Parassiti, manipolatori dei diritti umani, ladri di vita

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Messaggioda Berto » dom ago 06, 2017 8:09 am

Feltri “Vi dico io perchè salvano i migranti”
Di Vittori Feltri

http://www.news24europa.com/2017/08/fel ... -devastati

Lo sapevamo già, ma adesso è ufficiale: i finti buonisti delle organizzazioni non governative (ci mancherebbe solo che fossero governative) corrono a salvare i migranti in mare per arricchirsi. Infatti sono d’ accordo con gli scafisti i quali porgono loro su un piatto d’ argento migliaia di disperati, che poi vengono smerciati nel Belpaese a buon prezzo e consentono alla filiera dei malandrini sfruttatori di guadagnare somme rilevanti. D’ altronde anche la bontà e la generosità non sono gratis.

Le navi addette alla pesca dei fuggiaschi non si muovono per spirito di carità bensì in base a calcoli di convenienza. Gli africani non scappano da nessuna guerra, figuriamoci. Sono incoraggiati a venire qui da una martellante pubblicità. Le televisioni del Continente nero predicano ogni dì: andate in Italia, sarete accolti a braccia aperte, nutriti e coccolati, poco lavoro e tanti soldi. In effetti cantano: «non pago affitto, non faccio opraio, scopiamo fighe bianche».

Evviva. Essi, ingenui per posa, partono investendo denaro per essere trasportati e quando giungono sulla penisola sono presi in consegna dalle cooperative, molte cattoliche, che incassano dallo Stato 35 euro per ogni individuo ospitato.

Fate il conto. Dato che gli stranieri sono milioni ormai, ballano cifre spaventose. Se si calcola che solo 3 euro e mezzo sono destinati quotidianamente agli sfigati, e che il rimanente finisce in tasca ai citati buonisti, i quali forniscono baracche e una mensa che distribuisce pasta scotta, si tratta di un business pazzesco a cui gli affaristi travestiti da angeli non vogliono rinunciare. Non c’ è nulla quanto le palanche che intenerisca i cuori dei bastardi che agiscono in nome di nobili sentimenti e per scopi terra terra.

Questa, al di là di ogni ipocrisia usata per intenerire papa Bergoglio, è la cruda realtà. Dei profughi non interessa un cavolo a nessuno se non quale occasione ghiotta onde accumulare quattrini con irrisoria facilità.

Il nostro governo di sinistra, non potendo scontentare i farabutti che si spacciano per anime candide, chiude entrambi gli occhi e asseconda le loro pretese di passare per samaritani pietosi. Il risultato è evidente. Il Paese è continuamente invaso da orde di ragazzoni provenienti dalla savana e il povero Minniti, ministro dell’ Interno, si sbatte in solitudine per risolvere un problema che non è nemmeno un problema, bensì una tragedia.
Sorvoliamo sulle vicende libiche che ci fanno venire l’ orchite. Abbiamo contribuito a far secco Gheddafi in omaggio alle (gelide) primavere arabe, e ora ce ne pentiamo perché, eliminato il rais, le cose sono peggiorate.

L’ Italia è diventata una discarica africana gestita da gente incapace di prendere l’ unica decisione seria, cioè simile a quella adottata da altre nazioni europee: chiudere le frontiere, mandando al diavolo i pescatori di neri e dicendo apertis verbis che dal primo di ottobre eviteremo di salvare alcuno per mancanza di mezzi e di spazio dove accoglierlo.
Avanti di questo passo saremo una dépendance dell’ Africa. Fessi noi che stiamo al perfido gioco dei negrieri da superattico.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » dom ago 06, 2017 8:46 am

Un'altro irresponsabile demente comunistoide è il napoletano Saviano, l'alter ego del Napolitano presidente

Saviano sta con Medici senza frontiere: "Perché ha fatto bene a dire no a Minniti"
5 Agosto 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... isti-.html

Quando si dice il tempismo. Nel giorno in cui il Messaggero pubblica l'intercettazione che potrebbe inchiodare l'ong Medici senza frontiere, con gli operatori che intimavano ai profughi appena soccorsi di "non collaborare con la polizia italiana", Roberto Saviano scende in campo e, ovviamente, si schiera con MsF. "Lo voglio dire ed esprimere chiaramente in un momento in cui sta avvenendo la più pericolosa delle dinamiche, ossia la criminalizzazione del gesto umanitario", spiega il buon Saviano su Repubblica. E per spiegare la sua posizione, condivisa da tanti a sinistra (anche se le inchieste siciliane stanno minando anche questo dogma), utilizza l'argomento proprio della presenza di militari a bordo, imposta alle ong dal codice di condotta studiato dal Viminale MsF non l'ha sottoscritto e, secondo Saviano, ha fatto bene. "In situazioni difficili, di emergenza sanitaria, di guerra - spiega l'autore di Gomorra - l'assoluta assenza di armi nei luoghi del soccorso rappresenta la vera protezione".

Primo passo falso: "Una volta a terra c'è totale collaborazione con le forze di polizia", giura lui ma le intercettazioni lo smentiscono clamorosamente. Sfortunato, probabilmente non poteva conoscere gli sviluppi giudiziari della vicenda. Non è sfortuna però la sua seconda difesa d'ufficio dell ong, ma miopia intellettuale. "Non firmando il codice Msf salva i suoi operatori e la sua condotta, tutte le parti in causa nei conflitti devono sapere che Msf non ha armi, mai, non nasconde soldati sotto le sue pettorine, non è un luogo utilizzato per indagini, ma solo di soccorso". Perfetto: peccato che in questi giorni sia già emerso il legame assai oscuro tra i soccorritori e gli scafisti. E un governo ha non solo il diritto, ma il dovere di stroncare un traffico umano di cui le Ong sono l'involontario (o forse, in alcuni casi, volontario) sostegno.

La conclusione di Saviano è scontata. "Un paese al collasso economico e demografico ha l'esigenza di trovare altrove i colpevoli: i migranti sono il capro espiatorio perfetto". Che è un po' come dire: abbiamo un problema. Che non è il traffico di disperati che vengono mandati al macello tra le onde del Mediterraneo, ma chi cerca di fermarlo al di là di ogni facilissimo (questo sì) buonismo (che è una ipocrita e falsa bontà a danno anche dei cittadini italiani ed europei).



Ong, scatta l'indagine su Msf: "Non collaborate con la polizia"
Luca Romano - Gio, 11/05/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 95695.html

La procura di Trapani avrebbe aperto un'indagine su Medici senza Frontiere: "Dissero ai migranti di non collaborare"

Cominciano ad emergere nuovi elementi sulle inchiesta sulle Ong da parte della procura di Trapani.

Secondo indiscrezioni riportate dal Corriere che emrgono dall'inchiesta siciliana sui rapporti tra Ong e scafisti, alcuni membri dell'equipaggio di una nave di "Medici senza Frontiere" avrebbero prestato soccorso ai migranti in mare senza però avvisare la guardia Costiera italiana. A questo punto i membri dell'equipaggio della ong avrebbero convinto gli stranieri a non rispondere alle domande della polizia subito dopo lo sbarco al porto. Adesso i membri dell'equipaggio di Medici senza Frontiere sarebbero indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

"Abbiamo indagini che coinvolgono non le Ong come tali, ma persone fisiche appartenenti alle Ong. Non risultano contatti telefonici diretti tra persone in Libia e le Ong", aveva detto qualche giorno fa il procuratore di Trapani, Ambrogio Cartosio. Poi ha aggiunto: "Ci risulta che le Ong hanno fatto qualche intervento di salvataggio in mare anche senza informare la nostra Guardia costiera. La loro presenza in un determinato fazzoletto di mare, costituisce un elemento indiziario forte per dire che sono al corrente che in quel tratto di mare arriveranno imbarcazioni. Ma esso solo non è un elemento incisivo per determinare il reato dell’immigrazione clandestina". Tra gli episodi finiti nelle carte dell'inchiesta c'è il salvataggio del 25 giugno 2016. La nave "Dignity One" di Medici senza Frontiere, sempre secondo quanto riporta il Corriere, entra nelle acque libiche e si ferma a 7 miglia dalla costa. Poi prende a bordo 390 migranti. Un mese prima un altro episodio "sospetto". Sempre la "Dignity One" fa sbarcare 317 stranieri. Ma questa volta i poliziotti sottolineano come "i migranti non sono stati molto collaborativi nel fornire informazioni dettagliate circa il viaggio, attribuendo la colpa alla stanchezza e alle ore di viaggio estenuanti". E gli investigatori affermano: "A differenza del passato, i migranti soccorsi e trasferiti da navi delle Ong, quando vengono fatti sbarcare nei porti italiani sono restii a cooperare: tale circostanza potrebbe essere il risultati di un indottrinamento impartito a bordo al fine di non collaborare con le forze dell’ordine italiane e il personale dell’agenzia Frontex". Circostanze che adesso vanno chiarite e su cui la procura di Trapani cercherà di fare luce. Secca la risposta di Msf: "Msf non è mai stata contattata finora dalla Procura in merito nostre attività in mare".


