Libertà di parola, di pensiero, di critica e di religione

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Messaggioda Berto » ven giu 30, 2017 7:09 pm

???

Germania, approvata la legge contro gli hater. Multe da 5 a 50 milioni per i social che non rimuovono
di F. Q. | 30 giugno 2017
di Claudio Meloni

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06 ... no/3698494

La Germania festeggia la giornata dei social media con l’approvazione della legge contro gli hater: la Network enforcement Act. Si tratta di una delle normative più severe adottate a livello internazionale. La legge, che entrerà in vigore ad ottobre dopo il rinnovo del Bundestag a settembre, stabilisce che se Facebook, Youtube, Linkedin o Twitter non rimuoveranno entro 24 ore i contenuti illegali diffusi in Germania, come quelli che incitano all’odio o alla diffamazione, saranno costrette a pagare una multa salatissima da 5 milioni di euro. Importo che potrà salire fino a 50 milioni. Per quei contenuti la cui illegalità invece non sia immediatamente evidente, il termine di rimozione viene esteso a sette giorni.

Un portavoce di Facebook ha fatto sapere di condividere l’obiettivo del governo tedesco di combattere i discorsi che inneggiano all’odio, ma ha anche precisato che “la migliore soluzione verrà trovata quando il governo, la società civile e le industrie del settore lavoreranno insieme e che questa legge, così come è stata approvata, non migliorerà gli sforzi profusi per affrontare questa importante questione sociale”. L’approvazione arriva dopo mesi di dibattito parlamentare, e soprattutto dopo la proposta adottata il 24 marzo 2017 dal Consiglio d’Europa di bloccare i video che incitavano all’odio.

I padri della nuova normativa, tra i quali il ministro della Giustizia il social democratico Heiko Maas, il leader della Cdu Volker Kauder, ed il leader della Spd Thomas Oppermann, hanno mostrato soddisfatti un sondaggio secondo il quale la loro “creatura” godrebbe del consenso di circa il 70% dell’elettorato tedesco.

Secondo l’opinionista Thorsten Benne, direttore e co-fondatore del Global Public Policy Institute di Berlino e titolare di un blog su Handelsblatt, la nuova legge “privatizza l’attività di vigilanza regolata dalle leggi in vigore”. Per l’esperto la nuova normativa, oltre a rappresentare un precedente (il premier britannico Theresa May ha fatto sapere di essere favorevole all’adozione di una normativa analoga) rappresenta una sonora sconfitta per le multinazionali americane.

La loro intensa attività di lobbying tesa ad impedirne l’approvazione si è rivelata totalmente inefficace. Anche in Germania la coalizione “Alliance For The Freedom of Expression”, strenuamente contraria alla nuova disciplina, non è riuscita nell’obiettivo di rallentare l’adozione della legge favorendo un ampio dibattito. Il tentativo di impedire l’esternalizzazione della sindacabilità dei contenuti condivisi sui social media in favore delle multinazionali che li possiedono, non si è concretizzato. Si sarebbe così realizzata una forma di censura arbitraria da parte degli stessi gestori dei social network, laddove la normativa precedente prevedeva l’intervento di un giudice. Sempre le statistiche mostrano come in Germania, come anche negli altri paesi membri, i contenuti diffamatori o che incitino all’odio, diffusi attraverso i social media, siano in costante aumento.

Da parte sua Facebook ha fatto sapere di avere già assunto 3.000 nuovi dipendenti per il contrasto alle fake news. Che si sommano ai 4.000 già assunti per monitorare i milioni di post condivisi ogni settimana dagli utenti. Facebook ha annunciato in maggio di avvera raggiunto i 2 miliardi di iscritti.
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Messaggioda Berto » ven giu 30, 2017 9:18 pm

La settimana della solidarietà

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9364419840

Al lunedì mi metto le scarpe e il cappello da ateo, in solidarietà con tutti gli atei e gli aidoli perseguitati e sterminati ovunque e in ogni tempo dai nazisti maomettani;

al martedì mi metto il velo nero, in solidarietà con tutte le donne maltrattate, perseguitate e uccise dai nazisti maomettani in ogni tempo e su tutto il pianeta;

al mercoledì mi metto nudo, in soldarietà con tutti gli apostati dell'Islam perseguitati e uccisi dai nazisti maomettani ovunque si sia insediato il nazismo islamico;

al giovedì mi metto indosso un lenzuolo bianco, per solidarietà con gli yazidi e tutti gli altri diversamente religiosi della terra, perseguitati e sterminati dai nazisti maomettani in ogni dove e in ogni tempo sia giunta l'idolatria di Allah;

al venerdì, festa mussulmana, non mi metto nulla e non pratico nessuna solidarietà con gli islamici perseguitati e uccisi dai nazisti maomettani;

al sabato festa ebraica mi metto la kippà, per solidarietà con gli ebrei perseguitati e sterminati dai nazisti maomettani in ogni tempo e in tutto il mondo;

alla domenica, festa cristiana, mi metto una maglietta con la croce, per solidarietà con i cristiani perseguitati e sterminati dai nazisti maomettani, in ogni tempo e in ogni parte della terra.
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Messaggioda Berto » dom lug 09, 2017 7:51 am

Libertà di pensiero, di critica e di espressione contro i dogmi e l'idolatria.
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Messaggioda Berto » gio lug 20, 2017 7:50 pm

El tenpio o ła caxa de ła lebartà e de ła no credensa
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Messaggioda Berto » gio lug 20, 2017 7:59 pm

??? No la me piaxe ???

