Islamofascismo, nazismo maomettano e razzismo mussulmano

Islamofascismo, nazismo maomettano e razzismo mussulmano

Messaggioda Berto » lun nov 23, 2015 3:34 pm

Il terrore di Parigi nasce nell'islam. Parla l'imam di Nimes
"Dobbiamo dire la verità". Hocine Drouiche, vicepresidente della conferenza degli imam di Francia, spiega al Foglio che non si potranno fare passi avanti nel dialogo e nella convivenza se i musulmani europei non si mettono in testa che l’estremismo è un fenomeno evidente all’interno della loro stessa comunità
di Matteo Matzuzzi | 16 Novembre 2015
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/11/1 ... e_c302.htm

Roma. “E’ una catastrofe”, dice Hocine Drouiche, imam di Nimes e vicepresidente della conferenza degli imam di Francia. Una catastrofe per Parigi, la Francia, l’Europa e i musulmani che in questo continente hanno piantato radici. Drouiche, che dinanzi al Parlamento europeo la scorsa estate aveva denunciato i silenzi di tante (troppe) autorità musulmane riguardo la persecuzione dei cristiani in Siria e Iraq – “i cristiani d’oriente sono le prime vittime dell’arretramento culturale e civile in seno al mondo musulmano”, aveva detto – qualche mese fa al Foglio aveva parlato di una “deriva settaria” che ormai aveva conquistato l’islam. Ora, con l’immagine ancora impressa negli occhi dei cadaveri sparsi per le strade parigine, uomini e donne trucidati al grido “Allah u akbar”, la situazione si fa quasi disperata: “C’è un problema reale nella comunità musulmana francese ed europea. Si vive nella paura, in stato di shock. Di conseguenza, la sua posizione non è abbastanza chiara. Si pensi che molti musulmani in Europa pensano ancora che lo Stato islamico sia una macchinazione occidentale”, dice l’imam perplesso, quasi rassegnato. “Non si potranno mai fare passi avanti se i musulmani europei non si mettono in testa che l’estremismo è diventato un fenomeno evidente all’interno della loro stessa comunità. Dobbiamo dire la verità”, aggiunge: “Dai musulmani non è arrivato un vero impegno a trovare una soluzione al grande problema della radicalizzazione e dell’odio. Io auspico che gli eventi di Parigi possano svegliare i musulmani in Francia, in Italia e in tutta Europa per salvare la nostra convivenza e il futuro delle nostre società”. Il grande dramma, sostiene l’imam di Nimes, è che ci sono “troppi silenzi delle autorità religiose islamiche” riguardo eventi come quello accaduto venerdì scorso tra lo Stade de France e i locali dell’undicesimo arrondissement: “Questo è il problema più grande. Si sta zitti per paura? Per incapacità di comprendere? Si tace perché si tratta dell’ideologia di un islam troppo politicizzato, carico d’odio e guerriero? Quel che si può dire è che i musulmani francesi ed europei sono smarriti. Non hanno alcun riferimento religioso forte”.

“Nella nostra comunità, dove c’è anche paura degli altri, si parla tanto di tolleranza e perdono ma nello stesso tempo pensiamo che l’islam sia l’unica vera religione di Dio e che gli altri sono miscredenti. Questa idea non fa che aumentare l’arroganza e l’orgoglio nel campo islamico. Ma la modestia e il rispetto degli altri sono due pilastri della moralità nell’islam!”. E quando “noi parliamo di questi valori e tentiamo di iniziare un dialogo con la società francese (con i religiosi, gli ebrei, la polizia e le associazioni) veniamo accusati di essere imam che hanno tradito”. E’ per questo – dice Drouiche (nella foto a sinistra) – “che non potremo mai trovare soluzioni se non avremo l’aiuto e la cooperazione dei musulmani”.

Il fatto poi che molti dei terroristi fossero francesi e non stranieri non fa che aggravare paure e sensazioni di impotenza. Secondo Drouiche, la chiave di tutto è nelle periferie, le sterminate banlieue terra di nessuno dove è possibile vedere donne girare in burqa e negozi che i burqa li vendono. E’ qui che “l’estremismo religioso ha trovato un terreno fertile" dove attecchire e crescere sempre più forte. La responsabilità "è anche dei governi, di destra e sinistra, che da decenni hanno spinto gli stranieri (in maggioranza musulmana) nelle periferie. Qui c’è disoccupazione e anche discriminazione. Aiuterebbe far sentire i musulmani cittadini a pieno titolo”. E’ in questo mondo a parte che vive di regole proprie che spesso gli imam predicano odio e riescono a inculcare nelle menti di tanti giovani idee che li portano, magari, a indossare una cintura esplosiva e farsi saltare in aria, tanto da poter dire – come fece Drouiche con il Foglio in una precedente conversazione – che “l’odio è divenuto l’elemento caratterizzante del discorso islamico, specialmente in Europa, così da poter mobilitare i giovani musulmani contro l’occidente”. Ecco perché, spiega ora il nostro interlocutore, "gli imam devono essere formati e competenti. E' l'unica possibilità a disposizione per combattere non solo l'odio e l'estremismo, ma anche l’antisemitismo. Non è facile, ma non abbiamo scelta. In caso contrario, sarà una catastrofe, perché questa è una malattia transitiva che, come ha toccato oggi la Francia, domani potrà farlo con l’Italia o la Germania”.

