Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine

Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine

Messaggioda Berto » mar nov 01, 2016 7:07 am

Migranti, “10, 100, 1000 Gorino”: nel rodigino un altro paese in rivolta per l’arrivo di 80 profughi
di Giuseppe Pietrobelli | 30 ottobre 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10 ... hi/3132970

Il sindaco di Ficarolo, paese designato all'accoglienza di un gruppo di migranti, scrive allarmato: "Chi comprerà più casa qui?". Il collega leghista di Rovigo rispolvera su Facebook lo slogan degli anni di piombo. Il prefetto cerca di smorzare i toni: "Arriveranno brave persone". Il titolare dell'Hotel Lorys si straccia le vesti: "Mi ero informato su quanto mi avrebbero pagato ma non l'ho trovato conveniente. Ora mi hanno precettato"

Sull’altra sponda del Po, nel comune di Ficarolo (Rovigo), si rischia la replica di quanto avvenuto qualche giorno fa a Gorino (nella foto), con le barricate della gente per impedire l’arrivo di migranti e richiedenti asilo. «Abbiate fiducia nelle istituzioni, non siamo degli sprovveduti»: non sono bastate, ieri sera, le parole del prefetto di Rovigo, Enrico Caterino, che si è rivolto direttamente agli abitanti di Ficarolo, durante il consiglio comunale straordinario riunito nel teatro parrocchiale. Lo aveva indetto il sindaco Fabiano Pigaiani, aperto agli interventi del pubblico, dopo l’annuncio del prossimo arrivo, l’1 novembre, di alcune decine di profughi.

“È necessaria un’accoglienza diffusa nella provincia – ha detto il prefetto Caterino – a Ficarolo sono in arrivo 70-80 persone. Dobbiamo applicare la legge. Le strutture vengono valutate dalle cooperative. Qui è stato individuato un immobile decentrato, che impatti il meno possibile sulla comunità. E non stiamo parlando di clandestini, né di delinquenti, ma di brave persone. Il problema deve essere gestito e auspico la collaborazione dei sindaci e della popolazione».

Eppure le rassicurazioni non sono bastate a una popolazione di 2.500 persone che appare inferocita, visto che è stata annunciata la requisizione per sei mesi di un albergo. Il sindaco Pigaiani (lista civica di centrodestra) ha scritto una lettera durissima: “Egregio Signor Prefetto sono a confermare il disappunto che si traduce in delusione, incredulità ed impotenza. L’amministrazione si sta trovando di fronte a qualcosa di destabilizzante a causa di scelte per noi davvero non condivisibili anche se obbligate. Siamo di fronte a un sistema imposto da un governo non eletto dai cittadini. L’arrivo di queste persone all’hotel Lory di Ficarolo è una doccia fredda giunta senza preavviso. Cosa ne sarà di quell’albergo tra qualche tempo? E chi vorrà più investire a Ficarolo? Chi comprerà più casa a Ficarolo? Chi uscirà più di sera?”. E poi ha postato: “Profughi? Solo il 7% ha lo status di profughi, gli altri sono clandestini”.

A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato anche il sindaco di Rovigo, il leghista Massimo Bergamin, che su Facebook ha scritto: “Occupiamo noi l’albergo prima che arrivino i clandestini”. E ha invitato alla mobilitazione (“10, 100, 1000 Gorino”), invitando a replicare quanto messo in atto a sud del Po. Non a caso dal Polesine è stato cercato Nicola Lodi, responsabile sicurezza e immigrazione della Lega di Ferrara, uno degli organizzatori della mobilitazione con barricate in Emilia.

Si straccia le vesti Luigi Fogli, quasi ottantenne, proprietario del Lory Hotel, un albergo a tre stelle con una trentina di camere, realizzato nel 2002. “E pensare che, vista la situazione economica, una ventina di giorni fa ho chiesto io alla Prefettura come funzionava l’ospitalità dei profughi. E il prefetto mi ha detto: a noi sta bene. Ma io non avevo offerto l’albergo, volevo solo informazioni”. Poi la perplessità: “I pagamenti sarebbero stati gestiti da una cooperativa di Battaglia Terme, in provincia di Padova. Sono venuti da me e mi hanno detto che mi avrebbero dato 8 euro a ospite al giorno”. Tutto in cambio di camere, luce, acqua, gas, telefono e utilizzo delle zone comuni. Mi hanno parlato di 80 persone». Fogli allora è andato in Prefettura a spiegare che “a queste condizioni era un affare in negativo”. Risposta del prefetto, secondo quanto Fogli ha dichiarato a “Il Gazzettino”. “Allora io le precetto l’albergo”. Fogli è finito nel panico, anche perché fino a dicembre ha prenotazioni da onorare. E ha risposto: “Lei troverà il portone chiuso e con me legato sul portone». L’arrivo dei profughi è previsto per l’1 novembre. “I carabinieri mi hanno già consegnato il foglio di precetto”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » mar nov 01, 2016 8:16 am

Un giudice italiano ha deciso che le case pignorate agli italiani che versano in condizioni economiche difficili andranno ai clandestini con il canone pagato dagli italiani attraverso i Prefetti.

È un crimine perpetrato da un Governo e da una Magistratura che hanno tradito i propri cittadini. Anziché aiutare le famiglie italiane si privilegiano i clandestini. Ormai è la condanna a morte degli italiani affinché vengano sostituiti dai clandestini.

Denunciamo i fatti reali. Mobilitiamoci per riscattare il nostro diritto inalienabile di essere pienamente noi stessi a casa nostra. Andiamo avanti. Insieme ce la faremo! — con Paola Zucchi

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 2811725972


Immagine
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » mar nov 01, 2016 5:37 pm

Luigi Manconi: «Non si può obbligare un Comune ad accogliere i profughi»
Il senatore Luigi Manconi: «Andiamo oltre buonismo e cattivismo: ci sono solo politiche efficaci o meno. Come non si può chiamare lager un Cie». Il nuovo piano del Viminale sull'accoglienza? «Buono, ma i soldi non bastano e non possiamo costringere i sindaci»
di Francesco Floris

http://www.linkiesta.it/it/article/2016 ... ughi/32208

“Le parole sono importanti” gridava il Nanni Moretti più citato della storia. Oggi più che ieri.

I casi delle barricate contro i profughi nel ferrarese, l'estate di Capalbio e l'autunno caldo che Milano vive con la vicenda della caserma Mameli riaprono l'annosa battaglia: da una parte gli alfieri del buonismo e dell'accoglienza, si dice, dall'altra il razzismo dei “cittadini esausti” di Goro e di numerose località italiane. In mezzo le scomuniche del prefetto Morcone, capo Dipartimento Immigrazione e Libertà Civili al Viminale, il balbettii, a Radio24, del sindaco nella cittadella delle vongole e i “capisco ma non giustifico” del premier Renzi.

Che cos'è il buonismo? «Un'invenzione linguistica» per Luigi Manconi. «Una fantasia dei reazionari per poter chiamare froci i froci e negri i negri» Luigi Manconi, senatore Pd

Luigi Manconi, senatore Pd, non ci sta. Politico sardo, scrittore, docente universitario, una vita passata a combattere per i diritti umani degli ultimi e le libertà civili. Appena sente la parola “buonismo” accusa il colpo: «Una fantasia linguistica. Non voglio nemmeno parlarne». Alla fine ne parla.

Senatore, nel suo ultimo libro Corpo e Anima dedica ampio spazio a questo concetto. Ma cos'è il buonismo?
Ho un giudizio brutale su questo: il buonismo è un'invenzione linguistica che non corrisponde ad alcuna realtà sociale e a nessuna politica pubblica. È un pretesto dei reazionari per poter dire che esiste una dittatura del politicamente corretto. E contro questa sedicente dittatura brandiscono un'arma: quella di poter e voler chiamare froci i froci e negri i negri.

Se ne parla perché politici, media, opinione pubblica pensano che esista.
Non esiste. Sotto due aspetti. In primo luogo perché, al massimo, in Italia ha trionfato il “cattivismo” in questi anni. E perché una politica pubblica è efficace o non efficace. Per il resto non so di cosa si stia parlando.

Se la si usa qualcuno l'avrà pure sdoganata?
È una parola inventata almeno trenta di anni fa. Per bollare e denigrare chi si rifiutava di usare la forza e la violenza per risolvere le contraddizioni sociali. I mass media l'hanno cavalcata. Il ceto intellettuale e la classe politica l'hanno accolta senza preoccuparsi di una cosa semplice: il suo significato. Oggi viene usata in maniera schizofrenica. Esempio banale: chi si rifiuta di erigere un muro è un buonista. Ma non c'entra nulla.

