Carta universale dei diritti religiosi e spirituali

Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » lun mar 07, 2016 11:48 am

No xe łe rełijon e łe fedi ke łe ne porta ła spirtoałetà parké ła spertoałetà ła xe na despoxision natural e ogniversal ca ghè xa ente ogni creadura come esensa de ła vida; łe fedi, i credi, łe rełixon łe xe lomè na enterpretasion, na deformasion, na manepołasion de ła spertołetà natural e 'nte sto senso łe xe tute pagane e eidołatre.

Non sono le religioni e le fedi che portano all'uomo la spiritualità, perché la spiritualità è una disposizione naturale e universale che c'è già in ogni creatura come essenza della vita; tutte le fedi, i credi, le religioni non sono altro che interpretazioni, deformazioni, manipolazioni della spiritualità natural e in questo senso sono tutte pagane e idolatre.


L'ombra di dio. Diverse Interpretazioni Della Comune Origine - Ebraismo, Cristianesimo e Islam
https://www.youtube.com/watch?v=J8Pv4XRC1bo
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » mer mar 09, 2016 1:50 pm

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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » sab mar 19, 2016 10:50 am

In Europa il peggior delitto e il peggior crimine razzista è disprezzare, perseguitare e uccidere in nome della propria credenza religiosa e politico-religiosa i diversamente religiosi o altro credenti e non credenti; pertanto le dottrine politico religiose che istigano, incitano, inducono a tali delitti vanno bandite e i loro sostenitori e propalatori vanno perseguiti, condannati severamente, imprigionati ed espulsi dall'Europa.
Il tuo D-o non deve contrastare il D-o degli altri e tutti devono rispettare i Diritti Umani Universali.
E se ciò non ti aggrada vattene dall'Europa prima che l'Europa ti cacci.
Se vuoi portare il velo portalo ma non sognarti nemmeno di disprezzare e di mancare di rispetto alle donne che non lo gradiscono e non lo portano o che non lo vogliono più portare.
Ogni uomo vale in quanto uomo e non per il suo D-o o interpretazione di D-o.


Io voglio poter vivere in un'Europa e in un Mondo dove non rischio di essere condannato e ucciso se dico pubblicamente che per me Maometto non era un profeta e un santo ma un uomo criminale che ha ucciso e sterminato per imporre il suo dominio politico e la sua fede religiosa (come e più di Stalin e di Hitler); e che Allah non è D-o ma un idolo e che la fede in Allah è una fede idolatra che viola i Diritti Umani Universali e un pericolo virale e pandemico per l'umanità intera.
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » dom apr 17, 2016 11:42 am

Piacenza, finti matrimoni con fette di salame come ostia: 64 ragazzi indagati per vilipendio alla religione
Le celebrazioni goliardiche si svolgevano sul sagrato della chiesta di San Genesio di Vigoleno. La segnalazione alle forze dell'ordine da parte di un parrocchiano. Ora rischiano fino a due anni di carcere e una multa che va dai mille ai 5mila euro
di Gianmarco Aimi | 16 aprile 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04 ... ne/2644489

“Offese a una confessione religiosa mediante vilipendio“. È l’accusa di cui dovranno rispondere 64 persone – quasi tutte tra i 20 e i 35 anni – dopo che le forze dell’ordine hanno scoperto due finti matrimoni e un battesimo celebrati davanti alla chiesa di Vigoleno di Vernasca nel Piacentino. Cerimonie promosse attraverso i social network ma che poi hanno trovato realizzazione sul sagrato della chiesetta del suggestivo borgo della Valdarda. I 64 indagati rischiano fino a due anni di carcere e una multa che va dai mille ai 5mila euro.

Per le finte celebrazioni, i giovani organizzatori non hanno esitato a sostituire alle ostie delle fette di salame o uno spazzolone da bagno al posto dell’aspersorio, oppure ad agghindarsi con finti vestiti da prelato e croci al collo – ma aggiungendo sul capo cornetti da diavolo -, così come ad ornare l’entrata del luogo sacro con paramenti che ricordassero quelli religiosi.

Tre gli episodi contestati, due “matrimoni” e un “battesimo” che sono stati celebrati tra il 2013 e il 2015. A far scattare le indagini dei carabinieri nel novembre del 2015, un parrocchiano di Vigoleno che ha segnalato alle forze dell’ordine come su alcuni profili personali Facebook venissero fatte circolare fotografie che immortalavano un gruppo di giovani mentre, così conciati, svolgevano strani riti sul sagrato della chiesa di San Genesio di Vigoleno. È a quel punto che i militari dell’Arma hanno iniziato a indagare e alla fine degli accertamenti sono scattate 64 denunce di ragazzi – tra organizzatori e partecipanti -tutti residenti tra Fiorenzuola, Vernasca, Castellarquato, Lugagnano, Alseno, Fidenza, Soragna, Busseto e San Donato Milanese. Secondo i riscontri, erano sette i promotori degli eventi blasfemi: finora tre in tre anni di attività.

La modalità era molto semplice. Veniva prima stabilito un bar come ritrovo – quasi sempre a Vernasca – e poi venivano richiamate decine di persone grazie agli inviti attraverso social network (anche con pagine dedicate su Facebook) o sms sui cellulari di amici e conoscenti. Poi dopo qualche bicchiere, i partecipanti al rito si spostavano sul sagrato della chiesa di Vigoleno, allestita per l’occasione, e venivano celebrati i finti matrimoni o battesimi.

Dalle immagini è possibile vedere la “sposa”, in tradizionale abito bianco e un bouquet in mano, il “prete” travestito di tutto punto ma con le corna da diavoletto in testa usate solitamente per il carnevale, i paramenti a evocare quelli ecclesiastici e, dulcis in fundo, le fette di salame al posto delle ostie, che venivano consegnate ai presenti come una vera e propria eucarestia. Senza contare la benedizione finale, attraverso uno spazzolone da toilette. Per concludere, il gruppo di ragazzi si dava poi appuntamento in un ristorante della zona per la cena.
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 9:53 am

Lettera a Dio di un sacerdote in punto di morte che ti farà riflettere
22 aprile 2016

http://www.papaboys.org/lettera-a-dio-d ... riflettere

Ha scritto molte opere letterarie, tra cui ricordiamo: “Vita e mistero di Gesù di Nazareth” e “Ragioni: per vivere, per avere speranza, gioia, amore e di altre cose”, che ha raccolto molti articoli di giornale basati su fatti reali di tutti i giorni. Ha scelto la vita di un “sacerdote scalzo” e con profonda semplicità ha cercato di essere fedele alla sua vocazione. Fin da giovane ha sofferto di una grave malattia al cuore e ai reni che lo costrinse ad essere in dialisi per molti anni. Ha vissuto ogni momento senza perdere la, fino alla sua morte avvenuta a Madrid l’11 giugno 1991. Vogliamo condividere l’ultimo articolo scritto prima della sua morte, una lettera a Dio, un testo prezioso degno di essere meditato e condiviso.

Grazie. Con questa parola potrei concludere questa lettera, Dio, o “amore mio”. Perché questo è tutto quello che ho da dire: grazie, grazie. Se dall’alto dei miei cinquantacinque anni mi guardassi indietro, cosa troverei se non la catena senza fine del tuo amore? Non c’è una singola parte della mia storia in cui non abbia avuto la tua misericordia su di me. Non c’è stato un momento in cui non abbia sperimentato la tua presenza amorevole e paterna accarezzare la mia anima.

Ieri ho ricevuto una lettera da un’amica che ha appena saputo dei miei problemi di salute, e mi ha scritto arrabbiata: “Una grande rabbia invade tutto il mio essere, mi ribello ancora di più contro il Dio che permette alle persone come te di soffrire”. Poverina! Il suo affetto non le fa vedere la verità. Perché – a parte che io non sono più importante di nessuno – la mia vita è la testimonianza di due cose: nei miei cinquant’anni ho sofferto non poco per mano degli uomini. Da loro ho ricevuto ferite e offese, solitudine e incomprensioni. Ma da te non ho avuto nulla, se non infiniti gesti di affetto. La mia ultima malattia è uno di loro.

