Parassiti, manipolatori dei diritti umani, ladri di vita

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Messaggioda Berto » sab dic 22, 2018 10:07 pm

Un caso demenziale: Gino Strada

Il solito delirio di Gino Strada: «Salvini bullo, disumano e volgare»
sabato 22 dicembre
Alberto Consoli

http://www.secoloditalia.it/2018/12/mig ... -e-volgare

La carica dei buonisti. C’era da aspettarselo. Con la Open Arms che provoca il governo italiano tentando di far sbarcare in Italia frotte di migranti rifiutati da Malta e con Salvini che ribadisce la chiusura dei porti per la nave Open Arms, la parola passa ai buonisti e ai teorici che la linea del rigore è una liena barbara. Stavolta non è la Boldrini, è Gino Strada ad aprire il fuoco contro il ministro. La posizione del governo è «in linea con tutte le dichiarazioni precedenti» del ministro, dice con rabbia. «La solita volgarità, assenza di umanità, il solito bullismo nell’affrontare quelle che sono tragedie per altre persone».


La carica dei buonisti

Bullo, volgare e disumano. Così Gino Strada fondatore dell’Ong italiana Emergency, commenta all’Adnkronos il diniego del ministro dell’Interno allo sbarco nei porti italiani dei 200 migranti raccolti dalla nave spagnola Open Arms. Il problema di questi buonisti alla Gino Strada è che non sono minimamente sfiorati dall’ebrezza del dubbio. Non riservano, per esempio, lo stesso giudizio a quei cattivoni di Malta che anche loro hanno chiuso i loro porti in faccia ai 200 disgraziati. No. Il giudizio vale solo per il governo italiano identificato con il Salvini “disumano e bullo”. Questi paraocchi mettono una seria ipoteca sulla serietà di tali affermazioni. Del resto, ricordiamo cosa Strada ebbe il coraggio di dire quando accusò gli italiani di essersi più preoccupati per i ragazzini tahilandesi bloccati per giorni in una grotta che per la sorte dei migranti. Il rancore ha poi la meglio sulla lucidità e Gino Strada in modalità “bava alla bocca” straparla e va fuori tema: «Spero che reagiscano in molti, che comincino a farsi sentire. Io, personalmente, non ne posso più di leggere giornali su Salvini con chi canta o con chi va a letto – prosegue Strada- Piuttosto si dedicassero di più a recuperare i 49 milioni della Lega e destinarli ai migranti». la carica dei buonisti è appena iniziata.
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Messaggioda Berto » dom apr 07, 2019 8:55 am

Migrazioni. Gad Lerner: Perché non usiamo i traghetti?
2015/11/25

https://riforma.it/it/articolo/2015/11/ ... bTbMZkjxLI

Nel suo nuovo programma televisivo «Fischia il vento», in onda da stasera su laeffe, Lerner interviene sulle politiche migratorie e darà spazio anche al progetto dei corridoi umanitari portato avanti dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio

«MIGRAZIONI, CHE FARE?»: Questo il fil rouge della nuova edizione di «Fischia il Vento» a cura di Gad Lerner che da stasera, e per sei mercoledì consecutivi, andrà in onda su laeffe. Il nuovo programma televisivo – che intreccia con piglio pragmatico reportage e film d’autore – è stato presentato ieri presso la Facoltà di scienze politiche dell’Università degli studi di Milano dallo stesso Lerner e dal sociologo Maurizio Ambrosini, con la partecipazione di Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere, Lauren Jolles, rappresentante regionale del Sud Europa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), e Paolo Naso, coordinatore della Commissione studi della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), e responsabile per i rapporti internazionali del progetto Fcei Mediterranean Hope (MH), progetto che tra le altre attività è in procinto di aprire in collaborazione con Sant’Egidio dei corridoi umanitari dal Marocco e dal Libano.
Nel 2015, almeno 615.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo per cercare rifugio in Europa, rischiando la vita su imbarcazioni di fortuna. Siamo di fronte ad un’«emergenza che non si ferma e che chiede risposte, anche scomode», dice Lerner. Cercando, appunto, di dare risposte concrete alla domanda «Migrazioni. Che fare?», Lerner - nella trasmissione del prossimo 2 dicembre - darà spazio al progetto dei corridoi umanitari di MH, finanziato con l’otto per mille dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi. Lo abbiamo intervistato.

