Libertà di parola, di pensiero, di critica e di religione

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Messaggioda Berto » lun apr 03, 2017 2:31 pm

Il Parlamento europeo censura la sua libertà di espressione
di Judith Bergman
3 aprile 2017
Pezzo in lingua originale inglese: European Parliament Censors Its Own Free Speech
Traduzioni di Angelita La Spada

https://it.gatestoneinstitute.org/10153 ... eo-censura

Il Parlamento europeo ha introdotto una nuova norma procedurale, che consente a un presidente di seduta di interrompere la trasmissione in diretta dell'intervento di un parlamentare "in caso di linguaggio o comportamento diffamatorio, razzista o xenofobo da parte di un deputato". Inoltre, il presidente dell'Europarlamento può anche "decidere di eliminare dalla registrazione audiovisiva delle discussioni le parti di un intervento di un deputato che contengono un linguaggio diffamatorio, razzista o xenofobo".

Nessuno, però, si è preoccupato di definire ciò che costituisce un "linguaggio o comportamento diffamatorio, razzista o xenofobo". Questa omissione implica che il presidente di seduta è libero di decidere, senza linee guida o criteri oggettivi, se gli interventi degli eurodeputati siano "diffamatori, razzisti o xenofobi". La sanzione per i trasgressori potrebbe arrivare a circa 9.000 euro.

"Si è registrato un aumento dei casi di politici che dicono cose che oltrepassano ogni limite di una normale discussione o dibattito parlamentare", ha dichiarato l'europarlamentare britannico Richard Corbett che difende il regolamento. Corbert, tuttavia, non specifica che cosa "oltrepassa ogni limite".

Nel giugno 2016, Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese, ha pronunciato un discorso al Parlamento europeo, attingendo alle vecchie calunnie del sangue antisemite, come accusare ingiustamente i rabbini israeliani di chiedere al governo israeliano di avvelenare l'acqua utilizzata dagli arabi palestinesi. Questo discorso chiaramente incendiario e antisemita non solo è stato consentito dagli eurodeputati sensibili e "anti-razzisti", ma è anche stato salutato da una standing ovation. Evidentemente, le feroci e antisemite calunnie del sangue pronunciate dagli arabi non sono "cose che oltrepassano ogni limite di una normale discussione o dibattito parlamentare".

Il presidente dell'Autorità palestinese Mahmous Abbas riceve una standing ovation al Parlamento europeo a Bruxelles, il 23 giugno 2016, dopo aver sostenuto falsamente nel suo discorso che i rabbini israeliani chiedono di avvelenare le acque palestinesi. Abbas ha in seguito ritrattato e ammesso che la sua accusa era falsa. (Fonte dell'immagine: Parlamento europeo)

L'Europarlamento a quanto pare non ha nemmeno pubblicizzato il nuovo regolamento. Ne ha parlato solo il quotidiano spagnolo La Vanguardia. Sembrerebbe che gli elettori non siano tenuti a sapere che gli si potrebbe precludere la possibilità di ascoltare le dirette degli interventi dei parlamentari da loro eletti per rappresentarli nell'UE, se qualche presidente di seduta decide arbitrariamente che il contenuto di un intervento è "razzista, diffamatorio o xenofobo".

Il Parlamento europeo è l'unica istituzione dell'UE ad essere eletta direttamente dal popolo. Secondo Helmut Scholz, del partito tedesco di sinistra Die Linke, i legislatori dell'Unione Europea devono essere in grado di esprimere le loro opinioni su come l'Europa dovrebbe lavorare: "Non si può limitare o negare questo diritto". Beh, si può esprimerle (ma fino a quando?), peccato che nessuno fuori dal Parlamento le sentirà.

Il regolamento colpisce il cuore stesso della libertà di parola, vale a dire i politici eletti, ai quali la Corte europea dei diritti dell'uomo riconosce una speciale protezione. I membri dell'Europarlamento sono stati eletti per far sentire la voce dei loro elettori in seno alle istituzioni dell'Unione Europea. Limitare la loro libertà di parola è antidemocratico, preoccupante e sinistramente orwelliano.

Il regolamento può avere solo un effetto raggelante sulla libertà di parola nel Parlamento europeo e forse si rivelerà un valido strumento nel tentativo di chiudere la bocca a quei deputati che non rispettano la narrazione politicamente corretta dell'Unione Europea.

Ultimamente l'Europarlamento sembra aver dichiarato guerra alla libertà di espressione. All'inizio di marzo, esso ha revocato l'immunità parlamentare alla candidata alle elezioni presidenziali francesi Marine Le Pen. Il suo crimine? Aver twittato nel 2015 tre immagini di esecuzioni dell'Isis. In Francia, "la pubblicazione di immagini violente" costituisce un reato, che può comportare una pena di tre anni di carcere e una multa di 75.000 euro. Revocando l'immunità di Marine Le Pen, mentre quest'ultima corre per l'Eliseo, il Parlamento europeo invia il chiaro segnale che divulgare la lampante e orribile verità dei crimini commessi dall'Isis, anziché considerarlo un avvertimento su ciò che potrebbe presto accadere all'Europa, dovrebbe invece essere punito.

