ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

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Messaggioda Berto » mar apr 02, 2019 9:19 pm

L’aguzzino promosso all’Onu
Pierluigi Battista
2 aprile 2019

http://www.italiaisraeletoday.it/laguzz ... x9VB2Q6rKY

Mohammad Moghiseh, il giudice che ha condannato a trentotto anni di prigione e centoquarantotto frustate Nasrin Sotoudeh

Oramai è calato un silenzio agghiacciante sulla sorte di Nasrin Sotoudeh, avvocato e militante dei diritti civili perseguitata in Iran. Ma ora allo sgomento si aggiunge il grottesco, e anche un po’ il disgustoso: il magistrato che ha inflitto alla Sotoudeh, colpevole di aver assistito nel tribunale-farsa di Teheran la donna coraggiosa che si è tolta in pubblico il velo dell’oppressione, la pena di trentotto anni di prigione e di centoquarantotto frustate, questo rappresentante del più fosco e feroce oscurantismo è stato nominato all’Onu in una commissione che si deve occupare della questione femminile. Un sicario del regime che condanna una donna alle frustate a causa della sua indipendenza viene considerato meritevole di una tribuna di un organismo oramai screditato come le Nazioni Unite.

Ma la vicenda sta a significare due cose. La prima è la definitiva prova dell’inutilità dell’Onu, un organismo internazionale nato per la difesa dei diritti umani e che invece è diventato nel tempo il piedistallo, o forse è meglio dire lo zerbino, dei regimi che dei diritti umani fanno strage continua.

La seconda lezione è che l’indifferenza dell’opinione pubblica internazionale (con la lodevole eccezione di Amnesty International), il silenzio delle cancellerie che si inchinano a un regime oppressivo come l’Iran (dove sono i paladini per un solo giorno dei diritti umani conculcati in Cina?), l’ipocrisia delle democrazie occidentali, l’inesistenza politica dell’Europa che si vuole rappresentare come portabandiera di valori universali ma che invece questi valori non è capace di difenderli quando è difficile farlo, tutto questo ha creato una condizione di arroganza, di impunità tra gli integralisti fanatizzati di Teheran.

Ora l’Iran, con il sostegno dell’Onu, può farsi beffe della silente opinione pubblica internazionale non solo continuando a segregare Nasrin Sotoudeh, ma facendo nominare il suo aguzzino in una commissione che si dovrebbe occupare della condizione della donna.

Non di come un regime sottopone le donne al rito tribale delle frustate, argomento su cui il magistrato-sicario potrebbe avere una sua competenza, ma della condizione della donna in generale. Una provocazione losca. Ma anche in questo caso non ci saranno proteste, mentre Nasrin Sotoudeh è in carcere, in attesa delle frustate. Da sola, senza nessuna solidarietà.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » ven apr 12, 2019 8:44 pm

Scandalo corruzione si abbatte sull'agenzia Onu per i rifugiati
Gerry Freda - Mar, 09/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/sca ... S4x7BrviLg

L’agenzia Onu ha reagito alla pubblicazione dell’inchiesta negando di avere mai coperto le estorsioni perpetrate dal suo personale ai danni dei rifugiati

L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) è finito in questi giorni al centro di uno scandalo-corruzione.

Diverse fonti anonime contattate da un team internazionale di giornalisti investigativi, costituito su iniziativa del network americano Nbc e delle ong Journalists for Transparency e 100Reporters, hanno infatti accusato i funzionari dell’agenzia internazionale di estorcere tangenti agli individui ospitati nei campi-profughi allestiti da quest’ultima in Africa e in Medio Oriente.

Secondo le testimonianze raccolte dall’équipe di reporter, il personale in servizio nelle tendopoli situate nei territori in questione pretenderebbe costantemente del denaro dai rifugiati. Soltanto gli individui che pagano tali tangenti, del valore di 500-600 dollari, otterrebbero quindi dai funzionari Onu, quale contraccambio, cibo, acqua e medicine. Di conseguenza, gli ospiti delle tendopoli che si rifiutano di cedere ai ricatti in questione verrebbero abbandonati dal personale Unhcr alla denutrizione e alle malattie.

Sempre in base alle fonti interpellate dal team giornalistico, gli ospiti dei campi-profughi, pagando tangenti di maggiore consistenza ai funzionari dell’agenzia internazionale, si guadagnerebbero l’immediato trasferimento in un Paese occidentale. Per essere ricollocati in Occidente, i rifugiati dovrebbero sborsare, a detta degli autori dell’inchiesta, dai 5mila dollari in su.