Mi hai dato, prima di tutto, il fatto di essere. Questa meraviglia di essere un uomo. La gioia di respirare la bellezza del mondo. Il fatto di trovarmi a mio agio nella famiglia umana. La consapevolezza che, dopo tutto, se dovessi fare un bilancio delle ferite ricevute queste sarebbero comunque molto di meno rispetto al grande amore che gli stessi uomini hanno messo sull’altro lato della bilancia della mia vita. Sono stato un uomo fortunato e fuori dal comune? Probabilmente. Ma in nome di cosa potrei pretendere di essere un martire della condizione umana se so che, in definitiva, ho avuto più sostegno e comprensione che difficoltà?

E poi, tu hai accompagnato il dono di essere con quello della fede. Nella mia infanzia ho percepito la sua presenza in ogni momento. Per me, l’immagine era quella di un Dio semplice. Non sono mai stato spaventato dal tuo nome. E ho piantato nell’anima quella favolosa sensazione di sapere che ho amato, di sentirmi amato, di sperimentare la tua presenza quotidiana con il passare delle ore. Sono stato tra uomini che hanno maledetto il giorno della propria nascita, che hanno urlato che non hanno chiesto di nascere. Neanche io l’ho chiesto, perché prima non esistevo. Ma poi ho conosciuto quella che sarebbe stata la mia vita, ho gridato a te chiedendoti la vita, ed è proprio questo ciò che in realtà mi hai dato.

Credo che sia stato assolutamente decisivo nascere nella famiglia che tu hai scelto per me. Oggi non avrei tutto ciò che in seguito ho ottenuto, se non avessi avuto i genitori e i fratelli che ho avuto. Sono stati tutti delle testimonianze viventi della presenza del tuo amore. Da loro ho imparato – molto facilmente – chi tu fossi. Da allora ho iniziato ad amare te – e quindi ad amare tutti e tutto. Sarebbe stato assurdo non amarti. Sarebbe stato difficile vivere nell’amarezza. La felicità, la fede e la fiducia nella vita sono stati, per me, come un piatto delizioso portato a pranzo da mia madre. Qualcosa che ci sarebbe stato al cento per cento. E se non ci fosse stato, sarebbe stato semplicemente perché quel giorno le uova erano più costose, non perché vi fosse poco amore. Poi ho anche imparato che il dolore era parte del gioco. Non una maledizione, ma qualcosa collegato con quanto dà la vita; qualcosa che, in ogni caso, non avrebbe mai potuto togliere la gioia del tutto.

Grazie a tutto questo – mi sento un po’ in imbarazzo a dirlo – il dolore non mi fa male, né l’amarezza mi addolora. Non perché io sia coraggioso, ma semplicemente perché ho imparato da bambino a concentrarmi sugli aspetti positivi della vita. E perché il mio approccio mi ha spinto ad aspettarmi il nero e in questo modo, quando arriva, per me è solo leggermente grigio. Un altro amico mi ha scritto in questi giorni dicendo che io potrei sopportare la dialisi “ubriacandomi di Dio”. E a me questo sembra un po’ eccessivo e melodrammatico. Perché per vari motivi in te mi sento sempre protetto da un’armatura contro la sofferenza. O forse il vero dolore non è ancora arrivato.

A volte penso che ho avuto “troppa fortuna”. I santi ti hanno offerto grandi cose. Io non ho mai avuto nulla di importante da offrire. Temo che, quando morirò, avrò la stessa impressione che ebbe nello stesso momento mia madre: di morire a mani vuote, perché non mi hai mai mandato nulla di veramente difficile da poterti offrire. Neanche la solitudine. Perdonami. Ma cosa devo fare se non mi hai mai abbandonato? A volte rabbrividisco al pensiero di morire senza mai essere stato con te nel Giardino degli Ulivi, senza aver avuto la mia agonia del Getsemani. Ma sei tu che – non si sa perché – non mi hai preso con te nella Domenica delle Palme. Una volta addirittura – nei miei sogni di eroismo – ho pensato che mi sarebbe piaciuto avere anche una forte crisi di fede per dimostrare a me stesso e a te di averla. Si dice che la vera fede è messa alla prova nel fuoco. E io non ho incontrato mai nulla che non fossero le tue mani che mi accarezzano.

E non si tratta, naturalmente, di essere stato migliore degli altri. Il peccato ha messo radici in me e tu ed io sappiamo a quali profondità. Ma la verità è che neanche nelle ore del fuoco ho provato pienamente la fiamma nera del male, perché tu hai portato tanta luce in me. Nella miseria sono rimasto tuo. E quindi penso che il tuo amore è tanto più affettuoso delle cose più infantili che io abbia fatto.

Mi piacerebbe anche vantarmi di aver sofferto persecuzioni e difficoltà. Ma tu sai che sono stato circondato più da persone stupende che da traditori e che ho ricevuto, per ogni incomprensione, dieci sorrisi. Sono stato fortunato che il male non mi ha mai causato danno e che, soprattutto, non ha lasciato alcuna amarezza dentro di me. E che anche con chi non si è comportato bene, sono riuscito ad essere un amico migliore, per quanto a volte misterioso.

E poi mi hai donato la meraviglia della mia vocazione. Essere perfetti è impossibile, lo sai. Ma tutto questo è meraviglioso, questo lo so. Oggi non ho, chiaramente, l’entusiasmo dell’innamoramento dei primi giorni. Ma per fortuna dire la messa non è diventata una routine e addirittura tremo ogni volta che mi confesso. E conosco anche la gioia suprema di poter aiutare le persone – sempre più di quanto potrei da solo – e di annunciare il tuo nome. Sai che ancora piango alla lettura della parabola del figliol prodigo? Eppure, grazie a te, non riesco a parlare della tua passione e la tua morte senza commuovermi.

Perché, naturalmente, il tuo dono più grande è stato tuo Figlio Gesù. Se fossi stato il più sfortunato degli uomini, e se la sfortuna mi avesse perseguito in ogni aspetto della mia vita, so che sarebbe stato sufficiente ricordare Gesù per superare ogni momento duro. Il fatto che tu sia stato uno di noi mi riconcilia con tutti i nostri fallimenti e le nostre mancanze. Come si può essere tristi sapendo che questo pianeta è stato calpestato dai tuoi piedi? Si può desiderare un maggiore affetto di quello che dà il solo pensare al volto di Maria?

Sono stato felice, naturalmente. Come non poterlo essere? E io sono stato felice qui, senza attendere la gloria del cielo. Guarda, lo sai che non ho paura della morte, ma non ho neanche alcuna fretta che arrivi. Sarò lì tra le tue braccia più di quanto lo sia ora? Perché questa è la sorpresa: il cielo lo abbiamo già dal momento in cui possiamo amarti. Ha ragione il mio amico Cabodevilla, noi moriremo senza capire quale sia il tuo più grande dono: se il fatto che tu ci ami o che tu permetti che noi ti amiamo.

Per questo sono così dispiaciuto per le persone che non apprezzano la loro vita. Ma sì, stiamo facendo qualcosa che è infinitamente più grande della nostra natura: amarti, collaborare con te nella costruzione del grande edificio dell’amore!

Mi è difficile dire che qui ti diamo gloria. Sarebbe troppo! Mi accontento con il credere che la mia testa che riposa sulle tue mani ti dia la possibilità di amarmi. E ho una piccola risata all’idea di andare in cielo come ricompensa. Ricompensa per che cosa? È un imbroglio: tu ci doni il cielo e noi pretendiamo di averlo meritato. L’amore, e lo sai molto bene, è la sua sola propria ricompensa. E la felicità non è la conseguenza né il frutto dell’amore. L’amore è, già da solo, felicità. Sapere che sei Padre è il paradiso. Naturalmente non voglio di più, perché voglio solo te. Amarti è già un dono. Non potresti darmi di più.

