La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » ven ott 05, 2018 7:10 am

La Cassazione fa un assist a Salvini: "Il Viminale sgomberi subito le case occupate"
2018/10/04

https://www.huffingtonpost.it/amp/2018/ ... sion=true#

Gli immobili occupati abusivamente, appena la Procura ordina lo sgombero, devono essere subito liberati dalle forze dell'ordine e il Ministero dell'Interno non può compiere scelte "attendiste" perché altrimenti garantirebbe "non l'ordine, ma il disordine pubblico" mentre "dove è più intollerabile il sopruso, là più forte deve essere la reazione dello Stato di diritto". Lo sottolinea la Cassazione dando ragione ai proprietari di 50 appartamenti occupati contro l'inerzia del Viminale che per sei anni rimandò lo sgombero.

"La politica di welfare per garantire il diritto ad una casa non può compiersi a spese dei privati cittadini, i quali già sostengono un non lieve carico tributario, specie sugli immobili, per alimentare, attraverso la fiscalità generale, la spesa per lo stato sociale", sottolinea la Cassazione con la sentenza 24198 depositata oggi che accoglie il ricorso di due società titolari di 50 appartamenti, 32 in un lotto a Firenze in Via del Romito, e 18 in un lotto a Sesto Fiorentino in Via Primo Maggio. Tra il dicembre 1993 e il maggio 1994, i due stabili vennero occupati da attivisti del 'Movimento per la casa'. Nonostante la Procura fiorentina in breve avesse dato l'ordine di sgombero, il Prefetto e il Questore rinviarono per sei anni l'intervento "per evitare disordini e tutelare l'ordine pubblico".

Contestando questa scelta, gli 'ermellini' affermano che "se l'amministrazione intenda dare alloggio a chi non l'abbia, la via legale è l'edificazione di alloggi o l'espropriazione di private dimore secondo la legge e pagando il giusto indennizzo, e non certo garantire a dei riottosi, perché di questo si è trattato, il godimento dei beni altrui".

Per la Cassazione, le due società hanno diritto ad ottenere dal Ministero dell'Interno il risarcimento dei danni patiti a causa delle scelte attendiste che hanno "violato e compresso il loro diritto di proprietà", garantito dalla Carta di Nizza, dalla Corte di Strasburgo e dalla Costituzione, e ora la Corte di Appello di Firenze deve calcolare i danni prodotti da questo "incredibile ritardo".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » gio nov 22, 2018 5:13 am

Enciclica Laudato si', Bergoglio: "Non è intoccabile il diritto a proprietà privata"
di Francesco Antonio Grana | 16 giugno 2015

https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/0 ... le/1782891

Papa Francesco subordina il possesso alla "funzione sociale" e ai "diritti dei più svantaggiati". Oltre ai temi ambientali, c'è un passaggio sulla sua visione economica: "Il salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro"

Non solo ecologia. Nella sua seconda enciclica, la prima in assoluto dedicata al creato, dal titolo Laudato si’, Papa Francesco attacca chi sostiene che il diritto alla proprietà privata è assoluto o intoccabile, mettendo in risalto, invece, “la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”. Una posizione che ha sempre contraddistinto Bergoglio (fin quando era arcivescovo di Buenos Aires), che in diverse occasioni ha affrontato il tema chiedendo “una terra, una casa e un lavoro per tutti”. Questa volta non si tratta di un’omelia o di un discorso. Il concetto è messo nero su bianco sul documento ufficiale più importante per tutti i cattolici. Francesco ribadisce quanto aveva affermato Giovanni Paolo II spiegando che “la Chiesa difende sì il legittimo diritto alla proprietà privata, ma insegna anche con non minor chiarezza che su ogni proprietà privata grava sempre un’ipoteca sociale, perché i beni servano alla destinazione generale che Dio ha loro dato”. Bergoglio punta anche il dito contro il salvataggio a ogni costo delle banche, “facendo pagare il prezzo alla popolazione”, e contrasta il dominio assoluto della finanza.

La denuncia. Per Bergoglio “la cultura del relativismo è la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di un’altra e a trattarla come un mero oggetto, obbligandola a lavori forzati, o riducendola in schiavitù a causa di un debito. È la stessa logica che porta a sfruttare sessualmente i bambini, o ad abbandonare gli anziani che non servono ai propri interessi. È anche la logica interna di chi afferma: ‘Lasciamo che le forze invisibili del mercato regolino l’economia, perché i loro effetti sulla società e sulla natura sono danni inevitabili’”. Per il Papa “se non ci sono verità oggettive né principi stabili, al di fuori della soddisfazione delle proprie aspirazioni e delle necessità immediate, che limiti possono avere la tratta degli esseri umani, la criminalità organizzata, il narcotraffico, il commercio di diamanti insanguinati e di pelli di animali in via di estinzione? Non è la stessa logica relativista quella che giustifica l’acquisto di organi dei poveri allo scopo di venderli o di utilizzarli per la sperimentazione, o lo scarto di bambini perché non rispondono al desiderio dei loro genitori? È la stessa logica ‘usa e getta’ che produce tanti rifiuti solo per il desiderio disordinato di consumare più di quello di cui realmente si ha bisogno. E allora – prosegue Bergoglio – non possiamo pensare che i programmi politici o la forza della legge basteranno a evitare i comportamenti che colpiscono l’ambiente, perché quando è la cultura che si corrompe e non si riconosce più alcuna verità oggettiva o principi universalmente validi, le leggi verranno intese solo come imposizioni arbitrarie e come ostacoli da evitare”.

Proprietà privata. Per Francesco “ogni approccio ecologico deve integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei più svantaggiati. Il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni e, perciò, il diritto universale al loro uso, è una ‘regola d’oro’ del comportamento sociale, e il ‘primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale’. La tradizione cristiana – sottolinea Bergoglio – non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”.

Economia. Il Papa punta anche il dito contro “il salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”. Per Bergoglio “la crisi finanziaria del 2007-2008 era l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non c’è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo”. Francesco, infatti, sottolinea che “la produzione non è sempre razionale, e spesso è legata a variabili economiche che attribuiscono ai prodotti un valore che non corrisponde al loro valore reale. Questo determina molte volte una sovrapproduzione di alcune merci, con un impatto ambientale non necessario, che al tempo stesso danneggia molte economie regionali. La bolla finanziaria di solito è anche una bolla produttiva. In definitiva, ciò che non si affronta con decisione è il problema dell’economia reale, la quale rende possibile che si diversifichi e si migliori la produzione, che le imprese funzionino adeguatamente, che le piccole e medie imprese si sviluppino e creino occupazione”.

Debito estero. Il Papa sottolinea che “il debito estero dei Paesi poveri si è trasformato in uno strumento di controllo, ma non accade la stessa cosa con il debito ecologico”. Per Francesco “è necessario che i Paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai Paesi più bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile”. Bergoglio precisa che nel cambiamento climatico ci sono “responsabilità diversificate” e che “bisogna rafforzare la consapevolezza che siamo una sola famiglia umana. Non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciò stesso non c’è nemmeno spazio per la globalizzazione dell’indifferenza”.

Guerra chimica. Per il Papa “è prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni”. Bergoglio sottolinea che “la guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa all’energia nucleare e alle armi biologiche. Infatti nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali”. Per questo il Papa chiede alla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. “Ma il potere collegato con la finanza – denuncia Bergoglio – è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute. Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?”.

Energia nucleare. Il Papa afferma che non si può ignorare che “l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso Dna e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Anzi, danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero. Mai – sottolinea Francesco – l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. Basta ricordare le bombe atomiche lanciate in pieno XX secolo, come il grande spiegamento di tecnologia ostentato dal nazismo, dal comunismo e da altri regimi totalitari al servizio dello sterminio di milioni di persone, senza dimenticare che oggi la guerra dispone di strumenti sempre più micidiali. In quali mani sta e in quali può giungere tanto potere? È terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dell’umanità”.

Cambiamento climatico. L’allarme di Bergoglio è serio: “Se la tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi”. Francesco non nasconde che “molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile”.

Gas serra. Sui cambiamenti climatici, per il Papa, “i progressi sono deplorevolmente molto scarsi. La riduzione dei gas serra richiede onestà, coraggio e responsabilità, soprattutto da parte dei Paesi più potenti e più inquinanti. La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile denominata Rio+20 ha emesso un’ampia quanto inefficace Dichiarazione finale. I negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale. Quanti subiranno le conseguenze che noi tentiamo di dissimulare, ricorderanno questa mancanza di coscienza e di responsabilità”.



http://www.polisblog.it/post/352444/pap ... ta-privata


Papa Francesco "Il pauperismo è una caricatura del Vangelo"
2015/01/12

http://www.ancoraonline.it/2015/01/12/p ... ra-vangelo

I temi economici e di dottrina sociale cattolica sono al centro della nuova intervista rilasciata da papa Francesco a Giacomo Galeazzi e ad Andrea Tornielli ed inserita nel volume Papa Francesco. Questa economia uccide (Piemme, 2015), curato dai due vaticanisti della Stampa e in uscita martedì 13 gennaio.

Nell’intervista, di cui ampi stralci sono stati pubblicati oggi sul quotidiano torinese, il Santo Padre chiarisce il suo pensiero in merito all’equità sociale e ribadisce a chiare lettere che l’attenzione della Chiesa verso i poveri non ha nulla che vedere con il marxismo.

Se da un lato Francesco riconosce che “la globalizzazione ha aiutato molte persone a sollevarsi dalla povertà”, dall’altro prende atto che “ne ha condannate tante altre a morire di fame”, facendo crescere “in termini assoluti” la ricchezza mondiale ma anche incrementando le “disparità” e le “nuove povertà”.

Il Pontefice ha poi ribadito: “Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo ma il denaro, quando il denaro diventa un idolo, gli uomini e le donne sono ridotti a semplici strumenti di un sistema sociale ed economico caratterizzato, anzi dominato da profondi squilibri”.

Si impone così la “cultura dello scarto”, che colpisce in particolare i bambini – con l’aborto – e gli anziani – con “l’eutanasia nascosta” – ma anche i giovani: “Mi ha impressionato apprendere che nei Paesi sviluppati ci sono tanti milioni di giovani al di sotto dei 25 anni che non hanno lavoro”, ha detto a tal proposito il Santo Padre.

“A volte mi chiedo: quale sarà il prossimo scarto? Dobbiamo fermarci in tempo. Fermiamoci, per favore!”, ha ammonito il Papa, esortando anche il mondo a non rassegnarsi a considerare questo tipo di cultura come “irreversibile”.

C’è bisogno, tuttavia, di più etica, non soltanto in economia ma anche “in politica”, ha aggiunto il Santo Padre, affermando di aver ricevuto, nei suoi quasi due anni di pontificato, numerose richieste di “indicazioni etiche” da parte dei leader politici.

Come già aveva sottolineato Benedetto XVI nella Caritas in Veritate, c’è bisogno di “uomini e donne con le braccia alzate verso Dio per pregarlo, consapevoli che l’amore e la condivisione da cui deriva l’autentico sviluppo, non sono un prodotto delle nostre mani, ma un dono da chiedere”, ha affermato Francesco.

È inoltre necessario, ha proseguito il Papa, rimettere al centro il “bene comune” a tutti i livelli istituzionali, e non è più possibile esitare nel “risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può solo portare verso nuove crisi”.

Al tempo stesso “i mercati e la speculazione finanziaria non possono godere di un’autonomia assoluta” e serve una “migliore distribuzione delle risorse”, con la “creazione di lavoro”, e “la promozione integrale di chi è escluso”.

Papa Francesco considera poi “profetiche” le denunce del suo predecessore Pio XI, quando, nella Quadragesimo Anno, denunciò “la verità dopo la crisi economico-finanziaria del 1929”; questo pontefice nella sua analisi non fu “esagerato”: lo sono, al contrario, “coloro che ancora oggi si sentono chiamati in causa dai richiami di Pio XI…”, ha osservato Bergoglio.

