Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversałi

Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversałi

Messaggioda Berto » mer giu 01, 2016 1:57 pm

Migranti, Dalai Lama a giornale tedesco: "Europa e Germania non posso diventare arabe"
Il leader buddista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung: "Se guardiamo i profughi, proviamo compassione. Ma sono diventati troppi"
TONIA MASTROBUONI
01 giugno 2016

http://www.repubblica.it/esteri/2016/06 ... -141075636

BERLINO - Un'intervista lunga, esplosiva. Con cui il Dalai Lama dà pienamente ragione agli avversari di Angela Merkel che chiedono un tetto ai profughi. Apparsa, oltretutto, sul quotidiano di riferimento dei conservatori tedeschi, la Frankfurter Allgemeine Zeitung. "Se guardiamo i profughi in faccia, soprattutto le donne e i bambini, proviamo compassione", ha spiegato la massima autorità spirituale dei buddisti tibetani alla FAZ. Bisogna aiutarli, ha aggiunto, ma "d'altra parte, nel frattempo sono diventati troppi. L'Europa e la Germania non possono diventare arabe. La Germania è la Germania".

Intervistato nel nord dell'India, a Dharamsala, dove vive in esilio a causa dell'occupazione cinese del Tibet dal 1959, il premio Nobel per la pace ha anche suggerito che i profughi dovrebbero tornare a casa, dopo un po'. "Moralmente", ha puntualizzato, dovrebbero "restare solo temporaneamente", per poi tornare nel loro Paesi e "aiutarli nella ricostruzione".

La più alta autorità religiosa dei tibetani ha anche espresso il desiderio di tornare in patria, "tra un paio di anni" e a proposito della querelle con i cinesi sulla sua reincarnazione, il leader spirituale ottantenne ha detto che "decideranno i tibetani" ma ha ribadito che potrebbe essere lui, l'ultimo Dalai Lama. Un modo per evitare che siano i cinesi a designare il suo successore.

Simbolo mondiale della pace, il Dalai Lama ha ammesso che a volte la violenza è giustificata,
"quando non c'è scelta e quando la compassione è il motivo". Anche Buddha uccise un mercante per salvarne 499, ha raccontato al quotidiani tedesco, dunque mosso a compassione per il destino di quei 499.




Il Dalai Lama sui rifugiati in Europa: cosa ha detto veramente
di Andrea Spinelli Barrile @spinellibarrile a.spinelli@ibtimes.com 01.06.2016 16:00 CEST

http://it.ibtimes.com/il-dalai-lama-sui ... te-1453541

In queste ore si parla molto delle parole che Tenzin Gyatso, il 14esimo Dalai Lama in esilio dal Tibet a Dharamsala in India, avrebbe pronunciato in merito all'emergenza migranti in Europa: “La Germania non può essere un paese arabo” ha detto il leader spirituale tibetano “[i migranti, nda] stanno diventando troppi”.

Apriti cielo. Il Dalai Lama ha pronunciato tali parole nel corso di una lunghissima e corposissima intervista con il Frankfurter Allgemeine Zeitung e i giornali italiani - anche quelli che vantano corrispondenti da Berlino - hanno ripreso e rilanciato tutti le medesime frasi estrapolate da un contesto molto più ampio, decisamente più complesso e “alto” di quanto non si legga in lingua italiana.

Rispondendo ad una domanda circa il suo punto di vista sull'attuale crisi dei rifugiati in Europa il Dalai Lama non ha detto nulla di incoerente con una logica di accoglienza e sostegno, inquadrando la questione in un panorama decisamente più ampio che forse le miopi menti europee fanno fatica a comprendere: “Se guardiamo in faccia ogni singolo rifugiato percepiamo la sua sofferenza. Chi può ha la responsabilità di aiutarli ma d'altra parte ora ce ne sono troppi in Europa […] così tanti che sono difficili da gestire. Ritengo che moralmente questi rifugiati debbano essere accolti temporaneamente ma l'obiettivo deve essere quello di farli tornare a casa a ricostruire i propri paesi”.

In Italia, con un po' di faciloneria, c'è chi sostiene che “il Dalai Lama dà pienamente ragione agli avversari di Angela Merkel che chiedono un tetto ai profughi” ma non è proprio così: chiunque fugge dalla propria terra mantiene il desiderio di tornare, un desiderio che spesso diviene un'ulteriore, atroce, sofferenza.

Occorre in primo luogo spiegare chiaramente, come fa lo stesso Dalai Lama nell'intervista, che egli stesso vive da esiliato in India dal 17 marzo 1959 ma che questa condizione non lo ha mai condotto su posizioni assolute e minacciose nei confronti della Cina.

In tal senso si inquadra, ad esempio, la campagna per la liberazione del Tibet dall'occupazione ma non per la secessione e l'indipendenza dalla Cina: quando Gyatso afferma che “l'obiettivo è farli tornare a casa a ricostruire i propri paesi” sostiene di fatto il lavoro da egli stesso svolto nel corso di questi decenni. Nel 2011 si è dimesso da tutte le cariche politiche legate alla figura del Dalai Lama, che per 400 anni è stato la massima autorità religiosa e politica per i tibetani, ma senza mai smettere di occuparsi del destino della cultura e del popolo del Tibet ma rinunciando sin da subito, o quasi, alla bramosia di indipendenza del Tibet dalla Cina.

“Libero Tibet in una libera Cina” sostiene da decenni il leader spirituale, inquadrando la sua battaglia nonviolenta in uno scenario ben più ampio, che riguarda la libertà di tutti i cittadini cinesi e non solo dei tibetani.

