Ben vengano tutti i simboli religiosi, come elementi culturali ...Ben vengano nelle scuole tutti i simboli religiosi, come elementi culturali, ma anche le posizioni critiche, quelle atee, agnostiche e aidole;
escludendo categoricamente i simboli delle religioni o delle ideologie politico religiose che violano i diritti umani e che non rispettano la diversità religiosa e di pensiero;
e con un occhio di riguardo per le tradizioni religiose che caratterizzano il nostro paese e l'Europa nel rispetto in primo luogo dei diritti umani naturali e universali, civili e culturali delle nostre genti native.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6717400735 Demenzialità che non rispettano i nostri diritti umani naturali, universali, civuili e culturali"Via tutti i crocifissi dalle scuole o mettete tutti i simboli religiosi"
Serenella Bettin - Mer, 12/12/2018
http://www.ilgiornale.it/news/laicitalia-1615613.html Non si placa la polemica che ha coinvolto l'istituto comprensivo Ilaria Alpi di Favaro Veneto, nel veneziano. E Laicitalia considera il crocifisso: "emblema di sopraffazione".
Torna a far polemica la scuola di Favaro Veneto, nel veneziano per il “presepe in classe sì, presepe in classe no”.
E Laicitalia che chiede di mettere tutti i simboli religiosi nelle scuole, di certo non si può sentire. Anzi parlano pure di “viva apprensione per la presenza di crocifissi appesi alle pareti delle aule scolastiche”. E chissà se dopo i fatti accaduti a Strasburgo, la pensano allo stesso modo. Che ne so, magari mettendo nelle scuole accanto al crocifisso pure l’immagine di Maometto.
Cosa chiede Laicitalia? La richiesta, giunta ancora a ottobre scorso, è alquanto bizzarra ed è pervenuta all’ufficio scolastico regionale per il Veneto e alla direzione didattica dell’istituto comprensivo Ilaria Alpi. Un istituto di cui si è ampiamento parlato quindici giorni fa in quanto la dirigente dell’istituto comprensivo avrebbe vietato il presepe per mancanza di personale. Peccato però che la Regione Veneto abbia messo a disposizione un fondo per far sì che le tutte le scuole realizzino le loro natività. Non solo il consigliere regionale Gabriele Michieletto si era recato nelle scuola elementare del comprensivo in questione, donando un presepe, ma si è visto rigettare l'offerta. "Semplicemente - spiega al Giornale.it - ho appreso dalla stampa che la scuola non aveva intenzione di allestire il presepe e ho pensato di acquistarne uno e di donarlo ai bambini. Dono rifiutato".
La motivazione adottata dall’associazione Laicitalia è alquanto bizzarra. Si parla addirittura di diritti umani. “Richiesta di ottemperanza alla dichiarazione universale dei diritti umani”, si legge nell’oggetto della missiva.
“Alcuni cittadini – recita la lettera - hanno contattato la scrivente associazione manifestando viva apprensione per la presenza di crocifissi appesi alle pareti delle aule scolastiche”. Poi richiamando l'articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e i diritti “senza distinzione alcuna, per ragioni (..
di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”, richiamando la Costituzione e la sentenza Corte Costituzionale, la numero 203/89 sul principio di laicità – l’associazione “chiede l’affissione alle pareti di tutti i simboli religiosi, o in subordine, la rimozione dell’unico simbolo religioso presente, in quanto emblema di sopraffazione sulle altre confessioni religiose”.
Quindi secondo Laicitalia il crocifisso sarebbe “emblema di sopraffazione”. E allora o tutti o niente. Cioè mettiamo tutti i simboli o altrimenti togliamo anche il crocifisso. Una lettera, spedita l’11 ottobre scorso, a cui la dirigente e l’ufficio scolastico forse presi da incombenze più importanti che mettere Maometto alle pareti, non hanno risposto e quindi l’associazione Laicitalia oltre al sollecito spedito in data 12 novembre scorso, ha scritto pure al difensore civico territoriale. “Constatato il silenzio della dirigente per un tempo di 30 giorni” e ribadendo in sostanza il concetto: affissione di tutti i simboli religiosi o rimozione dell’unico simbolo “emblema di sopraffazione”.
Anzi il presidente di Laicitalia Venezia, Ciro Verrati ha spedito anche una lettera all’assessore Elena Donazzan che da sempre combatte per mettere il presepe nelle scuole e che ha sposato in pieno l’iniziativa promossa da tre consiglieri del Centro Destra Veneto per istituire un fondo di 50 mila euro per la realizzazione dei presepi. “L’assessora – per noi assessore ndr - Elena Donazzan non ha ben recepito il significato di alcuni articoli della Costituzione. Ancora una volta si vuole imporre il personale pensiero con una iniziativa istituzionale, all’assessora interessa solo salvaguardare la “sua” tradizione cristiana, che non è la nostra, e che comunque non è contemplata sulla nostra Carta Costituzionale”.