Difendere gli intellettuali. Il dovere dell’Europa nelle democrazie a rischio
di Elif Shafak, da Repubblica, 17 luglio 2017
The Guardian (Traduzione di Marzia Porta)
Elif Shafak è una scrittrice, tra le più importanti in Turchia. I suoi libri sono stati tradotti in oltre trenta lingue
(17 luglio 2017)


http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... -a-rischio

Il monito della scrittrice turca Elif Shafak: “La libertà di pensiero non è scontata, se non alziamo la voce rischiamo di lasciare i nostri Paesi ad autocrati e demagoghi. Un Paese che odia i propri intellettuali è un Paese infelice. E la Turchia, che è la mia patria, è tra questi”.

Un Paese che odia i propri intellettuali è un Paese infelice. E la Turchia, che è la mia patria, è tra questi. Sempre più spesso gli intellettuali vengono demonizzati sui media filo-governativi, derisi sui social, accusati di essere “traditori” e “collaborare con le potenze occidentali” e quindi processati, incarcerati o esiliati. Ma di certo non ignorati.

La Turchia, così come la Russia, ha sempre preso sul serio i propri intellettuali — facendoli soffrire perché osano pensare diversamente.

Qui, nel Regno Unito, le cose sono ben diverse: la libertà di parola trionfa e la democrazia è solida. Gli scrittori che affrontano temi controversi non rischiano la querela. Gli accademici non vengono espulsi a migliaia, e i giornalisti non vengono incarcerati in massa. Rispetto ai loro colleghi turchi, venezuelani, pachistani o cinesi, gli intellettuali britannici godono di una libertà enorme. Ci si aspetterebbe che fossero consapevoli di tale privilegio e prendessero la parola anche a nome di coloro che non possono farlo. Come mai in questo Paese gli intellettuali non sono più numerosi? La risposta la si può trovare nelle parole di uno studioso britannico, che una volta mi disse: «Noi riteniamo che autoproclamarsi intellettuale sia piuttosto arrogante. E che farlo pubblicamente lo sia ancora di più». Quel che a me appare arrogante è invece la presunzione che i Paesi arretrati abbiano bisogno di intellettuali mentre noi, che viviamo nell’Occidente progredito e democratico, siamo superiori a simili “sciocchezze”.

Nel nuovo ordine mondiale di Trump un numero crescente di persone si sta rendendo conto di come diritti e libertà che in Occidente abbiamo dato a lungo per scontati potrebbero richiedere una difesa appassionata e urgente. In quest’epoca di incertezza e di ansia diffuse la politica è troppo spesso guidata dalle emozioni. E il potere di tali emozioni è troppo spesso sottovalutato.

Nella nuova era della storia mondiale in cui ci troviamo, in molte parti del mondo la democrazia liberale è minacciata. Al di là dei confini dell’Europa cova una mentalità pericolosa, secondo la quale “la democrazia non è adatta né per il Medio Oriente né per l’Oriente”.

Gli isolazionisti propongono nuovi modelli sociali secondo i quali democrazia, diritti umani e libertà di parola sarebbero superflui, mentre l’unica cosa che conta è la stabilità economica. Non capiscono che le nazioni non democratiche sono profondamente infelici e assolutamente incapaci di raggiungere la stabilità.

Turchia, Ungheria e Polonia dimostrano che la democrazia è più fragile di quanto pensassimo: non si tratta di un bene materiale di cui alcuni Paesi dispongono e altri no, bensì di un ecosistema che esige di essere continuamente protetto, nutrito e curato. E che oggi, di fronte ai movimenti populisti e ai discorsi tribalisti, è minacciato (???).

La Turchia rappresenta un fulgido esempio di come un Paese possa compiere passi indietro a una velocità sorprendente. E ciò che è accaduto in Turchia può accadere ovunque. A un contesto tanto mutevole occorre opporre una solidarietà e una sorellanza globali, fondate su dei valori democratici condivisi. C’è bisogno di più attivismo e di più intellettuali.

Non dimentichiamo che in Europa l’ascesa dell’intellettuale “pubblico” avvenne in occasione dell’affaire Dreyfus, alla fine del XIX secolo: un’epoca in cui il nazionalismo, il fanatismo nazionalistico e l’isolazionismo erano in forte ascesa. Il J’Accuse, leggendaria risposta di Zola, rappresenta un geniale manifesto di coscienziosità.

Da Hannah Arendt ad Isaiah Berlin, gli intellettuali pubblici insegnavano nelle università perché, oltre a riconoscere il valore di tale istituzione, non avrebbero potuto mantenersi solamente scrivendo libri. Non è vero che quella degli intellettuali è una classe privilegiata. Dobbiamo abbandonare una volta per tutte il luogo comune che descrive gli intellettuali come arroganti e distaccati. Smettiamola di preoccuparci di ciò che gli altri potrebbero dire se rivendicassimo la vitalità dell’intelletto. Abbiamo cose più importanti di cui preoccuparci.