Le pratiche corruttive che infesterebbero le strutture per l’accoglienza dei richiedenti asilo situate in Africa e in Medio Oriente sarebbero coperte e tollerate dai dirigenti dell’Unhcr. I vertici dell’organizzazione, accusano le fonti contattate dai reporter, non avrebbero infatti avviato finora alcun procedimento sanzionatorio a carico del personale coinvolto nelle condotte illecite, sebbene le massime cariche dell’Alto commissariato, a detta degli autori dell’inchiesta, fossero da anni pienamente consapevoli di tali estorsioni.

L’Unhcr ha reagito alla pubblicazione delle testimonianze raccolte dall’équipe di giornalisti investigativi negando di non avere mai preso provvedimenti contro i suoi funzionari indiziati di pratiche illecite. La portavoce dell’organizzazione, Cecile Pouilly, ha infatti puntualizzato che ad oggi, presso gli uffici disciplinari dell’istituzione Onu, sarebbero aperti ben 144 fascicoli a carico di altrettanti dipendenti di quest’ultima, tutti sospettati di avere appunto preteso denaro dagli ospiti dei campi-profughi.
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Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 8:02 am

RASSEGNA STAMPA. OGGI IN EDICOLA: IL CORRIERE DELLA SERA
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8819070401

IL SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU UN PIANO D’AZIONE CONTRO I DISCORSI DI ODIO

È l’ora di cambiare passo per debellare antisemitismo, islamofobia, persecuzione di cristiani

di António Guterres

Un'onda insidiosa di intolleranza e di violenza fondata sull'odio si avventa sui credenti di diverse fedi ovunque nel mondo. Brutali incidenti cui ci stiamo sempre più tristemente, e in modo allarmante, abituando.
Nei mesi scorsi, abbiamo visto ebrei assassinati nelle sinagoghe, e le loro tombe deturpate con svastiche; musulmani abbattuti nelle moschee, con i loro siti religiosi vandalizzati; cristiani uccisi mentre erano in preghiera, con le loro chiese date alle fiamme. Oltre a questi orribili attacchi, assistiamo a una crescente retorica di odio, indirizzata non soltanto a gruppi religiosi ma anche a minoranze, migranti, rifugiati, donne e in generale chiunque sia «altro». Mentre divampa il fuoco selvaggio dell'odio, si sfruttano i media sociali per seminare intolleranza. Movimenti neonazisti e suprematisti sono in crescita, e la retorica incendiaria si converte in una redditizia arma politica. L'odio si diffonde ugualmente all'interno di democrazie liberali e regimi autoritari, gettando un'ombra sulla nostra comune umanità.
Le Nazioni Unite hanno nel corso dei decenni mobilitato il mondo contro l'odio di tutti i tipi attraverso un'azione di ampio raggio a tutela dei diritti umani e in favore dello stato di diritto. Di fatto, l'identità stessa dell'Organizzazione è dalla sua creazione radicata nell'incubo che scaturisce dall'odio virulento lasciato troppo a lungo libero di attecchire, incontrastato.
Per noi l'istigazione all'odio rappresenta un attacco contro tolleranza, inclusione, diversità, contro l'essenza stessa di norme e principi dei nostri diritti umani. Più in generale, questa odiosa pratica minaccia la coesione sociale, erode valori condivisi e può essere il presupposto della violenza, in grado di ricacciare indietro pace, stabilità, sviluppo sostenibile e dignità umana.
Nei decenni scorsi, l'istigazione all'odio è stata alle origini di crimini atroci, quali il genocidio, dal Ruanda alla Bosnia e alla Cambogia. Temo che il mondo stia raggiungendo un'altra simile fase nella lotta contro il demone dell'odio.
In risposta a questo ho dunque lanciato due iniziative delle Nazioni Unite Innanzitutto, ho appena inaugurato una Strategia e un Piano di azione contro l'istigazione all'odio che coordini gli sforzi comuni a tutto il sistema delle Nazioni Unite, si occupi delle sue cause profonde e renda più efficace la nostra risposta.
In secondo luogo, stiamo sviluppando un Piano di azione che veda l'impegno totale dell'Onu negli sforzi a salvaguardia dei siti religiosi e a garanzia della sicurezza dei luoghi di culto. A quanti insistono a utilizzare la paura per dividere le comunità, va detto: la diversità è una ricchezza, non è mai una minaccia.
Un profondo spirito di reciproco rispetto e accoglienza è in grado di scalzare post e tweet sparati a raffica. Non dobbiamo mai dimenticare che, dopo tutto, ciascuno di noi è «altro» rispetto a qualcun altro, da qualche altra parte. Non può esserci illusione di sicurezza quando l'odio è diffuso. Come parte di un'unica umanità, è nostro dovere prendersi cura l'uno dell'altro.
Naturalmente, ogni azione di contrasto all'istigazione all'odio deve essere in linea con i diritti umani fondamentali. Affrontare l'istigazione all'odio non vuol dire limitare o proibire la libertà di parola. Significa piuttosto impedire che essa degeneri in qualcosa di più pericoloso, in particolare incitamento a discriminazione, ostilità e violenza, il che è vietato dal diritto internazionale.
Occorre trattare l'istigazione alla violenza come trattiamo ogni atto illecito: condannandolo, rifiutandoci di amplificarne la portata, contrastandolo con la verità, e incoraggiando gli autori a cambiare il loro comportamento. E' adesso il momento di cambiare passo per debellare antisemitismo, islamofobia, persecuzione di cristiani e tutte le altre forme di razzismo, xenofobia e l'intolleranza che le accompagna. Governi, società civile, settore privato e media giocano tutti un ruolo importante. I leader politici e religiosi hanno una responsabilità speciale nella promozione della convivenza pacifica. L'odio è un pericolo per tutti — per questo tutti devono combatterlo. Insieme, possiamo spegnere l'incendio dell'odio e sostenere i valori che ci uniscono tutti come una singola famiglia umana.
Segretario Generale delle Nazioni Unite



