqui minacciosi non potevano essere sentiti dalla giuria.
Il giudice Schroeder ha espresso esasperazione per la copertura dei media, etichettandola come “grossolanamente irresponsabile“, “vergognosa” e “spaventosa“. Non sono in disaccordo. Ma la sua frustrazione sembrava guidata dalle critiche infondate alle sue stesse decisioni nel caso. In verità, il giudice è stato vigile nel proteggere i diritti costituzionali dell’accusato per assicurare che ricevesse un processo equo. Per queste buone azioni è stato ingiustamente calunniato.
Schroeder avrebbe ricevuto parole minacciose dal pubblico per la sua decisione di non permettere l’uso della parola “vittime“ per descrivere i tre uomini a cui Rittenhouse aveva sparato. Ma la decisione del giudice è stata corretta e per nulla insolita in un caso in cui l’imputato ha invocato la legittima difesa. Il termine “vittima” implica inequivocabilmente che le persone a cui hanno sparato erano incolpevoli e l’imputato, quindi, le ha rese tali. Le prove hanno dimostrato il contrario.
Il giudice Schroeder potrebbe anche aver reagito alla batosta che ha preso da esperti legali che non sanno poi così molto. Sulla CNN, l’avvocato Bakari Sellers ha affermato che il giudice sta “mostrando le sue credenziali conservatrici”, forse non sapendo che è stato nominato da un democratico. Salvaguardare rigorosamente i diritti costituzionali di un accusato dall’eccesso di potere dell’accusa (far cadere l’accusa di possesso illegale di arma da fuoco mal concepita) e dalla cattiva condotta (criticare il diritto dell’imputato a rimanere in silenzio) non è una manovra politica. È un dovere sacro che tutti i buoni giudici esercitano.
La frustrazione di vostro onore è stata messa a nudo in tribunale quando ha pensato di vietare le telecamere nei processi futuri. Con tutto il rispetto, stava confondendo le telecamere con il pregiudizio.
Si può rimuovere la copertura televisiva in un processo di alto profilo, ma gli stessi attacchi disinformati da parte della MSNBC e della CNN continuerebbero. Tranne che il pubblico sarebbe costretto ad affidarsi interamente ai resoconti di seconda mano dei media irrimediabilmente di parte che stazionano all’interno dell’aula e sarebbe privato di assistere alle prove con i propri occhi.
Vedere è credere. I commenti contorti non cesserebbero, ma diventerebbero più oltraggiosi e meno credibili. Questo sarebbe stato un errore che aggraverà solo la disinformazione.
Le ruote della giustizia a volte girano lentamente. Ci vuole tempo per selezionare le prove e le testimonianze prima di decidere se presentare accuse penali che possano rovinare la vita di un uomo innocente. I procuratori di Kenosha hanno fallito nella loro due diligence. Hanno capitolato alla pressione pubblica guidata dalla mafia liberal e da membri ignoranti dei media che hanno condannato Rittenhouse senza esaminare alcuna delle prove e confrontarle con la legge sulla legittima difesa.
Kyle Rittenhouse sarà per sempre macchiato dalle false accuse mosse contro di lui. Ora dovrebbe fare causa a tutti coloro che lo hanno calunniato, compreso un tizio di nome Joe Biden che lo ha diffamato bollandolo come un “suprematista bianco”.
Kenosha Rising: l'impostura mediatica dopo l'assoluzione di Kyle Rittenhouse
Atlantico Quotidiano
Andrea Venanzoni
21 novembre 2021
https://www.atlanticoquotidiano.it/quot ... ttenhouse/
“Kyle Rittenhouse, che uccise due manifestanti antirazzisti a Kenosha, è stato assolto” e “USA, assolto Rittenhouse: uccise due manifestanti anti-razzisti a Kenosha”, titolano quasi all’unisono Corriere della Sera e Adnkronos. Per RaiNews, il giovane assolto uccise, semplicemente, ‘due persone’, come se avesse aperto il fuoco contro due passanti.
Il capolavoro lo raggiungono l’Huffington Post e Fanpage: il primo, parlando di “sentenza shock”, descrive le vittime di Rittenhouse come “due attivisti neri”, mentre il secondo li descrive come “afroamericani”, e chiaramente chiunque sia ancora in possesso della vista capisce trattarsi invece di due bianchi. Per Open, i due morti erano generici “manifestanti”.