Il declino degli intellettuali, a cui si assiste in tutto il mondo, è un brutto segno che non farà che facilitare le cose ai demagoghi e agli autocrati ed accelerare il crollo della democrazia liberale pluralistica e dell’internazionalismo (???).

L’assenza di intellettuali ci catapulterà in un mondo di opposti: “noi” contro di “loro”. Le posizioni intermedie scompariranno. Già adesso possiamo vedere i primi indizi di questa tendenza: su ogni tema di rilievo viene imposta una polarizzazione artificiosa. Nei dibattiti pubblici, in tv e non solo, un esperto ateo viene messo a confronto con uno teista; un sostenitore della Brexit viene affiancato ad un suo detrattore; un “islamofobo” è invitato insieme ad un musulmano ortodosso (???) e via dicendo. Da quando in qua il mondo è così bianco- o-nero? (???)

Un intellettuale è una persona che sfida le opposizioni binarie, colma i divari culturali, possiede una flessibilità cognitiva tale da permettergli di collegare tra loro discipline diverse e difende strenuamente un modo di pensare ricco di sfumature.

Gli intellettuali dovrebbero dar prova di coraggio e far sentire la loro voce. Essere anche offensivi, se necessario. È giunto il momento di smetterla di denigrare gli intellettuali. Se non altro, per riguardo nei confronti di tutti quegli intellettuali che, in altre parti del mondo, pagano un prezzo molto caro per svolgere il loro ruolo.


Elif Şafak, trascritto anche come Elif Shafak (Strasburgo, 25 ottobre 1971), è una scrittrice turca.
https://it.wikipedia.org/wiki/Elif_%C5%9Eafak
Ha pubblicato romanzi scritti in turco e in inglese ed è l'autrice più venduta in Turchia. Le sue opere sono tradotte in più di trenta lingue. È stata definita dai critici come un'autrice in cui si armonizzano in modo creativo la tradizione occidentale e quella orientale fino a generare un'opera narrativa che è insieme locale e universale. La sua opera attinge a diverse culture e tradizioni letterarie, così come ad un profondo interesse per la storia, la filosofia e la cultura orale.
La Şafak ha una scrittura provocatoria nei confronti del bigottismo e della xenofobia, ed è profondamente legata ai temi del femminismo, del sufismo, dell'individualismo e della cultura ottomana, con “un particolare talento nel dipingere le strade di Istanbul”. Attualmente divide il suo tempo tra la Gran Bretagna e Istanbul.



Hitler e Maometto: chi è stato il peggior criminale?
viewtopic.php?f=188&t=2659

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lIslam.jpg
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Messaggioda Berto » ven lug 28, 2017 10:57 pm

Libertà di pensiero, di critica e di espressione contro i dogmi e l'idolatria
viewtopic.php?f=201&t=2138


Giudizio (negativo) sull'islam: sospeso il prof
Giuseppe De Lorenzo - Ven, 28/07/2017

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 25544.html

Vietato dare giudizi (negativi) sull'islam. Lo sa bene Pietro Marinelli, 61enne docente di Diritto ed Economia all'Istituto superiore “Falcone-Righi” di Corsico, piccolo comune nell'hinterland milanese.

Marinelli vanta oltre 30 anni di carriera, la laurea in Giurisprudenza, un'altra in Scienze religiose e un curriculum di tutto rispetto. Cui però ora dovrà aggiungere le accuse di islamofobia.

Tutto inizia il 31 maggio scorso. Il professore entra in una classe quinta per la lezione di diritto internazionale. Tema: lo Stato Islamico. E visto che al “Falcone-Righi” ancora si rispettano le buone maniere, quando il prof entra in classe gli studenti si alzano in piedi. Tutti, tranne lei: un'alunna 18enne di origine egiziana che si giustifica affermando di essere in periodo di ramadan. “Una pratica religiosa non ti dà certo diritto di non rispettare una consuetudine dell'Istituto”, fa notare il docente. Ma tant'è. “Per sviluppare il suo senso critico ho provato a chiederle cosa significasse il ramadan. E lei sosteneva fosse solo un periodo di riflessione. Le ho detto che non è così. Che viene celebrato per ricordare la discesa dal cielo del Corano, parola increata di Allah”. Ne nasce allora una discussione in cui Marinelli spiega l'origine e il significato del rito musulmano, accennando però valutazioni critiche nei confronti dell'islam e di una pratica di digiuno che “non mi sembra umana”. Apriti cielo.

La studentessa esce dalla classe senza permesso, salta la lezione sull'Isis e si becca una nota. Ma non è lei a doversi preoccupare. Poche ore dopo la madre scrive una lettera alla preside, Maria Vittoria Amantea, denunciando “un terribile" fatto "di intolleranza religiosa”. Nella missiva vengono riportate alcune frasi che Marinelli avrebbe pronunciato al fine di “offendere e sminuire" la fede musulmana: l'islam è una religione priva di senso; il Corano è una ridicolaggine insensata; il Ramadan è disumano; l'islam dovrebbe essere vietato dalla legge e via dicendo. “Alcune sono state palesemente esagerate – dice il professore – altre totalmente inventate”.