Il problema, allora, diventa quello della convivenza, ci si chiede se essa sia ancora possibile. “Comprendo appieno la preoccupazione degli europei riguardo l’avvenire e la possibilità di vivere assieme e, più in generale, la questione della coesistenza sociale. Oggi l’islam è divenuto una sorta di ostaggio nelle mani degli estremisti, che ne hanno dato un’immagine furiosa capace anche di spaventare quei musulmani europei che non riconoscono in ciò l’islam ‘occidentale’. La società europea, i francesi, gli italiani e gli altri, hanno il diritto di essere rassicurati circa i loro valori, la loro storia e la loro cultura. Questi valori europei non sono automaticamente in contraddizione con l’islam, che porta anche la giustizia, la libertà e il rispetto del diverso. Gli stati europei, così come la società civile, devono aiutare i musulmani che vivono nella paura e nell’incomprensione a chiarire le loro posizioni”. Il punto, però, sostiene il vicepresidente degli imam di Francia, è che “i musulmani devono interpretare in modo giusto e positivo il testo religioso, in modo da trovare l’equilibrio sociale e assicurare la possibilità di vivere insieme nella società europea, che è molto tollerante, come dimostra il fatto che ha accolto milioni di musulmani come rifugiati, studenti e immigrati”. Ed è per questo, chiosa Drouiche, “che i musulmani non devono mai dimenticare l’ospitalità e la generosità mostrate da paesi come l’Italia di fronte a ondate di immigrati che sono a maggioranza islamica”. La radice di tutto sta nel fatto che “da secoli i musulmani hanno escluso la ragione e il razionalismo dalla loro vita. C’è una crisi reale della ragione nel pensiero islamico moderno che porta a convivere con difficoltà sia con i valori islamici sia con quelli europei”.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » lun nov 23, 2015 4:17 pm

Io, musulmano, vi dico: aveva ragione la Fallaci
Un islamico laico guarda all'Isis ma ancora di più all'«Eurabia», alle «profezie di Oriana». I terroristi sono tra noi, chiunque «critichi l'Islam viene imbavagliato» e gli occidentali lo permettono, strizzando pure l'occhio all'antisemitismo...
di Astrit Sukni‏
http://www.lintraprendente.it/2014/09/i ... la-fallaci

Un giorno ebbi tra le mani La Rabbia e l’Orgoglio di Oriana Fallaci. Lo lessi d’un fiato e condividevo ogni sua parola, virgole comprese. Da musulmano laico mi rispecchiavo nelle parole di Oriana e provavo pena per coloro che berciavano ingiurie contro la Fallaci. A distanza di anni, quelle parole scritte di getto, si sono rivelate una profezia. Oggi siamo in Eurabia e non in Europa. L’integralismo islamico in Europa si nutre grazie alla libertà di parola che le leggi europee garantiscono a ciascuno di noi. Si nutre grazie al multiculturalismo promosso dai paesi europei e grazie alle politiche permissive delle sinistre europee.
Si stima che in Europa ci siano 2000 cittadini europei che sono andati a combattere in Siria e in Iraq a fianco dell’Isis. Un dato molto preoccupante e che dovrebbe mettere in allerta i servizi segreti occidentali. Questi cittadini sono tutti muniti di passaporti europei, che permettono loro di muoversi senza problemi in tutto il mondo e soprattutto in tutta l’Europa. Rappresentano un serio problema, poiché si trasformano in assassini per le strade europee proprio come Mehdi Nemmouche, l’attentatore del museo ebraico a Bruxelles che uccise 4 persone innocenti. Nemmouche era un carceriere dell’Isis, un torturatore e un criminale. Chissà quanti altri tagliagole hanno fatto rientro in Europa e da un momento all’altro possono trasformarsi in terroristi e assassini per le nostre strade.
Un vizio dei musulmani che vivono in Europa è quello di essere antisemiti; ma non sono soli perché sono in buona compagnia con gli antisemiti europei. I cortei che hanno sfilato per le capitali europee inneggiando all’Isis e alla jihad contro Israele, gli infedeli e gli ebrei sono stati la dimostrazione che l’Europa è diventata Eurabia, dove i fanatici islamisti possono permettersi di inneggiare al terrorismo senza che nessuno dica nulla. Gli ebrei francesi sono costretti a lasciare la Francia perché l’antisemitismo è diventato insopportabile. La Norvegia è diventata judenrein e presto lo diventerà anche la Svezia. Io non voglio un’Europa judenrein. Voglio che l’Europa si risvegli dal sonno in cui è caduta da quasi 20 anni.
Difendere Israele deve essere una priorità dell’Europa e degli USA perché Israele è la barriera che protegge l’Occidente dall’invasione barbarica dei fondamentalisti islamici. Israele deve avere il nostro appoggio senza se e senza ma. Tornando ai fatti di casa nostra, mi preme sottolineare di come si cerchi di mettere il bavaglio a chiunque cerchi di criticare l’Islam. Il caso di Magdi Cristiano Allam tacciato di islamofobia dall’Ordine dei Giornalisti è un fatto molto grave, perché può creare dei precedenti e le comunità islamiche, come Ucoii, possono usare questo strumento per mettere il bavaglio a molti giornalisti che osano – a ragion veduta! – criticare l’Islam. Ucoii ha sempre cercato di intimidire a suon di denunzie molti giornalisti italiani senza riuscirci, ma se l’Ordine dei Giornalisti diventa un loro complice allora la libertà di parola è solo un ricordo.
Criticare l’Islam non significa essere islamofobi, significa criticare il suo operato in Europa, che è quello di nutrire il fondamentalismo e cercare di imporre la Sharia in Europa.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » mer dic 23, 2015 7:37 pm