«La parola buonismo è nata trent'anni fa per bollare chi si rifiutava di usare la violenza. Da allora è stata sdoganata da intellettuali e politici e abusata dai media»

Perché?
Decidere di costruire un muro e chiudere una frontiera, o non farlo, dipende dal altri fattori: economia e demografia su tutti. Non dalla solidarietà o dai buoni valori.

Ci sono però associazioni, attivisti e onlus mosse dalla solidarietà.
La Caritas è buonista? No. È un'associazione di ispirazione religiosa che attua delle strategie a tutela di varie categorie di persone: poveri italiani o richiedenti asilo, per esempio. Funzionano? Bisogna valutare caso per caso, ma hanno l'obiettivo dichiarato di mantenere l'equilibrio sociale ed evitare conflitti.

Chi combatte i “buonisti” accusa questi soggetti di lucrare sull'emergenza. L'ultimo caso in ordine di tempo riguarda la coop “Inopera” a Milano, già coinvolta in “Mafia Capitale” e nei centri d'accoglienza dell'Irpinia...
Le coop sociali sono iniziative di imprenditoria che intervengono sul fronte dell'accoglienza. E possono farlo in due modi: lecitamente oppure speculando sul dramma delle persone. Dico di più: lo fanno e lo faranno con richiedenti asilo esattamente come avviene con le residenze per anziani o le strutture di assistenza ai portatori di handicap. Ripeto: cosa c'entra il buonismo?

Quindi, chi usa questa parola sbaglia. Dall'altro lato della barricata c'è chi usa parole come deportazione...
Stesso identico problema.

E il caso dei 40 sudanesi di Ventimiglia?
Non abbiamo bisogno di evocare epoche buie della storia per parlare di un fatto attuale. Quella che qualcuno chiama deportazione è un respingimento collettivo. Punto. È sbagliato? Sì. Mi batto contro questa ingiustizia? Sì. Come mi batto contro i Cie senza bisogno di chiamarli lager. Quel caso di cronaca è esplicativo: ci sono 40 sudanesi da espellere? Bene, esiste una procedura e per ognuno esiste un ricorso di cui attendere l'esito. Ma è più facile liberarsi di loro con un respingimento collettivo. Senza nemmeno subire l'onta del razzismo. Basta ascoltare le pulsioni di opinione pubblica e media al seguito.

«Si possono combattere i Cie senza chiamarli lager e opporsi ai respingimenti collettivi senza chiamarli deportazioni»

Lei parla di politiche pubbliche efficaci. Il nuovo piano annunciato da Ministero degli Interni e Anci sull'accoglienza è efficace?
Il giudizio generale positivo ma lo vedremo alla prova dei fatti.

Il piano prevede 500 euro (da stanziare in finanziaria NdR) per ogni richiedente asilo accolto sul territorio. Ma rimane invariato il principio di volontarietà dei comuni che già in passato non ha funzionato...
È vero, ma la questione è delicata: il criterio della volontarietà non può essere ignorato. Comuni e Anci si trovano in una condizione a cui è difficile derogare. Una condizione che alla resa dei conti ha avuto un esito modesto: solo 1200 comuni su 8.200.

Si tenta la strada dell'incentivo economico?
Sì. Superare il vincolo dell'opposizione di alcuni sindaci e amministrazioni locali lo si può fare solo con strategie di persuasione, anche economica.

Il nuovo piano di Anci e Viminale per l'accoglienza? «Ci sono i soldi ma non bastano. Senza politiche per il lavoro gli incentivi economici non reggono»

Bastano i soldi, quindi?
No, purtroppo. Sappiamo che i soli incentivi economici, alla lunga, non reggono o reggono poco.

Cosa serve?
Credo che il punto principale sia un programma per agevolare il lavoro dei profughi non gratuito. Quello si è già è sperimentato in diversi comuni.

Renzi ha sostenuto che l'Italia non potrebbe reggere un altro anno a questi ritmi. Non senza la collaborazione di tutti gli enti locali. Si annunciano decisioni calate dall'alto?
Mi trovo in imbarazzo a pensare che l'accoglienza debba diventare un'imposizione del governo centrale. Dobbiamo preservare la volontà dei territori senza rimanerne prigionieri. Ma anche senza essere mai stato sindaco o amministratore locale non riesco a immaginare un atto di imperio da Roma.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » mer nov 02, 2016 7:06 am

Bergojo lè drio corexarse


Il Papa: "L'Ue non riceva più migranti di quanti riesca ad integrarne"

Il Papa: "È disumano respingere i migranti" Ma avverte: "Imprudente nei calcoli se si riceve più di quanto si possa integrare"
Sergio Rame - Mar, 01/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/papa-lue- ... 25759.html

"Non è umano chiudere le porte e il cuore ai migranti".

Sull'aereo che lo riporta a Roma da Malmo, papa Francesco torna criticare le sempre maggiori restrizioni dei Paesi europei all'arrivo dei migranti. "Alla lunga questo si paga politicamente - avverte - come anche si paga quando si sbagliano i calcoli pensando di poterne ricevere di più di quanti se ne possano integrare. Quando chi arriva non è integrato si ghettizza, entra in un ghetto e da qui nascono molti problemi".

Secondo papa Francesco, erigere mura"è pericoloso". E in tema di frontiere e accoglienza "la più cattiva consigliera è la paura, la migliore è la prudenza". "Non dobbiamo spaventarci - spiega Bergoglio - per le ondate di migranti: l'Europa è stata fatta con una continua integrazione di culture: una cultura che non si sviluppa in rapporto con l'altra cultura si chiude - continua il Pontefice - non voglio offendere nessuno ma l'esempio è quello dell'Islanda dove possono leggere i loro classici di mille anni fa senza difficoltà perchè non hanno avuto le ondate migratorie come le ha avute l'Europa".

Reduce dai colloqui con il premier svedese Stefan Lofven, papa Francesco si sofferma poi sulla situazione della Svezia rinvitando a distinguere tra migranti e rifugiati. "Il migrante deve essere trattato con certe regole: ha diritto a migrare, ma questo diritto è molto regolato - puntualizza - il rifugiato fugge da situazioni di guerra vivendo in una terribile angoscia e ha bisogno di più cura, di più lavoro". Berglio è convinto che non si possa "chiudere il cuore a un rifugiato", ma invita al tempo stesso a comprendere "la prudenza dei governanti". "Si deve essere molto aperti e insieme fare il calcolo di come poterli sistemare - spiega - un rifugiato non si deve solo riceverlo ma anche integrarlo, cioè cercare subito come offrirgli casa, scuola, lavoro: questo è integrare un popolo".

Da argentino e sudamericano Bergoglio ringrazia la Svezia per la grande accoglienza che ha dato durante le dittature militari a quanti fuggivano dall'Argentina, dal Cile e dall'Uruguay e in generale dall'America Latina. "Un funzionario svedese - conclude il Santo Padre - mi ha spiegato che in questo momento arrivano così tanti che non si fa in tempo a sistemarli. La prudenza deve fare questo calcolo, se diminuisce il numero dei possibili accolti non lo fa per egoismo, la prudenza è quella di avere il tempo necessario per integrarli".


Alberto Pento
Invece è umanissimoo e un diritto/dovere respingere chi ti può fare del male e non ti rispetta, chi non puoi integrare nella tua famiglia, nel tuo paese, nella tua comunità, se non c'è lavoro, se non vi sono risorse, se non vi è spazio disponibile, se la convivenza potrebbe diventare dfficile e portare a conflitti, a guerre civili.



I parroci del vicentino dicono basta immigrati. Prefetto sbotta: “La Chiesa ci ha voltato le spalle”
http://www.riscattonazionale.it/2016/11 ... -le-spalle

VENEZIA Ha voglia Papa Francesco, l’ultima volta ieri, a ribadire: «Non si può chiudere il cuore ai rifugiati». Il fatto è che ormai sono così tanti, e sempre concentrati negli stessi Comuni (in Veneto 246 su 576 per 14.639 richiedenti asilo), da indurre anche molti parroci, oltre alla maggioranza dei sindaci, a dire: «No». Da qui lo sfogo del prefetto di Vicenza, Eugenio Soldà, che dovendo trovare posto a 2700 disperati, è sbottato: «Sono da solo, mi hanno abbandonato tutti, mi hanno sbattuto la porta in faccia pure i parroci. Mi hanno voltato le spalle». Non è una novità, purtroppo. A ottobre il prefetto di Padova, Patrizia Impresa, aveva ammesso: «La Chiesa ci ha sostenuti, ma quando si è trattato di trovare dei posti…».

