Parassiti, manipolatori dei diritti umani, ladri di vita

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Messaggioda Berto » mer lug 25, 2018 6:45 am

Roberto Saviano, l'appello disperato agli amici vip di sinistra contro Salvini: "Perché state zitti?"
24 Luglio 2018

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... lvini.html

Roberto Saviano non trova una spiegazione al fatto che buona parte di scrittori, attori, intellettuali e vari personaggi dello spettacolo non gli vadano dietro come pecore ottuse per sostenerlo nella battaglia a botte di insulti contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

In un delirante appello su Repubblica, lo scrittore si è rivolto al solito giro "de sinistra" sperando di raccattare qualche adesione: "Dove siete? - si chiede disperato - Perché vi nascondete? Amici cari, scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori, sceneggiatori, produttori, ballerini, medici, cuochi, stilisti, youtuber, oggi non possiamo più permetterci di essere solo questo. Oggi le persone pubbliche, tutte le persone pubbliche, chiunque abbia la possibilità di parlare a una comunità deve sentire il dovere di prendere posizione. Non abbiamo scelta".

La presunzione di Saviano è di conoscere le ragioni altrui senza sentire il bisogno di sapere cosa ne pensano davvero gli altri. Così si lancia nell'analisi del perché, secondo lui, non ci sono altri scrittori che starnazzano contro il governo: "Oggi tacere significa dire: quello che sta accadendo mi sta bene. Ogni parola ha una conseguenza, certo, ma anche il silenzio ha conseguenze, diceva Sartre. E il silenzio, oggi, è un lusso che non possiamo permetterci. Il silenzio, oggi, è insopportabile". E di insopportabilità Saviano è uno che se ne intende.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » dom set 02, 2018 11:14 am

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Messaggioda Berto » dom set 02, 2018 11:14 am

I “nuovi italiani” e quello strano bisogno di difenderci da un nemico che non esiste
maria corbi
2018/09/02
http://www.lastampa.it/2018/09/02/cultu ... agina.html

Cara Maria, questa notte non riuscirò a chiudere occhio per l’agitazione pensando a quello che mi attende domani mattina. Alle 10,30 giurerò e diventerò cittadina italiana. Un sogno che si avvera, una grande emozione, impensabile quando sono arrivata in Italia 17 anni fa. Era l’11 settembre del 2001, il mondo era sconvolto per il terribile attacco alle Torri Gemelle a New York. Sono nata in Perù 56 anni fa, avevo un diploma da infermiera ma con il piano di privatizzazioni dell’allora presidente Fujimori avevo perso il lavoro e non era stato facile trovarne un altro. Grazie a un amico tedesco sono venuta in Europa con un visto turistico. Volevo ricostruirmi un futuro e ho lavorato sodo. Ho fatto la collaboratrice familiare, ho cresciuto bambini, ho accudito anziani. Non sono mai stata senza lavoro e ho potuto dare una mano alla mia famiglia in Perù. Ho incontrato gente meravigliosa che mi ha aiutato, mi ha sempre trattato con rispetto, mi ha pagato i contributi, permettendomi di restare nel Paese, in regola con la legge. Ed è grazie a questi italiani che ho potuto chiedere la cittadinanza dopo dieci anni di lavoro in Italia. Il procedimento è durato 5 anni. Lo considero un premio per i miei sforzi, ma sono stata anche fortunata, perché ad altre mie amiche non è andata così bene. Tante sono costrette a pagarsi i contributi da sole se vogliono avere il permesso di soggiorno. Arriva meno gente ormai in Italia dal mio Paese e molti sono tornati a casa. Gli Stati Uniti sono il sogno per chi vive oggi in America Latina. Qui e in Europa non si trova più lavoro come nel passato e gli anziani con le loro pensioni fanno fatica a pagarsi una badante. A me è andata bene, ma oggi c’è un clima diverso in Italia. Domani, per la cerimonia del giuramento, mi metterò il vestito più bello che ho e mi prenderò un giorno di vacanza. Mi hanno detto che il tutto durerà solo pochi minuti, ma per me sarà una giornata indimenticabile. Ho potuto scegliere che coincidesse con il giorno del mio compleanno, perché quello è il regalo più bello che potessi farmi. Questo è il Paese che mi ha dato tanto, al quale sono riconoscente e nel quale ora potrò continuare a vivere da italiana.

Cara Alicia,
che bella questa lettera, che piacere leggere le parole di qualcuno che ha realizzato un sogno anche se a costo di grandi fatiche.
Auguri Alicia, benvenuta tra di noi, sei tu che stai facendo un regalo al nostro Paese, portando la tua positività, la tua tenacia, la tua capacità di andare avanti nonostante le difficoltà, il tuo entusiasmo per un Paese che non passa certo uno dei suoi momenti migliori. Purtroppo diviso da chi soffia con incoscienza (come minimo) sulle paure della gente senza pensare alle conseguenze.
Quando in una famiglia ci sono delle difficoltà la cosa peggiore che si può fare è quella di chiudersi, di pensare che rifiutando la realtà questa possa modificarsi. Invece si può cambiare il corso delle cose solo andando incontro al mondo con responsabilità. E la tua storia la dimostra.
Certo l’immigrazione incontrollata è un problema ma l’arrivo di nuovi italiani, di persone che scappano dalle difficoltà di casa loro cercando un nuovo domani nel nostro Paese sono una grande opportunità per tutti noi.
In un epoca di profili social falsi, di fake news, di una politica che manovra le emozioni delle persone attraverso il web, occorre recuperare obiettività. E lo si può fare solo con un rigoroso «fact checking» su quello che accade e raccontando storie vere di integrazione positiva. Raccontando anche che è vero che le coste italiane sono un punto di approdo per i barconi, ma le persone che sfidano la morte per fuggire da miseria e guerra poi non vogliono rimanere perché come dici tu purtroppo l’Italia non è più una terra promessa. E quindi diventa zona di transito verso mete più accoglienti e ricche. E mi sembra questo un problema su cui ragionare, visto che l’immigrazione, come dimostrano molti studi, genera più ricchezza di quanto ne sottragga.
Gli immigrati contribuiscono al Pil (si stima almeno il 10 per cento), e sono importanti per mantenere in piedi il sistema contributivo per le pensioni. Invece siamo solo qui a difenderci da un nemico che non esiste. Un «nemico» che aiuta gli anziani, che aiuta le mamme che lavorano, che viene sfruttato senza vergogna nei campi agricoli. Quindi grazie Alicia, e benvenuta tra di noi. Proud of you.



I disoccupati, i clandestini e i finti profughi disoccupati non aumentano il PIL e non pagano le pensioni ai pensionati.

