Diritti umani dei nativi e degli indigeni europei

Diritti umani dei nativi e degli indigeni europei

Messaggioda Berto » lun apr 04, 2016 10:46 am

Sono senza lavoro: il tribunale dei minori porta via la loro bambina di tre mesi
Ieri alle 07:53

http://www.unionesarda.it/articolo/cron ... 84189.html

Sognavano una vita insieme con la loro bambina di neanche tre mesi. Lui, quartese di 36 anni, lei originaria di Marino, in provincia di Roma, 24 anni. Avant'ieri le assistenti sociali inviate dal Tribunale dei minori sono arrivate a Quartu e si sono portati via la loro piccolina. Lo hanno fatto con i dovuti modi, tanta delicatezza. Ma la sostanza non cambia: la piccola non è più con i suoi genitori (il giornale non pubblica i nomi a tutela della neonata). I due ragazzi non hanno dormito, ieri non hanno mangiato. Chiedevano solo di essere messi nelle condizioni di fare il babbo e la mamma. Nessuna critica nei confronti di chi ha preso quella decisione ma la grande speranza di poter riavere presto la figlioletta. Il padre ha una pensione di 286 euro al mese, è invalido per un problema di articolazione a una mano. «Sono anche cardiopatico - dice - ma sono incensurato. Mai avuto problemi con la giustizia. Sono io ora a chiedere giustizia. E un posto di lavoro. Sono pronto a tutto, anche a fare il guardiano notturno pur di riavere mia figlia».

La convivente, madre della piccola, come alcuni anni fa, dopo la nascita del primo figlio, ha sofferto di depressione. «Si è vero in passato ho sofferto di depressione ma ora mi sentivo benissimo». Povera ma felice accanto alla piccola che fra qualche giorno compirà tre mesi. «Eravamo una famiglia felice», racconta lui: «Mio babbo mi ha dato la casa Iacp dove vivere, ho la pensione di invalidità e alcuni amici che mi aiutano. Sono stato dipinto come un accattone: non è assolutamente vero. Lo ripeto: ricevevo aiuti da chi mi vuole bene. Ora mi viene negato il diritto di avere una famiglia, di essere un buon padre. È vero, sono povero, invalido. Ma sono incensurato e ho tanta voglia di fare».

https://www.facebook.com/francesco.campo.71?fref=nf
..mentre zingari e clandestini con minori spesso sfruttati sono considerati genitori modello...e i soldi degli italiani vanno alle nuove risorse boldriniane.


Strasburgo condanna l’Italia con una sentenza storica
novembre 2, 2015
Gian Piero Robbi

http://lastella.altervista.org/strasbur ... -dai-media

Può lo Stato italiano privare un bambino dell’affetto dei propri genitori solo perché ci siano delle difficoltà all’interno della famiglia? E, soprattutto, senza che nessuno si sia fatto avanti per dare un sostegno concreto?
La risposta è no e non proviene dal senso comune di umanità ma dalla Corte Europea per i Diritti dell’uomo che, con una sentenza emessa il 13 ottobre scorso, ha attestato la violazione da parte dello Stato italiano dell’articolo 8 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali, in materia di tutela della Vita Privata e Familiare.
L’articolo in questione, infatti, afferma che “ogni persona ha diritto al rispetto della vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza” e “non può esservi ingerenza di un’autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del Paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione di reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui”.
Ciò è avvenuto grazie al ricorso presentato e vinto dall’avvocato Francesco Morcavallo, ex Giudice Minorile, in merito alla decisione di rendere adottabili tre bambini tolti dalla madre per via di difficoltà familiari e per una fase di depressione personale, nonostante non sia mai avvenuto alcun effettivo maltrattamento.
La Corte, in pratica, ha affermato il principio che, prima di dichiarare adottabile un bambino, è necessario che siano effettuati tutti i tentativi per evitare il suo allontanamento dai genitori naturali.
L’Italia, pertanto, è stata sia condannata a una sanzione pecuniaria sia ad adeguarsi a quanto stabilito dalla Corte Europea (la sentenza, infatti, non annulla automaticamente gli effetti della decisione di adottabilità).
Si tratta, quindi, di una sentenza di portata storica con la speranza che finalmente, prima di allontanare un bambino dai propri genitori, chi di competenza utilizzi tutti gli strumenti necessari per evitarlo.



30mila minori nelle case famiglia: un business che si finge accoglienza
Bambini e ragazzi costano fino a 120 euro al giorno. Soldi pubblici, per un totale di quasi un miliardo di euro ogni anno
Mary Tagliazucchi - Dom, 13/09/2015
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 70225.html

In Italia c’è una parola che non passa mai di moda. Spreco. Nel nostro Paese si spreca su tutto: sanità, opere pubbliche, gestione finanziaria, costi della politica, pubblica amministrazione, spese per la difesa e quant’altro.

Non stupiamoci quindi se il nostro è anche il Paese delle “Case Famiglia”, dalle stime oltre 1800 strutture distribuite da Nord a Sud. Lazio, Emilia Romagna,Sicilia, Lombardia sono quelle che raggiungono numeri più consistenti tra le 250 e le 300.

Sono quasi 30mila i minori fuori dalle loro case d’origine. Tra cui 1626 sono bambini al di sotto dei sei anni.

I bambini e i ragazzi ospitati in queste comunità costano dai 70 ai 120 euro al giorno. Gli istituti laici o religiosi sono pagati dai Comuni, ovvero con soldi pubblici. L’erogazione di questa retta prosegue per tutta la permanenza del bambino. Un giro d’affari che si aggira intorno ad un miliardo di euro all’anno. Presenze invisibili i cui genitori diventano le istituzioni. Alcuni entrano in queste comunità da neonati e, non di rado ci restano fino alla maggiore età.

