Diritti umani dei nativi e degli indigeni europei

Diritti umani dei nativi e degli indigeni europei

Messaggioda Berto » sab giu 25, 2016 6:19 pm

Si iscrive alla Lega: ingegnere africano espulso dalla onlus della Kyenge
Ekué Folly, ingegnere con tripla laurea, viene cacciato dalla onlus della Kyenge. Il motivo? "È iscritto alla Lega che è un partito xenofobo"
Sergio Rame - Sab, 25/06/2016
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 75897.html

Per Cecile Kyenge essere leghista è una colpa, una macchia indelebile. E lei, l'ex ministro all'Integrazione, non vuole aver niente a che fare con Matteo Salvini i militanti del Carroccio.

Proprio per questo la Redani, la onlus che sostiene progetti a favore degli immigrati, ha "espulso" del Consiglio direttivo Ekué Folly, ingegnere trentacinquenne del Togo che vive in Italia dal 2005. Da quando si è iscritto alla Lega Nord, hanno iniziato a fargli la guerra. E non importa a nessuno che ha tre lauree, e quindi il titolo per sedere nel Consiglio direttivo dela Redani, Ekué Folly è stato cacciato su due piedi.

La Kyenge non è mai andata d'accordo con i leghisti. Attacchi e insulti sono volati da ambo le parti durante tutto il governo Letta. Qualcuno è addirittura finito in tribunale per aver calcato la mano. Ma è acqua passata. Il risentimento, però, a volte ritorna. Tanto che, come riporta il Corriere della Sera, il Comitato direttivo della Redani, onlus nata con il contributi dell'ex ministro, ha deciso di cacciare Ekué Folly "per incompatibilità di valori fra l’adesione alla Lega Nord e l’appartenenza alla Redani che non può avere fra i suoi iscritti un aderente a un partito xenofobo e razzista". Un sopruso che ha mandato su tutte le furie l'ingegnere del Togo che ha, quindi, citato in giudizio l’associazione per chiedere la reintegrazione. "Espulsione odiosa e sbagliata - ha tuonato l'africano che vive a Monselice con moglie padovana e due figli piccoli - innanzitutto perché la Lega Nord non è un partito xenofobo e razzista e poi perché la Redani, apartitica per statuto, mi ha eliminato per l’iscrizione a un partito".

Alla onlus della Kyenge non voglio sentire ragioni. Niente leghisti tra le scatole. "La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), organo del Consiglio d’Europa - argomenta lo scrittore africano Kossi Komia-Ebri, presidente della Redani - parla di 'uso particolarmente intenso della propaganda razzista e xenofoba da parte della Lega Nord' e di 'importanti leader politici che hanno rilasciato dichiarazioni razziste e xenofobe'". In reatà a pesare sulla decisione è proprio la Kyenge, membro e socio fondatore dell’associazione, e gli attacchi ricevuti dalla Lega Nord. "Contro di lei - continua Kossi Komia-Ebri - si è scagliata una violenta campagna razzista da parte della Lega e lui si è iscritto proprio alla Lega".

Dal canto suo Ekué Folly difende l'iscrizione al Carroccio. "Sono un convinto sostenitore delle loro politiche sull’immigrazione - spiega al Corriere della Sera - non possiamo accogliere tutti, sono per un piano di rientro volontario nei rispettivi Paesi". E racconta di aver pure provato a riappacificare i vertici della onlus. Ma non è andata a buon fine.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » mer lug 20, 2016 3:38 am

Cartelli anti islam a Pontoglio: 5mila euro di multa al Comune

Il comune di Pontoglio aveva fatto affiggere alcuni cartelli all'ingresso del paese che affermavano i valori cristiani. Ma per il giudice sono "discriminatori"
Daniele Eboli - Mar, 19/07/2016 - 18:43

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 86787.html

Dallo scorso 30 novembre chi entrava a Pontoglio, comune di quasi settemila persone in provincia di Brescia, veniva accolto da cartelli singolari.

"Paese a cultura Occidentale e di profonda tradizione Cristiana", si leggeva. In calce l'invito di andare altrove indirizzato a chi non rispettava la cultura locale: "Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene". Quella trovata è costata 5 mila euro di multa al comune, che li aveva già rimossi sperando di evitare la condanna.

"Discriminazione collettiva" nei confronti di immigrati e di chiunque professi una religione diversa da quella cristiana, si legge nell'ordinanza della Terza sezione civile del Tribunale di Brescia. Secondo il giudice la tradizione cristiana non può "essere strumentalizzata da un ente pubblico per ostacolare o condizionare il libero esercizio dei diritti costituzionali da parte di coloro che non si riconoscono nel substrato culturale".

La denuncia era arrivata dalla Fondazione Guido Piccini e dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione. "I cartelli sono contrari alle disposizioni del codice della strada e sono discriminatori" avevano accusato la Fondazione Piccini e l'Asgi, che chiedevano anche la rimozione dei cartelli e la loro sostituzione. Quelli nuovi avrebbero dovuto contenere, secondo la richiesta, la scritta: "Siate i benvenuti qualunque sia la vostra religione, la vostra cultura, la vostra origine etnica, la vostra condizione sociale". Ma il giudice ha deciso di condannare il comune al pagamento della multa da 5 mila euro. E adesso chi andrà nel comune del bresciano verrà accolto da un solo cartellone marrone, con su scritto semplicemente: Pontoglio.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » mar ago 16, 2016 6:25 am

L'invasato idolatra che non rispetta i Diritti Umani dei Nativi e Indigeni europei divenuto strumento del fanatismo cristiano, dello statalismo totalitario, del nazislamismo, del castualismo, dei regimi ademocratici, delle tendenze teocratiche, del lassismo nei confronti dell'orrore e del terrore islamico, ...

???

Migranti, l'appello di papa Francesco: "Chiesa superi muri e barriere"
Papa Francesco sprona di nuovo verso l'accoglienza: “È il fuoco dello Spirito Santo che ci porta a farci carico dei problemi degli altri, dei rifugiati e dei migranti”
Francesco Curridori - Dom, 14/08/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 96710.html

"La Chiesa non ha bisogno di burocrati e di diligenti funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall'ardore di portare a tutti la consolante parola di Gesù e la sua grazia". Papa Francesco, nel corso dell'Angelus domenicale, usa parole nette nei confronti della Chiesa non deve"lasciarsi frenare dalla paura e dal calcolo", ma vigilare per "non abituarsi a camminare entro i confini sicuri”.

“Due atteggiamenti che portano la Chiesa a essere funzionale, a non rischiare mai", aggiunge il Pontefice per il quale "il fuoco dello Spirito Santo che dona audacia e fervore non parte dalla testa ma dal cuore". A guidare la Chiesa deve essere lo Spirito Santo che “ci aiuta a superare i muri e le barriere, ci rende creativi e ci sprona a metterci in movimento per camminare anche su strade inesplorate o scomode, offrendo speranza a quanti incontriamo". Il pensiero del Papa va alla necessità di avere sacerdoti, consacrati e laici “con lo sguardo attento dell'apostolo, per commuoversi e sostare dinanzi ai disagi e alle povertà materiali e spirituali”. “È il fuoco dello Spirito Santo che ci porta a farci carico dei problemi degli altri, dei rifugiati e dei migranti”, spiega Papa Bergoglio. E senza questo fuoco la Chiesa "diventa fredda o tiepida, incapace di dare vita, perchè è fatta da cristiani freddi e tiepidi". "Ci farà bene - conclude il Papa - prenderci cinque minuti e domandarci: Come va oggi il mio cuore? E' freddo e tiepido o è capace di ricevere questo fuoco?".