È chiaramente una menzogna quello che raccontano certi fanfaroni che questi "migranti irregolari e nuovi disoccupati" possano contribuire con la loro disoccupazione ad aumentare il PIL e a pagare le pensioni dei pensionati.
viewtopic.php?f=194&t=1800


Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.

viewtopic.php?f=205&t=2668
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Messaggioda Berto » lun set 03, 2018 9:09 pm

La Mussolini sfida papa Francesco: "Accolga i migranti in Vaticano"
Sergio Rame - Lun, 03/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 70899.html

Dopo Roccadi Papa, Bergoglio torna a chiedere maggiore accoglienza. Ma la Mussolini lo attacca: "Li metta in Vaticano, così ogni vescovo se li accoglie e se li coccola"

Nel dibattito sull'accoglienza si è inserita anche Alessandra Mussolini che ha lanciato una sfida a papa Francesco.

"Accolga i migranti in Vaticano", ha tuonato la parlamentare rispondendo al Santo Padre che ieri è tornato a chiedere all'Italia maggiore reponsabilità nei salvataggi dei barconi partono dalle coste del Nord Africa.

A infiammare gli animi è stata la decisione della Chiesa di accogliere alcuni dei migranti sbarcati dalla Diciotti a Rocca di Papa. Una decisione che è sfociata in tumulti e proteste. Ieri, poi, nel messaggio di chiusura della Giornata di preghiera per la cura del creato, papa Francesco è tornato a predicare l'accoglienza parlando della acque, quelle del mare, che rappresentano i confini tra i popoli: "Preghiamo affinché le acque non siano segno di separazione tra i popoli, ma di incontro per la comunità umana. Preghiamo perché sia salvaguardato chi rischia la vita sulle onde in cerca di un futuro migliore".

L'invito di Bergoglio non è stato preso bene dalla Mosolini. Che, intervenendo ai microfoni della trasmissione L'Italia s'è desta, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano, ha chiesto al Santo Padre di prendersi in Vaticano i migranti che sbarcano in Italia. "Quando ci sono i migranti - ha affermato la Mussolini - che vanno nei comuni e i Comuni si devono sobbarcare il peso economico, è chiaro che il problema incide sui cittadini. Papa Francesco - ha, poi, continuato - potrebbe metterne qualcuno in Vaticano, visto che c'è tanto spazio, anziché dislocarli nei comuni". Spiegando, quindi, che i Comuni non hanno posto per accogliere tutti i migranti, la Mussolini ha quindi lanciato l'allarme: "Li mandano in giro e quindi ci sono spaccio, furti e stupri. Vogliamo rovinare anche Rocca di Papa. Se il papa li prende - ha, infine, concluso - li mette in Vaticano nelle mura, e ogni vescovo se li accoglie e se li coccola".



Gino Quarelo
Questo Papa è un fanfarone, un fanatico esaltato e irresponsabile, un pericolo per l'umanità intera; ha persino santificato Maometto e giustificato la strage di Charlie Hebdo compiuta perché i vignettisti si sono permessi di sbeffeggiare l'idolatra, assassino e criminale Maometto. Questo Bergoglio è una vergogna per la cristianità e un grande male per gli italiani.
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Messaggioda Berto » dom set 16, 2018 1:08 am

La Fallaci "rinnegata" perché criticava islam e immigrazione
Redazione - Sab, 15/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/spettacol ... 76238.html

Da oggi in edicola il libro che racconta la polemica «buonista» contro Oriana

I nemici di Oriana. La Fallaci, l'islam e il politicamente corretto di Alessandro Gnocchi sarà in edicola da oggi con il Giornale, a 8 euro più il prezzo del nostro quotidiano (pagg.

176, prefazione di Vittorio Feltri). Il libro racconta la Fallaci post 11 settembre 2001, quella de La Rabbia e l'Orgoglio e dei successivi La Forza della Ragione e Oriana Fallaci intervista sé stessa. L'Apocalisse. Una Oriana che vendeva milioni di copie, ma che era accusata, sui giornali e perfino in tribunale, di esser xenofoba, razzista, ignorante. La sua colpa? Aver violato i tabù dei benpensanti, esprimendo una posizione netta sull'islam, da lei ritenuto inconciliabile con i valori «occidentali», e sull'immigrazione incontrollata. Cose che non si potevano e non si possono dire senza incappare tuttora nella condanna del mondo intellettuale. Anche se la cronaca ci mostra l'attualità e la lungimiranza di quelle idee. Il libro dunque ripercorre la polemica seguita alla pubblicazione de «La Rabbia e l'Orgoglio», alla quale parteciparono Tiziano Terzani, Dacia Maraini, Umberto Eco e molti altri. Tutti schierati contro Oriana.
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Messaggioda Berto » gio dic 13, 2018 10:55 pm

Fico apre il fronte anti-Lega: "Porti aperti e no pace fiscale"
Claudio Cartaldo - Ven, 21/09/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78982.html


Roberto Fico va alla festa di Mdp e torna a parlare di immigrazione: "L'Italia deve salvare tutte le vite in mare"

Continua ad aprirsi il divario, forse potremmo chiamarla voragine, che divide Roberto Fico da Luigi Di Maio.

Non è una novità che i due abbiano posizioni diverse, soprattutto sul tema immigrazione. Più a sinistra il presidente della Camera, maggiormente pragmatico il vicepremier. Che intende mantenere vivo l’accordo con la Lega per far durare il governo.

Dopo gli scontri già avuti in passato, le dichiarazioni con cui Fico si è guadagnato la nomina a nuova guida del fronte anti-leghista del M5S, oggi tra i due c’è stato l’ennesimo scontro a distanza. Tutto ha inizio questa mattina, quando Di Maio prende la parole in una intervista e afferma che "per fortuna oggi non ci sono più Ong nel mediterraneo perché le operazioni devono farle le autorità competenti".

Il collega di Movimento resta silente tutto il giorno, finché non deve prendere il microfono di fronte alla platea della festa di Mdp, il partito di Speranza&co(mpagni). "L'Italia deve salvare tutte le vite in mare - ha detto il grillino - Se è in grado bene, se no deve chiedere aiuto a tutti. Per Fico "oggi la Libia non è in grado" di gestire i flussi migratori, "ci vogliono le elezioni, il percorso è ancora lungo". Quindi bisogna accogliere tutti?

Chissà. Di certo pare che il presidente della Camera sia ben visto nelle kermesse dei partiti di sinistra. Ricordate gli applausi alla festa dell’Unità? Ecco: all’evento di Mdp Speranza è arrivato - chissà quanto ironicamente – a drgli che sta tenendo da parte una tessera per lui.

In fondo Fico ha accarezzato il sentire della platea che aveva di fronte e non solo quando ha parlato di Ong. Prima ha evocato "la legge sul conflitto di interessi e la legge sui tetti pubblicitari", rivolgendosi a Salvini e dicendogli che "fatto questo, può andare a Arcore tutta la vita". "I Paesi di Visegrad e Orban non fanno gli interessi dell'Italia – ha detto - Noi dobbiamo distribuire i migranti perché tutta l'Europa sia accogliente" .E poi la stoccata buonista: "Siamo un Paese storicamente accogliente e l'Europa ha una tradizione sociale".