I servizi sociali, i tribunali e le sentenze (a volte date con troppa superficialità) sono il loro pane quotidiano.

Queste strutture di accoglienza ricevono chi è stato allontanato dai genitori naturali o non li ha proprio mai conosciuti. Su cinque minori solo uno di solito viene assegnato (dai tribunali), in adozione o affido alle famiglie che ne fanno richiesta. Al momento sono oltre 10.000 le coppie in perenne attesa di un figlio in adozione.

Ma si sa, un bambino assegnato ad una coppia è una retta in meno che entra nelle casse di queste comunità. Viene quindi da pensare che sia più comodo tenersi un minore il più a lungo possibile. Ovvio poi che a questo ci si aggiungono altri fattori come le consuete e tipicamente italiane, lungaggini burocratiche-giudiziarie. Un’altra nota dolente infatti sono i tribunali che non riescono a seguire tutte le pratiche. Solo a Milano, ogni anno si accumulano 6mila fascicoli relativi a famiglie disagiate con a carico un minore.

Tutto questo continua ad accadere nonostante le casse di molti Comuni siano vuote, mentre le case famiglia sono in continuo aumento. Il problema principale è l’assenza di un monitoraggio. Pochi sanno cosa succeda in queste strutture . Solo in rari casi e grazie alla sensibilità di qualche assistente sociale molte verità vengono portate alla luce. Purtroppo sembra esserci un’importante falla su chi e come vigila su questi istituti. Esistono molti enti e associazioni no profit, ma nessuno è in grado di fornire numeri precisi, esatti. Almeno al momento.

Altro dato importante e non trascurabile: la necessità di rendere pubbliche le modalità con cui vengono utilizzati i fondi. Fondi presi dai soldi pubblici, i nostri soldi. Per il cibo, il vestiario, gli psicologi e altre attività annesse.

In molti per essere più competitivi abbassano la rata giornaliera (a 30/40 euro) per far confluire nella propria struttura più minori. Così facendo si perde completamente il motivo per cui i ragazzi sono li. La loro permanenza infatti va gestita con cura e con un unico obiettivo: trovagli una nuova collocazione familiare. Non tenerlo per anni, lì.

E purtroppo come molte volte le cronache hanno riportato, prima di lasciare queste strutture, molti bambini ormai adolescenti sono usciti da queste strutture con delle storie che non hanno niente a che fare con l’accoglienza. Tutt’altro.

Ma non vogliamo certo generalizzare. Come dicono alcuni esperti ci sono anche strutture che funzionano ed operatori sociali eccellenti. Nonostante questo e visto che le cause maggiori di allontanamento a volte sono soprattutto le difficoltà economiche delle famiglie d’origine.

Non sarebbe meglio lasciare questi minori con i propri genitori? Il contributo dato alle comunità per ogni bambino di 79 euro (calcolando per ogni mese e ciascun minore) lo Stato paga dai 2.130 ai 2.970 euro. Una somma questa che potrebbe sostenere i nuclei familiari in difficoltà con il vantaggio di non avere spese aggiuntive. Ma fino ad oggi come ci è sembrato di capire si sceglie la via più drastica, portare via i bambini.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » ven apr 15, 2016 9:44 am

Enportar, rancurar clandestini e migranti lè on cremene contro łe xenti e łi çitadini ouropei, speçalmente endoe ca no ghè laoro e resorse e coando ke i clandestini e i migranti łi xe criminałi, sensa creansa e on pericoło.


Povertà: Eurostat, l'Italia è il Paese Ue con più poveri
Quasi 7 milioni, il doppio della Germania e tre volte la Francia
15 aprile 2016

http://www.ansa.it/sito/notizie/economi ... 8e6c6.html

L'Italia è il Paese europeo con il numero più elevato di persone che vivono in "gravi privazioni materiali", ovvero la definizione istituzionale di 'poveri'. E' quanto emerge dai dati Eurostat relativi al 2015, che segnalano una discesa sensibile del numero di poveri in Europa, ma solo marginale in Italia. Nel 2015 in Europa il tasso di povertà è sceso a 8,2% sul totale dei cittadini europei, dal 9% del 2014.

In totale, sono 41,092 milioni i poveri in Europa. L'Italia, invece, è passata dall'11,6% all'11,5%, ovvero un totale di 6,982 milioni di persone che vivono in conclamate condizioni di povertà. Per Eurostat, si tratta di persone che non possono affrontare una spesa inaspettata, permettersi un pasto a base di carne ogni due giorni, mantenere una casa. Il numero è molto più basso in Germania (3,974 milioni), dove il tasso è appena del 5%, e anche in Francia (2,824 milioni), con un tasso del 4,5%, entrambi Paesi più popolosi dell'Italia. In generale sono poveri soprattutto i genitori 'single' (17,3% del totale Ue) e gli adulti senza compagno (11%).


Gli notificano lo sfratto, si impicca
Massafra (Taranto), decisione estrema di un disoccupato 47enne
15 aprile 2016

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... 1d992.html

(ANSA) - MASSAFRA (TARANTO), 15 APR - Un uomo di 47 anni, disoccupato, ieri si è ucciso impiccandosi nella sua abitazione di Massafra (presa in fitto) dopo aver ricevuto la telefonata dell'ufficiale giudiziario che gli annunciava la notifica dello sfratto per morosità. L'inquilino ha lasciato le chiavi dietro la porta per consentire a chiunque di aprire, poi è andato nella stanza da letto e si è impiccato. Sono stati proprio l'ufficiale giudiziario e l'avvocato del proprietario dell'immobile a scoprire il cadavere. La notizia del suicidio e delle sue motivazioni è stata diffusa dal capogruppo Pd al locale consiglio comunale, Vito Miccolis, secondo il quale vicende "così dolorose ci spingono ancora di più ad avere maggiore attenzione verso le persone in difficoltà come coloro che perdono la casa. La politica tutta deve riflettere".
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » dom apr 17, 2016 12:26 pm

Oltre che dei migranti il Papa si ricordi dei cristiani perseguitati
Da un Papa ci attenderemmo che elevasse la propria voce a difesa dei cristiani perseguitati, non dei clandestini
Magdi Cristiano Allam - Dom, 17/04/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 47781.html

Ci vuole tanto, ma proprio tanto coraggio, per chiedere a 11 milioni di greci, che soltanto dal 2015 hanno accolto un milione di clandestini, di accoglierne ancora di più.