Fanfaron d'on Papa, fate carico col tuo e no co coeło de łi altri e ke no xe tuo.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 7:56 am

La guerra tra poveri è una menzogna.
La cosidetta "guerra tra poveri" di fatto è una manipolazione criminale dei Diritti Umani, da parte delle caste al governo dello stato, con negazione dei legittimi diritti dei Nativi e degli Indigeni per darli/concederli/trasferirli ai clandestini non aventi diritto, come privilegi.


Il mio primo intervento a "Dalla vostra parte" su Rete4: "In Italia esploderà una guerra tra poveri e il razzismo perché si concede ai clandestini ciò che non viene concesso a tanti italiani bisognosi" (18/8/2016)

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 9805009940
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 9:08 am

In Svezia, aumenta la violenza contro gli svedesi da parte dei richiedenti asilo
Un mese di Islam e multiculturalismo in Svezia: giugno 2016
di Ingrid Carlqvist
11 agosto 2016

https://it.gatestoneinstitute.org/8674/ ... a-migranti

1 giugno. Il Consiglio nazionale svedese per la prevenzione del crimine (Brå) ha diffuso un rapporto che mostra che 11.007 persone sono state colpite da un provvedimento di espulsione dopo essere state condannate per crimini. Il report però non dice quanti di questi individui siano stati di fatto espulsi. Il numero di condanne che includono l'espulsione è diminuito, nonostante il tasso di criminalità sia in aumento tra gli stranieri presenti in Svezia. Negli anni Settanta, erano circa 500 le persone che ogni anno erano colpite da un provvedimento di espulsione; nel 2004, il numero era salito a 1.074, ma nel 2014 solo 644 stranieri sono stati sottoposti a provvedimenti di espulsione.

Non solo sempre meno persone sono condannate all'espulsione, ma sono sempre più numerosi gli stranieri che rifiutano di lasciare il paese pur essendo stati colpiti da un provvedimento di espulsione. Nell'ottobre dello scorso anno, il quotidiano Svenska Dagbladet ha riportato che sono scomparse 30.000 persone la cui domanda di asilo è stata respinta e sono state colpite da provvedimenti di espulsione. La polizia dice che mancano le risorse per rintracciare questi clandestini. Patrik Engström, capo della polizia di frontiera del Dipartimento delle operazioni nazionali (NOA), ha detto al giornale: "Abbiamo messo queste persone sulla lista dei ricercati, ma non ci impegniamo a cercarle attivamente. Aspettiamo segnalazioni e cose del genere".

1 giugno. La sera del 31 maggio, un uomo è stato spinto sotto un treno della metropolitana di Stoccolma. La vittima è uno studente svedese di 23 anni del Royal Institute of Technology (KTH) di Stoccolma. Il giovane ha subito fratture al cranio e lacerazioni, ha perso metà del suo piede, ha riportato parecchie costole rotte, una frattura alla clavicola e la perforazione di un polmone. Resta incerto, se potrà guarire del tutto. Il giorno dopo, un algerino di 34 anni con cittadinanza svedese è stato fermato per il reato. L'aggressore, che era già sospettato di essere l'autore di un altro crimine violento nella metropolitana, è stato identificato e catturato con l'aiuto dell'opinione pubblica, che lo ha riconosciuto dalle foto pubblicate. L'uomo si trova ora in stato di custodia, in attesa del processo.

2 giugno. Una famiglia ebrea svedese ha raccontato al Jerusalem Post di aver lasciato la Svezia e di essersi trasferita a Maiorca. Dan, i cui genitori erano andati in Svezia quando migliaia di ebrei danesi furono salvati durante la Seconda guerra mondiale, ha detto:

"Per tutta la mia vita sarà grato di far parte di una società civile. E fino al 2005 pensavo di essere fortunato a vivere in una vera democrazia sociale dove la gente pagava volentieri tasse elevate per un ottimo sistema di welfare e valori progressisti.

"Certo, il sole e lo stile di vita hanno avuto un ruolo importante nella nostra decisione [di trasferirci], ma la politica e i cambiamenti demografici della Svezia sono la vera ragione di questa nostra scelta. L'establishment della sinistra radicale è diventato totalmente ossessionato dal multiculturalismo e dalla correttezza politica, e non occorre ricordare che entrambi fanno parte dell'ethos svedese da secoli".

Sua moglie Karla ha aggiunto: "Se non si è d'accordo con l'establishment, si viene immediatamente definiti razzisti o fascisti, cosa che di sicuro non siamo. A volte, ho sentito dire che era come vivere nella vecchia Unione Sovietica".

2 giugno. La Sahlgrenska University Hospital di Goteborg ha annunciato che d'ora in poi ci saranno guardie di sicurezza 24 ore al giorno nei suoi tre ospedali. Il capo della sicurezza, Peter Alverman, ha detto alla Sveriges Television:

"Ci sono continue minacce contro il nostro personale. Ma più di tutto, lo stiamo facendo a causa delle crescenti bande criminali che imperversano a Goteborg, s'introducono negli ospedali e destano preoccupazione tra il personale e gli altri pazienti".

Gli addetti alla sicurezza avranno un costo annuo di nove milioni di corone (oltre un milione di dollari), denaro che ovviamente poteva essere investito nella sanità.

3 giugno. Il parlamentare Daniel Sestrajcic è stato incriminato per aver disobbedito a un agente di polizia. Sestrajcic è un membro del Partito della Sinistra, erede del Partito Comunista. Il reato è stato commesso per motivi connessi alle proteste per lo sfratto di alcuni palestinesi che si erano accampati illegalmente a Malmö nell'ottobre 2015. Sestrajcic, che era tra i manifestanti, inizialmente era stato accusato di aver cercato di dare colpi in testa a un poliziotto, ma le accuse erano cadute per mancanza di prove. Tuttavia, poiché egli si era rifiutato di obbedire agli ordini della polizia e se ne era andato, l'accusa nei suoi confronti non è caduta, anche se Sestrajcic la nega.

5 giugno. Tre uomini, che erano stati condannati dalla Corte distrettuale di Falun a quattro anni di carcere per uno stupro aggravato perpetrato nella città di Ludvika, sono stati assolti dalla Corte d'appello ((Svea hovrät). Il pubblico ministero aveva impugnato il verdetto originale nella speranza che i tre fossero condannati a una pena detentiva più lunga, ma la Corte d'appello ha deciso che non c'era alcuna prova che avessero commesso il fatto; pertanto essi sono stati assolti e il provvedimento di espulsione è stato revocato.

6 giugno. Il giorno della Festa nazionale della Svezia, il Partito della Sinistra ha deciso di andare a congratularsi – non con il popolo svedese – ma con i musulmani residenti in Svezia che stavano per iniziare a celebrare il Ramadan, mese di digiuno islamico. Accese discussioni sono nate sulla pagina Facebook del partito. Una persona ha scritto: "Spero che voi non finiate nella stessa situazione del Partito dei Verdi. Sono fuggito dagli islamisti in Iran e voi augurate loro un felice Ramadan? Vi porgo le mie condoglianze".

6 giugno. Il personale di un centro di accoglienza profughi a Ludvika è stato costretto a chiamare la polizia dopo che un gruppo di richiedenti asilo musulmani si era detto insoddisfatto dei pasti serviti nella struttura. Si lamentavano che il cibo non era "conforme al Ramadan" e il modo in cui avevano espresso le loro lagnanze aveva spaventato lo staff del centro. Il rapporto della polizia non dice esattamente cosa sia accaduto dopo.

