Rasixmo,rasisti contro łi ebrei e Ixraele i crimini de l'ONU

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Messaggioda Berto » sab gen 28, 2017 9:17 am

???

Manifesti negazionisti a Milano nel Giorno della Memoria
27 gennaio 2017 Riccardo Ghezzi

http://www.linformale.eu/manifesti-nega ... la-memoria

A pochi giorni dalla vergognosa deturpazione delle pietre d’inciampo di Milano, i vandali hanno colpito ancora. Sempre a Milano, i seguaci del Nsab-Mlsn, il cosiddetto “Movimento nazionalsocialista dei lavoratori”, hanno rivendicato l’affissione di manifesti antisemiti e offensivi studiati appositamente per celebrare a modo loro la Giornata della Memoria.
Si tratta di fogli che sono stati appesi in alcune pensiline di Milano, da Pagano a piazza Piemonte. Nel primo volantino è raffigurato un Pinocchio che, secondo i militanti neofascisti, dovrebbe “rappresentare le bugie degli israeliani (o degli ebrei in senso lato) che sono così descritte: “Siamo sempre stati perseguitati senza dare fastidio a nessuno; diventavamo bottoni e saponette; i sei milioni di morti sono ufficialmente documentati, da testimoni oculari, tra caciotte e culatelli, in libri in vendita negli autogrill”.
Un elenco puerile e pseudosatirico che, nelle intenzioni dei neofascisti, avrebbe la pretesa di negare quelle che secondo i promotori dei volantini antisemiti sarebbero le falsità storiche rivendicate dagli ebrei.

Infine, la chiosa: “Credi ancora a quello che dice Pinocchio? Perché tutta questa paura degli studi revisionisti se non c’è nulla da nascondere?”.
Pinocchio, anche in questo caso, rappresenterebbe Israele, che i promotori del volantino identificano in ogni caso con gli ebrei di tutto il mondo, i quali addirittura avrebbero inventato “la menzogna dell’olocausto”.
In un altro volantino sono state elencate le cifre di tutti i morti dei conflitti mondiali “perpetrati da americani, russi, turchi, giapponesi” che risulterebbero “assai superiori a quelli dell’Olocausto”, secondo la tipica retorica antisemita e negazionista di cui si fa ampio abuso ogni 27 gennaio.
Sono stati alcuni pendolari e residenti del quartiere a segnalare i volantini alla Digos.
Un episodio che fa il paio con quello delle pietre d’inciampo deturpate e vandalizzate con vernice nera nei giorni scorsi. Segnale non solo di ignoranza ma anche e soprattutto di un clima preoccupante.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Messaggioda Berto » sab gen 28, 2017 11:02 am

Il virus mutante
L’attacco alla legittimità di Israele come stato del popolo ebraico è la manifestazione moderna dell’odio pregiudiziale anti-ebraico, cioè dell’antisemitismo
Di Arsen Ostrovsky
(Da: Israel HaYom, 26.1.17)

http://www.israele.net/il-virus-mutante

Oggi, venerdì 27 gennaio, è la Giornata Internazionale della Memoria, che cade nel giorno in cui il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau venne liberato. E’ anche interessante notare che la scorsa settimana ricorreva il 75esimo anniversario della famigerata conferenza di Wannsee, in Germania, dove i nazisti si riunirono per pianificare la “soluzione finale”.

Incredibilmente, solo un paio di settimane fa un tribunale tedesco ha stabilito che l’attacco con bombe molotov a una sinagoga appena fuori Dusseldorf non costituisce un atto di antisemitismo, ma una forma di legittima protesta politica contro Israele. La stessa sinagoga era già stata attaccata durante la “Notte dei Cristalli” del 1938.