Sarebbe come se in Italia in un solo anno sbarcassero 5 o 6 milioni di clandestini e si esortassero gli italiani a essere ancora più accoglienti. Così come ci vuole tanto, ma proprio tanto coraggio, a pretendere che proprio il popolo più stremato dall'Eurocrazia, condannato più degli altri alla miseria per ottemperare ai folli parametri di un'austerità suicida, si mostri ancora più generoso nei confronti degli stranieri quando mancano le risorse per soddisfare le necessità degli autoctoni.
Ma soprattutto ci vuole tanto, ma proprio tanto, coraggio per un Papa a essere a tal punto ossessionato dalla condizione dei clandestini da definirla «la catastrofe umanitaria più grande dopo la seconda guerra mondiale», da mettere in secondo piano il genocidio dei cristiani perpetrato dagli islamici che sta culminando nella loro scomparsa proprio nelle terre dove nacque Gesù, arrivando a privilegiare dodici clandestini musulmani che si è portato con sé al rientro da Lesbo a Roma.
Possibile che a Papa Francesco non sorga neppure il dubbio che stia benedicendo l'eutanasia dei greci promuovendo un'autoinvasione di clandestini e imponendo l'insana logica secondo cui si dovrebbe concedere ai clandestini ciò che non è nella disponibilità dei cittadini, così come sta impartendo il colpo di grazia ai cristiani d'Oriente che giustamente si sentono abbandonati e traditi?
Possibile che Papa Francesco non sia al corrente che la gestione dei clandestini è diventata un giro d'affari esorbitante, che oltre alle associazioni della Chiesa e alle cooperative prevalentemente catto-comuniste, coinvolge il terrorismo islamico che controlla le coste libiche, gli scafisti che - così com'è stato confermato dagli arresti operati dalla Procura di Palermo due giorni fa - incassano tra i 1.200 e i 3.500 euro da ciascun clandestino in partenza dalle coste libiche, una taglia che oscilla tra i 5.000 e 8.000 euro a clandestino in partenza dalla Turchia, ovviamente con la complicità del regime di Erdogan che è ben felice di promuovere l'islamizzazione demografica dell'Europa?
Possibile che il Papa sia d'accordo con la strategia dei poteri forti, a cominciare dalla grande finanza speculativa globalizzata, del Fondo monetario internazionale, dell'Eurocrazia, dei Fratelli musulmani, di governi nazionali asserviti a questi poteri tra cui quello greco di Tsipras e quello italiano di Renzi, che mirano attraverso l'autoinvasione dei clandestini a sostituire le nostre società con un'umanità omogeneizzata all'insegna del meticciato antropologico, così come perseguono l'obiettivo di abbattere le frontiere e le identità nazionali per sottomettere il mondo alla dittatura finanziaria, relativista e informatica?
Da un Papa ci attenderemmo che elevasse la propria voce a difesa dei cristiani perseguitati, non dei clandestini che sono quasi tutti musulmani, che difenda gli stati nazionali che in Europa incarnano l'unica civiltà che esalta la vita, la dignità e la libertà, che promuova una strategia basata sull'aiuto dei bisognosi nei loro paesi in modo che ciascuno possa vivere dignitosamente a casa propria.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » mar apr 19, 2016 4:47 pm

Niente stretta di mano? Niente passaporto svizzero
Tvsvizzera.it
martedì 19 aprile 2016

http://www.tvsvizzera.it/qui-svizzera/N ... 19343.html

Sospesa la procedura di naturalizzazione alla famiglia dei due giovani musulmani che si erano rifiutati di salutare un'insegnante
Rifiutarsi di stringere la mano alla docente potrebbe costar caro (©Ti-Press)

Le autorità di Basilea Campagna hanno sospeso la domanda di naturalizzazione della famiglia dei due fratelli di 14 e 16 anni che si erano rifiutati, per motivi religiosi, di stringere la mano a una loro maestra. I membri del nucleo, che risiede a Ettingen, verranno ora convocati dall'Ufficio della migrazione e verranno interrogati singolarmente.

La vicenda era emersa a inizio aprile dopo che la direzione della scuola secondaria di Therwil aveva raggiunto un accordo con tutti gli allievi di credo islamico. Visto che, secondo un'interpretazione degli insegnamenti coranici, un uomo può toccare soltanto la moglie, non sarebbero più stati tenuti a stringere la mano alle docenti nelle occasioni - frequenti in questa scuola - in cui si usa farlo.