Alberto Pento
Questo personaggio e la sua organizzazione fanno schifo e sono un covo di mostruosità che giustificano, promuovono la violazione e la manipolazione dei diritti umani maturali e universali, civile e politici in tutto il mondo.
La maggior parte delle violenza religiosa (ma è più corretto definirla "politico religiosa") proviene dal nazismo maomettano e il resto è una conseguenza/reazione a questa violenza.
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Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 7:30 am

Amnesty, come altre ONG, nate per la tutela dei diritti umani, alla fine si sono fatte strumentalizzare dalla politica e dagli interessi.
Attualmente rappresentano solo un costo per la società.
Da “Notizie su Israele” del 9 Luglio 2019
Felix Klein suggerisce agli ebrei di nascondersi; Amnesty dice a Israele di scomparire
di Paolo Salom
(Bet Magazine Mosaico, 8 luglio 2019)

https://www.facebook.com/groups/Fightin ... 3174865600

Si chiama Felix Klein ed è l'incaricato del governo federale tedesco per combattere l'antisemitismo. Klein è una persona per bene. Certo non un nemico degli ebrei. Anzi. Eppure, per arginare i sempre più frequenti episodi di aggressione contro gli ebrei, in Germania (più 20% nel 2018), ha avuto un'uscita davvero infelice. Il signor Klein ha consigliato, semplicemente, di "smettere di indossare la kippah nei luoghi pubblici". Come dire: nascondetevi.
Nel lontano Occidente si fa del male anche cercando di fare del bene, almeno quando parliamo di odio anti-ebraico. Rav Alfonso Arbib, Rabbino capo della Comunità di Milano, commentando la notizia sul Corriere della Sera, ha sottolineato come il modo migliore per combattere l'antisemitismo sia al contrario "condurre una normale vita da ebrei".

Certo, resta difficile definire cosa sia "normale", di questi tempi, per noi. Vi faccio un altro esempio. Conoscete senz'altro Amnesty International, l'organizzazione che da cinquant'anni vigila sugli abusi umanitari in tutto il mondo e finita recentemente nel mirino (si è infatti scoperto come, all'interno della stessa Amnesty, da anni si verificassero gravissimi atti di mobbing da parte di numerosi dirigenti nei confronti dei loro collaboratori; i dirigenti alla fine sono stati allontanati, con buonuscita. Come dire che l'organizzazione ha clamorosamente fallito nel vigilare su… se stessa). Ma la cosa che qui ci interessa di più, tuttavia, è l'ultima accusa contro Israele. Un'accusa che ha dell'assurdo (se non è malafede). In breve, la ragione per le "sofferenze dei palestinesi" sarebbe "l'instabilità della regione" - si legge in un recente rapporto - dovuta al rifiuto, da parte di Israele, negli ultimi sette decenni, di garantire il "diritto al ritorno" dei 700 mila palestinesi (e dei loro discendenti) divenuti profughi con la guerra del 1948.
Chiaro il concetto? Israele, secondo Amnesty, è in violazione della "legge internazionale" perché non ha accettato di scomparire. Cosa avrebbe dovuto fare per riparare i torti del passato? Aprire le sue porte ai 5-6 milioni di palestinesi (che si sono nel frattempo moltiplicati e tramandati la patente di profugo di padre in figlio) eredi di chi lasciò la Terra di Israele a seguito dei conflitti scatenati, peraltro, dai Paesi arabi con l'intento dichiarato di distruggere Israele. E così Amnesty, per riparare un ipotetico torto, ne vuole commettere uno ben più grande: cancellare lo Stato ebraico dalla mappa per effetto di una marea demografica. Insomma, diritti umani che valgono per una parte sola. Quanti profughi della Seconda guerra mondiale, inclusi 300 mila istriani, sono mai rientrati nelle loro case? Quanti ebrei polacchi all'indomani dalla Shoah? Quanti ebrei egiziani, libici, irakeni, libanesi, siriani… scappati senza più nulla?
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Messaggioda Berto » sab lug 13, 2019 7:31 am