Kyle Rittenhouse è finito a processo, lo ricordiamo visto che la sentenza ha avuto notevolissima eco anche in questo versante del mondo ma le fasi del processo non hanno goduto di pari attenzione, per aver ucciso nell’agosto del 2020 due estremisti di sinistra, e per averne ferito un terzo, che nella cittadina di Kenosha, in Wisconsin, da giorni messa a ferro e fuoco, provarono a linciarlo. Letteralmente.
Rittenhouse, che aveva superato il confine tra l’Illinois, dove risiede, e il Wisconsin con in mano un fucile d’assalto AR-15 e si era unito ad altri cittadini armati posti a protezione di attività commerciali minacciate dai militanti di Black Lives Matter e Antifa si trovò faccia a faccia, non metaforicamente, con i suoi assalitori, uno dei quali armato con una pistola Glock: il ragazzo, nell’occasione, non ha sparato contro meri saccheggiatori, non ha aperto il fuoco contro qualche incappucciato colpevole di aver distrutto una vetrina o incendiato una macchina, ma ha fatto fuoco per difendere la propria vita dopo essere stato accerchiato, colpito, inseguito e fatto finire a terra.
Ed ora questa elementare verità, nota a chiunque abbia voluto osservare quei fotogrammi con spirito non partigiano né pregiudiziale, è emersa in una aula di giustizia.
Contestualizzare i fatti, un esercizio sempre più difficile in questa epoca di iper-polarizzazione e di steccati mentali e pseudo-ideologici, aiuta a comprendere sviluppi processuali che, con buona pace dei mass media, non sono affatto ‘shock’.
Rittenhouse infatti, con altrettanto buonissima pace della stampa americana e italiana – e pure del presidente Joe Biden che si è detto in un suo statement affranto per l’esito della sentenza, pur riconoscendo che la sentenza va rispettata e il sistema di giustizia basato sulle giurie popolari funziona – ha semplicemente protetto la sua vita, dopo essere stato scaraventato a terra e ripetutamente colpito dai militanti di sinistra, i quali hanno cercato pure di sottrargli il fucile e si immagina anche per farci cosa.
Le vittime del fuoco di Rittenhouse, sia detto per inciso, come ci ricorda il New York Post, godevano di precedenti penali particolarmente inquietanti, con uno dei due addirittura condannato per abuso su minore e un altro per abuso domestico.
E diciamo che, al di là del record criminale, se sei così stupido o fanatico da attaccare per fare male sul serio, inseguendo e accanendoti su una persona che tra le mani regge un fucile d’assalto ci sono buone possibilità che il tuo volto finisca per adornare qualche meme punteggiato dal motto ‘fuck around and find out’.
I vari video che circolarono subito dopo l’aggressione patita dal ragazzo e l’uccisione dei due estremisti e il ferimento di un terzo immortalavano già una realtà assai diversa da quella monoliticamente descritta da una certa stampa e dal mondo politico di sinistra, a partire proprio dal futuro presente Biden che parlò allora, senza mezzi termini, di Rittenhouse come di un suprematista bianco. Chiaramente, altri politici di area Dem non mancarono di descrivere Rittenhouse come un razzista, un nazista, un elemento pericolosissimo che si sarebbe dovuto sbattere in galera senza processo.
Il contesto, dicevamo. Si era nel cuore di un clima quasi insurrezionale, seguito la morte di George Floyd, e successivamente quella di Jacob Blake, due afro-americani uccisi dalla polizia. Blake era stato ucciso dalle forze dell’ordine proprio in Wisconsin, aspetto che aveva innescato la miccia degli scontri e dei saccheggi in questo Stato.
Black Lives Matter e gli incappucciati Antifa mettevano a ferro e fuoco città, locali, negozi, danneggiavano, aggredivano, imponevano il loro regime del terrore, mentre nel cuore dell’opinione pubblica montava l’idea di ‘Defund the Police’, in varie città.
Nella prospettiva marxista-insurrezionale non tutte le vite dei neri contavano allo stesso modo. Difatti in pochi si indignarono quando venne ucciso a sangue freddo Bernell Trammell, un afro-americano sostenitore di Donald Trump.
La violenza che ha percorso gli Stati Uniti in quei lunghi, infuocati mesi ha scarsi precedenti: diffusa capillarmente in tutti gli Stati, a differenza ad esempio di brutali riots precedenti come quelli del 1992 a Los Angeles che invece rimasero confinati nella megalopoli californiana.
Seattle, dopo la morte di Floyd, venne trasformata in una grottesca Comune anarchica, con la polizia scomparsa e intere aree cittadine occupate militarmente da gruppi marxisti, mentre in molte città i Consigli cittadini tagliavano sul serio i fondi alla polizia, con la risultante di far schizzare alle stelle il crimine nelle aree più povere e depresse, popolate da persone che avrebbero avuto difficoltà a potersi permettere una polizia privata in poco tempo.
