Islamofascismo, nazismo maomettano e razzismo mussulmano

Islamofascismo, nazismo maomettano e razzismo mussulmano

Messaggioda Berto » dom ott 11, 2015 9:41 pm

L’islam radicale nel sud-est asiatico si nasconde, ma c’è
Dalla sfida del Bangladesh al flop del modello indonesiano, passando per le vittime occidentali. Mappa ragionata
di Massimo Morello | 11 Ottobre 2015

http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/10/1 ... e_c854.htm

Bangkok. “L’islam è una religione cattiva: uccidi e vai in paradiso”. Così dice un pha ajarn, un monaco buddista thai ritirato in meditazione nella foresta. E’ come se il buddismo, filosofia di compassione e tolleranza, fosse stato sopraffatto dai phi lok, i fantasmi che si nutrono di paura.
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Bangladesh e Birmania

“Non credo sia solo la religione a dare una particolare connotazione al paese, ma di sicuro gioca il suo ruolo”, dice al Foglio un’italiana che lavora per una Ong in Bangladesh. Lì, lunedì 28 settembre, è stato assassinato il cooperante italiano Cesare Tavella. “In un’operazione speciale dei soldati del Califfato una pattuglia ha preso di mira lo spregevole crociato” è la rivendicazione in rete. Una settimana dopo è stata la volta del giapponese Kunio Hoshi. Poi, il pastore protestante aggredito con i coltelli da tre persone che “volevano parlare di religione”, scrive il NYT.
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Thailandia e Filippine

“Perché vuoi andare laggiù? Sono musulmani, gente cattiva”, dice l’autista di taxi di Hat Yai, la città che è la porta del profondo sud thailandese. Laggiù significa le tre province a maggioranza musulmana di Narathiwat, Pattani e Yala, teatro di una guerra tra governo e terroristi islamici che dal gennaio 2004 ha provocato quasi 7.000 morti e oltre 11.000 feriti tra buddisti e musulmani.
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Singapore e Brunei
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Dal primo maggio del 2014 è il primo stato asiatico ad adottare la sharia come codice penale. Prevede la lapidazione a morte per gli adulteri e l’amputazione per i ladri. “La legge fa parte della grande storia della nostra nazione” ha dichiarato il sultano Hassanal Bolkiah, al governo con poteri assoluti dal 1967. Il codice si applica solo ai musulmani (circa due terzi dei 420.000 abitanti), ma impone restrizioni alla libertà religiosa di tutti gli altri. Anche quella di esprimere opinioni religiose, o atee, di fronte ai musulmani. Quindi, lo scorso dicembre, è stato proibito il Natale. Nel senso che sono state proibite le decorazioni “esteriori” ed è stato vietato manifestare in pubblico ogni espressione che riguardi la festività: “Potrebbero offendere la aqidah (fede) della comunità musulmana”.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » ven ott 16, 2015 8:24 am

Umberto Eco: «Siamo in guerra, fino al collo. L’Isis è il nuovo nazismo»
Lo scrittore: «Lo Stato islamico vuole impadronirsi del mondo. È come quando da piccolo vivevo sotto i bombardamenti»
di Paolo Di Stefano
8 gennaio 2015
http://www.corriere.it/esteri/15_gennai ... 8535.shtml


«Cosa deve dire un povero disgraziato di fronte a fatti simili?». Per prima cosa Umberto Eco tiene a precisare che non ha ancora letto “Sottomissione” , il romanzo di Michel Houellebecq, e dunque non può parlarne: «Il mondo è pieno di gente che parla di libri che non ha letto, compresi quelli che dicono di conoscere il Corano senza averlo mai aperto». Ma sulle condizioni da cui è venuta fuori la strage di Parigi, qualcosa da dire c’è, eccome: «Quel che è certo è che sono cambiate le modalità della guerra - dice Eco -, c’è una guerra in corso e noi ci siamo dentro fino al collo, come quando io ero piccolo e vivevo le mie giornate sotto i bombardamenti che potevano arrivare da un momento all’altro a mia insaputa. Con questo tipo di terrorismo, la situazione è esattamente quella che abbiamo vissuto durante la guerra». Il nuovo romanzo di Eco, “Numero zero”, in uscita venerdì da Bompiani, rientra nella categoria della fantapolitica anche se rivolto al passato recente (stagione Mani Pulite) e non al futuro prossimo come quello immaginato da Houellebecq. E non ci sono i giornalisti coraggiosi del settimanale satirico “Charlie Hebdo”, ma altri tipi di cronisti molto poco onorevoli.

Anche il furore scatenato da un libro, come nel caso di “Sottomissione”, non è certo un inedito: «Figurarsi, si è verificato abbondantemente nel corso della storia dell’umanità. Anche la fatwa contro Salman Rushdie, per i suoi Versi satanici , era legata a un romanzo... E non era certo una novità. Gli uomini si sono sempre massacrati per un libro: la Bibbia contro il Corano, il Vangelo contro la Bibbia eccetera. Le grandi guerre sono state scatenate dalle religioni monoteiste per un libro. Ha mai visto degli animisti che hanno tentato di conquistare il mondo con le armi? Sono le religioni del libro a provocare le guerre per imporre l’idea contenuta nei loro testi. Le guerre pagane, tutto sommato, erano sempre locali. Forse un po’ i Romani... Ma i Cartaginesi hanno combattuto per ragioni commerciali, non per imporre il culto di Astarte».