Libia, Onu: UE obbligata a portare i migranti in porti sicuri
venerdì, 12, luglio, 2019

https://www.imolaoggi.it/2019/07/12/lib ... ekz7f0c1ms

Le “condizioni insostenibili per i profughi e gli altri migranti in Libia” devono obbligare gli Stati membri dell’Ue e altri paesi ospitanti a ripensare il loro approccio alla questione migratoria, avviando “nuove operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo per trasportare i migranti in porti sicuri”. È quanto affermato dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, e dal direttore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Antonio Vitorino, in un dichiarazione congiunta pubblicata nella tarda serata di ieri, 11 luglio.

Per Grandi e Vitorino “il rimpatrio in Libia dei migranti soccorsi nel Mediterraneo, deve essere fermato”. Il paese nordafricano è, infatti, “pericoloso”, come dimostrano le 53 vittime e le decine di feriti del bombardamento del campo profughi di Tajoura, avvenuto il 2 luglio scorso.

“Questa tragedia potrebbe ripetersi”, avvertono Grandi e Vitorino. Secondo Unhcr e Oim, in Libia vi sono circa 50 mila rifugiati e richiedenti asilo, cui si aggiungono 800 mila altri migranti. “Queste persone necessitano di una protezione migliore”, evidenziano l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e il direttore generale dell’Oim.


Alberto Pento
Ebete non vi è alcun obbligo. L'ONU è un'organismo criminale in mano ai nazi comunisti e ai nazi maomettani.
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Messaggioda Berto » lun lug 22, 2019 8:41 pm

Le demenzialità disumane e criminali dell'ONU nazi comunista e nazi maomettano, antisemita, antibianchi e antioccidentale


Le Nazioni Unite lanciano una guerra senza quartiere contro la libertà di espressione
Judith Bergman
22 luglio 2019

https://it.gatestoneinstitute.org/14583 ... spressione

A gennaio, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha commissionato "un piano globale d'azione contro i discorsi di incitamento all'odio e i crimini d'odio su base rapida" e ha dichiarato che i governi e le istituzioni devono "trovare soluzioni che rispondano alle paure e alle ansie delle persone con fatti concreti...". Una di queste risposte, sembrava suggerire Guterres, è mettere il bavaglio alla libertà di espressione.

A gennaio, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha incaricato il suo consigliere speciale per la prevenzione del genocidio, Adama Dieng, di "presentare un piano globale d'azione contro i discorsi di incitamento all'odio e contro i crimini d'odio su base rapida". Parlando a una conferenza stampa sulle sfide delle Nazioni Unite per il 2019, Guterres ha affermato: "La sfida più grande che i governi e le istituzioni devono affrontare oggi è dimostrare l'impegno e trovare soluzioni che rispondano alle paure e alle ansie delle persone con fatti concreti...".

Una di queste risposte, sembrava suggerire Guterres, è mettere il bavaglio alla libertà di espressione.

"Abbiamo bisogno di arruolare ogni segmento della società nella battaglia per i valori che il nostro mondo affronta oggi, e, in particolare, per affrontare l'aumento dell'odio, della xenofobia e dell'intolleranza. Sentiamo echi inquietanti e odiosi di epoche passate", ha affermato Guterres. "Visioni velenose si stanno inserendo nei dibattiti politici e inquinano la corrente principale. Non dimentichiamo mai le lezioni degli anni Trenta. I discorsi di incitamento all'odio e i crimini d'odio sono minacce dirette ai diritti umani...".

E Guterres ha aggiunto: "Le parole non bastano. Dobbiamo essere efficaci sia nell'affermare i nostri valori universali sia nel contrastare le cause principali della paura, della sfiducia, dell'ansia e della rabbia. Questa è la chiave per coinvolgere le persone al fine di difendere questi valori che sono soggetti a una così grave minaccia oggi".

In altre parole, dobbiamo dimenticare tutto ciò che riguarda il libero scambio delle idee: l'ONU ritiene che i suoi "valori" siano minacciati e che chiunque critichi tali valori deve essere zittito. Non solo, ma – ipocritamente – le Nazioni Unite paragonano il dissenso nei confronti dei loro programmi all'ascesa del fascismo e del nazismo negli anni Trenta.