E prima il collega di Venezia, Domenico Cuttaia, aveva lanciato un appello proprio alle parrocchie, non tutte propense a seguire l’esortazione del pontefice ad aprire le porte ai migranti. «Mi rivolgo alle parrocchie, per un’accoglienza minima di tre o quattro profughi ciascuna — aveva esortato Cuttaia — stanno arrivando anche molti minori e donne. Non possiamo lasciarli per strada». «Forse i curati non hanno tutti questi spazi a disposizione — nota Enrico Caterino, prefetto di Rovigo costretto a requisire un hotel a Ficarolo per gestire i continui arrivi — ma a me la Curia una mano l’ha data. Ha alloggiato per un mese 26 migranti in un suo edificio in pieno centro, dove tiene i corsi per i seminaristi. Non sono in grado di dire se la Chiesa possa fare di più, ma spetterebbe in prima battuta ai sindaci sostenerci nella gestione dell’emergenza. Il loro esempio potrebbe persuadere i parroci, invece in Polesine solo 9 Comuni su 41 collaborano».

Ma come risponde la Chiesa al j’accuse? Il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol, vuole «parlare direttamente con il prefetto Soldà», però poi in una nota ufficiale la Curia «non può nascondere che tali dichiarazioni abbiano creato stupore e rammarico, soprattutto perché giungono inaspettate.

Possiamo comprendere la delicata situazione che il prefetto deve gestire e vogliamo imputare a uno stato di emergenza continua le accuse rivolte ai parroci della Diocesi. I quali però non possono agire senza o contro le proprie comunità». Ieri, nell’omelia, monsignor Pizziol ha ricordato «i migranti costretti a lasciare le loro terre a causa delle guerre». «Chiediamoci — ha esortato — chi ha scatenato quelle guerre? Spesso l’Occidente e l’Europa». Più volte il presule ha chiesto ai sacerdoti di accogliere i rifugiati: «Dobbiamo lavorare di più». L’ultimo invito è di giovedì.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » mer nov 02, 2016 7:58 am

???

"Ci sono troppi alunni islamici" Cancellata la Messa per i militari caduti
Polemica in provincia di Vicenza: il Comune e le scuole concordano di abolire la Messa per le scuole per "favorire la presenza degli alunni"
Ivan Francese - Mar, 01/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 25694.html

Niente Messa per l'anniversario del 4 novembre. Uno sfregio alla memoria delle decine di migliaia di ufficiali e soldati italiani che sacrificarono la propria vita nel raggiungimento dell'ideale supremo della Vittoria nella Grande Guerra.

Così moltissimi cittadini di Malo, in provincia di Vicenza, hanno vissuto la decisione di abolire la tradizionale Santa Messa per le scuole in occasione del 4 novembre, festa delle Forze Armate e anniversario della Vittoria. Il motivo? La volontà di "rispettare gli alunni delle altre religioni".

Al parrocco don Giuseppe Tassoni è stato richiesto di benedire solamente la corona d'alloro, senza celebrare la funzione religiosa. Il sacerdote, però, si è rifiutato proprio di presenziare: "Rinuncio alla benedizione della corona per la scelta laica - spiega al Giornale di Vicenza - Pregheremo in duomo."

In Comune, però, sono stati inflessibili: "La Messa costitutiva un problema per la scuola - tenta di giustificarsi l'assessore al Sociale Irene Salata - Mi è stato detto dalle insegnanti che si trattava di una questione di "tutela". Perciò quest'anno abbiamo deciso di eliminare qualsiasi elemento potesse ostacolare la presenza dei bambini." Una linea condivisa anche dal dirigente scolastico, che ricorda come "il 13% degli studenti sia ormai di origine straniera".

La decisione dell'amministrazione municipale però ha suscitato le ire di diverse associazioni di ex combattenti e del comitato di cittadini "Prima noi", che hanno dato vita a una virulenta protesta sul web.

Dietrofront Sì alla messa per i Caduti
02.11.2016

http://www.ilgiornaledivicenza.it/terri ... -1.5249478

MALO. Pace fatta ieri sera tra sindaco e parroco: la messa si farà con gli alunni presenti, così come sempre si è fatto davanti al monumento ai Caduti. In mattinata era stato il rappresentante della comunità islamica a gettare acqua sul fuoco: «Non abbiamo nessun problema se i nostri figli partecipano alla messa per i caduti». La soppressione da parte dell’amministrazione comunale di centro-destra, su indicazione delle scuole, della messa alla cerimonia del 4 novembre che si terrà venerdì mattina per “motivi di laicità”, seguita al rifiuto del parroco don Giuseppe Tassoni di limitarsi a benedire la corona di fiori, sta facendo discutere in paese. Ma la messa si farà, a seguito di un confronto fra sindaco e parroco.

Il sindaco Paola Lain afferma: «Si è creato un problema dove non c’è mai stato. Gli alunni hanno partecipato anche lo scorso anno, arrivando dopo la messa, per rispettare quanto prevede la legge sulla laicità dello Stato. (...)



http://www.riscattonazionale.it/2016/11 ... ia-si-fara

MALO – Il sindaco non ci sta alle prepotenze di dirigenti e professori di sinistra, che vogliono proibire la collaborazione cristiana per i caduti della prima guerra mondiale per non turbare i bambini islamici. La messa ci sarà, chi si sente turbato può starsene nella propria casa o andarsene dall’Italia.

«Si è creato un problema dove non c’è mai stato. I bambini e i ragazzi delle scuole hanno partecipato alla cerimonia anche lo scorso anno – sottolinea il sindaco Paola Lain – proprio perché sono arrivati dopo la sfilata del corteo e dopo la messa. Questo per rispettare quanto prevede la legge in relazione alla laicità dello Stato, che pone una serie di limitazioni agli atti di culto, in questo caso particolare, fuori dalla scuola in orario scolastico. Spero che il dirigente scolastico e i docenti diano la loro adesione a partecipare in massa alla commemorazione, nel pieno rispetto della legge e delle nostre tradizioni».

La messa alla cerimonia del 4 novembre ci sarà. Il supposto “no” alla messa per ampliare la partecipazione alla cerimonia da parte del Comune, invitandovi le scuole, ha scatenato il web con critiche al sindaco. Venerdì alla cerimonia commemorativa il parroco don Giuseppe Tassoni celebrerà la messa con invito dell’amministrazione comunale del sindaco Paola Lain alle varie classi della scuola primaria e media a partecipare all’intera cerimonia nella versione originale (sfilata, orazione ufficiale, visita a una mostra sulla Grande guerra e messa): spetta a insegnanti e direttori didattici accettare o rifiutare tale invito e la decisione vi sarà nelleprossime ore.

Calcisticamente parlando si è salvata in corner nei minuti di recupero il sindaco Paola Lain per la cerimonia commemorativa del 4 novembre in programma nella mattinata, dribblando le polemiche. Venerdì ci sarà la messa nella cerimonia commemorativa della Grande guerra, come sempre in passato, che sarà celebrata in suffragio alle migliaia di vittime, italiane e non (militari e civili) del conflitto 1915-18 che negli ultimi giorni era stata annullata dalla giunta comunale su sollecitazione di alcune maestre della scuola primaria maladense, in nome della laicità dello Stato e per non urtare la sensibilità degli alunni di altri religioni, quella musulmana in primis.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » gio nov 03, 2016 9:07 pm

Ecco il fronte anti-profughi: "Lotteremo con gli italiani"
Da Abano Terme fino a Rovigo i comitati per il no ai profughi si uniscono in una Rete che si dice pronta ad "abbattere l’intero sistema di gestione dei richiedenti asilo"
Marco Vassallo - Gio, 03/11/2016

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 26600.html

Davanti ai Tricolori issati intorno al gazezo davanti al Primo Roc, l’ex base militare di Abano Terme, quella che il prefetto di Padova voleva trasformare in un centro accoglienza per profughi, si alza la voce degli italiani che dicono "no ai profughi".