Umberto Eco ha scritto romanzi e saggi, dal “Nome della rosa” alla più recente “Storia delle terre e dei luoghi leggendari”, con al centro le fantasie perverse (e violente) suscitate da certe opere, letterarie e no, che magari inizialmente non aspiravano a proporsi come verità assolute: «È duemila anni - dice - che prendiamo sul serio l’ Eneide : Augusto ci ha fondato sopra delle pretese piuttosto importanti. Ci sono centinaia di testi diventati fantasmi pericolosi soprattutto grazie a coloro che non li hanno letti».

È condivisibile l’analogia intravista da Emmanuel Carrère, fresco autore del romanzo “Il Regno”(ambientato nei decenni del Cristianesimo delle origini), tra questo nostro tempo di passaggio e l’epoca che portò dalla civiltà greco-romana a quella giudeo-cristiana? «Mi pare accettabile, accade ciò che purtroppo è sempre accaduto, solo che adesso ci siamo dentro noi... Trent’anni fa, per la Repubblica , ho scritto un articolo in cui dicevo che eravamo di fronte non più a un’emigrazione come quella degli italiani in America o in Svizzera, ma a una migrazione, e le migrazioni sono globali, sono amplissime nello spazio e durano molto tempo. Già allora scrivevo che finché non si fosse arrivati a un nuovo equilibrio, si sarebbe versato molto sangue. La civiltà occidentale, che abbia o no la forza di sostenersi, sta facendo fronte a un processo colossale di migrazione, così come è accaduto secoli fa alla romanità».

Il paradosso di cui parla Houellebecq è che il mondo musulmano dal punto di vista sociale è più vicino alla destra estrema che vorrebbe respingerlo con tutte le forze. «Non mi pare giusto che si dica genericamente “musulmani”, come non sarebbe stato corretto giudicare il Cristianesimo sulla base dei metodi utilizzati da Cesare Borgia. Ma certo lo si può dire dell’Isis, che è una nuova forma di nazismo, con i suoi metodi di sterminio e la sua volontà apocalittica di impadronirsi del mondo». La prospettiva che la civiltà occidentale in crisi, erede decaduta della cultura dei Lumi, possa un giorno allearsi con i Paesi arabi, è dunque tutt’altro che una visione fantapolitica confinata nei romanzi? «La fusione di civiltà è una possibilità che può verificarsi grazie alle migrazioni. Quando in Italia ci saranno 50 milioni di extracomunitari e solo 10 milioni di italiani, avverrà, forse, quel che è avvenuto duemila anni fa. Del resto è già successo chissà quante volte, in Asia o altrove: i mongoli in Cina eccetera».

Non si può negare che questa previsione fa paura, a pensarla oggi: «È chiaro che tutti i grandi cambiamenti ci terrorizzano. Ma sa, a me tutto sommato resta poco, però ho dei nipoti, e mi auguro che imparino a vivere in queste prospettive. E poi in fondo sarebbe terrorizzante anche immaginare un outlet al posto del Duomo». Questa in effetti è una visione che potrebbe anche materializzarsi: «Certo, e qualcuno ne sarebbe sicuramente contento».
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » gio ott 22, 2015 8:03 am

???

Perché per Cameron la battaglia contro l’islam radicale inizia sul tavolo della cucina

Il governo britannico ha pubblicato ieri i dettagli della strategia contro l’estremismo (il documento di quaranta pagine si chiama “Counter-Extremism Strategy”) e Cameron ha ribadito che questa è la battaglia di una generazione che “definirà il prossimo secolo”

di Paola Peduzzi | 20 Ottobre 2015
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/10/2 ... e_c304.htm

Milano. Per David Cameron la lotta al terrorismo di matrice islamica nel Regno Unito inizia dalla tavola apparecchiata in cucina, alla sera, quando le famiglie si ritrovano, i genitori guardano in faccia i loro figli, chiacchierano, provano a capire che cosa succede nelle loro teste, e ancora di più là fuori, dove i giovani musulmani diventano sempre più radicalizzati, si lasciano attrarre dalla causa jihadista e ambiscono ad andare a combattere tra la Siria e l’Iraq assieme allo Stato islamico. Il governo britannico ha pubblicato ieri i dettagli della strategia contro l’estremismo (il documento di quaranta pagine si chiama “Counter-Extremism Strategy”) e Cameron ha ribadito che questa è, al fondo, “una battaglia di idee”, la battaglia di una generazione che “definirà il prossimo secolo”: ci vorrà tempo, ci vorrà pazienza, ci vorrà la capacità di adattarsi ai contesti che cambiano. Ma l’obiettivo è chiaro: “Combattere l’ideologia che genera questo veleno; combattere gli estremisti sia che siano violenti sia che siano non violenti; rafforzare le voci più popolari che spesso vengono messe nell’angolo; combattere l’alienazione e la segregazione che permettono all’estremismo di mettere radici”.