Era il 1969 quando, con un comunicato ufficiale, il 14esimo Dalai Lama affermava che l'esistenza stessa della figura del Dalai Lama dipendeva interamente dalla volontà dello stesso popolo tibetano, muovendosi verso quella “leadership laica” che ancora i cinesi fanno fatica a comprendere.


Se guardiamo in faccia ogni singolo rifugiato percepiamo la sua sofferenza. Chi può ha la responsabilità di aiutarli ma d'altra parte ora ce ne sono troppi in Europa […] così tanti che sono difficili da gestire. Ritengo che moralmente questi rifugiati debbano essere accolti temporaneamente ma l'obiettivo deve essere quello di farli tornare a casa a ricostruire i propri paesi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » mar giu 07, 2016 8:45 pm

L'injustisia dei jugeghi e la sciavetù

“Migranti economici come profughi”: il giudice che dà la protezione ai poveri
Un’ordinanza del Tribunale di Milano: hanno gli stessi diritti
07/06/2016
laura anello
PALERMO

http://www.lastampa.it/2016/06/07/itali ... agina.html

Sei povero? Hai diritto a essere accolto in Italia. Cita la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo il giudice del Tribunale di Milano Federico Salmeri a sostegno dell’ordinanza con cui concede a un ventiquattrenne del Gambia il permesso di soggiorno in virtù della protezione umanitaria. Permesso che era stato rifiutato dalla Commissione territoriale.
«Ogni individuo ha il diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali essenziali».

Un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: la povertà è condizione sufficiente a restare, alla stregua di guerre e persecuzioni.

Un’ordinanza che da Milano rimbalza tra gli operatori umanitari di Lampedusa, offrendo uno spiraglio ai cosiddetti migranti economici, per i quali finora sono fioccati i respingimenti. Cosa di cui il giudice (della prima sezione civile) è pienamente consapevole. Non importa - scrive - che quest’interpretazione apra al rischio di un riconoscimento di massa della protezione umanitaria. «Si badi infatti - spiega - che il riconoscimento di un diritto fondamentale non può dipendere dal numero di soggetti cui quel diritto viene riconosciuto. Per sua natura, un diritto universale non è a numero chiuso».

Così il giovane gambiano ha diritto a restare in Italia regolarmente. Anche se il tribunale non ha creduto alla storia che lui ha raccontato, quella di essere perseguitato nel suo Paese per motivi politici, in quanto militante del partito antigovernativo Udp. Però, obietta il giudice, anche se il ragazzo non è a rischio per la guerra, è a rischio per la fame. Proprio in virtù di questo, Salmeri non gli riconosce né lo status di rifugiato (rivolto a chi subisce atti di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinione politica) né lo status di protezione sussidiaria, che si concede a chi - rientrando nel proprio Paese - rischi di essere condannato a morte, torturato o coinvolto in una guerra.

No, quel giovane deve essere accolto semplicemente perché in Gambia c’è una povertà tale da esporlo a una condizione di «vulnerabilità», parola citata in diverse pronunce della Corte di Cassazione: l’aspettativa di vita è di 59,4 anni (in Italia 82), il Pil pro capite di 1600 dollari (in Italia 35 mila ???), esiste una «stagione della fame» che dura ogni anno da due a quattro mesi. E chi, tra i disperati sui barconi non è vulnerabile? Quale madre incinta? Quale padre senza cibo da dare ai figli? Quale bambino solo? Il fatto stesso che si mettano in viaggio, dice il giudice, dimostra che non hanno altra possibilità. «Apparirebbe infatti contraddittoria e inverosimile - obietta il giudice - la scelta del ricorrente di percorrere un viaggio così tanto lungo, incerto e rischioso per la propria vita, se nel Paese di origine godesse di condizioni di vita sopra la soglia di accettabilità». Il rimpatrio? «Lo porrebbe in una situazione di estrema difficoltà economica e sociale, imponendogli condizioni di vita del tutto inadeguate, in spregio agli obblighi di solidarietà nazionale e internazionale».


Per un giudice l'Italia deve accogliere tutti i clandestini del mondo e degli italiani chi se ne frega!
di Magdi Cristiano Allam 08/06/2016

http://www.magdicristianoallam.it/buong ... frega.html

Buongiorno Amici

Buongiorno amici. Per il giudice del Tribunale di Milano Federico Salmeri l'Italia deve accogliere tutti i clandestini del mondo, ma proprio tutti, non importa se si tratta di miliardi di clandestini, accordando loro una "protezione umanitaria" per il semplice fatto che sono poveri, a prescindere dal fatto se siano in fuga dalla guerra o se rischiano comunque la vita per il loro pensiero, o fede o sesso.

Il giudice Salmeri, dopo aver emesso un'ordinanza con cui ha concesso a un 24enne del Gambia il permesso di soggiorno in virtù della protezione umanitaria, che era stato rifiutato dalla Commissione territoriale, in un'intervista a La Stampa ha detto:
"Ogni individuo ha il diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali essenziali".

Per accordargli il diritto ad essere accolto a nostre spese è sufficiente che i clandestini dimostrino di aver fatto un viaggio lungo e rischioso per arrivare in Italia:
"Apparirebbe infatti contraddittoria e inverosimile la scelta del ricorrente di percorrere un viaggio così tanto lungo, incerto e rischioso per la propria vita, se nel Paese di origine godesse di condizioni di vita sopra la soglia di accettabilità".

Il giudice Salmeri esclude che il clandestino possa essere rimpatriato:
"Lo porrebbe in una situazione di estrema difficoltà economica e sociale, imponendogli condizioni di vita del tutto inadeguate, in spregio agli obblighi di solidarietà nazionale e internazionale".