Questa è la triste e pericolosa realtà che si trovano di fronte oggi le comunità ebraiche in Europa, molte delle quali sono costrette a vivere nell’ombra con la paura costante dell’antisemitismo. Questa settimana, il Ministero israeliano per gli affari della diaspora ha pubblicato un nuovo rapporto che documenta l’allarmante aumento globale dei casi di antisemitismo, in particolare in Germania, dove il numero di incidenti antisemiti è raddoppiato durante lo scorso anno, e nel Regno Unito, che ha visto un aumento del 62%. In realtà sappiamo tutti molto bene che la situazione volge al peggio. Nessuno ha bisogno di un ulteriore rapporto che lo dimostri più di quanto si abbia bisogno di un nuovo rapporto che dimostri che il fumo fa male alla salute.

Ciò che occorre, semmai, è intervenire: interventi reali, tangibili, concreti per combattere questo odio antico e immarcescibile che prende di mira il popolo ebraico e per estensione, oggi, lo stato ebraico. Lo stimato rabbino lord Jonathan Sacks, in un discorso lo scorso settembre al parlamento europeo ha definito l’antisemitismo “un virus mutante”. “Nel Medioevo – ha spiegato – gli ebrei erano odiati a causa della religione. Nei secoli XIX e XX furono odiati per la razza. Oggi sono odiati a causa del loro stato nazionale, lo stato di Israele”.

Siccome i concetti vengono troppo spesso e troppo facilmente intorbidati, è importante chiarire bene e ripetere più volte, fino a quando il punto non viene capito, che l’attacco alla legittimità di Israele come stato nazionale del popolo ebraico, che comprende il ricorso a false accuse e distorsioni malevole della verità mascherate da legittima critica del sionismo e di Israele, costituisce la manifestazione odierna dell’odio pregiudiziale anti-ebraico, cioè dell’antisemitismo.

A questo proposito, è stato molto positivo che il mese scorso il Regno Unito, diventato un focolaio di antisemitismo in particolare nelle università e nel discorso politico, abbia formalmente adottato per primo la definizione operativa di antisemitismo della Holocaust Remembrance Alliance: un fatto importante, perché questa definizione è molto esplicita nel ribadire che gli attacchi alla legittimità di Israele e al sionismo, e l’applicazione di una doppia morale a danno di Israele, costituiscono una forma di antisemitismo. Sarebbe bene che altri paesi seguissero l’esempio del Regno Unito nell’adottare questa definizione, mandando il segnale chiaro e inequivocabile che non sarà tollerato né l’odio contro il popolo ebraico, né l’odio contro lo stato ebraico.

Senza questa corretta definizione di antisemitismo, che purtroppo manca sia al livello istituzionale dell’Unione Europea che in molti singoli paesi europei, come possono gli stati anche solo cominciare ad affrontare questo odio che non riescono nemmeno a definire adeguatamente?

I paesi europei dovrebbero riconoscere che il movimento BDS che propugna il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele, costituisce una incarnazione di questo moderno antisemitismo, e seguire dovrebbero l’esempio della Francia che ha adottato una normativa che mette fuorilegge le campagne BDS in quanto discriminanti nei confronti di un gruppo di persone in base alla loro origine o appartenenza a un gruppo etnico, nazionale o religioso.

Oggi, i social network e il mondo on-line stanno rapidamente diventando il veicolo primario per amplificare e favorire questa forma di odio. Si stanno prendendo provvedimenti, ma può essere fatto di più, molto di più, in fatto di controlli più rigorosi e più rapida rimozione del materiale che diffonde odio e calunnie, con una maggiore cooperazione tra le imprese on-line, i provider, le autorità statali e le comunità ebraiche.

Alla fine della Shoà, il capitolo più buio della storia europea, la comunità internazionale e il popolo ebraico dissero coralmente “mai più”. Eppure oggi, settantadue anni dopo, siamo qui di nuovo a dover ripetere: mai più. Per qualcuno questo può essere solo uno slogan vuoto. Non per noi: non per il popolo ebraico, non per lo stato di Israele. E non per quelli che hanno una chiara bussola morale, e un senso di urgenza.
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Messaggioda Berto » lun feb 06, 2017 12:57 pm