Alberto PentoÈ proprio per rispetto dei diritti umani che si debbono mettere i simboli religiosi, in quanto elementi culturali, innanzi tutto delle nostre genti e delle nostre tradizioni venete, italiane ed europee, poi quelle degli altri paesi e continenti.
Escludendo criticamente i simboli delle ideologi e delle politiche religiose che non rispettano i diritti umani, che non rispettano la diversità religiosa, la diversità di pensiero e le critiche.Svezia, una scuola vieta la festa di Santa Lucia in nome della "uguaglianza"Veronica Mameli
13 dicembre 2018
https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... guaglianza Oggi, 13 dicembre non sarà celebrata la tradizionale ricorrenza di Santa Lucia nella scuola materna di Kärrbacken a Motala, cittadina svedese di circa 30.000 abitanti, nella contea di Östergötland. La festa è stata vietata dalla direttrice Anna Karmskog perché “la scuola vuole evitare discriminazioni e trattamenti offensivi”, senza peraltro il consenso dei genitori che hanno fortemente protestato a seguito della notizia dell’annullamento.
La motivazione ufficiale della cancellazione è che non tutti i bambini possono permettersi, per ragioni economiche, l’acquisto delle corone e dei vestiti tipici per la celebrazione. Di conseguenza, per evitare ogni sorta di discriminazione, la responsabile scolastica ha cancellato la tipica festa svedese, senza remore e senza previa consultazione con i genitori dei bambini. La tradizione di Santa Lucia, martire cristiana, è molto sentita in tutta la Svezia e affonda le sue radici nella figura della santa cattolica originaria di Siracusa, le cui spoglie sono oggi conservate a Venezia.
Nella tradizione scandinava Santa Lucia porta la luce nella notte più lunga dell’anno, durante il solstizio d’inverno, che nel calendario giuliano, antecedente a quello gregoriano, corrispondeva alla notte del 13 dicembre. Per l’occasione le ragazze sono vestite di bianco, a rappresentare la purezza di Lucia, con una cinta di stoffa rossa che simboleggia la spada del martirio, e indossano una ghirlanda sulla testa, mentre la ragazza che personifica Lucia porta sul capo una corona con delle candele. I ragazzi, anch’essi vestiti di bianco, indossano un copricapo a punta con raffigurate delle stelle dorate, e tutti insieme, ragazze e ragazzi, intonano i tradizionali canti dedicati a Santa Lucia.
Anche la tradizione culinaria svedese omaggia la santa con dolci tipici che ne portano il nome e che vengono serviti per la ricorrenza insieme alle tipiche bevande natalizie. La notizia del divieto della festa ha sconvolto i genitori dei bimbi dell’asilo di Kärrbacken e in particolare la rappresentante di classe, la signora Jessica Gunninge, di 44 anni, che si è dimessa dal consiglio di presidenza scolastico visto che nonostante le proteste dei genitori, la celebrazione dei festeggiamenti in onore della santa non è stata ripristinata. La signora Gunninge infatti, comprendendo le difficoltà economiche di alcune famiglie, si è proposta di raccogliere una colletta per comperare gli accessori necessari al festeggiamento, come le corone, i copricapi e i vestiti che sarebbero poi stati donati alla scuola. Tuttavia la decisione unilaterale della direttrice è stata irremovibile e così i bimbi della scuola materna di Kärrbacken sono oggi privati di una delle più sentite e amate feste svedesi, in nome di una presunta uguaglianza e lotta alla discriminazione.
In Svezia questo episodio ha destato molto scalpore e c’è chi avanza preoccupazioni sulla possibilità che di questo passo verranno vietati anche l’Avvento e il Santo Natale. D’altronde la Svezia non è nuova allo stravolgimento delle proprie tradizioni. Due anni fa, la stessa figura di Santa Lucia fu al centro di un dibattito controverso quando la campagna pubblicitaria della nota catena di magazzini svedese Åhléns la rappresentò nelle vesti di un bambino di colore. Se da una parte il cambiamento di sesso di Santa Lucia scatenò furiose polemiche, dall’altra c’è chi ben accolse tale snaturamento, al motto di “tutti hanno diritto di essere Santa Lucia”. L’augurio è che invece Santa Lucia porti al giorno d’oggi un po’ di luce nella società smarrita nel buio del politicamente corretto e che non si calpesti e si perda una delle più belle e suggestive tradizioni del Nord Europa.
Un esempio di critica religiosa a una ideologia politico religiosa che non rispetta i diritti umani e che discrimina sino alla morte i diversamente religiosi e pensanti.
Allah non è Dio e Maometto non è un profeta di Dio.viewtopic.php?f=188&t=2815