L'ordinanza del giudice Salmeri rappresenta un precedente che potrebbe spianare la strada ad un'invasione di massa di clandestini da ogni parte del mondo, a cui dovremmo automaticamente riconoscere la "protezione umanitaria" accollandoci il mantenimento dei clandestini e delle loro famiglie. Al riguardo il giudice Salmeri è categorico:
"Il riconoscimento di un diritto fondamentale non può dipendere dal numero di soggetti cui quel diritto viene riconosciuto. Per sua natura, un diritto universale non è a numero chiuso".

Cari amici, questa ordinanza del giudice Salmeri ci fa toccare con mano la follia e la degenerazione suicida in cui si precipita quando si immagina di doversi sottomettere costi quel che costi alla lettura formale della legge, a prescindere dalle ricadute concrete nel nostro vissuto e dalle conseguenze per il nostro diritto alla vita in dignità e libertà.

Come è possibile che un giudice che è più preoccupato della sorte dei clandestini e dei derelitti del mondo intero anziché occuparsi e avere a cuore la sorte degli italiani, possa con un'ordinanza folle e suicida condannare a morte il nostro popolo?

Come è possibile che si ritenga che ai clandestini si debba concedere anche ciò che non disponiamo, mentre ai 12 milioni di italiani poveri non si debba concedere ciò che disponiamo e ciò che sarebbe un nostro sacrosanto diritto alla vita, alla dignità e alla libertà negati da uno Stato ladrone e aguzzino, da una classe politica di traditori e venduti, da una magistratura ideologizzata e faziosa al punto da odiarci?


Questo giudice insegue il Papa romano è completamente irresponsabile; un padre di famiglia che si permettesse di dilapidare le risorse, i risparmi, i beni e il patrimonio della famiglia verrebbe interdetto. A questo giudice dovrebbe essere tolta la facoltà di giudicare.
Queste sono sentenze disumane, demenziali che portano morte, distruzione, odio e guerra.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » dom giu 19, 2016 1:09 pm

???

Papa: "Chi non accoglie non è cristiano e non entrerà nel regno dei cieli"
2016/06/18

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/ ... 3YAgP.html

"Chi non accoglie non è cristiano e non sarà accolto nel regno dei cieli". Papa Francesco, nella sua visita a Villa Nazareth nella capitale, è tornato sul tema dell'accoglienza. "Stiamo vivendo in una civiltà di porte chiuse e di cuori chiusi. Ci difendiamo l'uno dall'altro. C'è una paura ad accogliere e non parlo solo di migranti - che è un problema politico mondiale - ma anche di accoglienza quotidiana. Mi fa male - dice Francesco - quando vedo le chiese a porte chiuse. Ci saranno alcuni motivi giustificabili, ma una chiesa a porte chiuse significa che quella comunità cristiana ha il cuore chiuso".

"Se non accogliamo non siamo cristiani e non saremo accolti nel regno dei cieli: è così", sottolinea il Pontefice invitando alla responsabilità sociale ed ecclesiale. È necessario, avverte il Papa, "insegnare e fare capire che questa è la porta della strada cristiana. L'accoglienza fa fruttificare i talenti. C'è la grande accoglienza di chi viene da terre lontane e la piccola accoglienza di chi torna dal lavoro e dopo una giornata di lavoro ascolta i figli. L'accoglienza è una bella croce perchè ci fa ricordare l'accoglienza che il buon Dio ha avuto ogni volta che noi andiamo da lui per consigliarci e chiedere perdono".

Papa Francesco denuncia l'"immoralità" del mondo economico: "Il mondo economico, oggi come è sistemato nel mondo, è immorale. Ci sono eccezioni, c'è gente buona. C'è gente e istituzioni che lavorano contro questo, ma abbiamo capovolto i valori". Nel suo intervento, una nuova denuncia ai trafficanti di armi: "la guerra è l'affare che in questo momento che rende più soldi. Anche per fare arrivare gli aiuti umanitari in paesi di guerriglia è una difficoltà: tante volte la Croce Rossa non è riuscita, ma le armi arrivano sempre, non c'è dogana che le fermi perchè è l'affare che rende di più".

Il Papa tuona contro le "grandi ingiustizie" e dice "dobbiamo parlare chiaro: questo è peccato mortale. Mi indigna e mi fa male quando - ed è una cosa di attualità - vengono a battezzare un bambino e ti portano uno dicendo 'Lei non è sposato in chiesa quindi non può fare il padrino'. E poi ti portano un altro che è un trafficante di bambini e uno sfruttatore, e ti senti dire 'Ah no, lui è un buon cattolico: abbiamo capovolto i valori".

Alberto Pento comenta
Io non sono assolutamente cristiano e non mi interessa il regno dei cieli dell'idolo Cristo, come non mi interessa la resurrezione dei morti che non ha alcun senso, tamto meno le vergini islamiche. Tu Bergoglio sei un idolatra e quello che dici è disumano e va contro i Dirirtti Umani Universali, sei come i nazi-islam-comunisti, un teocratico totalitario, sei ignorante e presuntuoso. Ringrazio la vita che mi ha dato tanto, che mi ha dato la forza e la gioia di non credere nelle idiozie dei vostri idoli. Non esiste alcun regno dei cieli, esiste soltanto il Creato o la Creazione perennemente in atto che è la manifestazione della potenza e della gloria di D-o che non è certo Cristo o Jahvè o Allà.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » sab giu 25, 2016 6:21 pm

Le encolpasion enfami de cu a se serve łi roganti, łi prepotenti, ł veri "rasiti" ... : enfedel, miscredente, pagan, bestia creadura sen'anema, rasista

Razzismo, un'accusa per tappare la bocca al pensiero "scorretto"
Fiamma Nirenstein - Sab, 25/06/2016

http://www.ilgiornale.it/news/spettacol ... 75838.html

Ci vuole coraggio a pubblicare Richard Millet, lo scrittore francese che è stato anche l'autore di un paradossale e provocatorio Elogio letterario di Andres Breivik, l'assassino di 77 ragazzi sull'isola di Utoya in Norvergia.