Questo è un bizzarro segnale da inviare, soprattutto alle vittime cristiane e yazide dell'Isis, che continuano a essere ampiamente ignorate dall'Unione Europea. Gli eurodeputati, evidentemente sono troppo sensibili per affrontare i crudi omicidi di persone indifese in Medio Oriente e sono più interessati a garantire la persecuzione di messaggeri, come Marine Le Pen.

Così, la correttezza politica, che è a tutti gli effetti la "polizia religiosa" del discorso politico, non ha solo conquistato i media e il mondo accademico, ma ora anche gli eurodeputati dovrebbero sostenere il politicamente corretto oppure saranno letteralmente stroncati. Nessuno ha impedito al Parlamento europeo di approvare questo regolamento antidemocratico che disciplina la libertà di parola. Perché nessuno dei 751 eurodeputati ha lanciato a tempo debito un grido d'allarme? E cosa ancora più importante, quando avrà fine questo impulso chiaramente totalitario e chi lo fermerà?

Judith Bergman è avvocato, scrittrice, editorialista e analista politica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » sab giu 10, 2017 8:03 am

Geert Wilders non sarà accusato per il discorso anti-islamizzazione di Vienna
Geert Wilders Will Not Be Prosecuted for Vienna anti-Islamisation Speech
2017/06/09

http://www.breitbart.com/london/2017/06 ... ian-speech

Dutch prosecutors have announced they will not be pursuing charges against firebrand Dutch politician Geert Wilders for a speech he made in Austria in 2015.

Prosecutors rejected an appeal from an Austrian Muslim association to prosecute the populist politician for incitement after he made a strong anti-Islamisation speech in Vienna in 2015. The Dutch prosecutors said the content of Mr. Wilders’ speech was not punishable by Dutch law and that they will not pursue the matter any further, NU.nl reports.

Wilders was invited by the anti-mass migration Freedom Party of Austria (FPÖ) in 2015 to give a speech on Islamisation at the Hofburg palace. During the speech, Wilders said: “Islam calls on people to become terrorists — the Quran leaves no doubt about it.” He also stated: “Islam is an ideology of war and hatred.”

Wilders wrote a reply to the allegations saying that the charges were a “legal jihad”, and “while the elites are to blame for the existential crisis we are currently in, with their open border-policies and unprecedented love for Islam and their cultural relativism, they sell us out completely and put our freedom and security at stake.”

The Dutch prosecutor explained their decision saying: “Only if a statement focuses on a group characterised by a belief may be punishable.”

“Wilders spoke on this occasion about Islam, not about Muslims, a group characterised by their Islamic faith. This falls under criticism in Dutch law and is not as insulting a group of people.”

Wilders reacted to the decision on Twitter writing: “Beautiful. The only right decision. The truth must be said and can be correct about Islam!”

Tadusion de google

I procuratori olandesi hanno annunciato che non saranno perseguiti accuse contro il politico olandese Geert Wilders per un discorso che ha fatto in Austria nel 2015.

I procuratori hanno respinto un appello da parte di un'associazione musulmana austriaca per perseguire il politico populista per l'incitamento dopo aver tenuto un forte discorso anti-islamizzazione a Vienna nel 2015.
I procuratori olandesi hanno detto che il contenuto del discorso di Mr. Wilders non è punito dalla legge olandese e che Non perseguiranno la questione ulteriormente, riferisce NU.nl.

Wilders è stato invitato dal partito di libertà d'Austria (FPÖ) di immigrazione anti-massa nel 2015 per dare un discorso sull'islamizzazione al palazzo di Hofburg.
Durante il discorso, Wilders ha dichiarato: "L'Islam invita le persone a diventare terroristi - il Quran non lascia dubbi su di esso". Ha anche dichiarato: "L'Islam è un'ideologia di guerra e di odio".

Wilders ha scritto una risposta alle affermazioni secondo cui le accuse erano un "jihad legale" e "mentre le elite sono colpevoli della crisi esistenziale in cui siamo attualmente, con le loro politiche di frontiera aperte e l'amore senza precedenti per l'Islam e il loro relativismo culturale , Ci vendono completamente e mettono in gioco la nostra libertà e sicurezza ".

Il procuratore olandese ha spiegato la propria decisione dicendo: "Solo se una dichiarazione si concentra su un gruppo caratterizzato da una fede può essere punito".

"Wilders ha parlato in questa occasione sull'Islam, non per i musulmani, un gruppo caratterizzato dalla loro fede islamica. Questo cade sotto la critica nella legge olandese e non è come un offensivo di un gruppo di persone ".