Su tutte spicca la voce di Maurizio Tentori, che esorta la folla di contestatori, presenti oramai giorno e notte, al presidio: "Stiamo uniti, mi raccomando. E più grande sarà il fronte più in alto arriverà la nostra voce".
"Uniti per abbattere l’intero sistema di gestione dei richiedenti asilo"

Il comitato "Abano dice no" è riuscito nella sua battaglia: evitare che l'ex caserma del paese fosse riepita di migranti. Ma da quel giorno di 5 settimane fa, il presidio non si muove, sono tutti lì, ancora uniti. "All’inizio sono rimasti perché temevano che il dietrofront fosse solo una manovra per convincerli ad allentare la sorveglianza e poter così scaricare nella base i primi migranti" - spiegano su Il Corriere Veneto -. Ma ora tutto è cambiato, la persone sono consepevoli della loro forza. E così, chiariscono: "Non ci si batte solo per impedire l’arrivo dei profughi ad Abano, l’obiettivo adesso è molto più ampio: abbattere l’intero sistema di gestione dei richiedenti asilo".

Non chiamateli razzisti

Ci tiene a precisarlo Alessio Zanon, di Forza Italia, ma soprattutto Presidente di “Forza Veneto” e Presidente Comitato “Progetto per Abano Terme”. "Non ce l’abbiamo con quei disperati che scappano dal loro Paese e si ritrovano a vivere all’interno di strutture che tolgono loro ogni dignità. Il problema è che la presenza dei richiedenti asilo viene imposta senza lasciare alcuna scelta alle popolazioni locali, con l’unico risultato di alimentare un enorme business che arricchisce le cooperative". Si amplia così la battaglia contro i profughi. I comitati no-migranti si uniscono per aiutarsi e non limitarsi al proprio comune. "È nata la “Rete dei comitati per il no" spiega Francesca Barbierato, candidata per la lista "Per far rinascere Abano Terme". Una trama di comitati che si estende da Abano a Conetta fino a Monselice, passando dal Trevigiano a Rovigo.

Una chat comune per bloccare i profughi

La Rete dei comitati è connessa con una chat via telefonino. Il motivo? "Se uno organizza una iniziativa di protesta o se c’è da bloccare l’ingresso dei profughi le altre città sono pronte a dare il loro supporto. Faremo un grande fronte comune, in tutto il Veneto", spiega Tentori. Un vero e proprio patto di mutuo aiuto, che permette ai contestatori che arrivano anche da fuori di prendere parte alle manifestazioni. Ma la Rete del no ai migranti ha le idee chiare e vuole essere trasparente: manifestanti di professione, politici in cerca di voti, cacciatori di visibilità, ed estremisti violenti non sono ben accetti. Dal presidio infatti fanno sapere che "quando capiamo che hanno dei secondi fini li cacciamo a calci. Per questo abbiamo bandito le bandiere di partito e non abbiamo permesso ai politici di salire sul palco delle manifestazioni".


Pronti all'azione

Poche parole e molti fatti, sembra voler dire portavoce Alessandro Rancani, che taglia corto interpellato da Il Corriere del Veneto: "Ci muoviamo quando la popolazione chiama l’unico nostro faro è la tutela dei cittadini". Alla Rete nata ad Abano si è anche unito Nicola Lodi, detto "Naomo", il leghista che ha guidato e eretto le barricate di Gorino. Ma non è l'unico pronto a dare il proprio aiuto. Ci sono anche i militanti di Casapound di Ferrara che nel week end hanno eretto uno striscione davanti all’hotel di Ficarolo requisito dal prefetto accogliere dei migranti. Al grido "alzare ogni tipo di barricata pur di fermare questa invasione" c'é anche Forza Nuova, disposta a scendere in strada.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » sab nov 05, 2016 4:52 pm

Onorato di non aprire la porta di casa mia ai clandestini
04 nov 16

http://blog.ilgiornale.it/pasini/2016/1 ... landestini

Sono fiero e onorato di non voler aprire la porta di casa mia per accogliere i clandestini. Me ne frego, anzi mi faccio una grassa risata quando sento persone incapaci politicamente come Alfano, senza dimenticare la stragrande maggioranza dei deputati del PD, che ci accusano dicendoci “vergognatevi voi non meritate di chiamarvi italiani” solo perché diciamo no a questa invasione studiata a tavolino. Io apro la porta di casa mia solo ai miei compatrioti bisognosi, non certo ai finti clandestini. Chiaro?. Il motto di questi incapaci è sempre lo stesso, armiamoci e partite, mai armiamoci e partiamo. Perché non aprono la porta di casa loro o perché non offrono le loro proprietà immobiliari per ospitare i clandestini? Semplice perché i beni in loro possesso non si toccano. Usano il vecchio detto comunista quello che è mio è mio e quello che è tuo è mio. Possono andare a farsi fottere, usando un termine scurrile. Saremmo noi a doverci vergognare di essere italiani perché non ospitiamo gli immigrati nelle nostre abitazioni? Invece loro, che dovrebbero tutelare e rappresentare il popolo tricolore, non provano vergogna vedendo tutti i giorni milioni di cittadini patire la fame, non avere un lavoro, vedendo i giovani italiani costretti a scappare perché senza futuro in questo paese. Non provano vergogna per gli imprenditori strozzati dalle tasse e costretti a suicidarsi?
Questo Stato al posto di sostenere gli italiani in difficoltà li affida alle grinfie di Equitalia. Loro non si dispiacciano quando le scuole cadono a pezzi, quando le Forze dell’ordine percepiscono uno stipendio da fame e devono lavorare con mezzi obsoleti. Ma gioiscono quando i rom non pagano le tasse, usufruiscono di tutti i servizi senza pagare nulla. Non si vergognano quando ai clandestini viene garantito vitto ed alloggio, ma per i bisognosi italiani il nulla. La vergogna dovrebbero provarla loro non noi. La casta dei politicanti da strapazzo ha la faccia come il culo e il rimorso non sanno neppure dove abita.
“Di fronte a 12 donne, delle quali una incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell’Italia”. Angelino Alfano, il numero uno al ministero dell’Interno, ha giudicato così la rivolta popolare a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi a Goro e Gorino. Visto così chi potrebbe dargli torto? Un folle. Ecco allora chiamatemi folle. Sì perché nel ferrarese, ancora una volta, abbiamo visto la macchina della sostituzione dei popoli, nonché il governo italiano, in azione. Hanno nascosto l’invasione degli immigrati dietro ad una donna incinta. Qui troviamo la vera demagogia, il falso che diventa verità. Ad Alfano ricordo le sue parole e promesse inerenti al 3 per mille riguardo agli immigrati che la nostra nazione può ospitare. Verbo europeo, verbo che arriva dagli scranni, senza lode, di Roma, ma disatteso. Siamo 60milioni di italiani ed il 3 per mille di 60milioni è 180mila persone. Solo quest’anno hanno varcato i nostri sacri confini, o meglio quelli che dovrebbero essere, 153mila immigrati. Mezzo milioni negli ultimi tre anni. La presa in giro perfetta. Non ti preoccupare abbiamo tutto sotto controllo, mentre l’orchestra suona e la nave affonda.
Facciamo un giro per lo stivale calcolatrice alla mano. Musi, provincia di Udine, 8 profughi per appena 6 cittadini. Fernetti, provincia di Trieste, 70 immigrati per 70 abitanti. Lizzola, provincia di Bergamo, 100 clandestini a fronte di 100 cittadini. Capite il gioco? Capite la menzogna? Da una parte ci rassicurano, riempiono i telegiornali di parole vuote, dall’altra, seduti al freddo tavolo delle trattative con i prefetti sparsi per la nazione, decidono scientemente di invaderci. Ma a loro non basta serve farci sentire in colpa. Serve metterci alla berlina se non pieghiamo la testa. Mario Morcone, di cui ho già avuto modo di tessere le “lodi”, è a capo del Dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno ed ha avuto il coraggio di asserire: “Credo che si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne e bambini. Gli italiani che rifiutano l’aiuto doveroso a donne e bambini sono ottusi, mi vergogno di averli come nostri connazionali. Se non vogliono vivere nello stesso posto dove diamo accoglienza ai profughi andassero a vivere in Ungheria. Noi staremmo meglio senza di loro”. Violini tzigani, per rimanere in tema di terra magiara, vomitevoli e smielati che ci inducono all’accoglienza a tutti i costi. Anche quando il costo è mettere in difficoltà i nostri concittadini ridotti alla fame.
L’elenco di chi ci vuole vedere annaspare, più di quanto facciamo ora, trova in Papa Francesco un alleato affidabile e convinto. Ci dicono che se non rispettiamo gli immigrati, Alfano docet, non siamo degni della cittadinanza italiana, mentre Bergoglio ammonisce la parte spirituale dell’essenza più intima dell’uomo: “Chi non accoglie non merita di essere considerato cristiano”. Il castello di carte creato dai parrucconi del politicamente corretto crolla. Le scritture sacre invitano i cristiani ad aiutare il prossimo, a soccorrerlo nel momento del bisogno, ma il prossimo deve essere quello vicino a noi. Come possiamo accudire l’Africa intera quando non riusciamo a dare un posto di lavoro stabile ad un ragazzo di 25 anni italiano? Come possiamo accudire i figli dell’Asia se non abbiamo politiche demografiche efficaci per non far svanire noi stessi? Come possiamo tendere le mani a chi arriva da un altro continente mentre i nostri pensionati, quelli che prendono la pensione sociale, ricevono ogni mese somme che a fatica raggiungono i 500€? Semplicemente non possiamo. Non è cattiveria, mancanza di umanità, ma è amore per il proprio popolo che sta soffrendo. Soffre davanti alla disoccupazione, soffre davanti al caro prezzi e soffre davanti ai continui crolli che stanno straziando il centro Italia.
Abbiamo deciso di prostraci. Per esempio nel comune di Malo (Vicenza) gli abiti talari avevano deciso di non celebrare la messa del 4 novembre per rispetto degli islamici, ma l’intervento del sindaco ha riportato tutto alla normalità. La scomunica ci vorrebbe per certi parroci troppo ecumenici. Da ogni parte vediamo spuntare le richieste degli altri, gli islamici ci stanno con il fiato sul collo e non perdono occasione per dimostraci il loro odio puro e violento. Intanto i politici si occupano di chi arriva, allargano le braccia e sorridono a 32 denti, mentre l’Italia è martoriata. La classe politica attuale non merita di rappresentarci, parliamo di vili scribacchini al soldo dell’Europa delle banche, la stessa che decide sulle dimensioni delle zucchine da portare nelle nostre tavole. La stessa che, oltre a pensare ad amenità su amenità, ci strangola con spread e tassi d’interesse, invitandoci a seguire il liquidatore Renzi alle urne votando sì per “rilanciare” la nazione. Costoro sono i traditori che hanno mollato le briglie della nazione lasciandola correre verso il dirupo, sono una manica di incapaci lontani anni luce da quello che avrebbe potuto fare per questo paese Silvio Berlusconi.
Subiamo le peggiori angherie, vessazioni fuori dal comune e per giunta veniamo accusati, ogni santo giorno, di essere intolleranti perché esprimiamo la nostra contrarietà a tutto lo schifo che ci circonda. L’UE e il governo italiano stanno alimentando una nuova guerra tra poveri, basta vedere cos’è successo alla Caserma Montello a Milano, regalando servizi e privilegi agli immigrati, mentre gli italiani sono alla canna del gas. Davanti a piaghe sociali del genere sapete cosa vi dico, chiamatemi razzista, lo sarò. Ma la vergogna che questi inetti devono provare è senza limiti.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » dom nov 06, 2016 8:22 am