Ci mancava anche questa i bulli islamici a scuola
Hanno al massimo 14 anni, inneggiano alle stragi, devastano oratori, perseguitano le ragazzine "infedeli". E se vuoi punirli rischi grosso
Fausto Biloslavo - Lun, 21/12/2015
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 06598.html

«I terroristi di Parigi? Hanno fatto bene» è la frase shock pronunciata a scuola da un minorenne pachistano di 14 anni.
Le parole da bullo islamico sono saltate fuori discutendo con i compagni di classe e poi confermate davanti alla preside, che ha informato i carabinieri. Lo rivela il quotidiano locale «Prima Pagina Reggio», che aggiunge un dato allarmante. Dal 13 novembre, giorno della carneficina a Parigi, sono arrivate alle forze dell'ordine 15 segnalazioni del genere solo nella provincia di Reggio Emilia.
Tutte coinvolgevano ragazzini che difendono o inneggiano alla bandiere nere. Non si tratta di un caso isolato, ma di un fenomeno, che sta prendendo piede, definito dagli investigatori «islamobullismo».
A Milano, una fonte dell'antiterrorismo, spiega: «Le segnalazioni sono aumentate dopo Charlie Hebdò e l'ultima strage di Parigi. Gli insegnanti sono più attenti, ma poi scemano».
Non a caso il Califfato ha pubblicato in rete un manuale, che si intitola «Gang islamiche» e spiega come «reclutare adolescenti e bambini» in Occidente.I «bulli islamici» non sempre vengono segnalati alle forze di polizia. Dopo lo scoop del quotidiano di Reggio una maestra della provincia, F.T., ha chiamato in redazione per raccontare che nella sua scuola un ragazzino musulmano aveva giustificato l'attacco a Charlie Hebdo di gennaio.
ùNell'edizione in edicola il giornale scrive che un bambino, sempre pachistano, in seconda media, sosteneva: «Hanno fatto bene perché è stato offeso il profeta» Maometto dalle vignette satiriche pubblicate dal settimanale francese finito sotto attacco. L'insegnante aveva affrontato l'argomento in classe e gli altri studenti islamici non si sono opposti al compagno estremista.
Il responsabile dell'istituto ha evitato di informare le forze dell'ordine. Anzi, F.T:, denuncia: «Chiesi di intervenire e di convocare i genitori. Mi è stato risposto che se lo volevo fare era a mio rischio e pericolo».

Il caso più recente relativo alla strage del 13 novembre ha coinvolto una scuola media di Correggio, piccolo centro reggiano assolutamente tranquillo dove vive una comunità di immigrati pachistani. I carabinieri hanno convocato i genitori, che si sono resi conto della gravità dell'affermazione del figlio.