Le polemiche che colpirono le forze di polizia finirono per inibirne gli interventi, e dietro l’arretramento degli uomini in divisa avanzarono le orde di devastatori che senza più alcun freno sciamarono per città e contee facendo il bello e il cattivo tempo, molto spesso guardati con una certa accondiscendenza e simpatia da politicanti, esponenti del mondo accademico e giornalistico, starlette, musicisti che scambiavano quei teppisti, situati ormai ai limiti del terrorismo domestico, per vendicatori della causa anti-razzista.
Chiunque abbia visto foto e video di Kenosha in quei giorni ricorda le volute di fiamme e di fumo nero, il clima di autentica guerriglia, le persone aggredite, gli scontri, e quel meravigliosamente grottesco e surreale ‘mostly peaceful’ della Cnn stampato in sovra-impressione, per descrivere le proteste di piazza, proprio su uno scenario con alle spalle distruzione e fiamme.
Molti cittadini, stufi marci del clima di tirannia imposto dai militanti ‘antirazzisti’ (virgolette rigorosamente d’obbligo) e dal vedersi distruggere senza alcun motivo il posto di lavoro, la abitazione, l’autoveicolo, si sono armati e hanno protetto le loro proprietà.
Fece il giro del mondo il video di alcuni italo-americani che armati fino ai denti presidiano l’ingresso del loro negozio per evitare che finisse saccheggiato e distrutto. E non si può dimenticare la difesa armi in pugno della propria abitazione da parte dei congiugi McCloskey che si ritrovarono gli Antifa nel giardino di casa, a St Louis, in Missouri.
Rittenhouse non è di certo un eroe, ma non è nemmeno un ‘killer’, come pure la stampa ha pensato bene di definirlo, non è un nazista, né un terrorista o uno spietato omicida. È un ragazzo che forse ingenuamente e con quello spirito naif che spesso connota molti americani ha pensato di prestare un servizio reale a tutela della vita ordinata e armonica di altri americani, da troppi giorni ormai imprigionati in una spirale di violenza da cui il potere pubblico sembrava non avere volontà o forza di proteggerli. D’altronde Rittenhouse non era solo, ma si era unito ad altri cittadini che con spirito da Milizia avevano raggiunto Kenosha per tutelare, in armi, le abitazioni e i locali.
Non mi stupisce il balletto artefatto messo in piedi dalla stampa mainstream che incapace di metabolizzare la realtà dei fatti e il verdetto di assoluzione ha dovuto alterare la verità, descrivendo l’imputato come un assassino e le vittime come meri, semplici, magari pacifici manifestanti, addirittura, falsificando la verità innegabile, dipinti come “afro-americani”, mentre come si ripete si trattava di bianchi.
Il gioco comunicativo del mainstream e di una certa parte politica è piuttosto lineare e scoperto: Rittenhouse è un razzista violento che ha raggiunto Kenosha per fare il giustiziere e ha ammazzato due manifestanti neri. Come fosse una battuta di caccia all’uomo in epoca Ku Klux Klan. Cortocircuito perfetto.
Nessun titolo di giornale utilizza anche solo vagamente parole, termini o concetti da cui traspaia il motivo per cui è stata riconosciuta la legittima difesa, ovvero la brutale aggressione che Rittenhouse ha patito. Dai giornali viene sbianchettata la natura violenta dei “manifestanti”, i quali rimangono là, esibiti come due sfortunate persone che sembrerebbero quasi essersi imbattute per puro caso nel giustiziere Rittenhouse.
Le sentenze, come tutte le cose umane, fallibili per loro natura, possono e anzi devono essere analizzate, commentate, discusse e anche criticate, ma il punto è esattamente questo: il verdetto di assoluzione non viene semplicemente commentato o criticato dalla stampa mainstream e dalla politica. Il modo in cui la notizia è stata presentata e data in pasto agli appetiti del pubblico, i tweet scomposti (sublime per mancanza di senso del ridicolo lo scrittore Stephen King che ha sintetizzato tutto con un “e allora il ragazzo bianco l’ha fatta franca. È questo il messaggio?”), la polemica politica, segnano quel tic pavloviano della sinistra e del mondo progressista: il garantismo e le leggi si interpretano con ampia elasticità per chi la pensa come noi, tutti gli altri, e non ci sono sentenze che tengano, meritano comunque la punizione.
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