???


L’ira del Papa: «Si salvano le banche e non le persone»
05 novembre 2016
Jacopo Scaramuzzi

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2016/ ... sone.shtml

Città del Vaticano - «Affrontiamo il terrore con l’amore». Dopo l’incontro del 2014 a Roma e quello del 2015 in Bolivia il Papa ha ricevuto per la terza volta i movimenti popolari internazionali, questo pomeriggio in Vaticano, impegnati nella difesa di «terra, casa e lavoro per tutti» (in spagnolo tre «t»: tierra, techo, trabajo). Francesco, che ha denunciato con «vergogna» la «bancarotta dell’umanità» rappresentata dalla «obbrobriosa» situazione di respingimento degli immigrati, ha esortato i movimenti popolari a non farsi paralizzare dal meccanismo della paura, che sostiene un sistema iniquo: «Quando questo terrore, che è stato seminato nelle periferie con massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia, esplode nei centri con diverse forme di violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali». Prima di concludere il discorso, in spagnolo, parlando di Martin Luther King, il Papa ha esortato i movimenti popolari a non farsi «incasellare», in un momento in cui cresce il «divario tra i popoli e le nostre attuali forme di democrazia», e a scegliere l’austerità per combattere il rischio della corruzione.

«Mi congratulo con voi, vi accompagno, vi chiedo di continuare ad aprire strade e a lottare», ha detto il Papa ai rappresentanti di tutto il mondo di campesinos, cartoneros, attivisti impegnati in difesa delle categorie più deboli. Tuttavia, «ci sono forze potenti che possono neutralizzare questo processo di maturazione di un cambiamento che sia in grado di spostare il primato del denaro e mettere nuovamente al centro l’essere umano», ha denunciato Francesco. «Chi governa allora? Il denaro. Come governa? Con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza in una spirale discendente che sembra non finire mai. Quanto dolore, quanta paura! C’è – l’ho detto di recente – c’è un terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro sulla terra e minaccia l’intera umanità. Di questo terrorismo di base si alimentano i terrorismi derivati come il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso. Nessun popolo, nessuna religione è terrorista. È vero, ci sono piccoli gruppi fondamentalisti da ogni parte. Ma il terrorismo inizia quando hai cacciato via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna, e hai messo lì il denaro. Tale sistema è terroristico», ha detto Francesco, che ha citato le denunce in tema di Pio XI e Paolo VI. «Nessuna tirannia – ha proseguito Francesco – si sostiene senza sfruttare le nostre paure. Da qui il fatto che ogni tirannia sia terroristica. E quando questo terrore, che è stato seminato nelle periferie con massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia, esplode nei centri con diverse forme di violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali. Muri che rinchiudono alcuni ed esiliano altri. Cittadini murati, terrorizzati, da un lato; esclusi, esiliati, ancora più terrorizzati, dall’altro. È questa la vita che Dio nostro Padre vuole per i suoi figli? La paura viene alimentata, manipolata... Perché la paura, oltre ad essere un buon affare per i mercanti di armi e di morte, ci indebolisce, ci destabilizza, distrugge le nostre difese psicologiche e spirituali, ci anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri e alla fine ci rende crudeli. Quando sentiamo che si festeggia la morte di un giovane che forse ha sbagliato strada, quando vediamo che si preferisce la guerra alla pace, quando vediamo che si diffonde la xenofobia, quando constatiamo che guadagnano terreno le proposte intolleranti; dietro questa crudeltà che sembra massificarsi c’è il freddo soffio della paura. Vi chiedo di pregare per tutti coloro che hanno paura, preghiamo che Dio dia loro coraggio e che in questo anno della misericordia possa ammorbidire i nostri cuori».

«La misericordia non è facile, non è facile... richiede coraggio», ha detto ancora il Papa. «Per questo Gesù ci dice: “Non abbiate paura”, perché la misericordia è il miglior antidoto contro la paura. È molto meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio. Cari fratelli e sorelle, tutti i muri cadono. Affrontiamo il terrore con l’amore».

A partire dal Vangelo il Papa si è soffermato poi sul tema della disoccupazione, sottolineando che «gli ipocriti, per difendere sistemi ingiusti, si oppongono a che siano guariti. A volte penso che quando voi, i poveri organizzati, vi inventate il vostro lavoro, creando una cooperativa, recuperando una fabbrica fallita, riciclando gli scarti della società dei consumi, affrontando l’inclemenza del tempo per vendere in una piazza, rivendicando un pezzetto di terra da coltivare per nutrire chi ha fame, state imitando Gesù, perché cercate di risanare, anche se solo un pochino, anche se precariamente, questa atrofia del sistema socio-economico imperante che è la disoccupazione. Non mi stupisce – ha detto il Papa – che anche voi a volte siate sorvegliati o perseguitati, né mi stupisce che ai superbi non interessi quello che voi dite».