Per farlo, si comincia dalla tavola della cucina, poi si va “nei campus universitari, online, nei media”, con nuovi e articolati programmi di deradicalizzazione. La strategia prevede: una commissione che studierà in che modo e con quale estensione è stata applicata la sharia nel Regno Unito (ci sarà un rapporto del ministero dell’Interno nel 2016); sarà creato un gruppo che comprende aziende ed enti governativi che controllano la rete, tenendo d’occhio i contenuti estremisti e i predicatori radicali; le istituzioni, dalle scuole alle autorità locali, saranno controllate per evitare – o svelare – infiltrazioni estremiste: l’intero settore pubblico sarà via via esaminato. Gli estremisti saranno poi messi in un registro nel quale si potranno verificare movimenti e attività – “come i pedofili!”, ha titolato con enfasi il Sun. I genitori potranno togliere il passaporto ai loro figli qualora avessero il sospetto di un reclutamento: secondo i dati, sono 700 i britannici partiti per la Siria e per l’Iraq, circa 350 sono tornati a casa (è stato definito un programma di recupero per i “pentiti”), mentre nell’ultimo anno 338 persone sono state arrestate perché sospettate di organizzare attentati (un terzo in più rispetto all’anno precedente).

Soprattutto i musulmani moderati devono farsi sentire, contrastando le interpretazioni radicali dell’islam: per loro il governo ha stanziato 5 milioni di sterline. E’ la “maggioranza silenziosa” che deve fare la differenza, perché, come ha scritto Cameron nella prefazione del documento strategico, “per rispondere a questa ideologia avvelenata, dobbiamo fare una scelta. Chiudiamo gli occhi e speriamo che in qualche modo i nostri valori alla fine riescano a prevalere? O usciamo là fuori a difendere i nostri valori con tutte le forze che abbiamo e con la voglia di vincere la battaglia delle idee?”. In passato, “di fronte all’islamismo o all’estremismo neonazista, siamo stati spesso troppo tolleranti con l’intolleranza e troppo spaventati di offendere qualcuno”, ma ora questo non deve accadere più.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » gio ott 22, 2015 8:04 am

Apostati de l'Ixlam, eroi de l'omanidà
viewtopic.php?f=188&t=1922
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » gio ott 22, 2015 8:07 am

Aostrałia e Ixlam
viewtopic.php?f=188&t=1923
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » sab ott 31, 2015 8:16 am

La rogansa e ła gnoransa de l'ixlam, fonti de ła falba soransa de l'ixlam e del rasixmo de łi xlameghi

Cristianesimo e islam
https://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo_e_islam
...
Per il cristianesimo Dio si è rivelato in Cristo. Egli è "l'irradiazione della gloria del Padre e l'impronta della Sua sostanza" (Lettera agli Ebrei 1,3): cioè in Cristo Dio ha voluto farsi conoscere, e i Suoi gesti e le Sue parole ci svelano chi è Dio. "Chi ha visto me ha visto il Padre" (Giovanni 14,9), afferma Gesù stesso. Nella Bibbia Dio entra nella storia (libera il popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto e lo conduce alla Terra promessa); si presenta all'uomo anche come Padre, a Lazzaro addirittura come amico; consegna all'uomo il comandamento dell'amore.

Per l'islam, Dio è l'Entità Trascendente, eterno e assolutamente Uno. Incomparabile, non ha generato, né è stato generato ed esiste oltre lo spazio e il tempo. La concezione islamica di Dio è universale, non legata cioè a una tribù, un popolo o a una personalità, poiché "in verità Allah basta a Se stesso, non ha bisogno del creato"[15] Per questo l'islam si considera come una fede annunciata, nel corso dell'esistenza umana, da numerosi profeti come Abramo, Mosè, Ismaele e Gesù, sebbene il loro messaggio sia stato distorto dal corso del tempo e dalla malizia degli uomini. Per i musulmani il ciclo profetico si chiude con Maometto, definito per questo Sigillo dei Profeti (khātim al-anbiyāʾ)

Due concezioni di Dio diverse, il cui messaggio è veicolato da due libri diversi: dettato, il Corano; ispirata, la Bibbia.

Per i cristiani la rivelazione di Dio è avvenuta attraverso Gesù Cristo, la Parola del Padre. La Sua rivelazione è custodita nei libri sacri dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Per i musulmani, il Corano racchiude l'ultima manifestazione del volere di Dio, il quale lo ha dettato, attraverso l'intermediazione di Gabriele, a Maometto; per questo motivo il Corano è considerato Parola di Allāh (kalimat Allāh). Dettato in arabo, l'atto stesso della sua recitazione in tale lingua è considerata una forma importante di adorazione. Per l'interpretazione, invece, si possono utilizzare le traduzioni e i tafsir. Per l'islam i libri della Torah ( Tawrā ) e la figura di Cristo, nella narrazione dei Vangeli ( Inǧīl ), sono divinamente ispirati ma travisati. La discesa del Corano però completa le Rivelazioni precedenti.
Secondo l'islam, il Corano è creato prima dell'uomo e dettato da Dio a diversi profeti, come Adamo, Abramo, ʿĪsā e, ultimo e più grande, Maometto. Ma è sempre uguale a se stesso, immutato, né è mutabile (e quindi sostanzialmente non è traducibile dall'arabo). Questo perché l'uomo dimentica e distorce il messaggio, sicché questo deve essere reiterato.