7 giugno. È stata diffusa la notizia che Isa Dare, un bambino di 4 anni che era stato portato dai genitori nel territorio dello Stato islamico, sia stato introdotto illegalmente in Svezia. E questo per beneficiare dell'assistenza sanitaria gratuita che il governo svedese ha deciso di offrire nel 2012 a tutti i clandestini, a spese dei contribuenti svedesi. La madre 24enne del bimbo, Grace "Khadija" Dare, è nata a Londra. Ha sposato un cittadino svedese, Abdul Ghameed Abbas, noto anche come "Abu Bakr", che è stato ucciso mentre combatteva per l'Isis, in un raid aereo nel novembre 2014.

A febbraio il piccolo è diventato famoso poiché è apparso in un video dell'Isis che lo mostrava mentre premeva il pulsante di un detonatore e faceva esplodere un'auto con quattro prigionieri a bordo. In posa accanto alla carcassa dell'auto, il bambino di 4 anni urlava: "Allahu Akbar!"

Il 7 giugno, è stata diffusa la notizia che una cittadina britannica, Grace "Khadija" Dare, aveva portato il figlio di 4 anni, Isa Dare, a vivere in Svezia per beneficiare dell'assistenza sanitaria gratuita. A febbraio, il bambino era apparso in un video dell'Isis mentre faceva esplodere un'auto con quattro prigionieri a bordo. Il padre del piccolo, un jihadista con cittadinanza svedese, è stato ucciso combattendo per l'Isis.

7 giugno. Ardeshir Bibakabadi è fuggito dall'Iran per raggiungere la Svezia perché il suo orientamento sessuale non era accettato nel suo paese d'origine. Lo scorso anno, egli ha tenuto una serie di conferenze in dieci scuole di Goteborg e in un'intervista al quotidiano Göteborgs-Posten ha spiegato come l'odio verso gli omosessuali dilaghi nelle scuole svedesi frequentate da studenti musulmani.

"È sempre lo stesso schema, era come se la mia sola presenza li provocasse. Quando parlavo nelle aule magne, le tensioni erano chiarissime. 'Dannazione, sei disgustoso', mi ha urlato uno studente di uno scuola di Porthälla. Poi si è scagliato contro di me."

8 giugno. Tre somali sulla ventina, che hanno violentato a turno una ragazzina di 14 anni, hanno ricevuto condanne molto clementi e hanno evitato l'espulsione. Due di loro sconteranno due anni e mezzo di carcere. Il terzo, che è stato condannato per reati legati alla droga e guida in stato di ebbrezza, sconterà una pena detentiva di due anni. Dopo il carcere, potranno rimanere in Svezia, anche se non sono cittadini svedesi.

9 giugno. Un clandestino somalo di 19 anni, che ha morso un agente di polizia al braccio mentre lo arrestava, è stato assolto dalla Corte distrettuale di Umeå. Il tribunale ha creduto alla sua versione dei fatti, ossia che aveva agito in uno stato di panico a causa dei ricordi traumatici legati al suo paese d'origine e alle "cattive esperienze con la polizia di altri paesi".

9 giugno. Da anni, i media svedesi sostengono che tutti coloro che affermano di essere "profughi minorenni non accompagnati" sono davvero minori – non importa quanto siano rugosi o brizzolati. L'idea che molti di loro mentano sull'età, al fine di accelerare l'iter burocratico per l'ottenimento dell'asilo, è stata giudicata un mito razzista. Tuttavia, un'inchiesta condotta dall'emittente radiofonica pubblica Sveriges Radio ha mostrato che molti sono in realtà adulti che vengono collocati nelle stesse strutture che ospitano adolescenti e bambini.

Irene Sandqvist, responsabile del Dipartimento dei servizi sociali a Helsingborg, ha detto al giornalista che l'ha intervistata che almeno il 25 per cento di coloro che si fanno passare per "profughi minorenni" in realtà non lo sono:

"Abbiamo anche avuto qualcuno con i capelli grigi, il che lo rende abbastanza ovvio. Alcuni sono più vecchi del personale e questo potrebbe anche mettere i bambini più piccoli a rischio".

9 giugno. Tre giovani uomini di circa 18 anni sono stati incriminati per rapina e aggressione violenta ai danni di un uomo sui 25 anni mentre si trovava per strada a Norrköping. Uno dei ragazzi, Abdimalik Hassan Shido, proveniente dalla Somalia, è stato anche incriminato per aver violentato la vittima minacciandolo con un coltello usato durante la rapina. Il pubblico ministero ha scritto:

"In relazione all'aggressione fisica descritta, Shido ha costretto NN [la vittima] a subire un rapporto anale e a praticare sesso orale. Si è trattato di un atto coercitivo perché Shido, ha proferito minacce di morte, ha puntato un coltello contro NN e gli ha inflitto dolore per averlo costretto a subire e compiere atti sessuali, nonostante le ferite che NN ha riportato durante il pestaggio".

Il pubblico ministero ha chiesto che Shido fosse processato per stupro aggravato.

10 giugno. A gennaio, una dipendente di una struttura di accoglienza per richiedenti asilo minorenni a Ystad ha detto a un "profugo minorenne non accompagnato" proveniente dall'Eritrea che non poteva più giocare ai videogiochi. L'uomo, che affermava di avere 17 anni, ha poi cercato di strangolare la donna che si è salvata per l'intervento di un collega.

Nonostante la gravità del reato, l'eritreo ha ricevuto una blanda condanna a 35 ore di servizi sociali e al pagamento di 9.720 corone (circa 1.000 dollari) di danni alla donna.

10 giugno. Abu Muadh, il controverso imam della moschea di Halmst ha rilasciato un'intervista al quotidiano locale Hallandsposten. Quando gli è stato chiesto per quale motivo i musulmani non possono essere amici dei non musulmani, Muadh ha replicato:

"Nell'Islam, c'è una differenza tra amici e colleghi. Si può vedere un collega in palestra oppure si può lavorare con lui e così via dicendo. Ma non si possono fare cose che non sono consentite nella nostra religione. Ci sono tonnellate di cose che si possono fare come organizzare un barbecue, ma non si possono condividere i valori religiosi. Non si può celebrare il Natale o il Ramadan con qualcuno che non crede. Questo non è consentito".

11 giugno. Danial Rahimi, un afgano che afferma di essere un "profugo minorenne non accompagnato" di 17 anni, è stato arrestato perché sospettato di aver stuprato una ragazzina del piccolo villaggio di Bodafors. Dopo essere stato trattenuto trenta giorni in custodia cautelare, l'uomo è stato incriminato. Secondo l'accusa, Rahimi ha premuto il suo pene nell'ano della piccola più volte, le ha toccato i genitali e i glutei, le ha strizzato i seni e gliel'ha morsi. Ha buttato a terra la ragazzina e l'ha immobilizzata mentre la violentava, l'ha picchiata e ha cercato di soffocarla tappandole il naso e la bocca con la mano. Rahimi nega le accuse, ma il pubblico ministero ha delle argomentazioni convincenti, compresa la prova del DNA.

12 giugno. Violenti disordini sono scoppiati nei quartieri a forte presenza di immigrati di Kristianstad e Uppsala. A Kristianstad sono stati appiccati incendi e sono state lanciate pietre contro i veicoli in servizio di emergenza. A Uppsala, gli scontri sono andati avanti per giorni e un autobus con persone a bordo è stato oggetto di un fitto lancio di pietre e altri oggetti.