Wilders ha reagito alla decisione su Twitter scrivendo: "Bellissimo. L'unica decisione giusta. La verità deve essere detto e può essere corretta sull'Islam! "
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Messaggioda Berto » sab giu 10, 2017 8:14 am

Le discriminazioni e le censure di Facebook


Sono stato sospeso da Facebook per tre giorni a seguito di questo post sui crtistiani d'America che accusano falsamente gli ebrei di essere gli assassini dell'ebreo Cristo:

Bastardi cristiani, quelli che accusano falsamente gli ebrei di essere gli assassini di Cristo
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9669868076

Questi cristiani battisti americani accusano gli ebrei di essere gli assassini di Cristo quando in realtà a uccidere l'ebreo rabbino Cristo sono stati i romani, invasori di Israele o Palestina.
https://www.facebook.com/IsraelNewsOnli ... 2761369909

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... stiani.jpg

L'antisemitismo mondiale si fonda su questa falsa accusa, costruita dai cristiani romani, sulla quale poi sono state ricamate tutte le idiozie e le falsità contro gli ebrei e Israele

Ensemense só e contro łi ebrei e Ixrael
viewtopic.php?f=197&t=2178

Rasixmo e rasisti contro łi ebrei e Ixrael e i crimini de l'ONU
viewtopic.php?f=25&t=1413
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Messaggioda Berto » sab giu 10, 2017 8:14 am

Le discriminazioni e le censure di Facebook

Sono stato sospeso da Facebook per un mese a seguito di questo post sugli zingari da me definiti "tra i peggiori nazisti e razzisti":


Giornata europea delle vittime del nazismo mafioso zigano
viewtopic.php?f=150&t=2610

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 5890893329

Gli zingari da secoli violano i diritti umani universali


Credo sia venuto il momento che i cittadini e gli indigeni d'Europa incomincino a liberarsi della secolare oppressione del nazismo zigano, istituendo una giornata dedicata alle vittime europee della disumanità criminale e razzista degli zingari.

Per liberarci della menzogna che ci opprime e prendere coscienza che le vittime siamo noi e che i carnefici sono loro; così da poterci meglio difendere.

Partiamo dalla nostra esperienza quotidiana degli zingari, da quando siamo nati, passiamola in rassegna ed esaminiamola così ci rendiamo subito conto di come stiano le cose nella realtà, di chi siano gli zingari, di cosa fanno e di come vivono e quale sia la loro umanità, la loro cultura e la loro civiltà: i loro valori umani e sociali, il loro rispetto, la loro responsabilità, il loro contributo al bene comune.



Già nel XVI secolo li zingari erano considerati un tormento e una disgrazia per la gente veneta della Repubblica Serenissima tanto da motivare la promulgazione di leggi apposite per contenerla, come risulta in questo documento

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 270001.jpg


Se uno stato liberale ed estremamente rispettoso delle diversità etniche e tollerante anche nei confronti degli ebrei, arriva a promulgare delle leggi contro i crimini degli zingari significa che questi crimini dovevano essere feroci, sitematici, costanti e diffusi e costituire un comportamento normale degli zingari.



Gli zingari e i loro difensori credono che la persecuzione subita durante il nazismo faccia scomparire i loro crimini storici, attenui e giustifichi a ritroso il loro secolare razzismo predatorio e assassino, che è tra i più persistenti e odiosi, e dia loro il diritto di continuare a perpetrarli contro le genti "indifese" di tutta Europa.

Gli zingari, questi nomadi o seminomadi, di varia etnia, cittadinanza e provenienza,
che vivono prevalentemente nei campi abusvi o regolari e attrezzati, nelle baracche, nei prefabbricati, nelle rulotte, nelle carovane, ... a volte anche in appartamenti, case e casolari di proprietà,
e che da sempre, in Europa si sostengono sfruttando e depredando il prossimo,
prevalentemente con l'abuso dell'assistenza pubblica e della carità cristiana e umana,
con gli espedienti criminali a danno delle nostre comunità tra cui il furto, la ricettazione, la truffa, il raggiro, l'estorsione, il sequestro di persona, lo sfruttamento dei loro minori, la rapina, l'omicidio, il ricatto, il traffico degli stupefacenti, lo smercio di cartamoneta falsa, anche in forme di criminalità organizzata di stampo mafioso ... con integrazioni lavorative regolari e semiregolari nel settore circense e delle giostre;

costoro che si fanno passare e vengono fatti passare falsamente per vittime di un secolare razzismo nei loro confronti, da parte delle nostre genti stanziali, in quanto "sempre e ovunque diversi come etnia proprio perché nomadi"; ma che in realtà, da secoli, si può dire da sempre si sono fatti avversare e odiare profondamente per la loro disumanità, il loro spaventoso razzismo e per i danni che hanno sempre procurato a tutti con la loro feroce, impietosa e crudele disumanità.

È vergognoso e da perseguire penalmente che vi siano degli irresponsabili che si prestano a sostenere e a giustificare i comportamenti criminali di questa gentaglia razzista, carnefici fatti passare per vittime.