Per tutto questo, Dio mio, ho voluto parlare di te e con te in questa pagina finale del mio “Ragioni per l’amore” Tu sei l’ultimo e l’unico motivo per il mio amore. Non ve ne sono altri. Come avrei alcuna speranza senza di te? Su cosa si fonderebbe la mia gioia, se non ci fossi tu? Che brodaglia insipida sarebbero tutti i miei amori se non fossero un riflesso del tuo amore? Sei tu quello che dà forza e vigore a tutto. E so bene che tutto il mio compito di uomo è quello di ripetere e ripetere il tuo nome. E ritirarmi.



Sta kì lè na bołetina ca se pol scrivar ogni bon omo a D-o anca sensa Cristo, sensa el Paradixo e sensa ła Vita Eterna.
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » ven apr 22, 2016 11:14 am

Mi no, col diavolo no se trata, se serve ndemo a ła goera e al judisio de D-o! A caxa nostra gnente l'idoło Alà e l'eidolatra terorista Maometo.


https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

"I diritti umani sono ragione di preoccupazione per tutti”, dichiara il ministro degli Esteri iraniano Mohammed Zarif al Corriere della Sera. “C’è molto da dire da ambedue le parti. Siamo pronti a dialogare. Faremo le nostre osservazioni sull’alienazione delle comunità islamiche in molte società europee o su come la libertà di espressione venga abusata per dissacrare i simboli dell’islam”. E’ il grande accordo che la Repubblica islamica ci propone dal 1989: rinunciate alla libertà di parola e ne dialogheremo. L’Europa li sta accontentando. In Germania, il comico Jan Böhmermann andrà a processo con il beneplacito di Merkel e il suo show su Zdf è sospeso. A Parigi è da tempo caccia agli “islamofobi”, a colpi di mitra nelle redazioni di giornale e a colpi di sentenze nei tribunali."


Il grande scambio con Teheran - L’Iran ci chiede di rinunciare alla libertà di espressione. Detto fatto
2016/04/19
http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/04/1 ... e_c157.htm

I diritti umani sono ragione di preoccupazione per tutti”, dichiara il ministro degli Esteri iraniano Mohammed Zarif al Corriere della Sera. “C’è molto da dire da ambedue le parti. Siamo pronti a dialogare. Faremo le nostre osservazioni sull’alienazione delle comunità islamiche in molte società europee o su come la libertà di espressione venga abusata per dissacrare i simboli dell’islam”. È il grande accordo che la Repubblica islamica ci propone dal 1989: rinunciate alla libertà di parola e ne dialogheremo. L’Europa li sta accontentando. In Germania, il comico Jan Böhmermann andrà a processo con il beneplacito di Merkel e il suo show su Zdf è sospeso. A Parigi è da tempo caccia agli “islamofobi”, a colpi di mitra nelle redazioni di giornale e a colpi di sentenze nei tribunali.

All’epoca del caso Rushdie, nel 1989, una parte consistente dell’establishment europeo si schierò contro lo scrittore: letterati, giornalisti, cardinali, politici. Rushdie fu costretto a nascondersi per un decennio. Traduttori ed editori furono aggrediti. Librerie sospettate di disporre del libro attaccate. In Germania, il quotidiano Die Tageszeitung propose che i giornali unissero le forze per stampare il primo capitolo dei “Versi satanici” in prima pagina lo stesso giorno, in segno di solidarietà. Frank Schirrmacher della Frankfurter Allgemeine Zeitung aderì alla proposta, mentre le altre testate si sfilarono. Alla fine la “Taz” si trovò da sola. Trent’anni dopo, un altro “blasfemo” è lasciato solo e l’Europa accoglie in silenzio la nuova taglia iraniana sulla testa di Rushdie. Abbiamo capitolato sulla libertà di parola.


Pento Alberto

Così è. Il Papa ha accettato il patto con il diavolo in nome della pace interreligiosa, dimenticandosi che con il diavolo non vi può essere patto di pace; a meno che per Papa Francesco il diavolo non sia più Maometto, l'Islam e Allah ma lo siano divenuti D-o e Cristo.
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » dom mag 22, 2016 9:41 am

La Boldrini vuole punire chi parla male dell'islam
Editoriale
di Magdi Cristiano Allam 22/05/2016

http://www.magdicristianoallam.it/edito ... islam.html

(Il Giornale, 22 maggio 2016) - La minaccia principale alla nostra civiltà laica e liberale risiede nel divieto assoluto di criticare e di condannare l'islam come religione, perché i suoi contenuti sono in totale contrasto con le leggi dello Stato, le regole della civile convivenza, i valori non negoziabili della sacralità della vita, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta.

Mentre il terrorismo islamico dei tagliagole, coloro che sgozzano, decapitano, massacrano e si fanno esplodere, noi lo sconfiggeremo sui campi di battaglia dentro e fuori di casa nostra, di fatto ci siamo già arresi al terrorismo islamico dei taglialingue, coloro che sono riusciti a imporci la legittimazione dell'islam a prescindere dai suoi contenuti ed ora sono mobilitati per codificare il reato di “islamofobia”, un'auto-censura nei confronti dell'islam.

Le Nazioni Unite, l'Unione Europea e il Consiglio d'Europa hanno già accreditato, sul piano politico, il reato di islamofobia, assecondando la strategia dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica. Ebbene ora in Italia il Presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto un ulteriore passo in avanti finalizzato a codificare per legge il reato di islamofobia, che comporterà sanzioni penali e civili per chiunque criticherà e condannerà l'islam come religione.

È ciò che emerge dall'iniziativa della Boldrini di dar vita alla Commissione di studio sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio, nelle varie forme che possono assumere, xenofobia, antisemitismo, islamofobia, antigitanismo, sessismo, omofobia. Secondo la Boldrini sarebbero nuove forme di razzismo, che si manifestano soprattutto nella Rete, catalogate in inglese come “hate speech”, da intendersi come “incitazione all'odio”.

È singolare che siamo in un'Italia e in un'Europa dove chiunque può dire di tutto e di più sul cristianesimo, su Gesù, sulla Chiesa e sul Papa, senza che succeda nulla perché viene ascritto alla libertà d'espressione, mentre ci siamo auto-imposti di non dire nulla sull'islam, su Allah, su Maometto e sul Corano perché urta la suscettibilità dei musulmani, perché abbiamo paura della loro reazione violenta che si ritorce indiscriminatamente contro tutti i cristiani nel mondo. A proposito, dal momento che i cristiani sono in assoluto i più perseguitati al mondo per la loro fede, perché mai tra le categorie che sostanzierebbero il reato di “incitazione all'odio” non compare la “cristianofobia”?

L'errore fondamentale che viene commesso è di sovrapporre la dimensione della persona con quella della religione, ritenendo che per rispettare i musulmani come persone si debba automaticamente e acriticamente legittimare l'islam come religione. Noi invece dobbiamo rispettare i musulmani come persone, ma al tempo stesso dobbiamo usare la ragione per entrare nel merito dei contenuti di una religione e poter esprimere in libertà la verità sull'islam.

La Boldrini, la terza carica dello Stato che dovrebbe lealtà e fedeltà all'Italia, si esibisce in pubblico con al petto una spilletta su cui c'è scritto “Stati Uniti d'Europa”, una entità inesistente ma che si tradurrebbe nella scomparsa dell'Italia come Stato sovrano e indipendente, così come promuove l'auto-invasione di milioni di clandestini musulmani che a suo avviso rigenererebbero la vita e la civiltà dell'Italia. In questo contesto il reato di islamofobia si rivelerebbe il colpo di grazia all'Italia e agli italiani.
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » gio giu 09, 2016 7:46 pm

???

Il negazionismo è reato: approvata dalla Camera la legge
8 giugno 2016

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ADbQNoY

Scatteranno le manette per chi inciterà al negazionismo o al genocidio. L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo alla nuova legge, dopo una lunga 'navetta' con il Senato. La legge configura un nuovo reato.
In sostanza, il negazionismo diventerà un’aggravante, aggiunta alla legge Mancino, rispetto ai reati di discriminazione razziale e di stampo xenofobo. I sì sono stati 237, i no 5, gli astenuti 102.

Negare il negazionismo?