In alcuni paesi a maggioranza islamica la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo non è riconosciuta, in quanto ritenuta legata a un concetto occidentale di essere umano, mentre in ambito islamico l'uomo è comunque considerato assoggettato alla legge divina. Per questo Sudan, Pakistan, Iran ed Arabia Saudita hanno elaborato una loro propria Dichiarazione islamica dei diritti dell'uomo.
Nell'islam il diritto va inteso come diritto della comunità (Umma), non della persona. L'islam non conosce la parola "persona", il suo sinonimo è fard (individuo). Il fard è parte integrante e dipendente della grande società islamica (Umma). Dentro la Umma egli ha diritti e doveri. Se abbandona la religione per ateismo o conversione a un'altra religione, perde tutti i suoi diritti, anzi, è passibile di morte. Perciò la fonte dei diritti nei paesi a maggioranza islamica è la comunità islamica e, in ultima analisi, essa è garante dei diritti e dei doveri che il Corano e la Legge islamica, la šarīʿa, riconoscono, concedono e negano.
Nella civiltà islamica la donna ha un ruolo sociale differenziato ma comunque inferiore rispetto a quello dell'uomo [senza fonte]: la donna deve obbedire all'uomo, che deve saperla mantenere; l'unica maniera perché la donna ottenga il divorzio è provare che il marito non sappia mantenere la moglie, ovvero l'aver subìto gravi e immotivati maltrattamenti.
Nella società islamica il figlio della coppia "appartiene" all'uomo e, nel caso di un matrimonio misto, qualora un uomo musulmano abbia sposato una donna non musulmana, se il padre decide di tornare nel suo paese natale, per la sua legge nazionale può prendere il figlio e imporgli una nuova residenza, a dispetto dell'illegalità dell'atto nel paese non musulmano di appartenenza della moglie.[senza fonte]


L'islam si pone nei confronti del cristianesimo in modo analogo a come questo si pone nei confronti dell'ebraismo. La rivelazione affidata a Maometto serve a correggere gli errori che gli uomini hanno commesso nell'interpretare la rivelazione affidata a Gesù e agli altri profeti prima di lui. Nel Corano vengono citati tutti i più importanti profeti biblici (Noé, Abramo, Mosé, Gesù, Adamo che nell'islam viene considerato il primo dei profeti), più altri la cui predicazione non è indirizzata al popolo ebraico, o non solo al popolo ebraico. I racconti della vita di costoro corrispondono grosso modo alla narrazione biblica.
Muhammad (volgarmente "Maometto") definisce l'islam come sottomissione totale al Dio unico quale atteggiamento fondamentale del credente. In tal modo, egli collega l'islam alle religioni monoteiste preesistenti, ebraismo e cristianesimo, i cui patriarchi (Adamo, Noé, Abramo, Mosè, Gesù), in quanto timorati e sottomessi a Dio, appaiono "musulmani". In ciò, Muhammad vi si pone in continuità, e intenzionato a ripristinare la religione di Dio in modo adatto al suo popolo ed al suo tempo, come già avevano fatto i patriarchi. L’ebraismo e il cristianesimo, sotto questo profilo, sono musulmani.
Muhammad appare così come ultimo messaggero di Dio, "sigillo dei profeti" venuto a correggere le rivelazioni precedenti. Il Corano e l'islam, in questo modo, "riconoscono" le religioni che li precedono, ma si concedono di modificarne passaggi fondamentali (quali la morte e resurrezione di Gesù). Il cristianesimo, così come l'ebraismo, è perciò visto dall'islam come rivelazione precedente e "pedagogica" rispetto alla Rivelazione finale.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » lun nov 16, 2015 8:48 am

Straje xlamega de Parixi
viewtopic.php?f=188&t=1994

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lamici.jpg

???
Denunciare subito il terrorista del giornale accanto. Qui il modello.
https://www.facebook.com/permalink.php? ... ry_index=0