“Odio gli ebrei, devo ucciderli”
La follia di un giovane arabo-israeliano (terrorista razzista)
31 gennaio 2017

http://www.italiaisraeletoday.it/odio-g ... israeliano

Tre attacchi con armi da fuoco, che hanno avuto luogo a Haifa lo scorso 3 gennaio, furono perpetrati da un singolo arabo-israeliano animato da “odio anti-ebraico”. Lo ha confermato lunedì la polizia israeliana. Negli attacchi venne ucciso Guy Kafri, 47 anni, autista di scuola-bus originario del quartiere Nesher di Haifa, e rimase gravemente ferito Yehiel Iluz, 48 anni, giudice di una corte rabbinica della stessa città.

Formalmente incriminato per gli attentati è Muhammad Shinawi, 21 anni, residente del quartiere Halisa di Haifa. Secondo l’accusa, negli ultimi anni Shinawi si è sempre più estremizzato, giungendo a pensare agli ebrei come “infedeli che devono essere uccisi”. Inizialmente gli investigatori avevano pensato a un movente criminale e a vittime colpite per errore per un errore di persona. Successivamente dalle indagini è emersa chiaramente la matrice razzista e terroristica. Rinviati a giudizio per complicità altri due cittadini arabi che hanno aiutato il terrorista nei suoi tentativi i sottrarsi alla cattura e commettere ulteriori attentati.

Tre attacchi con armi da fuoco, che hanno avuto luogo a Haifa lo scorso 3 gennaio, furono perpetrati da un singolo arabo-israeliano animato da “odio anti-ebraico”. Lo ha confermato lunedì la polizia israeliana. Negli attacchi venne ucciso Guy Kafri, 47 anni, autista di scuola-bus originario del quartiere Nesher di Haifa, e rimase gravemente ferito Yehiel Iluz, 48 anni, giudice di una corte rabbinica della stessa città.

Formalmente incriminato per gli attentati è Muhammad Shinawi, 21 anni, residente del quartiere Halisa di Haifa. Secondo l’accusa, negli ultimi anni Shinawi si è sempre più estremizzato, giungendo a pensare agli ebrei come “infedeli che devono essere uccisi”. Inizialmente gli investigatori avevano pensato a un movente criminale e a vittime colpite per errore per un errore di persona. Successivamente dalle indagini è emersa chiaramente la matrice razzista e terroristica. Rinviati a giudizio per complicità altri due cittadini arabi che hanno aiutato il terrorista nei suoi tentativi i sottrarsi alla cattura e commettere ulteriori attentati.
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Messaggioda Berto » lun feb 06, 2017 1:17 pm

L'eredità di Obama il premio nobel per la pace

IRAN: SE GLI USA COMMETTONO ERRORI LANCEREMO MISSILI SU TEL AVIV
Di Sarah G. Frankl

https://www.facebook.com/noicheamiamois ... 9634078588


Sale decisamente il tono della sfida tra Iran e Stati Uniti e si passa alle dirette minacce militari sia agli stessi Stati Uniti che a Israele (che chiaramente non può mancare nel vocabolario degli Ayatollah).

A lanciare minacce concrete non è uno qualsiasi ma uno dei maggiori rappresentanti del regime iraniano, Mojtaba Zonour, membro anziano della Commissione per la politica estera e la sicurezza nazionale del Parlamento iraniano. Anche per farlo non sceglie una agenzia qualsiasi ma l’Agenzia FARS, cioè una delle agenzie di stampa iraniane più seguite all’estero.

Parte dal lontano Mojtaba Zonour per minacciare Israele, cioè dalla Quinta Flotta americana di stanza nel Golfo che, secondo l’esponete iraniano, è a tiro dei missili iraniani. «La Quinta Flotta dell’esercito americano è in parte di stanza in Bahrain e in parte nell’oceano Indiano, tutti punti entro il range dei nostri missili» ha detto Zonour alla FARS. «Se gli Stati Uniti fanno un errore raderemo al suolo le loro basi» ha poi aggiunto.
Ma la minaccia più seria arriva contro Israele. Dopo aver sottolineato che l’esercito iraniano è stato preparato per affrontare qualsiasi sfida lancia la minaccia contro lo Stato Ebraico. «Se il nemico spara un missile contro l’Iran il Paese reagirà sparando un missile direttamente su Tel Aviv» ha detto Zonour aggiungendo che «a un missile iraniano ci vogliono solo sette minuti per raggiungere Tel Aviv».