13 giugno. L'emittente televisiva pubblica Sveriges Television ha riportato la notizia che Tobias Lindfors, proprietario dell'hotel e centro congressi Pite Havsbad, sta incassando molti milioni dal suo lucrativo affare con l'Ufficio immigrazione svedese. Pite Havsbad, famoso per essere uno più grandi stabilimenti balneari d'Europa con tanto di spa e piscina, viene talvolta chiamato "la Riviera svedese. A maggio, la struttura ha catturato l'attenzione dei media quando un congolese ha appiccato un piccolo incendio nella sua stanza. Durante l'inverno, solo il 25 per cento delle camera era occupato, ma stando a quanto riferito dalla Sveriges Television, Lindfors viene ancora pagato per aver alloggiato 1.300 richiedenti asilo, indipendentemente da quanti di loro siano stati ospitati di fatto nella struttura. l'Ufficio immigrazione svedese ha affittato Pite Havsbad per quattro anni (ad esclusione di due mesi in piena estate). Secondo informazioni, l'Ufficio ha pagato al suo proprietario 240 milioni di corone (circa 28 milioni di dollari) per l'affitto.

13 giugno. Durante i tumulti scoppiati in un centro di accoglienza per "profughi minorenni non accompagnati" a Nässjö, due cucine, del valore di centinaia di migliaia di corone, sono state fatte a pezzi. Il personale non ha avuto il coraggio di intervenire contro i rivoltosi e ha chiamato la polizia. Nei disordini sono stati distrutti alcuni fornelli, un frigorifero e un freezer, diversi televisori, delle lavastoviglie, mobili da cucina e numerosi piatti. I vandali hanno anche fatto volare sedie e danneggiato finestre e porte. Secondo la polizia, la rivolta è iniziata perché gli ospiti della struttura non erano "soddisfatti del cibo servito".

13 giugno. Un jihadista bosniaco dell'Isis, di 46 anni, considerato molto pericoloso, è stato arrestato dalla polizia di Malmö. Tuttavia, poiché l'uomo ha fatto subito richiesta di asilo, l'Ufficio immigrazione svedese è intervenuto per occuparsi del caso, evitandogli così l'espulsione. L'ispettore Leif Fransson della polizia di frontiera è stato piuttosto critico e ha detto al quotidiano HD/Sydsvenskan:

"Non appena queste persone giocano la carta vincente e dicono 'asilo', si aprono le porte del paradiso. La Svezia ha la fama di essere un porto sicuro per terroristi".

Tuttavia, dopo una fulminea valutazione, quattro giorni dopo è stato reso noto che al jihadista dell'Isis è stato negato l'asilo e che sarebbe stato espulso dalla Svezia nel più breve tempo possibile.

14 giugno. Subisce una battuta d'arresto la prima incriminazione dopo l'entrata in vigore della nuova legge che punisce chi si reca all'estero per compiere atti terroristici. Una corte municipale di Attunda ha assolto un uomo di 25 anni che nella primavera del 2015 aveva acquistato un biglietto di sola andata per la Turchia, ma gli era stato negato l'ingresso nel paese ed era stato rispedito in Svezia. Nella sua valigia, la polizia trovò un giubbotto anti-proiettili, ginocchiere e gomitiere. Secondo l'accusa, la destinazione dell'uomo era la Siria, dove voleva unirsi al Fronte al-Nusra per combattere contro il regime di Assad.

Mark Klamberg, un assistente universitario di diritto internazionale, in un'intervista rilasciata al quotidiano Svenska Dagbladet subito dopo l'assoluzione ha detto: "Se il verdetto rimarrà valido, penso che sarà molto difficile vincere questo tipo di cause".

Giungo 14. Sempre più poliziotti lasciano le forze di polizia. Una sensazione di insicurezza fisica, stipendi bassi e malcontento nei confronti del commissario nazionale della polizia Dan Eliasson sono alcune delle spiegazioni fornite. Il sindacato della polizia ha di recente aperto il blog Polisliv ("La vita in polizia") dove gli agenti possono raccontare le loro storie nel più competo anonimato, dando così alla popolazione svedese l'opportunità di avere un'idea di cosa significhi fare il poliziotto in Svezia.

14 giugno. Un rapporto della Corte dei conti svedese (Riksrevisionen) ha rivelato che l'Ufficio immigrazione svedese ha speso quattro miliardi di corone (circa 470 milioni di dollari) per dare alloggio ai richiedenti asilo arrivati in Svezia nel 2015. La Riksrevisionen ha rilevato che sarebbe stato possibile ridurre notevolmente i costi, se l'Ufficio immigrazione avesse lavorato in modo più efficace e sistematico.

14 giugno. Una sentenza eccezionalmente clemente emessa contro uno stupratore yemenita ha scaldato gli animi a Mariestad. Maher Al Qalisi ha aggredito una ragazzina di 13 anni, l'ha buttata giù dalla bicicletta, l'ha ferita al volto con un coltello e l'ha violentata in un parco, ma è stato condannato a soli 18 mesi di reclusione e non sarà espulso. Al Qalisi sostiene di avere 17 anni, anche se dal suo passaporto yemenita risulta che ne ha 20. Se fosse stato processato come un adulto di certo gli sarebbe stata inflitta una pena più severa. Il pubblico ministero Jonas Lövström è rimasto deluso dal verdetto: "Sono fermamente convinto che abbia più di 21 anni".

15 giugno. Il numero di minacce segnalate dall'Ufficio immigrazione svedese è più che raddoppiato rispetto all'anno scorso: da 94 casi si è passati a 216. Per lo più, le minacce sono rivolte contro i dipendenti dell'Ufficio oppure riguardano i richiedenti asilo che in genere si comportano in modo minaccioso.

15 giugno. Secondo la legge svedese, gli elementi religiosi non sono ammessi nelle scuole pubbliche. Tuttavia, gli studenti musulmani che frequentano la Bikupan School a Lessebo hanno una loro stanza per poter pregare. L'insegnante Veronica Wilhelmsen ha spiegato alla Sveriges Radio perché questo sia possibile: "Devono avere la sensazione di poter professare la loro religione qui in Svezia e anche a scuola, altrimenti potrebbero non venire a scuola".

15 giugno. L'Ufficio svedese per i giovani e la società civile (Myndigheten för ungdoms-och civilsamhällesfrågor) ha reso noto che le organizzazioni hanno ricevuto nel 2016 contributi pubblici per 212 milioni di corone (circa 25 milioni di dollari). Le sovvenzioni sarebbero state erogate a favore di organizzazioni che si occupano di bambini e giovani, ma a parte i comuni che ricevono contributi per le attività ricreative estive, la maggior parte delle sovvenzioni va alle organizzazioni che affermano di operare nella lotta al razzismo, alla "islamofobia" e che si occupano di problemi legati all'identità di genere.

Si è scoperto che a un gruppo molto controverso, chiamato Musulmani uniti di Svezia (Sveriges förenade muslimer, SFM), è stato elargito più di mezzo milione di corone (55.000 dollari). Questo gruppo è stato più volte associato all'estremismo e all'incitamento all'odio contro gli omosessuali, ma esso sostiene che il denaro deve essere utilizzato per combattere il razzismo e l'intolleranza. L'esperto e studioso di terrorismo Magnus Ranstorp ha detto al quotidiano Dagens Nyheter:

"Vedo un sacco di punti interrogativi a riguardo. Stiamo parlando di un gruppo che invita predicatori d'odio e il cui orientamento salafita è per molti versi l'esatto opposto della tolleranza".

17 giugno. Malmö è uno dei luoghi più piacevoli in cui vivere per i migranti. C'è una grave carenza di alloggi, ma il Comune ha comunque stabilito di dare la priorità ai cosiddetti "nuovi arrivati svedesi" e così ha deciso di acquistare 56 appartamenti per ospitarli. Il partito dei Democratici svedesi si è infuriato con la decisione e ha rilevato che sarebbe stato meglio mandare a casa la maggior parte dei migranti, dal momento che molti di loro vivono in ogni caso isolati dal resto della società.