Inchiesta su presunti contatti ONG-scafisti: in corso "verifiche" anche su Medici Senza Frontiere
05 agosto 2017

http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 74873.html

Dopo il caso Jugend Rettet adesso sono in corso verifiche - non è arrivato alcun avviso di garanza - anche su Medici Senza Frontiere, la più grande delle ONG a non aver firmato il codice di comportamento redatto dal Viminale. Gli accertamenti riguardano anche in questo caso gli sconfinamenti in territorio libico, trasbordo di persone direttamente dalle imbarcazioni degli scafisti (la cosiddetta "consegna concordata") o dalla nave Iuventa (di Jugend Rettet) senza essere state allertate direttamente dalla Guardia Costiera.

Msf: dalla Procura nessuna comunicazione

Con una nota Medici senza frontiere fa sapere che le notizie circa le verifiche non hanno riscontro, che sono vecchie accuse e, soprattutto, che "non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalla Procura di Trapani nè da altre Procure in merito alla presunta inchiesta sulla nostra attività di ricerca e soccorso in mare".

Intanto Medici Senza Frontiere ha salvato 144 persone

A cinque giorni dal rifiuto di firmare il codice MSF continua a lavorare nel Mediterraneo sotto il coordinamento della Guardia Costiera e ha salvato 144 persone. Il presidente Loris De Filippi ha sottolineato che "non c'è alcun atteggiamento di sfida alle istituzione" ma semplicemente il proseguimento della loro attività umanitaria.

Jugend Rettet: vogliamo dissequestro Iuventa, vogliamo lavorare

La Procura di Trapani sta indagando sull'operato della nave Iuventa, ora ormeggiata in porto. E' un vecchio peschereggio che i giovani tedeschi della ONG hanno sistemato grazie a risparmi e donazioni, finita ora sotto accusa - dopo la mancata firma del codice delle ONG - per aver cercato, sono le accuse, di creare una sorta di organizzazione di soccorso parallela a quella ufficiale. Non ci sta, Jugend Rettet, che alle accuse ribatte con i numeri che la spingono a voler tornare in mare: "Negli ultimi due giorni sono stati trovati otto cadaveri, il sequestro della nostra nave ci impedisce di lavorare in quell'area". L'avvocato Leonardo Marino sta lavorando in quella direzione: "Chiederemo la restituzione del bene, siamo nella fase embrionale e al momento non sappiamo di essere indagati, difendo il rappresentante della Ong, una donna, che era sulla Iuventa e che tecnicamente non è indagata: le e' soltanto stato notificato il decreto di sequestro preventivo".
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Messaggioda Berto » dom ago 06, 2017 9:32 am

L'orrendo Luigi Manconi, un'altro demente parassita che viola i nostri diritti umani, un altro falso buono

Ong nel mirino, il sottofondo oscuro del teorema Zuccaro
Luigi Manconi
30/04/2017

https://ilmanifesto.it/ong-nel-mirino-i ... ma-zuccaro

Tra i tanti fattori indecenti di questo scandalo del posticcio scandalo delle Ong, ne voglio sottolineare due.

L’immagine, così frequentemente utilizzata, dei «taxi del Mediterraneo» (Luigi Di Maio) appartiene a un immaginario dozzinale e a una misera sottocultura che ha già prodotto la definizione di «hotel di lusso» (Roberto Castelli) a proposito degli istituti penitenziari italiani. E rimanda a un’angustia mentale, a una concezione immancabilmente sordida delle attività umane, a una voluttà di anticonformismo straccione, indirizzato contro il «buonismo» così come contro la globalizzazione, contro le politiche universalistiche e contro tutto ciò che trascende il perimetro del giardino di casa.

E a quel sottofondo oscuro di pulsioni profonde che è il collante principale di settori dell’elettorato di Lega e Cinquestelle: un rancore sociale che arriva a vedere nei migranti – così come nei detenuti – i concorrenti di una competizione giocata sulle macerie dei sistemi di welfare e delle culture solidaristiche.

C’è poi, in questo quadro, un secondo elemento almeno altrettanto offensivo. Ed è rappresentato da quel Dottore Carmelo «forse» Zuccaro che rovescia d’un colpo solo il già traballante codice di comportamento della categoria, mortificando ogni regola, umiliando ogni stile di condotta e infrangendo ogni vincolo di ruolo. In una incontinente e a tratti persino esilarante performance oratoria, il Dottore Carmelo «forse» Zuccaro annuncia prima di «aver aperto» e, dopo un mese, di «voler aprire un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nei confronti delle Ong». E poi è tutto un rovinoso e logorroico precipitare: «Ho evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini ci sono contatti diretti», «alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti», ma «non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni».

Il procuratore disegna così un vero e proprio progetto criminale che potrebbe avere tra le sue finalità – alla lettera – «la destabilizzazione dell’economia italiana». E denuncia l’esistenza di un piano capace di minacciare gli interessi italiani e la stessa sicurezza nazionale. Ma, alla prima richiesta di verifica, quella articolata e dettagliata narrazione si disgrega e si sfalda sotto una sequenza di avverbi di dubbio (forse, innanzitutto; e poi: probabilmente, quasi, eventualmente…), di tempi al condizionale e di periodi ipotetici. E il Dottore Carmelo «forse» Zuccaro candidamente dichiara di non avere «alcuna prova» e che, tuttavia, è suo dovere segnalare «il fenomeno». Va detto – per amor di verità – che ormai da trent’anni una parte, numericamente ridotta ma irresistibilmente loquace, della magistratura ci ha abituato a simili mitologiche rappresentazioni: «senza alcuna prova».

E tuttavia qui si rischia davvero di toccare il fondo di un comportamento che disonora la stessa magistratura e ne deforma fino alla caricatura la funzione.

Sia chiaro: certamente vanno indagate le possibili ombre che l’attività di soccorso può suscitare, va incentivata la massima trasparenza e vanno stabilite regole condivise: non contro le organizzazioni, ma a loro stessa tutela. Ma qui si è fatto l’esatto contrario. Qui si è allestita la più velenosa campagna di denigrazione e manipolazione contro le politiche per l’immigrazione e l’asilo: una campagna che, per ragioni molto serie e preoccupanti, è penetrata fino in fondo alle culture tradizionalmente considerate della solidarietà (riconducibili alla sinistra, e non solo).

E pensare che tutto ha avuto inizio con un rapporto di Frontex che accenna ad alcune conseguenze non volute (unintended consequences), ad effetti involontariamente avversi che coinvolgerebbero la presenza delle navi militari e di quelle delle Ong e il loro aumento nel corso del 2016, a poche miglia dal limite delle acque libiche. Effetti che porterebbero entrambe queste categorie di navi (quelle militari e quelle delle Ong) a essere l’obiettivo più agevolmente raggiungibile da parte dei migranti. Tutto qui. E senza che venisse posto in discussione il fatto che il cosiddetto pull factor, di cui si è parlato fin dai tempi di Mare Nostrum, viene considerato dagli stessi soggetti militari un elemento secondario rispetto a quel push factor, ben maggiore e inarrestabile, che induce migliaia e migliaia di persone a lasciare la propria terra.