Reclusione fino a 4 anni per chi istiga alla violenza per motivi razziali
È prevista la reclusione fino a un anno e sei mesi o la multa fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, o istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La reclusione andrà da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Vietate associazioni che incitano alla disciminazione o alla violenza
Vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi: chi vi parteciperà rischierà sei mesi a quattro anni di prigione, che aumenteranno da uno a sei anni per chi quelle associazioni promuove o dirige.

Fino a 6 anni per il negazionismo

Reclusione da 2 a 6 anni, nei casi in cui la propaganda, l’istigazione e l’incitamento si fondino «in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra» come vengono definiti dallo Statuto della Corte penale internazionale.

“Una pagina storica della storia parlamentare italiana”

Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Ita
Gattegna: una pagina storica
«Una pagina storica» della storia parlamentare italiana, ha commentato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, presente al dibattito e alla votazione alla Camera. «Oggi, nell'aula della Camera, si è compiuto l'ultimo atto di uno straordinario impegno civico e culturale che ha visto protagoniste le massime istituzioni del nostro paese», ha commentato Gattegna ringraziando i parlamentari.

Gribaudo (Pd): la legge guarda al passato e al futuro
«Con l’approvazione di questo provvedimento, il Parlamento intende contrastare una delle forme più sottili e striscianti della diffamazione razziale, della xenofobia a sfondo antisemita e non solo, e in genere dell'incitazione all’odio», ha detto Chiara Gribaudo, vicepresidente del Gruppo Pd della Camera, nella dichiarazione di voto sulla legge sul negazionismo.
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » gio ago 18, 2016 4:41 am

Caro Papa par esar dal bon fiołi de D-o a cogna renounçar a tuti łi idołi o almanco de renounçar a enpor el purpio idoło a łi altri - Caro Papa per essere veramente figli di D-o bisogna rinunciare a tutti gli idoli o almeno di rinunciare a imporre il proprio idolo agli altri!

http://www.lastampa.it/2016/01/06/multi ... agina.html


Idołatria e spirtoałetà natural e ogniversal
Idolatria e spiritualità naturale e universale
viewtopic.php?f=24&t=2036


Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -idoli.jpg
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Re: Carta ogneversal dei diriti rełijoxi e spirituałi

Messaggioda Berto » sab nov 26, 2016 4:29 pm

“In Olanda troppi marocchini”: Wilders a processo sfida i giudici, non si presenta in tribunale
2016/10/30

http://www.riscattonazionale.it/2016/10 ... -tribunale

“Nessuno potrà zittirmi. Non mi hanno fermato le minacce dei terroristi e non lo faranno nemmeno i giudici con questo processo politico a cui io non mi presto. L’Olanda del politicamente corretto sta diventando una dittatura“. Così dice in un messaggio video agli olandesi Geert Wilders, carismatico leader del Partito Liberale (PVV) alleato della Lega Nord in Europa. I sondaggi dicono che sarà il vincitore delle elezioni politiche di marzo e il prossimo premier e allora ecco che domani inizierà il processo ad orologeria con l’accusa di incitamento all’odio razziale per cui rischia sino a due anni di carcere.

L’antefatto l’avevo già raccontata ma eccolo in breve: a seguito del successo alle elezioni comunali del 2014 il leader del PVV incontra all’Aja una folla di elettori e, tra le altre cose, chiede: “In questa città e in tutta l’Olanda volete più o meno marocchini?”. Dalla gente parte un boato “Minder-Minder-Minder”. Meno, ne vogliono meno. Tutto qui, senza insulti o considerazioni di sorta, ma per la sinistra e la stampa basta e avanza per definirlo un razzista e ottenerne il processo. Eppure tutti sapevano bene che la domanda non era frutto di una improvvisa ubriacatura razzista ma di un problema, definito “il problema marocchino”, di cui Wilders parlava ufficialmente da anni in Parlamento snocciolando dati e chiedendo, senza ottenerle, risposte e azioni.

“Oltre il 60% dei marocchini tra i 12 e i 26 anni ha precedenti penali e oltre l’80% torna a commettere reati – spiegava Wilders – nessun altro gruppo è così tanto recidivo e la seconda generazione commette ancora più crimini della prima. La Polizia e il Rapporto annuale sull’integrazione – continuava – ci dicono che la criminalità marocchina ha raggiunto numeri esorbitanti che pongono seri rischi alla sicurezza nazionale. È ora di trovare rimedi in Parlamento”. E in Parlamento il capo del PVV elencò una serie lunghissima di gravi violenze commesse da giovani marocchini ai danni di categorie deboli quali anziani, disabili e donne e concluse: “C’è un razzismo dei marocchini contro i non marocchini che rende la vita impossibile a tutti gli altri e bisogna finirla di parlare di problema giovanile poiché i giovani delle altre comunità non hanno tale problema.” Come soluzione il suo partito chiedeva restrizioni sulla doppia nazionalità e leggi più dure che per certi tipi di reato prevedessero espulsione e ritiro del passaporto olandese.

Un problema per la sinistra olandese che ha pensato bene di tappargli la bocca mettendolo fuori gioco con le denunce, ma Wilders nel suo ultimissimo messaggio è stato chiaro: “Questo è un processo contro la libertà di parola per impedire che si parli di ciò che dà fastidio al politicamente corretto, ma è mio diritto e mio dovere denunciare i problemi del Paese e il problema marocchino è un grande problema. Lo dicono i numeri – ha continuato – che queste persone sono over rappresentate negli episodi criminali e nella dipendenza dai sussidi statali e come se non bastasse il 75% dei terroristi partiti verso la Siria sono marocchini. Il 43% degli olandesi dichiara di non volerne più, di volerne di meno, non per razzismo ma per sfinimento e per l’esorbitanza dei costi sociali e in fatto di delinquenza. Se dire queste verità è punibile penalmente – ha concluso – l’Olanda è una dittatura. A questa farsa rifiuto di partecipare e non mi presenterò in tribunale. Si tratta di una questione politica che va discussa in Parlamento, non in tribunale. Mi vogliono zittire ma l’Olanda ci appartiene, questa è la nostra Patria, non mi fermeranno”.
Parole da statista che l'Olanda olandese pare aver apprezzato al di là degli schieramenti e adesso il processo politico rischia di trasformarsi in un boomerang e farne un eroe nazionale. Una storia da seguire con grande interesse perché dalle ventose spiagge del Mare del Nord possono partire onde tali da impensierire i palazzi della vicina Bruxelles.


Processo per blasfemia
Quello che dice Wilders e chi lo vuole morto
di
Lorenza Formicola e Roberto Santoro
26 Novembre 2016

https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... uole-morto

Secondo i canoni imperanti del politicamente corretto, il leader del partito per la libertà olandese, Geert Wilders, è certamente "blasfemo". Lo stanno processando per incitamento all'odio razziale perché, durante un comizio di tre anni fa, disse di volere "meno marocchini" nelle città arancioni. Ha detto anche altro, e molto peggio, sul Corano e sulla religione islamica. Wilders, che i sondaggi danno per favorito alle prossime elezioni politiche nazionali, ed è stato ospitato alla Convention repubblicana che ha incoronato Trump, nei giorni scorsi si è rivolto ai giudici in aula, dicendo, in sostanza, due cose. La prima è che la libertà di espressione non si tocca.

Per Wilders, la libertà di parola è uno dei bastioni della identità olandese e per questo motivo lui ha il diritto di dire quello che pensa sulla immigrazione incontrollata, anche se significa incorrere in qualche reato o eventuale condanna. Wilders, più di Trump, vuole bloccare il processo di islamizzazione in corso nella società olandese. La seconda cosa che ha detto il chiomato leader anti-jihadista, invece, suona più o meno così: cari signori giudici, provate a immedesimarvi un secondo nella mia vita. Da anni, in virtù delle mie dichiarazioni, sono recluso, protetto da una scorta, c'è qualcuno di guardia fuori dalla porta anche quando vado in bagno. Una volta, noi dell'Occidentale abbiamo incontrato Wilders a Roma, nel corso di un evento, e in effetti girava circondato dalle guardie del corpo, armi alla mano mentre uscivano dall'auto blindata.