Non sono mancati, ovviamente, critiche a diversi punti della linea di governo di Matteo Salvini. E l'affondo è stato non solo a livello di immigrazione: "L'ho detto sempre sia sulla Diciotti che su situazioni di questo tipo, le navi devono entrare nei porti e le persone sbarcare - ha spiegato il presidente - Il punto è la contrattazione con l'Europa". Poi una stilettata anche sulla pace fiscale. A chi gli chiede se, anche con questo nome, sarà comunque un condono, Fico risponde così: "Le truffe semantiche sono state tante in queste Paese, come le missioni di pace che missioni di pace non erano. Sono contrario a ogni tipo di condono fiscale, comunque si chiami questo condono fiscale".
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Messaggioda Berto » gio dic 13, 2018 10:57 pm

Parlare incivile del politicamente corretto e contro i diritti umani dei nativi e cittadini europei

I clandestini esistono? Sì!
Sono coloro che entrano o permangono fraudolentemente, abusivamente, illegalmente, irregolamente in un paese altrui che non è il loro, né più né meno che entrare nella proprietà e nella casa altrui senza permesso.


???
Parlare Civile
Immigrazione irregolare o illegale
Clandestini definizione

http://www.parlarecivile.it/argomenti/i ... stino.aspx


Questa parola si è diffusa nell’uso comune dopo essere apparsa in maniera quasi ossessiva sui giornali e nelle dichiarazioni dei politici per indicare lo straniero che entra o soggiorna in un Paese in violazione delle leggi di immigrazione. Non corrisponde ad alcuna condizione giuridica. In Italia il termine clandestino fa riferimento soprattutto agli overstayers, ossia a tutti quegli stranieri che, entrati nel Paese regolarmente, restano dopo la scadenza del visto o dell'autorizzazione al soggiorno, anche se, in tal caso, il termine esatto è migranteirregolare. Clandestino non ha equivalente a livello internazionale. Negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone si parla, più correttamente, di undocumentedperson (persona senza documenti).

In origine clandestino era un aggettivo, poi si è diffuso anche come sostantivo. Deriva dal latino “clam” (di nascosto), cui si aggiunge “dies” (giorno). Letteralmente: “che sta nascosto al giorno, che odia la luce del sole, occulto”. Il significato nella lingua italiana è riferito a qualcosa che ha carattere di segretezza in quanto difforme dalla legge o dalle norme sociali e quindi perseguibile per via giudiziaria o soggetto a condanna morale. I sinonimi sono “nascosto, segreto”. L’aggettivo si riferisce a qualcosa che avviene di nascosto dall’autorità, in segreto, di soppiatto, a qualcosa di vietato: matrimonio clandestino o relazione clandestina,giornale clandestino, bisca clandestina.

Per la legge il clandestino non esiste. La parola non è presente nel testo della legge Bossi-Fini, né nel testo unico sull’immigrazione che all’articolo 10 bis disciplina il cosiddetto “reato di clandestinità”, ma non usa mai questo termine, definendolo invece: “Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”.Né tantomeno il reato di clandestinità è menzionato nel pacchetto sicurezza che lo ha introdotto, la legge 15 luglio 2009 n. 94.Quindi è un’espressione molto usata dalla politica e dai media pur senza un riferimento giuridico. La “lotta all’immigrazione clandestina” compare invece all’articolo 19 del Trattato di amicizia fra l’Italia e la Libia (Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la grande Giamahiria araba libica popolare socialista). Il trattato non è più in vigore dalla guerra in Libia del 2011.


Uso del termine

La Carta di Roma raccomanda ai giornalisti di evitare l’uso di questa parola fortemente negativa. Se anche si volesse designare come clandestino chi è entrato in un paese di nascosto e senza documenti, esiste un abuso del termine quando l’uso è eccessivamente estensivo. Ad esempio, vengono definiti clandestini molti cittadini stranieri che semplicemente non sono in regola con il permesso di soggiorno o perché scaduto (overstayer) oppure perché non appropriato burocraticamente rispetto ai motivi ufficiali della presenza. Ad esempio può trattarsi di una persona che ha il visto per studio o per turismo mentre in effetti lavora. In questi casi è corretto parlare di un migrante in condizione di irregolarità, non di clandestinità. Inoltre dal termine clandestino andrebbe espunta qualunque implicita connotazione negativa.

Ciò è particolarmente importante perché sui clandestini (veri e falsi) si è abbattuta una retorica securitaria. In particolare il pacchetto sicurezza ha rafforzato l’equazione clandestino uguale criminale, fuorilegge e delinquente, introducendo per la prima volta nell’ordinamento il reato penale di immigrazione illegale punibile con il carcere (alla criminalizzazione dei migranti irregolari si richiamano gli ultimi due titoli riportati all’inizio). Secondo questo testo, tra l’altro, i “clandestini” dovevano essere rinchiusi in galera e non potevano nemmeno sposarsi. Entrambe queste misure sono state bocciate dai giudici. Il reato di clandestinità è stato bocciato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea con la sentenza El Dridi del 2011, perché in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri (emigrare non può essere considerato un crimine da punire con il carcere). La norma che voleva impedire i “matrimoni di comodo” è invece decaduta per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale (n. 245 del 20 luglio 2011) che l’ha ritenuta incostituzionale perché il diritto al matrimonio spetta anche a chi non è cittadino italiano, “ai singoli non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani”.

“Venticinque anni fa del clandestinoera prevalentemente messo in evidenza il tratto semantico dell’invisibilità. Gli immigrati c’erano ma si vedevano poco – scrive il linguista Federico Falloppa nel saggio Razzisti a Parole – Oggi invece i migranti clandestini sono visibilissimi, tanto da essere evocati con espressioni iperboliche da rovinarci il sonno: con i loro sbarchi, le loro ondate, le loro invasioni”.

Gli sbarchi sono nell’immaginario collettivo l’emblema delle migrazioni irregolari. Ma in realtà i cosiddetti sbarchi sono nel 90% dei casi operazioni Sar (Search and Rescue) di soccorso in mare di migranti naufraghi. Nel 2011 il racconto dell’evento mediatico degli “sbarchi” sull’isola di Lampedusa ha fatto ricorso a toni allarmistici e a un lessico epocale ricco di metafore naturali e belliche, secondo una ricerca Msf/Osservatorio di Pavia. Del lessico epocale hanno fatto parte espressioni come esodo biblico e tsunami umano. Sono esagerazioni, accompagnate frequentemente nei titoli dagli immancabili clandestini. A Lampedusa esodo biblico di clandestini. Frattini vola a Tunisi per discutere dell'emergenza titola il sito internet di un quotidiano nazionale, il 14 febbraio 2011. Quell'ondata infinita: già 18mila clandestini sbarcati a Lampedusa (sito internet di un quotidiano nazionale, 28 marzo 2011). È fuga continua di clandestini Il premier: «Uno tsunami umano» (sito internet di un quotidiano nazionale, 2 aprile 2011). Il risultato è stato quello di fare apparire dei profughi (e infatti otterranno il permesso di soggiorno umanitario) come una minaccia da temere. Il primo articolo all’inizio contiene informazioni palesemente false e fuorvianti e viola la Carta di Roma. Alla data di pubblicazione, il governo italiano aveva già accordato il permesso umanitario di sei mesi ai tunisini sbarcati fino al 5 aprile, i quali non potevano più essere considerati irregolari ma beneficiari di protezioneinternazionale. Men che mai si può dire che fossero clandestini, visto che gli arrivi dalle operazioni di soccorso in mare sono state trasmesse in mondovisione. Il budget previsto per i richiedenti asilo dell’emergenza Nord Africa ovviamente non è finito in tasca ai migranti, ma agli italiani che hanno gestito l’accoglienza. Si fa addirittura credere all’opinione pubblica che essere “clandestini” conviene. Mentre, al contrario, chi varca irregolarmente la frontiera fuggendo da guerre e persecuzioni lo fa perché non ha altra scelta e sa di andare incontro a ogni genere di pericolo, compreso il rischio di perdere la vita in mare.