Fra i 15 casi segnalati nel Reggiano, dalla carneficina di Parigi, non mancano minori musulmani che hanno dissentito dal minuto di silenzio per le vittime del terrore. Il gruppetto voleva commemorare anche quelle siriane dei bombardamenti francesi in Siria.
Il 19 novembre sei ragazze islamiche di un istituto tecnico di Varese, di soli 15 anni, sono uscite in maniera plateale dall'aula durante il minuto di silenzio. Lo scorso febbraio, in Brianza, una gang di bulli islamici ha devastato la sala dell'oratorio della parrocchia di San Giovanni Battista di Desio.
La bravata con sputi, bestemmie, sedie lanciate in aria e musica a palla della banda di adolescenti magrebini è stata filmata con un telefonino finendo su You Tube.Lo scorso luglio gli arresti di un pachistano e di un tunisino che volevano compiere attentati nel bresciano e a Milano hanno portato la Digos del capoluogo lombardo a scoprire le loro letture in rete.
Uno dei manuali, «Gang islamiche», fornisce dettagliate istruzioni su come abbindolare i ragazzini in Occidente per arruolarli in vere e proprie bande. «Molti adolescenti sono già frustrati nei confronti della polizia - recita il manuale - Se vedono una macchina delle forze dell'ordine parcheggiata chiedi loro di coprirsi il volto e di tagliarle le gomme».
Nel resto d'Europa l'«islamobullismo» è un'emergenza.
Adolescenti turchi a Berlino hanno dato la caccia ai compagni di scuola ebrei e ragazzine islamiche danesi si sono accanite sulle loro coetanee non musulmane bollandole come «puttane infedeli».
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » ven gen 08, 2016 11:45 pm

Raqqa, miliziano di Isis uccide la madre che cercava di dissuaderlo
Un ventenne ha fatto sequestrare e ha giustiziato la donna in pubblico perché non condivideva la sua scelta di affiliarsi all'organizzazione terroristica
di Marta Serafini
08/01/2016
Ali Saqr, 20 anni, avrebbe ucciso la madre (Foto Raqqa is Being Slaughtered Silently)

http://www.corriere.it/esteri/16_gennai ... 13a8.shtml


Un militante dello Stato islamico ha giustiziato la madre in pubblico nella città siriana di Raqqa, perché lei lo aveva incoraggiato a lasciare il gruppo. Lo riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani e come sottolinea la Reuters non è possibile verificare la notizia in modo indipendente.

Uccisa vicino alla posta dove lavorava

Sempre secondo quanto riporta l’Osservatorio, la donna, 40 anni, aveva cercato di avvertire il figlio che la coalizione a guida Usa avrebbe eliminato l’Isis e gli aveva consigliato di lasciare la città insieme. Il miliziano ha raccontato le dichiarazioni della madre al gruppo e la donna è stata sequestrata. Poi, l’esecuzione nella piazza vicino all’edificio della posta, dove lavorava la donna, di fronte a centinaia di persone. La notizia è stata ripresa anche dagli attivisti anti Isis di Raqqa is Being Slaughtered Silently (Raqqa viene massacrata nel silenzio) che nei giorni scorsi ha denunciato altre atrocità commesse dai jihadisti, tra cui l’omicidio della giornalista Raqia Hassan. Gli attivisti riportano anche il nome della donna, Leen Al Qasem e del figlio ventenne Ali Saqr. E hanno postato una foto di quest’ultimo. Sempre gli stessi attivisti danno però un’altra versione rispetto all’Osservatorio e sostengono che il figlio abbia ucciso la madre per «apostasia». Secondo l’Osservatorio i jihadisti di Isis negli ultimi 18 mesi hanno giustiziato più di 2.000 civili, con l’accusa di omosessualità, stregoneria e apostasia. Ma negli ultimi mesi tra le fila dello Stato Islamico si sono verificate anche una serie di diserzioni che evidentemente i leader dell'organizzazione cercano di contrastare con esecuzioni in pubblico. Inoltre un gruppo di madri di foreign fighters aveva scritto una lettera ai figli per convincerli a tornare indietro.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » sab gen 09, 2016 9:02 pm

"Io, trattato da cane perché cristiano"
La testimonianza choc di un ucraino umiliato da un gruppo di islamici in un centro di accoglienza italiano
Fausto Biloslavo - Sab, 09/01/2016