Anche gli ebrei sono stati perseguitati e sterminati dai nazisti, molto ma molto più degli zingari, eppure gli ebrei non rubano, non rapinano, non ammazzano la gente, non vivono da parassiti e da delinquenti e lavorano e contribuiscono grandemente al benessere dell'umanità. Hanno trasformato la loro terra semidesertica d'Israele in un paradiso terrestre pieno di fiori, di erba e di frutti; i campi degli zingari invece sono immondezzai a cielo aperto senza alcun rispetto per l'ambiente e per il prossimo.
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Messaggioda Berto » lun giu 19, 2017 7:03 am

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Messaggioda Berto » lun giu 19, 2017 7:03 am

Sospeso e senza stipendio perché parla (male) dell'Islam.
Filippo Facci, uno di noi!
L'ordine lombardo dei giornalisti mette all'indice l'editorialista di Libero: si è "permesso" di scrivere il suo pensiero sulla religione maomettana
di Alessandro Morelli
17 Giugno 2017

http://www.ilpopulista.it/news/17-Giugn ... i-noi.html

Se sei un giornalista e parli male dell'Islam ti ritrovi messo all'indice e "disoccupato". Non per colpa del tuo editore, sia chiaro, ma dell'Ordine Professionale che ti rappresenta. Questa volta capita a Filippo Facci, editorialista senza peli sulla lingua di Libero, che ha la colpa grave di aver scritto di Islam in modo troppo crudo.

Benvenuto nel club Filippo, visto che anche chi vi scrive è finito a processo all'Ordine Lombardo (nel mio caso per una foto pubblicata nei giorni degli attentati a Parigi sul mio profilo personale di Facebook) ma, mentre la stragrande maggioranza dei portatori sani di tesserino giornalistico se la ridono di casi come questi, noi non possiamo certo stare zitti.

Filippo Facci è uno di noi, non perché sia del nostro "gruppo", anzi: le sue dichiarazioni contro tutte le religioni ci dividono. Facci è uno di noi perché dice quello che pensa in maniera libera e proprio per questo è pericoloso per l'establishment e per il main stream dell'informazione che invece propone il politicamente corretto soporizzante che coccola e fa dormire sonni tranquilli alla massa di presunte pecore che stanno dall'altra parte dei monitor, delle Tv o a leggere i giornali.

L'Inquisizione giornalistica vive su segnalazioni di lesa sensibilità e guarda caso queste arrivano spesso da quelle anime belle che fanno riferimento all'area politica boldriniana o giù di lì, forse perché proprio la presidenta sarebbe una segnalatrice seriale. Questi attivisti politici, sono tutti impegnati a fare le pulci a quello che scriviamo.

Questo non è affatto il problema, anzi, aumenta il numero di lettori e, chissà, forse riusciremo persino a convincerne qualcuno delle buone ragioni di cui scriviamo. La questione è che attivisti politici (forse) non praticanti sono poi chiamati a giudicare le parole dei giornalisti, il che ci fa comprendere perché l'Italia sia solo al 52° posto nella classifica sulla libertà di stampa (redatta da Reporters sans Frontières, ndr).

Per Facci la punizione è netta: il Consiglio di disciplina dell'Ordine lombardo dei Giornalisti ha sentenziato di sospenderlo per due mesi dalla professione e dallo stipendio. Fossimo demagoghi diremmo: "E ora chi darà il pane ai suoi figli?" ma siccome non lo siamo e auguriamo a Facci di avere un po' di "grano in cascina" ci soffermiamo sulla gravità della situazione della libertà di stampa che è messa in pericolo non da un generico Erdogan ma dall'Ordine dei Giornalisti!

Per chiarire in quale realtà si trovino i liberi pensatori che non accettano di obbedire agli ordini del main stream bastano le motivazioni della pesante punizione che il collega riporta oggi su Libero: "Ora qualche estratto dalla sentenza, del cui livello possiamo avere un idea sin dall'incipit: "Facci ha respinto con fermezza l' accusa di razzismo. Questa è la premessa che solitamente accompagna tutte le affermazioni di carattere razzista". Chiaro: è come dire che dirsi innocenti, in tribunale, sia un primo indizio di colpevolezza: il livello è questo".

Non solo, aggiunge Facci: "Ma se è vero che il mio articolo parla di idee, attenzione, "la parte peggiore - scrivono nella motivazione i giudici dell'Ordine - è proprio quella che riguarda le idee e che consiste in un attacco e in un offesa ad un intero sistema culturale". E se anche fosse? Siamo al reato di vilipendio islamico? "Facci offende una religione e un intero sistema di valori. Non può non rilevarsi che, per l' islam, il Corano ha un valore diverso di quello (sic) che per le altre religioni rivelate hanno i libri sacri". Ergo, se abbiamo letto bene: il Corano non si può offendere, gli altri libri già di più.
Mistero: resta che trattasi, l' articolo, di "attacco diretto, indiscriminato e generalizzato verso un gruppo di persona (sic) che costituisce un quarto del genere umano". Verrebbe da rispondere che gli idioti forse sono anche di più, tuttavia la Costituzione non ci impedisce di criticarli. Nell'insieme, è semplicemente pazzesco".