Tanto è vero che a tutto questo improbabile castello di accuse hanno risposto puntualmente non solo i rappresentanti delle Ong, ma soprattutto gli alti ufficiali responsabili delle diverse missioni italiane ed europee nel Mediterraneo.

E, finalmente, giovedì scorso anche le istituzioni dell’Unione europea si sono fatte sentire. Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, ha affermato che «non c’è alcun tipo di prova che le Ong lavorino con organizzazioni criminali» e, ancora, che quelle stesse Ong «sono un asset prezioso perché fanno quello che i governi per ragioni politiche non sono in grado di fare».

Ecco, questo è il punto: le Ong surrogano una politica europea o totalmente deficitaria o drammaticamente irresponsabile.

E guai se non ci fossero le Ong.
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Messaggioda Berto » dom ago 06, 2017 7:49 pm

Altri irresponsabili dementi: gli Strada - Cecilia Strada

https://www.facebook.com/cecilia.strada.3

A proposito di migranti, rifugiati, diritti e rovesci, a me piacerebbe un Codice di Condotta scritto dai cittadini e firmato dagli Stati. Potrebbe cominciare così: "Per aiutarli a Casa Loro, smetteremo di riempire Casa Loro con le nostre armi vendute al miglior offerente. Ci impegniamo altresì a smettere di depredare Casa Loro di terra, petrolio, ricchezze naturali. Eviteremo di creare altri Stati Falliti con le nostre 'missioni di pace' che - possiamo dirlo dopo una quindicina d'anni? - non hanno portato molta pace ma hanno favorito la crescita di taaaaanto terrorismo. E magari smettiamo di fare buoni affari con i Padroni di Casa Loro che non rispettano i diritti umani". Che ne dite, i governi lo firmerebbero? E buongiorno.

Quante idiozie che scrive questa "povera" donna invasata dalle utopie demenziali, da innumerabili pregiudizi e da colpevole ignoranza, da incommensurabile e arrogante presunzione propria di chi si crede "salvatore del mondo" e di portare la responsabilità del mondo sulle sue spalle come se fosse Dio.

1) Non dobbiamo affatto aiutarli a casa loro, tanto meno a casa nostra. Non esiste alcun obbligo ad aiutare questa gente.
2) Le armi sono prodotte e si commerciano in tutto il mondo da sempre e per compiere stragi non servono areoplani, sottomarini, carri armati o cannoni; in Ruanda bastavano lame di ferro modellate e affilate a macete; i terroristi maomettani usano i coltelli da cucina, i camion e le autovetture;
anche il petrolio è parte delle armi pesanti che senza non funzionerebbero e questo è prodotto e commercializzato anche dagli africani islamici e non e dagli asiatici maomettani;
3) il petrolio non è depredato, è l'unica ricchezza che hanno certi paesi "sottosviluppati scientificamente e industrialmente" e se non ci fossero l'occidente e l'oriente industrialmente sviluppati che consumano petrolio certi paesi morirebbero di fame, specialmente quelli maomettani o islamici;
così è per molte altre materie prime dell'Africa che servono al mondo industrializzato e scientificamente sviluppato per produrre benefici per il mondo intero, anche per i paesi dell'Africa;
È sempre il mercato e gli uomini che regolano queste questioni.
4) La guerra e la schiavitù esistono dalla preistoria, la schiavitù in Africa è documentata già al tempo degli imperi egiziani; in Asia già con gli imperi mesopotamici e mediorientali;
poi per alcuni secoli vi è stato l'impero romano;
ma il peggiore e più lungo è il periodo degli imperi maomettani con laoro violenza, i loro stermini e la loro riduzione in schiavitù;
il colonialismo europeo e americano è venuto molto dopo ed è già scomparso da tanto e i bianchi sono stati scacciati dall'Africa;
gli stati africani sono gestiti da elite locali che possono vendere le ricchezze dei loro paesi nel mercato globale, al miglior offerente, se poi sono corrotti e maltrattano i loro popoli non è colpadell'occidente o dell'oriente.
5)Il terrorismo in Africa e in Asia esiste dal tempo dell'espansione islamica e fa parte delle procedure del nazismo maomettano; non è una conseguenza dei comportamenti dell'occidente, basta ossservare Israele dove se gli ebrei non fossero perennemente in armi sarebbero già stati sterminati dai mussulmani.


All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla
viewtopic.php?f=194&t=2494


Incominci lei Cecilia Strada a rispettare i valori, i doveri e i diritti umani delle genti italiche ed europee, evitando di favorire l'immigrazione clandestina a spese e a danno delle risorse economiche e civili, dei diritti e della qualità della vita dei cittadini italiani ed europei.
Non si faccia complice di crimini contro l'umanità della sua gente o se non sua dei cittadini italiani.
Vada a donare la sua "bontà" altrove e a sue spese.
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Messaggioda Berto » dom ago 06, 2017 8:42 pm

Un altro demente criminale che sostiente la violazione dei nostri diritti umani


Migranti, io sto con Erri De Luca. Le frontiere sono fatte per essere superate
Marco Aime

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08 ... te/3778752

Lo aveva già scritto in una delle poesie di Sola andata: “La terraferma Italia è terrachiusa/ Li lasciamo annegare per negare”. Ora lo ripete, con il suo solito tono pacato, ma irremovibile: “Aiuterei le persone ad attraversare una frontiera e incito a farlo”.

Si può accusare Erri De Luca di molte cose, ma non di non essere coerente. Testardamente, caparbiamente porta avanti le sue idee in solitudine, smascherando spesso le ipocrisie che ci avvolgono quotidianamente. Con coraggio raro tra gli intellettuali italiani, non teme di prendere posizione. Lo aveva già fatto a proposito della Val di Susa, lo ripete oggi parlando dei migranti e lo fa in un momento in cui il ministro Marco Minniti ammette, in un’intervista al Fatto del 5 agosto, che la frontiera dell’Europa (e non dell’Italia) è nel Fezzan, nel sud della Libia. La “civile” Europa ha così delegato il lavoro sporco all’ex colonia italica, divisa, lacerata, in perenne conflitto dopo gli attacchi che hanno causato la morte di Gheddafi. Un paese dove i diritti umani sono quotidianamente violati e dove gli stranieri vengono, nel migliore dei casi, sfruttati. Questo è il modo di aiutarli a casa loro.

Lo fa mentre più di un politico italiano continua a ripetere di mettere l’esercito, sparare a chi arriva, affondare i barconi. Armiamoci e partite, come da italica tradizione, perché bisognerebbe invece consegnare un fucile a ognuno di questi fautori della violenza e dire loro: “Andate voi a sparare a quella gente, prendetevi la responsabilità di ucciderli, di invadere la Libia”. Saranno provocazioni, forse sì, ma allora se devo scegliere, scelgo quella di Erri De Luca, che è animata da umanità, da senso di solidarietà, fratellanza e cerca di abbattere confini e frontiere.

Tutte le frontiere, tutti i confini sono concepiti dall’uomo e dunque sono artificiali. “A chi interessano i confini?”, si chiedeva Victor Hugo. “Ai re”, era la risposta. Dividere per regnare. Un confine implica una garitta, una garitta implica un soldato. Non si passa, motto di ogni privilegio, di ogni proibizione, di ogni censura, di ogni tirannia. Da questo confine, da questa garitta, da questo soldato nascono tutte le calamità umane. “Chi dice confine dice legame, vincolo. Tagliate il legame, cancellate il confine, togliete il doganiere, togliete il soldato, in altri termini siate liberi: la pace verrà”.

Il confine crea lo straniero, quello di cui abbiamo bisogno per pensarci migliori. “Erano una soluzione quella gente”, scriveva Kavafis a proposito dei barbari. Servono a pensarci civili. Ci specchiamo in loro, per capire chi siamo, chi pensiamo di essere. “La grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo” ha detto Nietzsche, ma tracciare un confine è più semplice che costruire un ponte e sono sempre di più gli uomini pronti a erigere un muro che a collegare due sponde. Eppure, di ponti abbiamo bisogno anche per guardare avanti. Il futuro, il nostro e quello degli altri, è su un’altra sponda: come raggiungerla? Con la coscienza. Con la coscienza e la responsabilità che dovremmo provare per chi viene dopo di noi. Sono questi i materiali che dobbiamo usare per costruire quel ponte.