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 11443.html

Prima l'hanno trattato come un cane facendolo mangiare gli avanzi da solo, perché un infedele non può sedere allo stesso tavolo con dei musulmani duri e puri.
Poi il gruppetto di 15 pachistani ha cercato di convertirlo mostrandogli il video dei sermoni di un predicatore estremista. E hanno pure maltrattato ed insultato una loro connazionale, colpevole di essere cristiana e di vestirsi troppo all'occidentale. Non è capitato in Siria, Iraq o Afghanistan nelle aree controllate da bandiere nere o talebani, ma a casa nostra, in un centro di accoglienza per rifugiati del centro Italia.
«Amo il vostro paese e non è giusto che venga sfruttato in questo modo da gente, che non ha alcuna intenzione di integrarsi. Per questo ho deciso di raccontare cosa sta accadendo» spiega un giovane ucraino scappato dalla Crimea annessa dai russi. Per evitargli problemi non riveliamo il suo nome ed il capoluogo di provincia dove si trova il centro ricavato in un ex albergo. Però lo conosciamo bene. La nostra fonte ha lavorato come interprete per il Giornale e altri inviati occidentali durante la secessione della Crimea con grande professionalità e coraggio.Lui, europeo, che ha ottenuto asilo politico in Italia pure per non andare a combattere i filo russi nel Donbass, viene discriminato da una banda di rifugiati pachistani, in nome dell'Islam.
A tutti è già stato rifiutato la prima volta l'asilo, ma hanno fatto ricorso e sono ancora ospiti a nostre spese.«Siamo in 25, la maggioranza pachistani, qualche ragazzo africano ed io» racconta la fonte. «Non pensavo che i pachistani odiassero così tanto i cristiani - aggiunge il ragazzo scappato dalla Crimea - La scorsa settimana non volevano mangiare con me. Non mi davano proprio il cibo. Dicevano che non era pronto. Poi quando loro hanno finito è saltato fuori il mio piatto. E' una discriminazione ridicola». Secondo i musulmani duri e puri pranzare assieme ai kufar, gli infedeli, è peccato. In realtà il ragazzo europeo non è molto religioso, ma ha la pelle bianca e non si genuflette certo verso la Mecca. «Nel centro c'è anche una cristiana pachistana con suo figlio, che ha ancora in testa le schegge di un attentato subito a Peshawar - spiega la fonte - L'hanno insultata perché si vestiva troppo all'occidentale. Lei era terrorizzata. Dopo essere fuggita dagli estremisti islamici si ritrova in questa situazione». All'inizio, la donna, che ha pure ottenuto l'asilo politico voleva andarsene per la paura. A Peshawar, il capoluogo della zona tribale fra Pakistan e Afghanistan, infiltrata dai talebani, insegnava inglese nella scuola cattolica Saint Mary spesso chiusa per timore di attentati. L'aspetto più paradossale della piccola Peshawar creata dalla banda di pachistani nel centro di accoglienza italiano è «che vogliono l'asilo per ottenere i documenti europei ed un lavoro, ma per loro stessa ammissione si rifiutano di integrarsi» racconta il giovane ucraino.
E aggiunge: «Ogni giorno c'è una lezione di italiano ed io ci vado sempre. I pachistani mai, anche se è un fattore importante conoscere la lingua per l'asilo. Mi hanno detto chiaro e tondo che siamo noi europei, che dobbiamo cambiare, non loro».Nonostante l'assurda discriminazione alla rovescia di chi chiede aiuto all'Europa, ma pretende di cambiarla, i 15 pachistani sono da un anno in Italia e nessuno li caccia via.Non solo: quando trovano una facile preda cristiana tentano pure di convertirla. «L'Islam è la migliore religione del mondo» hanno cominciato a ripetermi racconta il ragazzo europeo. «Poi mi mostrano dei video di un loro predicatore per farmi capire quanto sia bello e giusto seguire la religione musulmana» spiega l'ucraino. Il predicatore è Zakir Naik, di origine indiana, ma vive a Dubai. Personaggio controverso aveva detto che «se Osama Bin Laden terrorizza i nemici dell'Islam, allora io sto con lui». Naik vuole la sharia totale e la pena di morte per i gay. Nel 2010 gli hanno vietato l'ingresso in Gran Bretagna e Canada per i suoi sermoni.L'ucraino e la cristiana pachistana hanno fatto presente alla responsabile del centro l'assurda situazione. Nel frattempo il gruppetto islamico «non disdegna il vitto, l'alloggio e l'aiuto economico dell'Italia - fa notare l'europeo discriminato - Ma non conoscono una parola della vostra lingua, non si integrano e tantomeno dimostrano riconoscenza».
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » sab gen 09, 2016 9:04 pm

Adonis, la violenza è l’aspetto costitutivo dell’Islam: il j’accuse tra Isis, sottomissione della donna e assenza di laicità
Il poeta siriano libanese Adonis rilegge la storia araba in Violenza ed Islam (Guanda) e trova nel Corano le origini di una violenza ancestrale e tribale giunta fino ai giorni nostri: “Non ci sarà mai una rivoluzione nel mondo arabo se non fondata sulla laicità”
di Davide Turrini | 9 gennaio 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01 ... ta/2360233

“Nell’Islam la violenza nasce già con la sua fondazione”. C’è poco da girarci attorno, o da fare paragoni con gli aspetti più retrivi e deprecabili di storia e precetti delle altre religioni monoteiste. E’ perentorio il giudizio del poeta siriano libanese Adonis sulla religione islamica e sul Corano, come si evince dalla lunga e densa chiacchierata tenuta con la psicoanalista e scrittrice Houria Abdelouahed contenuta in Violenza e Islam (Guanda).