“Ancora valide” e sempre più “comprovate dall’esperienza”, secondo il Papa regnante, sono anche le affermazioni del beato Paolo VI nella Popolorum Progressio e, prima ancora di San Pio X nel vecchio Catechismo, quando rispettivamente affermavano che la proprietà privata non è un diritto assoluta ma è subordinata al bene comune, e che opprimere i poveri e defraudare della giusta mercede gli operai è tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.

Di seguito il Pontefice respinge l’accusa di “pauperismo” – rivoltagli da alcuni liberisti – definendolo una “caricatura del Vangelo e della stessa povertà”. Questa corrente di pensiero, ha ricordato, fu diffusa per un certo periodo nel Medioevo: fu tuttavia san Francesco a ridimensionarla aiutandoci a “scoprire il legame profondo tra la povertà e il cammino evangelico”.

Aiutare “chi è povero”, “chi soffre nel corpo e nello spirito“ o “chi è nel bisogno”, ha sottolineato Bergoglio, non è “pauperismo” ma è “Vangelo” e quello del Vangelo è “un messaggio rivolto a tutti”, in quanto “non condanna i ricchi ma l’idolatria della ricchezza, quell’idolatria che rende insensibili al grido del povero”.

La “scelta preferenziale per i poveri”, quindi, non è una “novità” ma è, piuttosto “un’attenzione che ha la sua origine nel Vangelo ed è documentata già nei primi secoli di cristianesimo”.

Citare quanto affermavano i primi Padri della Chiesa (II-III secolo) sulla cura ai poveri non significa pronunciare una “omelia marxista”, ha puntualizzato papa Francesco.

A tal proposito, il Pontefice ha menzionato Sant’Ambrogio, per il quale “la terra è data a tutti, e non solamente ai ricchi”, e San Giovanni Crisostomo, che affermava: “Non condividere i propri beni con i poveri significa derubarli e privarli della vita. I beni che possediamo non sono nostri, ma loro”.

L’attenzione per i poveri, dunque, “è nel Vangelo, ed è nella tradizione della Chiesa, non è un’invenzione del comunismo e non bisogna ideologizzarla, come alcune volte è accaduto nel corso della storia”, ha aggiunto ancora il Papa.



Papa Francesco, udienza, la ricchezza è buona solo se ha dimensione sociale
07/11/2018

https://www.toscanaoggi.it/Vita-Chiesa/ ... ne-sociale

«Il diavolo entra dalle tasche». Papa Francesco, occupandosi nella catechesi dell'udienza generale in piazza San Pietro al settimo comandamento - «Non rubare» - ha denunciato le forti disuguaglianze economiche e ricordato che «nessuno è padrone assoluto dei beni», ma solo un amministratore e che il ricco ha una «responsabilità».

Papa Francesco, udienza in piazza San Pietro (Foto Sir)

«La ricchezza del mondo oggi è nelle mani della minoranza, di pochi, e la povertà, anzi la miseria e la sofferenza, di tanti, della maggioranza». Lo ha denunciato, a braccio, il Papa, che ha dedicato l'udienza di oggi al settimo comandamento, «Non rubare». «Non esiste cultura in cui furto e prevaricazione dei beni siano leciti; la sensibilità umana, infatti, è molto suscettibile sulla difesa del possesso», ha fatto notare Francesco, soffermandosi su «una lettura più ampia di questa Parola, focalizzando il tema della proprietà dei beni alla luce della sapienza cristiana».

«Il mondo è ricco di risorse per assicurare a tutti i beni primari. Eppure molti vivono in una scandalosa indigenza e le risorse, usate senza criterio, si vanno deteriorando. Ma il mondo è uno solo! L'umanità è una sola!», l'appello del Papa, che ha fatto riferimento alla destinazione universale dei beni, così come è definita nel Catechismo della Chiesa cattolica: «All'inizio, Dio ha affidato la terra e le sue risorse alla gestione comune dell'umanità, affinché se ne prendesse cura, la dominasse con il suo lavoro e ne godesse i frutti. I beni della creazione sono destinati a tutto il genere umano». E ancora: «La destinazione universale dei beni rimane primaria, anche se la promozione del bene comune esige il rispetto della proprietà privata, del diritto ad essa e del suo esercizio». «La Provvidenza, però, non ha disposto un mondo ‘in serie', ci sono differenze, condizioni diverse, così si può vivere provvedendo gli uni agli altri», la tesi di Francesco: «Il mondo è ricco di risorse per assicurare a tutti i beni primari».

«Ogni ricchezza, per essere buona, deve avere una dimensione sociale», ha detto, a braccio, il Papa. «Se sulla terra c'è la fame non è perché manca il cibo!», ha esclamato Francesco: «Anzi, per le esigenze del mercato si arriva a volte a distruggerlo. Si butta». «Ciò che manca è una libera e lungimirante imprenditoria, che assicuri un'adeguata produzione, e un'impostazione solidale, che assicuri un'equa distribuzione», la tesi di Francesco, che a questo proposito ha citato ancora una volta il Catechismo della Chiesa cattolica: «L'uomo, usando dei beni creati, deve considerare le cose esteriori che legittimamente possiede, non solo come proprie, ma anche come comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui, ma anche agli altri». «Ogni ricchezza, per essere buona, deve avere una dimensione sociale», ha commentato.

«Nessuno è padrone assoluto dei beni, è un amministratore dei beni», ha detto, ancora a braccio, il Papa. «La proprietà di un bene fa di colui che lo possiede un amministratore della Provvidenza», ha spiegato: «Il possesso è una responsabilità - io sono ricco, questa è una responsabilità che tu hai - e ogni bene sottratto alla logica della Provvidenza di Dio è tradito nel suo senso più profondo». «Ciò che possiedo veramente è ciò che so donare», la tesi del Papa: «Questa è la misura per valutare come io riesco ad avere le ricchezze, se riesco bene o male. Questa parola è importante. Se io posso donare, sono aperto, sono ricco, non solo in quello che io possiedo ma anche nella generosità, ho il dovere di darla perché tutti partecipino». «Se non riesco a donare qualcosa è perché quella cosa mi possiede, sono schiavo, ha potere su di me e ne sono schiavo», il monito di Francesco, secondo il quale «il possesso dei beni è un'occasione per moltiplicarli con creatività e usarli con generosità, e così crescere nella carità e nella libertà».

«Quello che ci fa ricchi non sono i beni ma l'amore». Ne è convinto il Papa, che ha concluso l'udienza di oggi, dedicata al settimo comandamento, ricordando che «mentre l'umanità si affanna per avere di più, Dio la redime facendosi povero: quell'Uomo Crocifisso ha pagato per tutti un riscatto inestimabile da parte di Dio Padre, ricco di misericordia». «Tante volte abbiamo sentito quello che il popolo di Dio dice: il diavolo entra dalle tasche», ha aggiunto a braccio tracciando una sorta di fenomenologia della ricchezza usata male: «Prima viene il denaro, l'amore al denaro, l'affanno di possedere. Poi la vanità: ‘Ah, io sono ricco', e mi vanto di quello. E alla fine l'orgoglio e la superbia. Questo è il modo di agire del diavolo in noi, ma la porta d'entrata sono le tasche».

«Non rubare», ha sintetizzato Francesco, «vuol dire: ama con i tuoi beni, approfitta dei tuoi mezzi per amare come puoi. Allora la tua vita diventa buona e il possesso diventa veramente un dono. Perché la vita non è il tempo per possedere ma per amare»

I saluti. «Dopodomani celebreremo la dedicazione della basilica lateranense, la cattedrale del vescovo di Roma, la cattedrale del Papa». Lo ha detto il Papa, salutando al termine dell'udienza di oggi i pellegrini di lingua italiana: «Pregate per me, affinché confermi sempre i fratelli nella fede», l'invito ai 12mila presenti oggi in piazza San Pietro. Poco prima, salutando i fedeli polacchi, Francesco ha ricordato il 100° anniversario dell'indipendenza della Polonia: «Auguro che il popolo polacco - le sue parole - possa vivere il dono della libertà nella pace e nella prosperità, costruendo per la patria un felice futuro, nell'unione basata sull'eredità spirituale degli avi e sull'amore fraterno».




Papa: davanti a scandalosa indigenza, ricchezza abbia dimensione sociale
Giada Aquilino - Città del Vaticano

https://www.vaticannews.va/it/papa/news ... ciale.html

All’udienza generale Francesco ha ricordato come la ricchezza del mondo oggi sia nelle mani di pochi e la povertà, la miseria e la sofferenza siano per tanti. L’esortazione è stata a far sì che la vita diventi tempo per amare

La nostra vita non è fatta per “possedere” ma “per amare”. Papa Francesco lo ribadisce nell’udienza generale in Piazza San Pietro, continuando le catechesi sui comandamenti e soffermandosi oggi sul settimo, “Non rubare”. Partendo dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo, il Pontefice riflette su “una lettura più ampia di questa Parola” alla luce della sapienza cristiana e sul suo “significato positivo” che conduce a “fare del bene, il più possibile” con ciò che possediamo, in modo che “i nostri beni” diventino “un dono per tutti” (Ascolta il servizio con la voce del Papa).


Destinazione universale dei beni

In effetti, dice il Papa, il comandamento fa pensare “al tema del furto e al rispetto della proprietà altrui”, perché in fondo - osserva - “non esiste cultura in cui furto e prevaricazione dei beni siano leciti”: la sensibilità umana è infatti “molto suscettibile sulla difesa del possesso”. La dottrina sociale della Chiesa parla di destinazione universale dei beni, affidati cioè da Dio “alla gestione comune dell’umanità”. “La Provvidenza, però, non ha disposto - spiega Francesco - un mondo ‘in serie’, ci sono differenze, condizioni diverse, culture diverse, così si può vivere provvedendo gli uni agli altri”.

Il mondo è ricco di risorse per assicurare a tutti i beni primari. Eppure molti vivono in una scandalosa indigenza e le risorse, usate senza criterio, si vanno deteriorando. Ma il mondo è uno solo! L’umanità è una sola! La ricchezza del mondo, oggi, è nelle mani della minoranza, di pochi, e la povertà, anzi la miseria e la sofferenza, di tanti, della maggioranza. Se sulla terra c’è la fame non è perché manca il cibo! Anzi, per le esigenze del mercato si arriva a volte a distruggerlo, si butta. Ciò che manca è una libera e lungimirante imprenditoria, che assicuri un’adeguata produzione, e una impostazione solidale, che assicuri un’equa distribuzione.


Possedere per donare

Il Catechismo spiega proprio che la proprietà di un bene “fa di colui che lo possiede un amministratore della Provvidenza”, “nessuno è padrone assoluto dei beni”: “ogni ricchezza - mette in luce il Papa - per essere buona deve avere una dimensione sociale”.

Il possesso è una responsabilità: “Ma io sono ricco di tutto…” – questa è una responsabilità che tu hai. E ogni bene sottratto alla logica della Provvidenza di Dio è tradito, è tradito nel suo senso più profondo. Ciò che possiedo veramente è ciò che so donare. Questa è la misura per valutare come io riesco a gestire le ricchezze, se bene o male; questa parola è importante: ciò che possiedo veramente è ciò che so donare. Se io so donare, sono aperto, allora sono ricco non solo in quello che io possiedo, ma anche nella generosità, generosità anche come un dovere di dare la ricchezza, perché tutti vi partecipino.


Crescere in carità e generosità

Se non riusciamo infatti a donare qualcosa è perché essa ci “possiede”, facendoci schiavi. Il possesso dei beni è, ribadisce Francesco, “un’occasione per moltiplicarli con creatività e usarli con generosità”, per crescere “nella carità e nella libertà”. Cristo stesso, rammenta il Papa, pur essendo Dio, “svuotò se stesso” arricchendoci “con la sua povertà”.