Fatto sta che ragazza presenta pure un esposto ai carabinieri e lo stesso farà la preside “a tutela dell'onorabilità dell'istituto”. Nemmeno si trattasse di lesa maestà, scatta il procedimento disciplinare: Marinelli è accusato di aver offeso l'alunna e di essere venuto meno “al suo principale dovere come docente e educatore”.“Prima di avviare l'iter non hanno neppure tenuto conto della mia dichiarazione, protocollandola volutamente in ritardo”, denuncia lui, che in tutta risposta ha depositato due contro-esposti (la preside, contattata per telefono e mail, non è ancora risultata reperibile). Il 24 giugno il caso finisce in presidenza per l'audizione in difesa. Obiezioni, spiegazioni, precisazioni: tutto inutile. Arriva una punizione esemplare: sette giorni di sospensione e relativa decurtazione dello stipendio.

Marinelli però rivendica “libertà di opinione”: “Io non ho offeso, ho solo dato una mia valutazione dell'islam alla luce dei miei studi. Una cosa sono le affermazioni sulle persone, altro quelle sulla religione. Credo rientri nei miei obblighi educativi stimolare gli studenti ad avere una visione critica della vita, anche rispetto alle proprie tradizioni religiose". Difficile dargli torto. "Come i cristiani ascoltano le lezioni sulle crociate o sull'Inquisizione e non presentano esposti contro i docenti - continua - così devono fare pure gli islamici. Anche quando si dice che l'Isis è il vero riferimento del mondo islamico oppure che nell'islam ci sono meno libertà rispetto al cristianesimo”.

Il ragionamento non fa una piega. Ma non aiuta: condannato per aver violato gli articoli 3 e 19 della Costituzione (uguaglianza e libertà di culto) e due articoli del codice deontologico. “Io non ho insultato nessuno né limitato la libertà di alcuno. Ho solo espresso un giudizio sull'islam”. Tradotto: critichi Maometto e finisci nei guai.



Alberto Pento
Questa è una grave violazione dei Diritti Umani Universali, dei valori e delle livertà democratiche e della stessa costituzione italiana.


Al professore si contesta di aver violato i seguenti articoli della costituzione:

Articoli 3 e 19 della Costituzione (uguaglianza e libertà di culto)

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 19. Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purchè non si tratti di riti contrari al buon costume


Si consideri come la religione islamica abbia riti e prescrizioni giuridiche contro il buon costume ed altre leggi: per esempio le preghiere contro i non islamici e in particolare contro gli ebrei e i cristiani; inoltre andrebbero considerate tutte anche le prescrizioni coraniche che violano i diritti umani, le leggi italiane ed europee, contro i diversamente religiosi e pensanti, contro gli apostati, le donne, contro gli omosessuali ...
Tali aspetti criminali della religione islamica o ideologia politica mussulmana rendono tale "culto" molto simile se non peggiore al nazismo maomettano e pertanto sono crimini contro l'umanità che violano e sminuiscono fortemente e irreparabilmente la dignità umana.


Si considerino anche questi altri articoli a favore del professore: l'islam promuove e prescrive la violenza e la guerra contro i non islamici e ciò è contro l'articolo 11 della Costituzione, inoltre le reazioni della ragazza mussulmana, della madre e della preside violano l'art. 21 della Costituzione Italiana.

Art. 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.


Siamo al paradosso per il quale una studentessa islamica viene sostenuta ed appoggiata nella sua convinzione che la critica all'Islam sia una offesa a lei come persona; il fatto ancora più grave è che un'autorità statale italiana adotti come criterio di giudizio la mentalità islamica, secondo la quale ogni fedele è parte integrante della "umma", ossia la comunità musulmana, per cui l'offesa alla religione islamica viene considerata come offesa alla persona del credente islamico.
https://www.facebook.com/pietro.marinel ... 3583063468

Carmelo Marletta
Egregio professore, la sua preside , più che la umma e le leggi islamiche , dovrebbe seguire l'Ordinamento italiano, visto che in Italia ancora vige la nostra Costituzione e non le leggi coraniche.E' opportuno che i Dirigenti di Scuole italiane (non islamiche) promuovano l'integrazione DI TUTTI GLI STUDENTI, anche quelli di fede islamica.Questi comportamenti, anzi, dovrebbero essere segnalati dalla Scuola in sede di valutazione di un'eventuale cittadinanza italiana. Di recente la Cassazione si è pronunciata in merito all'integralismo di persone che vengono VOLONTARIAMENTE nel nostro Paese che ha usi, costumi e religione, lontano anni luce dalla loro. Ecco un estratto della recente la sentenza della Prima sezione penale della Suprema Corte, di cui la sua preside, la studentessa e l'agguerrita mamma devono tenere conto. “E' essenziale l’obbligo per l’immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano e quindi della liceità di essi in relazione all’ordinamento giuridico che la disciplina”.Il verdetto aggiunge che “la decisione di stabilirsi in una società in cui è noto, e si ha la consapevolezza, che i valori di riferimento sono diversi da quella di provenienza, ne impone il rispetto”. https://www.fattidalweb.com/2017/05/19/ ... tu-approvi