Gad Lerner, tra le tante cose che andrà a raccontare nel suo programma «Fischia il Vento» incentrato sul tema delle migrazioni, una finestra sarà dedicata al progetto dei corridoi umanitari di Mediterranean Hope. Da cosa nasce il suo interesse per questa che è una prima sperimentazione?

«Il tema del perché non usiamo i traghetti o i voli charter mi ossessiona da qualche anno. Perché uno deve pagare 1000 euro per fare un viaggio dal Nordafrica all’Italia che in volo costa forse 100 euro, e con un traghetto ancora di meno? Ancora più platealmente: quanti europei sanno che per andare da Bodrum in Turchia all’isola greca di Kos ci sono soltanto 2 miglia e mezzo di distanza coperte in mezz’ora da un traghetto con un tariffa di 20 euro per gli adulti, 10 euro per i bambini? Quelli che hanno pianto davanti alla fotografia di Aylan, che per andare a morire con il gommone ha pagato più di mille euro, si sono fatti la domanda: ma perché non possono prendere il traghetto? Lo vado scrivendo da tempo: una soluzione è quella dei passaggi sicuri e legali verso l’Europa».

Come è venuto a sapere di questo progetto?

«Ho letto della notizia sul Redattore sociale, e subito ho trovato che fosse un modo fantastico di utilizzare l’8 per mille. Mi sono dunque affrettato a raccogliere maggiori informazioni. Avevo praticamente chiuso la trasmissione che si intitola «Salviamoli con il traghetto» e che andrà in onda il 2 dicembre. Avevo già intervistato Medici senza frontiere che ha lanciato una campagna pubblicitaria con un giubbotto salvagente che dice «Garantiamo viaggi sicuri», quando ho saputo del progetto della Fcei e di corsa sono andato a cercare Paolo Naso con il quale abbiamo integrato la trasmissione e che ieri ha partecipato al lancio della nuova edizione di «Fischia il Vento» presso la Statale di Milano. C’è una carenza impressionante di informazione sulle cose che si possono fare e che di fatto si stanno facendo, e questa è la più clamorosa: con l’istituzione di corridoi umanitari, che grazie al rilascio di visti provvisori nelle località di partenza - senza quindi dover passare dal supplizio del viaggio della morte, e senza finanziare il monopolio miliardario che abbiamo lasciato agli scafisti - si sta di fatto creando un precedente! Eppure, da tempo i corridoi umanitari sono sostenuti dalle Nazioni Unite come una priorità».

Crede che si possa trattare qui di un modello per altri paesi dell’area Schengen?

«Credo che sia una buona pratica che, pur nella sua limitatezza numerica, indica una strada. Certo, non potrebbe essere diversamente, visto che grava solo sulla buona volontà di organizzazioni non governative che ci mettono anche i soldi per il viaggio. Se il governo italiano davvero confermerà quanto ha preannunciato, che cioè rilascerà questi visti a soggetti particolarmente vulnerabili, dopo sarà meno facile usare l’argomento che non si può andare nei campi profughi, a censirli, identificarli, e selezionarli in base alla loro condizione umanitaria. Anche se saranno pochi, è una buona pratica che dovrà essere amplificata».

Confini - diritto – identità: questi sono i tre concetti a cui saranno dedicate le puntate di «Fischia il Vento»: quanto incide la sua biografia personale sull’approccio a queste tematiche? Lei che dal Libano a tre anni è giunto in Italia e per 27 anni è stato apolide, prima di ottenere la cittadinanza?

«Ogni mattina mi sveglio pensando alla fortuna sfacciata che ho avuto nella vita. Io sono figlio di diverse migrazioni. Alla storia della mia famiglia che senza passaporto ha lasciato il Libano, si deve aggiungere la precedente migrazione provvidenziale dei miei nonni, che lasciarono quella che oggi è l’Ucraina, la Galizia ebraica, poco prima che tutto il resto della famiglia venisse sterminato. Posso dire che la migrazione può essere davvero provvidenziale nella sorte di una persona, una famiglia o di un popolo. Andarsene in certi momenti è salvifico. Nel mio caso mi ha riservato una fortuna straordinaria e immeritata. Non posso non pensarci continuamente. E non posso non immedesimarmi in chi oggi questo viaggio lo deve compiere in condizioni ben più drammatiche di quelle in cui l’ho fatto io».