Wilders è sulla lista nera di Al Qaeda, ISIS ed altri gruppi del fondamentalismo islamico. Il 2 novembre del 2004, Mohammed Bouyeri, un immigrato marocchino legato al gruppo terroristico Hofstad, tagliò la gola per strada al regista Theo Van Gogh, nei pressi di Sarfaati Park ad Amsterdam. Van Gogh era un amico di Wilders. Si scoprì che nel mirino della cellula jihadista c'erano anche Wilders e la scrittrice Ayaan Hirsi Ali. Hirsi Ali oggi vive negli Stati Uniti, Paese che, a quanto pare, ha ritenuto un posto più sicuro dell'Europa per sfuggire a chi le dà la caccia. Nel suo caso, per quello che scrive sull'Islam.

Chi va contro il pensiero unico, dunque, incorre nel reato di blasfemia, che sta trionfando un po' ovunque nel Vecchio Continente. Nel Regno Unito, per esempio, il ginnasta ventisettenne Louis Smith è stato sospeso dalla British Gymnastics non perché risultato positivo all'antidoping bensì perché l’olimpionico, un po’ brillo dopo un matrimonio, si era permesso di scherzare, stendendosi sul tappeto come se volesse pregare rivolto verso la Mecca. Smith è stato ripreso in un video. La stampa ha subito trasformato la vicenda in un caso nazionale. E' stata aperta una indagine. Smith, per non vedere compromessa la sua carriera, si è fatto intervistare dicendo che lui non è un razzista. Ha anche visitato una moschea. Ma la gogna del politicamente corretto non si accontenta. Così l'atleta ha scritto su Facebook: "Possiamo tutti esercitare il diritto alla libertà di parola, ma essendo una celebrità e uno sportivo influente è mia responsabilità farlo con buon gusto". Wilders non si piega.

A Glasgow, sempre in Gran Bretagna, un deejay radiofonico è stato licenziato dopo che aveva provato a difendere il cristianesimo in un dibattito televisivo con degli ospiti musulmani. A Birmingham, due cristiani sono stati allontanati dalla polizia mentre pregavano: "qui non si può predicare, questa è zona musulmana", gli è stato detto. In una contea dell'Inghilterra, due liceali sono stati puniti dal loro insegnante dopo che si erano rifiutati di pregare Allah. In Irlanda, dal 2010 è entrata in vigore una nuova legge, il Defamation Act, che prevede il reato di diffamazione blasfema a mezzo stampa, con multe fino a 25mila euro.

Secondo l’Irish Times, la legge sulla blasfemia irlandese viene citata come esempio di giurisprudenza da altri Stati islamici, come il Pakistan, che alle Nazioni Unite ha evocato il modello irlandese per legittimare le sue leggi. In Pakistan, la cristiana Asia Bibi marcisce in prigione dopo che volevano condannarla a morte, ancora per blasfemia. Sulla scrivania del primo ministro inglese Theresa May c'è una ricerca, pubblicata dalla politologa Machteld Zee, che studia la penetrazione della giurisprudenza islamica nel sistema giudiziario inglese: un mondo parallelo, fondato sulla Sharia, che agisce al fianco della common law.

Le corti islamiche funzionano come tribunali arbitrali. "Oggi in Gran Bretagna ci sono oltre cento corti che applicano la sharia," dice la Zee, "Si tratta di un sistema giuridico completo e in contrasto con le nostre leggi laiche. Le donne, per esempio, nei tribunali islamici devono poter chiedere se il loro matrimonio può essere sciolto, anche se vengono maltrattate dai mariti. I tribunali islamici hanno invitato le donne ad accettare la poligamia e a non denunciare i casi di violenza domestica. Padri che picchiano i loro figli ne ottengono comunque la custodia".

Insomma siamo alle solite. Le società occidentali devono accettare tutto in nome di una malintesa idea di integrazione ed accoglienza, anche la giustizia parallela islamica. Gli artisti d'avanguardia possono essere blasfemi se prendono di mira il crocefisso o la fede cristiana (e a chi obietta qualcosa si risponde di solito che il cristianesimo è una religione aggressiva); se invece, come fece Van Gogh, irridono l'islam, finiscono nel migliore dei casi nella spirale del pubblico ludibrio, nel peggiore con la gola tagliata. Se le cose nel Vecchio Continente non cambieranno, un giorno forse le corti islamiche chiederanno l'impeachment del primo ministro Wilders.


La dichiarazione finale di Geert Wilders davanti ai giudici
di Geert Wilders
29 novembre 2016

Pezzo in lingua originale inglese: Final Statement of Geert Wilders at his Trial
Traduzioni di Angelita La Spada

https://it.gatestoneinstitute.org/9450/ ... e-processo

Quando ho deciso di rivolgermi a voi qui oggi, per fare una dichiarazione finale in questo processo contro la libertà di espressione, molte persone hanno tentato di dissuadermi dal farlo dicendomi che era un gesto inutile; che voi, la Corte, avete già scritto qualche tempo fa la sentenza di condanna; che tutto ciò indica che mi avete già condannato. E forse questo è vero. Tuttavia, io sono qui. Perché non mi arrendo mai. E ho un messaggio per voi e l'Olanda.

Da secoli, i Paesi Bassi sono un simbolo di libertà.

I Paesi Bassi sono sinonimo di libertà. E questo è anche vero, forse soprattutto per chi ha opinioni diverse dall'establishment e fa opposizione. E la nostra libertà più importante è la libertà di parola.

Noi olandesi diciamo tutto quello che ci sta a cuore. È questo che rende grande il nostro paese. La libertà di parola è il nostro orgoglio.

Ed è proprio questa che è a rischio qui, oggi.

Mi rifiuto di credere che stiamo rinunciando a questa libertà. Perché noi siamo olandesi. È per questo che non abbiamo peli sulla lingua. E anch'io non uso mezzi termini. E ne sono orgoglioso. Nessuno riuscirà a farmi tacere.

Inoltre, Signori della Corte, per quanto mi riguarda, la libertà di parola è la sola libertà di cui ancora dispongo. Lo rammento ogni giorno. Stamattina, ad esempio, mi sono svegliato in un luogo sicuro. Mi hanno fatto salire a bordo di un'auto blindata e sono stato condotto sotto scorta in questa aula di massima sicurezza, a Schiphol. La scorta, le luci blu lampeggianti, le sirene. Giorno dopo giorno. È un inferno. Ma sono profondamente grato per questo.

Visto che mi proteggono, mi tengono letteralmente in vita, mi garantiscono l'ultimo brandello di libertà che mi resta: la mia libertà di parola. La libertà di andare in qualche posto a parlare dei miei ideali, delle mie idee volte a rendere l'Olanda – la nostra nazione – un paese più forte e più sicuro. Dopo dodici anni trascorsi in assenza di libertà, dopo aver vissuto per motivi di sicurezza, insieme a mia moglie, in caserme, carceri e rifugi, so cosa vuol dire essere privati della libertà.

Signori della Corte, spero sinceramente che non dobbiate mai affrontare tutto questo. Che voi a differenza di me, non dobbiate mai essere protetti a causa di organizzazioni terroristiche islamiche, come al-Qaeda, i talebani e l'Isis e per chissà quanti musulmani vogliono uccidervi. Non poter più svuotare la cassetta delle lettere, dover indossare un giubbotto antiproiettile nel corso di riunioni e avere poliziotti di guardia alla porta ogni volta che andate in bagno. Spero che tutto questo vi sia risparmiato.

Tuttavia, se vi dovesse succedere – non importa quanto condividiate le mie idee – forse riuscireste a capire che non posso rimanere in silenzio. Che non devo tacere. Che devo parlare. Non solo per me stesso, ma per gli olandesi, per il nostro paese. Che devo usare l'unica libertà di cui ancora dispongo per proteggere il nostro paese dall'Islam e dal terrorismo. Dall'immigrazione proveniente dai paesi islamici. Dall'enorme problema dei marocchini nei Paesi Bassi. Non posso restare in silenzio a riguardo. Devo parlarne. È un mio dovere, devo contrastare il fenomeno, devo mettere in guardia da esso e proporre soluzioni.