https://www.facebook.com/Solidariet%C3% ... 8051095731


Pietro Marinelli

https://www.facebook.com/pietro.marinelli1


Cari amici,
la preside del mio Istituto ha chiesto, nei miei riguardi, una visita medica di controllo, alla Commissione medica di verifica della Sovrintendenza della Lombardia, per accertare la mia idoneità o inidoneità all'insegnamento. Ciò perché lei sostiene che io abbia "disturbi nel comportamento gravi, evidenti e ripetuti, che fanno presumere l'esistenza dell'inidoneità psichica permanente assoluta o relativa al servizio". Acclude una relazione che si è rifiutata di farmi conoscere, ma è molto probabile, essendo stata richiesta dopo i fatti in questione, che riguardi le espressioni non "politicamente corrette" sull'islam. Credo di poter fare un paragone con il trattamento riservato ai dissidenti sovietici, che venivano sottoposti a visita medica in quanto considerati "malati mentali" da rieducare, poiché avevano un pensiero diverso da quello dell'ideologia comunista.


Carissimo Hafeez Abdul Raja,
tu sai che io ti stimo moltissimo come persona (e mi dispiace che tu abbia scelto di andare a vivere nel Regno Unito). Tu sei un grande uomo, oltre che un ottimo marito ed un eccellente padre. E sai che posso dire questo perché ci conosciamo da molti anni, per la mia frequentazione dell'Internet Point di via Dolci, adesso gestito dal caro Husnain Safraz. Volevo dirti una cosa: io capisco che per te questa questione sia problematica, in quanto tu prendi a cuore tutte le questioni riguardanti l'islam come tue questioni personali. ma è proprio questo il punto della questione: Tu non sei l'islam! Tu non sei responsabile delle nefandezze che talvolta vengono compiute nei Paesi islamici! Ognuno è responsabile delle proprie azioni! Tu non sei responsabile degli eccidi di cristiani compiuti dagli estremisti islamici! Tu non sei responsabile delle diciotto guerre guidate personalmente da Maometto! Tu sei un uomo libero! Tu potresti anche decidere di essere ateo oppure di cambiare religione!


Perdonatemi, forse non ho capito nulla dai miei studi di Giurisprudenza; forse non avrò capito niente neanche della Costituzione, ma io devo insegnare che lo Stato LAICO (che non è lo Stato laicista, ossia contro le religioni) è lo Stato che si astiene dall'intervenire nelle fedi religiose dei singoli individui e lascia loro la libertà di professarle (art. 19 Cost.), come lascia la libertà di manifestare il proprio pensiero a chi le vuole criticare (art. 21 Cost.).



REGIONE, CECCHETTI (LEGA): "INTERROGAZIONE SU CASO DOCENTE CORSICO"
(OMNIMILANO)

Il prof. Pietro Marinelli dell'istituto "Falcone-Righi" di Corsico ha subito un pesante provvedimento disciplinare solo per aver espresso in classe la sua opinione critica sull'islam.
Ho presentato un'interrogazione in Regione perché ritengo che questa cosa sia scandalosa: la libertà di espressione deve essere sempre e comunque tutelata!

Milano, 02 AGO -"Se i fatti fossero confermati, sarebbe gravissimo" E' quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) in merito al docente dell'Istituto "Falcone-Righi" di Corsico, professore Pietro Marinelli, che sarebbe stato punito con sette giorni di sospensione e una decurtazione dello stipendio per aver espresso in classe alcune opinioni sull'islam.
"Occorre fare piena chiarezza su questa vicenda - afferma Cecchetti - perche' e' impensabile che un professore, per il solo motivo di aver espresso un'opinione critica sull'islam, possa ricevere un provvedimento disciplinare. Se cio' fosse confermato, sarebbe di una gravita' inaudita: la critica a una religione non puo' assolutamente comportare punizioni e bavagli, cio' a tutela della piu' importante caratteristica della nostra democrazia: la liberta' d'espressione".
"Per questi motivi - conclude Cecchetti - ho presentato un'interrogazione per chiedere alla giunta regionale di fare luce sulla vicenda, valutando che quanto emerso in questi giorni corrisponda al vero: se fosse confermata la buona condotta del professore, la Regione dovra' chiedere ufficialmente all'Ufficio scolastico della Lombardia di ritirare la sanzione disciplinare nei suoi confronti ed eventualmente censurare il comportamento del
preside".

www.fabriziocecchetti.net


???
Mohamed Adly
Prof Pietro Marinelli Maometto non ma ha guidato guerre Maometto è l'ultimo progetta che è stato mandato dal dio Maometto ci ha insegnato come ci possiamo comportare e come possiamo trattare a non sono musulmani Maometto ci ha insegnato ad amare e rispettare le persone Maometto tramite il curano ci ha messo nella strada giusta prof forze tu non sappia che io per essere musulmano devo credere in Gesù e in Maria il curano ci ha raccontato la storia di Gesù e di Maria anzi addirittura c'è nel curano una sura che quasi 100 pagine si chiama ( Maria ) Maometto è misericordia per il mondo prof mi dispiace dirti che il tuo modo e le tue parole non fanno altro che fomentare l'odio prof so benissimo che tu sei una persona molto intelligente per quello ti invito di leggere il curano e studiare bene il curano e sono sicuro che ti cambi idea o almeno prova ascoltare il curano anche per una volta vai su YouTube e ascolti una sura del curano poi mi dirai I tuoi sentimenti

Andrea Sacchi
pensare che una religione (qualsiasi religione) ti debba dire come vestirti, cosa mangiare e come comportarti con gli altri, o insegnarti la storia nel 2017 è roba da minorati mentali. Hai un cervello, usalo non è lì per bellezza o per essere riempito di cazzate di matrice religiosa.