Ora il piano d'azione di cui Guterres parlava a gennaio è pronto. Il 18 giugno, il segretario generale dell'ONU, ha presentato la Strategia e il Piano d'Azione delle Nazioni Unite sui discorsi di incitamento all'odio:

"I discorsi di incitamento all'odio sono (...) un attacco alla tolleranza, all'inclusione, alla diversità e all'essenza stessa delle nostre norme e dei nostri principi sui diritti umani", ha dichiarato Guterres e ha anche scritto in un articolo sull'argomento: "A quanti insistono a utilizzare la paura per dividere le comunità, va detto: la diversità è una ricchezza, mai una minaccia. (...) Non dobbiamo mai dimenticare che, dopotutto, ognuno di noi è 'altro' rispetto a qualcun altro, da qualche altra parte".

Secondo il piano d'azione, "l'odio si sta spostando nel mainstream – nelle democrazie e nei sistemi autoritari. E con ogni norma infranta, i pilastri della nostra comune umanità sono indeboliti". L'ONU vede per se stessa un ruolo cruciale: "In linea di principio, le Nazioni Unite devono far fronte ai discorsi d'incitamento all'odio ad ogni passo. Il silenzio può indicare indifferenza per il bigottismo e l'intolleranza...".

Naturalmente, le Nazioni Unite assicurano a tutti che "combattere i discorsi di incitamento all'odio non significa limitare o vietare la libertà di espressione. Significa impedire che l'incitamento all'odio degeneri in qualcosa di più pericoloso, in particolare, in incitamento alla discriminazione, all'ostilità e alla violenza, che è proibito dal diritto internazionale".

Solo che le Nazioni Unite cercano definitivamente di proibire la libertà di espressione, specialmente quella che sfida i programmi dell'organizzazione internazionale. Ciò è ben palese nel caso del Global Compact delle Nazioni Unite per una migrazione sicura, ordinata e regolare, in cui viene esplicitamente dichiarato che l'erogazione dei finanziamenti pubblici ai "media che sistematicamente promuovono l'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e altre forme di discriminazione nei confronti dei migranti" dovrebbe essere interrotta.

Qualunque cosa costituisca intolleranza, xenofobia, razzismo o discriminazione è stata naturalmente lasciata indefinita, rendendo la disposizione una comoda soluzione per i governi che desiderano tagliare i fondi ai media che dissentono dall'attuale ortodossia politica sulla migrazione.[1]

A differenza del Global Compact delle Nazioni Unite per l'immigrazione, il piano d'azione dell'ONU contro i discorsi di incitamento all'odio contiene una definizione di ciò che l'organizzazione ritiene essere "odio" e risulta essere la più ampia e la più vaga delle definizioni possibili:

"Qualsiasi forma di comunicazione verbale, scritta o comportamentale, che attacca o utilizza un linguaggio peggiorativo o discriminatorio nei confronti di un individuo o di un gruppo in base a chi è, in altre parole, a causa della sua religione, etnia, nazionalità, razza, colore, origine, genere o di un altro fattore di identità". Con una definizione ampia come questa, tutti i discorsi potrebbero essere etichettati come di "incitamento all'odio".

Il piano d'azione "si propone di fornire alle Nazioni Unite lo spazio e le risorse per contrastare i discorsi di incitamento all'odio, che rappresentano una minaccia per i principi, i valori e i programmi dell'ONU. Le misure adottate saranno in linea con le norme e gli standard internazionali sui diritti umani, in particolare con il diritto alla libertà di opinione e di espressione. Gli obiettivi sono duplici: intensificare gli sforzi per contrastare le cause profonde e gli elementi chiave dei discorsi di incitamento all'odio [e] consentire risposte efficaci da parte delle Nazioni Unite all'impatto dell'incitamento all'odio nelle società".

L'Organizzazione delle Nazioni Unite indica chiaramente nel piano che "attuerà azioni a livello globale e nazionale, oltre a rafforzare la cooperazione tra gli organismi competenti dell'ONU" per combattere l'incitamento all'odio. Ritiene che "contrastare i discorsi di incitamento all'odio è responsabilità di tutti – governi, società, settore privato" e prende in considerazione "una nuova generazione di cittadini digitali, in grado di riconoscere, di respingere e di opporsi ai discorsi d'odio". Che nuovo mondo coraggioso!

Nel piano, le Nazioni Unite stabiliscono una serie di ambiti prioritari. Inizialmente, l'ONU "avrà bisogno di sapere qualcosa in più per agire in modo efficace" e consentirà quindi a "organismi competenti delle Nazioni Unite (...) di riconoscere, monitorare, raccogliere dati e analizzare le tendenze ai discorsi di incitamento all'odio". Cercherà inoltre di "adottare una visione comune delle cause profonde e gli elementi chiave dei discorsi di incitamento all'odio al fine di intraprendere azioni pertinenti per gestire al meglio e/o mitigare il suo impatto". Inoltre, l'ONU "identificherà e sosterrà gli attori che contrastano l'incitamento all'odio".