Mentre l’umanità si affanna per avere di più, Dio la redime facendosi povero: quell’Uomo Crocifisso ha pagato per tutti un riscatto inestimabile da parte di Dio Padre, "ricco di misericordia". Quello che ci fa ricchi non sono i beni ma l’amore. Tante volte abbiamo sentito quello che il popolo di Dio dice: “Il diavolo entra dalle tasche”. Si comincia con l’amore per il denaro, la fame di possedere; poi viene la vanità: “Ah, io sono ricco e me ne vanto”; e, alla fine, l’orgoglio e la superbia. Questo è il modo di agire del diavolo in noi. Ma la porta d’entrata sono le tasche …

Vita è tempo per amare

Ancora una volta dunque Gesù Cristo ci svela il senso pieno delle Scritture.

“Non rubare” vuol dire: ama con i tuoi beni, approfitta dei tuoi mezzi per amare come puoi. Allora la tua vita diventa buona e il possesso diventa veramente un dono. Perché la vita non è il tempo per possedere ma per amare.

I saluti finali

Al termine della catechesi, rivolgendosi ai pellegrini nelle varie lingue, Francesco saluta tra gli altri i partecipanti alla prima “Conferenza Internazionale degli Uomini”, che si tiene a Roma in questi giorni; ricorda poi che domenica prossima cade il 100° anniversario dell’indipendenza della Polonia, augurando “che il popolo polacco possa vivere il dono della libertà nella pace e nella prosperità, costruendo per la patria un felice futuro, nell’unione basata sull’eredità spirituale degli avi e sull’amore fraterno”; e conclude salutando anche la Facoltà di diritto canonico "San Pio X" di Venezia accompagnata dal Patriarca, mons. Francesco Moraglia, e citando la ricorrenza, venerdì, della Dedicazione della Basilica Lateranense, cattedrale del vescovo di Roma, esortando a pregare affinché il Papa possa “confermare sempre i fratelli nella fede”.




Papa Francesco: la ricchezza rende tristi
Il cristiano non può che essere gioioso. Anche nei dolori della vita, sa affidarsi a Gesù e vivere con speranza. Cristo, dà gioia, non ricchezze

http://www.sanfrancescopatronoditalia.i ... -OIleJRehM

Il cristiano non può che essere gioioso. Anche nei dolori della vita, sa affidarsi a Gesù e vivere con speranza. Cristo, dà la gioia, non le ricchezze. Lo ribadisce papa Francesco nella Messa di questa mattina a Casa Santa Marta, come riferisce Radio Vaticana.

Il Pontefice nell’omelia commenta la Prima Lettera di San Pietro Apostolo, evidenziando che, anche se si deve affrontare qualche sofferenza, non si perde la gioia «di quello che Dio ha fatto in noi, ci ha rigenerati in Cristo e ci ha dato una speranza».

Ciascuno può «andare» verso «quella speranza», che «i primi cristiani dipingevano come un’ancora in cielo». Dice Papa Bergoglio: «Prendiamo la corda e andiamo lì», in «quella speranza» che dona gioia.

Per Francesco un cristiano è «uomo e donna di gioia, un uomo e una donna con gioia nel cuore. Non esiste un cristiano senza gioia! “Ma, Padre, io ne ho visti tanti!” – “Non sono cristiani! Dicono di esserlo, ma non lo sono! Gli manca qualcosa”. La carta di identità del cristiano – assicura - è la gioia, la gioia del Vangelo, la gioia di essere stati eletti da Gesù, salvati da Gesù, rigenerati da Gesù; la gioia di quella speranza che Gesù ci aspetta, la gioia che – anche nelle croci e nelle sofferenze di questa vita – si esprime in un altro modo, che è la pace nella sicurezza che Gesù ci accompagna, è con noi».

Poi aggiunge: «Il cristiano fa crescere questa gioia con la fiducia in Dio. Dio si ricorda sempre della sua alleanza». A sua volta, il cristiano è consapevole «che Dio lo ricorda, che Dio lo ama, che Dio lo accompagna, che Dio lo aspetta». Ecco, «questa è la gioia».

Il Papa proseguendo prende spunto dal brano del Vangelo odierno che racconta l’incontro tra il Figlio di Dio e il giovane ricco: è un uomo che «non è stato capace di aprire il cuore alla gioia – osserva il Pontefice - e ha scelto la tristezza, perché possedeva molti beni».

«Era attaccato ai beni! – esclama - Gesù ci aveva detto che non si può servire due padroni: o servi il Signore o servi le ricchezze. Le ricchezze – precisa il Vescovo di Roma - non sono cattive in se stesse: ma servire la ricchezza è quella la cattiveria. Il poveretto se ne è andato triste… “Egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato”. Quando nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità, nelle nostre istituzioni troviamo gente che si dice cristiana e vuole essere cristiana ma è triste, qualcosa succede lì che non va»; bisogna «aiutarli a trovare Gesù, a togliere quella tristezza, perché possa gioire del Vangelo, possa avere questa gioia che è propria del Vangelo».

Papa Bergoglio sottolinea anche «lo stupore: lo stupore buono davanti alla rivelazione, davanti all’amore di Dio, davanti alle emozioni dello Spirito Santo». Il fedele «è un uomo, una donna di stupore».

La gioia cristiana, quindi, «lo stupore della gioia, l’essere salvati dal vivere attaccati ad altre cose, alle mondanità – le tante mondanità che ci staccano da Gesù – soltanto si può con la forza di Dio, con la forza dello Spirito Santo».

Infine, un’invocazione: «Chiediamo oggi al Signore che ci dia lo stupore davanti a Lui, davanti a tante ricchezze spirituali che ci ha dato; e con questo stupore ci dia la gioia, la gioia della nostra vita e di vivere in pace nel cuore le tante difficoltà; e ci protegga dal cercare la felicità in tante cose che alla fine ci rattristano: promettono tanto, ma non ci daranno niente!». (Vatican Insider)




La controparabola del Papa: "Basta beatificare i furbetti"
Stefano Zurlo - Ven, 02/11/2018

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 95923.html

Francesco: "Il Vangelo dice beati i puri e gli ultimi, non i ricchi e i gaudenti". E ai cristiani: siete troppo tiepidi

Ci sono i santi e i santini. I primi vivono, i secondi stanno in una nicchia. Gli uni cambiano il mondo, gli altri soddisfano la fede tiepida dei nostri tempi.

Papa Bergoglio ci ricorda che la festa dei santi dev'essere una scossa per le nostre vite, immerse in un cristianesimo spesso all'acqua di rose. «Chiediamoci da che parte stiamo - spiega Papa Francesco alla folla radunata in Piazza San Pietro - quella del cielo, o quella della terra?».

Una domanda che il più delle volte galleggia sulla superficie, non arpiona la carne viva delle nostre esistenze. Chi è finito sul calendario della Chiesa viene considerato un eccentrico, un uomo dalle virtù particolari, talvolta, ed è la mistificazione peggiore, un santino come se il 1 novembre fosse dedicato a figure composte e caramellose, avvolte nella nuvoletta della devozione. Tutto fuorchè quello che più conta: il santo è uno che ha preso sul serio Cristo e ha vissuto un'umanità integrale. Insomma, per dirla con i vangeli, ha avuto il centuplo quaggiù,in questo mondo: centuplo di gioie e dolori, sofferenze e felicità.

Ma cosa vuol dire seguire Cristo? «Il Vangelo - risponde Bergoglio - dice beati i poveri, mentre il mondo dice beati i ricchi. Il Vangelo dice beati i miti, mentre il mondo dice beati i prepotenti. Il Vangelo dice beati i puri, mentre il mondo dice beati i furbi e i gaudenti». Molte persone sono affascinate dalle suggestioni del Nuovo Testamento, ma considerano quella nobilissima predicazione un po' fuori dal mondo. Insomma, siamo sempre fra le nicchie e le cripte perchè la realtà ci sembra diversa: una battaglia per sopravvivere e parare le gomitate altrui. Gli scaltri e gli arroganti paiono correre più veloci e ci tagliano la strada.

«Questa via della beatitudine, della santità - sottolinea Papa Francesco - sembra portare alla sconfitta». Ma non è cosi. La fede non è, come molti pensano, andare a sbattere contro un muro ad occhi chiusi. La fede reclama la nostra ragione, tutta intera, e mette in moto l'affettività: la fede moltiplica le energie e per questo compie miracoli portentosi che i più potenti nemmeno si sognano. «Hanno vinto loro - riassume Bergoglio - non il mondo. E i santi ci esortano a scegliere la loro parte».

Non è una teoria e nemmeno una favola edificante: «Prima di noi - nota don Pierangelo Sequeri - uno dei più accreditati teologi italiani - milioni di persone, che non sono finite sul calendario ma sono diventate ugualmente sante, hanno interpretato questa sfida. E questo movimento appassionato ha generato idee, ha prodotto almeno due o tre epoche diverse, ha portato dentro il mondo sentimenti che il mondo non conosceva, come la compassione per i più deboli».

La follia del Vangelo è il sale su cui è stata costruita la nostra civiltà. «Ci vuole una Resistenza - spiega Sequeri - una Resistenza contro la logica mondana e per difendere quel legame profondo con Cristo di cui San Paolo parlava, con toni visionari, nella lettera ai Romani».

Più o meno gli stessi concetti enunciati da Bergoglio ai fedeli: «Vogliamo davvero la santita'? O ci accontentiamo di essere cristiani senza infamia e senza lode, che credono in Dio e stimano il prossimo, ma senza esagerare?».

Insomma, si deve scegliere fra la propria misura e quella del Signore che non è un fantasma o un personaggio del passato ma una presenza che ci viene incontro. Per fortuna «i santi - assicura il Papa - tifano per noi. Perchè scegliamo Dio, l'umiltà, la mitezza, la misericordia, la purezza, perchè ci appassioniamo al cielo piuttosto che alla terra».

Può sembrare un compito improbo, ma Bergoglio rassicura: «Non si tratta di fare cose straordinarie, ma di seguire ogni giorno questa via che ci porta in cielo, in famiglia, a casa». E con noi sono tutti quelli che ce l'hanno fatta: «I santi del calendario - è la conclusione di Francesco - ma anche quelli della porta accanto, i nostri familiari e conoscenti che ora fanno parte di questa moltitudine immensa. Oggi allora è festa di famiglia».

E anche una scommessa contro la mediocrità di questa società.




Alberto Pento
Questo povero Papa si è completamente dimenticato che la maggior pare della ricchezza umana, della ricchezza posseduta singolarmente dagli uomini è dovuta al loro personale lavoro e non a donazioni o a privilegi concessi in amministrazione dalla provvidenza divina.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » gio nov 22, 2018 5:15 am

La cicala e la formica: nuova versione

https://www.facebook.com/adriano.marche ... 6941122857

-Ecco la versione classica.

La formica lavora sodo tutta l'estate: si costruisce una casa e prepara le provviste per l'inverno. La cicala pensa che la formica sia una stupida: lei ride, balla e canta tutta l'estate. Una volta arrivato l'inverno, la formica è al caldo e ben nutrita. La cicala non ha né cibo né riparo e muore.

- Ecco la versione riveduta.