Una settimana più tardi i due adolescenti, siriani ma cresciuti in Svizzera, avevano affermato d'essere stati condizionati da un video di proselitismo. Il padre, da anni imam in una moschea di Basilea che, secondo quanto riportato dalla stampa, è nota per le sue posizioni radicali, avrebbe poi confermato l'esistenza del precetto.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » dom apr 24, 2016 1:26 pm

La lezione laica della Svizzera all’islam
di Laura Zambelli Del Rocino
Domenica, 24 Aprile, 2016

http://www.lintraprendente.it/2016/04/l ... s.facebook

«La nostra patria è l’Uomo, la fedeltà a lui prima di tutto», dai Diari di Max Frisch.
Risulta difficile comprendere la Svizzera per noi italiani, così vicini e così lontani. Ora che anche il Corriere della Sera ha ripreso un fatto accaduto giorni fa in un paese di Basilea Campagna, è l’occasione per analizzare l’approccio elvetico alle questioni di immigrazione, cui potremmo ispirarci e ricavarne spunti costruttivi. Accade che due fratelli musulmani si rifiutano di stringere la mano alla maestra a fine lezione, consuetudine di simbolico ringraziamento e genuina tradizione locale. La motivazione addotta è che il Corano vieta ogni contatto fisico tra un uomo e una donna che non sia la moglie. Colti alla sprovvista, gli educati docenti inizialmente abbozzano, ma la questione viene approfondita presso i vertici cantonali. La conseguenza è la sospensione della domanda di naturalizzazione dei ragazzi e della loro famiglia, cui seguono accertamenti prima di procedere a una decisione definitiva. I media svizzeri informano che il padre era fuggito dalla Siria in Libano, poi a Dubai e infine in Arabia Saudita, dove ne era uscito da imam prima di stabilirsi in Svizzera nel 2001. Il processo di integrazione sembrava filare liscio, buoni i rapporti con la popolazione locale e addirittura l’hobby dello sci, più integrato di così. Fino al giorno del fatidico diniego a stringere una mano femminile, che sembrerebbe una ragazzata dei figli se il gesto non fosse frutto dei precetti del Corano, faccenda che fa mal sperare in future questioni di convivenza ben più fondamentali, ancorché non fondamentaliste, di un semplice contatto fisico tra maestra e alunno.
Lasciamo da parte le banalità legate alla par condicio dell’ospitalità, in Siria pochi ambirebbero a trasferirsi e se è vero che siamo culturalmente superiori, la riflessione sarà posta in altri termini: in che modo dimostriamo di essere superiori e di difendere le nostre radici?

Max Frisch pone l’accento sulla centralità dell’individuo a scapito del valore demagogico della patria, concetto tramutato in pratica storicamente da sempre, basti pensare all’ospitalità che la Svizzera ha concesso ai dissidenti di qualsiasi nazionalità prima, durante e dopo le ultime guerre, alle avanguardie intellettuali sviluppatesi a Zurigo (una piccola città culla del dadaismo) e in particolare nei cantoni a tradizione non cattolica, più aperti alle innovazioni di ogni genere nonostante le popolazioni fortemente radicate e autoctone. La bandiera rossocrociata è simbolo di libertà di espressione, di culto e di scambio, e la Svizzera riesce a conciliare le tradizioni con la libertà individuale, con 4 lingue nazionali e con 26 cantoni autonomi.

Veniamo al punto. Con il 25% di residenti stranieri (un quarto della popolazione!), è il primo Paese europeo come numero di immigrati. Ed è vero che africani e nordafricani sono una percentuale insignificante, in maggioranza arrivano dagli altri Paesi europei, dai Balcani e dall’Europa dell’est, ma non è un caso né una fortuna, è semplicemente il frutto di una selezione dei richiedenti il domicilio attuata da sempre. Ai contingenti è avvezza anche la Spagna, che apre e chiude le frontiere come un rubinetto all’occorrenza, per citare un esempio più latino e cattolico. Detto questo si dirà che in tempi di emergenza non è un sistema equo, del resto anche la Germania ha scelto di dare la precedenza ai siriani a scapito di altre etnie (per poi invertire la rotta visti i problemi incontrati). E l’Italia che fa? Accoglie tutti indiscriminatamente spinta dalla correttezza buonista, da un Papa assetato di consensi, dal business legato alla migrazione e magari dalla pietas cattolica generalizzata (anche se non conosco nessuno che abbia un amico dell’amico che ospita mezzo migrante in casa). Poi però si scaglia contro i Paesi che certi problemi non hanno, e invece di copiare un sistema che funziona un po’ meglio, si adagia sui piagnistei vittimistici di ordinanza.

Nonostante l’irrisoria presenza di islamici, la Svizzera ha messo ai voti l’edificazione dei minareti, bocciati perché deturpano il paesaggio essendo più alti dei pini; il Canton Ticino ha approvato il divieto del velo che copre il viso, e altri cantoni si stanno allineando; a chi non si integra viene revocato il permesso di domicilio, per non parlare del processo di naturalizzazione che prevede la conoscenza di storia, ordinamento giuridico e geografia con ruscelli, valli e mazzi vari.
A queste condizioni un Paese risulta inappetibile a prescindere, almeno per chi vorrebbe importare usi e costumi in contrasto non solo con le leggi locali, ma addirittura col paesaggio. Per contro, chi ha il fegato di stringere la mano alla maestra e di mostrare il viso per strada gode di tutta l’assistenza del welfare, con una socialità che da noi se la sognano persino i cittadini italiani, il tutto con una pressione fiscale ridotta a fronte di servizi efficienti. La superiorità non consiste nell’accoglimento illimitato o nell’esaltazione per le migliaia di profughi raccolti in mare da sciorinare in sede europea per raccogliere consensi morali e fondi da impiegare in modo nebuloso, ma nella regolamentazione di un contingente accettabile cui offrire assistenza adeguata e reali possibilità di inserimento. “Integrazione” è un concetto sopravvalutato e inattuabile, sarebbe già un successo la convivenza pacifica, la tutela della dignità dell’immigrato e la salvaguardia dei nostri valori con cui non è moralmente accettabile scendere a compromessi. Tutto il resto è profonda noia da retorica mirata all’accattonaggio di consensi nell’immediato a scapito di una politica lungimirante, costruttiva e onesta. Ma per questo ci vorrebbe un vero statista, noi abbiamo solo il politico di turno.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » ven apr 29, 2016 1:06 pm

L'arcivescovo di Ferrara: "Basta! Pensate solo agli immigrati, gli italiani sono abbandonati
Giuseppe De Lorenzo - Ven, 29/04/2016

http://www.ilgiornale.it/news/basta-non ... 52468.html

Monsignor Luigi Negri, Vescovo di Ferrara, si scaglia contro le politiche di immigrazione che dimenticano gli italiani.