Ho dovuto rinunciare alla mia libertà, ma andrò avanti. Sempre. Le persone che vogliono fermarmi dovranno prima uccidermi.

E così, mi trovo qui davanti a voi. Da solo. Ma non sono solo. La mia voce è la voce di molti. Nel 2012, quasi un milione di olandesi hanno votato per me. E il 15 marzo saranno molti di più.

Secondo l'ultimo sondaggio, ben presto avremo due milioni di elettori. Signori della Corte, voi conoscete queste persone. Le incontrate ogni giorno. Addirittura, un cittadino olandese su cinque voterebbe oggi il Partito della Libertà (PVV). Forse il vostro autista, il vostro giardiniere, il vostro medico o la vostra collaboratrice domestica, la fidanzata del cancelliere, il vostro fitoterapista, l'infermiera della casa di riposo dei vostri genitori o il panettiere del vostro quartiere. Sono persone normali, comuni cittadini olandesi. Persone di cui sono orgoglioso.

Mi hanno eletto per parlare a nome loro. Sono il loro portavoce. Dico ciò che pensano. Parlo per conto loro. E lo faccio con determinazione e passione. Ogni giorno, anche qui, oggi.

E allora non dimenticatelo! Quando mi giudicherete, non emetterete un giudizio su un solo uomo, ma su milioni di uomini e donne olandesi. Giudicherete milioni di persone. Persone che sono d'accordo con me. Persone che non accetteranno la mia condanna. Persone che rivogliono indietro il loro paese, che sono stanche di non essere ascoltate, che hanno a cuore la libertà di espressione.

Signori della Corte, emetterete un verdetto sul futuro dei Paesi Bassi. E io vi dico: se mi condannate, condannerete metà dei Paesi Bassi. E molti olandesi perderanno l'ultimo briciolo di fiducia che resta loro nello Stato di diritto.

Geert Wilders, in aula, il 23 novembre 2016. (Fonte dell'immagine: NPO Nieuws video screenshot)

Naturalmente, non avrei dovuto subire questo processo assurdo. Perché si tratta di un processo politico. È un processo politico perché riguarda questioni politiche che devono essere dibattute in parlamento e non qui. È un processo politico perché altri uomini politici – soprattutto membri dei partiti di governo – hanno parlato dei marocchini ma non sono stati perseguiti penalmente. È un processo politico perché la Corte viene usata indebitamente per regolamentare dei conti di tipo politico con un leader dell'opposizione che non si può sconfiggere in parlamento.

Signor Presidente, questo processo che si sta celebrando qui è ripugnante. Sarebbe appropriato in Turchia o Iran, dove si trascina in tribunale anche l'opposizione. Si tratta di una farsa, una vergogna per l'Olanda, una presa in giro del nostro Stato di diritto.

Ed è anche un processo iniquo perché, in precedenza, una di voi – la signora van Rens – ha commentato negativamente la politica del mio partito e l'assoluzione di cui ho beneficiato nel precedente processo. E ora, lei sta per giudicarmi.

Che cosa ho mai fatto per meritare questa farsa? Ho detto "meno marocchini" e ho posto delle domande ai membri del PVV durante un comizio elettorale. E l'ho fatto, Signori della Corte, perché in questo paese abbiamo un enorme problema con i marocchini. E quasi nessuno osa parlarne e adottare misure severe. Solo il mio partito parla da anni di questo problema.

Basta guardare a quanto accaduto nelle ultime settimane: marocchini in cerca di fortuna che rubano e rapinano a Groningen, abusano del nostro sistema di asilo e giovani marocchini che terrorizzano interi quartieri a Maassluis, Ede e Almere. E posso fare decine di migliaia di altri esempi – quasi tutti in Olanda li conoscono o hanno subito disagi e fastidi da criminali marocchini. Se non ne siete informati, allora vivete in una torre d'avorio.

Io vi dico: se non possiamo più risolvere onestamente i problemi in Olanda; se non possiamo più usare la parola "straniero"; se noi, olandesi, siamo all'improvviso razzisti perché non vogliamo che Zwarte Piet (Gambadilegno) rimanga nero; se restiamo impuniti ed evitiamo di essere trascinati davanti a una corte penale all'unica condizione di lasciare entrare più marocchini; se vendiamo la nostra libertà di espressione duramente conquistata; se usiamo i tribunali per mettere a tacere un esponente dell'opposizione che minaccia di diventare primo ministro, allora, questo bel paese sarà condannato. Questo è inaccettabile perché siamo olandesi e questo è il nostro paese.

E ancora una volta, cosa mai ho fatto di sbagliato? Come può essere giustificato il fatto che devo stare qui da indiziato, come se avessi rapinato una banca o commesso un omicidio?

Ho solamente parlato di marocchini in un mercato e ho posto una domanda durante un comizio. E chiunque abbia una pallida idea di che cosa sia la politica, sa che nelle riunioni dell'election night di ogni partito vengono pronunciati discorsi politici pieni di slogan, battute argute e in cui si sfruttano al massimo le regole della retorica. Questo è il nostro lavoro. È così che funziona la politica.

Le notte elettorali sono notti elettorali, con la retorica e i discorsi politici; non sono conferenze universitarie, dove ogni paragrafo è esaminato per 15 minuti da sei punti di vista differenti. È semplicemente assurdo che il pubblico ministero ora utilizzi questo contro di me, come se si accusasse un giocatore di football di segnare una tripletta.

In effetti, io ho detto al mercato di Loosduinen, bel quartiere dell'Aja:"Se possibile, meno marocchini". Ho fatto questa dichiarazione qualche minuto dopo che una signora marocchina è venuta da me e mi ha confessato che avrebbe votato il PVV perché era stanca dei disagi causati dai giovani marocchini.

E la notte delle elezioni, ho iniziato a chiedere ai sostenitori del Partito della Libertà: "Volete o no l'Unione Europea?" e non ho spiegato in dettaglio perché la risposta sarebbe dovuta essere "no". "No", perché abbiamo bisogno di ritrovare la nostra sovranità e riprendere il controllo del nostro denaro, delle nostre leggi e dei nostri confini. Ma non l'ho spiegato.

Poi ho chiesto agli astanti: "Volete o no il Partito Laburista?" E anche lì non ho spiegato in dettaglio per quale motivo la risposta sarebbe dovuta essere "no". "No", soprattutto perché sono i più grandi relativisti culturali, volutamente ciechi e in Parlamento per vigliaccheria restano fedeli all'Islam. E questo non l'ho detto.

E poi ho chiesto: "Volete più o meno marocchini" e ancora una volta non ho spiegato in dettaglio perché la risposta sarebbe dovuta essere "meno". "Meno", perché le persone di nazionalità marocchina sono sovra-rappresentate nelle statistiche sulla criminalità nei Paesi Bassi, tra i beneficiari di assistenza sociale e nell'attività terroristica. Non ho spiegato che noi vogliamo ridurre il numero dei marocchini procedendo all'espulsione dei criminali di nazionalità marocchina dopo averli privati della cittadinanza olandese, attraverso una più rigorosa politica in materia di immigrazione e una spontanea politica di rimpatrio. Questo sono le proposte del nostro programma elettorale dal giorno in cui ho fondato il Partito della Libertà.

Ho spiegato questo in diverse interviste alla televisione nazionale, rilasciate nel lasso di tempo che è intercorso tra la dichiarazione fatta al mercato [di Loosduinen] e la notte delle elezioni, come pure la notte elettorale, pochi istanti dopo che ho posto le domande agli astanti. È estremamente dannoso e infondato da parte del pubblico ministero voler ignorare questo contesto.

Sono disgustose – non ci sono altre parole per dirlo – le azioni di altri uomini politici, compreso l'uomo che per qualche mese può ancora farsi chiamare primo ministro. Dopo quella notte elettorale, le loro azioni, e soprattutto il suo operato, hanno costituito una vera e propria persecuzione, una caccia alle streghe. Il governo ha creato il clima che ha portato al processo.

Il premier Rutte ha anche detto ai bambini durante i programmi di informazione rivolti ai giovani che io volevo espellerli, rassicurandoli che questo non sarebbe accaduto. Come se io avessi detto qualcosa del genere. È pressoché impossibile comportarsi in modo più vile e più falso.