Legata alla guerra in Libia del 2011 c’è stata una vera crisi migratoria: 790 mila lavoratori migranti hanno attraversato il confine libico, dirigendosi in massa verso gli stati africani confinanti, Egitto e Tunisia. Appena il 3,9% ha interessato le coste di Malta e dell’Italia. Se si sommano gli arrivi dei tunisini, nel 2011 sono arrivate circa 60 mila persone. Visti gli sconvolgimenti della primavera araba, la cifra è superiore alla media (nel 2008, gli arrivi a Lampedusa erano stati 31 mila), ma non l’annunciata e temuta apocalisse con “milioni” di persone pronte a riversarsi sulle nostre coste. L’espressione “tsunami umano” usata il primo aprile 2011 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha avuto un forte impatto emotivo, considerato che neanche un mese prima tutti avevano visto in televisione le immagini del vero tsunami che aveva colpito il Giappone. I salvataggi vennero quindi associati a una sciagura nell’immaginario collettivo. L’espressione è figlia della “metafora naturale” con cui da tempo si descrivono le migrazioni come ondate. Potenti, distruttive, imprevedibili.

La parola clandestino non può essere usata come sinonimo di immigrato. Al contrario della credenza comune che vede la maggioranza dei migranti come clandestini, i regolari (oltre 5 milioni) sono dieci volte di più degli irregolari (500mila). Nel 2006 almeno il 63% degli stranieri è entrato in Italia legalmente, cioè dagli aeroporti. Gli immigrati che entrano irregolarmente in Italia sono una netta minoranza (il 36% della presenza immigrata irregolare secondo gli ultimi dati disponibili resi noti dal Viminale e riferiti al 2006), al cui interno è a sua volta minoritaria la quota di coloro che giungono via mare (il 13%). Secondo le stime del ministero dell’Interno, il 64% degli irregolari sono overstayers, scivolano nell’irregolarità in seguito alla scadenza del visto o del permesso di soggiorno.

Secondo il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), circa il 90% delle persone che richiedono protezione internazionale sono entrate in Europa in modo irregolare perché non hanno alternative. In base alla Convenzione di Ginevra il richiedente asilo non è un migrante irregolare anche se arriva senza documenti o in maniera irregolare. Quindi non è corretto definire approssimativamente clandestini i migranti che entrano in Italia in un container, nascosti dentro un tir, o sulle imbarcazioni di fortuna.

Clandestini si nasce o si diventa? È una domanda che è lecito porsi davanti alla notizia apparsa su uno dei principali quotidiani italiani che titola: “Due naufragi nel Mediterraneo. E' strage di clandestini”. In questo caso l’etichetta clandestini si riferisce a degli esseri umani che non hanno mai messo piede in Italia, perché purtroppo sono annegati in acque internazionali o marocchine. Sono morti prima di toccare non solo le coste, ma anche solo le acque italiane. Dunque non sono mai entrati in Europa da clandestini. Anche se questo articolo di cronaca risale al 2002, si tratta di una titolazione assai frequente negli ultimi anni.
Dati

Nel 2006 almeno il 63% degli stranieri è entrato in Italia legalmente, cioè dagli aeroporti, non clandestinamente. Nel 2007 per uno straniero arrivato a Lampedusa o sulle coste siciliane, il governo italiano ha chiesto l’ingresso di altri dodici stranieri per motivi di lavoro, disponendo l’ingresso di 170mila lavoratori e 80mila stagionali, a fronte di circa 20mila persone sbarcate clandestinamente.[1]

Non esistono cifre certe sulla presenza degli irregolari in Italia. Le stime più accreditate risalenti alla fine del 2010 parlano di circa 443mila stranieri irregolarmente soggiornanti in Italia, meno di uno ogni dieci regolari. Gli immigrati che entrano irregolarmente in Italia sono una netta minoranza (il 36% della presenza immigrata irregolare secondo gli ultimi dati disponibili resi noti dal Viminale e riferiti al 2006), al cui interno è a sua volta minoritaria la quota di coloro che giungono via mare (il 13%). Secondo le stime del ministero dell’Interno, il 64% degli irregolari sono overstayers, scivolano nell’irregolarità in seguito alla scadenza del visto o del permesso di soggiorno[2].

Secondo il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), circa il 90% delle persone che richiedono protezione internazionale sono entrate in Europa in modo irregolare. “Questi migranti non hanno altre alternative che tentare il pericoloso viaggio del mare per ottenere la protezione di cui hanno bisogno: sono rifugiati che scappano da guerre, violenze e persecuzioni – scrive il Cir - Ma le misure di controllo delle frontiere esterne dell’Unione e le politiche nazionali di molti paesi comunitari stanno rendendo impossibile per la maggioranza dei richiedenti asilo di entrare nel territorio dell’Unione in modo legale. Non solo, ma le persone che cercano di raggiungere l’Europa sono soggette a gravi violazioni dei diritti umani, soprattutto nei paesi di transito”[3].

In base alla Convenzione di Ginevra il richiedente asilo non è un migrante irregolare anche se arriva senza documenti o in maniera irregolare. Quindi non è corretto definire approssimativamente clandestini i migranti che entrano in Italia in un container, nascosti dentro un tir, o sulle imbarcazioni di fortuna via mare. In molti casi si tratta di potenziali richiedenti asilo.