Maurizio Deb
Questo il corano non l ha mai letto e dice di essere pure musulmano boh

Max Vetter
Mohamed Adly Si può pensare di Maometto e dell'Islam quello che ci pare, ma i dati storici quelli sono. A partire dalla battaglia di Badr del 624 la vita di Maometto fu tutto un susseguirsi di battaglie e campagne militari fino alla sua morte, per non parlare della possibile partecipazione diretta al massacro dei Banu Qurayza nel 627.

Gian Giacomo William
Ma come ben saprai, per conoscere bene l'Islam non c'è solo il Corano ma anche la Siraa e, soprattutto, l'hadit che insieme al Corano sono fondamentali per la sharia. Inoltre, come sempre ben saprai, il Corano è stato scritto in due momenti diversi della vita di Maometto, ossia, quando viveva a La Mecca (Corano Meccano) e successivamente quando visse a Medina (Corano Medinese). La prima parte, effettivamente, è un libro di pace e di tolleranza, Maometto in quel periodo era un religioso a tutti gli effetti. Dopo l'Egira, ossia quando si stabilì a Medina, cambiò molto la sua "politica" trasformandosi in un politico ed in un militare. Persino la parte del Corano scritto a Medina, cambia toni e le sure diventano violente e come ben saprai, in merito al Corano, ciò che è scritto dopo migliora e rafforza ciò che è stato scritto in precedenza (parole vostre). Con questa "postilla" il Corano Meccano viene in qualche modo abrogato a favore della parte medinese. Non è forse un buon musulmano colui che segue o comunque imita la vita del profeta? Quindi da buon musulmano dovresti seguire i suoi insegnamenti tra cui schiavizzare o uccidere coloro che vagano nell'errore e uccidere i membri del popolo delle Scritture. Nella sura detta la aprente non si chiede benedizione per gli islamici negandola a coloro che vagano nell'errore (detti anche cristiani)?
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Messaggioda Berto » mar ago 01, 2017 8:19 pm

In difesa di Dawkins, censurato sull'islam
agosto 1, 2017 Alexander Lucie-Smith
Il paladino degli intellettuali anticristiani “bannato” da una radio americana per aver espresso critiche offensive all’islam. Se è capitato a lui, può capitare a tutti
richard-dawkins-ansa

http://www.tempi.it/ora-che-la-censura- ... YDEB-n-ujI

Per gentile concessione del Catholic Herald, proponiamo di seguito in una nostra traduzione un articolo di Alexander Lucie-Smith apparso giovedì 25 luglio nel sito del magazine cattolico londinese. Il testo originale in inglese è pubblicato in questa pagina.
http://www.catholicherald.co.uk/comment ... -to-offend

Non ho mai giudicato Richard Dawkins un pensatore, né un pregevole scrittore. Non è Jonathan Swift. Il fatto che così tante persone lo considerino il nostro intellettuale più importante è deplorevole. Sarà pure un ottimo scienziato, ma conosce molto poco della religione e non ha nulla di interessante da dire sull’argomento, a parte il fatto che non gli piace. Come ha detto Terry Eagleton: «Immaginate uno che parla per ore e ore di biologia avendo come unica conoscenza sul tema il Book of British Birds, e avrete un’idea di cosa significhi leggere Richard Dawkins sulla religione». È proprio così.

Ciò detto, il professor Dawkins ha qualche ottima qualità che io ammiro. È impavido e non è uno che rispetta le persone. Questo gli va riconosciuto. Tra le persone verso le quali non dimostra alcun rispetto ci sono i preti, che comprendono il sottoscritto, ma per quanto mi riguarda, non fa niente. Dopo tutto perché il professor Dawkins dovrebbe rispettare il clero? Detta altrimenti, se l’atteggiamento del professore nei confronti dei preti non corrisponde al loro senso del diritto, questi dovrebbero forse offendersi?

L’altra qualità del professore è che non accetta che alcune materie siano proibite, e in questo egli è un fulgido esempio per tutti noi. La maggior parte di noi censura il proprio lavoro perché non vuole mettersi nei guai. A volte questa autocensura non è efficace quanto vorremmo, e finisce che qualcuno ci fa notare che quel che abbiamo detto è “molto coraggioso”. Invece il professor Dawkins, caso quasi unico in questo paese, non è incline all’autocensura. Crede nella libertà di espressione e la pratica. Non c’è mai bisogno di chiedersi che cosa pensi veramente, perché lo ha già detto.