Ne ha avuto a bizzeffe l'editore Liberilibri, mettendo fuori un libretto azzurro dall'apparenza accademica: L'antirazzismo come terrore letterario con una altrettanto audace introduzione di Renato Cristin, professore di Ermeneutica filosofica all'università di Trieste, di fatto un saggio parte del testo più che interpretazione dello scritto di Millet. Forse la differenza maggiore sta nel fatto che l'intervento di Cristin, meno letterario, si può dire meno francese nella ridondanza grammaticale e risulta più vicino al lettore. Nel testo di Millet un lettore anche abituato ai testi più esoterici può imbattersi in aggettivi come «ipermnestico», in nome della ricchezza della lingua che l'autore vede come il centro della perduta identità europea. Pazienza.
Millet sarebbe il razzista-non razzista, perseguitato dal terrorismo di un immensa rete volenterosa e «devota» di attivisti della destrutturazione europea.
In generale il ragionamento di Millet è interessante e in buona parte condivisibile, e soprattutto lo è la sua appassionata difesa di sé stesso. Millet si vede come un perseguitato, peggio ancora, un appestato, o ancora di più, un untore, che una società confusa, ideologica, bugiarda e anche feroce (quella sì, non lui, sostiene) ha condannato per avere detto la verità sul suicidio collettivo della mente, del cuore, della lingua, dell'identità europea.

È proibito parlare del multiculturalismo e dell'immigrazione se non in termini entusiasti, patetici, consenzienti. L'accusa di Millet non è generica, ma specifica: coloro che privano l'Europa delle sue culture specifiche per consegnarla nelle mani della confusione destrutturante delle teorie dell'accoglienza sono i gruppi che hanno acquisito il potere euro-comunitario. Millet è il teorico del disgusto per la supponenza funzionale e la ristrettezza visuale del burocrate, come dice Cristin, che, con l'indispensabile aiuto degli intellettuali e della borghesia politically correct, opera una destrutturazione dei temi di identità, patria, radici, religione... per consegnare l'Europa, sadicamente, nelle mani della scelta di dissolversi in quello che chiama multiculturalismo, ma che in realtà è il buio della ragione.

Millet non è radicalmente contro l'accoglienza, ma pensa che debba essere misurata, forse temporanea, certamente tesa all'assorbimento e non alla distruzione dell'identità del popolo che accoglie. Rivendica il diritto a preferire una cultura a un'altra, chiama Lévi-Strauss a testimone della giustezza della sua scelta e del pericolo mostruoso in cui si sta cacciando chi ritiene che la poligamia sia come la monogamia o la cultura francese come quella dello Zambia, e denuncia la distruzione della cultura francese, scrittore dopo scrittore, parola dopo parola, l'obliterazione dell'eccellenza che caratterizza «Montaigne, Bossuet, Voltaire, Chateaubriand, Proust, Claude Simon, de Charpentier, Debussy, Fauré, Dutilleux, Philippe de Champaigne, Chardin, Corot, Manet, Balthus» e quanti altri Millet evocherebbe! Con la loro perdita l'autore spiega la tristezza che lo prende in una Francia multirazziale e multiculturale in cui l'immigrato non sappia, e anche non voglia, nutrirsi di questo humus indispensabile.

La parte migliore di Millet, che però non regge fino in fondo, è proprio il suo urlo di stupore di fronte all'irrazionalità del multiculturalismo accecato dall'ideologia: «È forse criminale» dice «pretendere di nominare le cose, e dire non solamente il colore delle persone, la loro etnia, la loro razza, il loro comportamento ma anche il dolore che è mio, nel constatare che ciò in cui sono stato educato viene dichiarato obsoleto, ovvero nocivo, e che non posso considerare che coloro che mi circondano non sono come me mentre sono presi dell'alterazione mimetica dell'altro e che essi non vogliono diventare come me, né io ciò che loro sono, poiché essi non sono emigrati per diventare francesi ma in certi casi per trionfare sulla specificità francese in nome dell'islamocentrismo». Il paradosso, dice Millet, è che io per loro non sono che «un non convertito all'Islam» e ai «valori» del Nuovo Ordine morale, un «eretico per difetto quanto per necessità». Insomma Millet dice che di fatto il mondo super aperto e iper tollerante che lo ha messo al bando e lo criminalizza, è il contrario di quel che pretende di essere, disegna una nuova dittatura sociale e culturale che, e lui ne è la dimostrazione vivente, ha già creato un apartheid. Non solo: si sentono lontano le cannonate e i rombi di un mondo ignorato, e fin'ora minoritario, che si prepara a una grande ribellione contro gli impettiti custodi della nuova moralità.