La formica lavora sodo tutta l'estate: si costruisce una casa e prepara le provviste per l'inverno. la cicala pensa che la formica sia stupida e ride, balla e canta tutta l'estate. Arrivato l'inverno, la formica è al caldo e ben nutrita. La cicala tremante di freddo organizza una conferenza stampa e chiede come mai la formica abbia diritto di stare al caldo mentre gli altri, meno fortunati, hanno freddo e fame. La tv mostra in diretta la cicala tremante di freddo e la formica nella sua casa confortevole. La gente è colpita dal fatto che in un Paese così ricco si lasci soffrire la povera cicala mentre altri vivono nell'abbondanza. Le associazioni contro la povertà manifestano davanti alla casa della formica. I giornalisti chiedono come mai la formica sia diventata ricca alle spalle della cicala e fanno interpellanze al governo perché aumenti le tasse della formica in modo che paghi la “sua giusta parte”. In risposta ai sondaggi, il governo fa una legge sull'eguaglianza economica e una legge (retroattiva all'estate) antidiscriminazione. La formica si vede aumentare le tasse e riceve anche una multa per non aver assunto la cicala come apprendista. La casa è messa sotto sequestro perché la formica non ha ormai più denaro a sufficienza per pagare la multa e le tasse. La formica lascia il paese e si stabilisce felicemente in Svizzera La tv mostra la cicala ingrassata mentre sta finendo le ultime provviste della formica. La casa della formica è ora divenuta alloggio sociale per la cicala ma sta andando in malora perché non viene fatta la manutenzione. Si rinfaccia al governo la carenza di mezzi. Si istituisce una commissione d'inchiesta che costerà 10 milioni di euro. La cicala muore di overdose: I giornali parlano di fallimento del governo a risolvere seriamente il problema delle ineguaglianze sociali. La casa viene occupata da una banda di ragni immigrati: il governo si felicita della diversità multiculturale del paese. I ragni organizzano un traffico di marijuana e terrorizzano la comunità.
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La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » dom mag 12, 2019 8:43 pm

Il Papa imperatore ladro che manda il suo elemosiniere a rubare la corrente



L'elemosiniere riallaccia la luce nel palazzo occupato, Salvini: "Ora paghi le bollette"
Cristina Verdi - Dom, 12/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 93395.html

Matteo Salvini in piazza a Bra interviene sul blitz dell'elemosiniere del Papa nel palazzo occupato: "Ora paghino anche le bollette dei milioni di italiani in difficoltà economica"

“Conto che dopo aver riattaccato la luce, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate che ci sono”.

Interviene polemico Matteo Salvini sulla vicenda dell’occupazione Spin Time Labs, dove nella serata di ieri il cardinale Konrad Krajewski ha rotto i sigilli del contatore per ripristinare la fornitura di energia elettrica che era stata sospesa per morosità.

"A Roma c'è questo stabile occupato dove non pagavano le bollette e giustamente la società che si occupa del servizio ha staccato la corrente, è arrivato l'elemosiniere del Santo Padre ed è andato a riattaccare la luce. Ora conto che paghi anche le bollette arretrate”, ha detto il vicepremier da Bra, lanciando una stoccata al Vaticano.

“Penso che voi tutti, facendo sacrifici le bollette le pagate”, si è rivolto quindi alla folla, invitando provocatoriamente l’Elemosineria Vaticana “a pagare le bollette dei milioni di italiani in difficoltà economica”. “Se si paga per chi occupa un palazzo abusivamente – ha detto - allora che si paghi per tutti gli italiani che ne hanno bisogno”. “Mi sembra un ragionamento normale, rispettoso, cristiano”, ha concluso il vice premier.

I 450 occupanti abusivi dal 6 maggio erano stati lasciati senza luce né acqua calda per un debito di circa 300mila euro con la società del Gruppo Acea, Areti Spa, che fornisce l’energia elettrica nello stabile. Arrivato allo Spin Time Labs nella serata di ieri, su invito di alcune suore che prestano servizio all’interno dell’occupazione, Krajewski ha portato regali ai bambini e ha provveduto personalmente a riallacciare le utenze.

“Lo spirito di umanità ha prevalso”, ha esultato Andrea Alzetta, leader storico dei movimenti per la casa. “Ci siamo stupiti – ha detto, sentito da La Presse - quando abbiamo realizzato che era arrivata una figura simile", "Si è fatto carico di metterci la faccia - ha concluso - cosa che la politica non ha fatto”.




Alberto Pento
Un atto eversivo, un cattivo ma cattivo esempio!
Intanto denunciarlo per aver rotto i sigilli (processarlo per direttissima e dichiararlo persona sgradita e diffidarlo da entrare in territorio italiano) e poi fargli pagare le bollette e se non paga pignorarlo e se serve pignorare anche Bergoglio in Vaticano e fuori dove tiene conti correnti e beni immobili.
Se questi non sono capaci o sufficentemente santi o non hanno una così gran fede da poter fare miracoli e di moltiplicare la corrente o di produrla dal nulla, questi delinquenti fanfaroni idolatri non possono ripiegare sul furto, rubare non è un diritto, rubare al prossimo non è un diritto in alcuna parte del mondo e insegnare a rubare è un crimine grave e una vergogna per tutta la chiesa cristiana e i fedeli di Cristo.
Bergoglio deve chiedere scusa e va diffidato!




Ora sul blitz dell'elemosiniere del Papa indaga la procura
Cristina Verdi - Dom, 12/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93390.html

Il Gruppo Acea presenta un esposto contro ignoti in procura dopo che l'elemosiniere del Papa ha rotto i sigilli della cabina elettrica del palazzo occupato Spin Time Labs per riallacciare le utenze degli occupanti morosi: "Atto dovuto"

Sul blitz dell'elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, nel palazzo occupato dai movimenti per la casa in via di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, sarà presentato un esposto contro ignoti in procura.

Lo riferisce l'Adnkronos che parla di "atto dovuto" da parte del Gruppo Acea, visto che la rottura dei sigilli della cabina elettrica di media tensione dello stabile, sequestrata lo scorso 6 maggio per un contenzioso di oltre 300mila euro tra la società fornitrice e gli occupanti abusivi, "avrebbe potuto portare conseguenze anche mortali qualora fosse stata effettuata una manovra errata".

A chiedere l'interruzione della fornitura per i 450 occupanti era stato il Gruppo Hera, a cui fa capo il servizio di salvaguardia elettrica della Regione Lazio. Il perché lo spiegava la stessa azienda in una nota diffusa nei giorni scorsi. “Tale servizio permette ai clienti che si trovano senza un fornitore di energia elettrica a mercato libero di continuare a ricevere la fornitura, purché regolari nel pagamento delle bollette”, scriveva la società, spiegando che “anche lo stabile Spin Time rientra tra i clienti del servizio di salvaguardia” ma “poiché le forniture non venivano corrisposte dello stabile, Hera Comm, essendo titolare del credito, come previsto dallo stesso regolamento di salvaguardia, ha sollecitato Areti S.p.A., società di distribuzione del Gruppo Acea, per l'interruzione della fornitura”. “Quando le bollette saranno pagate - avvertivano - verrà tempestivamente ripristinata la fornitura”.

Intanto a ringraziare il Vaticano per aver impresso una svolta alla vicenda è la presidente Dem del I municipio, Sabrina Alfonsi. “Nei prossimi giorni – ha annunciato l’esponente del Pd -saremo a disposizione per aprire un tavolo che permetta di regolarizzare la situazione degli arretrati con la stipula di regolare contratto di fornitura elettrica”.

Elemosiniere del Papa riallaccia la luce in palazzo occupato. "Gesto disperato"
12 maggio 2019

https://www.msn.com/it-it/notizie/itali ... eh?ocid=sf

Suscita clamore il gesto di Konrad Krajewski, elemosiniere di Papa Francesco, che ha risposto personalmente all'appello delle centinaia di persone che occupano uno stabile a Roma, senzaa luce né acqua calda dal 6 maggio scorso. Krajewski, dopo aver visto con i propri occhi la situazione dello 'Spin Time', palazzo occupato dal 2013 in via Santa Croce in Gerusalemme, ha provveduto personalmente a riallacciare la corrente che era stata staccata per morosità, calandosi al buio nella centralina elettrica.
"Non l'ho fatto perché sono ubriaco - spiega il cardinale polacco - è stato un gesto disperato. C'erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi". Fonti del Vaticano spiegano che il porporato ha agito "nella piena consapevolezza delle possibili conseguenze d'ordine legale cui ora potrebbe andare incontro, nella convinzione che fosse necessario farlo per il bene di queste famiglie".

Krajewski era di ritorno da una missione all'isola greca di Lesbo, dove era stato mandato dal Papa per portare solidarietà ai profughi. Rientrato a Roma, è stato informato di cosa stava succedendo in via Santa Croce in Gerusalemme. "Siamo senza acqua e luce da tre giorni. Qui vivono 420 persone (tra cui 98 minorenni) e ci sono 25 realtà culturali. Ma non sarà certo il buio a fermarci. Questo è un'appello alla città di Roma", recitava un comunicato degli attivisti Spin Time Labs, che gestiscono le attività nello stabile ex Indap. Oggi all'interno ci sono anche un'osteria, un laboratorio di birra artigianale, una falegnameria, una sala prove e "un punto di approdo, aperto a tutti, attento ai giovani, agli ultimi e ai più bisognosi".

Il cardinale ha risposto così all'invito degli occupanti a partecipare "con torce e ogni fonte di luce possibile ad una serata a sostegno di chi si fa strada tra il buio creato da chi alimenta odio, razzismo e disparità". Ha quindi deciso di intervenire personalmente per riattaccare il contatore. Secondo quanto appreso dagli occupanti, il Campidoglio non sarebbe intenzionato a saldare le bollette della luce arretrate. Un debito accumulato in sei anni che ammonterebbe a oltre 300mila euro.

IL RUOLO DELL'ELEMOSINIERE - Krajewski è elemosiniere per il Papa dal 2013. L'elemosiniere è colui che presso la Santa Sede ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Pontefice. Secondo i vaticanisti durante il pontificato di Francesco questo ruolo avrebbe assunto un peso crescente. L'elemosiniere ha il compito non barricarsi "dietro la scrivania" ma di recarsi direttamente per le strade di Roma o dove necessario.
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La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » lun mag 13, 2019 9:38 am

Il Vaticano fa l'elemosina agli occupanti abusivi
Camillo Langone - Lun, 13/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 93437.html

Purtroppo non aveva bevuto, il cardinale Krajewski. «Non l'ho fatto perché sono ubriaco», ha garantito l'elemosiniere del Papa dopo avere personalmente tolto i sigilli ai contatori della luce di un palazzo occupato del centro di Roma.

Dunque non aveva l'attenuante alcolica, dunque era sobrio quando ha commesso un vero e proprio reato in nome e per conto della Chiesa e dunque in nome e per conto di tutti i cattolici me compreso. C'erano una volta gli espropri proletari, adesso ci sono gli espropri vaticani. E dico esproprio per non dire furto: devoto qual sono faccio fatica a definire ladro un cardinale, anche se sembra meritare la definizione... I 400 inquilini abusivi della stabile di via Santa Croce in Gerusalemme non pagavano la bolletta da sei anni e i 300mila euri di debito dovranno essere pagati da qualcun altro. Temo dai cittadini comuni a cui nessun cardinale-elettricista toglierebbe i sigilli in caso di prolungata morosità. La cifrona finirà spalmata sulle loro bollette perché di sicuro non pagherà il Comune di Roma, che non ha nemmeno gli occhi per piangere, e difficilmente pagherà il cardinale, silenzioso sul non secondario dettaglio. E comunque lo dovrebbe fare con i soldi dell'obolo di San Pietro, quelli versati da noialtri praticanti, e sarebbe un utilizzo alquanto divisivo perché Spin Time Labs, così si chiama in odio alla lingua italiana il palazzo occupato, è in realtà una sorta di centro sociale, politicamente connotatissimo. Basti dire che hanno subito solidarizzato con gli abusivi Sabina Guzzanti e Wu Ming 1, uno degli scrittori che più si è battuto affinché al Salone di Torino non venisse presentato il libro di Salvini. Insomma Spin Time Labs non può definirsi un faro di libertà, e neanche una mensa dei poveri visto che al suo interno ospita un'osteria dove si servono tagliolini alla cernia (il tonno in scatola se lo mangi chi deve rinunciare ai lussi alimentari per pagare regolarmente le bollette). Nemmeno un oratorio, siccome al suo interno c'è uno spazio discoteca in cui vengono organizzate serate queer e lgbtq: se non avete capito bene di cosa si tratta vi segnalo che Dio mandò su Sodoma una pioggia di zolfo e fuoco per attività abbastanza simili. Può darsi che il purtroppo sobrio cardinale Krajewski ignorasse questi particolari e che dunque non sia complice dell'empietà. Ma è senz'altro complice dell'illegalità e della crescente confusione che agita la Chiesa e lascia i fedeli sempre più perplessi.