Tra le montagne dell’Hindukush, nelle vallate nepalesi mi è più volte capitato di dovere attraversare esili ponti di corda a picco su un fiume. Gracili intrecci di fili ondeggianti, che mettono paura al passo e ti sospendono tra terra e cielo con la loro piccola forza. Che grande cosa sono quei ponti sospesi. Monumenti alla volontà dell’uomo di congiungere laddove la natura ha diviso. Di non arrendersi, di vincere il vuoto, di guardare al di là. Se non riusciamo a costruire ponti allora facciamoci contrabbandieri, come diceva il compianto Alexander Langer.

C’è modo e modo di pensare le frontiere. Quando Donald Trump afferma che “Le genti vogliono vedere delle frontiere”, pensa al muro per tenere al di là chi arriva dal Messico. E pensano ai muri anche l’ungherese Orban, l’israeliano Netaniahu e molti altri leader europei contemporanei. Li pensano e talvolta li realizzano. I muri trasformano le frontiere in confini. I muri proibiscono il passaggio, le frontiere lo regolano. “Dire di una frontiera che è un colabrodo, significa farle un complimento: essa è lì per filtrare” scrive Regis Debray. Le frontiere sono fatte per essere superate, la storia dell’umanità è una storia di contrabbando.


Muri, termini, confini e barricate, segni naturali e sacri di D-o
viewtopic.php?f=141&t=1919
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Messaggioda Berto » dom ago 06, 2017 9:52 pm

Quell'armata buonista che invece dei disperati protegge i trafficanti
Gian Micalessin - Dom, 06/08/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 28686.html

Da Saviano alla Boldrini: pur di schierarsi con il migrante si mettono contro chi, finalmente, combatte i criminali

C' era una volta la Sinistra. Oggi - come dimostra la difesa di Ong e, implicitamente, dei trafficanti di uomini - è un gruppuscolo talebano affascinato dallo «scafismo umanitario», ma estraneo a realtà e buon senso.

Purtroppo la galassia ideologica - da cui tracimano gli articoli di Roberto Saviano, le geremiadi di Laura Boldrini o le invocazioni di Emergency - continua ad affascinare milioni di svagati «Ecce Bombo» italiani figli di un paese dove scuole, università e media sono stati per 50 anni monopolio della sinistra.

E così la tribù perduta degli «Ecce Bombo» pur di difendere lo «scafismo umanitario» arriva a lapidare un ex comunista come il ministro dell'Interno Marco Minniti colpevole di difendere l'interesse nazionale anziché vuote ideologie. Ma partiamo dall'alto, ovvero da quella presidenza della Camera occupata da Laura Boldrini. Il 7 luglio scorso, intervistata da Repubblica, la signora si scaglia contro il codice delle Ong appena sottoposto ai ministri europei riuniti a Tallin. «Vedo spiega la Boldrini - una profonda mancanza di coraggio e di visione, pensare di arginare i flussi di migranti rendendo più problematici i soccorsi non è solo cinico ed eticamente inaccettabile, ma è anche una misura che non funziona. Non sarò mai abbastanza grata alle Ong per quello che stanno facendo».

A un mese di distanza quelle parole suonano paradossali. E non solo perché l'Unione Europea condivide, per una volta, la mossa italiana, ma anche perché - come dimostrano le inchieste giudiziarie - l'attività di alcune Ong spazia fino alla collaborazione con i trafficanti di uomini.

In campo culturale, chiamiamolo così, Roberto Saviano è la novella Diche, un Dio della giustizia inesorabile nel liquidare come Mafia quel che non gli aggrada. «Spesso scrive su Repubblica - è più facile attaccare chi combatte la mafia piuttosto del mafioso. Un paese al collasso economico e demografico ha l'esigenza di trovare altrove i colpevoli, i migranti sono il capro espiatorio perfetto». Le misure per regolamentare le Ong e la missione in Libia sono, insomma, solo specchietti per le allodole e non atti imprescindibili di fronte a quell'emergenza migranti vissuta sulla propria pelle da chiunque non abbia il privilegio di vivere sotto scorta e lontano, grazie a lauti diritti d'autore, dal fastidio delle plebi. Prigioniero di questa dimensione comoda, ma onirica Saviano dimentica la vera mafia, quella dei trafficanti di uomini. Una mafia che grazie alla collaborazione delle Ong - pronte a raccogliere i migranti dentro le acque libiche - incassa ogni anno, come rivelano i dossier della missione Eunavfor Med, dai 250 ai 300 milioni di euro.
Il meglio del Saviano-pensiero è però la difesa del diritto di Msf di non far salire a bordo delle proprie navi agenti di polizia giudiziaria regolarmente armati. «A Mosul, ad Haiti, in Congo i soldati di qualsiasi esercito scrive - lasciano le armi fuori dai presidi di Msf. Invece il governo italiano vorrebbe portare agenti armati sulle navi». Al Saviano, prigioniero del proprio immaginario letterario, sfugge che i cosiddetti «soldati» costretti a lasciare i kalashnikov davanti agli ospedali di Msf sono ribelli armati, tagliagole jihadisti e gruppuscoli criminali.
Gli agenti che il Viminale vuole far salire sulle navi di Msf sono invece rappresentanti di uno stato di diritto. Ed in quanto agenti di polizia giudiziaria non sono neanche attori del governo, ma collaboratori di quella magistratura rappresentanti, come un esperto di «mafie» dovrebbe sapere, di un potere diverso da quello esecutivo. Dulcis in fundo arriva Emergency, inesorabile nel definire un atto di guerra la missione contro i trafficanti di uomini. E non poteva essere diversamente. L'organizzazione fondata da Gino Strada è, infatti, la vera battistrada di quell'umanitarismo ideologico che spinge l'Ong tedesca Jugend Rettet a collaborare con i contrabbandieri di uomini pur di difendere il diritto di qualsiasi migrante, regolare o irregolare, a raggiungere l'Europa. Esattamente l'insegnamento impartito da Emergency in Afghanistan, dove Gino Strada e i suoi preferivano colloquiare con i talebani anziché con la Nato.



Gli scafisti ringraziano i cattocomunisti e Saviano
Alessandro Sallusti - Dom, 06/08/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 28679.html

"Avvenire" e lo scrittore contro le toghe che indagano sui rapporti con le Ong

Proprio non ci stanno a provare ad arginare la tratta di esseri umani. La rivolta contro l'imposizione di regole - umanitarie ma pur sempre regole - per gli interventi di salvataggio in mare dei disperati che tentano l'attraversata dalle coste libiche a quelle italiane cresce di giorno in giorno.

È la solita compagnia di giro della sinistra radical chic cattocomunista, in questo momento la migliore alleata delle mafie che prosperano sul losco traffico. Ieri è sceso in campo uno dei pezzi pregiati, il jolly da usare quando le altre carte non girano. Ha parlato Roberto Saviano in persona: io - ha detto il vate - sto dalla parte delle Ong, hanno il diritto di agire senza controlli perché sono neutrali.

Da oggi, scommetto, tutti i gonzi diranno: visto? L'ha detto pure Saviano... Sia chiaro, ognuno può pensare e dire quello che vuole, ci mancherebbe altro. Ma proprio in base a questo principio mi permetto il seguente pensiero: e se Saviano fosse semplicemente un cretino? È solo un dubbio, una domanda accademica che al puro scopo provocatorio mi pongo per almeno due motivi. Il primo è che organizzazioni umanitarie «neutrali» si muovono esclusivamente in scenari di guerre dichiarate tra Stati diversi o tra bande all'interno dello stesso Stato. In questo caso, dall'altra parte del fronte non vedo uniformi, esattamente come nella «guerra» alla mafia, alla camorra, al terrorismo e alla criminalità comune, che infatti non prevede zone o uomini neutrali, tanto è vero che chiunque, medici e soccorritori compresi, ha il dovere di denunciare ciò che sa, collaborare con la giustizia e non intralciarla pena l'arresto per favoreggiamento.