Gli organismi delle Nazioni Unite porranno altresì "in atto misure incentrate sui diritti umani volte a contrastare i discorsi discriminatori e di incitamento all'odio nonché l'escalation della violenza" e "promuoveranno misure volte a garantire che i diritti delle vittime siano rispettati e le loro esigenze siano soddisfatte, anche attraverso azioni correttive, l'accesso alla giustizia e la consulenza psicologica".

In modo preoccupante, l'ONU intende esercitare pressioni direttamente sui media e influenzare i bambini attraverso l'educazione:

"Il sistema delle Nazioni Unite dovrebbe stabilire e rafforzare le partnership con i media nuovi e tradizionali per contrastare le narrative di incitamento all'odio e promuovere i valori della tolleranza, di non discriminazione, il pluralismo e la libertà di opinione e di espressione" e "intervenire nell'ambito dell'educazione formale e informale per (...) promuovere i valori e le competenze dell'educazione alla cittadinanza globale e migliorare l'alfabetizzazione mediatica e informatica".

L'ONU è profondamente consapevole che è necessario sfruttare le partnership strategiche con una serie di attori globali e locali, governativi e privati al fine di raggiungere il proprio obiettivo. "Le Nazioni Unite dovrebbero stabilire/rafforzare le partnership con le parti interessate, comprese quelle che lavorano nell'industria tecnologica. La maggior parte delle azioni significative contro i discorsi di incitamento all'odio non saranno intraprese soltanto dall'ONU, ma dai governi, dalle organizzazioni regionali e multilaterali, dalle aziende private, dai media, dai religiosi e da altri attori della società civile", osserva il piano d'azione. "Gli organismi delle Nazioni Unite", aggiunge l'organizzazione, "dovrebbero coinvolgere anche attori del settore privato, compresi i social media, in merito alle azioni che possono intraprendere per sostenere i principi e le azioni delle Nazioni Unite onde affrontare e contrastare i discorsi di incitamento all'odio, incoraggiando partnership tra governo, industria e società civile". L'ONU afferma inoltre che "su richiesta" "fornirà sostegno agli Stati membri nell'ambito dello sviluppo di capacità e nell'elaborazione di politiche volte a contrastare i discorsi di incitamento all'odio".

Dal piano d'azione emerge anche che la prima iniziativa concreta è già stata pianificata. È una "conferenza internazionale sull'educazione alla prevenzione con l'obiettivo di affrontare e contrastare i discorsi d'odio che vedrà la partecipazione dei ministri dell'Istruzione".

Il nuovo piano d'azione interferisce con i tentativi decennali dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) di vietare le critiche mosse all'Islam in quanto sono "discorsi di incitamento all'odio". Sulla scia del lancio del piano d'azione di Guterres, il Pakistan ha già presentato un piano in sei punti per "contrastare le nuove manifestazioni di razzismo e di odio basato sulla fede, soprattutto l'islamofobia" nel quartier generale delle Nazioni Unite. La presentazione è stata organizzata dal Pakistan insieme alla Turchia, alla Santa Sede e all'ONU.

Secondo quanto riportato, il piano è stato proposto dalla Rappresentante permanente del Pakistan presso le Nazioni Unite, l'ambasciatrice Maleeha Lodhi, in una sessione dal titolo "Contrastare il terrorismo e altri atti di violenza basati sulla religione o sulle convinzioni personali".

"Uno sviluppo particolarmente allarmante è l'aumento dell'islamofobia che rappresenta la recente manifestazione dell'odio secolare che ha generato l'antisemitismo, il razzismo, l'apartheid e molte altre forme di discriminazione, ha affermato l'ambasciatrice in un discorso. E ha aggiunto: "Il mio primo ministro Imran Khan, di recente, ha invocato un intervento urgente per contrastare l'islamofobia, che oggi è l'espressione più diffusa di razzismo e odio contro 'l'altro'".

"Noi siamo fortemente impegnati a sostenere la strategia delle Nazioni Unite contro i discorsi di incitamento all'odio", ha dichiarato l'ambasciatrice del Pakistan. "Questo è un momento per tutti noi di unirci per invertire l'ondata di odio e bigottismo che minaccia di minare la solidarietà sociale e la coesistenza pacifica".

Nel 2017, il vicepresidente delle politiche pubbliche di Facebook, Joel Kaplan, avrebbe accolto le richieste del ministro dell'Interno pakistano Chaudhry Nisar Ali Khan di "rimuovere i falsi account e i contenuti espliciti, pieni di odio e provocatori, che incitano alla violenza e al terrorismo" a causa "del profondo turbamento e della viva preoccupazione espressa dall'intera umma per l'utilizzo improprio delle piattaforme dei social media per diffondere contenuti blasfemi".