FISCHIA IL VENTO di Gad Lerner, prodotto da PMG per laeffe, la TV di Feltrinelli, e la Repubblica, è in onda ogni mercoledì da oggi, 25 novembre, alle 21 su laeffe (can. 50 DTT e Tivùsat, 139 di Sky) e su Repubblica.it. Il programma ha ricevuto il Patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
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Messaggioda Berto » dom apr 07, 2019 8:56 am

La bufala del clima d’odio
Il blog di Andrea Indini
21feb 19

http://blog.ilgiornale.it/indini/2019/0 ... lima-dodio

Ci risiamo con l’emergenza razzismo. Ci risiamo con il clima d’odio dilagante. La sinistra torna a infiammarsi contro Matteo Salvini addossandogli le colpe di qualsiasi cretino che se ne va a zonzo a scrivere sui muri parolacce e minacce contro gli extracomunitari o che si permette di insultare un bambino in classe per il colore della sua pelle. Questa gentaglia non rappresenta certo l’Italia. Sono cretini e basta. E la loro idiozia nulla ha a che fare con l’impegno del governo a contrastare l’immigrazione clandestina o ad attuare politiche che garantiscano maggiore sicurezza nel Paese.

Possiamo starne certi: finché Salvini sarà al governo, la sinistra, certe correnti della Chiesa e, più in generale, tutte le sigle del buonismo rosso che gravitano in Italia strumentalizzeranno qualsiasi episodio di cronaca per dipingere gli italiani come un popolo di razzisti. Più la Lega salirà nei sondaggi, più ci parleranno di clima d’odio. Colpa di Salvini e del suo decreto Sicurezza. Colpa dello slogan leghista “Prima gli italiani”. Colpa delle politiche del governo che hanno aperto la “caccia allo straniero”. È questa la narrazione che i progressisti stanno mettendo in campo in vista delle elezioni europee.

Prima dell’emergenza razzismo, la sinistra si era inventata la deriva fascista. L’estate scorsa, con l’avvento di Salvini al Viminale, sembrava quasi che fosse stata ristabilita la Repubblica Sociale. I progressisti vedevano braccia alzate, episodi di intolleranza e aggressioni dietro ad ogni angolo. Una vera e propria caccia alle streghe finita in farsa quando si era scoperto che gli aggressori di Daisy Osakue, la discobola azzurra aggredita con una sassaiola di uova all’uscita dagli allenamenti, non erano pericolosi razzisti, ma giovani dementi che non conoscevano un’idea migliore per far passare il proprio tempo libero. Tra questi c’era persino il figlio di un consigliere del Pd. E così la crociata dei buonisti, che parlavano di emergenza fascismo e razzismo, era scemata in niente.

Oggi la sinistra è nuovamente scesa in campo, ancora più agguerrita di prima. Lo ha fatto cercando l’incidente a Sanremo. E ci riprova quotidianamente trasformando qualsiasi episodio di violenza razzista in un capo d’accusa contro il governo gialloverde e, in particolar modo, contro Salvini. Ma non bisogna cadere in questa trappola. Certo, è un dovere denunciare certi comportamenti perché vengano definitivamente estirpati dalla nostra società, ma non si può assolutamente legarli alla lotta all’immigrazione clandestina o alle politiche di sicurezza. Farlo significa mistificare la realtà: un manipolo di teste bacate non rappresenta la maggioranza degli italiani che, invece, chiede regole certe. Continuare a spingere l’acceleratore sull’emergenza razzismo porta soltanto ad avvelenare il clima e acuire lo scontro in un momento che, al contrario, richiede la massima tranquillità per poter ripartire.
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Messaggioda Berto » dom apr 07, 2019 8:57 am

???