Saviano non vuole che si aumenti la probabilità che si arrestino - ed è la seconda domanda - gli scafisti. Perché? In base a quale principio umanitario noi dovremmo incentivare il traffico di esseri umani e arricchire le mafie che lo dirigono? Non c'è alcuna risposta logica, se non il caldo che gioca brutti scherzi. Ma forse non è questo il problema perché, a pensarci bene, Saviano dice cose cretine anche in pieno inverno. Quindi il problema è Saviano in sé, e tutti quelli che come lui non vogliono bene al nostro Paese e con la loro superbia non fanno che aumentarne i problemi. Una difesa però c'è: basta non ascoltarli.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » lun ago 07, 2017 9:35 pm

Un altro parassita irresponsabile

Il presidente della Cei, Bassetti: "La Chiesa non è un partito ma oggi i cattolici chiedono di contare di più in politica"

La missione del cardinale: "La cultura della carità come antidoto agli egoismi. Chi difende la vita nascente non può essere xenofobo"
di PAOLO RODARI
30 luglio 2017

http://www.repubblica.it/politica/2017/ ... ref=search


Il presidente della Cei, Bassetti: "La Chiesa non è un partito ma oggi i cattolici chiedono di contare di più in politica"
Gualtiero Bassetti (agf)

ROMA - "Non sono un politico e, del resto, la Chiesa non è certo un partito; soprattutto, mai deve "essere ossessionata dal potere", come ha ammonito il Papa al Convegno ecclesiale di Firenze. Vivo, semmai, una tensione e un'aspirazione a discernere "i segni dei tempi" alla luce del Vangelo. Un discernimento che vedo orientato da tre concetti, che saranno la bussola del mio impegno: annuncio, unità e carità".

Due mesi esatti dopo la nomina a presidente dei vescovi italiani, il cardinale Gualtiero Bassetti parla con Repubblica della sua missione tutta incentrata a far recuperare alla Chiesa la sua missione originaria. In cosa consiste?
"La prima missione dei cristiani consiste nell'annuncio del Vangelo nella sua radicale e rivoluzionaria semplicità; un annuncio gioioso, come ci ricorda l'Evangelii Gaudium, attento a promuovere la persona umana nella sua interezza. Vorrei, quindi, favorire con tutte le forze una spiritualità dell'unità, attraverso una maggiore collegialità tra i vescovi, un migliore raccordo tra centro e periferia e una maturazione della responsabilità dei laici.
Quanto alla cultura della carità, la vedo come l'antidoto agli egoismi sociali, ai particolarismi e agli individualismi sempre più diffusi ".

Alcuni osservatori hanno letto la sua nomina come la fine del tempo della "Cei politica". La fine insomma del "modello Ruini" basato sui valori e l'attivismo. È così?
"Non è un problema di modelli o di attivismo, quanto di avere la piena consapevolezza del cambiamento d'epoca che ci coinvolge tutti - credenti e non credenti - e che non possiamo soltanto subire. Alcuni anni fa, invitai in diocesi Zygmunt Bauman a parlare non solo della società liquida attuale ma anche del futuro: la mia sensazione è che siamo di fronte ad una "nuova questione sociale" che investe non solo la sfera economica, ma anche quella antropologica, culturale e spirituale. Penso, per esempio, alla produzione sempre più robotizzata e quindi sempre meno bisognosa di manodopera umana, alle nuove forme di comunicazione che cambiano in profondità le relazioni interpersonali, fino alle applicazioni biomediche sul corpo umano che arrivano a potenziarlo e a trasformarlo. Bisogna "ritornare all'uomo" come dicevano filosofi personalisti come Maritain e Mounier".

Fino a prima dell'arrivo di Francesco i princìpi non negoziabili indirizzavano l'agire pubblico dei vescovi, poi non è stato più così. Certo, gli stessi vescovi e Francesco non li hanno negati, semplicemente non li hanno più messi in cima alla propria agenda. Con lei si continuerà per questa nuova strada?
"A mio avviso, è la questione della prospettiva personalista nel suo complesso che oggi va ripensata. Faccio un esempio concreto, riferendomi alla bioetica e alle migrazioni: attorno a questi due temi si sono formate delle correnti culturali diverse e persino delle opzioni politiche differenti. A me sembra, però, che sia sbagliato leggere questi temi in modo distinto e opposto: non si può, per esempio, difendere la vita nascente e poi sviluppare un sentimento xenofobico verso gli stranieri; oppure, farsi paladini dell'accoglienza dei migranti e poi promuovere l'utero in affitto. Ho la netta sensazione che ci sia un corto circuito destra/sinistra che non permette di capire che al centro di entrambi i temi - bioetica e migrazioni - rimane sempre l'uomo. Anzi, la persona umana, la cui dignità, lo voglio dire in modo molto forte, è sempre incalpestabile ed inalienabile! Bisogna difendere sempre la cultura della vita!".

Nel 2011 i laici cattolici, con la benedizione delle gerarchie, provarono a ripercorre la strada del partito unico trovandosi a Todi. La cosa fallì. Secondo lei esiste ancora questa nostalgia di una presenza unita dei cattolici in politica? Ritiene sbagliato voler essere presenza anche visibile nella società?
"Non è assolutamente sbagliato essere visibili nella società, ci mancherebbe! Penso, però, che ci siano due equivoci di fondo. Il primo riguarda la presenza dei cattolici sulla scena politica: dall'unità d'Italia ad oggi, i cattolici hanno fatto politica in modi diversi e non solo attraverso la Dc. Le forme politiche, dunque, variano a seconda dei periodi storici e non c'è solo quella del partito unico. Senza dubbio, però, oggi tra molti cattolici si percepisce un bisogno, che a volte è un'aspettativa, di una nuova rappresentanza del mondo cattolico. Questo rimane un serio argomento di riflessione per il futuro".

E il secondo equivoco?
"Riguarda la visibilità nella società: a me sembra che, nel vissuto quotidiano degli italiani, i cattolici siano estremamente presenti. La Chiesa italiana nonostante non sia più quella di un tempo è ancora una Chiesa viva e radicata sul territorio. Penso alle parrocchie, ma anche ai movimenti, agli oratori, alle scuole, agli asili, alle attività sportive, alle misericordie, alle mense dei poveri, alle Caritas e ad una miriade di altre opere sociali e religiose. Semmai tutte queste attività del mondo cattolico non sono visibili nei media, ma questo è tutto un altro problema".

Quali sono secondo lei le priorità politiche del nostro Paese?
"Vedo questo Paese alle prese con tre grandi "priorità irrinunciabili": il lavoro, la famiglia e i migranti. Tre priorità che, però, sono unite da un unico filo comune: l'Italia. Paradossalmente, la sfida più urgente è l'Italia stessa. Bisogna avere la forza, il coraggio e le idee per rimettere a tema l'Italia tutta intera, partendo da un Sud martoriato e dimenticato. È fondamentale avere una visione del futuro di questo Paese nel nuovo contesto mondiale, altrimenti non si può far nulla per i nostri poveri, che sono la vera emergenza nazionale. Nonostante ci siano segnali di ripresa per l'economia, non posso non essere preoccupato di fronte agli 8 milioni di poveri descritti dall'Istat, la metà dei quali non ha di cosa vivere. Sono giovani, sono donne e sono
coppie; sono cinquantenni che hanno perso il lavoro e che sono stati scartati dal sistema produttivo. Se vogliamo veramente aiutare la "povera gente", come la chiamava La Pira, bisogna rimettere l'Italia al centro dei nostri pensieri: con passione, idee e solidarietà".
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Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 11:54 am

Non portarti la morte in casa, non hai colpe né responsabilità
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VIETATO CHIEDERE CERTIFICATO MEDICO AI MIGRANTI: PER I BUONISTI E' DISCRIMINAZIONE
2017/08/01

http://www.norazzismoversoitaliani.it/2 ... ua-leggere

GENOVA. 30 LUG. “Comuni di Alassio e Carcare. Il Tribunale di Genova ordina di revocare le due delibere discriminatorie contro migranti e senza dimora. Una vittoria delle associazioni promotrici ARCI, Avvocato di strada Onlus, ASGI e Federazione Regionale Solidarietà e Lavoro”.