Il nucleo di pensiero e confronto dal quale sorge il nuovo saggio/pamphlet dell’85enne autore dei tre volumi al-Kitab (Le livre) è proprio questo vulnus arcaico e tribale che lega spiritualità ad agire politico nel mondo arabo musulmano contemporaneo, e che diventa bersaglio di una critica totalizzante.
Laico dichiarato, Adonis mette subito le cose in chiaro liquidando la cosiddetta “primavera araba” come un tentativo totalmente fallito, una “primavera senza rondini”, perché “non si può nel contesto di una società come quella araba, fare una rivoluzione se questa non è fondata sulla laicità”.

Appunto: stato separato dalla religione, istituzioni civili non sostituite dai rappresentanti del culto. Invece le piazze Tahrir del nord Africa hanno finito per rilanciare partiti confessionali e soluzioni ben poco laiche dopo la cacciata dei tiranni. Dopo quei fatti “il fondamentalismo è riemerso meglio organizzato e più crudele di prima.
Dalla speranza e dal desiderio di giorni migliori si è così precipitati nell’oscurantismo (…) quel che è accaduto in nome della rivoluzione nei paesi arabi dimostra che la stragrande maggioranza della società araba è ancora dominata dall’ignoranza, dall’analfabetismo e dall’oscurantismo religioso”.

Un problema di visione storica mai sviluppata e accettata, di occultamento di episodi laici e civici a scapito della continua rimodulazione della lettura di un testo sacro che diventa legge dello stato: “Il problema è che la nostra storia è quella di un regime dittatoriale non di un popolo. Non si parla mai né di popolo, né delle sue rivolte, né tanto meno delle sue aspirazioni. Si specula eternamente sul potere del califfo e di Dio, trascurando completamente i diritti dei cittadini”.

Secondo l’85enne poeta siriano libanese oggi residente a Parigi il mondo arabo “non è mai uscito dal Medioevo”, e il principale colpevole di questa arretratezza è nel non essersi mai affrancati come dimensione pubblica del politico dai versi del Corano. “L’Islam essendo nato perfetto, combatte tutto ciò che lo procede e tutto ciò che viene dopo. ‘Tutto’ significa filosofia, arte, pensiero, creatività, visione del mondo. Il pensiero è abolito, l’arte è condannata. Secondo la mentalità tradizionale bisogna essere gregari, non soggetti che s’interrogano. Non è concesso porre domande sulla nostra storia. Bisogna solo ripetere e riprodurre”.

Il ragionamento di Adonis è lucido e ficcante, chiaramente modellato sulle conquiste “democratiche” occidentali, o ancor meglio europee: “Non c’è una cultura araba creatrice che partecipi oggi al cambiamento del mondo. Mentre possiamo parlare di cultura francese e cultura americana proprio perché ci sono problematiche francesi e problematiche americane non possiamo affermare che esista una visione del mondo profondamente araba. Non esistono problematiche arabe, perché l’islam (sempre in minuscolo nel testo ndr) ha dominato la visione araba del mondo.
Il musulmano vede il mondo attraverso la visione islamica che è obsoleta e chiusa”. Ripensare i fondamenti di un popolo e la sua storia diventa così un necessario scrollarsi di dosso di una religione che ha “sacralizzato la violenza” e che nel suo testo sacro fa continui riferimenti all’odio verso il non credente e il diverso, ai supplizi per i nemici (circa 200 tra cui decine di metodi per bruciarli vivi, scorticarli e torturarli), alla subordinazione totale della donna all’uomo.

“E’ dal 41 del calendario islamico, vale a dire dal regno di Mu’awiya a Damasco (il califfo del clan Umayyad che regnò dal 661 al 680 dc) che la violenza divenne una struttura religiosa, politica, culturale e sociale. Ed è questa struttura che ha sempre regnato fino ai giorni nostri”. I versetti del Corano in merito si sprecano a centinaia. “Quella dell’islam è una violenza che terrorizza l’umano. L’islam giudica e condanna l’essere umano, stabilendo che non deve conoscere niente, non deve sperimentare nulla, a parte ciò che dicono i precetti religiosi. (…) L’uomo deve dare prova di vassallaggio. E’ questo completo assoggettamento che lo salverà. La salvezza deriverà unicamente da questa sottomissione assoluta”.