La mossa dei Radicali: arriva la legge popolare per avere più immigrati
Francesco Curridori - Sab, 06/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... PxTvNT3ElA

La proposta di legge di iniziativa popolare 'Ero straniero' inizierà giovedì il suo iter alla Camera. Lo annuncia il deputato dei Radicali, Riccardo Magi

La proposta di legge di iniziativa popolare 'Ero straniero' inizierà giovedì il suo iter in commissione Affari Costituzionali della Camera.

Ad annuciarlo su Facebook è il deputato dei Radicali Riccardo Magi che rivendica il fatto che tale risultato sia arrivato con un voto unanime del Parlamento.

La proposta, partita su iniziativa dei Radicali italiani, punta a superare la legge Bossi-Fini. "Si tratta di un primo ma decisivo passo per tornare a parlare di inclusione e di canali legali di ingresso nel nostro Paese, senza demagogia e a partire da un'analisi seria e realistica del fenomeno", spiega Magi. "Tra le proposte contenute nella legge - aggiunge l'esponente dei Radicali - l'introduzione di canali diversificati di ingresso per lavoro, di forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio e misure per l'inclusione sociale e lavorativa dei cittadini stranieri".

La soddisfazione del deputato dei Radicali: "C'è un Paese diverso"

Secondo Magi "la calendarizzazione di questa proposta di legge di iniziativa popolare è anche un'occasione preziosa per iniziare a cambiare il dibattito pubblico e politico sul tema dell'immigrazione: un dibattito che in questi mesi tocca forse il suo punto più basso". Un traguardo raggiunto grazie all'aiuto di tanti volontari e che, secondo il deputato dei Radicali, dimostra "che c'è un Paese diverso: un Paese che non vuole muri, ma chiede invece un deciso cambio di rotta sull'immigrazione, con soluzioni di governo efficaci, legali e umane per costruire una società accogliente e sicura per tutti".
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Messaggioda Berto » dom giu 02, 2019 8:07 am

"Immigrazione e multiculturalismo Il silenzio degli «accoglienti»"
Da Il Corriere del 25/05/2019
Ernesto Galli della Loggia

https://alleanzacattolica.org/immigrazi ... t.facebook

Vi sono libri importanti in ragione del loro argomento e del modo in cui esso viene trattato, oppure in ragione di qualche peculiarità del loro autore, e vi sono libri, poi la cui importanza dipende da un’altra ragione ancora: dal clamore straordinario o all’opposto dal silenzio sospetto che li accoglie. Il libro di Raffaele Simone L’ospite e il nemico (Garzanti) ha la singolarità di segnalarsi per tutti e tre i motivi ora detti: non solo perché tratta di un tema chiave come la grande migrazione dal Sud del mondo di cui l’Europa è la meta da anni, ma perché il tema stesso, a differenza di tante altre pubblicazioni analoghe, è svolto in modo quanto mai documentato e soprattutto con una totale spregiudicatezza; infine perché dell’uscita del libro nessuno ma proprio nessuno ha mostrato di accorgersi. Un silenzio davvero singolare per non autorizzare un dubbio: e cioè che il mainstream culturale devoto al politicamente corretto — il Club Radicale come viene definito in queste pagine — abbia così voluto punire chi mostrava di non tenere alcun conto delle sue fisime e dei suoi tabù. Soprattutto perché chi osava tanto era uno studioso come Simone — il quale, lo ricordo, professionalmente è un linguista — la cui produzione di saggistica politica si è sempre mossa in una prospettiva schiettamente di sinistra. E che dunque oggi al suddetto Club deve essere apparso un transfuga, un traditore.