A tutti i Procuratori della Repubblica d’Italia, ai Prefetti, ai Questori e ai vertici dell’Arma dei Carabinieri, al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti e al Consiglio di Disciplina del medesimo ordine, a tutti e in particolare a ogni persona civile rivolgo questo mio appello.
Denunciare in tutti i luoghi deputati il Direttore di Libero Maurizio Belpietro ed eventuali suoi sodali per il reato di istigazione all’odio.
A seguito della strage di Parigi il quotidiano Libero ha titolato “Bastardi islamici”. Nulla aggiungeva a precisazione e delimitazione di tale titolo.
L’espressione usata per il suo carattere a portata generale e assertiva attribuisce agli “islamici ” e quindi all’essere seguace dell’Islam la responsabilità di quanto accaduto fino all’estrema conseguenza dell’imputazione a costoro del degradante e ignobile appellativo di “bastardi”.
Bastardi islamici vuol significare esclusivamente che la responsabilità di quanto accaduto, oltre i singoli, oltre le motivazioni e perversioni personali di chi ha commesso il terribile delitto, è da attribuire all’essere islamico.
L’islamico è quindi complice oggettivo dei massacratori.
Gli islamici e non le singole persone autrici del reato sono dunque gli autori della strage. Da qui la coerenza dell’epiteto odioso “islamici bastardi”. Gli islamici, tutti, sono portatori di una colpa che è originaria: l’essere islamici.
L’idea diffusa in questo modo non consente e non ammette alcuna distinzione. La frase significa ciò che contiene al suo interno letteralmente e ciò che si ricava dal suo contesto.
Per questo tra il termine terrorista e quello di islamico Libero ha scelto il secondo. E per questo ha rifiutato l’espressione , pure azzardata come ha precisato più volte il presidente Obama, di terroristi islamici.
Libero ha consapevolmente scelto di dire una cosa precisa: “Bastardi islamici”. E null’altro.
Si tratta dunque di una idea fondata sull’odio e islamofobica meritevole di essere trattata come una idea antisemita che si fondasse sulla espressione “Bastardi ebrei”.
La forza d’urto e di diffusione della espressione è da considerare massima: il giornale ha veicolato una precisa e definita idea. E proprio quelle idee quando colpiscono il bene giuridico del rispetto della identità e appartenenza nonchè della pace sociale sono considerate DALLA LEGGE un reato. Dunque vanno perseguite.
La forza del giornale Libero, la sua alta credibilità tra i propri lettori e il contesto tragico della notizia danno a quel titolo una AUTONOMA capacità di ledere il bene giuridico protetto dalla norma penale (c.d. Legge Mancino).
Dalla lettura di esso dunque molti lettori ne faranno proprio il principio di disvalore che veicola, lo diffonderanno e per conseguenza lo renderanno idoneo a far proliferare l’odio verso gli islamici offrendo una base verbale capace di costituirsi in programma di violenza e si ripete di ODIO.
Si chiede pertanto che chi è preposto all’esercizio dell’azione penale agisca nei confronti degli autori del reato, in primis il direttore del giornale che con ogni evidenza sceglie e approva il titolo in prima pagina.
Esiste un obbligo giuridico di agire per le procure e per il consiglio di disciplina dei giornalisti.
Esiste per ciascuna persona civile il dovere morale di reagire e di denunciare.
Autorizzo i lettori di questo mio scritto a usare quanto vi è contenuto per qualunque fine sia esso la denuncia alle autorità competenti dei responsabili del reato di istigazione all’odio sia esso la diffusione di questo appello ovunque perché ovunque le persone civili vengano raggiunte dalla nostra parola di rifiuto dell’odio e dalla nostra parola di amore per la legge.

Luca Bauccio
http://www.lucabauccio.com/2015/11/14/i ... le-accanto



COI NAZI-ISLAMICI NON SI TRATTA (M. Belpietro)

NAZI-ISLAM. Le associazioni islamiche: “Il quotidiano Libero è folle come lo Stato islamico”. Borgonovo: “Tutti a prendersela con un titolo” Belpietro: “Coi nazi-islamici non si tratta”
16 novembre 2015 ore 13:30

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... taclan.jpg

http://la-zanzara.radio24.ilsole24ore.c ... -si-tratta

“L’errore più grande di tutti è stato credere che l’intero Medioriente fosse pronto per un passaggio alla democrazia e così si è data una spinta a regimi traballanti che però fino ad allora avevano fatto argine all’estremismo”.
“La Francia, il Belgio, la Danimarca sono teatro di attentati perché più aperte, più tolleranti, più multiculturali.” “Veronesi dice che invitando a trattare con l’Isis non vuole legittimare la violenza, ma ritiene che la pace si possa portare solo attraverso il dialogo e la tolleranza. Ma non è forse ciò che si pratica ogni giorno nelle città europee che sono state colpite dai fanatici dell’Islam? Bisognerebbe essere più tolleranti quando i miliziani dello Stato islamico sgozzano i cristiani?”

“Se c’è una cosa che abbiamo imparato dal secolo scorso, è che voltare la testa dall’altra parte non serve a nulla e non ci mette al riparo. Quando i nazisti invasero la Cecoslovacchia qualcuno pensò: fatti dei cecoslovacchi. Ma poi sono stati fatti di tutta Europa e in seguito del mondo.”

“Dopo il nostro titolo di sabato, qualche sincero democratico ha proposto nell’ordine la chiusura di Libero, la censura di guerra, una class action degli islamici, la mia radiazione dall’ordine dei giornalisti, trovando subito vari sostenitori. Sono gli stessi che dopo l’uccisione dei redattori di Charlie Hebdo si dichiararono tutti charlie. Per loro la libertà di espressione va difesa. Per Libero no”

CHI HA FATTO QUESTO NON E’ UN BASTARDO? (Francesco Borgonovo, Libero)

Ci sono persone per cui quei ragazzi morti sono invisibili, e così i loro carnefici. Editorialisti, politici, intellettuali per cui l’unico argomento di cui bisogna discutere è il titolo di Libero. Per esempio Ivan Scalfarotto, che ha invocato la magistratura chiedendo che sottoponesse a “un’attento esame” (sic) la nostra prima pagina. O Marco Travaglio, che forse non sa leggere ma più probabilmente è in malafede, visto che ci ha accusato d avere scritto “islamici bastardi”, cioè l’esatto contrario del nostro titolo. Nel quale “bastardi” era l’aggettivo. Significa che i bastardi autor della strage parigina sono islamici, non che gli islamici sono bastardi. (…) La preoccupazione di Reas Syed del Coordinamento delle Associazioni islamiche di Milano era quella di mettere il nostro giornale sullo stesso piano di follia dello stato islamico: ci ha paragonati all’Is. Era ospite all’Arena di Giletti, e quando gli hanno fatto notare che l’obiettivo dovrebbe essere quello di isolare gli estremisti – nel suo interesse, prima di tutto – lui si è innervosito, e ha risposto che bisognerebbe piuttosto denunciare Libero. Il Male viene già come pioggia, e nessuno che dica basta: sono tutti troppo occupati a prendersela con il titolo di un giornale.