Ieri i rappresentanti delle associazioni pro migranti hanno comunicato così la decisione del Tribunale in merito al caso delle ordinanze emesse l’anno scorso dai sindaci del Ponente ligure “allo scopo di tutelare e garantire il diritto alla sicurezza sanitaria di tutti i cittadini”.

I provvedimenti, infatti, prevedono sostanzialmente il divieto di dimora, anche occasionale, sui territori comunali, per tutte le persone prive di certificato sanitario, ovvero che non si sottopongono a visite e normali cure, provenienti da Paesi ad alta incidenza di malattie infettive potenzialmente pericolose per la salute degli altri.

“Il Tribunale di Genova (Giudice Unico Dott. Laura Casale) – hanno spiegato le associazioni che si sono rivolte al giudice civile – ha accolto il ricorso per condotte andiscriminatorie dei Comuni di Alassio e Carcare presentato da ARCI, Avvocato di strada Onlus, ASGI Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Federazione Solidarietà e Lavoro di Genova, difesi dagli Avv. Alberto Guariso, Emilio Robotti e Alessandra Ballerini.

Il ricorso era stato presentato contro due ordinanze. L’ordinanza del Comune di Alassio vietava alle ‘persone prive di fissa dimora, provenienti da Paesi dell’area africana, asiatica e sud americana, se non in possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive trasmissibili, di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale’. Analogamente, l’ordinanza del Comune di Carcare, vietava la ‘dimora, anche occasionale, di persone provenienti da paesi dell’area africana o asiatica presso qualsiasi struttura di accoglienza, prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l’idoneità a soggiornare’.

Per le persone bersaglio dell’ordinanza, si faceva presente nel ricorso, era difficile, quando non impossibile, ottenere il certificato richiesto. Non è infatti possibile certificare in un soggetto l’assoluta assenza di malattie infettive trasmissibili che potrebbe, ad esempio, essere in incubazione. Il divieto era inoltre rivolto solo a cittadini stranieri, provenienti da diverse zone del mondo, e in assenza di una qualsiasi situazione di emergenza sanitaria nel territorio comunale ed italiano. Le ordinanze erano dunque finalizzate unicamente ad evitare il transito e la permanenza di stranieri nel territorio. Una barriera invalicabile che valeva anche per profughi e richiedenti asilo in fuga da guerre e persecuzioni.

Il Tribunale, nell’accogliere il ricorso, ha dichiarato il carattere discriminatorio della condotta tenuta dal Comune di Alassio e dal Comune di Carcare nell’adottare le ordinanze ancora oggi vigenti. Ha inoltre ordinato alle due Amministrazioni Comunali di cessare le condotte discriminatorie di cui sopra e pertanto di revocare con effetto sin dalla loro emanazione le delibere, ha imposto a ciascuna di esse di pubblicare a proprie spese la decisione del Tribunale su un quotidiano a tiratura nazionale (a caratteri doppi) e la pubblicazione dell’intero provvedimento per la durata minima di tre mesi sulla home page del rispettivo sito istituzionale. Le Amministrazioni Comunali sono anche state condannate al pagamento delle spese legali.

I problemi sociali e le emergenze umanitarie non si combattono a colpi di ordinanze. Siamo molto soddisfatti per la decisione del Tribunale di Genova e ci auguriamo che in futuro questa sentenza possa dissuadere altri comuni dal replicare iniziative simili a quelle dei Comuni di Alassio e Carcare”.



In Germania, con l'insediamento dei migranti si diffondono le malattie infettive
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.

https://it.gatestoneinstitute.org/10785 ... i-malattie


Un richiedente asilo yemenita respinto, che è stato ospitato in una chiesa nel nord della Germania per evitargli l'espulsione, ha potenzialmente infettato più di 50 bambini, avendo contratto un ceppo altamente contagioso di tubercolosi.

L'uomo, accolto in una chiesa di Bünsdorf tra gennaio e maggio scorso, è stato in stretto contatto con i bambini, alcuni di tre anni, che frequentavano un asilo della struttura. A giugno è stato ricoverato in un ospedale a Rendsburg dove gli è stata diagnosticata la tubercolosi – una malattia che solo di recente è tornata alla ribalta in Germania.

Secondo le autorità sanitarie locali, bambini, genitori, insegnanti e parrocchiani sono stati sottoposti a controlli per verificare se avessero contratto la malattia, che può avere un periodo di incubazione di mesi o anche di anni. Non è chiaro se l'uomo al suo arrivo in Germania sia stato sottoposto agli esami clinici necessari o se fosse uno delle centinaia di migliaia di migranti che sono passati inosservati.

La paura della tubercolosi ha riacceso i riflettori sul rischio maggiore di contrarre malattie infettive da quando la cancelliera tedesca Angela Merkel ha consentito a circa due milioni di migranti provenienti dall'Africa, dall'Asia e dal Medio Oriente di entrare nel paese.

Un nuovo rapporto del Robert Koch Institute (RKI), l'istituzione centrale del governo federale tedesco per il monitoraggio e la prevenzione delle malattie, conferma un aumento generalizzato delle malattie dal 2015, quando la Germania ha accolto un numero senza precedenti di migranti.

Il Rapporto annuale sull'epidemiologia delle malattie infettive – che è stato pubblicato il 12 luglio 2017 e fornisce dati sullo stato di oltre 50 malattie infettive diagnosticate in Germania nel 2016 – offre un primo spaccato delle conseguenze sulla salute pubblica dovute al massiccio afflusso di migranti alla fine del 2015.

Il rapporto mostra maggiori incidenze in Germania di patologie come congiuntivite da adenovirus, botulismo, varicella, colera, cryptosporidiosi, febbre dengue, echinococcosi, Escherichia Coli enteroemorragico, giardiasi, infezioni da Haemophilus influenzae, infezioni di Hantavirus, epatite, febbre emorragica, HIV/AIDS, lebbra, febbre ricorrente trasmessa dai pidocchi, malaria, morbillo, meningite meningococcica, meningoencefalite, parotite, paratifo, rosolia, shigellosi, sifilide, toxoplasmosi, trichinellosi, tubercolosi, tularemia, tifo e pertosse.

La Germania è riuscita – almeno finora – ad evitare lo scenario peggiore: la maggior parte delle malattie tropicali ed esotiche portate nel paese dai migranti sono state contenute e non ci sono epidemie di massa tra la popolazione in generale. Tuttavia, le malattie più comuni, molte delle quali sono direttamente o indirettamente legate all'immigrazione di massa, sono in aumento, secondo il rapporto.

L'incidenza di epatite B, ad esempio, è aumentata del 300 per cento negli ultimi tre anni, secondo il Robert Koch Institute. Nel 2016, sono stati segnalati 3.006 casi in Germania; nel 2014, erano 755. Nella maggior parte dei casi sono coinvolti migranti non vaccinati provenienti dall'Afghanistan, dall'Iraq e dalla Siria. Tra il 2014 e il 2015, l'incidenza di morbillo è salita di oltre il 450 per cento, si registra anche un aumento del numero di casi di varicella, meningite, parotite, rosolia e pertosse. Secondo un rapporto separato del RKI, nel 2015, i migranti hanno rappresentato almeno il 40 per cento dei nuovi casi diagnosticati di HIV/AIDS.

Le statistiche del Robert Koch Institute possono essere solo la punta dell'iceberg. Nel 2016, sono stati segnalati 5.915 casi di tubercolosi; nel 2014, erano 4.488, pertanto, è stato registrato un aumento di oltre il 30 per cento. Alcuni medici, però, ritengono che il numero reale di casi di tubercolosi sia molto più elevato e hanno accusato il RKI di minimizzare la minaccia per evitare di alimentare i sentimenti contrari all'immigrazioni.