Alberto Pento

Secondo la tradizione giudaico-cristiana del Vecchio e del Nuovo Testamento, il mandato divino all'uomo rappresentato da Adamo cacciato dal Paradiso è quello di guadagnarsi il pane e la vita con il sudore della fronte della sua fronte e non rubandolo agli altri o ingannando gli altri (magari vendendo illusioni religiose) e se il proprio sudore non basta la vera tradizione giudaico-cristiana ricorre ai miracoli come quelli della manna dal cielo o della moltiplicazione dei pani e dei pesci ma se i miracoli non avvengono non è certamente nella tradizione giudaico-cristiana e laicamente e universalmente lecito, arrangiarsi con l'esproprio proletario comunista, o con quello dei presunti ultimi di bergogliana elezione secondo la cui demenziale moralità un uomo povero o presunto tale avrebbe più diritti, meriti di apprezzamento, riguardi e privilegi, attenzioni sociali politiche e giuridiche, bontà e umanità, ... di un uomo ricco o presuntivamente ritenuto ricco e per questo colpevole del reato di ricchezza, demonizzabile e legittimamente da depredare per ripristinare la correta umanità e la giustizia economica e sociale violate secondo le utopie più demenziali e disumane.



Il Vaticano si schiera con gli abusivi: "La vita delle persone viene prima della legalità"
Elena Barlozzari Alessandra Benignetti - Lun, 13/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/roma/vati ... 93429.html

La suora che ha contattato l'elemosiniere del Papa per riallacciare la corrente agli abusivi di via di Santa Croce in Gerusalemme spiega a Il Giornale: "Non so più chi sia più illegale, se lo Stato che lascia la gente in mezzo alla strada o loro che hanno occupato questo posto"

E luce fu. Al termine di un’attesa biblica è stato un uomo di Dio a riportare luce e speranza nell’immobile occupato di via Santa Croce in Gerusalemme.

Stiamo parlando di Konrad Krajewski, elemosiniere del Vaticano e simbolo dei valori che scandiscono il pontificato di Papa Francesco. L’uomo giusto per intervenire in uno scenario scomodo come quello dell’ex sede Inpdap, dove alle ragioni della povertà si contrappone una situazione di illegalità che perdura da quasi un un decennio. E che lunedì scorso è sfociata nel distacco della corrente elettrica da parte di Acea che vanta nei confronti degli abusivi un credito di 300mila euro. Una decisione improvvisa e inattesa che ha lasciato al buio quasi 500 persone tra italiani e stranieri (guarda il video).

“Da quando la corrente è andata via abbiamo ricevuto sostegno dalle istituzioni, ma solo a parole, l’unico aiuto concreto lo abbiamo ricevuto dall’elemosiniere vaticano che è venuto a vedere il contatore e si è rimboccato le maniche”, ci spiega Cecilia Carponi di Spin Time Labs, il collettivo di artisti nato nel palazzo occupato. Prima di tutto Krajewski contatta il neo prefetto di Roma Gerarda Pantalone. Il messaggio è un aut-aut: se entro le venti di questa sera non riallacciate la corrente, ci penso io e me ne assumo tutte le responsabilità. E così è stato. Il porporato si è calato giù per un tombino, sotto lo sguardo incredulo degli occupanti, ha tolto i sigilli al contatore e dopo aver armeggiato per qualche ora gli ha restituito la luce.

Un epilogo che ha lasciato di stucco persino Andrea Alzetta detto “Tarzan”, ras delle occupazioni romane e fondatore di “Action”, il movimento di lotta per la casa che gestisce l’occupazione. “Ci siamo stupiti - ha ammesso Tarzan - che sia arrivata una figura simile a metterci la faccia, cosa che la politica non ha fatto”. La vicinanza della Santa Sede alla occupazione di via di Santa Croce non è cosa di oggi, eppure nessuno si immaginava che si sarebbe arrivati ad un gesto così estremo.

“Anche il Vaticano - ci conferma il regista teatrale Roberto Andolfi, responsabile culturale di Spin Time Labs - ha una mission in questo spazio, all’interno dell’ex sede Inpdap c’è suor Adriana che rappresenta il vicariato e da qui fa attività sociale per il quartiere e per le famiglie povere”. È stata lei, quando i canali politici non hanno sortito nulla di più di qualche attestato di solidarietà, a chiamare Krajewski. “Dopo sei giorni senza corrente elettrica con bambini e malati bisognosi di elettricità per le cure primarie - ci racconta suor Adriana - la situazione era disperata e così mi sono decisa a chiamare padre Konrad, che già nei giorni addietro si era occupato di mandarci i medici solidali del Vaticano per curare le persone all’interno dell’occupazione”. “Non credo abbia tenuto conto delle leggi - prosegue - perché la vita delle persone viene al primo posto”.

E parlando di legalità dice: "Non so chi sia più illegale, se lo Stato che lascia la gente in mezzo alla strada o loro che hanno occupato questo posto". Tuttavia il blitz dell’elemosiniere potrebbe avere delle conseguenze giudiziarie. Stando a quello che riferisce l’AdnKronos, infatti, il Gruppo Acea è pronto a presentare un esposto in procura visto che la manomissione della cabina elettrica “avrebbe potuto portare conseguenze anche mortali qualora fosse stata effettuata una manovra errata”.

Dal canto suo, sentito dall’Agi, Krajewski si dice pronto a fronteggiare “qualsiasi conseguenza”. “Per me conta che quella gente abbia la luce e l’acqua calda, il resto non ha importanza. Non mi interessa quello che altri commentano o come giudicano”. Il riferimento è a Matteo Salvini che ha criticato il gesto del porporato: “C’è questo palazzo occupato a Roma dove ci stavano 3-400 persone che non pagavano le bollette e quindi giustamente la società che gestisce l’elettricità ha staccato la corrente”. Poi la provocazione: “Conto che dopo aver riattaccato la luce adesso paghi anche i 300 mila euro di bollette arretrate.

A proposito di diritti e doveri, penso che voi tutti, magari facendo dei sacrifici, le bollette le pagate”. “Noi - si difendono quelli di Spin Time Labs - le bollette non le abbiamo mai ricevute perciò non ci è mai stato permesso di pagarle". "Ora - promettono - vogliamo metterci in regola ed estinguere questo debito”. Ed in segno di riconoscenza verso il porporato, gli attivisti, si autodenunceranno al prefetto e al sindaco. “Quello del cardinale - dicono - è stato un gesto di grande coraggio, tecnicamente illegale ma secondo noi legittimo.




Il cardinale disobbediente risponde a Salvini: «Pago anche le sue di bollette»
13/05/2019

https://www.open.online/primo-piano/201 ... 00_-212380

Il cardinale disobbediente risponde a Salvini: «Pago anche le sue di bollette»

Konrad Krajewski è l'elemosiniere del Papa. Il 12 maggio si è calato in un tombino e ha acceso il contatore della luce di un palazzo occupato, dove vivono 450 persone, tra cui almeno 100 bambini

«Mi assumo tutta la responsabilità. Dovesse arrivare, pagherò anche la multa». Parla al Corriere della Sera Konrad Krajewski, l'elemosiniere del Papa che il 12 maggio si è calato in un tombino e ha acceso il contatore della luce di un palazzo occupato in cui vivono 150 famiglie indigenti,

Un gesto di disobbedienza civile che ha fatto arrabbiare il ministro dell'Interno Salvini («Paghi lui la bolletta da 300mila euro»), ma che è stato considerato da molti come un atto di eroismo. Il palazzo si trova in via di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, ed è occupato dal 2013.

«Non devo dare spiegazioni - ha detto il Cardinale - perché c’è poco da darne. Ci sono quasi cinquecento persone in quel palazzo, un centinaio di bambini. Spin Time (il nome del palazzo, ndr) non è certo l’unico caso. Sgomberi, famiglie che non hanno un posto dove andare, gente che fatica a sopravvivere. Roma è anche questo».

Nell'intervista, Krajewski dice che non vuole che il suo gesto sfoci nella polemica politica, ma risponde a Matteo Salvini che lo aveva invitato a mettere mano al portafoglio: «Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’è problema. Anzi, pagherò anche le sue, di bollette».

Il cardinale è tornato da poco dai campi profughi di Moria e Kara Tape nell'isola greca di Lesbo - «campi di concentramento nella periferia dell’Europa», dice - dove ha consegnato i fondi della Caritas ai bambini: «Sarebbe bello combattere anche solo per una persona - dice Krajewski - figuriamoci per 500».


Alberto Pento
Questo fa il burbone, vorrebbe pagare solo dal momento del suo riallaccio abusivo, fanfarone!

Intanto che paghi queste vecchie poi pagherai quelle nuove e per per quelle di Salvini e mie ne riparliano. Caccia i soldi e paga le bollette e poche chiacchere. Poi di' al tuo capo che mi restituisca tutti i soldi che lo stato mi ha estorto e mi estorce con le tasse per l'8xmille a cui sono costretto senza volerlo e che finiscono nelle vostre. Io non voglio che i miei sudati soldi finiscano a pagare queste bollette.

Fanfarone dovevi pagare le bollette prima senza tante chiacchere e poi si attivava la corrente. Adesso pagherai la multa con i nostri soldi, vergognati.




Il cardinale spegne la legalità
Il blog di Andrea Indini
13 maggio 2019

http://blog.ilgiornale.it/indini/2019/0 ... a-legalita

La sinistra ha già trovato il suo nuovo idolo. Lo hanno ribattezzato “Robin Hood”. È l’elemosiniere di papa Francesco, il cardinale Konrad Krajewski. Da poco tornato da Lesbo, dove per conto di Bergoglio ha portato 100mila euro di aiuti ai profughi, si è fatto paladino di 500 abusivi e ha riacceso la luce staccando, con le proprie mani, i sigilli del contatore in una palazzina occupata di Roma. Una mossa che avvalla l’illegalità creando un pericoloso precedente.

“È stato un gesto disperato”. Il cardinale Krajewski dice di averlo fatto per i cento bambini che abitano nello stabile di via di Santa Croce in Gerusalemme. Quello su cui, però, il prelato sorvola è che gli occupanti hanno 300mila euro di debiti. Li hanno contratti nel tempo, non pagando mai la bolletta della corrente elettrica. Eppure, come fa notare il Messaggero, quel posto è diventato un vero e proprio business. Oltre alla falegnameria e al cinema, si contano una trattoria, una birreria e un discoteca. I soldi entrano in continuazione. Non si sa quanti, perché non vengono staccati scontrini. Né si sa che fine facciano tutti i proventi. Di sicuro non vengono usati per pagare la luce. Tanto che una settimana fa i tecnici gli hanno messo i sigilli al contatore.

C’è un terzomondismo dilagante che prende sempre più piede tra le varie sigle all’ombra di San Pietro. È il solco tracciato da Bergoglio che sta mettendo al centro del proprio papato un’instancabile opera a sostegno degli immigrati e, più in generale, degli ultimi. “Dai migranti all’emergenza abitativa – spiega l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita – il Papa applica la lezione del Concilio e fonda il proprio Magistero economico sulla scelta prioritaria per i poveri dell’episcopato latino-americano”.

In Vaticano il “gesto d’impeto” del cardinale Krajewsni non è stato stigmatizzato. Anzi, lo hanno considerato un “gesto di umanità”, senza vedere i rischi che questo comporta. “Pagherò quelle bollette”, ha assicurato. Ma la sua promessa è uno schiaffo a tutti quei cittadini che, pur non riuscendo ad arrivare a fine mese, non occupano gli appartamenti. Per la sinistra, che è sempre pronta a scaricare il Vaticano quando gli fa più comodo, è già diventato un’icona: il “Robin Hood” in tonaca, appunto. Forti del gesto dell’elemosiniere, gli occupanti, quando è arrivata la polizia per rimettere i sigilli al contatore, hanno creato una barriera umana per opporsi fisicamente. L’illegalità contro lo Stato.

Negli ultimi due anni, secondo uno dei dirigenti di Action, sono stati occupati, più o meno, una sessantina di stabili solo a Roma. In troppi casi Giunte di sinistra hanno avvallato l’illegalità, lasciando impuniti gli abusivi troppo a lungo. Se ad appoggiarli ci si mette ora anche il Vaticano, sarà presto il caos.