20 giugno. A Landskrona, una famiglia afgana ha rifiutato di accettare che la propria figlia avesse un fidanzato. Così l'hanno fatta sposare con un parente nel loro paese di origine e hanno sequestrato con violenza il ragazzo. Tre persone sono state ora incriminate per matrimonio coatto, aggressione, rapina e sequestro di persona. "Il motivo che si cela dietro a tutti questi crimini", ha spiegato il procuratore Ulrika Ekvall, "è riparare l'onore della famiglia".

20 giugno. Il sito web svedese Europaportalen ha riportato che in nessun altro paese dell'Unione Europea il numero delle richieste di asilo è diminuito così tanto come in Svezia. Nell'ultimo trimestre del 2015, sono state depositate quasi 88.000 domande di asilo, ma nel primo trimestre del 2016 solo 8.000, registrando un calo del 90 per cento. La riduzione è principalmente dovuta al fatto che sono stati attuati adeguati controlli alle frontiere, nonché controlli d'identificazione sul lato danese. La Germania, invece, che ancora non ha imposto controlli alle frontiere con i limitrofi paesi dell'UE, ha registrato un aumento delle domande di asilo durante il primo trimestre del 2016, rispetto all'ultimo trimestre del 2015.

21 giugno. Una donna di 30 anni è stata arrestata perché sospettata di aver ucciso un bambino di cinque mesi, in un centro di accoglienza profughi a Sunne. La donna non è la madre del piccolo, ma ha detto di avere "legami con lui". Pochi giorni dopo, è stato arrestato anche un somalo di 20 anni coinvolto nel caso. I due sono ancora in stato di custodia.

21 giugno. Il Partito dei Verdi ha elaborato un nuovo piano di azione per evitare che gli islamisti tornino a infiltrarsi nel partito. Il piano presenta cinque punti focali. Il partito si è avvalso dell'aiuto di uno studioso dello Swedish National Defence College, Lars Nicander, secondo il quale gli islamisti si erano infiltrati nel partito molto tempo prima che si sapesse cosa stava accadendo. I Verdi avvieranno inoltre un ampio dibattito sui valori e anche sulle differenze esistenti tra i valori progressisti di uguaglianza della sinistra svedese e la visione che l'Islam ha delle donne.

21 giugno. Quattro persone sono state incriminate per aver aggredito due poliziotti nel quartiere di Hässleholmen, a Borås. Una cinquantina di persone ha circondato i poliziotti e un uomo armato di coltello ha colpito una dei due agenti. Tutto è iniziato con un normale controllo stradale nel corso del quale era stato fermato un ciclomotore, ma la situazione è presto sfuggita di mano quando sempre più persone si sono presentate sul luogo. Un uomo ha sferrato un calcio al petto a uno degli agenti e ha accoltellato l'agente donna. Quest'ultima ha detto: "Pensavo che volesse uccidermi, ed era così".

22 giugno. Un uomo di 38 anni è stato condannato in contumacia per l'uccisione di una ragazzina di 16 anni arrivata in Svezia come "profuga minorenne non accompagnata" nell'ottobre 2015. A marzo, era stata segnalata la scomparsa della giovane e a maggio il suo corpo era stato ritrovato in una zona boschiva, a sud di Stoccolma. Secondo il quotidiano Aftonbladet, l'uomo, che era di 22 anni più vecchio della vittima, era sposato con la ragazza.

22 giugno. Il pluriomicida Martin Saliba, che a gennaio era stato condannato in contumacia all'ergastolo, non sarà estradato in Svezia dal suo paese d'origine, il Libano. Una mattina dei primi di marzo dello scorso anno, due persone che facevano jogging a Uddevalla trovarono due uomini morti sul ciglio della strada e il cadavere di una donna in un'auto, tutti erano stati uccisi con numerosi colpi d'arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata.

Martin Saliba, 22 anni e suo fratello Mark, 23 anni, furono accusati di quegli omicidi. Mark fu condannato all'ergastolo, ma la corte municipale non ritenne che ci fossero prove sufficienti per condannare Martin e così lo assolse. Egli era libero quando è iniziato il processo d'appello. L'ultimo giorno del dibattimento, Martin non si è presentato e successivamente il suo nome è stato messo nella lista dei ricercati internazionali, dopo che è stata pronunciata la condanna all'ergastolo. Ora, a quanto pare, l'uomo si è trasferito in Libano e poiché questo paese non estrada i propri cittadini egli può vivere lì da uomo libero.

23 giugno. Quattro uomini e una donna, tutti siriani, sono stati incriminati dalla corte municipale di Sundsvall per aver sequestrato, picchiato selvaggiamente e abusato sessualmente di un uomo. La vittima è stata aggredita in un parcheggio e per dodici ore è stata trascinata in giro a bordo di un'auto. Il movente non è chiaro, ma secondo la stampa locale, potrebbe essere legato a un affare andato male tra la vittima e i suoi aggressori. Il pubblico ministero ha chiesto l'espulsione di tutti gli imputati, in caso di condanna.

26 giugno. Una ragazza di 20 anni è stata trovata morta in un centro di accoglienza per richiedenti asilo nei pressi di Jönköping. È stato arrestato un uomo di 24 anni con l'accusa di omicidio. L'uomo ha confessato il suo coinvolgimento nel crimine; secondo il suo avvocato, il movente è stato dettato dalla rabbia dell'omicida per l'infedeltà della donna.

26 giugno. Il dipartimento di polizia di Östersund ha ammesso che le numerose aggressioni sessuali perpetrate in città ai danni di donne tra febbraio e marzo di quest'anno sono state per lo più compiute da "giovani richiedenti asilo". Quando la situazione è diventata critica, la polizia ha avvisato le donne di non uscire da sole la sera e di notte. Il capo della polizia locale, Stephen Jerand, ha detto al quotidiano locale Östersunds-Posten: "Quando accogliamo persone in fuga, è importante informarle subito quali sono le regole in Svezia e che queste norme si applicano anche alle donne".

26 giugno. Un afgano di 25 anni e padre di un bambino di tre anni è stato arrestato in una struttura per richiedenti asilo a Mariannelund per l'omicidio della moglie 22enne. Secondo informazioni, dopo l'omicidio l'uomo è corso sul prato antistante la struttura, gridando che aveva strangolato la donna.

27 giugno. Un musulmano ha attaccato la chiesa di San Paolo a Malmö. Ha rotto diverse finestre e all'arrivo della polizia era in cima alla chiesa a urlare "Allahu Akbar!" Egli ha poi cercato di aggredire i poliziotti con un bastone di legno. Si sospetta ora che l'uomo avrebbe potuto causare danni maggiori e potrebbe anche essere accusato di crimini d'odio.

27 giugno. Due uomini di 24 anni di origine straniera sono stati condannati per una serie di rapine aggravate contro studenti di Malmö. Molte delle vittime sono state tenute in ostaggio per ore sotto la minaccia di un coltello, mentre i rapinatori svuotavano le loro case e i conti bancari. Mahad Munyo Mohamed, che è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere, è cittadino somalo, e Hassan Murtadha Mohammed Hassan, condannato a cinque anni di carcere, è cittadino svedese.

28 giugno. Il tanto criticato commissario nazionale della polizia, Dan Eliasson, ha lanciato una nuova campagna per porre fine ai palpeggiamenti e agli stupri nei festival musicali dove all'ingresso verranno distribuiti braccialetti con la scritta "Non palparmi". Secondo Eliasson, questa iniziativa "punterà i riflettori su tale questione e incoraggerà le vittime a denunciare il crimine". Considerando che a maggio lo stesso Dipartimento di polizia delle operazioni nazionali (NOA) ha pubblicato un rapporto che afferma apertamente che l'80 per cento dei perpetratori è di origine straniera, molti ritengono che l'idea dei braccialetti con il testo stampato in svedese desti qualche perplessità.