Sempre la FARS riporta altre minacce di altro livello in particolare quelle lanciate dal Generale Amir Ali Hajizadeh, comandante della sezione aerospaziale delle Guardie della Rivoluzione iraniana il quale a margine delle manovre militari appena compiute dai pasdaran iraniani ha confermato che «se il nemico commette errori i ruggenti missili iraniani colpiranno i loro obiettivi» con un chiaro riferimento a Israele.

Ora, come sempre le minacce iraniane a Israele vengono fatte passare in secondo piano dai media occidentali e soprattutto vengono sistematicamente ignorate dalla politica occidentale anche quando, come in questo caso, a formularle sono personaggi di altissimo livello del regime iraniano. Nessuna parola di condanna da parte della Mogerini né da parte delle Nazioni Unite che semplicemente fanno finta di nulla. Evidentemente sono ancora convinti di poter ragionare con un regime islamo-nazista che ha fatto della violenza e della minaccia l’unica forma di politica estera.

Alberto Pento
Se ci provano vanno sterminati, mi offro volontario a difesa di Israele.
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Messaggioda Berto » mer feb 22, 2017 2:07 pm

Il Jihad contro Israele
Niram Ferretti
22/02/2017

http://www.linformale.eu/il-jihad-contro-israele

Di fronte ai 700 delegati riunti a Teheran il 21 febbraio per la sesta conferenza internazionale in sostegno dell’intifada, il supremo leader l’ayatollah Ali Khamenei ha nuovamente e chiaramente evidenziato il carattere jihadista dell’offensiva contro Israele.

“Il popolo palestinese non ha nessuna altra opzione se non quella di mantenere alte le fiamme della lotta confidando in Allah l’Eccelso e basandosi sulle loro innate capacità così come hanno fatto autenticamente fino ad oggi. Fin dall’inizio questo tumore canceroso (Israele, n.d.r.) è andato sviluppandosi in diverse fasi per trasformarsi nell’attuale disastro. La cura per questo tumore deve svilupparsi anche essa in fasi”.

Chi non tenesse conto della profonda componente jihadista della guerra musulmana contro Israele, di cui l’Iran rappresenta la maggiore minaccia a livello regionale, mancherebbe di comprendere un aspetto essenziale, determinante e irriducibile del conflitto che ha, oltre allo stato sciita, in Hezbollah e in Hamas le altre sue manifestazioni principali. Fatah gioca di sponda tra le due, essendo meno programmaticamente esplicito nel collocare il conflitto dentro una dimensione religiosa, senza tuttavia rinunciare ad attingere abbondantemente al suo repertorio di radicalismo.

Il vocabolario dell’estremismo contempla divisioni nette, radicali, irriducibili. Per i jihadisti sciiti e sunniti il nemico sionista è assoluto, cosmico, è l’incarnazione stessa del male.

“Il religioso più anziano di Hezbollah, lo Sceicco Husayan Fadlallah”, ha scritto Robert S. Wistrich, “durante gli anni ’90 ha continuamente sottolineato come Israele non fosse solo uno stato ebraico nel senso formale del termine ma l’espressione definitiva della personalità ‘ebraica’, corrotta, traditrice e aggressiva. Gli ebrei erano indubbiamente ‘i nemici dell’intero genere umano’“.

Gli ebrei. Non gli israeliani. Ed è agli ebrei e non agli israeliani che nel 2015, durante un discorso, il “moderato” Abu Mazen fece riferimento quando invocò il “sangue puro” arabo a difesa della Moschea di Al Aqsa che gli ebrei volevano profanare con i loro “piedi sporchi”.