Una lente religiosa radicale per leggere elementi dell’esistenza quotidiana come la morte, l’amore, la libertà. Non c’è spazio per l’altro e per il confronto, e non esiste nemmeno un “io” nella cultura islamica: “L’Io dell’individuo non è determinato dal suo mondo interiore, ma dal Testo e dal consenso della comunità”.
Ma è nel capitolo dedicato alla donna che il dialogo Adonis-Abdelouahed prorompe in tutta la sua forza, ed anche nel tentativo psicoanalitico nel rileggere l’islamismo.
La donna trattata come “pezzo d’arredamento”, come “proprietà dell’uomo”: “L’islam ha ucciso la donna, non c’è più una donna, c’è solo un sesso.
L’ha resa uno strumento per il desiderio e il piacere dell’uomo”. Complicato trovare le cosiddette tracce della “moderazione”, come risulta difficilissimo uscire da un contesto politico trasformato in odio per l’occidentale oggi in forma radicale come l’Isis che non rappresenta una nuova lettura dell’islam, ma incarna solo la chiusura, l’ignoranza, l’odio del sapere, dell’umano e della libertà. Ed è una fine umiliante.
Da un punto di vista storico l’islam ha quindici secoli, ma sulla scala dell’umanità è poca cosa”.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » dom gen 10, 2016 9:17 am

Dopo la “gang bang multiculturale” di Colonia, Alice Schwarzer rompe il silenzio femminista
Di fronte alla cattedrale di Colonia, trecento donne hanno manifestato chiedendo verità. Chi si è fatta sentire è Alice Schwarzer, icona del femminismo. “Possiamo continuare a chiudere gli occhi e far finta che non esistano fatali conseguenze a questa all’ignoranza dei benpensanti antirazzisti”. Intanto il 1° febbraio “donne di tutte le fedi e orientamenti” si copriranno con il chador per denunciare “l’islamofobia”
di Giulio Meotti | 09 Gennaio 2016 Alice Schwarzer

http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/01/0 ... e_c806.htm

Roma. Non c’è momento più edificante per indire un World Hijab Day, la Giornata mondiale del velo islamico, mentre si contano decine di donne di Colonia molestate a Capodanno e migliaia di yazide che ne hanno festeggiato un altro in cattività sessuale.

Ieri è stato sospeso il capo della Polizia della città tedesca, dopo che in mattinata si era parlato di 31 persone fermate e interrogate in quanto possibili assalitrici, fra cui 18 richiedenti asilo. In tutta risposta, il 1° febbraio “donne di tutte le fedi e orientamenti” si copriranno con il chador per denunciare “l’islamofobia”. Da non credere. Femministe che si velano, pur di non alzare il velo sul sabba di Colonia e i crimini sessuali nell’islam, come quando la “primavera araba” portò con sé i test della verginità al Cairo. La sezione “Feminism” del Guardian, una sorta di bibbietta rosa, a oggi non ha una sola riga su Colonia. Laurie Penny, femminista e firma di New Statesman, twitta: “Sono stanca dei razzisti che si curano dei diritti delle donne quando c’è da biasimare i musulmani”.

“Decine di donne sono state vittime di violenza sessuale, ma la protesta femminista è spenta”, scrive Birgit Kelle sul magazine Focus. “Perché le femministe si rifiutano di parlare di Colonia?”, chiedeva ieri lo Spectator. Kelle ha la risposta a tanta afasia: “Perché è il colpevole sbagliato”. Immigrati e qualche rifugiato. Perché il maschio aggressore non è bianco, coloniale e borghese ma arabo, decolonizzato e povero.

Di fronte alla cattedrale di Colonia, trecento donne hanno manifestato chiedendo verità. Un po’ poche. Chi si è fatta sentire è Alice Schwarzer, icona del femminismo, fin da quando nel 1975 in un pamphlet smascherò “il mito dell’orgasmo vaginale come strumento di dominio patriarcale”, tanto per capirci. Fondatrice e direttrice del magazine Emma, Schwarzer ha portato in tribunale molti misogini, compreso Helmut Newton con la sua “estetica fascistoide”. Schwarzer ha definito le molestie di Colonia “Gang Bang-Party alla stazione centrale di Colonia”.

“Possiamo continuare a chiudere gli occhi e far finta che non esistano fatali conseguenze a questa ignoranza” scrive Schwarzer. L’ignoranza dei “benpensanti antirazzisti”. Questo tipo di terrore “non è (ancora) kalashnikov e cinture esplosive, ma le mani degli uomini”, “i frutti di un’integrazione mancata”. Colonia, ricchissima e generosissima, “come Piazza Tahrir”, con gli immigrati che “sognano di essere eroi come i loro fratelli nelle guerre civili del Nordafrica e del medio oriente e giocano alla guerra in mezzo all’Europa”.