28 giugno. Un eritreo che ha stuprato una donna svedese in un bagno pubblico a Sundsvall potrà restare in Svezia dopo essere stato condannato a un anno e quattro mesi di carcere. L'Ufficio immigrazione svedese evidentemente non se l'è sentita di rispedirlo nel suo paese d'origine. È stata emessa una sentenza clemente perché l'uomo ha affermato di avere solo 19 anni.

Ingrid Carlqvist è una giornalista e scrittrice che vive e lavora in Svezia ed è Distinguished Fellow presso il Gatestone Institute.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 10:06 am

Migranti, la Svizzera sceglie il rigore. Droni, barriere, espulsioni in 12 ore
Chi chiede asilo deposita i suoi beni, tasse più alte a chi trova lavoro
di ROBERTO CANALI
20 agosto 2016

http://www.quotidiano.net/esteri/migran ... -1.2441429

Rancate (Svizzera), 20 agosto 2016 - Mentre l’Europa vacilla sotto l’assalto dei migranti c’è un’«isola», nel cuore del Vecchio Continente, i cui confini si sono dimostrati impermeabili a ogni «sbarco». Si tratta della Svizzera, poco più di otto milioni di abitanti di cui due nati altrove, dove da almeno tre anni si studiano contromisure alla potenziale invasione. Dai droni che pattugliano 24 ore su 24 le frontiere al rafforzamento del contingente di guardie di confine, tutto è stato programmato, compreso l’impiego di esercito e riservisti. Inutile negare che nelle ultime settimane a preoccupare è soprattutto la frontiera Sud, quella con l’Italia.

DOPO settimane di respingimenti alla spicciolata, in Svizzera hanno deciso di risolvere, a modo loro, il problema creando a Rancate, una decina di chilometri dopo il confine, il primo Centro unico per migranti del Canton Ticino. Visto da fuori si tratta di un anonimo capannone, ma all’interno da alcuni giorni sono al lavoro i tecnici dell’esercito elvetico e della Protezione civile che stanno creando all’interno camerate e un refettorio, per ospitare i migranti che si presenteranno al confine senza documenti fino a un massimo di dodici ore.

«Qui dentro finiranno coloro che non sono interessati a fare richiesta di asilo politico – spiega Renato Pizolli, commissario capo e portavoce della polizia cantonale, impegnato per conto dello Stato maggiore dell’immigrazione –. Non si può attraversare la Svizzera senza essere in possesso di documenti, per ovvie ragioni di sicurezza dobbiamo conoscere l’identità di chi entra e chi esce». In burocratese si chiama «riammissione con procedura semplificata» e prevede, in virtù di un accordo con l’Italia, che tutti i profughi in arrivo dal Bel paese senza documenti siano rispediti al mittente. «I migranti arrivano a Chiasso in treno, nascondendosi sui Tilo o gli Eurocity che collegano Milano con Lugano e Bellinzona – prosegue Pizolli –, quando li fermiamo controlliamo i loro documenti e spieghiamo loro che possono presentare richiesta di asilo politico». Un diritto che la Confederazione Elvetica quest’anno ha valutato di estendere a un massimo di 40mila persone, ma che, nella maggior parte dei casi, non raccoglie molti consensi tra chi è in fuga dall’Africa. Colpa della procedura estremamente rigida, che prevede tra l’altro la confisca immediata di tutti i beni sopra i mille franchi di valore, una durata limitata e l’impossibilità di spostarsi poi nel resto d’Europa, visto che la Svizzera non fa parte dell’Ue.

AD occuparsi di tutto è la Segreteria di Stato della Migrazione Svizzera, che poi ripartisce i profughi all’interno dei vari Cantoni. I più sfortunati sono finiti addirittura nelle baracche che, negli anni ‘70, erano affittate ai lavoratori italiani. I richiedenti asilo non solo devono trovarsi un lavoro, ma, quando lo trovano, sono tassati più dei cittadini svizzeri: devono ripagare l’aiuto che lo Stato ha fornito loro. Non c’è da stupirsi che tanti preferiscano stare zitti e farsi rimandare in Italia. Ad occuparsi di loro ci pensa lo Stato maggiore cantonale dell’immigrazione, nel magazzino di via La Rossa. Qui finiranno un massimo di 150 persone per non oltre 12 ore, il tempo necessario per prendere loro un’impronta digitale e assegnare un nome, anche di fantasia, non per schedarli ma per sapere «a fini statistici» quante volte si sono presentati al confine. «Qui dentro avranno delle brande fornite dall’esercito su cui potranno dormire – conclude Adamo Willimann, tecnico dell’amministrazione ticinese – ci sarà una mensa dove potranno ricevere un pasto caldo e potranno fare una doccia. È previsto anche un presidio medico, mentre la sicurezza sarà garantita da un’agenzia privata, sotto la supervisione della Polizia cantonale». Decisamente non è un albergo. «Ma sempre meglio che farli dormire in strada». Ogni riferimento all’Italia è puramente voluto.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » dom ago 21, 2016 11:41 am

Vittorio Feltri a Mattarella: "Presidente, così ci scappa un vaffa"
di Vittorio Feltri
20 Agosto 2016

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... k.facebook

Sergio Mattarella non è antipatico e neppure simpatico: è enigmatico, oserei dire sconosciuto perlomeno alle masse, che si sono sempre disinteressate della sua persona fino a quando non è stata issata al vertice del Colle.

Dimessosi Giorgio Napolitano dopo che aveva commesso una serie indimenticabile di bischerate, si trattava di sostituirlo con un personaggio opaco, capace di non farsi notare e di non disturbare il manovratore, nella fattispecie Matteo Renzi, novello timoniere.

Insomma si richiedeva un uomo grigio e innocuo. Chi? Illuminato dal proprio genio perverso, il premier scelse Mattarella, la cui esistenza era pressoché ignorata da tutti, forse anche dai parenti stretti. Una scelta di buon senso che tuttavia Berlusconi non apprezzò, non essendo stato lui a farla.

In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante. Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani. Già, fino a ieri, allorché celebrando i 70 anni della Repubblica a Rimini, davanti al pubblico del Meeting ciellino, Sergio ha sbracato completamente. Dalla sua bocca sono sfuggiti alcuni luoghi comuni che ci hanno inorridito, tra cui il seguente: bisogna accogliere festosamente i profughi, gli immigrati, clandestini inclusi.

A vedere il capo dello Stato in ginocchio al cospetto dei buonisti professionali, ai predicatori dell' accoglienza indiscriminata (tipo quelli di Capalbio, cui piacciono gli stranieri solo se non gli vanno fra i piedi in spiaggia), siamo stati colti da una crisi di tetro sconforto. E abbiamo constatato che perfino un gattaro taciturno quale il presidente è pronto ad adagiarsi sul più morbido conformismo, pur di essere gradito ai cretinetti convinti che il futuro dell' Italia si tinga di rosa grazie alla moltitudine di neri invasori (non contrastati) del nostro Paese. È vero che siamo un popolo disposto ad accettare tutto: un fisco predatore; una previdenza sociale che usa i soldi dei lavoratori per finanziare attività varie, anche truffaldine, tranne che le pensioni; case di proprietà pubblica assegnate a chiunque meno che a chi ne ha bisogno; una sanità gratuita per i ricchi e gravata dai ticket per i poveri; sussidi a iosa ai forestieri e zero aiuti ai disperati indigeni, costretti a pernottare in auto scassate.