Chissà cosa avranno scritto, detto e pensato i "giudici" lombardi nei riguardi della campagna "Je Suis Charlie". In fondo i vignettisti francesi se la sono cercata. No?

Siamo con Facci cercando di promuovere non la produzione in massa di belanti lettori ma di pensatori che trovino spunto da idee forti, sfacciate e diverse da quelle promosse dal main stream.



Facci sospeso perché rivendica il diritto all'odio
Sull'onda degli attentati in Europa, il giornalista rivendicava il diritto ad odiare l'islam e gli islamici. Ora l'Ordine lo ha sospeso per due mesi dalla professione e dallo stipendio
Alessandro Sallusti - Sab, 17/06/2017

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 10132.html

L'Ordine dei giornalisti ha sospeso per due mesi dalla professione e dallo stipendio Filippo Facci, collega di Libero e noto volto televisivo.

Nell'articolo finito sotto inchiesta, scritto nel luglio dello scorso anno, Facci rivendicava il diritto ad odiare l'islam e gli islamici. Un articolo molto duro, nella forma e nella sostanza, scritto sull'onda degli attentati fatti nel nome di Allah che in pochi giorni provocarono in Europa oltre cento vittime, la maggior parte delle quali a Nizza.

Conosco Filippo Facci e lo stimo, come collega e come intellettuale. È un uomo talmente libero da non aver raccolto quanto il suo talento gli avrebbe permesso accettando solo qualche piccolo e umano compromesso. No, non c'è verso: lui si infiamma e parte in quarta senza remore e limiti. Per questo piace a molti lettori, meno a direttori ed editori. Figuriamoci ai colleghi invidiosi, ai notai del pensiero, ai burocrati del politicamente corretto.

Filippo Facci non farebbe male a una mosca (al massimo è capace di farlo a se stesso) e per questo non mi spaventa che abbia rivendicato il «diritto all'odio» di una religione e di una comunità che hanno generato i mostri assassini dei nostri ragazzi. L'odio inteso - nell'articolo è ben spiegato - non come incitamento alla violenza, ma come sentimento contrario a quello dell'amore, «detestare» come opposto di «ammirare». I sentimenti non si possono contenere, ma evidentemente non si possono neppure scrivere. Tanto più se sei un giornalista, se non sei di sinistra, se pubblichi su un giornale di destra, se si parla di islamici.

Il tema posto da Facci sul diritto all'odio (Travaglio, tanto per fare un esempio, lo teorizzò nei confronti di Berlusconi) è questione aperta nonostante sia stata affrontata nei secoli da fior di filosofi e da grandi intellettuali. Che a differenza dei colleghi del tribunale dell'Ordine di Milano non sono mai arrivati a un verdetto unanime (e qualcosa vorrà pur dire).

Qui non parliamo di una notizia falsa o di fatti e persone specifiche. Siamo di fronte all'opinione di un intellettuale. Il problema non è condividerla o meno. È non censurarla, non soffocarla, non punirla, come abbiamo sempre invocato per chiunque, compreso per Erri De Luca quando istigò al sabotaggio della Tav. Tanti islamici, anche se non terroristi, anche se non lo dichiarano, odiano noi e i nostri costumi. Noi stiamo per premiarli dando la cittadinanza automatica ai loro figli. Però puniamo Facci che non fa mistero dello stesso, reciproco, sentimento. Mi spiace per lui e mi spiace per la categoria così ridotta. Ma soprattutto mi spiace per tutti noi.



MA MI FACCI IL PIACERE! - IL GIORNALISTA È STATO SOSPESO PER DUE MESI DALL’ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA PER IL SUO ARTICOLO SU ‘LIBERO’ DI UN ANNO FA, DAL TITOLO: ‘ODIO L’ISLAM’, ARTICOLO DURISSIMO E PROVOCATORIO SUL FATTO CHE QUELLA MUSULMANA È L’UNICA RELIGIONE CHE NON SI PUÒ TOCCARE, CITARE, CRITICARE E SOPRATTUTTO ODIARE. E QUESTA DECISIONE NE E' LA PROVA - QUI L’ARTICOLO INTEGRALE
16 giu 2017

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media ... 150148.htm

Articolo di Filippo Facci per ‘Libero Quotidiano’ del 26 luglio 2016

Odio l'Islam. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un'acqua che non è la loro.

È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell'esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente.

Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d'anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie.

Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l'Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l'oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l'ipocrisia sull'alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare.

Odio l'Islam perché l'odio è democratico esattamente come l'amare, odio dover precisare che l'anti-islamismo è legittimo mentre l'islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l'Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un'opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale. Odio l'Islam, ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro.