[1] Faloppa F., Razzisti a parole (per tacer dei fatti), Editori Laterza, 2011

[2] Lai- momo e Idos, Comunicare l’immigrazione. Guida Pratica per gli operatori dell’informazione, 2012

[3] Rapporto “Exploring avenues for protected entry procedures in Europe”, che esamina il tema delle forme complementari di accesso all'asilo e alla protezione in Europa da Paesi terzi.
Alternative consigliate

Sans papier in Francia, undocumented migrant workers, persone senza documenti, formula suggerita dalle Nazioni unite, ma anche espressioni come migranteirregolare, o senza permesso di soggiorno,certamente non hanno un forte impatto discriminatorio. Anche parole più semplici come migranti, lavoratori migranti evitano i pregiudizi. Il glossario “Migrazione e Asilo” di European Migration Nerwork non contempla la voce clandestino, perché il termine più corretto è migrante irregolare. Emn spiega che la Commissione Europea utilizza solitamente nel contesto giuridico la locuzione: “cittadino di un paese terzo presente o soggiornante irregolarmente”. Nei documenti ufficiali, la Commissione utilizza il termine “irregular migrant” in modo preferenziale rispetto ai sinonimi che si basano sull’aggettivo “illegal”. In lingua inglese, si fa riferimento al Consiglio d’Europa (2006): “illegal” è usato quando ci si riferisce a uno status o a una procedura, mentre “irregular” è riferito alle persone. Oltre oceano questa è anche la battaglia civile portata avanti da Jose Antonio Vargas, giornalista statunitense di origine filippina che a giugno del 2011, in un articolo uscito sul New York Times Magazine e poi pubblicato da Internazionale, confessò di essere un immigrato irregolare e di aver falsificato i suoi documenti. Vargas ha lanciato una campagna contro l’uso della locuzione immigrato illegale. “È una definizione che disumanizza ed emargina le persone”, ha spiegato durante una conferenza sull’informazione online a San Francisco, proponendo di sostituirla con undocumented worker, lavoratore senza documenti.

Il termine profugo è consigliato da Alberto Barbieri dell’Ong Medici per i diritti umani per indicare sia chi ha fatto richiesta d’asilo in Italia o ha già la protezione internazionale (e quindi rientra nel grande gruppo dei rifugiati), sia chi passa dall’Italia ed è diretto verso paesi in cui faranno richiesta d’asilo e la cui richiesta sarà accettata (soprattutto gli afgani), ma che nel momento in cui transita in Italia è in uno stato di invisibilità e di irregolarità perché non è turista e non è ancora richiedente asilo. “È molto generico dal punto di vista giuridico – dice Barbieri – ma dal punto di vista della lingua italiana ha un senso per descrivere la loro condizione umana e delle sofferenze che hanno patito”.
Esempi / Casi tratti da testate giornalistiche

Clandestini si nasce o si diventa? È una domanda che è lecito porsi davanti alla notizia apparsa su uno dei principali quotidiani italiani che titola:

Due naufragi nel Mediterraneo
E' strage di clandestini”

Al largo della Libia affonda peschereccio: 12 morti, 56 dispersi

Sulle coste marocchine vicino al Sahara recuperati 32 corpi

In questo caso l’etichetta ‘clandestini’ si riferisce a degli esseri umani che non hanno mai messo piede in Italia, perché purtroppo sono annegati in acque internazionali o marocchine (nel caso di cui sopra). Sono morti prima di toccare non solo le coste, ma anche solo le acque italiane. Dunque non sono mai entrati in Europa da clandestini. Anche se questo articolo di cronaca risale al primo dicembre 2002, si tratta di una titolazione assai frequente negli ultimi anni.

Il 22 febbraio 2011 è da poco iniziato il flusso di profughi in fuga dopo gli sconvolgimenti sociali causati dalla primavera araba in Tunisia, Egitto e Libia. Sono sbarcati poche migliaia di profughi, ma già un quotidiano nazionale titola:

Clandestini fuori controllo E l'Italia teme l'invasione

Dopo l'intesa con Gheddafi sbarchi ridotti: da 36 mila nel 2008 a 3 mila nel 2010

All’interno dell’articolo si legge che “Gheffadi usava i clandestini come una clava”. Questo l’attacco del pezzo:

Scenari che si confondono con incubi. Che trascinano il presente in una stagione indeterminata di un tempo passato. Alla fine, Silvio Berlusconi era riuscito a imporre al leader Gheddafi l’intesa. A firmare quel controverso accordo che avrebbe risolto uno storico contenzioso, il «risarcimento» per il periodo coloniale italiano, e aperto un futuro di fruttuose relazioni economiche e politiche. E, soprattutto, chiuso il rubinetto dei flussi di clandestini che dalla Libia puntavano dritti a Lampedusa. E adesso all’improvviso tutto precipita. Senza che nessuno avesse lanciato l’allarme, avesse previsto gli scenari che si stanno rivelando drammatici.

La Libia in realtà è un paese di transito per la gran parte dei richiedenti asilo provenienti, ad esempio, dai paesi del Corno d’Africa (Somalia, Etiopia, Eritrea) dove ci sono guerre civili e dittature, che – come denunciato dal Cir – non hanno altro modo di arrivare in Europa e chiedere protezione internazionale se non il viaggio sui barconi nel Mediterraneo. La Libia non ha firmato la convenzione di Ginevra del 1951 sui diritti dei rifugiati e non ha una legislazione in materia di asilo. Nel 2010 le autorità del regime del colonnello Gheddafi hanno ordinato all'Agenzia Onu per i Rifugiati (UNHCR) di chiudere la propria sede a Tripoli e di lasciare il Paese, accusando il rappresentante Onu di avere commesso “attività illecite”. La Libia non ha nel proprio ordinamento un sistema per la richiesta e l'ottenimento dell'asilo politico. Quindi chiamare ‘clandestini’ gli immigrati in fuga dalla guerra in Libia o i potenziali rifugiati di paesi terzi provenienti da Tripoli, risulta scorretto in termini informativi.

Sempre sulla confusione fra potenziali richiedenti asilo/profughi e clandestini, di seguito un altro caso

L’11 marzo 2012 un’agenzia di stampa nazionale scrive:

“Immigrazione: scoperti 21 clandestini in porto Bari, arresto
Tutti afgani, sono stati rimpatriati”.

Si tratta di una doppia operazione di polizia nel porto del capoluogo pugliese. Dal testo apprendiamo che “Il primo gruppo di extracomunitari - 18 uomini di eta' compresa tra i 20 e i 27 anni - e' stato trovato nel rimorchio di un Tir. Altri tre immigrati - una famiglia composta da padre, madre e da un bimbo di tre anni - e' stata trovata su un'auto condotta da un cittadino bulgaro, che e' stato arrestato”. Dettagli che, insieme alla nazionalità dei migranti, tutti afghani fra cui una famiglia con un bambino piccolo, fanno capire che si tratta più che altro di profughi, in fuga dalla guerra in Afghanistan e dunque potenziali richiedenti asilo. Non è poi specificato in quale paese sarebbero stati rimpatriati, visto che difficilmente saranno stati portati a Kabul. Più probabilmente sono stati condotti in Grecia, paese di primo ingresso sulla rotta europea per molti profughi provenienti dai paesi asiatici.

L’Osservatorio antidiscriminazioni di Venezia, riporta in un dossier alcuni titoli di giornali locali che esemplificano l’associazione arbitraria fra il clandestino e il criminale.

Caccia ai covi dei clandestini

quotidiano locale, 14 ottobre 2011)

Controlli anti clandestini. Trovati solo regolari Senza riscontri di presenze di individui clandestini (…) l'obiettivo è stanare eventuali clandestini che possano risultare pericolosi per la comunità, alimentando attività di spaccio o furti.

(quotidiano locale, 4 febbraio 2012)

Il Sant’Elena sotto sequestro. Era un rifugio per senzatetto, clandestini e poco di buono, teatro di una sospetta violenza sessuale la scorsa estate

(quotidiano locale, 10 novembre 2011)

Troppi pregiudicati. Chiuso il “Bar centrale” Poi una serie di gestioni discutibili lo ha fatto conoscere come ritrovo di malviventi e clandestini.