Ora, questo spesso risulta offensivo e talvolta può fare arrabbiare le persone. Io personalmente mi sono infuriato quando ho letto le cose che il professor Dawkins ha detto sulla visita di papa Benedetto XVI nel nostro paese. Ero furioso, ma non offeso. Non mi sono sentito offeso perché quello che il professore ha detto non mi ha colpito come mi avrebbe colpito una critica giustificata. Di sicuro, però, mi ha fatto arrabbiare. Ma sapete che c’è? È il prezzo che paghiamo per vivere in una democrazia, e quando mi arrabbio come mi capita a volte, faccio del mio meglio per superarlo, e ogni volta ci riesco, e pure abbastanza in fretta. I commenti del professor Dawkins su Benedetto XVI mi hanno fatto arrabbiare per tre o quattro minuti al massimo.

Alcuni spiriti, tuttavia, non sono saldi come altri, a quanto pare. Dal momento che il professore è stato no platformed [segnalato come ospite non gradito, ndt] dalla radio KPFA di Berkeley, California, dove doveva essere ospitato per promuovere il suo nuovo libro. La ragione del ritiro dell’invito è che il professore è stato «ingiurioso» a proposito dell’islam.

Ci dicono i controllori della virtù dell’emittente radiofonica:

«KPFA sostiene con forza la vera libertà di espressione, tuttavia non sosteniamo le espressioni offensive. Chiediamo scusa per non avere raccolto per tempo informazioni più approfondite riguardo alle idee di Dawkins. Ci scusiamo anche con tutti coloro che si sentano disturbati da questa cancellazione».

Il professor Dawkins, giustamente, è irritato. E domanda all’emittente:

«Io sono noto per essere un critico assiduo del cristianesimo e non sono mai stato de-platformed [dis-invitiato, ndt] per questo. Perché concedere all’islam un lasciapassare? Perché va bene criticare il cristianesimo ma non l’islam?».

È una domanda che è stata già posta in passato, e dobbiamo essere grati al professore per averla risollevata. Ma c’è una questione più ampia che è più importante, ed è questa: per quale motivo certa gente tenta di proibire qualunque discorso che possa mettere alla prova il pensiero delle persone? Siamo davvero così terrorizzati dagli effetti della libertà di espressione e della libertà di pensiero? Se qualcuno si sente offeso da Dawkins, che problema c’è? Come potrà mai fare i conti costui con la vita di tutti i giorni, piena com’è di concetti potenzialmente pericolosi?

La verità è che questo è un tentativo di censura. Il professor Dawkins non dovrebbe essere censurato. È un patrimonio nazionale. E se si censura lui, chi altri sarà censurato? Il professor Dawkins ha il diritto di offendere, e io e molti altri con me siamo più che felici di essere offesi da lui. L’alternativa – che tutte le persone potenzialmente offensive siano messe a tacere – è una prospettiva spaventosa, non solo per gli atei, ma anche per le persone religiose e per chiunque altro.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » mar set 05, 2017 7:39 pm

CARO ORDINE DEI GIORNALISTI, IO NON RISPETTO LE LEGGI DEMENZIALI
di LEONARDO FACCO

https://www.miglioverde.eu/caro-ordine- ... demenziali

A Luglio, m’è giunta una lettera dall’Ordine dei giornalisti in cui si minacciava un mio “rinvio a giudizio disciplinare” per non essermi aggiornato secondo i loro dettami e le leggi vigenti. Immediatamente, risposi loro con una mail, che vi riporto qui sotto. Ad oggi, a quasi due mesi di distanza, attendo ancora una risposta.

Spettabile Ordine dei giornalisti,
vi scrivo a seguito della Vostra lettera, inviatami con il seguente OGGETTO: Inadempienza obbligo formazione professionale continua.

Ebbene, con riferimento a quanto mi scrivete con lettera protocollo n 3469/17/GD/am, sono a segnalarvi che non è mia intenzione rispettare una legge che definisco semplicemente demenziale, visto che il sottoscritto – che attualmente non lavora per alcuna testata iscritta ad alcun Tribunale della Repubblica – si aggiorna quotidianamente attraverso la lettura di almeno 2000 saggi all’anno, 50 libri di filosofia politica ed economia annuali, approfondimenti scelti personalmente e percorsi di studio altri con fior di professionisti, che riguardano i miei interessi e, soprattutto, gli interessi dei lettori (peraltro molto soddisfatti) della mia casa editrice, che ho fondato 25 anni fa e che non percepisce finanziamenti pubblici.

Peraltro, visto che ho sempre regolarmente pagato il “bollino annuale” per rimanere, comunque, iscritto all’ordine professionale (a questo punto chiederò il rimborso di tutto quanto pagato), trovo davvero sconcertanti i toni intimidatori usati nella Vostra missiva, soprattutto quando affermate che “in caso di perdurante inadempienza, saremo costretti, con rammarico, a segnalare il tuo nominativo al Consiglio di disciplina territoriale”.