Ma non è il negazionista Abu Mazen né sono i volonterosi continuatori dell’antisemitismo eliminazionista hitleriano di Hamas e di Hezbollah, i pericoli maggiori per Israele. E’ L’Iran ad esserlo. Il principale finanziatore ed esportatore del terrorismo islamico a livello mondiale, ben più organizzato, strutturato e economicamente rigoglioso (grazie all’amministrazione Obama) di quanto lo sia il califfato nero dell’IS.

E’ su queste pagine che Matthias Küntzel, uno dei maggiori studiosi di jihadismo a livello internazionale, ha sottolineato la natura del regime sciita:

“Fin dal 1979 l’Iran ha propagato una guerra religiosa globale contro il ‘mondo dell’arroganza’ il che significa una guerra contro coloro i quali sono sufficientemente ‘arroganti’ da farsi le proprie leggi invece di inchinarsi alla sharia di Allah. All’inizio degli anni Ottanta, l’Ayatollah Khomeini scoprì il culto del martirio e dei suicidi esplosivi come strumenti per la guerriglia islamica. Questa tecnica è unicamente basata sulla religione e la promessa del paradiso eterno per coloro che perpetrano omicidi di massa. ‘E’ necessario mantenere vivo il culto del martirio’, ha detto Alì Khamenei, il Supremo Leader dell’Iran nel marzo 2015 durante i negoziati sul nucleare. ‘Questo è uno dei principali bisogni del paese. La cultura del martirio è una cultura dell’autosacrificio per il bene di obiettivi a lungo termine’. Questi obiettivi sono, ovviamente, obiettivi religiosi. Khamenei è convinto di ottemperare a una missione religiosa. E’ il motivo per il quale la politica estera iraniana non è mai orientata allo status-quo ma è millenarista e rivoluzionaria, con la distruzione di Israele in cima alle sue priorità”.

Questa consapevolezza sulla natura della politica estera iraniana è da tempo fatta propria da Benjamin Netanyahu, ribadita recentemente in una intervista durante la sua visita negli Stati Uniti e al centro del suo discorso al Congresso americano nel marzo del 2015 nel tentativo di ostacolare l’accordo sul nucleare con l’Iran fortissimamente voluto da Obama.

La salvaguardia dell’identità palestinese ha sottolineato Khamanei nel suo discorso, in presenza del presidente iraniano Hassan Rouhani, è “una necessità e una santa jihad.

L’antisemitismo in chiave islamica è uno degli aspetti essenziali dell’odio per Israele che informa una nuova versione della soluzione finale: la distruzione di Israele con, idealmente, tutti gli ebrei concentrati nella sua area geografica. Le parole di Hassan Nasrallah, segretario di Hezbollah, propaggine libanese dell’Iran, apparse sul Daily Star di Beirut nell’ottobre del 2002 sono eloquenti, “Se gli ebrei si radunassero in Israele, ci risparmierebbero la fatica di cercarli in giro per il mondo”.

Affermazione perfettamente allineata con la volontà eliminazionista hitleriana, la quale aveva come obbiettivo la distruzione degli ebrei in quanto ebrei, fino all’ultimo di essi.
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Messaggioda Berto » mar mar 07, 2017 9:56 pm

Biella, l'Anpi vuole proiettare nelle scuole il film antisionista: 'Israele, il cancro': ma la Provincia glielo nega
E la presidente dell'Unione comunità ebraiche protesta con Smuraglia (Anpi)
07 marzo 2017