Millet dice che l'accusa di razzismo è una nuova grande accusa razziale, che anzi essa appartenga a un milieu fascistoide fatto di sindacati, associazione di scrittori, di leghe, di laboratori... e la rifiuta con tutto sé stesso, come rifiuta di essere quel fascista che è stato accusato di essere. Si vede come un sincero osservatore della realtà, cui è proibito di dirlo. E ha ragione. Ma la passione ideologica francese è il suo rischio, mi lasci Millet dire che la sua furiosa antipatia per gli americani, (parla addirittura di sotto-uomini americani), il vedere la cultura americana come un epifenomeno nel mondo occidentale e anzi un sanguisuga da cui liberarsi, il considerarla tout court un'alleata dell'islamismo, funziona poco nel ragionamento, come pochissimo funziona il suo prendersela con i nuovi diritti dei gay, con una lotta che non ha alcun tono anti-occidentale (il contrario, dato il modo in cui i gay sono considerati nel mondo islamico) e che non si capisce perché consideri come un elemento di destrutturazione. E Millet prende anche un bel granchio (e lui non è antiisraeliano) quando vitupera l'orrore delle cricche «devote» all'antisemitismo e la sacralizzazione della Shoah: beh, qui proprio vede doppio, dato che è proprio nella sinistra francese, la sua nemica, che non vige più nessun tabù sugli ebrei, basta che l'antisemitismo si travesta un pochino da critica a Israele e gli sghignazzi investono anche la Shoah.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » sab giu 25, 2016 6:22 pm

Si iscrive alla Lega: ingegnere africano espulso dalla onlus della Kyenge
Ekué Folly, ingegnere con tripla laurea, viene cacciato dalla onlus della Kyenge. Il motivo? "È iscritto alla Lega che è un partito xenofobo"
Sergio Rame - Sab, 25/06/2016
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 75897.html

Per Cecile Kyenge essere leghista è una colpa, una macchia indelebile. E lei, l'ex ministro all'Integrazione, non vuole aver niente a che fare con Matteo Salvini i militanti del Carroccio.

Proprio per questo la Redani, la onlus che sostiene progetti a favore degli immigrati, ha "espulso" del Consiglio direttivo Ekué Folly, ingegnere trentacinquenne del Togo che vive in Italia dal 2005. Da quando si è iscritto alla Lega Nord, hanno iniziato a fargli la guerra. E non importa a nessuno che ha tre lauree, e quindi il titolo per sedere nel Consiglio direttivo dela Redani, Ekué Folly è stato cacciato su due piedi.

La Kyenge non è mai andata d'accordo con i leghisti. Attacchi e insulti sono volati da ambo le parti durante tutto il governo Letta. Qualcuno è addirittura finito in tribunale per aver calcato la mano. Ma è acqua passata. Il risentimento, però, a volte ritorna. Tanto che, come riporta il Corriere della Sera, il Comitato direttivo della Redani, onlus nata con il contributi dell'ex ministro, ha deciso di cacciare Ekué Folly "per incompatibilità di valori fra l’adesione alla Lega Nord e l’appartenenza alla Redani che non può avere fra i suoi iscritti un aderente a un partito xenofobo e razzista". Un sopruso che ha mandato su tutte le furie l'ingegnere del Togo che ha, quindi, citato in giudizio l’associazione per chiedere la reintegrazione. "Espulsione odiosa e sbagliata - ha tuonato l'africano che vive a Monselice con moglie padovana e due figli piccoli - innanzitutto perché la Lega Nord non è un partito xenofobo e razzista e poi perché la Redani, apartitica per statuto, mi ha eliminato per l’iscrizione a un partito".

Alla onlus della Kyenge non voglio sentire ragioni. Niente leghisti tra le scatole. "La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), organo del Consiglio d’Europa - argomenta lo scrittore africano Kossi Komia-Ebri, presidente della Redani - parla di 'uso particolarmente intenso della propaganda razzista e xenofoba da parte della Lega Nord' e di 'importanti leader politici che hanno rilasciato dichiarazioni razziste e xenofobe'". In reatà a pesare sulla decisione è proprio la Kyenge, membro e socio fondatore dell’associazione, e gli attacchi ricevuti dalla Lega Nord. "Contro di lei - continua Kossi Komia-Ebri - si è scagliata una violenta campagna razzista da parte della Lega e lui si è iscritto proprio alla Lega".

Dal canto suo Ekué Folly difende l'iscrizione al Carroccio. "Sono un convinto sostenitore delle loro politiche sull’immigrazione - spiega al Corriere della Sera - non possiamo accogliere tutti, sono per un piano di rientro volontario nei rispettivi Paesi". E racconta di aver pure provato a riappacificare i vertici della onlus. Ma non è andata a buon fine.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » mar ago 16, 2016 6:26 am

L'invasato idolatra che non rispetta i Diritti Umani dei Nativi e Indigeni europei divenuto strumento del fanatismo cristiano, dello statalismo totalitario, del nazislamismo, del castualismo, dei regimi ademocratici, delle tendenze teocratiche, del lassismo nei confronti dell'orrore e del terrore islamico, ...

???

Migranti, l'appello di papa Francesco: "Chiesa superi muri e barriere"
Papa Francesco sprona di nuovo verso l'accoglienza: “È il fuoco dello Spirito Santo che ci porta a farci carico dei problemi degli altri, dei rifugiati e dei migranti”
Francesco Curridori - Dom, 14/08/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 96710.html

"La Chiesa non ha bisogno di burocrati e di diligenti funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall'ardore di portare a tutti la consolante parola di Gesù e la sua grazia". Papa Francesco, nel corso dell'Angelus domenicale, usa parole nette nei confronti della Chiesa non deve"lasciarsi frenare dalla paura e dal calcolo", ma vigilare per "non abituarsi a camminare entro i confini sicuri”.

“Due atteggiamenti che portano la Chiesa a essere funzionale, a non rischiare mai", aggiunge il Pontefice per il quale "il fuoco dello Spirito Santo che dona audacia e fervore non parte dalla testa ma dal cuore". A guidare la Chiesa deve essere lo Spirito Santo che “ci aiuta a superare i muri e le barriere, ci rende creativi e ci sprona a metterci in movimento per camminare anche su strade inesplorate o scomode, offrendo speranza a quanti incontriamo". Il pensiero del Papa va alla necessità di avere sacerdoti, consacrati e laici “con lo sguardo attento dell'apostolo, per commuoversi e sostare dinanzi ai disagi e alle povertà materiali e spirituali”. “È il fuoco dello Spirito Santo che ci porta a farci carico dei problemi degli altri, dei rifugiati e dei migranti”, spiega Papa Bergoglio. E senza questo fuoco la Chiesa "diventa fredda o tiepida, incapace di dare vita, perchè è fatta da cristiani freddi e tiepidi". "Ci farà bene - conclude il Papa - prenderci cinque minuti e domandarci: Come va oggi il mio cuore? E' freddo e tiepido o è capace di ricevere questo fuoco?".