In un'intervista a Focus, Carsten Boos, un chirurgo ortopedico, ha avvertito che le autorità tedesche hanno perso le tracce di migliaia di migranti infetti. E ha aggiunto che il 40 per cento di tutti i patogeni della tubercolosi sono multiresistenti e pertanto sono intrinsecamente pericolosi per la popolazione in generale:

"Quando i richiedenti asilo provengono da paesi con un elevato rischio di infezioni da tubercolosi, il Robert Koch Institute, quale organo più elevato tedesco per la protezione delle infezioni, non dovrebbe sminuire il pericolo. È un istituto federale che usa la correttezza politica per nascondere la spiacevole realtà?

"I media riportano che nel 2015 la polizia federale ha registrato la presenza di circa 1,1 milioni di rifugiati. Sono state presentate 700-800mila domande di asilo e sono scomparsi 300mila profughi. Sono stati sottoposti a controlli? Provengono da paesi ad alto rischio?

"Si ha l'impressione che nel Robert Koch Institute la mano sinistra non sa quello che fa la destra".

Joachim Gauck, l'allora presidente della Germania, parla con i medici nell'infermeria di un centro di accoglienza per migranti, il 26 agosto 2015 a Wilmersdorf, un quartiere di Berlino, in Germania. (Foto dell'immagine: Jesco Denzel/Bundesregierung via Getty Images)

I quotidiani tedeschi hanno pubblicato una serie di articoli sulla dimensione sanitaria della crisi migratoria. Gli articoli spesso citano operatori sanitari che si occupano in prima persona della cura dei migranti. Molti ammettono che la migrazione di massa ha aumentato il rischio di malattie infettive in Germania. Qui di seguito alcuni titoli:

"I profughi spesso portano malattie sconosciute ai paesi ospiti"; "I profughi portano malattie rare a Berlino"; "Profughi in Assia: Tornano le malattie rare"; "I profughi spesso portano malattie sconosciute in Germania"; "Gli esperti: I profughi portano 'malattie dimenticate'"; "Si sono triplicati i casi di epatite B in Baviera"; "I casi di tenia in Germania sono aumentati di oltre il 30 per cento"; "Malattie infettive: I profughi portano la tubercolosi"; "La tubercolosi in Germania è di nuovo in aumento, soprattutto nelle grandi città, a causa della migrazione e della povertà"; "I profughi stanno portando la tubercolosi"; "Aumentano le malattie in Germania: Torna la tubercolosi"; "Medico teme il rischio di tubercolosi per l'ondata di profughi"; "Molti più casi di tubercolosi nel Baden-Württemberg: Spesso ne sono affetti i migranti"; "Un esperto: La politica per i rifugiati è responsabile dell'epidemia di morbillo"; "Sono in aumento i casi di scabbia nel Nord Reno-Westfalia"; "Malattie semidimenticate come la scabbia tornano a Bielefeld"; "Venite in contatto con i profughi? Dovreste portare attenzione" e "Profughi: Un'ampia gamma di malattie".

Al culmine della crisi migratoria nell'ottobre 2015, Michael Melter, primario presso la Clinica universitaria di Regensburg, ha dichiarato che i migranti arrivavano nel suo ospedale con malattie mai viste in Germania. "Non vedevo da 20-25 anni alcuni di quei disturbi", egli ha detto, "e molti dei miei colleghi più giovani non li hanno mai visti".

Marc Schreiner, responsabile delle relazioni internazionali per la Società tedesca ospedaliera (Deutschen Krankenhausgesellschaft), fa eco alle preoccupazioni di Melter:

"Nelle cliniche, è sempre più comune vedere pazienti con malattie considerate debellate in Germania, come la scabbia. Tali malattie devono essere diagnosticate con attendibilità, il che è una sfida".

Christoph Lange, esperto di tubercolosi presso il Centro di Ricerca Borstel, ha detto che i medici tedeschi disconoscono molte delle malattie importate dai migranti: "Sarebbe utile se le malattie tropicali e le altre malattie rare avessero un ruolo più importante nella formazione dei medici".

La Società tedesca di gastroenterologia, malattie digestive e metaboliche, di recente ha tenuto un simposio di cinque giorni ad Amburgo per aiutare i medici a diagnosticare malattie che si vedono raramente in Germania. Tra queste patologie spiccano:

La febbre ricorrente trasmessa da pidocchi. Secondo un rapporto del Robert Koch Institute, nel corso degli ultimi due anni, ad almeno 48 persone in Germania è stata diagnosticata questa patologia inesistente nel paese prima della crisi migratoria del 2015. La malattia, che è trasmessa dai pidocchi, è prevalente tra i migranti provenienti dall'Africa orientale che viaggiano per mesi per raggiungere la Germania senza potersi cambiare i vestiti. "C'eravamo tutti dimenticati della febbre ricorrente da pidocchi", ha detto Hans Jäger, un medico di Monaco. "Ha un tasso di mortalità fino al 40 per cento se non è diagnosticata e trattata con antibiotici. I sintomi sono simili a quelli della malaria: febbre, mal di testa, eruzioni cutanee".

Febbre di Lassa. Nel febbraio 2016, un paziente che è stato infettato in Togo, nell'Africa occidentale, ha ricevuto le cure mediche in Germania, ma non è riuscito a farcela. Dopo la sua morte, a un operatore sanitario che era entrato in contatto con la salma del migrante è stata diagnosticata un'infezione da febbre di Lassa. L'uomo è stato messo in quarantena e curato, riuscendo a guarire. Si tratta del primo caso documentato di trasmissione del virus di Lassa in Germania.

Febbre dengue. In Germania, nel 2016, a quasi un migliaio di persone è stata diagnosticata la febbre dengue, una malattia tropicale trasmessa dalle zanzare. Questa patologia è in aumento del 25 per cento rispetto al 2014, quando sono stati diagnosticati 755 casi.

Malaria. Il numero di persone alle quali è stata diagnosticata la malaria è nettamente aumentato nel 2014 (1.007 casi) e nel 2015 (1.063), ma è diminuito nel 2016 (970). La maggior parte dei pazienti affetti ha contratto la malattia in Africa, in particolar modo in Cameron, Ghana, Nigeria e Togo.

Echinococcosi. Tra il 2014 e il 2016, a più di duecento persone in Germania è stata diagnosticata l'echinococcosi, un'infezione da tenia. Questo rappresenta un aumento di circa il 30 per cento. I pazienti hanno contratto la malattia in Afghanistan, Bulgaria, Grecia, Kosovo, Iraq, Macedonia, Marocco, Siria e Turchia.

Difterite. Tra il 2014 e il 2016, in Germania sono stati diagnosticati più di trenta casi. Le persone affette l'hanno contratta in Etiopia, Eritrea, Libia, Sri Lanka e Tailandia.

Scabbia. Tra il 2013 e il 2016, il numero di persone affette da scabbia nel Nord Reno-Westfalia è aumentato di circa il 3.000 per cento.

Intanto, in Germania si registrano focolai epidemici di morbillo che le autorità sanitarie hanno collegato ai flussi migratori dalla Romania. Secondo il Robert Koch Institute, nel paese, nei primi sei mesi del 2017, sono stati diagnosticati circa 700 casi, rispetto a 323 casi del 2016. L'epidemia di morbillo si è diffusa in tutti i 16 stati federati tedeschi tranne uno: il Mecklenburgo-Pomerania, un land con una presenza molto bassa di migranti.

L'epicentro dell'epidemia di morbillo è nel Nord Reno-Westfalia, lo stato più popoloso della Repubblica tedesca e quello con il maggior numero di migranti. Nei primi sei mesi del 2017, in questo land sono stati diagnosticati 500 casi di morbillo, la maggior parte dei quali a Duisburg ed Essen, dove una madre 37enne di tre bambini è morta a maggio. Ma anche a Berlino, Colonia, Dresda, Amburgo, Lipsia, Monaco e Francoforte, dove un neonato di nove mesi ha contratto la malattia.