http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... -159993193


La Provincia di Biella revoca il premesso all'Anpi di proiettare un film intitolato 'Israele, il cancro' nelle scuole. In un primo tempo infatti l'associazione nazionale partigiani della Valle Elvo, aveva chiesto ospitalità negli istituti scolastici del territorio per la proiezione di "un documentario", senza però specificare di cosa si trattasse.
"Solo dagli organi di stampa - spiegano dagli uffici provinciali - abbiamo avuto modo di prendere conoscenza della natura della proiezione: non un documentario come indicato da Anpi, ma un film di una regista (Samantha Comizzoli), che ha come caratteristica la narrazione di fatti e avvenimenti interpretati secondo il suo pensiero, e quindi in modo non oggettivo".
"Gli istituti scolastici - afferma il presidente, Emanuele Ramella - non sono il luogo deputato a ospitare eventi che possano rappresentare un pensiero di parte su argomenti di rilievo politico, che vanno affrontati in altre sedi. Ho dunque ritenuto opportuno, oltreché corretto, revocare la concessione di utilizzo dell'aula scolastica concessa dal responsabile".
Sulla vicenda interviene anche l'Unione delle comunità ebraiche italiane con la pesidente Noemi Di Segni che scrive al Presidente nazionale dell'Anpi Carlo Smuraglia e a quello per la Provincia di Milano Roberto Cenati per chiedere che l'Associazione degli ex Partigiani d'Italia impedisca ad una propria sezione di patrocinare la proiezione "di un film di una nota attivista antisionista ed antisemita" in una scuola.
"Gentili Presidenti Smuraglia e Cenati - scrive Di Segni - vi scrivo per portare doverosamente alla vostra attenzione l'aberrante iniziativa di una sezione dell'Associazione Nazionale Ex Partigiani d'Italia - la sezione Valle Elvo e Serra, attiva in Piemonte - che ha deciso di patrocinare la proiezione di un film di una nota attivista antisionista e antisemita prevista per questo venerdì a Biella, all'interno di un istituto scolastico.
I due promotori (Samantha Comizzoli e Diego Siragusa) cercano di riversare in rete e nel mondo dei social calunnie, odio e rancore. Il sostegno dell'Anpi a iniziative come quella che vi segnalo rappresenta quindi un fatto gravissimo e incomprensibile e duole ancor più nella considerazione che tale filmato divenga un'esperienza vissuta nella scuola, luogo nel quale esattamente al contrario, dovremmo coltivare i valori condivisi della tolleranza e del rispetto. L'odio è una materia facilmente infiammabile, basta davvero poco per divampare in incendio".
"Mi auguro conclude - che possiate intervenire al più presto e nei modi più opportuni per impedire che tale iniziativa avvenga e, al contrario, assicurare che tutte le Sezioni assieme alle tante Istituzioni e collettività scelgano di comunicare ai nostri ragazzi un messaggio di partecipazione e fiducia".
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Messaggioda Berto » mar mar 14, 2017 7:45 pm

IL CANARINO DEI MINATORI: L’ODIO CHE INIZIA CON GLI EBREI, NON FINISCE MAI CON GLI EBREI
di Rabbi Dov Greenberg

https://www.facebook.com/ProgettoDreyfu ... 1708559521

Un’ondata di antisemitismo sta investendo l’America. Da Gennaio 100 scuole e istituzioni ebraiche in 28 Stati sono state evacuate in seguito ad allarmi bomba; cimiteri ebraici sono stati vandalizzati, alcune svastiche sono state disegnate nei dormitori di alcuni campus universitari.

Se pensiamo che l’antisemitismo riguardi soltanto gli ebrei, commettiamo un grandissimo sbaglio.

Non è così. Ecco perché…

Per 3000 anni gli Ebrei sono stati il “canarino dei minatori” del Mondo.

I minatori di carbone portavano i canarini con sé all’interno delle miniere perché i canarini erano sensibili ai gas dannosi. Reagivano ai gas prima dell’uomo, quindi se i minatori vedevano che i canarini si sentivano male o morivano, sapevano che l’aria era letale e scappavano a gambe levate.

Questo è ciò che gli Ebrei rappresentano per il mondo. Essi sono il sistema d’allarme primario del mondo.
Dove c’è il male, dove c’è odio, gli Ebrei ne sono colpiti per primi.