Siamo gente che esercita la virtù della pazienza, che digerisce molte ingiustizie e tollera ogni genere di porcherie, ma qualche volta, dinanzi a certe esagerazioni, ha il diritto di irritarsi. Se addirittura il presidente della settantenne Repubblica delle banane si mette a sponsorizzare l' immigrazione sfrenata, è fatale che ad alcuni saltino i nervi e scappi un vaffanculo. Che è una espressione volgare e inaccettabile al Rotary ma è densa di significato: rivela meglio di un trattato sociologico lo stato d' animo di chi, invece di vivere negli austeri saloni del palazzo del potere, si arrabatta come può a Como o a Ventimiglia o a Milano tra folle di sbandati privi di tetto e di ciò che normalmente sta sotto i tetti.

Caro Mattarella, illustre gattaro, non si lasci più trascinare da coloro che non sanno nulla di come campino gli italiani, in un momento in cui i politici non lesinano la solidarietà a nessuno eccetto che ai cittadini che li hanno votati. Sia il presidente dei cittadini e non degli intrusi. Con mutata stima, le auguro di tornare a tacere o almeno di non pronunciare più parole che hanno per noi il sapore della cicuta.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » dom ago 21, 2016 4:31 pm

Giordano sul lavoro agli immigrati "Tutte balle, la verità è che..."
19 Agosto 2016
di Mario Giordano

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... rcone.html

Lavoro? Non ce n' è, perciò noi lo diamo ai profughi. È un' idea geniale quella del governo, avanzata tramite il capo dell' Immigrazione, prefetto Mario Morcone.

Un' idea candidata ufficialmente al Premio Oscar della Stupidaggine 2016. E del resto solo chi sta gestendo l' accoglienza nel modo delirante che abbiamo sotto gli occhi, con piccole frazioni invase da centinaia di immigrati e cooperative improvvisate che si riempiono le tasche di soldi, poteva partorire una scemenza di tale portata. E solo chi sta cercando disperatamente un diversivo per celare la propria incapacità poteva lanciarlo a nove colonne sul Corriere della Sera come una vera proposta su cui far discutere il Paese.

Intanto, per prima cosa, va detto che se questa è una novità anche Matusalemme potrebbe passare per un neonato. Di Comuni che negli ultimi mesi hanno cercato di impiegare i sedicenti profughi in lavoretti vari, infatti, se ne contano a bizzeffe: a Belluno gli immigrati hanno ridipinto le ringhiere, a Vicenza hanno pulito i parchi, a Castello d' Argile hanno fatto lavoretti nell' asilo, a Lucca si sono occupati della manutenzione della via Francigena, in Val Bormida hanno tolto i rami dai fiumi, ad Arezzo e Vittorio Veneto si sono occupati di giardinaggio, a Genova si sono trasformati in archivisti al Museo Doria… Il problema, piuttosto, è che "lavorare" per molti aspiranti profughi è una parola grossa, la questione non è tanto trovare loro un' occupazione quando ottenere che la svolgano.
Evidentemente mangiare a sbafo, per molti, è assai più comodo… Il prefetto Morcone, dunque, dimostra ancora una volta di non conoscere la realtà che dovrebbe amministrare perché propone un' idea che non solo è vecchia come il cucco, ma che già mostra la corda in tutto il Paese per manifesta inapplicabilità. Probabilmente, come dicevamo, lo fa soltanto per creare un diversivo in mezzo alle polemiche. Ma quello che è grave è l' idea devastante che questa proposta rivela, la concezione mortale della nostra società che si nasconde dietro di essa. Lo si capisce perfettamente quando il giornalista del Corriere chiede al prefetto Morcone: «E gli italiani che non hanno lavoro?», e lui risponde sprezzante: «Io mi occupo di immigrati». Chiaro, no? Lui si occupa di immigrati. È giusto che gli immigrati abbiano vitto, alloggio, i soldi per il telefono e ora anche il nostro lavoro. E gli italiani? Che restino disoccupati. Che muoiano pure di fame. Oppure, se preferiscono, che spariscano dall' Italia.

Sia chiaro, lo ripetiamo per non essere fraintesi. In sé l' idea di togliere i clandestini dai muretti dove bighellonano da mane a sera non è priva di qualche fascino. Vedere schiere di giovani baldi e forti (a proposito: perché i sedicenti profughi che arrivano in Italia sono tutti baldi e forti?) che ciondolano nullafacenti negli hotel quattro stelle in attesa del pranzo e della cena (che contestano se non è di loro gradimento) o bivaccano sulle panchine smanettando sugli smartphone di ultima generazione (a proposito: perché i sedicenti profughi che arrivano in Italia hanno tutti smartphone di ultima generazione?), magari provocando risse, furti, scippi e altri guai, non è piacevole. Di qui è ovvio che qualche sindaco si lasci tentare: perché, almeno, non facciamo fare loro qualcosa?

Ma dev' essere chiaro che se un immigrato fa (gratis o sottopagato) il giardiniere o il cantoniere o l' archivista, evidentemente toglie il posto a un italiano, che quel lavoro non lo può fare gratis né sottopagato per il semplice motivo che a lui quei soldi servono per vivere perché non c' è nessuno che lo mantiene, a differenza dell' immigrato. Dunque ci sarà un operaio disoccupato in più, una piccola azienda che perde la commessa, un artigiano senza lavoro. E allora vi sembra logico che un italiano paghi le tasse (e tante) per mantenere in Italia profughi che vivono a sbafo e poi portano via pure il posto di lavoro? Non è un circolo perverso, una spirale mortale, un tunnel che porta al nulla?

Questo è quello che è successo finora: lo Stato dà i soldi ai profughi e affama i sindaci, i sindaci affamati dallo Stato si fanno tentare dall' utilizzare manodopera gratis, e alla fine chi è che paga il conto? I lavoratori italiani, ovviamente.
Quelli che hanno sempre pulito le strade, riparato le strade, verniciato le ringhiere. E che ora lo fanno sempre meno. Per la crisi, si capisce. Ma anche per la concorrenza sleale di chi può lavorare gratis perché mantenuto. Ancora più grave, poi, se tutto ciò avviene non per lavori di pubblica utilità, ma in attività private, come accadde l' anno scorso alla festa del Pd di Reggio Emilia. Qui lo sfruttamento è totale e non ha nemmeno l' alibi del servizio alla collettività… Che ora lo Stato, attraverso il capo dell' Immigrazione, proponga questo come sistema generale è preoccupante perché dimostra il modello di società che hanno in mente, che si basa per l' appunto sullo sfruttamento totale, una cosa che arriva quasi a sfiorare la moderna schiavitù: l' invasione programmata di clandestini serve infatti ad abbassare fino all' annullamento i diritti dei lavoratori e la loro retribuzione, fino a considerare cioè la retribuzione non come la giusta ricompensa ma come un "di più", una mancetta da elargire insieme a un tozzo di pane e a un posto letto improvvisato. Vi siete mai chiesti, per esempio, perché a Rosarno non si riesca a eliminare l' eterna tendopoli dei clandestini? Semplice: perché serve manodopera a bassissimo costo per i caporali che reclutano lavoratori per i campi. E gli italiani, se vogliono lavorare, devono adeguarsi a quelle condizioni, come in effetti già stanno facendo.