All'ONU, l'ambasciatrice del Pakistan Lodhi ha auspicato interventi governativi per combattere l'incitamento all'odio, anche da parte delle legislazioni nazionali, e avrebbe "evidenziato la necessità di elaborare una strategia più mirata per gestire le varie espressioni dell'islamofobia. È necessario un approccio da parte di un 'intero governo' e di una 'intera società. A questo proposito, l'inviata pakistana ha esortato il segretario generale a coinvolgere una vasta gamma di attori, tra cui i governi, la società civile e i social media al fine di intervenire e di impedire agli utenti dei social media di incanalarsi nelle fonti online di radicalizzazione".

La guerra senza quartiere delle Nazioni Unite contro la libertà di espressione è in corso.

Judith Bergman è avvocato, editorialista e analista politica. È Distinguished Senior Fellow presso il Gatestone Institute.

[1] Secondo l'Obiettivo 17 del Global Compact delle Nazioni Unite sull'immigrazione, gli Stati membri si impegnano a: "Promuovere una copertura mediatica di qualità indipendente e obiettiva, comprese le informazioni basate su Internet, anche sensibilizzando e formando i professionisti dei media sulle questioni relative alla migrazione e sulla terminologia da utilizzare, investendo in standard etici e in pubblicità e sospendendo l'erogazione di finanziamenti pubblici o il sostegno materiale ai media che sistematicamente promuovono l'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e altre forme di discriminazione nei confronti dei migranti nel pieno rispetto della libertà dei media". [Il corsivo è aggiunto]
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » sab lug 27, 2019 4:27 am

???

Il Consiglio Onu per affari economici e sociali, formato da 54 paesi ha condannato a Ginevra nella riunione del 24/07/2019 la sola Israele per violazione dei diritti delle donne
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... AMto2fhhKQ


Hanno votato la condanna:

Andorra, Angola, Armenia, Azerbaijan, Belarus, Benin, Cambodia, China, Colombia, Denmark, Ecuador, Egypt, El Salvador, Ethiopia, France, Ghana, India, Iran, Ireland, Japan, Kenya, Luxembourg, Mali, Malta, Morocco, Netherlands, Norway, Pakistan, Paraguay, Philippines, South Korea, Russia, St. Vincent, Saudi Arabia, Sudan, Turkey, Turkmenistan, Uruguay, Venezuela, and Yemen.

Si sono opposti:
United States and Canada

Si sono astenuti:
Brazil, Cameroon, Germany, Jamaica, Mexico, Romania, Togo, Ukraine, and United Kingdom

Stati Uniti e Canada sono stati gli unici ad opporsi alla condanna, mentre hanno votato SI', i paesi che abbiamo sottolineato nell'elenco.
Ritorna sempre di attualità la domanda su quale sia la reale giustificazione di questi organismi internazionali facenti capo all'Onu.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » mer lug 31, 2019 5:41 pm

Nazioni Unite, indaga per corruzione su commissario generale dell'UNRWA
30 Luglio 2019

https://www.progettodreyfus.com/unrwa-p ... WXH7JY_tu4

Le Nazioni Unite hanno aperto un’indagine per corruzione nei confronti di Pierre Krahenbuhl, Commissario Generale dell’Unrwa (l’agenzia Onu per i profughi palestinesi).

La notizia è stata diffusa da Al Jazeera e AFP che, secondo le indiscrezioni, avrebbero ottenuto un rapporto confidenziale interno delle Nazioni Unite.

Rapporto su cui è scritto che il massimo dirigente dell’Unrwa e i suoi più fidati collaboratori si sarebbero resi responsabili di:

“Inappropriata condotta sessuale, nepotismo, ritorsioni, discriminazioni e altri abusi d’autorità per guadagno personale, per sopprimere il legittimo dissenso e per conseguire altri obiettivi personali”.

Il rapporto affermerebbe che lo svizzero Pierre Krahenbuhl avrebbe centralizzato su di sé e la sua cerchia il potere, sfruttando le difficoltà economiche dell’agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi.

Sempre secondo il rapporto, Krahenbuhl avrebbe compiuto diversi viaggi in prima classe in compagnia di Maria Mohammadi, una collega nominata nel 2015 a un ruolo di “consigliere senior”, creato con procedimento molto rapido.

Maria Mohammadi che secondo alcuni rumors non avrebbe un rapporto esclusivamente lavorativo con Krahenbuhl.

Ricapitoliamo. Il Commissario Generale dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sarebbe finito sotto accusa per corruzione da parte delle Nazioni Unite.

Sarebbe un colpo per l’intero mondo palestinese e per i suoi sostenitori se questa accusa venisse confermata anche alla luce della recente rivelazione di Suheib Yousef, il figlio di Hassan Yousef, uno dei fondatori di Hamas:

“Hamas fa gli interessi dell’Iran, non dei palestinesi. Vende informazioni agli iraniani per denaro. In Turchia i leader di Hamas sono molto ben pagati, hanno guardie del corpo, vivono in hotel di lusso, i loro figli vanno in scuole private, frequentano circoli di alto livello quando sono arrivato in Turchia sono rimasto scioccato, li ho visti mangiare in ristoranti costosissimi e offrire cene agli amici spendendo 200 dollari a persona quando a Gaza le famiglie palestinesi si sfamano con 100 dollari al mese”.




CORRUZIONE, NEPOTISMO E DISCRIMINAZIONI ALL' UNRWA

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 78264821:0

Le Nazioni Unite stanno indagando per corruzione la massima dirigenza dell’Unrwa (l’agenzia Onu creata appositamente per i profughi palestinesi, a differenza di tutti gli atri profughi di cui si occupa l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati). Secondo un rapporto confidenziale interno delle Nazioni Unite lo stesso Commissario Generale Pierre Krahenbuhl e il suo più stretto entourage si sarebbero resi responsabili di “inappropriata condotta sessuale, nepotismo, ritorsioni, discriminazioni e altri abusi d’autorità per guadagno personale, per sopprimere il legittimo dissenso e per conseguire altri obiettivi personali”. Anche le difficoltà economiche dell’ente sarebbero state sfruttate come pretesto per centralizzare il potere nelle mani del Commissario Generale e della sua cerchia. Le difficoltà finanziare non hanno impedito a Krahenbuhl di compiere molti viaggi in prima classe accompagnato da Maria Mohammadi, una collega nominata nel 2015 a un ruolo di “consigliere senior” appena creato con un procedimento “estremamente rapido”. Tale posizione, afferma il rapporto, ha permesso a Mohammadi di accompagnare Krahenbuhl, a cui sarebbe legata da un rapporto non solo professionale, su voli in business class in tutto il mondo. (A libro-paga dell’Unrwa risultano circa 30.000 dipendenti, principalmente palestinesi.).

E chi sono i donatori dell'Unrwa? Voi!
Il principale donatore e' la UE.

La Svizzera ha fatto sapere ieri che ha sospeso il suo finanziamento a seguito dell'inchiesta.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » mar ott 22, 2019 5:24 am

L'austery colpisce l'Onu: stop party, ascensori e traduzioni
Francesco Curridori - Lun, 21/10/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lau ... l-tDvEffM0

L'Onu potrebbe non essere in grado di pagare gli stipendi di novembre ai propri dipendenti. Sette i Paesi insolventi: Brasile, Argentina, Messico, Iran, Israele e Venezuela e Stati Uniti. Trump: "Guterres faccia pagare tutti"

L'austerity colpisce persino l'Onu. Come ha rivelato il segretario generale António Guterres, le Nazioni Unite in una "grave crisi finanziaria" e, secondo la Cbs News e il New York Times, potrebbero non essere in grado di pagare gli stipendi di novembre ai propri dipendenti.

Il problema di insolvenza sarebbe stato generato dai ritardi nei versamenti delle singole quote di una decina di Nazioni. E, pertanto, dal 10 ottobre sono entrate in vigore alcune restrizioni tese a realizzare una serie di significativi risparmi. Il piano di austerity dell'Onu prevede: il blocco delle assunzioni, limiti per i viaggi ufficiali e l'eliminazione dei party serali. Ma non solo. L'uso degli ascensori e delle scale mobili è consentito solo in casi del tutto eccezionali e la fontana all'ingresso del Palazzo di Vetro è stata chiusa. Anche il riscaldamento è entrato nel mirino della spending review e il suo uso è permesso solo per dieci ore (dalle 8 alle 18), mentre le traduzioni sono state ridotte per favorire un ulteriore risparmio che arriverà anche grazie al rinvio di alcuni beni non necessari.

A settembre solo il 70% dei contributi (-8% rispetto allo scorso anno) è stato versato nelle casse dell'Onu. La colpa si questo deficit è attribuibile a: Brasile, Argentina, Messico, Iran, Israele e Venezuela e Stati Uniti. Donald Trump ha subito scritto un tweet rivolto a Guterres: "Quindi fai pagare tutti i Paesi membri, non solo gli Stati Uniti!". Il presidente Usa si è più volte lamentato dell'elevata cifra che il suo Paese versa alle Nazioni Unite, pari al 22% del budget ordinario e al 28% del bilancio per le operazioni di mantenimento della pace.
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Re: ONU - UNESCO e altri (no grasie!) - e Facebook ?

Messaggioda Berto » ven feb 28, 2020 8:20 pm

Hillel Neuer difende Israele e combatte l'antisemitismo all'Assemblea dell'Onu
Sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
27 febbraio 2020
http://www.informazionecorretta.com/vid ... 260220.mp4
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