Fanfaron d'on Papa, fate carico col tuo e no co coeło de łi altri e ke no xe tuo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 8:39 am

La guerra tra poveri è una menzogna.
La cosidetta "guerra tra poveri" di fatto è una manipolazione criminale dei Diritti Umani, da parte delle caste al governo dello stato, con negazione dei legittimi diritti dei Nativi e degli Indigeni per darli/concederli/trasferirli ai clandestini non aventi diritto, come privilegi.


Il mio primo intervento a "Dalla vostra parte" su Rete4: "In Italia esploderà una guerra tra poveri e il razzismo perché si concede ai clandestini ciò che non viene concesso a tanti italiani bisognosi" (18/8/2016)

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 9805009940
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 8:42 am

Meeting Cl, Mattarella all’inaugurazione: “Spostamenti migratori non si risolvono con un cartello che vieta l’ingresso”
Il capo dello Stato all'apertura di Comunione e Liberazione: "Si governa il fenomeno con serietà e senso di responsabilità. Ci può soccorrere far crescere - sul serio e presto - possibilità di lavoro e di benessere nei Paesi in cui le persone hanno poco o nulla". Salvini lo attacca: "Complice degli scafisti". Ma Maroni a sorpresa: "Condivido il presidente"
di F. Q. | 19 agosto 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... so/2983195

Il tema referendum lo sfiora soltanto quando cita la consultazione popolare che sancì la nascita della Repubblica. La maggior parte del suo discorso, invece, lo dedica alla lotta al terrorismo e alla battaglia contro la xenofobia. Sono questi i temi affrontati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che è intervenuto alla cerimonia d’inaugurazione della 37esima edizione del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.

“Emergenza migrazione non si risolve con: vietato ingresso” -“Nessuno può augurarsi che si verifichino spostamenti migratori sempre più imponenti ma così rischia di avvenire se ci si illude di risolvere il problema con un ‘vietato l’ingresso’ e non governando il fenomeno con serietà e senso di responsabilità. Ci può soccorrere, permettendo di governarlo in sicurezza, soltanto il principio che ci si realizza con gli altri. Che vuol dire far crescere – sul serio e presto – possibilità di lavoro e di benessere nei Paesi in cui le persone hanno poco o nulla, perché, in concreto, il loro benessere coincide pienamente con il nostro benessere”, ha detto il capo dello Stato, che aveva aperto il suo intervento rivolgendosi ai giovani. “L’attitudine dei giovani a diventare protagonisti della propria storia costituisce l’energia vitale di un Paese. Questa spinta vale più di qualunque indice economico o di borsa”, ha detto Mattarella, sottolineando che “tante nuove diseguaglianze stanno emergendo. Spesso sono proprio i giovani a pagarne il prezzo più alto. Occorre ricominciare a costruire ponti e percorsi di coesione e sviluppo. Occorre rendersi conto che vi è un destino da condividere. Stiamo parlando di condivisione dei benefici e delle responsabilità; e anche delle difficoltà. Condivisione dei diritti e dei doveri.

Della memoria del nostro popolo e del suo sguardo verso il futuro”.

“No a false soluzioni fallite nel ‘900″ - Ed è anche per questo che per il capo dello Stato, “in un tempo di cambiamenti epocali come il nostro è necessario prestare attenzione e dar spazio alla visione dei giovani. Senza farci vincere dalle paure. Dalle paure antiche e da quelle inedite. Attenti a non cadere nell’errore di ritenere nuove false soluzioni già vissute e fallite nel breve Novecento. Non ci difenderemo alzando muri verso l’esterno, o creando barriere divisorie al nostro interno. Al contrario”.

“Repubblica nata da referendum” - Il presidente ha poi fatto riferimento a più riprese al “compleanno” della Repubblica Italiana, che ha “appena compiuto 70 anni, ma è anch’essa giovane. I tempi biologici sono più lunghi per le istituzioni. Ha già affrontato prove impegnative. Per diventare più forte ha bisogno di rinnovato entusiasmo, di fraternità, di curiosità per l’altro, di voglia di futuro, del coraggio di misurarsi con le nuove sfide”. Ed è a quel punto che il capo dello Stato ha citato il referendum del 2 giugno del 1946. “La Repubblica è nata da un referendum, e dunque da un confronto democratico. La divisione degli orientamenti, però, è stata tradotta in una straordinaria forza unitaria. Merito -ha sottolineato il Capo dello Stato- dei nostri padri e delle nostre madri. Merito delle forze politiche e delle classi dirigenti democratiche. Che hanno saputo capire, malgrado difficoltà molto grandi (che talvolta vengono oggi sottovalutate), ciò che li univa, al di là dei legittimi contrasti)”.

“Istituzioni vanno sempre aggiornate” - Poi il capo dello Stato ha sottolineato che le Istituzioni hanno comunque bisogno di essere “aggiornate”. “La Repubblica ha consentito rinnovamento e maturazione, ha permesso un ampliamento delle basi democratiche e il radicamento della democrazia nella cultura nazionale. È bene tenerlo presente, anche per il futuro, dal momento che le democrazie hanno sempre bisogno di essere aperte allo spirito del tempo, di inverarsi nelle diverse condizioni della storia, di accogliere nelle loro istituzioni le innovazioni e le forze vive, di aggiornarsi per rappresentare sempre meglio le istanze popolari e, insieme, per rispondere con efficacia alle domande nuove di cittadinanza che la società pone alle istituzioni”.