Tutte le leggi infrante nella casa occupata ma illuminata dal Cardinale
14 maggio 2019

https://www.panorama.it/news/politica/t ... cardinale/


Il giorno dopo le polemiche sulla vicenda della casa occupata a Roma a cui il Cardinale Krajewski avrebbe ridato la corrente elettrica tolta dopo 6 anni di morosità si arricchisce di particolari che superano ogni fantasia. Particolari che vanno ad arricchire la lista delle leggi e delle norme violate al punto da trasformare quella che qualcuno chiama "esperienza sociale" in uno vero e proprio covo dell'illegalità. Ma andiamo con ordine:

1) Il palazzo viene occupato nel 2013 in una giornata di ottobre definita da alcuni centri sociali "Tsunami Tour", una vera e propria caccia allo stabile in cui diverse associazioni e gruppi si appropriarono di strutture in quel momento vuote (ma in vendita) in giro per la Capitale.

2) A Santacroce quel pomeriggio si presentarono le persone di Action, associazione attiva nel mondo dei centri sociali, coordinati da Andrea Alzetta, detto "Tarzan" che ultimamente abbiamo visto impegnato anche nella vicenda dei rom di Torre Maura. Le due guardie giurate presenti a presidio del palazzo vennero "invitate" a lasciare il campo a chi con flessibili e tronchesini si presentò in quel giorno di ottobre a "aprire" le porte a famiglie di italiani e migranti.

3) Gli occupanti devono versare una quota di circa 10 euro a persona ad Action. Action all'interno ha aperto e gestisce diverse attività tra cui un bar con serate musicali, feste, dj set. I soldi delle quote e gli incassi delle serate ed altre manifestazioni non sono mai stati utilizzati per pagare le bollette della corrente.

4) L'ammanco verso Acea per la corrente è di 300 mila euro e più.

5) Sembra che "Tarzan" abbia chiesto in alcuni incontri con le autorità comunali e la società che fornisce la corrente un prezzo "particolare" e privilegiato "vista la situazione della gente presente nello stabile..."

6) La società proprietaria dello stabile ha avuto un danno milionario da questa occupazione. Dal 2013 ha presentato 5 esposti in Procura e diverse segnalazioni in Prefettura. Inutilmente

7) Prima dell'occupazione erano in corso trattative per trasformare il palazzo in un albergo che avrebbe dato lavoro ad almeno 150 persone

8) E' stata aperta una trattativa con Acea per il pagamento da oggi delle bollette. L'arretrato rischia di essere saldato non dagli occupanti, non dalla Chiesa, ma dai romani (leggasi i clienti di Acea)

9) La corrente è stata riallaciata senza seguire le procedure di sicurezza. Acea teme che anche gli impianti presenti nelle varie abitazioni non rispettino le norme creando così una situazione di reale pericolo.

10) Ad alcuni occupanti sono state offerte in questi anni degli alloggi comunali. Proposte rifiutate (perché andare a pagare se una casa ce l'ho già, gratis?)

La carità cristiana è un dovere di un prete ed una cosa bellissima.

Ma l'illegalità conclamata e certificata non può essere giustificata. Questo per rispetto verso chi, a fatica, le leggi le rispetta




Quando Papa Francesco benediva l'occupazione di Action
Cristina Verdi - Mar, 14/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 94413.html

In una lettera del 2015 il Papa impartiva la benedizione apostolica sul palazzo occupato da Action in via di Santa Croce in Gerusalemme. E gli attivisti ora preparano una tessera ad honorem per Francesco

Il Vaticano sarebbe da sempre al fianco delle famiglie che si sono barricate nell’ex sede Inpdap di via di Santa Croce in Gerusalemme. Lo dicono gli attivisti di Action, sigla di estrema sinistra che nel 2013 occupò l’immobile, e a confermarlo, tra le righe, è stato anche l’elemosiniere del Papa, che nei giorni scorsi aveva spiegato come dai sacri palazzi partivano regolarmente “ambulanze, medici e viveri” diretti nell’edificio.

All’interno dell’occupazione la Chiesa è presente, non solo con l’associazione di suor Adriana, che nei giorni scorsi ha pregato personalmente il cardinale Konrad Krajewski di intercedere perché fosse restituita la luce agli inquilini morosi. Come avevamo documentato in questo servizio, infatti, dentro il palazzo anche il laboratorio di grafica e arte è gestito dal centro parrocchiale. Ma qualche anno fa ai nostri microfoni era stato proprio Andrea Alzetta, leader di Action e ras delle occupazioni romane, a vantarsi di aver ricevuto la benedizione dello stesso pontefice.

Era il 2015 quando in occasione del giubileo della Misericordia la “Comunità Action diritti in movimento” si era rivolta a Papa Francesco. “Chiediamo di essere ascoltati per testimoniare lo stato attuale di coloro che vengono considerati emergenza, scarto e rifiuto sociale”, scrivevano gli attivisti del movimento, che avevano fatto recapitare la lettera a Bergoglio da suor Damiana Esposto, della Congregazione delle Figlie della Sapienza. La risposta del Santo Padre non si era fatta attendere. E così la benedizione Apostolica del Papa era arrivata anche dentro il palazzo occupato dai militanti di estrema sinistra.

Un fatto non da poco, che era rimbalzato sulla stampa di tutto il mondo. Il quotidiano britannico The Guardian aveva titolato sul sostegno di Francesco “a Tarzan e agli occupatori delle case a Roma”, mettendo in imbarazzo la Santa Sede. Per questo da Oltretevere erano stati costretti a metterci una pezza, spiegando sulle pagine di questo giornale come non si trattasse “di una lettera a firma del Papa ma di una risposta dell'assessore per gli Affari generali della Segreteria di Stato, monsignor Peter Wells”. “Lo staff del Papa – avevano chiarito dal Vaticano - cerca di rispondere a tutte le lettere che riceve, è una cosa quasi automatica”.

Intanto oggi lo Spin Time Labs, è pronto ad offrire la membership onoraria a Papa Francesco e al suo elemosiniere. Lo ha annunciato all'Adnkronos il portavoce dell'organizzazione Paolo Perrini: "Al Santo Padre abbiamo dato il numero 55, come il civico del palazzo e all'elemosiniere il 59, civico del tombino dal quale si è calato per riattaccare la luce”.



Il buon scandalo del «cardinale elettricista» e lo sguardo sui poveri da non perdere
Marco Tarqunio
14 maggio 2019

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine ... eri-da-non

Caro direttore,
un gesto ragionevole eppure forte quello dell’Elemosiniere pontificio, il cardinale Konrad Krajewski: riattivare la corrente in un palazzo di Roma rimasto per cinque giorni al buio lo avrebbe dovuto fare il ministro Salvini al posto di infuriarsi e minacciare come solo lui sa fare. Prima gli italiani... O no? Vi è stato bisogno di un “cardinale elettricista” per riattivare l’elettricità, altrimenti tante persone e tra loro molti bambini sarebbero rimasti in condizioni di vita inaccettabili. E di fronte a questo il ministro minaccia di fare “pagare la bolletta” al cardinale. Sappia Salvini che in tutta Italia preti e vescovi anche questo fanno da sempre, ogni giorno: aiutano chi non ce la fa a pagare le bollette. E sappia che lo aiuteremo noi, il cardinale, perché il gesto che ha fatto è pienamente umano ed è un segnale che questa società cinica dovrebbe tenere presente e su cui dovrebbe riflettere. Ancora una volta è emersa la questione fondamentale dell’oggi: bisogna scegliere se stare dalla parte delle persone o dalla parte di un’organizzazione sociale impersonale e algida. Il cardinal Konrad Krajewski ha scelto le persone, e chi ragiona è con lui.

Gianni Mereghetti

Signor direttore,
dopo il clamoroso gesto a Roma di un “cardinale elettricista” tutti a strapparsi i capelli e a indignarsi perché quelli che sono costretti a occupare senza titolo case di enti pubblici sono vittime di uno Stato patrigno! Sono decenni che va avanti questa commedia dei “senza tetto” asseritamente costretti a occupare le case. Ma mai nessuno che dica che la casa nel nostro mondo – anzi, in tutto il mondo – o te la compri o te la affitti! Tertium non datur ! Chi è senza casa, o se l’aveva la ha persa, avrà pure qualche responsabilità! Chi ha 13 figli e non ha casa, non ha, evidentemente, neppure la testa! Ma in Italia non abbiamo altro da pensare che star dietro a queste scemenze? Questi sbandati si arrangino, si trovino loro una soluzione. Possono emigrare. In Africa, nel mondo arabo e nelle ville pontificie di Castel Gandolfo c’è un sacco di spazio...

Alessandro Gentili

Caro direttore,
parlano lingue diverse e dunque non si possono capire. Mi riferisco a certi politici e papa Francesco. Dopo l’azione inedita e clamorosa del cardinale Krajewski, Elemosiniere del Papa, che ha rimosso i sigilli e ridato elettricità a un palazzo occupato da cinquecento persone a Roma, il ministro dell’Interno poteva dire semplicemente che si è trattato di un’azione giuridicamente illegittima. E in effetti così è, come lo stesso Krajewski ha ammesso. Una azione “illegittima” messa in essere per testimoniare – di fronte a una situazione estrema – valori e princìpi che, per la Chiesa cattolica, da sempre, vengono prima dell’ordinamento giuridico. Invece no. Salvini ha commentato stizzito: mi aspetto che ora il cardinale paghi i trecentomila euro di arretrati e anche tutte le bollette che le famiglie italiane fanno fatica a pagare. Nonostante il rosario esibito nei comizi e i proclami roboanti a favore delle «radici cristiane dell’Europa minacciata dalle orde islamiche», Salvini proprio non riesce a capire l’essenza del messaggio di Gesù, che Francesco ci ricorda incessantemente. La sua non è una testimonianza di “laicità” stile Alcide De Gasperi, che – per seguire la propria coscienza di politico cattolico, ma impegnato con responsabilità laica nel servizio allo Stato – seppe dire di “no” anche al Papa che voleva una Dc alleata con la destra neofascista a Roma nel 1952. È piuttosto espressione di totale “alterità” rispetto a una visione della società, della politica e della democrazia che sorge naturalmente dal messaggio cristiano e dalla sua incarnazione nelle contraddizioni e nelle asperità della storia. È la pretesa di una ”religione“ svuotata di ogni sua profezia di liberazione umana e disponibile a essere usata come una clava contro i presunti nemici. Una religione neppure “di Stato”, ma di “tribù”. Si tratta di un conflitto che va ben oltre i sigilli di un contatore di elettricità. È un conflitto antropologico e culturale. Vorrei dire morale.

Lorenzo Dellai

Purtroppo quelle dei poveri e dei senza tetto (e senza luce, e senz’acqua... ) non sono commedie, ma veri drammi. Purtroppo queste non sono «scemenze ». E smettiamola, per favore, una buona volta con questa storia dei poveri che se la sono cercata... La povertà come colpa, come responsabilità, come stigma di indegnità sociale e persino di riprovazione divina... Ragionamenti lontani anni luce dalla vera cultura italiana, da un sentire autenticamente cristiano e da uno sguardo cattolico sulla vita e sul mondo. So bene che questo modo di pensare, di giudicare e di vivere sta prendendo piede anche nel nostro Paese, e che il signor Gentili non è un marziano, ma un concittadino con le sue ragioni. Ma so anche che finché ci saranno persone in grado di usare intelligenza e cuore, come gli amici lettori Lorenzo Dellai e Gianni Mereghetti, per dare concretezza al senso di umanità e di giustizia che di fronte alla difficoltà delle persone viene ragionevolmente prima e va evangelicamente oltre ogni calcolo, in questo nostro amato Paese avrà ancora cittadinanza la speranza e l’ansia di giustizia. Chi parla e scrive della Chiesa che «riattacca la luce agli abusivi», si ricordi che uomini e donne di Chiesa ogni giorno e ogni notte in ogni realtà italiana, da nord a sud, fanno sì che tante persone sole e a tante famiglie della luce (elettrica e metaforica) non siano costrette a fare a meno. Fanno sì che la luce non venga staccata. Perché le regole giuste vanno rispettate e fatte rispettare, purché appunto siano giuste. E perché c’è un livello minimo di decenza morale al quale una comunità civile degna di questo nome non può rinunciare. Altrimenti senza luce rimarremmo tutti noi, poveri e no.