“Abbiamo la responsabilità di un popolo di cui non fanno parte solo gli stranieri, ma anche gliitaliani.

E tra i nostri connazionali i poveri stanno aumentando sempre di più”. L’arcivescovo di Ferrara Luigi Negri, non usa mezzi termini. E riporta l’attenzione verso gli ultimi, italiani, dimenticati tra gli ultimi. Sorpassati da storie certo difficili (ma non sempre) ma che li hanno messi in un angolo. Pensionati che non arrivano a fine mese, bambini in difficoltà. Povertà. Ecco. Povertà italiana. Sarà razzista pure il vescovo? Oppure solo realista?

“Gli italiani che vivono in condizioni di povertà sono tantissimi – dice Negri al Resto del Carlino – Mi basta pensare alla mia diocesi. Abbiamo diverse mense e sono andato a visitarle in più occasioni. In certi casi ho visto arrivare insospettabili italiani, in giacca e valigetta 24 ore. Persone della media o alta borghesia ferrarese”. Il problema colpisce tutti. La crisi ha rotto un argine che tempo fa pensavamo solidissimo, quello delle certezze economiche. “Spesso si tratta di mariti divorziati che, dovendo mantenere moglie e figli, non arrivano più a fine mese. Mangiano rapidamente e vanno via. Questo deve farci riflettere”, aggiunge il Vescovo. Eppure nessuno ne parla, si pensa ai migranti. Alla loro ospitalità. Ai loro wi-fi. Alle loro schede telefoniche. Ai loro corsi di lingua. Ai loro pasti che non piacciono. “Noi vescovi abbiamo la responsabilità di un popolo nel quale non ci sono solo stranieri, ma anche tanti italiani – aggiunge Negri – Guai a intervenire su un solo fronte. Fare preferenze sarebbe un errore clamoroso. Creerebbe soltanto una situazione di esclusività che a ben pensare sarebbe dannosa per tutti”.

“Pensare che basti invocare una ‘leva di massa’ per l’accoglienza dei profughi copre solo un aspetto di un problema ben più vasto – aggiunge – Ripeto, se si assumono atteggiamenti esclusivisti non si svolge correttamente il proprio compito di pastori. Dobbiamo accudire il nostro gregge nella sua integrità”. E le prime pecore di quel gregge sono gli italiani. Perché vengono dimenticati? “Una lotta tra poveri è la cosa peggiore che ci possa succedere”, dice Negri. Ma è quello che si sta verificando.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » lun mag 02, 2016 6:18 am

Sull’immigrazione Collier pone quesiti irriverenti a Merkel e Francesco
Il saggio del prof. di Oxford sul Catholic Herald
di Maria Antonietta Calabrò | 30 Aprile 2016

http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/04/3 ... e_c697.htm

Paul Collier, professore di Economia e Politiche pubbliche alla Blavatnik School of Government dell’Università di Oxford

I nostri cuori ci stanno portando fuori strada sulla crisi dei rifugiati”. “Non indurre in tentazione: i leader politici e religiosi dell’Europa devono ricordare questo principio morale fondamentale”. Un approccio totalmente controcorrente rispetto alla melassa retorica che a ben guardare, secondo Paul Collier, è anche il modo più miope ed egoista per gestire il problema dell’immigrazione senza risolverlo, anzi aggravandolo, seppure mettendosi la coscienza a posto con qualche gesto di bontà.

“Le lacrime non bastano”, ha titolato in copertina a tutta pagina il magazine cattolico inglese Catholic Herald, proponendo una lunga e articolata analisi di Collier, professore di Economia e Politiche pubbliche alla Blavatnik School of Government dell’Università di Oxford, uno dei massimi esperti mondiali sul problema delle migrazioni e autore dello studio “Exodus”, ritenuto da Robert D. Putnam “una lettura imprescindibile per chiunque voglia approfondire il tema”. L’articolo di Collier sul Catholic Herald critica ad alzo zero le politiche della cancelliera tedesca Angela Merkel e l’impostazione compassionevole dei leader religiosi europei (con tanto di foto dell’incontro di Lesbo tra papa Francesco, il patriarca Bartolomeo e il primate greco Hieronymus). Collier dimostra infatti l’effetto paradossale delle politiche e degli atteggiamenti delle “porte aperte, che hanno spinto (indotto in tentazione) in Europa i più giovani, acculturati e ricchi siriani, lasciando il loro paese privo delle risorse umane necessarie per farlo ripartire non appena la guerra finirà”.

“La visita del Papa è stata un’affermazione eloquente della dignità dello spirito umano e della durata universale della coscienza cristiana”, scrive Collier .“La situazione dei milioni di siriani sfollati a causa dei conflitti richiede infatti la nostra generosità di spirito. Ma la generosità non basta: le nostre risposte devono essere fondate sulla ragionevolezza. Il cuore senza testa può portare a risultati poco migliori rispetto alla testa senza cuore. Credo che l’ondata di cuore abbia momentaneamente travolto il lento sforzo della testa: le reazioni cristiane al cospetto dei rifugiati e delle migrazioni sono caratterizzate da una certa confusione morale, e tutto ciò mentre non riescono ad affrontare le necessità reali”. Quali? Innanzitutto quello di garantire sostegno ai paesi vicini che forniscono rifugi sicuri, agli sfollati. “Questo è davvero un requisito fondamentale del diritto internazionale”. Il modello da seguire per Collier è quello della Conferenza di Londra nel mese di febbraio 2016, che il premier Cameron ha ospitato e che ha trovato i miliardi necessari per compensare i governi dei vicini della Siria per la fornitura di rifugio sicuro ai siriani in fuga e un “ministro inglese, e non tedesco, si è recato nei paesi confinanti con i dirigenti d’azienda per vedere cosa è possibile fare per creare posti di lavoro in loco, a cominciare dalla Giordania”.