“Con nostra civiltà sconfiggiamo terrorismo” - Il presidente ha dedicato un passaggio del suo intervento anche al femminicidio. “Abbiamo assistito in questi giorni all’uccisione di tante donne” – ha detto – un fenomeno proprio di chi pensa agli altri come appendice o dipendenza di sé”. Quindi il capo dello Stato ha fornito la sua ricetta per sconfiggere l’allarme terrorismo. “Con la nostra civiltà, e senza rinunciare ad essa, sconfiggeremo anche i terroristi. Che seminano morte per tentare di cambiare i nostri cuori e le nostre menti. È questa una sfida per gli Stati democratici. Ma anche per le religioni. Ci vuole umanità verso chi è perseguitato, accoglienza per chi ha bisogno e, insieme, sicurezza di rispetto delle leggi da parti di chi arriva. Occorre severità massima nei confronti di chi si approfitta di essere umani in difficoltà, cooperazione con i Paesi di provenienza e di transito. Ci vuole intelligenza e visione per battere chi vuole la guerra“.

Le parole del presidente hanno provocato la feroce replica di Matteo Salvini, il leader della Lega che arriva a definire il capo dello Stato “complice degli scafisti“. “Mattarella anche oggi predica accoglienza, invita a costruire ponti, dice che non si può vietare l’ingresso agli immigrati. Buono? No, complice di scafisti, sfruttatori e schiavisti. L’anno scorso 107.000 italiani (22.000 giovani) sono scappati all’estero per lavorare, ma Mattarella preferisce preoccuparsi dei clandestini”, ha scritto Salvini su Facebook dove lanciando persino l’hashtag #mattarellaclandestino.

Ma toni molto diversi sono quelli del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che, anzi, sembra prendere chiaramente posizione: “Non commento i commenti – dice Maroni – Sto a quello che ho sentito. Mattarella ha detto delle cose condivisibili, che secondo me sono una denuncia dell’inefficienza del sistema europeo ed italiano di gestione dell’immigrazione clandestina”.


Ke oror e ke skifo kel me fa sto omo!
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » sab ago 20, 2016 10:30 am

È l'imperialismo romano che cova a Roma, capitale d'Italia e nella retorica unitaria delle caste sia di destra che di sinistra, nonché nel cattolicesimo romano-vaticano, a promuovere l'invasione dei clandestini, dell'Islam, degli africani a spese nostre che siamo i cittadini Nativi; è una vera e propria manipolazione criminale dei Diritti Umani Universali dei Nativi o Indigeni italici ed europei.
E l'idolatra Papa cattolico romano è complice.
Roma ha sempre vissuto a spese degli altri, dei popoli italici, mediterranei ed europei, attraverso le spogliazioni/depredazioni, gli schiavi, i tributi; Roma ha sempre deportato popoli nel suo esclusivo interesse a danno delle comunità umane.


Ecco un esempio di imperialisti unitaristi filo romano, deportatori e manipolatori dei Diritti Umani, casta italica, sono gli stessi che hanno promosso e sostenuto la prima guerra mondiale che ha distrutto il Vneto e il Friuli.
A questi del Corriere si aggiungano quelli dell'Espresso, di Repubblica e della Stampa:

La lezione di solidarietà - I migranti, gli aiuti e «le Capalbio»
Se c’è una città che non deve farsi insegnare niente da nessuno, sui temi della solidarietà e delle maniche rimboccate, questa è proprio Milano, mai come oggi davvero capitale morale, molto morale, in un Paese diviso dagli egoismi
di Cristiano Gatti
019 agosto 2016

http://milano.corriere.it/notizie/crona ... 3bd3.shtml

Forse non è un italiano abbastanza chiaro, ma quando si dice che tutti devono fare la propria parte, significa proprio tutti. Anche nelle tante Capalbio della penisola. Questa particolare estate di immigrazione invasiva sta rivelando tutta la differenza che corre tra luoghi abituati al fare e cerchie abituate al disertare. Milano, tra duemila discussioni e tanto chiasso, non si tira comunque indietro. Come sempre. Se c’è una città che non deve farsi insegnare niente da nessuno, sui temi della solidarietà e delle maniche rimboccate, questa è proprio Milano, mai come oggi davvero capitale morale, molto morale, in un Paese diviso dagli egoismi. La bomba immigrazione, come tutti vedono, sta producendo un fungo atomico dalle indecifrabili dimensioni. Si è comunque deciso che l’Italia non ha il fisico per ributtare a mare creature d’ogni età, preferendo mettere in piedi un sistema di salvataggio, per quanto sgangherato e sfilacciato, comunque efficiente. Ma è bene che anche i pensatori più macerati siano fermamente convinti di un fatto indiscutibile: gli immigrati sono un problema serio ovunque, a Capalbio come a Rosarno, a Roma come a Milano. Provocano effetti collaterali inevitabili, fosse anche solo per questo vizio che hanno di presentarsi senza aver letto Moravia e Asor Rosa.