Ma anche l'allora ministro della Sicurezza e della Giustizia – che, è opportuno ricordare, è il capo politico del pubblico ministero – definì le mie parole disgustose e pretese perfino che le ritrattassi. Non occorre essere Einstein per capire che se non si osservano le richieste del ministro della Giustizia, dopo interverrà la procura.

Il ministro dell'Interno e il vicepremier, entrambi membri del Partito Laburista, si sono espressi in modo simile. In breve, il governo non ha lasciato al pubblico ministero altra scelta se non quella di perseguirmi penalmente. Pertanto, in questo processo, i magistrati non sono i rappresentanti di una procura indipendente, ma i complici di questo governo.

Signor Presidente, l'élite ha anche favorito le denunce presentate contro di me. Con i moduli di dichiarazione prestampati, che sono stati distribuiti in moschea dalla polizia. Va notato che in questi formulari la polizia ha talvolta scritto che anche in base alle denunce le mie dichiarazioni erano inammissibili.

In base a un campione di queste denunce, ci risulta che alcune di esse erano frutto di pura menzogna, intimidazioni e influenza. Le persone pensavano di esprimere un voto; non conoscevano il mio nome e non si sono rese conto di ciò che stavano firmando oppure hanno dichiarato di non essersi sentite affatto discriminate da me.

Qualcuno ha detto che, nella moschea As Soenah, solo dopo le preghiere del venerdì erano state presentate 1.200 denunce perché si pensava che si trattasse di un'elezione. Sono stati organizzati cortei con in testa i sindaci e gli assessori comunali, come a Nijmegen, dove il sindaco democratico cristiano Bruls alla fine è riuscito a mostrare tutto il suo odio profondo verso il PVV. La polizia ha dovuto fare gli straordinari; sono stati offerti tè e caffè, c'erano marocchini che ballavano e cantavano accompagnati da una vera fanfara davanti a una stazione di polizia. È stata fatta una grande festa.

Intanto, due sondaggi rappresentativi, uno commissionato dal PVV, l'altro dal quotidiano De Volkskrant, hanno mostrato che, a parte il governo e le testate elitarie, il 43 per cento degli olandesi, che sono 7 milioni di persone, è d'accordo con me. Vogliono meno marocchini. Ci sarà molto da fare se il pubblico ministero decide di processare questi 7 milioni di persone.

La gente non capirà mai che altri politici – soprattutto quelli che appartengono ai partiti di governo – e i funzionari che hanno parlato dei marocchini, dei turchi e anche dei membri del PVV vengono lasciati in pace e non sono perseguiti dal pubblico ministero.

Come il leader laburista Samsom, che ha detto che i giovani marocchini hanno il monopolio dei disagi etnici.

Oppure Spekman, presidente del Partito Laburista, che ha detto che i marocchini dovrebbero essere umiliati.

O l'assessore laburista Oudkerk, che ha parlato di fottuti marocchini.

O il premier Rutte, che ha detto che i turchi dovrebbero andare via.

E che pensare del capo della polizia Joop van Riessen, che parlando di me in televisione ha detto – cito letteralmente: "Fondamentalmente, uno sarebbe tentato di dire: uccidiamolo, sbarazziamoci di lui ora e che non riappaia mai più in pubblico!"

E riferendosi agli elettori del PVV, van Riessen ha dichiarato: "Questa gente deve essere espulsa, il loro posto non è più qui". Fine della citazione. Il capo della polizia ha asserito che il desiderio di uccidere Wilders è una reazione normale. Questo è odio, Signor Presidente, odio puro, e non da parte nostra, ma contro di noi. E il pubblico ministero non ha perseguito il signor Van Riessen.

Però persegue me. E chiede una condanna basata su motivazioni assurde che riguardano la razza e su dei concetti non indicati dalla legge. Mi accusa e mi sospetta di aver offeso un gruppo di persone e di incitare all'odio e alla discriminazione razziale. Fin dove può arrivare la follia? La razza. Quale razza?

Ho parlato e ho posto una domanda sui marocchini. I marocchini non sono una razza. Chi può affermare una cosa del genere? Nessuno in questo paese dice che i marocchini sono diventati improvvisamente una razza. È semplicemente assurdo. Una nazionalità non è una razza. I belgi non sono una razza. Gli americani non sono una razza. Io dico al pubblico ministero: basta con queste stupidaggini! Io non sono un razzista e nemmeno i miei elettori lo sono. Come osate affermare questo? Come osate calunniare milioni di persone definendole razziste?

Il 43 per cento degli olandesi vuole meno marocchini, come ho già detto. Non sono razzisti. Smettetela di offendere le persone. Ogni giorno, hanno grossi problemi con i marocchini presenti nel nostro paese. Esse hanno diritto a un politico che non ha paura di parlare del problema dei marocchini. Ma a nessuno di loro né al sottoscritto importa se qualcuno è nero, giallo, rosso, verde o viola.

Io vi dico: se condannerete per razzismo qualcuno che non ha niente contro le razze, allora minerete lo Stato di diritto, che poi subirà un collasso. Nessuno in questo paese lo capirà.

E ora il pubblico ministero usa il concetto vago di "intolleranza". Un'altra idiozia. Ma intolleranza è un termine soggettivo che non è affatto menzionato nella legge. Per l'amor del cielo, che cos'è l'intolleranza? È questo che dovete decidere, Signori della Corte?

Non spetta a voi decidere. Né a voi né alla Corte Suprema e nemmeno alla Corte europea. È la legge che deve stabilire ciò che è punibile. Noi, i rappresentanti, siamo eletti dal popolo per stabilire chiaramente e in maniera visibile per tutti ciò che è punibile e ciò che non lo è.

Non spetta alla Corte. Non dovreste farlo e di certo non sulla base di questi concetti soggettivi, che ognuno concepisce e comprende in maniera differente e che possono facilmente essere manipolati dall'élite per vietare le opinioni sgradite dell'opposizione. Non fatelo, vi dico.

Signor Presidente, Signori della Corte,

I nostri antenati hanno combattuto per la libertà e la democrazia. Hanno sofferto, molti hanno sacrificato la loro vita. Dobbiamo la libertà e lo Stato di diritto a questi eroi. Ma la libertà più importante, la pietra miliare della nostra democrazia, è la libertà di espressione. La libertà di pensare ciò che si vuole e dire ciò che si pensa.

Se perdiamo questa libertà, perdiamo tutto. I Paesi Bassi smetteranno di esistere; e gli sforzi di tutti coloro che hanno sofferto e si sono battuti per noi saranno stati vani. Dai combattenti della libertà per la nostra indipendenza del secolo d'oro agli eroi della resistenza durante la Seconda guerra mondiale. Io vi chiedo: ponetevi nella loro tradizione. Appoggiate la libertà di espressione.

Chiedendo una condanna, il pubblico ministero, come complice dell'ordine stabilito, come una marionetta del governo, invita a fare tacere un politico dell'opposizione. E di conseguenza, si ridurrebbero al silenzio milioni di olandesi. E allora io vi dico: i problemi con i marocchini non saranno risolti in questo modo e non potranno che aumentare.

Per la gente che presto sarà ridotta al silenzio e parlerà meno per paura di essere definita razzista e poi processata per questo. Se sarà condannato, chiunque parli dei marocchini avrà il timore di essere considerato razzista.

Signor Presidente, Signori della Corte, concludo.

Sta emergendo un movimento mondiale che pone fine alle dottrine politicamente corrette delle élites e dei media che sono subordinati a loro.

Questo è stato dimostrato dalla Brexit.
Questo è stato dimostrato dalle elezioni americane.
Questo sta per essere dimostrato in Austria e in Italia.
Questo sarà dimostrato l'anno prossimo in Francia, Germania e nei Paesi Bassi.

Il corso delle cose è in procinto di prendere una direzione diversa. I cittadini non sono più disposti a tollerare.