Orrore, terrore, avversione e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
viewtopic.php?f=188&t=2523

Islam, Maometto, Allah, Corano e Sharia sono orrore e terrore
viewtopic.php?f=188&t=2644



Filippo Facci svela il vero volto dell'Islam: "Perché lo odio"
28 Luglio 2016 39
di Filippo Facci

http://www.liberoquotidiano.it/news/opi ... bero-.html

Odio l’Islam.
Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro. È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d’anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie.
Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare.
Odio l’Islam perché l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l'anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perché non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale. Odio l’Islam, ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro.


Orrore, terrore e odio per il nazismo maomettano o sana e naturale islamofobia
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Facci può essere paragonato agli apostati e agli atei dell'islam che vengono perseguitati dai regimi islamici, L'ordine dei giornalisti milanese si è comportato come la lunga mano dell'Islam che censura, reprime, perseguita, uccide e stermina. Questi sono peggio del pugno del Papa con Charlie Hebdo e in tal modo giustificano la violenza dell'Islam nei confronti di tutti i diversamente religiosi e pensanti e si fanno complici dei crimini mussulmani.


Apostati de l'Ixlam, eroi de l'omanidà
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Atei nell'Islam
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Libertà di parola, di pensiero, di critica e di religione

Messaggioda Berto » mar giu 20, 2017 2:24 pm

Il caso Facci dimostra che per l'Ordine dei giornalisti c'è odio e odio
di Giulio Meotti

http://www.ilfoglio.it/cronache/2017/06 ... lam-140516

Roma. C’è odio e odio. C’è quello buono e giusto. Come il “diritto a odiare Berlusconi”. E c’è l’“odio” per l’islam evocato da Filippo Facci su Libero e che gli è appena costato due mesi di stipendio e di sospensione. Il punto non è il contenuto dell’articolo, come non lo erano il titolo di Libero di Maurizio Belpietro sui “bastardi islamici”, l’articolo sul Giornale di Magdi Allam o la decisione di Vittorio Feltri nel 2004 di pubblicare le foto dei decollati dai jihadisti. Il punto è che all’Ordine simili procedimenti scattano soltanto quando c’è di mezzo l’islam. La corporazione non spese una parola a difesa di Oriana Fallaci quando subì quattro processi, fra Parigi e Berna, all’epoca del libro “La rabbia e l’orgoglio”. Quando è morta, Fallaci era imputata al tribunale di Bergamo, dove per prima volta fu disposto un processo per vilipendio dell’islam. Non solo. Alla scomparsa della scrittrice e giornalista, il segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi parlò di “opinioni per molti versi pericolose”.

Dopo il massacro al Bataclan di Parigi, Giovanni Maria Bellu, presidente dell’associazione Carta di Roma, all’Ordine dei giornalisti della Toscana disse: “La strage di Parigi impone ai giornalisti italiani di seguire ancora con maggior scrupolo le regole del codice deontologico che si sono dati nel 2008”. Perché “associare a tutto l’islam questa feroce violenza non sia un modo, certamente inconsapevole, di aderire alla visione di chi promuove le guerre di religione”. Niente meno. L’appello venne fatto girare anche dalla newsletter dedicata ai giornalisti di Franco Abruzzo, già presidente dell’Ordine di Milano. Se Charlie Hebdo fosse stato in Italia anziché in Francia, l’Ordine lo avrebbe radiato. Per gli articoli che pubblicava (“L’islam ci assedia, abbiamo il dovere di difendere la nostra cultura”) e per le vignette di Cabu (il Profeta “sopraffatto dagli integralisti” che dice quanto “è duro essere amati da dei coglioni”) e di Laurent Sourisseau (il musulmano crivellato di colpi che dice: “Il Corano è una merda. Non ferma neppure le pallottole”). Dopo la strage a Charlie, le piazze si riempirono di gente che teneva in mano una piccola matita, simbolo dell’attacco alla libertà di espressione. Voleva dire poco, quella matita. L’unica risposta seria ai jihadisti che avevano preso quelle dodici vite sarebbe stata ripubblicare le vignette che erano loro costate la vita. Non lo fece nessuno. Ma la matita che impugnano all’Ordine dei giornalisti è persino più piccola e finisce per scomparire nella mano con cui scrivono questi assurdi procedimenti disciplinari per punire lo psicoreato “islamofobo”.


'Giusto sorpresa e dissenso ma no a pensiero unico'
Fabrizio Cassinelli
20 giugno 2017

http://www.ansa.it/lombardia/notizie/20 ... ccd4a.html

(ANSA) - MILANO, 20 GIU - "Il caso di Filippo Facci (sospeso dall'Ordine per un articolo in cui rivendicava il diritto a detestare l'Islam, Nda) ha giustamente suscitato sorpresa e dissenso. Nel rispetto delle competenze dell'Ordine e dei suoi consigli di disciplina, che ancora non hanno pronunciato sentenze definitive, usare i 'tribunali' deontologici per censurare le idee è un grave errore, che porta solo acqua al mulino di chi dell'Ordine auspica l'abolizione. Le idee, tutte, si possono e anzi si debbono discutere e criticare. Proprio la legge istitutiva dell'Ordine afferma che "è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica". Lo afferma, in una nota, Stampa democratica.
"Nessuno può essere criminalizzato soltanto perché dichiara di detestare un'ideologia o anche una religione. Non si può vietare un sentimento, compresi il disprezzo e l'odio (...) contro le pretese di imporre 'un pensiero unico'".