Per Collier inoltre ci sono tre potenti argomenti etici a sostegno delle restrizioni in materia di immigrazione. Il primo è la preoccupazione per gli interessi dei poveri dell’Europa. Gli europei con redditi superiori alla media non hanno – secondo Collier – il diritto morale di sacrificare l’interesse dei loro concittadini più poveri. Inoltre essi non dovrebbero respingere le preoccupazioni dei poveri come semplici sintomi di razzismo. In secondo luogo, il diritto di emigrare da un paese non implica di per sé il diritto di immigrare in qualsiasi altro paese di scelta. Terzo: gli stati nazionali con le loro frontiere “non sono abomini morali, né dinosauri del bigottismo. La probabile alternativa a un sentimento simpatetico per milioni di concittadini non è un sentimento di simpatia per miliardi di essere umani, ma una ritirata nell’individualismo, nell’egoismo e nell’alienazione”. Resta aperta dunque, per Collier, la domanda: “A quale modello allora deve guardare la Chiesa?”. A quello della Merkel o a quello di Cameron? E già chiederselo, sul Catholic Herald, non è poca cosa.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » ven mag 06, 2016 6:24 am

Gli svedesi hanno tutto il diritto di opporsi all'invasione della loro terra e di cacciare chi non è gradito o che crea loro problemi come i parassiti dall'Africa e gli Islamici con il loro nazismo politico religioso che è molto peggio del nazionalismo svedese. Questa è una donna che non ha rispetto per gli altri, per i nativi svedesi che sono i padroni della loro terra; questa donna andrebbe cacciata come sgradita e pericolosa. che torni da dove è venuta. Il nazismo comunista è stato peggio del nazismo tedesco ed è molto peggio dei legittimi nazionalismi che in quanto nazionalismi non sono di per sè umanamente riprovevoli, anzi sono molto umani e universali.

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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » ven mag 06, 2016 6:54 am

Austria, Strache: "Vogliamo un Tirolo di nuovo unito. Renzi e Merkel sono scafisti di Stato"
Intervista esclusiva al leader del partito della destra, favorito al ballottaggio delle presidenziali. "La Turchia non è Europa, bloccheremo il suo ingresso nell'Ue"
dalla nostra inviata TONIA MASTROBUONI
05 maggio 2016

http://www.repubblica.it/esteri/2016/05 ... -139108622

VIENNA - Heinz-Christian Strache è da dieci anni l'uomo forte della destra austriaca. Delfino, poi rivale, infine erede di Joerg Haider, guida la FPÖ con campagne elettorali aggressive contro i profughi, "l'eurocrazia" e l'Islam. A giudicare dal boom alle comunali di Vienna dello scorso ottobre e dal risultato ben oltre le attese incassato già al primo turno delle presidenziali, quella dei Freiheitlichen sembra un'ascesa irresistibile. Il suo candidato alla Hofburg, Norbert Hofer, potrebbe diventare il prossimo presidente della Repubblica, tra meno di tre settimane. E in quest'intervista esclusiva, registrata nel suo ufficio accanto a Parlamento, Strache spiega cosa intende il suo candidato, quando promette che estenderà al massimo i poteri che la Costituzione assegna al ruolo del presidente. Anzitutto, bloccherà l'ingresso della Turchia nell'Ue. Inoltre, il capo della destra austriaca minaccia anche di riaprire una vecchia, dolorosa ferita con l'Italia. Quella del Tirolo.

Strache, come si spiega il risultato oltre le attese del primo turno delle presidenziali?
"Nei sondaggi siamo al 35% già da mesi. Ma ha ragione: quello del primo turno è stato un risultato straordinario, storico. Siamo alla svolta, a una nuova era politica. Questo sistema incrostato, dominato da due partiti (popolari e socialdemocratici, ndr ) è finito. Molto lo dobbiamo alla straordinaria personalità del nostro candidato, Norbert Hofer. Che ha già chiarito che interpreterà il suo ruolo in modo estensivo, per trasformare l'Austria in una democrazia diretta, governata anche attraverso i referendum, come in Svizzera. Non vogliamo più trattative segrete sul Ttip e altri dossier. Il popolo deve avere l'ultima parola".

E su cosa chiederete un referendum?
"Vogliamo fare in modo che bastino 100mila firme per indire un referendum. Hofer sarà il protettore degli interessi del popolo austriaco. La Turchia, per esempio, non è Europa. Né geograficamente, né culturalmente, né storicamente. Non può essere che politici europei prendano decisioni sopra le teste dei cittadini, che ci portino verso un'Unione Euro-asiatica. Hofer, da presidente, non sottoscriverà mai una cosa del genere. Insisterà su un referendum, altrimenti non firmerà l'ingresso della Turchia nell'Ue. E dai sondaggi sappiamo che l'85% degli austriaci sono contrari".

Chiederete anche un referendum sul Ttip?
"Certo. E sull'abolizione dei contanti".

Però i numeri dell'accordo Ue-Turchia sembrano dare ragione a chi dice che, almeno su quella tratta, i flussi stanno calando.
"La mafia albanese si sta già organizzando per deviare i flussi verso l'Italia. Ecco perché bisogna rafforzare Frontex".

Le frontiere dell'Italia e della Grecia sono il mare. Giusto abbandonarle al loro destino, come fate voi austriaci?
"No, bisogna aiutare questi Paesi a difendere le frontiere esterne dell'Ue. Ma la volontà dell'Ue non c'è. I greci spendono cifre esorbitanti per le armi, perché non per i confini? Milioni di persone aspettano in Africa di arrivare in Europa, se si mandassero indietro sarebbe un deterrente per chi vuole partire. Perché non si fa?".