Quanto all’immigrazione, quella attuale, ha denunciato Francesco, «è una situazione obbrobriosa, che posso solo descrivere con una parola che mi venne fuori spontaneamente a Lampedusa: vergogna». Il Papa ha fatto sue le parole pronunciate a Lesbo dall’arcivescovo Hieronymos di Grecia sulla «bancarotta dell’umanità»: «Cosa succede al mondo di oggi che, quando avviene la bancarotta di una banca, immediatamente appaiono somme scandalose per salvarla, ma quando avviene questa bancarotta dell’umanità non c’è quasi una millesima parte per salvare quei fratelli che soffrono tanto? E così il Mediterraneo è diventato un cimitero, e non solo il Mediterraneo... molti cimiteri vicino ai muri, muri macchiati di sangue innocente». L’immigrazione «è un problema del mondo. Nessuno dovrebbe vedersi costretto a fuggire dalla propria patria. Ma il male è doppio quando, davanti a quelle terribili circostanze, il migrante si vede gettato nelle grinfie dei trafficanti di persone per attraversare le frontiere, ed è triplo se arrivando nella terra in cui si pensava di trovare un futuro migliore, si viene disprezzati, sfruttati e addirittura schiavizzati. Questo si può vedere in qualunque angolo di centinaia di città».

In questo frangente nel quale «il divario tra i popoli e le nostre attuali forme di democrazia si allarga sempre più come conseguenza dell’enorme potere dei gruppi economici e mediatici che sembrano dominarle», il Papa ha poi indirizzato due esortazioni ai movimenti popolari. Innanzitutto, «non cadete nella tentazione della casella che vi riduce ad attori secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente. In questi tempi di paralisi, disorientamento e proposte distruttive, la partecipazione da protagonisti dei popoli che cercano il bene comune può vincere, con l’aiuto di Dio, i falsi profeti che sfruttano la paura e la disperazione, che vendono formule magiche di odio e crudeltà o di un benessere egoistico e una sicurezza illusoria». Il secondo rischio da evitare, ha detto Jorge Mario Bergoglio, è quello di lasciarsi corrompere: «C’è corruzione nella politica, c’è corruzione nelle imprese, c’è corruzione nei mezzi di comunicazione, c’è corruzione nelle chiese e c’è corruzione anche nelle organizzazioni sociali e nei movimenti popolari», ha scandito il Papa, ripetutamente applaudito. «A qualsiasi persona che sia troppo attaccata alle cose materiali o allo specchio, a chi ama il denaro, i banchetti esuberanti, le case sontuose, gli abiti raffinati, le auto di lusso, consiglierei di capire che cosa sta succedendo nel suo cuore e di pregare Dio di liberarlo da questi lacci. Ma, parafrasando l’ex-presidente latinoamericano che si trova qui», ha detto il Papa guardando José «Pepe» Mujica, «colui che sia affezionato a tutte queste cose, per favore, che non si metta in politica, non si metta in un’organizzazione sociale o in un movimento popolare… o in seminario… perché farebbe molto danno a sé stesso e al prossimo e sporcherebbe la nobile causa che ha intrapreso. Davanti alla tentazione della corruzione, non c’è miglior rimedio dell’austerità; e praticare l’austerità è, in più, predicare con l’esempio. Vi chiedo di non sottovalutare il valore dell’esempio perché ha più forza di mille parole, di mille volantini, di mille “mi piace”, di mille retweets, di mille video su youtube. L’esempio di una vita austera al servizio del prossimo è il modo migliore per promuovere il bene comune e il progetto-ponte delle “3-T” (lavoro, casa, terra, ndr). Chiedo a voi dirigenti di non stancarvi di praticare l’austerità e chiedo a tutti di esigere dai dirigenti questa austerità, che – del resto – li farà molto felici».

Il Papa ha concluso il discorso citando Martin Luther King: «Odio per odio intensifica solo l’esistenza dell’odio e del male nell’universo. Se io ti colpisco e tu mi colpisci, e ti restituisco il colpo e tu mi restituisci il colpo, e così di seguito, è evidente che si continua all’infinito. Semplicemente non finisce mai. Da qualche parte, qualcuno deve avere un po’ di buon senso, e quella è la persona forte. La persona forte è la persona che è capace di spezzare la catena dell’odio, la catena del male».

Alberto Pento
Questo papa è un incosciente e irresponsabile. Il denaro è santo, molto più santo della manna dal cielo. Il denaro è la realtà con la sua crudezza, naturalità, necessità, durezza, ... la vita la si guadagna con il sudore della fronte e non con la manna dal cielo, e a volte nemmeno il sudore della fronte ti garantisce e ti da il diritto alla vita.



Papa Francesco: "Nessuna religione è terrorista, è il denaro che minaccia l'umanità"
2016/11/05

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/ ... cKCTL.html

Il denaro è la vera minaccia dell'umanità, governa con la frusta della paura e della disuguaglianza economica e sociale. Lo denuncia papa Francesco, incontrando i Movimenti Popolari nell'Aula Nervi in Vaticano. "Chi governa allora? Il denaro. Come governa? Con la frusta della paura, della disuguaglianza, della violenza economica, sociale, culturale e militare che genera sempre più violenza in una spirale discendente che sembra non finire mai. Quanto dolore, quanta paura!", dice il Papa.

Avverte il Papa : "C’è - l’ho detto di recente - c’è un terrorismo di base che deriva dal controllo globale del denaro sulla terra e minaccia l’intera umanità. Di questo terrorismo di base si alimentano i terrorismi derivati come il narco-terrorismo, il terrorismo di stato e quello che alcuni erroneamente chiamano terrorismo etnico o religioso. Nessun popolo, nessuna religione è terrorista. È vero, ci sono piccoli gruppi fondamentalisti da ogni parte. Ma il terrorismo inizia quando 'hai cacciato via la meraviglia del creato, l’uomo e la donna, e hai messo lì il denaro'. Questo sistema è terroristico". Un passaggio che riscuote l'appluauso dei Movimenti.

Il Pontefice cita Pio XI e papa Montini con la denuncia contenuta nell'Enciclica del '71 'Octogesima adveniens': "Quasi cent’anni fa, Pio XI prevedeva l’affermarsi di una dittatura economica globale che chiamò 'imperialismo internazionale del denaro'. L’aula in cui ora ci troviamo si chiama 'Paolo VI', e fu Paolo VI che denunciò quasi cinquant’anni fa, la 'nuova forma abusiva di dominio economico sul piano sociale, culturale e anche politico'. Sono parole dure ma giuste dei miei predecessori che scrutarono il futuro. La Chiesa e i profeti dicono, da millenni, quello che tanto scandalizza che lo ripeta il Papa in questo tempo in cui tutto ciò raggiunge espressioni inedite. Tutta la dottrina sociale della Chiesa e il magistero dei miei predecessori si ribella contro l’idolo denaro che regna invece di servire, tiranneggia e terrorizza l’umanità".

Tutti i muri cadono, non lasciamoci ingannare. Papa Francesco mette in guardia i Movimenti Popolari, ricordando che "nessuna tirannia si sostiene senza sfruttare le nostre paure. Da qui il fatto che ogni tirannia sia terroristica. E quando questo terrore, che è stato seminato nelle periferie con massacri, saccheggi, oppressione e ingiustizia, esplode nei centri con diverse forme di violenza, persino con attentati odiosi e vili, i cittadini che ancora conservano alcuni diritti sono tentati dalla falsa sicurezza dei muri fisici o sociali. Muri che rinchiudono alcuni ed esiliano altri. Cittadini murati, terrorizzati, da un lato; esclusi, esiliati, ancora più terrorizzati, dall’altro. È questa la vita che Dio nostro Padre vuole per i suoi figli?".

La paura, buon affare per i mercanti di morte, dice il Papa: "La paura viene alimentata, manipolata... Perché la paura, oltre ad essere un buon affare per i mercanti di armi e di morte, ci indebolisce, ci destabilizza, distrugge le nostre difese psicologiche e spirituali, ci anestetizza di fronte alla sofferenza degli altri e alla fine ci rende crudeli. Quando sentiamo che si festeggia la morte di un giovane che forse ha sbagliato strada, quando vediamo che si preferisce la guerra alla pace, quando vediamo che si diffonde la xenofobia, quando constatiamo che guadagnano terreno le proposte intolleranti; dietro questa crudeltà che sembra massificarsi c’è il freddo soffio della paura".

Da qui l'esortazione del Papa: "Vi chiedo di pregare per tutti coloro che hanno paura, preghiamo che Dio dia loro coraggio e che in questo anno della misericordia possa ammorbidire i nostri cuori. La misericordia non è facile, non è facile... richiede coraggio. Per questo Gesù ci dice: 'Non abbiate paura', perché la misericordia è il miglior antidoto contro la paura. È molto meglio degli antidepressivi e degli ansiolitici. Molto più efficace dei muri, delle inferriate, degli allarmi e delle armi. Ed è gratis: è un dono di Dio. Cari fratelli e sorelle, tutti i muri cadono. Non lasciamoci ingannare. Affrontiamo il terrore con l’amore".