Abolite l'Ordine dei giornalisti e ridateci Facci e don Livio
di Maurizio Crippa
2017/06/23

http://www.ilfoglio.it/contro-mastro-ci ... g.facebook

Non volevo tornare su Filippo Facci e don Livio Fanzaga, condannati per hate speech. Ma siccome c’è uno sciopero e devo scrivere in fretta questa totally unnecessary rubrica, e siccome non ho idee – è un’immunodeficienza, lo so, ma non ci si può vaccinare, per quanto non sia morto di morbillo, da piccolo – dirò di loro. Filippo Facci e don Livio. Persone che conosco, miti, che stimo. Sono stati sospesi dall’Ordine dei giornalisti. Facci perché ha scritto che vuole odiare l’islam, don Livio per aver ricordato alla Cirinnà che deve morire. Cattiva citazione da Troisi & Benigni, ma all’ordine non se ne sono accorti. L’hate speech non esiste in natura, è un mostro generato dal sonno degli imbecilli.

Ma non sono d’accordo, da tempo, con Voltaire: non condivido quello che dici ma darei la vita, eccetera. Scrivere stronzate non è un Diritto Universale dell’Uomo. Meglio un obbligo alla bocca chiusa. Dopodiché, che sia un improbabile, anacronistico, anzi peggio distopico ordine professionale a decidere cosa possano dire o meno due cittadini, e a decidere del loro stesso lavoro. Un Odg che non s’accorge di nulla, ma nulla, dei fake e delle bufale, delle vere campagne denigratorie, della merda intercettata e sparata nel ventilatore, è una cosa grottesca e che indigna. Abolite l’Ordine dei giornalisti e ridateci Facci e don Livio. Anzi rendete obbligatoria l’immunità di gregge: per il gregge dei giornalisti, e per i loro cani da guardia.
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Libertà di parola, di pensiero, di critica e di religione

Messaggioda Berto » gio giu 22, 2017 8:32 am

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Messaggioda Berto » gio giu 22, 2017 8:38 am

Islam, Maometto, Allah, Corano e Sharia sono orrore e terrore
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La Sharia non è la legge di D-o ma soltanto quella dell'idolo Allah
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L'Islam è il nazismo maomettano? Sì!
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Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminio
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Islam come mafia politico religiosa
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Re: Libertà di parola, di pensiero, di critica e di religion

Messaggioda Berto » gio giu 29, 2017 7:10 am

Filippo Facci: "Ecco perché odiavo l'islam e adesso continuo a odiarlo"
28 Giugno 2017
Filippo Facci


http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... ncora.html


Ho scritto che odiavo l’Islam, circa un anno fa, e voglio chiarire che lo odio ancora.
Molti lettori sapranno che il 15 giugno scorso l’Ordine dei giornalisti della Lombardia (meglio: il Consiglio di disciplina territoriale, composto dai colleghi Paolo Colonnello e Anna Migotto più l’avvocato Claudia Balzarini) ha deliberato una mia sospensione di due mesi dalla professione e dallo stipendio. La ragione non è chiarissima, e neanche chiara: nasce da un esposto fatto da una collega (che non so chi sia) e ogni procedimento dell’Ordine viene inviato anche alla Procura generale presso la Corte d'Appello, e questo significa che, se fossero stati ravvisati reati - tipo la violazione della Legge Mancino, che tratta l’incitazione alla violenza e alla discriminazione razziale-etnico-religiosa - la Procura avrebbe dovuto procedere. Non lo ha fatto.
Certo, non c’è solo la legge dello Stato, c’è anche la legge professionale dei giornalisti che regola la deontologia: tuttavia nella sentenza è citato vagamente solo «l’articolo 2, punto b» che parla della necessità di tutelare «la persona umana e il rispetto della verità sostanziale dei fatti, principi da intendere come limiti alle libertà di informazione e di critica».
Ora: io di singole «persone umane» non ho parlato, ho parlato solo di idee, le quali, certo, non nascono sugli alberi perché sono elaborate da uomini, ma allora qualsiasi idea - e dottrina, ideologia, religione, filosofia - non dovrebbe essere criticabile perché elaborata da uomini. Quanto al «rispetto della verità sostanziale dei fatti», nel mio corsivo non si parlava di fatti. Comunque sia: la sanzione non scatterà subito perché ho proposto appello, ma in ogni caso ne è nata una reazione insperata che ha visto molti miei colleghi scagliarsi contro l’esistenza stessa dell’Ordine (io non sono tra questi) o comunque difendere la libertà di espressione da una decisione che a molti è parsa assurda logicamente e giuridicamente.