Significherebbe violare qualsiasi trattato internazionale a protezione dei profughi. E intanto l'Austria, in violazione di regole comuni europee, vorrebbe chiudere il Brennero.
"È una soluzione di emergenza. Se non si proteggono adeguatamente i confini esterni, se in Italia continuate a far passare i migranti come se foste scafisti di Stato, non va bene. L'Austria si deve proteggere. Del resto, Matteo Renzi non fa che invitarli qui, no? Come Angela Merkel. E noi ci dobbiamo proteggere".

Forse Merkel e Renzi stanno lavorando a soluzioni europee, per le quali ci vuole tempo. Di recente, lei ha sostenuto che la Fpö è "il nuovo centro". Com'è conciliabile con frasi come "l'Islam non è l'Austria" o con questi toni duri sulla migrazione? "Centro" non vuol dire moderazione?
"No, vuol dire rappresentare gli interessi della maggioranza dei cittadini. Che vuole tutt'altro rispetto a questo social-romanticismo della "politica del benvenuto". Sui profughi ci hanno raccontato la favola che arrivavano chimici e fisici e poi non lo erano fatto, molti erano analfabeti. E ci sono terroristi che si mescolano tra loro, come dimostrano gli attentati in Europa".

Veramente i terroristi che hanno colpito in Europa sono cresciuti qui.
"Ecco, poi c'è il problema dell'integrazione. È chiaro che oltre una certa soglia, lo dicono molti studi, crolla la volontà di integrazione. L'Islam, poi, non è solo politica, è un sistema sociale, di diritto, inderogabile. Inconciliabile, con noi. Noi ci battiamo contro l'islamizzazione dell'Europa".

Di recente lei ha sostenuto che al Sud Tirolo dovrebbe essere lasciata la possibilità di ridiventare austriaco. È uno scherzo?
"Assolutamente no, io voglio rimarginare la ferita attuale, concedere al Tirolo la possibilità di tornare unito".

E come? Annettendolo all'Austria?
"No, dando la possibilità al Sud Tirolo di autodeterminarsi. Perché non può decidere se far parte dell'Italia o dell'Austria?".
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » sab mag 07, 2016 4:33 am

On poro Papa dei diriti dexmentego dei doveri!

Papa: «Sogno un nuovo umanesimo europeo». Francesco riceve in Vaticano il Premio Carlo Magno
Carlo Marroni
2016-05-06

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ADIy0zB

Europa senza muri, come patria dei diritti, che riscopre i grandi ideali che l'hanno generata.
Papa Francesco nella grande sala Regia del Palazzo Apostolico in Vaticano riceve il prestigioso internazionale Premio Carlo Magno – il massimo riconoscimento europeo - e pronuncia un discorso destinato a rimanere tra i capisaldi del pontificato, un vero “manifesto” per l'Europa pronunciato di fronte ai massivi livelli politici ed economici dell'Unione, da Angela Merkel ad re di Spagna Felipe, da Matteo Renzi a Jean Claude Junker, da Martin Schultz a Mario Draghi.
«Sogno un'Europa giovane – dice Bergoglio - capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita.
Sogno un'Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo.

Sogno un'Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto» dice il papa nella parte finale del lungo discorso.
«Sogno un'Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l'essere umano. Sogno un'Europa dove i giovani respirano l'aria pulita dell'onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile. Sogno un'Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull'aumento dei beni. Sogno un'Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un'Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia».

Poi il Papa ricorda il suo intervento al Parlamento di Strasburgo nel 2014, quando parlò di una «Europa nonna. Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale di un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice.
Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?».

Bergoglio poi cita un premio Nobel, lo scrittore ebreo Elie Wiesel, sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, che diceva che oggi è capitale realizzare una trasfusione di memoria. È necessario «fare memoria», prendere un po' di distanza dal presente per ascoltare la voce dei nostri antenati. La memoria non solo ci permetterà di non commettere gli stessi errori del passato, ma ci darà accesso a quelle acquisizioni che hanno aiutato i nostri popoli ad attraversare positivamente gli incroci storici che andavano incontrando. La trasfusione della memoria ci libera da quella tendenza attuale spesso più attraente di fabbricare in fretta sulle sabbie mobili dei risultati immediati che potrebbero produrre «una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana». Ricorda le parole di Robert Schuman, che disse: «L'Europa non si farà in un colpo solo, né attraverso una costruzione d'insieme; essa si farà attraverso realizzazioni concrete, creanti anzitutto una solidarietà di fatto».

Proprio ora, in questo nostro mondo dilaniato e ferito, per il Papa «occorre ritornare a quella solidarietà di fatto, alla stessa generosità concreta che seguì il secondo conflitto mondiale, perché – proseguiva Schuman – la pace mondiale non potrà essere salvaguardata senza sforzi creatori che siano all'altezza dei pericoli che la minacciano». I progetti dei Padri fondatori, «araldi della pace e profeti dell'avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri.
Sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate» dice Papa Francesco. Come affermava Alcide De Gasperi, «tutti egualmente animati dalla preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra Patria Europa», ricominciare, senza paura un «lavoro costruttivo che esige tutti i nostri sforzi di paziente e lunga cooperazione».

Insomma, per il Papa questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di «aggiornare» l'idea di Europa.
«Un'Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare. Siamo invitati a promuovere un'integrazione che trova nella solidarietà il modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire la storia.
Una solidarietà che non può mai essere confusa con l'elemosina, ma come generazione di opportunità perché tutti gli abitanti delle nostre città – e di tante altre città – possano sviluppare la loro vita con dignità. Il tempo ci sta insegnando che non basta il solo inserimento geografico delle persone, ma la sfida è una forte integrazione culturale. In questo modo la comunità dei popoli europei potrà vincere la tentazione di ripiegarsi su paradigmi unilaterali e di avventurarsi in «colonizzazioni ideologiche»; riscoprirà piuttosto l'ampiezza dell'anima europea, nata dall'incontro di civiltà e popoli, più vasta degli attuali confini dell'Unione e chiamata a diventare modello di nuove sintesi e di dialogo».