Il 1° giugno scorso, il parlamento tedesco ha approvato una nuova legge controversa che impone alle scuole materne di informare le autorità tedesche se i genitori non riescono a dimostrare di aver consultato un medico per la vaccinazione dei loro figli. I genitori che non rispettano l'obbligo rischiano una multa di 2.500 euro. "Non possiamo essere indifferenti al fatto che la gente muore ancora di morbillo", ha detto il ministro tedesco della Salute Hermann Gröhe. "Ecco perché stiamo inasprendo le norme sulle vaccinazioni".

Qualcuno dice che la nuova legge non è sufficiente e invoca l'obbligatorietà delle vaccinazioni per tutti in Germania. Altri sostengono che la legge è eccessiva e viola le protezioni sulla privacy garantite dalla Costituzione; e che spetta ai genitori, e non al governo, decidere cosa sia meglio per i loro figli. Continuano le ripercussioni causate dalla politica migratoria delle porte aperte della cancelliera Merkel.
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Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 12:02 pm

Protezione sussidiaria e umanitaria leggi da combiare e da non rispettare perché violano i nostri diritti umani



Su migranti e rifugiati Berlusconi si sbaglia due volte
Pagella Politica per Agi 08 agosto 2017

https://www.agi.it/fact-checking/berlus ... 2017-08-07

In un’intervista pubblicata sul Giornale lo scorso 7 agosto, Silvio Berlusconi afferma: “Chi ha diritto allo status di rifugiato – ricordo che sono solo il 3-4% dei migranti – deve poter raggiungere l'Europa in condizioni di dignità e sicurezza. Per tutti gli altri c'è solo la strada del rimpatrio”.

Si tratta di un’affermazione che parte da un dato scorretto e dipinge le norme sull’asilo in modo distorto.

Su migranti e rifugiati Berlusconi si sbaglia due volte
Il dato sui rifugiati

Negli anni 2015 e 2016, secondo il rapporto del Ministero dell’Interno, la percentuale dei migranti che hanno ottenuto lo status di rifugiato è stata del 5% sul totale delle domande esaminate.

Nei primi mesi del 2017, poi, la percentuale è aumentata: a gennaio la percentuale è stata dell’8%, a febbraio del 10%, a marzo del 10%, ad aprile del 7%, a maggio dell’8% e a giugno – ultimo dato disponibile – del 10%. [qui sono saltati i link]

Dunque già il dato di partenza citato da Berlusconi è un po’ impreciso: lo status di rifugiato viene concesso in percentuali dell’8-10 per cento negli ultimi mesi, dopo due anni al 5 per cento.
Tutti gli altri

Berlusconi sostiene che per “tutti gli altri” – cioè, i non aventi diritto allo status di rifugiato – c’è solo la strada del rimpatrio.

Questa affermazione è scorretta, perché lo Stato italiano riconosce altri status ai richiedenti asilo, anche se non ci sono i presupposti per quello di rifugiato. Gli altri status, allo stesso modo, impediscono il rimpatrio.

La protezione sussidiaria viene riconosciuta ad un “cittadino di un Paese terzo o apolide che non possiede i requisiti per essere riconosciuto come rifugiato ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine (o nel Paese di domicilio se apolide), correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno” (Decreto legislativo n. 251 del 2007). Per grave danno si intende rischio di morte, tortura o minaccia grave alla vita dovuta alla presenza di conflitti armati nazionali o internazionali.

La protezione umanitaria, invece, ricorre quando esistono “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano” per garantire ad un cittadino di un paese terzo o apolide il diritto di soggiorno sul territorio italiano (Testo Unico sull’Immigrazione).


Su migranti e rifugiati Berlusconi si sbaglia due volte
I dati su protezione sussidiaria e umanitaria

In base al rapporto del Ministero sul 2015-2016, è stata concessa la protezione umanitaria rispettivamente nel 22% e nel 21% dei casi, e la protezione sussidiaria nel 14% dei casi ambo gli anni.

Dunque a fronte di un 5% di rifugiati, nel 2015 e nel 2016 c’è stato un altro 36% e 35% di migranti che hanno ottenuto altri status che impediscono il rimpatrio.

Nel 2017 i numeri mostrano, oltre all’aumento della percentuale di rifugiati (avvicinatasi al 10%), una diminuzione di quella relativa alla protezione sussidiaria e un aumento di quella relativa alla protezione umanitaria.

La sussidiaria infatti cala, dal 14% del biennio precedente, al 7-10 per cento tra gennaio e giugno; l’umanitaria aumenta, dal 21% del 2016, al 23-26 per cento nei primi mesi del 2017.


Conclusione

Poco più del 40 per cento delle domande di asilo si conclude con l’accoglimento. Che venga concesso lo status di rifugiato, della protezione umanitaria o sussidiaria, non è comunque consentito dal diritto internazionale il rimpatrio del migrante.

Berlusconi è impreciso quando dice che “solo il 3-4% di migranti” ha diritto allo status di rifugiato (in realtà i numeri sono un poco più alti): ma soprattutto, non è vero che “per tutti gli altri” c’è al momento solo la strada del rimpatrio, perché le leggi italiane prevedono altre forme di tutela.



Alberto Pento
Bisogna cambiare le leggi (protezione sussidiaria e protezione umanitaria) o sentenziare contro, in quanto tali leggi violano altre leggi italiane ed europee e i Diritti Umani dei cittadini italiani ed europei. In primo luogo perché sono leggi che non hanno copertura finanziaria in quanto lo stato italiano è pieno di debiti, di poveri, di disoccupati e in grave crisi economica e finanziaria e non vi sono risorse disponibili; ciò che viene destinato a costoro viene illegittimamente distolto dai cittadini italiani che ne avrebbero più bisogno e più diritto.
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Parassiti, manipolatori dei diritti umani, ladri di vita

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 6:00 pm

Questi giudici fanno i prodighi con le nostre risorse, io credo che si tratti di sentenze ingiuste che violano i nostri diritti e che mettono a rischio le nostre vite.


I giudici danno il bonus Inps agli immigrati senza permesso
Franco Grilli - Mar, 08/08/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 29306.html

Sei sentenze adesso obbligano l'Istituto ad erogare l'assegno familiare a chi non ha il permesso di lungo periodo

L'Inps lo nega, il Tribunale spesso lo concede. Stiamo parlando dei bonus famiglia erogati dall'istituto nazionale di previdenza sociale per i cittadini immigrati.

Di fatto sul fronte del bonus mamme da 800 euro, le indicazioni previste dalla legge di stabilità del 2014 escludevano le donne straniere sprovviste dal permesso di soggiorno di lungo periodo. Ma di fatto con alcuni ricorsi in Tribunale, diversi casi sono stati ribaldati e il giudice ha concesso il bonus. La prima sentenza in questa direzione è arrivata, come riporta l'Huffingtonpost, ad aprile del 2017. Da lì altri sei casi hanno visto il riconoscimento a chi non è in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. Secondo quanto sottolineato da Morena Piccini, presidente di Inca Cgil, le norme studiate dal governo sarebbero discriminatorie. E a dare il via ai bonus ai migranti è stata anche una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che ha accettato con parere favorevole il ricorso di una straniera di Genova che ha fatto causa all'Inps per ottenere l'assegno. In primo grado il Tribunale ha dato ragione all'Inps, ma in secondo grado il verdetto è stato ribaltato con la richiesta di un intervento della Corte Ue. . "I cittadini dei paesi non Ue ammessi in uno Stato membro a fini lavorativi, a norma del diritto dell'Unione e del diritto nazionale – scrivono i magistrati, come ricorda l'Huff – devono beneficiare della parità di trattamento rispetto ai cittadini di detto Stato".
E questi sono i primi casi di una lunga serie. Di fatto il permesso di lungo periodo, secondo le toghe, è troppo restrittivo e difficile da ottenere. Così sia diversi Tribunali italiani che in sede Ue hanno costretto l'Inps ad erogare l'assegno anche a chi ha un permesso di sei mesi o un permesso umanitario. Adesso l'istituto di Boeri ha chiesto al governo e al Ministero dell'Economia di fornire nuove indicazioni sui requisiti per il bonus famiglia.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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