(quotidiano locale 22 gennaio 2012)

La storia recente dell’Italia ha vissuto periodi particolarmente delicati per la convivenza civile fra popolazione e migranti. Uno di questi è stato sicuramente l’arrivo di profughi dal Nord Africa a causa delle rivoluzioni della Primavera araba nel 2011. Il flusso (in realtà per niente enorme) di migranti in fuga dagli sconvolgimenti politici in Tunisia, ricorda ciò che accade esattamente vent’anni prima con gli albanesi. Il crollo del regime ha fatto saltare il ‘tappo’ alla frontiera e una bella fetta di giovani si è riversata sull’Europa del benessere alla ricerca di condizioni di vita migliori, approfittando del varco temporaneo che si è creato durante la fase di vuoto di potere e sulla spinta del desiderio di libertà. In queste fasi, è particolarmente grave l’uso della parola clandestino che rischia di pregiudicare la coesione sociale e incitare all’odio, come nell’esempio che segue.

Incentivi a delinquere. Ai clandestini di Lampedusa 1.500 euro

Gli immigrati tunisini si beccano una diaria da 30 euro a testa e, per stare lontani dalla strada, possono svolgere lavori socialmente utili che vengono retribuiti. Non pagano affitti né bollette: alla fine intascano più loro dei nostri cassaintegrati.

INVESTIMENTO Chi ha investito i suoi averi in un viaggio dalla Tunisia su una carretta del mare, finisce per ammortizzare nel giro di un mese tutta la spesa

(quotidiano nazionale, 24 aprile 2011)

Abbiamo fatto i conti in tasca agli immigrati. Da un calcolo approssimativo e svolto per difetto, risulta che s’intaschino 1.500 euro al mese. Abbondanti ed esentasse, nel senso che non debbono pagare né l’affitto di casa né le utenze di luce e gas, hanno diritto all’assistenza sanitaria e a tutti servizi sociali. Ci pensa il Comune incui sono stati smistati, che elargisce loro una diaria giornaliera di 30 euro e in più deve provvedere a tenerli occupati, per evitare il vagabondaggio e la delinquenza. Allo scopo si fa scattare il meccanismo dei lavori socialmente utili. La retribuzione è scarsa, francamente, e difficilmente supera i 3 euro l’ora. Però, se si ha voglia di darsi da fare, si possono guadagnare quotidianamente 24 euro che, moltiplicati per 26 giorni lavorativi, fanno 624 euro. Se li si somma ai 900 euro spettanti di diritto, il totale è 1.524 euro al mese. Una bella sommetta. Un cassintegrato qualsiasi se la sogna. Mentre invece uno che ha investito i suoi averi in un viaggio dalla Tunisia su una carretta del mare, finisce per ammortizzare nel giro di un mese tutta la spesa affrontata. Ora va molto di moda chiamarli migranti economici, ma per il bilancio dello Stato non lo sono un granché. Tutto l’inghippo si nasconde dietro l’articolo 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 aprile scorso, che indica le «misure di protezione temporanea per i cittadini stranieri affluiti dai Paesi nordafricani». Non si dice mica quanti soldi si distribuiscono per l’emergenza. […]

Le informazioni contenute in questo articolo sono false e fuorvianti e il pezzo viola palesemente le regole della Carta di Roma (vedi). Ciò è reso ancora più grave dal fatto che è stato pubblicato nelle prime pagine del quotidiano e quindi è stata data grande enfasi a un’informazione completamente scorretta. Cominciamo dal titolo. Alla data di pubblicazione, il governo italiano aveva già accordato il permesso umanitario di sei mesi ai tunisini sbarcati fino al 5 aprile, i quali non potevano più essere considerati ‘irregolari’ ma beneficiari di protezione internazionale (vedi). Men che mai si può dire che fossero clandestini, visto che gli arrivi dalle operazioni di soccorso in mare sono state trasmesse in mondovisione. Il budget previsto per i richiedenti asilo dell’emergenza Nord Africa ovviamente non è finito in tasca ai migranti, ma agli italiani che hanno gestito l’accoglienza. Per approfondire la questione, leggi la voce emergenza. Si fa addirittura credere all’opinione pubblica che essere “clandestini” conviene. Mentre, al contrario, chi varca irregolarmente la frontiera fuggendo da guerre e persecuzioni lo fa perché non ha altra scelta e sa di andare incontro a ogni genere di pericolo, compreso il rischio di perdere la vita in mare.
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Re: Parassiti, manipolatori dei diritti umani, ladri di vit

Messaggioda Berto » gio dic 13, 2018 11:00 pm

Moavero contro Salvini: "Siamo stati emigranti, ricordiamocelo quando altri arrivano in Europa"
17 Ago. 2018

https://www.tpi.it/2018/08/08/moavero-s ... I2iPPRD11o

Il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha contraddetto la linea politica del ministro dell’Interno Salvini oggi, 8 agosto 2018, nel corso della commemorazione per il disastro di Marcinelle, in Belgio (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale sul governo).

L’evento era dedicato al ricordo delle 262 vittime, di cui 136 italiani, che persero la vita nell’incendio alla miniera del Bois du Cazier, l’8 agosto del 1956.

“Non dimentichiamo che Marcinelle è una tragedia dell’immigrazione, soprattutto ora che tanti vengono in Europa”, ha detto il ministro.

“Non sottostimiamo la difficoltà di gestire un tale fenomeno, ma non dimentichiamo che i nostri padri e nonni erano migranti”.

“Siamo stati una nazione di emigranti, siamo andati stranieri nel mondo cercando lavoro”, ha continuato Moavero, esprimendo così la sua linea in merito all’immigrazione.

“Bisogna ricordarlo quando vediamo arrivare in Europa i migranti della nostra travagliata epoca”.

Il ministro degli Esteri ha usato la tragedia di Marcinelle per fare un parallelo tra le sofferenze patite dagli italiani e i migranti provenienti oggi dall’Africa alla ricerca di un futuro migliore.

“La tragedia di Marcinelle rappresenta prima di tutto la memoria del nostro Paese, del ricordo di tante persone che lasciavano l’Italia per andare a trovare un lavoro fuori”, ha dichiarato il ministro.

“Noi dobbiamo essere fieri di aver costruito un Paese che è riuscito a dare per tante generazioni lavoro in Italia senza più doverlo abbandonare. Oggi che siamo nei postumi della crisi economica, e che siamo di fronte alle sfide della migrazione, non dobbiamo dimenticare queste tragedie del passato che fanno parte di noi stessi, di quello che siamo stati e di quello che siamo”.

Gli italiani, sottolinea quindi il ministro, sono stati a loro volta dei migranti, costretti a lasciare il proprio paese per cercare fortuna all’estero.

“Siamo stati, fino ai primi anni Sessanta del Ventesimo secolo, appena ieri, una nazione di emigranti nel mondo” ha sottolineato Moavero.