Tradizionalisti contro l'elemosiniere del Papa: "Metodi da esproprio proletario"
Alessandra Benignetti - Mar, 14/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 94488.html

La chiesa si divide sul blitz nel palazzo occupato dell'elemosiniere di Papa Francesco. I frati di Assisi: "Se il suo gesto è illegale allora arrestateci tutti". Ma i tradizionalisti accusano: "Incoraggia l'illegalità"

“Se è illegale quello che ha fatto Krajewski compiendo un gesto di umanità dettato dal cuore e da quanto dice il Vangelo, allora arrestateci tutti”.

A fare quadrato attorno all’elemosiniere di Sua Santità è padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi che ha risposto così ad una domanda dell’Adnkronos sul caso del palazzo occupato da Action in via di Santa Croce in Gerusalemme.

Non è il solo a difendere il porporato che sabato sera si è calato in un tombino per rompere i sigilli del contatore dell’energia elettrica, sequestrato dopo che gli occupanti avevano accumulato oltre 300mila euro di debiti. A scendere in campo in difesa di Konrad Krajewski è anche il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, il cardinale Peter Appiah Turkson. “Il gesto dell'elemosiniere è illegale? Pure a Gesù dicevano che le cose che diceva e faceva violassero la legge”, ha detto intervistato da Vatican Insider. Dalle pagine de La Stampa arriva la sua replica, neanche troppo velata, alle parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva invitato il cardinale polacco a pagare anche le bollette di tutti gli italiani in difficoltà.

“(L’elemosineria, ndr) In questi ultimi anni ha pagato circa tre milioni di euro per salvare non la gente che vive in Vaticano, bensì gli italiani in situazioni di difficoltà e miseria nelle loro case”, ha chiarito. E sulle possibili conseguenze legali dell’azione tira in ballo il Vangelo. “Era la stessa critica che facevano a Gesù ai suoi tempi: è illegale fare le cose il sabato. Ma è la legalità che prevale o fare del bene a qualcuno?”, si interroga il cardinale.

Non la pensa così lo storico Roberto De Mattei, presidente della Fondazione Lepanto e tra i firmatari della Correctio Filialis a Papa Francesco. Secondo De Mattei, sentito dall’Adnkronos quello di Krajewski rappresenta “un gesto simbolico molto più grave di quanto non si immagini”. La condanna è netta: “Così si incoraggia l'illegalità e il passo per arrivare a giustificare gli espropri proletari di triste memoria è davvero molto breve”. Secondo l’esponente del fronte cattolico tradizionalista il porporato avrebbe “canonizzato il principio per cui è lecito violare la legalità per fini di carattere etico-politico”.

“Tutto ciò – ragiona De Mattei - può portare a gravissime conseguenze: si può arrivare ad ammettere di rubare per sfamare la propria famiglia”. “Sono tesi da sinistra rivoluzionaria che abbiamo conosciuto negli anni di piombo e che portarono fino al terrorismo delle Brigate Rosse”, mette in guardia lo storico, che paragona Krajewski all’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Entrambi, spiega, “non hanno agito per interesse personale, ma resta la violazione delle leggi e delle regole, che tutti hanno il dovere di osservare in uno Stato di diritto, pena l'anarchia”.



Al via l'inchiesta sull'Elemosiniere
di Valeria Di Corrado
2019/05/22

https://www.iltempo.it/roma-capitale/20 ... ki-1157293

È stata aperta un'inchiesta dalla Procura di Roma per accertare chi abbia riattivato l'energia nell'edificio occupato di via Santa Croce in Gerusalemme. Nei giorni scorsi era arrivata negli uffici di piazzale Clodio la denuncia contro ignoti che Areti spa, la società di Acea che gestisce la rete di distribuzione nella Capitale, ha presentato ai carabinieri della stazione di Settecamini dopo che 1'11 maggio è stata riattivata la corrente nello stabile ex sede di Inps-Inpdap, attualmente di proprietà del Fondo immobili pubblici promosso dal ministero dell'Economia. Nonostante il cardinale polacco Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, abbia rivendicato la «paternità» dell'intervento, la denuncia è contro ignoti. Il reato ipotizzato dal denunciante, un funzionario di Areti, è furto aggravato d'energia. Per questo tipo di reato è prevista la pena della reclusione da sei mesi a tre anni.
La fornitura elettrica all'interno del palazzo - dove si svolgono spesso party di vario tipo - era stata staccata da Areti spa 5 giorni prima, a fronte di una morosità di 319 mila euro. Per dare la possibilità ai 450 inquilini abusivi dell'occupazione Spin Time di riavere la luce, l'Elemosiniere ha spiegato: «Sono intervenuto personalmente, è stato un gesto disperato. La colpa è solo mia, sono pronto a pagarne le conseguenze». Difficile credere, però, che il cardinale abbia agito da solo, calandosi al buio all'interno dentro un tombino dove si trova la centralina elettrica e ha tolto i sigilli al contatore. Saranno gli inquirenti a stabilire se sia stato aiutato da un tecnico. La manomissione della cabina avrebbe potuto portare conseguenze anche mortali, qualora fosse stata effettuata una manovra errata. Il porporato non gode di alcuna immunità, quindi, in caso dovesse essere accertata una sua presunta responsabilità, potrebbe finire imputato davanti al Tribunale di Roma.
Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, aveva criticato l'azione di Krajewski: «La proprietà privata SACRA, a prescindere da qualche cardinale». Tweet cui il polacco ha poi replicato: «Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c' è problema. Anzi, pagherò anche le sue, di bollette. Non voglio che diventi una cosa politica».
Invece, inevitabilmente, questa «ingerenza» diventata una questione politica; tanto che ieri Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d' Italia, ha detto ad Agorà: «È bene che si tenga il Papa fuori dalla politica, pur senza aver sempre condiviso tutte le scelte, come quella dell' elemosiniere. Doveva andare a riattaccare spina a Lambert, perché tetraplegico, contro il parere dei genitori. Volevo vedere che andava a riattaccare quelle spine».
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La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » mer mar 24, 2021 8:45 am

I grillini aboliscono la proprietà privata "No allo sfratto per chi non paga"
Paolo Bracalini
22/11/2020

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1606071074

Il blitz 5s con un emendamento al dl Ristori per tutelare gli inquilini morosi. Migliaia di piccoli proprietari allo stremo. Lega e Fi fanno muro, ma anche il Pd frena: "Trovare altre soluzioni"

Blitz dei grillini al Senato contro la proprietà privata. Migliaia di italiani alle prese con inquilini che non pagano più, già stremati da quasi un anno di blocco degli sfratti, lo temevano ed eccolo arrivato: l'emendamento salva-furbetti dell'affitto.

A firmarlo un gruppo di senatori M5s, in prima linea Emanuele Dessì (nella foto), fattosi conoscere (unicamente) per la casa popolare che occupava a Frascati al canone di 7 euro al mese. Uno che di vivere a spese altrui, quindi, se ne intende. Ma lo stesso principio chavista è condiviso dagli altri miracolati 5s. Decine di migliaia di piccoli proprietari (tra cui pensionati con la minima, famiglie in difficoltà economica, persone che hanno acceso un mutuo da finanziare con l'affitto e ora sono nei guai) sono stati messi in ginocchio dalla norma che a marzo ha bloccato le esecuzioni degli sfratti, quindi la possibilità di tornare in possesso di casa propria dopo che il giudice ha già convalidato lo sfratto perché l'inquilino non paga l'affitto.

Una norma fatta male (e di dubbia costituzionalità), senza distinguere tra inquilini che magari hanno perso il lavoro per causa della pandemia, dai morosi per professione, da quelli che hanno approfittato dello scudo governativo per non pagare più e farsi beffe dei loro proprietari, o da chi già aveva smesso di pagare prima dell'emergenza Covid. Senza distinguere, inoltre, tra affitti commerciali, magari con dentro artigiani o professionisti costretti a tenere chiuso dai Dpcm e quindi realmente in difficoltà, e affitti invece residenziali. Insomma una legge populista e iniqua, il cui effetto è stato quello di scaricare su una categoria di cittadini (i piccoli proprietari) i problemi di un'altra (gli inquilini), senza prevedere alcun ristoro e senza neppure togliere un centesimo di tasse sulla casa ai proprietari. Cornuti e mazziati.

Prima il termine del blocco sfratti è stato fissato a giugno, poi prorogato fino a settembre, infine addirittura al 31 dicembre, grazie ad un emendamento di Leu, ispirato dai movimenti di estrema sinistra come i «compagni» dell'Unione Inquilini, che lotta per «l'abolizione del libero mercato». Mentre il grido di dolore di migliaia di piccoli proprietari esplodeva in Rete (c'è una petizione su Change.org con centinaia di firme) e nelle richieste di aiuto alle associazioni di categoria (in prima linea Confedilizia), cresceva il timore di una nuova proroga. Timore che è stato puntualmente concretizzato dai grillini, i quali sostengono, annunciando l'emendamento al dl Ristori per la proroga del salva-morosi al 31 marzo 2021, che bisogna tutelare «le fasce più deboli». Ignorando che, tra le due parti, quella debole sono proprio i proprietari. L'opposizione, Forza Italia e la Lega, si è fatta sentire. In prima linea c'è il deputato leghista Matteo Bianchi che ha presentato un'interpellanza urgente al governo chiedendo di sbloccare le esecuzioni degli sfratti. Anche Salvini sta seguendo attentamente la vicenda. Per gli azzurri sta lottando la deputata Erica Mazzetti («Quella del M5s la classica guerra ai proprietari condita di invidia e rabbia»). Ora, la speranza è che il salva-furbetti dell'affitto resti solo uno dei tanti emendamenti che verranno bocciati. Gli occhi sono puntati soprattutto sul Pd, su posizioni diverse dai grillini. «Siamo consapevoli che il blocco degli sfratti pesi troppo sui proprietari, bisogna trovare altre strade, dal sostegno agli affitti agli incentivi fiscali per chi ricontratta i canoni» spiega Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori Pd. Anche Stefano Fassina, Leu, ragiona di soluzioni non scaricabarile («finanziare il fondo affitti e il fondo morosità incolpevole»). La speranza di decine di migliaia di proprietari, calpestati già da nove mesi, è che gli alleati del M5s stavolta non ne assecondino la demagogia elettorale (sulla pelle altrui).



Casa, vince chi non paga. Proprietari in rivolta per il blocco degli sfratti
Paolo Bracalini
23 marzo 2021

https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1616522651

Cartabia blocca l'emendamento che separa i vecchi morosi da chi è in difficoltà per Covid

Per i proprietari di casa ogni volta che si avvicina il termine del blocco degli sfratti prende vita l'angosciante dilemma: sarà finalmente la volta buona o lo prorogheranno un'altra volta? La domanda è più che legittima visto che le migliaia di italiani che hanno la sventura di aver affittato casa a inquilini che non pagano più l'affitto, stanno di fatto subendo un esproprio del loro immobile ormai da oltre un anno, grazie al blocco degli sfratti, una norma che tutela molti «furbetti dell'affitto» permettendogli di vivere a sbafo in casa altrui senza pagare nulla, protetti dallo Stato.

L'ultima proroga, infilata di soppiatto dal precedente governo nel decreto Milleproroghe tra Natale e capodanno, ha spostato il termine dell'esproprio al 30 giugno 2021.