Pento Alberto
Mi dispiace Bergoglio ma l'Islam è terrorismo allo stato puro e il denaro è un'entità santa e non una minaccia per l'umanità, il denaro è molto più santo e vero della manna dal cielo che se fosse per lei l'umanità sarebbe già scomparsa dalla terra.



Il denaro vero è santo e buono, è il sudore della fronte e la fatica, è l'impegno e il sacrificio, è il lavoro delle creature del Creato, è la responsabilità, è lo studio e la ricerca, è la scienza, è il merito;
il denaro cattivo è soltanto quello falso dei falsari da cantina o di stato, quel denaro che pare manna dal cielo e che non è prodotto dal sudore della fronte ma dal ladrocinio e dallo svilimento del denaro buono e santo.

https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9037783168

Caro Bergoglio tu e la tua casta di preti, vi siete abituati nei secoli a vivere delle rendite come l'8xmille che per voi è come la manna dal cielo, ma per me e per miliardi di uomini e di creature esiste soltanto il sudore della fronte e la fortuna, la dura e cruda realtà della vita e del guadagnarsi il pane con fatica e sacrificio e questo pane quotidiano non ci viene da Dio ma dal nostro lavoro e dal denaro che guadagnamo come misura delle cose e che si trasforma anche in pane e nel tuo 8xmille.
Bergoglio abbi rispetto del nostro lavoro, della nostra fatica, del pane e del denaro che ci guadagnamo più che onestamente.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » dom nov 06, 2016 9:05 am

Rifugiati o un esercito di occupazione?

di Maria Polizoidou
5 novembre 2016

https://it.gatestoneinstitute.org

Pezzo in lingua originale inglese: Refugees or an Occupation Army?
Traduzioni di Angelita La Spada

"Allah chiede ai credenti di essere padroni della terra in cui vivono e solo loro possono avere proprietà e solamente noi possiamo possedere la terra." – Migranti musulmani a Creta, in Grecia.

I migranti erano pronti a condurre il jihad perché accusavano lo Stato greco e i suoi abitanti di qualcosa di cui non erano affatto responsabili.

In Grecia, l'establishment è una versione in miniatura dell'establishment americano: politici e istituzioni pubbliche corrotti fino al midollo.

Noi greci siamo già stati schiacciati dall'Islam, dal genocidio del XX secolo in Turchia alla più recente occupazione turca di Cipro, ancora una volta con la complicità del mondo.

Quello che sta accadendo in Grecia, come in gran parte dell'Europa, è in realtà una massiccia sostituzione della sua popolazione, dei suoi valori e del suo modo di vivere.

I principali partiti politici obbediscono alle politiche autodistruttive dell'Unione Europea in materia di immigrazione che potrebbero causare la fine dei valori greco-giudaico-cristiani dell'Europa, come la libertà individuale, il pensiero critico e l'indagine spassionata.

Cosa fa un esercito di occupazione quando si installa in un paese? Occupa la terra, costringe i residenti a seguire il suo stile di vita. Attua misure contro gli abitanti del paese, propaganda le sue convinzioni e ricorre all'uso della forza per imporle.

Questo è purtroppo quello che sta accadendo in Grecia da parte dei migranti che sembrano "dimenticare" che sono ospiti nella Repubblica ellenica e costringono i greci a sentirsi ospiti nel loro stesso paese.

Se qualcuno è un rifugiato di guerra o la sua vita è in pericolo nella sua patria, sembrerebbe opportuno che quando arriva nel paese che gli offre asilo sia grato a quel paese, rispetti la sua storia, il suo popolo, i suoi valori e le sue leggi. Lo stesso potrebbe valere per un immigrato che vuole recarsi in un paese in cui spera di trovare un futuro migliore.

In Grecia, al contrario, i migranti clandestini – che i media chiamano "rifugiati", cercando artificialmente di legalizzarli nella coscienza morale dei cittadini – occupano spazi che non gli appartengono, usano la violenza, bloccano le strade, commettono reati contro il patrimonio pubblico, si comportano in modo aggressivo nei confronti dei residenti e della polizia e dicono di sentirsi offesi quando vedono simboli che rappresentano il Cristianesimo. Gli ospiti tentano di impadronirsi della casa.

Poche settimane fa, 200 nordafricani e Pakistani sono insorti nel bel mezzo della notte, chiedendo di lasciare l'isola di Lesbo. Al grido di "Jihad, jihad!", hanno distrutto le auto dei residenti nel centro dell'isola e turbato la comunità locale. I rivoltosi hanno detto che qualcuno li aveva informati della morte di sette migranti su un'imbarcazione e pertanto erano insorti contro le autorità. La polizia e gli operatori delle ONG hanno spiegato loro che la notizia era falsa, ma a quanto pare i 200 migranti non erano interessati ad ascoltarli, erano pronti a condurre il jihad perché accusavano lo Stato greco e i suoi abitanti di qualcosa di cui non erano affatto responsabili. Le autorità non sono riusciti a calmarli e a farli rientrare nella struttura in cui erano ospitati.

Come poi si è scoperto non c'erano migranti morti. La rivolta è stata un "errore", ma la polizia e la gente del posto hanno dovuto trascorrere la notte a rintracciare i profughi e i migranti che si erano riversati per le strade di Mitilene.

I clandestini hanno detto che l'informazione sui sette migranti morti l'avevano ricevuta attraverso telefonate ricevute durante la notte. Secondo fonti ufficiosi della polizia, questo episodio ha tutti i tratti di "un'operazione segreta".

Qualche giorno dopo, il 19 settembre 2016, sull'isola di Lesbo è scoppiata una nuova rivolta da parte dei migranti, nel paesino di Moria. Anche stavolta, l'informazione fatta giungere loro era falsa e riguardava un loro ritorno in Turchia. Immediatamente, essi hanno dato fuoco a 16 acri di alberi di ulivo e al campo in cui erano ospitati.

Trecento migranti, che avevano cercato di organizzare una protesta per le strade centrali dell'isola, hanno appiccato il fuoco alla struttura di accoglienza e all'area circostante, per poi essere bloccati dalla polizia che li ha fatti rientrare nel centro, dove hanno cercato di nuovo di bruciare tutto.

I residenti hanno visto le loro piante di ulivo trasformarsi in cenere, così come gran parte dell'hotspot, tre container, capi d'abbigliamento e calzature.

Alcuni degli immigrati irregolari hanno scattato dei selfie durante l'incendio e gridavano: "Allahu Akbar" [Allah è il più grande!"].

Il porto di Mitilene è stato trasformato in un campo di battaglia, dove i migranti e parecchi "militanti della sinistra" greca hanno cercato di impedire al contingente militare di abbassare la bandiera greca davanti al vecchio porto della città. Molti greci odiano il vessillo nazionale. Sembrano preferire gli Stati multinazionali senza alcun riferimento alle fondamenta nazionali dello Stato. Hanno scandito slogan e provocato il contingente militare e gli abitanti di Mitilene che guardavano stupiti dal lato opposto della strada. È stata una dimostrazione di potere da parte dei "militanti della sinistra" e dei migranti irregolari. Molti cittadini di Mitilene non hanno tollerato la provocazione e pertanto alcuni residenti hanno aggrediti i contestatori, ingaggiando una guerriglia in strada.

Ogni domenica mattina a Mitilene i soldati issano la bandiera e la sera, un'ora prima del tramonto, l'abbassano. Una settimana dopo questo episodio, migliaia di greci si sono radunati al porto di Mitilene intorno ai soldati e al vessillo greco e hanno intonato l'inno nazionale ellenico, mostrando la loro fede e rendendo onore al simbolo della nazione. Questo perché la gente è spaventata. Si sono raccolti tutti intorno perché preoccupati di perdere il loro paese e la sovranità a favore di migliaia di clandestini che hanno occupato la loro isola.

Il 28 settembre 2016, a Tympaki nell'isola di Creta, la gente ha trovato ovunque per strada volantini con citazioni tratte dal Corano. Il testo, firmato "Fratelli musulmani dell'isola di Creta", diceva tra l'altro:

"Voi siete i più importanti del mondo, Solo la vostra fede conta e nessun altro esercita il diritto di vita e di morte e di proprietà su ogni altra persona che osa sfidare la vostra egida e non abbraccerà la vostra fede.
"Allah chiede ai credenti di essere padroni della terra in cui vivono e solo loro possono avere proprietà e solamente noi possiamo possedere la terra.
"Allah ha detto che dobbiamo conquistare tutto il pianeta, i credenti devono essere padroni della terra, delle coltivazioni e dei raccolti.
"I miscredenti non possono avere terreni e raccolti perché appartengono solo a noi, i credenti.
"I miscredenti avranno da noi – come ci assicura il sacro Corano – solo l'elemosina".