“Anche in Europa siamo andati stranieri, in paesi stranieri, cercando lavoro. Partivamo, sovente con grandi disagi, alla volta di quegli stessi Stati europei (Belgio, Francia, Germania e altri) nei quali adesso possiamo andare a lavorare: cittadini dell’Unione europea, fra altri cittadini della medesima Unione europea, con analoghi diritti e doveri”.

“Gli italiani emigrati e i loro discendenti hanno saputo inserirsi, a pieno titolo, con valore e vigore, nelle realtà estere in cui si erano recati”.

Nella stessa giornata, anche il presidente della Camera, Roberto Fico, ha espresso il suo dissenso verso la linea di Matteo Salvini in tema immigrazione.

“Le vie legali di accesso sono coerenti al cento per cento con la lotta alla tratta degli esseri umani. Un’immigrazione controllata, sostenibile, come avviene in Canada, può portare benefici per tutti. Dove questo non avviene, dove non si integra, crescono lo scontro sociale e la paura”.




E ci risiamo con questa storia. Non se ne può più!
https://www.facebook.com/adriano.marche ... 2627539955

Come se i nostri emigranti fossero andati clandestinamente, con barconi e gommoni alla conquista di altre terre.
Gentile sig.Moavero, ministro degli esteri, lei in PRIMIS dovrebbe sapere che i nostri emigranti partivano soltanto se gli stati richiedevano manodopera;
Dovrebbe sapere che:
- venivano visitati, vaccinati, radiografati fino all'alluce del piede destro e sinostro;
-non dovevano avere avuto in famiglia ascendenti e discendenti con malattie contagiose e se per caso gli mancava un dente non li facevano nemmeno partire.
Non hanno mangiato carne umana, non hanno stuprato, violentato etc, e se lo avessero fatto li avrebbero seduti su una bella sediolina elettrica e Amen!
Qui invece, non solo li andiamo a prendere fin sotto casa, come se avessimo chissà quanto lavoro da offrire, ma addirittura ne importiamo anche le malattie, peraltro contagiose e pericolose, gravando su un sistema sanitario già compromesso per mancanza di medici e di fondi.
Questi signori clandestini, che non scappano da niente, usufruiscono del "tutto gratis" (medici di base, medicine, ospedali, cure etc.) mentre per noi andare in farmacia equivale a fare la spesa al supermercato.
Di questi clandestini, che arrivano allettati da una becera, bugiarda e falsa propaganda per sradicarli dalle loro terre, al fine di renderle di più facile conquista, addirittura viene giustificato qualsiasi crimine per mancanza di "codici culturali" (allucinante cosa si inventano) e rimessi sulla strada a commetterne altri.
Un ministro degli esteri non ha bisogno che queste cose gli vengano dette. Le sa benissimo e anche meglio di noi.
Penso invece che di piani, oltre a quelli che sono venuti alla luce, ce ne siano altri, magari ancora più subdoli.
Sig. ministro degli esteri, il suo voler mettere le due cose sulla stessa bilancia, è un modo per metterci a tacere?
In ogni caso, siccome ritengo che simili paragoni siano molto offensivi per tutti gli italiani che sono regolarmente emigrati, con tanto di visto e passaporto, e tanti hanno dato lustro ai paesi che li hanno accolti, pregherei il sig. ministro di astenersi da simili considerazioni.
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Parassiti, manipolatori dei diritti umani, ladri di vita

Messaggioda Berto » gio dic 13, 2018 11:02 pm

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Re: Parassiti, manipolatori dei diritti umani, ladri di vit

Messaggioda Berto » gio dic 13, 2018 11:03 pm

Favorire l'immigrazione e l'emigrazione clandestina è un crimine universale
viewtopic.php?f=194&t=2754


Parassiti, bugiardi, manipolatori dei diritti umani e ladri di vita ma che si propongono come presuntuosi e arroganti salvatori degli uomini e dell'umanità, solo che laddove questi operano spesso e volentieri la gente muore.
viewtopic.php?f=205&t=2668
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 2617721208



Mimmo Lucano va all'attacco: "Dl Salvini è una legge disumana"
Franco Grilli - Lun, 03/12/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... mzkEVXuhLw

Il sindaco di Riace, indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, è tornato ad attaccare il ministro e il governo

Mimmo Lucano, il sindaco di Riace sospeso dall'incarico e indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, torna a tuonare contro Matteo Salvini e il governo giallo-verde.

Nel mirino, soprattutto, il decreto Sicurezza.

Le parole del politico e attivista sono arrivate ai microfoni di Radio Capital, ospite della trasmissione Circo Massimo: "Ieri è morto bruciato vivo un ragazzo di 18 anni. Questo clima di odio, questa società della barbarie, ci stanno portando a non avere nemmeno la sensibilità di comprendere quello che ci circonda. Rimaniamo indifferenti come se ci fosse una forma di assuefazione a una logica che ormai pensiamo sia unica. Ci impediscono di provare quell'impulso di umanità che è normale. Una condizione della società che io non ho mai vissuto prima".

Dunque, come riporta La Repubblica, l'ex primo cittadino del comune reggino ha commentato le recenti dichiarazioni del ministro dell'Interno a Non è l’arena, su La7. Durante l’intervista con Massimo Giletti, infatti, il leader della Lega ha svelato di aver ricevuto sostegno da ambienti ecclesiastici per le sue politiche a contrasto dell'immigrazione clandestina. Lucano ha replicato così: "Non posso credere che dei religiosi abbiano potuto dire cose del genere. Come può un cristiano votare per Salvini? Come può essere stravolto il senso del Vangelo; il cristianesimo è amore, non è odio razziale e discriminazione contro gli essere umani. Come si può rimanere indifferenti di fronte a quello che accade e a questo decreto sicurezza, che sta generando degli orrori. È un decreto disumano".

Infine, non è mancato un affondo anche al Movimento 5 Stelle, alleato di governo del Carroccio: "I cinquestelle sono complici di questi orrori, di un governo profondamente fascista che discrimina gli esseri umani e se la prende con le categorie sociali più deboli. Questa è una forma di fascismo forse più pericolosa rispetto al passato perché c'è un'aggressione diretta, il senso di discriminazione che colpisce le persone più deboli ci riporta indietro negli anni. Questo pensare di essere autoritari ad ogni costo, perché la maggioranza ha deciso così, è una condizione incredibile della politica".





"Lucano lucrava sui migranti anche per ottenere voti"
Luca Fazzo - Sab, 08/12/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... Q2aadfyD_Y

Il Riesame sul sindaco di Riace: "Non può gestire denaro pubblico, viola la legge con naturalezza"

«Soltanto di Città Futura sono 100 voti, mi sono fatto un conto, tutti quelli che lavoriamo». Parola di Mimmo Lucano, sindaco di Riace divenuto un eroe dell'accoglienza prima e dopo l'arresto chiesto e ottenuto nei suoi confronti dalla Procura di Locri per una lunga serie di reati.