È possibile in una congiuntura come questa, di vera emergenza globale, eccepire che in certe località l’immigrato stona e guasta la magica atmosfera? Per quanto si riesca a motivare, è un lusso che non ci possiamo permettere. Anche Milano ha le sue brave controindicazioni, per esempio una corposa percentuale di italiani già abbastanza bisognosa di suo: eppure si adatta e si organizza, in qualche modo. Altrove, a macchia di leopardo, si contempla invece il paradosso estremo della più influente intelligenza nazionale allineata al leghismo spinto, con un no magari molto più argomentato, che comunque vale quanto il no dei Salvini. Ma possiamo dirlo serenamente: è ancora l’Italia di Milano a dare la migliore prova di sé. L’Italia delle tante Capalbio, nonostante lo scorrere delle stagioni, si ritrova impantanata sempre allo stesso punto: come all’epoca del nucleare, come all’epoca dei rigassificatori, come all’epoca degli inceneritori, in quelle riserve sono fermamente convinti che questi interventi siano doverosi e necessari. Ma non lì, non vicino alle ville. Le Capalbio sono un’altra Italia, un’Italia assorta e intangibile dove alcuni pensano, discutono e decidono cosa debbano fare tutti. Gli altri.

Questi criminali razzisti trattano i popoli e gli uomini come massa animale a loro esclusivo vantaggio.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Paratornadori o manipoładori dei Diriti Omani Ogniversał

Messaggioda Berto » dom ago 21, 2016 12:30 pm

Vittorio Feltri a Mattarella: "Presidente, così ci scappa un vaffa"
di Vittorio Feltri
20 Agosto 2016

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... k.facebook

Sergio Mattarella non è antipatico e neppure simpatico: è enigmatico, oserei dire sconosciuto perlomeno alle masse, che si sono sempre disinteressate della sua persona fino a quando non è stata issata al vertice del Colle.

Dimessosi Giorgio Napolitano dopo che aveva commesso una serie indimenticabile di bischerate, si trattava di sostituirlo con un personaggio opaco, capace di non farsi notare e di non disturbare il manovratore, nella fattispecie Matteo Renzi, novello timoniere.

Insomma si richiedeva un uomo grigio e innocuo. Chi? Illuminato dal proprio genio perverso, il premier scelse Mattarella, la cui esistenza era pressoché ignorata da tutti, forse anche dai parenti stretti. Una scelta di buon senso che tuttavia Berlusconi non apprezzò, non essendo stato lui a farla.

In ogni caso Sergio il siculo si è insediato al Quirinale senza fare rumore, come avrebbe fatto un gatto, animale che egli ama, cosa che mi ha sempre impedito di parlare male del presidente, dato che anche io sono un gattolico praticante. Insomma, fino a ieri, consideravo Mattarella il minore dei mali italiani. Già, fino a ieri, allorché celebrando i 70 anni della Repubblica a Rimini, davanti al pubblico del Meeting ciellino, Sergio ha sbracato completamente. Dalla sua bocca sono sfuggiti alcuni luoghi comuni che ci hanno inorridito, tra cui il seguente: bisogna accogliere festosamente i profughi, gli immigrati, clandestini inclusi.

A vedere il capo dello Stato in ginocchio al cospetto dei buonisti professionali, ai predicatori dell' accoglienza indiscriminata (tipo quelli di Capalbio, cui piacciono gli stranieri solo se non gli vanno fra i piedi in spiaggia), siamo stati colti da una crisi di tetro sconforto. E abbiamo constatato che perfino un gattaro taciturno quale il presidente è pronto ad adagiarsi sul più morbido conformismo, pur di essere gradito ai cretinetti convinti che il futuro dell' Italia si tinga di rosa grazie alla moltitudine di neri invasori (non contrastati) del nostro Paese. È vero che siamo un popolo disposto ad accettare tutto: un fisco predatore; una previdenza sociale che usa i soldi dei lavoratori per finanziare attività varie, anche truffaldine, tranne che le pensioni; case di proprietà pubblica assegnate a chiunque meno che a chi ne ha bisogno; una sanità gratuita per i ricchi e gravata dai ticket per i poveri; sussidi a iosa ai forestieri e zero aiuti ai disperati indigeni, costretti a pernottare in auto scassate.

Siamo gente che esercita la virtù della pazienza, che digerisce molte ingiustizie e tollera ogni genere di porcherie, ma qualche volta, dinanzi a certe esagerazioni, ha il diritto di irritarsi. Se addirittura il presidente della settantenne Repubblica delle banane si mette a sponsorizzare l' immigrazione sfrenata, è fatale che ad alcuni saltino i nervi e scappi un vaffanculo. Che è una espressione volgare e inaccettabile al Rotary ma è densa di significato: rivela meglio di un trattato sociologico lo stato d' animo di chi, invece di vivere negli austeri saloni del palazzo del potere, si arrabatta come può a Como o a Ventimiglia o a Milano tra folle di sbandati privi di tetto e di ciò che normalmente sta sotto i tetti.

Caro Mattarella, illustre gattaro, non si lasci più trascinare da coloro che non sanno nulla di come campino gli italiani, in un momento in cui i politici non lesinano la solidarietà a nessuno eccetto che ai cittadini che li hanno votati. Sia il presidente dei cittadini e non degli intrusi. Con mutata stima, le auguro di tornare a tacere o almeno di non pronunciare più parole che hanno per noi il sapore della cicuta.



Alberto Pento
Mattarella è uno della casta parassitaria e irresponsabile italiana (la stessa casta demenziale del cosidetto "risorgimento" e che ha promosso la prima guerra mondiale che ha distrutto la mia terra veneto-furlana): è un manipolatore dei Diritti Umani e perciò un violatore degli stessi e del loro ordine naturale, a cominciare dai Diritti dei Nativi o Indigeni e perciò è criminale e criminogeno. E,' assieme a Bergoglio, uno di "quelli" che ci mantiene come sudditi (anziché promuoverci come cittadini sovrani) e che ci porta la morte in casa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

PrecedenteProssimo

Torna a Diritti e doveri umani naturali e universali

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron