Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine

Ospitalità, non sempre è sacra - accoglienza come crimine

Messaggioda Berto » gio ott 27, 2016 8:22 pm

I manipolatori dei Diritti Umani Universali, veri criminali razzisti, si possono riconoscere facilmente perché sono soliti definire il rifiuto dell'accoglienza dei clandestini/invasori e le relative proteste da parte dei cittadini come come "guerra tra poveri"; questa frase la dice lunga sullla considerazione e sul rispetto che questi criminali razzisti hanno nei confronti della loro gente, dei loro concittadini, dei popoli nativi e indigeni europei.
Questi mostruosi razzisti, paragonano i nostri concittadini ai clandestini ed equiparano i legittimi diritti della nostra gente con gli pseudo diritti dei clandestini e di trutta questa marea islamica e nera che invade la penisola italica e l'Europa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » gio ott 27, 2016 8:38 pm

Morcone, tra Mafia Capitale e Pd: ecco chi è il prefetto che insulta i cittadini di Goro
Davide Di Stefano

http://www.ilprimatonazionale.it/politi ... goro-51836

Roma, 26 ott – Ha utilizzato le parole più sprezzanti, da lui è partita la condanna senza appello ai cittadini di Goro e Gorino, rei di aver innalzato barricate per opporsi all’arrivo di immigrati clandestini e difendere il proprio territorio. “È un amaro ricordo che quei cittadini si porteranno appresso a lungo. Gli italiani che rifiutano l’aiuto doveroso a donne e bambini sono ottusi, mi vergogno di averli come connazionali. Se non vogliono vivere nello stesso posto dove diamo accoglienza ai profughi – ha aggiunto – andassero a vivere in Ungheria. Noi staremo meglio senza di loro”. Toni più consoni ad un leader politico che ad un prefetto, quelli utilizzati da Mario Morcone, capo del dipartimento Libertà civili e Immigrazione al Ministero dell’Interno. Un ruolo “istituzionale” che dovrebbe condurre a considerazioni più ponderate.

Un atteggiamento che non è una novità per chi conosce un minimo la storia di Morcone. Dopo una carriera che lo ha condotto a diventare prefetto, a maturare esperienze in campo internazionale come nel 1999 in Kosovo per conto dell’ONU e a ricoprire diversi incarichi istituzionali (quasi sempre in quota centrosinistra), Morcone nel 2011 scelse di buttarsi direttamente in politica, candidandosi a sindaco di Napoli per il centrosinistra. Sostenuto da Pd e Sel non riuscì nemmeno ad arrivare al ballottaggio, sconfitto da De Magistris e dal candidato di centrodestra Gianni Lettieri. Una debàcle alla quale si devono aggiungere le numerose polemiche che riguardarono la sua candidatura a causa di un’inchiesta che lo riguardava. Insieme all’allora sottosegretario Gianni Letta, su di lui pendevano le accuse di abuso d’ufficio, turbativa d’asta e truffa, relative all’assegnazione degli appalti per l’assistenza ai rifugiati.

Quello per l’accoglienza dei “rifugiati” (immigrati clandestini a tutti gli effetti, ndr) è dunque un campo che interessa molto a Morcone, non solo per i suoi impegni “istituzionali”. Nelle carte dell’inchiesta Mafia Capitale compare proprio il suo nome, quando i Carabinieri segnalano a più riprese la “soddisfazione di Luca Odevaine per l’avvenuta nomina del Prefetto Mario Morcone quale nuovo Capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione”. Luca Odevaine, ex vice capo di Gabinetto di Veltroni in Campidoglio, condannato a 2 anni e 8 mesi per gli appalti truccati proprio per la gestione dell’accoglienza dei rifugiati al Cara di Mineo. Odevaine, parlando con Salvatore Buzzi, si vanta di aver addirittura “sponsorizzato” la nomina del prefetto Morcone per quella poltrona: “Sì, no, perché poi io ho fatto un giro anche io su Morcone… perché ho capito che c’era quest’area perché la… l’emergenza è un casino e non sanno con chi affrontarla, Mario è esperto, è bravo, per cui l’altro giorno sono riuscito a fare un giro su Renzi e alla fine ieri lo hanno nominato. Infatti mi ha chiamato proprio adesso per ringraziarmi”. Ci sarebbero dunque i buoni uffici di Odevaine e della cricca di Mafia Capitale dietro la nomina di Morcone al ruolo che ricopre ancora oggi? E’ solo una supposizione, mentre la “lunga conoscenza” e la collaborazione di Odevaine con Morcone è un dato di fatto.

Chissà, magari guardando nel passato di Morcone si comprendono meglio le sue dichiarazioni sopra le righe rispetto all’immigrazione e all’accoglienza, come nel caso di Goro e Gorino o come quelle rilasciate nei mesi scorsi, quando propose di mettere i profughi “nelle vie più eleganti di Genova o anche a Portofino”, o ancora quando voleva creare corsie preferenziali per garantire il lavoro ai rifugiati. In quel caso dovette intervenire addirittura Alfano per specificare che prima di garantire il lavoro dei rifugiati era bene pensare agli italiani. Dunque il dubbio rimane: Morcone è un sincero “ultras” dell’immigrazione? Una sorta di Boldrini e Kyenge in salsa prefettizia? O forse il suo amore per rifugiati e accoglienza non è così disinteressato? Non è possibile dirlo. Certo, qualche dubbio rimane.
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » gio ott 27, 2016 8:42 pm

Far West a Roma, scontro tra Polizia e clandestini: le foto
26/10/2016

http://ilsudconsalvini.info/far-west-ro ... ni-le-foto

Due agenti della Polizia di Stato vengono aggrediti dai clandestini durante un controllo. E sono costretti a sparare dei colpi in aria. Scene da Far West a Roma: ecco le foto segnalate dalla Questura di Roma.

Stavano seguendo uno spacciatore quando sono stati accerchiati e aggrediti. E, come riporta Romatoday, hanno sparato tre colpi in aria.

È quanto accaduto il 21 ottobre a Lunghezza, nell’area est di Roma, agli agenti di una pattuglia della Polizia di Stato.

Al termine delle “operazioni” sono state 6 le persone arrestate con il sequestro di droga, di denaro contante di illecita provenienza e di vari oggetti atti ad offendere.

Droga e soldi sequestrati dalla Polizia di Stato
...

Nella circostanza i due poliziotti del commissariato Casilino, durante il consueto controllo del territorio, hanno notato un persona nota in quanto in passato già fermata per spaccio di sostanze stupefacenti.


LA FUGA E L’AGGRESSIONE

L’uomo alla loro vista è fuggito percorrendo a piedi un sentiero sterrato cercando di far perdere le proprie tracce; inseguito, è stato visto scavalcare il muro di cinta di una villa.

Qui i due agenti si sono trovati di fronte un gruppo di persone, di etnia rom.

Costoro, noncuranti del controllo di polizia e della richiesta degli agenti di identificarsi, li hanno aggrediti colpendoli con una mazza ed una roncola.
Le armi con cui i clandestini hanno aggredito gli agenti della Polizia di Stato a Roma

I due poliziotti lievemente feriti e date le oggettive difficoltà, hanno chiesto ausilio alla sala Operativa delle Questura. In breve sono giunte sul posto diverse volanti. Fermate tutte le persone presenti coinvolte nell’aggressione.

Identificata sul posto R.D., una donna di 46 anni di origine macedone, responsabile della “gestione” della villa in cui gli agenti hanno trovato 13 persone di origine africane illegali sul territorio nazionale.

SOLDI, ARMI E DROGA SEQUESTRATI
...

Tra di loro anche l’uomo fuggito al primo controllo; S.K., senegalese di 22 anni, è stato trovato in possesso di dosi di droga e di 1.000 euro in contanti.

Nella stanza da lui occupata sono stati sequestrati 320 grammi di marijuana, 300 di hashish e 30 di eroina. Il giovane è stato arrestato.
La Polizia a Corcolle trae in arresto i clandestini

Proseguendo nelle verifiche, in un’altra locale della villa è stato trovato un katana e due grossi coltelli; il tutto sequestrato.

Gli aggressori, tutti di etnia rom di età compresa tra i 20 e i 46 anni parenti della donna, sono stati arrestati per violenza resistenza e lesioni, oltre che denunciati per il possesso di arma da taglio; per la donna, trovata inoltre in possesso di oltre 7.000 euro in contanti – sono invece scattate le manette per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » ven ott 28, 2016 8:17 pm

Ci sono poco più di 200 chilometri tra i piccoli centri di Puglia e Molise, ma la reazione dei residenti nei confronti dell'accoglienza dei profughi è la stessa: non qui. Ma se in provincia di Ferrara la popolazione ha bloccato l’arrivo dei pullman, nei due Comuni del Sud le barricate sono nate con i progetti ancora in fase embrionale
di Mary Tota | 27 ottobre 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10 ... ma/3126318

“Ma sa cosa significa? Che non potremo più tornare a casa la sera senza sentirci in pericolo”. “Non si tratta di essere razzisti, ma gli extracomunitari qui non li vogliamo”. Ci sono poco più di 200 chilometri tra gli abitanti di San Giuliano di Puglia, nel Molise, e quelli di Palombaio, in Puglia, ma la reazione davanti all’ipotesi di accogliere i migranti è identica: non qui. Se a Goro e Gorino, in provincia di Ferrara, la popolazione ha bloccato l’arrivo dei pullman, nei due piccoli centri del Sud, le barricate sono nate con i progetti ancora in fase embrionale.

A Palombaio, frazione di Bitonto a pochi chilometri da Bari, paese di 3mila abitanti, i 27 immigrati sarebbero dovuti arrivare già da quindici giorni. Non arriveranno più perché la cooperativa che avrebbe dovuto gestire il centro ha gettato la spugna. “Non è possibile qui, ma lo vede dove viviamo?” racconta un signore, mentre rientra a casa con le buste della spesa. “Non vogliamo essere chiamati razzisti, non è questo il punto – gli fa eco la moglie – è una questione di sicurezza, lei le ha mai viste le istituzioni qui?”. “Siamo pochi noi, loro diventeranno tanti – racconta una donna -, non c’è una guardia medica, non c’è una farmacia, qui a Palombaio non c’è nulla per noi, figuriamoci per loro”. Le obiezioni che si raccolgono in pochi minuti sono quelle di sempre. “Noi non vogliamo dare fastidio a nessuno, se la gente non ci accetta ce ne stiamo a casa – ci spiega Adele Raguso, presidente della cooperativa San Sebastiano che aveva vinto l’appalto -. Abbiamo scritto alla Prefettura, noi lasciamo. Non ci aspettavamo una reazione simile, in nessuna delle altre città dove curiamo l’accoglienza hanno reagito così, a Canosa, nella Bat, hanno anche organizzato una festa dell’accoglienza. Non ce la sentiamo di continuare in questo clima, ma occorrerebbe comprendere che quella gente arriva in condizioni disperate, sono essere umani come noi”.

Bitonto, i residenti dicono no all’arrivo di 27 migranti: la Prefettura li accontenta – In realtà, il progetto è stato bloccato anche dal sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, per presunte irregolarità procedurali, negate dalla cooperativa stessa. “La struttura dove dovrebbe sorgere il centro è una villetta a due piani, adibita sino ad oggi a mobilificio. Si tratta di un cambio di destinazione d’uso – continua il sindaco – avrebbero dovuto essere versati gli oneri di urbanizzazione e invece ci è stato solo comunicato l’avvio dei lavori. Qui il rispetto della legge non c’è e per me se ne possono pure tornare a casa”. Ma burocrazia a parte, il primo cittadino condanna l’atteggiamento di chiusura della comunità, ricordando le manifestazioni di affetto che seguirono l’atto di coraggio di un migrante che aveva sventato una rapina a mano armata, in un supermercato della città. Una spiegazione a tanta ostilità, però, la fornisce: “Il Comune di Bari, anni fa, decise di punto in bianco di trasferire nei quartieri popolari diversi pregiudicati italiani, ci furono notevoli problemi di sicurezza. Sono traumatizzati – conclude Abbaticchio – era prevedibile che reagissero così”. Ora sarà la Prefettura a dover dipanare la matassa, trovando una nuova destinazione ai 27 profughi.

San Giuliano di Puglia, 500 migranti nelle case post sisma del 2002. Proteste della popolazione – Accordo fatto, invece, a San Giuliano di Puglia, in Molise, dove nelle casette costruite dopo il sisma del 2002, in seguito al quale morirono 27 bambini e una maestra, arriveranno entro il 2017, 500 migranti, per lo più famiglie con bambini. L’accordo è stato siglato dopo una lunga e travagliata fase di confronto con i cittadini. “L’opposizione arriva prevalentemente dai comuni vicini – spiega il sindaco Luigi Barbieri – , dove si sono costituiti i comitati ma non ci sono grandi problemi. Certo – ammette – anche io ho gli stessi timori della popolazione, io ci abito qui, anche io penso alla sicurezza. Ma se non avessimo concluso noi l’accordo, in quelle casette ne avrebbero messi 3mila di extracomunitari”. Anche in questo caso i timori espressi dalla comunità sono quelli di tutti: “Guardi – spiega una donna che abita proprio di fronte alla scuola crollata nel sisma – va bene tutto ma gli immigrati no, ma le vede quante sono quelle case, sono fuori dal paese ma ci divide solo una strada”. “I 35 euro al giorno per straniero ci sono – incalza un uomo seduto al bar del paese – per noi non c’è mai niente, i nostri ragazzi vanno via da San Giuliano perché qui non c’è futuro”. Eppure, assicura il primo cittadino, i cittadini contrari sono solo una minoranza. Fatto sta che quelle casette in legno, costruite dalla Protezione Civile, sono costate 30 milioni di euro, il Comune non ha i soldi necessari per ristrutturarle e destinarle ad altro. Da 7 anni sono abbandonate e alla mercé dei vandali, servono 3 milioni di euro per rimetterle a nuovo. Lo farà la ditta che ha vinto il bando e che le destinerà agli immigrati.


Era ora che la gente, i cittadini si ribellassero al crimine dell'accoglienza obbligatoria e imposta con la forza. Si tratta di un crimine contro l'umanità che viola i Diritti Umani dei Nativi o Indigeni europei. Dei buoni modelli sono la Svizzera e l'Australia.
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » ven ott 28, 2016 10:01 pm

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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » dom ott 30, 2016 3:29 am

???

Milva e la «sua» Goro: «Se vivessi ancora lì, i migranti li avrei ospitati io»
La cantante rompe il silenzio sulla vicenda dei profughi: «Prendo le distanze dagli episodi di intolleranza, ma forse la prefettura poteva avvisare prima il Comune»
di Matteo Cruccu

http://www.corriere.it/cronache/16_otto ... F020103COR

In questi giorni l’hanno evocata in tanti: prima di diventare nota per le barricate contro i migranti, Goro era infatti assiomaticamente legata a una delle più grandi cantanti italiane degli ultimi cinquant’anni, Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, altrimenti soprannominata «la Pantera di Goro» tanto quanto Mina era «la tigre di Cremona». Molti si chiedevano dunque cosa pensasse dei suoi concittadini, peraltro abbandonati tanto tempo fa, perché la cantante vive da decenni a Milano. Dove da diversi anni si è ritirata a vita privata, un po’ segnata dall’età (le primavere sono 77), un po’ desiderosa di farsi gli affari suoi.

Sempre attenta ai sociali

Da sempre cantante impegnata, attenta ai temi sociali, non poteva però non dire la sua sulla vicenda, affidandosi a una nota. In cui la rossa per eccellenza prende subito «le distanze dagli episodi di intolleranza che si sono verificati. Se vivessi ancora nella mia Goro e potessi disporre di adeguati spazi sarei stata lieta di dare una mano, una speranza, un sollievo a chi ha dovuto abbandonare tutta la propria vita, verso un futuro incerto». La cantante non manca però di riservare qualche critica all’operato della Prefettura: «Pare abbia avvisato il Comune dell’arrivo dei migranti con tempi troppo stretti. Forse, con una tempistica maggiore, il nostro paese avrebbe potuto prepararsi e gestire al meglio l’accoglienza assieme alle associazioni di volontariato».


Pora dona, da ła boca granda ke ła parla parké ła ga ła boca e parké lè contro el popoło e al servisio del poder!
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » dom ott 30, 2016 8:11 am

I bugiardi che si dicono antirazzisti me che di fatto sono razzisti contro i Nativi o Indigeni europei


Andrea Maestri: La risposta a quelli che dicono “portateli a casa tua, i profughi”
Venerdì 28 Ottobre 2016

http://www.ravennanotizie.it/articoli/2 ... fughi.html

Ai razzisti che “io non sono mica razzista, ma”, agli xenofobi che vedono un pericolo anche in donne e bambini migranti e richiedenti asilo, ai politici furbi che soffiano sul fuoco, ai politici ipocriti e codardi che tacciono (quindi acconsentono), a chi comprende e non condanna le barricate e i blocchi stradali, a quelli che mi dicono “portateli a casa tua, i profughi” rispondo così.

1. L’accoglienza dei richiedenti asilo è un dovere giuridico che discende dalla Costituzione (artt. 2, 3, 10) e dalle Convenzioni internazionali;

2. Come accogliere lo stabiliscono le leggi: rispettatele se volete continuare a vivere in uno stato di diritto;

3. Le risorse spese per l’accoglienza dei profughi sono fondi pubblici a destinazione vincolata, di origine europea e non si possono spendere per altre finalità;

4. La lotta alla povertà (di italiani e stranieri regolarmente soggiornanti) si combatte con risorse pubbliche (per esempio, facendo pagare l’imposta sulla prima casa a chi se lo può permettere e non togliendola a tutti indiscriminatamente; per esempio, evitando di spalmare gli 80 euro su tutti, anche su chi non ne ha bisogno) e buone politiche sociali (diritto alla casa, tutela sanitaria, sostegno alle famiglie numerose, reddito minimo garantito, ecc.);

5. Il sottoscritto e la sua compagna, che hanno già 3 figli, 2 anni fa hanno accolto in casa un minore straniero non accompagnato. Quello che dico, lo pratico. Con coerenza. Lo stesso segretario del mio partito, Pippo Civati fu l’unico politico, interpellato dalle Iene, ad accogliere veramente in casa sua un richiedente asilo e ad aiutarlo fino al riconoscimento dello status di rifugiato. Quello che Possibile dice, fa. Con coerenza;

6. Ieri alla Camera abbiamo annunciato la disponibilità di Possibile, dei nostri iscritti e militanti ad accogliere una delle donne rifiutate da Gorino insieme al suo bambino. Un piccolo gesto riparatore, concreto e simbolico, per difendere i valori di solidarietà scritti nel patto repubblicano e costituzionale;

7. La politica ha il dovere di coltivare la cultura dell’accoglienza e di non fomentare conflitti sociali pericolosi;

8. Il modello giusto e virtuoso di accoglienza diffusa e sostenibile esiste già ed è lo SPRAR gestito da molti Comuni italiani: la buona programmazione crea ricchezza e sicurezza nei territori, l’emergenza aggrava la marginalità sociale e acuisce i conflitti;

9. Tutto il resto è un gioco sporco e pericoloso, che pagheranno solo i più poveri e indifesi: italiani e stranieri, in questo caso senza discriminazioni a pagare insieme i danni della cattiva politica.


Andrea Maestri
Deputato della Repubblica - Possibile



A questo irresponsabile razzista anti europeo io Alberto Pento rispondo:

1) L'accoglienza è un obbligo soltanto per i veri rifugiati/asilanti (documentati o certificati e rispettosi) e soltanto in un numero compatibile con le possibilità e le risorse di ogni paese

2) le leggi internazionali, europee e nazionali sull'accoglienza devono rispettare le comunità che accolgono e non possono essere in contrasto i Diritti Umani Universali di queste comunità a cominciare dalla volontà dei cittadini

3) le risorse sull'accoglienza non sono manna dal cielo ma risorse dei cittadini europei che vengono prelevate
a forza con la fiscalità e che se tolte ai paesi in difficoltà socio-economica costituiscono un prelievo indebito e criminale

4) la lotta alla povertà si fa innanzitutto eliminando i parassiti, i ladri, i furbi, i fanulloni, gli sprechi, la corruzione, i privilegi, le mafie, l'ingiustizia amministrativa; riducendo le tasse e la fiscalità; premiando il merito, la responsabilità, il lavoro, l'impegno, l'investimento; sviluppando la ricerca; liberando le imprese dalle camice di forza delle assurdità legislative e amministrative

5) sono in tanti che ospitano estranei e foresti ed in ogni caso l'ospitalità deve essere libera e volontaria altrimenti se diventa costrizione si trasforma in violenza, tortura e crimine contro l'umanità

6) l'accoglienza propagandistica a spese della comunità e sprecando risorse pubbliche che dovrebbero essere impiegate a sostenere i cittadini europei e italiani in difficoltà, è soltanto un favoreggiamento del crimine
contro i Nativi europei

7) la politica non è l'attività di una mostruosa e presuntuosa casta di privilegiati e di eletti ma un servizio organizzato che la comunità si dà per amministrarsi e che dovrebbe essere al servizio esclusivo dei cittadini e non di altri

8) il modello dell'accoglienza non è rappresentato dallo SPRAR ma da paesi come la Svizzera, l'Australia, Israele

9) lo sporco e pericoloso gioco è fatto da personaggi demenziali e irresponsabili come lei che non hanno alcun rispetto per la volontà e i Diritti Umani Universali dei Nativi o Indigeni e Cittadini europei.
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » dom ott 30, 2016 6:15 pm

https://www.facebook.com/MagdiCristiano ... 0668976853

Cari amici, dopo Papa Francesco che ha detto che chi non accoglie i clandestini non è cristiano, ora il ministro dell'Interno Angelino Alfano dice che chi non accoglie i clandestini non sarebbe un vero italiano. Addirittura Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del Ministero dell'Interno, si è spinto a sostenere che gli italiani che rifiutano di accogliere i clandestini dovrebbero lasciare l'Italia e andarsene in Ungheria, con il sottinteso che l'Ungheria sarebbe per antonomasia il Paese dei razzisti.

Le esternazioni del ministro Alfano e del suo braccio destro Morcone fanno riferimento alla decisione del prefetto di Ferrara, Michele Tortora, di non inviare più un gruppo di clandestini, che sarebbe formato da 12 donne, a Gorino nel Ferrarese, dopo la protesta dei cittadini che hanno eretto delle barricate.

Questa la dichiarazione di Alfano: "Di fronte a 12 donne, delle quali una incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell'Italia".

Questa la dichiarazione di Morcone: "Credo si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne e bambini. Gli italiani che rifiutano l'aiuto doveroso a donne e bambini sono ottusi, mi vergogno di averli come connazionali. Se non vogliono vivere nello stesso posto dove diamo accoglienza ai profughi andassero a vivere in Ungheria. Noi staremo meglio senza di loro".

Cari amici, a parte il fatto che la stragrande maggioranza dei clandestini sono giovanotti di sesso maschile tra i 20 e i 30 anni e che le donne e i bambini sono una infima percentuale; a parte il fatto che solo il 5 per cento dei clandestini risultano effettivamente profughi o rifugiati per cui si dovrebbe smetterla di indicarli indistintamente come profughi; a parte il fatto che in ogni caso chi governa l'Italia dovrebbe occuparsi prioritariamente se non esclusivamente degli italiani, cominciando dai 12 milioni di italiani poveri, mi domando se il ministro dell'Interno e il suo braccio destro possano "scomunicare" gli italiani che si oppongono a questa auto-invasione di clandestini. Così come mi domando come possa un prefetto, un funzionario amministrativo, offendere uno Stato estero additandolo come uno Stato razzista. Oltretutto l'Ungheria è uno Stato membro dell'Unione Europea la cui unica colpa è di difendere le proprie frontiere dall'invasione di clandestini e di salvaguardare la propria popolazione dalla minaccia dell'islamizzazione.

Se fossimo uno Stato serio il Governo dovrebbe prendere le distanze da Alfano, chiedere scusa agli italiani e licenziare in tronco Morcone. Sono loro che devono vergognarsi per aver offeso gli italiani ed è l'Ungheria che ha tutte le ragioni per esigere la sanzione di un prefetto che ha perso la testa.
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » dom ott 30, 2016 7:00 pm

Abano, presidi giorno e notte: "Non vogliamo altri migranti"
Nel paese che non vuole più profughi, un comitato si presenterà alle comunali: "Date l'ex caserma a noi"
Lodovica Bulian - Dom, 30/10/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 24996.html

«Restiamo qui anche di notte». Di notte? «Sì, perché in altre caserme il blitz lo hanno fatto mentre i cittadini dormivano e all'alba si sono trovati di fronte al fatto compiuto.

Siamo pronti a controllare che non accada». Ad Abano Terme non ci sono le barricate di pallets che hanno acceso i riflettori dell'indignazione su Goro, ma da 23 giorni un presidio permanente di cittadini vigila sulla ex base militare Prima Roc di Giarre e su possibili colpi di mano della prefettura di Padova. Sono qui da quando a fine settembre la struttura dismessa con centinaia di posti letto era stata individuata come possibile hub di accoglienza, e un migliaio di abitanti scesi in corteo ha impedito un sopralluogo di tecnici e operatori di una cooperativa. Rischio scongiurato, «per il momento».

Se la prefettura ha informalmente dato la propria parola, i manifestanti del comitato «Abano dice no» continuano restare qui. Nessuno si fida più di nessuno. Non ci si fida nemmeno della politica in questo Comune da appena 19mila abitanti che ha conosciuto la corruzione dentro i palazzi del potere. Il primo cittadino Luca Claudio è stato sospeso all'indomani dell'elezione ed è in cella nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta «tangentopoli delle terme». L'amministrazione, retta da un commissario prefettizio, Pasquale Aversa, andrà di nuovo al voto a primavera. È tutto troppo, forse, per un piccolo Comune che ambisce a tornare una potenza del turismo termale. Accade così, da un giorno all'altro, che la protesta si faccia movimento politico. Che la battaglia serrata contro l'arrivo di altri migranti in un fazzoletto di terra che ne conta già oltre mille e duecento divisi in tre caserme della provincia, - Bagnoli, Cona, Prandina - diventi una sfida elettorale. Si chiamerà «Grande Abano» e sarà la prima lista «anti-profughi» che correrà per conquistare il Comune alle elezioni di maggio. Un contenitore civico creato da un altro comitato cittadino «uno nessuno, no profughi ad Abano» (differente da quello che presidia la caserma: «Nessuna commistione» ci tengono entrambi a precisare) nato anch'esso per opporsi all'invio di richiedenti asilo. Non ha ancora un candidato, ma ha già decine di adesioni e un programma che parte da una bandiera: «L'ex base militare che volevano sistemare per l'accoglienza sia destinata a ospitare 126 famiglie che versano in uno stato di emergenza abitativa», spiegano Sabrina Talarico e Fabrizia Birello, che hanno messo in piedi il progetto insieme a Nicola Andreose, Paolo de Franceschi, e Mirko Mazzucato.

«Per un Comune ricco come Abano, sono parecchie 126 famiglie senza casa - precisano - pensiamo prima a loro». Edilizia popolare, dunque. Ma anche rilancio di un turismo che è da sempre la spina dorsale dell'economia territoriale ma che ora la regge a fatica. Come un fiore un po' appassito. «Nei grandi alberghi, i turisti tedeschi e austriaci sono sempre meno. Negli anni, 21 strutture ricettive hanno chiuso tra Montegrotto e Abano, noi vogliamo farla diventare la prima meta termale d'Europa». Il piano ha un unico pilastro: «No all'arrivo di altri migranti nei venti comuni veneti riconosciuti di rilevanza turistica - spiegano Talarico e Birello - Abano è tra questi, ed è una questione di sopravvivenza economica».

Era protesta, è diventata politica. Con una metamorfosi che invade dal basso terreni già fertilizzati da battaglie politiche della Lega e del Movimento 5 stelle: se non bastano più gli slogan anti-immigrazione del Carroccio, l'eco del grillino «onestà onestà» non ha attirato più del 8 per cento alle ultime comunali. Dopo lo scandalo del sindaco in manette, «Grande Abano» promette un «codice etico che faremo firmare ai nostro candidati».

Il mini hub delle terme non si farà. «Sa chi ha firmato la petizione che anche io ho promosso contro l'apertura della caserma? Anche dei turisti che vengono da fuori, dalla Lombardia e dalla Liguria» racconta Sonia Tognatti, energica titolare dell'edicola all'inizio della zona pedonale. «Sono qui da 40 anni. Non mi chieda se siamo razzisti, qui abbiamo molti lavoratori stranieri negli hotel, fanno parte della comunità. Non vogliamo migranti che non fanno nulla, lasciati senza percorsi di integrazione. Li abbiamo fermati, quelli della prefettura, ma tanto poi so che fanno quello che vogliono». Fuori dalla vecchia caserma il sole scende, ed è una palla di fuoco. «Quelli di Goro sono stati criminalizzati, ma hanno vinto». «Ci stiamo coordinando con tutti i comitati di protesta del Veneto e non solo - spiega il referente di «Abano dice No», Maurizio Tentori - Faremo qualcosa di grande insieme».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ospitałetà no senpre lè sagra - acojensa come crimine

Messaggioda Berto » dom ott 30, 2016 9:54 pm

“In Olanda troppi marocchini”: Wilders a processo sfida i giudici, non si presenta in tribunale
2016/10/30

http://www.riscattonazionale.it/2016/10 ... -tribunale

“Nessuno potrà zittirmi. Non mi hanno fermato le minacce dei terroristi e non lo faranno nemmeno i giudici con questo processo politico a cui io non mi presto. L’Olanda del politicamente corretto sta diventando una dittatura“. Così dice in un messaggio video agli olandesi Geert Wilders, carismatico leader del Partito Liberale (PVV) alleato della Lega Nord in Europa. I sondaggi dicono che sarà il vincitore delle elezioni politiche di marzo e il prossimo premier e allora ecco che domani inizierà il processo ad orologeria con l’accusa di incitamento all’odio razziale per cui rischia sino a due anni di carcere.

L’antefatto l’avevo già raccontata ma eccolo in breve: a seguito del successo alle elezioni comunali del 2014 il leader del PVV incontra all’Aja una folla di elettori e, tra le altre cose, chiede: “In questa città e in tutta l’Olanda volete più o meno marocchini?”. Dalla gente parte un boato “Minder-Minder-Minder”. Meno, ne vogliono meno. Tutto qui, senza insulti o considerazioni di sorta, ma per la sinistra e la stampa basta e avanza per definirlo un razzista e ottenerne il processo. Eppure tutti sapevano bene che la domanda non era frutto di una improvvisa ubriacatura razzista ma di un problema, definito “il problema marocchino”, di cui Wilders parlava ufficialmente da anni in Parlamento snocciolando dati e chiedendo, senza ottenerle, risposte e azioni.

“Oltre il 60% dei marocchini tra i 12 e i 26 anni ha precedenti penali e oltre l’80% torna a commettere reati – spiegava Wilders – nessun altro gruppo è così tanto recidivo e la seconda generazione commette ancora più crimini della prima. La Polizia e il Rapporto annuale sull’integrazione – continuava – ci dicono che la criminalità marocchina ha raggiunto numeri esorbitanti che pongono seri rischi alla sicurezza nazionale. È ora di trovare rimedi in Parlamento”. E in Parlamento il capo del PVV elencò una serie lunghissima di gravi violenze commesse da giovani marocchini ai danni di categorie deboli quali anziani, disabili e donne e concluse: “C’è un razzismo dei marocchini contro i non marocchini che rende la vita impossibile a tutti gli altri e bisogna finirla di parlare di problema giovanile poiché i giovani delle altre comunità non hanno tale problema.” Come soluzione il suo partito chiedeva restrizioni sulla doppia nazionalità e leggi più dure che per certi tipi di reato prevedessero espulsione e ritiro del passaporto olandese.

Un problema per la sinistra olandese che ha pensato bene di tappargli la bocca mettendolo fuori gioco con le denunce, ma Wilders nel suo ultimissimo messaggio è stato chiaro: “Questo è un processo contro la libertà di parola per impedire che si parli di ciò che dà fastidio al politicamente corretto, ma è mio diritto e mio dovere denunciare i problemi del Paese e il problema marocchino è un grande problema. Lo dicono i numeri – ha continuato – che queste persone sono over rappresentate negli episodi criminali e nella dipendenza dai sussidi statali e come se non bastasse il 75% dei terroristi partiti verso la Siria sono marocchini. Il 43% degli olandesi dichiara di non volerne più, di volerne di meno, non per razzismo ma per sfinimento e per l’esorbitanza dei costi sociali e in fatto di delinquenza. Se dire queste verità è punibile penalmente – ha concluso – l’Olanda è una dittatura. A questa farsa rifiuto di partecipare e non mi presenterò in tribunale. Si tratta di una questione politica che va discussa in Parlamento, non in tribunale. Mi vogliono zittire ma l’Olanda ci appartiene, questa è la nostra Patria, non mi fermeranno”.
Parole da statista che l'Olanda olandese pare aver apprezzato al di là degli schieramenti e adesso il processo politico rischia di trasformarsi in un boomerang e farne un eroe nazionale. Una storia da seguire con grande interesse perché dalle ventose spiagge del Mare del Nord possono partire onde tali da impensierire i palazzi della vicina Bruxelles.
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