Coante ciacołe par gnente kel fa sto Papa, venditor de fumere e co poca creansa par i Diriti Omàni dei Nativi e de łi endexeni ouropei.

Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei
viewtopic.php?f=25&t=2186



Premio Carlo Magno 2016. Discorso pronunciato dal presidente della Commissione europea, Jean- Claude Juncker
6 maggio 2016

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ADlc9EC

Santo Padre,

accogliendo dodici rifugiati – ossia, in proporzione alla popolazione vaticana, più di qualsiasi Stato dell'Unione europea – Lei ci anima di nuovo coraggio. Perché ci dimostra concretamente che la solidarietà e l'amore per il prossimo non sono solo belle parole, ma valori che rinnovano continuamente un dovere di comportamento e d'azione.

Per questo Lei ripone in noi, negli eredi dell'Illuminismo, aspettative molto più grandi: giustamente. Perché l'Europa è più di un'articolazione di istituzioni, indicatori e processi, più di una comunità a finalità economica. L'Europa è, ai miei occhi, l'unione delle forze: per l'umanità, per una pace che comincia nel quotidiano.
L'Europa è il giovane che studia in un altro paese grazie a Erasmus; è la ricercatrice che lavora in una rete europea della scienza; è l'imprenditore che fa affari in tutta l'Unione europea. Questa collaborazione tra le persone che supera le frontiere ci unisce gli uni agli altri in una trama sempre più fitta, foriera di una pace che va ben oltre qualsiasi trattato.

Proprio in questa nostra capacità di collaborare superando le divisioni Lei ravvisa, Santo Padre, la particolare forza dell'Europa. E noi facciamo tesoro delle Sue parole: questa forza, possiamo metterla a frutto ancor meglio di quanto abbiamo fatto finora.
Ho imparato fin da piccolo che questa è una pace costosa, perché tutt'altro che scontata. Mio padre divenne un europeo convinto perché, dopo averla subita in prima persona, di guerra non voleva più saperne, mai più. Eppure l'integrazione europea va oltre il superamento del passato e oltre il vicinato pacifico, per quanto importanti siano e per quanto noi ci adoperiamo per affermarli nel mondo.

L'Europa è la scelta consapevole dell'esperienza opposta a quella subita dalla generazione di mio padre. L'Europa è la professione vivente della dignità umana, della convivenza tra gli uomini e della pace sociale. Nella vita di tutti i giorni rischiamo talvolta di dimenticare il valore di questa conquista; per questo apprezzo molto, Santo Padre, che Lei si appelli alla nostra coscienza rammentandoci che possiamo, e dobbiamo, dimostrarci all'altezza delle nostre responsabilità e sfruttare meglio le nostre enormi potenzialità:
per i rifugiati, per la giustizia sociale, per l'armonia tra gli uomini e tra i popoli. Soprattutto in un'epoca che ci vede confrontati a così tante prove sia all'esterno sia all'interno, la forza che noi europei traiamo dallo stare insieme è più importante che mai.

Santo Padre, a Sarajevo Lei esorta i giovani a non “chiudere gli occhi alla difficoltà”; nell'enciclica Laudato Si' scrive che non si può pretendere di “costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi”; agli attentati terroristici di Bruxelles contrappone un “gesto di fratellanza” lavando i piedi a migranti di confessioni diverse. Ci rammenta ogni volta che la costruzione europea mantiene intatta la sua vocazione: essere un'opera di pacificazione per l'Europa stessa e oltre i suoi confini. Perché le sventure del mondo riguardano anche noi. Perché un mondo più stabile significa un'Europa più forte.

Il compito non fu mai facile né lo sarà mai. Ma la soluzione non è rinchiudersi nel proprio piccolo bozzolo. Il progetto europeo non conosce obsolescenza programmata. Ritroviamo quindi il coraggio dei nostri predecessori, il coraggio di affrontare le difficoltà per superarle, di non subire la Storia ma di esserne gli artefici. Audaces fortuna juvat. Lo dobbiamo ai giovani europei.

Di loro conosco la generosità e la forza di volontà. Sento la voce di tutti questi giovani che non hanno conosciuto la guerra ma sono testimoni, e vittime, dell'odio che spinge a distruggere l'altro. Scelgono di dire “no” all'intolleranza e “sì” alla difesa del nostro modo di vivere assieme, in un variopinto mosaico, in società democratiche e aperte, forti della libertà di pensiero e di movimento, uniti nella nostra diversità. L'Europa li fa ancora sognare. Ascoltiamo allora l'esortazione di Papa Francesco: vecchi europei, svegliatevi! Uniamo le nostre energie, i nostri talenti, i nostri cuori per affrontare assieme le molteplici crisi del nostro tempo.



Junker, buxiar, varda ke i 12 migranti xlameghi no łi xe en Vatican ma a San Ejidio en Italia.

http://www.famigliacristiana.it/articol ... icano.aspx
"L’iniziativa del Papa", ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, è stata realizzata tramite una trattativa della Segreteria di Stato con le autorità competenti greche e italiane. Tutti i membri delle tre famiglie sono musulmani. Due famiglie vengono da Damasco, una da Deir Azzor (nella zona occupata dal Daesh). Le loro case sono state bombardate. L’accoglienza e il mantenimento delle tre famiglie saranno a carico del Vaticano. L’ospitalità iniziale sarà garantita dalla Comunità di Sant’Egidio".
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