PARIGI E IL NUOVO NAZISMO. COSA LEGA LA DIFESA DELLA LIBERTA’ DELL’OCCIDENTE ALLA DIFESA DELLA LIBERTA’ DI ISRAELE (C. Cerasa, Il Foglio)
C’è un filo per nulla sottile e anzi piuttosto robusto che collega i fotogrammi del terrore proiettati in mondovisione dal terrorismo islamico e le immagini di minacce che colpiscono ogni giorno un paese come Israele, simbolo genuino della lotta tra le libere democrazie e i totalitarismi nascenti.
Il filo a cui facciamo riferimento è più solido. Ed è lo stesso filo messo in rilievo la scorsa settimana su questo giornale quando abbiamo scelto di dar vita a un comitato di solidarietà per boicottare i boicottatori, comprando prodotti made in Israel.
Oggi più che mai, la difesa di Israele, in tutte le sue forme, è una battaglia cruciale. Questo terrorismo che ci colpisce non è soltanto un attacco a Israele ma è un attacco allo stile di vita che riteniamo libero e democratico. Questa guerra sta scoppiando anche nei vostri paesi. E fate attenzione a non trovarvi, quando sarà dalla parte sbagliata della “Storia”. In un momento storico come questo – in cui Israele si trova all’avanguardia nella lotta contro il terrore ma contemporaneamente si trova anche intrappolata in un contesto in cui deve combattere non solo l’intifada dei coltelli, con i suoi vicini di casa che sognano la sua cancellazione dalle cartine geografiche e con un accordo nucleare che porterà probabilmente agli ayatollah a dotarsi di un’arma atomica – l’Europa ha scelto di marchiare i prodotti del popolo ebraico riesumando il marchio della Stella Gialla contro l’unica democrazia del Medio Oriente. Compiendo un’azione che non accadeva dai tempi di Hitler e scegliendo di mandare un messaggio preciso verso l’unica società del Medio Oriente dove gli arabi leggono una stampa lbera, manifestano quando vogliono, mandano i propri rappresentanti in parlamento e godono degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini.

La penso anca mi cusì però mi no paragonaria, no metaria anseme i nasisti co sti criminałi xlameghi parké i nasiti łi jera manco pexo, sti kì łi xe da 1500 ani ke łi terorixa el mondo!
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Sixara » lun nov 16, 2015 9:41 am

Berto ha scritto:Soprattutto i musulmani moderati devono farsi sentire, contrastando le interpretazioni radicali dell’islam: per loro il governo ha stanziato 5 milioni di sterline. E’ la “maggioranza silenziosa” che deve fare la differenza, perché, come ha scritto Cameron nella prefazione del documento strategico, “per rispondere a questa ideologia avvelenata, dobbiamo fare una scelta. Chiudiamo gli occhi e speriamo che in qualche modo i nostri valori alla fine riescano a prevalere? O usciamo là fuori a difendere i nostri valori con tutte le forze che abbiamo e con la voglia di vincere la battaglia delle idee?”. In passato, “di fronte all’islamismo o all’estremismo neonazista, siamo stati spesso troppo tolleranti con l’intolleranza e troppo spaventati di offendere qualcuno”, ma ora questo non deve accadere più.

Si, lè cueo el punto. I è lori , la maggioranza silenziosa ke i pòe parlarghe, la sìra sentà tòla, a so fiòi: solo le fameje le pòe savere de còsa e de come ca ghe jra pa la testa de kei fiòi lì ke dopo i se ciapa-su e i deventa de i martiri de l terorixmo ixlamico. No sarà le istitu'zion de el Paexe ca i li ospita, statali o relijoxe, a ga da èsare le fameje ca fa-su sta majoran'za silenziosa. I sta 'zìti lori, pare ke no i gàpia gnente da dire de soo, se i vien intervistà i mostra tuto el so dixajo, el so inbara'zo ma altro no i mostra, i làsa parlare le so autorità, el solito imàn de turno ke l dixe robe da cào relijoxo, fraxetine stereotipà cusì come cuée de l solito cardinale ca ghe riva sotomàn. Solo el rabìno de Vene'zia ga dito na roba difarente da le solite e propio cuée de l piano de Cameron : bixogna ke i se daga na mòsa, la majoran'za silen'zioxa, e ke i la vèrza kela boca pa far vegner fòra parole de condàna par cuéo ke i è drio conbinare kei altri anca n nome soo, ma soradetuto ke i ghe parla so fiòi, ke i li scolta se i ga calcòsa da domandarghe, ke lè l onico modo, no ghè armi, no ghè bonbe, solo l arma de la parola ca domanda e ca risponde.