Con la caduta del governo Conte, il varo del nuovo esecutivo e soprattutto l'uscita del M5s, principale sponsor della norma tutela-morosi, dal ministero della Giustizia (il dicastero competente in materia, fino a febbraio retto dal grillino Bonafede), i proprietari si erano illusi che il loro incubo potesse finalmente avere fine. Ma dalla nuova ministra, la giurista Marta Cartabia, è invece arrivata una doccia gelata, ancora più sconcertante perché inaspettata. È stata lei a bloccare un emendamento concordato da una maggioranza trasversale che chiedeva il minimo sindacale, cioè quantomeno distinguere tra morosità antecedenti alla pandemia e quelle successive, così da far ripartire almeno gli sfratti iniziati quando il Covid19 esisteva solo nelle foreste cinesi. Traumatiche per i proprietari sono state le espressioni, di un gelido tecnicismo giuridico, utilizzate dalla Cartabia per giustificare il no all'anticipo di soli tre mesi (dopo un intero anno!) del blocco degli sfratti. Anticipare la scadenza del blocco degli sfratti avrebbe leso «la certezza dei rapporti giuridici», perché avrebbe costretto gli inquilini morosi ad affrontare l'esecuzione dello sfratto prima del previsto. E poi, ha detto ancora la Cartabia, tenersi gli inquilini morosi per tre mesi in più, pagando nel frattempo spese condominiali e Imu, «non è un sacrificio così eccessivo (per i proprietari, ndr) da richiedere questo cambio di orizzonte temporale che avrebbe potuto mettere in difficoltà diverse persone», cioè gli inquilini che non pagano da anni. Parole che sono arrivare come una pugnalata alla schiena per migliaia di piccoli proprietari ormai disperati, abbandonati dallo Stato che pretende però le tasse sulla casa occupata.

Si è così attivata Confedilizia, l'associazione che da mesi si batte per il ripristino della legalità e la fine dell'esproprio delle case, ma anche i gruppi spontanei nati sui social che radunano gli sventurati possessori di un immobile ostaggio dei morosi difesi dal governo. Uno di questi, «Rivogliamo la nostra casa» (1400 iscritti), ha invitato i propri membri a scrivere alla Cartabia, che è stata letteralmente inondata di mail. Anche il profilo Facebook della ministra è stato preso d'assalto dai piccoli proprietari (pensionati, giovani coppie senza un soldo, gente che ha comprato un bilocale con grandi sacrifici o con mutui trentennali) inferociti per l'ennesima beffa nei loro confronti. Il pericolo per loro è ormai impersonato dalla Cartabia, più ancora che dal M5s ormai depotenziato e in preda alle faide interne. Il timore adesso è per quello che potrà accadere il 30 giugno, quando scadrà l'ennesima proroga. La Cartabia si è detta preoccupata per la «possibile esplosione del contenzioso presso gli uffici giudiziari quando cesseranno gli effetti dei provvedimenti che bloccano gli sfratti». Parole che non lasciano affatto tranquilli i piccoli proprietari, già sfiancati da sedici mesi di esproprio.


La proprietà distingue l'uomo libero e sovrano dallo schiavo
viewtopic.php?f=205&t=2936
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 2247064892
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La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » gio dic 30, 2021 4:25 am

Filantropia. La più grande truffa del secolo. 734 miliardi di dollari.
Righetti Gabriele.
2021-04-04.

https://senzanubi.wordpress.com/2021/04 ... i-dollari/

La Treccani così definisce la filantropia.

«filantropìa s. f. [dal gr. ϕιλανϑρωπία; v. filantropo]. – Amore verso il prossimo, come disposizione d’animo e come sforzo operoso, di un individuo o anche di gruppi sociali, a promuovere la felicità e il benessere degli altri»

Di conseguenza, tutti i filantropi dovrebbero essere persone meritorie, ed infatti in molti miliardari si sono affrettati ad elargire i loro denari, con dovizia.

Lo fanno per il bene dell’umanità. Più diventano ricchi più possono fare filantropia.

L’82% delle donazioni dei “filantropi” finisce in fondazioni private, spesso controllate da loro stessi. Fondazioni che godono di clamorosi vantaggi fiscali: per ogni dollaro messo nelle loro casse, il miliardario recupera fino a 74 centesimi grazie alle agevolazioni fiscali.

In cambio di queste agevolazioni, le fondazioni hanno un solo obbligo: investire ogni anno in beneficenza almeno il 5% del loro bilancio. Peccato che in quel 5% si possano far rientrare le spese amministrative, gli stipendi dei dipendenti e contributi ad altri fondi.

Ovviamente le detrazioni fiscali però si applicano al totale delle donazioni. Bill Gates è il più grande “filantropo” che ci sia. Da quando ha deciso di impegnarsi per il bene dell’umanità, il suo patrimonio personale è passato da 54 miliardi di dollari a 120.

Visto che la filantropia paga, altri miliardari si sono uniti al movimento lanciato nel 2010 proprio da Bill Gates e da Warren Buffett, “The Giving Pledge”. Un gruppo di miliardari che si sono impegnati a donare parte del proprio patrimonio per scopi benefici.

Un’attività talmente redditizia che i membri sono passati dai 62 iniziali ai 216 del 2020. Nel mentre, i 62 miliardari pionieri di The Giving Pledge hanno visto crescere del 95% le loro ricchezze, passate da 376 a 734 miliardi di dollari.

Come ha spiegato bene Anand Giridharadas nel suo “Winners Take All”, «molti miliardari sostengono di voler cambiare il mondo. In realtà stanno solo proteggendo il sistema alla radice dei problemi che pretendono di risolvere».
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La proprietà non è un furto, rubare non è un bene ma un male

Messaggioda Berto » gio dic 30, 2021 4:26 am

Ambrogio contro il capitale
Gianfranco Ravasi.
Il Sole 24 Ore
6 giugno 2021

https://www.cortiledeigentili.com/ambro ... -capitale/

In questo articolo il Cardinale Gianfranco Ravasi racconta di uno dei grandi Padri della Chiesa d’Occidente, sant’Ambrogio, che denunciò l’idolatria della proprietà privata e la filantropia troppo ostentata.

Quando papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti (nn. 119-120) ha riproposto questa tesi, è partita la solita carica di strali da parte di alcuni teologi improvvisati e di agnostici devoti che vi vedevano fumo di comunismo. Si tratta del primato della destinazione universale dei beni a cui dev’essere subordinata come strumento operativo la proprietà privata, assunta dai citati avversari a dogma supremo. In realtà, il pontefice non faceva che allinearsi a una tradizione cristiana secolare che impugnava persino la sferza, come il celebre Padre della Chiesa orientale san Giovanni Crisostomo che nel IV secolo non esitava – nella sua opera dedicata al povero Lazzaro della parabola evangelica ( Luca 16,19-31) – a dichiarare che «non dare ai poveri parte dei propri beni è rubare ai poveri perché quanto possediamo non è nostro, ma loro».

Se vogliamo, però, giungere ai nostri giorni, ecco san Giovanni Paolo II che nell’enciclica Centesimus annus (1991) ribadiva che «Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno». Per lui il principio dell’uso comune dei beni creati per tutti è «primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale». Papa Francesco nella citata Fratelli tutti formalizzava questa tesi tradizionale: «Il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati… Accade però frequentemente che i diritti secondari si pongano sopra quelli prioritari e originari, provandoli di rilevanza pratica».

In questa linea proponiamo ora la forte attestazione di uno dei grandi Padri della Chiesa d’Occidente, che aveva alle spalle un’importante carriera politica di governatore imperiale. Tutti riconoscono in questo profilo sant’Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397. L’opera a cui ora rimandiamo s’intitola La storia di Naboth, un logo che può risultare stravagante a chi non ha assuefazione con la Bibbia. Il nucleo dal quale si sviluppa questa che è un’omelia scritta è, infatti, da cercare nel c. 21 del Primo Libro dei Re, una pagina da leggere per l’attualità straordinaria che rivela nei confronti delle prevaricazioni del potere, della corruzione della magistratura, del silenzio complice della pubblica opinione.

L’unica e solitaria voce che si era levata, puntando l’indice contro l’ingiustizia – perpetrata nei confronti di questo semplice e onesto contadino di nome Naboth da parte del re d’Israele Acab e soprattutto della sua implacabile consorte, la principessa fenicia Gezabele – era stata quella del profeta Elia, che rischia la sua stessa vita (non è necessario esplicitare le allusioni alla nostra contemporaneità). Su questa base biblica Ambrogio – che, non lo dimentichiamo, era dotato di una forte personalità – tesse la sua vivace e perentoria applicazione dai risvolti politico-sociali, denunciando l’idolatria sclerotica della proprietà privata a scapito e non in funzione della destinazione universale dei beni.

«Fin dove stendete, o ricchi, i vostri insani desideri? Abiterete forse da soli la terra?… La terra è stata costituita bene per tutti, ricchi e poveri: perché dunque, o ricchi, arrogate a voi il diritto di proprietà del suolo?». Sono, queste, alcune delle righe di apertura di questo scritto dalle pagine roventi, sempre proclamato a tono alto, striato di sdegno e rivolto incessantemente ai detentori di terreni, di possessi, di beni voluttuari che ignorano la folla dei miserabili che non digiunano come atto rituale bensì solo per necessità. Anche una certa filantropia ostentata come una onorificenza è spazzata via persino con sarcasmo.

Continua, infatti, Ambrogio: «Tu non dai al povero del tuo, ma gli restituisci del suo. Tu da solo ti appropri di ciò che è stato dato a tutti, perché tutti lo usassero in comune. La terra è di tutti, non solo dei ricchi… Tu dunque restituisci il dovuto, non elargisci il non dovuto». Questa sarà anche la voce della Chiesa successiva sulla scia del vescovo di Milano, tant’è vero che un paio di secoli dopo un papa, Gregorio Magno nella sua Regola pastorale, giungerà al punto di definire «delinquenti per la rovina del prossimo» i praticanti di una generosità pelosa e ipocrita, perché «quando offriamo qualcosa che sia necessario ai poveri, rendiamo loro ciò che è già loro, non diamo ciò che è nostro, compiamo un debito di giustizia, non adempiamo a un’opera di misericordia».

Lasciamo, dunque, al lettore di «ascoltare» la voce veemente di Ambrogio, cristallizzata nei vivaci 17 capitoletti in cui è suddivisa l’opera, lasciandosi guidare dall’esemplare traduzione con testo a fronte e dall’introduzione approntate da Domenico Lassandro e Stefania Palumbo per la collana Corona Patrum Erasmiana. Ma per chi vorrà penetrare in tutte le sfumature, negli ammiccamenti, nelle iridescenze letterarie e teologiche quasi di ogni parola del testo santambrosiano, questi studiosi hanno allegato un monumentale «commento» che rivela una potente attrezzatura scientifica e una fervida passione.


Alberto Pento

Non esiste alcuna destinazione universale dei beni materiali.
La vita di un individuo è di quell'individuo e non di altri, il pezzo di pane prodotto e mangiato da una persona è di quella persona e non di altri, non esiste un destino universale dei beni ma un destino particolare.
Il fine universale (e generale) è il fine particolare.
La proprietà privata è un bene di chi la possiede lecitamente e l'universalità sta caso mai nel diritto di possederla, nella sua privatità. Ciò che non è privato è la proprietà comune e pubblica.
Appropriarsi dei beni privati altrui (o comuni o pubblici) con l'inganno, la truffa, il furto, la rapina, il sequestro e il pizzo del prepotente (ufficiale pubblico o mafioso) o l'espropriazione pubblica (non finalizzata al bene comune e non adeguatamente ricompensata e risarcita) è un delitto, un crimine, un peccato.
La terra non è di tutti, la terra è di chi la abita, la lavora, la possiede come titolo di proprietà da cui ricavare una rendita avendola comprata o conquistata o precedentemente bonificata e resa coltivabile, economicamente sfruttabile come pascolo o bosco o altro e su cui si pagano tasse/imposte all'autorità pubblica.
Noi non siamo una proprietà di Dio, Dio non è un padrone, un possessore di beni, un re, un imperatore, un proprietario terriero, noi non siamo proprietà di Dio, non siamo servi o schiavi di Dio.
Dio è altro da tutto ciò e specialmente è completamente altro da come lo vorrebbero e lo desrivono gli abusivi e blasfemi manipolatori di Dio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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