Orbene, sarò ben lieto (qualora mi trovassi in Italia) di presentarmi davanti al Vostro fascio-comunista “CONSIGLIO DI DISCIPLINA TERRITORIALE” (mi corre un brivido per la schiena al solo leggerne la denominazione) per rispondere nel merito sul perché non ritengo necessario dovermi obbligatoriamente aggiornare secondo i vostri dettami. I miei giudici sono i miei clienti, arbitri unici del mio lavoro.
Con cordialità
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Libertà di parola, di pensiero, di critica e di religione

Messaggioda Berto » mer set 27, 2017 7:08 am

Viva il ministro dell'Integrazione danese, Inger Stojberg, che ha ripubblicato le vignette su Maometto dopo che un museo le aveva censurate. "Io ne vado fiera" ha detto Stojberg. Non proprio come i nostri di ministri dell'Integrazione Riccardi e Kyenge. Stasera compro burro danese.

https://www.facebook.com/giulio.meotti

Danish minister republishes controversial Prophet cartoon on Facebook
Reuters Staff

http://www.reuters.com/article/us-denma ... C11K2?il=0


COPENHAGEN (Reuters) - Denmark’s immigration minister on Tuesday posted a screenshot of her iPad showing a drawing of the Prophet Mohammad on Facebook, one of the satirical cartoons that caused outrage among Muslims around the world more than a decade ago.

The Facebook post comes as a reaction to a decision by the Skovgaard Museum in Viborg, Denmark, not to include the drawing in a new exhibition about blasphemy since the Reformation.

“It is the museum’s own choice and they have their full right to do it, but I think it’s a shame,” said Inger Stojberg, minister for immigration and integration, in her Facebook post.

The Facebook post is accompanied by a screen shot of the minister’s iPad background screen, which shows a cartoon of a bearded man with a bomb in his turban.

Stojberg said in the post she uses the cartoon as her background screen because it reminds her that Denmark is a country with freedom of speech, which includes the right to criticize religions.

“Honestly, I think we should be proud of the Mohammad cartoons,” Stojberg said.

Three Danish embassies were attacked and at least 50 people were killed in rioting in 2006 in the Middle East, Africa and Asia, after drawings of the Prophet Mohammed, images many Muslims consider blasphemous, were published in the Danish newspaper Jyllands-Posten.

The picture posted on Monday by the minister was one of those cartoons.

Reporting by Copenhagen newsroom, editing by Larry King
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Re: Libertà di parola, di pensiero, di critica e di religion

Messaggioda Berto » gio dic 07, 2017 9:53 pm

Caso Belpietro, pm: “Ha insultato 1,5 miliardi di fedeli islamici”
andrea palladino
2017/12/04

http://www.lastampa.it/2017/12/04/itali ... agina.html

«Il titolo “Bastardi islamici” è un insulto generalizzato a un miliardo e mezzo di fedeli islamici, molti dei quali vittime essi stessi di attentati terroristici». Ecco perché, secondo il pm Pietro Basilone, il giornalista Maurizio Belpietro va condannato a una multa da 8300 euro per offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone, aggravate dalla finalità di odio razziale.

Il titolo dell’editoriale, apparso sulla prima pagina del quotidiano all’indomani degli attentati parigini del 13 novembre è, secondo l’accusa, «una espressione dispregiativa che attribuisce agli islamici quel gesto”, ovvero gli attentati. E Belpietro, che guidava il giornale, era “perfettamente consapevole di offendere», con una «espressione che ha generato grande frustrazione nella comunità musulmana».

La difesa di Belpietro, oggi alla guida de “La Verità”, ha sostenuto invece che il fatto non sussiste in quanto “islamici” era aggettivo relazionale del sostantivo ’bastardi’ e serviva a definire la matrice islamica degli attentati. «Se il titolo fosse stato “Islamici bastardi’” sarebbe stato diverso. L’unico significato che invece scaturisce da quel titolo - ha sottolineato l’avvocato Valentina Ramella - è che quei soggetti, ovvero i terroristi, sono dei “bastardi”».

Una tesi respinta totalmente dal pm, secondo il quale “Belpietro è un bravo professionista, una persona colta e intelligente. E non poteva non rendersi conto che quel messaggio sarebbe stato interpretato come un insulto agli islamici dalla maggior parte dei lettori”. Il Caim, Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Monza che si è costituito parte civile nel processo, ha chiesto un risarcimento di 350 mila euro e una provvisionale da 100 mila euro.

Il processo è scaturito dalle querele depositate in Procura da una decina di musulmani. Belpietro, interrogato in aula, aveva raccontato che dopo gli attentati di Parigi “un collega ebbe l’idea” di usare il titolo ’Bastards’ messo in pagina da un giornale di San Francisco dopo l’attacco alle Torri Gemelle del 2001, ma se “in quest’ultimo caso non era chiara ancora all’epoca la matrice di quell’attentato, per noi invece dopo gli attacchi a Parigi e non solo era già drammaticamente nota la matrice islamica”. Belpietro aveva chiarito, inoltre, che se il quotidiano avesse voluto riferirsi a tutti i musulmani e non solo ai terroristi “avremmo dovuto dire ’gli islamici sono bastardi’, perché la lingua italiana è chiara e quando si dice ’assassini islamici’ o ’kamikaze islamici’ non significa certo che tutti gli islamici sono assassini o kamikaze”.


Je suis Belpietro: Bastardi Islamici ...

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamici.jpg


"Posso chiamare degli assassini bastardi?"
Titolò "Bastardi islamici" dopo la strage di Parigi: Belpietro è stato rinviato a giudizio
Il direttore de 'La Verità', che allora era a capo di 'Libero', è chiamato da un giudice del tribunale di Milano a rispondere di "istigazione all'odio razziale"
1 Marzo 2017
http://www.ilpopulista.it/news/1-Marzo- ... dizio.html
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