LE CASTRONERIE
Ma non di questo volevo parlare. Il punto è che molti colleghi hanno ritenuto di dover difendere la mia libertà di opinione pur considerando - hanno detto - una porcheria quello che avevo scritto, anzi, «castronerie», «una stronzata illeggibile», cose così. Pazienza: lungi da me volerli convincere del contrario, ma ai lettori di Libero vorrei perlomeno far sapere che io, di quell’articolo, non cambierei una virgola o quasi. Mettersi a fare l’esegesi di un proprio scritto, ora, è un po’ da toccati, anche perché qualcuno potrebbe interpretare che la scrittura non fosse chiara: quando il problema, semmai, è che lo era troppo. Forse fa eccezione la prima parte: che nessuno cita mai anche se speravo restituisse il senso dell’articolo che perlomeno io avevo in mente, che è il senso dell'invettiva, della provocazione liberatoria allo stato puro: «Odio l’Islam. Ne ho abbastanza di leggere articoli scritti da entomologi che osservano gli insetti umani agitarsi laggiù, dietro le lenti del microscopio: laddove brulica una vita che però gli entomologi non vivono, così come non la vivono tanti giornalisti e politici che la osservano e la giudicano dai loro laboratori separati, asettici, fuori dai quali annasperebbero e perirebbero come in un’acqua che non è la loro. È dal 2001 che leggo analisi basate su altre analisi, sommate ad altre analisi fratto altre analisi, commenti su altri commenti, tanti ne ho scritti senza alzare il culo dalla sedia: con lo stesso rapporto che ha il critico cinematografico coi film dell’esistente, vite degli altri che si limita a guardare e a sezionare da non-attore, da non-protagonista, da non vivente. Ma non ci sono più le parole, scrisse Giuliano Ferrara una quindicina d’anni fa: eppure, da allora, abbiamo fatto solo quelle, anzi, abbiamo anche preso a vendere emozioni anziché notizie. Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli Islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare».

Ecco: voleva essere una premessa, anzitutto, che criticava come i quindici anni seguiti all’11 settembre, dopo una fiammata iniziale, ci avessero celermente riportato a un cerebralismo parolaio e a una «correttezza» che avevano soltanto caricato a molla molti di noi, così come l’iper-correttezza statunitense intanto avevano a molla tanti americani che poi avrebbero votato Trump. La mia morale, dopo 15 anni, è che odiavo l’Islam, tutti gli Islam, e odiavo il loro odio che è proibito odiare. Quanto alla «religione più schifosa addirittura di tutte le altre», mi riporto a posizioni che a molti lettori di Libero non piaceranno: quelle che furono di Bertrand Russell e più di recente di Christopher Hitchens, secondo le quali le religioni «pubbliche» avvelenano ogni cosa, temi che ora non v’interessano. Ma l’Islam - tutti gli Islam - rappresentano qualcosa di peggiore e invasivo perché respinge la separazione tra Stato e religione, non contempla la democrazia, respinge l’equivalenza di altre religioni e culture, esclude la parità giuridica e di genere, nega l’eguaglianza, ammette le pene corporali e la tortura, contempla e pianifica la sottomissione del nemico, e simpatizza - essa sì - per l’odio. Tutta roba che si può trovare su quel Corano che ho serenamente definito «manualetto militare» e nondimeno «libro di merda»: problemi miei. Nessuno può impedirmi di non sopportare anche le moschee, la cultura aniconica, il muezzin, l’ipocrisia sull’alcol e sulle vergini, soprattutto certa permalosità sconosciuta alla nostra cultura e le loro povere donne rinchiuse in quei sarcofaghi. «Odio l’Islam», scrissi, «perché l'odio è democratico esattamente come l'amare, odio dover precisare che l’anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perché è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perché la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseauiana, quello che volete: ma è la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno». Non si smette mai di imparare, ma ho studiato quanto basta, ho viaggiato quanto basta, e posso volerlo ripetere sinché mi pare: «Odio l’Islam ma gli islamici non sono un mio problema: qui, in Italia, in Occidente, sono io a essere il loro». L’ho scritto e lo ripeto.

LE LEGGI VIOLATE
C’è una frase del mio articolo, molto contestata, che riletta oggi non piace molto neanche a me, ed è questa: «Un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale». Non la riscriverei così, e non solo perché quel «culo» mi sembra una volgarità ridondante, ma perché distrae dal termine «impunemente» che è quello a cui tenevo di più: prega dove vuoi - volevo dire - ma non sul marciapiede che a noi serve per camminare; non trasformare un tuo-vostro problema (la religione) in un problema mio, perché qui da noi non ci sono solo la democrazia e la tolleranza, ci sono anche le leggi, che se non rispetti, alla decima volta, spingeranno il mio piede verso il tuo sedere e mi farai passare dalla parte del torto. Ma ci passerò, prima o poi.
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