Hitler colpì gli Ebrei prima di colpire la civiltà occidentale, e questo avrebbe dovuto allertare il mondo su che razza di persona fosse, ma il mondo fraintese il segnale. Se l’Occidente avesse compreso che l’odio verso gli Ebrei è un odio contro la libertà e conto l’umanità, e avesse quindi affrontato prima Hitler, decine di milioni di innocenti non ebrei non sarebbero stati uccisi nella Seconda Guerra Mondiale.

Questo è il motivo per il quale gli uomini di tutte le fedi o di nessuna, dovrebbero alzarsi insieme per combattere l’antisemitismo. Perché l’odio che inizia con gli Ebrei, non finisce mai con gli Ebrei.
Se un ebreo non è al sicuro in una sinagoga in America, allora nessun americano è al sicuro.
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Messaggioda Berto » mar apr 04, 2017 11:43 am

Quattordicenne mobbizzato perché ebreo in Germania. La famiglia lo ritira da scuola
francesco semprini
2017/04/03
http://www.lastampa.it/2017/04/03/ester ... agina.html


Un caso di antisemitismo, avvenuto fra i banchi di scuola, allarma la comunità ebraica di Berlino. Un ragazzino di 14 anni è stato “mobbizzato”, in quanto ebreo, dai compagni di origine turca e araba, fino al punto che i genitori hanno deciso di ritirarlo dall’istituto. Il fatto, riferito dalla madre del ragazzo a «The Jewish Chronicle», e raccontato oggi anche dalla Sueddeutsche Zeitung e da altri media, ha sollevato forti polemiche, rilanciando il dibattito sull’antisemitismo da importazione. «Non è un caso isolato», per la ex presidente del consiglio centrale degli ebrei Charlotte Knobloch. «In realtà sei un tipo cool, ma io non posso essere tuo amico. Gli ebrei sono tutti assassini», ha detto ad esempio uno dei compagni, che lo hanno offeso nei giorni scorsi.

Lo studente ha anche raccontato di essersi trovato un giorno afferrato per il collo, alla stazione dell’autobus, e minacciato con una pistola giocattolo da altri due ragazzi. «Quando mi sono trovato in quella situazione, non ho avuto il tempo di pensare. Ma ora, a posteriori, penso: mio Dio!» La scuola sta valutando l’espulsione di due dei responsabili degli attacchi e delle offese al compagno.

Il presidente del Consiglio centrale degli ebrei Josef Schuster ha espresso la sua indignazione, rimproverando alla direzione dell’istituto di aver reagito comunque in ritardo: «Si tratta di un caso di antisemitismo della specie più nauseante», ha commentato. Schuster chiede inoltre al senato berlinese di avviare un’inchiesta sul comportamento e le eventuali omissioni dei vertici della scuola: un istituto del quartiere di Friedenau, dove il 75% degli studenti non è di madrelingua tedesca
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Messaggioda Berto » ven apr 14, 2017 10:07 pm

Storia capovolta: contro Israele nel giorno della Liberazione
Niram Ferretti
13 aprile 2017

http://www.progettodreyfus.com/storia-c ... iberazione

La bandiera con la Stella di Davide è il vessillo che non dovrebbe essere esibito il 25 aprile 2017. La stessa bandiera che, prima di diventare quella ufficiale dello stato di Israele, fu consegnata il 3 aprile 1943 da Moshe Sharret dell’Agenzia Ebraica al Generale Ernest Frank Benjamin comandante della Brigata Ebraica. E non dovrebbe essere esibita perché i discendenti ideologici di coloro i quali negli anni Trenta e Quaranta erano a fianco del Mufti di Gerusalemme, il criminale di guerra filo-nazista Amin Al Husseini, sono riusciti da tempo a influenzare l’ANPI e a strumentalizzare le manifestazioni che si terranno in piazza.