Sol confronto col na'zixmo, anca se l vien da voxi autorevoli, mi continuo a no vedarghelo n nisùna maniera, da coalsiasi parte ca te lo volti, da n alto n bàso, nol ghè on paragon ke l tegna, ke l sia razionale e de cuesto se trata : de on piano razionale, organizzato, burocratico-scientifico ( de l sterminio de i ebrei), na spece de ingegneria sociale de l crimine, on èxito de la civiltà ocidentale, roba nostra dixen, propio europea.
Ghe tornarò so l esperimento de Milgram e so la soppressione sociale de la responsabilità morale ca dixe Zygmunt Bauman tel so libro so Modernità e Olocausto, ma nò dèso. Ke dèso lè el momento de l cordoglio e de la riflesion.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » lun nov 16, 2015 1:00 pm

Sixara ha scritto:Sol confronto col na'zixmo, anca se l vien da voxi autorevoli, mi continuo a no vedarghelo n nisùna maniera, da coalsiasi parte ca te lo volti, da n alto n bàso, nol ghè on paragon ke l tegna, ke l sia razionale e de cuesto se trata : de on piano razionale, organizzato, burocratico-scientifico ( de l sterminio de i ebrei), na spece de ingegneria sociale de l crimine, on èxito de la civiltà ocidentale, roba nostra dixen, propio europea.
Ghe tornarò so l esperimento de Milgram e so la soppressione sociale de la responsabilità morale ca dixe Zygmunt Bauman tel so libro so Modernità e Olocausto, ma nò dèso. Ke dèso lè el momento de l cordoglio e de la riflesion.



Cara Sixara, mi a difarensa da ti a considero l'ixlamixmo on mal tanto pexo del nasixmo:

ono parké el ghè daromai 1400 ani; do parké el ga fato tanti pì morti e mal del nasixmo a scuminsiar dal stermegno dei ebrei perpetrà da Maometo; tre parké ancò lè l'ixlamixmo ke lè drio farne del mal e no el nasixmo todesco ke nol ghè pì da 70 ani.



Le robe comoun tra el nasixmo e l'ixlamixmo:

a) totałitarixmo
b) ràsa pura ariana da na parte, omo puro musulman da kel'altra
c) comounedà nasional todesca da na banda, "umma" xlamega da kel'altra
d) viołensa e teror, pratega de ła conversion forsà o del stermegno de tute łe varianse rełijoxe da łi ebrei ai cristiani, pasando par i budisti e łi animisti
e) lè na dotrina o edeołoja połedego rełijoxa ke ła coronpe ła xente fandoła devegner sasina
f) ...

https://it.wikipedia.org/wiki/Umma
Umma (in arabo: أمّة‎ [umma], "comunità", "nazione", "etnia") è un termine arabo - derivante dalla radice <'-m-m> da cui origina anche il vocabolo أمّ [umm], "madre" - che ha acquistato con l'Islam il significato precipuo di "Comunità di fedeli", nel senso di "comunità di musulmani", senza alcun significato etnico-linguistico-culturale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Umma



Mi no credo a ła pianefegasion de stermegno de màsa de łi ebrei da parte dei nasisti todeski.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Ixlamofasixmo, nasixlam e rasixmo xlamego

Messaggioda Berto » lun nov 23, 2015 3:32 pm

Il terrore di Parigi nasce nell'islam. Parla l'imam di Nimes
"Dobbiamo dire la verità". Hocine Drouiche, vicepresidente della conferenza degli imam di Francia, spiega al Foglio che non si potranno fare passi avanti nel dialogo e nella convivenza se i musulmani europei non si mettono in testa che l’estremismo è un fenomeno evidente all’interno della loro stessa comunità
di Matteo Matzuzzi | 16 Novembre 2015
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/11/1 ... e_c302.htm

Roma. “E’ una catastrofe”, dice Hocine Drouiche, imam di Nimes e vicepresidente della conferenza degli imam di Francia. Una catastrofe per Parigi, la Francia, l’Europa e i musulmani che in questo continente hanno piantato radici. Drouiche, che dinanzi al Parlamento europeo la scorsa estate aveva denunciato i silenzi di tante (troppe) autorità musulmane riguardo la persecuzione dei cristiani in Siria e Iraq – “i cristiani d’oriente sono le prime vittime dell’arretramento culturale e civile in seno al mondo musulmano”, aveva detto – qualche mese fa al Foglio aveva parlato di una “deriva settaria” che ormai aveva conquistato l’islam. Ora, con l’immagine ancora impressa negli occhi dei cadaveri sparsi per le strade parigine, uomini e donne trucidati al grido “Allah u akbar”, la situazione si fa quasi disperata: “C’è un problema reale nella comunità musulmana francese ed europea. Si vive nella paura, in stato di shock. Di conseguenza, la sua posizione non è abbastanza chiara. Si pensi che molti musulmani in Europa pensano ancora che lo Stato islamico sia una macchinazione occidentale”, dice l’imam perplesso, quasi rassegnato. “Non si potranno mai fare passi avanti se i musulmani europei non si mettono in testa che l’estremismo è diventato un fenomeno evidente all’interno della loro stessa comunità. Dobbiamo dire la verità”, aggiunge: “Dai musulmani non è arrivato un vero impegno a trovare una soluzione al grande problema della radicalizzazione e dell’odio. Io auspico che gli eventi di Parigi possano svegliare i musulmani in Francia, in Italia e in tutta Europa per salvare la nostra convivenza e il futuro delle nostre società”. Il grande dramma, sostiene l’imam di Nimes, è che ci sono “troppi silenzi delle autorità religiose islamiche” riguardo eventi come quello accaduto venerdì scorso tra lo Stade de France e i locali dell’undicesimo arrondissement: “Questo è il problema più grande. Si sta zitti per paura? Per incapacità di comprendere? Si tace perché si tratta dell’ideologia di un islam troppo politicizzato, carico d’odio e guerriero? Quel che si può dire è che i musulmani francesi ed europei sono smarriti. Non hanno alcun riferimento religioso forte”.