Quello stesso giorno, il 26 settembre, nella regione di Asprovalta, nei pressi della città di Salonicco, un francese di 49 anni, arrivato in Grecia dalla Turchia, è stato inseguito dalla polizia perché sospettato di essere un jihadista. L'uomo ha speronato l'auto dei poliziotti, al grido di "Allahu Akbar". L'aggressore è stato arrestato e il procuratore distrettuale ha ordinato la sua espulsione.

Un mese fa, gli abitanti di Vavilon, un piccolo villaggio di Chios, un'altra isola che ha accolto un gran numero di immigrati irregolari, hanno deciso di farsi giustizia da soli per mancanza di tutela da parte dello Stato. I residenti si sono organizzati per proteggere le loro famiglie e le loro proprietà dai migranti. In una settimana, avevano subito più di dieci furti e vasti danni alla proprietà.

I media si occupano di questi disordini solo quando causano disastri di vasta portata. Lo stesso accade per i problemi quotidiani causati dai migranti. Gli organi di informazione divulgano notizie sui traffici di droga, sui conflitti esistenti tra migranti di differenti dottrine islamiche, sulle rivolte scoppiate nei centri di accoglienza e di minori stuprati. Il 24 settembre, a Moria, quattro migranti pakistani di 17 anni hanno violentato un loro connazionale 16enne riprendendo lo stupro con i loro telefonini. La polizia ha arrestato i quattro, che ricattavano il ragazzo prima della violenza.

Inoltre, i migranti bloccano la circolazione stradale in molte città, anche per ore. Occupano le strade quando gli pare, la polizia non interviene e non ci sono arresti.

Il governo greco è ben disposto verso i migranti. Gli immigrati irregolari chiedono, in quella che sembra essere una dimostrazione di potere, agli automobilisti greci di esibire i documenti di identità e la patente di guida. Stabiliscono posti di blocco come fa un esercito di occupazione. Il governo e la polizia non fa nulla per fermarli. La gente mostra i documenti per paura del gran numero di migranti presenti; gli automobilisti temono per la propria vita e la loro auto e non vogliono che la situazione degeneri. Se si pensa che la polizia sta lì a guardare passivamente, alla gente non rimane molta scelta.

È anche successo che i migranti hanno bloccato una strada perché nel "centro profughi non c'era una buona connessione a internet".

Come la prenderebbero gli americani se i migranti irregolari musulmani che vivono in America dicessero di sentirsi offesi dalla Statua della Libertà perché non indossa il burqa?

L'arcivescovo ortodosso Geronimo di Atene e di tutta la Grecia, lo scorso marzo ha rimoso la sua croce pettorale, simbolo del Cristianesimo, dall'abito talare durante la visita compiuta al porto del Pireo, per "non offendere", egli ha detto, i migranti musulmani.

L'arcivescovo Geronimo di Atene e di tutta la Grecia viene fotografato mentre distribuisce cibo ai migranti al porto del Pireo. Durante la visita, l'arcivescovo ha rimosso la croce pettorale dall'abito talare per "non offendere", egli ha detto, i migranti musulmani. (Fonte dell'immagine: HellasNewsTv video screenshot)

Chi lo ha avvertito del fatto che i migranti musulmani si sarebbero sentiti offesi dalla croce? Cosa avrebbero fatto se non l'avesse rimossa? L'avrebbero ucciso? Avrebbero bruciato la città del Pireo?

Avrebbero condotto un jihad contro il popolo greco?

Perché nascondiamo i simboli della nostra fede davanti a persone che arrivano nei nostri paesi illegalmente e senza essere invitate? Quale potere potrebbe far rimuovere a un arcivescovo i simboli della sua fede, se non un potere politico del paese?

Il problema in Grecia non è solo il governo o la cattiva gestione del problema dell'immigrazione clandestina. Tutti i principali partiti politici tradizionali del paese, direttamente o meno, incoraggiano l'immigrazione illegale e il trasferimento in massa di musulmani nella società greca. Essi obbediscono alle politiche autodistruttive dell'Unione Europea in materia di immigrazione che potrebbero causare la fine dei valori greco-giudaico-cristiani dell'Europa, come la libertà individuale, il pensiero critico e l'indagine spassionata.

Noi greci siamo già stati schiacciati dall'Islam, dal genocidio del XX secolo in Turchia – che ora colpisce chi non è musulmano come i cristiani, gli aleviti e i curdi – alla più recente occupazione turca di Cipro, ancora una volta con la complicità del mondo.

Ma nonostante questo, i principali partiti politici ovviamente non si preoccupano di proteggere la nazione, la sua identità o la sicurezza dei cittadini.

In Grecia, l'establishment è una versione in miniatura dell'establishment americano: politici e istituzioni pubbliche corrotti fino al midollo, media mainstream e sostenitori oligarchici della globalizzazione. Del resto, la Grecia viene pagata 198 milioni di euro per i rifugiati.

L'establishment greco presenta gli stessi sintomi di cui soffrono il sistema politico americano e quello dell'Europa occidentale. Non crede più nelle fondamenta della Repubblica: "Vox populi, vox Dei", voce di popolo, voce di Dio.

L'establishment politico, quando l'opinione pubblica non è d'accordo con le sue politiche in materia di immigrazione clandestina e riguardo alla protezione dell'identità nazionale, preferisce tacciare gli elettori di immaturità, stupidità o fascismo. Così, mentre l'elettorato continua a non cambiare idea in merito all'identità nazionale e a dirsi contrario all'immigrazione clandestina, le élite del paese sostituiscono la popolazione nativa dando la cittadinanza ai migranti irregolari.

È questa la loro soluzione alla crisi migratoria e al tracollo economico della Grecia, a causa delle fallimentari politiche autoritarie della burocrazia non eletta, inaffidabile e poco trasparente di Bruxelles. Quello che sta accadendo in Grecia, come in gran parte dell'Europa, è in realtà una massiccia sostituzione della sua popolazione, dei suoi valori e del suo modo di vivere. Esiste un unico modo per salvare ciò che resta della Grecia: la via scelta dalla Gran Bretagna: il Grexit, l'uscita della Grecia dall'Eurozona. Adesso.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » mar nov 08, 2016 8:35 am

A 22 anni si toglie la vita perché non trova lavoro. Il dramma nel gesto estremo di un giovane
Da tempo cercava un'occupazione. Un ragazzo tenace e volenteroso che non ha retto alle troppe porte chiuse in faccia
Fabio Montoli
7 Novembre 2016

http://www.ilpopulista.it/news/7-Novemb ... -vita.html

Lo hanno trovato appeso ad un palo di un piccolo ponte. Solo.

Daniele Rebeschini, avrebbe compiuto 23 anni tra un mese, a dicembre, invece, domenica sera, è uscito di casa, si è recato sopra quel ponticello a Zeminiana di Massanzago, nell'alta padovana, si è legato con delle corde che aveva con sé, e così, trovando l'ultimo sussulto di una forza fatta di disperazione, si è lasciato cadere nel vuoto.

Il corpo senza vita del giovane è stato trovato da alcuni passanti che hanno immediatamente chiamato i carabinieri del posto. Non sappiamo bene se Daniele soffrisse di depressione, dicono gli zii e i cugini, di certo non era un periodo buono per lui, da tempo cercava disperatamente un lavoro, trovando sempre porte chiuse davanti alla sua speranza e alla sua tenacia.

La sera prima, Daniele, aveva mandato un messaggio vocale tramite Whatsapp ai suoi amici più cari. Aveva loro detto che li amava, che con loro aveva vissuto bene e che in loro compagnia si era divertito molto. Ha aggiunto però che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero sentito la sua voce.

Immediato il tam tam di chi ha ascoltato il messaggio, alla ricerca di Daniele. L'ansia. La disperazione. Troppo tardi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
Avatar utente
Berto
Site Admin
 
Messaggi: 38318
Iscritto il: ven nov 15, 2013 10:02 pm

Precedente

Torna a Diritti e doveri umani naturali e universali

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti

cron