Dopo la revoca degli arresti domiciliari, Lucano si sta esibendo in una lunga serie di esternazioni. Ora la sentenza del tribunale di Reggio Calabria che gli ha revocato i domiciliari ma ha confermato la gravità delle prove contro di lui rivela aspetti inediti e sconcertanti della disinvoltura con cui il primo cittadino di Riace ha trasformato i fondi per l'accoglienza dei migranti in una formidabile macchina di consenso elettorale. I fini di Lucano saranno stati anche nobili, scrivono i giudici nella sentenza, ma intanto ha pensato anche e robustamente ai fatti propri: «Ad un certo punto ha perso la bussola ed il senso dell'orientamento della legalità, tanto da far prevalere sugli scopi e le ragioni umanitarie la voglia di apparire e di presentare all'esterno un sistema che era tutt'altro che perfetto» si legge nella sentenza firmata dal presidente della sezione, il giudice Tommasina Cotroneo.

Le motivazioni della sentenza erano state depositate già da settimane, ma i difensori di Lucano si erano ben guardati dal divulgarle: perché se da un lato trasformavano in un semplice divieto di dimora gli arresti domiciliari disposti a carico di Lucano, sancivano esplicitamente la gravità degli elementi d'accusa a carico del sindaco. E aggiungevano, come si scopre ora, nuovi dettagli oltre a quelli contenuti nell'ordinanza di custodia eseguita a suo carico all'inizio di ottobre. Ma ieri sera a divulgare l'ordinanza (che anche la magistratura reggina aveva rifiutato di rendere nota) provvedono due piccoli siti locali, ilDispaccio.it e laCnews24.it. E si capisce perché i legali di Lucano avevano evitato di far girare il documento.

«Lucano - scrive il tribunale - non può gestire la Cosa pubblica né gestire denaro pubblico mai ed in alcun modo. Egli è totalmente incapace di farlo e, quel che ancor più rileva, in nome di principi umanitari ed in nome di diritti costituzionalmente garantiti viola la legge con naturalezza e spregiudicatezza allarmanti». Dagli atti, scrive il giudice, emerge «un Lucano afflitto da una sorta di delirio di onnipotenza e da una volontà pervicace ed inarrestabile di mantenere quel sistema Riace rilucente all'esterno, ma davvero opaco e inverminato da mille illegalità al suo interno».

Nell'ordinanza vengono riportare intercettazioni inedite in cui si scopre che uno dei criteri impiegati da Lucano nel distribuire i fondi della accoglienza era la «redditività» in termini di voti. Lucano calcolava i voti «che gli sarebbero derivati dalle persone impiegate presso le associazioni e/o destinatarie di borse lavoro e prestazioni occasionali; persone, molte delle quali, inutili a fini lavorativi o addirittura non espletanti l'incarico loro affidato, sovrabbondanti rispetto ai bisogni, eppure assunte o remunerate anche in via occasionale per il ritorno politico-elettorale». In una conversazione registrata dalla Guardia di finanza di Locri, il sindaco è esplicito sino alla brutalità: «Devo vedere le elezioni comunali di Riace, l'integrazione dei rifugiati, hai capito in quale ottica ragiono io?».

I giudici si soffermano «sul brulicare di stratagemmi, emerso a piene mani dall'indagine, al fine di coprire i buchi contabili e giustificare le spese a seguito della chiesta rendicontazione da parte della Prefettura». E concludono: «Non può limitarsi il Lucano nel suo delirio di onnipotenza ed è per questo che è socialmente pericoloso e non gli può essere consentito di ricoprire cariche pubbliche e di gestire denaro pubblico».


La finta accoglienza pagava pure casa alla figlia di Lucano
2018/12/10

https://www.recnews.it/2018/12/10/la-fi ... -di-lucano

Il Tribunale del Riesame parla chiaro: il sistema Riace ha garantito tornaconti anche ai familiari dell’ex sindaco. Benefits anche per gli amici, ospitati all’interno delle case che dovevano essere per i migranti

La relazione del Tribunale dei Riesame di cui abbiamo già dato conto, oltre ad ampliare il quadro di per sé già allarmante profilato dalla Procura di Locri, fuga ogni dubbio sul fatto che il sindaco di Riace abbia tratto vantaggi personali dal Sistema che lui stesso ammetteva fosse tale: “Non dobbiamo perderli i soldi della Prefettura – dice alla fidata Cosimina Ierinò chiamata a ricucire gli ammanchi delle rendicontazioni – dobbiamo studiare un sistema. Gli spariamo pure due-tremila euro al mese…assistenti sociali, addetti alla rendicontazione, assistente legale”.

Il “pericoloso” Lucano, come lo definiscono gli inquirenti, è pronto a tutto. In gioco c’è l’immagine costruita a fatica (“dobbiamo fare una bella realtà perché viene l’ambasciatore greco”), ma anche la salvezza dai controlli dell Guardia di Finanza che si facevano via via sempre più frequenti: “Diciamogli che” era il mantra che metteva d’accordo tutti: lo stesso Lucano, impiegati e presidenti delle associazioni preposte all’accoglienza. E’ nel corso di uno di questi colloqui per accordarsi sull’immagine da restituire che uno degli indagati ammette i bonifici inviati per coprire le spese abitative della figlia di Lucano, Martina, universitaria fuori sede.

“Hanno accertato gli operanti documentalmente – scrivono i giudici – che a far data dal 4 gennaio 2015 fino al 16 novembre 2016, Zurzolo (colui che effettuava i bonifici per Martina Lucano, ndr) aveva effettuato versamenti per complessivi 9200 euro per il pagamento del canone di locazione in favore della figlia dell’indagato. Si tratta di bonifici di 400 euro cadauno per “canone affitto Lucano Martina“. “Lui a me il favore me lo ha fatto – dice Zurzolo a un altro indagato – ma io poi non sono rimasto indietro, gli ho mandato miei attrezzi, miei operai, lui queste cose se le dimentica”. “Quando gli facevi i bonifici alla figlia pure“, è la risposta di Ammendolia. “I bonifici che gli facevo alla figlia ogni mese”, conferma Zurzolo.

Una seconda forma di utile veniva generata dalle case che dovevano essere destinate ai migranti. “La gestione allegra e senza misura del denaro pubblico – sottolineano ancora i giudici – trova peraltro riscontro riguardo a talune case (Atena, Piazza e Lollo), non destinate all’accoglienza dei rifugiati e degli immigrati, ma destinate a una sorta di asserita politica dell’accoglienza e utilizzate per ricevere ospiti del Lucano provenienti da ogni parte d’Italia in occasione delle manifestazioni estive, come il Riace film festival o la festa patronale”.

“Sapete invece a me cosa mi preoccupa di più della rendicontazione e cose varie? Le due case Atena e Piazza”, dice Cosimina Ierinò a Lucano e a un’altra interlocutrice. “Ma tu metti paura agli stupidi così, sembra che ti cali il pane Cosimina, ma che cazzo dici? Quelle là neanche risultano da nessuna parte”, è una delle tante ammissioni di Lucano che, in netta discordanza con quanto continua a professare, per gli uomini e donne di Legge valgono più di mille premi e convegni facciata.
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