Questi uomini e le loro molestie sono per Schwarzer il “triste prodotto di un’integrazione fallita, anzi, mai realmente ambita, una falsa tolleranza che ha permesso di pestare la nostra democrazia, il nostro stato di diritto, la nostra parità dei sessi”. Importando “violenza maschile, sessismo e antisemitismo”, conclude Schwarzer, “non solo mettiamo in pericolo la nostra sicurezza e i nostri valori, ma siamo anche ingiusti nei confronti di questi giovani uomini abbrutiti”. Il 1° febbraio, alla giornata mondiale del velo, magari inviteranno anche una delegazione della Brigata al Khansaa dell’Isis, le donne velate che torturano le “adultere” per le strade del Califfato e denunciate dai cavalieri bianchi di “Raqqa Being Slaughtered Silently”. Ci penserà Al Baghdadi a mettere il velo alle tedesche scollacciate e a impartire loro lezioni di pudicizia. Ha già pronta la fatwa che ha usato per regolare gli stupri delle ragazzine yazide. Niente sesso anale. Le femministe silenti e Henriette Reker, sindaco di Colonia, prenderanno appunti.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » gio feb 04, 2016 10:54 am

Forte critica all'islam (ex musulmana)
https://www.youtube.com/watch?v=7a6lDbwWj8Y

Porta a Porta: Islam , lapidazione , hijab e apostasia
https://www.youtube.com/watch?v=n_Y2t-m-E4s
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » dom mar 06, 2016 10:18 pm

Palestina
killed for stealing water, WTF has the world come to?
https://www.facebook.com/15489791586481 ... 3442923673

Basta finanziare il terrorismo arabo islamico palestinese antiebreaico e gli assassini di Allà
viewtopic.php?f=196&t=2193

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... %C3%A0.jpg


Ixlam, pałestinexi, ebraixmo, ebrei, Ixraełe
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » gio mar 10, 2016 6:57 am

Islam e amore per Hitler, qualche domanda ce la vogliamo porre?
Rights Reporter
Scritto da Antonio M. Suarez
Mar 9, 2016

http://www.rightsreporter.org/islam-e-a ... iamo-porre

Gli arabi bramano il ritorno di Hitler. Che il Mein Kampf fosse uno dei libri più letti nel mondo arabo lo sapevamo già ma fino ad oggi, salvo in rari casi, gli arabi non avevano mai espresso apertamente la loro simpatia per il nazismo. Con un articolo pubblicato sul quotidiano iracheno Al-Zaman dal giornalista Karim Al-Taee anche questo tabù è stato superato.

L’articolo si intitola «l’Iraq ha bisogno di Hitler» ed è una lode senza ritegno al Mein Kampf con tanto di citazioni testuali. In particolare nell’articolo si denuncia che gli ebrei che vivono nel nord dell’Iraq aiutati dagli imperialisti occidentali (ebrei e imperialisti ci sono sempre nei complotti arabi) avrebbero un piano segreto per prendere in consegna la città di Mosul e poi piano piano tutte le risorse irachene. Karim Al-Taee afferma di poter capire quello che provava Hitler quando ha deciso di sterminare gli ebrei perché è la stessa situazione che vive l’Iraq oggi.

Ma a parte il contenuto allucinante dell’articolo che potete trovare commentato in inglese sul sito di Memri, quello che ci deve far riflettere con molta attenzione è il sempre più evidente avvicinamento degli arabi e più in generale del mondo islamico alle posizioni naziste. Non è un caso che il Mein Kampf sia uno dei libri più letti nel mondo islamico e non è solo perché riguarda in qualche modo lo sterminio pianificato degli ebrei ma soprattutto perché il nazismo è il concentrato delle idee arabe e persiane che riguardano il concetto di razza superiore che domina il mondo, dove la razza ariana viene sostituita dal mondo islamico inteso come mondo religioso.

I concetti del nazismo si avvicinano terribilmente a quelli espressi dai Fratelli Musulmani e dagli Ayatollah iraniani, i primi sunniti e i secondi sciiti da secoli in guerra tra di loro per la supremazia sul mondo islamico, ma uniti dalla stessa ideologia di conquista del mondo e della supremazia dell’Islam sulle altre religioni, la stessa identica visione di Hitler anche se adattata alla religione.

Ora, il caso vuole che sia i Fratelli Musulmani che gli Ayatollah iraniani vengano considerati dall’occidente alla stregua di “islamici moderati” e “interlocutori affidabili” anche se i segnali che arrivano da quel mondo vanno tutti in direzione opposta. Non pago l’occidente sta seriamente trattando con la Turchia per il suo ingresso in Europa e facilita gli scambi commerciali con l’Iran degli Ayatollah mentre, per esempio, fa di tutto per boicottare la democrazia israeliana. Se non è un suicidio ci va molto vicino.

Troppo spesso evitiamo accuratamente di vedere i segnali che ci arrivano dal mondo islamico (sunnita e sciita), segnali che non sono affatto di pace e tolleranza o di convivenza per dirla come quelli intelligenti. Il segnale che ci manda Karim Al-Taee è solo l’ultimo di una lunghissima serie di segnali inquietanti sulla deriva nazista del mondo islamico. Continuare a far finta di nulla e a sperare in una pacifica convivenza è davvero da pazzi.
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