Che cosa sostiene di così scandaloso per il benpensante progressista il libro di cui stiamo parlando? Innanzitutto un criterio di metodo: «Non c’è nessun immigrato, in quanto persona, leggiamo, che visto da vicino, non susciti compassione e impulso al soccorso (…). Ma si possono osservare i fenomeni collettivi persona per persona?». Simone non ha dubbi: non è possibile. L’immigrazione verso l’Europa è un evento di una tale vastità potenziale che, incontrollato, non potrebbe che condurre questa parte del mondo a un’autentica catastrofe, più o meno analoga a quella rappresentata a suo tempo dalle invasioni barbariche. Si tratta di una presa di posizione niente affatto ideologica: infatti è davvero impressionante, in proposito, la vasta e varia documentazione, la quantità di notizie, di dati, di fatti di cronaca, circa le conseguenze negative già in atto o assai prevedibili contenute nel libro. Il cui autore, proprio perciò, sottolinea come siano a dir poco sorprendenti lo «spesso clima di ipocrisia e di falsità», «la sceneggiatura irenico-umanitaria» e la «sconsiderata rilassatezza» delle politiche migratorie praticate finora: attuate «quasi tutte — si aggiunge — contro il parere del popolo». Ce n’è abbastanza, come si vede, per giustificare la censura decretata al libro dal Club Radicale.

Sono due i principali obiettivi della polemica di Simone, dura quanto lucidamente argomentata. Il primo è l’insulsa colpevolizzazione che da tempo l’Europa va facendo del proprio passato, alimentando un vero e proprio odio di sé che in particolare il suo ceto politico-intellettuale e la sua scuola non si stancano di accrescere, costruendo l’idea di un debito che il continente sarebbe oggi chiamato giustamente a pagare, ad espiazione delle sue passate malefatte verso i popoli del Sud del mondo, sotto forma per l’appunto di un indiscriminato obbligo di accoglienza.

Ne è nata una vera e propria «cultura del pentimento e della discolpa» ormai diffusa in tutta la sfera pubblica occidentale, che conduce a considerare ad esempio come delittuosa «islamofobia» ogni pur ragionata valutazione critica della religione e della cultura islamiche. Arrivando, ad esempio, perfino al caso di indagini di polizia che in più occasioni tacciono l’origine islamica dell’indagato per il timore d’incorrere nell’accusa di razzismo. Secondo Simone si tratta di un indirizzo ideologico che, appunto per la «bramosia di penitenza» di cui si sta parlando, tende alla fine a cancellare il carattere fondamentale dell’identità europea, fondata sull’assoluta peculiarità del binomio Cristianesimo-Illuminismo e dei suoi mille esiti positivi rispetto a qualunque altra cultura. Sfidando il politicamente corretto l’autore ha il coraggio di porsi una domanda decisiva: «Cosa vogliamo preservare da qualunque rischio di alterazione? (…) Ci sono valori europei (corsivo nel testo) che bisogna assolutamente proteggere?».

Il secondo dei due principali bersagli del libro è la latitudine tendenzialmente indiscriminata del concetto di accoglienza, che è stato il criterio morale di fondo a cui il politicamente corretto occidentale si è fin qui sentito in dovere di guardare, sia pure con le inevitabili incertezze e contraddizioni del caso.

Ricordando come nell’antichità indoeuropea ospite e nemico fossero indicati dalla stessa parola (ne è rimasta traccia in latino: hospes/hostis) Simone fa una distinzione assai importante. Un conto è il diritto all’ospitalità, cioè ad essere accolto temporaneamente in un luogo e con il beneplacito dell’accogliente — secondo il modello così diffuso in moltissime culture — un conto ben diverso è il presunto diritto a stabilirsi dove uno vuole, indipendentemente dalla volontà (e dal numero!) di chi in quel luogo abita da tanto tempo, avendovi magari profuso da generazioni lavoro e cura per renderlo ciò che esso è oggi. Senza dire che quando parliamo di ospitalità intendiamo da sempre quella riservata ad una sola persona o ad un piccolo gruppo, non di certo a una massa. In questo caso sembra davvero più appropriato parlare al limite di invasione anziché di ospitalità.

Presumere che esista un diritto all’accoglienza illimitata comporta logicamente né più né meno che teorizzare la cancellazione virtuale dei confini: cioè di qualcosa che l’autore stesso definisce «una necessità etologica dei gruppi umani».