“Nella nostra comunità, dove c’è anche paura degli altri, si parla tanto di tolleranza e perdono ma nello stesso tempo pensiamo che l’islam sia l’unica vera religione di Dio e che gli altri sono miscredenti. Questa idea non fa che aumentare l’arroganza e l’orgoglio nel campo islamico. Ma la modestia e il rispetto degli altri sono due pilastri della moralità nell’islam!”. E quando “noi parliamo di questi valori e tentiamo di iniziare un dialogo con la società francese (con i religiosi, gli ebrei, la polizia e le associazioni) veniamo accusati di essere imam che hanno tradito”. E’ per questo – dice Drouiche (nella foto a sinistra) – “che non potremo mai trovare soluzioni se non avremo l’aiuto e la cooperazione dei musulmani”.

Il fatto poi che molti dei terroristi fossero francesi e non stranieri non fa che aggravare paure e sensazioni di impotenza. Secondo Drouiche, la chiave di tutto è nelle periferie, le sterminate banlieue terra di nessuno dove è possibile vedere donne girare in burqa e negozi che i burqa li vendono. E’ qui che “l’estremismo religioso ha trovato un terreno fertile" dove attecchire e crescere sempre più forte. La responsabilità "è anche dei governi, di destra e sinistra, che da decenni hanno spinto gli stranieri (in maggioranza musulmana) nelle periferie. Qui c’è disoccupazione e anche discriminazione. Aiuterebbe far sentire i musulmani cittadini a pieno titolo”. E’ in questo mondo a parte che vive di regole proprie che spesso gli imam predicano odio e riescono a inculcare nelle menti di tanti giovani idee che li portano, magari, a indossare una cintura esplosiva e farsi saltare in aria, tanto da poter dire – come fece Drouiche con il Foglio in una precedente conversazione – che “l’odio è divenuto l’elemento caratterizzante del discorso islamico, specialmente in Europa, così da poter mobilitare i giovani musulmani contro l’occidente”. Ecco perché, spiega ora il nostro interlocutore, "gli imam devono essere formati e competenti. E' l'unica possibilità a disposizione per combattere non solo l'odio e l'estremismo, ma anche l’antisemitismo. Non è facile, ma non abbiamo scelta. In caso contrario, sarà una catastrofe, perché questa è una malattia transitiva che, come ha toccato oggi la Francia, domani potrà farlo con l’Italia o la Germania”.

Il problema, allora, diventa quello della convivenza, ci si chiede se essa sia ancora possibile. “Comprendo appieno la preoccupazione degli europei riguardo l’avvenire e la possibilità di vivere assieme e, più in generale, la questione della coesistenza sociale. Oggi l’islam è divenuto una sorta di ostaggio nelle mani degli estremisti, che ne hanno dato un’immagine furiosa capace anche di spaventare quei musulmani europei che non riconoscono in ciò l’islam ‘occidentale’. La società europea, i francesi, gli italiani e gli altri, hanno il diritto di essere rassicurati circa i loro valori, la loro storia e la loro cultura. Questi valori europei non sono automaticamente in contraddizione con l’islam, che porta anche la giustizia, la libertà e il rispetto del diverso. Gli stati europei, così come la società civile, devono aiutare i musulmani che vivono nella paura e nell’incomprensione a chiarire le loro posizioni”. Il punto, però, sostiene il vicepresidente degli imam di Francia, è che “i musulmani devono interpretare in modo giusto e positivo il testo religioso, in modo da trovare l’equilibrio sociale e assicurare la possibilità di vivere insieme nella società europea, che è molto tollerante, come dimostra il fatto che ha accolto milioni di musulmani come rifugiati, studenti e immigrati”. Ed è per questo, chiosa Drouiche, “che i musulmani non devono mai dimenticare l’ospitalità e la generosità mostrate da paesi come l’Italia di fronte a ondate di immigrati che sono a maggioranza islamica”. La radice di tutto sta nel fatto che “da secoli i musulmani hanno escluso la ragione e il razionalismo dalla loro vita. C’è una crisi reale della ragione nel pensiero islamico moderno che porta a convivere con difficoltà sia con i valori islamici sia con quelli europei”.
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