La battaglia dell'élite contro il popolo sarà vinta dal popolo. Anche qui non sarete in grado di fermare il movimento e rischiate di accelerarlo. Noi vinceremo, gli olandesi vinceranno e verrà sicuramente ricordato chi è stato dalla parte giusta della storia.

Il buonsenso prevarrà sull'arroganza politicamente corretta. Perché dappertutto in Occidente assistiamo allo stesso fenomeno.

La voce della libertà non può essere imprigionata, risuona come una campana. Ovunque, sempre più persone dicono ciò che pensano. Non vogliono perdere il loro paese, non vogliono perdere la loro libertà.

Pretendono di essere prese sul serio dai politici, di essere ascoltate, che essi parlino a loro nome. Si tratta di una vera rivolta democratica. Il vento del cambiamento e del rinnovamento soffia ovunque. Anche qui nei Paese Bassi.

Come ho detto:

Io sono qui a nome di milioni di cittadini olandesi.
Non parlo solo a nome mio.
La mia voce è la voce di molti.

Pertanto, ve lo chiedo, non solamente a nome mio, ma a nome di tutti i cittadini olandesi:

Assolvetemi! Assolveteci!

Geert Wilders è un parlamentare olandese e leader del Partito della Libertà (PVV).


"Volete i marocchini in città?". Condannato l'anti-Ue Geert Wilders
Il tribunale di Schipol ha condannato il leader dell'estrema destra olandese, Wilders, per una frase contro i marocchini pronunciata nel 2014 all'Aja. La condanna arriva a tre mesi dalle elezioni in Olanda, dove il partito di Wilders è in testa nei sondaggi
Alessandra Benignetti - Ven, 09/12/2016
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ola ... 40685.html

“Incitamento alla discriminazione”. È questo il reato per cui oggi il tribunale di Schipol, ha condannato il leader dell’estrema destra olandese, Geert Wilders.

Il processo al presidente del Partito per la Libertà (Pvv), era iniziato lo scorso 29 ottobre. Al centro del dibattimento, un'affermazione pronunciata da Wilders durante un comizio tenuto a L’Aja, nel 2014, durante il quale il leader del Partito per la Libertà chiese ai cittadini presenti se volessero “meno marocchini in Olanda”. “Di meno!”, avevano risposto i sostenitori di Wilders al comizio. “Ce ne occuperemo”, era stata, quindi, la risposta del leader dell’estrema destra olandese. Per questo dialogo fra Wilders e i suoi sostenitori, i membri della comunità musulmana del Paese hanno presentato oltre 6mila denunce, che hanno fatto partire il processo, giudicato dallo stesso Wilders come “una farsa”. Il leader del Pvv è stato assolto per insufficienza di prove dall’accusa più grave di istigazione all’odio razziale. Il tribunale, inoltre, non ha imposto alcuna pena.

Ma le conseguenze del processo saranno soprattutto politiche, visto che la sentenza arriva a tre mesi di distanza dal voto olandese del prossimo 15 marzo. "Tre giudici che odiano il Partito per la libertà dichiarano che i marocchini sono una razza e condannano me e metà dell'Olanda. Follia", ha scritto, infatti, su Twitter, il capo del partito di estrema destra anti-Islam, che ha annunciato che farà ricorso contro la decisione dei giudici. Alle prossime elezioni proprio il partito di Wilders, infatti, è favorito nei sondaggi. Euroscettico, anti-Islam e anti-migranti il Partito della Libertà (Pvv), che attualmente controlla 12 dei 150 seggi del Parlamento olandese, oggi è il partito più votato d’Olanda, con il 20% delle preferenze, che potrebbero permettergli di ottenere, il prossimo 15 marzo, ben 35 seggi in Parlamento.

Il leader dell’estrema destra olandese era già stato processato, nel 2011, per il suo documentario anti-Islam, “Fitna”, realizzato con l’intento di denunciare il fondamentalismo islamico, giudicato “islamofobo”. In quell’occasione però Wilders fu assolto perché i giudici olandesi stabilirono che non si trattava di “istigazione all’odio razziale”, poiché il documentario non era rivolto contro i musulmani, “ma contro alcuni principi dell’islam”.


La reazione di Geert Wilders alla sua condanna
di Geert Wilders
9 dicembre 2016
Pezzo in lingua originale inglese: Reaction of Geert Wilders to His Conviction
Traduzioni di Angelita La Spada

https://it.gatestoneinstitute.org/9536/ ... s-condanna

Cari amici, non riesco ancora a crederci, ma sono appena stato condannato. Perché ho posto una domanda sui marocchini. Mentre l'altro ieri decine di richiedenti asilo marocchini hanno seminato il terrore sugli autobus, a Emmen, e non hanno nemmeno dovuto pagare una multa, un uomo politico che pone una domanda relativa alla presenza di un minor numero di marocchini viene condannato.

L'Olanda è diventata un paese malato. E io ho un messaggio per i giudici che mi hanno condannato: avete ristretto la libertà di espressione di milioni di olandesi e quindi avete condannato tutti. Nessuno si fida più di voi. Ma per fortuna, la verità e la libertà sono più forti di voi. E lo sono anch'io.

Non starò mai in silenzio. Non sarete in grado di fermarvi. E inoltre vi sbagliate. I marocchini non sono una razza e le persone che criticano i marocchini non sono razziste. Io non sono razzista, né lo sono i miei elettori. La sentenza dimostra che voi giudici siete totalmente disconnessi dalla realtà.

E ho anche un messaggio per il premier Rutte e il resto dell'élite multiculturale: non riuscirete a farmi tacere e a sconfiggere il PVV. Il sostegno al Partito della Libertà è più forte che mai e continua a crescere ogni giorno di più. Gli olandesi vogliono riavere indietro il loro paese e hanno a cuore la libertà di espressione. Non sarà possibile rimettere il genio del cambiamento positivo nella lampada.

E alla persone a casa dico: la libertà di espressione è il nostro orgoglio. E continuerà a esserlo. Da secoli, noi olandesi diciamo la pura verità. La libertà di parola è il nostro bene più importante. Non permetteremo mai che ce la portino via. Perché la fiamma della libertà arde in noi e non può essere spenta.

Milioni di olandesi sono stanchi della correttezza politica. Stanchi dell'élite che si preoccupa solo di se stessa e ignora il comune cittadino olandese. E vende il nostro paese. La gente non si sente più rappresentata da tutti questi politici, giudici e giornalisti disconnessi, che danneggiano la nostra popolazione da così tanto tempo e rendono il nostro paese più debole anziché più forte.

Ma io continuerò a lottare per voi e dico a tutti: grazie infinite. Vi ringrazio di cuore per tutto il vostro sostegno. È davvero vastissimo e ve ne sono sinceramente grato. Grazie per il vostro massiccio e sincero appoggio, so che non sono solo. So che mi sostenete e siete dalla mia parte e vi battete strenuamente per la libertà di espressione.

Oggi, sono stato condannato in un processo politico, che, poco prima delle elezioni, tenta di neutralizzare il leader del più grande e popolare partito di opposizione. Ma non ci riusciranno. Nemmeno con questo verdetto. Perché parlo a nome di milioni di olandesi. E i Paesi Bassi hanno diritto ad avere politici che dicano la verità e affrontino sul serio i problemi dei marocchini. Politici che non si lasceranno zittire. Nemmeno dai giudici. Potete starne certi: io non starò mai in silenzio

Questa condanna mi rende solo più forte. Ovviamente, questa è una sentenza vergognosa e io ricorrerò in appello. Ma posso dirvi che sono più determinato che mai. Ne sono certo: insieme raggiungeremo la vittoria.
Fianco a fianco, siamo abbastanza forti da cambiare l'Olanda.
Da permettere ai nostri figli di crescere in un paese di cui possano essere orgogliosi.
In un'Olanda dove ci viene consentito di dire nuovamente quello che pensiamo.
Dove tutti possono tornare a passeggiare tranquillamente per le strade.
Dove siamo di nuovo responsabili del nostro paese.
E questo è ciò per cui ci battiamo. Per la libertà e per la nostra bella Olanda.

Geert Wilders è un parlamentare olandese e leader del Partito della Libertà (PVV).
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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