Naturalmente nessun «accogliente» ha il coraggio politico e intellettuale di trarre una simile conseguenza dalla propria posizione. La retorica serve per l’appunto a rimediare a questa falla dispiegando le sue armi, quelle che Simone chiama per l’appunto le «retoriche dell’accoglienza» (da «siamo stati tutti migranti e siamo tutti meticci» a «dall’arrivo dei migranti abbiamo da trarre solo vantaggi» e così via seguitando). Retoriche che egli smonta una per una, con precisione, con i fatti, ragionando. Un libro assolutamente da leggere, insomma, non foss’altro che per discuterlo: proprio come al Club Radicale non piace mai fare con chi non la pensa come lui.
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Messaggioda Berto » mer lug 10, 2019 5:46 am

Il monsignore Lojudice: "Giusto ribellarsi ai decreti sicurezza"
Elena Barlozzari Francesco Curridori
Dom, 23/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/roma/mons ... QFocEnI52Q

Monsignor Paolo Lojudice, segretario della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei, difende gli occupanti di Action e spiega: "Non tutte le leggi sono uguali e sono giuste. Per il cristiano è prevista l’obiezione di coscienza”

“Perché l’elemosiniere non viene anche da noi?". Da quando monsignor Konrad Krajewski è andato a riallacciare la corrente elettrica allo Spin Time Labs, tutti coloro che vivono nelle occupazioni della Capitale sperano di ricevere lo stesso trattamento.


Quello strano feeling tra Action e Vaticano

Quel gesto ha “sdoganato” una certa contiguità morale e valoriale tra i “preti di periferia” e i movimenti di sinistra di lotta per la casa. Una realtà che era stata tenuta seminascosta e confinata ai casi di don Andrea Gallo, di dichiarata fede comunista, ma che, ora, pare aver raggiunto le più alte sfere del Vaticano. L’eccezione che diventa prassi. “Credo che il Papa si stia facendo promotore di un’alleanza tra le nuove povertà per costruire delle politiche che riducano le diseguaglianze e restituiscano i diritti alle persone”, ci dice il fondatore di Action Andrea Alzetta, detto Tarzan, a margine di un incontro sulla “rigenerazione urbana” che si è tenuto nel quartiere Eur Mostacciano di Roma, a pochi chilometri dall’occupazione degli stabili di viale del Caravaggio, in cima alla lista degli immobili prossimi allo sgombero.

La tensione, dopo la stretta sulle occupazioni voluta dal ministro Matteo Salvini, è palpabile, ma i movimenti per la casa giocano di sponda con il Vaticano. “Il gesto dell’elemosiniere è riuscito a ribaltare il racconto e a far vedere che esistono persone che fanno dei lavori talmente mal pagati che non possono permettersi un affitto”, spiega Tarzan che, nel corso del suo intervento, ha rivelato che le istituzioni ora sono molto più disponibili ad aprire una trattativa per salvare lo Spin Time Labs. “Le persone sono fatte di carne e ossa, non è che spariscono se fai un appello alla legalità. Puoi liberare un palazzo ma le persone restano in strada”, aggiunge Tarzan che, come ha documentato un recente reportage de ilgiornale.it, ha fatto dello Spin Time Labs il suo regno.


Monsignor Lojudice: "Per i cristiani esiste l'obiezione di coscienza"

Una visione del mondo, quella di Tarzan, condivisa anche da monsignor Paolo Lojudice, segretario della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei. “Per me dove c’è un essere umano, la Chiesa c’è. Se ci persone in uno stato di bisogno, la Chiesa ha il dovere di esserci”, ci dice Lojudice, ex ausiliare di Roma Sud e neo arcivescovo di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino. “La fede cristiana non è intimistica ma coinvolge l’umanità e per questo la Chiesa è stata accusata anche di ingerenza nel contesto civile e politico. Poi l’enciclica Laudato sì di Papa Francesco ha spalancato una porta, soprattutto sul mondo laico e civile”, spiega ancora monsignor Lojudice. La linea tracciata dal Vaticano è chiara: le persone vengono prima delle leggi ed è in questo solco che si inserisce il gesto dell’elemosiniere vaticano Konrad Krajewski, a detta di Lojudice, il vero e proprio “braccio destro del Papa”. “Non tutte le leggi sono uguali e sono giuste. Ci sono delle leggi che un cristiano non può condividere, proprio alla luce della fede di fronte alla quale, come prevede lo statuto di un cristiano, è prevista l’obiezione di coscienza”, precisa il porporato per spiegare e difendere ancora una volta la scelta di Krajewski. “Ma la cosa più importante - aggiunge - è fare in modo di animare l’opinione pubblica affinché quella legge sia cambiata”. Sembra a suo agio, Lojudice, tra gli esponenti dei movimenti di lotta per la casa, gente che come lui non condivide le politiche del Viminale. “Io direi di sì…”, è la sua primissima risposta alla domanda se un cristiano debba o possa ribellarsi anche alle leggi del ministro Salvini. “Non è mio compito entrare nel merito ma – sottolinea - certamente i decreti sicurezza su alcune cose lasciano un po’ perplessi. Bisogna affrontare queste questioni in maniera un po’ seria e non con slogan solo perché in questo momento si prendono più voti”.


Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.
viewtopic.php?f=196&t=2876
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727

Ecco un caso esemplare di cattiveria, disumanità, irresponsabilità, criminalità e inciviltà travestito da bontà, umanità, responsabilità, buon senso, giustizia e civiltà.
Carola Rackete


Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.
viewtopic.php?f=205&t=2668

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 2617721208

Questi non salvano vite ma ci tolgono la vita; questi sono criminali che violano i nostri diritti umani e civili.
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Messaggioda Berto » mer lug 10, 2019 5:49 am

Revoca della cittadinanza onoraria a Saviano: mozione della Lega a Verona
Giorgia Baroncini - Mar, 09/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... _zP2yGja0A

Il consigliere comunale della Lega Alberto Zelger ha proposto di revocare la cittadinanza onoraria allo scrittore: "Troppi attacchi a Salvini". E il Pd insorge

Revocare la cittadinanza onoraria del Comune di Verona a Roberto Saviano.
È la proposta del consigliere comunale della Lega Alberto Zelger.

Secondo il leghista, che ha depositato una proposta di delibera contro lo scrittore, Saviano ha attaccato a più riprese Matteo Salvini e per questo non merita il riconoscimento del Comune, arrivato nel 2008 per i meriti nella denuncia dei crimini della camorra attraverso la pubblicazione dei suoi libri.

"Non risulta che Roberto Saviano abbia mai sentito la necessità di ringraziare il Comune per tale riconoscimento o abbia espresso la volontà di venire a ritirarlo", si legge nella proposta di delibera dove viene sottolineato anche che "Nel settembre del 2017 Saviano è stato condannato in terzo grado di giudizio dalla Corte di Cassazione per plagio. Vista questa sentenza, si indeboliscono quindi le motivazioni per cui è stata conferita la cittadinanza".

Lo scrittore però è soprattutto "colpevole" per aver attaccato il leader della Lega Salvini. "Più volte ha manifestato il suo disprezzo nei confronti di Matteo Salvini, fino al punto di essere querelato dallo stesso Ministro, per aver pronunciato e scritto sui social frasi del tipo 'Buffone, non ho paura di te. Sei ministro della malavita'", si legge ancora nel documento. Parole così forti che hanno spinto Zelger ha proporre la revoca della cittadinanza onoraria.

La reazione

Il Pd insorge. "Questa volta il consigliere veronese Alberto Zelger smette i panni del familista integralista e omofobo e si erge a difensore del buon nome del suo capo", ha attaccato la parlamentare veronese dem Alessia Rotta, come riporta il Gazzettino.

"Il primo firmatario della mozione antiabortista approvata a Verona, quello secondo cui la legge sull'aborto non dovrebbe esistere e per il quale gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie usa Saviano per avere un po' di visibilità. La cittadinanza onoraria - ha concluso Rotta - viene data dalla città e non si revoca sulla base di quanto si è graditi o meno al capo politico di un partito di maggioranza".


Alberto Pento
Saviano è un nazi comunista, bugiardo, arrogante e ignorante, pro invasione dei clandestino,antisraeliano, antiamericano, filo nazi maomettano, anti veneto, anti diritti umani, civili e politici dei cittadini italiani ed europei


Fascisti e antifascisti, nazisti, comunisti, maomettisti e zingari, la loro disumanità e inciviltà
viewtopic.php?f=205&t=2731
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