Ecco il modello Morcone è una specie di maxi-caporalato esteso a livello nazionale, una Rosarno moltiplicata per mille: diffondo lavoro sottopagato per costringere gli italiani ad adattarsi, oppure ad emigrare. Un progetto devastante che si nasconde dietro il volto gentile dell' integrazione, del "non possiamo lasciarli abbruttire", dei "meccanismi premiali" e dei "comportamenti virtuosi". Tutte parole inutili per nascondere due verità semplici che il prefetto Morcone, ovviamente, si guarda bene dal dire. La prima verità: quelli che bivaccano nei nostri centri di accoglienza nella maggioranza non sono profughi, ma "richiedenti asilo". Cioè sono persone che chiedono una cosa di cui non hanno e non avranno diritto. E dunque (seconda verità) l' unico modo per non farli bivaccare o abbruttire o bighellonare non è dar loro un lavoro togliendolo agli italiani. Ma è rispedirli subito nel loro Paese. Senza farne entrare altri.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » sab set 03, 2016 2:41 pm

Il Consiglio nazionale svizzero delibera: sul lavoro prima i nostri
3 Sep 2016

http://www.lindipendenzanuova.com/il-co ... a-i-nostri

BERNA – Precedenza alla manodopera indigena: è questo il principio su cui deve basarsi l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa dell’UDC. La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale si è pronunciata oggi per una soluzione che non prevede quote o contingenti, ma che permette di adottare misure correttive non appena l’immigrazione oltrepassasse un certo livello su scala regionale o nazionale.

La proposta, accolta con 16 voti contro 9, è stata definita “un compromesso” dal presidente della Commissione Heinz Brand (UDC/GR). Il testo prevede che il Consiglio federale elabori delle misure per sfruttare il potenziale di manodopera indigena (cittadini svizzeri e stranieri già domiciliati nel paese). Il governo dovrà anche determinare, tenendo conto di diversi fattori tra cui l’immigrazione, la situazione a livello di mercato del lavoro e la congiuntura, soglie a partire dalle quali potrà essere introdotto un obbligo di comunicazione dei posti di lavoro vacanti.

Se queste misure non si rivelassero sufficienti e l’immigrazione dall’Unione europea e dall’AELS superasse un certo livello sul piano regionale o nazionale, l’esecutivo potrà ricorrere a misure correttive appropriate. Sarà il Consiglio federale stesso a decidere a partire da quale limite adottarle, per quanto tempo mantenerle in vigore, di che tipo esse dovranno essere e a che categorie professionali dovranno venire applicate. Qualora queste misure – che dovranno essere limitate al minimo indispensabile – non dovessero risultare compatibili con l’accordo sulla libera circolazione delle persone, dovranno essere discusse da un comitato misto Svizzera/Ue.

Piace a tutti, tranne a l’UDC

Come già anticipato dal presidente della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale Heinz Brand (UDC/GR), la proposta presentata oggi incontra il favore di tutti i partiti ad eccezione dell’UDC. Ecco in sintesi le reazioni all’annuncio odierno.

UDC: per il partito la soluzione presentata oggi è inaccettabile, ha affermato durante la conferenza stampa Gregor Rutz (ZH). La Costituzione esige una gestione indipendente della questione migratoria e non è possibile che per fare ciò si debba chiedere l’autorizzazione di Bruxelles. Non è ancora chiaro quali passi compirà ora l’UDC: se lanciare un referendum contro la modifica della legge o se proporre addirittura un’iniziativa di attuazione. “Prima c’è la sessione e la proposta verrà discussa dai parlamentari”, ha concluso il consigliere nazionale.

PS: “un passo nella giusta direzione”, “un buon compromesso”: così viene definita in una nota la proposta presentata oggi dalla Commissione. Secondo il partito, questa è l’unica via possibile per mantenere gli accordi bilaterali e nel contempo rispettare la volontà popolare uscita dalle urne il 9 febbraio 2014. La Svizzera ha bisogno di relazioni stabili con l’Ue e gli accordi bilaterali non devono in nessun caso essere messi in pericolo.

PPD: la commissione ha optato per un approccio federalista, compiendo un grande passo verso una valida soluzione all’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Si tratta – precisa il PPD in una nota – di una soluzione che risponde alle esigenze dei cantoni e consente di adottare misure di sostegno laddove ve n’è bisogno. Il presidente Gerhard Pfister ha aggiunto, esprimendosi davanti ai media, che le trattative con l’Ue sono ora divenute obsolete. “La commissione propone una soluzione che non viola gli accordi bilaterali e quindi non bisognerà cercare di ottenere concessioni dall’Ue”.

Verdi: in una nota il partito ecologista si dice sollevato per “l’ampia coalizione della ragione” che ha avuto la meglio all’interno della commissione. La proposta garantisce il rispetto dei bilaterali e consente allo stesso tempo misure in favore dei disoccupati.

Verdi Liberali: il partito saluta la proposta presentata oggi. Si tratta di “un buon compromesso elvetico” che accomuna diversi partiti ed è compatibile con gli accordi bilaterali, cosa che soddisfa le principali aspettative dei Verdi liberali. Le relazioni con l’Ue hanno un’importanza centrale per l’economia e la ricerca elvetica.

USAM – L’Unione svizzera delle arti e mestieri saluta la soluzione “non burocratica” presentata oggi dalla commissione per attuare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. L’organizzazione ribadisce la sua convinzione che bisogni in ogni caso rinunciare all’introduzione di contingenti fissi.

USS – Per l’Unione sindacale svizzera è positivo che si rinunci ad introdurre contingenti e tetti massimi: in passato essi hanno portato a lavoro illegale e a condizioni di lavoro precarie. Sarebbero inoltre in contraddizione con gli accordi bilaterali. La confederazione sindacale chiede però maggiori misure di protezione dei lavoratori, soprattutto a livello salariale.
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Re: Diriti Omàni dei Nativi e de łi Endexeni ouropei

Messaggioda Berto » ven set 23, 2016 8:07 pm

"Vuoi stare da noi? Ti adegui" . Svizzera anti-Allah, i provvedimenti che frenano gli islamici

22 Settembre 2016
http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... -mano.html

Il modello per l'integrazione ragionata e ragionevole degli islamici intransigenti? C'è, ed è a due passi da noi. In Svizzera, infatti, i cittadini hanno abbracciato la filosofia dell'interesse pubblico sulla libertà religiosa, mettendo in atto una serie di provvedimenti legislativi e culturali che limitano le rivendicazioni in nome di Allah.

Come riporta Il Giornale, uno di questi episodi è accaduto in una scuola di Therwil, nel cantone tedesco. Uno studente islamico si era rifiutato di stringere la mano alla professoressa perchè una regola coranica prevede di non toccare in nessun caso una donna non appartenente alla propria famiglia. I genitori del ragazzo avevano chiesto un'esenzione ufficiale per il figlio, ma il consiglio scolastico si è opposto in modo fermo: "Stringere la mano non è solo un segno di decenza, ma è un atto profondamente radicato nella nostra società e cultura" ha detto la dirigente dell'istituto. E il dipartimento dell'Educazione di Basilea-Landschaft ha ribadito che "L'interesse pubblico rispetto alla parità uomo-donna supera la libertà di coscienza degli studenti".

E' dell'anno scorso, inoltre, il referendum che vieta di indossare il burqa nei luoghi pubblici, regola valida anche per le consorti dei facoltosi sceicchi facilmente avvistabili in Svizzera, pena una multa di circa 200 euro. E nel 2009 i cittadini elvetici si sono anche pronunciati in favore di uno stop alla costruzione di nuovi minareti, mentre a giugno di quest'anno due ragazze islamiche non hanno ottenuto la cittadinanza svizzera per cui avevano fatto richiesta. Il motivo? Si erano rifiutate di nuotare in piscina insieme ai compagni maschi, mostrando di non essere pronte a diventare parte della comunità elvetica. Svizzera, insomma, modello di modernità laica.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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