Quest’anno ai gruppi filopalestinesi si sono aggiunti i proseliti del BDS. Osservatorio Salomon ha pochi giorni fa inviato una lettera al sindaco di Milano Giuseppe Sala per sensibilizzarlo sulla questione. Come ha ricordato nella lettera, Barbara Pontecorvo:

“Quest’anno, per le celebrazioni imminenti, il Coordinamento BDS Lombardia, ovvero il Movimento che coordina le attività di boicottaggio e discriminazione nei confronti di (solo) Israele sul territorio lombardo, ha annunciato la propria presenza, in nome della “liberazione della Palestina” (illegittimamente paragonata alla resistenza partigiana contro la forza nazista, rappresentata nelle intenzioni dallo Stato d’Israele), intendendo per ‘Palestina’ anche lo Stato d’Israele, che dovrebbe, dunque, esser liberato da ogni presenza ebraica”

È sconcertante che in una data che dovrebbe commemorare la liberazione dal regime fascista e poi nazi-fascista della RSI, gli eredi spirituali di coloro i quali combattevano la stessa battaglia di Hitler per lo sterminio degli ebrei, oggi si sono intromessi nei cortei all’unico scopo di attaccare chi in piazza scende portando la bandiera della Brigata Ebraica.

Occorre ricordare alcuni fatti. All’epoca la mostrina della tredicesima Divisione SS composta dai volontari musulmani i quali riconoscevano in Amin Al Husseini la loro guida spirituale, raffigurava una spada che brandiva la scimitarra e la svastica. L’anno scorso nella cittadina di Beit Ummar in Giudea e Samaria è stata innalzata una bandiera nazista per ricordare questa indelebile continuità.
I discendenti dei filo-nazisti di allora, i quali attendevano solo la vittoria di Rommel in Nord Africa per proseguire in Palestina l’opera dei volonterosi carnefici di Hitler, hanno creato le condizioni affinché chi diede il suo contributo alle forze alleate debba essere marginalizzato, scortato o cacciato dai cortei che celebrano il 25 aprile.

Tutto ciò non solo è grottesco e paradossale ma è infame. È infame che i fiancheggiatori del terrorismo arabo-palestinese, di cui uno dei grandi rappresentanti, Yasser Arafat, venne amorevolmente avviato alla lotta armata proprio dal Mufti di Gerusalemme, siano in grado di imporre una sorta di conventio ad excludendum nei confronti della Brigata Ebraica.

Le bandiere palestinesi e gli attivisti del BDS non hanno niente a che vedere con il 25 aprile più di quanto abbiano a che vedervi le bandiere curde o i separatisti baschi. È evidente a tutti che esse vengono sventolate solo ed esclusivamente a scopo provocatorio e intimidatorio nei confronti della Brigata Ebraica, e per demonizzare lo Stato ebraico.

Rappresentano uno sberleffo atroce e una vittoria postuma di Amin al Husseini in una giornata che dovrebbe celebrare la liberazione da coloro di cui egli era stato un fedele alleato.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Rasixmo,rasisti contro łi ebrei e Ixraele i crimini de l'ONU

Messaggioda Berto » ven mag 12, 2017 8:24 pm

Danimarca, la comunità ebraica denuncia l'imam di Copenaghen: "Incita all'antisemitismo"
11 Maggio 2017

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... 8.facebook

La comunità ebraica danese ha citato in giudizio l’imam Mundhir Abdallah che nelle sue preghiere nella moschea Masjid Al-Faruq nel quartiere popolare di Copenaghen di Norrebro, collegata dai media all’estremismo islamista, ha istigato allo sterminio degli ebrei. In particolare l’imam ha citato un racconto (hadith) della vita del Profeta Maometto il 31 marzo scorso chiedendo ai musulmani di sollevarsi contro gli ebrei. "Il giorno del giudizio non avverrà fino a quando i musulmani non combatteranno e uccideranno gli ebrei" si vede Abdallah affermare in un video su YouTube-. Secondo la rete locale DR, Omar al-Hussein, che uccise a febbraio 2015 due persone nella capitale, aveva visitato la stessa moschea prima di compiere l’attentato. Il danese di origini palestinesi aveva giurato fedeltà ad Isis prima di uccidere una persona ad un centro culturale e poi un ebreo all’esterno di una sinagoga. Alla fine venne eliminato dalla polizia.
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